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Anno 123 - n. 27
10 luglio 1987
L. 700
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
ORA DI RELIGIONE CATTOLICA A SCUOLA
Anno II: è impossibile scegliere
Nuove inadempienze del Ministro della Pubblica Istruzione: nelle scuole non ci sono i moduli per la scelta
di avvalersi o no dell’insegnamento della religione cattolica - Chiesta la proroga dei termini a settembre
Entro il 7 luglio le famiglie e
gli studenti con più di 14 anni
avrebbero dovuto scegliere se « avvalersi o no » dell’insegnamento
della religione cattolica nella
scuola pubblica. I maestri elementari avrebbero dovuto dichiarare la loro disponibilità a prestare questo insegnamento entro il
31 maggio. Tutto questo nella
stragrande maggioranza delle scuole italiane non è stato possibile.
11 Ministro della Pubblica Istruzione, Franca Falcucci, ha infatti
emanato solo il 3 giugno (tre giorni dopo la scadenza prevista per i
maestri) una circolare nella quale ricordava le scadenze. I tempi
burocratici sono poi stati tali da
far giungere alle scuole la circolare verso il 10 giugno, quando presidi e professori erano alle prese
con gli scrutini (Cobas permettendo) e, nella maggior parte dei
casi, ci si è limitati a mettere in
bacheca la circolare sperando che
genitori ed allievi ne prendessero
visione. Cosa che in pochissimi
hanno fatto.
Alcuni provveditori inoltre non
hanno neppure inoltrato la circolare alle scuole prima che queste
chiudessero per le vacanze.
Tutto ciò è accaduto nel più
grande dispregio delle leggi esistenti che parlano di « diritto »
di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento religioso cattolico.
Parlano infatti di « diritto » non
solo l’art. 9 della legge 449/84
(quella relativa alla Intesa con le
chiese rappresentate dalla Tavola
Valdese), ma anche il nuovo Concordato (legge 121 del 25/3/
1985) che all’art. 9 stabilisce che
« nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori è garantito a
ciascuno il diritto di scegliere se
avvalersi o non avvalersi di detto
insegnamento » e la stessa Intesa
tra la Conferenza Episcopale Italiana ed il Ministro della Pubblica
Istruzione (del 14/12/85) recepita
nel DPR n. 751 del 16^2/1985,
che al punto 2 b) dice espressamente: « ...fermo restando, anche
nelle modalità di applicazione, il
diritto di scegliere ogni anno se
avvalersi o non avvalersi dell’inse
gnamento della religione cattolica ».
11 gran pasticcio dell’ora di religione continua ed anche per
quest’anno il Ministro sembra
ben deóiso, con le sue circolari, ad
instaurare una prassi di discriminazione e di abuso verso i diritti,
costituzionalmente garantiti, di coloro che non vogliono avvalersi di
questo insegnamento.
Conferenza stampa
alla Tavola Valdese
Per denunciare la situazione
all’opinione pubblica ed al nuovo
Parlamento si è tenuta venerdì 3
luglio — il giorno dopo l’inaugurazione della X Legislatura — una
conferenza stampa presso la Tavola Valdese, con l’intervento del
moderatore past. Franco Giampiccoli, del Comitato « Scuola e
Costituzione » rappresentato da
Osvaldo Roman e della CGILScuola rappresentata da Dario
Missaglia, a cui hanno preso parte
numerosi giornalisti delle principali testate nazionali.
Anche quest’anno si profilano nuove difficoltà per chi non desidera
avvalersi dell’ora di religione cattolica. Aumenta il contenzioso
giudiziario.
« A quattro giorni dalla scadenza per la scelta se avvalersi o
no, ci sono alcuni fatti che rendono impossibile operare la stessa — ha affermato Franco Giampiccoli —. La verifica e la valutazione del primo anno di applica
LA PREDICAZIONE DI APERTURA DELLA CONFERENZA DEL IV DISTRETTO
Vivere la propria liberazione
ATTI 19
Benvenuti a questa Conferenza
che, anno dopo anno, raccoglie i
delegali delle nostre chiese metodiste e valdesi nell’Italia Meridionale. Veniamo tutti da realtà
ecclesiastiche numericaniente abbastanza piccole e chi più chi
meno sentiamo il cruccio della
nostra poca incidenza nel tessuto
della città dove viviamo, pur riconoscendo che ci sono di quando in quando momenti eccezionali nei quali le nostre prese di
posizione riescono ad avere una
certa risonanza.
E' scomparso quasi compietamente il clima di ostilità nei nostri confronti, che aveva caratterizzato il nascere delle chiese
evangeliche nel Meridione, ma
che nel contempo aumentava l’interesse verso di noi e faceva diventare le nostre comunità centro di attenzione per i non pochi
che cercavano punti di riferimento al loro desiderio di rompere con il predominio monopoliz.zatore della chiesa cattolica.
E' subentrato invece un atteggiamento talvolta di rispetto,
tal altra (più spesso) di totale indifferenza nei nostri confronti e
a ciò si aggiunga la progressiva
diminuzione dei membri di chiesa.
In questa situazione ci chiediamo se, al di là della nostra venerabile « immagine », abbiamo ancora qualcosa da dire al nostro
Meridione, dalla realtà sempre
più complessa, in bilico fra modelli arcaici, problemi endemici
irrisolti e rapida trasformazione.
Basti un esempio per tutti: a
fronte della disoccupazione le cui
cifre ufficiali si fanno sempre più
preoccupanti, l’economia sommersa sta guadagnando l’attenzione degli studi statistici e il Sole 24 ore, da un po' di tempo in
qua, dedica un inserto settimanale al Meridione.
E’ pensando a questa realtà, la
nostra e quella del nostro paese,
che vi propongo una breve riflessione sul capitolo 19 del libro degli Atti.
Paolo arriva ad Efeso e ci trova un paio di amici (Aquila e
Priscilla) ed un minuscolo gruppo di credenti dalle idee teologiche piuttosto confuse. Un lavoro
di aggiornamento teologico si impone, senza però perdere di vista
quello che è lo scopo primo dell'esistenza di un gruppo di credenti, piccolo o grande che sia:
l’annuncio dell’Evangelo alla città. Paolo segue il suo solito metodo del contatto con la sinagoga
locale. Un metodo che, nella nostra situazione, dovrebbe farci riflettere sulla necessità di tentare
delle strade nuove di dialogo con
la chiesa cattolica, senza cedere
a falsi ecumenismi. Noi abbiamo
privilegiato il dialogo con le Comunità di base e certamente lo
continueremo, ma oggi c’è un
cattolicesimo serio, studioso della
Bibbia, che poco ha da spartire
con Wojtyla o Comunione e Liberazione.
Il dialogo con la comunità giudaica dura a lungo, poi Paolo imbocca una strada nuova: prende
come base una scuola di filosofìa;
ma credo che sbaglieremmo di
grosso, se pensassimo che egli
abbia imboccato la strada della
cultura di élite. Paolo dialoga
con la cultura, ma è la città nel
suo insieme che è destinataria
di questo dialogo, così come di
quello con la sinagoga. L'autore
degli Atti aggiunge anche un paio
di pennellate che hanno del superstizioso da religione popolare,
con risvolti comici. Ci lasciano
perplessi, eppure trovano il loro
posto nel quadro che egli è andato dipingendo. Nulla ci è detto
della realtà sociale di quella
grande città che era Efeso, ma le
notizie che provengono da altre
fonti e la nostra appartenenza alla cultura mediterranea ci permettono di immaginarla come essa era veramente. Ed è proprio
in questa realtà, così simile a
quella che è la Palermo, o la Bari, o la Taranto di oggi, che
l’Evangelo predicato da Paolo e
vissuto dalla piccola chiesa locale diventa potenza dtDio, capace di sconvolgere il tessuto sociale, religioso, politico ed economico della città.
