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LA MEMORIA
E LA SPERANZA
«Ricordatevi delle meraviglie che
egli ha fatte, dei suoi miracoli e dei
giudizi della sua bocca »
I Cronache 16,12
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/L verbo «ricordare» è centrale
nell'Antico Testamento, chiunque sia
il soggetto. La vita dipende dal fatto che
Dio «si ricordi» di Abramo, Isacco, Giacobbe, della promessa della sua solidarietà con il popolo: «giustizia» è ricordarsi dell'orfano e della vedova, sia da
parte di Dio sia da parte degli esseri
umani, singoli o comunità; «fede», infine, è in buona misura il contenuto
dell'imperativo di questo versetto di I
Cronache e di tanti altri dello stesso tenore: ricordarsi, far memoria delle meraviglie di Dio, cioè delle sue azioni liberatrici e della sua parola. Quando
nei momenti di crisi Israele «cerca se
. stesso», come oggi diremmo, lo fa ricordando che in passato Dio non si è di\dtoe i menticato del suo popolo, che ha mani^ festato una fedeltà tenace, solida, che
può anche per un tratto scomparire come dietro una nube, ma non si dissolve,
non viene meno. È in forza di questo
passato che si può sperare nel futuro.
1LA speranza biblica non è un salto
nel buio, frutto della pura e semplice «scelta» o «decisione» di credere;
' romeno dipende da un generico ottimismo, del tipo di quello legato al cosiddetto «stellone» italico, per cui anche se non si sa perché, si è convinti
che alla fine andrà bene. La speranza
biblica nasce invece dalla memoria: il
Dio che è stato fedele ieri e è fedele oggi, lo sarà anche domani. Un simile
atteggiamento spirituale è reso possibile dalla capacità della fede di Israele
di vivere insieme le due dimensioni di
cui parla il versetto: i «miracoli» di Dio
(la sua presenza nella storia) e i «giudizi della sua bocca», la frequentazione quotidiana della Parola permettono di leggere la storia e di «ricordarla»
nel senso qualificato di cui qui si parla. Di per sé la storia è, nel migliore dei
casi, muta: più spesso è proclamazione
aggressiva del trionfo del caos e del
non senso, fonti inesauribili di non
speranza, cioè di disperazione, nomi
moderni di quanto la Bibbia e la tradizione chiamano il Satana, il Nemico,
l'Avversario. I «giudizi» di Dio, la sua
parola, gettano sulla storia un fascio
di luce che rivela i «miracoli» di Dio, la
sua decisione di non abbandonare la
vicenda umana alla lotta annientatrice di tutti contro tutti.
n ECIPROCAMENTE, la meditazioXl ne della Parola, la riflessione biblica, la predicazione ricevono corpo,
sangue e colore da una lettura credente della storia e a volte anche della cronaca. Una frequentazione della Parola
che non accetti di lasciarsi mettere in
questione, anche radicalmente e pericolosamente, dalle vicende della stona, compresa la piccola vicenda personale di ognuna e di ognuno, tende a
trasformarsi in ideologia, e la proclamazione stinge inesorabilmente nella
Ptopaganda o nell'autosuggestione: di
dui la critica di «astrattezza» spesso rivolta al linguaggio cristiano. A qualcosa del genere pensava il teologo Karl
^arth, quando diceva che chi predica
^eve sapere leggere tanto la Bibbia che
giornale. L’invito in verità non vale
solo per predicatori e predicatrici, ma
investe l'esistenza cristiana in quanto
tale, e potrebbe essere ulteriormente
Precisato: il giornale non senza l'aiuto
uella Bibbia, la Bibbia non senza l'aiuto del giornale, affinché il passato e il
presente non siano vissuti in modo dispersivo, ma come raccolti nella fede,
per andare incontro al futuro in atteggiamento di sobria, ma forte speranza.
Fulvio Ferrarlo
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Per il presidente del Consiglio, Romano Prodi, è radicata nell'appartenenza cattolica
L^unità morale e civile dell'Italia
Si dimentica che l'Italia è nata malgrado l'ostilità della Chiesa cattolica. Oggi il problema è
rivendicare la laicità dello Stato italiano e creare uno Stato in una cultura che non lo vuole
GIORGIO TOURN
Lf AFFERMAZIONE del presidenI te del Consiglio, secondo cui
«L’unità morale e civile della nazione è radicata e resa salda anche
nella vita religiosa e nell’appartenenza cattolica», ha suscitato non
poche reazioni, del tutto giustificate a nostro parere. Come spesso nel
linguaggio caratteristico di molti
esponenti del mondo cattolico, politico e non, l’essenziale del discorso non sta nelle parole pronunciate, ma nel non detto, nel sottinteso;
a costituire il messaggio non sono
già i significati dei termini ma ciò
che essi evocano.
Stando al detto non si può che
acconsentire: che la vita religiosa e
l’appartenenza cattolica possa costituire un elemento dell’unità nazionale chi potrebbe contestarlo?
Ci mancherebbe altro! Sarebbe
davvero strano che a un secolo e
mezzo dalla creazione della comunità nazionale la coscienza religiosa degli italiani educati nella fede
cattolica li conducesse a lavorare
per la sua disintegrazione, che l’essere cattolici implicasse il non sentirsi e non essere italiani!
Il senso del messaggio è però ben
altro, e poco ha a che fare con le retoriche secessioniste. Tutto si gioca
sull’accostamento, non organico
ma tutt’altro che casuale, dei termini: morale, civile, nazione, radicata, cattolica. L’impressione, perché di questo si tratta, che l’ascoltatore riceve, pur nelTambiguità
dei concetti, è chiara e veicola un
messaggio altrettanto chiaro: la fede cattolica è quella che fonda e
motiva l’unità civile della nazione.
Detto in altri termini: l’Italia è nazione perché è cattolica.
Quanto priva di fondamento storico sia un’affermazione di questo
genere ha mostrato con esemplare
chiarezza Sergio Romano sulla
«Stampa» di martedì 9 settembre.
Molto opportunamente egli ricorda
che l’Italia come realtà politica unitaria si è fatta non in virtù della cattolicità ma contro la Chiesa: «Siamo
cittadini italiani perché abbiamo
abolito il potere temporale della
chiesa di Roma». Stando alla Roma
del Risorgimento l’Italia non doveva
nascere: quell’Italia, né monarchica
né repubblicana, né cavouriana né
mazziniana, né federale né unitaria;
quell’Italia liberale era troppo moderna per Pio IX. E ci sono voluti
decenni perché Roma, intesa come
Vaticano, accettasse la fine del potere temporale e leggesse in chiave
spiritualmente feconda quello che
riteneva essere una sciagura.
Molto abilmente, certo, Gabriele
De Rosa in un’intervista sullo stesso numero della «Stampa» ricorda
che la Chiesa cattolica non è solo
papi e vescovi, ma che esiste «una
chiesa di fedeli che ha contribuito
largamente all’unità d’Italia». Non
saremo noi a fargli le pulci ricordando quale triste destino abbiano
avuto quei cattolicesimi liberali dal
’48 ai modernisti. Non è questo il
problema. La storia del Risorgimento i nostri uomini politici cattolici, siano essi stati educati presso i gesuiti i salesiani o le scuole di
stato, la conoscono anche se occorre spesso ricordarla loro perché
fingono di dimenticarla e non c’é
peggior sordo che quello che non
vuole udire. Sanno benissimo come è nata l’Italia moderna ma rimuovono questa pagina perché
continuano a sognare un’altra Italia, e non solo la sognano ma ne
perseguono il progetto con ostinazione, dal Patto Gentiioni al Concordato, dalla Democrazia Cristiana di Sturzo a quella di Andreotti.
Sognano un’Italia che non nasce,
come tutte le democrazie moderne, dall’intesa responsabile di uomini liberi che stipulano insieme
un accordo razionale per definire
le norme minime della convivenza
sociale; sognano una comunità
umana che nasce dallo spirito della
tradizione religiosa cattolica. Una
società (una «societas» per usare il
latino di Ratzinger) di cattolici che,
sempre stando a De Rosa, hanno
«traslato la virtù cristiana della carità nel valore civile delle solidarietà» costituendo così il cemento
unificante dell’unità civile perché
la solidarietà caritativa spinge tutti
a lavorare al bene comune. Questa
è l’Italia che si sarebbe dovuto realizzare: quella del «Bene comune»
di De Rosa, «dell’unità morale» di
Prodi degli «uomini di buona volontà» di Giovanni XXIII. Per stare
all’oggi, per volgerci al passato:
l’Italia del padre Manzoni una nella pietà e nella bontà, l’Italia della
«morale cattolica» o del «primato
civile e morale degli Italiani».
E al centro di ogni discorso sempre la morale (ricordare il «problema morale» di anni fa, che in
realtà era il problema civile) mai la
coscienza civica, sempre il volontario, mai il cittadino, sempre
l’opera mai il dovere responsabile,
il Vangelo (o la Costituzione letta
come Vangelo cioè ideale nelle nuvole) mai la responsabilità del
civis. Giustamente Sergio Romano
ricorda al presidente del Consiglio
che i cittadini si attendono che dia
corso al suo programma di governo più che spendere «parte del suo
tempo nei santuari della penisola»,
ma il suo programma di governo e
l’Europa che sogna sono quelli
confacenti a una società cattolica
modernizzata (aggiornata per dirla
con il Concilio). Per la chiesa, di
cui è figlio devoto, lo Stato (con la
maiuscola) non è mai esistito e
non può esistere, esiste una comunità umana, molto umana, che un
vescovo laico conduce come un
gregge con il pastorale, strumento
non già di potere dominatore (come erroneamente le sinistre hanno sempre creduto) ma di faticosa
e paziente opera di riunificazione
di individui ottusamente calcolatori. Il problema perciò va ben oltre il rivendicare la laicità dello
Stato italiano, è creare uno Stato in
un cultura che non lo vuole.
Dichiarazione del presidente della Fcei, Domenico Tomasetto
La pena di morte è «moralmente inaccettabile»
EUGENIO BERNARDINI
Nel dicembre scorso, in occasione del
dibattito sulla pena di
morte a seguito del caso
O’Dell, la giunta della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia
(Fcei) aveva dichiarato
che «La condanna a
morte di una persona,
quale che sia il crimine
commesso contro altre
persone o contro la società, è sempre un’aberrazione, quindi sempre
e comunque moralmente inaccettabile».
Diverso è l’insegnamento del Catechismo
della Chiesa cattolica,
anche nella nuova edizione (quella in latino,
perciò ufficiale) presen
tata proprio in questi
giorni. Il paragrafo 2267,
pur limitando la legittimità della pena di morte
rispetto all’edizione di
cinque anni fa, ricorda
che l’insegnamento tradizionale della Chiesa
«non esclude, supposto
il pieno accertamento
dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena
di morte quando questa
fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di
esseri umani». Naturalmente l’autorità dovrà
prediligere i mezzi.incruenti «perché essi sono meglio rispondenti
alle condizioni concrete
del bene comune e sono
più conformi alla dignità della persona umana. Oggi infatti [...] i
casi di assoluta necessità di soppressione del
reo sono ormai molto
rari se non addirittura
inesistenti».
Certo, la nuova formulazione rappresenta
una «crescita di sensibilità» (don Giovanni Cerati su «Avvenire» del 10
settembre), soprattutto
se si tiene presente che
negli Usa il 75% dei cattolici (e il 74% dei protestanti) è a favore della
pena capitale e in Italia,
in un sondaggio dell’anno scorso, i contrari
hanno superato i favorevoli di appena lo 0,1%.
Ma ciò non basta al presidente della Fcei, pa
store Domenico Tomasetto, che all’agenzia
Nev ha dichiarato: «La
nostra posizione è che
l’uccisione di criminali
non sia mai un modo
appropriato per affrontare il crimine. Le chiese
cristiane dovrebbero togliere ogni giustificazione morale alla pena di
morte, anche in casi eccezionali. Come si possono celebrare degnamente i duemila anni
del messaggio di Cristo,
se tolleriamo ancora
questo istituto anticristiano? Auspico una
grande iniziativa ecumenica che porti tutte le
chiese cristiane a condannare, senza mezzi
termini, la pena di morte entro l’anno 2000».
COMITATO ESECUTIVO DEL CONSIGLIO MONDIALE METODISTA. 220
rappresentanti di chiese metodiste,
presenti in 107 paesi per una popolazione di circa 70 milioni di persone,
più circa 250 ospiti, si incontreranno a
Roma dal 21 al 27 settembre. Si discuterà di: ecumenismo, evangelizzazione, formazione teologica e problemi
della famiglia. (pag. 3)
OMAGGIO DEL CEC A MADRE TERESA
DI CALCUTTA. «Durante la sua lunga
vita, nel servizio che ha compiuto presso i poveri, madre Teresa ha reso una
testimonianza di una potenza eccezionale». Lo ha dichiarato il past. Konrad
Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese. (pag. 3)
SCOZIA, LA RIVOLUZIONE TRANQUILLA. li referendum che l'il settembre
ha detto sì al ripristino, a partire dal
2000, del vecchio Parlamento scozzese
come moderna assemblea legislativa
democratica, significa la fine del grande governo centralizzato in Gran Bretagna e l'affermazione dei valori tradizionali di autonomia, onestà e responsabilità sociale. Ma non è una vittoria del nazionalismo etnico, (pag. 6)
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 19 SETTEMBRft
«Un giorno Ruth
disse a Noemi:
“Fammi andare
nei campi
a raccogliere
le spighe
che i mietitori
lasciano cadere.
Sono sicura di
trovare qualcuno
che me lo
permetterà”.
Ruth andò nei
campi. Per caso
si trovò in un
campo che era di
proprietà di Booz.
Booz disse a Ruth:
“Ascolta:
non andare
a raccogliere le
spighe nei campi
degli altri.
Lavora qui con
le mie serve,
guarda dove
mietono e fermati
con loro.
Darò ordine
ai miei uomini
di non darti
fastidio.
E quando hai
sete, vai pure a
bere alle brocche
di acqua che essi
hanno riempito”.
Ruth si inchinò
fino a terra e disse
a Booz: “Come
mai mi prendi
così a cuore e sei
tanto gentile con
me che sono
straniera?”.
Ruth disse a
Noemi di aver
lavorato nel
campo di un certo
Booz. “Il Signore
benedica Booz!”
disse Noemi.
“Il Signore è
sempre fedele alle
sue promesse, con
i vivi e i morti”.
E aggiunse: “Booz
è nostro parente:
secondo la nostra
legge è tenuto a
prendersi cura di
noi”. Poi Ruth si
recò da Booz e gli
disse: “Tu sei un
parente stretto e
per legge devi
prenderti cura di
me. Ti chiedo di
sposarmi”»
RESPONSABILITÀ E SOLIDARIETÀ
Spesso i cristiani sono come Booz: essi sanno cosa dovrebbero fare ma
la paura di lasciarsi coinvolgere, l'egoismo e l'indifferenza li immobilizzano
MAURO PONS
Quando ero ragazzo invidiavo alcuni miei compagni
di scuola perché andavano in giro con delle bellissime t-shirt
rosse con su stampata la faccia
del «Che» e una grossa scritta:
«Rivoluzione ora e sempre!».
Mio padre non apprezzava simili esibizioni ideologiche e sosteneva che la rivoluzione non aveva bisogno di quella pubblicità,
ma piuttosto di persone disposte a studiare molto e a lavorare
duro per cambiare veramente il
mondo. All’epoca non capivo
bene, l’atteggiamento mi sembrava eccessivamente rigido, tipico di una certa élite operaia,
che guardava il movimento studentesco con molta diffidenza e
poca simpatia, e poi, in casa la
parola di mio padre non si metteva mai in discussione.
La mancanza
di un'idea forte
(Ruth 3, 1-18)
OGGI, quello che mi manca
non è certamente una «maglietta ideologica», ma un’idea
forte a cui ancorare un progetto
di trasformazione della realtà in
cui vivo. In questo mondo globalizzato, dominato dagli imperativi di un’economia totalizza'hte che riduce le nostre vite a
logiche di semplice produzione
e di esasperato consumo, mi
sembra non solo di aver smarri
Preghiamo
Il inondo mi assomiglia nelle sue contraddizioni,
così, io mi specchio nelle sue situazioni.
Perciò io ti prego
di rilevarti sempre in ciò che vedo.
O Signore della mattina che bussa
sulle palpebre quando mi sveglio
mi giro e mi rigiro sopra il mio giaciglio e poi
faccio entrare il mondo dentro me
e dentro al mondo entro fino a notte
barriere, confini, paure, serrature,
cancelli, dogane e facce scure.
Sono arrivato qui attraverso mille incroci
di uomini, di donne, di occhi e di voci.
Il gallo canta e la città si sveglia
e un pensiero vola giù alla mia famiglia
e poi si allarga fino al mondo intero
e poi su vola in alto fino al cielo.
Questa è la mia casa, la casa dov’è?,
la casa è dove posso portar pace.
Lorenzo Cherubini
to il senso dell’esistenza ma anche ogni speranza di poter intervenire in qualche modo in un
processo di sviluppo che privilegia un numero sempre più ristretto di persone, mentre ne
emargina la maggioranza. La
povertà, la fame, la disoccupazione, l’emarginazione, la guerra, non sono il frutto di una «crisi» ma sono le condizioni necessarie attraverso il quale il sistema capitalistico si rinnova, si riproduce; non incidenti di percorso, a cui in qualche modo
porre riparo, ma l’espressione di
una chiara volontà di dominio
di pochi su molti che si vuole
nascondere sotto la maschera di
un’inevitabile razionalizzazione
del sistema produttivo. Altro che
rivoluzione!
Tutto quello che riusciamo a
fare è limitare i danni più evidenti, aiutando, di volta in volta,
i soggetti più esposti. Per quanto
tempo ancora associazioni,
chiese, sindacati, il mondo del
volontariato potranno limitarsi
a «curare le ferite» procurate
all’umanità ed al creato da questo folle sviluppo? Perché le
azioni di solidarietà, il lavoro nel
sociale, le scelte di chi pone l’essere umano al centro dei suoi
interessi non riescono a tradursi
in opzioni di politica economica
e sociale alternative a quelle dominanti? Se c’è una «crisi», questa è evidentemente tutta nostra. Da dove iniziare allora?
non solo rispondiamo alla vocazione che Dio ci ha rivolto, ma ci
associamo con lui nella sua
azione di redenzione, perché
l’attività specifica di Dio è la redenzione dell’umanità (Gen. 48,
16; Es. 6, 6; 15, 13; Is. 41, 14; 43,
1; 52, 3; Os. 13, 14). Non è casuale l’identificazione che Noemi fa
tra la fedeltà di Dio e la responsabilità di Booz; per lei il ruolo
che gli esseri umani ricoprono
sulla terra di fronte alla vocazione che Dio ha loro rivolto li qualifica come suoi co-redentori
(Ruth 2, 20). È solo a partire da
questa condizione che la redenzione può assicurare lo sviluppo
della vita delle persone in quanto comunità e non semplicemente come un insieme di individui. È solo a partire da questa
corrispondenza tra il modo in
cui Dio agisce e il nostro modo
di agire die possiamo pensare di
costruire una società che corrisponda pienamente alla vita del
popolo di Dio.
mette in atto un piano che le
avrebbe permesso di godere di
un suo diritto inalienabile. In
questo contesto è Booz che non
fa la sua parte. È vero, c’è l’inghippo tecnico del parente «più
prossimo» ma, non trovandoci
in un caso di matrimonio di levirato (Deut. 25, 5-10), egli avrebbe potuto in ogni caso sposare Ruth.
Tocca di nuovo a quest’ultima
la mossa decisiva: «Tu sei un parente stretto e per legge devi
prenderti cura di me. Ti chiedo
di sposarmi» (Ruth 3, 9). Booz
non vuole essere un «redentore»
per nessuno; conosce la legge,
ma non ha alcuna intenzione di
osservarla. Booz non vuole assumersi nessuna responsabilità:
egli sa di essere un co-redentore, ma non gli interessa di diventarlo veramente. Sfugge alla
sua vocazione.
La vocazione dei cristiani
Il principio della solidarietà
La responsabilità reciproca
Nel libro di Ruth abbiamo
visto che si usa il concetto
di redenzione sostanzialmente
nel senso della responsabilità
reciproca delle persone, in particolare la responsabilità verso
coloro che non sono in grado di
essere responsabili di se stessi.
In questo senso molte delle nostre azioni a favore degli altri
(malati, persone sole, immigrati,
tossicodipendenti, disoccupati,
la lotta alla mafia, il nostro impegno nel movimento pacifista
e femminista), la nostra diaconia, possono essere lette sicuramente come un’azione di redenzione o di liberazione.
Quando lavoriamo per sottrarre una persona al peccato,
alla schiavitù, alla fame, al dolore e alla sofferenza, all’esilio e alla tortura, al carcere e alla morte
Noemi, Ruth e Booz costituiscono una comunità «istituzionale», cioè regolata da norme
sociali molto precise, dove la solidarietà è un principio essenziale, perché essa determina la
conservazione dei beni patrimoniali e garantisce resistenza di
ogni individuo che le appartiene. Le sue leggi devono essere
semplicemente osservate e applicate, richiamandosi ad esse la
comunione materiale e umana è
sicuramente garantita. In teoria
tutti agiscono o hanno il potere
per far sì che la crisi della famiglia di Noemi sia risolta felicemente. Ruth non nasconde la
sua condizione di inferiorità
quando lascia Noemi per recarsi
nei campi con la speranza che
qualcuno le permetterà di spigolare in essi o, di fronte a Booz,
sia quando si stupisce dell’interessamento di quest’ultimo per
una donna straniera, sia quando
mette in opera la sua azione di
seduzione.
In questo modo Ruth rende
esplicita la sua precarietà e rende possibile l’azione di «bontà»
di Booz stesso. Noemi esercita
la «memoria del diritto»: non si
limita a richiamare in modo astratto una nonna sociale, ma
di fronte alla sua inosservanza.
La vocazione della comunità
cristiana si fonda sul riconoscimento di Gesù Cristo come il
suo Signore e Salvatore, ma essa
si dispiega completamente nella
concretezza della vita degli esseri umani quando sa accogliere la
sfida di essere compartecipe
della redenzione dell’umanità di
cui Gesù si è fatto portatore.
Spesso i cristiani sono come
Booz: essi sanno cosa dovrebbero fare, l’Evangelo di Gesù
non è un mistero per loro, ma il
rispetto delle convenzioni, l’osservanza delle leggi, la paura a
lasciarsi coinvolgere, l’egoismo
e 1 indifferenza verso gli altri, la
riduzione della forza dirompente dell’agape a una sorta di
«buonismo» caritatevole, li immobilizzano nelle loro azioni rivoluzionarie. Non è debolezza,
non è paura, non è mancanza di
idee, ma l’inaccettabile incoerenza di chi della responsabilità
nei confronti di sé e degli altri
ha fatto il suo cavallo di battaglia e, ora, nel momento della
prova, si tira indietro.
Per ogni evenienza ho acquistato una t-shirt bianca. Sopra
c’è statnpata l’immagine di un
neonato che stringe il pugno.
C’è scritto: «La rivoluzione non
russa». Speriamo bene.
