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(Torino) T^mS miiZCS
»ELLE VALLI VAL»ESI
Setti ma naie
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
TI7TTrr~~n TZ i . p—. t 1 __________ I. r r______ t i haa________I . .. .. . , T. ____ I TOBnìr PTr.T.T.TCE — 25 oi
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Anne LXXXVIl - N. 42
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I ABRnNAMFNTT l ^ rinterno \ Eco e La Lucei L. 1,800 per l’interno | Spediz. abb. postale • Il Groppo I TORRE PELLICE 1
I ABB0NAME3VTI | ^ j 2.500 per l’estero_| Cambio d’indirizzo Lire 40.— \ Anunin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. M75M |
Prospettive
italiane
Come si era atteso con grande interesse il risultato del Congresso nazionale del PSi, nel tebbraio scorso, a
Venezia, cosi si attendeva quello del
Congresso del PSDI, che si è tenuto
a Villano la settimana scorsa. £, purtroppo, come otto mesi la si e assai
delusi. La situazione non si è chiariticata, nè i lavori si sono svolti in una .
atmostera che lasci adito a grandi
speranze per gli sviluppi avvenire,
specie in vista delle consultazioni
elettorali, e dell’attesa polìtica della
nuova legislatura.
Com’è stato rilevato dai quotidiani,
alcuni dei problemi aH’ordine del giorno, come runiiicazione socialista e la
coUaboraziohe col governo sono ormai stati in parte superati dagli avvenimenti, dopo i numerosi rinvìi che
i! Congresso ha subito, specie dopo
la crisi di primavera che ha portato
alla quasi defenestrazione di Matteo
Matteotti (come rappreesntante dell’ala sinistra) dalla segreteria del partito.
tiuesti problemi sono evidentemen
te tornati nei discorsi e negU interventi al Congresso; ma il problema
di tondo è stato l’attrontarsi, nell’ambito dello stesso partito, delle due posizioni, che appaiono sempre più irreconciliabili : tendenza a destra, com'è sostenuta dall’ala saragattiana,
con volontà di collaborazione con la
democrazia cristiana, per sottrarla ad
induenze clerico-fasciste, con grandi
riserve sulla riunificazione socialista;
e tendenza a sinistra, aiutando il PSI
- a strapparsi decisamente alla soggezione comunista, e formando al più
presto quella terza forza socialista
che è indispensabile nel nostro pa^e
in cui l’unica vera alternativa all’integralismo cattolico sempre più pesante è rappresentato da un comunismo non meno totalitario, che non
dà un apporto positivo alla vita poli?
tica italiana, ma si trincera in una
opposizione sistematica e preconcetta, in obbedienza ossequente ai dettati di VIosca : le « perdite » subite
dal partito negli ultimi mesi ne barino chiaramente indicato la crisi, crisi morale prima che politica.
A Milano, la maggioranza saragattiana si è un poco assottigliata, rnentre pare prendere lentamente piede
la tendenza di sinistra, più svincolata da mire governative. E forse, nel
grande caos che ha regnato, nella
atmosfera tesa, nell’aflrontarsi di ben
quattro correnti in cui non si capisce
bene fino a dove siano dovute a divergenze di vedute politiche o semplicemente aH’ambizione personale,
forse è stata questa l’unica nota_ po
sitiva di cui ci è dato rallegrarci.
Sia ben chiaro che se auspichiamo
vivamente la riuniflcazione socialista,
e la consideriamo l’unica via d’uscita per la nostra politica stretta fra
due totalitarismi, che hanno entrambi ben poca tendenza, per natura, a
sviluppare la nostra giovane demo
Grazia e ad approfondire la responsabilità civica e politica degli italiani, non consideriamo certo con que
sto il socialismo come il partito, l’unico vero e buono; se esso fosse solo
sulla scena politica incorrerebbe certamente nella tentazione che è di
ogni partito: la tentazione d_el_potere
e del monopolio della verità. Con
questa fondamentale riserva ci auguriamo che la via, che è stata in par
te accennata a Milano e che, pur ancora in minoranza, ha continuato ad
essere sostenuta e chiarita, possa ulteriormente chiarirsi e procedere, non
verso il « sole dell’avyenire » ma verso un’azione più positiva nel nostro
paese, sforzandosi di liberarsi da ciò
che non è sana politica ma politicantismo di partito.
Gino Conte.
ABBONA TE VÊ
a •• L’Eco delle Valli,,
Ai nuovi abbonati verrà inviato su
bito il giornale gratuitamente per i
mesi di Novembre e Dicembre.
COMUNÊGATO
Assemblea dei CencIstorI
Si ricorda che venerdì 1» Novembre avrà luogo a Pinerolo l’assemblea
dei Concistori delle Valli. Oltre ai
Pastori, anziani e diaconi, ed ai rappresentanti delle Unioni, sono cordialmente invitati tutti quelli che si
interessano ai problemi fondamentali della nostra Chiesa.
Se la Commissione distrettuale avrà ricevuto un numero sufficiente di
prenotazioni, si potranno organizzare dei pullniann da Perrero e da Bob
áá
Noi
siamo uniti
9W
La sera di sabato 5 ottobre, la città
di Worms, intorno cd monumento a
Lutero ed alla Riforma, presentava
uno spettacolo irriponenté. "
Quasi 5.000 persone si erano radunate nel giardino intorno al monumento illuminato a giorno da potenti
riflettori.
In alto sul suo piedestallo dominava la figura del riformatore con la
Bibbia aperta in mano, raffigurato
nell’atto solerme in cui, in quella stessa città nel 1521, difendeva la verità
dell’Evangelo davanti all’imperatore
Carlo V ed alle autorità della Chiesa
riunite a Worms per giudicare le sue
dottrine.
Ai lati del piedestallo, sullo stesso
basamento le luci dei proiettori facevano risaltare quattro figure bronzee
di precursori della Riforma: Girolamo Savonarola, Giovanni Huss, Wicliff e Pietro Valdo. E’ l’unico moruimento esistente al mondo e dedicato
all’iniziatore del nostro movimento
valdese.
Ai lati del monumento i bronzi di
Reuchlin e di Melcmtone e dei due
principi amici della Riforma: Federico il Saggiale Filipmidl Coraggioso.
Sulla gradinata oM sale al monumento era riunita una corale di oltre
100 membri ed un numeroso complesso di ottoni che iniziano l’esecuzione
di cantici mentre i giovani delle organizzazioni evangeliche arrivano dai
due lati della piazza con le bandiere
e le fiaccole accese per schierarsi intorno al monumento stesso.
Fiaccole di gioia; ma che non potevano non farci ripensare a quell’altra fiaccolata di 436 anni prima quando intorno a Lutero in carne ed ossa
altre fiaccole erano state agitate con
l’augurio ironico dei cavalieri spagnoli: ”Al fuego", ”al fuego”!
La ragione di questa grandiosa riunione, delle bandiere che pavesavano
strade ed autobus di Worms e degli
striscioni di benvenuto alla stazione
centrale, era il 50mo congresso generale dell’Evangelischer Bund cui hanno
partecipato i rappresentanti delle nostre Chiese Evangeliche europee.
Il Congresso del Giubileo a Worms
c5 ..
Ha avuto quest’mnd' una rtsondft?à
ed una ampiezza particolare per il festeggiamento del 50" anno di attività.
Sul programma delle mamjesiazioni la parola ’’festa” ricorreva spesso,
(forse perfino troppo per il nostro spirito latino sempre critico!) ma ad essa
rispondeva realmente l’atmosfera di
gioia e di fraternità con la quale siamo
stati accolti.
La città di Lutero ci ha ricevuti come vecchi amici, ritornati dopo una
lunga assenza, come se ci fossimo
sempre conosciuti.
Quando i nostri volti, soprattutto di
noi delegati delle Chiese di minoranza, hanno cominciato ad essere riconosciuti, a quanti saluti di persone
sconosciute abbiamo dovuto rispondere e quante corse in autobus ci sono .state risparmiate da automobilisti
che si offrivano di portarci a destinazione.
Naturalmente poi il delegato vai
L’Evangelischer Bund (Federazione Evangelica)
T-.-. j: __:_: r_____
Si tratta di una organizzazione evan
gelica tedesca sorta esattamente 50
anni or sono e che si propone un triplice scopo: di lavorare per le Chiese
evangeliche in Germania, per i membri di queste Chiese, e per il Protestantesimo europeo, soprattutto nei
paesi di minoranza evangelica.
