1
Anno 124 - n. 27
8 luglio 1988
L. 800
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre Pellice
:
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
_______________________________ L’AFFAIRE LEFEBVRE
I prigionieri dei passato
Lo scisma sembra riportarci ad epoche passate, ma in realtà lo scontro con il vescovo tradizionalista è più che altro culturale - La questione dell’unità e il senso della scomunica
L’incrociatore americano «Vincennes » ha abbattuto domenica
mattina, in una operazione definita dai presidente Reagan «una
legittima azione difensiva », per
errore, un Airbus delTIran Air
con 289 persone a bordo, di cui
66 bambini. Tutti morti.
La spiegazione dell’errore sta
nel fatto che le sofisticate attrezzature di cui dispone, l’incrociatore non sono in grado di distinguere, a distanza, se l’aereo
che si avvicina è militare o civile e quindi l’uomo che ha pre' muto il bottone, temendo una
aggressione aerea, si è sbagliato. Il suo sbaglio è giustificato
non solo dal clima di guerra esistente nella zona, ma anche dal
fatto che la nave era in quel
momento oggetto di un attacco
militare.
Tante scuse alle famiglie. Sono
le vittime di una guerra che uccide tutti coloro che si trovano
nel raggio delle operazioni, senza distinzioni tra « civili » e « militari ».
Eppure lo scopo delle varie
flotte che sono nel Golfo è quello di mantenere il diritto internazionale e di salvaguardare 1
traffici di merci e persone nell’area. La realtà è che ci sono
troppi legami tra le azioni di
guerra e le « azioni in difesa della pace ». C’è un’interdipendenza
tra le due cose che è difficile,
quasi impossibile, da distinguere, nonostante l’impiego delle
più sofisticate tecnologie.
E’ la drammatica conferma di
quello che i pacifisti di tutto il
mondo hanno sempre detto. In
un mondo come il nostro, ogni
conflitto armato, anche se localizzato, è un conflitto potenzialmente globale. Formalmente le
convenzioni internazionali proteggono i civili dai rischi di guerra, ma la realtà è un’altra cosa:
quanti sono i civili vittime di
questa interminabile guerra IranIraq? Milioni forse. Si sono sterminate intere popolazioni curde
coi gas, donne e bambini con
bombe, ed ora anche passeggeri
di aerei con i missili. La guerra
è interminabile anche perché sono interminabili i business che
si possono fare con essa.
E noi ci siamo dentro fino al
collo. Non solo perché abbiamo
delle navi laggiù, ma anche perché le nostre industrie — ed abbiamo documentato tempo fa,
su questo giornale, il coinvolgimento delle industrie canavesane nella guerra — vi traggono
enormi profitti.
Ora quest’episodio genererà altri morti civili. L’Iran sosterrà
quei gruppi di terroristi che colpiranno « obiettivi civili » ame^
ricani come ritorsione. La spirale di morte continuerà.
Che fare per fermarla’? A questo punto non è facile, ma la
strada del negoziato è da imporre, anche rifiutandosi di fornire
le armi e i gas necessari alla
guerra e facendo uscire le nostre navi dal Golfo. In fondo
noi forniamo armi in cambio di
petrolio. Ma siamo veramente
disposti a rinunciare al nostro
modello di consumi in cambio
della vita di passeggeri, donne e
bambini, curdi che non conosciamo? O è più comodo dire:
noi non c’entriamo?
Giorgio Gardiol
Molto rumore per nulla, si sarebbe tentati di dire, riguardo
allo scisma a lungo annunciato
e poi, finalmente, consumato a
Ecòne, nel senso che l’aiwenimento difficilmicnte farà storia.
Sembra essere la conclusione di
una vicenda, piuttosto che l’apertura di un qualcosa di nuovo. « Ora c’è più chiarezza »
ha dichiarato mons. Bettazzi.
« Il futuro del movimento di Lefebvre? Dipende dalle sue entrate! Quando i soldi finiranno —
ha detto con molto realismo Sergio Rostagno — è facile che anch'esso si esaurirà ».
Si son fatti i calcoli: pare che
siano circa 100 mila i seguaci di
Lefebvre sparsi in Europa, America Latina, USA, Sud Africa. Il
movimento hà tre seminari in
Europa (Ecòne, Schierling in
Germania, Flavigny in Francia),
uno in Argentina ed uno a Ridgefield, negli Stati Uniti, con un
totale di circa 5-600 seminaristi.
Bisognerà attendere per vedere quale impatto avrà, in questa
massa, lo stacco da Roma. Quest’ultima ha comunque già predisposto strutture p>er accogliere gli eventuali profughi ed assunto iniziative atte ad invogliare il rientro, come per esempio
a Parigi, dove il card. Lustiger
ha dato il p>ermesso ad alcune
parrocchie di celebrare la messa in latino, e lui stesso ne ha
celebrata una in Notre Dame.
Ma chi è questo Lefebvre?
« Non ha certo nulla del profeta
— osserva Paolo Ricca —. E’
ben lungi dalla tragica grandezza di un Thomas Müntzer, o dalla statura di un Lutero », anche
se è incorso nella medesima scomunica.
Lo scisma
La parola « scisma », estranea
alla nostra generazione, ci riporta a tempi lontani: all’XI secolo, quando avvenne la grande
scissione tra le chiese d’Oriente e quelle d’Occidente. Le divise la grossa questione del primate del vescovo di Roma, che
le chiese orientali non volevano
riconoscere.
L'altra grande frattura avvenne nel XVI secolo: al centro del
conflitto l’Evangelo e la sua interpretazione. Nacquero le chiese protestanti.
Nel secolo scorso, infine, dopo
il Concilio Vaticano I, un’altra
spaccatura: alcuni vescovi non
accettarono il dogma dell’infallibilità papale e formarono un’altra chiesa, la « Vecchio-Cattolica » (oggi membro del Consiglio
Ecumenico delle Chiese di Ginevra i.
Ma cosa esprime oggi questo
scisma? « Il nodo del conflitto
— dice Ricca — è essenzialmente culturale. Ciò che divide non
è la fede (come nel XVI secolo), né la chiesa (come nel secolo scorso) e il rifiuto di una
sua concezione monarchica, ma
il rapporto con la storia. Nei
confronti della vicenda umana,
in tutti i suoi aspetti non religiosi, non ecclesiali, Lefebvre ha
un atteggiamento globalmente
negativo, del tipo che si ebbe
già nel periodo della Controriforma. Egli identifica l'umano
col demoniaco: quello che non
è cristiano, è demoniaco; quello
che sta fuori dell’area ecclesiastica è sotto il segno negativo
delle potenze del male ».
Lefebvre si richiama al Sillabo del 1864, con il quale il Vaticano condannava tutto ciò che
nella vita politica e culturale non
discendeva direttamente dalla
chiesa cattolica.
Uno dei quattro nuovi vescovi
scismatici ordinati il 30 giugno
scorso, il francese Bernard "rissier de Mallerais (34 anni), che
passa per essere il teologo del
gruppo di Lefebvre, ha dichiarato alla stampa: « La libertà
religiosa si^ifica la morte degli
stati cattolici »; ed ha anche aggiunto: « Non c’è alcun motivo
perché un paese come la Francia tolleri il culto pubblico di
altre religioni ».
Contro il papa
« Rifiutando le libertà moderne, condannate allora dal Sillabo — prosegue Ricca — e il modernismo, condannato nel 1907
da Pio X, Lefebvre rifiuta anche
la storia della chiesa moderna »
e quindi il Vaticano II e le sue
aperture al mondo e alle altre
chiese e religioni. « E’ troppo
prigioniero del passato per avere un futuro; è il simbolo di una
fede che non riesce a discernere, che non riesce ad interpretare la storia come un luogo significativo per la fede ».
Non stupisce quindi la scomunica vaticana; anzi, in un certo
senso può anche essere condivisa. Piuttosto ci si può stupire
che non sia venuta prima. « Da
tempo — ha detto mons. Bettazzi — si erano posti fuori dalla comunione con la chiesa ».
Già, ma la scomunica è arrivata solo ora. Perché solo ora?
Forse perché Roma si è servita
di Lefebvre finché ha potuto.
per dare un’interpretazione restrittiva al Vaticano II? Agitando cioè lo spauracchio dello
scisma a destra, ha controllato
ed ingabbiato il movimento a
sinistra? Può essere che Roma
abbia anche strumentalizzato il
dissenso dei conservatori. Ma sta
di fatto che la scomunica è giunta al momento in cui l’autorità
del papa è stata contestata!
« Non basta il papa per unire
— dice Ricca —. Quando si parla di unità col papa, in realtà
significa unità sotto il papa. L’unità è garantita dalla sottomissione al papa».
C’è dunque da domandarsi
con molta serietà che cosa sia
in effetti la questione dell’unità.
AH’intemo della chiesa cattolica
hanno diritto di cittadinanza le
idee più disparate, anche quelle
di Lefebvre, finché non ledono
l’autorità papale. Anche nei secoli scorsi le scissioni hanno avuto in misura ora magghire,
ora minore, all’interno del nucleo centrale dello scontro e del
confronto, la questione del papa. E’ dunque una costante nella storia della chiesa di Roma.
Ma può esistere ima chiesa
che non scomunica? Cioè non è
forse un suo diritto porre dei
confini, stabilire dei limiti, indicare i termini di una comunione?
Insomma, in altre parole, che
cos’è e che cosa ha da essere
la chiesa?
« La chiesa, secondo l’Evangelo — dichiara Ricca — è la comunione nella quale gli empi sono accolti, nella quale i peccatori ricevono accoglienza. Solo
Dio può scomunicare. Ma l’Evangelo è l’annuncio che Dio non
lo fa. Quindi la sfida evangelica
è quella di un’esistenza nd dialogo, anche critico, anche serrato, senza però una sanzione che
nasce da un potere dubbio, se
non addirittura illegittimo ».
Luciano Deodato
SCHEDA
Lefebvre in cifre
La c< Fraternità San Pio X » è diffusa in 28 paesi diversi; in Europa
ia sua presenza si avverte soprattutto in Francia, dove ha un seminario a Flavigny, 23 scuole private,
tre monasteri, cinque carmeli, quindici priorati e circa 500 luoghi di
culto. Dal '77 il movimento ha occupato la chiesa parigina di SaintNicoias du Chardonnet, rifiutandosi,
nonostante l'ordine delia magistratura, di sgomberarla. Possiede un
giornale: « L'anti ’89 » (cioè .1789,
data della Rivoluzione francese!), ed
anche una squadra di calcio. Sua è
ia casa editrice « Fideliter ».
In Svizzera, oltre al seminario
di Ecòne, a Rickenoach si trova il
centro amministrativo e a St. Nicolas de FItie la casa generalizia. Qui
fanno capo i 210 sacerdoti della
« Fraternità » sparsi nel mondo.
In Italia è operante In 3 centri:
ad Albano, a 'Montalenghe (Torino)
e a Spadarola (presso Rimini).
'In Germania ha un seminario a
Schierling e vari luoghi di culto.
In Asia la « Fraternità » è presente con sette luoghi di culto in India.
In Sud America ha un seminario
in Argentina e un priorato a Buenos
Aires. Ma deve anche fare I conti con la concorrenza di mons. Leon
Kruk, un vescovo ultraconservatore. In Brasile esiste una comunità monastica a Nova Friburgo.
Negli USA, oltre a un seminario
a Ridgefield (Connecticut), ha 120
luoghi di culto in 41 stati su 50.
In Canada la « Fraternità », presente a Montréal, deve fare i conti con gruppi concorrenti, del tipo
n Armée de Marie ».
Come si mantiene la « Fraternità »? Ufficialmente grazie ai doni
dei fedeli. Vengono continuamente
lanciati appelli per opere da completare. Si organizzano vendite di
beneficenza, lotterie, vendita di
prodotti artigianali.
Sono note (e preoccupanti) le
connivenze con regimi dittatoriali,
come in Cile, o movimenti di destra
come il neo-fascismo di Le Pen.
2
commenti e dibattiti
8 luglio 1988
DIBATTITO
Omosessualità e coscienza cristiana
I giudizi sono troppo spesso viziati da convinzioni personali - Lo sviluppo di nuove scienze impone di riconsiderare i comportamenti umani - La tradizione dell’Antico Testamento e il messaggio dell’Evangelo - Etica e morale
Devo premettere che non sono,
e non sono mai stato, né omosessuale né fornicatore; e che non
stimo questo mio non essere né
un pregio né un difetto.
