1
1
^ *** '^ ^
Spétt.
Ei ti i V i -r' i;* l(âl'Î93Q
(Torino)
TOH3E PEIXIC3
S etiim anale
DE LLE VAIO VALDESI
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali ovete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVII - Num. 3
Una copia La 30
ABBONAMENTI
1 1000 p» rinterno Eco: L. ¡Eco e La Luce-. L. 1500 per l’interno j Spedir, abb. postale li Gruppo _ _ _ , .«m
/ L. 1500 per l’estero | L. 2000 per l’estero | Cambio d’indirùso Lire 40,— j Ammin. dandiana Tona Pelliee • CCP. S-17557
TÓRRE PELLICE — 18 Gennaio 1»57
LA CHIESA NEL MONDO
A flne d’anno, come tante altre
aziende, anche i Paesi legati dal Patto Atlantico hanno fatto il loro consuntivo. Si tratta, invero, del consuntivo delle spese militari da essi sostenute in questo nostro tempo di
pace o di armistizio o di guerra fredda che dir si voglia.
L’Italia è fra le ultime in graduatoria: ha speso soltanto 560 miliardi
di lire, appena 56.000 lire pr abitante
attivo. La Francia, invece, ne ha spesi 3400 (miliardi), mentre la Gran
Bretagna è salita a 2700. Da soli, gli
Stati Uniti hanno raggiunto la cifra
di 26.000 (si tratta sempre di miliardi), cioè un po’ più del doppio del
reddito nazionale lordo italiano.
Complessivamente i Paesi della NATO
sono arrivati ad un totale generale
di 35.000 miliardi di lire, senza zeri
di troppo. E il resto del mondo, grosso modo, deve aver speso altrettanto.
Può darsi che, in quest’epoca atomica, tali cifre non facciano più impressione; in realtà esse sono spaventose. Si dirà che tutto ciò è necessario per conservare la pace o per
impedire le guerre ; ciò non toglie
che esse costituiscano uno dei tanti
segni, non certamente l’ultimo, delia tragica situazione in cui si dibatte
Tumanità. Il peccato degli uomini è
visibile e valutabile anche in cifre,
tanto in quelle che si spendono per
gli armamenti, quanto nelle altre
che si divorano in gozzoviglie ed ebbrezze. E, purtroppo, gli avvenimenti
politici sulla scena del mondo, non
invitano i governanti, a considerare
il problema del disarmo con probabilità di successo.
I servizi stampa del Vaticano hanno riassunto l’attività del Pontefice
neH’anno passato, ponendo in risalto
la salute eccellente di Pio XII che
il 2 del prossimo marzo compirà ottantun anno.
Eccellente salute, dopo le infermità dei due anni precedenti, che è
stata convalidata anche da una abbondante mole di lavoro: il Papa,
infatti, ha pronunciato quest’anno
132 discorsi e radio-messaggi. In particolare ha pronuziato 47 discorsi in
francese, 36 in italiano, 25 in spagnolo, 10 in Tedesco, 10 in inglese, 2 in
latino e 2 in portoghese.
Più di un milione di fedeli sono
stati accolti dal Papa nei palazzi del
Vaticano e nella basilica di S. Pietro.
Putroppo, non abbiamo udito una
sola parola del Papa in merito alie
persecuzioni cui sono sottoposte le
minoranze protestanti in Colombia.
A questo riguardo, la parola del Pon
teflce avrebbe anche una grande autorità: per sconfessare, se necessario,
il Consiglio ecumenico e le grandi
chiese protestanti del mondo che, da
anni, documentano la realtà di una
persecuzione attuata dal governo e
da elementi clericali fanatizzati; oppure, per esortare il governo della
Colombia a garantire a tutti, anche
alle minoranze evangeliche, quella libertà di azione e di testimonianza
che il Vaticano invoca per le chiese
cattoliche nei paesi totalitari.
l’flicialmente, la ragione fondameiitaie delle dimissioni è la sua
malferma salute e non abbiamo alcuna ragione per dubitarne. Rimane il
fatto che la sua scomparsa dalla scena politica è iegata agli avvenimenti
di queste ultime settimane ed ai contrasti da essi suscitati in Inghilterra quanto altrove, specialmente negli Stati Uniti.
L’evan^felizzazione rimane il problema fondamentale della Chiesa cristiana
1 metodi applicati altrove hanno lo scopo di farci pensare a noi ed alle nostre comanità, troppe volte chiuse in se stesse, estranee ai bisogni dell’nomo
L’ex-Cancelliere dello Scacchiere,
Harold Macmillan, è stato incaricato
dalla Regina di formare il nuovo governo britannico .Egli ha sempre appartenuto ai partito conserv^ore ed
è conosciuto come imo spirito iibero,
talora ribelle alle imposizioni di partito. E’ considerato come uno dei più
entusiasti e autorevoli rappresentanti del movimento britannico per l’unione Europea.
La sua nomina a Primo ministro
favorirà la ripresa di contatti tra la
Gran Bretagna e gli Stati Uniti, in
una situazione politica non priva
di rancori e di tensioni : l’Europa
continentale-occidentale sta cercando una solidarietà organica che includa anche l’Inghilterra, gli Stati
Uniti riaffermano la loro volontà di
difendere i paesi del Medio Oriente
dall’influenza sovietica, la Russia ha
rafforzato i vincoli con la Germania
orientale in occasione della visita^ di
Grotewohl a Mosca, il Primo ministro cinese Ciu En-Lai sta viaggiando attraverso i paesi d’oltre cortina
per visitare in modo speciale le capitali della Polonia e dell’Ungheria
sempre al centro di molte discussioni e di una grande attenzione.
I popoli della terra attendono ancora l’alba di tempi migliori. Essi si
accorgono ogni tanto d’esser nella situazione di quegli uomini dei quali
parla il profeta Isaia;
«Andiam tastando la parete come i ciechi, andiamo a tastoni come
chi non ha occhi; inciampiamo in
pieno mezzogiorno come nel crepuscolo, in mezzo all’abbondanza sem
briamo dei morti».
Dio ed il inondo hanno ancora bisogno di uomini coraggiosi, disposti
< credere nella luce e a diventare fl
a « I
gliuoli di luce ».
Ermanno Rostan
Non molto tempo fa, mi trovavo
¡J1 una scuola ili Glasgow. Sì, con
cinque anni ili studio accademico
dietro le spalle, sedevo sui banchi di
una scuola e avevo per compagni alcimi operai dei cantieri navali, delle dattilografe, un elettricista, una
infermiera, alcuni impiegati e ragazzi d’nfficio, un tecnico ingegnere, due
mogli di pastori e alcuni studenti
tra cui un africano, un indiano e un
cinese. Strana scuola, senza dubbio;
ma proprio questa apparate stranezza era una particolarità del « metodo » del pastore D. P. Thompson,
Evangelista della Church o£ Scotland, da tutti quelli che lo conoscono familiarmente chiamato « D. P. ».
FI fatto è che in Iscozia non si registra più il fenomeno che il numero
degli abitanti è uguale al numero dei
membri di chiesa evangelici (Scandinavia, Cantoni evangelici della
Svizzera ccc.) o cattolici (Italia, Spagna ecc.). Vi sono lassù, nelle città,
non pochi cittadini che non fanno
parte di alcuna comunità cristiana,
che non fanno battezzare e istruire
i loro bambini, e nelle campagne
molti che in virtù di una rigorosa
disciplina ecclesiastica sono ai margini della Comunità da cui sono stati sospesi per indifferenza soprattutto nella partecipazione alla Santa Cena. E se fino alla prima guerra mondiale un cittadino non membro di
una Chiesa era un’eccezione, si tende oggi a non considerarlo più come
ta'e, avviandosi l’opinione pubblica a credere addirittura il contrario,
("osa fare? si è chiesto D. P. e con
lui la Chiesa tutta: Evangelizzare. E
qui entra in gioco il « metodo D. P. »
E’ passato il tempo dell’individuo, del pioniere, del genio religioso, che evangelizzava da solo con i
suoi talenti. Nel nostro tempo e nella nostra società non è più l’individuo, ma la comunità che deve evangelizzare. Questo è il primo punto.
Soltanto la testimonianza vivente ili
una comunità di credenti che insieme cfedono, sperano, pregano, vivono la loro fede (in tutti gli aspetti
della vita, dal culto familiare al gioco, alle faccende casalinghe) può testimoniare della potenza dell’Evangelo alla comunità degli increduli o
degli indifferenti. Ed ecco riuniti per
periodi di tempo più o meno lunghi
degli uomini e delle donne, giovani
di anni ma soprattutto di spirito (ce
n’erano anche oltre i 70 anni) che
cercano di realizzare una « comunità
cristiana » totalitaria, cioè cristiana
non solo all’ora del culto di famiglia, ma anche in cucina e nell’ora
del gioco.