Lo scopo fondamentale è di studiare i problemi che sono posti dalla
presenza del cattolicesimo e delle sette in modo che la voce della Riforma
possa risuonare con l’antica fermezza
ogni qual volta esso sia necessario e
che l’antica parola di Lutero, ripetuta
sul monumento al Riformatore « Non
posso altrimenti e che Dio mi aiuti »,
possa oggi ancora diventare la nostra
parola ed il nostro atteggiamento fermo e meditato.
Il servizio alle Chiese Evangeliche
in Germania viene soprattutto reso da
un gruppo di lavoro che si riunisce a
Bensheim : il Konfessionskundlichesinstitut e che si occupa da un punto
di vista teologico e sistematico dei vari problemi delle sette, matrimoni misti, polemica. Chiesa e Stato etc. e che
pubblica tutta una serie di pregevoli
studi e libri su questa materia.
Nei locali di questi Istituti di studio delle Confessioni Religiose si trova una ben fornita biblioteca contenente molte opere anche cattoliche ed
i documenti di un servizio internazionale di informazione a cui attingono
non solo i giornali religiosi, ma anche molti quotidiani tedeschi.
La collaborazione, con i membri di
Chiesa, viene invece offerta da conferenze e da manifestazioni ufficiali
come quella cui abbiamo partecipato
a Worms e di cui vi è una grande eco
sui giornali e alla radio stessa; manifestazioni alle quali partecipano migliaia di persone le quali possono rendersi conto di molti problemi che non
si risolvono con un embrassons nous
generale fra Protestanti e Cattolici,
magari in un fronte unico anticomunista.
A Worms, come nelle alti'e manifestazioni di questo genere abbiamo sentito elevarsi delle voci molto coraggiose e molto chiare che hanno aiutato molti a superare quella certa faciloneria in fatto di questioni di fede
che si riscontra in tutte le zone in cui
la Chiesa è in maggioranza e a riag
ganciarsi più fermamente alla Parola
di Dio.
E, infine, l’aiuto al Protestantesimo
di minoranza è offerto in vari modi.
Prima di tutto con le informazioni
che vengono date nei paesi di maggioranza protestante riguardo ai nostri problemi ed alle nostre difficoltà
e che ci crea una opinione pubblica
più avvertita e più desta all’estero,
con il lavoro in comune che compiamo con le altre Chiese europee su
questi stessi argomenti e problemi,
confrontando le situazioni e le opinioni, i metodi e gli ambienti, ed ancora
con un aiuto diretto e materiale.
Quest’anno uno studente in teologia spagnolo frequenta una università
tedesca con una borsa dell’Evangelischer Bund (non dimentichiamo che a
Madrid la Facoltà evangelica di Teologia è sempre chiusa) e la nostra diaspora abruzzo molisana (Guglionesi,
Tremoli, S. Salvo, Vasto, Carunchìo,
S. Giovanni Lipioni, Casalanguida,
S. Buono, Gissi, LenteUa, Cupello) è
stata fornita di una « seicento », fornitaci appunto dall’Evangelischer Bund
e dall’altra associazione parallela tedesca del Gustav Adolf Werk!
dese è quasi serripre particolarmente
fortunato perchè è raro di non scoprire. un qualche ’’barbetto” emigratovi
in tempi più o meno lontani.
Così anche a Worms una famiglia
valdese, Klein-Bontn, originaria di
S. Giovanni ed alla quale desidero ancora esprimere la mìa riconoscenza
per la fraterna ospitalità riservatami.
Fra le molte conferenze e discussioni avute a Worms occorre ancora ricordare la grmde riunione della domenica pomeriggio, 6 Ottobre, quando oltre 5.000 persone si sono riunite
per ascoltare i messaggi di tre personalità della Chiesa tedesca sul tema
della unità del Protestantesimo: il Vescovo del Wurtemberg. D. Haug, il
Presidente Martin Niemöller, l’animatore della Chiesa Confessante tedesca
sotto il nazismo e che i nostri lettori
già conoscono, e l’Oberkirchenrat di
Dessau, pastore Schröter, proveniente
da oltre cortina.
Forti messaggi che hanno illustrato
come Dio ha dato a noi Chiese della
Riforma una unità reale e profonda,
non ostante le molte differenze di forma, di teologia e di organizzazione
(Post. Haug), come possiamo realizzare questa unione sul piano quotidiano della nostra vita ecclesiastica e personate (Post. Niemöller) e come questa umtà non è distrutta dalle barriere politiche e di altro genere che la
nostra società e le nostre nazioni hanno elevato fra gli uomini (fast. Schröter).
Alla fine, guidati dal complesso di
tromoe, tutti si sono uniti nel canto
del torte rocca” nel quale ciascuno
di noi ha rinnovato la sua consacrazione alla umtà comune rinnovandola
a colui che ci unisce: il Signor Gesù
Cristo.
Franco Davite.
A T on è per essere visto, conosciuto, amato, ammirato, lodato,
che sei stalo creato; ma per vedere,
conoscere, amare, ammirare, lodare Dio. E’ per questo solo, e niente
altro.
2
v:i¿2zi zrs.o^
(cfil .cT J
L’ECO DELLE TALU VALDESI
LA VOCAZIOM POLITICO DEL CRISTIAIVO
Dio e C B s B r e
Quando si parla dei rapporti fra Chiesa e Stato, in un paese come il
nostro in cui l invadenza cattolica si fa spesso insopportabile, si è quasi
naturalmente portati ad una posizione polemica, ad una separazione
netta delle due sfere, ad un laicismo anticlericale di cui fa fede un Convegno, per diro così serio, come quello che ha riunito gli "Anaci del
Mondo" a Roma, nella scorsa primavera. Allora Chiesa e Stato si fronteggiano, come due potenze reciprocamente sospettose e gelose della propria sovranità. Può darsi che il nefasto politicantismo vaticano, troppo
acquiescendo l’indifferentismo di tanti protestanti, abbia creato una situazione in cui i limiti di giurisdizione debbano essere chiaramente segnati e difesi. Ma senz’altro non si esaurisce qui la responsabilità e la
testinwnianza cristiana ed evangelica nei riguardi dello Stato. E dobbiamo riconoscere che ci manca, per lo più, una chiara coscienza di ciò che
è l’etica politica cristiana. Scandalizzati dalla Chiesa politicizzata di Ro(e forse questo "scandalo" è assai più spesso "liberale”, "democratico” che non prettamente cristiano...), ci limitiamo spesso ad una astiosa
polemica verso lo Stato clericale, quando non ci chiudiamo nella furris
eburnea della dignità offesa; e dimentichiamo che la nostra presenza evangelica in Italia deve essere nettamente positiva, perchè nell’Evangelo conosciamo la dignità ed i limiti dello Stato più di quanto non si conosca
esso stesso. E’ una questione vastissima, e non mancherà occasione di
tornarvi; ma si tratta di porre il fondamento del problema; ed esso è posto nel Nuovo Testamerdo.
V.