(Seconda di una serie
di tre meditazioni)
Note
omileticlK
I capitoli 2-3 deli IL
Ruth sono costitJ
una serie di dialogJ:
svolgono, da una||n 1
tra Noemi e Ruth |
tra parte tra Ruth'J I/o
Al centro di questif
ghi vi è l'elaboraJ
strategie contrapp(,|
fatti Noemi e Rut|,i
arrivate a BetlettmÌ
non possono ancoraH^
dorarsi «al sicuro»,!'®'^'
non hanno nessun'oP®^'
prenda cura di loroPi®
que, per la loro soiÌ del
venza, è essenzlale^etod
sire la protezionepitita
uomo. Booz, a cui lapienti
imporrebbe di occhitii
delle donne, perché mte
te a lui da uno strett, alen
porto di parentela Lo
25, 25-55), ignorai
responsabilità e prei A,
agire in loro favore *,
vando la propria cari!
In un primo mou I
in nome dell'alleana P“’
ha instaurato con N, il®*
Ruth si reca nei cai
spigolare: In quantoi inq'
va e straniera resid« siter
Israele esercita uné til’et
garantitole dalla | ¡zazi
(Lev. 19, 9-10; 23, 22;¡ |,logi
24, 19-22). Nei campi ¡glia,
20 essa incontra Boo; Lg.
nosciuto da Noemi co ¡ „„r
loro go'el (Ruth 2, J-t,
«uno con il diritto
scatto», cioè un pai
maschio che si assicut
la «roba» rimanga se dart
in possesso dei me iseg
della famiglia stessa!^
pedisce che un pareri
ridotto in schiavitù.!
plementari al concelj
go'el (redentore-libej
re) sono il concettod
sed (bontà), che iiij
una qualità di Dio (.
6; Sai. 103, 8; Gionai
ma anche la disponili
che va al di là del senr'^®
dovere, a rinunziar>L „
stessi per essere prò* ^
al fianco e a favorei
tri; l'espressione «i
grazia» (Ruth 2, 2-U™
19) che, in questo casi
dica la pj-ecarietài«!
speranza di Ruth er>l
sura in cui le perso»
pendono reciproca»«/
da una «bontà»
mente operante.
Ma Booz è solo i|
no», non si attiva ti
«redentore». Per
Noemi propone a Rutl
attuare la strategia!
seduzione nei suoi)
fronti: chissà sa perqi#'’*'
via Booz si deciderai*!
ventare il «redentoifio
Ruth attua a modosÉlif
piano di Noemi. InvetSuf
attendere che Boozsi|ei
suma le sue responsabili
essa gliele ricorda: ci|j j
membro del clan otli^
tribù, Booz deve
gere coloro che nonsiL
in grado di protegge»! “
soli. Se è vero che, in*^
so lato, i «redentori»!^
vono operare a favo»®®''
persone e dei loro W®®!
nell'ambito familiare,f S
trettanto vero che, ii'lttel
nerale, essi devono 3f|Sid
mersi la responsabilitMdai
confronti degli sfortrftof
per diventare loro sosH{)¡¡j
tori e difensori. mp
Per
approfondii
gi
- G. Crocetti, C/Oi 0
Giudici, Ruht, Brescia,® p
riniana, 1981. Si
- E. Green, Da/A*? (
alla parola. Storie ne nella Bibbia, To''!
Claudiana, 1992, PP-^’v
_ I VA/ LI Vrt/ilk'BO'
- J. W. H. van Wijl<-®m
libri di Ruth, Ester e j
Torino, Claudiana, 159
- Aa.Vv., La BibbUf
donne, voi. I, Torino, ®'',
diana, 1996, pp. 159'* ,
Regala
un abbonanieiil''
3
19 SETTEMBRE 1997
Ecumene
PAG. 3 RIFORMA
L'incontro si svolgerà alla Domus Mariae di Roma dal 21 al 27 settembre
Comitato esecutivo mondiale dei metodisti
]n una lettera al segretario generale del Consiglio mondiale metodista il pastore
\/aldo Benecchi spiega le ragioni per cui non parteciperà all'udienza del papa
2-3 de||(
costiti
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a Ruth t
li questi
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3 ancora
iicuro»,
nessunoi““^-^ jel Comitato esecutiloro sol del Cons^iglio mondiale
y«i no BENECCHI
21 al 27 settembre si
Volgerà a Roma, presso
«litro Domus Mariae, l’in
di lorol
;enzial Metodista. Circa 220 sono i
:e2ionepembridelConiitatoproye. a cui ¿enti da tutto il mondo. Gli
• di occigpitisaranno complessiva' perché pte250. Al Consiglio monno strett ¿é metodista fanno riferiirentela ^jo le chiese metodiste di
'.Sdorai jgio7 paesi per una popo® f f”'®' ione di circa 70 milioni.
nr!r7' .’esecutivo farà un bilan^ (della XVII Conferenza
l'alleam odiale metodista di Rio
o con N laneiro per dare attuazio3 nei Cai ¡alle linee di lavoro espresquantolin quella sede. Fra i numea resideptemi che saranno affronita unfcrecumenismo, l’evangedalla Inazione, la formazione
'■ 23,22;pogica, i problemi della fa3i campipgjia^ l’educazione, l’etica,
tra Boo4q^estioni internazionali,
particolare interesse le
> ^'»ziative che saranno deli> nn"°lrate per il 2000, anniversa
ii assicuJ|della nascita di Gesù.
ìanga s^artedì 23 settembre sarà
dei m*segnato alla comunità di
3 stessaInt’Egidio il premio per la
Tee del Consiglio mondiale
ietodista, premio attribuito
ipersonalità, associazioni,
imunità, religiose e laiche,
le hanno dato un particolacontributo per la pace e la
iconciliazione fra i popoli,
iovedì 25 settembre si svolerà un incontro del Comita
to con i rappresentanti delle
chiese evangeliche romane.
Un’occasione preziosa per la
reciproca conoscenza.
Nel programma del Comitato è prevista un’udienza in
Vaticano con il papa. L’esperienza dei rapporti fra i metodisti o altri evangelici negli
Usa e nei vari paesi del mondo e la Chiesa cattolica romana è molto diversa da
quella italiana. È certamente
difficile all’estero capire bene che cosa voglia dire vivere
e testimoniare nel contesto
italiano. Proprio perché desideriamo che il cammino e-.
cumenico proceda, riteniamo necessario che all’apertura, alla disponibilità al dialogo, si aggiunga grande
chiarezza. Penso, pertanto,
che sia necessario aiutare le
nostre chiese sorelle all’estero a capire che anche un discorso ecumenico a livello di
organismi internazionali,
perché non sia incompleto,
non può non tener conto
delle esperienze concrete
delle chiese nazionali. L’esperienza italiana è particolarmente significativa per la
sua singolarità e peculiarità.
Proprio in questo spirito
ho inviato la lettera che segue al segretario generale Joe
Hale per esporre le ragioni
per le quali, pur essendo
membro dell’esecutivo, non
parteciperò all’udienza. Sono certo che le mie motivazioni saranno comprese.
)re(
del Comitato centrale
“l«La vera forza del Cec sta
iiella solidarietà tra le chiese»
solo 'I Alla vigilia della riunione
iel Comitato centrale del
e a ecumenico delle
ategia(Cec), attualmente in
■ i (11 20 settembre) a
3 per qy^b'^vra, il segretario generaciderà)^*Konrad Raiser ha avuto
?dentottoodo di ricordare come in
modoifaesti ultimi anni i contrili. Invetfuenti di alcuni paesi euroBoozs!|ei avevano finanziato indiJpttamente le attività del Cec.
ai fondi versati a
^ Rineyra per i programmi del
e nonfc
ni'
.ve .Cec parte di grandi istitu
iteggeri
li di aiuti cristiane euro
che, particolare tedesche,
entori»i®®®Rdinave e olandesi, che ria favori*6vono un forte sostegno filoro Wanziario dai loro governi,
liliare,! Secondo Raiser, il Cec po"’j“®obe essere portato a riconproprie attività,
più importanza alla
delle responsaùa con le proprie chiese
p ®bro. Anziché essere l’orSanizzatore di progetti su larscala, il Cec potrebbe in
aro agevolare la realizza
ondif
da'i? progetti, fungere
• riferimento e da
'' ria 9 cooperazione
«i Con ravvicinar
la/ silei* Olio * Assemblea del Cec,
ne d/<i* pri questione è una delle
3 Tori!' dell’organizzazione
yM’ ^ * X Cx 111 Zo Zj d Za 1 \y 1 1
pp. Sì{ ahe sta mettendo a
dettagli di
un
?r e iin^*'dante progetto di «revi
dplio^” del proprio lavoro e
ibbis^ ^ proprie strutture.
Ili,ì!:°'^®.''oci - ha precisato
i abbi ~ levano per dire che
-----" forte^''^° bisogno di un Cec
a taelió,^ '’°ri dobbiamo
iTipilti snLto^® ^ ®rie attività, né
meni" ^postarne troppe nell’ambito
p3fj °°perazione con i suoi
Pomo k" ^ questione che si
^rtella della fonte di
che H, *®rza. Non c’è dubbio
Ri, Ìa ultimi decen
^ maggior parte di questa
forza è giunta da donne e uomini che erano pronti a dare
fondi per iniziative che le
chiese intendevano finanziare nel campo dei diritti della
persona, dell’educazione,
della salute e dello sviluppo».
Tuttavia, date le minacce che
in molti paesi pesano sui
budget per l’aiuto e lo sviluppo, Raiser ritiene che «dobbiamo accettare nuovamente
il fatto che la vera forza del
Cec sta nella solidarietà e la
condivisione tra le chiese
membro».
Raiser ha precisato che nella riunione del settembre
1996 il Comitato centrale
aveva ricordato alle chiese la
necessità di versare la propria contribuzione (tali contribuzioni servono a coprire
per lo più i costi di funzionamento, mentre i programmi
vengono finanziati da contributi specifici di chiese o istituzioni ad esse collegate). «Le
contribuzioni non possono
essere facoltative - ha sottolineato Raiser -, fanno parte
della disciplina inerente alla
qualità di membro».
Nella riunione di quest’anno, i membri del Comitato
centrale hanno avuto il compito di: a) esaminare le attività del Cec dopo l’elezione
dell’attuale Comitato centrale a Canberra nel 1991; b) dibattere il progetto di dichiarazione di orientamento generale su «una concezione e
una visione comuni del Cec»,
un processo che mira a riformulare gli obiettivi e le strutture del Cec; c) discutere il
rapporto del sottocomitato di
preparazione dell’ottava Assemblea del Cec. La prossima
Assemblea ad Harare, ha detto Raiser, dovrà «iscrivere la
visione del movimento ecumenico nel 21° secolo». (eni)
Dr. Joe Hale
Segretario generale
Consiglio mondiale metodista
Avendo ricevuto il programma relativo ai lavori del Comitato esecutivo del Consiglio mondiale metodista, nel
quale è compresa una udienza presso il papa della Chiesa
cattolica romana, Giovanni Paolo II, desidero esprimere le
ragioni per cui non potrò partecipare a tale iniziativa, pur
essendo membro del Comitato esecutivo.
Il contesto italiano del dialogo ecumenico tra protestanti e cattolici richiede che vi siano al tempo stesso grande apertura e chiarezza.
Ci siamo rallegrati nello scorso Sinodo delle chiese vaidesi e metodiste per i progressi che sono stati compiuti nei
rapporti tra protestanti e cattolici in Italia. Abbiamo apprezzato in particolare la firma, avvenuta lo scorso giugno,
di un «Testo comune» sui matrimoni misti, e i gesti di riconciliazione che hanno preceduto e seguito la Seconda
Assemblea ecumenica europea di Graz.
Il documento sull’ecumenismo che il Sinodo ha ricevuto quest’anno, e che è stato rinviato allo studio delle chiese, delinea una proposta ecumenica che vede l’unità della
chiesa nella linea della «comunione conciliare» e della «diversità riconciliata», condivisa da gran parte del Movimento ecumenico, e il suo strumento in un Concilio universale
in cui tutte le chiese cristiane siano presenti a pari titolo. Il
documento riafferma anche che il modo in cui il papato è
definito dottrinalmente ed esercitato praticamente rimane
un ostacolo sulla via dell’unità della chiesa.
Nel contesto italiano qualunque gesto da parte protestante che, per le procedure adottate, potrebbe apparire
come un riconoscimento del iriinistero papale, non sarebbe accettato e turberebbe la coscienza dei metodisti italiani e dei protestanti nel loro insieme.
Mentre mi rallegro ancora una volta per l’occasione
d’incontro costituita dal prossimo Comitato esecutivo qui
a Roma, mi rammarico quindi di non poter essere con voi
in questo momento particolare, e confido che la mia posizione sarà da voi compresa.
Valdo Benecchi
Chiesa riformata olandese bianca
Verso la reintegrazione nella
Alleanza riformata mondiale
I negoziati degli ultimi mesi hanno aperto la strada alla
riammissione, in quanto
membro effettivo, di una
chiesa del Sud Africa sospesa
dall’Alleanza riformata mondiale (Arm) nel 1982 a causa
del suo appoggio all’apartheid, considerato come un’
eresia. Sembra infatti probabile, benché non ancora certo, che la Chiesa riformata
olandese bianca (Nederduitse Gereformeerde Kerch,
Ngk) coglierà l’occasione che
le è stata offerta dalTArm,
che ha tenuto la sua Assemblea generale a Debrecen.
Secondo i termini di una risoluzione adottata il 18 agosto, la Ngk potrà essere «reintegrata in quanto membro
attivo con tutti i suoi diritti»
se il suo prossimo Sinodo generale «assicurerà le chiese
dell’Alleanza che essa rigetta
l’apartheid in quanto sbagliato e impregnato di peccato
non solo nei suoi effetti e i
suoi approcci ma anche nel
fondo della sua natura».
La Ngk conta circa 1,3 milioni di membri in Sud Africa
e comprende circa il 60% di
Afrikaans; insieme ad un’altra chiesa riformata bianca
che da allora ha lasciato
l’Arm, la Ngk era stata sospesa dalTAlleanza dall’Assemblea generale nel 1982 ad Ottawa (Canada), la quale aveva
dichiarato che queste chiese
erano «eretiche» per via del
loro appoggio all’apartheid.
Dopo il voto del 18 agosto il
presidente della Ngk, Frederik Swanepoel, presente a
Debrecen in qualità di osservatore, ha ringraziato l’Assemblea generale per «questa
giornata meravigliosa», dichiarandosi «fiducioso che la
Ngk avrebbe reagito nel 1988
dando la risposta desidera
Dal Mondo Cristiano
: Omaggio di Konrad Raiser a madre Teresa
GINEVRA— Poco dopo l’annuncio della morte di madre Teresa di Calcutta il pastore Konrad Raiser, segretario generale
del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), le ha reso il seguente omaggio; «Durante la sua lunga vita, nel servizio che ha
compiuto presso i poveri, madre Teresa ha reso una testimonianza di una potenza eccezionale. Poche persone hanno, come lei, attirato tanta attenzione. Essa non ha soltanto predicato
in parole e in atti il valore infinito che Dio dà ad ogni essere
umano, ma ha anche saputo persuadere molte persone di questa realtà vitale, e convincerle di conseguenza. I membri
dell’Ordine di madre Teresa, che continuano a dedicarsi interamente ai morenti, agli handicappati e ai malati, sono per noi
un richiamo costante della necessità che vi è di servire i più poveri fra i poveri e di testimoniare loro la nostra solidarietà. In
un mondo in cui il fosso tra paesi ricchi e paesi poveri continua
ad allargarsi, in cui viene rifiutato a milioni di esseri umani il rispetto dei loro diritti più fondamentali e in cui la giustizia è a
volte una nozione del tutto ignota, il miglior modo di onorare
la memoria di madre Teresa è di impegnarci in una lotta senza
pietà contro la cupidigia e lo sfruttamento, cause di tante sofferenze fisiche, morali e psicologiche per tanta gente». (eni)
Francia: il presidente della Federazione
protestante dopo il «mea culpa» del papa
PARIGI — Dopo il «mea culpa» del papa sul massacro di San
Bartolomeo, il presidente della Federazione protestante di
Francia, pastore Jean Tartier, ha dichiarato; «Penso di poter dire che questa dichiarazione è molto importante, e ce ne rallegriamo... Ora, bisognerà vedere quale sarà la traduzione francese di questa vicenda; mi sembra che il Consiglio delle chiese
cristiane di Francia dovrebbe occuparsene e riflettere al modo
in cui, in occasione del giubileo, potremmo discuterne». A un
giornalista che gli chiedeva ciò che pensava del fasto dispiegata in occasione delle cerimonie delle Giornate mondiali della
gioventù (Gmg), Jean Tartier ha risposto: «Per noi è sempre un
po’ sconcertante... Il nostro purismo protestante ci rinchiude a
volte in schemi ristretti. La Chiesa cattolica sa meglio rendersi
visibile. Dovremmo riflettere a questa visibilità». E ha aggiunto: «È possibile sognare che le Gmg dell’anno 2000 a Roma riuniscano i giovani di tutte le religioni? Perché no?». (eni)
Stati Uniti: marcia di 200 bambini per
protestare contro la pena di morte
NEW YORK — Per tre giorni, 200 bambini hanno sfilato, pregato e cantato, per protestare contro la pena di morte. La loro
marcia si è conclusa il 20 agosto scorso con un grande raduno
davanti alle mura del carcere di Waynesburg, in Pennsylvania.
Dan Winter, portavoce degli organizzatori della marcia, ha dichiarato che tutti gli oratori erano bambini dagli 8 ai 15 anni.
Oltre 200 detenuti condannati alla pena capitale si trovano nel
carcere di Waynesburg, dove finora nessuna condanna è stata
eseguita. «La Crociata dei bambini», patrocinata dalla Fondazione Bruderhof, ha lasciato Farmington, dove si trova una comunità di Bruderhof, per giungere a tappe fino alla prigione,
situata a 48 km di distanza. Eberhard Arnold, pacifista tedesco
morto nel 1935, ha fondato il movimento Bruderhof (Società
dei fratelli) per cercare di concretizzare le parole del Sermone
sul monte. Espulsi dalla Germania dai nazisti, i membri del
movimento si sono rifugiati prima in Inghilterra, poi in Paraguay, prima di fondare una comunità negli Usa nel 1961. Oggi
esistono sei comunità nel Nord-Est degli Usa e due nel Sud-Est
dell’Inghilterra. Vivono fabbricando mobili e altri articoli, (eni)
Il Movimento internazionale «Noi siamo
chiesa» scrive al papa
DARMSTADT — Il Movimento internazionale cattolico «Noi
siamo chiesa» ha inviato al papa una lettera in riferimento al
35° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, sollecitando un incontro in Vaticano per il giorno 11 ottobre 1997,
giorno in cui il Movimento organizzerà a Roma un «Incontro
internazionale del popolo di Dio». In quell’occasione, i rappresentanti del Movimento intendono consegnare al papa il numero complessivo di firme di adesione raccolte in tutto il mondo. «A venire a Roma - dice fra l’altro la lettera - non saranno le
masse ma quelli e quelle che assumeranno su di sé il pellegrinaggio saranno i (le) rappresentanti di milioni di cattolici». Nella mattinata dell’11 ottobre, i partecipanti provenienti si raduneranno nella cattedrale di San Paolo fuori le mura. Il papa è
stato invitato a condividere con loro la celebrazione dell’eucarestia. «Come fedeli della Chiesa cattolica - aggiunge la lettera ci sforziamo di discernere i segni del tempo e vogliamo presentarLe le preoccupazioni di milioni di cattolici, donne e uomini
in tutto il mondo, che pregano affinché in nome della credibilità della missione di Gesù, il successore di Pietro sciolga sulla
terra ciò che per tanta gente è diventato un fardello insopportabile e ingiusto». La lettera, scritta da Elfriede Harth, portavoce del Movimento, chiede al papa di ben volere rispondere. In
caso contrario, termina la lettera, «il pellegrinaggio avrà luogo
comunque, anche se Lei non è disposto a renderci il servizio
sacerdotale che sollecitiamo». (Associazione Partenia)
Respinta la mozione contro il presidente
della Convenzione battista nazionale Usa
NEW YORK — All’Assemblea annuale della Convenzione
battista nazionale che si è svolta a Denver dal 1° al 5 settembre
è stata respinta, con 2.000 voti favorevoli su un totale di 9.000
votanti, una mozione che chiedeva l’allontanamento immediato del presidente della Convenzione, Henry Lyons, accusato di brogli finanziari. La Convenzione battista nazionale, che
conta 8,5 milioni di membri, è la più grande chiesa nera degli
Usa. La commissione speciale di 17 membri, nominata il 9
agosto per indagare sulla vicenda, ha riconosciuto che il presidente aveva aperto un conto non autorizzato ma che non aveva alcuna prova che egli abbia usato fondi della chiesa a fini
personali. Dopo il voto, i delegati favorevoli alla mozione hanno dichiarato di accettare la decisione dell’Assemblea, e la sessione si è chiusa in un clima di allegrezza. (eni)
ta». Tuttavia, durante la conferenza stampa tenutasi successivamente, ha precisato di
non poter «garantire oggi che
la Ngk dica sì» ma di poter
«assicurare che la questione
riceverà tutta l’attenzione necessaria».
La decisione del 18 agosto
fa seguito a una settimana di
intensi negoziati tra il Comitato esecutivo dell’Arm, i responsabili della Ngk e quelli
della Chiesa riformata dell’Africa australe, chiesa non razziale formata dalla fusione di
due delle chiese «figlie» della
Ngk, una chiesa nera e una
chiesa di meticci.
Jameson Buys, presidente
della Chiesa riformata unita
dell’Africa australe, ha dichiarato la propria soddisfazione per la decisione dell’
Assemblea generale dell’Arm.
Spetta, ha detto, alla «Chiesa
riformata olandese di decidere del proprio futuro all’interno delTAlleanza mondiale.
Un voto negativo (in occasione del Sinodo) significherebbe la fine di questa via particolare». Nel 1982 l’Assemblea
di Ottawa aveva sottolineato
che le chiese dovevano soddisfare tre condizioni per ridiventare membri a pieno titolo: non più escludere i cristiani neri dai servizi religiosi,
aiutare le vittime dell’apartheid e prendere decisioni
«inequivocabili contro l’apartheid che impegnino la chiesa allo smantellamento di
quel sistema nella chiesa e
nello stato».
Dopo l’Assemblea di Ottawa, secondo l’Alleanza
riformata mondiale, la Ngk ha
aperto le sue porte ai cristiani
di tutte le razze, pur rimanendo una chiesa a maggioranza
bianca, e ha portato aiuto alle
vittime dell’apartheid, (eni)
4
PAG. 4 RIFORMA
LA TAVOLA VALDESE INFORMA
Vita Delle Chiese
i Villasecca
Il «campo dì lavoro
»
Le sedute della Tavola, subito dopo il Sinodo. sono dedicate in buona parte alle nomine amministrative, a quelle dei comitati e
delle commissioni di studio che sono riportate in calce alla prima circolare della Tavola, in preparazione in questi giorni. La sistemazione del campo di lavoro ha impegnato
la Tavola per il resto delle sedute, con esito
quasi soddisfacente.
La preziosa disponibilità del pastore emerito Samuele Giambarresi permette di assicurare una presenza pastorale fissa a Agrigento, mentre alla prédicatrice locale Beatrice Grill sono state affidate le due chiese di
Pachino e Scicli. L’arrivo a Messina del pastore Jens Sielmann, proveniente dalla Germania, completa le assegnazioni pastorali
in Sicilia.