Due sono i fatti di cronaca indici di questo sconvolgimento: il
gesto dei maghi sulla pubblica
piazza e la manifestazione degli
orefici allo stadio. Il potere culturale, religioso ed economico è
stato messo in questione dall'Evangelo e chi lo deteneva o vi
rinuncia (i maghi), o trema (gli
orefici) perché si sente sfuggire
di mano la gente che prima riusciva a tenere soggetta. Non vi
invito a cercare facili parallelismi, ma a riflettere se veramente
prendiamo sul serio nelle nostre
chiese la potenza dell’Evangelo
di Gesù Cristo.
Ad Efeso c'erano due comunità: la sinagoga, che era lì da secoli, e la comunità di Gesù Cristo;
ambedue hanno come punto di
riferimento comune Dio, il Signore che salva la sua creatura,
la libera.
La prima è una chiesa rispettabile, con una solida tradizione
teologica alle spalle, forse è anche culturalmente vivace. L’altra
è un miscuglio di ebrei e di greci,
di intellettuali e di plebei, di liberi e di schiavi e ha una teologia dai contorni labili. La prima
comunità non dà fastidio, la seconda mette sottosopra la città.
La prima vive coscienziosamente
la sua religione, la seconda vive
la sua liberazione, chissà, forse
suo malgrado, e paga di persona.
Quale dei due progetti scegliamo? « Io non mi vergogno dell'Evangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di ogni
credente, del Giudeo e del Greco» (Romani 1; 16).
Bruno Tron
zione, previste dalla mozione parlamentare del 16 gennaio ’86, sono
ben lontane dall’orizzonte. Inoltre
non è stata data pubblicizzazione
alla scadenza annuale e di fatto la
mancata distribuzione dei moduli ha impedito agli studenti e alle
famiglie di effettuare la scelta annuale. Perciò la Tavola Valdese,
il Comitato Scuola e Costituzione
e la CGIL-Scuola chiedono che il
7 luglio non sia considerato come
il termine ultimo per effettuare
tale scelta, ma che esso sia proroga-j in modo che le scuole possano distribuire i moduli e si possa
scegliere fino all’inizio dell’anno,
fino a settembre, quando saranno
conosciuti gli esiti dei ricorsi che
numerosi genitori e la Tavola Valdese hanno fatto ai Tribunali amministrativi contro le circolari del
Ministro ».
Il ricorso
della Tavola Valdese
Proprio su questi ricorsi sono
state fatte alcune domande al
moderatore. « Il nostro ricorso
avverso alla circolare 302, che non
tiene in conto la legge 449/84, è
stato discusso il 26 giugno e siamo in attesa della sentenza. Non
possiamo per il momento anticipare l'esito che sarà noto solo
quando il TAR del Lazio pubblicherà la sentenza », ha osservato Franco Giampiccoli. Se il TAR
darà ragione alla Tavola Valdese
circa la non obbligatorietà della
«ora alternativa», occorrerà rivedere la procedura con la quale
finora il Ministro ha organizzato
l’insegnamento della religione cattolica. La piena facoltati vità dovrà essere garantita senza ulteriori pasticci di ore alternative. Per
questo molte associazioni e alcuni
partiti politici (PCI, DP e Sinistra
indipendente, PRI) chiedono a
studenti e genitori di dichiarare di
non avvalersi ai sensi dell’art. 9
della legge 449/84.
Giorgio Gardiol
2
2 oommenti e dibattiti
10 luglio 1987
DIRITTI UMANI
Razzismo in agguato
Giovedì 25 giugno, ore 15,10.
Un carabiniere attende con la pistola puntata che un giovane esca
da una Fiat 127 rossa, con targa
straniera. Un altro carabiniere
punta la pistola da dietro. Il giovane esce con le mani alzate, ma
questo al carabiniere non basta.
Lo obbliga a voltare le spalle, e
con un calcio lo fa cadere riverso
sulla macchina. Lo acciuffa per i
capelli, e gli punta ancora la pistola alla nuca, sebbene il giovane non avesse opposto nessuna resistenza, e l’altro carabiniere da
dietro tenesse ancora la pistola
puntata.
contro un giovane che, anche se
fosse stato un delinquente, in quel
momento non era in condizione di
nuocere, avendo le mani alzate e
due pistole puntate contro di sé.
L’attenzione dei passeggeri è
andata subito alla targa straniera
della macchina, per poi inveire
contro gli stranieri presenti in Italia. Ai primi commenti, approfittando di un semaforo rosso, l’autista dell’autobus alza la voce per
aggiungere anche il proprio parere: « In Italia c’è delinquenza
perché accogliamo tutti: arabi,
jugoslavi, africani, marocchini... ».
La scena si anima anche per il
sopravvenire di altre volanti dei
carabinieri e della polizia, con le
sirene spiegate.
Non è una scena di un film
americano. E’ accaduto il 25 giugno a Roma, a Porta San Giovanni, e ho potuto vedere la scena
dall’autobus numero 4, mentre mi
recavo al lavoro.
Sull’autobus, tutti si sono dichiarati solidali con i carabinieri,
e nessuno si è posto il problema
dell’eccesso di violenza applicata
Il consenso dei passeggeri fu
quasi unanime. Ad una persona
che tentava di sostenere il contrario, un signore sui 50 anni, qualificatosi come brigadiere di polizia, intimò il silenzio. E un altro
signore ancora più attempato, dicendo anch’egli che « faceva parte » di quel corpo, si autocommiserava dicendo che anch’egli un
giorno sarebbe potuto morire in
situazioni del genere (senza tener
conto, ovviamente, che a morire
veramente di solito le Forze dell’Ordine ci mandano sempre le
Cesare MUaneschi
CONSIDERAZIONI POST-ELETTORALI
«Pornèia» in Parlamento!
Queste elezioni ci hanno finalmente portato qualcosa di nuovo; non nella sostanza, purtroppo, ma almeno nello stile.
In questo senso l’on. Pannella
ha superato se stesso con l’operazione « Cicciolina » in Parlamento. Una ’’svirgolata”, ha commentato l’ex cantante Modugno,
lui pure assunto in forza dal partito radicale; ma si tratta davvero soltanto di una svirgolata?
Non siamo piuttosto davanti
ad un gesto addirittura «profetico »? Ancorché non identificabile come tale almieno dalla maggioranza degli italiani?
E’, comunque, opinione assodata che la politica sia una cosa ’’sporca”, in quanto rappresenta un gioco di compromessi
e di alleanze ambigue, nell’intento di spartirsi la torta, senza
dividerla con i minimi. Tale regola vale quindi anche per il
nostro Paese, in cui di porno-politica se ne fa abbastanza.
