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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spètfe.
Bibliotscà Valaesò
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■('dorino)
1*0SRS P2LLICS
Quindicina!e
della Chiesa Valdese
■Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spinto nuovo
Anno LXXXIII — Num, 15
Una copia L.
/ Eco: L. 600 per l'interno Eco c La Luce: L. 1000 per l'interno I Speai.. -bb. po.t.le II Gruppo I TORRE P^LUCE 17 1»^
ABBONAMENTI | l. 1000 per l’e.tero | L, 1690 per l'e.tero | Cambio d'indirizxo Lire 30,- | Ammin. CUuaianu Torre Pelliee - C.C.P. 2-17557
la realtà nella vita
Sono tante le incongruenze, le contraddizioni nella nostra esistenza: beneficenza senza carità, amicizie interessate, commozioni provocate da una semplice sentimentalità. Talvolta anche il genere di Cristianesimo che noi incontriamo sembra consistere soltanto in pregiudizi
invecchiati o inconsistenti teorie o in residui stantii di svanite visioni.
Qualunque s.ia il grado di sviluppo o di cultura delTuomo normale, egli si rende perfettamente conto che la ” nebulosità ” o la
” piccineria ” in religione sono dimostrazioni della sua irrealtà.
Se la religione significa qualche cosa essa deve consistere nella
perla di gran prezzo per acquistare la quale l’uomo è pronto a vendere
qualsiasi altra cosa ch’egli possiede.
Le cose reali nella vita devono essere pagate a caro prezzo. Chiunque ha avuto a che fare con la costruzione di una casa, chiunque si è
lanciato in qualche nobile impresa sa che ciò gli è costato più di
(juanto avesse pensato. Così è della nostra fede: l’unica prova che noi
possiamo dare della sua sincerità è la misura del sacrificio che siamo
disposti ad accettare per conquistarla.
La religione può giustificare se stessa — cioè dimostrare la necessità e l’importanza di professarla — soltanto se porta il ” marchio di
fabbrica ” della realtà nelle circostanze più varie della nostra esistenza, : mestiere, professione, iiuitrimonio, piaceri, difficoltà.
Il prezzo della più assoluta sincerità può essere molto elevato,
ma — airiufuori della fede in Dio — le nostre esperienze personali
non hanno, ili ultima analisi, il minimo s.ignifìcato: se noi ci proviamo
a cavarne qualche cosa senza di Lui, sono sterili.
Abbiamo constatato non so quante volte — nelle più varie circostanze — che l'apparenza era oro, la realtà vile metallo. Ed un brivido
percorre le nostre vene quando constatiamo che — se non c’è Dio
noi siamo destinati a perdere anche l’oro: ogni cosa che noi amiamo
e che ai nostri occhi ha un valore. Uinananiente parlando, non possediamo alcuna, garanzia che qualsiasi cosa che abbiamo cara possa
durare.
Eppure — per quanto ci possiamo avvolgere in una dura corazza
di scettìcisino — noi conserviamo am:ora — in particolari momenti —
la .speranza tenace che, oltre la nostra vita d’oggi, ci sia qualche cosa
(li genuino e di eterno.
In quanto a me, non ho mai trovato nulla che possegga una misura
di verità e di rettitudine riguardo all’esistenza umana maggiore di
iiuella che si trova nell’Evangelo.
Se vi è una via seguendo la quale Dio intende insegnarci a vivere,
y,.e vi è uno spirito che può farci superare le nostre delusioni, noi troviamo questa via e questo spirito nelle parole e nella vita di Gesù
Cristo.
Se questo non è realtà, io non so davvero dove e come la si possa
trovare!
Frank Martin
(trad. G. E. M.) dal Sunday Graphic, 2-9-1951
LES VAUDOIS DE VALDESE
29 mai 1853 - 29 mai 1953
La visite à mis clivés familles vau.
doises de Valdese, ’¿ans la Caroline
du Nord, a été poiar moi une expérience des plus enrichissantes de
mon récent séjour aux Etats Unis et
j’en garderai un souvenir béni.
Les générations nouvelles aux Vallées doivent connaître le labeur tenace et le témoignage fidèle de nos
Vaudois en Amériqhe. C’est pourquoi, en ces jours qui nous rappellent le 60.me anniversaire de la fondation de Valdese je vais tâcher de
résumer les faits saillants de 1 histoire de notre colonie.
H:
La nuit tombait lorsque, le 15 février, en compagnie de ma femme et
d’un groupe d’étudiants en théologie de la Faculté de Decatur, j’arrivai aux abords de la petite ville vaudoise.
Nous avions jtarcouru en auto les
eo'dines ondulées de la Géorgie et de
la Caroline du Sud; nous avions ensuite abordé cette région légèrement
montagneuse de la Caroline du Nord
qui s’ap[)elle « Piémont » et qui, en
certaines localités, ressemble singulièrement aux collines de nos Vallées.
C’est un samedi ^ir ; les carillons
de notre- beau répandent au
près et au loin les notes si douces de
nos iiyniiies. ISous nous arrêtons en
face du Temple et notre regard se
]>ose sur le simple monument de
pierre, érigé en 1943 par les autorités de la ville et du Comté pour célébrer le 50.me anniversaire de la
fondation de la Colonie.
L’inscription est un témoignage à
la fidélité chrétienne des pionniers
et nous voulons la transcrire ici en
français pour la garder dans nos
coeurs, comme un précieux souvenir
de ces enfants des Vallées.
1893
1943
PAOLO BOSIO
Reazioni a catena!
Da quando sono stati iniziati i lavori relativi alla preparazione delle
bombe atomiche, l’espressione « reazioni a catena » torna spesso nella
stampa quotidiana. Quell espressione ha spinto una signora della Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti a
scrivere un breve articolo comparso
nel numero di Giugno del « Presbyterian Life », per mettere in evidenza altre reazioni a catena che si verificano nella vita quotidiana, ed alle quali non diamo sempre il dovuto peso.
11 primo episodio che ha provocato le « reazioni a catena » di cui parla l’articolo, è avvenuto mentre la
bambina della nostra signora stava
preparando la tavola per un pranzo
offerto ad alcuni ospiti. La bambina, sventatella, ha lasciato cadere im
fine bicchiere di cristallo, mandandolo in mille pezzi. La signora, che
quel giorno era molto nervosa, ha
subito arrivato un ceffone alla bimba, eppoi l’ha mandata in castigo,
in camera sua, senza pensare che la
piccola aveva già il cuore molto dolente per il dispiacere di aver rotto
involontariamente il prezioso cristallo.
Il papà ha osserva to pensosamente :
« Non mi pare che questo siadl modo migliore di trattare la piccola ».
La signora è scattata: « Che cosa
ne sai tu di educazione dei bambini? Tu ti trovi con loro solo nel bre
ve tempo che stai a casa e non devi,
come me, vivere tutto il giorno con
loro ».
Il marito — uomo prudente e pieno di comprensione — non ha replicato nulla; e la signora ha sentito il suo muto rimprovero più ancora che se egli fosse uscito sbattendo la porta, con violenza.
Quando la signora, turbata da
queste cose, è uscita per far la spesa, ed ha dovuto bagnarsi i piedi
per salire sull’autobus che si era fermato in una pozza d’acqua, l’autista si è sentito dire alcune verità pepate dalla signora irritata; ed a sua
\olta, quando una signora ch’egli conosceva, lo ha salutato gentilmente,
aggiungendo: « Bella giornata, oggi! » l’autista ha risposto rudemente: « Non vedo proprio che cosa ci
sia di bello in questa giornata ».
Si vede che questa risposta sgarbata deve aver fatto calare il morale
di questa signora di parecchi gradi;
tant’è vero che essa, non appena
giunta nel suo magazzino, se Tè presa colle commesse, strapazzandole
j>er un nonnulla. Una di queste commesse, tornata a casa piena di rabbia, non avendo trovato il pranzo
pronto, se l’è presa colla suocera
colla quale viveva quando il marito
(che era nella marina) era assente:
in quattro e quattr’otto ha raccolto
la sua roba e se n’è tornata a casa
sua.
La povera suocera è rimasta così
turbata da questa fuga, che non si
è più sentita di andare ad aiutare
— come aveva promesso — la signora che aveva inizialo la malefica catena di reazioni, a terminare il vestito che doveva servire quella sera
stessa... Cosicché la persona che aveva iniziato, quella mattina, la serie delle reazioni a catena, ha finito
col rimanere vittima di ciò che essa
stessa aveva messo in moto, col suo
scatto di violenza!
Come succede in Australia quando i selvaggi abitanti del centro del
paese, lanciano il boomerang (una
specie di bastone incurvato) contro
un bersaglio. Il legno colpisce il
bersaglio, eppoi, compiendo un’ampia parabola, rimbalza indietro verso chi Tha lanciato.
Tutto questo dovrebbe farci riflettere. Ciò che facciamo mette in moto delle cf reazioni a catena » che
possono portare conseguenze gravi
nella vita del prossimo e talvolta
nella nostra stessa vita.
Da ognuno di noi escono, del continuo, forze di bene o forze di male
che non possono rimanere sterili,
ma devono necessariamente produrre effetti di bene o di male.