A Gosenza e Dipignano è stato trasferito il
pastore Leonardo Magri, proveniente da Pachino e Scicli. Nell’area del Napoletano, al
pastore Sergio Aquilante sono state affidate
le due chiese di Portici, quella metodista
(per la quale è stato richiesto il regolamentare parere dell’Assemblea di circuito) e
quella riformata. Il pastore Aquilante continua a occuparsi anche della Chiesa metodista di Ponticelli.
Non è stato possibile inviare un secondo
pastore o un candidato o una candidata alla
Chiesa metodista di Roma via XX Settembre, ma il Consiglio di chiesa prowederà,
con l’aiuto di una smdentessa della Facoltà
di teologia, a fornire un adeguato supporto
al pastore Valdo Benecchi.
Nessuna variazione, per ora, nel Molisano,
dove si è alla ricerca di una pastora o di un
pastore, in modo da dare il via al progetto
«Molise 2», cioè alla ridistribuzione del lavoro pastorale nel Molise.
La chiesa di Rimini è stata affidata al circuito fino alla fíne di maggio, dal 1“ giugno
arriverà il pastore Ennio Del Priore, trasferito dalla chiesa di Como.
A La Spezia la Tavola ha sperato, fino
all’ultimo momento, di poter inviare il pastore Claudio Martelli, che invece ha confermato le sue dimissioni dal ruolo pastorale.
La Tavola ha accettato queste dimissioni con
profondo rammarico. La cura della chiesa di
La Spezia è stata affidata al giovane pastore
Massimiliano Pagliai. La cura delle chiese di
Udine e Gorizia, come già stabilito, è stata
affidata al candidato Andreas Kohn, mentre
la Chiesa metodista di Trieste sarà seguita
dal circuito, con alcuni aiuti saltuari.
Le chiese di Alessandria e Bassignana sono state affidate al circuito per i prossimi tre
mesi, nella speranza di potervi presto inviare
un candidato al ministero.
Qualche piccola variazione anche per
quanto riguarda Cinisello, dove il candidato
Sergio Manna aumenterà la sua presenza
conservando tuttavia la cura della chiesa di
Novara.
La Tavola ha inoltre proclamato la vacanza delle due chiese autonome di Roma via IV
Novembre e Como, che dovranno quindi
designare la nuova pastora o il nuovo pastore per l’anno 1998-99 entro la fine del ’97.
per la Tavola valdese
il moderatore
Un'attività nata nella chiesa battista di Matera
Giovani coinvolti dalla passione per il teatro
IMMA SCHIUMA
Ly 8 giugno nella chiesa
battista è stata rappresentata dalla Filodrammatica Mateola la commedia in
tre atti intitolata «I casi sono
due». Ormai sono quattro
anni che questo gruppo di
giovani si prepara con la guida del fratello Michele Matrone, della Chiesa battista di
Santeramo (Ba), che come
ogni anno ha curato la regia
con notevole maestria e ha
trasmesso a questi giovani il
suo entusiasmo e la voglia di
stare insieme.
Dopo un anno di preparazione, i ragazzi si sono esibiti
ricevendo applausi e ammirazione da parte degli spettatori, provenienti anche dalle
comunità di Gravina, Altamura e Santeramo. Tuttavia
la rappresentazione non è
stata seguita solo da fratelli
della nostra fede. Si è trascorsa una serata piena di atmosfera e allegria, perché la
commedia è stata molto divertente e nello stesso tempo
CENTRO DI FORMAZIONE DIACONALE
«Giuseppe Comandi»
FIRENZE
ISCRIZIONI AL CORSO DI FORMAZIONE
Sono aperte le iscrizioni al corso di formazione diaconale.
La durata del corso è quadriennale. La domanda va presentata entro ottobre su modulo fornito dalla segreteria
stessa. E richiesta la licenza di scuola secondaria superiore.
I/le candidati/e dovranno, contemporaneamente, iscriversi
ad un corso universitario (laurea o diploma) nell’ambito
educativo, sociale, sanitario o dell’accoglienza (per esempio: educatori/trici, assistenti sociali, gestione dei servizi di
accoglienza come foresterie o case di riposo, infermieri/e).
Quota di iscrizione, convitto, borse di studio e prestito
La quota di iscrizione per un anno è di lire 100.000. Gli/
le studenti/esse possono chiedere di alloggiare presso il convitto del Centro. In questo caso possono usufruire di una
borsa di studio che sarà mantenuta se gli studi proseguiranno regolarmente. Inoltre, a richiesta, possono ottenere un
prestito, senza interesse, rimborsabile all’inizio della loro
attività lavorativa.
Inizio dei corsi, programmi, frequenza
Alcuni corsi professionali sono a numero chiuso e le prove selettive si effettuano già durante i mesi di settembre e
ottobre. Può variare anche la data di inizio delle lezioni e
cia.scuno dovrà seguire il calendario del corso prescelto.
L’ammissione al CFD è conseguente aH’iscrizione ad un
corso professionale ed è preceduta da un colloquio. Il corso
di formazione diaconale inizierà l’8 novembre. Il programma è disponibile in segreteria. La frequenza è obbligatoria.
La segreteria è a disposizione per fornire tutte le informazioni necessarie (programmi, caratteristiche dei corsi, costi
etc.) c per risolvere dubbi anche di carattere personale. A richiesta si può anche organizzare una visita.
Rivolgersi a:
CFD - c/o Istituto Gouid - via dei Serragli, 49 - 50124 Firenze - tei. 055-212576, fax 055-280274. Chiedere dell’addetto a! CFD.
piena di significato. La commedia è ambientata a Napoli
nei primi del secolo, in una
famiglia nobile. Il barone, padrone di casa, è sulle tracce
di un figlio avuto da una relazione prematrimoniale, e dopo varie peripezie scopre che
il figlio è il suo cuoco. Notevole è l’imbarazzo di entrambi, buffa la situazione che si
viene a creare all’interno della servitù. Il cambiamento di
vita del cuoco, diventato ormai baroncino, è rilevante...
Sorta nell’ambito dell’Unione giovanile, la filodrammatica ha ormai assunto un
ruolo di rilievo aU’lnterno della comunità di Matera; è composta da circa venti ragazzi
che lavorano soprattutto in
funzione dell’evangelizzazione attraverso commedie teatrali. Nel repertorio si annoverano cinque commedie, che
non sono state rappresentate
solo nella nostra comunità
ma anche in alcune chiese di
Puglia e Lucania.
Prima di ogni rappresentazione, oltre a essere assegnata a ognuno dei ragazzi la
parte da imparare, viene anche affidato un diverso compito. Uno dei compiti di maggiore importanza è quello riguardante la scenografia: i ragazzi che se ne occupano si
prodigano ad allestire il palcoscenico con pannelli e teloni, decorati a mano o con
carta da parati. Per far fronte
alle spese che si sostengono
nell’allestire il palcoscenico,
il gruppo teatrale attinge da
un proprio fondo cassa e a
dalle risorse della comunità. I
ragazzi sono legati da molta
amicizia e sempre più giovani si avvicinano alla comunità. Si partecipa a questa attività con assiduità, spinti dal
desiderio di stare insieme,
condividendo tutte le emozioni, le gioie ma anche i problemi e le incomprensioni
che si riescono a superare
con l’aiuto del Signore.
I ragazzi che fanno parte
del gruppo teatrale sono grati
al Signore per queste belle
esperienze, viva è la voglia di
andare avanti e fare sempre
meglio, e colgono l'occasione
per fare appello a tutte le comunità presenti sul territorio
nazionale ad invitare la filodrammatica nella loro città.
________________________________VENERDÌ 19 SETTEMBRf 1 spe
~ art.
in c
aia
L’Ei
La chiesa
durante l'estate
La nostra chiesa ha iniziato
l’estate con un lutto: abbiamo
perso il 19 giugno il fratello
più anziano della comunità,
Cesare Giacomino, deceduto
a Rivoira Superiore all’età di
87 anni. Lo ricordiamo con
affetto e simpatia, nella solidarietà fraterna con la sua
bella e numerosa famiglia.
Due giornate di gioia particolare le abbiamo avute invece il 19 luglio, con le nozze
di Claudio Peyronei e Vilma
Barus, e il 2 agosto con quelle di Manuel Comba e Daniela Giacomino. Ancora
molti cari auguri agli sposi.
Ringraziamo la pastora Lucilla Peyrot che ha presieduto la parte civile in queste
due occasioni, in attesa che
sia chiarito che questo incarico è affidato anche ai predicatori locali in servizio pastorale temporaneo.
L’estate è sempre un’occasione per rinsaldare vecchie
amicizie. Molto simpatica
l’agape fraterna alla Torre,
presso la famiglia Calisi Grill,
per la quale ringraziamo di
vero cuore. Ancora una volta,
inoltre, nelle riunioni estive
abbiamo rivisto con piacere
sorelle e fratelli che non abitano più stabilmente nel territorio della nostra chiesa locale. In particolare, grazie al
pastore Ludwig Schneider
che ha presieduto la riunione
di Villasecca oltre al culto ai
Chiotti, domenica 13 luglio.
Grazie anche agli altri predicatori che si sono alternati
nei nostri culti estivi: Alfredo
Janavel, che rivediamo sempre con commozione e piacere ricordando il suo ministero fra noi; Bruno Corsani,
Lucilla Peyrot, Sergio Ribet,
Sergio Rostagno.
Nelle riunioni estive abbiamo avuto come sempre una
breve meditazione biblica e
inoltre abbiamo ripercorso
sommariamente i primi dieci
secoli della storia del cristianesimo. Grazie a tutti e a tutte coloro che ci hanno fornito
fotografie relative alla vita
della nostra chiesa nei decenni passati. Pensiamo di
allestirne un autunno un’
esposizione provvisoria, sperando di perfezionarla in futuro con nuovo materiale.
Civitavecchia
Comunità
di via Filzi
Ci ha preceduto presso la
casa del padre il fratello Enzo
Costantini, colpito da un male violento e sconosciuto che
in due settimane lo ha portato alla morte. Certo il Signore
della risurrezione e della vita
eterna lo ha accolto presso il
trono del Padre celeste.
Il 28 giugno è stato celebrato nella chiesa di Porta Castello di Tarquinia il matrimonio interconfessionale di
Paolo Sacchetti e Caterina
Denaro. La cerimonia è stata
condotta dal parroco don Alfredo e dal pastore Paolo
Marziale. Non è mancato il
dono della Bibbia agli sposi
da parte della comunità.
Domenica 6 luglio, sulla riva del lago di Vico, si è avuto
un culto suggestivo e carico
di'spiritualità. Hanno dato la
loro testimonianza battesimale pubblica la sorella Renata Ceccotti, membro della
nostra comunità e la sorella
Stefania Alciati della comunità consorella di Ronciglione. La nostra comunità si è
recata sul posto con un pullman appositamente noleggiato. È stata una giornata veramente benedetta e distensiva nello spirito e nel corpo.
MATERA — Domenica 10 agosto hanno fatto visita allacia.
battista il pastore Peter Fehr e la sua consorte Elisab»
da tempo che Fehr, pastore della chiesa evangelica è'
gua italiana di Frauenfeld, Zurigo, è amico della chi»
Matera da dove proviene l’attuale anziano della con,
curata da Fehr. Il pastore ha rivolto un caloroso saluti,
chiesa che l’aveva ospitato in altre occasioni mentre!
rella Elisabeth ha allietato il culto col suono del flay!
mattinata i coniugi Fehr si sono recati alla chiesa dite '
nico dove il pastore ha tenuto la predicazione e dove '
stati accolti con grande cordialità.
• Il 31 luglio la chiesa battista di Matera ha dato l’ultii,
luto all’amico e fratello Cosimo Gaudiano deceduto
alcuni mesi di malattia. Cosimo, fratello della sorel
chiesa Maria Gaudiano in Nicoletti, si era avvicinato
cente alla fede evangelica grazie alla testimonianza dei»
rella Maria e dei suoi figli nonché di alcuni membri dii
sa i quali, negli ultimi mesi, gli avevano fatto visita. Ai|
rali la pastora Elizabeth Green ha annunciato la spen
nella resurrezione che il fratello Gaudiano aveva fatto sif
SAN GERMANO — È stato posto il segno del battesimo su
tia Zacco, di Giancarlo e Claudia Sappei, e su Elisa RiL
Mario e di Daniela Allasia. A questi bambini, come alpi
lo Federico Garrone, di Claudio e Dorothee Mack, cheè
to presentato durante il culto di domenica 24 agosto a
Germano benché la famiglia sia residente a Ferentino,!
munità augura ogni bene dal Signore a cui chiede peri»
tori le sue preziosissime benedizioni e l’aiuto costantei
mantenere fedelmente l’impegno preso di annunciareai
ro cari figlioletti l’Evangelo della salvezza in Gesù Cristo,
• Nel periodo estivo alcuni lutti hanno colpito la comui
non sono più fra noi Mario Borgarello, deceduto all’)
dopo un lungo periodo di sofferenza, Agnese Capelloi
Robert, oriunda di Sommariva Bosco, scomparsa allei
96 anni, e infine Levi Long, il cui servizio funebre ha ai
luogo ai Martinat, dove ha abitato per lungo tempo qu
nostro fratello che ci ha lasciati all’età di 70 anni. A tutf
loro che piangono i loro congiunti, la comunità ripel
confortanti parole di Gesù: «Io sono la resurrezione eli
ta, chi crede in me, anche se muore, vivrà».
• Non avendo avuto luogo a San Germano il funerale
Oreste Meytre, questo fratello non è stato ricordato sul
ste colonne: benché molto in ritardo Io vogliamo fare afe
so. Era infatti membro della nostra comunità, fino a qua
la sua salute glielo ha permesso ha frequentato assi!
mente il culto e pensiamo a lui come a un credente I
passata generazione che ha saputo dare ai giovani unui
ma vero esempio di fedeltà al Signore. Ai suoi cari, in pi ’
colare al fratello, un pensiero di fraterna simpatia cristi*
ANGROGNA — Un numeroso gruppo della comunità si èri
to il 31 agosto alla Ca d’ia pais del Bagnòou per una frati
giornata comunitaria. Il culto all’aperto, un’animata!
versazione sugli appuntamenti dell’anno prossimo legai
le manifestazioni del 150° anniversario dell’emancipaà
valdese, un’ottima grigliata e gli intrattenimenti pomeri ,
ni per giovani e adulti hanno costituito gli ingredii
dell incontro, che si è protratto fino a sera inoltrata. ViS
successo dell’Iniziativa, c’è da augurarsi che questo appi
tamento della domenica che segue la settimana del Sin
entri con regolarità nella programmazione delle atti
estive della comunità e possa raccogliere l’adesione ani
dei membri delle chiese confinanti con Angrogna. Durai
mesi estivi i culti sono stati presieduti da molte sorelle e
telli che ringraziamo: l’Unione femminile di Angrogna,
leria Fusetti, Alberto Taccia, Giuseppe Platone, Mario ■'
rutti, Marcel Piguet (segretario generale della Cevaa). '
numeroso e variegato gruppo della comunità ha partecj
to alle consuete «Vacanze insieme» presso la Casa valdi'
di Vallecrosia, a cui ha partecipato anche il pastore.
• A metà agosto, dopo alcune settimane di coma co®
guente a una brutta caduta nei boschi, è deceduto allo#
dale di Pinerolo il fratello Paolo Malan (Giovo). Alla fai
glia la comunità esprime la sua solidarietà fraterna.
MILANO — Il Centro culturale protestante, in collaborazi#
con la libreria Claudiana, organizza un corso di ebraico!.,
blico per principianti. 11 corso si terrà ogni lunedì serad^:'
18 alle 19,30 (orario provvisorio) a partire dal 27 ottobre!
no a giugno 1998. Il costo dipende dal numero degli is#
(da 250.000 a 300.000 lire). Sarebbe possibile organrf”
anche un corso di greco biblico, ma a condizione di 3**
un minimo di 18 iscrizioni. Per ulteriori informazio®
iscrizioni tei. 02-76021518.
A
l
tl
Jacoità va[dese di teoio^ia
Via dietro Cassa, 42 - 00193 IRoma
Sinno accademico 1997/98
Il CXLIII anno accademico inizierà sabato 18 ottob®
con la prolusicene del prof. Pacelce Ricca su: Meiantoiid
cinquecento anni dalla nascita.
11 culto di inaugurazione si terrà nella chiesa valdese
Colleferro, in (tccasione del cinc]uantenario della
dazione della comunità, con la predicazicTne del pr®'
Daniele Garrone. »
La sessione d’esami si terrà nei giorni 16-17-18 ottobri'
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Per la pubblicità
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tei. 011-655278, fax 011-657542
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A 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale dlTorino
di mancato recapito si prega restituire
g" mittente presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
ceditore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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J
VENERDÌ 19 SETTEMBRE 1997 ANNO 133 - N. 35 LIRE 2000
FESTA DEI GIOVANI. Prosegue fino al 28 settembre a
Pinerolo all’expo Fenulli la «Festa dei giovani», appuntamento annuale con il mondo giovanile a cura della diocesi di
Pinerolo. «Vivere il presente tra sogno e realtà» è il tema
conduttore; fin dall’inaugurazione di sabato, a cui ha partecipato anche il presidente della Camera, Luciano Violante,
proveniente da Torre Pellice, la Fenulli è stata invasa da una
gran folla di giovani ricchi di speranze, di voglia di far festa,
di colori. Significativa anche la presenza evangelica con i
giovani di Radio Beckwith che hanno allestito nello stand
uno studio radiofonico. Per il fine settimana altri appuntamenti di rilievo, a partire dalla fiaccolata per le vie della città
alle 20,30 di giovedì 18 con don Ciotti; sabato 20 la chiusura
con tanta musica a partire dalle 14,30 con i funkay «I senza
nome», il coretto valdese e il laboratorio di flamenco.
Ogni cultura di matrice
ebraico-cristiana dovrebbe svilupparsi a partire
da un’istanza esterna, da una
«Parola» esterna che ci raggiunge e ci costituisce, ci dà
identità. Il popolo ebraico si è
raccolto attorno alla «Legge»,
ha ricevuto la propria identità
non partendo dal concetto
dell’elezione o della terra
(che pure sono concetti fondamentali), ma dalla Parola di
un Dio straniero che chiama
all’esistenza e definisce una
vocazione. La Torah è stata
ed è, per ogni generazione di
ebrei, l’intermediario di una
relazione con Dio che sussiste anche quando Dio nasconde il suo volto. Nell’orizzonte
cristiano la Parola diventa
carne, storia, diventa un’esi
LA FORMAZIONE DI PERSONE LIBERE
PAROLA E CARNE
GIANNI GENRE
stenza che essendo crocifissa
rimane sempre cammino, mai
traguardo, che sollecita e rende inquieti senza lasciarsi mai
possedere o manipolare.
All’inizio di un nuovo anno
scolastico sarebbe importante
lavorare, nelle scuole e nelle
chiese, per un’istruzione e per
una formazione che siano prodotto di una cultura di questo
tipo, che non muove da sé,
dalla propria piccola vicenda.
che non difende i propri privilegi, ma che accetta di costruirsi a partire dalle domande degli altri o, nella dimensione della fede, dell’Altro.
Lavorare insieme per formare persone appassionate,
ma che sanno di poter cambiare idea, che hanno convinzioni ferme ma che accettano
di modificarle nel dialogo
con gli altri. Donne e uomini
che non si rassomigliano, pur
avendo riferimenti comuni.
Lavorare per una cultura che
crea persone libere, senza timori di misurarsi con chiunque altro e capaci di dare del
tu anche a Dio, in un confronto sempre serrato e autentico.
Una cultura che diventa sapienza nella misura in cui
rende consapevole ognuno di
noi delle proprie potenzialità
ma anche dei propri limiti.
Una cultura che crea comunicazione, perché ricerca sempre insieme ad altri la verità,
senza pretendere di raggiungerla, che produce solidarietà
perché parte dalla domanda
degli altri. È questo il lungo
cammino della verità, di cui
parlava anche Gesù, che conduce alla libertà donne e uomini adulti e consapevoli.
12
Angrogna
Un progetto
troppo
ambizioso?
Il Comune di Angrogna si
interroga; dopo varie riunioni
di commissioni e dopo confronti con imprenditori privati, l’amministrazione ha redatto un documento in cui vengono indicate le linee di un
possibile sviluppo del territorio che metta in relazione ambiente, territorio, proposte e
opportunità turistiche. Le possibilità di finanziamento derivanti dai fondi Cee del regolamento 2081/93 sono alla base dell’iniziativa del Comune
che, in vista della presentazione di un progetto da parte della Comunità montana vai Pellice, ha voluto individuare tutti i possibili interventi: il documento illustrato al Consiglio comunale lo scorso venerdì è una raccolta di tutte le
proposte avanzate dall’ente
pubblico e dai privati, un insieme di progetti che paiono
ben rappresentare un discorso
unitario in relazione al territorio: ristrutturazione o creazione di foresterie, apertura di un
ufficio turistico, con annesso
bar ristorante nel capoluogo,
ripristino sentieri e percorsi in
quota, creazione di impianti
sportivi e ricreativi, ristrutturazione di baite presso alpeggi
comunali, cura del bosco e del
territorio in genere. Nello
stesso tempo alcune iniziative
possono essere viziate da eccessivo entusiasmo: l’ipotesi
rii avere in vai d’Angrogna
quattro o cinque foresterie a
norma con le leggi vigenti
sembra ad esempio esagerata,
^ecie se rapportata agli altri
Comuni della vai Pellice, così
come la ristrutturazione di
nna decina di baite in alpeg8>o lascia almeno perplessi.
Soprattutto non è chiaro come
ttn Comune in costante difficoltà economica possa pensare di recuperare alcune centinaia di milioni che rappresencrebbero la quota a carico del
Comune da affiancare ai finanziamenti europei.
Lezione di Luciano Violante per l'inaugurazione dell'anno scolastico al Collegio valdese di Torre Pellice
Formazione e ricerca, priorità per il futuro prossimo
PIERVALDO ROSTAN
A Torre Pellice, per inaugurare il nuovo anno
scolastico del Collegio valdese-Liceo europeo è arrivato il
presidente della Camera, Luciano Violante. L’istituto,
edificato nel 1835 per far studiare i figli dei valdesi e diventato pareggiato sin dal
1898, unico liceo protestante
italiano, conta oggi quasi 100
allievi e propone due indirizzi
di studio, quello classico e
quello linguistico europeo,
una sperimentazione che ha
ricevuto il pubblico apprezzamento del Provveditore agli
Studi di Torino, Marina Bertiglia, per il secondo anno
presente a Torre Pellice. Agli
studenti, ai docenti, ai genitori, alle autorità politiche locali e ai parlamentari presenti
Luciano Violante si è rivolto
parlando di etica e responsabilità nella politica: «Stiamo
vivendo una classica transizione da fine secolo, piena di
ombre e di speranze, complessa come altre che ci hanno preceduto», ha esordito
soffermandosi poi sull’esigenza di stabilire nuove gerarchie di valori, andando a
scoprire ciò che di positivo
Il presidente Violante e, a destra, Lucetta Geymonat presidente del
Comitato del Collegio
sta accadendo, senza farsi
confondere dal transitorio e
dall’indifferenza.