A quanti pensano che fede e politica siano incompatibili o comunque
estranee l’una all’altra, ed a quanti
sentono invece vivo il problema consiglio fortemente la lettura, facile e
piana, di una delle ultime opere del
prof. Cullmann, comparsa ora anche
in versione italiana; Dio e Cesene. Il
problema dello Stato nella Chiesa primitiva (Ediz. di Comunità, pp. 128,
L. 650).
Questo problema è vivo ed inevitabile per il cristiano, perchè è stato
affrontato e vissuto da Gesù e dalla
Chiesa primitiva. Gesù non è stato
l’idillico predicatore. Maestro di una
pietà privata e « spirituale », ma è
stato, fin dagli inizi del suo ministero,
nel pieno delle lotte politiche del suo
tempo, nel suo paese. Il Cullmann, infatti, mette in luce un aspetto della vita giudaica che spesso ignoriamo o
dimentichiamo : il movimehto degli
zeloti, i fanatici nazionalisti, sionisti
ante litteram, che sognavano l’instaurazione messianica del Regno israelita, e non esitavano davanti alla resistenza a mano armata ed alla guerriglia partigiana. Questo movimento,
assai diffuso, era probabilmente uno
degli elementi più vitali del quadro
giudaico in cui comparve Gesù, afifer
Tesine
sul comportamento politico
del cristiano
I. — Il cristiano non può disinteressarsi della politica e del potere
politico, perche una posizione di assenteismo e d’indifFerenza equivarrebbe a dimenticare la funzione assegnata dalla Scrittura allo Stato, la
cui vocazione — al servizio di Colui che non è soltanto il Signore della
gente di Chiesa, ma la cui signoria ha dimensioni cosmiche e muove la
storia secondo i propri fini — è di organizzare la vita comune di chi
crede e di chi non crede, di chi è nella chiesa e di chi è fuori della chiesa
(testimone, anche se inconsapevole, della giustizia e dell'amore di Colui che fa levare il sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sui
giusti e sugli ingiusti, senza discriminazioni e senza favoritismi) al fine
che il mondo non cada nel caos, ma sia conservato — in questo tempo
in cui la proclamazione del Nome di Colui che è segno di contraddizione determina fede e incredulità — in vista del giorno in cui la contraddizione sia tolta via e Dio sia tutto in tutti. Il disinteresse da parte
ciel cristiano equivale al rifiuto del suo necessario servizio di preghiera
e del contributo di orientamento e di critica che egli può e deve dare
onde aiutare il potere politico a prender coscienza della propria vocazione, cioè, concretamente, a esercitarla rettamente.
Il- Il cristiano non può d altra parte fare una politica di parte
ispirata a un interesse politico autonomo, perchè una sua azione politica
in questo senso risulterebbe sganciata dal servizio di Colui che è il Signore anche del settore politico della vita e presupporrebbe una separazione della vita in sfera mondana... e in sfera religiosa, separazione
che non può essere cristianamente fondata.
III. — Il cristiano è chiamato a fare una politica determinata dalI Evangelo : la sua etica politica deve essere espressione del fatto che
Cristo ci ha resi liberi dagli uomini e dai loro idoli come dalle potenze
che dominano il secolo, liberi per Dio e disponibili per il suo servizio,
liberi per il prossimo e disponibili per il suo servizio; in altri termini la
politica del cristiano deve articolarsi sulla linea del duplice comandamento: amore verso Dio, amore verso il prossimo.
IV. — L'amore verso Dio in sede politica implica rifiuto di ogni pretesa totalitaria, che intenda subordinare la vita deH'uomo all'istanza politica o sociale o economica — e implica ricerca di forme aperte e libere
per il servizio di Dio, fondamento di ogni altra libertà. Là dove, sotto le
pressioni del potere statale, il cristiano scende a compromessi con questa posizione, perde la propria coerenza ed autonomia cristiana e la
propria autorità a testimoniare dell'Evangelo del Signore Gesù Cristo.
V. — L amore verso il prossimo in sede politica implica rifiuto non
solo di ogni forma di oppressione, ma anche di ogni forma di libertà
formale non accompagnata da libertà reale — ed implica ricerca, attraverso la tecnica sociologica, di forme di aiuto al prossimo per rendere
la sua vita vivibile e metterlo in grado di rispondere alla sua vocazione,
dando alla sua vita il senso di servizio che gli è richiesto da Dio. Questo
rifiuto e questa ricerca si accompagnano alla coscienza sobria... che nessuna soluzione è assoluta e senza peccato e quindi accettabile senza riserve — e altresì alla coscienza fiduciosa e responsabile che il Regno
di Dio deve incarnarsi e trovare i suoi segni già nell'economia attuale.
(da Protestantesimo 2/1957)
Vittorio Subilia.
mando la propria messianità, ma non
come la aspettavano. E Gesù fu per
tutta la vita preso fra i Sadducei opportunisti e collaborazionisti coi Romani e questi ardenti « partigiani », la
cui « resistenza » era al tempo stesso
politica e religiosa. La tensione del
suo atteggiamento in mezzo a Farisei
e peccatori si riflette, sul piano politico, nel suo atteggiamento ugualmente lontano dalla supina accettazione
sadducea e dalla violenta resistenza
zelota.
Perchè quest’atteggiamento, che rappresentò un grave equivoco per la gente del suo tempo, in un partito come
nell’altro? Vediamo Gesù riconoscere
la legittimità dello Stato, e sostenere
la necessità di un pieno lealismo nei
suoi riguardi (cfr. la pagina riportata
a fianco); e d’altra parte si sente nel
suo insegnamento e nella sua vita una
grande riserva, il rifiuto di riconoscere
lo Stato (anche uno stato « religioso »!)
come qualcosa di assoluto e di durevole. Dal quadro evangelico possiamo
ricavare ben chiara l’impressione che
gli inizi della predicazione di Gesù furono accolti con grande entusiasmo:
certo gli « zeloti » avranno sperato di
trovare in lui un potente alleato, alcuni, forse, addirittura la guida, il Messia : ed eccx) che ne troviamo nel gruppo dei discepoli, desiderosi che il loro
Maestro imponga la sua autorità,
scandalizzati che egli annunci la via
della croce (sulla via di Cesarea: Vade retro. Satana...) e che egli accetti,
dopo l’ultima fiammata entusiastica
dell’ingresso in Gerusalemme, la morte violenta ed indegna; uno, deluso,
lo tradisce; altri, dopo aver cercato di
difenderlo, nel Getsemani, fuggono. E
sul Golgota, schernevole, risuona la
tentazione che, dopo il battesimo, ha
scandito la via di passione del Messia
sofferente: Se sei Figlio di Dio... Dopo aver lottato tutta la vita contro
questa tentazione, e contro l’equivoco
di essere considerato uno zelota, è come zelota che, accusato dai capi, Gesù
viene condannato aUa pena romana
destinata ai sediziosi: la croce.
Perchè, dunque, questo equivoco?
Perchè Gesù era l’unico che conosceva il tempo in cui viveva; che sapeva
che « questo » tempo durava ancora,
per un poco, fino alla piena manifestazione del Regno di Dio (contro la
speranza e gli sforzi degli zeloti), ma
che, con la sua venuta, il tempo « avvenire » si era avvicinato (Mar. 1 ; 14),
si era già iniziato (e quindi non ci si
poteva più adattare senza riserve al
quadro di questo mondo, come facevano la massa giudaica e le sue gerarchie).
Così si spiega il lealismo (Date a
Cesare...) e le riserve (Date a Dio...)
di Gesù nei riguardi dello Stato, il riconoscimento della validità dello Stato (accetta la condanna) e dei suoi limiti (Se non ti fosse stato dato da alto..., dice a Pilatb). E questa duplice
posizione ritroviamo nella Chiesa primitiva, in particolare nella testimonianza di Paolo, che non è, come troppo si crede, il portavoce conservatore
di una supina obbedienza alle auto
La Parola della vita
Rendete a Dio ciò che è di Dio
Marco 12: 13-17
A- ?!*?**. partito nazionalistico-religioso giudaico) il criterio
m tedelta al Giudaismo stava nella questione del pagamento dei tributi,
in questo s^so la domanda posta a Gesù era veramente un « coglierlo
in parole ». Secondo Marco, gliela pongono Farisei ed Erodiani. Entramsono d accordo su una cosa, e solo una cosa hanno in
ÍGesù. Per U resto sono radicalmente diversi,
n ”®**®®*® negativamente alla domanda: dobbiamo
tributo a Cesare^o no? — anche se essi non arrivavano poi alle
conseguenze degli Zeloti. Gli Erodiani invece, i collaborazionisti
che tacevano causa comune coi Romani, avrebbero dato naturalmente
una risposta affermativa. Proprio la presenza dei due gruppi costituisce
la prova di Gpu: entrambi vorrebbero ebe egli si compromettesse. Se
rispcmdera «si» alla domanda, passerà come collaborazionista, deludendo la maggioranza della gente che ha riposto in lui, a ragione, tanta
speranza. Se risponde « no » significa che egli è uno Zelota, anzi un capo
fi««« ’ ® ®®PP*a^nio che cosa significhi per i Romani una tale affermazione*
Ma Gesù non si compromette. La sua risposta è stata certo spesso
fraintesa come se egli intendesse mettere Dio suilo stesso piano deirimperatore. Ma non si tratta di questo. Se avesse equiparato l’Imperatore
»ifinìsH messo dalla parte degli Erodiani che, come coilabora
uu^sto 1 Imperatore tosse uguale a Dio. Gesù non dice
questo. Riconosce allo Stato la possibilità di richiedere, nel suo campo,
quello che gli spetta, il danaro, le imposte. Ma non lo mette sul piano
n® ~ vostra persona intera
nel culto che egli richiede da voi.