Attenti dunque a non scatenare
« reazioni a catena » che contrastino
al bene del prossimo e ostacolino i
progressi del Regno di Dio.
la Communauté Vaudoisc
des Alpes Cottiennes
qui s’est établie en ce lieu
en 1893
au total 427 personnes
en témoignage de reconnaissance
pour leurs principes chrétiens
leur honnêteté, leur opérosité
et leur esprit civique
Ce monument est érigé
par la Ville de Valdese
et le Comté de Burke
En souvenir
du Cinquantième Anniversaire '
de leur arrivée.
* H! *
Vers 1890 le surpeuplement de nos
Vallées se faisait sentir d’une façon
aigüe et plusieurs familles cherchaient à émigrer: les uns se dirigeaient vers nos colonies de l’Amérique
du Sud, d’autres vers les grandes villes des Etats Unis. Mais plusieurs
familles, surtout du haut Val Babille, désiraient s’établir dans une région nouvelle pour y fonder une colonie agricole, en y achetant des terres à bon marché.
L’on avait songé à une colonisation vaudoise en Erythrée et le commandant Manfredo Camperio, dont
la femme et les enfants appartenaient à notre Eglise de Milan, en avait
été un avocat enthousiaste. Il est intéressant, après tani d’années et tant
d’événements de suivre les discussions dont « Le Témoin » nous garde
un écho fidèle.
Mais grâce surtout à l’appui des
Pasteurs C. A. Tron, Dr. M. Prochet,
.1. D. Buffa et Théophile Gay, le
choix des futurs colons fut pour la
Caroline du Nord. Leur première assemblée eut lieu dans le Temple de
St. Germain le 21 Novembre 1892.
C’était bien l’Eglise qui encourageait
ses enfants à cette nouvelle entreprise puisque le réunion était présidée
par le Dr. Prochet, Président du Comité d’évangélisation, qui expliqua
les origines de ce nouveau projet de
colonisation. Le vrai animateur en
fut toutefois le Pasteur C. A. Tron,
alors au Perrier, qui avait été en
correspondance avec des agents de
compagnies foncières aux Etats Unis.
Plusieurs réunions eurent encore
lieu à la fin de 1892 et au commencement de 1893. Au mois de mars deux
représentants, Jean Bounous de Faet
et Louis Richard de St. Germain,
sont envoyés dans la Caroline du
Nord.
[| rentrent aux Vallées jteu enthousiastes des terres qu’ils avaient
visitées: Richard, était décidément
op[)osé au départ des colons; « Le
Témoin » conseillait la prudence et
manifestait sa perplexité, d’autant
plus que |dusieurs familles, dans un
élan d’enthousiasme, avaient dé.ià
vendu leurs propriétés.
Enfin, le 10 Avril on annonça le
départ de la première équipe sous la
direction du Pasteur C. A. Tron, en
tout 29 personnes, 11 hommes, 5
femmes, 13 enfants: Henri Tron, 44
ans de Massel; François Tron, 18, de
Pral avec son épouse Marguerite;
Jean Refour, 42, et son fils Jean de
Faët; Jean Guigou, 41, sa femme Catherine, de Pral, trois garçons Louis
Philippe, Etienne et Aléxis et une
fille Naomi (dans cette famille, le 13
Août, naquit le premier enfants de
la Colonie, Charles); Pierre Tron,
39, sa femme Louise, de Massel, son
fils Albert et sa fille Madeleine; Phi
lippe Richard, 33, de Pral, sa femme Marianne et ses enfants Philippe
et Etienne (cette famille s’est établie
depuis à Norfolk en Virginie); Jaubert Micol, de Massel, sa femme
Jeanne, trois garçons Jean, Emannuel et Victor et une fille Marguerite; Albert Pons, 35. de Massel et J.
Henri Tron furent suivi de leurs familles au mois d’Août; Jean Giraud,
34, de Massel; J. Henri Pons, 30 et
François Pons de Rodoret.
Après un délai de 6 jours à Boulogne-sur-mer ils s’embarquèrent sur
un vaisseau des lignes hollandaises,
le Zaandane. Après un voyage difficile par une mer houleuse, ils arrivèrent à New York le 26 mai; un
vaisseau les transporta le long de la
côte jusqu’à West Point en Virginie,
d’où il voyagèrent en chemin de fer
vers le Sud. Le train s’arrêta dans les
bois, sur l’emplacement même où
naîtra la petite ville de Valdese dans
T après-midi du lundi 29 mai 1893.
Ils furent reçus par des amis venus
des alentours et ils célébrèrent un
culte d’action de grâces, « souvent
interrompu par les larmes des frères
et des soeurs ». La presse des villes
voisines (Charlotte, Hickory, Morgantau) en annonçant l’arrivée des
colons donna des aperçus historiques
et parfois... légendaires des Vaudois.
Les premiers temps furent très
durs à Valdese: les membres plus
âgés de la communauté vous racontent aujourd’hui encore les inombrables difficultés des premiers mois:
défrichage, construction des huttes
et des maisons, pénurie d’outils,
constitution de la « corporation »
vaudoise, achats, emprunts, discussions, malentendus... Presque chaque
jour, au début, les colons se réunissaient pour discuter et délibérer:
Mr. Tron, lui même nous en a laissé
un écho fidèle dans « Le livre des
procès verbaux et des documents se
référant à la fondât on de la Valdese
Corporation, 1893-94 », qui, gardé
par le Concistoire, permets de reconstruire les origines et le développement de la Colonie...
Un essai d’activité collective et de
vie communautaire se dessine dans
la décision du 16 juin de diviser la
moitié de la récolte parmi les hommes indépendemment de leur contribution de travail et l’autre moitié en
parties égales entre les hommes, les
femmes et les enfants. Mais assez
tôt le caractère foncièrement individualiste des Vaudois aura le dessus
et chaque famille soignera ses projires intérêts.
A la fin du mois de Juin vint s’établir à Valdese la famille d’Antoine
Martinat, de St. Germain, qui l’année précédente avait quitté les Vallées pour s’établir parmi les Mormons de TUtah.
Le l.er Juillet eut lieu un repas
de famille qui réunit tous les membres de la colonie et le jour suivant,
dimanche, le Dr. Tron présida le
culte, célébra le premier baptême
(Amélie Martinat), et la S.te Cène.
Au mois de Juillet arriva le premier pasteur de la Colonie, Henri
Vinay, qui ne s’y arrêta qu’une année, car il se rendit en Californie,
où il mourut quelques années après.
(à suivre)
Elio Eynard
2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
[
Conferenza del III Distretto
Nei giorni 28 e 29 Giugno ha avuto luogo in Firenze, nel tempio
di Via Manzoni, la Conferenza annuale del III Distretto. Vi hanno
preso parte 11 pastori e 18 laici, delegati delle varie Comtmità.
La Conferenza si è aperta con un
culto presieduto dal pastore Luigi
Santini .che ha meditato su Luca 10:
25-42,
Al seggio sono stati eletti il past.
Seiffredo Colucci, presidente; il pastore Emilio Corsani, vice presidente e il dr. Eros Vicari, segretario.
I lavori hanno avuto inizio con la
lettura della relazione della Commissione distrettuale fatta dal dr. Alberto Ricca, Sovrintendente.
La relazione è stata molto apprezzata per il suo contenuto profondo
e per l’ampiezza della esposizione.
La Conferenza ha anzitutto precisato che non esiste una chiesa del
Basso Lazio, ma la chiesa di Colleferro con una diaspora che si va estendendo e che potrà dare origine
ad altre chiese regolarmente riconosciute. La quistione non è oziosa
perchè ha riflessi nelle delegazioni
alle nostre assemblee ecclesiastiche.
Trattandosi l’argomeuto della sistemazione del campo di lavoro, sono state poste in rilievo le difficoltà
che sorgono, dalla scarsezza di operai. Al riguardo ima particolare attenzione è stata rivolta al caso delle
chiese di Genova e di Sampierdarena che hanno ampie diaspore, ciascuna con caratteri di omogeneità e
per le quali non è possibile che tutta l’opera venga svolta da un solo
pastore.
Si osserva che se vi sono pochi pastori vi sono ancora meno evangelizzatori.
Dal cav. Messina è stato osservato
che non si deve guardare con visione ristretta alla situazione di un distretto, ma alla situazione di tutti
i distretti
Il Sovrintendente dà ampi chiarimenti sui criteri che hanno guidalo
l’Amministrazione nella, sistemazione del campo di lavoro e dimostra
come nessun distretto ha potuto essere sistemato adeguatamente, data
la penuria di pastori.
Il delegato di Genova, Federico
Schenone, ha voluto porre in rilievo una crisi che, secondo lui, vi sarebbe nella nostra chiesa, insistendo
sulla necessità che se ne indaghino
le cause.
Per il past. R. Comba la posizione del fratello Schenone è un esempio del nostro peccato d’impazienza. La Chiesa vive e sussiste e
noi non abbiamo il diritto di disperare. Le stesse persecuzioni alle quali siamo soggetti sono un segno delia
nostra vitalità.