«Oggi in Italia - ha aggiunto il presidente della Camera
- si intrecciano preoccupazioni e speranze. Una forza
politica chiede la rottura
dell’unità nazionale e, contemporaneamente, non c’è
settimana che non venga edito un libro o pubblicato un
articolo sul concetto di patria
e di nazione. Una parte significativa dell’Italia civile e politica si è schierata a sostegno della grazia per Joseph
O’Dell, un americano condannato a morte negli Stati
Uniti. Ma è passata come una
vicenda di ordinaria quotidianità la tragedia del ragazzo marocchino fatto affogare
nel Po, a Torino». Rivolgendosi in particolare ai giovani
del liceo valdese di Torre Pellice Violante ha ancora detto
che «rispondere è il compito
e la responsabilità della politica; bisogna restituire alla
politica la capacità di orientare i processi economici e
quelli sociali. L’economia e
la società sono veloci, la
politica è lenta. Tra i primi
doveri della politica c’è la ricostruzione di una classe dirigente capace di costruire
l’Europa politica. Solo in
questa dimensione le istituzioni politiche possono competere efficacemente con le
logiche economiche che, come è noto, non si occupano di
chi soffre o di chi è debole,
dei quali deve invece occuparsi la politica». E ancora:
«Oggi assistiamo - ha detto
più avanti - a forme inedite di
selezione del corpo politico,
basate proprio sul rifiuto della specifica preparazione politica. Ma è una vecchia illusione reazionaria che si possa
governare facendo a meno
della qualità della politica».
Il presidente della Camera
ha poi parlato di intollerabili
discriminazioni sociali nei
confronti dei giovani: «Le nostre istituzioni formative e la
nostra ricerca non sono adeguate alle necessità. L'Italia
destina alla ricerca circa
TI,2% del Pii. Germania e
Francia investono più del
doppio. Ad ogni ricercatore
italiano corrispondono 3,2 in
Germania, 9 in Giappone e
13 negli Usa. Il figlio di un
operaio o di un contadino ha
Chi sale in vai d’Angrogna per immettersi nella meraviglia del paesaggio e nella ricchezza della natura o per
conoscere i riferimenti storici di cui Angrogna è ricchissima (riguardano il periodo medioevale, quello della costituzione
della chiesa, il tempo della repressione e
della resistenza, le acquisizioni ottocentesche e quelle del nostro secolo) quasi mai
conosce il significato di due strane pietre
collocate proprio sulla piazza del capoluogo. Finora non mi pare che queste pietre siano state segnalate nelle guide, forse
perché evidenziano un aspetto non troppo
glorioso della popolazione locale e non
hanno alcun riferimento con la storia valdese. Non sappiamo neppure, anche per il
loro carattere di unicità, se riferiscono situazioni veramente accadute o sono frutto
di leggende o tradizioni di natura burlesca o sarcastica in funzione denigratoria.
Ecco come Fredino Sappé”^ ha descrit
ILFILO DEI GIORNI
DUE PIETRE
ALBERTO TACCIA
to la storia e la funzione di queste pietre:
«A lato della scuola su un muretto sovrastante la fontanella, sulla piazza di San
Lorenzo, c’è la “pèira de i débit” (la
pietra dei debiti). Si racconta che un
tempo, in epoca feudale, questa pietra
servisse da gogna, per punire la gente
che non riusciva a far fronte ai propri
debiti. Ai lati della pietra c’erano due
pali con una traversa a cui era agganciata una tagliola (carrucola). Legavano
il debitore con una corda, lo tiravano su
e poi lo lasciavano cadere sulla pietra:
una bella “culatà". Se il debito ammontava, per modo di dire, a dieci lire: dieci
sederate! Il pover’uomo oltre a soffrire
le pene dell’inferno si vergognava al essere esposto al ludibrio della gente per
cui diceva: "Pàgou mei debi; pèrdou
mei crèdi» (pago i miei debiti, ma perdo
il mio credito). Sotto la bella "Ala”
(mercato coperto) comunale, si trova invece la “pèira de la reizoùn" (pietra della ragione), una specie di tavolo rotondo
intorno al quale veniva amministrata la
giustizia. Si racconta che i testimoni
chiamati in causa dicessero: “Béica, tè
ìou giùrou per tu: se no, sìou crème, gìurou pèr Tàoutre” (Guarda, te lo giuro
per te, altrimenti - e possa essere bruciato vivo - giuro per l'altro)».
(*) Predino Sappé: Angrogna di qua del
Vengìe. Nomi di località tra storia e memoria. Quaderno n. 7 del Centro di documentazione del Comune di Angrogna.
venticinque probabilità in
meno di laurearsi, rispetto al
figlio di un laureato. Essere
democratici significa combattere queste e altre iniquità sociali». Infine, ai giovani e
agli insegnanti del Collegio
valdese di Torre Pellice, una
scuola fortemente impegnata
da tempo a tenere il passo
con le novità, che favorisce
da anni gli scambi con l’estero, i soggiorni di studio e numerose attività formative per
ragazzi e docenti. Violante ha
ricordato l’importanza di «ritornare ai valori della persona e della ragione, guardando al futuro, nel rispetto delle
generazioni che verranno».
La giornata, seppur con i
tempi molto cadenzati dalla
presenza dell’ospite illustre,
ha comunque consentito di
apprezzare alcuni altri interventi, tutti di livello (forse
proprio per la ristrettezza dei
tempi imposti dal cerimoniale), senza consentire spazio a
troppa retorica che talvolta rischia di appropriarsi di giornate come questa. Intenso
l’intervento del pastore Gianni Genre che pubblichiamo in
sintesi in questa pagina, puntuale nei concetti quello del
moderatore della Tavola valdese Gianni Rostan, informativo quello del preside Canale
che ita riassunto l’attività
dell’istituto negli ultimi anni
sottolineando soprattutto la
grande mole di incontri con
scuole estere (svizzere, tedesche, inglesi, irlandesi e francesi) e i tanti periodi trascorsi
da molti studenti in varie stati
europei. Non sono mancate
ovviamente le premiazioni dei
migliori studenti, una cui rappresentanza aveva voluto sottolineare l’esigenza di farsi
conoscere di più; come istituto, anche nella provincia di
Torino e non solo all’estero.
Ma l’applauso più caloroso è
andato alla professoressa Anna Marnilo, insegnante per 50
anni al Collegio e perciò maestra di molte generazioni,
chiamata a premiare alcuni
studenti meritevoli.
6
PAG. Il
L Eco Delle Aàlli Aàldesi---------------
Riaprono le scuole con alcune esperienze interessanti
Anno nuovo con tante novità
VENERDÌ 19 SETTEMBRE
BOSCAIOLO: PROFESSIONE ANTICA — In una gara
promossa da un rivenditore di motoseghe di Torre Pellice,
insieme agli altri commercianti, alcuni boscaioli (foto) si sono confrontati domenica scorsa nel piazzale del palaghiaccio
per stabilire chi fosse il migliore: erano in pochi, non si sa se
perché queste feste riscuotono meno successo di un tempo o
perché in pochi hanno ormai dimestichezza con gli attrezzi.
Ci sono ancora in giro persone che hanno cominciato a lavorare con la scure e oggi usano potenti trattori e veloci motoseghe; anche questo è un segno del mutamento.
7 MILIONI PER LO SCUOLABUS DI PRAMOLLO —
La Regione Piemonte ha stanziato un miliardo a favore di
Comuni e Comunità montane per l’acquisto di nuovi scuolabus. Fra i Comuni beneficiari c’è anche Pramollo, che
doveva sostituire il proprio mezzo; in realtà a fronte di un
preventivo di spesa di circa 46 milioni, dalla Regione arriverà soltanto il 15% (poco più di 7 milioni), per cui per il
momento a Pramollo continuerà a circolare il vecchio autobus rimesso per il momento a nuovo.
SAGRA DELL’UVA A BRICHERASIO — Si svolgerà dal
20 al 28 settembre la «Sagra dell’uva» appuntamento tradizionale dell’autunno che vede impegnati la Pro Loco e il
Comune di Bricherasio, nell’ambito del «Settembre bricherasiese». Il vino è il vero protagonista della sagra, che propone spettacoli, mostre, mercati, sfilate e tanta musica. Si
coimncia sabato 20 con la gara bocciofila a coppie, alle 14,
e SI prosegue alle 21 con la sfilata di moda in piazza Santa
Maria. Dornenica 21, alle 10, inaugurazione della mostra di
pittura e arti varie. Martedì 23 è il turno del teatro: alle 21 il
gruppo di animazione «Piccolo varietà» presenta la commedia brillante dialettale «E1 mistero ’dia Sanità»; teatro anche
venerdì 26 con la compagnia di Renato Clot di Pinasca che
presenterà alle 21 la commedia «Na giumà grama».
CRISI IN PEDEMONTANA? - C’è aria di crisi nella Comunità montana Pinerolese pedemontano; dopo un vivace
scambio di lettere fra il presidente. Cavallone, il sindaco di
Frossasco, Elvi Rossi, e il rappresentante di quel Comune in
giunta. Mauro Pons, quest’ultimo si è dimesso da assessore.
L ultima occasione di attrito di un rapporto mai semplice è
stata la scelta di avviare una trattativa con il Comune di Pinerolo per l’acquisto del Bar dei viali quale possibile sede
della Comunità montana. In settimana la crisi dovrebbe
avere una svolta: è infatti convocato il Consiglio.
TORNANO IN VAL PELLICE I BAMBINI DI CERNO
BIL Sabato 20 settembre arriveranno in vai Pellice 31
bambini bielorussi dagli 8 ai 14 anni, ospitati da 30 famiglie
di Angrogna, Luserna San Giovanni, Lusernetta e Torre Pellice; il gruppo, accompagnato da un’interprete e da una maestra si fermerà in valle fino al 25 ottobre. 1 bambini, che frequenteranno la scuola a Lusema San Giovanni, giungono in
zona per allontanarsi dai dintorni della centrale nucleare di
Cernobil contaminati dalla esplosione dell’aprile 1986: le
radiazioni presenti tutt’ora continuano a mietere vittime e
per i bambini è essenziale poter trascorrere almeno due volte
l’anno un periodo lontano dalle zone contaminate.
CONVEGNO SUI BENI AMBIENTALI — Si svolgerà sabato 20 settembre, dalle 8.45, presso il Museo storico della
Cavalleria in via Giolitti 5 a Pinerolo, un convegno di studi
su «Governo del territorio e tutela dell’ambiente per un autentico sviluppo culturale ed economico» organizzato
dall’associazione Dimore storiche italiane (Ad,si) in collaborazione con la Società piemontese di archeologia e belle
arti. Al centro del dibattito il mutare delle politiche a tutela
dei beni culturali e ambientali, sempre più legate e stimolate da strumenti e linee di riforma europei.
L UFFICIO POSTALE DI PINEROLO — A seguito dell’interrogazione presentata nei mesi di scorsi dalfon. Giorgio
Merlo circa la situazione di stallo in cui giace da tempo la
realizzazione del nuovo ufficio postale di Pinerolo (avviata
nel lontano 1986). .sembra che la situazione si stia sbloccando: una lettera di inizio settembre del prof. Enzo Cardi, presidente dell'ente poste, informa infatti che «è stato avviato
I iter per piocedere al riappalto delle opere sospese». L'Avvocatura generale dello stato è a sua volta intervenuta per la
nomina di un consulente che dovrà effettuare in tempi rapidi
l'accertamento tecnico preventivo sullo stato dei luoghi al
fine di ottenere 1 autorizzazione all’accesso ai cantieri.
CARMELINA MAURIZIO
Sono tre nel Pinerolese gli
istituti comprensivi che
funzioneranno nel corso di
questo anno scolastico. Si
tratta di «poli verticali», ovvero istituti scolastici che
comprendono scuola materna,
elementare e media con un
solo dirigente scolastico e
una sola segreteria. Istituiti
sin dall’anno scorso nel quadro della legge 97 del 1994
questi nuovi tipi di strutture
scolastiche fanno parte di un
quadro generale di razionalizzazione (sono 533 in tutta Italia), in una prospettiva che
vuole privilegiare la continuità didattica e tentare di tutelare le piccole scuole dei
Comuni di montagna. Il primo istituto comprensivo ad
essere creato l’anno scorso
nel nostro territorio è stato
quello di Perosa Argentina,
che raggruppa le scuole materne, elementari e medie di
Perosa, Perrero, Pragelato e
Roure (Roreto). Da quest’anno scolastico i poli verticali
sono presenti anche a Torre
Pellice (comprese le scuole di
Angrogna, Bobbio Pellice e
Villar Pellice) e a Villar Perosa (con le scuole di Porte, San
Germano, Pinasca).
Abbiamo chiesto a Renzo
Furlan, capo dell’istituto
comprensivo di Perosa, un
primo bilancio e le indicazioni per quanti cominciano la
stessa esperienza. «// bilancio
è tutto sommato positivo commenta Furlan - e tuttavia
dijficoltà a livello organizzativo non sono irrilevanti.
anzi la creazione dell’istituto
comprensivo le ha fatte esplodere; penso per esempio
alla gestione del personale
ausiliario che in parte dipende dal Comune e in parte dallo Stato, penso alle piccole
scuole come Perrero e Pragelato dove stiamo faticosamente cercando di continuare
ad offrire un servizio scolastico di buona qualità, senza
troppi scossoni, contando soprattutto su accordi con le
autorità locali e con la Regione. Credo ancora nella
continuità, ma sono anche
convinto che non sia l’istituto
comprensivo a determinarla,
anzi spesso fa venire in luce
le barriere e i pregiudizi già
esistenti. Inoltre mancano
provvedimenti ministeriali
precisi, che spesso rendono
molto difficile il lavoro».
Roberto Eynard, neocapo
dell’istituto comprensivo di
Torre Pellice, con all’attivo
circa 75 insegnanti e una popolazione scolastica di oltre
cinquecento tra bambini e ragazzi, parte con entusiamo in
questa esperienza: «L’istituzione dei poli verticali può essere un ’occasione per far vivere veramente in concreto la
continuità e tutelare così
bambini e ragazzi che frequenteranno il nostro istituto
dai 3 ai 14 anni. Abbiamo
grosse responsabilità ma gli
incontri che ho avuto finora
con i vari docenti sono stati
molto positivi e promettenti.
Abbiamo vari progetti in corso come per esempio quello
delle “classi ponte", ovvero
l’ultimo anno di materna e
l’ultimo delle elementari, durante i quali vorremmo che i
bambini avessero contatti frequenti con il successivo grado
di scuola, ma anche per gli
insegnanti, che finora hanno
lavorato con contatti saltuari,
potranno crearsi occasioni
per conoscersi meglio».
Per la direttrice dell’istituto
comprensivo di Villar Perosa,
Amico, anch’esso istituito a
partire dall’anno scolastico
’97-98, si tratta certamente di
un’occasione di crescita, non
solo per docenti e bambini ma
proprio per il territorio: «Siamo responsabili di un percorso educativo molto lungo dice la direttrice Amico - e al
tempo stesso dobbiamo tener
conto di normative in evoluzione e normative attuali che
rendono le varie scuole che
compongono l’istituto comprensivo ancora molto diverse tra loro. Un passo avanti
in questo senso sarà sicuramente il raggiungimento dell autonomia. Attualmente abbiamo in corso alcuni progetti (laboratorio di informatica
e formazione dei docenti per
la didattica della storia) che
nel quadro dell’istituto comprensivo possono sicuramente essere ampliati ed estesi».
Dall’anno prossimo, secondo
le indicazioni ministeriali, gli
istituti comprensivi, una dozzina nella provincia di Torino
sino ad oggi, dovrebbero raddoppiare, ridisegnando ancora una volta la mappa scolastica del territorio, affermandosi come una modalità di
gestione della scuola ormai
irrinunciabile.
erizza
con li
veri
ìversiv
Val Pellice
Volontariato
contro il
disagio social
Domenica 24 agosto è si
individuata dalle associaci
di volontariato sul disagio ^
ciale (l’Arcobaleno contro
disagio e l’indifferenza
gruppo lotta all’Aids, il
po volontari integrati e .,
sociazione dei Club alcoli
in trattamento) come gio:
di attenzione all’Aids e j
sieropositività. La manifey®^
zione è stata caratterizzatale,
due momenti distinti: al maiufon
no offerta di piantine, disi, rfesl
buzione di manifestini, e pro| i,
lattici nella zona pedonale, !po'
Torre Pellice e sulla piag LL
degli Airali a Luserna
Giovanni. La sera, al palazzi
to del ghiaccio di Torre Peli
ce, concerto con la partecii
zione dei gruppi Disco Infi
no. Sogno, May be all. ;
giornata ha segnato un risai
to positivo per la buona rii ¡iiel
scita delle manifestazioii ¡confi
malgrado un furioso tempoii pessc
le durante il concerto. Vogl» V i
mo esprimere un vivo ringu Non
ziamento agli enti e a tutte 1 aelt
persone che hanno espress ¡ossi
interesse e solidarietà, aivtsi
lontari che si sono impegnai
nelle varie iniziative e in paa
ticolare ai gruppi musicali clit
hanno offerto gratuitamente S
loro apprezzata prestazioml..
Ci auguriamo che questa gioiL al
nata abbia potuto contribuiwoca
sia pure in minima parteftism
rendere attenta, parteci pe e vier n
gilante la popolazione intoniste n
a uno dei problemi più dranjaica i
mutici del nostro tempo. telici
urei
tche SI
Festeggiamenti a Perosa Argentina
Croce Verde: 50 anni
di intenso servizio
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La Croce Verde di Perosa
Argentina compie 50 anni; un bel traguardo per i volontari del soccorso impegnati 24 ore su 24 fra l’alta vai
Chisone e la vai Germanasca;
il prossimo fine settimana
sarà segnato da una serie di
festeggiamenti e da momenti
di riflessione su temi di attualità, a cominciare dalla tavola
rotonda di sabato 20 sulla
riforma dello stato sociale
con alcuni parlamentari della
zona, senza dimenticare la
«festa della birra» vissuta come momento di aggregazione
fra generazioni diverse.
Fondata nel dicembre del
1947 la Croce Verde conta
oggi su circa 180 volontari;
«E una storia lunga per un
servizio che riguarda 16 Comuni della valle - dice il presidente, Franco Calvetti -; da
quest'anno abbiamo infatti
anche Sestriere. Due sono le
sedi di 118, a Perosa e a Pragelato, per il pronto soccorso
di emergenza; siamo dotati di
due ambulanze con medico a
bordo oltre alle altre dieci autoambulanze che costitui.scono il nostro parco macchine.
Dal 1° gennaio di que.st'anno
abbiamo anche potuto assumere sei dipendenti che si aggiungono al nostro primo dipendente; accanto a loro e ai
volontari ci sono anche quattro obiettori di coscienza».
- La Croce Verde è anche
inserita nel piano di protezione civile...
«Effettivamente abbiamo
stipulato una convenzione
con la Comunità montana
valli Chisone e Germanasca
per cui riceviamo tutte le indicazioni dalla Prefettura in
tema di protezione civile. Noi
vogliamo essere un’agenzia
sociale in mezzo alle altre,
per cui privilegiamo ciò che è
volto all’assistenza del pubblico. Abbiamo buoni rapporti con le scuole e con i Comuni, così come con i servizi
presenti sul territorio».
- Come avviene la formazione dei volontari impegnati
nella Croce Verde sotto il
profilo medico anche psicologico?
«A monte c’è una decisione
e la sottoscrizione di un impegno da parte del nuovo volontario; successivamente applichiamo il sistema del “mutuo insegnamento” cioè i più
anziani insegnano ai giovani
le tecniche di intervento.
Nell’ambito della convenzione con l’Ausl 10 sono previsti
dei corsi di formazione che
non sono purtroppo ancora
iniziati e che dovrebbero avviarsi in autunno».
Saranno le prossime giornate (venerdì sera alle 18,
nell'ampio salone di cui la
Croce Verde dispone a Pelosa, verrà anche presentato un
libro sui primi 50 anni di attività) a rinnovare il rapporto
con la popolazione. Domenica, subito dopo un momento
di preghiera ecumenica, ci
sarà anche l'inaugurazione di
due nuove ambulanze. L’opera di questo organismo è naturalmente ancora più imporI tante in una realtà ambientale
di montagna.
Comprensorio alpino del Pinerolese
Ci sono i soldi
nessuno li vuole?
«La nostra è quasi una denuncia», dicono i cacciatori
del Comprernsorio alpino n. 1;
in effetti la storia che i responsabili dell'organismo incaricato di gestire la caccia
nelle vallate pinerolesi hanno
illustrato ai giornali ha qua.si
dell’assurdo. Il comprensorio
è formato da cacciatori, rappresentanti degli enti locali,
degli agricoltori, degli ambientalisti. Secondo le normative vigenti i comprensori devono favorire iniziative di tutela ambientale e allo .scopo
dispongono di risorse non indifferenti (l’ente della montagna pinerole.se ha a bilancio
circa 200 milioni all'anno,
ndr). Gli interventi di tutela
ambientale devono avere una
ricaduta sulla caccia; il comprensorio pinerolese (C.A. To
1 ), per il 1997 aveva ipotizzato interventi di colture a perdere a favore di animali selvatici, sfalcio e pascolamento
sui pascoli alpini abbandonati,
contenimento dell'espansione
del bosco mediante taglio del
novellarne: «Uno studio condotto dal tecnico del comprensorio, Marco Giovo, aveva anche indicato alcune zone
dove tali interventi avrebbero
potuto realizzarsi, senza però
che esse risultas.sero vincolanti - ha sottolineato il segretario Mario Sandretto -; avevamo inviato una prima lettera a
tutti i Comuni segnalando la
possibilità dei finanziamenti
ad ottobre '96 c una seconda
il 13 giugno: la cosa sorprendente è che nessun Comune
ha risposto presentando un
progetto di intervento». i
«Pensavamo che i ComuBi
fos.sero gli enti più giusti i .
coinvolgere, visto che devonofce il
svolgere un'azione di profssen
grammazione sul teriitorio-fpass
aggiungono delusi i cacciatorilomic
- ma co.sì non è stato. Eppurebehi
noi avremmo sostenuto i costilate i
degli interventi secondoife,Se
prezziari della Regione»sela
Agricoltori, proprietari o af-lettei
fittuari, cooperative, a.ssocia-)«sfid
zioni, potrebbero interveniretaoe
a tutela o miglioramento del'risei
territorio e dell'ambienteP.que
nessuno è stato messo fin qoidabf
in condizione di utilizzare (ieilpolii
fondi appositamente destinaliptolle
e che rischiano a que.sto pun-fct0(
to di tornare alla Regione. :
L'abbandono della monta-P'lg
gna, e in particolare di quelle^ l’I
fasce prealpine fra i 500 eif
I.OOO metri, è un dato costatite di tutte le valli: ecco
una forma di sostegno come
quella offerta dal Comprenso- Jtar
rio parrebbe di un certo
resse; il miglioramento am-^ 1
bientale avrebbe come conse-j.
guenza anche un migliora- J'e
mento della situazione farmistica. Del resto pare a •!’'
più positivo una crescita della ^
disponibilità venatoria legata^
al mutare delle condizio”! '
ambientali piuttosto chea'
continui «lanci» di animali al;
levati in recinti e poi liberati
per la caccia. Alcune associa;
zioni di agricoltori si sono g‘^
detti interessati a redigEr®
progetti su alcune aree del territorio delle valli. Le prossimi
settimane diranno se anche i
Comuni o altri enti avranmj
aderito alle provocazioni rie
comprensorio alpino.