Vi è dell’ironia anche in questa come in tante altre parole di Gesù.
Pensiamo a cosa dice altrove su Dio e Mammona. Mammona appartiene
all Imperatore, vi ha anche impresso la sua effigie, lo abbia! A Dio, però
restituite la sua proprietà, quello che vi ha dato, cioè tutto, corpo e
anima. c
l 12. 17 significa anche: non date
a Lesare piu di qu^anto gli e dovuto! non dategli ciò che è di Dio!
Sullo sfondo 1 esigenza : se lo Stato pretendesse ciò che è di Dio, se
a! »1 Regno di Dio, resistetegli. In questa parola
meSto veiÌol tSo. d®I Nuovo lesta
(Dio e Cesare, pp. 4344). CULLMANN
rità costituite (Rom. 13), ma che anch’egli, pur sostenendo contro ogni
tentazione che può minacciare, la Chiesa in ogni tempo, di sentirsi superiore
ai doveri verso lo Stato, annuncia ben
chiaramente che allo Stato ed alle
« potenze » (angeliche o demoniche)
che gli stanno dietro la vittoria di
Cristo ha ormai posto dei limiti invalicabili. E se avviene, com’è avvenuto
ben presto (pretesa romana del culto
deH’imperatore) e come si è ripetuto
nella storia (ultùnamente, la pretesa
totalitaria fascista e nazista, ma altrettanto ìpgni pretesa totalitaria « rossa »
o « nefa »), allora si tratta di resistere,
non con la violenza degli zeloti ma
con la fermezza di credenti; allora risuonano o tornano vive le roventi parole dell’Apocalisse contro la « bestia »
che pretende la gloria e l’adorazione
che spettano a Dio soltanto.
Il cristiano, al seguito del Cristo, sa
che « la sua cittadinanza è nei cieli ».
Ma questo non lo porta affatto a sprezzare la realtà di questo mondo che
ancora sussiste ed in cui porta la sua
responsabilità, come il Cristo l’ha vissuta fino al sacrificio. Finché dura
questo mondo, non esiste atteggiamento che non sia « politico » (anche
l’assenteismo, il disinteresse, la « scheda bianca » sono pur sempre un atteggiamento politico). Ma la Chiesa, nel
suo pieno e positivo lealismo verso lo
Stato (e questa sarebbe già forse una
grande testimonianza nel nostro paese!), deve conservare la sua posizione
di custode e di sentinella. Deve cioè,
senza pregiudizi, certo, conservare un
atteggiamento critico (non disfattista)
verso ogni Stato e ogni azione statale;
ricordando a questo i suoi limiti, e,
nel caso, resistendogli coraggiosamente. E rimanendo cosciente del « tempo » in cui vive, non si lascierà tentare nè a mettersi al suo posto, pur con
la buona intenzione di instaurare il
Regno di Dio in terra, già ora, nè d’altra parte ad accettare, « senza vedere
il problema e senza critica, tutto quello che fa lo Stato ». g. c.
Conferenza Distrettuale
Straordinaria
del Secondo Distretto
La Conferenza Distrettuale straordinaria del Ilo Distretto è convocata
lunedì 4 noveihbre alle ore 9 a Torino.
L’ordine dei iavori è così stabilito
in iinea di massima:
1) Culto di apertura presieduto dal
Past. Elio Eynard.
2) Relazione della Commissione Distrettuale; a) applicazione degli
O. d. G. sinodali; b) progetti di
attività in comune nel Distretto.
3) Relazione delia Commissione ad
referendum (Past. Aiberto Ribet e
Thomas Soggin, Prof. Bruno Revel) sul tema: I problemi deirorganizzazione distrettuaie in reiazione alla vita del Distretto e al
funzionamento della Commissione
Distrettuale.
4) Studio sul problema del colportaggio. Introduzione del Past. L. Naso.
Si prega di inviare i mandati di
delegazione ai sottoscritto e di segnalare eventuali necessità di pernottamento ai Past. Ernesto Ayassot, via
Pio V, 15, Torino.
Per la Commissione Distrettuale
Neri Giampiccoli
Comprare una Bibbia, oggi: un’impresa
Volevo comprare il « libro dei libri ».
Una Bibbia, una Bibbia di Lutero.
Mi recai in una libreria di Amburgo con
tre grandi vetrine e sei più piccole. Da alti
palchetti mi osservarono tremila rilucenti
dorsi di libri, e con loro i volti cortesi di
cinque conunesse, di tre commessi e di
una cassiera.
« Cosa posso fornirlic? » mi si chiese.
« Una Bibbia — dissi — una semplice
Bibbia ».
La giovane ebbe un sobbalzo, come se
avessi chiesto uno spazzolino da denti. Poi
arrossì, sorrise di un sorriso spiacente, e
mi consigliò di provare da un concorrente.
Provai da un concorrente. Aveva quattro
grandi vetrine, e otto più piccole. Dai loro
palchetti mi osservarono quattromila sfavillanti dorsi di libri, e con loro due luminosi occhi pieni di riservata premura, che
appartenevano ad un libraio di grido. « In
che posso servirLa? » — mi chiese senza
sospetto.
« Vorrei una Bibbia, una semplice Bibbia » — dissi semplicemente.
L’uomo ebbe di colpo qualcosa in gola;
respirò forte e a lungo. Poi si azzardò a
sorridere, dichiarandosi spiacente. Se volessi provare da un concorrente, forse...
Provai da un concorrrente. In una vetrina piena di promesse stava, al posto d’onore, un bestseller: « La Bibbia aveva ragione ». Questo sembrava finalmente il
luogo giusto! Sembrava soltanto... Il mio
desiderio di una Bibbia diffuse il panico.
« Le Bibbie non ci vengono richieste... »
mormorò una commessa; perchè, dicendo
questo, arrossisse, rimase per me un enigma.
Ero già alla porta, quando mi raggiunse
e mi rivelò dove avrei potuto senz’altro
trovare una Bihhia.
Recandomi là, provai ancora in Ire librerie di ottenere una Bibbia. Erano librerie che avevano una mezza dozzina di
copie di ogni bestseller francese o americano. Ma una Bibbia, il libro dei libri,
non si nascondeva neppure nel più riposto angolo dei loro palchetti.
* *
Così riferisce un reporter. Che la Bibbia abbia ragione, la cosa viene abbondantemente sottolineata nel paese, in questo
1957. Che ad una cosa che ha ragione bisogna appunto dare realmente ragione, questa semplicissima deduzione non si è, evidentemente, ancora altrettanto diffusa.
« Poiché il principio della sapienza —
sta scritto nei Proverbi di Salomone — è
che la si ascolti volentieri ».
(Dal Kirchejìhlatt delle Chiese luterane in
Italia).
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
AGAPE - AGOSTO 1957
Impressioni del campo ferie per operai
Siamo ben felici di pubblicare queste impressioni di un operaio valdese (valligiano!) che ha « scoperto » Agàpe come luogo d’incontro fraterno e come finestra aperta sul mondo. Non possiamo che augurarci
che molti suoi colleghi siano invogliati a seguire l’esempio: Agape è la
casa di tutti., operai e contadini quanto studenti e professìom'sti, valligiani quanto cittadini; e l’apporto di ognuno è insostituìbile.
A mio parere questo campo dovrebbe essere conosciuto per il grande beneficio che può apportare all’individuo
costretto a vivere per un anno in fabbrica, in ufficio o di fronte a qualsiasi
altro lavoro. Per mia esperienza personale posso affermare che questo
campo è veramente un rilassamento
di tutte le pene e le difficoltà che si
sono incontrate durante l’anno.
Vedendo la fraternità e la compren’ sione, la sincerità che sgorga da ognuno dei campisti; gente che non si è
mai vista prima e che non si conosce
per niente. In poche ore nasce l’amicizia, la comprensione reciproca, la
fraternità come del resto è naturale
che sia fra credenti d’una stessa fede.