Pur non condividendosi da parte
di tutti il quadro pessimista che il
fr. Schenone ha voluto prospettare,
l’argomento è stato inteso in tutta
la sua importanza e serietà. Perchè
la Chiesa non ha ottenuto in Italia
quei successi che erano nella nostra
aspettativa? Bene ha osservato però
il past. Santini che, anche se i risultati non sono stati quelli che avremmo voluto vedere, la presenza di una
chiesa non può essere calcolata in
cifre. Questione grossa, come ben si
comprende, che nella ristretta economia di tempo di una Conferenza
distrettuale non poteva trovare sviluppo adeguato, ma che merita comunque un esame approfondito e
con riferimenti a tutta la situazione
del mondo presente
La funzione del protestantesimo
in Italia sfugge ovviamente ad ogni
valutazione espressa in dati statistici, ma quale è la portata di questa
funzione? Il past. Gay parla del senso ben determinato che ha il piccolo
gruppo di protestanti, ma il nostro
popolo nel corso della sua storia ha
posto un rifiuto a molti problemi
e in questo deve vedersi la causa
chiara di quello che noi consideriamo un nostro insuccesso. Occorrerebbe, secondo il fr. Gay, un libro divulgativo che spieghi a molte persone che non ci conoscono, il senso
di quello che siamo come protestanti ed è bene che chi viene a noi sappia che viene per lottare con noi.
Un’ampia discussione ha avuto la
quistione della preparazione dei lai
ci. E’ stata da molti rilevata la necessità di poter disporre di dispense
per la preparazione di quegli elementi ben disposti ad offrire la loro
collaborazione, ma che non hanno
la possibilità di frequentare corsi che
richiedono un lungo impegno di
tempo.
Su tale quistione la Conferenza ha
votato i due seguenti o.d.g. : « La
Conferenza distrettuale preso atto
dei tentativi di intensificare la collaborazione laica, incoraggia le iniziative specifiche esistenti sia sul piano locale che generale e richiama i
Consigli di Chiesa alla necessità più
viva che mai oggi di inserire una
predicazione laica nella testimonianza della chiesa”.
”La Conferenza distrettuale chiede alla Tavola di studiare uno schema di maniude che contempli tutte
le possibilità e i mezzi di sviluppo
della collaborazione laica”.
Sollevata dal past. Comba, una vivace discussione si è avuta sul problema della progettata unione della Chiesa Metodista con la Chiesa
Valdese.
Pur essendo da tutti sentito il desiderio di pervenire a tale unione,
due correnti si sono determinate nel
corso della discussione, una (Sovrintendente) contraria alla discussione
di questo argomento per la sua delicatezza, essendo le trattative condotte dalle autorità dirigenti delle
due chiese e l’altra (R. Comba) favorevole alla discussione, in quanto
si ritiene che detta unione debba essere sentita dalle basi, cioè dalle
chiese.
Un o.d.g. intorno al quale si discusse a lungo si trasformò in raccomandazione alla Tavola e per essa
alla Commissione distrettuale, di
promuovere d’accordo con la Chiesa sorella, nel prossimo anno, riunioni a carattere informativo e consultivo, che siano rappresentative
delle Comunità sul piano regionale.
Dopo la relazione sulle Unioni
giovanili del distretto, la Conferenza
passa alle votazioni. Sono risultati
eletti, per la Commissione distrettuale, il cav. Giovanni Messina, vice
presidente e il past. R. Comba, segretairio.
Quali delegati al Sinodo sono stati eletti i sigg. ; Mortati, Lala, Vannuccini, effettivi, e Messina, Sasso e
Cavo, supplenti.
Come sede della prossima Conferenza viene designata Genova: predicatore il past. Cipriano Toum e
supplente il past. R. Comba.
Dopo aver ringraziato la Chiesa
che ha ospitato la Conferenza e la
Direzione dell’Istituto Ferretti, il
Presidente ha chiuso la sessione della Conferenza con l’invocazione della benedizione.
Al termine dei lavori un thè è
stato offerto nel giardino pertinente
alla Chiesa.
Un po’ alla volta, parte la sera
stessa, parte la mattina successiva, i
delegati sono ripartiti alla volta delle loro case. Ogni incontro è una
gioia, ogni separazione è un rammarico. Con questi sentimenti i membri della Conferenza si sono salutati.
Noi siamo come im piccolo popolo
disperso nel deserto che si incontra
agli incroci delle vie carovaniere.
Ma ogni incontro è un accrescimento
di ricchezze spirituali.
IO - LUI
Signore! Liberami
dal desiderio di essere onorato,
dal desiderio di essere ricercato,
dal desiderio di essere lodato,
dal desiderio di essere preferito agli altri,
dal desiderio di aviere dell’influenza,
dal desiderio di essere approvato dagli uomini,
dal desiderio di apparire,
dal desiderio di autorità.
Signore! Liberami
dalla paura dell’umiliazione,
dalla paura del disprezzo,
dalla paura del ridicolo,
dalla paura della derisione,
dalla paura della contraddizione,
dalla paura di essere respinto,
dalla paura del biasimo,
dalla paura delle ingiurie,
dalla paura delle calunnie,
per amore del Tuo Nome!
Conferenza del IV Distretto
Dalla relazione pubblicata nella
Luce, apprendiamo che la Conferenza del IV Distretto si è tenuta a Taranto, i giorni 16-17 giugno. Si è iniziala con un culto presieduto dal pastore Briante ed i lavori si sono svolli con la presidenza del pastore O.
Peyronel, coadiuvato dai Signori:
Nicola d’Adda, vice presidente, evangelista Vincenzo Sciclone, segretario.
* * *
La Conferenza ha ascoltato la lettura della relazione della Commissione distrettuale, fatta dal pastore
G. Mathieu, sovrintendente; dei sunti delle relazioni delle singole conni,
nilà ; della F.U.V. fatta dal capo
gruppo pastore G. Castiglione.
* * *
Il primo proteina che sì è imposto all’attenzione dei convenuti è
quello della sistemazione del campo
di lavoro in relazione specialmente
KAIS'ERSWERTER
Dal 7 al 10 maggio ha avuto luogo, nella Casa delle diaconesse di
Schwäbisch-Hall, per la prima volta
dopo Tultima guerra, la Conferenza
Generale di Kaiserswerther delle Case Madri delle diaconesse evangeliche. L’origine di questa istituzione
risale al 1861, quando il pastore Teodoro Fliedner tentò di collegare ufficialmente le varie Case Madri delle diaconesse all’opera nel mondo
evangelico.
Questa Conferenza Generale doveva riunirsi ogni 3 anni in Kaiserswerth e, all’inizio, si ebbe l’adesione dei direttivi Luterani, riformati
di Germania, Francia, Svizzera, Austria, Francia, Finlandia, Scandinavia, Olanda, Europa Orientale ecc.
L’ultimo solenne incontro si ebbe
nel 1936 in occasione del eentenario
della Casa Madre di Kaiserswerth.
Oggi, come abbiamo già detto, la
Conferenza Generale si è riunita nelle vicinanze della medievale eitlà di
Hall, nella Casa delle diaconesse miracolosamente scampata ai bombardamenti dell’ultima guerra.
Mancavano all’incontro, per ragioni politiche, le rappresentanze delle
Case Madri della Germania Orientale; le Case Madri dell’Olanda, Danimarca e Norvegia non aderiscono
più alle Conferenze di K., essendo
entrate a far parte della Federazione internazionale Diaconia.
E’ sempre però una bella famiglia di 849 diaconesse alla Casa Madre.
Oltre 140 delegati affrontarono la
revisione dei regolamenti di Kaiserswerlher per renderli più adeguati
alle attuali necessità; revisione che
era stata preceduta da un’accurata
ed approfondita indagine da parte
degli organi competenti in prima i»tanza.
Il problema fondamentale da risolvere è però quello del reclutamento di nuove diaconesse. Anche a
Kaiserswerther c’è aria di crisi; le
statistiche riferiscono infatti che nel
1936 le diaconesse collegale a K. erano 28.027; nel 1950 erano 29.495,
per ricadere poi a 28.771.
Un sintomo dèlia crisi e della difficoltà a mantenere tutti i posti sinora occupati, ci è dato dal fatto
che per la crescente penuria di novizie la Casa Madre ha dovuto procedere ad una dolorosa rinunzia: abbandonare la grande clinica chirurgica annessa aWInselspitals.. Entro
l’autunno tutte le diaconesse saranno ritirate da questa clinica dove
esse hanno prodigato i tesori della
loro vocazione da quando, nel 1918,
risposero all’appello del chirurgo
Quervain. Solo così è stato possibile
di far fronte ad altre più urgenti necessità.
Accanto alle note dolorose, quel!e liete!
Da varie parti è stato segnalato
che numerose studentesse dimostrano interesse all’opera del diaconato
femminile ed hanno offerto la loro
collaborazione pratica per permettere alle diaconesse stesse di prendere un breve periodo di riposo e
per dare, esse stésse, un colpo d’occhio, nel servizio attivo della diaconia evangelica.
Un po’ dovunque, poi, nelle comunità evangeliche si manifesta una
ripresa d’interesse per l’opera delle
diaconesse, che non dovrebbe mancare di portare i suoi frutti.
Per la prima volta è stato possibile, al di sopra di tutte le divergenze
confessionali, di terminare i lavori
con la celebrazione della Santa Cena.
rep.
allo sviluppo dell’opera evangelistica
nella diaspora. E’ un argomento chc
c sempre all’o. d. g. del IV distretto
e clic non ha finora trovato alcuna
soluzione, in quanto l’alternativa:
concentrare l’attività nelle Chiese
costituite, o potenziare il lavoro nella diaspora, non può tradursi sul
piano dell’attuazione pratica, se non
col sacrificio dell’opera stessa.
Questo problema ha poi i suoi riflessi giuridici (rappresentanza alla
Conferenza ed al Sinodo) dei singoli
gruppi; la Conferenza ha, su questo
argomento, votato un ordine del
giorno con cui il Sinodo viene invitato (c a disporre affinchè i gruppi
isolati esistenti in una stessa circoscrizione possano inviare rappresentanti alle assemblee generali (Confelenzir Kstréttuale!, '3ìnòdd) pròpdr~
zionatamente al numero complessivo
dei loro membri ».
