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BELLE VALU VALBESI
Quindicina! e
della Chiesa Valdese
" Gattaie lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le qual| avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo,,.
Anno LXXXni — Num. 18
Una copia L, 20
ABBONAMENTI
{
Eco: L. 600 per rintcrso Eco e La Luce: L.^1000 per l*interno | Spedi«, abb. postale li Grappo
L. 1000 per resterò
L.Í1680 per Testerò | Cambio d'indirizKO Lire 30,—
TORRE PELLICE - 28 Agosto 1953
Ammin. Claadiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
II
Agosto ai Pian di Prarostino
(iiiaiiflo la Commissione Distrettuale si è rivolta a noi per chiederci
se fosse stato possibile trovare nel
territorio dèlia parrocchia di, Praroslino una località adatta ad ospitare
la festa del XV Agosto, unica quest’anno, il nostro pensiero è subito
andato ai Pian di Prarostino come
la località più centrale, a cavallo fra
le 'Calli del Pellice e del Chisone, lari In lente accessibile dalle due parti
ad ogni categoria di persone, giovani e vecchi, pedoni e motorizzati,
con nninerose strade che portano là
dal (lasso e dall’alto.
La località dei « Pian », come dice la denominazione, ha anche il merito di avere prati pianeggianti, vasti verdi, circondati da estesi castagneti che offrono ristoro e frescura a
migiiaia di persone; inoltre non mancano, anche se non sono abbondanti,
le volgenti d’acqua.
>1 Parrocchia di Prarostino, nei
suoi membri più attivi e volenterosi,
si è subito messa all’opera per accogliere degnamente i fratelli delle altre Comunità delle Valli e di fuori,
nonché le numerose comitive estere.
Così dei cartelli indicatori furono affissi lungo gli itinerari principali per
istradare i convenuti al luogo della
riunione, ben delimitato quest’ultimo da altri cartelli; una solida tribuna fu allestita per gli oratori di
fronte ad un’ampia distesa ombreggiata ; due potenti altoparlanti furcino installati per facilitare la parola
dei predicatori e la ricezione uditiva
del pubblico; ad una cinquantina di
metri, in mezzo a prati verdeggianti
e ai margini di un viale, fu allestito
un servizio di buffet con distribuzione di caffè caldo, thè, bibite, dolci
(una vera specialità di Prarostino nel
giudizio di molti!!); faceva bella
mostra di sè anche uno stok di libri
della Claudiana.
Il Culto del mattino
Quando alle ore 10,15 si inizia il
culto, una massa imponente, forse 5
mila persone, è ormai accomodata di
fronte alia tribuna. Presiede il Pastore-Giovanni Peyrot di Prarostino; _
il eaulo degli inni è diretto dal Pastore E. Aime di Angrogna. li culto
si inizia con l’invocazione e il canto
de il’inno 211; segue poi la lettura
della Parola di Dio (2 Timoteo 1:
3-1 i j e la preghiera. Quindi dopo il
cacio di un altro inno (23), prende
la parola il Pastore Ernesto Ayassot
di ] orre Pellice che svolge la meditazioue biblica sul tema; Ravviva il
dono di Dio che è in te!
1 doni di Dio per noi sono moltissimi, Uitto, ma qui si tratta del dono
speciiico delia fede, che è un dono
prezioso sopra tutti gli altri. L’aver
ricevuto il dono della fede vuol dire
per noi essere stati ingaggiati da Dio
non solo a custodire questo dono per
noi stessi, ma a farlo fruttare, per arricchire coloro in mezzo ai quab viviamo. L’oratore puntualizza il suo
dire sul fatto che noi siamo stati ingaggiati da Dio per la valorizzazione
del dono della fede; ora ingaggiati
non vuol dire rimanersene inoperosi,
• appartali, rescissi dalla vita e dalla
società; chi rimane inoperoso e si
apparta viene scartato dalla vita e tosto o lardi è destinato a scomparire
e a morire... Il popolo Valdese, per
il fai lo che è stato ingaggiato da Dio,
ha avuto la fortuna di non vivere
sconosciuto tra questi monti e per
questo non è scomparso, pure attraverso secoli di persecuzioni.
Ingaggiati per la fede!
Ma questo dono della fede, dice il
Pa.slore Ayassot, è oggi in pericolo.
Un dono prezioso è sempre in pencolo, e’è sempre la possibilità che
esso ci venga strappato con la violenza o con la lusinga; c’è sempre an>che la. possibilità che noi lo perdiamo per la nostra indifferenza. L oralore accenna a questo punto a quanto è slato tentato nel passato per
contenderci il nostro prezioso tesoro
della fede, per metterlo in pericolo,
per strapparcelo; accenna anche a
quanto oggi si tenta di fare, forse
con maniere più delicate, ma miranti allo stesso scopo; quello di toglier,
ci il tesoro, il dono della nostra fede, cercando magari di limitarlo, circoscrivendolo, di farcelo rinchiudere
entro le mura dei templi e proibendoci di portarlo fuori nelle strade,
nelle piazze, nelle fabbriche, nelle
campagne, nella vita dell’nomo che
ei slà vicino.
Il dono della nostra lede è in pericolo!
Ma ,è.^
troppo spesso noi lo trascuriamo con
la nostra indifferenza. E’ un dono
che sappiamo ereditato dai Padri,
ma che noi non sappiamo più valorizzare come si conviene; viviamo
spesso della fede atavica ma que,sta
fede non è più vissuta come nostra.
Qualcuno pensa che in fondo in fondo (pur troppo solo in fondo!) se venisse una persecuzione allora tutti
saprebbero dimostrare quello che
tante volte non appare, cioè che questo dono della fede esiste ancora nei
nostri cuori. Pericolosa tentazione
questa; pensare che solo allora potremo dimostrare la realtà di questa
fede che oggi intanto non mostriamo
più, o in misura insufficiente. In questo caso siamo noi a mettere in pericolo il dono di Dio! L’oratore conclude con l’accenno ad un versetto
dei Proverbi; « quando mancan le
legna, il fuoco si spegne ». Occorre
che noi portiamo la nostra legna sui
vecchi ceppi dei Padri perchè il fuoco della nostra fede arda ancora;
non basta che bruciamo un po’ di
legna al 17 febbraio, occorre bruciare noi stessi, la nostra vita per il servizio del Signore e per ravvivare il
suo dono che è in noi.
Dopo il canto d^l’inno 98, prende la parola l’avvocato Ettore Serafino di Pinero lo.! Egli si rifà ad
un singolare epist^oi della Storia
Valdese, quello della « Repubblica
del sale », accaduto|Bel 1704 quando
le Valli furono leafro di guerra tra
il Duca di Savoia elil potente Re di
Francia. Il generile francese La
Feuillade aveva occupato la Valle di
S. Martino ed era |mscito con promesse e con lusinghe a costituire una
repnbbliehetta in gpqella valle con
centro a Perrero, tra le promesse,
molte non manlcmiile, l’unica effettivamente osservai a: fu quella di far
distribuire ogni doanenica mattina
a Perrero una eerkv/qnanlità di sale
ad un prezzo di (èfavore ». Ma il
malgoverno Iraneese condusse la Valle sulla via della miseria, della malavita e della fame, tanto che gran
liarte di quelle |)opolazioni dovette
fuggire insieme ai Pastori ed ai maeslri. fi:.!
Da questo margu^le e banale episodio della « repubblica del sale »
l’oratore trae aleuni:.efficaci ammaestramenti per noi Oggi. Anzi tutto
rileva come le promesse del Re di
Francia, so’ennt'incnte ulate e sottoscritte, non furono .mantenute; solo
que'la insignifieaiil •* del sale lo fu.
tL»gfnm1«$t^~^i^fff#W*à''noi promesse. magari si è proni i anche a sottoseriverls solennemente, ma poi non
si mantiene la parola data se non
nelle cose insignificanti. Poi egli trae
un altro ammaestramento; qùal’è la
nostra testimonianza nella vita? Poicbè qui si parla di sale, vogliamo intendere non solo nel senso insignificante e banale della repubblica che
porta questo nome » ma nel senso
della parola di Gesù : « voi siete il
sale deUa terra »! Siamo noi oggi
questo sale della verità, dell’amore,
della giustizia in un mondo così insipido e triste? In che cosa ci caratterizziamo noi Valdesi in mezzo agli
altri? Non ci confondiamo purtroppo con l’ambiente che ci circonda?
Punti interrogativi ai quali l’oratore esorta l’assemblea a rispondere.
CHI VINCE SARA’ COSI’
VESTITO DI VESTI BIANCHE ED IO NON CANCELLERO’ IL SUO NOME DAL
LIBRO DELLA VITA.
Comunicato della Tavola Valdese
La prossima Sessione Sinodale si aprirà, piacendo al Signore
Domenica 30 agosto, alle ore 15,30
nel Tempio Valdese di Torre Pellice, con un culto presieduto dal
Pastore Antonio Miscia e la consacrazione al Santo Ministero dei Candidati Signori Severino Zotta e Mario Musacchio.
Tutti i Membri del Sinodo, Ministri di Culto e Delegali, sono convocati per le ore 15 nell’Aula Sinoda'e della Casa Valdese, per presenziare all’apposizione della firma dei Candidati all’atto di accettazione
della Confessione di Fede della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il culto, i Membri del Sinodo si recheranno
nell’Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea sotto la presidenza
del più anziano di età tra i Ministri di Culto in attività di servizio
presenti, e procedere alla nomina del Seggio definitivo del Sinodo.