Come protestanti ne siamo
convinti, forse un po’ più degli
altri in quanto, in questi ultimi
tempi, abbiamo potuto toccare
con mano vari esperimenti, fatti
peraltro sulla nostra pelle, di
genuina porno-politica. Mi riferisco non solo alla porno-politica dell’ora di religione cattolica nella scuola laica e all’inqualificabile sotterfugio dell’ora
alternativa, ma anche alla porno-politica dei grossi partiti della sinistra che si sono ben guardati dall’opporsi a quel sopruso, tanto da far apparire nel
conse^ente sondaggio che l’ora
cattolica nella scuola e quella
alternativa erano di ’’alto gradimento” per il popolo italiano.
Quindi in questa ’’porneia” generale c’è solo da rallegrarsi
che finalmente ci sia un segno
anche esteriore che la qualifichi: una deputata porno-diva.
Dovremmo tutti ringraziare
l’on. Palmella, e lo dico senza
ironia, del fatto che almeno lui
ha avuto il coraggio politico di
Nella Collana « Nostro Tempo » è uscito il n. 44 :
H. KUENG, N. GREINACHER, H. HAAG, G. DENZLER,
L. BOFF, J.P. JOSSUA e altri
Contro il tradimento
del Concilio
Dove va la Chiesa cattolica?
pp. 412, Lire 27.000
Un « libro bianco » scritto dai migliori nomi del cattolicesimo critico mondiale contro la linea di restaurazione oggi
dominante nella Curia romana ed impersonata dal prefetto
della « S. Congregazione per la dottrina della fede » card.
J. itetzinger. La prima risposta al suo Rapporto sulla fede.
Ogni settore è affidato ad uno specialista. Un libro che svela
retroscena noti solo agli « addetti ai lavori », essenziale per
capire il cattolicesimo odierno.
CLAUDIANA EDITRICE — Via Principe Tommaso, 1 —
10125 TORINO
mettere in luce, con un emblema, tutta la porneia sommersa
nell’ipocrisia, che ha finora caratterizzato la politica clericalnazionale, con la compiacenza
dell’oppcsizione.
Ora finalmente molti parlamentari potranno idealmente riconoscersi almeno in parte nella « Cicciolina » e sentirsi finalmente in buona compagnia, con
tutto rispetto della « Cicciolina »
che almeno non è mai stata ipocrita!
Un gesto profetico, drmque,
questo dei radicali, che devo riconoscere, ancorché non abbia
votato per loro. Un gesto che ci
dovrebbe ricordare che veramente lo Spirito soffia ’’dove
vuole” ancora oggi, nel mezzo
del nostro secolarismo ateo o indifferente alla Parola di Dio per
l’uomo d’oggi, ideila Parola
più radicale perfino del partito
di Pannella, se è vero che già
molti secoli or sono aveva spinto Un profeta, Osea, a sposare
una prostituta, affinché la gente
potesse vedere in quel matrimonio scandaloso che l’Eterno
stesso si trovava ’’sposato” ad
una meretrice : il popolo d’Israele, che aveva abbandonato Dio,
il suo sposo, per prostituirsi con
ogni sorta di idoli.
Forse si tratta solo di una
curiosa analogia, ma io sono più
che convinto che si tratti invece
di una chiave di lettura, che ci
è offerta anche in questo frangente, perché possiamo interpretare anche i nostri tempi.
Sergio Cozzi
nuove leve, mentre i più anziani
come lui restano comodi in ufficio...).
In quell’autobus c’erano anche
una donna eritrea e un altro africano, esterrefatti per l’ondata di
razzismo che si manifestava, e che
li invadeva, sebbene se ne stessero
silenziosi, dando un esempio di
alta civiltà anche in quel momento, sicuramente difficile per
loro.
CI VUOLE
IL RISVEGLIO!
Ho avvisato dell’accaduto il responsabile della cronaca di un
quotidiano romano. Egli ha saputo dalle fonti competenti delle
Forze dell’Ordine che l’arrestato
non era affatto un tipo pericoloso,
per cui il caso non meritava molta attenzione.
Ha deciso anche di non parlare né dell’eccesso di violenza dei
carabinieri verso il giovane, né
dell’emotività razzista di cui ero
stato testimone. Non perché queste non siano importanti, ma per il
timore di essere sottoposto ad un
« mese di black-out di notizie dirette » da parte delle fonti di cui
dispone fra le Forze dell’Ordine.
Egregio Direttore,
vorrei esprimere alcune mie impressioni riguardo al dibattito: « perché non
crescono le comunità », anzi lentamente ma inesorabilmente scendono, a mio
modesto avviso. La politica portata
nelle chiese è stata deleteria, e molti,
per andare in chiesa ed uscire inacerbiti, preferiscono rimanere a casa. E
sta in casa una volta, due, tre, dieci... l’amore viene meno e lo spirito
si indebolisce ed alla fine non si sente più il desiderio di andare in chiesa.
Ci si rallegra perché l'immagine della chiesa è cresciuta, stampa e televisione ne parlano, ma è un parlare che
non fa andare in chiesa nessuno.
Dite che avete un tempo di grazia, cioè il dialogare con il mondo laico e cattolico, gruppi di ricerca. Sono tutte perdite di tempo perché ognuno rimane fermo dove si trova e
le comunità continuano a non crescere.
Se sentite di avere un tempo di grazia risvegliatevi perché, come insegna
l'Evangelo, la messe è grande; andiamo nella messe e lavoriamo solo con
10 zelo, l'amore per le anime portando
al mondo Cristo, l'unica via per la
salvezza, lasciando da parte ogni vana diceria.
Le comunità cosiddette non storiche
aumentano con locali di culto di 1.500
credenti. Perché? La stampa, la televisione parlano poco di loro ma credo che sia più importante parlare noi
del Signore alle anime perdute e guadagnarle a Cristo.
Il corpo pastorale è teso ai programmi sociali. I pastori firmano
un credo a cui non credono. Di conseguenza vi sono predicazioni che arrivano aH’intelletto e non al cuore.
Ma che si fa? Nulla per ritornare «sui
sentieri antichi ». Tenete presente che
la diminuzione, fino ad oggi, è inarrestabile! Una indagine ohe riguardava il
decennio 1967/1977 dava per scomparsi il 9%, circa 2.000 membri di
chiesa.
Quando qualcuno dice che il sale
delle chiese storiche non sala più vi
offendete.
Risveglio, ci vuole il Risveglio.
Chi ha conosciuto il Risveglio tra
gli Zigani? Duecentocinquantamila convertiti solo in Europa in trent'anni.
Sembra che chi dirige la chiesa ed
11 corpo pastorale (tolta qualche eccezione) sia preso da tutt'altri problemi che quello di far crescere la chiesa e di conseguenza le comunità.
E' vero che corrono molto, sono
sempre impegnati in convegni, congressi, tavole rotonde, riunioni ecumeniche, problemi del terzo mondo, disarmo, Purtroppo nemmeno queste cose
servono a far crescere le comunità.
Quello che ho detto non è fantasìa,
ma frutto di una quasi quarantennale
esperienza, esperienze che furono anche vissute dai fratelli di Castelvenere. Pietra Marazzi, Genova, Villar Pellice, che significano in parole semplici,
come affermava in una predicazione in
una chiesa di Roma il 29.4.1917 il pastore Giovanni Rostagno: « In quanto
a me non cesserò giammai di proclamare l'amore e la misericordia infinita di Dio ».
Distinti saluti.