Però non in tutte le circostanze e in
tutti gli ambienti è così, perchè regna
la diffidenza o il senso di una superiorità spesso inesitente, che tuttavia si
crede di dover imporre.
Ad Agape, nel campo ferie questi
problemi e difficoltà non esistono. Forse che lì Dio ci è più vicino o noi stessi ci sentiamo più vicini a Lui e così
siamo più leali gli uni verso gli altri?
Che sia una maggior volontà di comprensione reciproca in ognuno di noi
o il vero timor di Dio?
Questo campo ha per scopo di accomunare gente che non è della stessa
confessione o della stessa nazionalità.
Al campo eravamo fra i 75 e gli 80
partecipanti; c’erano francesi, tedeschi,, inglesi, americani e altre nazionalità, gli italiani di diverse regioni
formavano una buona percentuale. Ho
avuto l’impressione che il gruppo tedesco fosse sempre più compatto degli altri, si disperdeva meno, mentre
gli altri gruppi avevano più tendenza
a confondersi fra di loro.
Ed ora due parole sulla organizzazione del campo ed il suo funzionamento. E’ stato diretto dal Pastore
Franco Davite. Questo campo a differenza di molti altri che spesso diventano pesanti per i troppi studi e con
ferenze, aveva veramente l’andamento
riposante. L’argomento era : « La famiglia ». Tutti gli studi sono stati ben
frequentati, perchè l’argomento interessava tutti: sia giovani che meno
giovani. Dopo la presentazione dello
studio, la discussione avveniva a gruppi con un direttore di discussioni. I
gruppi erano separati per lingua. Nella discussione tutti quanti avevamo
da dire la nostra, molto alla buona
senza soggezione.
A force de considérer ce que doit être
notre ministère nous finissons par ne plus
voir, nous autres pasteurs, ce que les temps
en ont fait. Assurément Calvin doit avoir
raison. Mais mes paroissiens ont leur expérience à eux qui ne s’est pas faite au hasard. Leur sagesse si peu théorique en est
le fruit. J’admire que nous puissions vivre
à côté d’eux sans remarquer que, tout en
parlant de la même chose, c’est à dire de
la religion, du baptême ou de Dieu, nous
ne nous comprenons nullement les uns les
autres.
Qui suis-je pour eux? Un jeune homme
instruit et qui doit à ce fait d’avoir un métier point pénible ni salissant. Un homme
qui possède des fauteuils, donc riche. Surtout, le fonctionnaire indispensable pour
toutes ces choses religieuses auxquelles le
commun des mortels n’entend goutte, domaine mystérieux où le plus sage est assurément de faire comme tout le monde. Ce
n’est pas tout: je suis le chef du parti protestant, donc républicain et anticlérical. Je
suis pour l’école laïque et contre le curé...
Voilà donc ce que je suis: le préposé
à la religion. J’éprouve avec amertume
toute la différence qui existe entre ce que
je crois d’être et ce qu’ils croient que je
suis. L’homme des cérémonies, l’homme
des discours. L’homme du temple. Toutes
choses qui sont en dehors de la vie: domaine vague et neutre à la limite de l’existence réelle, où il convient de faire taire
les soucis de l’heure, les problèmes de notre temps, les haines et les amours. Un domaine d’ombre et de convention, voilà celui qu’on me concède. Que je m’y débrouille: sans doute faut-il être émasculé
pour s’en contenter — et c’est le soupçon
•fui pèse sur nous. Au fond, le pasteur
ti’est pas Un homme comme les autres. Ce
n’est jamais qu’un curé déguisé en père de
famille.
(...) Nous prenons beaucoup plus au sérieux qu’eux cette religion qui pour eux
n’a plus guère de sens. Mais j’en viens à
me demander si nous la prenons avec le
sérieux qui convient. Car enfin il y a entre
eux et nous un malentendu. Je doute que
?
Lo sapevate ?
Il sindaco di Torino, avv.
Peyron, ha offerto, a nome di
tutte le contrade del Piemonte
c della Val d’Aosta, l’olio per
la lampada votiva che arde sul'
la tomba di S. Francesco ad
Assisi.
In occasione dei 200 anni della « Cinzano » il vescovo di Alba ha celebrato una Messa alTaperto per ringraziare Iddio
« della buona fortuna in un
settore umano che dà lavoro a
tante famiglie, e con un’organizzazione sociale che, accanto
al benessere della vita materiale non trascura i valori dello
spirito, sicché proprio di fronte
alToffìcina si erge la chiesa ».
In Italia il vaccino contro la
poliomielite si acquista solo di
contrabbando.
Tutti i bambini di una scuola tedesca hanno fìnto, nello
stesso giorno, di essersi buscata
la stessa malattia: speravano
che la scuola fosse chiusa per
epidemia.
Anche qui ho notato la differenza
rispetto ad altri convegni o conferenze; uno vorrebbe parlare, ma per paura di non potersi esprimere bene o p>er
timore di non essere compreso ci rinuncia. Invece nelle discussioni di
Agape questo non si sentiva, almeno
per me è stato così.
Si è pure tenuta una conferenza di
carattere sociale riguardo ai sindacati,
il lavoro nelle fabbriche, i contratti di
lavoro come sono in Italia, in Francia
(qui han parlato i francesi) e in Germania (presentato dai tedeschi); anche
questo è stato molto interessante ed
istruttivo.
Un’altra cosa che mi ha colpito e
direi quasi stupito, perchè, nuovo,
ignoravo completamenté il funzionamento dei campi d’Agape, è stato il
servirsi a vicenda e il turno giornaliero di servizio. La sera il direttore del
campo prendeva la lista e sedici persone venivano incaricate del servizio
dell’indomani per tutti i tre pasti: apparecchiare, lavare i piatti e il resto
che tutti facevano con molto entusiasmo; certo quel giorno si era impegnati, ma capitava una sola volta per tutto il campo.
Un’altra caratteristica di questo
campo è che tutte le età erano rappresentate; c’erano addirittura padri, figli e nipoti appartenti alla stessa famiglia. C’erano molti cattolici simpatizzanti, ecco perchè o insisterei che
i pastori o Agape stessa ¡facessero propaganda affinchè fosse maggiormente
conosciuta resistenza di questo campo
che dà la possibilità di fare certe esperienze che non si farebbero mai, come essere a contatto di a)tre razze, ciò
che a me ha interessato molto.
E quello che più di tutto è bello, è
quando tutti insieme si prega; allora
non esistono più le frontiere, le razze
ma ci si sente veramente fratelli, figli del medesimo Padre.
Silvio Martinat
LUOGHI COMUNI
Nessuno è perfetto.
Gli affari sono affari.
Tutte le opinioni sono rispettabili.
Essere come si deve.
Si vive una volta sola.
Si muore una voita sola.
Beato lui, non soffre più.
La salute prima di tutto.
Quando si ha ia salute, è l'essenziale.
Non è mai troppo tardi per fare il bene.
C'è del buono in tutte le religioni.
Abbiamo tutti lo stesso Dio.
RECENSIONE
T a Chiesa è mandata nel mondo
come una servente non solo nel
senso che i membri della comunità
sono al servizio gli uni degli altri,
ma anche nel senso che essi servono
nel mondo. Klaus von Bismarck
STEPHAN NEILL, Le Dieu des Chrétiens - Delachaux et Niestlé - Neuchâtel-Paris 1956, 87 pp.
Il titolo di questo volumetto lascia trasparire l’intenzione dell’autore di chiarire il netto contrasto
esistente tra il Dio che ci ha rivelato Gesù Cristo e le varie deità e
credenze del mondo non cristiano.
Questo risulta anche più evidente
se si tien conto del fatto che l’edizione inglese dell’opera in questione è stata scritta per conto del Corisiglio Internazionale delle Missioni.
Essenzialmente il Neill ha voluto
affermare che apptmto, a differenza
di qualunque altro credo religioso,
quello cristiano si fonda sul Signore che è venuto a vivere in mezzo
a noi per un tempo e vedendo il
quale, secondo quanto Egli stesso ha
affermato noi vediamo il Padre.