^
Le possibilità di sviluppo dell’Opera nel distretto sono, ora più che
mai, rese difficili dalla precarietà
della sistemazione dei nostri locali
di cullo; se si pensa che a Bari, Campobasso, Orsara di Puglia, Taranto,
si tratta di locali presi in affitto, è
evidente che la sistemazione, oltreché ad essere gravosa finanziariamente, può diventare anche pericolosa per ovvie ragioni. La Conferenza pertanto ha votato un o. d. g. rivolto al Sinodo auspicando che « tutto il problema dei locali del IV distretto sia sollecitamente affrontato,
proponendo che a tale scopò sia richiesto il concorso di tutta la Chiesa ».
Le jjossibilità di intensificazione
deìVattività evangelistica sono state
oggetto di attento esame da parte
della Conferenza; senza voler porre
in discussione l’utilità delle « campagne evangelistiche » la Conferenza stessa ha tenuto a porre in primo
piano l’importanza della « opera attenta e persuasiva dei singoli membri, intesa a condurre alle attività
ordinarie i tanti amici che già tante
volte ascoltarono il messaggio di Cristo e manifestano verso di noi la loro disinteressata simpatia ».
*
Mentre la Conferenza ha potuto
rallegrarsi del fatto che, nel distretto, i rapporti con Battisti e Metodi
sti si sono rinsaldati « mediante at
lività in comune e nelle grandi cir
costanze e periodicamente », non al
trettanto ha potuto fare con i nume
rosi gruppi pentecostali, con i quali
non si è potuto stabilire rapporti
fraterni, tranne in un solo caso (Lu
cera).
ÿ H:
Sul piano della vita spirituale si
afferma una nota di ottimismo: culti ben frequentati, numerosi i simpatizzanti. Un’ombra nel quadro: il
problema della educazione dei bambini, sia in riferimento alla Scuola
domenicale, sia in relazione alla
scuola quotidiana; una iniziativa del
pastore G. Castiglione e del doti. Di
Gennaro, in merito alla istituzione
di un doposcuola è accolta con interesse dalla Conferenza.
^
La Conferenza ha ascoltato un interessante studio su: « Il Cristiano e
il lavoro » de! pastore D. Cielo.
H! *
All’unanimità è stala riconfermata la Commissione Distrettuale nelle persone del doti. Di Gennaro, vicepresidente; pastore G. Castiglione, segretario; Delegati al Sinodo:
doti. Ciro Di Gennaro, Armando
Russo; supplenti: Nicola D’Addedda, Pasquale Schinaia.
❖ *
Fraterna l’ospitalità della Chiesa
di Taranto, solenne il cullo di <’biusrtra i:on celebrazione dellà S. Cena.
PER SOMALIA
Solo recentemente abbiamo saj)uto che, con Decreto Presidenziale, è
stata concessa al pastore Ermanno
Rostan, vice-Moderatore della Chiesa Valdese, la Croce al valor militare. Siamo lieti di pubblicarne la
motivazione perchè abbiamo seniito
in essa qualcosa che trascende il significato di valori puramente umani; un giusto riconoscimento ed una
chiara comprensione del ministero
di consolazione ed edificazione di
un cappellano valdese.
Cappellano Valdese di divisione
otteneva di seguire un battaglione
alpini, impiegato contro bande nemiche. In tre giorni di combattimento, sotto intenso fuoco nemico,
con serenità e noncuranza del pericolo, si prodigava per soccorrere e
confortare i feriti. Dava altresì il suo
prezioso aiuto nell’opera di ricupero dei morti ”.
Orieji Brod (Croazia),
13-17 - IV - 1942. Cl.
Domenica sera, 5 luglio, tornando da una
riunione che aveva accomunato sulle sponde del lago Lemano i Valdesi di Ginevra e
di Losanna, la famiglia Picot di Ginevra
è stata vittima di un incidente automobilistico che ha costretto ad una degenza piu o
meno lunga all’ospedale di Myon il nostro
caro e fedele amico Sig. Jacques Picot e
tutti i membri della sua famiglia.
Ci auguriamo vivamente che le conseguenze del disgraziato incidente non siano
gravi. Porgiamo ai membri della famiglia
Picot, in modo speciale al sig. Jacques Picot, segretario del Comitato Pro Chiesa e
Valli Valdesi, i nostri sentimenti di viva
simpatia e di fraterno augurio.
Red.
ATTENZIONE !
Venerdì sera 17 luglio alle ore 21,
nel tempio Valdese di Luserna San
Giovanni il pastore De Robert, con
la sua équipe, parlerà delle sue esperienze di pastore a itinérant ». Egli
è stato collaboratore del pastore M.
Boegner a Parigi e svolge una benefica attività molto nota ed apprezzata in Francia. Tutti sono invitali!
3
í
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— •3
SULLA VIA
DI
DAMASCO
Salilo, esasperato dairatteggiameiito dei discepoli di Gesù crocifisso e risorto, parte per portare ai
fedeli Israeliti di Damasco la parola
d’ordine: perseguitare i seguaci del
sedicente Messia, dell’oscuro profeta
di Galilea; diffidare di quella povera
gente che pretende riformare il Tempio ed il mondo..
E Saulo, sulla via di Damasco è
brutalmente fermato, chiamato per
nome, afferrato e sconvolto: « Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti?.. »
E Saulo, il persecutore, acciecato
dalla luce improvvisa della rivelazione di Cristo, è accolto nella comunità dei perséguitati; e Saulo, il
fariseo figlio di farisei, diventerà
Paolo, l’evangelista.
E’ un episodio che si è ripetuto
più di una volta nella storia della
Chiosa di Cristo. L’ultimo, in ordine
di tempo, è quello di un gesuita spagnuolo, Luis Padrosa, noto predicato
re, direttore di un istituto di psicologia. La sua fama di oratore, facondo e persuasivo, lo fa scegliere per
una serie di conferenze in una cittadina spagnuola, dove l’eresia protestante è particolarmente tenace. Il
gesuita è cosi sicuro della sua eloquenza e della sua cultura, che sconsiglia alle autorità ecclesiastiche di
ricorrere ai soliti metodi sbrigativi:
tumulti spontanei sapientemente organizzati e sassate della ragazzaglia
contro il locale di culto. Don Luis
preferisce la persuasione; studia il
suo argomento e, poiché la polemica deve svolgersi con un avversario
che si tiene preferibilmente sul terreno biblico, egli approfondisce la
lettura e lo studio della Bibbia; lentamente, ma irresistibilmente, si sente afferrato: la luce dell’Evangelo
sfolgora. Ed invece di persecuzione,
un giorno, i fedeli della piccola comunità ascoltano la « testimonianza » dell’ex gesuita, che ha rinunziato alla sua carriera, ai suoi onori,
per unirsi alla comunità dei perseguitati. Ora egli ha raccontato, in
pagine piene di umiltà, la storia del
suo incontro con Cristo: « Pourquoi
ai-je quitte le Catholicisme » ed annunzia l’Evangelo in Argentina.
Lector.
Mouvement de la Réconciliation
Liberté de conscience
( Belgrade) : — Le Conseil exécutif fédéral a approuvé le projet révisé de la loi
sur le statut des communautés religieuses
en Yougoslavie.
L’article 1 déclare que « la liberté de
conscience et la liberté de religion sont garanties aux citoyens de la République populaire fédérale » et que « la croyance religieuse est affaire privée de chaque citoyen ».
Art. 2. — « Les citoyens sont libres de
fonder des communautés religieuses dont
l’activité n’est pas contraire à la constitution
ni aux lois. Toutes les religions jouissent
de droits égaux et toutes les communautés
religieuses ont un même statut légal...
Art. 4. — « L’école est indépendante de
l’Eglise. L’instruction religieuse (catéchisme) dans les églises, temples et autres lieux
désignés à cette fin, est libre. Les communautés religieuses sont libres de créer des
écoifiS_ rpUsinuêfiê. i.|.ççojBjlak^ „ partiellefe.
secondaires et supérieures) pour la formation des prêtres et elles en ont la libre direction.
Art. — « Il est interdit de faire servir
des fonctions religieuses, l’instruction religieuse, des pubblications religieuses, des
rites et autres expressions de sentiments religieux, à des fins politiques. La provocation ou l’incitation à l’intolérance religieuse, à la haine ou à la dissension, sont interdites. L’ingérence dans des réunions religieuses, l’instruction religieuse, les rites
ou autres expressions de sentiments religieux est interdite.
Art. 6. — « Nul ne peut être contraint
par une pression d’aucune sorte à devenir
membre d’une société religieuse, à en rester
membre ou à s’en retirer... Nul ne peut interdire à des citoyens de participer à des
rites religieux on tout autre expression de
sentiments religieux. Nul ne peut obliger
un membre d’une communauté religieuse
à ne pas faire usage des droits qui lui appartiennent en sa qualité de citoyen, aux
termes de la constitution et de la loi.
Art. 7. — « Les convictions religieuses,
l’appartenance à une religion ou à une communauté religieuse, ne peuvent en aucun
cas limiter les droits que la loi reconnaît
aux citoyens...
« Le fait d’appartenir à une reUgion ou
de professer une religion n’affranchit aucun citoyen de ses devoirs civils, militaires
ou autres, prescrits par la loi...