Mario Goletti, Nichelino
UNA PROPOSTA
PER IL SINODO
Caro Signor Direttore,
ricordo dì aver letto un articolo
apparso, se ben ricordo, in uno dei
primi numeri del giornale di quest'an
no, nel quale l'autore (il pastore Giovanni Conte) segnalava, fra l’altro, il
travisamento di un suo intervento sinodale.
Nell'attuale clima presinodale, non
risulterà forse fuori luogo la presente,
concernente il compito del verbalista,
anche se fa riferimento ad un articolo
apparso sei mesi fa.
Premesso che il verbalista ha un
compito tutt'altro che facile e che, come deputato, sarà sempre un po’ sacrificato perché difficilmente potrà intervenire nel dibattito, che non sempre un dilettante, che dovrebbe comunque avere particolare predisposizione, è in grado di cogliere il senso
di un intervento e condensarlo in poche frasi, mi chiedo se non sia possibile affidare questo delicato incarico a
personale specializzato, notai o segretari comunali, designato d'ufficio (come
del resto il corpo pastorale), anche
per ovviare a possibili condizionamenti dovuti a simpatie-antipatie, spirito
di parte, tendenze politiche, ecc.
Cordiali saluti.
Guido Baret. Pomaretto
STATE ATTENTI!
Caro Direttore,
nei numero speciale del 26 giugno
del nostro giornale, felicemente dedicato alle recenti Conferenze Distrettuali, non ho trovato, nell'elenco delle opere del 1° Distretto, la Libreria
Claudiana di Torre Pellice (compaiono invece quelle di Torino e Milano
nell'elenco delle opere del 2° Distretto). Eppure alla Libreria Claudiana di
Torre Pellice. durante i lavori della
Conferenza, sono stati dedicati alcuni
minuti di discussione conclusasi con
l’ordine del giorno riportato tra gli
Atti della Conferenza alla pagina 10
del giornale.
Nello stesso elenco delle opere del
1° Distretto è nominato il « Convitto
Valdese ». Ma alla Conferenza Distrettuale è stato esaminato e quindi approvato il nuovo Statuto di questa
opera per minori che, fin dal 1975, è
costituita da due comunità alloggio
e non più da un « convitto » come in
precedenza. Col nuovo Statuto, pertanto, prende adesso ufficialmente il
nome di « Comunità Alloggio via Angrogna - Opera Valdese », come risulta dagli Atti della Conferenza.
Cordialmente.
Daniele Rochat, Torre Pellice
Partecipazioni
personali
La comunità valdese di Rimini è
lieta di annunciare che Silvia Colizzi
di Ravenna il 25 giugno ha brillantemente discusso la sua tesi di laurea,
presso la facoltà di lingue dell'Università di Bologna, su: « Religione e
cristologia nell'opera di C. S. Lewis »,
scrittore inglese contemporaneo appartenente alla chiesa anglicana. Alla
neo-dottoressa la nostra fraterna solidarietà.
Amici e familiari si felicitano con
Vito GardioI per il conseguimento della licenza in teologia.
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10 lugliC' 1987
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ecumenismo
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MADRID: CONFERENZA INTERNAZIONALE
La pace nel Mediterraneo
tare nella Torre di Calahorra, a
Cordova, una mostra permanente che illustra il fervore culturale nelTAndalusia islamica).
Il discorso deciso di monsignor Capocci e le « visioni universaliste
Libano, il Mediterraneo: blocchi religiosi, le influenze da parte degli
» di Roger Garaudy - Il
Stati Uniti e di Israele
Il pastore Odoardo Lupi ha fatto parte della delegazione italiana presente alla « Conferenza internazionale per la
pace nel Mediterraneo », svoltasi recentemente a Madrid.
Erano presenti, fra gli altri, organismi come l’Istituto di
studi politici per l America latina e l’Africa e Greenpeace, e
rappresentanti dell’OLP.
Nella sala del moderno e mastodontico convento dei Domenicani, ad otto chilometri da
Madrid, dove siamo ospitati, le
finestre sono aperte; c’è caldo
come da noi in agosto. Eppure
siamo lì attenti ed interessati
a seguire le relazioni e a dibatterle poi con franchezza, dalle
nove del mattino alle nove di sera. Anche nei momenti di pausa o durante i pasti, si continua
a commentare, valutare e scambiare opinioni.
ta della pace o della guerra, perché è qui che le più grandi tensioni tra Nord e Sud, tra Est
ed Ovest si manifestano e possono ripercuotersi sulla sorte
del mondo intero.
Siamo colpiti dalla veemenza
del vescovo palestinese di Gerusalemme Monsignor Capuoci,
dalla critica analisi delTamericana Johnstone, dalle visioni
universaliste del filosofo Garaudy, dalla passione dei greci come Charalamhìdis. Nel complesso queste quattro giornate,
vissute intensamente e con calore, non solo atmosferico, tutto
mediterraneo, sono risultate di
grande arricchimento personale
consentendo notevoli possibilità di impegno per il futuro.
Ma quale pace è possibile nel
Mediterraneo? Qual è in realtà il
futuro? Qual è la speranza?
I nodi più inquietanti da sciògliere sono in modo particolare
qui. E’ qui che sì gioca la car
Dalle relazioni e dagli interventi appare evidente che da una
parte vi sono le guerre calde e
tremende come quella del Libano, di difficile comprensione
per la maggior parte della gente
e al cui elenco quotidiano di
morti o visioni di distruzione,
che ci forniscono i mass media,
ci stiamo assurdamente abituando. Ma c’è anche la lotta di liberazione dei palestinesi, che
chiedono il diritto ad una patria
e che da anni combattono e
muoiono insieme alle loro donne, ai loro vecchi e ai loro bambini in azioni aperte o di rappresaglia. Pochi sanno che tra
questi arabi palestinesi il 27%
sono cristiani che coi loro connazionali musulmani sognano la
pace ma solo a condizione delrindipendenza, della giustizia e
della libertà.
Vi sono anche altre ingiustizie ed altre lotte più o meno
aperte nel bacino del Mediterraneo, come quella dei Curdi, di
Cipro o del Sahara. Non meno
problematiche, non meno dolorose, tutte proiettate verso un
futuro che si vuole illuminato
solo di dignità.
In questo quadro si inseriscono gli interessi e i giochi di potere degli Stati Uniti, forza trainante dell’Occidente, i quali
per motivi economici e politici
si impongono con tutta l’arroganza della loro potenza militare.
C’è un proptto di destra che
tende ad unire TOccidente per
mettere in atto una nuova forma di imperialismo', diverso da
quello del secolo scorso, ma
non meno oppressivo e sfruttatore per molti popoli, colpevoli per il fallimento del loro
autogoverno, cioè della loro
indipendenza.
Inoltre il Pentagono è il complesso militare industriale e di
ricerca più attivo e la forza
navale americana deve poter dimostrare al Congresso che ì grossi capitali concessigli hanno
una missione ed un progetto.
In questo quadro il Mediterraneo rischia di diventare sempre più l’ambito particolare dove la Marina può realizzare le
sue missioni ed esercitarsi nelle
nuove tecniche. I suoi interventi allora possono essere interpretati non come missioni per
portare ordine, ma al contrario
per manometterlo.
Gli Stati europei, dal canto
loro, sono sempre più sollecitati ad intervenire coi loro eserciti e le loro flotte, come è accaduto nel Libano e come può
accadere nel Golfo Persico dove
gli U.S.A. vogliono coinvolgerli.