Achille Deodato.
Moderatore della Chiesa Valdese.
Torre Pellice, 17 Agosto 1953.
Problemi della Chièsa
Dopo il canto di un altro inno (29)
prende la parola il Pastore Achille
Deodato, Moderatore della Chiesa
V aldese.
Il Signor Moderatore si rifà alle
ultime parole dell’ avvocato Serafino sulla nostra testimonianza cristiana come Valdesi. Questa testimonianza non possiamo rendere soltanto portando un nome valdese, ma con
una vita di ubbidienza alla volontà
del Signore e nel servizio cristiano
che tutti dobbiamo rendere nelle varie attività della Chiesa. La nostra
testimonianza possiamo darla parlando di Cristo al compagno di lavoro, d’ufficio, ecc. ma anche nel pren(Jere a cuore la soluzione dei problemi che travagliano la Chiesa. Chi ha
cominciato a non interessarsi più della sua Chiesa finisce per non rendere
pili nessuna testimonianza al mondo
di fuori.
Oggi ci sono problemi gravi che
tutti dobbiamo conoscere e, con la
collaborazione di tutti, cercare di
risolvere. In primo luogo c’è il problema della libertà religiosa che, se
pure qui alle Valli ora non si presenti con tuli a la gravità che ha altrove jierebè qui abbiamo pur sentjire un certo peso nella vita e nella
amministrazione pubblica, è im problema grave, molto grave, non solo
per i continui episodi di intolleranza e di intimidazione, cui sono sottoposti tanti nostri fratelli da parte
del clero romano con la connivenza
spesso dichiarata delle autorità, ma
per il fatto in sè che si vuol impedire la propagazione dell’Evangelo *e
la libera professione di un certo numero di cittadini. E’ questo della libertà religiosa in Italia un problema
grave che le autorità, e neanche noi,
possono eludere; esso richiede ima
soluzione oramai non più procrastinabile; e questa soluzione è soltanto
nel riconoscere per tutti i cittadini
gii stessi diritti di professare la fede che essi liberamente hanno scelto.
Un altro problema che deve essere
posto di fronte alla nostra coscienza
è quello della vita spirituale delle
nostre Comunità. Non possiamo non
dolerci del fatto che in molti casi la
frequenza del culto è assai scarsa...
e quando uno non sente più il bisogno di avvicinarsi a Dio per mettere
la sua vita nella prospettiva del Regno esso finisce anche per non saper
più riconoscere nell’uomo che incontra il proprio fratello. Il Moderatore
esorta i Pastori, gli Anziani e i Diaconi a cercare e ad avvicinarsi a coloro elle vivono lontano da Dio, alla
periferia della Chiesa, per cercare
insieme il volto del Signore, la sua
grazia e afferrare la vita.
Un altro problema che travaglia
la Cliiesa è quello dei mezzi finanziari elle tante volte mancano e che
smorza e tronca le più nobili e belle
iniziative. Perchè anche qui in molti
manca ancora la sensibilità che la
Chiesa ha bisogno non solo della nostra fede ma anche del nostro denaro
per essere messi al servizio di Dio
nell’op.Ta di testimonianza e di predicazione. Tanti continuano a dare
la loro elemosina per la Chiesa, e
non si rendono conto che se la Chiesa non ha i mezzi necessari essa deve segnare il passo, deve rinunziare
a compiete parte della sua missione.
Un vibrante appello è rivolto a tutti
i membri delle nostre Comunità perchè finalmente tutti diano non con
spirito di avarizia ma di amore e di
generosità.
Altri problemi si affacciano, ancora, come quello della carenza di
Pastori, di Maestri, di studenti in genere. I nostri Istituti di istruzione
secondaria sono tutt’altro che affollati perchè ü Valdese oggi preferisce
coltivare il suo campo o guadagnare
alla fabbrica piuttosto che compiere
qualche sacrificio nell’avviare agli
studi i suoi figli. C’è la Scuola di AgricoJtura e di Economia Domestica
di S. Giovanni, una magnifica istituzione a disposizione dei nostri agricoltori, ma pochi sono coloro che
sanno servirsene.
Questi problemi ed altri ancora si
pongono gravemente alla coscienza
della Chiesa; bisogna che si pongano
anche alla coscienza individuale di
noi tutti, perchè la loro soluzione
non verrà che dalla collaborazione e
daH’amore di tutti.
Dopo questo appassionato discorso del Moderatore, si canta l’inno
207, e si fa la colletta per l’opera di
Evangelizzazione che ha fruttato L.
58.200.
Il Pastore Peyrot jche'presiede sa*
luta a* nome deU’assemblea alcune
personalità e comitive estere che verranno poi ascoltate nel pomeriggio.
Dopo i pique-niques consumati
gioiosamente suU’erba dei prati o all’ombra dei boschi, il programma
pomeridiano ha inizio alle ore 14,30
sotto la presidenza del Pastore Franco Sqmmani, Segretario Generale
della F.U.V.
Udiamo anzi tutto il messaggio
cordiale del Dr. Eliot, Pastore della
Chiesa Presbiteriana di Brooklin e
Presidente della Waldensian Aid Society degli Stati Uniti.
Quindi un messaggio del Pastore De
Perrot di Neuchâtel, che è accompagnato da una comitiva di Protestanti di quel Cantone. La comitiva esegue magistralmente alcuni canti popolari svizzeri, molto applauditi.
Poi è la volta del Pastore Zeller
che accompagna un folto gruppo di
Valdesi del Württemberg; dopo un
fraterno messaggio del Pastore, il
gruppo si esibisce in alcuni inni religiosi tedeschi. anch’essi molto applauditi.
Un gruppo della Corale di S. Germano esegue con finezza il canto di
alcune belle canzoni giovanili sotto
la direzione della Signora Delia Bert.
La riunione -termina con Inni e
canti, eseguiti da gruppi appassionati che si sono formati qua e là.
Poi a gruppi l’assemblea si scioglie; chi prende decisamente la via
del ritorno, chi si ferma ancora nei
pressi del buffet a prendere una tazza di thè, chi contempla per l’ultima
volta il paesaggio; poi anche questi
partono... parte anche il trattore che
Ila portato lassù tavole, casseruole e
tutto l’armamentario per il buffet;
la tribuna degli oratori viene smontata... Calano le prime ombre della
sera... lassù, sulla vasta distesa dei
prati e nel folto dei boschi dei Pian,
ove prima ha vibrato il canto dei fedeli e il messaggio della Parola di
Dio, è tornato il silenzio, ma nei cuori, ormai lontani, vibra ancora la
gioia di una bella giornata che il Signore ci ha dato... Possa in quei cuori vibrare sempre la gioia della comunione con Dio.
Il Cronista.
2
L’ECO delle' valli VALDESI
U---------—-------------
■ ' “ .'4-A'
Stona e vita
il.
fra pochi giorni molti discendenti ed amici di quei Valdesi eher nel
passato, emigrarono nella nostra patria, prenderanno parte ad un pellegrinaggio nelle Valli del Piemonte, da cui sono venuti i loro padri e nelle
quali, attraverso mille persecuzioni molti fratelli in fede hanno resistito
fino ad oggi. 1 discendenti di coloro che nel passato furono costretti ad
emigrare vogliono incontrare personalmente i discendenti di coloro che
allora sono rimasti là, per fortificarsi reciprocamente nella comune fede.
Non è quindi inopportuno che noi ci soffermiamo a pensare ai nostri
padri ed al loro combattimento.
E’ caratteristico della personalità della creatura umana il fatto che
essa ha una storia; che non ha la sensazione di essere un’onda nell’oceano del tempo, che s’innalzi per sprofondare per sempre; il fatto insomma
che essa si sente come un anello, un anello necessario, di una lunga catena. Ma di questa sua appartenenza l’uomo deve acquistare una consapevolezza sempre più chiara. Noi dobbiamo imparare a conoscere le
radici della nostra personalità e perciò occuparci delle ricerche storiche
intorno all’origine delle nostre famiglie; lettere ed altri documenti, anche
oggetti che si riferiscono alla storia dei nostrF antenati ci devono esser
cari; li dobbiamo stimare al loro giusto valore e studiare con amore; per
mezzo di essi impariamo a conoscere sempre meglio la vera essenza spirituale dei nostri genitori e dei nostri antenati. Anche la nostra propria
vita interiore ci diventa così spesso più trasparente.
Dallo studio delle genealogie delle famiglie alla storia del nostro
popolo il passo è breve, perchè senza la loro conoscenza non si potrà
mai comprendere il suo essere presente, nè rettamente foggiare il suo
futuro.
E’ necessario però di ricordare che una parte essenziale della storia
di un popolo è formata da quella dei suoi moti spirituali, in primo luogo
dalla storia della sua fede. Chi trae le sue origini storiche da una determinata comunione di fede, il cui divenire e sviluppo si è realizzato nella
sofferenza, nella distretta, nella persecuzione, deve anche, nella maggior
misura possibile, aver un’intima conoscenza delle caratteristiche storiche
di questa comunione di fede.
Il fatto quindi di occuparsi della storia dei Valdesi o degli Ugonòtti
o di altri rifugiati per ragione di fede non si deve pertanto considerare
come una inclinazione sentimentale di alcune persone spinte da un particolare interesse; anzi, deve considerarsi come un dovere al quale in
nessun modo può sottrarsi chi sa di discendere da simili antenati.