Detto questo, mi si concederà
di guardare con serenità lo scagliarsi di alcuni contro quei comportamenti, e l’accanirsi di altri
nel difenderli o nel giustifictirli.
Gli uni e gli altri in nome di ima
pretesa morale biblica che è tutta da dimostrare.
Un’altra affermazione devo fare, e cioè che io credo nella Bibbia: vi credo per quello che vuol
dire, non per quello che dice. E
questo vale certo particolarmente a riguardo dell’A.T., continuamente citato, le cui espressioni e
i cui contenuti, sia per l’arco di
tempo che gli scritti in esso contenuti ricoprono, sia per la mentalità che esprimono, sia per gü
intenti che perseguono, sia infine,
per la loro estraneità ai nostri
problemi, sono completamente
inadatti ad ogni possibile confronto con l’attualità sociale ed
etica nella quale viviamo. Usare
quelle espressioni come pietre di
paragone, assumerne U valore come normativo oggi, prima di tutto significa non rispettare l’intimo loro messaggio, e poi equivale ad ustue vocaboli di altra lingua senza tradiuli.
E’ lecito domandarci quindi se
gli accanimenti e le prese di posizione e i giudizi, sia da una parte che dall’altra, non siano frutto
di stati d’animo particolari e di
inveterate convinzioni, piuttosto
che di ragionate conoscenze. Non
siano perciò da ascriversi e da
circoscriversi al campo psichico
emozionale piuttosto che a quello razionale.
Tra psicologia
e antropologia
L’obiettività ci è imposta. E, cominciando da noi, ci è imposto
anche di non isolare secondo criteri passionali, ancorché giustificati da personali stati d’animo
o da precetti educativi, comportamenti ritenuti « peccaminosi »
da altri comportamenti che pure
firn parte della quotidiana « peccaminosa » condotta umana.
Ma che cosa
« ci ripugna »?
Le scienze che studiano l’origine e lo sviluppo dei comportamenti umani dovuti ad esperienze mentali ed affettive che hanno
influito sulla personalità: psicologia, antropologia culturale,
ecc.; lo studio dei processi relativi alla sfera delle emozioni inconsce: psichiatria e psicoanalisi; le acquisite conoscenze 'biogenetiche dei fenomeni chimico-fisici che si svolgono precocemente nell’organismo umano e presiedono all’orientamento e all’indirizzo futuro del suo temperamento, e ne determinano la
condotta, ci hanno ormai aperto
orizzonti reali, imprevisti anche
solo pochi decenni fa, che non
è consentito ignorare.
Su queste basi il nostro atteggiamento non può più essere di
preconcetta riprovazione e il nostro giudizio non può più essere
di indiscriminata condanna; come ingiustificata sarebbe una superficiale approvazione, e offensiva una semplice noncuranza. Se
crediamo che un problema ci sia
— e agli occhi di molti sembra
esserci — non possiamo certo affrontarlo da una parte a suon di
versetti biblici, solo perché rispondono ad una nostra viscerale
avversione e, dall’altra, con spettacolari rivendicazioni solo perché rispondono a giustificate reazioni di una sensibilità emarginata.
Questo non vuole assolutamente dire che dobbiamo o possiamo accettare favorevolmente ciò
che prima ci scandalizzava o subire incivili oltraggi; come non vuol
dire che ora dobbiamo o possiamo esporre cartelli autoihcensanti; significa semplicemente che
dobbiamo e possiamo riconside"
rare le fondamenta sulle quali,
gli uni e gli altri, ci muovevamo.
Quali condanne
nella Bibbia?
(che cosa è la morale? E’ forse
un concetto costante nel tempo e
universale?) ma perché ostacolando la nascita di figli, specialmente maschi, ostacolavano il
moltipliòarsi di quei « figli di
Israele » che — secondo quanto
essi credevano — chiamati da
Dio, avrebbero dovuto, come suo
popolo, riempire la terra e dominarla.
La ripugnanza, per esempio,
nei riguardi di azioni o cose, è un
fatto incontrovertibile, direi addirittura che in alcune circostanze è un valido strumento di salvaguardia personale, ma è sicuramente un fatto estremamente
soggettivo, individuale e legato
strettamente ad un dato comportamento sociale o ad una tradizione. Nessuno di noi, penso, gradirebbe mangiare il disgustoso —
per noi — cibo che alcune tribù
cosiddette selvagge appetiscono
golosamente, o si sottoporrebbe
a certe pratiche iniziatiche che
pur sono altrove, anche oggi, frequenti e « biblicamente » accettate.
Ripugna l’omosessualitá? Ripugna meno la fornicazione, largamente praticata da cristiani di
ogni confessione? Non ripugna
altrettanto, o più, lo stupro? La
pena di morte? La violenza sui
minori o sulle donne, sia fisica
che morale, sia quella che con
comodo eufemismo chiamiamo
« educativa »? E quale giustificazione razionale o biblica ha la
maggiore o minore ripugnanza
per questi atti: la loro approvazione o la loro riprovazione? Quale giustificazione ha l’indifferenza
o l’assuefazione al riguardo di alcuni e non di altri di questi atti?
Eppure sono tutti ugualmente
trattamenti che un singolo essere umano riserva ad un altro singolo essere umano; non si tratta
dello scontro armato tra nazioni,
ner chi pensa che la guerra abbia una qualche ammissibile giustificazione, cosa che personalmente rifiuto assolutamente di
ammettere e di credere.
Questo è tanto vero che solo
questi comportamenti sono condannati. Quello, per esempio, che
nella nostra ipocrisia morale riteniamo uno scandalo e un peccato, dico il concubinaggio sotto
qualunque forma, nella Bibbia è
tacitamente accettato; infatti non
implica necessariamente mancanza di procreazione. Le figlie delle
concubine ricevono doni da Abrahamo, la concubina di Gedeone
gli partorisce figli, Da-vide prende assieme mogli e concubine,
Salomone ne ha trecento, e così
via.
« Peccati » e
sfera sessuale
Mi si dirà che la Bibbia —
questo comodo paravento, quando è presa in blocco acriticamente da chi non ha altre ragioni sufficienti da esporre — condanna
alcuni comportamenti e non altri, e che perciò anche noi siamo
tenuti a condannarli.
Non possiamo
giudicare...
A parte il fatto che non è la
Bibbia come tale — questo costante idolo (l’idolo ha sempre
presentato l’indubbio vantaggio di
poter essere solo interpellato senza dover essere interpretato) —
a condannare, ma è Dio che nella
Bibbia condanna, il che esclude il
letteralismo ed invita a scoprire
il significato, chi si rifà solo all’Antico Testamento dovrebbe accorgersi che la condanna di certe
pratiche non ha niente a che fare
con la morale della quale noi le
rivestiamo. L’omosessualità, la
fornicazione, Tonanismo non rivestono carattere morale ma carattere etico. La loro condanna è
un precetto etico dettato da un
preciso intento, e cioè in quanto
il rapporto sessuale era visto come essenzialmente finalizzato alla procreazione. Ogni pratica,
comportamento o abitudine che
la impedissero erano perciò solo
condannati. Non perché immorali
facilmente comprensibili, mi limito a sceglierne uno di evidenza fisiologica palmare. E’ il caso
sottopostomi di una laureata colta, sensibile ed equilibrata la cui
tendenza omosessuale creava vergogna ed esclusione familiare di
estrema gravità. Come aiutare?
Chiesi di vedere il suo corredo
cromosomico: la fotografia mostrava chiaramente l’esistenza di
un indebito elemento maschile,
che nessuna donna porta nel proprio corredo cromosomico, e che
determinava rabnorme tendenza.
(A chi interessa sapere, ecco: l’ultima coppia, quella determinante
il sesso, era formata da due cromosomi X, che stabilivano il sesso femminile, più un cromosoma
Y, prettamente maschile. Esisteva quindi una rara anomalia genetica di cui la donna non era
di certo responsabile).
Naturalmente noi siamo cristiani e mettiamo giustamente i
nostri comportamenti in rapporto alla fede neU’Evangelo dove,
per altro, non si trova alcuna specifica condanna da parte di Gesù
per tutto quello che in questo
campo noi condanniamo. Quanto al resto del Nuovo Testamento,
poi, quelli che noi con estrema
superficialità chiamiamo peccati,
quando non sono presi in senso
figurato, sono sempre mescolati
alla pari con altri che certo disapproviamo e ci preoccupano,
ma che non ci scandalizzano e
non ci ripugnano. Peccati quali
avarizia, idolatria, ubriachezza,
rapacità, furto, ecc. Tutti quelli
cioè che non si riferiscono alla
sfera sessuale ma che, in un modo o nell’altro, rappresentavano
e rappresentano ancora una eccezione alla norma sociale
del vivere o una rottura della fratellanza. In V Cor. 5: 9
Paolo, molto perentoriamente, ricorda: « Vi ho scritto di non mischiarvi con i fornicatori »; ma
altrettanto obiettivamente aggiunge: « non del tutto però, altrimenti dovreste uscire dal mondo »! Non è a questo saggio e realistico e umano e fraterno consiglio che dovremmo attenerci?
E’ chiaro, anche solo da questo
esempio, che occorre distinguere
il vizio, che può essere indotto,
come ogni altro vizio, da un assetto sociale particolarmente degradante su individui particolarmente labili, e causato perciò da
una molteplicità di ragioni estranee alla costituzione fisico-psicologica, da quella che è la realtà
di una natura fisica o psichica
obiettivamente diversa e perciò,
in quel senso, normale.
Resta un ultimo punto da considerare. Ed è non la richiesta
giustificata di una comune accettazione, e quindi della cessazione
della caccia alle streghe, ma la
pretesa di un assenso pubblico
ad un comportamento che riguarda l’ordine privato delle singole
persone. Qgnuno di noi è quello
che è; si comporti ognuno come
crede senza che questo possa offendere chi non si comporta nel
medesimo modo e senza pretendere, per rivalsa, di normalizzare
a tutti gli effetti un comportamento che normale non è, semplicemente perché non è nella
norma. Q viceversa di coprire del
fango del disprezzo un comportamento che può avere cause giustificative che ignoriamo o non
comprendiamo.
Da una parte e dall’altra la
conoscenza e la comprensione
sono il migliore antidoto per ogni
estremismo. Ogni rivendicazione,
come ogni ripulsa, ogni colpevolizzazione, da una parte e dall’altra, sono estranee all’ambito cristiano nel quale diciamo di vivere e vogliamo vivere.
Sergio Carile
Stabilito che su basi morali o
bibliche non possiamo né giudicare né tanto meno condannare
comportamenti a noi estranei e
che visceralmente non sentiamo
di condividere, resta da considerare che un conto è fare di ogni
erba un fascio in nome di una generalizzazione assai veloce, priva
di ogni base concreta e viaggiante sull’onda dell’emozione o dello sdegno, e altro conto è distinguere obiettivamente e ponderatamente i fenomeni per quello
che realmente sono e non per
quello che attraverso l’ottica del
nostro personale sentire ci appaiono.
Qui non è più la Bibbia o la
morale corrente che possono aiutarci, ma la scienza.
Escludendo esempi che richiederebbero approfondite spiegazioni di carattere psicologico
comportamentale, non da tutti
La trasmissione di domenica 26, per la regia di Gianna
llrizio, aveva come titolo « Silvia e Debora, due donne a
confronto ». Di chi si tratta?
Silvia è una giovane credente di oggi, femminista e pacifista, che rimane sconcertata alla lettura di Giudici, capitoli 4 e 5, dove si narra
come la profetessa Debora
(l'altro personaggio del titolo), giudice in Israele, incita
Barak alla guerra e lo accompagna nell’impresa, poi celebra in un inno la distruzione
gliosamente di possedere Dio,
finisce per perderlo;
nonostante il pesante condizionamento della mentalità dell’epoca, già si fanno luce le intuizioni di un inondo
nuovo dove deile spade si faranno aratri, ecc.
Il dibattilo tra i giovani
protagonisti si conclude con
l’affermazione che Gesù rappresenta il ponte tra noi e
iantica promessa.
Da questa sommaria relazione si può intravvedere la
complessità e la quantità de
Silvia e Debora
di tutti i nemici e l’uccisione a tradimento del loro capo per mano di un’altra donna. Il filmato si snoda alternando scene, suggestive, dell antica vicenda a dialoghi fra
giovani studiosi della Bibbia,
dei nostri giorni.