* * *
Ma non basta aspettare che «. quei
di fuori » si accorgano di noi, dice
ancora D. P.; a una società che non
viene più a sentire l’Evangelo predicato nelle Chiese dobbiamo andare
e portarglielo: portarglielo dovunque questa società può essere trovata, e precisamente: A) nelle loro abitazioni, B) nei posti di lavoro, C)
nei posti di divertimento, e nei tre
posti contemporaneamente. |
E infine (terzo punto del sistema)
non basta che il messaggio dell’Evangelo sia portato, ma occorre che
sia portato agli uomini del nostro
tempo da loro eompagni di vita, di
condizione sociale, di lavoro. Se un
UEsercito della Salvezza
Come cristiani evangelici, non crediamo aU’autorità infallibile del Papa in quanto Vicario di Cristo. Egli
rimane comunque il Capo spirituale
di centinaia di milioni di credenti i
quali si richiamano al nome ed al
l’opera di Gesù Cristo. Nel considerare la posizione che occupa e l’opera
è chiamato a compiere, auspichiamo
che la voce del Papa possa riecheggiare sempre più fedelmente il mesmaggio di Gesù Cristo, in modo chiaro, distinto, inequivoco, scevro da fa
citi tentazioni d’ordine terreno, per
un rinnovamento della vita « in Cri
sto », nei popoli e negli individui.
Per la seconda volta in neppure
vent’anni. Eden è stato costretto dalle circostanze a spezzare bruscamen
te la propria carriera politica; prima
per essersi opposto a Mussolini e ad
Hitler, oggi per aver violato, nella
lotta contro Nasser, la Carta delle
Nazioni Unite. Oltre alle varie ripercussioni politiche ed economiche in
Gran Bretagna ed in Europa, il consuntivo dell’intervento in Egitto si
chiude, per ora, con questa formula:
dimissioni del Primo ministro inglese.
E’ difficile circolare per le vie dei
quartieri popolari di Londra o di qualche altra importante città delle isole
britaimiche senza incontrare dopo
qualche momento l’uniforme blu degli ufficiali ed il caratteristico cappellino un po’ antiquato delle ufficialesse dell’Esercito della Salvezza.
Guardati con grande rispetto nei
paesi anglosassoni, con qualche curiosità nei paesi latini, gli ufficiali ed
i soldati di questo singolare esercito
meritano di essere ammirati per la
abnegazione e la decisione con cui
praticano U loro programma di « portare la religione là dove non v’era alcuna religione », e particolarmente nei
quartieri bassi delle grandi città.
William Booth era stato consacrato pastore metodista nel 1868. Nel
1865 cominciava nei quartieri poveri
di Londra un lavoro evangelistlco e
sociale che, ampliato e trasformato
prendeva nel 1878 il nome di Esercito
della Salvezza. In quello stesso anno
se ne stabilivano i regolamenti e la
bandiera e si usavano per la prima
volta le trombe; l’anno seguente si
adottava l’uniforme.
Da allora, in un’ottantina d’anni,
l’Esercito senza armi si è diffuso per
i cinque continenti e al giorno d’oggi
lavora in 85 paesi, usando piu di cento lingue diverse, pubblicando 133
giornali con una tiratura di due milioni di copie. Ha più di sedici mila
«corpi» e 1.800 istituzioni sociali tra
cui ospedali, lebbrosari, istituti par
ciechi, case di rieducazione per alcoolizzati, per prostitute, per mendicanti e vagabondi, ospizi, scuole di diverso tipo ecc. Delle svariate forme di
assistenza (pranzi a prezzi popolari,
dormitori, visite) vogliamo ricordarne particolarmente due: nel corso
dell’anno scorso sono state visitate
250.000 persone in prigione e sono
state avviate 14.000 investigazioni che
hanno portato al ritrovamento di
6.500 persone di cui la famiglia aveva
perduto le tracce.
IN ITALIA
Queste cifre si riferiscono al lavoro dell’Esercito nel mondo. In Itaha
esso è all’opera dal 1886 avendo cominciato da Roma. Nel 1890 si estendeva alle Valli dove più tanfi erano
creati alcuni « corpi » a S. Giovanni,
T orre Pedice e Villar, ma poi il lavoro sembrò dare maggiori frutti o per
lo meno essere più necessario nelle
grandi città e nel Sud. Nel 1893 fu
aperto un locale a Torino e tra coloro che vi accorrevano p^re vi fosse
pure im giovane destinato a diventare più tardi Presiaente della Repubblica:- Luigi Einaudi.
L'Esercito della salvezza si distinse
particolarmente nelle operazioni di
soccorso alla popolazione aanneggiata dal terremoto del 1908 in Caiaoria
e Sicdia come pure nel soccorrere i
rifugiati di Udine al tempo della ritirata di Caporeito.
Il fascismo lo osteggiò costantemente e con intensità crescente finché nel 1940 sotto speciosi pretesti
alcuni camion carichi di agenti circondavano l'Albergo del Popolo, a Roma, sequestrando tutti i beni dell’opera ed arrestando gfi ufficiali di cui
parecchi furono condarmati al confino. Dopo la guerra ha potuto riprendere con buoni risultati; lAloergo
del Popolo è stato completamente
rinnovato e diverse altre opere istituite.
L’ASPETTO RELIGIOSO
Le opere sociali dell’Esercito della
Salvezza, per quanto notevoli, non
sono fine a se stesse, e sono soio una
parte di quella «guerra» che vuole
salvare gli uomini nel corpo e nell’a
un
che del « Guai a me se non evangelìzaol- - *
a. c.
uomo è visitato in nome della Chiesa da un pastore o da un anziano, può
essere variamente interessato; ma M
la stessa visita e lo stesso messaggio
evangelico gli sono portati da un lavoratore o da un impiegato come lui,
o da una massaia come lei, o da un
contadino o da una domestica, la
cosa è subito totalmente diversa;
l’Evangelo non è più qualcosa « che
riguarda il Pastore » o qualcosa
« per la Domenica » ma diventa
qualcosa che ha una validità anche
per il lavoratore e la dattilografa e
a massaia...
Ecco spiegato il mistero della
« scuola » sui cui banchi mi è accaduto di sedere; dove appunto con altri fratelli in fede di tutte le età e
condizioni sociali ci preparavamo
all’evangelizzazione da farsi nell’estate.
* * a
1
filma. L’aspetto religioso denota che
l’origine dell’Esercito viene dal me
Iodismo, di cui mantiene l’insistente
appello alla conversione personale e
alla santificazione. Lo slancio missionario e la convinzione che la salvezza non è un bene da godere per ^
ma da estendere ad altri, sono lati
altamente positivi del loro mess^gio; il fatto di andare a cercare coloro che non sono stati toccati da
nessuna opera religiosa li pone net^
mente al disopra di quelle varie sette
che purtroppo si dedicano alla sterile occupazione di strapparsi vicendevolmente i proseliti.
D’altra parte, come dietro un esercito c’è un paese che assimila le conqifiste fatte, così ci si aspetterebbe di
vedere nell’Esercito della Salvezza la
punta avanzata di una Chiesa, invece esso è svincolato da ogni chiesa e
si trova nella curiosa situazione di èssere di fatto una nuova denominazione senza essere propriamente una
CllÌ0S£t
Dal punto di vista della fedeltà alla Scrittura ci pare che non si possa
predicare la salvezza per grazia senza che quelli che accettano tale predicazione siano integrati in una vera chiesa che abbia la sua predicazione regolare e la sua regolare celebrazione dei Sacramenti. A questi,
viceversa, i salutisti annettono poca
importanza.
Me se su questo punto ci pare di
poterli richiamare a ima maggiore
aderenza alla Scrittura, non possiamo tacere che la loro consacrazione,
la loro passione per salvare le anime,
la loro volontà di penetrare con l’aiuto materiale e con la luce del Vangelo anche nei luoghi più sordidi ed
infetti sono un monito severo per le
nostre chiese così spesso adagiate in
placido conformismo e dimenti
Come funziona ora praticamente
il sistema? Funziona così. In una determinata area si sente il bisogno di
una campagna evapgelistica? « D.
P. » interviene. Non è mai nè lui
nè il Sinodo nè la direzione gmierale della Chiesa che deve sentire il
bisogno o il desiderio di una campagna: ma la Chiesa dell’area interessata, sia essa una cc parrocchia », o
un rione cittadino (in questo caso
devono sentirne il bisogno tutte le
chiese, possibilmente di ogni denominazione, che vi si trovano), o una
città, o un circondario, o un distrette. ecclesiastico (che lassù si chiama
presbiterio). Una campagna evangelistica non è mai « imposta » da D.
P. o dalle autorità ecclesiastiche.
Quando la Chiesa locale sente questo bisogno (e D. P. può se mai aiutarla a sentirlo) per fedeltà all’Evangelo, e si dichiara pronta a fare
tutto il possibile, materialmente e
soprattutto spiritualmente, per la
sua riuscita, allora interviene D. P.
La Chiesa locale fornisce un quarto
o un quinto degli « evangelizzatori » ;
secondo le loro capacità, essi possono « evangelizzare anche colla loro semplice presenza nella comunità
evangelizzatrice, nel « team » e partecipando alle attività materiali (lavare i piatti) e collettive (canto, culti, eccetera). Gli altri sono reclutati da D. P. in tutta la Scozia.
Chi ha tempo, o ferie, o un permes, per il tempo desiderato, accorre,
il lavoro comincia.
so
F
(continua)
b. 0.
intimi arrivi alla Claudiana
WERNER KELLER
La Bibbia aveva ragione
L. 2.800
BILLY GRAHAN
Le secret du bonheur
L. 1500
KARL BARTH
Petit commentaire
de TEpitre aux Romains
L. 1500
KARL BARTH
L’humanité de Dieu
L, 400
Ordinazioni alla
LIBRERIA CLAUDIANA
Torre Pelliee (Torino) - cJS.p. 2/17557
2
•» * <- C
, H.: . « '•i *
L’ECO DELLE ¥ALU VALDESI
Posso lo diro
lo progMers do! SIgnoro 7
Non posso dire. « Padre », se non dimostro nella mia vita di essere
Suo parente.