A prescindere poi da ogni altra considerazione, va ricordato che
l’entrare in amoroso contatto di studio con un grande passato comporta
un immediato arricchimento nella nostra attuale esistenza. Quando noi
gettiamo uno sguardo nelle battaglie^ e nelle vittorie, nelle sconfitte e
nelle riprese, nelle sofferenze e nelle consolazioni del passato, non possiamo non sopportare con maggior serenità le difficoltà del nostro tempo.
Noi comprendiamo allora che la nostra sofferenza non è qualcosa di
inaudito, che proprio colpisce solo noi, ma che essa appartiene all essenza
stessa della storia dello spirito e della fede. Anche per questo .noi ci
serttiamo fortificali e portati, dall’esempio dei padri.
Qfuesto amore della stc>ria deve però guardarsi dal pericolo di una
fossilizzazione nella contemplazione del passato; bisogna guardarsi dall’idealizzare e dall’esahare oltre misura. Non basta ’’ornare i sepolcri
dei profeti', innalzare artistici monumenti alla loro memoria, comporre
e cantare trionfali inni di lode; non basta riscaldarci alla gloria dei padri
e in essa rispecchiarci. Purtroppo non costituisce titolo di merito personale il fatto di essere un discendente di antichi Confessori, membro di
una venerabile chiesa di martiri.
Il ricordo dei nostri padri, delle loro sofferenze, delle loro vittorie
dovrebbe,, in realtà, creare in noi uno stato d’animo di intima umiltà,
dovrebbe farci sentire dolorosamente, con piena consapevolezza, quanto
siamo oggi poveri in potenza di fede e profondità di vita spirituale.
Dobbiamo pertanto sentirci spinti a chiedere in preghiera a Dio di
ridestare in tutte le Chiese della Riforma, in tutti i paesi, l’antico spiritò
vivente e di purificarci sempre più da tutte quelle scorie che sempre
si formano nella vita del nostro spirito.
Come: nel passato Dio guidò i nostri padri, così faccia Egli risplendere a noi la sua luce, nella distretta del nostro tempo, in quella che
abbiamo vissuto ed in quella che saremo ancora chiamati a vivere; come
dei nostri padri, voglia il Signore fare di noi una benedizione per il
presente e per il futuro della Chiesa in tutto il mondo.
(Frankfut a. M.) Pellissier.
Con questo messaggio, pubblicato nel numero di Agosto del Deutsche Waldenser, il bollettino diretto dall’infaticabile pastore Zeller per
servire da legame fra le comunità Valdesi della Germania, l’autore ha
voluto inquadrare nei suoi limiti spirituali il pellegrinaggio di 100 tedeschi in gran maggioranza discendenti degli emigrati per ragione di fede,
dopò il primo e secondo esilio. Il pellegrinaggio è ormai un fatto compiuto e ne parliamo in questo numero dell’Eco. Abbiamo voluto tradurre
queste parole di prelndio, perchè ci sembra che esse conservino, anche
come finale tutto il loro significato e possano essere utilmente meditate
da tutti.
Vallées Vaudoises
Württemberg
12-17 août
Deux mots d’histoire
A la suite de ^l’expulsion de 1698,
Arnaud, pour les réfugiés et les Vaudois de la Valléè de Luserne, Jacques
Rostre, pour les Vaudois du Pragela,
et Etienne More/'pour ceux de Pérouse
et de S. Martin-faisaient des démarches pour obtenir un domicile fixe en
Allemagne, dans le Württemberg, où
un certain nombre de familles s’étaient déjà établies dès 1686.
Un premier rapport favorable laissait espérer qu’on pourrait accueillir
environ 300 farhilles Vaudoises qui
auraient dû être’'réparties dans différentes localités dès alentours de Maulbronn. Mais dé nombreuses difficultés ne devaient pas tarder à surgir. Les Vaudois désiraient rester unis; d’autre part leur confession de
foi soulevait certaines oppositions
dans les mi&ux ecclésiastiques;
d’aucuns craignant que la vengeance
de Louis XI\# 0ie,Âs’éteadit . sur le
Württemberg,”
Infatigablement Arnaud défendit la
cause des Vaqdois auprès du jeune
duc Eberhard-Louis et se rendit en
Hollande,, puis; en Angleterre. Ce ne
fut que le 1 màrs 1699 qu’une conférence s’ouvrit ; à Stuttgart et après
quelques mois de discussions les
Vaudois pouvaient obtenir des « patentes » qui leur assuraient le domicile dans le Württemberg et réglaient
leur activité sociale et religieuse.
Alors que les « patentes » ne datent que de' septembre 1689, deux
contingents de Vaudois étaient déjà
arrivés dans le Württemberg au mois
de mai: 80 le j 18 avril, 1700 le 12
mai; ils avaient!trouvé un abri provisoire dans des baraques militaires
abandonnées. Lèur état de dénûnient
était indescriptible; ils manquaient
de tout; « ils njavaient ni semences,
ni bestiaux; Us manquaient d’un grand
nombre d’objets de première nécessité ». D’où venaient-ils?
* * *
En 1686 la ligue d’Augbourg groupait presque tous les états d’Europe
contre Louis XFV; une guerre sanglante allait commencer et le duc de Savoie eut l’impression que le moment
était venu de secouer le joug du souverain français. Mais le succès tardait
à venir; les alternatives se succédaient;
le maréchal Catinat était toujours un
ennemi redoutable et ses nombreuses
victoires sur les armées autrichiennes
et piémontaises pesaient lourdement
sur la position politique du duc de
Savoie, Victor Amédée II, qui se décida à entrer en pourparlers avec le
roi de France, son ennemi, à l’insu
de ses alliés, qü’il abandonna définitivement en 1696.
Les conditions de paix que Louis
XIV offrait au duc étaient des plus
favorables: il s’engageait à rendre Pignerol et le Val Pérouse. Il n’y a pas
à s’étonner que! cette offre alléchante
fût acceptée; il n’y a pas à s’étonner
non plus qu’une clause qui faisait
partie du traité dût s’appliquer aux
Vaudois! Le zèle religieux de Louis
XrV était trop grand et se juxtaposait
d’une façon trop singulière à ses intérêts politiques pour qu’il fût disposé à
supporter l’existence d’une population
hérétique aux confins de la France,
dans l’état d’un de ses alliés.
Paris valait bien une messe, pour
Henri IV! Pignerol et le Val Pérouse
valait bien le sacrifice de quelques
milliers de Vaudois pour V. Amédée
II! Aussi le duc de Savoie s’engapatil par cette même clause du traité à
défendre « sous peine corporelle, aux
habitants des Vallées de Luserne,
connus sous le nom de Vaudois, de
avoir aucune communication religieuse avec les sujets de Sa Majesté
Très Chrétienne (Louis XIV);... à ne
point permettre que les sujets du roi
de France s’établissent en aucune manière dans lesdites vallées;... Son Altesse Royale (le duc de Savoie) défendra en outre à tout prédicateur de
mettre le pied sur le territoire français.. et s’engage enfin à ne point permettrele culte prétendu reformé dans
les terres qui lui ont été cédées (Pérouse et Pragela) ».
C’était clair! S’il restait encore quelques-doutes (et il devait encore en
rester, car les Vaudois ont toujours
été lents à comprendre la raison d’état
et prompts à se leurrer de vains
espoirs) l’édit du 1 juillet 1698 enlevait tout espoir.
On y lisait notamment, que tous
les protestants français établis dans
les états du duc de Savoie, devaient
en sortir dans l’espace de deux mois,
sous peine de la vie. Henri Arnaud
étaîr directement visé par cet ordre,
qui frappait 7 des 13 pasteurs à l’oeuvre dans les Vallées. Quant aux
pasteurs Vaudois, il leur était défendu de pénétrer dans les états du roi
de France. 11 était aussi défendu « à
tous les habitants des Vallées Vaudoises de n’avoir aucun commerce avec
les sujets de Sa Majesté Très Chrétienne, en matière de religion sous
peine de TROIS TRAIS DE CORDE
à chaque contravention ». ,
La situation politique générale
était telle qu’il fut impossible aux
Vaudois de réagir avec efficacité à
cet édit. Environ 3000 Vaudois et réfugiés du Val Pérouse et Pragela durent émigrer.
Au début de septembre, les exilés
reprenaient encore une fois le chemin
de la Suisse, à travers la Savoie; ils
étaient divisés en 7 contingents; chacun avait à la tête un pasteur. S’il est
vrai que l’édit avait prévu la possibilité pour les propriétaires de vendre
leurs biens ou de recevoir une indemnité, dans le cas où il n’auraient pas
pu trouver d’acquéreurs, on peut,
d’autre part comprendre facilement que
les acquéreurs n’avaient aucune hâte
d’acheter ce qui, inévitablement, leur
serait échu après le départ de ces malheureux. Quant aux indemnités, chacun peuten juger selon son expérience
personnelle! Encore une fois la Suisse
fut généreuse envers ces misérables
affamés qui frappaient à sa porte.
Affamés de pain et de liberté!
Le pain!
Le duc de Savoie l’avait pourtant
promis ce pain matériel, aux trois
mille Vaudois; les frais de leur voyage
devaient être payés par l’état, mais
« dès le troisième jour de marche, le
ministre des finances, Gropello, refusa de pourvoir à ces dépenses ». Le
pretexte? Car, tout de même, il en
fallait un!
Le comte de Groppello déclara sérieusement « que les Vaudois en abusaient pour se livrer à des excès »!
Il n’eut pas le courage de décrire
ses excès!