Emergono risposte alle perplessità di Silvia che si possono sintetizzare nelle considerazioni che seguono:
il libro dei Giudici è stato scritto molto tempo dopo
gli eventi narrati e l’autore
è un uomo;
per Israele non faceva problema la guerra, parte integrante della realtà, ma il mantenere la prozia identità;
l’Antico Testamento è il
diario di un popolo che ha
creduto nella promessa (la
vittoria sul nemico ne conferma la validità).
Ma come si raccorda questo modo di sentire con le
problematiche che ci occupano oggi?
Premesso che Debora non
va giudicata ma capita, viene
rilevato che:
i racconti biblici ci presentano uomini e donne con
il loro bene e il loro male;
quando Israele crede orgo
gli argomenti toccati: pacifismo, femminismo, critica biblica, problema escatologico,
rapporto tra antico e nuovo
patto ecc. Per questo, pur
apprezzando la vivacità e gradevolezza del filmato e la serietà della riflessione teologica che ne affiora, temo che
un messaggio comprensibile
e chiaro non sia pervenuto
al pubblico non iniziato. Ritengo importante che non si
perda mai di vista il telespettatore (e la « cultura religiosa » che in genere lo contraddistingue). In quest’ottica vedrei utile, per fare un esempio, dedicare uno spazio adeguato alla problematica inelente alla lettura della Bibbia
(i diversi tipi di approccio,
che cosa intendiamo per « sola scriptura », ecc.) anziché
affrontare contemporaneamente tanti temi diversi.
Avendo infatti a disposizione una misera (e mal collocata) ma tuttavia preziosa
mezz’oretta quindicinale, diventa indispensabile scegliere
l’essenziale da comunicare, in
quanto credenti e protestanti, e farlo in modo accessibile e approfondito insieme.
Mirella Argentieri Beta
3
8 luglio 1988
vita delle chiese
EVANGELICI IN VAL MAIRA
UNA VITA PER LE MISSIONI
Un “pezzo” di storia
La recente gita storica della
Società di studi valdesi ha coinciso con una iniziativa della commissione per l’evangelizzazione
della chiesa valdese di Torre
Penice; ancora ima volta l’attenzione è stata rivolta ad una riflessione sulla presenza evangelica nelle vallate cuneesi, in vai
Maira in particolare.
Così una rapida puntata nella
valle fino al Comune più alto,
Acceglio, ha permesso di conoscere una zona che ha visto nel
’500 e fino alla metà del secolo
successivo una forte presenza riformata, spesso finita in tragiche impiccagioni od in roghi degli esponenti più validi. Inoltre
la stessa conformazione orografica e l’esiguità dei terreni coltivabili hanno anche evidenziato ai
presenti come effettivamente di
zona molto povera si tratti, tant’è che proprio qui si trova il
Comune recentemente assurto al
primato del più povero d'Italia.
Il momento più significativo
della giornata è però stato l’incontro pubblico svoltosi a Dronero con una conversazione del
prof. G. Gönnet sulla « presenza evangelica a Dronero e nella
sua valle dal tardo medioevo alla prima metà del secolo XVII ».
La chiara esposizione dell'oratore ha messo in risalto come
la Riforma, « in zone cui dobbiamo guardare con una ottica europea, considerando il peso che
le municipaiità, le etnie hanno
avuto in secoli di lotta a difesa
di una propria identità», rappresenti veramente un « pezzo » importante della storia di questa
valle, dal tardo medioevo rifugio
di predicatori, non soltanto vaidesi, della cui presenza abbiamo
dati precisi dagli atti dei proces
SOCIETA’ DI STUDI EVANGELICI
Micro o macrostoria
I rapporti fra protestantesimo storico e religiosità popolare - Tra
Riforma e Risveglio - In corso alcuni lavori di « memoria storica »
In margine ai lavori della
Conferenza distrettuale del Mezzogiorno, la sera di sabato 18
giugno, si è tenuta l’assemblea
della « Società di studi evangelici », giunta un po’ in sordina
al suo secondo anno di vita.
La società storica del Mezzogiorno nacque a Napoli il 10 dicembre 1986, con sede presso
la Casa Valdese di Guardia Piemontese, con lo scopo di promuovere « studi e ricerche sulla
storia e sulla diffusione dei movimenti di riforma religiosa e
delle chiese evangeliche, sia nella regione Calabria, storicamente caratterizzata da una incisiva presenza valdese e da un ricco martirologio, sia in tutta l’Italia meridionale, il cui contributo alla Riforma protestante
ed al moderno movimento evangelico l’Associazione intende trarre daH’oblio in cui è caduto... »
(dall’art. 4 dello Statuto). I soci attuali sono una quarantina e
la prima assemblea dei soci (La
Noce, 13 giugno 1987) ha nominato un comitato scientifico nelle persone dei professori: Emidio Campi, Rosanna Ciappa,
Jean Gönnet, Silvana Nitti e Paolo Ricca. Soci onorari sono stati
acclamati, per chiara fama scientifica, gli storici Giorgio Spini,
Domenico Maselli e Giorgio Rochat.
Dalla relazione del seggio (Giulio Vicentini, presidente; Rosanna Ciappa, vicepresidente; Cesare Miìaneschi, segretario; Mirella Scorsonelli, cassiera e Giorgio Bouchard) ricaviamo alcune indicazioni di fondo e le trac
ce di alcuni lavori storiografici
« in fieri ».
Il saggio di Rosanna Nitti:
« Per una storia delTevangelismo meridionale » (Il Tetto, 145)
offre in un quadro complessivo
(la microstoria, alla francese,
a giudizio modesto dello scrivente, talvolta non inquadra le
grandi « svolte » e i « processi
storici » che le hanno precedute) una chiave di lettura, inserita nelle vicende dello stato postunitario, dell’evangelismo meridionale. Le piste di ricerca offerte da Rosanna sono due: la
prima delinea il rapporto tra
protestantesimo storico e religiosità popolare. Sostanzialmente
si tratta di riprendere il discorso tenendo conto della ricerca
avviata da Miriam Castiglione:
sulla religiosità popolare evangelica (cfr. la rilevante presenza nel Mezzogiorno di movimenti pentecostali e carismatici)
sino ad ora non è stato prodotto
molto. La seconda pista di ricerca pone una domanda di fondo: « Le caratteristiche delTevangelismo meridionale sono riconducibili alla Riforma o piuttosto al Risveglio? ». Come valutare figure « nazional-popolari » del Sud o che hanno operato al Sud, ad esempio Lucio
Schirò, Alfredo Chauvie, Giuseppe Banchetti e Vincenzo
Nitti? Sono interrogativi aperti
che aspettano delle risposte « sul
campo », oramai non più rinviabili.
Tra le ricerche in corso, segnaliamo il lavoro di « memoria storica » di alcuni pastori che han
Convegno
su "Protestantesimo"
Con la morte di Vittorio Subilia, che è stato direttore di
« Protestantesimo » per 36 anni, il Comitato di redazione ritiene indispensabile arrivare ad un’ampia consultazione di
tutti coloro che hanno apprezzato questa rivista, ne sentono la
necessità e vogliono che la sua continuità sia assicurata. A
questo scopo un
CONVEGNO DEGLI AMICI DI «PROTESTANTESIMO»
è convocato a Torre Pellice, nell’Aula sinodale della Casa
Valdese
VENERDÌ’ 19 AGOS'TO ALLE ORE 21
Il convegno sarà aperto da una relazione del prof. Bruno
Corsani, direttore ad interim.
no lavorato al Sud: Pietro Valdo
Panasela (cfr. il suo lavoro in
tedesco sulla costituzione del
Centro Diaconale La Noce, pubblicato sulla rivista del Dìakonisches Werk, « Weltweite Hilfe»), l’ex moderatore Achille
Deodato, Alfredo Scorsonelli, Enrico Corsani e Davide Cielo. In
questa linea si colloca la ricerca di Giulio Vicentini sulla figura del pastore metodista episcopale di Catanzaro, Giuseppe
La Scala.
Queste ricerche presuppongono l’accurata conservazione privata e pubblica (archivi ecclesiastici) della nostra « memoria
storica »: il seggio ha fatto un
caldo appello in tal senso a singoli e comunità.
Per quanto riguarda le pubblicazioni, entro l’anno dovrebbero uscire i primi «Quaderni di
Guardia Piemontese » (saggi di
Ciappa e Miìaneschi) e il « Diario di guerra (1915-18)» di Giuseppe La Scala.
Infine ricordiamo un evento
importante legato al nostro evangelismo meridionale: nel quadro dell’attuale « Gangale Renaissance » si prospetta una possibile pubblicazione dell’opera
omnia. Il valore culturale di tale evento potrebbe essere, se
realizzato, paragonabile solo alla traduzione in corso della
« Weimarana » (gli scritti di Lutero): il vivo desiderio, e non
solo dello scrivente, è che il
pensiero filosofico, teologico e
storico di Giuseppe Gangale diventi patrimonio comune non
solo del nostro evangelismo, ma
anche della cultura laica e progressista italiana.
Eugenio Stretti
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 10 LUGLIO
ore 23 circa - RAI 2
WINNIE MANDELA
« La mia speranza non verrà
mai meno »
In occasione del compleanno di Nelson Mandela,
questo numero presenta la
difficile situazione in Sud Africa.
Elisa Giampiccoli
si dell’Inquisizione. Un altro fenomeno evidenziato da Gtonnet,
e che riguarda tutte le vaili a
sud della vai Pellice, è il coinvolgimento nelle idee riformate, con
adesione e predicazione, di classi socialmente evolute quali, medici, notai, artigiani, che spesso
raggiungevano alte cariche cittadine.
L’esposizione di queste vicende ha molto coinvolto i presenti,
soprattutto di Dronero, ingenerando vivaci discussioni, domande che sono ben presto passate
dal piano storico a quello più
prettamente teologico, da cui è
emerso il desiderio di proseguire nella linea di questi incontri
e da cui ha trattoi ulteriore motivo di rallegramento lo spirito
evangelistico che ha contraddistinto la manifestazione.
P.V.R.
Coi'sson
Il 20 giugno scorso moriva a
Torre Pellice Elisa Giampiccoli Coìsson. Era nata il 3 giugno
1899 a Torre Pellice, figlia del
pastore Ernesto Giampiccoli e
di Enrichetta Rostagno; l’ambiente familiare avrà una grande influenza poiché crescerà in
una famiglia dalla fede profonda
e viva. Il pastore Giampiccoli
era stato presidente del Comitato di evangelizzazione e poi moderatore della Chiesa valdese dal
1915 al 1921, nonché autore di
molti inni del nostro innario. La
madre di Elisa, sorella del pastore Rostagno, morì nel 1917,
quando Elisa aveva solo 18 anni.
Dopo essere stata alunna nella
scuola magistrale « Berti » di
Torino, continua gli studi al Liceo di Torre Pellice con l’intento di iscriversi all’università.
Ma dopo la morte del padre diventa maestra a Pra del Torno
nella scuola elementare dove rimarrà dal 1921 al 1926. E’ una
vera educatrice e si conquista,
ricambiandolo, l’affetto di tutta
la popolazione: il suo ricordo
è ancora vivo. Sente la necessità
di testimoniaré i’àmore di Dio,
impartendo lezioni di catechismo, presiedendo culti e riunioni, dirigendo la corale poiché la
comunità era rimasta senza evangelista.
Nel 1926 sposa Roberto Coisson, missionario presso la « Société des Missions évangéliques
de Paris ». Partono immediatamente per lo Zambesi, dove
svolgeranno il loro ministerio in
mezzo ai Malozi. A Lealui saranno alla direzione di un distretto,
poi a Sefula, dove dirigono per
15 anni la scuola normale che
prepara insegnanti ed evangelisti.
Elisa affianca validamente l’opera del marito occupandosi in
modo particolare delle donne.
Come ogni moglie di missionario, quando la « stazione » non
ha a disposizione una infermiera, deve occuparsi del dispensario dove sfilano anche una cinquantina di malati al giorno, tra
cui molti lebbrosi.
Negli ultimi anni della sua permanenza in Africa sarà la preziosa consigliera dei giovani missionari che compiono i primi
passi nel loro ministerio e per i
quali rimarrà la « tante Lisa ».