PRESBITERIANI IN IRLANDA
In mezzo alle tensioni
La Chiesa Presbiteriana in Irlanda è una Chiesa riformata
autonoma e indipendente, che è
maggiormente presente e diffusa neU’Irlanda del Nord ( = Ulster), dove è la Chiesa protestante più numerosa; ma è presente anche nel resto della grande is(,Li ii'landese, cioè nella Kepi it'ì dica d’Irlanda, dove però viM. in una situazione di minoranza e di diaspora, sparsa nella
grande maggioranza che è cattolica. I suoi membri comunicanti (adulti) sono circa 131 mila, a
cui si aggiungono altre 205 mila
persone fra bambini, non confermati e simpatizzanti, raggiungendo così una popolazione complessiva di circa 336 mila anime,
curate da 432 pastori in attività.
Sia al Nord come al Sud delrirlanda questa Chiesa mantiene la sua compatta unità e la
sua piena indipendenza dai rispettivi Stati, tanto quello britannico, quanto quello della Repubblica d’Irlanda. E’ una specie di « Free Church », cioè di
« Chiesa Libera », con una chiara
e forte impronta calvinista, che
si avverte nel suo pensiero teologico, nella sua organizzazione,
nel suo stile di vita e di azione,
e al tempo stesso è animata da
una pietà tipica del risveglio
anglosassone, la cui rinnovata,
vivificante esperienza è desiderata ed invocata. Infatti questa è
una Chiesa in cui si prega molto, spesso e in tutte le occasioni,
sia per ringraziare e lodare il Signore, sia per invocare le sue
grazie su se stessi e sugli altri
in base alle rispettive situazioni.
Le assemblee di culto dei paesi
di campagna e dei centri non
grandi in genere sono ben frequentate da persone di tutte le
età (si vedono anche molti giovani) e le varie attività di solito
sono ben seguite, anche se nelle città più grosse e maggiormente industrializzate, come Belfast, si avverte di più il fenomeno della secolarizzazione e
del disinteresse per la vita della
comunità dei credenti.
Comunque, nel suo insieme,
questa è una Chiesa viva ed attiva, come dimostrano le sue
numerose opere. Infatti, da oltre
un secolo essa è impegnata in
una vasta e perseverante azione
missionaria che va dalle norte
di casa propria fino a tutti i continenti. Essa ha delle missioni
fra i suoi stessi membri nominali e nella popolazione cattolica irlandese, in Inghilterra 'fra
gli asiatici), in Europa (Spagna),
in Africa (Malawi e Kenia), in
America Latina (Giamaica e Brasile) e in Asia (Libano, Israele,
Burma, India, Pakistan, Nepal,
Indonesia, Thailandia).
E’ una Chiesa altresì molto
sensibile ed attenta ai problemi
dell’uomo d’oggi e della nostra
società, sia sul piano locale e nazionale che su quello internazionale e mondiale. Perciò è anche
molto impegnata in varie opere
di testimonianza cristiana nel
sociale, con opere assistenziali
verso i drogati, gli alcolizzati,
gli anziani, le persone sole, i disoccupati, i poveri, i carcerati e
quelli che sono in attesa di giudizio. Ha più volte preso posizione a favore dei diritti umani
contro ogni violazione di essi in
ogni parte del mondo (come ner
esempio in Sud Africa e altro
ve). Sta esaminando e discutendo problemi come quello della
fecondazione artificiale ed altri
grossi problemi posti dallo sviluppo della scienza e della tecnica alla coscienza degli uomini,
per dire una sua parola in proposito.
Naturalmente il problema più
vicino e più scottante è quello
che gli irlandesi hanno in casa
propria, cioè nell’Irlanda del
Nord (e anche del Sud), consistente nelle gravi tensioni e negli atti terroristici in vista dell’unificazione o meno delTUlster
e della Repubblica d’Irlanda.
Questo è un problema molto
complesso ed ha motivazioni storiche, politiche, economiche, culturali e religiose, ed è bene non
esprimere facili e affrettati giudizi, con presuntuoso senso di
maggiore equità, specialmente
da parte di chi vive altrove e
non partecipa di persona al travaglio di questa situazione. La
testimonianza che posso portare
è che i nostri fratelli soffrono
molto, anche moralmente, per
questo problema e ne sentono
la vergogna davanti al mondo,
e si stanno adoperando con tutte le loro forze per una giusta
soluzione di esso. La Chiesa Presbiteriana in Irlanda, infatti, ha
preso la sua posizione e Tha più
volte espressa con parole ed atteggiamenti: una posizione con
cui questa Chiesa da una parte
condanna senza mezzi termini
ogni forma e specie di terrorismo e di violenza, da qualunaue
parte provengano (sia dall’I.R.A,
E’ tutto l’Occidente che si
vuole associato nella visione di
un dominio colonialistico di
nuova natura.
Molto problematico sotto questo punto di vista è il ruolo dello Stato dì Israele che si pone
come forza avanzata dell’Occidente.
La O.L.P. stessa non ne contesta più l’esistenza, ma rivendica l’indipendenza dei palestinesi in una patria alTintemo
delle frontiere del 1967.
Si tratta del sacrosanto diritto all’autodeterminazione dei
popoli e non di una guerra di
religione. Non è lotta all’ebraismo, ma al sionismo, quale espressione di imperialismo e di
oppressione. (Gli italiani presenti però hanno criticato l’assenza alla Conferenza di israeliani od ebrei).
Perciò nel Mediterraneo è necessario far cadere le barriere
dei blocchi religiosi separati
ed in antagonismo tra loro. Anzi
le tre grandi confessioni « abramitiche »: la cristiana, l’ebraica
e la musulmana, possono creare dei presupposti di pace, attuando incontri, confronto e dialogo, come è avvenuto in un lontano passato nelTAndalusia musulmana, dove sapienti delle tre
grandi religioni abramitiche realizzarono una delle più belle fioriture del pensiero (il filosofo
Roger Garaudy ha fatto impian
Per i partecipanti alla Conferenza di Madrid quali sono dunque gli impegni per il futuro?
Innanzitutto ribadire il diritto alla autodeterminazione dei
popoli. Il punto comune di partenza deve essere quello che nessuno può calpestare il diritto all’esistenza culturale, nazionale e
religiosa di un popolo, senza che,
dagli uomini che vogliono giustizia e verità, si levi la protesta
e si proclami la solidarietà.
In secondo luogo l’impegno a
portare avanti l’informazione e
le possibilità d’incontro, perché
solo la conoscenza dei fatti ed
il confronto critico possono àvere una forza d’impatto più
vasta nei nostri rispettivi Paesi
rivieraschi per im impegno comune di pace.
A questo scopo è stata decisa
la creazione di un bollettino di
informazioni, che farà capo, per
l’edizione trimestrale, al Collettivo Domenicano di Giustizia e
Pace di Madrid. 'Tutti sono invitati a mandare le proprie informazioni e a comunicare le
proprie prese di posizione.
Inoltre quanto prima sarà necessario attuare nel Nord Italia
o nel Sud della Francia una nuova Conferenza Intemazionale per
riprendere ed approfondire 1
problemi.
A Madrid dunque abbiamo vissuto quattro giornate per dibattere i caldi temi del Mediterraneo. Ne siamo ripartiti però con
il senso fresco della speranza,
perché è confortante sapere che
non si è soli nella volontà di
costruire la pace.