En réalité, à la cour on regrettait,
quand même, de voir partir des hommes qui, au cas échéant, auraient pu
rendre de fidèles services, le fusil à la
main. « On espérait en forçant les
proscrits de voyager à leur frais, empêcher les plus pauvres d’achever leur
route et les obliger ainsi à rester dans
le pays, où ils eussent dû alors embrasser le catholicisme ».
La manoeuvre ne réussit pas et les
proscrits arrivèrent en Suisse.
Ils venaient donc, répétons-le encore, du Val Pérouse et du Pragela,
où ils avaient laissé leurs maisons,
leurs biens, tout ce que l’homme a de
plus cher sur cette terre, pour être fidèles. ■
'Ils laissaient, dans le “'Pragela, des
familles et des frères qui devaient conserver aux maisons et aux villages les
noms qui leur étaient chers : leurs
noms, mais qui ne conserveraient plus
la même foi.
Ils emportaient avec eux un souvenir: celui de leurs vallées; et une
réalité; leur foi. Et dans leur nouvelle
patrie le souvenir devait, en quelque
sorte, redevenir, lui aussi une réalité.
De misérables huttes surgissaient à la
lisière des bois; on défrichait les premiers champs; on semait les premières
pommes de terre et la « luserne » rappelait aux exilés les prés des vallées;
les premières communautés s’organisaient et les anciens noms des Villages
des Vallées sonnaient étrangement aux
oreilles des habitants de ce Württemberg qui accueillaient fraternellement
les nouveaux venus.
Ainsi dans le district de Leonberg,
près de Heimsheim s’organisait la
communauté, de Pérouse. Dans le
district de Wiermsheim 117 familles
faisaient renaître Pinache; au delà de
Pinache 115 familles Vaudoises fixaient leur demeure; plus tard 96
personnes s’ajoutaient à ce premier
contingent, sur les deux rives de
VEintz, et de l’autre côté vers Ortischeim. A Schônenberg (jadis Les
Mûriers) nous trouvons la demeure de
H. Arnaud qui y demeura une vingtaine d’années, organisateur infatigable
de la vie ecclésiastique et de l’activité sociale.
Dans le district de Maulbronn plus
de 300 familles Vaudoises furent réparties en 3 groupes; qu’il nous suffise
de rappeler ici la naissance de deux
villages: Klein-Villar et Gross-Villar:
Le petit Villar et le Grand Villar. Ces
deux noms en disent assez, sur la
nostalgie des exilés de Villar Pérouse!
Dans la Forêt Noire surgissait le
village de Bourset, aujourd’hui NeuHengstedt. Plus tard une nouvelle
vague d’immigration se déferlait sur
le Württemberg; environ un millier
de personnes devaient abandonner la
« petite patrie »; elles venaient presque
toutes du Pragela. De nouveaux villages surgissaient: Mentoulles et Fenestrelle (aujourd’hui Nordhausen).
Le pays àeHesse-Darmstat accueillait aussi quelques contingents de
vaudois et réfugiés: Rohrbach, Wembach, Waldorf etc.
t
K
r;
î
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
Que de noms il nous faudrait rappeler ici pour donner une liste complète; et quel langage éloquent parlent
ces noms: Dornholzhauserr. maisons
des épines! Ce n’était certes pas dans
la Terre Promise qu’arrivaiwit les
proscrits. Ce n’est qu’au prix d’un
dur labeur qu’ils ont arraché les ronces et planté les mûriers. C’est de tous
ces villages qu’une centaine de descendants des exilés de Val Pérouse
et Pragela sont venus, il y a quelques
jours, rendre visite à leur frères des
Vallées du Piémont.
Le pèlerinage
' L’organisation du pèlerinage, du
côté allemand, a été assurée par MM.
le pasteur Zeller, prof. Manevai, Fritz
Barai. Nous n’avons pas d’informations détaillées du côté italien, mais
nous avons l’impression que M. Abate a été... l’homme à tout faire, qui a
pu compter sur la collaboration enthousiaste des nombreuses institutions
et familles Vaudoises de La Tour qui
Le soir, dans le temple de Torre
Pelliee, réception officielle de l’Eglise,
avec un caractère oecuménique; un
pasteur américain, un professeur et
un pasteur allemand, un pasteur italien adressent de fervents messages
à l’assemblée.
Vendredi matin, départ pour Bobbio Pelliee; les pèlerins visitent le temple, montent à Sibaoud; le pasteur A
Genre donne les détails historiques.
A 10,30, halte à Villar Pelliee où le
pasteur H. Geymct reçoit les visiteurs
dans le temple et fait, dans un allemand presque impeccable, l’historique
de la bâtisse; des chants^ une agréable réception; l’heure du départ sonne
déjà. On retourne à Torre Pelliee et.
l’après midi, nos pèlerins repartent
pour Angrogne; les nuages assombrissent le ciel; mais l’averse ne suffit pas
à empêcher nos amis d’arriver à la
Gheisa d’Ia Tana.
Aussi ici accueil fraternel de l’Eglise et raccourci d’histoire vaudoise.
Si le matin l’autobus a transporté
les visiteurs, l’après-midi on a mar
mêmes saintes impresaons: les frères ne demandent qu’à se connaître
p>our se reconnaître frères.
De Mentoulles, de Fenestrelle il ne
nous est pas permis de parler: d’autres écriront. Qu’il nous soit permis
simplement de répéter ici que, malgré
tout, les proscrits ont vedneu!
Lundi: tandis qu’un groupe visitait
Milan et admirait, à côté du Duomo,
les « lignes sobres et la sévérité réformée » du nouveau temple vaudois, un.
bon groupe de pèlerins montait jusqu’à Rorà et retqpitoit enthousiaste
de l’accueil et d’u^é journée passée en
plein air dans un petit village « Wunderschön ». Le soif^ les pèlerins se
réunissaient, au .i^rand complet, dans
la Salle Synodale; iajfeunion était présidée par le Modeïateur Achille Deodato qui, en frauçais. s’a’dressa au
public, très nombreux, pour dégager
la véritable; signihcatoon de cette rencontre; il s’inspira aussi de souvenirs
personnels pour affirmer avec force la
valeur immuable des paroles de Si
ont fraternellement acueilli les frères
d’au delà des Alpes.
Le temps nous manque pour dresser
aujourd’hui un bilan de cette rencontre. nous serons heureux de publier,
dans un prochain numéro, les impressions des pèlerins et de leurs amis.
Nous nous bornerons, ici, à un simple
compte-rendu.
Ils sont parti d’Allemagne en chantant le « chant du pèlerinage », un ancien Reiselied de Nikolaus Hermann
(1480-1561) qui s’inspire d’un chant
de pèlerinage du XIII siècle.
U Nous nous mettons en voyage à
la garde de Dieu; que son saint ange
nous guide, comme, jadis, il a guidé
son peuple en Egypte en le sauvant
des mains de Pharaon.
Seigneur, tu veux être notre compagnon de route; avec nous tu veux entrer et sortir, nous guider par tous les
sentiers et les chemin pierreux, nous
défendre dans le danger.
f..Seigneur Jésus -Christ, -tu es le
vrai, leseul chemin qui nous guide au
ciel; aide tes pèlerins à arriver dans
la patrie, puisque tu as versé ton sang
pour eux ».
Et ils sont arrivés à Torre Pelliee,
Mercredi 12. Accueil fraternel, premier contact. Premières surprises
quand les hospitalières familles de La
Tour reçoivent leurs hôtes: que de
noms Vaudois! Car on a beau connaître l’histoire Vaudoise, on est tout
de même étonné de serrer la main à
des Bellon, Giraud, Baral, Jouvenal,
Besson, Talmon, Costabel, Bonnet,
Peirachon, Jourdan, Guyot, Castagn
(et la liste n’est pas finie).
On est quand même étonné de voir
avec quelle passion ces frères recherchent leurs mêmes noms dans les
Vallées. On se rend compte, tout à
coup, que leur visite pourrait bien ne
pas être un simple voyage de plaisir,
nrais un véritable pèlerinage de frères.
On commence à comprendre ce que
dira le pasteur de Nordhausen (Mentoulles) au pasteur de Luserne S.
Jean; Je dois aller à Mentoulles et
envoyer un message à mes paroissiens; la véritable Mentoulles pourrait bien être à Nordhausen.
Le randonnée
Jeudi matin: nos pèlerins ont commencé la randonnée. Qu’on nous passe
le terme, car, vraiment il s’agit dun
programme assez lourd: d’un côté on
veut tout faire voir, de l’autre on veut
tout voir. C’est naturel, c’est inévitable
dans un pèlerinage! De la Maison
Vaudoise, aii musée, à l’ancien tenaple
des Coppieri. C’est un bon commencement, car la journée est chaude! Le
temps de retourner au logis, puis, a
14,30 on reprend le chemin de a.
Jean; on s’arrêtera à VEcole d’agriculture des Monnet, qui attire le vif intérêts des visiteurs dont plusieurs sont
agriculteurs. • j i
Au retour, réception officielle de ta
Pro loco de Torre Pelliee. Nous remarquons parmi les autorités J®
prof. A. Armand-Hugon, maire de
Torre Pelliee, l’av. St. Peyrot, le colonel A. Ricea, le prof. A. Jalla.