Quando stanno per rientrare
definitivamente in Europa, accolgono l’appello della « Société
des Missions » a prolungare di
due anni il loro soggiorno africano, recandosi a Livingstone
per occuparsi dei Malozi là trasferiti per motivi di lavoro e
sradicati dal loro ambiente.
Rientrata a Torre Pellice nel
1961, Elisa continuerà ad occuparsi attivamente delle missioni, assumendo per 17 anni la
direzione delle società missionarie locali.
La chiesa le è molto riconoscente per tutto quello che ha
dato, ed esprime la sua simpatia a Roberto Coìsson.
Possiamo ripetere il messaggio
che lei lasciava ai suoi amici di
Pra del Torno, al momento di
partire per l’Africa: « Ricordatevi: amatevi gli uni gli altri come il Signore vi ha amati e vi
ama ».
Louise Muller
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Riflettere sul lavoro
TORRE PELLICE — Dopo l’assemblea di domenica 12 giugno,
si è tenuto venerdì 1“ luglio un
incontro sui problemi derivanti
da una nuova organizzazione del
lavoro, con riferimento alla richiesta, da parte della RIVSKP, di turni lavorativi durante il fine settimana. E’ risultato
peraltro, in quasi tre ore di discussione, che il problema è
più ampio e molte sono le implicazioni che intercorrono tra il
senso del lavoro e la vita del credente. Si è pertanto deciso di
approfondire ulteriormente la
questione, prevedendo, per la
ripresa delle attività, alcune serate di riflessione nell’ambito
dello studio biblico, seguite da
un incontro pubblico. E’ stata
anche riaffermata la necessità
che il dipendente, di fronte alle
proposte di turni per il fine settimana, sia effettivamente in grado di scegliere in piena libertà se
aderirvi o meno.
• Domenica 10 luglio, presso il
tempio, alle ore 20.45, si terrà un
concerto dei tromljettieri del
Baden.
• Si sono uniti in matrimonio
Leonardo Tatuilo e Elizabeth
Weitzer, Enzo Miegge e Loredana Molino, Marco Baret e Elena
Salatìn, Renato Cordin e Vilma
Geymet. A tutte queste nuove famiglie il Signore dia di vivere
una vita ricca di fede.
• Sabato 2 luglio è stato celebrato il funerale del fratello
Giuseppe Sibille, di 79 armi. La
comunità esprime la sua solidarietà ai familiari.
Insediamento
PINEROLO — E’ stata insediata quale àriziano, il 26 giu
gno, Miriam Bounous Garro.
Chiediamo a Dio di esaudire le
preghiere che i presenti al culto
gli hanno innalzato affinché il
lavoro di Miriam a favore dei
fratelli sia abbondantemente benedetto.
• Esortiamo i genitori dei piccoii Alex e Ivan Monnet e di Jessica BusUio, battezzati il 3 luglio,
a ricordare gli impegni presi
quel giorno davanti a Dio ed alla comunità.
• Fra i molti giovani studiosi
della nostra comunità vogliamo
complimentarci con Nicoletta
Long che si è brillantemente laureata in lingue e letterature straniere alTuniversità di Torino con
una tesi sulla nostra storia: « I
viaggiatori inglesi nelle Valli vaidesi ».
Eravamo a conoscenza, a Pinerolo, di altri studi di storia
valdese, ma non ci erano mai
state segnalate tesi di laurea su
questo argomento.
Commissione permanente
studi
Sessione, d’esami
AVVISO
La sessione d’esami ha luogo domenica 21 agosto 1988,
dalle ore 9 alle ore 10.30, presso la Biblioteca della Casa
Valdese - Torre Pellice.
Le iscrizioni vanno Inoltrate entro il 15 agosto presso il
past. Antonio Adamo - Via
Milazzo, 22 - 26100 Cremona
- Tel. 0372/25.598.
4
4 prospettive bibliche
8 luglio 1988
I
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
NON ERAVATE, ORA SIETE
« Voi, che già non eravate un
popolo, ma ora siete il popolo
di Dio; voi, che non avevate
ottenuto misericordia, ma ora
avete ottenuto misericordia »
(1* Pietro 2: 10).
Quando dite « voi » a qualcuno significa che gli state parlando direttamente, che lo interpellate, che gli
prestate e gli richiedete attenzione.
Qui è Dio che parla, che ci interpella,
che ci presta attenzione e che ci chiede di stare attenti.
Sì, voi! Noi, a cui Dio rivolge la
sua Parola, non possiamo più dire,
per giustificare la nostra incapacità
di udirlo: Dio tace. Tace in questo finire del XX secolo più di quanto abbia taciuto nelle epoche passate... E
neppure possiamo dire che, sì, Dio
parla, ma non parla a noi, sicuramente parla alle più giovani e più viventi chiese cristiane d'altri continenti, in Sudafrica o in America latina. Dio parla ad altri, non a noi; e
quel che dice non ci riguarda più
pienamente, non ci coinvolge fino in
fondo, non sconvolge il nostro quieto
vivere, non mette in questione il nostro tran tran quotidiano, ecclesiastico e mondano, non rivoluziona le
nostre certezze acquisite, non ci richiede mutamenti radicali, né della
mente né delle azioni.
Eppure il nostro testo dice: Voi!...
Quel che Dio dice riguarda proprio
voi, voi che siete qui, in questo momento, voi che avete orecchi per udire e cuori per intendere.
Dio parla
Non si insisterà mai abbastanza sulla centralità della Parola di Dio
per la nascita e la vita della Chiesa.
Pubblichiamo qui il testo della predicazione pronunciata il 19 giugno u.s. nel tempio di Corso Vittorio a Torino, in occasione della Conferenza del II Distretto. (red.)
che nelle nostre chiese, in cui tiene
banco una teologia che pone al centro l'individuo, al punto che ad alcuni è difficile accettare la valenza collettiva dell'evangelo.
Una parola per tutti
Certamente anche il « tu » è importante: il tu risuona. Tu seguimi,
dice Gesù. Vieni e seguimi. Prendi la
tua croce e seguimi. Insomma, Gesù
ti dice: tu, vieni dietro a me! Ce l'ha
con te, non con un altro, interpella
te e non te la cavi facilmente! Ce Tha
con me, ce l'ha con te, ce l'ha con
tutti, ce l'ha con ciascuno di voi, come già un tempo con Giacomo e Giovanni, Marta e Maria, Pietro e Paolo...; ce l'ha anche con quelli che rispondono male alla sua chiamata.
E tuttavia, se il Signore ci parla e
ci chiama non è perché noi rimaniamo degli individui isolati, ma perché
noi diveniamo un popolo. L'epistola
di Pietro lo dice bene: voi siete un
popolo, appartenete ad una comunità, siete parte di un insieme, entrate
a far parte della nuova alleanza di
Dio con gli uomini: siete riscattati
dal vostro individualismo. Questo fa
Dio, questo vuole, ed insiste nel dircelo: voi, proprio voi, siete il popolo di Dio! Questo è l'atto della grazia
di Dio per noi.
Dio ci parla. Non è forse già questo solo fatto che Dio ci parli un avvenimento straordinario e stupendo?
Non è questo un fatto di per sé decisamente sorprendente? Che egli continui a parlarci anche quando noi
non meritiamo che egli ci rivolga ancora la parola? Egli avrebbe già da
tempo potuto dirci: che v'è fra me
e voi, uomini e donne delle chiese
valdesi-metodiste del II Distretto ma
anche del IV, del III Distretto oppure del I? Che cos'è che ci unisce,
quale legame si stabilisce tra voi e
me, quale comprensione ve ne deriva, quali atti ne testimoniano...^Che
v'è fra me e voi?
Egli, il Dio che parla, avrebbe potuto prendere le distanze da noi, come quando noi siamo delusi di qualcuno e ce ne allontaniamo. Vuol dire che il Signore non è deluso di noi?
Ci andrei cauto nel dirlo. Probabilmente è deluso e forse anche parecchio deluso, ma non si comporta come ci comportiamo noi: mantiene i
rapporti e continua a parlarci.
E se siamo qui, o in altri incontri
comunitari delle chiese da cui proveniamo, vuol dire che non ci dispiace
che questo avvenga. Ne abbiamo bisogno? Si, credo proprio che abbiamo bisogno che il Signore ci parli.
Egli ci dice: voi!
Qualcuno preferirebbe che ci desse del « tu », che ci parlasse individualmente. Ci sono ancora sacche
consistenti, in parte purtroppo an
Ma noi chi slamo?
E lui chi è?
Di fronte a questo atto della grazia del Signore che ci unisce, noi ci
chiediamo: chi siamo noi perché il
Signore ci parli? E’ un errore? Certamente no! Ma indubbiamente ci insistiamo un po' troppo. A pensarci bene, la maggior parte delle nostre riflessioni è indirizzata a scoprire e a
dire chi siamo: chi sono i cristiani evangelici? Perché protestanti,
perché? Qual è la nostra identità?
Non è forse questa la « punta » di
molti nostri articoli, di diversi opuscoli, dei libri che produciamo, delle
conferenze che organizziamo, dei
centenari che ricordiamo; la « punta » di molti convegni, di molte manifestazioni, di molti sermoni? Cosa
facciamo dopo la mezzanotte, a «Protestantesimo», mentre tutti dormono, se non cercare di dirci, nel dormiveglia, fra pochi intimi: chi siamo? Chi siamo, cosa facciamo, dove
andiamo? Abbiamo le idee più chiare, meglio orientate, dopo il checkup? La nebbia si è diradata, i nostri
occhi vedono meglio, anche se in
modo oscuro? Dove andiamo? Chiediamocelo, e chiediamocelo seriamente!
Non sto dicendo che sia sbagliato,
inutile, tempo sprecato. Non sto dicendo che non sia importante, che
non sia necessario, che non sia urgente. Sto solo dicendo che anche se
è importante non è veramente primario, anche se necessario non è veramente fondamentale, anche se urgente non è veramente vitale. La prima
domanda che dobbiamo porci non è:
chi siamo noi?, ma dobbiamo chiederci: chi è lui!
Ora a me sembra, fratelli e sorelle,
che noi ci occupiamo e sappiamo un
po' troppo di noi e poco, troppo poco, di lui, di Dio. Ho l'impressione
che nelle nostre comunità si sappia
sempre meno, perché relegati in un
angolo, che cosa siano perdono, grazia, giustizia di Dio; che cosa siano la
sua vicinanza, la sua comunione, la
sua riconciliazione. In primo piano
ci sono, a getto continuo, incomprensioni da rimuovere, muri da abbattere, contrasti da dirimere e superare:
continuiamo a seppellire cose morte,
invece di ricevere e di vivere l'annuncio della vita nuova, di uomini e
donne accomunati nella stessa salvezza, nella comune responsabilità,
nello stesso travaglio ma anche nella
stessa gioia, che mangiano un unico
pane. Parliamo più dei nostri insuccessi che della croce di Cristo; o più
dei nostri successi che della sua vittoria. Più della nostra debolezza che
della sua potenza; più delle nostre
opere che della sua misericordia.
Ascoltiamo le nostre parole piuttosto
che la sua Parola piena di grazia e
di verità.
Riscoprire chi è lui: questo è veramente importante, necessario, urgente. Riscoprire chi è lui: questo è
veramente primario, fondamentale,
vitale! Chi è lui? Per altri può anche essere una domanda oziosa, superata, d'altri tempi, ma non lo è per
voi. Per noi è la domanda principale.
margini della vita civile; che Dio si è
messo al fianco di quanti sono, per
motivi di giustizia, discriminati, torturati, imprigionati, umiliati ed offesi; dal momento che avete ricevuto
l’annunzio che Dio, in Cristo, si è
messo contro coloro che, per non rinunciare al loro prestigio e al loro
tornaconto, generano guerra e fame
e nudità e pianto per la maggior parte dell'umanità; che Dio, in Cristo, si
è messo contro coloro che, nel suo
nome, giustificano ancora disuguaglianze, gerarchie, baciamani, smascherando una religione fine a se
stessa; dal momento che siete stati
raggiunti da questo annunzio, voi
non potete più pensare di poter giustificare in nessun modo tutto ciò,
voi dovete smettere di credere che
siano cose ineluttabili ed ineliminabili, voi non potete ormai che confessare nel concreto delle vostre azioni
e delle vostre attese quello che Paolo
esprime molto bene quando dice:
« Qui non c’è più né giudeo né greco,
né maschio né femmina, né schiavo
né libero, perché voi tutti siete uno
in Cristo Gesù ».