Art. 11. — « Le Conseil exécutif fédéral
et les Conseils exécutifs républicains peuvent accorder une aide matérielle aux communautés religieuses... Celles-ci contrôlent
elles-mêmes les subsides accordés, mais si
cette aide est donnée pour un usage particulier, les communautés religieuses peuvent être priées de soumettre un rapport
sur l’emploi de ces subsides.
Art. 12. — « ...Les collectes à but religieux sont autorisées dans les églises, temples et autres lieux désignés à cet effet. En
dehors de ces lieux elles ne peuvent^ être
faites qu’avec l’autorisation du comité populaire du district ou de la ville.
« Les membres du clergé peuvent recevoir un paiement en argent ou tout autre
manière habituelle pour la célébration de
rites religieux demandés par des individus,
que ce soit dans des églises, des temples,
chez des particuliers ou en tout autre lieu
où d’ordinaire ces rites sont célébrés.
Art. 13. — « Les rites religieux... peuvent être librement célébrés dans des églises, temples ou autres lieux publics que
les communautés religieuses consacrent a
cela...
Art. 15. — B Les mariages religieux ne
Peuvent être célébrés qu’après l’enregistrement du mariage civil par les autorités d’état, et à la condition que les deux conjoints le désirent...
Art. 18. — a Les communautés religieuses dirigent elles-mêmes les écoles pour la
formation des prêtres, déterminent librement leur programme et nomment Ubre
ment le personnel enseignant. L’Etat n’exerce qu’une surveillance générale sur le
travail des écoles religieuses.
Art. 19. — a Les élèves des écoles d’Etat
ne peuvent suivre d’instruction religieuse
(catéchisme) qu’en dehors des heures de
cours. L’approbation des deux parents ou
du tuteur et le consentement du mineur
sont nécessaires pour suivre un enseignement religieux. Les écoles de préparation
à la prêtrise ne peuvent être suivies que
par des élèves ayant terminé leurs études
élémentaires obligatoires... ».
S. OE. P. 1. Genève.
APOLOGHI
del nostro tempo*
Da un sermone del pastore Daniele voti Tscharne traduciamo liberamente:
’’Alcuni giorni fa mi è accaduto,
di leggere la storia di un autista che,
gentilmente, fermò la sua macchina
e vi fece salire uno stanco pedone,
curvo sotto il peso del suo sacco da
montagna. La macchina riparte, ma
10 .stanco pedone non pensa a togliersi il sacco dalle spalle. L’autista osserva allora: ’’Amico, non vuoi
togliere il sacco e deporlo sulla poltroncina accanto a te? Non c’è ragione che tu ti stanchi a tenerhì sulle spalle”.
Ma il pedone si rifiuta di farlo,
quasi abbia l’impressione che, portando il suo peso, egli renda un
piccolo servizio alV autista., diminuendo, o, almeno, non aggravando
11 peso imposto alla macchina, in soprappiù!
Può sembrare una storia umoristica ed invece non lo è, perchè nella nostra vita cristiana accade proprio così: noi non vogliamo posare
il nostro peso; e dimentichiamo che
Egli, ciò non ostante, lo deve portare e sopportare. E perciò ci toccherà pure, una volta, di rmseguarci al fatto che il nostro peso ci venga
tolto! Cristo vuole portare e vuole
liberarci da molto più di quotilo,
con falsa modestia, noi possiamo
neiusare”.
Pour la Paix
Un congrès international réservé à la
jeunesse est organisé cet été en Autriche
par le Mouvement International de la Réconciliation sous le titre général: a Jeunesse chrétienne pour la paix ».
Il aura lieu du 11 au 18 Août, au château
de Goldegg, à St.-Veit, pour le prix global de 192,50 shillings autrichiens, soit un
peu plus de 2.600 frs. (1 shilling —13 fr. 58).
Des bourses partielles sont à la disposition
des branches nationales du Mouvement
pour aider les impécunieux.
Une grande liberté sera laissée, dans le
programme, pour les promenades et excursions, favorables aux bonnes conversations
et à l’amitié.
Renseignements et inscriptions auprès de
l’Intërnational FeUowship of Reconciliation, 38, Gordon Square, Londres, W.C. 1.
Du 26 au 29 Mai 1953, s’est réuni à Versailles, à la a Maison de la RéconcUiation », un groupe de pasteurs français, suisses et allemands.
Ils ont étudié ensemble le problème des
fondements théologiqnes de l’attitnde du
chrétien et de l’église en face de la guerre
et de leur responsabilité dans la préparation de la paix. Ils sont arrivés à un certain nombre de points où leurs pensées
s’accordent et qui détermineront les conditions de leur engagement sur ces ques
I. - Dieu est libre et plus grand que la
lettre de ses commandements. Toutefois, il
s’est manifesté lui-même en son Fils. L’Esprit Saint a révélé la volonté divine par le
moyen de l’Ecriture. L’acte libératenr de
Dieu en Jésus-Christ crée la liberté de décision des enfants de Dieu. Libres à l’égard
du monde, nous en sommes les serviteurs
pour l’amour du Christ.
IL - Entre les rigueurs de TAncienne Alliance et celles du Jugement Dernier, à
cause de la crucifixion et de là résurrection
de Notre Seigneur Jésus-Christ, nous vivons aujourd’hui au temps de la patience
de Dieu. L’attitude inlassablement aimante
des enfants de Dieu doit rendre visible au
monde la patience divine, car la vengeance appartient à Dieu seul dans une humanité ignorante, hostile et coupable.
III. • La paix n’est pas l’absence de la
guerre mais la présence du Christ. Elle
n’est donc pas en premier Heu un but à atteindre, mais un nouveau départ journalier
toujours possible en Jésiis-Christ.
L’engagement concret du chrétien pour
la paix est un acte quotidien conforme à
sa vocation.
IV. - Le seul souci du chrétien qui vit
dans le monde sans être du monde, c’est
d’obéir à la volonté de Dieu révélée en
Jésus-Christ. Sa route i-st bornée à droite et
à gauche par deux garde-fous: le service de
Dieu et le service des hommes. Les dix
commandements marquent les limites à ne
pas transgresser. Cependant, le contenu de
son obéissance, c’est Tainour pour Dieu et
pour son prochain.
L’amour est tantôt non-résistance, tantôt
résistance aux hommes et à la société qu'ils
forment avec nous. Notre mission est de
les aider et de les éclairer au nom du Seigneur.
f
V. - Notre attitude n’est pas un jugement
sur le monde, car ce n'est pas à nous de juger. Nous nous sentons soUdaires du péché
du monde, de notre peuple et de notre
classe sociale.
Nous confessons ce péché dans la repentance.
: Coupables avec le monde et incapables
( d’obéir à Dieu, nous affirmons cependant
•' que le pardon qui nous ;esl donné par Jésus-Christ nous rend capables de trouver
chaque jour les bonnes oeuvres que Dieu
a préparées pour notre obéissance.
VI. - Dans la discipHne de l’Eglise et
soutenu par sa prière, un chrétien peut être
appelé à servir l’Etat comme magistrat ou
fonctionnaire. Toutefois, à son poste, il
représente l’ordre voulu de Dieu et ne peut
abdiquer sa responsabiüté entre les mains
de l’Etat. Son oui à l’Etal ne saurait être
inconditionnel. ïj’objection de conscience
du magistrat se place au point où la justice
de l’Etat cesse d’être justice et inaiutieu
de Tordre, pour devenir injustice et cause
de désordre, les dix commandements étant
les critères ultimes de ces choses. Le magistrat accomplit alors la fonction que Dieu
lui assigne (Rom. 13) par sa résistance et
éventuellement sa désobéissance et sa dénonciation du scandale. Sa fidélité à Dieu
peut même l’amener à renoncer à sa char
VII. - La guerre ne peut plus jamais
être considérée comme un moyen de garantir la justice et de maintenir Tordre. ‘
Elle est la suprême injustice et le suprême
désordre. Nous avons donc à la dénoncer
comme telle aussi bien dans nos actes
que dans nos paroles.
La guerre et sa préparation sont incompatibles avec la profession de la foi en
Jésus-Christ. L’Eglise ne peut être le témoin d’aucune autre puissance pour surmonter le mal que celle que Dieu a choisie
en Jésus-Christ crucifié.
De la Hollande étaient venus les pasteurs
Hannes de Graaf, Président du Mouvement
Kerk en Vrede, et Albert Rasker, VicePrésident du Synode Réformé.
De Suisse, les pasteurs Pierre Favre, ancien Président de l’Eglise Missionnaire
Belge, Marcel Gavillet, Marc Buck et Willy Béguin.
De France, les pasteurs Jean Lasserre,
Hornns, Leendhardt, Lauriol, Olives, Trocmé, Roser.
D’Allemagne, les docteurs Hans Maier et
Walther Koch.
Les pasteurs Rasker, Gavillet et Lauriol
ont estimé que le paragraphe 6 était trop
absolu.