Discours de MM. l’av. Peyrot et
prof. A. Armand-Hugon qui souhaitent la bienvenue et du pasteur Zeller
qui répond au nom des visiteurs: un
même thème des deux discours; la
réconciliation dans la paix.
ché; aussi la journée pourrait se considérer bien remplie, si dans le temple de S. Jean la communauté de l’endroit n’attendait encore les pèlerins,
qui arrivent en bon nombre. Nous regrettons de devoir nous répéter, mais
il nous faut signaler, encore, im abrégé d’histoire et son interprétation de
la part du pasteur R. Jahier; une réponse du pasteur Zeller, qui tient à
souligner la signification de cette visite. Aux orgues, le prof. F. Rivoire
joue un morceau de Beethoven. Dans
la Salle Albarin des rafraîchissements
sont servis par la jeunesse; des homonymes se rencontrent; vaudois d’Allemagnes et vaudois d’Italie rivalisent
baud : que rien ne soit plus fort que
votre foi.
Ce fut ensuite le tour du prof. Maneval de prendre la parole; nous l’avions connu comme interprète infatigable; nous avons écouté avec emotion son témoignage profondément
chrétien: ...« Nous, en Allemagne,
avons douloureusement dû apprendre
que lorsque l’homme ne recoimaît
plus, en Dieu, son père, il ne peut plus
reconnaître, dans soil prochain, son
frère ».
Peut-être aurait-il fallu ajouter:
« Nous, en Italie ».
Le pasteur Zeller,. après avoir donné lecture de deux messages; de l’é
dans une sympathique joute chorale.
Gute Nacht dot la réunion.
Samedi: départ des pèlerins pour
la fête du XV août; dans l’après midi
ils ne sont pas seulement spectateurs
disciplinés, mais acteurs; le pasteur
Zeller porte un message très apprécié;
deux jeunes gens récitent une petite
pièce dont pas tout le monde me comprend les paroles, mais réussit à saisir le sens! La mimique serait-ce le
langage d’une Europe unie? Des chants
encore et l’on reprend, gaîment, le
chemin du logement.
Philosophie de la journée : « Vous,
italiens, vous avez un caractère admirable; un optimisme à toute épreuve;
nous avons fini, nous aussi, par croire
que nous n’avons mis que deux heures
seulement pour aller à Prarostino! »
Dimanche: La grande journée des
pèlerins: visite au val Pérouse et au
Pragela avec une pointe à Agape.
Comme toujours, quand on désire longuement quelque chose, le diable tâche d’y mettre' la queue. Aussi d’étranges difficultés, surgies au dernier
moment, ne permirent pas qu’on pût
se servir des autobus dûment prévus
et l’on dut se contenter de camions;
le mauvais temps se mit aussi de la
'partie. Toutefois le tour put se dérouler comme il avait été prévu, sauf quelques variations d’ordre materiel qui
n’affectèrent pour rien nos pèlerins.
Au Pomaret, au Perrier, à Prali toujours le même accueil; toujours les
vêque Dibelius, de Berlin, et de l’évêque du territoire du Württemberg,
dont nous espérons donner le texte
dans un prochain numéro, souligna la
responsabilité du Jemoignage chrétien
dans le monde. Ce fut ensuite la voix
d’une dame, « rescapée » de la zone
orientale de l’Allemagne qui parla de
ses expériences.
Entre un discours et l’autre, quelques chants enlevés de façon magistrale par la chorale de Torre Pelliee,
dirigée par M.Ue Dora Revel; deux
morceaux de flûte, par im jeune pèlerin, salués par de vifs applaudissements; et un a solo d’un autre pèlerin : le morceau classique du rappel au
respect de la nature humaine; rien de
plus grand et de .plus digne que ein
Mensch zu sein. N’est-ce pas là le véritable sens de cette rencontre? Se reconnaître hommes- et frères en Christ.
Après que M. Abate eut remercié
les pèlerins pour leur témoignage chrétien, que M. Zeller eut exprimé à la
paroisse de Torre Pelliee sa gratitude
pour l’accueil fraternel, les pèlerins
exprimèrent à M. Abate leur reconnaissance pour l’organisation du pèlerinage, en terminant par un affectueux: au revoir.
Dans l’absence ,d’un reportage officiel, nous avons recueilli ces quelques
notes, qu’on pourra compléter prochainement.
quidam.
Ministeri femminili
Poichè qiiesto argomenlo è sem-pre al^o.
d. g., non sarà discaro ai nostri lettori di
vedere cusa fa, per es., la Chiesa riiormattt
di Francia.
Le Synode national de Nîmes avait demandé à la Commission des Ministères féminins de « reprendre à la lumière des expérienres déjà faites... l’étude entreprise et
¡’action exercée depuis 1941 pour développer et organiser dans l’E. R. F. les ministères des femmes et des jeunes filles qui se
sentent appelées à consacrer leur vie au service de Jésus-Christ.
Conformément à cette décision, la Commission des Ministères féminins a étudié et
mis au point le « Statut des assistantes de
l’E. K. F. » mis en vigueur par le Synode
national de Paris-Etoile en 1945 (Décision
XX) pour une période d’expérience.
Le projet présenté ci-dessous préci^ les
indications de ce statut provisoire sans le
modifier dans ses dispositions essentielles.
11 comporte des textes proprement disciplinaire, et des textes réglementaires.
Le Conseil national demande au Synode
national de transmettre ce projet pour étude aux Synodes régionaux del 1953.
L’étude détaillée de ce projet ne pouvant
se faire au cours de la présente session synodale, il n’a pas paru nécessaire de le présenter plus longuement. Toutes les précision propres à éclairer sa discussion seront
communiquées aux Synodes régionaux.
Assistantes de l’Eglise
I. Parmi les divers ministères auxquels la
femme peut être appelée pour obéir à sa
vocatioïi (chrétienne, l’E. R. F. recoimait
et définit par le présent statut celui d’assistante de l’Eglise.
II. Le titre d’assistante de l’Eglise est
donné aux jeunes filles ou femmes qui:
aî ont été régulièrement agréées après avoir reçu la formation definie cidessous,
b) exercent à titre professionnel, et dans
le cadre du présent statut, una activité reconnue par TE. R. F.
1. La qualité d’assistante de l’Eglise ne
peut être reconnue qu’aux femmes dont, le
témoignage peut s’exercer librement, ^sans
être limité par des obligations à ^ l egard
d’autorités laiques, et dont l activité s exerce dans le cadre du présent statut. L E. R.
F. définit elle-même les formes d’activité
dans lesquelles leur ministère peut être reconnu. Ce sont actuellement celles des:
—• assistantes de paroisse;
— scrétaires de paroisse ou de région;
secrétaires de Mouvement de Jeunesse;
— aumônnières d’établis.sements scolaire
ou pénitentiaire, d’hôpital ou de sanatorium;
— infirmières de paroisse ou de diaconat;
— directrices d’ocuures protestantes d education ou entr^aide.
Commission des Ministères féminins
III. Le Synode national nomme mus les
trois ans une Commission à laquelle il confie la charge d’examiner toutes les questions relatives aux ministères professionels
de la femme dans l’Eglise, et de veiller
sous son contrôle à l’application du présent
statut.
1. lut C. M. F. est nommée pour trois ans
par le S. N. Ses membres sont rééligibles.
La Commission élit un président, un viceprésident et un secrétaire. Elle se réunit
chaque fois que son Bureau le juge nécessaire, en tout cas avant chaque session du
S. ¡y.
2. La C. M. F.:
a) tient à jour lu liste:
1) des assistantes exerçant leur ministère
.souis l’autorité directe des Conseils de l’Eglise,
2) lies assistantes qui, tout en exerçant un
ministère au sens défini par le présent statut et en reconnaissant l’autorité pastorale
de l'Eglise, ne relèvent cependant pas directement des dits Conseils;
b) entretient toutes les relations utiles avec les Conseils d’Eglise, Comités ou -4ssocintion protestantes ou oecuménique, qui
contribuent au développement du ministère
de la femme dans l’Eglise ou qui utilisent
ce ministère; prépare et soumet nu S. N.
les accords qui peuvent être conclus avec
ceux-ci.
c) prend toutes les iniziatives propres à
favoriser la formation et Vorientation des
a.s.si.stantes de l’Eglise, leur renouvellement
spirituel et intellectuel, leur communion
avec les autres ministères s’exerçant dans
l’Eglise;
dj présente chaque année au Synode national un rapport sur .son activité.
Formation des assistantes de l'Eglise
IV. Toute candidate au titre d’assistante
de TEglise doit remplir les conditions suivantes:
a) être membre responsable de LE. R. F.
faire sienne sa déclaration ¡Je fei, accepter
sa Discipline;
b) être âgée de 25 ans révolus;
c) être célibataire ou veuve;
d) être titulaire d’un diplôme la rendant
apte à l’exercice d’une profession définie
(dans les carrières médicale, médico-sociale, d’enseignement ou de' secrétariat,
etc...);
e) être pourvue d’un diplôme la qualifiant
pour l’exercice du ministère;
f) être de nationalité française.
La C. M. F. est juge des dérogations qui
pourraient être accordées.
V. La formation théologique des assistantes de l’Eglise est donnée dans des écoles
ou facultés et sanctionnée par un diplôme
reconnu par la C. M. F. Elle comporte au
moins deux années d’études. L’enseignement doit porter sur la théologie biblique,
dogmatique et pratique, l’histoire de l’Eglise, la psychologie.
1 . ■
V. .Toute candidate au titre d’assistante
de l’Eglise doit accomplir un stage d’un an
dans une paroisse indiquée par le C. M. F.