Non posso dire « Nostro » se vivo in uno scompartimento spirituale impermeabile e se penso che in cielo c’è un posto speciale riservato alla mia denominazione.
Non posso dire « Che sei nei Cieli », se sono così occupato con la
terrà sulla ìiuale^ non dovrei farmi tesoro alcuno.
- . ^ Sia Sahtiflcato il Tuo nome », se io, che sono chia
mato col Suo nome, non sono santo.
Non posso dire « Il tuo Éegno venga », se non faccio tutto quello
che. è in mio potere fare per affrettare la Sua venuta.
». Nop posso dire,«Sia fatta la Tua volontà», se non sono d’accordo
con la ^a volontà, e se mi ribello ad Essa.
Non posso dire « Sulla terra come in Cielo », se non sono preparato
a consacrare la mia vita, qui, al Suo servizio.
Non posso dire « Dacci oggi il nostro pane quotidiano», se non ho
mutato vita o se truffo il popolo. . . " '
, Nop posso dire « Rimettici i nostri debiti come noi li rimettiamo ai
nostri debitori», se serbo rancore, odio e ira contro il mio prossimo
, q. se. invidia il n^Q .prossimo.
Non posso dire « Non c’indurre in : tentazione », se deliberatamente
mi metto ó rimafigd in una pbsizione iti cui posso facilmente cadere
in tentazione. '
: , 'Non posso dire << Litìeraci dal male », .se non .sono preparato a
combatterlo nel regno ' spirituale con l’arma della preghiera.
’ N'oh'pbsso dire «Tuo è il 'Regno », se non mi sottojpongo al Re con
la discipiinata' obbedienza di un'suddito fedele.
> iipssp dire « Tua è la potenza», se ho paura di quello che gli
fdomini possono farmi o ,di quello che i vicini o gli amici possono pensare di me. , ?
Npn posso dire « Nei secoli dei .secoli » se il mio orizzonte è limitato dalle cose del mondo.
. Non posso dire « Amen », se non aggiungo anche « Costi quello che
ircosti». , :
■ Perchè costerà molto il dire questa preghiera onestamente.
, M. W. GASS
(Il libero' Evangelo).
l'U
Pensieri sulla malattia
Quante volte non abbiamo avuto sulle
labbra questa interrogazione: ”Perchè?”
Fin dal principio l’abbiamo pronunziata
con angoscia, oppressi dalle molteplici incertezze della malattia. Frequentemente
l’abbiamo mormorata durante i lunghi silenzi delle nostre notti. Prima ancora di
cercare nella preghiera un rifugio, sia pur
momentaneo, alla nostra ansietà, l’abbiamo lanciata verso Dio con un duro tono di
rimprovero-. « Perchè, Signore, perchè? »
« Si, perchè io piuttosto che un altro?
Perchè io in mezzo a tanti altri? Avevo
tanto bisogno delle mie forze per tracciarmi una via tra la folla e guadagnarmi quel
posto al sole che mi tocca... Perchè adesso
piuttosto che prima, o dopo, o mai? Sì,
perchè? Perchè? »
E ogni volta il siletizio inghiotte la questione angosciata, rihdJe o amara; il silenzio ricade sul vuoto del mio cuore: perchè?
PERCHE
I edeie, amici, l’insolubilità apparente di
un dramma che ci tocca così profondamente, proviene dal fatto che noi ci comportiamo con Dio come abbiamo l’abitudine
di farlo col prossimo: noi poniamo la questione ed aspettiamo la risposta che ci è
dovuta. Con un professore, una guida, un
amico è normale procedere così. E allora,
perchè Dio non risponde? Non è forse tutto
questo per noi, e più ancora?
Eppure, quando qualcuno parla, la più
elementare correttezza ci impone di non
interromperlo con una domanda a bruciapelo, prima di aver ascoltato attentamente
ciò che deve confidarci. Similmente, prima
di gridare a Dio quei ’’perchè” sfuggiti al
nostro spirito turbato, cerchiamo di ascol
tare nella calma il messaggio che Dio ha
per ciascuno di noi; prima di farGli delle
domande, raccogliamoci nella preghiera.
Dio ha creato il mondo e noi stessi, dunque ha trovato in antecedenza una soluzione per ogni problema. Per Lui non c’è
domanda senza risposta, perchè la risposta
era, prima che l’uomo fosse e si mettesse
a porre questioni.
Dio è amore e, per mezzo del Suo Figliuolo, conosce la sofferenza poiché l’ha
sacrificato affinchè chiunque crede in Lui
non perisca ma abbia vita eterna. Così, se
Lo poniamo al principio di ogni cosa, se
prima di tutto rimettiamo in Lui ogni cosa,
non è più necessario chiedere: perchè? Dio
ci ha dato la Sun risposta per mezzo di
Gesù Cristo e in Lui; possiamo pertanto
affermare con l’apostolo Paolo: « Sia che
viviamo o che moriamo, noi siamo del Signore ».
Sinodi Vaidesi e Scuoia Latina
,1 V'
Ili
Qualche anno dopo, nel 1785, il Sinodo decide una nuova organizzazione della Scuola latina e prende al riguardo deliberazioni di notevole importanza: non vi sarà accolto alcun
alunno che non sappia i rudimenti
[del latino] e senza un biglietto di
due ufficiali della Tavola, dato dopo
esami degli scolari della classe del sig.
Bonnet. Il quale non accetterà nella
sua scuola [specie di seconda scuola
latina, che si teneva a Pomaretto] alcun alunno che non sappia leggere
correttamente e che non sia in grado
di ricevere un tema di sei righe in modo decente.
Gli esami alla seconda scuola si faranno ili giugno, in un giorno fissato
dal Moderatore. Chi non sarà presente aspetterà all’anno successivo, salvo
Un libro di grande Interesse per i laici
MANO TESA
, Iqttoc^OB vivo interesse il libro
di Pierre, .JZujBbach: « L’entraide
dàris, i’Eglisq)», idove i’autòrie mette
ifj vita luce la Vitàie funzione della
ditina Caritày sul piano squisitamente:.sociàle;i.e morale,. quale frutto del1^ diivinar Carità e atta a ricreare la
cellula della società: la famiglia.
L^adterè inètté in- pàrticolare luce Ta
ftihzione dei laici,' chiamati ad essere >1 e inàni» del Salvatore nella
qiiptidlana, testimonianza. Egli con.
danna il sistema ,d* .beneficenza che
si/,ài'tichl^' sulla base di comitati, casse- drila’ idiaednia, ed ispirato ad un
certb (paternalismo di cattiva lega,
immemore.(del richiamo di Dio ri
religione
tràdurione ; in. atto' dèU’EVangelo ricofdandn argutamente un aneddoto
di ,,Cesbrpn :.« amico, disse la gran
dátala ai imeñdicante, non ho il tèmpo df frugare rielld. mia borsa: sono
già in. ritardò per il culto». In altri
ternani,,, lo . Zumbach auspica, alla
cl^ieèa .^risilana unà missione nel
mòndò' basqta sulla giustizia sociale
nel -'elftòa della verá carità.
-SI -crc¿ j-i'.. ::n ,
.e.;?' :j ' ®>' ¡ '
Degne (W particolare riota l’accen
no aiBi' 'origine storica .deH’opera . assistenziale presso: r pagani,.- gli Ebrei;
ed infine i Cristiani. Egli menziona
la lòde indiscussa dei pagani ail’indiri^ dlella chiesa cristiana citando
le párale del pagano Lucullo: «vedete come si amano », nonché la lodevole opera di beneficenza pratiiqà tt|ei primi secoli a favore degli
orfani, le vedove ed i prigionieri.
Egli ricorda le ombre e le luci della
testimonianza pràtica del Cristianesimo fino ^ giorni d’oggi, soffermandosi particoiarmeñte al secolo XIX’
che segna la data di nascita di ideologie, intese a risanare la società
umana e, naturalmente, indicatore di
uno stato di profonda crisi della chiesa. In quel secolo di paternalismo eccessivo «le Pasteur, l’ecclesiastique
est trop souvent l’a;mi du patron car
ce dernier possède l’argent qui permet
de construire lè temple et le presbytère». Ricorda la filippica dei deputato Guesde .alla camera francese, indirizzata ai cristiani: «le passé vous
appartient et il était à vous-tout entier et à vous seuls. Qu’en avez vous
fait. Messieurs les chrétiens? Dix-huit
siècles vous avez été les maîtres du
monde, vous l’avez dominé dans son
cerveau et dans sa puissancè politique: .Dix;-huit siècles vous avez pu
pétrir l’humanité à votre guise; et,
loin., de I’avoir,.affranchie, vous n’avez
même pas su lui créer un abri contre
lès crises fatales qui l’attendaint... ».
A queste parole gravi fanno eco le
altre del deputato Jaurès : «vous avez
interrompu la vielle chanson qui berçait la misère hmriaine et la misère
hïïmaine s’est réveillée avec des cris,
elle s’est dressée devant vous, et elle
réclame aujourd’hui sa place... ';
Accanto a queste ombre l’autore ricorda le luci della chiesa al tempo della Riforma, nonché l’attività del
<' Ghristianisme social »fi dell’Esercito
della Salvezza e di tanti altri orga
nismi intesi a esprimere concretamente la presenza della Chiesa nella
vita dei popoli. Egli propone alle comunità evangeliche ginevrine ed ai
Protestanti in genere un programma
estremamente pratico, inteso a impegnare cóncreiamente la chiesa nella
vita sociale a mezzo dell’opera dei diaconi.