Veramente una grande trasformazione. Le cose vecchie sono passate.
Tutto è diventato nuovo. Dio parla
e le cose cambiano. E non soltanto
le cose cambiano, ma gli uomini
cambiano. Egli parla e noi non siamo più gli stessi di prima. Egli parla ed opera l’unica vera definitiva
rottura tra passato e presente, tra
vecchio e nuovo, tra un « prima » e
un « dopo ». Noi non siamo suo popolo senza questa profonda rottura,
senza questo « prima » e questo « dopo » che il testo sottolinea. Prima,
una volta, un tempo...eravate; ora...
siete. E questo « dopo » non nasce
da una nostra decisione, ma da una
azione di Dio. Ecco chi è Dio. Ecco
cosa fa. Ce lo dice e lo fa.
E la risposta a questa domanda, da
parte di Dio, nel breve nostro testo,
è duplice:
1) « Voi, che già non eravate un popolo, ora siete il popolo di Dio ».
Non eravate un popolo: eravate
degli individui isolati, distanti gli
uni dagli altri, senza unità profonda,
senza comunione duratura. Qra non
più. Eravate due popoli, molti popoli, o gruppi diversi, all’interno di una
stessa nazione, in Israele o altrove,
dalle molte facce, divisi e suddivisi
per potere e per cultura, per tradizioni religiose e per classi sociali, per
sesso e per età, per razza e per nazionalità. Ora non più. Eravate così,
ma ora siete un unico popolo, il popolo di Dio. Voi dite che lo saremo
nel suo Regno? Sia pure. Certamente
lo saremo. Ma qui non ci viene detto
oggi quel che saremo domani, qui
ci viene detto quello che già siamo:
ora, voi siete il popolo di Dio.
Ora, oggi. A partire dal momento
in cui siete stati raggiunti dal buon
annunzio che Dio, in Cristo, si è messo al fianco di quanti sono soli, dimenticati, disprezzati, relegati ai
2) « Voi, che non avevate ottenuto
misericordia, ora avete ottenuto mi
sericordia ». Ecco la realtà prima
ria, il punto centrale, il punto fermo
da cui tutto nasce ed a cui tutto deve
essere ricondotto: la misericordia di
Dio. Ancora una volta siamo invitati
a gloriarci non di noi ma di lui. Non
di quello che noi siamo, ma di quello che lui è: misericordioso. La nostra gloria è la sua misericordia. Noi
possiamo vivere e rivivere solo per
la sua misericordia, noi possiamo annunziare ed evangelizzare solo la sua
misericordia. E’ ciò che dobbiamo ricevere, è ciò che dobbiamo condividere. Condividendola, condividiamo
tutto.
Ecco la cosa più preziosa, la perla
di gran prezzo che occorre ritrovare,
per la quale vale la pena di abbandonare tutto il resto. Eccoci al punto
centrale, non solo di questo sermone
ma della nostra vita, del nostro essere suo popolo.
Non eravate, ora siete. Non avevate, ora avete.
Non eravate un popolo, ora siete il
popolo di Dio. Non avevate ottenuto
misericordia, ora avete ottenuto misericordia.
Ennio Del Priore
5
8 luglio 1988
obiettivo aperto 5
I « GRUPPI DEL ROSARIO »
Fanatismo religioso con delitto
L inquietante vicenda di una setta che coniuga la suggestione mistica con pratiche al limite della legalità - Un
« immaginario » basato sulla persona dei leader - Anche nell’emarginazione sociale le cause dell’adesione degli adepti
I fatti sono noti; nella notte fra il 24 e il 25 maggio, all’interno della masseria Moschicella di San Pietro in
Amantea (Cosenza), fu ucciso il commerciante torinese
Pietro Patella e venne ferito
il venditore ambulante Lorenzo Tommasicchio, ricoverato poi all’ospedale civile di
Cosenza.
L’omicidio è avvenuto nel
contesto di una « caccia al
diavolo » che il « gruppo del
rosario», residente nella masseria, aveva intrapreso su indicazione della « santona »
Lidia Naccarato, individuando la presenza del Maligno
prima negli animali liberi
dell’ambiente (gatti, topi,
farfalle, ecc.) e poi nelle due
vittime.
Per una volta Satana non
era nel denaro, che gli inquirenti trovarono, abbondante,
nella masseria. O forse il denaro, come suo sterco, era
solo un segno che il Maligno
era passato di lì, e magari
aveva anche mangiato bene.
Nella masseria infatti il
Maligno si era dato tanto da
fare, fino a costruire un bel
coperchio (oltre alle pentole,
nelle quali è uno specialista)
per il cadavere di Pietro Patella, che fu trovato in uno
sgabuzzino, chiuso con una
saldatura in ferro.
Rosari al collo
e soldi in tasca
Ma il coperchio più grosso
nella vicenda lo ha fatto la
« santona » dei « gruppi del
rosario », senza scomodare
Satana, coprendo con vesti
bianche e corone al collo un
notevole giro di affari e un
reale dominio sugli adepti
del gruppo. Alcuni hanno lasciato casa e lavoro per servirla, altri hanno fatto l'amore con partner scelti da lei,
e tutti hanno recitato lunghe
preghiere, fino a raggiungere
le dodici ore giornaliere di
rosari continuati.
Una delle preoccupazioni
fondamentali del gruppo (secondo le dichiarazioni dei
protagonisti) è combattere il
male. Dio, secondo la loro
opinione, non potrebbe eliminare il male dal mondo, in
quanto il male è « parte integrante della creazione ».
Dio però gradisce ogni azione condotta contro il male, e
permetterebbe perfino « l'eliminazione di quanti incarnano il male ».
Con questa affermazione,
il « gruppo del rosario » di
San Pietro in Amantea avrebbe voluto giustificare l’uccisione di Pietro Latella e il
ferimento di Lorenzo Tommasicchio anche davanti al
sostituto Procuratore della
Repubblica di Paola, Luigi
Belvedere.
Fanatismo e delitto
Il reo confesso Santo Sicoli ha giocato la carta del fanatismo religioso come possibile attenuante. Nella notte
del delitto, a suo dire, sareb
NOVITÀ’
Luise Schottroff
Wolfgang Stegemann
Gesù
di Nazareth
speranza
dei poveri
PICCOLA COLLANA MODERNA □ EDITRICE CLAUDIANA
■■■■■■a SERIE BIBLICA □ NUMERO 53
be apparsa una luce viva,
preannunciata in precedenza
da Lidia Naccarato, in mezzo
alla quale si leggeva la scritta « Viva Maria ». Dopo questa visione la « santona » ordinò la « caccia al diavolo »,
che certamente contribuì a
diminuire negli adepti lo sgomento per il delitto: il fanatismo religioso ha sempre
funzionato, nei secoli, còme
ottundente per la coscienza
morale e la sensibilità umana.
L’incremento del fanatismo, oculatamente gestito, è
stato il segreto del successo
riscosso dai «gruppi del rosario », che oggi raggiungono
il migliaio di persone, con
nuclei a San Pietro in Amantea, Pagani (Salerno),Torino,
Francia e USA.
Per tutti gli adepti. Lidia
Naccarato è la voce dell’aldilà e la guida da seguire ciecamente, la veggente che vive in costante comunione
con il fondatore del gruppo,
Antonio Naccarato (zio di Lidia), morto nel 1983.
Gli inni religiosi della comunità, stampati col titolo I
canti più belli, esaltano Antonio e Lidia con espressioni
di sorprendente anacronismo. L’immaginario religioso
è attratto negli adepti dalla
stretta relazione di Lidia con
lo zio Antonio defunto, latore di continue rivelazioni. La
relativa facilità con cui è creduto possibile un rapporto
continuo con Tuniverso
extraumano conferisce un
fascino particolare a messaggi di questo tipo. In realtà,
però, gli adepti vengono sospinti verso il culto della persona-medium, che funge da
portavoce dell’aldilà, e insieme ad un’obbedienza cieca ai
suoi ordini. Anzi, i comandi
della « santona » non vengono nemmeno percepiti come
tali, essendo desiderio di
ognuno degli adepti adempiere fedelmente ogni sua volontà.
Alcuni inni del volume I
canti più belli rivelano quanto sia totalizzante per i membri del gruppo il rapporto
con la leader e con il defunto fondatore: « Lidia, sei
grande come le stelle », recita un canto, che conclude associando Antonio alla nipote,
e di ambedue afferma: « Voi
siete la vita per noi ».
Fra i due, i più grandi elogi vengono tributati non al
fondatore defunto, ma alla
« santona » vivente, la quale
diviene anche, nel momento
cultuale, il vero (e unico)
punto di riferimento del
gruppo e delle singole persone. Non a caso Lidia viene acclamata come « stella piena
di luce e piena di sole, pie
La croce, il cappuccio, il rosario. Le varie forme di religiosità popolare sembrano riportarci ad epoche passate.
na di gioia e tanto amore ».
E l’esaltazione prosegue con
la canzone dal titolo La nostra stella: « Lidia soave e
sublime, il tuo splendore è
una rosa, basta guardare i
tuoi occhi, per cogliere sempre il tuo amor ».
Il feticcio
e le pietre
Probabilmente, proprio in
queste canzoni grottesche e
ingenue stanno le premesse
del delitto di San Pietro in
Amantea. E' pensabile infatti che senza quella fiducia
cieca che è stata alimentata
perfino nel momento sacro di
un atto di culto, non sarebbe
scattata la drammatica « caccia al diavolo », la cui presenza fu individuata in una
persona che poneva dei problemi alla leadership del
gruppo, e per questo additata (e facilmente creduta) come traditore.
Questo è un esempio della
forza trainante che può avere ancora oggi un leader religioso che sappia gestire la
cieca fiducia di un gruppo, e
dimostra altresì con quale
fanatismo alcuni gruppi vivono ancora oggi il proprio
impegno e la propria convinzione religiosa.
Se questo avviene, è perché esistono ancora strati di
emarginazione nei quali un
messaggio, proposto come
« sicuro » e confortante da
parte di leader autorevoli,
può ancora indurre delle persone a forme totalizzanti e
fanatiche di affidamento di
sé ad altri.
Di fronte a fenomeni di
questo tipo, le chiese non
possono scagliare né la prima né l’ultima pietra, perché
il fanatismo è presente anche al loro interno, come lo
è in quasi tutte le religioni.
Nelle confessioni cristiane,
ogni volta che le esigenze
della vocazione vengono sostituite dalla fiducia cieca
nelle istituzioni e nei leader,
con la conseguente rinuncia
all’impegno richiesto dall'appello di Dio e dalla necessità
di stabilire rapporti positivi
e costruttivi fra gli uomini,
si hanno fenomeni, più o meno evidenti, di fanatismo religioso, anche quando si professa il contrario.
Nel correggere gli eccessi
di fiducia verso persone e
istituzioni religiose, i credenti e i laici possono darsi la
mano: gli uni per confessare
che solo su Dio merita fare
un affidamento assoluto e totalizzante; gli altri per affermare che ogni esperienza religiosa deve rispondere anche ai criteri della razionalità e della ricerca dei valori
umani.
Cesare MUanesehl
6
valli valdesi
8 luglio 1988
ISTRUZIONE
TORRE PELLICE
Salviamo Q|j gnni
le scuole
di montagna degli adeguamenti
La movosta governativa di ri
La proposta governativa di ridimensionare il numero delle
scuole che hanno un numero di
allievi per classe inferiore alle
cinque unità, sta provocando
reazioni in tutti i comuni e circoli scolastici delle valli. Pubblichiamo qui la presa di posizione del Circolo di Torre Pellice.
iJI CONSIGLIO DI CIRCOLO di Torre Pellice, riunito in convocazione il
21 giugno 1988, venuto a conoscenza
del progetto di legge nell’anribito della manovra di ridimensionamento del
deficit pubblico (proposta di legge
Brocca bis), secondo il quale do'
vrebbero essere chiuse tutte le scuole con un numero di alunni non superiore ai 15, esprime grave preoccupazione e fa appello agli organi competenti, agli enti territoriali, alle forze politiche e sindacali e presso l'opinione
pubblica affinché tale progetto non diventi legge nella formulazione presentata.
Diversamente, ancora una volta, verrebbero colpite fasce di cittadini meno
abbienti e sarebbero penalizzate zone
di montagna già duramente provate
dallo spopolamento e da una economia povera.