Cristo è venuto a rivelarci il Padre
innanzitutto come Colui che è vita,
cioè come Colui che agisce, che ci
conduce verso « nuovi cieli e una
nuova terra (2 Pietro 3; 13)». In
Cristo quel Dio di cui i pagani si
lamentavano dicendo « sei un Dio
che ti nascondi, Dio d’Israele » diventa Colui che si rivela e ci rende
liberi. Ed ancora -nel suo Figlioÿ
Egli ci annunzia la sua volontà di
amare il suo popolo e di punirlo
ogni qual volta diventa infedele, per
ricondurlo al ravvedimento ed al
perdono. Risorgendo dai morti il
Salvatore è tornato al Padre e ci
ricorda che, se Dio si è abbassato
fino a sperimentare la nostra vita
umana, non rimane per questo al
terato il fatto che Egli è spirito, che
cioè vive e regna al di sopra ed al
di là della creazione. In un ultimo
capitolo l’autore tenta con successo
di definire in un modo semplice e
chiaro il significato del dogma trinitario, sottolineando che non si
tratta di un’invenzione della Chiesa
ma dell’insegnamento stesso di Gesù che è venuto additando il Padre
ed affermando che lo Spirito Santo
avrebbe continuato ad operare il rinnovamento della fede anche quando egli fosse tornato alla destra di
Colui dal quale era venuto. La preoccupazione di rispondere alle ob
biezioni degli increduli non tramuta lo scritto in una specie di difesa
non richiesta di Dio. In esso l’Eterno ci viene sempre presentato come
Colui che sfugge alle definizioni di
coloro che vorrebbero imprigionarlo nei loro schemi umani e la cui
signoria non può essere messa in
discussione : come tale lo indichiamo all’attenzione di tutti coloro che
desiderano poter rispondere in modo sempre più chiaro e cosciente alla domanda: In Chi ho creduto?
gio. c.
è uscito
GIORGIO GIRARDET
La Genesi: U libro delle origini
L. 100
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Penice
CHRETIENS MECREANTS
Ce n’est peut-être pas toute la vérité, dans ce paradoxal monologue pastoral; mais n’est-il
pas douloureusement vrai que nous nous servons de Dieu plus que nous ne Le servions?
nous en soyons toujours conscients. Je
doute surtout que nous fassions l’effort nécessaire pour le dissiper. Car s il est vrai
— conune je le crois — qu’ils nous supportent nous et nos paroles parce qu’ils
tiennent aux cérémonies où nous sommes
indispensables — il faudrait tirer ce soupçon au clair.
Il est des moments de la vie où le sacré
doit intervenir. Il faut un petit signe de
surnaturel à certaines époques. Pour la
naissance, la puberté, le mariage et la
mort. U y faut des rites de passage. C’est
vrai pour le Papou, le Cafre et le Français.
Au grands moments il Importe donc de
faire une politesse au Manitou. Car, qui
sait? peut-être existe-t-il -vraiment? Pour
cette opération seul le pasteur est qualifié.
Il sait baptiser, confirmer, marier, enterrer. Voilà ce qui compte. Voilà ce dont
aucun homme comme il faut ne saurait
se passer. Quant aux discours ma foi !
tant pis. Il faut bien les prendres avec le
reste. Je pense à cette phrase entendue,
paraît-il, après un enterrement où le pasteur avait parle brièvement: a Celui-là, il
a été bien. Il n’a pas trop cherché à placer
sa camelote». (...)
Il m’a fallu venir dans cette paroisse pour
comprendre que ce qui nous sépare du
catholicisme ce n’est pas essentiellement le
débat sur la présence réelle ou l’authorité
du pape. Le catholicisme est, dans son
fond, un compromis entre la religion
de l’Esprit et la religion naturelle qui
sort des entrailles de l’espèce humaine.
Ces besoins religieux imprécis. Impurs,
qui s’expriment souvent en superstitions, en
mythes ou en légendes stupides, le catho
licisme les adopte, leur trouve une place,
une justification ou une excuse. Notre prétention est d’en rester à l’Evangile tout pur.
Je dis bien: noire prétention; en fait, nous
aussi nous pactisons avec les démons. Je
ne parle pas seulement des superstitions
caractérisées... Non! je parle d’une compromission plus grave qui n’altère pas la forme de notre religion mais qui secrètement
la vide de tout contenu. Comment exprimer cela?
Il y a une religion qui est la recherche
de Dieu. Il y a une autre religion qui est
de se mettre à l’abri de Dieu. Il y a une
foi vivante qui s’efforce d’avancer vers le
Royaume. Il y a une religion morbide qui
est née de la peur du mystère et qui s’efforce de composer avec lui en lui payant
un certain tribut. Le grave c’est qu’elles se
mêlent l’une à l’autre, inextricablement...
« Mais enfin, instruisez votre monde! me
dira-t-on. Ne baptisez personne sans avoir
eu au préalable un sérieux entretien avec
les parents ». Eh, nous n’y manquons guère! 11 s’agit bien de ça. Que je vienne,
que je parle — encore une fois parler ! —
que je me mette en quatre pour leur expliquer l’affaire — ils acceptent tout, ils supportent tout... C’est une des obligations du
baptême: écouter le pasteur, préparer le
repas... Il faut bien passer par là. « Ça
n’est pas parce qu’elle sera baptisée qu’elle
n’attrapera pas la varicelle? » Ils rient
quand on leur dit ça. Bien sûr! Quelle
idée ! « Pourquoi faites-vous baptiser cette
enfant? » Ils ne répondent pas. Tout ce
qu’on arrivera à leur arracher c’est des
phrases vagues: « Ça vaut mieux comme
ça, n’est-ce pas Monsieur le Pasteur ». Au
fond, ce qu’ils n’expriment pas c’est qu’ils
ont peur. Qui sait ce qu’il peut arriver?
Bien sûr, le baptême n’est pas un élixir de
longue vie; Mais après tout? Et si la petite
attrapait quelque chose? Ou pire? On aurait trop de regrets de ne pas l’avoir baptisée. Mais cela, ils ne le disent pas. Ils le
gardent pour eux. Ils sentent bien que ça
ne serait peut-être pas à dire. Et puis,
quand le pasteur s’est lassé de questionner
sans recevoir de réponse, U se met à parler. Il explique si bien! Comme ça va
mieux ainsi! Il parle, et on l’écoute à peine. Et, justement, c’est l’heure du biberon
qui arrive...
Dans quelle mesure faut-il, malgré tout,
composer aver les vieilles divinités qui
viennent du fond des âges: le destin, la
maladie, la souffrance, la mort, alors que
Dieu est liberté, salut, joie et vie? Dans
quelle mesure, plutôt, est-il ymssible d’éviter tout à fait cette confusion? Même parmi les meilleurs, combien seront troublés
par la mort d’un enfant pas baptisé? Saint
Augustin lui-même ne les envoyait pas en
enfer? C’est notre souffrance quotidienne,
que cette ambiguité de la religion. Etre là
pour prêcher une parole qui n’est plus entendue, et n’être toléré que pour des cérémonies finalement si équivoques! Ah! dissiper ce malentendu!
Mais les braves gens n’en ont pas le
moindre désir. La situation est bonne pour
eux. Je les décharge de tous les mic-macs
et de tout le Commerce sacré, c’est l’essentiel. Pom- le reste, ça me regarde (...). Et
même on finira par boucler le budget paroissial. Que faut-il de plus? Que veut-il
de plus? Ils jouent au plus fin avec moi
et il gagnent à tous les coups. Ce que nous
voulons, frères, c’est que vous entendiez
la Parole de votre Dieu, que vous vous repentiez et que vous marchiez sur Ses voies...
Nous sommes sans cesse dupés par des
gens qui, parce qu’ils sont nés protestants
ou parce que leur grand-mère était très
« foncée » (comme ils disent) se trouvent
avoir, en fait, droit à nos services. Ne sontils pas «du Temple»? (...) Que faire
alors? Se laisser duper encore une fois?
Feindre de croire que c’est vraiment Dieu
ou plutôt le vrai Dieu qu’ils désirent? Il y
a des jours où l’on n’en peut plus, où l’on
est comme soûlé d’humiliation... Il faudrait
n’avoir aucun sentiment de l’honneur pour
avaler tant de couleuvres sans bondir. Il
est des jours où le regards de certains enfants me sont insupportables. Il n’est pas
besoin de beaucoup d’imagination pour deviner ce qu’ils entendent de la bouche de
leurs parents...