Cependant, les études qui furent présentées au cours des journées, en particulier
trois études magistrales des pasteurs de
Craaf sur a Dieu et la Guerre dans la
Théologie de Barth », Jean Lasserre sur la
a Validité de TEthique du Sermon sur la
Montagne » et Hornus sur la a non-violence dans l’histoire de TEgUse » démontraient que le refus total de la guerre découle inévitablement de Tétude sincère du
Nouveau Testament. Karl Barth certes a
introduit l’idée du cas-Uniite, qui lui permettrait de justifier certaines guerres. Mais
c’est là une entorse que Barth semble avoir
faite à ses propres conclusions qui conduisent tout droit à un refus inconditionnel
de toute guerre. La foi eschatologique de
l’Eglise commande par aiUeurs au chrétien
une obéissance journalière qui, dans l’attente du retour du Christ, exclut l’usage
de la violence.
Ainsi, les tendances qui marquèrent parfois les débuts de ce que Ton appelle le
a pacifisme chrétien », tendance à nn optimisme humaniste trop facile, tendance à
croire au succès automatique du Bien, se
trouvent gradneUeinent corrigées et remplacées par une conception à la fois plus
réaliste et plus bibUqne de la puissance de
Jésus-Christ sur la terre, qui se manifeste
seulement à travers la Croix.
Depuis 1914, le « Mouvement de la Réconciliation » milite pour nn témoignage
positif des chrétiens en face de la guerre.
Témoignage de service envers tontes les
victimes de la guerre d’abord, témoignage
d’amour non violent ensuite, témoignage
enfin à la puissance libératrice de Dieu qui
nous permet de a proclamer la déUvrance
aux captifs, de renvoyer libres les opprimés et d’annoncer la justice aux nations »
plus puissamment et avec des résultats plus
durables que par le moyen de la guerre.
Les modestes débuts du a Mouvement de
la Réconciliation » en Angleterre en 1914
ont été suivis par d’incessants développements à travers deux guerres mondiales
jusqu’à nos jours. Le nombre des chrétiens
objecteurs de conscience dans les deux
camps, c’est-à-dire en Allemagne aussi bien
qu’aillenrs, augmente sans cesse. Il y a eu
et il y a encore de nombreux objecteurs
chrétiens en Russie. Les assemblées oecuméniques et les synodes nationaux des différentes confessions protestantes ont reconnu la légitimité de l’objection de conscience chrétienne et déclaré la solidarité
de l’Eglise avec ceux qui souffrent en prison pour le nom de Jésus. Mais cela ne suffit pas. Les Eglises restent hantées par la
nécessité de répondre clairement an problème de leur attitude en face de la guerre. Une foi grandissante dans l’intervention
de Dieu se manifeste partout où les hommes croient et obéissent sans discuter, se
manifeste dans l’Eglise. Gandhi, le nonchrétien, apparaît de plus en plus comme
un homme à qui Dieu a demandé de rappeler à l’Eglise une vérité oubliée.
Pierre Cérésole, le premier secrétaire de
la Réconciliation Internationale, a fondé
en 1919 le a Service Civil International ».
De nombreux chrétiens consacrent leurs
vacances et parfois leur vie, à panser les
plaies de la guerre chez les amis et ennemis d’hier. Ils travaillent dans les Camps du
Service Civil côte à côte avec les agnostiques. L’idée d’un Service Civil s’impose
d’ailleurs de plus en plus aux peuples euxmêmes. En Scandinavie, en Hollande, dans
les pays anglo-saxons, les camps de Service Civil existent à l’état d’institutions nationales, offrant à ceux qui ne peuvent
tuer par motif de conscience une forme
constructive pour s’acquitter de leur dette
envers la société.
Beaucoup de chrétiens conçoivent aujourd’hui la possibilité d’une solution des problèmes brûlants: problème colonial, problème de classes, problème de minorités
raciales, par l’intervention active de minorités non-violentes, rendant témoignage à
la puissance du Dieu de la justice, de la
vérité et du sacrifice et ouvrant des voies
nouvelles là où les égoïsmes, les préjugés,
la haine ont créé des impasses fatales.
Il s’agit d’une course de vitesse entre la
puissance grandissante d’une technique
déshumanisée, dont Thomme n’est plus le
maître mais l’esclave, et la foi de ceux qui
croient à un gouvernement de Dieu dans
l’histoire s’instaurant à travers la Croix.
Le a Mouvement de la Réconciliation »
lui-même n’est qu’un levain dans le monde, où il compte 40.000 membres dans 25
pays différents. 11 ne fait pas de propagande, car Dieu se charge lui-même d’appeler
les consciences à Ini obéir, il ne juge pas
les chrétiens qui ne partagent pas ses vues,
il ne fait pas de poUtique car il ne se fie
pas à la puissance changeante de l’opinion,
mais il rend témoignage à une vérité qui
l’emportera, puisqu’eUe est de Dieu.
Assister à un congrès de la Réconciliation est une expérience unique pour un
jeune cluétien. Certains traits du Monvement rappeUent le c< Réarmement Moral »,
mais la note évangéUque y est pins précise
et les conséquences sociales et internationales de la foi dans la puissance de Dieu
plus clairement définies.
Beaucoup d’éducateurs chrétiens se demandent aujourd’hui comment on pent ressaisir la jeunesse de nos EgUses attirée par
le radicalisme de mouvements poHtiqnes
ou nationaux qui exigent (TeUe nn dévouement total. La vision d’une « miUtia Christi », telle qu’elle existait dans les premiers
siècles de TEgHse, ou chez les petits frères de Saint-François d’Assise, chez les
Quakers et les Mennonites persécutés, chez
les Huguenots formés par Claude Brousson, flotte devant nos yeux. Nous sommes
convaincus qu’elle se concrétisera et s’incarnera bientôt sous une forme visible et
joyeuse et apportera ime réponse humble,
mais victorieuse en Jésns-Cbrist, à l’angoisse d’un monde livré au matérialisme
technique. A. TrocmÉ.
CAMP lAITERAIATIOAIAL
du Mouvement
de la Réconciliation
10-15 Septembre à Agape (Italie) —
Directeur: Pasteur André Troemé.
Sujet: Le Mouvement de la Réconciliation
et les problèmes d’aujourd’hui.
Le camp est organisé par la section italienne du Mouvement International de la
Réconciliation.
Il sera une prise de contact entre le jeune mouvement italien et les groupes étrangers qui ont plus d’expérience; il est ouvert aux membres, aux amis du Mouvement, à tous ceux, italiens et étrangers, qui
s’intéressent aux problèmes et à la technique de la non-violence dans la situation actuelle. Le pasteur André Troemé, secrétaire du Mouvement pour l’Europe continentale, sera présent.
Langues du camp: Italien, Français et
Anglais.
Prix du camp complet: -L- 3.000i^mokis
de 2.000 frs. Pour ceux qui ne participent
que quelques jours, prix de pension journalière: L. 700.
S’inscrire auprès du Mouvement International de la Réconciliation, 2, me du Général Pershing, VersaiUes (S. et O.) en envoyant 500 frs. d’inscription aux chèques
postaux du Mouvement International de la
Réconciliation:
Lyon 22.25.63. Les 3.000 lires seront versées à Agape.
La nobile ambizione
A Dio occorrono dei profeti per
combattere contro i falsi dèi dei giorni nostri, per sfidare Io spirito di questo malvagio secolo. Occorrono dei
cuori interamente consacrati, brucianti d’amore e di zelo, perchè Egli
possa essere degnamente servito e
manifestato al mondo.
A Dio occorrono dei giganti della
fede, degli eroi che abbiano ricevuta l’auLentica fiamma della Pentecoste, che siano dominati da un solo
spirito, quello di servire Cristo nella
persona dei loro fratelli.
Occorrono a Dio degli uomini che
sappiano camminare, avanzare sulle
ginocchia per rapire con violenza il
Regno dei Cieli ; degli uomini decisi a
tutto, che nulla può arrestare, i quali, sotto la potenza dello Spirito, se
ne vanno senza vergogna a predicare
la passione del Signore. Degli uomini per i quali Cristo è il loro tutto e
non ha bisogno di altro; che dai piedi alla testa sono pieni di Cristo, che
vivono di Cristo, respirano Cristo,
camminano con Cristo, lodano Cristo, glorificano Cristo e a null’altro
aspirano che di essere graditi a Cristo.
A Dio occorrono degli uomini
morti e viventi, deboli e forti, umili
e dolci ma pieni di zelo; che siano
condotti dal potente vento dello Spirito, che possano cantare, come nel
Cantico dei Cantici; cc II mio beneamato è per me come un mazzo di
mirto »,
« Se io non potessi avere la potenza dello Spirito Santo per aiutarmi,
preferirei morire » affermava il potente evangelista Moody. Per ciascuno di noi, questo desiderio dovrebbe essere cosa naturale.
Possedere la potenza dello Spirito
per servire con forza Colui che vuole associarsi alla Sua opera quaggiù
e per il suo Regno eterno, quale potrebbe essere più nobile ambizione?
Chi fra noi risponderà: Eccomi, o
Dio, per fare la Tua volontà?
(Tr. A. B.) da Viens et Vois
Campo del Dramma Sacro
Agape 29 Agosto - 3 Settembre 1953
Malgrado il suo titolo, questo campo non
intende soltanto discutere ed esperimentarc i motivi a sacri » dell’arte drammatica,
ma anche esaminare le possibilità che il
teatro, suscitatore di problemi umani, offre ai fini di una testimonianza evangelica.
Dramma a sacro », dunque, in quanto richiama ai motivi ed ai problemi fondamentali della vita, che è dono e misericordia. Studi e discussioni sì alterneranno
con esperimenti pratici di recitazione, come già è stato sperimentato con successo
nello scorso anno.