■ Innanzi tutto ricorda la funzione
del diacono nella chiesa primitiva, intesa come servizio per gli altri e in
ubbidienza alle dichiarazioni del Cristo che pone come condizione indispensabile per essere cristiano il ser
vizio per la comunità. Cristo è stato
il diacono per eccellenza che ha messo la sua vita al servizio degli uomini
per condurli ai porto della salvezza
dandoci cosi l’esempio concreto nel
clima della testimonianza pratica. Lo
Zumbach propone quindi la organizzazione di « equipes » di diaconi in
ogni parrocchia, in collegamento con
le « équipes » di altre comunità collegate poi con- un ufficio , sociale per le
questioni giuridiche ed un centro sociale protestante per la organizzazione dell’attività d’insieme di tutti i servizi di carattere sociale della città o
dei paese dove si a'werte la presenza
della. Chiesa. A Ginevra, questa forma organizzativa è ormai funzionante ed ha dato risultati positivi per la
soluzione di gravi problemi concernenti la disoccupazione, la disgregazione di nuclei famigliari, situazioni
morali delicate ecc. L’autore del libro
ricorda la creazione d’una casa nella
svizzera romanda chiamata « Bois
Soleil » e dove sono preparati i diaconi. per le varie missioni pratiche da
svolgere nelle chiese o fuori delle
chiese in qualità di infermieri, contabili, segretari, cuochi, falegnami ecc.
-Naturalmente questi diaconi sono
consacrati, e sono al servizio della
Chiesa in modo totale, esattamente come i Pastori. Da un lato c’è quindi
un diaconato parrocchiale che impegna dei laici nelle ore libere dall’uffi
ciò o dal lavoro in genere e dall’altro
lato , c’è un diaconato considerato come Uiinistero che armonizza e organizza l’opera sociale delle chiese in
vista d’un maggiore rendimento. E’
interessante notare il particolare inserimento' di questa attività nella vita sociale e politica nonché famigliare e tendente a denunciare scandali,
a_ suscitare problemi urgenti per la
vita pubblica nonché a risolvere problemi economici d’una famiglia in
piena crisi''economica, dovuta a c:|ttiva amministrazione del patrimonio
famigliare o a cause diverse.
La lettura del libro dello Zumbach
non può lasciare indifferente la nostra
chiesa per quanto concerne situazio
ni, problemi di estrema importanza e
accantonati per scarsità di impegno
non soltanto dei Pastori ma anche
dei laici. Pur riconoscendo che non è
facile attuare un programma indicato dall’autore del libro per motivi
comprensibili, d’altra parte ritengo
che un’azione più incisiva sarebbe
auspicabile a fattibile. Mi riferisco ad
esempio al problema della disoccupazione, alla situazione fallimentare di
famiglie incapaci di amministrarsi o
colpite dalla sventura, alla mancanza di convitti, pensioni per studenti
nelle città dove gli evangelici si recano per ragioni di studio, allo spopolamento della montagna, al turismo,
a tanti altri problemi che non risolviamo. non per mancanza di mezzi
soltanto, ma per mancanza di vera
carità, di organizzazione, travolti dall’individualismo, dal campanilismo
parrocchiale e dallo spirito settario
che non Consente una collaborazione
tra le varie denominazioni evangeli
che almeno sul piano sociale in vista
d'una testimonianza concreta di fronte agli altri.
Recitiamo il «mea culpa» innanzi
tutto e poi discutiamo fraternamente,
sinceramente la cosa in vista d’una
attuazione pratica di almeno alcuni
dei problemi.
Per questo siamo tutti impegnati,
seriamente impegnati nei termini indicati nella prefazione del libro : « ou
bien l’on se donne tout entier en se
jetant dans la mêlée et en participant à toute la vie des douloureux et
malchancheux de la vie, ou bien l’on
ne se mêle pas de s’occuper d’au
Gustavo Bouchard
che per ragioni di salute. La Scuola
latina [vera e propria] sarà diretta
dal sig. Daniele (¿ombe, essendo il
Geymet [preconizzato rettore della
Scuola]» stato chiamato dalla Chiesa
della Torre ed avendo egli accettato
tale vocazione.
Particolarmente interessante il periodo scolastico che attraversiamo in
quegli anni. Infatti, accresciutisi verosimilmente in modo insolito gli alunni
della Scuola latina e diventati questi
troppo numerosi per un solo insegnante, la Scuola in un certo senso si sdoppia, dando origine per alcuni anni ad
una scuola latina inferiore e ad una
superiore: la prima diretta dal sig.
Bonnet, la seconda dal sig. Combe.
Così la vecchia scuola speciale, chiamata ora scuola generale, ora scuola
latina, grazie certamente alla stabilità
del sussidio olandese che assicurava
la continuità dell’insegnamento e permetteva una scelta più oculata dell’inségnante, si divide in due sezioni, la
seconda delle quali, è quella che continuerà a chiamarsi latina ed a prosperare ancora di più negli anni successivi, specialmente fra la popolazione della vai Pellice, ove si trovava la
scuola ed ove continuò a rimanere per
diversi anni: mentre la scuola diretta
dal Bonnet rimarrà in vai S. Martino
per qualche anno ancora, fino alla sua
dissoluzione in seguito al ritiro od alla emeritazione del suo direttore.
Ma non cessano le dispute fra una
valle e l’altra. Nel Sinodo del 1786 infatti, i delegati delle valli di S. Martino e di Perosa chiedono nuovamente
che una delle due scuole latine sia loro attribuita, d’intesa coi benefattori
dei Paesi Bassi. Ma non si dovette concludere nulla poiché la domanda venne rinnovata nel Sinodo del 1791 e la
Tavola fu incaricata di scriverne ai
Commissari olandesi. Ma erano i tragici anni della Rivoluzione francese
ed i delegati delle chiese di vai S. Martino dovettero nuovamente insistere,
nel Sinodo del 1801, precisando che
da 20 anni (cioè fin dal 1780) essi erano stati privati della Scuola latina. La
assemblea cercò di riparare all’ingiustizia flagrante col decidere di trasferire in vai S. Martino la scuola del sig.
Stefano Bonnet, salva l’approvazione
del Sinodo vallone.
Per molti anni però i Sinodi tacciono ed il problema scolastico verrà ripreso solo più tardi, all’epoca del
Beckwith. Fu il Sinodo del 1833 a decidere lo stabilimento alle Valli di una
Scuola superiore [Collegio Valdese],
d’accordo col Rev. Gilly. Venne subito
nominata una Commissione « ad hoc »
di tre persone. Rettore della Scuola
latina superiore era il sig. Revel.
Il Sinodo del 1844 decise ancora che
in avvenire i posti di rettore della
Scuola latina sarebbero messi a concorso e che quello della Scuola latina
di Pomaretto lo sarebbe immediatamente.
Ma parla solo più del Collegio il Sinodo del 1848. Il termine di Scuola
latina è oramai riservato a quella stabilita nella valle di S. Martino, a Pomaretto: scuola che in quegli anni
passa al secondo piano delle preoccupazioni sinodali, al punto da provocare, da parte delle popolazioni di vai
Perosa e di vai S. Martino, una petizione per ottenere, in Pomaretto, lo
stabilimento di una Scuola industriale, richiesta che viene dall’assemblea
passata con raccomandazione alla Tavola.
E così si conchiude quello che potremmo chiamare il primo ed antico
periodo della Scuola latina alle Valli,
che vide il progressivo sviluppo e la
successiva affermazione di una scuola
senza sede fìssa e che era costretta periodicamente a trasferirsi da una valle
all’altra e pertanto a rinnovare troppo
frequentemente la sua sede, i suoi
alunni, il suo rettore, i suoi metodi.
T. G. PoNS.
Labbra di argilla ?
Ho udito un reporter chiedere una
volta a Billy Graham:
« Perchè siete divenuto evangeli
sta? »
« Lasciatemi proporvi un caso, ri
sponde Billy. Supponete ch’io abbia
scoperto una composizione chimica
che abbia la proprietà di rendere tutti contenti e felici, che dia un senso
alla vita quaggiù e assicuri in seguito
la vita eterna e infine che io decida
di conservare questo segreto per me
solo. Non mi direste voi : « Biliy, voi
siete un criminale?»
« Se io non fossi persuaso che la
fede è vivificante e che trasforma la
vita e dona uno scopo alla vita stessa c la rende veramente degna d’essere vissuta, io ritornerei al mio casolare nella Carolina del Nord e passerei il resto dei miei giorni a coltivare la terra. Ma ho visto molta gente che ha trovato la pace e la gioia
grazie a una semplice e umile confessione t- .alla fede in Gesù Cristo,
senza dubitare che Egli è Tunica risposta ».
«Io sono evangelista per la stessa
ragione dell’apostolo Paolo: Guai a
me se non evangelizzo! »
« Io non sono mai passato per un
grande predicatore. Ne esistono delle migliaia più dotati di me. Se Dio
cessasse di sostenere la mia vita entro le Sue mani, le mie labbra diventerebbero di argilla ».
Pierre Zumbach : L’entraide dans
l’Eglise. Editions Labor et Fides.
Genève. Anche presso la Claudiar
na. Torre Pellice.