Et tout cela, pourtant, nous le supportons. Nous tâchons même de le supporter
avec le sourire — un sourire qui serait si
beau s’il était d’humilité véritable. Car
je sais qu’il y a de l’orgueil à ne pas vouloir prendre notre part des humiliations
du Christ, et que l’honneur de Dieu s’accomode très bien de l’abjection des ses serviteurs. N’empêche, il est des soirs cruels.
J’admire nos conseillers qui veulent nous
enseigner à prendre avec philosophie ces
menues déceptions. Ce n’est pas la philosophie qu’on apprend auprès du Seigneur.
Ces soirs-là, je pense à Félix Neff. Il ne
fait bon, ces soirs-là, qu’auprès de ceux qui
furent meilleurs et qui souffrirent beaucoup. Je le vois assis près d un coin de
table, le front appuyé sur une main, l’autre posée sur les genoux. Je le vois tel qu’il
devait être au soir de ces veillées dans les
montagnes des Hautes-Alpes, écrasé par
l’indifférence de ceux auxquels il venait
de parler. Cher Neff! Autour de lui bourdonnent déjà les cancans de la veillée: si
Monsieur Neff est un peu soucieux, faut-il
se priver de bavarder?
Henzi Hatzfeld.
(de La flamme et le vent. Editions du Seuil)
4
a. MIEGKJB
La sapienza di Dio Brevi e letture ) di Storia del Cristianeidmo L'Eco
L. 430
Claudiana - Torre Pellice
Valli Valdesi
G. STEINBERGER
Piccole luci
sulla via dei discepoli di Cristo
L. 400
Claudiana - Torre Penice
Di palo in frasca
Pastori
alla rllfalta
Il settimanale ” Settimo giorno ”
del 19-10 pubblica un interessante
reportage sui Valdesi. Il reporter c
stato a Frali e a Torre Pellice. Il suo
servizio (e le sue fotografie!) sono
presentati secondo la tecnica propria dei settimanali a rotocalco. I
jMstori Comba e Somniani appaiono in atteggiamenti non sempre austeri e compassati nelle istantanee
scattate a sorpresa. Del resto anche
nello scritto il giornalista attribuisce ai Valdesi molte cose con una larghezza ed una generosità... da rotocalco (le nostre banche e le nostre
corti di giustizia, fra l’altro! ). In
complesso, tanto nelle foto comi
nello scritto, questo servizio non esce
dallo schema tradizionale del giornalismo italiano che presenta il protestantesimo nostro come una curiosità folcloristica. Ma vi è una nota profonda che t>a sottolineata; un tributo al livèllo della preparazione dei
pastori valdesi. ” In genere lo standard intellettuale dei pastori valdesi è notevolmente alto. Aggiornati,
abili, sono., educati in modo moderno, e ' con quél gusto della libertà
mentale che è Vassunto storico della loro religione ”, Forse la cultura
versatile e moderna dei pastori vaidesi risalta in contrasto con certo
nostro clero di provincia... e anche
della, Curia romana; quella che ha
sconfessato i moderni sistemi di insegnamento del catechismo cattolico
in, Francia!
La missione
de! laici
E’ stata argomento di un ennesimo discorso del pontefice romano,
che abbiamo letto quasi integralmente su ” Gente ”, il nuovo settimanale di Edilio Rusconi, n" 3. Il papa
riconosce la necessità di far appello
alla collaborazione laica causa l’attuale mancanza di sacerdoti, pur
non essendo una novità il servizio
dei laici; ed enumera diverse forme
di questo servizio; l’insegnamento
della religione, lo studio affiancato
di problemi scientifico-teologici, la
amministrazione dei beni ecclesiastici, il lavoro capillare fra gli operai nelle fabbriche, l’apostolato di
quartiere (a somiglianza dei cosidetti capi-palazzo del tempo dittatoriale!). Sono interessanti alcune
affermazioni di principio; ” Traviserebbe la natura vera della Chiesa
e il suo carattere sociale chi distingues.se in essa un elemento puramente attivo, le autorità ecclesiastiche,
c un elemento puramente passivo,
i laici... Tutti sono persone libere
(sic) e devono quindi essere attivi
nella propria sfera d’azione, purché
abbiano spirito dì fede, disinteresse, stima e reciproca fiducia... La
consacrazione del mondo è opera
soprattutto dei laici... ” Come premessa però il pontefice romano ha
avuto cura di sottolineare che se anche il laico esercita funzioni di insegnamento, bisogna distinguere anzituto tra il Papa i vescovi e i sacerdoti da un lato, e il complesso
dei laici daU’altro; e iti secondo luogo nello stesso clero, tra coloro che
detengono il potere di insegnare e
governare, riservato al papa ed ai
vescovi, e gli altri ecclesiastici. Dice poco dopo che ’’tutti coloro che
hanno ricevuto dalla Chiesa l’incarico d’insegnare le verità della fede
¡tossono applicare a se stessi la parola
del Signore ” Voi siete il sale della
terra ” ” voi siete la luce del mondo”, (Matt. 5: 13-14)” —^ ma un sale il cui... sapore risiede esclusivamente nell’autorità del papa e dei
vescovi!
Ritorno
dei gludaeslmo7
Una lettrice di ” Orizzonti ” ha
scritto al Direttore per sapere se
poteva... ricamare di domenica senza violare i precetti religiosi. Bisogna conoscere la sorprendente risposta, a firma Franco Semi (Orizzonti,
13-10-57). Egli distingue li lavori
servili una volta esercitati dai servi,
da quelli liberali che esercitavano i
padroni. / lavori servili sono illeciti e rimangono tali anche se fatti
senza scopo di lucro, per distrazione,
o per beneficenza. Sono servili i lavori agricoli, meccanici, artigiani,
femminili. E’ invece ” lecito ” studiare, leggere, scrivere sia a mano
che a macchina, anche a fine di lucro ; cantare, suonare, dipingere,
scolpire, fare fotografie purché non
lo si faccia con un apparato esagerato ( !), viaggiare e fare i preparativi necessari,... andare a caccia e
a pesca. I lavori donneschi, compreso il ricamo, sono servili...” va notato però che in molti luoghi, la
comuetudine di ritenere leciti determinati lavori scusa la colpa ” (comodissimo principio, che ignoravamo!). ’ Un’ultima osservazione;
perchè ci sia colpa grave, quando
si compiono opere servili nei giorni
festivi, bisogna lavorare per due o
tre ore a seconda dei casi”. E noi
che credevamo che queste distinzioni, e il computo delle ore, dei minuti e dei passi compiuti, fossero
cose morte e sepolte dal tempo di
Gesù Cristo ” Siviere del sabato ”,
che proclamò il sabato essere fatto
per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Se tornasse a vivere San Paolo, forse non si stupirebbe più che
gli uomini, salvati per grazia, possano così facilmente lasciarsi sedurre
dalle capziosità del legalismo religioso!
b. c.
♦
Dio può tutto, in ogni momento.
Ecco la salute della fede.
Kierkegaard.
♦
Un corps faible commende. Un
corps fort obéit.
G. Guisan.
Scuola valdese di economia
domestica
Nel pomeriggio di domenica prossima 27 corr. la Scuola Valdese d’Economia Domestica conchiuderà l’anno scolastico 1956-57 con una simpar
tica manifestazione, alla quale il pubblico è cordialmente invitato. Il programma della manifestazione sarà
il seguente: Ore 14,30, apertura della
Mostra dei lavori di taglio e cucito,
compiuti durante l’anno dalle allieve.
Ore 15,30, agli intervenuti, ospiti graditi, sarà offerto il tè. Si troveranno
a loro disposizione, mediante una modesta quota, dolci e pasticcerie, appositamente confezionati dalle allieve. Alle ore 16,30 la manifestazione si
chiuderà con una riunione, in cui
saranno esposti gli scopi ed i programmi della Scuola ed i risultati
del Corso aimuale.
Siamo fiduciosi che im numeroso
pubblico vorrà partecipare alla manifestazione, rendendosi così conto
d;l valore e dell’importanza della
Scuola, che fa onore alla nostra Valle e che svolge un’attività tanto proficua.
Per coloro che non potessero inter
venirvi, la Mostra rimarrà aperta fino al 3 novembre.
Col 5 novembre si inizierà il nuovo
Corso annuale della Scuola. G'à numerose giovanotte (dai 12 ai 16 anni)
vi si sono iscritte. Le iscrizioni sono
ancora aperte.