Tutto questo in un momento in cui
si cerca, sotto nuove forme turistiche,
di salvaguardare un patrimonitì culturale e di restituire la montagna all'uomo.
Inoltre ciò comporterebbe l'inserimento di alunni di zone di montagna
in realtà sociali diverse ed estranee
alle loro precedenti esperienze. Creerebbe un ulteriore già grave disagio
di trasporto, particolarmente gravoso
nel periodo invernale.
La situazione che si verrebbe a
creare sarebbe un ulteriore incentivo
ad abbandonare la montagna, alla quale i bambini non si sentirebbero più
iegati.
PINEROLO
USSL 44
nella bufera
ria.
Ulteriori impegni decisi per gli adeguamenti imposti dalle leggi agli
edifici pubblici - Ancora aumenti tariffari per la raccolta dei rifiuti
Gli anni '80 certamente si potranno ricordare in iuturo come
gli anni degli « adeguamenti alle
normative vigenti », e questo non
solo per le strutture private ma
anche per quelle pubbliche. Non
passa Consiglio comtmale che
non ne riporti im lungo elenco, e
naturalmente non ha fatto eccezione l'ultimo Consiglio del 29
giugno (adeguamenti nell’edificio
scolastico di viale Dante con assunzione di mutuo presso la Cassa ODPP e analogo provvedimento per il palco di piazza Muston
e per il peso pubblico, la cui portata verrà nel contempo elevata
a 40 toimellate).
I settori in cui l’opera di adeguamento si fa più ardua sono
comunque gli edifici comunali
aperti al pubblico, nei quali non
è semplice fare gli adattamenti
eliminando le barriere architettoniche per renderli raggiungibili
anche dai disabili. Si pone quindi il problema di esaminare crìticamente questo tipo di interventi. Forse si può rivedere se la di
slocazione attuale sia la più pertinente o se non sia meglio trasferire qualche ufficio in una zona più accessibile, o comunque
con maggiori possibilità di essere resa tale con spese più contenute.
In questo senso dovrà proseguire l’esame di ulteriori atti tecnici prima della disposizione dei
progetti definitivi.
Altro tema su cui si è accesa la
discussione è l’aumento delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Per il consigliere
Cotta non risulta che il servizio
attuale sia così pimtuale come
dovrebbe. In alcuni pimti del territorio comunale la raccolta avviene solo una volta alla settimana anziché due. « Qualche cosa è
comimque cambiato — spiega il
sindaco — in quanto, con il rinnovo contrattuale della categoria, i
prelievi non saranno più notturni, ma a partire dalle ore 7, per
cui parte del servizio avviene
proprio nelle ore di maggior traffico cittadino ».
E’ comunque passato, con l’astensione della minoranza, l’aumento del 5%. Per le abitazioni
si passerà da 890 a 935 L./mq. e
per i negozi da 1440 a 1510 L./mq.
E’ poi stato approvato il preventivo di spesa di 5 milioni per
la Rassegna cultmale torrese in
corso di svolgimento, che comprende fra l’altro mostre, proiezioni e uno spettacolo a cura di
gruppi eritrei, ed anche uno spettacolo e una manifestazione culinaria a cura di gruppi provenienti dalle Filippine.
E’ stato anche dato il consenso
affinché il comune stipuli una
convenzione con l’Associazione
evangelica di volontariato per
l’impiego di volontari provenienti da paesi emergenti.
In coda al Consiglio, è stato dato il benestare alla ristampa di
un opuscolo sui deportati ed internati, appoggiato anche da un
contributo della Provincia.
A. L.
STRADE IN MONTAGNA
Sì, ma con buon senso
Uno sciopero politico contro il
Comitato di gestione, « ben riuscito » secondo i sindacati, « al
25% » secondo il presidente delrUSSL, Camusso; una tesissima
assemblea pubblica nella quale
parenti di malati, associazioni di
malati cronici, la Caritas e numerosi operatori hanno denunciato le molte disfunzioni nella
gestione della salute nell’USSL:
sono gli ultimi due episodi di una
critica, diffusa tra la gente, al
funzionamento dell’Unità sanita
A queste critiche il Comitato di
gestione ha risposto affermando
che «i politici non sono manager » e che quindi hanno chiesto
consulenza all’Università Bocconi di Milano.
Nel frattempo — hanno denunciato le associazioni — fanno i
manager i « clienti » dei politici,
con risultati evidenti.
Sta di fatto che la situazione
sta diventando socialmente insostenibile: ad esemplo, il reparto di cardiologia dell’ospedale
sta per essere chiuso per mancanza di personale.
Come poter garantire il diritto di chi abita in montagna ad
usufruire di moderne vie di comunicazione senza produrre danno all’ambiente? E’ un problema che non tiova per ora soluzioni, ma di cui si è cominciato
già da tempo a discutere.
Le strade, in montagna, possono svolgere un ruolo determinante nel mantenimento dell’economia tradizionale, che per sopravvivere ha bisogno di poter
disporre di collegamenti agevoli
con i centri urbani ove avviene
lo smistamento dei diversi prodotti agricoli e di allevamento.
In questo senso esse rappresentano un elemento di sviluppo positivo.
Ben diverso, invece, si configura il risultato se le ragioni che
determinano la costruzione di
nuove strade consistono nel pianificare iniziative di carattere
speculativo. Si tratta di cattivi
esempi da non imitare e da cui
vorremmo che le valli rimanessero esenti.
Fatte salve queste affermazioni di principio, quando e come
si devono costruire strade in
montagna?
E’ quanto in un incontro avvenuto il 22 giugno scorso ha
cercato di approfondire il Cornitato Ambiente Val Pellice insieme al sindaco di Angrogna, Franca Coìsson, che è anche assessore alla viabilità ed ai trasporti
presso la Comunità Montana, ed
insieme al geologo Beppe Torassa.
« Le strade di montagna — ha
detto Franca Coìsson — possono essere comunali, se collegano tra loro centri abitati, oppure
rurali, se non raggiungono grossi agglomerati di case; in questo
caso vengono definite strade interpoderali o piste, il cui transito è limitato agli abitanti del
luogo ed ai mezzi degli enti preposti allo svolgimento di attività di servizio o di soccorso ».
Airorigine della loro costruzione può esservi l’iniziativa di un
Comune oppure di un consorzio,
il quale però — secondo ciò che
è emerso nella successiva discussione avvenuta tra i presenti —
con il trascorrere del tempo e
con il venir meno dei promotori
dell’iniziativa, finisce spesso ner
trascurare la manutenzione della strada, onere che in tal caso
dovrebbe ricadere sui proprietari dei terreni vicinali. Il condizionale è d'obbligo poiché si sa
che purtroppo queste incombenze finiscono con l’essere disattese, per incuria o per l’inadeguatezza dei mezzi a disposizione.
A garanzia di un corretto svolgimento deH’operazione di costruzione di nuove strade vi sono norme a cui è necessario ottemperare, tra cui la legge Galasso ed i pareri della Regione,
della Comunità Montana e della
commissione edilizia comunale
« Dovrebbero inoltre essere seni
pre tenute presenti quelle rego
le di costruzione che consento
no un buon risultato e che ridu
cono i successivi interventi di ma
Per i vostri regali...
per le vostre
liste nozze
dal 1958
PORCELLANE, CRISTALLERIE
ARTICOLI DI CLASSE PER LA CASA
VlA BUNIVA, 52 - 10064 PINEROLO - TEi. 0121/74194
ARREDAMENTI
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
Via
FABBRICA • ESPOSIZIONE
S. Secondo, 38 - PINEROLO • Tel. (0121) 201?r
(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
VAL CHISONE
Una casa
"multiuso
II
PEROSA ARGENTINA — Il
Centro di documentazione che la
Comunità Montana Chisone e
Germanasca intende creare perché non si disperda il patrimonio di tradizioni locali troverà
presto una sede, che accoglierà
anche mostre, esposizioni artigianali e manifestazioni simili.
Il Consiglio, nella seduta del 1°
luglio, ha infatti approvato il progetto di ristrutturazione dell’ex
convitto Giitermann di Perosa
Argentina, acquistato in un primo tempo dalla Provincia, e che
ora potrebbe essere ceduto alla
Comunità Montana a prezzo quasi simbolico. La somma prevista
per l’adeguamento dello stabile
alla nuova destinazione non è invece simbolica e si aggira sui 560
milioni, reperibili con un mutuo
di due anni.
Neiredifi'cio rimesso in ordine
dovrebbero trovar posto sale per
riunioni e per esposizioni di oggetti artigianali, Talloggio del custode, un museo e all’ultimo piano una comunità alloggio per anziani. Pur dichiarandosi favore
vole al progetto nel suo complesso, il gruppo DC ha espresso al
cune perplessità sulla convenien
za di creare una comunità alloggio per anziani a due passi da
una analoga curata dalla parroc
chia di Perosa, quando è assai
più economico ricorrere al si
sterna delle convenzioni.
nutenzione », ha ricordato Beppe Torassa. Queste regole sono
uno studio preliminare delle condizioni del terreno e la realizzazione di strutture di sostegno e
di regolazione del deflusso dell’acqua.
In ogni caso, è difficile stabilire la correttezza di una valutazione data dagli enti preposti
circa la necessità e la convenienza dell’apertura di nuove strade, e non sono prese di posizione pregiudizievoli, ma giuste
preoccupazioni quelle che talvolta inducono a dubitare della
chiarezza e dell’« onestà » di certi progetti, che sembrano nascondere altri fini.
La realizzazione di nuove strade deve allora rispondere unicamente ad esigenze indispensabili ad una crescita economica e
culturale della montagna, che
può e dev’essere amata soprattutto per la purezza e la naturale bellezza che offre a chi ancora sa percorrerla a piedi o
lungo antichi sentieri.
E' piertanto auspicabile che sia
sempre e prima di tutto il buon
senso a guidare le scelte degli
amministratori e degli abitanti
stessi della montagna, a cui va
ricoidato che l’urbanizzazione ed
il turismo d’assalto, che portano l’illusione di un benessere
apparentemente facile, nascondono dietro a sé la distruzione della montagna, la sua colonizzazione e la morte di una civiltà
millenaria.
Sergio Franzese
E’ certo, d’altronde, che le iniziative che ’’tirano” di più sono, purtroppo, i musei e i centri
per anziani; c’è solo da augurarsi che non rimangano desolatamente vuote le sale destinate ad
esporre i prodotti agricoli e artigianali, e che accanto al passato
anche il presente e il futuro delle valli trovino uno spazio adeguato. E. V.
Società
di Studi
Valdesi
Gita storica
La Società di Studi Valdesi
organizza per domenica 31 luglio
1988 una gita storica alla Comba
di Giaussarant (Bobbio Pellice).
E’ un vallone particolarmente interessante per tutta la storia
valdese, non ultime le vicende
del Glorioso Rimpatrio.
PROGRAMMA
ore 8,30 - partenza dalla piazza di Bobbio del primo gruppo
per il Podio e gli Armaglie
(2,30 h. a piedi su strada e mulattiera) ;
ore 10 - partenza dalla piazza
di Bobbio del 2» gruppo per i
Ciamp e gli Armaglie (20’ in
macchina e 30’ a piedi per mulattiera) ;
ore 11 - arrivo agli Armaglie;
culto per i due gruppi ( a cura di
Gustavo Bouchard) ;
ore 12 - partenza per Giaussarant inferiori (1 h. su mulattiera);
ore 13-14,30 - pranzo al sacco ai
Giaussarant inferiori;
ore 14,30 - chiacchierate storiche e geografiche sulla zona (a
cura di F. Jalla, O. Coìsson e A.
Baridon).
In caso di pioggia il ritrovo
avverrà presso la Sala Unionista
di Bobbio alle ore 14,30.
i
7
F
8 luglio 1988
valli valdesi
CENT’ANNI FA
Le Témoin - Echo des Vallées
Oggi
e domani
« Glorioso Rimpatrio »
GINEVRA — Si è svolta, il 26
giugno, una conferenza promossa dal Comitato organizzatore
delle manifestazioni per il bicentenario del « Glorioso Rimpatrio ». La brillante introduzione del past. Micol ha sottolineato come i valdesi di Ginevra
considerino il Rimpatrio come il
più gT2inde aw'enimento della loro storia. Il problema è di
scegliere gli strumenti adatti, è
stato detto, per dimostrare al
mondo che i valdesi continuano
ad essere pieni di entusiasmo
per tutto ciò che li lega al loro
glorioso passato. L’intendimento
è di costruire alcune opere collegate all’avvenimento; allo scopo è stato eletto un comitato
operativo nelle persone dei sigg.