7
,FROj 19 SETTEMBRE 1997
ato
DIBATTITO
male del Nord
aiORCIO MERLO
liaccia 0 no, anche l’estate 1997. come l’estate
e l’estate 1995 e quella
'94, certo, anche quest’
tate è dominata dai temi
posti da Umberto Bossi. E
le quest’anno siamo di
teall’etemo bivio che cajrizza il confronto politicoti la Lega Nord: linea
, - _(a verso gli atteggiamenti
'ds e al^ygisivi» del vertice del
''.^nifesit^occio o disponibilità a
rizzataseppur criticamente,
bonaria accettazione le
lifestazioni estemporanee
Lega. Credo che il meio politico e i contenuti
protesta leghista non
jano essere tranquillaite assorbiti nella dialetti¡mocratica né essere colamente sottovalutati,
_jdo forse che prima o
la ribellione si sgonfia e
n risultliialcontento viene riassortona ri* nell’alveo tradizionale
'tazioifconifonto tra partiti.
ternpoAesso, del resto, si pensa
. Vogliij Iper risolvere il malessere
o ringnj Nord-Est sia sufficiente
a tutte ¿ere la Lega. Oppure battecspressIBossi. Invece no: la Lega
a, ai voiinasua forza, parla di pronpegnaip reali, ha costruito una
c in par^gia e molte volte beneicaliclu^adegli errori degli altri,
mentel ^he se ormai è evidente
laziont la strategia della secesnta gio le alimenta la violenza e
rdribuii roca la degenerazione del
partei lismo. Sino a quando il
ipe e v|er maximo» della Lega
■ intonaste nella spregiudicata poti draiÉica contro le istituzioni
Ibliche e contro i partiti
|iocratici, queste farneticali danno un evidente avala una virtuale violenza di
issa, che è destinata ad
ilodere in concrete forme
ribellione. È vero che non
mo nell’Ulster; è anche
i vero che il Veneto e le
U della Lombardia sono le
ini più prospere del paeiche non, si può far credeprlando della Padania,
sia in questa terra una
questione di indipen'omuii|a nazionale,
insti d® opposto si può sostenedevonole il male del Nord è un
di pro-^sere che si è diffuso di
itorio-ipasso con il dinamismo
cciatofl|omico, in zone diventate
Eppuitjochi anni tra le più svi1 i costilate e ricche dell’Occiondo ite. Se questa è la situaziojone».sla fascia pedemontana
-i 0 af|ettentrione è investila da
ssocia- «fiducia profonda» nel1 venire o e «cova un inconteninto delinsentimento verso Roiient£i'>questo fatto non giustifin qui « balcanizzazione della
aredeiipo itica, né una rabbia e
ostinali ¡tolleranza che giungono
° spingere ad alteg
ne- L involte esagerati.
ta '' eentro-si
quelle '1 Ulivo non possono
lOOei'^come unica
■ fenaiU'"' “‘‘“-a risposta
:ostan-™<iismo, dopo aver
alla Lega
aver pro
come J a politica Del resto il
mot,!'® secessione
0 inK'„,,. ere m movimento ""
0 am
..mito
perverso,
a a danno
° federalismo. La
¿pP^^ana delle etnie.
I- '"toenta forme estreme
fauni- --.„a
'fi; ireiu'to'^o- potrebbe fa' !Mestr^^'””.a*ismo nero
legai »I a radicale, altretiziom eterico e pericoloso
per la vita democratica e per
la prospettiva europea.
Il federalismo, dunque. E
tuttavia, pur avendo avviato
un forte processo riformatore, dobbiamo comunque riconoscere che i partiti di tradizione democratica, liberale e
di sinistra, per la giusta preoccupazione di non cadere
nella trappola dello scontro
frontale sulla questione della
Padania, e per non fare in
questo modo il gioco del fondamentalismo leghista o della
destra estrema, si sono seduti
sulla sponda del fiume attendendo che si esaurisse l’ondata di piena.
Abbiamo già detto più volte per quali ragioni consideriamo sbagliata la strategia
leghista, anche se sappiamo
che non tutti i leghisti sono
secessionisti. E abbiamo anche avanzato il sospetto che
un «grande vecchio» continui a usare la protesta del
Nord per spingere alla deriva
la nostra società e per incrinare un patto costituzionale
che ha garantito la crescita
democratica della Repubblica. La demagogia ha indotto
infatti il leader della Lega a
stravolgere la storia italiana e
poi a recitare riti pagani per
dare qualche radice a un’idea
che si allontana sempre più
dalla modernità. Dobbiamo
tuttavia essere convinti nel
dire no alla secessione e sì al
federalismo solidale e all’europeismo. Ma, accanto alla
risposta politica e parlamentare del governo e dell’Ulivo,
credo che all’interno della
questione settentrionale si
nascondano rischi su cui non
possiamo non esercitare una
adeguata «vigilanza democratica».
Innanzitutto l’esaltazione
dell’individualismo che la
Lega ha in comune con il
pensiero liberista del blocco
conservatore e che la spinge
a chiedere la liquidazione di
ogni forma di solidarietà.
Quando parla di pressione fiscale ormai inaccettabile, la
Lega affronta un problema
vero, che anche in questo caso l’Italia ha in comune con
altri paesi europei. Se però
questa polemica porta alla
demolizione di ogni politica
sociale, di ogni programma
di redistribuzione delle risorse, allora la Lega ha il dovere
di riconoscere che anche
molta gente del Settentrione
scivolerà rapidamente in
quell’area del disagio sociale
e della povertà dalla quale è
uscita in forza di una solidarietà che ha caratterizzato la
storia del Veneto, della Lombardia, del Piemonte per oltre
cento anni. E l’altra grande
questione è quella inerente
l'unità nazionale e l’ordinamento costituzionale. Sono
due facce della stessa medaglia. Mettere in discussione i
valori di libertà e di giustizia
che fondano la Repubblica
significa rimettere a rischio
questa unità morale, con conseguenze sociali e politiche
che nessuno è in grado di
prevedere.
Senza allarmismi e moralismi, dunque, ma anche senza
pressapochismo e superficialità. Solo così si può affrontare e discutere con il «pianeta» Lega.
Eco Delle ¥\lli ¥,ldesi
PAG. Ili
Pietro Giachetti lascia la diocesi di Pinerolo per limiti di età
Un vescovo tra i valdesi
BRUNO ROSTAONO
Nel culto di apertura del
Sinodo sedeva fra i delegati delle chiese sorelle, accanto al rappresentante della
Chiesa ortodossa, anche il vescovo di Pinerolo, Pietro Giachetti. Egli veniva così per la
prima volta accolto ufficialmente in un culto a cui aveva
partecipato, per circa un ventennio, come semplice credente. Negli anni scorsi quel
suo gesto è stato, a dire il vero, interpretato variamente;
c’era chi vi vedeva un segno
di buona volontà ecumenica
ma c’era pure chi lo guardava
con sospetto, come un segno
di intromissione o, peggio, di
volontà di dominio. «Il vescovo consacra i nostri pastori»,
dicevano i maligni; «Il vescovo viene per controllarci», dicevano i malevoli. Ad alimentare questo sospetto contribuiva anche la grande stampa
quotidiana; un anno un giornale intitolava così la cronaca
sul Sinodo: «Si apre, alla presenza del vescovo di Pinerolo,
il Sinodo valdese». Madornale errore, che Vittorio Morero
criticò aspramente su L’eco
del Chisone: «Il Sinodo valdese si apre alla presenza del
Signore, non del vescovo».
Monsignor Giachetti è diventato vescovo di Pinerolo
21 anni fa, nel giugno 1976.
Conosceva appena i valdesi
ma subito si pose come obiettivo di scoprire questa realtà,
che rendeva la sua diocesi
unica in Italia; si propose di
conoscerla, dando credito a
quei cattolici pinerolesi che
con la Chiesa valdese, attraverso Agape o altre sedi, avevano da anni avviato un dialogo ecumenico, e suscitando
così alcuni malumori in quei
cattolici, presbiteri o laici, che
nei valdesi continuavano a
sentire odore di eresia. Si avvicinò al mondo valdese con
un suo stile personale, lontano
dalla retorica ecumenica come dalla benevolenza condiscendente; prese molto sul serio i valdesi, e cercò di incontrarli con semplicità fraterna,
animato da questo desiderio
di confronto serio, divenne un
fedelissimo frequentatore degli incontri del Segretariato
attività ecumeniche (Sae), e
qui la sua conoscenza si allargò alle altre chiese evangeliche, in particolare ai battisti
e ai metodisti; si creò così tutta una rete di rapporti di stima
e di amicizia.
Quest’anno è stato ufficialmente firmato il Testo comune per un indirizzo pastorale
dei matrimoni tra cattolici e
valdesi o metodisti in Italia.
Mons. Giachetti ha fatto parte
fin dall’inizio della commissione che, insieme con la
commissione nominata dal
Sinodo, ha preparato il testo.
Va peròvflggiunto che la diocesi di Pinerolo fin dal 1981
disponeva di un testo deno
minato «Matrimoni interconfessionali; indicazioni pastorali»; in diversi punti questo
documento ha anticipato la
prassi ecumenica ora estesa a
tutta l’Italia.
Nell’anno dell’Assemblea
di Graz, mons. Giachetti non
è salito sulla galleria del tempio di Torre Pellice, ma si è
seduto con i delegati fraterni,
e ha poi assistito ad alcune
sedute del Sinodo. I nostri lavori non ne sono stati influenzati né condizionati in alcun
modo ma abbiamo imparato
che si possono, in tutta libertà, dibattere i nostri problemi, anche quando ad ascoltare vi sono esponenti
della Chiesa cattolica. Senza
nascondere la profondità della divisione, questa semplice
esperienza ci ha fatto fare un
passo avanti nella consapevolezza della fraternità. Quando
mons. Giachetti lascerà, per
raggiunti limiti di età, la dio-.
cesi di Pinerolo, potrà rallegrarsi per questo cambiamento di sensibilità nei rapporti
fra le due confessioni, e ringraziare il Signore per esserne stato strumento.
Rilanciata l'idea di coordinare gli insegnanti evangelici
C'era una volta l'Alce
Nell’ambito del dibattito sulla scuola avvenuto in Sinodo, alcuni interventi hanno ripreso il suggerimento, già emerso in
passato, di dare vita a un coordinamento fra gli insegnanti
evangelici. È stato poi votato un ordine del giorno che raccomanda di lavorare a questo obiettivo nel quadro della Federazione delle chiese evangeliche, la quale ha recentemente organizzato la consultazione dalla quale è partita la lettera inviata
al ministro Berlinguer, e successivamente costituito due gruppi
di insegnanti con lo scopo di affrontare modi e contenuti dello
studio del «fatto religioso e delle sue implicazioni» nella scuola di base e nella superiore. È noto che già in passato operò
come coordinamento l’Aice (Associazione insegnanti cristiani
evangelici). Abbiamo chiesto a Franco Calvetti, che ne fu segretario, di ricordare quell'esperienza.
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L? articolo di Marco Rostan in prima pagina su
L’eco delle valli valdesi n.
32, intitolato «Cultura e
scuola in primo piano al Sinodo valdese», mette bene in
evidenza l'interesse, l’impegno, la vocazione che i vaidesi hanno sempre profuso
per quei due elementi costitutivi di promozione formativa
e democratica per la nostra
società. Anche il documento
sinodale sulla scuola, che
giunge in un momento di
snodo vitale per il nostro sistema scolastico, risente di
questa tensione educativa e
culturale del mondo valdese.
Qualcuno si è rammaricato
che nel documento non vi
fosse l'accenno al passato
che ha visto tante donne e
tanti uomini profondamente
«vocali» all’alfabetizzazione
e all’acculturazione del nostro paese. In effetti, merita
un accenno il ricordare che
ben 48 conferenze pedagogiche si sono snodate fra il
1874 e il 1923, organizzate
dall’Associazione pedagogica italiana, di matrice valdese, e svoltesi in tutta la penisola, a quel tempo terra di
evangelizzazione.
Un patrimonio rilevante e
significativo per tutti noi è
rappresentato ancora oggi
dall’Aice (Associazione insegnanti cristiani evangelici),
nata a Torre Pellice nel settembre del 1949 con il proposito di «collegare tra loro gli
insegnanti evangelici di ogni
ordine e grado per lo studio,
alla luce dell’Evangelo, di
tutti i problemi inerenti alla
loro attività professionale» e
di «tutelare gli interessi normali e spirituali dei medesimi». Roberto Eynard ha tracciato un'efficace visione storica di quell’associazione
{L’Aice: storia, attività e funzioni, La Beidana numero 14/
1990). Essa fiorisce e raggiunge il massimo dei suoi
obiettivi negli Anni 60 per
declinare e tacere a partire
dal 1973. Ricordo con riconoscenza di essere stato bor
sista Aice prima come studente alle magistrali e poi come universitario. Dal 1960 al
1968 ho lavorato all’interno
dell'Aice ricoprendo diverse
cariche, fra cui quella di segretario nazionale. Era il
tempo della presidenza del
prof. Francesco Peyronel di
Milano e della vicepresidenza di Evelina Pons. Sono da
ricordare il dinamismo e l’intelligente lungimiranza di
Evelina (per tutti Ive), sempre pronta ad affrontare con
incisività principi e procedimenti operativi di alto profilo
evangelico. Un contributo
importante ce lo diede anche
Frida Malan, che ci mise in
contatto con la Ligue internationale de l’éducation.
Roberto Eynard, nell'ultima parte del suo articolo, si
domanda «se per l’operatore
protestante odierno... non esista uno specifico intorno a cui
riunirsi per definire una linea
d'azione». Credo che al di là
di ogni legittima aspirazione
a ricompattare le file dei maestri e professori evangelici
(sarebbe bene abituarsi a dirlo al femminile!), ci si deve
rallegrare perché il Sinodo
1997 ha saputo dire sufficientemente a chiare lettere che
esiste uno specifico intorno a
cui riunirsi quali educatori,
genitori, studenti, cittadini e
che una linea d’azione, forse
un po’ troppo debole per
quanto riguarda il no a contributi pubblici alle strutture
privale confessionali, si è fatto strada e ha trovato voce
nell'agorà scolastica.
Torre Pellice
1100 anni di
Gian Burrasca
Gian Burrasca, il mitico
personaggio che ha divertito
generazioni di bambini, festeggerà il suo centesimo
compleanno a Torre Pellice.
La data della nascita di Giannino Stoppani, puntigliosamente evidenziata dal suo autore, cade il 20 settembre e
proprio per quel giorno la civica Biblioteca «Carlo Levi»
di Torre Pellice, con il patrocinio della Provincia di Torino, organizza una giornata di
festa al cinema Trento coinvolgendo bambini e operatori
scolastici, a cominciare da
tutti i direttori didattici della
Provincia di Torino. L’iniziativa cade in coincidenza con
l’imminente apertura della
nuova sede della Biblioteca
che dai piccoli seppur frequentatissimi spazi del palazzo municipale traslocherà nei
nuovi locali dell’ex istituto
Capetti che già da alcuni anni
ospita la Galleria d’arte contemporanea «Filippo Scroppo». Sarà festa e ci sarà anche la proiezione di una videocassetta fornita dalla Rai
con lo sceneggiato che vedeva come protagonista Rita
Pavone. Ma il 20 settembre
verrà anche presentato un
premio di disegno» che il
Comune di Torre Pellice indice per l’occasione. La partecipazione al premio è aperta a tutti i bambini della
scuole elementari della provincia che dovranno inviare,
singolarmente o a piccoli
gruppi un disegno originale
con qualsiasi tecnica (disegno, pittura, collage). Le opere dovranno pervenire entro
il 18 dicembre alla Cooperativa «La tarla volante», viale
Trento 2, Torre Pellice; il 7
marzo la premiazione.
PRIMO DISTRETTO
— Martedì 30 settembre
primo incontro pastorale a
Massello nella sala del
Reynaud a partire dalle
9,15; meditazione a cura
del pastore Luciano Deodato e animazione a cura
dalla pastora Daniela Di
Carlo sul tema «Tu che mi
^ lardi, tu che mi racconti.
Le pastore e i pastori raccontano il loro incontro
con Dio».
MONITORI 1" CIRCUITO — Domenica 28
settembre a Bobbio Pellice, alle 9, incontro dei monitori e monitrici del 1°
circuito.
POMARETTO — Domenica 21 settembre alle
21 si ritrova il gruppo Madagascar.
PRAROSTINO — Domenica 28 settembre alle 9
culto al Roc, alle 10,30
culto a Roccapiatta.
TORRE PELLICE —
Domenica 21 settembre
alle 15 pomeriggio comunitario ai Coppieri. Lunedì
22 .settembre, dalle 15 alle
17 presso la sede dell'
Esercito della Salvezza,
incontro per giovani mamme e bambini dai 0 ai 4
anni. Martedì 23 alle 17
inizia, sempre presso la
sede dell'Esercito, l’ora
gioiosa per bambini di
qualsiasi età. Martedì 23
alle 20,45, al presbiterio,
incontro di ripresa delle
attività della Federazione
giovanile evangelica.
8
PAG.
IV
Delle Yalli ^ldesi
Dal 19 al 21 settembre l'I T Concorso ippico internazionale
PinerolO; città della Cavalleria
Anche quest’anno Pinerolo
potrà onorare la sua fama di
«città della cavalleria»: infatti
dal 19 al 21 settembre si svolgerà ril° Concorso ippico
internazionale di salto a ostacoli e dal 26 al 28 settembre
il 9° Concorso ippico nazionale di salto a ostacoli. Negli
ultimi anni è cresciuta la fama internazionale di questa
gara e in questi giorni vedremo cavalieri venuti da 20
paesi a disputarsi i premi in
palio; alla competizione internazionale partecipano quest’
anno, oltre all’Italia, l’Argentina, l’Austria, il Belgio, il
Brasile, la Francia, la Germania, il Giappone, la Giordania, la Gran Bretagna, l’Irlanda, il Kazakhstan, il Libano,
il Liechtenstein, la Norvegia,
la Nuova Zelanda, l’Olanda,
San Marino, la Spagna e la
Svizzera.
Il concorso ippicp ha una
storia antica a Pinerolo: nel
campo ostacoli «Tancredi di
Savoiroux» si diedero appuntamento il 9 ottobre 1952 cavalieri italiani e stranieri per
dare vita al 1° Concorso ippico internazionale: il successo
fu tale che l’anno seguente la
Federazione equestre intemazionale promosse il Concorso
«ufficiale» e fece conoscere
la città con i suoi impianti
Un’immagine delia manifestazione dello scorso anno
equestri e il Pinerolese ai più
grandi cavalieri di allora. Dopo diverse edizioni, negli Anni 60 il Concorso perse però
la sua importanza, fino al
1994 quando, in una serie di
iniziative rivolta alla rinascita
della Scuola nazionale di cavalleria, il tema dei concorsi
ippici fu ripreso con la realizzazione di un Concorso ippico nazionale, che si concluse
con notevole successo di pubblico. L’anno seguente fu allora organizzato il 9° Concorso ippico intemazionale dell’amicizia (Csa), che vide arrivare a Pinerolo cavalieri dal
Appuntamento che si rinnova ogni anno
Il pastore JanaveI
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Ogni martedì dalle ore 17 alle 19
Belgio, dalla Francia, dalla
Germania, dal Liechtenstein e
dalla Svizzera in rappresentanza delle rispettive federazioni. Nel 1996 infine si tenne il 10° Concorso ippico intemazionale con la partecipazione di 14 nazioni.
Quest’anno aumentano ancora i paesi in gara nel concorso internazionale, a cui
farà seguito la settimana successiva la competizione nazionale, per permettere la partecipazione alla gara a ostacoli ai tanti cavalieri italiani
che non possono essere iscritti nell’intemazionale.
>PORT
VOLLEY. L’ALPITOUR
CUNEO VINCE IL BONGIOANNI — L’Alpitour
Cuneo ha vinto domenica
scorsa a Pinerolo il 2° torneo
Bongioanni organizzato dal
3S; in finale i piemontesi
hanno battuto per 3-1 i tedeschi del Friedrichshafen che
proseguirà gli allenamenti in
vista del suo campionato in
vai Pellice. Nella finalina per
il 3° posto il Partizan ha superato al tie break il Gabeca
Montichiari; miglior giocatore del torneo Andrej Berdon
della formazione tedesca.
SKIROLL: DA ANGROGNA 14 SUL PODIO —
Grande giornata per gli atleti
dello S.C. Angrogna domenica a Bordighera per una gara
in salita di skiroll; seconda
nella classifica per società, la
formazione angrognina ha
piazzato ben 14 atleti sul podio. Successi per Elena Volpe
fra le Giovani (Astrid Charbonnier 2“), Simone Pastre fra
gli Esordienti (Valerio Mondon Marin 2°), Katia De Biasi
fra le Esordienti, Alfredo
Chiavia fra i Master II (Luigi
Eulco 3°) e Erica Revel fra le
Master. Sul podio anche Davide Ricca (2° fra i Giovani),
Andrea Montanari (3° fra i
Cadetti), Lisa Sappé (3^ fra le
Cadette), Antonella Chiavia e
Katia Di Buono (2“ e 3“ fra le
Allieve) e Claudia Bertinat
(3° fra le Seniores).
Appassionato concerto a Torre Pellice
Musica sacra per gli
studenti di Bamberg
FERRUCCIO CORSARI
Tornato ancora una volta nelle «sue» Valli, il pastore Alfred JanaveI non ha perso occasione per predicare VEvangelo. Ancora domenica .scorsa JanaveI ha predicato in francese
nel tempio dei Coppieri, come era già accaduto qualche domenica precedente, dove accanto a lui, nell’occasione documentata dalla foto, c’era la giovane pastora Gabriella Lettini,
a sua volta emigrata a New York. In molti hanno voluto essere accanto al pastore JanaveI partito molti anni fa dalla Valli
alla volta degli Stati Uniti.
Il 12 settembre si è tenuto il
sesto appuntamento del
coro e dell’orchestra dell’Università di Bamberg a Torre
Pellice; non occorrono dunque presentazioni. I cinquanta
coristi in bell’ordine nell’abside e la piccola, ma completa, orchestra invisibile al pubblico, quasi in un «golfo mistico», hanno presentato un
programma di alto stile: una
cantata di Bach (Bwv 79);
Salmi di Monteverdi e di
Mendelssohn; tre brani moderni e uno del poco noto Peter Cornelius, oltre a due brani di Mozart, il Tantum ergo
K 197 e una Sonata da chiesa
per archi e organo (all’organo
positivo sedeva l’organista
valdese Walter Gatti, di Luserna, già varie volte collaboratore del coro tedesco).
Il tempio non era gremito,
ma affollato, e il pubblico non
ha lesinato meritatissimi applausi al coro e ai solisti, sia
per la bellezza dei brani sia
per le esecuzioni inappuntabili, corpose e brillanti, dai piani
sonori controllatissimi, tranne
in qualche eccesso occasionale degli ottoni; le due soliste,
soprano e contralto, hanno
mostrato un gusto e una preparazione tecnica eccellente
nella musica bachiana, che
corre sul filo di rasoio dell’incontro fra stile «laico» e messaggio «religioso». Bellissimi
il brano di Monteverdi e il Dà
a noi la pace di Mendelssohn,
con il suo attacco strumentale
che ricorda vagamente l'inizio
dell’Oro del Reno wagneriano, e lo spiegato canto unisono dei bassi poi ripreso dai soprani. Interessante, seppure un
tantino pomposo, il Domine
salvum fac regem di Cornelius, trascritto da un manoscritto della Biblioteca nazionale di Vienna.