Per la vostra cultura e per la vostra edifìcazione cristiana, leggete
La Santa Cena
di E. ROSTAN L. 260
Chiara e semplice spiegazione del sacramento istituito da Gesù Cristo.
Cristianesimo e Cattolicesimo Romano
di E. COMBA L. 1000
Un raffronto completo e documentato tra la dottrina cattolica romana
e la Parola di Dio.
La fede cristiana evangelica
di G. GIRARDET L. 400
Una esposizione fedele ed attuale della fede evangelica per un’opera
di testimonianza.
Edizioni Claudiana - Torre Pellice [Torino)
r
I
K
if
■ri
3
?
L’ECO DELLE VAtU TALDESI
— 3
A,
I
UN RACCONTO PER LE NOSTRE FAMIGLIE
« Numero due
»
Era una notte fredda, umida,
scura. Dopo una lunga e faticosa
camminata al buio, in lotta con
il tempaccio, Davide Alister tornava a casa: nella piccola casa
pastorale di campagna senza comodità, dove già abitava da due
anni. Le difficoltà del suo lavoro
erano come quelle per andare avanti nella sua vita materiale.
Egli non si lamentava ma ne soffriva per sua moglie inferma, che
le sue lunghe assenze rendevano
iru[uieta.
— Davvero? Io non credo che
Dio ti chieda di andare questa
sera a quella riunione di preghiera. Gli ultimi tre venerdì è intervenuta solo la vecchia Batly. Con
questa notte terribile certo non
uscirà di casa!
— Credo invece che il tempo
cattivo non la terrà in casa. Venerdì scorso, proprio alla fine,
mentre io gettavo uno sguardo
scoraggiato sulle panche vuote
della sala, essa rpi disse: ” Signor Pastore, non bisogna scoraggiarsi! Il Padre Celeste è con due
che pregano insieme, e più poientemente che con diecimila
Mezz’ora più tardi, il Pastore
affrontava di nuovo la pioggia impetuosa per recarsi alla riunione
di preghiera.
Dall’altra parte del villaggio,
t erso i campi c’era una bottega
stretta e bassa, di commestibili e
c di mercerie: là viveva la signora Batly, con la figlia vedova ed
lì nipotino. Era una felice vecchietta. Sempre pronta ad aiutare
gli altri., sempre contenta della sua
sorte; spesso contrastata dalla figlia che non aveva nè la sua, fede
uè il suo amore.
— Vai anche stasera, nonna, a
pregare insieme con il Pastore?
chiese il nipotino.
— .Si, mio caro. Abbiamo tante
cose da dire al Signore e dobbiamo anche pregarlo e ringraziarlo
per quelli che se ne dimenticano!
Se tu sapessi, Roberto, quanto
siamo felici quando abbiamo parlato col Padre Celeste!
— Conducimi là, nonna! esclamò il piccolo.
— Un bambino come te deve
essere a letto presto! Quando sarai più grande verrai.
Lottando contro il vento e hi
pioggia mamma Batly dptraversò il villaggio silenzioso; e anche
quel venerdì lei ed il Pastore poterono passare dei preziosi momenti col Signore.
Viene un altro venerdì e, mentre mamma Batly è affacenclata
in casa, pensando alla riunione
della sera, scivola per le scale,
cade, e quando la figliuola spaventata la può alzare e viene il
dottore, si vede che purtroppo si
è spezzata una gamba.
Verso sera, mentre la luce sta
per sparire, Roberto si avvicina
al letto della nonna. Essa lo vede
e con la sua mano ardente di febbre lo prende per la manina e se
10 fa avvicinare, dicendogli sottovoce; ” Quale benedizione del Signore che la gamba rotta sia di
questa vecchia nonna e non di
questo agnellino! ”.
In piedi accanto al letto Roberto, mentre la mano della nonna lo accarezza, è pensieroso. Ad
un tratto chiede;
— Chi andrà questa sera a pregare col Pastore?
Gli occhi della nonna si riempiono di lacrime: ” Oh! mi ero
dimenticata... La febbre, il male... Eppure questa volta non posso proprio andare! Il Pastore sarà solo. Come rimarrà maleT Penserà che non c’è proprio più nessuno in questo paese che vuole
pregare con lui ”.
a
La mamma è molto occupata
in bottega; la nonna riposa, di
sopra. Roberto chiuso nel suo
giaccotto a cappuccio scappa fuori di casa e corre con tutta la velocità delle sue deboli gambette
verso la scuola, dove sa che il Pastore sarà per la preghiera. La
strada è solitaria, in aperta campagna e qualcuno potrebbe anche
aver paura. Ma la luna brillava e
11 bimbo conosceva bene la strada. Ad un tratto un uomo gli si
piantò dinànzi: Jim, il contadino.
■—• Ehi! monello! dove corri
tutto solo, a quest’ora?
Roberto alzò la testa fiducioso:
— Vado alla scuola per pregare insieme-Col Pastore, al posto
della mia nonna.
— To’! Roberto! Allora è, vero che tua nonna si è rotta una
gamba?
— Sì! E così io vado a fare il
numero due alla riunione di preghiera... Buona sera.
E il fanciullo riprese la sua corsa. Con fatica riuscì cui aprire la
porta della scuola. Il Pastore era
solo. Una lampada a petrolio fumosa illuminava il suo viso. Gli
zoccoli chiodati di Robby risuonavano .sul vecchio palchetto. Il
Pastore pieno di sorpresa si alzò
e venne incontro al piccolo;
- Oh! Roberto! Sei tu? Mi
porti un messaggio della nonna?
Il fanciullo scosse la testa :
” No, vengo alla riunione di preghiera ”.
— Bene! E sei arrivato prima
della nonna! Bene!
— No! La nonna si è rotta una
gamba, e il dottore ha detto che
non si deve muovere.
— Come! esclamò il Pastore
pieno di evidente dispiacere ed
ansietà. Ma allora andiamo subito dalla nonna, Robby.
E fece per spegnere la lampada; ma la chiara voce del bambino lo fermò:
— Ma non c’è qui il Padre Celeste stasera? Perchè io sono venuto a fare il numero due al posto della nonna!
Il cuore del Pastore fu preso
dalla commozione. GH salirono le
lagrime agli occhi e restò in silenzio per un poco. Poi posò teneramente la mano sul capo del
fanciullo e lo invitò ad inginocchiarsi per pregare.
Dopo un momento di raccoglimento il Pastore aprì il suo cuore
nella preghiera. Ecco quindi la
voce chiara, un po’ tremante di
Roberto che diceva al Padre Celeste la sua preghiera della sera.
Allora si alzò una voce, per
pregare, che fece trasalire e il Pastore e Robby; era Jim, il contadino. La sua preghiera fu breve
c rude, ma come quella del figliuol prodigo che se ne torna a
casa dal Padre.
Finita la preghiera, il pastore
stese la mano al parrocchiano.
Tutti e due erano molto commossi.
— Da ora in avanti mi vedrete
sempre alle riunioni di preghiera, disse Jim.
E senza a.spettare risposta, uscì
dalla sala.
— C’era un altra numero due
questa seta, disse Roberto stupito. Andiamo presto a dirlo alla
nonna.
Arrivarono a fempo per calmare la mamma e la nonna di
Robby che, accortesi dell’assenza del piccolo, erano molto agitate.
La. sua azione fu ben presto conosciuta da tutto il villaggio e
portò i suoi frutti.
Quando mamma Batly potè ritornare alle riunioni di preghiera, fu ben contenta di trovare col
pastore una dozzina di personeche si erano riunite per intercedere.
Una volta di più il Padre Celeste fu fedele tdle Sue promesse.
(da « Alleluia »)
NOTIZIE IN BREVE
da Bobbio Peibce
Un Natale senza neve quest’anno a
Bobbio Penice; un cielo terso, senza
una nube, un sole radioso. Il nostro
Tempio era letteralmsnte gremito è
la Corale ha fatto risentire la sua v<>
ce con due cori di circostanza. Nel
pomeriggio il tradizionale albero ctì
Natale con canti e recite presentate
dagli allievi di tutte le scuole elèmentari del capoluogo e delle frazioni. In complesso possiamo ritenere
quest’ultimo Natale veramente bene
detto da Dio e i nostri cuori salg<jr.o
al Signore con profonda riconoscenza, poiché ha volutq^che fosse ancora
un Natalé"di pace.
Il Signore prenda sotto la sua guida e protezione il piccolo Favat Guido, di Stefano e di Baridon Aldina
(Giraudin) battezzato il 23 dicembre.
Refezione scolastica
Anche quest’anno, come gli scorsi
anni, gran parte degli alunni frequentanti le classi del capoluogo usufruiscono a mezzogiorno di un pasto
caldo fornito loro grazie agli aiuti e
ai doni americani. Particolarmente
benefica si dimostra tale iniziativa
nei giorni di tempo cattivo, poiché
molti allievi evitano così di dover percorrere due volte al giorno una strada particolarmente lunga e disagiata.
Altra novità per la nostra comunità é la merendina scolastica usufruita dalla quasi totalità degli allievi che
frequentano le scuole delle frazioni.
Siamo grati a quegli Enti che con i
loro doni sono venuti incontro a ima
popolazione montana particolamien
te disagiata.
Latteria Sociale
Avevamo scritto sulla nostra Latteria Sociale alcune settimane or sono.
E' con piacere che possiamo oggi da
re notizia del suo funzionamento.