1. La candidate au stage d’assistante dpit
fournir à la C. M, F. les pièces suivantes:
a) une pièce d’état civil sur papier libre;
b) un ’’curriculum vitae ”.
c) une lettre de candidature dans laquelle
elle expose les principales étapes de sa vie
chrétienne et les motifs spirituels de sa demande, et donne son adhésion à la Déclaration de foi et è la Discipline;
d) ses diplômes universitaires et profes_sionels;
e) le diplôme d’une école de formation
au ministère;
f) deux recommandations de pasteurs et
l’indication de quelques personnes dont le
témoignage puisse être sollicité à son sujet.
2. Après le stage, la C, M. F. doit être
saisie de:
a) un rapport de stage rédigé par la stagiaire ;
b) un rapport rédigé par le directeur de
stage ;
c) l’avis du Président du C. R.
Fonctions dos assistante des pafoisse
de l’ÉRF
VIII. Le ministère d’assistante de paroisse est exercé sous la direction d’un pasteur.
Il peut s’exercer dans les domaines suivants:
enseignements et cure d’âme, éducation de
la jeunesse, visites, activités et secrétariat
de la paroisse, mais il ne comporte pas,
sauf exception prévues par le réglement et
dont les Commissions intéressées restent juges, l’ensèmble des responsabilités confiées
par l’Eglise aux pasteurs.
Postes d’assistantes de paroisse de l’ERF
IX. Les postes d’assistante de paroisse de
TE. R. F. sont, comme les postes de pastours, créés et supprimés conformément aux
dispositions de la Discipline de l’E. R. F.
Les nominations à ces postes sont faites par
le C. P. de la paroisse intéressée, un mois
au moins après la déclaration de vacance
faite par le C. R., avec l’accord du P. C.
et du C. N. ^
Les postes d’assistante de paroisse de l’E.
R. F., créés ou reconnus par le S. N-, versent à la Caisse centrale la part de frais fixés par le S. N.
1. L’assistante de paroisse nommée à un
poste est établie dans son ministère au cours
d’ùn culte public.
2. Si une assistante e.st appelée à exercer
un ministère temporaire dans un poste de
l’E. R. F. (poste en création, remplacement
d’un pasteur), la durée de son engagement
est d’un an au moins, renouvelable, le préavis de congé étant de six mois.
Traitements
X. Les assistantes de paroisse de l’E. R.
F. ont droit à un traitement qui est fixé par
le S. N. et figure sur les-états de paiement
régionaux; elle sont affiliées à la Sécurité
sociale et à la Caisse auxiliaire de retraite
pour le corps pastoral et assurées contre les
accidents.
1. Les pariosses qui voudraient confier,
moyennant rémunération, les fonctions d’assistante de paroisse à une autre qu’à une
assistante de l’Eglise, assureront à celle-là
les mêmes garanties reatives à la Sécurité
.sociale et à la retraite que l’E. R. F. accorde à ses assistantes de paroisse.
XL Les questions relatives à la Discipline qui ne sont pas prévues dans le présent
statut seront, autant qu’il est possible, réglées par analogie avec les articles au corps
pastoral. La C. M. F. et, en cas de recours,
ie C. N'., en seront juges.
COLLEGIO VALDESE
Gli esami della sessione autunnale dell’anno scolastico 1952-53 avranno inizio lunedì 7 settembre.
Quelli di Ammissione al Liceo, di promozione e di idoneità alla II e III classe
si inizieranno alle ore 8: cosi pure queUi
di promozione e di idoneità alla V classe
del Ginnasio Superiore.
Gli esami di Licenza dalla Scuola Media
e quelli di promozione e di idoneità aUa
lì e III classe deUa Scuola Media avranno
inizio alle ore 8,30.
Quelli di Ammissione alla Scuola Media
avranno luogo alle ore 9.
Il diario deUe prove scritte -è affisso all’Albo del CoUegio.
Per le iscrizioni agli esami e per ogni
charimento rivolgersi alla Segreteria deU’lstituto, dalle ore 10 alle 12 dei giorni feriali.
* * *
Le prove scritte degli esami di Maturità
e di Abilitazione avranno inizio alle ore
8,30 dei giorni seguenti:
Luned, 21 seti., Italiano; martocti, 22
seti., dal Latino in italiano; mercoledì, 23
seti., dall’Italiano in latino; giovedì, 24
sett.. Greco.
Gli orari delle prove orali verranno successivamente fissati dalle Commissioni di
esame, ed avranno comunque inìzio il 26
settembre.
Concerto Pro Collegio
Sabato prossimo 29 corr. alle ore 21 nella
Sala Sinodale avrà luogo un concerto pianistico-vocale. Vi parteciperanno il M® /■
dino Donini {pianista - compositore), il soprano Adele Rossi-Sbardellati e ia Corale
Valdese di Torre Pellice diretta dalla Signorina Dora Revel.
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
TRA I LIBRI
Images de l’homme - di Roger Mehl - EÀlilions Labor et Fides - Genève - fr. sv.
2,50.
E’* il numero Vili della nota serie « Les
Cahiers dû Renoweau », interamente dedicato a tre studi di Roger Mehl su: L’hom-me marxiste - -L’homme existentiaUste L’homme chrétien.
Il volumetto non consente un’ampia trattazione deUa matèria-. Ma l’autore, professore aU’Università di Strasburgo, ofh:e in
poche pagine ai lettori la possibilità di conoscere da vicino, nella loro concretezza sto-rica e dottrinale, tre "espressioni della vita
umana che oggi in modo speciale attraggono la nostra attenzione: il marxismo, lo
Esistenzialismo, il Cristianesimo. Non è
possibile oggi ignorare queste tre realtà;
poiché esse non ci propongono soltanto
delle considerazioni teoriche, ma ci vogliono seriamente impegnare nella rieerca e
nella attuazione dell’uomo vero, dell’uomo
nuovo, marxista, esistenzialista o cristiano.
Anzi, i due primi tipi di uomo costituiscono una vera sfida lanciata alla verità
della fede e della vita cristiana.
Brevi pagine, che ci fanno riflettere, ci
aiutano ad ampliare il nostro orizzonte spirituale, a conoscere intimamente aspetti essenziali della vita contemporanea.
e. r.
S’ENGAGEE DANS LE MONDE PBÉSENT - Editions Labor et Fides - Genève.
Si tratta di un supplemento ai « Cahiers
du renouveau » e contiene cinque conferenze pronunziate da autori diversi W. A.
VissCr’t Hooft - Charly Guyot - Jacques de
Senarclens - Roger Mehl - Martin Niemoller) nel corso dell’ultima « Semaine chrétienne universitaire de Genève ».
Il volume è dunque particolarmente adatto ad un pubblico colto, desideroso di
approfondire la conoscenza di alcuni aspetti della vita e del pensiero sul piano della
fede cristiana. I nostri studenti universitari ne trarranno giovamento; saranno incoraggiati a considerare con chiarezza e con
decisione il grande problema deUa posizione del Cristianesimo nel mondo moderno e la necessità di una testimonianza cristiana in mezzo alle ideologie contemporanee.
I nomi degli autori sono un invito alla
lettura. Il loro scopo è di aiutarci a scartare la confusione tra Cristianesimo e civiltà, di far comprendere al pubblico universario che l’uomo contemporaneo è un
uomo angosciato e ribelle, insoddisfatto
delle nostre idee incerte ed approssimative, di porre il fondamento spirituale del
Cristianesimo, di esaminarne le implicazioni intellettuaU e le sue conseguenze nel
campo dell’azione pratica. e. r.
Le chrétien devant la guerre - di Henri
Roser - Editions Labor et Fides - Genève.
' E’ un volumetto di una quarantina di
pagine, dedicate allo studiò di un problema sempre attuale à'causa' della tremenda
iùtualita deUa guerra- Problema serio quello dell’atteggiamento del cristiano davanti
alla guerra e che non può lasciare indifferente una coscienza iUuminata dalla luce
dell’amore di Cristo.
Dice la prefazione: « Nous estimons que
le document du Pasteur Roser est une contribution intéressante à l’étude d’un problème spécialement actuel, et c’est la raison pour laquelle nous avons tenu à en
assurer la publication, tout en laissant à
son auteur la responsabilité de ses conclusions ».
Il problema dell’atteggiamento del cristiano davanti alla guerra turba ciascuno
di noi, ci rende perplessi, ci fa sentire la
tragicità della nostra situazione umana. E
tuttavia quanto è difficile trovare un unica
via di soluzione!
Perciò consideriamo il volume del Roser
come « un contributo » allo studio di un
problema angoscioso, ma come il « contributo » di una coscienza cristiana che vuole
aiutarci a servire Cristo non con il compromesso o con un vago idealismo, ma
nella realtà di una fede impegnata ed ubbidiente. ®- *'•
Saint-Pierbe - Disciple - Apôtre - Martyr di Oscar Cullmann - Editions Delahaux
et Niestlè - Neuchâtel - fr. sv. 12,50.
Riviste teologiche c giornali ecclesiastici
lianno segnalato e commentato con parti*
colare favore l’apparizione del volume del
Prof. Cullmann: un volume di fondamentale importanza per la conoscenza della
grande figura neotestamentaria di Pietro,
« discepolo, apostolo, martire » nonché per
lo studio di tuUo il complesso problema
storico e dottrinale cui si connette il fatto
del primato di Pietro nella formasiione e
neljo sviluppo successivo del Cattolicesimo
romano.
Ci vorrebbe un lungo articolo per mettere in rilievo' i pregi e l’attualità dell’o■pera del Cullmann, scritta non precisa- :
mente con intenti polemici, ma col desiderio di onestamente ricercare là verità,
scartando le eccessive posizioni polemiche
di una certa teologia protestante, richiamando con fermezza la teologia cattolica
al rispetto del messaggio neotestamentario
e, al tempo stesso, della verità storica.