Siamo grati agli amici musicisti tedeschi per quanto ci
hanno fatto udire e godere, e
per come lo hanno presentato: un bellissimo concerto, finalmente senza amplificazioni assurde in ambiente chiuso
E
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VENERDÌ 19 SETTEMBRE 19q'
Appuntamenti
12-22 settembre — TORRE PELLICE: Nell’atrio del
Comune mostra fotografica
dei bimbi che hanno frequentato l’asilo nido nell’anno
scolastico 1996-97.
19 settembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle
20,45, nella chiesa mauriziana, festa di San Maurizio:
«24 settembre 1844: apertura
del priorato di Torre», rievocazione storica con musiche
eseguite al violino.
19 settembre, venerdì —
PINEROLO: Per la Festa dei
giovani alle 10, all’expo Fenulli: «Vivere, oggi, nella precarietà sognando un mondo
diverso», incontro con gli studenti e testimonianza di Enrique Cambon. Alle 17,30 nell’aula magna del liceo classico
«Toccare l’arte, una nuova
guida all’esplorazione tattile
dello statuario del Museo egizio di Torino». Alle 21 «I sogni di Dio e i sogni dell'uomo» incontro di Enrique Cambon con la cittadinanza.
19-23 settembre — PANCALIERI: 17“ edizione di
«Viverbe»: mostra di cosmesi, profumeria, erboristeria,
aperta dalle 9 alle 12 e 14-24
pressò gli impianti sportivi.
20 settembre, sabato —
POMARETTO: Al teatro
valdese, alle 20,45, The Dizziacs presenta «Radice and
raison» nello spettacolo «Un
mago, un musicista e un sacco di guai», a cura del gruppo
giovani della Chiesa valdese.
20 settembre, sabato —
PEROSA ARGENTINA:
Nel Salone della Croce Verde, alle 9,30, tavola rotonda
su «Lo stato sociale nell’Italia di fine secolo» con il ministro Livia Turco, gli onorevoli Bontempi, Passone,
Lucà, Merlo, Gardiol. Alle 19
in piazza 1° maggio serata finale del Festival della birra,
alle 20,30 concerto country
con i «Western confort».
20 settembre, sabato —
PINEROLO: Alle 14,30, per
la «Festa dei giovani», pomeriggio con il gruppo funky «1
senza nome», il coretto valdese e il laboratorio di flamenco. Alle 21,30 concerto con
«Gli amici di Roland».
20-27 settembre — TORRE PELLICE: Pre sso la
Bottega del possibile «Storie
memorie», illustrazioni di testi noti e meno noti per l’infanzia a cura di Orietta Brombin. Inaugurazione sabato 20
alle 17,30. Orario di visita
tutti i giorni dalle 10 alle 12 e
dalle 16 alle 19.
e senza «scena» e ammiccamenti al pubblico. La bella e
vera musica basta a se stessa.
21 settembre, domenica
— TORRE PELLICE: 30°
Raduno trattoristico a partire
dalle 9 in piazza Pietro Micca; seguirà, alle 10, il benvenuto con la partecipazione
della banda cittadina; alle
10.30 sfilata per il paese.
21 settembre, domenica
— PEROSA ARGENTINA;
Alle 8,30, nel salone della
Croce Verde ricevimento di
consorelle e partecipanti, alle
9.30 benedizione di 2 nuove
ambulanze, alle 9,45 momento ecumenico di preghiera, alle 10,15 taglio del nastro alle
nuove ambulanze, alle 10,30
inizio corteo accompagnati
dalla banda musicale di Pomaretto; alle 11,15, al padiglione Pian de la Tour, cerimonia ufficiale.
ìERVIZI
VALLI
CHISONE - QERMANASi
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva^
Ospedale di Pomaretto, tei. 8li5|
Guardia farmaceutica:
Fenestrelie: Farmacia Gripp,
- Via Umberto I 1, tei. 83904
Viliar Perosa: Farmacia D
Paoli - via Naz. 29, tei. 5101
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000|cietà à
Croce Verde, Porte : tei. 20l454|ertur£
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^/natici
ES
VAL PELLICE
Guardia medica: 'laccog
notturna, prefestiva, festiv}fui®l^
telefono 932433 ] te. Nell
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Guardia farmaceutica:
DOMENICA 22 SETTEMBi tfo il
Bobbio Pellice: Farmacia jpunù
Via Maestra 44, tei. 92744 ftwra
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CRI - Torre Pellice, tei. 9533551
Croce V. - Bricherasio, tei. 5Qm
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festivi
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
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dalle ore 8 alle 17, pressoi
sedi dei distretti.
SERVIZIO ELIAMBULAIj
telefono 118 M ^
El
TORRE PELLICE -L ,
cinema Trento ha in p
gramma, giovedì li
20,30, e venerdì 19,
20,30, Hamlet di g’
Branagh (versione lungi^yggg
ore); sabato 20 (ore 20,ISoli ahi
22,10) domenica 21, lunedì
20,15 e 22,10, e lunedì _22|n’inso
' ‘ titoli
I»: un c
21,15, Batman & Robin.
BARGE — Il cinema I
munale ha in programma,I
nerdì 19, Cosa fare a Denj
quando sei morto; sabatol
Restoration, il peccato*
castigo; domenica 21, lo
22, martedì 23, mercoledì|ti3(.Q
Con Air: giovedì 25N|rejjjj,
vana. Spettacoli ore 21,l5.|Ì2iatoi;
tale «
ECONO.M1
22-29 settembre — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Nella sala mostre esposizione
delle fotografie dei bimbi che
hanno frequentato l’asilo nido
intercomunale nell'anno scolastico ’96-97.
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FM 96.500
FM 91.200
tei. 0121-954194 ^
27 settembre, sabato —
RORÀ: Alle 20, al ristorante
Monte Frioland, 1° Raduno
dei baffuti e dei barbuti, con
sfilata dei partecipanti alle 23.
L’Eco Delle Valli ValdE®^
Via dei Mille, 1 -10064 ■
tei. 0121-323422; fax saj®
redazione Torre PeJ.
tei. 0121-933290; fax ,
Sped, in abb. post./® !
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non può essere venduto sepa^
Reg. Tribunale di Pinerolo n- .
Resp. ai sensi di legge P'® ^
Stampa: La Ghisleriana
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cuinm
9
FRDÌ 19 SETTEMBRE 1997
Vita Delle Chiese
Ci ha lasciati lo studioso di linguistica Arturo Cenre
Salvare la lingua dall'oblio
Le sue ricerche sulla parlata delle valli valdesi si sono
concretizzate nell'ultima edizione del «Dizionario»
;a:
GIORGIO TOURN
a Grippi^
839041
lacia Dt''
I. 510i;^tESSUNO dei partecipali
ti alla serata della Sodi studi valdesi, all’a
20l454»ertura del Sinodo, per pre^ntare il Dizionario del dia
occitano della vai Ger^¡‘¡¡¡anasca, avrebbe pensato di
raccogliere in quella sede
festivi Arturo Gen
le. Neirimpossibilità di parUedpare a motivo delle sue
:a: tondizieni di salute aveva inrEMBllnato il suo intervento lucido
irmacia ¡puntuale come sempre e la
I2744 ittura fattane dal figlio Anrea ce ne aveva restituito la
95335Ì eschezza. Era stato come
ei 59871 etlo rroi per la presenta^ One di quel lavoro che risulla ora essere la sua ultima fa"^|ca, 0 forse più ancora il suo
■'“tetamento spirituale.
. rNato a Marsiglia nel 1937,
’ originario di Maniglia,
” jiHe valli valdesi, ha svolto la
ma attività di studioso di linlistica nell’ambito dell’Uniità di Torino dove ha inalo alla cattedra di Foneicasperimentale. Altri diranpresso g il suo contributo fonda
mentale a opere impegnative
quali l’Atlante linguistico italiano, di cui è stato direttore
fino al 1990, e nell’ambito
della toponomastica piemontese. A noi preme in
questa sede, e proprio prendendo spunto dal Dizionario,
tributare alla sua memoria il
pensiero di riconoscenza della gente valdese della sua valle, e delle Valli in genere.
Riconoscenza per il lavoro
di ricerca condotto sulla nostra parlata, condotto per la
prima volta ben oltre i limiti
della simpatia amatoriale di
tutti noi con il rigore della
più moderna tecnica linguistica. Chi potrà ormai più
prescindere dal suo Dizionario! Quand’anche dovesse
scomparire come parlata
usata il nostro patuà resterà
vivente della vitalità che egli
ha saputo restituirgli.
E riconoscenza per la lezione di vita con cui ha condotto
questa fatica. Non fu un lavoro il suo, una professione, e
più ancora che una vocazione culturale fu una passione,
la passione per una causa.
A Forte Sperone, Genova
iJn concerto gospel-rock
ERMINIO PODESTÀ
I è svolto durante l’estate
a Genova, a Forte Spero„ *ie, un denso programma
:he di sera ha avvicinato di“Versi spettatori, dal titolo
‘ sui forti», con spetta
abitualmente profani.
*'Unedì 4 agosto si è svolta
edì 22bi’insolita manifestazione
.obin. tal titolo «Percorsi alternati’lema fi ™ concerto gospel-rock
imma,“Cristiano.
gruppi di giovani, can*do, suonando e danzando
ffio trasmesso agli spetta1« presenti tutta la loro
7iaed esuberanza giovanile
f la convinzione che Cristo
?ein ciascuno di loro. Ha
“iato il programma il tradilale «Coro evangelico ge, 'vese», che ha dichiarato
® forza che Gesù Gristo è il
4 per cui sulla terra non c’è
3 ^un altro al di sopra di lui.
uista » B ° seguito il simpaticisp OSSI r*Gruppo musicale criI Yoshua”« che ha pre
. canto, con uno
ICE cWPendo balletto coreografi’ c affermato con
/izi. iP ''inzione che Cristo vive
ì: c- !) bisogna canta
Nell’intervallo Daniele ha
illustrato la sua esperienza
che da qualche anno vive nel
centro storico, con il nome
«Amici di Daniele», a sostegno e aiuto ai tossicodipendenti, partendo dal punto di
vista della fede. Si è poi presentato sul palco l’ultimo
gruppo, denominato «Gruppo musicale cristiano-Altri
percorsi», di Milano. Questo
gruppo si chiama così perché, utilizzando gli strumenti
comuni alle discoteche, vuole offrire altri percorsi, nelle
carceri, nelle piazze e nelle
discoteche, per far capire alla
gente che si può essere liberi
non solo di bestemmiare, ma
anche di parlar bene di Dio.
Il gruppo si è scatenato in
una serie di rock di impostazione cristiana, che ha coinvolto nell’entusiamo e nell’
euforia tutti i presenti, che
hanno cominciato a danzare
lodando il Signore. Questo
primo esperimento di percorso alternativo alla «Luce
sui forti» ha ottenuto unanimi consensi. Al termine della
serata alcuni degli spettatori
che hanno partecipato hanno dichiarato: «Non pensavamo che il rock cristiano
fosse così bello».
traslucí
residenza»
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esperienza nel settore deH’assistenza agli anziani, da in
ferire ■ settore dell’assistenza agli anziani, da in
[TH lijfj qualità di aiuto alla presidenza. Con possibilità di fujck- 3nzamenti di carriera
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£ 85.000
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- via aerea
- sostenitore
- semestrale
£ 145.000
£ 190.000
£ 250.000
£ 75.000
'vo Riforma + Confronti £ 145.000 (solo Italia)
5to versare l’importo sul ccp n. 14548101
Protestanti s.r.l., via S. Pio V15 bis, 10125 Torino.
Lutto a Bari
La scomparsa
della sorella
Cecilia Bellini
DANIELA NICOLETTI
J) ER me il vivere è Cristo
e il morire è un guadagno», questo è stato il fulcro
della predicazione dell’ll
agosto nella chiesa battista di
Bari, durante il culto funebre
in memoria della nostra giovane sorella Cecilia Bellini.
Cecilia era deceduta a causa
di un incidente stradale sul
Lungomare di Bari provocato
da un «folle», che aveva precedentemente ridotto in fin di
vita la propria moglie. Sulla
comunità è calato un velo di
tristezza in ricordo della briosa Cecilia, della profondità
limpida del suo sguardo e
della luminosità del suo sorriso. Molti sono vicini al marito
Gennaro e al piccolo Giancarlo, il figlio di sette anni che
viaggiava con lei nell’auto,
ora ricoverato al Di Venere
con diverse fratture. «Oggi ha detto il pastore Marti:.
Ibarra nella predicazione - s'
impone una riflessione sulla
morte, sulle cose ultime». Ha
dunque analizzato il fatto del
morire da un punto di vista
biologico ed esistenziale. La
morte è il limite insormontabile, la cessazione di ogni attività vitale, l’ultima azione
umana. Ma, la fede in Cristo e
nella resurrezione contempla
la morte non soltanto come la
distruzione, della sua totalità
materiale, ma anche come
l’inizio del più in là della morte. Di fronte al buio del sepolcro la fede diventa speranza
nella resurrezione. Numerosa
e calorosa è stata la partecipazione ai funerali. La vita del
credente non è condizionata
dal destino cupo del morire,
ma dalla speranza nella resurrezione. Cecilia rimarrà sempre nel nostro ricordo per
l’oggi e per il domani, ma in
Cristo lei sarà sempre presente per l’eternità.
Notizie evangeliche
agenzia stampa
abbonamento annuo L. 60.000
da versare sul ccp 82441007
intestato a Nev - Roma
A(delfia
nel suo inseguire instancabile ricordi di vecchi parlanti,
nel risuscitare dalle tenebre
dell’oblio un termine, un’inflessione, stava la sua ragion
d’essere. Fatica che fa sorridere molti e lascia interdetti
alcuni: che importanza può
avere di fronte al Duemila
salvare dall’oblio Vènclavòou
e la raiso d’soulélh (la morsa
e il raggio di sole)? Nessuna
se non l’atto gratuito dell’amore per ciò che l’uomo è
stato ed è.
Sorgeranno ancora nella
nostra gente, nella cultura
del «ciò che rende», ragazzi e
ragazze contagiate da tanta
passione? Gente lo sperava, e
noi con lui; giovani disposti a
dare vita al detto di Gesù in
Marco 4, 22 che Gente ha reso così nella sua traduzione: Pèrqué la l’h’à rièn d’eicoundìi qu’anne pà èse deicubèrt; rièn de tèngù secrét
que déve pà veni à dar (Poiché non vi è nulla che sia nascosto se non per essere manifestato; e nulla è stato tenuto segreto, se non per essere messo in luce).
Una campo
sulle «storie
di relazioni»
LUIGI BONAVENTURA
IL caldo sole di Scoglitti ha
lasciato le sue tracce sui
nostri corpi, ma come dal
fuoco e dalle ceneri rinasce
nuova vita, anche dalle nostre «scottature», spero, trarremo nuove energie. Dieci
giorni, per qualcuno tanti per
altri pochi, nei quali le vite di
quindici individui, donne e
uomini, si sono incrociate in
un’altalena di emozioni dalla
curiosità afl’imbarazzo, alla
gioia, alla malinconia.
Il tema era uno di quelli
scottanti, «storie di relazioni»,
affrontato sotto diversi aspetti; dalle relazioni con l’altro
sesso, sia di tipo amoroso che
amicale, alle relazioni all’interno della famiglia (genitorifigli). La relazione con l’altro
è proprio il tema che ci preoccupa di più in ogni momento, nei particolari della
nostra vita quotidiana come
nelle occasioni più rilevanti
della nostra vita professionale, familiare o sentimentale. Il
materiale utilizzato era frutto
di un lungo lavoro di riflessione e studio che ha coinvolto
durante tutto l’anno alcuni
membri della Chiesa valdese
di Catania e il pastore Italo
Pons. Obiettivo dell’impegno
era quello di analizzare e ricostruire le nostre storie di
relazione che, dall’ambiente
familiare alla relazione di
coppia, rappresentano la base su cui si articolano le nostre identità. È evidente come
sia estremamente impegnativo pensare prima e poi realizzare un campo dove individui, molto differenti tra loro,
sia^Qtto l’aspetto culturale
che teologico, si incontrino e
discutano, ciascuno con il
suo vissuto, su un tema tanto
ampio e delicato.
I legami e le relazioni si costruiscono proprio avendo
accolto la differenza; non ci
può essere infatti relazione se
non c’è separazione e distinzione rispetto all’altro. L’arricchimento è possibile solo
in una dimensione di reciproco riconoscimento delle specifiche differenze individuali.
Queste naturali difficoltà, superate positivamente durante
il can"^o. hanno dovuto fare i
'e difficoltà di Addai da anni risente
.1 infrastrutturali,
da non sempre lunscelte nella gestione
degli spazi.
Come spesso accade le vite,
i sentimenti e le passioni degli individui viaggiano su un
piano differente rispetto alle
ragioni di carattere istituzionale; si è quindi riusciti a ridare un po’ di ossigeno a una
struttura che vive un travaglio
nel bisogno, da un parte, di
doversi liberare da un’impegnativa eredità storica, e
dall’altra di dover definire un
proprio progetto per il futuro.
In quest’ottica è utile collocare l’esperienza di questo
campo, traendo spunti e elementi su cui riflettere in futuro: impiortante è, a mio avviso, individuare nel centro un
laboratorio di esperienze,
crocevia di culture, luogo
ecumenico di incontro e di
scambio, sulla base di un
progetto che faccia della continuità e della qualità dei
contenuti il suo obiettivo
principale.
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PAG. 5 RIFORMA
Chiesa battista (Ji Sant'Antonino
Grande partecipazione
per un matrimonio
Sabato 30 agosto 1997, nel
corso di un culto speciale, si
sono uniti in matrimonio il
fratello Giuseppe Bucci e la
sorella Patrizia Ponzo di Avigliana. Il matrimonio è stato
celebrato dal pastore Adriano
Dorma. La notizia potrebbe
avere scarsa rilevanza generale, se non fosse che a Sant’
Antonino di matrimoni se ne
celebrano pochi. Da segnalare invece l’eccezionale affluenza di pubblico (circa 150
persone) che ha gremito letteralmente la sala di culto e i
locali adiacenti; molti sono
stati costretti ad assistere addirittura dalla strada. Particolarmente incisiva ed edificante la predicazione della Parola, tenuta dal fratello Liporace di Bagnolo Piemonte.
Al termine della cerimonia
molti visi contenti e stupiti: la
maggior parte dei presenti
infatti non aveva mai, prima
d’ora, assistito a un matrimonio celebrato in una chiesa
evangelica. La loro impressione è stata molto positiva.
Il Signore benedica Giuseppe
e Patrizia e li assista nella loro nuova vita in comune.
Agenda
GENOVA — Per il XVII ciclo di incontri interreligiosi di cultura e formazione al dialogo organizzato dal Sae, che si tiene dal 25 settembre al 18 dicembre a Palazzo ducale alle ore
17,30, il prof. Daniele Garrone, docente di
Antico Testamento alla Facoltà teologica valdese di Roma, parlerà su «Ur dei caldei». Il ciclo di incontri
vale come corso di aggiornamento per insegnanti delle
-—OO w W b Jl
scuole medie di I e II grado. Informazioni allo 010-566694.
I CATANIA — «Il messaggio della Bibbia per
un cammino di libertà» è il tema della conferenza di autunno proposta dall’associazione
cristiana «Nuovi orizzonti» alle ore 16 presso
il Centro fieristico «Le ciminiere» in viale
Africa. Intervengono Giancarlo Rinaldi, Sebastiano Aceto e Salvo Rapisarda; introduzione e conclusioni |
di Salvatore Loria. È prevista la partecipazione del gruppo
musicale «Diggers». Per informazioni tei. 095-420398.
MILANO — «Un nuovo cielo e una nuova terra» è il titolo
del convegno organizzato dall’associazione culturale Punto Rosso per ricordare don Lorenzo Milani a 30 anni dalla
morte. L’incontro si svolge dalle ore 9,30 alle 19 presso la
Carriera del lavoro di corso Porta Vittoria 43.1 relatori sono il saggista José Ramos Regidor, il vescovo di Caserta
rtions. Nogaro, Enzo Mazzi della Comunità delTIsolotto di
Firerize e il pastore Sergio Aquilante; intervengono tra gli
altri il gesuita Giuseppe Pirola, il sen. Giuseppe Chiarante
del Pds e Fausto Bertinotti, segretario di Rifondazione comunista. Per informazioni telefonare allo 02-875045.
ALBANO LAZIALE — La comunità evangelica
e il Gruppo evangelico di Albano Laziale, insieme con il gruppo romano del Sae, organizzano presso l’Istituto Padri Somaschi in via
Rufelli 14, dalle ore 10 alle 17,30, una giornata di riflessione sull’Assemblea ecumenica di
Graz. Intervengono fra gli altri Maria Vingiani, padre Emidio Di Berardino e il pastore Luca Negro. Per informazioni
rivolgersi a Massimo e Paola Vanni, tei. 06-9323917.
ROMA — Presso la chiesa luterana di via Toscana 7 si tiene
il convegno interregionale Fdei del Lazio, Abruzzo e Umbria. Per informazioni tei. 06-4817519.
TORINO — Per «Musica e preghiera», il ciclo di brani musicali e letture bibliche commentate che si tiene presso il
tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II 23, alle ore 17
Massimo De Grandis eseguirà all’organo musiche di Pa
chelbel, Böhm, Buxtehude. Informazioni allo 011-6692838.
TRIESTE — Per il ciclo dei concerti d’organo
proposto dal Centro culturale elvetico-valdese «A Schweitzer», nella basilica di San Silvestro in piazza S. Silvestro alle ore 20,30 tiene
un concerto l’organista Alessio Corti. Per ulteriori informazioni tei. 040-632770.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie dal
mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di
Raidue a cura della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì
della settimana seguente alle ore 9,50 circa.
Domenica 21 settembre (replica 29 settembre) andrà in onda: «Scuola, in attesa della riforma»; «Irlanda, segni di speranza»; «Incontri, rubrica biblica».
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni
prima del venerdì di uscita del settimanale.
10
PAG. 6 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 19 SETTEMBRE
La rivoluzione tranquilla
del referendum in Scozia
William Storrar*
Giovedì 11 settembre è avvenuta in Scozia una rivoluzione tranquilla. 1174% dei votanti per il referendum sulla
Costituzione della Scozia ha detto sì al ripristino del vecchio Parlamento scozzese, che era stato sospeso nel 1707
per consentire l’unione parlamentare con l’Inghilterra e
con il governo di Westminster, come moderna assemblea
legislativa democratica. 11 nuovo Parlamento, che entrerà
in vigore nell’anno 2000, sarà responsabile di tutti gli affari interni scozzesi nell’ambito del Regno Unito. Westminster conserverà la responsabilità degli affari esteri, della
difesa, della sicurezza sociale e della politica macro-economica. Come ha detto il primo ministro, Tony Bair, il voto decisivo della Scozia per il cambiamento significa la fine del grande governo centralizzato in Gran Bretagna.
La dimensione del voto popolare ha sorpreso anche i
più ardenti sostenitori di un Parlamento scozzese. Ma i
votanti del referendum hanno dato un messaggio ancora
più sorprendente. Una seconda domanda chiedeva se volevano che il Parlamento scozzese avesse limitati poteri di
modificare le tasse. Sin dal tempo di Reagan e della Thatcher, l’opinione politica prevalente dice che nessun elettorato del mondo occidentale appoggerà aumenti di tasse.