Odoardo Lupi
Una nuova nascita
Agostino Garufi
(continua a pag. 10)
— Prof. Garaudy, mi potrebbe dire
chi è per lei Gesù Cristo?
— La sua domanda è molto interessante. Nel 1969 il Padre Carré mi pose
la stessa domanda. La risposta che io
gli fornii allora e che egli pubblicò nelle edizioni du Cerf nel 1-970, è per me
valida anche oggi.
<• Circa sotto il regno di Tiberio, nessuno sa esattamente dove né quando, un personaggio di cui si ignora il
nome ha aperto una breccia nell'orizzonte degli uomini. Non era certamente né un filosofo né un tribuno, ma
deve aver vissuto in modo tale che
tutta la sua vita significava: ognuno
di noi può, in ogni momento, iniziare
un nuovo avvenire.
Delle decine, forse delle centinaia,
di narratori popolari hanno cantato la
buona novella. Noi ne conosciamo tre
0 quattro. Lo choc che avevano ricevuto lo hanno espresso con le immagini delle persone semplici, degli
umiliati, degli offesi, degli straziati,
quando sognano che tutto è diventato
possibile: il cieco che si mette a vedere, il paralitico che cammina, gli
affamati del deserto che ricevono pane, la prostituta in cui si ridesta la
donna, quel bimbo morto che ricomincia a vivere.
Per gridare fino in fondo la buona
novella, era necessario che lui stesso,
con la sua risurrezione, annunciasse
che tutti i limiti sono stati vinti, anche
il limite supremo: la morte.
Questo o quell'erudito può contestare ogni avvenimento di questa esistenza, ma ciò non cambia nulla a
questa certezza che cambia la vita.
Un braciere è stato acceso. Questo
braciere fu inizialmente un sollevamento di pezzenti altrimenti I' "establishment", da Nerone a Diocleziano,
non l’avrebbe colpito così forte.
In quest'uomo, l'amore doveva essere militante, sovversivo, poiché, in
caso contrario, lui per primo non sarebbe stato crocifisso.
Tutta la saggezza, fino ad allora,
meditava sul destino, sulla necessità
confusa con la ragione. Egli ha mostrato la loro follia, lui, il contrario
del destino. Lui, la libertà, la creazione, la vita. Lui che ha sfatato la storia. Egli portava a compimento le promesse degli eroi e dei martiri del grande risveglio della libertà. Non solo
le speranze di Isaia o le collere di
Ezechiele. Prometeo era liberato dalle catene, Antigone ritrovava la sua
libertà. Queste catene e queste prigioni, immagini mitiche del destino,
cadevano davanti a lui in polvere. Tutti
gli dei erano morti e l’uomo cominciava.
Era una nuova nascita dell'uomo.
lo guardo a questa croce che ne è
il simbolo e penso a tutti coloro che
hanno ingrandito la breccia: da Jean de
la Croix che ci insegna, a forza di non
aver nulla, a scoprire il tutto, a Karl
Marx che ci ha mostrato come si può
cambiare il mondo, a Van Gogh, e a
tutti coloro che ci hanno fatto prendere coscienza che l'uom'o è troppo grande per bastare a se stesso.
Voi, i ricettatori della grande speranza che ci ha rubato Costantino, restituitecelo! La sua vita e la sua morte sono anche nostre, appartengono a
tutti coloro per cui hanno un senso.
Appartengono a noi che abbiamo imparato da lui che l'uomo è creato creatore.
Potere di creare, attributo divino delI uomo, questa è la mia ostia di presenza reale, ogni volta che qualcosa
di nuovo sta per nascere per dare
maggiore dimensione alla forma umana, nel più folle amore o nella scoperta scientifica, nel poema o nella rivoluzione ".
Quando ho detto questo ero membro
dell'Ufficio Politico del Partito Comunista francese. Ormai sono stato escluso da molti anni da quel partito e sono diventato musulmano, ma la mia
risposta è la stessa.
— In quale forma continua il suo
impegno politico nell'ora attuale?
— All’età di vent'annì sono diventato, nello stesso tempo, cristiano e
INTER VÍSTA A ROGER GARAUDY
Intervista a cura di
Odoardo lupi
(continua a pag. 10)
4
4 obiettivo aperto
10 luglio 1987
I
REPORTAGE
AMERICA:
PRIMO AMORE
Il pastore Giorgio Bouchard è da poco tornato da un
viaggio negli Stati Uniti organizzato dall’American Waldensian Society. Attraverso disparate realtà, fra incontri,
conferenze e visite alle chiese, emergono realtà molto diverse tra loro: espansione economica e povertà, promozione sociale, pubblica assistenza e mitizzazione della
professioncdità.
Una serie di impressioni, nel resoconto del viaggio, che
rende conto di come l’America sia lontana dagli stereotipi
con cui abitualmente la consideriamo.
Tra i ricordi della mia gioventù c’è un libro di Mario Soldati:
« America primo amore »; Soldati spiega che l’America è il sogno
di ogni europeo: ma quando si
entra in contatto diretto con la
realtà, questo sogno, questo « primo amore » svanisce, e la realtà
americana si presenta per quello
che è: dura e deludente.
Torno proprio ora dall’America,
dove sono stato per una lunga
’’missione” che la Tavola mi ha
affidato e che TAmerican Waldensian Society ha organizzato
con grande efficacia: riprendere
contatto coi vecchi amici della
nostra chiesa, cercarne di nuovi, tener lezioni di storia valdese
nelle facoltà teologiche, parlare
del protestantesimo italiano di
fronte a sinodi e assemblee, parrocchie e comitati. I miei primi,
brevi viaggi erano stati affascinanti: sarà questo il momento della
delusione? 11 risultato, dopo cinque mesi di osservazione, è piuttosto contraddittorio: ma il « primo amore » non è morto.
reani, gli indiani e in particolare
gli arabi: pochi ricordano che il
Marocco è stato il primo Paese a
riconoscere gli Stati Uniti come
nazione indipendente (1777), e
che il grande Jefferson, con
Adams, aveva firmato nel 1778 un
trattato di amicizia marocchinoamericano che è tuttora in vigore; note personalità come il poeta Kahlil Gibran e il chirurgo De
Bakey sono arabo-americani, e ben
pochi sanno che l’America è il
Paese occidentale più aperto al
« refuge » palestinese: 130.000
persone. Gli arabo-cristiani si sono
facilmente assimilati alle chiese
cristiane (protestanti in particolare), ma gli arabi musulmani stanno diventando il momento catalizzatore di una nuova, e riconosciuta, minoranza religiosa: si prevede che nell’anno duemila l’ordine
numerico delle comunità religiose
sarà il seguente: protestanti (più
di metà), cattolici (circa il 30%),
musulmani (3%), ebrei (2%), ortodossi (1%), induisti (1%), buddisti.