« Nous osons donc espérer et sonhaiter que
la présent étude, loin de nuire à la cause
du' dialogue entre les confessions chrétiennes par ses développements sur ce qui les
sépare, servira, au contraire, par là même
cette cause. Elle contient d’ailleurs beaucoup d’éléments qui recevront sans doute
l’assentiment des catholiques romains ».
Non c’è figura di apostolo che, più di
quella di Pietro, sia stata trasformata, talora bistrattata, a scopo polemico. L’umile
discepolo di Betsaida è diventato a poco
a poco il grande Vicario di Cristo che rivive nella figura jjei Pontefici romani. E’
doveroso, d’altra parte, che i protestanti,
con uno studio più accurato del Nuovo
Testamento e della storia della primitiva
chiesa crisliana, riconoscano in Pietro il
discepolo che ha indubbiamente avuto un
primato rappresentativo tra gli altri disce
pol^.^i Gesù e la cui funzione neR’nrigine
della A^logia eristiain è stata certamente
più grande di quanto non sia generalmente
an^ueS60'...Ma nè la'’Scrittura nè la storia
deUa ^ Chiesa antica giustificano il primato
gerarehico, istituzionale, universale del
Pontéfice romano e {I principio. deUa successione apostolica. T
Il titolo del libro ne indica la divisione
in capitoli: il discepolo, l’apostolo, il martire. In una seconda ^rte del volume l’autore si dedica ad up profondo, accurato,
scientifico esame esegetico del famoso testo di Matteo 16 v. 17-19 « Tu es Petrus... »
e ad una es^iosizione 'deUe questioni dogmatiche poste dall’applicazione del testo di
Matteo alla chiesa posteriore. Pieno d’interesse storico e dogmàtico è anche il lungo
capitolo dedicato al ^problema dell’ipotetico soggiorno di Pie6p> a Roma, fondamentale per la dogmatica cattolica, in uno studio seriamente scientifico che l’autore fa
deUe fonti letterarie, deUc fonti liturgiche
e degli scavi fatti in Vaticano.'^
Il nostro giornale non consente una più
ampia recensione. Concludiamo non soltanto col segnalare l’opera del Cullmann,
ma col raccomandarla vivamente ai Pastori, agli studiosi di problemi neotestamentari, a quanti desiderano fornirsi di un’opera veramente documentata per la conoscenza non solo della figura dell’apostolo,
ma anche dei suoi riflessi nella storia, nella chiesa, nella pietà, popolare e nella dogmatica dei secoli successivi. e. r.
Campagna di salvezza
L’Esercito della Salvezza, da quando è sorto, ha obbedito ad una regola strategica sola: vegliare sempre
combattere il male, sotto tutte le forme dovunque. Questo esercito insonne sa che il male dev’essere combattuto dove non appare o dove non c’è
più; perchè è necessario ricordare
alle anime che un’anima liberata dallo spirito maligno può essere occupata da sette spiriti peggiori di quello che fu scacciato, e allora la situazione di quell’anima si fa disperata.
Ecco la- ragione profonda per cui i
salutisti lavorano — fanno le loro
campagne — anche nei paesi dove esistono chiese costituite e dove organizzazione come la loro può sembrare superflua. L’Esercito della Salvezza è una voce che grida — Combatti il buon combattimento.
Considerando quanto abbiamo notato, abbiamo seguito con simpatia
la campagna di salvezza svolta dai
salutisti a Torre Pellice dal giorno 8
al 19 agosto 1953. Adunanze di evangelizzazione nella grande sala del
Circolo Fìxitellanza agli Appiotti.
Particolare rilievo è da dare a tma
testimonianza data dal Past. dott.
La « Giornata del Collegio »
Per la terza volta, domenica scorsa 23
corr. la Giornata del CoUegio Valdese ha
posto all’ordine del giorno il benemerito
Istituto di Torre Pellice, che per le sue caratteristiche peculiari ha acquistato in Italia una posizione del tutto speciale, e per
il suo funzionamento s’è giustamente meritato Tapprezzamento ed il prestigio da parte delle autorità e della popolazione vicina
e lontana.
Già il Bollettino espressamente pubblicato in tale occasione dall’Associazione degli Amici del Collegio Valdese, esponendo
sinteticamente lo svolgimento della vita e
dell’attività dell’Istituto durante l’anno scolastico decorso, ed i suoi risultati pienamente soddisfacienti, osservava che esso,
così com’è, col suo carattere classico umanistico e la sua libera ispirazione cristiana,
coi suoi metodi e criteri formati attraverso
una tradizione ormai più che secolare, ha
dato la prova più efficace di corrispondere
adeguatamente ai fini per cui è stato formato ed all’ambiente sociale e spirituale in
cui sta svolgendo la sua opera. Ne consegue che sulle stesse basi esso deve svilupparsi nell’avvenire; e che d’altra parte esso, col suo carattere ed il suo funzionamento, giustifica pienamente i gravi sacrifizi finanziari che la Chiesa Valdese compie anno per anno, per mantenerlo in efficienza.
E nel culto solenne presieduto quella
mattina, nel Tempio Valdese di Torre Pellice, dal Moderatore Sig. Achille Deodato,
il pastore dott. Ernesto Ayassot insisteva
sullo stesso concetto, quando faceva notare
che il Collegio Valdese è in Italia l’unico
Istituto Secondario legalmente riconosciuto
che sia apertamente cristiano evangelico, e
che dal cristianesimo evangelico derivi la
ispirazione di tutta la sua attività, nei suoi
programmi e nei suoi metodi ; e che' quin' di, per questo suo carattere unico ed insostituibile, deve essere gelosamente conservato e sostenuto dall’unanime consenso e
contributo di tutti coloro che ne comprendono la particolare importanza.
* * Ht
Il convegno del pomeriggio, ch’era nello
stesso tempo assemblea annua defl’Associazione degli Amici del Collegio, è riuscito
molto piacevole ed interessante, non soltanto per l’affettuosa riconoscenza verso lo
Istituto, ma anche come manifestazione di
quella solidarietà fra ex-studenti che il
tempo non può cancellare. Il lyioderatore
sig. Deodato, che presiedeva la riunione,
ha dato notizia di tre incontri casuali con
ex studenti, che egli ebbe a fare in un suo
recente viaggio in Sicilia, e nei tre casi,
gli interlocutori gli dimostrarono appunto,
in condizioni di notevole lontananza di tempo e di spazio, quei sentimenti di cordiale
gratitudine verso il Collegio e di solidarietà reciproca a cui abbiamo accennato. Il
prof, falla ha esposto brevemente quale fu
l’origine e la prima sede dell’Istituto, fra
il 1831 ed il 1837, gli anni del faticoso ed
avventuroso inizio, nei quali, pur nella grande diversità delle circostanze, si manifestarono già quegli elementi di coscienza, di
serietà, d’impegno, di convinzione missionaria cristiana, che costituiscono ancora i
i-aratteri dell’Istituto. Questo rilevò pure il
pastore dott. Ayassot, mettendo in evidenza il compito fondamentale dell’Istituto, la
formazione d’Una salda personalità cosciente. Il dott. Giorgio Peyrot, rievocando alcuni ricordi personali, indicò, come uno
dei compiti opportuni ed efficaci dell’Associazione, il promuovere iniziative di cultura che vadano al migliore sviluppo del
Collegio e del suo ambiente.
* ^
il prof, Jalla, quale presidente dell’Associazione degli Amici del Collegio Valdese, ha esposto poi, in una breve relazione,
quella ch’è stata la attività di essa durante
l’anno sociale passato. Accantonate Lire
250.000 per il rinnovamento dell’impianto
di riscaldamento dell’Istituto, e provveduto
all’impianto del telefono ed a vari sussidi
per il Gabinetto scientifico e per il Gruppo
Sportivo, si è provveduto alla sistemazione
completa della nuova cancellata, lungo la
strada provinciale e la via laterale fino all’edificio dell’Aula Magna. Sono stati in
tal modo eliminati quei rustici reticolati tesi a suo tempo dai tedeschi, ch’erano l’ultimo residuo dell’infausto periodo beUico.
La decorosa cancellata che li ha sostituiti
rimane come la più evidente espressione
dell’opera dell’Associazione, che è quanto
dire della volontà pratica di collaborazione
degli ex-studenti.
La Presidenza delPIstiluto ha espresso a
tutti loro il suo vivo compiacimento e la
sua profonda riconoscenza. Ma il Conto
consuntivo deU’anno,'<con un’entrata di lire
475.285, ed un’uscita di L. 452.670, di cui
L. 419.000 per l’acquisto e la messa in opera della cancellata, dimostra che ormai il
fondo dell’Associazione è stato quasi totalmente assorbito dalle spese. E siccome la
Associazione è impegnata in un secondo importante versamento per l’impianto del riscaldamento, oltre ad altre opere che si presentano con uguale carattere di necessità, si
rivolge con tanto mag[^ore insistenza a tutti gli ex-studenti il vivo richiamo, perchè i loro generosi ^contributi valgano a
provvedere ai fini ' essenziali, che di comune accordo sono'stati proposti.
Dopo un breve scambio d’idee suBa relazione, si procedè all’elezione a scrutinio
segreto dei quattro.' delegati dell’Associazione nel jGonsiglio ' Direttivo. Riuscirono
eletti a gran maggioranza i dott. Gardiol,
Toselli, Giampiccoli, Capra.