Eppure giovedì scorso, il 63% degli scozzesi ha votato per
un Parlamento che abbia il potere di aumentare le tasse.
Se il grido della Rivoluzione americana del 1776 era:
«Niente tasse senza rappresentanza», il grido degli scozzesi nel 1997 è stato sicuramente: «Niente rappresentanza
senza tasse». Che cosa significa tutto questo, per la Scozia
e per il resto dell’Europa?
Un semplice aneddoto della campagna elettorale ci può
dare una risposta. Martedì mattina 9 settembre, mi trovavo in una piazza di Inverurie, una comune rurale nel NordEst della Scozia, alla guida di un «giro» in autobus nelle
piccole città della Scozia. Il cosiddetto «Partito dell’autobus», un gruppo di scrittori, di leader di associazioni civili
e di musicisti, stava viaggiando attraverso il paese, incontrando i cittadini e i giovani nelle chiese, nelle sale comunali, nelle scuole e nelle strade. Il Piutito dell’autobus era
guidato dal più bravo narratore della Scozia, William Mcllvanney. Dinante il viaggio, Mcllvanney amava citare il titolo di una novella italiana del dopo guerra per spiegare
l’obiettivo del nostro giro. Chiedevamo: «Che cosa dice la
patria?». E ascoltavamo con attenzione.
Avevamo appena tenuto un incontro mattutino nella
sala di una comunità locale della Chiesa di Scozia. Dopo
la prima colazione, parlammo con la gente del posto. Discussione tranquilla, meditata e attenta alle varie opinioni. Poi la gente si recò al proprio lavoro. Parcheggiammo
l’autobus sulla piazza e iniziammo a parlare con la gente
che andava a far la spèsa di buon mattino, incoraggiandola semplicemente a «votare giovedì per realizzare le vostre
aspirazioni per la Scozia». Notai una donna che se ne stava da sola vicino all’autobus. Mi avvicinai per parlarle.
Non aveva potuto partecipare all’incontro mattutino, ma
voleva mostrare il suo appoggio in piazza. Troppo timida
per venire ad incontrare sull’autobus il suo scrittore preferito, William Mcllvanney, se ne stava lì in disparte, soddisfatta di stare da sola sotto gli sguardi dei suoi curiosi
concittadini, mostrando tranquillamente il suo appoggio.
Per me questa donna dignitosa, scozzese di una piccola
città, personifica la rivoluzione democratica che si è verificata giovedì. Come molti dei suoi concittadini, non faceva pubblici proclami di fervore politico. Questo non si
confà all’atteggiamento scozzese. Ma aveva già preso la
sua decisione. Voleva un Parlamento e una nazione in cui
la sua voce fosse sentita, la sua cultura affermata e i suoi
vicini più deboli aiutati con compassione e con giustizia, e
desiderava pagare le tasse necessarie per realizzare queste
aspirazioni per la Scozia.
Quella donna non era sola in quella piazza, quel martedì. Tranquillamente, senza chiasso e senza farsi vedere,
1.775.044 suoi concittadini stavano al suo fianco. Insieme,
hanno posto fine al pesante stato centralizzato britannico,
e hanno inaugurato una nuova era di democrazia e di speranza per la Scozia. Come in altre parti d’Europa, non ultima l’Italia stessa, erano in gioco questioni di regionalismo
e di nazionalismo, di democrazia e di cittadinanza, di tasse e di economia globale, questioni chiave del nostro
mondo postmoderno.
Per trecento anni senza Parlamento, la Scozia ha conservato il proprio spirito nazionale attraverso una ricca e
autonoma società civile, con i propri sistemi legali ed educativi, la propria cultura e la propria chiesa nazionale. Per
oltre un secolo ha chiesto l’autogoverno, con pazienza e
con perspicacia e senza ricorso alla violenza. Soprattutto,
ha respinto il nazionalismo etnico e ha abbracciato una
definizione inclusiva della «scozzesità»: è scozzese chiunque vive qui e ne adotta le tradizioni di onestà e di responsabilità sociale. Giovedì scorso la Scozia ha affermato sia
la propria autonomia politica sia la propria interdipendenza con i poveri e con il mondo più ampio.
Ora, alla vigilia del nuovo millennio, la sua forza civica,
la sua identità nazionale inclusiva e i suoi pacifici impegni
per un rinnovamento democratico hanno portato frutto e
inaugurato una nuova ed appassionante era.
* pastore della Chiesa di Scozia. Insegna teologia all’
Università di Glasgow e presiede «Causa comune», un forum
civico nazionale sul futuro democratico della Scozia.
È autore di «Identità scozzese: una visione cristiana» (1990) e
sta per pubblicare «La Repubblica del consenso: un saggio
presbiteriano sulla democrazia» (1998)
(Traduzione di J.-J. Peyronel)
Riflessioni critiche sul disegno di legge sulla parità
Il futuro della scuola italiana
Il pluralismo, l'autonomia, la libertà di insegnamento
possono essere garantiti solo nella scuola pubblica
Quale legge sulla parità?
Non vi sono motivi di principio e di fatto per avversare
la regolamentazione costituzionale in atto, concernente
la scuola della Repubblica e
la conseguente distinzioneseparazione, rispetto a quello
pubblico statale, di un sistema privato liberamente istituito e funzionante secondo
proprie diversificate finalità
ideali e pratiche. Il presupposto quanto mai attuale della
laicità dello stato e della
scuola pubblica è sempre
aperto non solo ai paralleli
diritti della scuola privata e
dei suoi utenti, ma all’opportunità degli aggiornamenti
legislativi nello spirito del
dettato costituzionale che
meglio rispondano alle istanze di comune utilità. Altra cosa, però, è parlare, come fa il
ddl governativo, di «scuole
pubbliche paritarie» facenti
parte (formulando ambiguamente «il valore e il carattere
di servizio pubblico») di un
prospettato «sistema pubblico delTistruzione e della formazione» di tipo integrato,
dove non è secondaria (ma
anzi funzionale in termini logici e politici) la previsione finanziaria degli «interventi in
favore» (cfr. artt. 3 e 4). Resta
tutto da proporre e da discutere nel paese e nel Parlamento un corretto e trasparente «statuto della parità»,
sul quale i laici, i fautori senza strumentalizzazioni della
laicità, dovrebbero trovarsi
(nelle istituzioni, nei partiti e
soprattutto nella società civile) in primo luogo impegnati.
Il disegno di legge
è fortemente e
volutamente ambiguo
Si fa passare il sostegno finanziario alle scuole private
attraverso la cortina fumogena della generalizzazione
dell’offerta formativa «dalla
prima infanzia lungo tutto
l’arco della vita», riecheggiando la formula di Jacques
Delors e del rapporto Unesco
1996 senza distinguere due
diverse funzioni del sistema
complessivo della formazione e dell’istruzione.
La prima funzione riguarda
la formazione-istruzione di
carattere generale che non
può che essere compito dello
stato, in quanto esso deve garantire l’eguaglianza dei giovani cittadini «senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali» (Costituzione
italiana, art. 3, c. 1). Lo stato
deve garantire inoltre la libertà nella scuola a cominciare dalla libertà di insegnamento («L’arte e la scienza
sono libere e libero ne è l’insegnamento», Cost. art. 34, c.
1). Scuole di tendenza, comunque configurate (cattoliche, padane ecc.) non possono, per loro natura, rispondere pienamente a questi obblighi e questi valori. Non a caso nel ddl si parla di «accoglienza di chiunque richiede
di iscriversi accettando il
progetto educativo» dell’istituto paritario; si parla di
«idonea qualificazione professionale dei dirigenti, dei
docenti e dei formatori» ma
«nel rispetto della identità
culturale dell’istituzione». Sul
terreno della formazione generale lo stato ha nei confronti dei privati, che pure secondo il dettato costituzionale «hanno il diritto di istituire
scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo stato»
(Cost. art. 33, c. 3), l’importante compito di tutela dei
basilari diritti costituzionali
e, più in particolare, un compito di controllo sulle «scuole
non statali che chiedono la
parità» (art. 33, c. 4) perché al
rilascio di titoli corrisponda
un «trattamento scolastico
equipollente» per gli alunni
di dette scuole.
Un secondo aspetto riguarda la formazione professionale, i corsi di riqualificazione, quelli di aggiornamento professionale, la formazione ricorrente: tutto
questo insieme è materia di
offerta mista da parte dello
stato, degli enti locali, dei
privati, in relazione anche alle specifiche esigenze delle
trasformazioni tecniche e
produttive. Qui lo stato deve
fornire il quadro e i criteri generali, ma il coordinamento
delle agenzie formative sul
territorio, il controllo sulla
serietà e l’efficacia, l’eventuale sostegno economico
attraverso convenzioni (come già largamente accade)
devono essere riservati alle
autonomie locali e alle Regioni in primo luogo. Il disegno di legge confonde queste
due funzioni del sistema formativo, che devono essere
ben distinte e considerate separatamente in un articolato
di legge.
Per ciò che concerne il reclutamento degli insegnanti
il ddl lascia zone oscure e di
ampia discrezionalità sia sul
piano culturale sia sul piano
giuridico-retributivo. Si segnala in questo senso l’introduzione del volontariato «in
misura non superiore a un
quarto delle prestazioni
complessive» come struttura
riconosciuta all’interno del
sistema istituzionale dell’
istruzione.
be una spesa di 800 miliardi
per libri e tasse di tutti gli studenti, più 1.306 miliardi per
le rette delle private: complessivamente 2106 miliardi
(che arriverebbero facilmente a 2.500 dato l’incentivo a
iscrivere i figli alle private
«paritarie»), un costo assurdo
mentre procedono tagli e riduzioni «razionalizzatrici»
della spesa per la pubblica
istruzione.
Da tener presente infine
che per accedere allo status
di «scuole pubbliche paritarie» e ai relativi finanziamenti
le scuole private dovrebbero
sottoporsi a organismi di
controllo per ora inesistenti e
di complessa attuazione, come il «servizio nazionale per
la qualità dell’istruzione»
L'impegno laico
Il finanziamento
delle scuole private
Quanto al finanziamento
delle scuole private e all’ambiguità del ddl in materia:
- è inaccettabile che la sua
configurazione concreta sia
rimandata alle estenuanti
contrattazioni della Finanziaria, in balia delle maggioranze trasversali che si possono
formare di volta in volta;
- è inaccettabile il marchingegno adottato per aggirare il dettato costituzionale:
le somme sono «destinate
agli alunni» ma «sono accreditate presso le scuole stesse»;
- è inaccettabile che si tenti
di catturare il consenso dei
genitori delle scuole pubbliche finanziando le «paritarie»
all’interno di interventi a favore anche dei genitori delle
statali.
Inoltre, secondo i calcoli
del ministero delle Finanze
(cfr. «La Repubblica», 22-797) la detrazione del 22% delle spese per l’istruzione ipotizzata dal ddl comportereb
Per il nostro impegno di laici nella formazione e nello
stimolo di una consapevole
opinione pubblica quale veicolo di democrazia siamo
aperti al confronto, pur nella
forte motivata preoccupazione generata dall’attuale contesto politico. C’è infatti da
chiedersi e da chiedere quale
confronto seriamente costruttivo possa sussistere o
quali congetture, se non peggiorative, possano farsi quando il ddl ministeriale pretende di concretizzare, eventualmente con accordi trasversali
centrati sulle ben distribuite
forze cattoliche, l’idea che
pur a determinate condizioni
formalmente statuite e apparentemente controllabili nella
loro efficacia, la scuola privata diventi «pubblica paritaria»
e vada reputata, secondo noi
contraddittoriamente, come
«scuola di tutti». Oppure anche l’idea che la libertà «esterna» e concorrenziale data
da scuole di segno diverso o,
al limite, opposto, sia preferibile quanto a valenza democratica e educativa a fronte
del classico principio laico
della «libertà nella scuola».
Contro i rischi dell’introduzione di logiche privatistiche
nel pubblico, della frantumazione del sistema scolastico
nazionale secondo linee particolaristiche, dell’accentuazione dei condizionamenti
ideologici e confessionali, ribadiamo che il pluralismo e
l’autonomia, così come la libertà di insegnamento-apprendimento e l’eguaglianza
delineata nell’art. 3 della Costituzione, possono essere
garantiti effettivamente e sviluppati adeguatamente solo
nella scuola pubblica dello
stato, fermi restando le competenze degli enti locali in
materia di formazione e il diritto dei privati a istituire
proprie scuole.
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U;MiSPM
LA STAM
Iconoclastia?
Carlo Ottino (direttore di «Laicità»), Lidia De Federicis, Marisa
Perna, Cesare Piandola (del direttivo del «Comitato torinese
per la laicità della scuola»)
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In un polemico edit®!
Roberto Gervaso consu
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Teresa di Calcutta
Teresa, la ribalta, non'
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il medico missionari^
SCO di Lambaréné, ci S'j
derà di lei nei '1
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due miliardi e mezzo ^
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sa, non sappiamosoltanto che ci sareif
noi, laici da sempr®'
una mano il Vangeli'
tra il fazzoletto»-
11
^ff:NERPÌ 19 SETTEMBRE 1997
PAG. 7 RIFORMA
Due documenti delle chiese sulla povertà
Confessione di fede e attuazione pratica
GIOVANNI GÖNNET
Le prese di posizione sullo
stato sociale (detto im
Welfare) stan
a?
anche in
campo
ecclesiastico. Ancora
te perlopiù a noti passi biblici
(Levitico 25 sugli anni sabbaovocajiiici e Isaia 58 sul vero digiu) Riccai no), esse invitano le chiese e
la rifl) le loro organizzazioni diacole chi^ nali e essere veramente conlunitàt seguenti con il nome che
0« (nuij portano: se cristiane, esse
0, che, non possono né devono diBarile^ ipenticare che il miglior mo'le liw ¿0 di confessare la propria
uriiversi fede è di metterla in pratica,
’eroest Larivista «Metanoia» di
nteresipraga, nel suo fascicolo inverie stati/pale 1996-97, pubblica un
e lacaÉungo documento su Fede
'0 pnV^rmata e giustizia economievanoEflfvol. 6, n. 4, pp. 237-249),
oropriopie merita tutta la nostra atmte cliifcnzione al pari del rapporto
della! suPoyertò e esclusione sociale
a devo; in Europa pubblicato sul n.
sizioni 27 di «Riforma»; esso è stato
0 parsi approntato a Ginevra da una
aalistic consultazione internazionale
1 direi deU’Alleanza mondiale delle
i la Clii ihiese riformate (Warc) per
tre ilo gsere sottoposto all’esame
massai
Ignari
della prossima assise della
stessa Warc convocata a Debrecen (Ungheria) per i prossimi 8-20 agosto.
Mentre il documento pubblicato da «Riforma» è il frutto di 10 gruppi di lavoro di diversa provenienza geografica
e confessionale e perciò ha
una valenza chiaramente
«ecumenica», il rapporto della Warc è di stampo riformato, e converrà pertanto verificare se vi sono tra essi differenze di contenuti o di ispirazioni. Certo i problemi sono
più o meno gli stessi: disoccupazione di massa, povertà
crescente e miseria quotidiana degli esclusi. Se dunque le
visuali possono essere diverse e diversi i progetti di risanamento, uguali sono le «inquietudini» che inducono le
varie chiese a promuovere
iniziative atte a elevare il livello di occupazione e di protezione sociale, compatibilmente con la coesione economica e con la solidarietà
tra gli stati membri dell’attuale Unione europea.
Certo la preoccupazione
maggiore è di ordine economico. anche nel suo senso
TA
sticheÉ Gli ammalati
;11 «Un Jj A ¡jJo
adellel «I
«La mia vita vien meno per
perche l'affanno, e i miei anni svanirle dio jojjQ jjgj pianto; la forza mi è
ai sei renata a mancare a causa
rmiaii jeUa mia malattia e si sono
issa da ogorate tutte le mie ossa (...);
s'O™) ...); sono completamente diite) flpenticato come un morto.
itti p,Ua\o conMo in te, o Eterno
iposta(..j. Tu sei il mio Dio» (Salmo
ce 1 arisi, I0-14).
laci et Vorrei ricordare Ciro Ca:ta™fuano, malato di Aids, decedei liuto sabato 6 settembre
n geni|irospedale Cotugno di Naissee|oli, distrutto, carbonizzato
Bastava una
parola in più...
ime s
nuovii
maniai
no al
er reni
ese sii
ia don
(...) cl
a dir
ma c:
Ionia
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Ile con
I esibii
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in Así
gelici)
a alla
anchcf
leecar------
pretei
iernerl
)is] der
¡alfuoco della sola unica
topagnia, una sigaretta, e
tìi i malati di Aids che anita dallo stato italiano atndono quella assistenza dote per legge e che sino a ograeneloro negata, in questa
te che pensa solo al «Crivirtuale» del Giubileo dinticando il Gesù sofferen^ tutti i malati di Aids,
ossa Ciro riposare nella
* del Padre unitamente a
®ti hanno sofferto, come
r che continuano a morite attesa, da ben sei anni,
® faccia il suo doE1 credenti anche.
Giovanni L. Giudici
Mestre
Alcune settimane or sono
(11 luglio). Riforma riportava
fra le notizie internazionali
un resoconto che diceva testualmente: «L’Esercito della
Salvezza ha riconosciuto davanti alla Commissione “Verità e riconciliazione” di avere mantenuto il silenzio di
fronte agli abusi commessi
sotto il regime dell’apartheid
in Sud Africa, e di pentirsi oggi per tale silenzio...».
Personalmente questa notizia mi ha causato solo tristezza; sentirla poi ribadire
anche durante il culto radio
delle 7,30 di domenica 3 agosto mi ha dato un dispiacere
ancora più grande. Mi domandavo infatti perché l’estensore della notizia radiofonica, nel comunicare
una così spiacevole «indifferenza», non abbia sentito anche la necessità di affermare
che si trattava pur sempre di
un’opera evangelica, che era
ed è sempre stata dalla parte
di chi soffre, e lo abbia sempre fatto non solo a parole
ma soprattutto con i fatti.
Sono intimamente convinta che una parola in più detta
in questo senso avrebbe sicuramente sottolineato la
sincerità dell’Esercito della
Salvezza davanti alla Commissione «Verità e riconcilia
m
RiiSma
E-Mail (Torino): riforma@alpcom.it
E-Mail (Napoli): riforma.na@mbox.netway.it
Uri: http://www.aipcom.it/riforma
p Ul<"* Viat; ,,
1 »a. ho V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
edi'°| VI 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
itaj aoei Mille, 1 -10064 Pinerolo - tei. 0121/323422 - fax 0121/323831
Eugenio Bernardini VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: An
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ione Lettore
■naaUaHoi i..
fo Mi'll,Jsan°'u^ REDAZIONE: Alberto Coreani, Marta D'Auria, Emmanuele Pasohet'ÌMKJA‘'uesPeyronel,
'liw '■Byronei, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli) Fe
roce Pa I ■ '^O'-LABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
lami p° Eulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio
lacobino, Milena Martinat. Carmelina Maurizio, Luca Negro,
Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirel**^tT0B.''rr'°'^®®®® Rat'asle Volpe.
VlSlniuJ'J:^®'’°NSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
Visione
f**'NlSTR^2iON^'**’^^'^''° ®R*P't7A: Pietro Romeo
ú¡)isleriana
Edizioni Protestanti s.r.l
Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
s.n.c. MondovI - tei. 0174-42590.
via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
*'®'»pud
torw settimanale unitaria con L'èco delle valli valdesi:
eiTio
Vienna (42,5x40 mm) £ 30.000. Partecipazioni: milli
■800. Economici: a parola £ 1,000.
^ Jt "'la e j| PI '----------------
della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
“ ™""®ro 34 5° 1951. Le modifiche sono state registrate il 5 marzo 1993.
leid, via R ^ ®®"®ntbre 1997 è stato consegnato per l'inoltro postale all’LIfficio
—_ Remoli 44/11 di Torino mercoledì 10 settembre 1997.
prettamente etimologico:
«eco-nomia», cioè norme di
governo della casa, intesa
primariamente come famiglia, focolare domestico, in
inglese household; ma quel
che distingue il documento
della Warc è il suo richiamo a
una esplicita tradizione riformata, secondo la quale la riuscita nel lavoro quotidiano e
perciò il benessere sarebbero
il segno della grazia divina e
della propria elezione e predestinazione. Ma attenzione
a non inorgoglirsene a tal
punto da diventare intollerante verso chi viene stimato
a torto come escluso dal popolo di Dio. D’altra parte,
strano a dirsi, proprio il richiamo alla responsabilità
personale del credente di
fronte a Dio solo, se fonda il
principio tipicamente protestante del sacerdozio universale dei credenti, è anche visto come uno dei piloni della
democrazia moderna: solo il
ricambio delle cariche di governo, come avviene in particolare nelle strutture presbiteriane con i loro Sinodi annuali, può rafforzare e mantenere le democrazie.
L'architettura sacra esprime la fede dei credenti
Inni religiosi di pietra e di vetro
ELIO RINALDI
M ENTRE si prospetta un
zione» ma, fatto altrettanto
importante, avrebbe reso
giustizia a una denominazione evangelica che ha sempre
lottato, con vero spirito cristiano, per il riconoscimento
e il recupero dei diritti umani, e che nel suo coinvolgimento in favore dei meno
fortunati della vita, ha dovuto anche subire l’oltraggio
deH’allontanamento coatto
da alcuni paesi, accompagnato daH’internamento e
imprigionamento di taluni
suoi membri.
Olga Borfiga Dentico
Rabico (Roma)
nuovo Innario cristiano
dopo il recente convegno dei
musicisti evangelici a Ecumene, vien fatto di pensare alle
tanto emblematiche cattedrali sparse nei paesi più sviluppati, considerandole come
«inni religiosi di pietra e di
verto». In una nota frase
Schopenauer (1788-1860) vedeva l’architettura come
«musica congelata»; anche
per Leon Battista Alberti
(1401-1472) la proporzionalità armonica tra le varie parti
di un edificio si trova in un
ordine funzionale («la bellezza architettonica è comparabile a quella di un corpo vivente»), Il poeta Paul Valéry
(1871-1945) affermava che «il
processo creativo dell’architettura è analogo a quello delle composizioni musicali».
Nella nostra epoca si parla
di «architetture organiche» e
razionali, spesso, però, più
per le moderne tecniche costruttive che per le espressioni «pietrificate» che ne derivano. L’impostazione rivoluzionaria data a un tipo di edilizia sacra restata pressoché
immutata nel corso dei secoli
nella struttura dell’architettura razionalista, trova, come
nella cappella di Ronchamp
di Le Corbusier l’antecedente
della chiesa di San Giovanni
Battista di Giovanni Michelucci a Campi Bisenzio (Fi),
che ci ricorda le tende piantate dagli ebrei nel deserto durante le loro peregrinazioni.
Nell’età medievale, dal XIV
secolo vediamo singolari e
svettanti campanili, guglie,
pinnacoli al di sopra delle
facciate dai rosoni triforati, in
trame, marmoree che si presentano come raffinati ricami
di magiche fantasie. È nellTle
de France la fonte di questo
originale stile che sarà il goti
Seminario Farei a Roma
La comunicazione
fra Giubileo e millennio
«Tra Giubileo e millennio:
come la comunicazione religiosa si prepara in vista
dell’anno 2000» è il titolo del
28° Seminario Farei che si
svolgerà a Roma dal 6 alT8
ottobre prossimi con l’organizzazione della rubrica televisiva «Protestantesimo».