Quest’anno avremo con noi due veri tecnici del teatro francese: Daniele Atger, direttore di a Les Compagnons du Tréteau »
che tanto successo ha avuto anche nel teatro di evangelizzazione; e Gabriel Monnet,
istruttore nazionale d’arte drammatica in
Francia, dove lavora per conto del Ministero dell’Educazione Nazionale. E’ una
vera occasione per i nostri giovani dì avere la possibilità di contatti come questi e
specialmente quelli che si danno alla filodrammatica ne ricaveranno anche dei vantaggi pratici e tecnici considerevoli.
Il Campo ha nel suo programma studi
teorici e tecnici nonché esercitazioni. Ci
saranno anche studi informativi.
Lingue del campo: Italiano e Francese.
Quota di partecipazione: a tutto il campo L. 3.000.
Iscriversi presso: Segreteria di Agape —
Frali di Perrero (Torino).
4
4 —
L’EOO DEIXE VALLI VALDESI
ALLELUIA
ALLELliIA significa : Lodate il Signore! E’ una esclamazione che può
uscire solo da un cuore pieno di riconoscenza e di amore verso Dio che
si è rivelato a noi in Cristo Gesù dato per i nostri peccati, risuscitato
per la nostra redenzione e glorificazione. Alleluia! il Signore è risorto
e noi siamo risorti con Lui se con
Lui siamo morti. Tutto per fede,
per grazia! Cantiamo questo inno di
lode a Dio, esortiamoci mutualmenle, fortificando così la nostra fede
jrerchè Dio è buono e la sua benignità dura in eterno. Egli ci ha fatto
del bene, ci vuole fare sempre del
beije, non ci delude mai; Egli vuole Èolmarci di beni, condurci in gloria col Suo amato Figliuolo. Già fin
d’ora per la fede, la nostra vita è
nascosta con Cristo in Dio, perchè
Cristo è risuscitato e non morrà più
e noi con Lui.
Il cammino su questa terra sarà ancora duro: avremo tribolazioni, prove, dolori, incertezze. Non importa: Alleluia! Noi ci avviamo verso
la Casa del Padre, verso le dimore
che Gesù è andato a prepararci e,
come i pellegrini che cantavano salendo alla Città Santa, cantiamo anche noi il nostro inno di lode che
conforti e fortifichi il nostro cammino, avendo lo sguardo intento alle cose che ancora non si vedono ma
delle quali abbiamo un’arra sicura
con le primizie dello Spirito. Noi
gemiamo aggravati, ma 1’ immenso
peso di gloria che Dio ha preparato
per quelli che sono Suoi ci attende:
Alleluia !
« Noi siamo salvati in isperanza »
scrive l’Apostolo ai Romani. Questa
speranza ci alimenta, ci nutre, ci fortifica e ci consola qui ed ora. Di
quanta gioia essa è sorgente! Se tale è fa speranza quale non sarà la
realtà? Nel salmo 35 è scritto:
O, Dio, come i preziosa la tua
benignità! Perçu i figliuoli degli uomini si rifugiano all'ombra delle tue ali, sono saziati
fieli’abbondanza della tua casa
n tu li abbeveri al torrente delle tue delizie!
Questa è la nostra speranza, e con
essa cantiamo il nostro: Alleluia!
Ora abbiamo fame e sete ed abbiamo bisogno di essere saziati. Ma
la fame e la sete saranno con noi
durante lutto il tempo del nostro
pellegrinaggio. Solo nella Patria celeste potremo essere saziati pienamente. Quando, quando avverrà questo, o Signore? Il credente che vive
per fede, attende con fiducia e fa
sue le parole della fine del salmo 17.
Per la mia giustizia! Bisogna aver
avuto accesso per la fede, in quella
grazia nella quale stiamo saldi, per
poter dire questo davanti al Signore. Bisogna avere ricevuto Cristo, nostra giustizia, per poter chiudere gli
occhi tranquilli davanti alla realtà
della morte, avendo nell’animo la
visione celeste di una Patria che attende. Al mio risveglio: cioè quando i morti risusciteranno ed andranno al Signore che verrà per addurli
con Sè nella gloria. « Quando Cristo, la vita nostra sarà manifestato
tutche noi saremo manifestati con
Lui in gloria » scrive l’Apostolo ai
Colossesi. Sarà il nostro «Alleluia!«
nella realtà; ora è solo in isperanza.
Questa speranza ora lo canta; anche l’amore lo canta e lo canterà
allora. Ora è un amore affamato, allora sarà un amore completamente
saziato alla presenza di Colui che è
amore. Se noi lodiamo quello che
crediamo, come non loderemo quando Lo vedremo! Alleluia! Alleluia!
A. Bensì
CONCERTO
Annunziamo a tutti gli amici del
bel canto e della musica classica il
concerto -vocale-strumentale, nel tempio di Luserna San Giovanni, domenica 26 luglio, alle ore 21.
Un invito cordiale a tutti.
Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice
Il Convitto Maschile Valdese di Torre
Pellice (località climatica estiva ed invernale a 55 Km. da Torino, a 516 m. sul livello del mare) accoglie in un ambiente familiare ragazzi dai 6 anni in poi, rispettando le
giovani personalità, seguendo accuratamente
i loro studi e cercando di educarli alla libertà e all’autodisciplina.
Esso dispone di personale qualificato, di
ampli e luminosi locaU, di un campo di
foot-ball e di palla a volo, di un moderno
impianto docce e riscaldamento centrale a
nafta. Offre vitto sano ed abbondante particolarmente studiato per le esigenze alimentari dei giovani. Le rette sono modeste
e tengono conto 'dell’età del ragazzo ospitato.
Le iscrizioni per il prossimo anno scolastico sono aperte sin da ora. Dal 12 luglio
in poi si accolgono ragazzi anche in vista
delle ripetizioni estive o per un periodo di
vacanze organizzate.
Per informazioni rivolgersi al direttore
del Convitto Maschile Valdese (Torre Pellice, Torino) dott. Franco Girardet che sarà lieto di rispondere personalmente indicando anche i nomi delle famiglie degli
attuali convittori residenti nelle varie città
d’Italia per eventuali referenze.
AssegnaziDRe di Borsa
Mercoledì 1 luglio, in una suggestiva sala ottocentesca del Palazzo Cisterna, sede
dell’Amministrazione Provinciale, avveniva
una simpatica cerimonia di carattere scolastico, presieduta dal prof. G. Grosso, presidente della Giunta Provinciale, ed alla
presenza di S. E. il Prefetto, del Provveditore agli Studi, del Sindaco di Torino e dei
Presidi di vari Istituti della Provincia.
Si procedeva cioè alla consegna ufSciale
di n. 10 « Borse di studio » di 100.000 lire
ognuna, ad altrettanti alunni delle Scuole
medie superiori ed inferiori di tutta la
provincia.
Una di queste « borse », quella destinata
alle « Scuole Medie », veniva assegnata e
consegnata allo studente Ricca Bruno di
Enrico, di Luserna S. Giovanni, alunno della 3.a classe della Scuola Media Pareggiata
Valdese di Torre Pellice.
Ci compiaciamo vivamente con TAmministrazione Provinciale che ha voluto, con
gesto molto simpatico e dopo una lunga
parentesi, ripristinare questi concorsi per
« borse di studio » da assegnarsi ad alunni
meritevoli e di non floride condizioni economiche e, nello stesso tempo, esprimiamo
al giovane studente Ricca i nostri vivi rallegramenti: sicuri che egli sarà sensibile ad
un così cospicuo ed invidiabile riconoscimento della sua diligenza in campo scolastico e ebe egli si sentirà spronato a far
semprq meglio e a studiare con impegno
anche nei prossimi anni scolastici.
VOCE DELLE COMUNITÀ’
Losanna
Se un referendum fosse indetto, seguendo la moda attuale, fra i lettori dell’Eco,
e il soggetto vertesse sull’attuale comunità
valdese di Losanna (Svizzera), quanti saprebbero rispondere con precisione? Certo, non molti; ma la responsabilità di questa lacuna siamo noi, valdesi di Losanna,
a portarla tutta intiera - Silenzio.
Da anni esiste un gruppo giovanile valdese: dalle due vallate e dai distretti della
Penisola, molti giovani si son diretti alla
Svizzera, ospitale e laboriosa, in cerca di
lavoro. La solitudine, l’amore del Paese e
delle tradizioni li ha presto radunati, cementando fra essi legami di amicizia e di
fraternità inconsueti, nel passato, per molti di loro.
E un’unione giovanile valdese è nata,
con tutti i difetti e i pregi di tutte le altre
unioni! Si lavora, si canta, si prega, si discute. Un’ansia di perfezione divora alcuni
e li sommerge nello sconforto, per la constatazione continua della loro miseria. Altri,
più semplici, vivono in spontanea comunione fraterna, paghi di ritrovarsi, una sera per settimana, in un’atmosfera spirituale
e serena.
E sapevate poi, amici lettori, che, da
quasi un anno, esiste a Losanna una chiesa
evangelica valdese, di lingua italiana? Vi
risparmio i particolari delle sue origini, e
mi limito a dirvi che un’aria nuova spira
fra gli evangelici italiani di Losanna.
Tuttavia le difficoltà a cui si urta il Pastore Sig. E. Tron sono molte e non ultima, perchè non dirlo?, l’indifferenza che
poco a poco invade gli evangelici italiani
al contatto giornaliero col popolo svizzero,
che ormai da tempo non « protesta » più,
sicuro di sè, e tende a vegetare nel campo
spirituale.