Si passò cosi Mia piacevole conclusione
della bella e simpatica adunata: il ricevimento dei sòci ed, amici nell’ampia aula
del Convitto Valdese; ed infine allo spettacolo popolaresco della « Corrida de Toros », nel cortile erboso del Convitto stesso, una spassosa ricostruzione, fatta con geniale abilità da un gruppo di volonterosi
amici di Lusema,^ della più caratteristica
scena d’ambiente spagnolo. Ed era un quadro veramente vivo e gradevole, quel gruppo di valorosi attori nei loro smaglianti costumi, circondati dalla folla degli spettatori lieti ed acclamanti, d’oltre mille persone,
nella limpida calda luce del tramonto, con
raccompagnamento delle gaie melodie spagnole dell’orchestra.
In complesso, la Giornata ha dimostrato
quanto possa essere efficace ed opportuna
l’azione della giovane Associazione degli
Amici del Collegio in vista d’un prospero
sviluppo nell’avvenire.
I libri che consigliamo
Edina Ribet: C’è una voce nella
mia Valle L. 500
V. Sommarli: Le avventure di
Buccino L. 600
Cento Canti popolari L. 800
Innario cristiano L. 500
Heussi-Miegge: Sommario di storia del Cristianesimo L. 950
Ernesto Comba: Cristianesimo e
Cattolicesimo Romano L. 1.000
Francesco Peyronel: Le basi della
civiltà futura L. 230
Maeder : Vers la guérison de l’âme L. 960
Silvio Fanti: J’ai peur, docteur L. 1.050
Racanelli: Le don de guérison L. 1.250
Georges Crespy: La guérison par
la foi L. 480
Gilbert Cesbron: Les saints vont
en enfer L. 1.150
Gilbert Cesbron: Chasseur maudit L. 750
Ordinazioni alla Libreria Claudiana - Torre Pellice (Torino) - Conto corr. p. 2-17557
VOCE DELLE COMUNITÀ’
Bobbio Pellice
Durante i mesi dj luglio e agosto abbiamo dovuto prendere diverse volte la via
del cimitero. I nostri dipartiti sono:
Negrin Maria ved. Pontet del Podio, deceduta il 9 luglio, all’età di anni 59. La
nostra sorella conobbe lunghe sofferenze,
ma la fede profonda'nel suo Salvatore l’aiutò a sopportare in Silenzio la dura prova.
Rostagnol Eliseo di Malpertus, di anni
68, deceduto il 22 luglio. Anziano del quartiere dei Campi, egli svolse la sua attività con fedeltà. Lascia il ricordo di un
padre credente e di Vin uomo stimato per
la sua probità.
Caffarel Giovanni del Centro, di anni 85,
deceduto il 23 luglio. Con la sua dipartenza la nostra Chiesa ha perduto un anziano devoto ed un ^rvitore fedele. Membro del Concistoro per oltre quarant’anni
e cassiere del medesimo per trenta, sempre, con animo lieto, accettò di rappresentare la nostra comunità ai Sinodi ed
alle Conferenze Distrettuali.
Pontet Giovanni del Centro, di anni 75,
deceduto il 2 agosto. Egli conobbe un periodo abbastanza lungo di debolezza fisica,
dando sempre testimonianza di quella serenità che solo il credente può possedere.
Lo ricordiamo come un membro fedele
della nostra chiesa ed un frequentatore assiduo ai culti.
Navache Davit Costanza della Caserma,
deceduta il 16 agosto ^ a soli 48 anni. Dopo
una vita di intenso lavoro essa fu colpita
da un male inesorabile che in pochi mesi
la condusse alla tomba. Durante la sofferenza !a nostra sorella seppe sottomettersi
alla imperscrutabile. Volontà di Dio.
.Costantin Lea ved. Gay deceduta a Ginevra il 1.0 agosto alla bella età di anni 90. Fu una donna di grande fede o,
sebbene lontana, non 'dimenticò mai le sue
care Valli. I
Catalin Anna ved. Grand deceduta il 3
agosto all’Asilo di S. Germano Chisone all’età di anni 78. Si spense lentamente,
senza sofferenze..
Sulie Famiglie colpite dal lutto invochiamo le consolazioni di Colpi che disse: «11 vostro cuore non sia turbato: abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche
in me! ».
11 S. Battesimo è stato amministrato a
Cairus Riccardo di Davide e di Rostagnol
Maria (Cairus), a Pontet Anna di Giovan
ni e di Gras Margherita (Podio), a Gon
net Daniele e Anny di Giuseppe e di Ray
monde Bouvier (Bidone). Il Signore pren
da sotto la sua protezione questi bambini
Ernesto Ayassot nel Circolo Fratellanza. Il messaggio del dott. Ayassot
è stato particolarmente efficace e per.
suasivo. Persuasivo, efficace è da considerare il discorso che il Past. M.
Sbaffi ha rivolto a un numeroso uditorio nella riunione al Giardino di
Torre Pellice. Un uditore ci ha detto
« L’Evangelo è stato fedelmente annunziato da questi due valorosi evangelizzatori ».
INella piazza della Libertà, c’è la
sala delle adunanze dell’Esercito, e
qui la Colonnella Poujol ha tenuto
una serie di studi biblici. Studi vivi,
di confortante spiritualità; mossi da
vivo amore p§r il regno di Dio e per
la redenzione delle anime. (Traduttori della colonnella Poujol, erano
la dott. M. Bein Argentieri e il past.
battista P. Bensi).
Domenica sera, 16 agosto, nel Tempio Valdese di Torre Pellice, ha parlato il Col. Pean. 11 Col. Pean ha
combattuto una grande battaglia nella sua vita; egli è stato molti anni
nella colonia penale francese della
Guiana, per compiere la sua missione cristiana. Egli notava che i bagni
penali distruggevano l’a'uima prima
di distruggere il corpo dei condannati. Il triste fatto era intollerabile
agli occhi di un cristiano che non
vuole e non può arrendersi di fronte
al male. Il soldato di Cristo non può
spegnere la luce della speranza per
nessuna anima. Il Col. Pean, dopo
lunghe insistenze e sagaci pressioni,
ha ottenuto l’abolizione del bagno
penale, e migliaia di uomini hanno
ritrovato la promessa divina dcli’Evangelo. L’amore di Cristo spezza
ancora le catene della schiavitù spirituale dell’uomo. E quelTaniore è
di tale potenza che è miserevole resistergli.
Il Tempio era gremito, tutte le adunanze di questa campagna, ad'ollate. L’Eterno, benedica i suoi servitori,
Filadelfo.
Società di Stadi Yaidesi
Come già abbiamo pubblicato, l’assemblea annua della Società di Studi Valdesi
avrà luogo domenica prossima 30 corr. alle
ore 21 nell’aula della Casa Valdese, con
l’ordine del giorno già reso noto, di cui il
punto più importante, di grande interesse
storico ed attuale, è il Dibattito sul contenuto storico, sul significato ed il valore della Pace di Cavour (5 Giugno 1561), fra il
Duca Emanuele Filiberto ed i Valdesi. Vi
interverranno il prof. Attilio Jalla, il prof.
Augusto Armand Hugon ed il dott. Giorgio Peyrot.
L’ingresso è libero al pubblico. I soci vi
sono particolarmente invitati.
La Presidenza.
Les familles Long et Travers ont la grande douleur de faire part du décès de
Jeanine Long
Quarla Moslra d’arie
caelemporanea
Alle ore 17 di sabato 29 agosto sarà inaugurata la IV Mostra d’arte contemporanea
nell’Aula Magna del Collegio Valdese.
La manifestazione si preannuncia di alto
interesse culturale comprendendo tra le
opere, litografie originai; dj Picasso, Matisse, Rouolt Chagal, Broque, e numerosi
altri contemporanei francesi.
Esporranno altresi i più celebri pittori
italiani da Casorati a Carrà, Campigli, de
Pisis, Morandi, e i più giovani Massai, Guttuso. Galvano, Cagli, Davico ed altri più
giovani ma già affermatisi in campo nazionale.
Invitiamo caldamente la popolazione ad
appoggiare l’iniziativa la cui importanza sul
piano artistico-culturale non può sfuggire a
nessuno.
La Mostra rimarrà aperta fino al 14 settembre.
leur chère fille, petite fille et nièce, que
Dieu a rappelée à Lui le 3 août aux Camoins (Marseille) à Vâge de 22 ans.
Elles remercient en même temps les parents, les amis et tous ceux qui ont pris
part à leur deuil et leur ont apporté le
témoignage de leur affection et de leur
sympathie chrétienne.
« L’Eternel a donné, et l’Eternel a
ôté; que le nom de l’Eternel soit béni »
(Job. 1: 2D
Les Camoins (Marseille), 3-8-1953.
Pramol, 3-8-1953.
II giorno 10 agosto 1953 Iddio ha riehiiimato a Sè
Giovanni Daniele Bouissa
di anni 65
La sposa Maria Janavel, il figlio Giovanni. le figlie Ilda e Paolina con le rispettive famiglie, cognati, zio, nipoti e parenti tutti afflitti annunciano il decesso avvenuto improvvisamente in Dolores.
Signore, a chi ce n’andremmo noi?
Tu hai parole di vita eterna.
(Giov. VI, 68)
Dolores (R. O. Uruguay), 10 agosto 1953.
Direzione e Redazione: Past. Frmanno
Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo •
Telef. 2009.
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27Xl-1950. _____________
Tipografia Subalpina S. o. A.
Torre Pellice (Torino)