Notizie dalle nostre Comunità
Bobbio Pellice
Lutti. Il 23 settembre Iddio ha richiamato da questo mondo Negrin
Giovanni del Capoluogo, di anni 77.
Egli trascorse molti anni lontano da
Bobbio, specialmente a S. Remo. Lar
scia la moglie e una figlia. L’8 ottobre
è stato celebrato il funerale di Peyrot Giovanna ved. Bertinat dei Chiot
di anni 85, vedova da diversi anni;
la sua solitudine fu resa meno grave
dalla grande fede in Dio. Il 10 coir,
una grande folla ha reso gli onori
funebri alla salma di Charbonnier
Samuele (Pralappia) di anni 82. Il
nostro- fratello fu padre di numerosi
figli, di cui uno è diacono della nostra
chiesa.
Alle famiglie afflitte vogliamo ridire la nostra viva simpatia cristiana.
Matrimonio. Il 28 settembre è stato
celebrato il matrimonio di Michelin
Stefano (Cortili dei Danna) e di Artus Livia (Podio). Rinnoviamo agli
sposi l’augurio di molte benedizioni
del Signore.
Al culto di domenica 20 u. s. hanno partecipato una ventina di convenuti al Convegno AICE, che il pastore ha salutato con gioia e con l’augurio di buon lavoro.
da Clotilde Codino
Via Repubblica, 16
TORRE PELLICE
Vasto assortimento
foulards - fazzoletti - cravatte
guanti, calze, parures
tovaglie e centrini
Corredini per neonati
Vestine e costumini per bimbi
e molti altri articoli
★
V I S I T .4 T E C I
Convenienza ■ Qualità - Scella
Prarostino
Battesimi. Hanno ricevuto U segn-o
della Grazia mediante il battesimoReynauri Lelia di Clemente e di Avondet Cesarina (Collaretto) il 22
settembre; Codino Ornella di Guido
e di Godino Claudina (Ruà) pure il
22 settembre; Bounous Enrico di
Franco e di Plavan Irma (Ricarda)
il 6 ottobre.
L’augurio che formuliamo per questi piccoli fanciulli è che possano crescere nella fede di Cristo e nella viva comunione della Chiesa.
Matrimonio. Sabato 5 ottobre, circondati da un largo stuolo di parenti
e di amici, hanno celebrato la loro
unione sotto lo sguardo del Signore
Mirella Gay (Ser) e Franco Cardon
(Ciarvet).
La benigrdtà dell’Eterno li accompagni in una vita fedele a Lui, nella
famiglia e nella Chiesa.
Dipartenze. Hanno terminato la lo
ro giornata terrena, per rispondere
alla estrema chiamata di Dio: Micol
Lidia (Pavé) deceduta il 4 ottobre
all’età di 87 armi; Roman Giacomo
(Bonin) deceduto il 6 ottobre all’età
di 81 anni; Paschetto G. Giacomo
(Ciabot) deceduto il 18 ottobre alla
età di 83 anni.
Il Signore conceda riposo nel suo
Regno a coloro che noii ^no più e
consolazione ai cuori afflitti.
Sostituzione. La Comunità, insieme
al Pastore, ringrazia il Candidato al
S. Ministero Giorgio Bouchard per
il suo lavoro e i suoi messaggi recati durante un mese di permanenza
a Prarostino.
Ripresa. La Comunità è invitata a
prendere nota della ripresa delle attività come segue: Scuola domenicale: domenica 20 ottobre ore 9; catechismo: giovedì 24 ottobre ore 9 il
I anno, ore 10 il II anno, e ore 11
il III anno, (operai e studenti domenica 27 ottobre ore 14,30); unione
giovanile: giovedì 31 ottobre ore 20;
corale : sabato 2 novembre ore 20,
L’unione delle madri, le riunioni quar
tierali e altre attività da novembre.
Siamo tutti invitati a impegnarci
in queste attività cornimi fin dal principio. Che il Signore ci dia Lui stesso
« il volere e il potere », perchè senza
di Lui non possiamo fare nulla!
R o r à
Siamo lieti di ringraziare caldamente i fratelli ed amici che hanno
collaborato nel culto domenicale nel
corso del mesa di settembre: Prof.
Giovanni Gönnet, Vittorio Laurora,
Aldo Toum, lelli di Roma. Siamo riconoscenti al cap. Calzi, della missione salutista in Torre Pellice, il
quale, con la sua consorte ed i suoi
tre figli ha consacrato rultima
domenica di agosto a Rorà, con
dei me.ssaggi al tempio ed alla riunione all’aperto: siamo grati specialmente ai tre figli per aver posto i
loro strumenti musicali al servizio
del Signore. Ci auguriamo di veder
presto gli strumenti musicali dei nostri Rovani valdesi messi al servizio
del Signore col canto dei nostri inni.
Desideriamo mandare un saluto a
tutti i villeggianti rorenghi, accorsi
numerosi ancora quest’anno sulle no
stre alture augurandoci che la comunità villeggianti sia sempre cosi
prospera e fedele a Rorà, al prof.
Gönnet e signora ultimi superstiti
inviamo U saluto ed il ringraziamento della comimità rorenga.
Recentemente abbiamo celebrato
il battesimo di Silvio Revel di Onorato ed Elvira, nonché il battesimo
di Paolo Volpi di Elio e Alma. Domandiamo a Dio di benedire le creature nell’ubbidienza e nel timore dell’Eterno.
Domenica 20 Ottobre nel tempio
di Rorà, durante il culto è stato ce
lebrato il matrimonio di Ilda Morel
e Zanella Quinto di Torino, alla pre
senza d’un folto pubblico di inter
venuti, amici e parenti. Nel pomeriggio alla pensione di Piamprà in un
clima di viva fraternità la giornalista signora Vanner, il prof. G. Gönnet ed il dr. Meynet esprimevano
agli sposi gli auguri più affettuosi
nel segno della fedeltà e dell’amore
profondo. La comunità rorenga pur
rammaricandosi per la partenza da
Rorà della sposa augura ogni benedizione alla nuova famiglia che s’è
costituita sotto lo sguardo del Signore.
Domenica 27 ottobre avrà luogo
Tassemblea di Chiesa seguita dalla
celebrazione della Santa Cena.
Ultimi arrivi alla Claudiana
JEAN SAMUEL JAVET
L’Evangile de la grâce
Commentaire de l’Evangile de Luc
L. 1.850
Paroles et textes de l’Eglise Morave
L. 350
FREDERIC HOFFET
L’équivoque catholique
L. 1.000
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice
Direttore: Prof. Gino Costahel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955
Dopo lunghe sofferenze sopportate
con fede costante, è stata richiamata dal Signore
Enrichetta Rostan
ved. Richard
in età di 65 anni. Addolorati, ma fiduciosi nelle divine promesse, ne danno l’annuncio i nipoti e i familiari.
« J’ai cherché l’Elernel et
il m’a répondu; Il m’a délivré de toutes mes frayeurs »
Ps. 34: 5.
Prali (Giordano) 12 ottobre 1957
La famiglia della compianta
Clotilde Revel
ringrazia sentitamente quanti in qualsiasi modo, hanno preso parte al suo
lutto.
In modo particolare esprime la sua
profonda riconoscenza al Pastore sig.
Bert, al Dott. Bertolino, alle famiglie Long Alessio, Coucourde Emanuele e Ribet Ernesto, nonché ai vicini di casa per l’aiuto prestato durante la malattia.
S. Germano Chisone, 19-10-1957
La famiglia del compianto
Carlo Bonnet
profondamente commossa per l’unanime tributo di stima e di simpatia
verso il caro scomparso, esprime la
sua riconoscenza a quanti hanno voluto unirsi al suo dolore.
Un ringraziamento particolare a!
Pastore Sig. Bertinatti, aH’Esercito
della Salvezza, ai Dottori Pellizzaro
e De Bottini, alla Direzione ed al personale dell’Ospedale Valdese, ed ai
vicini di casa.
« Io vi lascio pace,
io vi do la mia pace >’
S. Giov. XIV : 27.
Stallè di Luserna S. Giov. 22-10-1957
Kcdaitore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
lei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - -c-p. 2/17557
Tipografia Subalpina ■ s. p. a.
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• (Ca.erma Berardi)