Il lavoro è immane, tuttavia l’entusiasmo
e la fede non mancano al nostro Pastore,
più giovane di molti giovani! Con il valido aiuto della chiesa Nazionale del cantone di Vaud, è stato possibile organizzare
un magnifico bazar che fruttò assai e soddisfece tutti.
Incontri con italiani e gite, oltre ad uqp
simpatica agape fraterna pel 17 febbraio,
son da mettersi all’attivo della Chiesa rinata.
La frequentazione dei culti è in aumento, pur non essendo ancora interamente
soddisfacente.
Non intendiamo con questa rapida cronaca, d’aver esaurito il soggetto e speriamo
piuttosto d’aver umilmente aperto una breccia, sicché altri siano incoraggiati a mandar nostre notizie, più ampie e frequenti.
Dalle pagine dell’Eco a tutti i lettori e
amici valdesi, la comunità valdese di Losanna invia il suo saluto fraterno e affettuoso.
Grazia e pace siano con voi.
Uno dei giovani.
Prarostino
Il 17 maggio si è riunita l’Assemblea di
Chiesa per udire la relazione annua del
Concistoro e decidere su varie questioni
inerenti la vita della Comunità. Dalla relazione annua sono emersi i caratteri positivi
c quelli negativi del nostro servizio nella
fede, ombre e luci, fedeltà e infedeltà; dopo la lettura fatta dal Pastore si è avuta una
buona discussione sui principali argomenti.
L’Assemblea ha poi proceduto alla nomina dei delegati alla Conferenza Distrettuale (Sigg. Gardiol Umberto e Paschetto
Pierino) ed al Sinodo (Paschetto Egidio) e
dei revisori dei conti. Infine ha rinnovato
il mandato per la carica di Anziano della
erotta al Sig. Paschetto Luigi.
Il 7 giugno, nonostante una fitta pioggia,
abbiamo inaugurato la Casa Valdese di San
Bartolomeo, dopo che erano stati fatti importanti restauri nella primavera. La fratellanza ha avuto modo di constatare l’opera eseguita con competenza e serietà dal
muratore Godine Reymond, coadiuvato da
alcuni giovani, e dal falegname Forneron
Guido. Un thè di beneficenza ha allietato
la cerimonia e il pomeriggio un po’ imbronciato... Ora la Casa ha cominciato ad
ospitare i primi villeggianti.
Il 14 giugno l’Unione Giovanile e la Corale hanno fatto una bella gita a Como. La
giornata è stata buona, e a parte un certo
.spirito di indisciplina che ha un po’ nociuto, possiamo dire che la gita ha soddisfatto tutti.
Il culto del 14 giugno, in assenza del Pastore, è stato presieduto dal maestro Sig.
Dosio che ringraziamo.
I bambini della scuola domenicale hanno fatto la loro gita a Prà Catinat insieme
a quelli di S. Secondo il 2 giugno. La giornata era piuttosto fredda.
Con la stagione estiva abbiamo ripreso
i culti mensili alla Cappella del Roc e nel
Tempio di Roccainatta, onde venire anche
incontro a tanti che a causa dell’età o di
infermità non posilono più recarsi al Tempio di S. Bartolomeo. Sarebbe bene che
queste persone, è tutte quelle che per una
ragione qualsiasi non partecipano di regola
al culto della domenica, sapessero approfittare di questo servizio che la Chiesa offre loro; ci sembra di dover far presente
questo, perchè abbiamo l’impressione che
le due prime volte che i culti sono stati tenuti nelle dette località non tutte le persone
che avrebbero dovuto essere presenti lo
erano... Facciano esse dunque in modo che
questo servizio non risulti in vano !
Ci permettiamo pure di richiamare la Comunità tutta alla necessità di non disertare
in massa il culto domenicale, anche se, come quest’anno, il tempo, sempre piuttosto
perturbato, intralcia fortemente i lavori
della campagna. Anziché abbandonare sistematicamente il culto si dovrebbe piuttosto ricercare la comunione con Dio e, nella fede, la luce che non riusciamo a scorgere attraverso il cielo oscuro.
Atti Liturgici: il 10 maggio è stato battezzato Gardiol Gino di Ermanno e di Gay
Frida (Saret). Il Signore guidi i passi di
questo suo figlinolo.
n 16 maggio si sono uniti in matrimonio
Monnet Giacomo (Liudera) e Chiarvetto
lima (Ruà); il 30 Borno Valentino (Gay)
e Uliva Clementina (Gay). Iddio benedica
queste unioni e sia l’ospite costante dei Ioloro focolari.
Il 17 maggio è deceduta Armellino Persida in Gardiol (Inverso di Cavoretto) in
età di 42 anni, lasciando nel lutto il marito
e numerosi figli, alcuni ancora in tenera
età. Il Signore Iddio consoli gli afllitti e
sia il Padre degli orfani.
Pinerolo
Il 31 Maggio le Unioni deUe Madri di
Pinerolo e S. Secondo hanno trascorso una
magnifica giornata a Massello, cordialmente accolte dal Pastore di queUa parrocchia,
dalla sua Signora e da un gruppo di gentili sorelle della Chiesa. Dopo il culto ed
una lieta passeggiata aUa Balziglia illuminata dal sole, tutti i partecipanti si sono
riuniti nella salai del Reynaud per un ricco tè offerto agli ospiti: poi alcuni canti ed
un fraterno arrivederci. Ai signori Debely,
all’Unione delle taiadri di Massello, un caldo, sincero ringraziamento.
— Il Pastore Elio Eynard ha lasciato^ la
chiesa dopo aver sostituito per due mesi il
Pastore titolare. Gh giunga il cordiale saluto della comunità, riconoscente del lavoro che egli vi ha' compiuto.
— Domenica 12 corrente, una comitiva di protestanti francesi facenti parte di un viaggio organizzato dal settimanale Réforme,
ha visitato la nostra comunità. Attesi i®^®'
no da una numerosa assemblea al culto del
mattino, a causa di un ritardo del treno
da Parigi che li aveva costretti a modificare
il loro programma, essi hanno pranzato a
Pinerolo. Nel pomeriggio il Pastore I*
accompagnati nella viale Geraanasca fino
a Praly; al ritorno e prima di ripartire per
Torre Pellice sono stati accolti da alcuni
fratelli e sorelle in fede per un rinfresco
ed un ultimo saluto nella sala del tempio.
— Alcuni fratelli in fede hanno terminato in queste ultime settimane la loro
esistenza terrena: Pons Giacomo Enrico
(Cappella Moreri) originario di Massello,
all’età di 80 anni; Bosio Luigi Federico
(Pinerolo) originario di Pramollo, all’età
di 82 anni; Avondet Vittorio Amedeo (Ponte S. Martino) originario di Prarostino, all’età di 72 anni.
Ricordando i dipartiti, la Chiesa porge
alle famiglie l’espressione della simpatia e
della fiduciosa speranza in Gesù Cristo.
— Il 25 giugno è stato amministrato il
battesimo a Rihet Caterina di Michele e di
Giovanna Da Monte. L’augurio cristiano è
che il Signore conduca questa bambina nelle vie della fede e della conoscenza dell’Evangelo.
AVVISI ECONOMICI
Direzione e Redazione: Past. Frmanno
Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo •
Telef. 2009.
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27XI-1950.
Tipografia Subalpina S. ■>. A.
Torre Pellice (Torino)
La famiglia ed i Congiunti di
Giacomo Enrico Pons
commossi per la grande manifestazione di
affetto tributata alla memoria del diletto
Estinto^ ringraziano vicini di casa ed ami*
CI, e quanti furono loro larghi di simpatia;
in modo particolare i pastori dott. E. Ey>
nard e L. Marauda^ per il loro messaggio
cristiano.
Cappella Moreri, 22-6-1953.
Domenica 5 luglio alle ore 23 all*età di
82 anni e mancato alVaffetto dei suoi cari
Luigi Federico Bosco
La famiglia profondamente commossa per
le dimostrazioni di affetto e simpatia ricevute, esprime H suo ringraziamento a tutte
le persone che con la loro presenza e scritti hanno voluto esserle vicini nell’ora del
dolore.
Fino alla vostra vecchiaia io sarò
lo stesso, dice l’Eterno, io vi porterò e vi salverò. (Isaia 46: 4).
Gesù avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Giov. 13: 1).
Le famiglie Reynaud e Bouchard, profondamente commosse per le dimostrazioni di simpatia ricevute in occasione della
dipartita del loro loro caro Congiunto
Federico Reynaud
ringraziano tutti coloro che hanno preso
parte al loro dolore e, in special modo, i
vicini di casa che si prodigarono durante la
lunga malattia.
« Noi sappiamo che se questa tenda che è la nostra dimora terrena
viene disfatta, noi abbiamo da Dio un
edificio, una casa non fatta da mano
d’uomo, eterna, nei cieli ».
(2 Corinzi 5: 1).
Pramollo (Ciasal), 14-6-53.
Colle della Croce
Ricordiamo alla gioventù delle
Valli il convegno religioso italo-francese del Colle della Croce, domenica 26 luglio. Il culto avrà inizio alle
ore 10,30 e sarà seguito dalla celebrazione della S. Cena. Il pomeriggio incontro fraterno e discussione
sul tema: La responsabilità del cristiano nel momento attuale. Presiederanno il raduno i pastori di S. Verán e Bobbio Pellice
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