Un paese in crescita
La prima, evidente impressione,
è quella di un Paese in crescita:
200.000 nel 1690, 2.500.000 al momento dell’indipendenza (1776),
gli americani sono oggi più di 240
milioni, continuano a far figli (la
natalità è al 15%o. contro il 10%o
dell’Italia) e a ricevere immigrati (un milione all’anno, tra legali
e illegali). Nato come una piccola colonia inglese, democratica e
protestante, schiacciata tra i grandi imperi autoritari e cattolici della Francia (che occupava il Canada e tutto il West) e della Spagna
(che occupava la Florida, la California, il Texas), il popolo americano si è fatto strada con forza
in mezzo a questi due imperi, ha
importato gli schiavi e liquidato
gli indiani, ed è diventato a sua
volta un impero poderoso e travolgente: ma il «commonwealth»
angloprotestante era appena nato
(1848: conquista del Texas e della
California), che quaranta milioni
di immigrati europei si rovesciavano sulle sponde del « mondo nuovo »; in grande maggioranza erano cattolici, ma anche ortodossi,
ebrei, laici. Adesso, stanno arrivando i latino-americani (ufficialmente il 7% della popolazione,
in realtà il 10%), i filippini, i co
Per ora i musulmani sono quasi tre milioni, e crescono, con un
occhio alla Mecca è un occhio alla bandiera stellata: ma tra di loro bisogna contare anche un milione di neri (nessuno li chiama
più Black Muslims), i quali ricordano con fierezza che tra gli
schiavi sbarcati qui nel ’600 diversi erano di tradizione musulmana: le radici!
La lotta per la vita
De Mita o alla sorte di Nicolazzi.
Gli scandali continui svolgono una
potente funzione igienica: per il
momento, in America, la sorte
dell’affarista e del politico disonesto è ancora il carcere o l’ostracismo e chi si trova a mentire è
semplicemente un bugiardo, non
il titolare di una superiore « virtù » machiavellica. ^
Il prezzo di questo successo è
una fortissima stratificazione sociale e una continua competizione individuale: nel corso degli
anni ’80 la libertà dell’élite economica è stata esaltata, e solo
una limitata « nuova classe » è riuscita a farsi strada: l’aggressiva e
famelica categoria dei « giovani
professionisti » (gli « Yuppies »),
apertamente impegnata per la
causa della libertà sessuale, meno
sensibile ai problemi quotidiani
della giustizia e della pace, degli analfabeti e dei senzatetto (e
Gary Hart è caduto proprio perché il suo infelice week-end amoroso è sembrato identificarlo con
questa categoria, invidiata e discussa). Tutto il resto della popolazione è sulla difensiva: il ceto
medio più o meno ’’tiene”, ma i
poveri vanno indietro: il salario
minimo non è più stato aumentato dal 1980 (cioè dai tempi della
presidenza Carter); esso è dunque calato del 30% in termini reali, se si tiene conto dell’inflazione.
Secondo una stima apparsa sul
New York Times, 420.000 famiglie (pari allo 0,5% della popolazione) possiedono il 35% della
ricchezza nazionale.
Dietro questa crescita demografica e ’’culturale” c’è una formidabile espansione economica:
oggi gli Stati Uniti hanno un reddito nazionale di oltre 4.000 miliardi di dollari (5-6 milioni di
miliardi di lire) e 113.570.000 posti di lavoro (pari al 47% della
popolazione: in Italia siamo, credo, al 36%) e solo 7.500.000 disoccupati (pari al 6,2% della popolazione attiva: ma molti restano disoccupati per oltre un anno, e poi c’è un altro milione di
persone che ha perso ogni speranza di trovare un lavoro).
L’innovazione tecnologica è continua, e conquista le prime pagine dei giornali: gli americani dedicano ai raggi Laser e alla cardiochirurgia la stessa attenzione
che noi dedichiamo al pensiero di
Biloxi (Mississippi) - Il moderatore uscente, post. Ben Weir, già ostaggio nel Libano, saluta la nuova moderatrice Isabel W. Rogers,
insegnante.
I sindacati raccolgono quindici
milioni di lavoratori (cioè il 13%
della forza-lavoro: in Italia siamo
circa al 40%, la Svezia è all’85%).
In America non esiste un sistema
di mutue e pensioni lontanamente paragonabile al nostro e anche le femministe si oppongono
all’introduzione del « permesso
per maternità ». L’americano è
dunque solo di fronte al problema della sua sopravvivenza individuale, della sua vecchiaia, dell’educazione dei suoi figli: solo
quando avrà toccato l’estrema miseria interverrà il ’’welfare”, l’assistenza statale creata dal Presidente Roosevelt. L’americano affronta con fiducia e coraggio questa
«battaglia per la vita» e, di solito,
la vince: bisogna parlare con gli
operai americani, coi fattorini, con
gli agricoltori, per sentire questo
umile orgoglio dello « independent
Citizen », del soggetto economico
che opera in una democrazia reale: I bave made it: ce l’ho fatta. E
di solito ce la fa, ma il prezzo di
questo innegabile successo è piuttosto alto: ogni anno quaranta
milioni di americani devono traslocare, recandosi a migliaia di
chilometri di distanza per trovare
un nuovo lavoro, lasciando dietro
di sé i figli cresciuti, e talvolta la
moglie o il marito: la durata media dei matrimoni è di 7 anni, ogni
due matrimoni c’è un divorzio.
E poi c’è chi non ce la fa: il
10% dei bianchi (soprattutto vecchi e nelle campagne) e il 35%
dei neri (soprattutto giovani e nelle città). Questo spiega il tasso
« europeo » di suicidi (27.000 all’anno, bianchi al 95%) e il numero terribile di omicidi (ogni anno 12.400 bianchi, una media di
tipo quasi europeo, ma 9.400 neri), senza contare i 45.000 morti
sulle autostrade (al 90% dovuti
all’alcool: le chiese non avevano
dunque tutti i torti quando bandivano la crociata nazionale per
la ’’temperanza”). Nelle carceri
americane (statali e federali) ci sono 536.000 detenuti, senza contare i 234.000 che soggiornano, di
solito provvisoriamente, nelle prigioni locali: cifre senza paragone
con le medie europee.
L’America si avvia dunque rapidamente verso una società di tipo inglese classico: non la Germania di Guglielmo II, come noi pen
savamo ai tempi del Vietnam ma
l’Inghilterra dei romanzi di
Charles Dickens. E non saranno i
duemila membri del Partito Socialista (6.700 voti alle elezioni presidenziali) a cambiare questa situazione, né la cambieranno i neomarxisti delle accademie i quali
non sono capaci di diffondere il
comunismo più che Renzo Tramaglino fosse capace di diffondere
la peste nella Milano dei « Promessi Sposi ». Più efficaci saranno
l’ala sinistra del Partito democratico, i leader dei sindacati non corrotti, gli inesauribili capi carismatici del movimento nero (tutti pastori!) e anche i cosiddetti « Democratic Socialists of America » :
un movimento che sogna di diventare partito, e guarda apertamente alla Svezia del rimpianto
Olof Palme, all’Internazionale di
Willy Brandt, all’esperimento del
Nicaragua. Ma queste sono prospettive per il futuro. Per il momento, in America regna il pragmatismo: anche un uomo interessante come il luterano Paul Simon,
senatore democratico e aspirante
alla Presidenza, si limita a proporre un piano da otto miliardi di
dollari annui (11.000 miliardi di
lire) per dare un lavoro sicuro a
ogni americano povero (piantare
alberi, migliorare le scuole, fare
strade, assistere gli handicappati): 6 ore di lavoro al giorno, per
464 dollari al mese (= 600.000
lire); in parole povere, ciò signifi-
5
10 luglio 1987
obiettivo aperto 5
Biloxi (Mississippi) - Il culto di apertura
della 199^ Assemblea Generale
della Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti.