Molti sono già 1 Soci che conferiscono il latte alla Latteria, e i primi
prodotti hanno ormai fatto la loro
apparizione: si tratta di un ottimo
burro centrifugato e di un formaggio
« Tilsitt » per il momento non ancora
lanciato sul mercato, ma che presto
speriamo lo potrà essere incontrando il gusto dei consumatori. E’ da no
tare che detto formaggio dovrebbe
essere per il momento unico in Italia.
Non é infatti a nostra conoscenza
che altre Latterie si siano specializ
zate in simile lavorazione. Se gli espe
rimenti effettuati dal Casaro in qufr
sti giorni daranno i loro buoni frutti, ciò sarà a tutto vantaggio dei Soci
della Latteria, poiché lo smercio dei
prodotti verrà grandemente facilitato.
Sala TTnionista
A causa della stagione invernale
sono stati sospesi i lavori per la nostra sala Unionista. Tuttavia in queste ultime settimane sono stati concordati con il prezioso aiuto e con i
proficui consigli dell’Ingegnere RaV azzini tutti i piani per la costruzione interna della sala stessa. Confidiamo che per la fine della prossima
primavera o al massimo per l’inizio
deH’estate la sala possa considerarsi
terminata. E. P.
BREVE SOMMARIO DI STORIA V .A L D E S E
ff
AU’indomani delle Pasque Piemontesi (maggio 1655) le Valli presentavano uno spettacolo desolante: devastazione, saccheggio, incendio e morte avevano lasciato profonde tracce
ovunque, e gli abitanti superstiti o
non riparati in Francia, avevano dovuto abiurare per salvare la vita.
Quand’ecco che dai resti di un popolo e di una Chiesa distrutti, come
già altre volte nel corso della storia,
improvvisamente sorsero quei « capitani » così ricchi di ardore e di fede,
così spregiudicatamente decisi all’azione, così dotati di ascendente e di intuito. da far considerare la loro figura quasi leggendaria. Ma in un momento in cui per i Valdesi non c’era
più nulla da perdere e tutto invece era
da guadagnare, non possiamo, da uri
punto di vista umano, che ammirare
il tempestivo intervento di Janavel e
Jahier, senza i quali forse la storia
valdese sarebbe finita tre secoli fa.
Josuè Janavel era un semplice contadino di 38 anni, che non sapeva mettere la sua firma, e conosceva appena
un po’ di lettura: gli avvenimenti di
quella primavera lo portarono dalla
sua umilissima condizione a quella di
capo riconosciuto della sua gente. Già
all’inizio di maggio egli si era distinto
nella difesa della sua parrocchia' di
Janavel e Jahier (1655)
Rorà: a capo di pochi animosi come
lui, col coraggio della disperazione,
per ben quattro volte egli aveva respinto gli attacchi diretti all’alpestre
paesello; solo all’ultimo, massiccio e
travolgente, egli aveva dovuto cedere,
abbandonando al nemico il suo paese
che fu devastato ed i cui abitanti furono massacrati, mentre sua moglie e
le due figlie furono prese prigioniere;
egli, invitto, caricatosi il figlioletto
sulle spalle, oltrepassava il confine e
si salvava in Francia.
Per pochi giorni del resto: perchè
intanto anche nella Val Perosa un altro uomo della sua tempra, Bartolomeo Jahier di Pramollo, racco^ieva
gli scampati e costituiva un piccolo
nucleo di ribelli, arditissimo a manovrare nelle zone di montagna. Alla fine di maggio. Janavel, rientrato dalla
Francia e raccolto anch’egli il gruppo
dei suoi, si incontrava coll’altro capitano al Vemè di Angrogna, e stabilivano insieme la comune azione di offesa e di difesa. Il governo aveva man
dato nella Val Pellice delle truppe in
presidio, stanziate un po’ ovunque:
i ribelli valdesi, accampati sulle alture, piombarono allora sui corpi di
guardia nemici, razziarono i comuni
vicini da cui erano partiti i volontari
per predare le loro terre, costrinsero
con l’esempio e la pressione quelli che
avevano abiurato a schierarsi con loro, iniziarono insomma quell’azione
di guerriglia che può mettere in perirolo la stabilità di uno Stato. Disgraziatamente il 18 giugno Janavel fu ferito quasi mortalmente da una pallottola in pieno petto, e dovette stare
lontano dai suoi per un mese, mentre
Jahier, spintosi in una incursione su
Osasco e tradito da qualcuno, fu ucciso con tutti i suoi: sulla sua testa era
stata messa una taglia di 600 ducati,
di 300 su quella di Janavel. Allora
Giacomo Jahier, fratello del capitano,
prese il comando delle truppe valdesi, mentre ugonotti e svizzeri volontari giunsero a dar mano ai valorosi.
Il 18 luglio Torre Pellice fu assalita,
mentre Janavel dalla collina di S. Gio
vanni era tornato ad assistere i suoi,
pur non potendo ancora partecipare
al combattimento.
Intanto il moderatore Giovanni Léger, sfuggito per miracolo alla morte
nelle valli, si era diretto a Parigi, e di
là aveva lanciato un proclama a tutte
le nazioni protestanti d’Europa, svelando la tragedia che si era svolta nelle Alpi. Fu allora in tutta l’Europa
un sollecito e generoso destarsi di interesse per la sorte della Chiesa Valdese: Cromwell, protettore d’Inghilterra, mandò a Torino un ambasciatore personale, altrettanto fecero i
cantoni svizzeri, mentre lettere e proteste di diplomatici costringevano la
corte di Torino a giustificare la sua
azione e ad accettare interventi. Oggi
forse simili passi non verrebbero fatti, ma non si deve dimenticare che
3(X) anni fa la religione era ragion di
stato, e se per essa da una parte si
giustificava lo sterminio degli eretici,
dall’altra era pure legittimo e naturale che le potenze protestanti accor
ressero in aiuto ai fratelli perseguitati.
Così, mentre collette venivano fatte
ovunque a favore dei Valdesi, a Torino si iniziavano le trattative, con
mediazione della Francia : esse furono
proseguite a Pinerolo e vi si conclusero il 18 agosto di quell’anno, con le
cosidette « Patenti di grazia », che stabilivano l’amnistia generale, l’obbligo
per i Valdesi di ritirarsi da Garzigliana, S. Secondo, Campiglione, Fenile,
Bibiana e Luserna, e la divisione di
questo comune nei due di : S. Giovanni, valdese e Luserna, cattolico. I bambini dovevano essere restituiti ai genitori, ma molte decine di essi non furono riconsegnati e ricevettero educazione cattolica; a Torre Pellice si iniziava la costruzione del Forte di S. Maria, destinato a tenere a bada i Valdesi della Valle.
Furono dunque le azioni congiunte
di Janavel e Jahier e della diplomazia
europea a chiudere alla meno peggio
il triste episodio delle Pasque Piemontesi : e mentre l’appoggio esterno rivelava e consolidava l’unione dei protestanti di fronte alla prepotenza, l’eroica lotta dei valdesi delle valli dimostrava le capacità di ripresa del piccolo popolo valdese.
Augusto Armand Hugon.
4
4 —
L'ECO DMXS VALU VAU>ES1
T
DALLE COMUNITÀ' VALDESI
Angrogaa (Serre)
Ecco dietro di noi il periodo delle
grandi solennità. Periodo festoso, che
però lascia il posto anche a qualche
considerazione meno lieta. Le feste
dell’albero di Natale, il 23 al Serre e
la sera del 29 dicembre a Pradeltomo
hanno raccolto buona parte della comunità intorno al nostri ragazzi, che
ci hanno, a modo loro, fatto sentire
la gioia del Natale. Al Serre la festa
è particolarmente riuscita grazie al
l’impegno., con tutto il cuore, dell’insegnante Signora E. Bertalot, a cui
diciamo ancora la nostra riconoscen
za, come pure alla Sig.a Bortolotti ed
alia Sig.na Jeanne Malan che hanno
contribuito alla riuscita con caramei
le e brioches. As.sai minore la parte
cipazione ai culti di Natale e soprattutto di fine d’anno. Se si riesce a
riunirsi intorno all’albero di Natale,
non lo si dovrebbe poter fare assai
più intorno al tavolo della S. Cena?
E se cosi non è, ohe cosa bisogna inevitabilmente dedurne? Se non fosse
per il Signore che è. Lui, con noi...!
Domenica 30 u. s. ci siamo vivamente rallegrati di avere, al Serre, la
Corale del capoluogo, che ha eseguito,
due cori stupendi, assai apprezzati, e
che ha astenuto il nostro canto comunitario che, al^lmè, lascia parecchio a desiderare. Grazie di cuore!
Malgrado il maltenpo, al culto di
fine d’anno abbiamo avuto la gradita
sorpresa di veder giungere fra noi, al
Serre, il Moderatore e la Signora, Li
abbiamo rivisti e salutati con gioia;
e ricambiamo di cuore l’augurio che
il pastore Deodato ci ha fatto : di poter vivere questo anno nella luce della nostra speranza cristiana.
Le collette a favore del Tempio di
S. Secondo hanno fruttato lire 7.000.
L’Anziano di Pradeltomo, Emilio
Buffa, e la Signora hanno offerto la
somma di lire 10.000 per iniziare la
costituzione di un fondo per i restauri che, prima o poi (e il più presto
possibile), sono necessari al Tempio.
Ci auguriamo che l’esempio sia seguito.