Bourne, Gay-Roche, T. Malan, J.
Malan, Pasquet.
TORRE PELLICE — Giovedì
?>1 maggio ha avuto luogo la prima seduta della commissione
nominata dalla Tavola per l’erigenda Casa Valdese di Torre. La
commissione, composta dai sigg.
Vola, Boèr, Durand, Frache, Gay
e Ayassot, ha deciso di affrontare i iprincipali impegni della costruzione mediante tre distinti
appalti: opere murarie (sulla base di un importo di 35.000 lire),
opere di falegnameria (L. 8.500)
e ferramenta (L. 5..500).
Il concorso si terrà mediante
schede segrete che dovranno essere consegnate, entro il 28 giugno, all’avv, Giosuè Vola.
E’ morto
Federico Ili
Due imperatori sono morti nello spazio di tre mesi. Per due
volte una potente nazione e l’Europa tutta sono piombate nel
lutto e nella costernazione.
Dopo l’imperatore vittorioso se
n’è andato l’imperatore martire;
al loro posto, sul glorioso trono
degli Hohenzollem, mentre i timori di una prossima guerra sono ben lungi dall’essere dissipati, un giovane imperatore di po
ca esperienza e di indole piuttosto bellicosa: ecco il mondo politico!
Incoronato lo scorso 9 marzo,
dopo soli 99 giorni di regno, a
57 anni, Federico III si spegneva senza agonia il 15 giugno,
verso le undici del mattino.
Grande generale (a lui la Germania deve le brillainti vittorie
del 1866 e del ’70-’71) e tuttavia
uomo di pace, protettore illuminato delle scienze e delle arti,
principe liberale e ovunque popolare, lascia un grande rimpianto, forse ancora maggiore di
quello suscitato dalla morte del
suo glorioso padre.
L'Italia intera porta, con la
Germania, il lutto per quel grande sovrano che j>oteva considerare, insieme aH’amato Re Umberto I, il suo miglior amico fra
le teste coronate.
TORINO — Mercoledì 20 giugno i past. W. Melile e C. A.
Tron hanno celebrato un servizio funebre commemorativo in
occasione della morte dell’Imperatore Federico III. Fra il pubblico, molto numeroso, era presente tutta la colonia tedesca.
Cantare e donare
Cantare e dare devono essere
due forme del servizio che dobbiamo al Signore.
Le belle arti non sono senza
pericolo quando vogliamo accostarle agli atti del culto. La
scultura e la pittura, tra l’altro,
sono state particolarmente dannose per gli idolatri in genere
e per i cattolici in particolare.
D’altronde sono in ribasso, visto
che ai giorni nostri non si produce più alcun capolavoro ma
si è costretti a copiare quelli del
passato.
La musica invece ha un avvenire e, scartando quanto ha di
profano, può essere molto edificante per le nostre assemblee.
Ben diretto e ben eseguito, il
canto sacro è un elemento prezioso e dobbiamo dargli ampio
spazio nei nostri culti. Chiimque
è in grado di prendervi parte
lo consideri come un privilegio.
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore; Giorgio GardFoI
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori: Alberto CorsanI, Luciano Deodato, Roberto Glacone, Adriano
bongo, Plervaldo Rostan
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Beneccbl, Alberto
Bragaglla, Rosanna Clappa NIttI, Gino Conte, Piera EgidI, Paolo Florio, Claudio Martelli, Roberto Peyrot, Sergio RIbet, Massimo Romeo, Mirella Scorsonelll, Liliana VIgllelmo
Segreteria: Angelo Actis
Amministrazione: MItzi Menusan
Correzione bozze; Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò
Spedizione: Loris Bertot
REDAZiONE e AMMINISTRAZiONE: via Pio V, 15 - 10125 Torino - telefono 011/655278
Redazione vaili valdesi: via Repubblica, 6 - 10066 Torre Pellice ■ telefono 0121/932166
EDITORE: A.I.P. - via Pio V, 15 - 10125 Torino
Consiglio di amministrazione: Costante Costantino (presidente), Adriano
Longo (vicepresidente), Paolo Gay, Giorgio Gardiol, Franco Rivolra (membri)
Registro nazionale della stampa; n. 00961 voi. 10 foglio 481
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - via Arnaud 23 - 10066 Torre Pellice - tei. 0121/91334
Registrazione: Tribunale di PInerolo n. 175. Respons. Franco Glampiccoll
Il n. 26/88 è stato consegnato agli Uffici postali decentrati delle valli
valdesi II 2 luglio e a quelli di Torino II 4 luglio 1988.
Hanno coilaborato a questo numero: Vera Long, Liliana VIgllelmo.
oltre che un dovere, e sìa il primo a gioirne.
Un altro aspetto del servizio
che il Signore si aspetta da noi
è quello della contribuzione per
i bisogni della Chiesa. « Onora
l’Eterno con i tuoi beni e con le
primizie di ogni tua rendita »
(Prov. 3: 9), ci dice la parola
di Dio. Dare per il servizio di
Dio significa quindi onorarlo,
rendergli omaggio, mostrargli la
nostra riconoscenza. E questo
omaggio, queste offerte, sono dovuti da tutti coloro che adorano
Dio, in misura diversa: « e nessuno comparirà dinanzi a me a
mani vuote » (Es. 23: 15). Le
contribuzioni sono anche un termometro per misurare il ^ado
della pietà e del coinvolgimento religioso delle comunità e di
coloro che le compiongono.
Nuova Bibbia
L’editore italiano Sonzogno di
Milano che ha pubblicato, qualche anno fa, una magnifica edizione della Divina Commedia
con illustrazioni di Gustavo Dorè al modico prezzo di 12 franchi, annuncia la pubblicazione
della Bibbia (Antico e Nuovo
Testamento), tradotta in italiano dall’arcivescovo Martini, con
900 illustrazioni.
Benché la traduzione, come tutte le versioni cattoliche condotte
sulla « Vulgata », lasci molto a
desiderare sul piano della fedeltà al testo e dello stile, c'è da
rallegrarsi per una simile fatica.
Una Bibbia, anche se mal tradotta, non può far altro che del
bene alla popolazione che ne è
finora stata privata a causa delle speculazioni della chiesa di
Roma.
Antisemitismo
Il Prefetto di polizia di Mosca ha emesso un decreto che
impone agli ebrei residenti a Mosca, eccetto i marchands de I
classe, di abbandonare la città
entro 15 giorni. Più di 200 famiglie di ebrei sono già partite,
in prevalenza con destinazione
Stati Uniti d’America.
Mistificazioni
I lettori ricorderanno la storia
di quel furfante (Boséachy) che,
nel 1884, aveva collezionato ben
quattro battesimi, tre abiure e
due diverse identità. Spacciandosi per pastore protestante e convertito al cattolicesimo, èra riuscito a ingannare il clero di Lourdes e il cardinale Alimonda di
Torino.
La sua storia ci riviene in mente leggendo sui giornali le gesta
di un altro briccone che, dichiarandosi tale Alfredo Cocorda fu
Stefano, « nato a Torre Pellice in
Val d'Aosta », sedicente pastore
della Chiesa valdese, ha solennemente abiurato l’eresia a Palermo, il 5 maggio, nell’oratorio intitolato a San Francesco di Sales.
E’ inutile descrivere i toni trionfalistici che le cronache hanno
riservato all’episodio; citiamo
per tutti la Sicilia Cattolica che
scrive: « E’ un fatto che quanto
c’è di meglio nel protestantesimo passa al cattolicesimo. D’altronde sono solo gli scarti del
cattolicesimo che vanno a perdersi nei vortici dell’errore e della
falsità delle sette protestanti ».
In proposito intervengono il
past. A. Muston saWAmico del
Popolo di Palermo e l'Italia Evangelica osservando che:
Non c’è alcun Alfredo Cocorda
dell’età del preteso convertito (33
anni) nato a Torre Pellice.
Che Torre Pellice non è esatta
mente in Val d’Aosta.
Che non c’è mai stato un Alfredo Cocorda iscritto alla Facoltà di teologia valdese.
Che non c’è alcun pastore valdese con quel nome.
Che a Caltanissetta, dove si
pretende inviato il preteso pastore, opera da otto anni un ministro di culto valdese, nella persona del past. Stefano Revel.
Che la Chiesa valdese non ha
l’abitudine di retribuire i propri
pastori (con ben 50 franchi) per
ogni bambino battezzato, e che
quanto dichiarato dal detto Cocorda non è altro che una favola,
da aggiungere a tutte le altre che
ha spacciato; tutte avallate, senza eccezione, dai missionari salesiani di Palermo.
Li compatiamo: si rallegrano
di aver conquistato un pastore
valdese, e sono stati ingannati su
tutta la linea da un volgare mascalzone.
Pastori e laici
(...) I grandi servitori di Dio
hanno vissuto momenti di sconforto, in qualche momento della
loro missione: Mosè, Elia, Isaia,
San Paolo. Vi sembra strano che
i vostri pastori siano a volte
stanchi e scoraggiati? Ci sono
due cose che li scoraggiano: il
poco successo del loro ministero
e il poco aiuto che di solito trovano attorno a sé. Voi potete, e
dovete, aiutarli facendovi carico
di una parte del lavoro. Nell’ordinamento evangelico tutti i credenti sono pastori, non c’è clero
e non c’è laicato; o, meglio ancora, tutti fanno parte del clero,
tutti sono eletti da Dio e tutti sono laici: sono popolo, popolo di
Dio (I Pietro 2: 5). La differenza
tra voi, membri di chiesa, e i pastori consiste solo in questo: i
pastori devono assolvere il loro
incarico consacrando ad esso tutto il loro tempo e tutte le loro
forze, mentre voi avete una professione specifica. Ognuno ha però il proprio compito: il loro è di
occuparsi di voi e delle vostre
famiglie e di vegliare sulla vostra anima. Il vostro è di pregare per loro e lavorare con loro
all’opera del Signore.
Dovete essere pastori nella vostra famiglia, fra i vostri vicini,
fra i vostri colleghi. Non basta
piangere sulle miserie che vi attorniano; è troppo poco sospirare
stando seduti: bisogna agire, sacrificarsi se è necessario.
Quante opere vi attendono se
desiderate dedicarvi al servizio
di Dio!
1) Soccorrere i malati, gli afflitti, gli orfani, le vedove, i poveri.
2) Ricondurre alla verità e
al dovere i peccatori, i « distratti », i « confusi ».
3) Partecipare alle riunioni
di preghiera in favore della chiesa e delle opere che ivi si compiono.
4) Organizzare dei gruppi di
lavoro con degli scopi specifici.
5) Collaborare alle Scuole domenicali o ad altre opere.
L’imbarazzo è nella scelta; scegliete, fra le varie attività, quella
che vi è più congeniale e dove sapete di poter essere utili. Non siate oziosi, non siate pietre morte e
inutili neH’edificio spirituale della chiesa di Cristo, diventate aiuto per il pastore, diventate strumento di benedizione per chi sta
attorno a voi.
(dal resoconto della Conferenza
della Val Perosa, Pramotla)
Saint Germain Cluson, Jvàn Ì8M
Solidarietà con il Nicaragua
PINEROLO — Sabato 9 luglio, a partire dalle ore 16, presso l’Expo fenulII, avrà luogo una festa di solidarietà
con II Nicaragua; tra I momenti di dibattito segnaliamo, alle ore 18.30,
un intervento sulla situazione In Salvador ed alle 20.45 sul Nicaragua. Alle
ore 21.30, serata di musica andina
col « Gruppo musicale Umami •>.
Concerti ~
TORRE PELLICE — Domenica 10 luglio, alle ore 21, presso I giardini di
piazza Muston avrà luogo una esibizione dei campioni italiani di danze
latinoamericane con la partecipazione
del gruppo rock « I black angela ».
SALZA DI PINEROLO — Sabato 16
luglio, alle ore 21, nell’ambito delle
giornate « Salza in musica », avrà luogo
un concerto del cantautore P. Angelo
Bertoli.
__________Manifestazioni____________
TORRE PELLICE — Nell’ambito della
rassegna culturale segnaliamo nella
serata di giovedì 7 luglio il dibattito
sul tema dell’impatto che l’immigrato
subisce all’arrivo In una realtà totalmente diversa da quella d’origine.