Esperti di vari paesi cercheranno di riflettere sul significato e sulle strategie della comunicazione televisiva di un
evento di tale portata. In particolare sarà interessante cercare di capire come le rubriche religiose televisive si pre
RRATA
La fotografia, si dice, rende
abbastanza fedelmente le fattezze delle persone. Ma
quando un’immagine si riferisce alla persona sbagliata la
colpa non è della macchina
fotografica. Per un errore di
impaginazione, a pag. 12 del
numero scorso, dedicato al
Sinodo valdese, è comparsa
una foto di Mimmo Natali
nella collocazione che prevedeva la foto di Sergio Nisbet.
Ce ne scusiamo con i diretti
interessati, e ovviamente con
i lettori e le lettrici.
senteranno all’appuntamento. A questo proposito martedì 7 ottobre, nella sede Rai
di Roma, si svolgerà una tavola rotonda organizzata in
collaborazione con l’Ufficio
relazioni internazionali della
Rai stessa, a cui parteciperanno giornalisti, responsabili di programmi religiosi provenienti da vari paesi e esperti della comunicazione cattolici, protestanti e laici.
Per informazioni «Protestantesimo», tei. 06-4825120;
fax 4828728. E-mail: fed.evangelica@agora.stm.it.
Lotteria
L’ASILO DEI VECCHI DI
SAN GERMANO CHISONE
comunica i numeri dei biglietti relativi a premi non ancora ritirati della sottoscrizione del 7 settembre. Biglietti
rosa: 7616 e 7605 (Alice Long
Grill), 6783 (Riccardo Canonico), 7094 (Vera), 7747 (S. B.),
7096 (Cambino).
Biglietti gialli: 7119 (De Miranda), 7557 (Paimira Micol),
7206 (E. Martinat), 7778 e
7786 (Dante Long), 7820 (Gisela Lazier), 8080 (Elsa Ghigo), 7260 (R. Peyrot).
Cambi di indirizzo
Il prof. Ermanno Genre comunica il proprio nuovo indirizzo: via P. Cossa 42, 00193 Roma. Telefono 06-3232581.
Causa trasferimento, il nuovo numero telefonico del pastore Donato Giampetruzzi è: 0827-81808.
Un particolare del duomo di Siena
co, poi esaltato dal mondo
protestante d'oltralpe. Cattedrali come quelle di Chartres,
Rouen, Amiens, Bourges, Notre-Dame e la Sainte Chapelle di Parigi (1243-49) sono gii
esempi più noti. E in Italia,
pur nella struttura romanica,
il duomo di Milano (costruito
però in buona parte da maestranze straniere). Orvieto,
Siena, il camposanto di Pisa:
dinanzi a tali opere sentiamo
una inesprimibile armonia di
ritmi rapsodici che misticamente si trasformano in un
«canto nuovo» in cui l’ardore
della fede tanto più cresce
quanto più essa si concretizza nel «sogno» di un dinamico stile architettonico che
evidenzia il suggestivo impeto di un infinito spaziale.
L’ancestrale anelito del credente di «creare» alla sua gloria la perfetta «casa di Dio» si
esprime proprio attraverso lo
stile gotico nelle cattedrali, in
una spiritualità rivelata anche
dalle vetrate da cui filtra
un’atmosfera d’incanto; e che
dire poi dei luminosi finestroni che evocano i rutilanti
«tappeti» musivi di epoca bizantina, disponendo gli animi
a visioni ultraterrene? Anche i
toni coloristici delle pietre
I concorrono a queste meravigliose impressioni, a NotreDame per esempio si evidenzia il bianco, a Chartres un
grigio azzurrognolo e a Strasburgo un rosa acceso.
Non va dimenticato che
nel Medioevo la maggior parte dei credenti era analfabeta,
cosicché le immagini sia
aH’interno che all’esterno
della chiesa acquistavano valori trascendenti simili a
quelli delle Sacre Scritture. In
molti paesi europei dal XII
secolo in poi sorsero costruzioni per evidenziare luoghi
dove i pellegrini sostavano
dopo un lungo e faticoso
cammino; vediamo così il tributo di uomini di fede che
innalzarono le loro preghiere
quali segni del distacco dalla
terra, così spesso sconvolta
da guerre fratricide, pestilenze e sopraffazioni di ogni sorta. Quella gotica è dunque
una grande «voce» permeata
di forza interiore nella volgarizzazione della fede che si
afferma, oltre che nelle monumentali cattedrali, anche
nelle architetture laiche sempre viste come «preghiera di
pietra e di vetro» diretta alla
gloria di Dio che muove il sole e le altre stelle.
Partecipazioni
RINGRAZIAMENTO
Mimma Quattrini e i nipoti, commossi per la grande dimostrazione di affetto, ringraziano quanti
hanno voluto ricordare
Franco
In particolare ringraziano «Gii
amici di sempre», «Gli amici di
Franco e Mimma», «Gli amici del
tennis e del bridge». Liliana Ribet
e gli anonimi per le generose offerte in memoria devolute alla Casa delle diaconesse.
Torre Pellice, 5 settembre 1997
"L'Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà»
Salmo 23, 1
È macata
Adelina Gönnet ved. Malan
RINGRAZIAMENTO
«Venite a me, voi tutti che siete
travagliati ed aggravati,
e io vi darò riposo»
Mt 11,28
Lo annunciano, a funerali avvenuti, la sorella Anita, ia figlia
Marialuisa con il marito Valdo
Benech, Daniela con Claudio e
Davidino, Davide con Annalisa e
Stefano, Elena, cugini, nipoti e
parenti tutti.
Luserna San Giovanni
16 settembre 1997
I familiari di
Emanuele Baud
ringraziano quanti gli sono stati
vicini in questi lunghi anni di malattia.
Frali, 8 settembre 1997
Marcella Bodmer Tron a Nussbaumen (Svizzera) e Giorgio Tron
a Lussemburgo partecipano commossi al dolore della comunità
valdese di Genova e di tutti coloro
che vollero bene a
Ercolina (Lina) Vanoli
di anni 93
che nella sua lunga e benedetta
vita fu amica preziosa di quattro
generazioni della loro famiglia.
Genova, 19 settembre 1997
Fcei
Federazione delle chiese evangeliche in Italia
La Federazione delle chiese evangeliche in Italia
ricerca
una persona da assumere a metà tempo per ricoprire l'in
carico di
segretario/a di presidenza
presso gli uffici romani, a partire dal mese di novembre
1997. Titoli preferenziali sono: conoscenza di una o più
lingue straniere, esperienza nell'uso di macchine da ufficio e computer, conoscenza del mondo evangelico italiano e internazionale, domicilio a Roma o dintorni. Le domande, corredate da un curriculum vitae e da una lettera
di presentazione della chiesa di appartenenza, dovranno
pervenire entro e non oltre il 30 settembre a:
Fcei, via Firenze 38, 00184 Roma. Fax 06/4828728.
12
PAG. 8 RIFORMA
BALE
A luglio aveva rifiutato di firmare la legge approvata dalla Duma
Libertà religiosa in Russia: Eltsin presenta un nuovo testo
Il 4 settembre scorso il presidente russo Boris Eltsin ha
inviato alla Duma (Parlamento) una versione emendata
del controverso progetto di
legge sulla libertà religiosa,
presentandola come un compromesso che tiene conto
delle attese formulate dalle
organizzazioni religiose in
Russia.
Com’è noto, la prima versione del progetto di legge,
fortemente appoggiata dalla
Chiesa ortodossa russa, era
stata approvata con una
maggioranza schiacciante nel
giugno scorso dalla Camera
dei deputati. Ma in luglio il
presidente russo aveva rifiutato di approvarla in seguito
alle numerose proteste giunte da parte di organizzazioni
religiose minoritarie in Russia, e dall’estero, che affermavano che questa legge
avrebbe posto un freno alle
loro attività. La prima versione concedeva un posto d’onore alla Chiesa ortodossa
russa e considerava le religioni musulmana, buddista ed
ebraica come «religioni e credenze locali esistenti tradizionalmente», senza menzionare i cattolici romani e i
protestanti.
Un accordo preliminare
sulla nuova versione è stato
raggiunto lunedì 1° settembre
nel corso della riunione del
Consiglio presidenziale sui
rapporti con le associazioni
religiose, che comprende rappresentanti di 11 grandi gruppi religiosi russi. Alcuni membri influenti del Parlamento
hanno partecipato all’incontro. La maggioranza dei rappresentanti delle organizzazioni religiose che hanno partecipato alla riunione (tra cui
cattolici romani, battisti e avventisti del settimo giorno) e
che si erano opposti al precedente progetto di legge, ha
accettato la nuova versione.
Il patriarca della Chiesa ortodossa russa, Alessio II, e il
Santo Sinodo della Chiesa
hanno approvato la nuova
versione in una dichiarazione
che indica che gli emendamenti proposti «nella loro es
Sud Africa
Ammonimento
al governo
Culto in una chiesa battista a Mosca
senza non cambiano il concetto né le principali disposizioni della legge» e sono pertanto accettabili per la Chiesa.
Permane tuttora a Mosca
qualche incertezza circa le
clausole precise del nuovo testo. Nella nuova versione, il
preambolo include «il cristianesimo» in un elenco di religioni aventi diritto al rispetto
dello stato. Nel testo precedente, fra tutte le religioni
cristiane, soltanto l’ortodossia veniva menzionata, insieme all’islamismo, al buddismo e all’ebraismo. D’altra
parte, l’ortodossia veniva distinta per il suo «contributo
speciale alla formazione dello stato».
Mentre la versione precedente concedeva il diritto di
formare associazioni religiose solo a cittadini russi, la
nuova versione concede tale
diritto ai cittadini stranieri
che vivono in modo perma
nente e che risiedono legalmente in Russia. Ma, per
quanto riguarda le associazioni religiose, il testo emendato mantiene la distinzione
tra «organizzazioni» e «gruppi» con un periodo di quindici anni richiesto prima che
un «gruppo» possa essere
considerato come un’«organizzazione» e possa usufruire
di più ampi diritti. Tuttavia,
la versione modificata contiene una concessione importante da parte del Patriarcato di Mosca della Chiesa
ortodossa russa. A differenza
del testo di giugno, la nuova
versione non fa alcuna distinzione tra le organizzazioni religiose «russe» e le organizzazioni «regionali». Ad eccezione della Chiesa ortodossa russa, poche chiese avrebbero potuto ottenere lo status «russo» che avrebbe permesso loro di trattare direttamente con le autorità federali
senza passare attraverso le
autorità regionali.
Secondo Vladimir Ryakhovsky, presidente del Centro
giuridico cristiano, consulente giuridico di alcuni gruppi
protestanti in Russia, i protestanti russi erano pronti ad
approvare la nuova versione
a condizione che alcune delle
loro preoccupazioni fossero
prese in considerazione nel
testo finale. Siccome non è
così, egli si aspetta che i battisti, i pentecostali e gli avventisti del settimo giorno ritirino il loro sostegno.
Viktor Bartsevich, segretario dell’Amministrazione
apostolica dei cattolici di rito
latino in Russia europea, ha
dichiarato che la Chiesa cattolica in Russia non era ancora soddisfatta perché il
progetto non rispondeva ai
criteri internazionali, ma ha
precisato che la Chiesa cattolica non si sarebbe più opposta all’approvazione della
legge. «Non abbiamo altra
via di uscita - ha detto la
nuova legge non è ideale ma
è migliore delle leggi adottate dai distretti della Federazione russa».
Oltre 20 regioni della Russia hanno già adottato, a livello locale, una legislazione
molto restrittiva sulla religione. Se il progetto diventerà
legge, il testo inviato alla Duma annullerà la legislazione
locale. Secondo Bartsevich,
un certo numero di obiezioni
sollevate dai cattolici russi
sono state prese in considerazione e il ministero della
Giustizia ha assicurato i cattolici che le loro strutture
non rientreranno nella clausola dei quindici anni, (eni)
Un progetto governativo volto a limitare le nascite
In Uganda ¡1 cardinale Emmanuel Wamala
dice no alla «tassa sui bambini»
La Chiesa anglicana della
provincia d’Africa australe ha
lanciato un ammonimento al
governo di Nelson Mandela,
rimproverandogli di esportare armi e di acquistare materiale bellico con il denaro necessario a sradicare la povertà e a migliorare i servizi
sociali, salute ed educazione.
Il richiamo è giunto sotto la
forma di un memorandum
presentato il 21 agosto scorso
dall’arcivescovo Njongonkulu Ndungane al presidente
della Commissione nazionale
di controllo degli armamenti
convenzionali, professor Rader Asmal, che è anche ministro. In quel memorandum,
la Chiesa anglicana si dice
preoccupata per la politica
del governo nel campo degli
armamenti. La Commissione
di controllo, che sovrintende
e controlla il commercio delle armi, è incaricata di assicurare che quest'ultimo si svolga in modo responsabile e in
conformità con il rispetto dei
diritti della persona.
Questa dichiarazione è stata fatta poco tempo dopo la
visita effettuata dal ministro
della Difesa, Joe Modise, in
Arabia saudita e in Kuwait
per promuovere un contratto
di vendita di armi, pezzi di
artiglieria G6 e armamenti
antiaerei, per un valore di
2.700 miliardi di lire. (eni)
Il cardinale Emmanuel Wamala, capo della Chiesa cattolica romana dell’Uganda, ha
promesso di opporsi a una
«tassa sui bambini» che il governo ugandese vorrebbe istituire per dissuadere i genitori
ad avere più di quattro figli.
La stampa ha riferito che
Francis Babu, un politico
molto in vista, avrebbe dichiarato che il governo del
presidente Yoweri Museveni
aveva l’intenzione di promulgare una legge secondo la
quale i genitori con più di
quattro figli avrebbero dovuto
pagare più tasse. «Se questa
informazione è vera, abbiamo
una sfida seria da raccogliere
- ha dichiarato il cardinale
Wamala durante una messa
celebrata nella cattedrale di
Rubaga a Rampala -. Quando
questa tassa sarà istituita, rifiutatela. Se sarà organizzata
una manifestazione contro
questa tassa, vi parteciperò».
Secondo il cardinale Wamala, sono i paesi sviluppati
che hanno imposto all’Uganda il concetto di controllo
della popolazione. Ha aggiunto che l’idea di tassare i
genitori in funzione del numero di figli era sconosciuta
in Uganda e che avrebbe colpito i più poveri. All’inizio
dell’anno, per rispondere a
una promessa elettorale, il
governo del presidente Museveni ha deciso di garantire
l’insegnamento gratuito a
quattro figli in ogni famiglia.
La promessa era stata fatta
per porre fine al fardello rap
presentato per ogni famiglia
dalle spese scolastiche. La
nuova politica ha avuto un
enorme successo, favorendo
le iscrizioni alla scuola elementare che sono passate da
2,5 ad oltre 5 milioni. Tale
aumento ha costretto il governo ad utilizzare fondi destinati ad altri servizi sociali.
Con un tasso di crescita demografica di circa il 2,4%
l’anno, l’Uganda è uno dei
paesi africani con il più alto
ritmo di sviluppo. In media,
le famiglie hanno sei o sette
figli e la popolazione totale
del paese è di 20 milioni. Il
paese conta circa un terzo di
cattolici romani, un terzo di
protestanti, il 16% di musulmani e il 18% di adepti di religioni popolari locali, (eni)
Un appello di Amnesty International
Padre Sandyawan rischia la prigione: voleva salvare dalla tortura persone accusate
ingiustamente. Amnesty International denuncia con preoccupazione che due uomini, un prete cattolico e suo fratello, sono
stati incriminati per favoreggiamento, in
base all’art. 221 del codice penale indonesiano, per avere offerto protezione ad alcuni
studenti che rischiavano l’arresto durante
un’azione di repressione ai danni dell’opposizione politica pacifica nel 1996. Se processati e condannati, i due uomini rischiano
fino a nove mesi di prigione.
Padre Sandyawan è un gesuita che lavora
presso l’Istituto sociale di Giacarta, un’organizzazione che assiste persone ai margini
della società. Nel dicembre 1996 ha vinto il
prestigioso premio per i diritti umani «Yap
Thian Hien». Nel luglio ’96 la sede principale di Giacarta del Pdi (Partito democratico
indonesiano), occupata dai sostenitori della
ex leader Megawati Sukarnoputri, fu invasa
dalle forze di polizia e da presunti sostenitori della fazione rivale del partito, vicino alle posizioni governative. Nel corso dell’assalto circa 200 persone vennero arrestate e
molti furono i feriti. Padre Sandyawan si
impegnò nell’attività di soccorso alle vittime, nascondendo in casa del fratello tre
persone. Per questo motivo ha ricevuto telefonate minatorie e gli è stato impedito di
recarsi in Australia per un’operazione.
Amnesty International invita ad inviare
appelli chiedendo che le accuse contro i
due uomini siano immediatamente ritirate
e le indagini siano interrotte. Le lettere vanno spedite ai seguenti indirizzi:
Ministro della Giustizia, Haji Utoyo
Usman S.H., Menteri Kehakiman , Jl. H.R.
Rasuma Said Kav. 6-7, Kuningan , Jakarta
Solatan, Indonesia.
Ministro per gli affari religiosi, dr. Tarmisi
Taher, Menteri Agama, Jl. Lap. Banteng Barai 3-4, Jakarta, Indonesia.
VENERDÌ 19 SETTEMBRE 199)
Lottano per il rispetto dei loro diritti
Germania: la situazione
critica delle donne rifugiate
SUSANNE LIPKA*
IN molte aree di guerra o in
zone del mondo in crisi lo
stupro e la violenza sessuale
sono parte della strategia politica contro le donne del nemico. Questo è particolarmente vero in conflitti etnici
dove i diritti delle donne sono spesso violati. Le donne
che lottano per il rispetto dei
propri diritti sono esse stesse
spesso minacciate e maltrattate. In genere comunque;
quando queste donne arrivano in Germania e richiedono
asilo politico, non fanno quasi mai menzione della violenza sessuale di cui sono state
vittime, perché se ne vergognano molto. Durante i colloqui in cui si decide se accettare o meno le donne come
rifugiate politiche di solito
non viene fatta alcuna domanda in proposito. E se le
donne ne parlano le possibilità di essere accettate come
perseguitate politiche sono
molto poche. La violenza sessuale sulle donne quale ragione valida per fuggire in un
altro paese non è ancora accettata nella maggioranza dei
paesi europei.
Molto differente è la situazione in Canada e negli Stati
Uniti dove le donne che sono
fuggite da violenze sessuali
perpetrate da nemici politici,
donne che fuggono da matrimoni forzati, da mutilazioni
sessuali ecc, sono accettate
come rifugiate politiche. In
Germania come in molti altri
paesi del mondo, c’è una crescente consapevolezza di
questi problemi. Le organi?,
zazioni femminili chiedono
al governo che le donne che
fuggono da violenza sessuale
impiegata come strategia po.
litica dovrebbero essere accettate come rifugiate politi,
cbe. Molti gruppi di donne
cristiane organizzano incon.
tri pubblici dove queste prò.
blematiche vengono discusse
con i politici. Un risultato iti
questa campagna di sensibi-l
lizzazione è dato dal fatto che!
gli intervistatori che decido|
no se concedere asilo, debbono seguire un corso speciale per acquisire maggiore
sensibilità per le situazioni
delle donne rifugiate.
Mentre nel mondo i rifa
giati sono in maggioranze
donne e bambini, in Germania le donne sono una piccola minoranza tra i rifugiati
Nei grandi ostelli dove alcuni
centinaia di rifugiati devono
vivere insieme in piccoli spazi, le piccole minoranze di
donne non si sentono al sicuro. Specialmente quelle chi
sono venute da sole continuano a vivere nella paura 1
molestie e di violenza sessua
le. Le organizzazioni delli
donne tedesche, cristiane
non, chiedono più sicurezaf;
per le richiedenti asilo che vivono in questi grandi osteli
molti gruppi cristiani Msitaii
regolarmente questi luogl
sostenendo i rifugiali in '
versi modi.
* Segretaria per le attià
intercultun
dell'Associazione delle domi
protestanti in Gertnm
; A Betlemme alla fine di agosto
Dimostrazione pacifica
di giovani cristiani palestines
Alla fine di agosto alcuni
giovani cristiani palestinesi
hanno piantato una tenda su
una piazza di Betlemme,
«Mager Square», di fronte alla
chiesa della Natività, per
esprimere la loro volontà di
pace e per dimostrare ai turisti gli effetti del blocco della
città imposto dal governo
israeliano.
Il blocco di Betlemme,
città sotto controllo dell'Autorità palestinese, è stato deciso da Israele dopo l’attentato-suicida perpetrato il 30
luglio scorso in un mercato
di Gerusalemme. Dopo l'attentato, il governo israeliano
ha deciso di chiudere i confini della Cisgiordania e della
striscia di Gaza per impedire
ai palestinesi di andare in
Israele. Il blocco interno che
vietava ai palestinesi di uscire dalle loro città e dai loro
villaggi è stato progressivamente tolto. A Betlemme,
dove il governo israeliano ritiene che siano nascosti
membri del Movimento Hamas, il blocco è stato tolto
soltanto il 27 agosto.
La tenda è stata piantata vicino alla chiesa della Natività,
considerata come il luogo
della nascita di Gesù, dopo
che il campo estivo di quel
gruppo di giovani palestinesi
era stato annullato a causa
della chiusura dei confini.
Sulla tenda sventolava la
bandiera palestinese e sui lati
erano trascritti testi biblici,
tra cui il versetto di Isaia 32,
17: «Il frutto della giustizia
sarà la pace, e l’effetto della
giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre» (circa il
10% dei palestinesi è cristiano). Ai visitatori veniva distribuito un foglio esplicativo sul
quale si poteva leggere: «In
quanto palestinesi, operiani
a favore della pace e dell
giustizia, unica strategia
unica opzione».
Il foglio precisava che a
flemme, in seguito al blocfl
la disoccupazione colpist
l’80% della popolazioni
D’altra parte, centinaia dip|
lestinesi sono oggi senzatefl
to perché le loro case, siW
te nei territori occupatH
Israele, sono state demoli*
Il gruppo, composto da
vani cattolici latini, gtet'.
cattolici e greco-ortodos?
era appoggiato dal Centrol
risoluzione del conflitto pnlf
stinese Wi'am a Betleniinj
Questo gruppo ecumeni^
cerca di offrire una tisP°|
costruttiva alla chiusura d»,.
frontiere mentre altri gion
esprimono la loro frustraci
ne lanciando pietre conti|
soldati israeliani nei pressi^
un altro punto
della città, la tomba di ^
chele, che dista un chilo>^
tro. I soldati hanno ere ;
una palizzata intorrto?
tomba che musulmani, e
e cristiani considerano c" '
un luogo sacro. I
Da quando il
Benjamin Netanyahu W .
ziato la costruzione di
nuova colonia sul monte
Ghneim, le tensioni si sta
moltiplicando a Betlenj
Fino alla confisca
e all’estensione unilat 1
delle frontiere di Gerus^j
me da parte di Israele d
eÌ
guerra del 1967, la collin^!
■va»
zona circostante fac^ ^
parte di Betlemme e dei
munità cristiana di
Sahur, che è il luogo
po dove, secondo la tra
lars»
ne, un angelo è
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SI
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SI
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di
in
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Ile, un aiigeiu -r;
pastori per annuncia
la nascita di Gesù.
to
te
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su
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di
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gt
fu
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su
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Ut