Alcuni Pradeltornesi si sono associati ad una colletta prò profughi un
gheresi; unendo le offerte alle col
lette del 2 dicembre, destinate a questo scopo per decisione del Concistoro, abbiamo potuto inviare alla Tavola la somma di Lire 6.000.
Pramollo
Proprio come era nei voti dei più.
Dopo le due nevicate di fine ottobre e di principio novembre era ritornato il bel sole, un sole caldo e
splendente che aveva fatto scompar
rire il bianco velo fino su in
all’Azzarà e che aveva dato modo
di terminare i diversi lavori rimasti
in sospeso. «Amenco la fsese pareigl
fin a la fin de l’àn », dicevano molti.
Ed è stato proprio cosi. La terza nevicata è giunta puntualissima il 31
dicembre: 30 cm., circa, di neve farinosa, « bmsàa » (come si dice quassù), che il vento caldo dei primi di
gennaio ha sciolto quasi completa
mente.
Il bel tempo ha così favorito le di
verse celebrazioni natalizie. Il culto
di Natale è stato molto affollato.
Abbiamo avuto la gioia di rivedere
in tale occasione molti Pramollini
residenti fuori parrocchia. La colletta in favore dei costruendo tempio di
S Secondo ha dato la somma di L.
23A50, che il Concistoro ha arrotondato inviando al Cassiere della Tavola L. 30.000.
La festa dell’Albero di Natale ha
avuto luogo a Pomeano il venerdì 21
dicembre e alla Ruata la domenica
23 dicembre. I bambini delle scuole e
della scuola domenicale hanno offerto al pubblico accorso ad ascoltarli
tutto un vasto ed interessante programma di canti e di recite.
Ringraziamo cordialmente le Insegnanti delle scuole e tutte le persone
che hanno collaborato e contribuito
alla riuscita della festa.
Al termine della festa tutti i bambini hanno ricevuto un piccolo pacco di dolciumi, dono della Chiesa.
Daini al 15 dicembre la Chiesa ha
avuto la gioia di ospitare il Pastore
Silvio Long, dell’Uruguay, originario
di Pramollo. Il Pastore Long ha presieduto diverse riunioni qiiartierali,
parlandoci delle nostre lontane colonie del Sud America.
I Pramollini lo ringraziano molto
della sua graditissima visita e si augurano di poterlo avere ancora qualche giórno con loro prima del suo
ritorno in Uruguay.
Da qualche settimana è stata ultimata ai Toumim, di fianco al ponte
che segna il punto terminale della
carrozzabile, una bella e vasta piazzola. Le voci dicevano che doveva
servire alla corriwa (che tra poco
sarebbe salita fino al Toumim) per la
manovra di ritorno. I Pramollini,
contenti, pensavano di già alle belle
fatiche in meno per scendere a S.
Germano e guardavano ogni giorno
se vedevano spuntare la sagoma della tanto sospirata corriera. Finora
però nulla si è visto e i Pramollini
che non hanno perse tutte le speranze, continuano intanto (purtroppo!)
...a dover andare a piedi.
Facciamo voti a che le loro speranze non abbiano ad andare completamente deluse e che, in attesa del
completamento della carrozzabile, almeno venga utilizzato il tratto che
già è costruito.
VITA ECCLESIASTICA
a Torre Pellice
Anche a Torre Pellice come altrove i culti del tempo di Natale e di
Capodanno sono stati frequentati da
una massa di persone che in generale non frequentano le attività ecclesiastiche. Questo fatto per un verso
ci rattrista, perchè è in queste occasioni che si percepisce in modo più
vivo la profonda crisi religiosa che
ha colpito il popolo valdese; per altro verso ci rallegra il constatare che
ancora un legame, per quanto tenue,
lega ima gran parte del popolo valdese alla chiesa, e questo fatto è fonte di speranza per il futuro.
La serata di fine d’anno si è svolta
nell’Aula Magna ed ha raccolto un
buon numero di persone. I giovani
avevano preparato un programma vario ed abbastanza divertente. Tuttavia, pur ammirando l’impegno con
cui essi si sono adoperati alla buona
riuscita della serata, ci sia permessa
una osservazione, del resto udita da
più parti. Sarebbe desiderabile che in
futuro la Serata, pur mantenendo il
suo carattere allegro e ricreativo, avesse anche un contenuto positivo ed
un messaggio che conducesse gli spettatori alla rifiessione, oltre che al riso.
In questa linea ci pare assai ben
riuscita la Festa delle Scuole Domenicali durante la quale alcuni dialoghi sono stati una vera predicazione
dell’Evangelo di Natale.
Durante il periodo delle feste ci
siamo rallegrati di avere fra noi il
Moderatore con la sua famiglia.
Il culto in francese del 30 Dicembre è stato presieduto al Centro dal
Past. A. Genre e ai Coppieri dal Past.
G. Bertinatti. Ad ambedue vada il
nostro ringraziamento da queste colonne.
La Scuola Domenicale del Centro
ha deciso (sono i bambini che hanno
presa questa decisione) di dedicare
le sue collette di quest’anno all’Asilo
infantile di Pachino. In occasione di
Natale è stato possibile inviare un
primo contributo di L. 10.0(X).
I proventi delle Collette del 24 e
25 Dicembre ed una integrazione decisa dal Concistoro hanno permesso
di inviare la somma di L. 100.000 per
il costruendo tempio di S. Secondo.
Ci sono arrivate inoltre diverse offerte personali che sono anche state trasmesse al Cassiere della Tavola.
Domenica 13 Gennaio, secondo
quanto stabilito dalla Commissione
Distrettuale il Culto al Tempio nuovo è stato presieduto dal Past. R. Jahier mentre il Past. Sommani ha
presieduto il culto nel tempio del
Villar.
Nell’ultima seduta del Concistoro,
tenuta il 13 c. m. è stato eletto Vicepresidente del Concistoro il sig. A
dolfo Jouve.
Doni per "L’Eco delle Valli
Lantaret Elisa 200; Assely Coisson
ved. Chantre 200; Eugenia Borione
500; Grill Arturo 750; Massel Lidia
200; Ghigo Ida 200; Malanot Cesare
100; Toum Flora 400; Gönnet Gio
vanni 500; Di Giulian Lina 250; Vinay Arturo 250; Avondetto F. 500;
Toum Boncoeur Linda 200; Daniele
Rochat 150; Fanton Maria 500; Malan Luigi 200; Favout Enrico 200;
Bernard Giacomo 150; Bert Giovanni 200; Mattone Ruffino 100; Dattilo
Maria 250; Cielo Geremia 250; Bertarione Bice 250; Paul Fatto 500;
Coisson Giovanni 500; Revel Ester
60; Bouchard Davide 5D00; Peter
Corrado 150; Bessone Ida 100; Griot
Alfredo 200; Lageard Osvaldo 100;
Malan Gönnet Rubina 200; Peyrot
Albarin Emilia 900; Paolo Gay 250;
Castorina Paolo 250; Morena Bruno
250; Crespi Daniele 250; Vindrola Armando 250; Umberto Rovara 15Ó;
Vigliano Enrico 250 ; Bufo Michele
250; Agostinelli Seba 250; Frache Aldo 200; Tina Rabaglia 150; Lageard
Alessandro 100; Garrou Enrichetta
n
100; Jahier Ernesto 200; Coucourde
Vittorio 100; Chambón Marie 100;
Beux Susanna 100; Gay Lisetta 150;
Jalla Amato 150; Jourdan Enrico
100; Tron Emanuele 300; Peyronel
Elisa 100; Peyronel Giov. Isacco 50;
Malanot Enrico Emilio 50; Clot Levi
300; Ribet Giosuè 250; Bounous Maria 100; Peyronel Alberto, anz. 303;
Fred. Peyronel 75; Bertalot Susanne
75; Decker Guido 200; Malan Edmea
100; Cougn Giovanni 250; Cesare Vidossich 250; Tron Luisa 250; Angelo
Messa 250; Bartolettì Cornelio 250;
Riviera Ermelinda 150; Calamita Luciana 250; Giorgio Peyronel 250; Vidossich Luigi 250; Ciro Menotti fu
Gaetano 350; Turck Elena 500; Grill
Emanuele 250; Clot Giacomo 200; Micol Federico 250; Varese Vera 250; J.
Guldbrandsen 250; Gustavo Tourn
250; Giacone Aldo 200.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal ’Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
Il Concistoro sl.iè occupato della
preparazione del prossimo 17 Febbraio: il Prof. Attilio Jalla è stato
incaricato, come negli anni passati,
di costituire un Comitato apposito
nel quale il Notaio sig. Pellegrin rappresenterà il Concistoro in.sieme ai
Pastori.
Circa la nostra stampa il Concisto
ro ha fatto, in questi ultimi tempi,
uno sforzo in vista di allargare la
cerchia degli abbonati all’Eco delle
Valli: abbiamo potuto fare una cinquantina di nuovi abbonamenti. Ora
invece prosegue lo sforzo già intrapreso di distribuire alle nostre famiglie il Calendario biblico: un centinaio di copie sono state già distri
buite e speriamo di poterne distribuire almeno un altro centinaio.
Il Concistoro si è intrattenuto su
molti altri argomenti su cui non possiamo intrattenerci (Riunioni quartierali. Schedario, Asilo infantile.