L’incontro, che si svolgerà al cinema
Trento, inizierà alle 21. Sabato 9 luglio,
nei locali della Pro Loco e nell’atrio del
Comune, sarà inaugurata una mostra
sul popolo eritreo.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eternel est mon berger,
je ne manquerai de rien »
(Psaume 23: 1)
La moglie, i figli con le rispettive
faniiglie e parenti tutti di
Giuseppe Sibille
di anni 79
nell’impossibilità di farlo singolarmente, esprimono un sentito grazie a tutti
coloro che gli sono stati vicini in questa triste circostanza.
Uu ringraziamento particolare ai medici e 'personale dell’Ospedale valdese
di Torre Pellice, al personale volontario della Croce Rossa di Torre Pellice
ed ai pastori Toum e Zotta.
Torre Pellice, 30 giugno 1988.
a cura di
Stello Armand-Hugon
Eventuali offerte all’Ospedale valdese di Torre Pellice o al sottocomitato Croce Rossa Italiana di Torre Pellice.
AVVISI ECONOMICI
A PRADÉL’TORNO (Tempio valdese)
affittasi alloggio ammobiliato, 3 camere e servizi. Tel. 0121/90'1048
oppure 944144.
AFFITTASI per stagione estiva alloggio 2 camere soggiorno e servizi 3-4
posti letto. Altri con 1 camera da
letto soggiorno e servizi. Tel. 0121/
91508, ore ufficio.
VENDESI in Torre Pellice, viale Gilly,
alloggio libero composto di : 2 stanze, ingresso, bagno, cucinino, ripostiglio, terrazzo e cantina. Tel. ore pasti 0121/91907.
DOPO aver imparato il tedesco e l’inglese sul posto, cereo lavoro serio.
Ho ventidue anni e sono referenziata. Scrivere a Eco delle Valli Casella postale - 10066 Torre Pellice,
oppure telefonare allo 0'121/932422
(ore pasti).
AFFITTASI grazioso appartamento in
Luserna S. Giovanni, primo piano,
camera, soggiorno, cucina, servizi,
terrazzo, giardino per luglio e agosto.
Telefonare 011/30.70.94 ore serali.
PARIGI. Cercasi persona compaggùa é
aiuto (esclusi servizi domestici) per
. dbie signore anzisne dal 1« settemtoe.
Offrasi vitto, camera con servizi, ar»
geot de pocRe. Scmvere a Magda
Trocmé - 72-74 Avenue Parmentier
64 - 75011 Paris.
8
8
ecumenismo
8 luglio 1988
USA: SOUTHERN BAPTIST CONVENTION
O Signore,
ravviva il tuo lavoro
Un’assemblea che rappresenta 14 milioni di membri - Dissidio tra
fondamentalisti e moderati - La questione del sacerdozio universale
Si è svolta a San Antonio, Texas, tra il 13 e il 16 giugno, la
Southern Baptist Convention,
cioè l’Assemblea generale di una delle 53 denominazioni battista presenti negli USA. I battisti del Sud sono la più grande
denominazione protestante americana, con 14 milioni di membri in 37.000 chiese, un budget
aimuale di 170 miliardi e la più
grande impresa missionaria cristiana.
A San Antonio, la città del
forte Alamo, nella sua atmosfera ispanica, si sono ritmiti 32
mila delegati, chiamati messaggeri, sul tenia «O Signore, rav-viva il tuo lavoro » (Habacuc 3:
2). Le Assemblee, tra l’altro, sono l’occasione per incontrare amici, ascoltare la buona musica
per la quale i battisti sono famosi, e fare del turismo; ma quest’anno, accanto a questa atmosfera gioiosa, aleggiava molto
nervosismo. Questa Assemblea
era infatti considerata cruciale
per la vita futura di questa denominazione cristiana.
Sin dal 1979, in concomitanza
con la ripresa religioso-conservatrice occorsa negli USA, la
fazione fondamentalista ha preso il controllo della denominazione e l’ha tenuto per 10 anni
consecutivamente.
Molti presidenti della denominazione, dal ’79 ad oggi, sono
stati membri attivi delle più
grandi organizzazioni politiche
reazionarie americane, come la
Moral Majority. Adrian Rogers,
il presidente uscente, è nel Comitato esecutivo di questa organizzazione e Charles Stanley
ne fu uno dei fondatori. Bailey
Smith fu implicato in una controversia per aver pubblicamente affermato che « l’Iddio onnipotente non ascolta le preghiere
di un giudeo ». Il candidato alla
presidenza degli USA, l’ultraconservatore Pat Robertson, è un
Southern Baptist fondamentalista.
Nonostante i fondamentalisti
tengano il controllo della denominazione, essi non rappresentano la maggioranza dei battisti, ma piuttosto una sostanziosa minoranza. In secondo luogo, secondo l’organizzazione congregazionalista dei Southern
‘ «sì- ®Ì.' ‘ ... Í.
San Antonio (Texas): un'eloquente immagine dell’assemblea.
Baptists, le chiese locali non
sono tenute a seguire alcuna
delle indicazioni dell’Assemblea
generale.
I fondamentalisti rappresentane una teologia alternativa ai
principi tradizionali battisti:
grande potere del pastore con
il ruolo laicale ridotto al minimo, vocazione ' delle donne non
riconosciuta per il ministero pastorale, enfasi sulla lettura biblica mediata dal pastore senza possibilità di interpretazione
personale da parte del credente, uso fideista delle confessioni di fede, sospetto per la
teologia e grande enfasi sull’uniformità.
I fondamentalisti della denominazione usualmente hanno
superchiese talvolta di decine di
migliaia di membri, con un ministero pastorale di tipo episcopale, contro la media delle chiese battiste tradizionali che tendono a moltiplicare i luoghi di
culto e ad avere un ministero
laico molto sviluppato. I battisti hanno una lunga tradizione
di liberalismo teologico e di «e
re della denominazione, il pastore è diventato l’interprete ufficiale della Bibbia che essi stessi considerano inerrante. In seguito a questa risoluzione dell’Assemblea alcuni leader lealisti, guidati da Randall Lolley, ex
presidente di un seminario dimesso per motivi teologici dal
suo incarico, hanno dimostrato
davanti al forte Alamo, accusando i fondamentalisti di clericalismo ed eresia.
I battisti ora hanno davanti
il problema del futuro; molte
opzioni sono possibili, da quella di costituire una nuova denominazione che risjjetti i ba
silari princìpi battisti a quella
di unirsi con gli American Baptists, una denominazione moderata ed ecumenica. Seconde il
prof. Hinson, i moderati dovrebbero sfruttare il loro controllo
delle maggiori Assemblee statali
per controllare il fiusso di danaro del programma cooperativo delle chiese e dirigerlo verso quelle agenzie neglette dalla
attuale dirigenza nazionale. In
questo modo si potrebbe attendere che l’ondata fondamentalista nella denominazione passi, e
avviare un processo di normalizzazione.
Italo Benedetti
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Giorgio Gardiol
Jerry Vines,
neo-presidente
della Southern
Baptist Convention.
vangelo sociale », mentre i fondamentalisti sono reazionari sia
teologicamente che politicamente. Sin dal 1979 i fondamentalisti hanno condotto la denominazione battista molto lontano
dai princìpi basilari battisti ed
hanno esasperato le relazioni
interne alla denominazione, creando una atmosfera di sfiducia
reciproca e di continua polemica. Questi 10 anni hanno rappresentato il minimo storico delle
conversioni. Leon McBeth, storico battista, ha affermato che i
Southern Baptists, dopo questa
controversia, non sono più lo
stesso popolo.
I moderati della denominazione, chiamati lealisti, e organizzati in una Alleanza, hanno ancora il controllo di alcune ^enzie chiave della denominazione,
come le missioni, la scuola domenicale, la lobby politica a
Washington, e uno dei seminari. Anche a livello locale i lealisti controllano ancora molto del
flusso di danaro.
Come si può capire, nella denominazione ormai convivono
due teologie e due ideologie inconciliabilmente opposte; il prof.
Glenn Hinson, storico battista
moderato, ha affermato che « bisogna rompere questo matrimonio ».
In questa Assemblea generale tra emozione, eccitazione e
nervosismo, i fondamentalisti
hanno tenuto ancora il controllo
della denominazione. Il neo-eletto presidente Jerry Vines, un
fondamentalista della Florida, ha
vinto contro il candidato lealista Richard Jackson per meno
di 700 voti di scarto su 29.000.
I fondamentalisti avevano avvertito che il loro margine di
popolarità si era assottigliato,
ed anche i lealisti, all’inizio, avevano nutrito qualche speranza
di vincere queste elezioni ed arrivare ad im processo di normalizzazione. Ma le speranze sono
state sjjezzate dalla ennesima
vittoria fondamentalista e dalla
risoluzione, giudicata eretica dai
lealisti, che afferma la dottrina
del sacerdozio universale dei
credenti non bene affermata biblicamente e di recente acquisizione nella teologia cristiana. I
fondamentalisti hanno così colpito uno dei princìpi battisti
fondamentali e chiamano ad un
maggior ruolo dei pastori nelle
chiese. Con ciò i fondamentalisti sono arrivati a colpire il cuo
Diffusione
della Bibbia
(BIP) — L’Alleanza biblica universale (ABU) ha diffuso più di
12,7 milioni di Bibbie nel 1987.
Sempre la stessa società ha diffuso nello stesso anno 11,5 milioni di Nuovi Testamenti, 44 milioni di « porzioni » bibliche, e 555
milioni di « selezioni ».
Cristiani
in Cina
(SOEPI) — Il vescovo protestante K. H. Ting ha visitato recentemente alcuni paesi europei (Svizzera, Francia, (Cecoslovacchia, Norvegia) e, nel corso
di una conferenza stampa presso
il Consiglio ecumenico di Ginevra, ha illustrato la situazione
dei cristiani in Cina. Secondo
Ting in Cina « vi sono attualmente 8 milioni di cristiani, di cui
4 milioni di cattolici e 4 di protestanti. Questi ultimi però sono in
rapida crescita perché il protestantesimo ha caratteristiche
culturali più vicine al popolo cinese ».
Missione e
evangelizzazione
(SOEPI) — Si terrà a San
Antonio (Texas), dal 20 maggio
al 13 giugno 1989, la Conferenza
mondiale per la missione e Tevangelizzazione del Consiglio ecumenico delle chiese.
Il tema scelto; « Che la tua volontà sia fatta - Una missione
aderente al Cristo », è illustrato
in un libretto di studi biblici
che è stato diffuso a cura del
CEC tra tutte le chiese cristiane.
In questo modo tutte le chiese
potranno partecipare spiritualmente alla Conferenza mondiale.
Solidarietà
con i kanaki
Il presidente della Federazione protestante di Francia si è
recato per mandato delle chiese, a cui successivamente si è
aggiunto il mandato del primo
ministro F. Rocard, in Nuova
Caledonia per esprimere la solidarietà delle chiese protestanti
col popolo kanako e per tentare
una riconciliazione tra gli abitanti della Nuova Caledonia e il Go
verno francese.
Alla fine di un viaggio « in cui
ha saputo ascoltare », il past.
Jacques Stewart ha rilasciato
una intervista nella quale, tra
l’altro, afferma che nello sviluppo della questione le « chiese evangeliche possono giocare uii
ruolo decisivo. Le chiese intatti
incessantemente, per bocca dei
loro pastori, dei diaconi, e dei loro membri, si sforzano di far
passare un messaggio: continuare ad aver fiducia in un avvenire di pace in cui ciascimo possa
avere il suo posto ».
Oggi, in Nuova Caledonia, la
tentazione della violenza è molto
presente specie tra i giovani,
« tuttavia — osserva il past. Stewart — la diffusione delle chiese e la loro riflessione teologica
circa la non violenza cristiana
sono finora servite ad impedire
una esplosione di violenza. E’
certo che l’Evangelo è letto in
una prospettiva di liberazione
di tutto l’uomo contro le antiche e moderne forme di schiavitù ».
tappeti persiani di qualità
garantisce
la qualità e il luogo d’origine del tappeto
APERTO alla DOMENICA
Esposizione: Torre Pdlice • P.zza Municipio, 1 - © 0121/91430
Torino • Via dei MiUe, 29 A - © 011/8395450