Stabili, Riscaldamento della Chiesa).
vogliamo sottolineare il fatto che il
Concistoro si è rallegrato nel constatare un netto progresso nei versamenti della prima rata delle nostre
contribuzioni. Se la Chiesa continuerà nello sforzo intrapreso abbiamo
buone speranze dì poter raggiungere
la mèta indicataci dalla Commissione distrettuale al principio dell’anno ecclesiastico.
Redattore : Ermanno Rosimi
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina • s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
AVVISI
CERCASI bonne - à - tout faire, cattolica o protestante, conoscenza
possibilmente francese, per buon albergo, buona paga trattaihento familiare. Scrivere Albergo Cannobio
(Lago Maggiore).
da Clotilde Godiiio
Via Repubblica, 16
torre pellice
Vasto assortimento
foulards ■ fazzoletti - cravatte
guanti, calze, parures
tovaglie e centrini
★
Corredini per neonati
Festine e costumini per bimbi
e molti altri articoli
VISITATECI
Convenienza ■ Qualità - Scelto
San Germano Chisone
Il periodo delle Feste Natalizie è
trascorso e pensiamo ad esse con sentimenti di riconoscenza. Particolarmente affollati i culti di Natale e di
Pine Anno con il concorso della nostra Corale e la celebrazione della
S Cena.
I bimbi hanno avuto la loro festa
il 26 Dicembre e la nostra gioventù
ha organizzato una ben riuscita veglia di fine anno.
Le nostre collette speciali in favore
del fondo per la costruzione della
nostra Sala Parrocchiale e per il co
struendo Tempio di S. Secondo aspettano ancora le ultime offerte di coloro che sono stati impediti di prende
re parte ai culti.
Alcuni membri della nostra famiglia parrocchiale sono stati richiamati dal Signore:
Jahier Emilia ved. Bounous (Villa) e Balmas Giovanni Emilio (Riondetti) dopo lunghi mesi di infermità
c sazi di anni. Pattini Albertina nata
Forneron ci è stata invece tolta, poco più che cinquantenne, dopo lunga
malattia. Ci mancherà ,in modo particolare, nelle attività femminili della chiesa; la ricordiamo come un
esempio di serenità nella prova
A tutte le famiglie nel lutto rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia cristiana.
F. U. V. - Gruppo Valli
Il comitato di gruppo riunitosi il
6 gennaio a Pinerolo ha stabilito per
per i mesi prossimi il seguente calendario di convegni, che le Unioni sono vivamente pregate di tener presente nei loro programmi:
3 marzo a .Pinerolo - Convegno di studio biblico.
9-10 marzo a Prarostino - Convegno
per 1 responsabili delle Unioni quar
tierali.
28 aprile - Convegno generale di primavera (probabilmente a S. Secondo).
5 maggio - Gita organizzata per tutte
le unioni, in autopullman.
Il capogruppo
Marco Gay
E uscito U
CALENDARIO BIBLICO
con Meditazioni giornaliere
Mentre se ne raccomanda vivamente Tacquisto, si prega di annotare le seguenti correzioni:
27 Gennaio. Leggere: Romani 8: 2628 invece di Matteo 11;
4 Marzo. Leggere: Matteo 21: 28-32
invece di Giovanni 15;
1” Dicembre. Leggere: Isaia 42 invece
di Isaia 49.
Le famiglie Bertalot, Revel e Can.
nariato, profondamente commosse
per il tributo d’affetto ricevuto da
parenti ed amici nell’ora della dolorosa separazione della cara Mamma
IDA MEROZ-BERTALOT
ringraziano tutti coloro che con atti,
scritti e la loro numerosa presenza,
hanno voluto manifestare la loro
simpatia ed alleviare il loro profondo
cordoglio.
In particolare ringraziano i Pastori sigg. R. Jahier e G. Bertinatti, per
le parole di conforto, U Dott. Scarognina per le sue assidue cure, le famiglie Ricca, Balmas e Benech che
tanto si prodigarono.
« Perchè io stimo che le soffe
renze del tempo presente non siano punto da paragonare con la
gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo ».
(Romani 8: 18).
Luserna S. Giovanni ( Rocciamaneut )
11 Gennaio 1957
I familiari ed i parenti della rimpianta
JALLA MARIA
nata Rostagnol
sentitamente ringraziano tutte le persone che in qualsiasi modo hanno
partecipato al loro lutto e in modo
particolare i vicini di casa per l’aiLito
prestato in modo così fraterno e cordiale.
Pinerolo, 14 gennaio 1957.
O Signore, insegnaci a così
contare i nostri giorni, che
acquistiamo un cuor savio.
Salmo 90 v. 12
Per l'arredamento del vostro alloggio rivolgetevi al
MOBILIFICIO
Giuseppe Griva
ABBONDANZA DI SCELTA
GARANZIA DI SOLIDITÀ’
Pitinf*nln * Strada per MIradolo, di fronte alla caserma degli Alpini
nneruia • (Ca.erma BerardI)
Volete un buon apparecchio
Radio o televisore ?
-Rivolgetevi da
BONIN REMO
S. Secondo di Pinerolo
Riparazioni - Impianti - Materiali
Apparecchi elettrici
PREZZI CONVENIENTI
ORAR! DEL PIMEROLESE - 5 NOVEMBRE 1956
Ferrovia Torino-Torre Pellice e viceversa
Torino 4,28 6,20 8,11 12,23 13,42 15,22 17,26 18,29 18,34 19,23 23,48
Airasca 5,16 7,08 8,50 — 14,30 16,06 18,13 — 19,22 20,08 0,29
Pinerolo 5,36 7,39 9,11 13,— 14,55 16,28 18,40 19,13 19,46 20,31 0,51
Brich. 5,57 7,58 9,27 13,15 15,12 16,50 18,59 19,28 20,07 20,46 1,07
Torre P. 6.10 8,11 9,41 13,33 15,25 17,04 19,12 19,42 20,20 20,59 1,20
Torre
Brich.
Pinerolo
Airasca
Torino
P.
3,48 4,48 5,40 6,38 8,35 12,24 13,24 16,32 18,05 19,50 21,04
4,01 5,18 5,56 6,53 8,50 12,39 13,39 16,48 18,19 20,06 21,19
4,21 5,31 6,18 7,11 9,08 12,58 13,55 17,06 18,37 20,29 21,35
4,39 5,50 6,49 7,27 9,25 13,19 — 17,35 18,58 21,02
5,23 6,32 7,38 7,54 10,— 14,02 14,16 18,26 19,42 21,55
Ferrovia Bricherasio-Barge e viceversa
Brich.
Barge
p. 5,07 5,59 8,02 9,32 13,18 15,18 16,52 19,07 20,14
a. 5,24 6,17 8,20 9,50 13,37 15,39 17,10 19,27 20,33
Barge
Brich.
4,40 5,31 6,29 8,27 12,16 14,50 16,08 17,53 19,37
4,58 5,49 6,48 8,45 12,34 15,07 16,29 18,11 19,55
Tramvia Pinerolo-Perosa e viceversa
Pinerolo
Porte
S. Germano
Villar P.
Pinasca
Perosa
ftrfrsl fer fcr fnì ftr fert
4,20 4,35 4,45 6,45 7 — 7,55 8,15 9,30
4,47 4,56 6,04 7,07 1 8,16 8,34 9,48
4,54 5,03 6,10 7,15 1 8,22 8,42 9,55
5,25 53 6,17 73 7,25 8,30 8,50 10,03
5,35 5,30 6,27 7,32 — 8,40 9— 10,10
5,45 5,40 6,37 7,40 — 8,50 9,10 103
fe fer fest fer fest fest fer --- fer
10,15 11,30 11,40 12,40 13,10 15,05 15,05 16,02 17,50 19,25 20,55
10,34 11,50 11,58 13,02 13,29 15,22 15,24 16,22 18,09 19,47 21,17
10,42 11,58 12,05 13,10 13,36 15,28 15,32 16,29 18,17 19,55 213
11,— 12,06 12,11 13,40 13,45 15,35 15,40 16,55 18,25 20,02 21,55
11,10 12,16 12,20 13,50 13,55 15,45 15,52 17,07 18,35 20,11 22,05
11,20 12,25 12,30 14— 14,05 15,55 16,05 17,20 18,45 20,20 22,15
Perosa
Pinasca
VUlar P.
S. Germano
Porte
Pinerolo
fer fes frr fer fest fer fer fest fer fest fer fest fer fest fest
4,45 4,50 5,55 7— 7— — 8— 8,10 9,35 9,45 11,45 11,50 13— 13,25 14,10 16 —
4,55 5,01 6,05 7,11 7,10 — 8,11 83 9,45 9,55 11,57 12— 13,10 13,33 14,18 16,10
5,25 5,20 6,15 7,21 7,19 7,30 8,21 8,30 10,— 10,04 12,07 12,09 13,40 13,45 14,28 16,23
5,32 5,27 6,23 7 3 7,25 — 8,28 8,35 10,10 10,10 12,15 12,15 13,47 13,51 14,34 16,29
5,39 5,32 6,29 7,35 7,32 — 8,35 8,42 10,20 10,17 12,28 12,22 13,54 13,58 14,41 16,36
6,— 53 6,45 73 73 8 — 83 9— 10,40 10,40 12,52 12,40 14,15 143 15— 16,55
fer
16,15
16,55
17,18
fer
— 17,25
— 17,35
16,55 17,45
17,03 17,52
17,11 17,58
17,35 18,16
fer
19— 21,15
19,10 21,25
19,20 21,55
19,28 22,03
19,35 22,10
19,55 22,30
!
..'N