Il past. Giorgio Bouchard vi ha tenuto
la predicazione.
olierebbe eliminare la miseria e
istituzionalizzare la povertà: Tlnghilterra di Dickens, appunto, ma
corretta in base ai sentimenti dei
suoi romanzi. Ma che accadrà se
I America si avvicina a un nuovo
'29. o — come molti dicono ■—
a una serie di piccoli ’29?
i figli dei puritani
In questa situazione, le chiese
hanno un ruolo centrale; anzitutto per motivi storici. Un ammiratore ateo di Niebuhr, il professor
Perry Miller, ha dimostrato, senza
molta possibilità di contraddizione, che la Nuova Inghilterra puritana è stata la culla della democrazia americana: questi « Padri Pellegrini » che leggevano la Bibbia
ogni giorno e avevano matrimoni
felici e fecondi, questi calvinisti
che costruivano prima la scuola e
poi la chiesa, questi pastori che
non morivano prima di aver fondato almeno una università (Harvard, Yale, Princeton!), questi padri di famiglia che eleggevano e
revocavano tutte le autorità, sono
stati per l’America ciò che Martin
Lutero è stato per l’Europa. Ma
rispetto a Lutero hanno avuto una
grande fortuna: sono stati contraddetti, limitati e corretti da alcuni straordinari movimenti d’opposizione: prima i battisti di Roger Williams (separazione tra chiesa e stato); poi i quaccheri di William Penn (pluralismo e non-violenza); infine, un grande movimento di massa: il metodismo (la
fede come decisione, la riforma
sociale come compito di « santificazione » per il credente). E le
donne di questi « puritani » e
« metodisti » hanno creato tutti i
movimenti nuovi, dalla lotta contro la schiavitù fino al femminismo vero e proprio: anche Martin
Luther King ha ricevuto la sua
ispirazione da Rosa Parks, che non
era una donnetta, come pensa
qualcuno: era nello stesso tempo una pia credente battista e un
membro attivo della migliore organizzazione laica per la promozione delle lotte sociali nel Sud
(per bianchi e per neri): il centro
« Highlander » di Myles Horton.
Al giorno d’oggi, circa il 5-10%
della popolazione americana è
composto di gente secolarizzata:
ma l’enorme maggioranza degli
« attivisti sociali » è composta di
credenti, e sono le chiese ad affrontare in prima persona i pro
hlemi brucianti dei « senza casa »,
degli affamati, degli analfabeti, dei
contadini espulsi dalle loro terre.
Nella laicissima rivista « The Nation», Michael Ferber scrive: «La
sinistra religiosa è l’unica sinistra
che abbiamo » (thè religions left is
thè only left we bave got). Ma di
fronte a queste sfide inaudite il
protestantesimo americano si è diviso in tre categorie: i figli dei
puritani, i figli del Risveglio, i figli degli schiavi.
La rivincita del Sud
Cominciamo coi figli degli schiavi: l’82% dei neri sono protestanti (battisti e metodisti), e la chiesa nera ha saputo rispettare meravigliosamente la cultura del suo
popolo: gli autori di jazz hanno
normalmente composto anche degli « inni spirituali », Duke Ellington ha musicato in modo indimenticabile le prime parole della Bibbia (« Nel principio, Dio »). Chi
ha partecipato una volta al culto
in una chiesa nera si porterà per
sempre nel cuore quella musica e
quei ritmi, quell’attenzione al sociale e quel gusto per la conversione: e anche un uomo come
lesse Jackson ripropone la stessa
’’cultura” in un contesto laico e
pluralista. Pastore battista, egli
ama infatti definirsi « un predicatore di campagna ».
Poi ci sono i figli del Risveglio:
il 30% degli americani dichiara
di essere « nato di nuovo », ma
questa percentuale sale al 50%
degli stati del Sud. E qui sta probabilmente la chiave dell’enigma.
Il movimento evangelica! (con la
sua ala estrema « fondamentalista »), raccoglie ed interpreta due
esigenze: da una parte, il bisogno di resistere alla cultura secolarizzata che dopo aver ridicolizzato l’etica puritana si ritrova impotente e disorientata di fronte
agli scandali di Wall Street e alla
minaccia dell’AIDS: il bisogno di
gridare forte che il divorzio penalizza le donne (ed è vero) ed
emargina i bambini (il 23% dei
bambini e adolescenti vivono con
un solo genitore, riportandone
traumi psichici irreparabili). Ma
d'altra parte, questo movimento
« evangelica! » si fa inconscio (e
spesso incolto) portatore di quella
che chiamerei la rivincita del Sud;
sconfitto e squalificato nella Guerra Civile (1862-65), il Sud è ora
in piena rinascita: dotato di una
innegabile Identità culturale, ca
ratterizzato da una gradevole
« qualità della vita », favorito da
un clima invidiabile, questo « popolo del Sud » è ormai la parte
più forte del Paese (80 milioni di
persone) ed è fatalmente portato
a mitizzare il suo passato, e a fare delle sue chiese gli alfieri di
questo mito; non a caso la trasmissione di ferry Falwell si chiama « Old time Gospel hour », che
si potrebbe tradurre: l’ora del
Vangelo secondo il buon tempo
antico. Ho però interrogato degli
operai sudisti circa questi predicatori e la risposta è stata univoca: l’unico ad essere veramente
rispettato è Billy Graham, perché
vive con un modesto stipendio, ha
saputo impegnarsi per la pace e
ha capito la lezione del Watergate.
Schiacciati tra la chiesa nera e
la « chiesa sudista » ci sono infine
i figli dei puritani e dei « metodisti », le grandi denominazioni
che hanno fatto la storia degli
Stati Uniti, e che ora si trovano
sulla difensiva: Presbiteriani, Congregazionalisti (United Church of
Christ), Metodisti, Episcopali, Battisti del Nord, buona parte dei
Luterani. Producono ancora larga
parte della miglior classe dirigente americana, hanno una buona
cultura, costumi rigorosi, sono
gente limpida e onesta. Leali cittadini della repubblica stellata, ma
acutamente consapevoli del suo
potere mondiale, essi si impegnano in alcune grandi cause: la
pace con l’Unione Sovietica, il disarmo nucleare, il rispetto dell’identità politica dei paesi sudamericani, la lotta contro la fame
nel mondo e in America. Ciò costa loro gravi perdite, in uomini
e in denaro: ma ne riceveranno
ben altra ricompensa nel Giorno
del Signore.
Un documento
democristiano
Il panorama religioso degli Stati Uniti sarebbe fortemente incompleto senza una menzione della
chiesa cattolica. Durante i primi
due secoli (cioè dal 1620 al 1820
circa) gli immigrati cattolici vennero semplicemente assorbiti nella
maggioranza protestante o secolarizzata (con la sola eccezione
delle colonie « storiche » : il Maryland, l’area francese intorno a
New Orleans e l’area spagnola
dal Texas alla California). Ma col
sopraggiungere dell’immigrazione
di massa, una energica gerarchia
francese (e poi irlandese) è riuscita a fare della chiesa cattolica lo
scudo degli immigrati che provenivano dai paesi più poveri
d’Europa e d’America, e ad attrarre nuovi aderenti. A metà del nostro secolo, la chiesa cattolica si
presentava come un conglomerato
di minoranze nazionali (oltre il
10% della popolazione americana è irlandese, il 10% è « ispanico », il 5% « tedesco-cattolico »,
il 4% francese, il 4% italiano, il
3% polacco o cecoslovacco, ecc.),
molto attive nei sindacati ma spesso collocate a destra per quanto
riguarda i problemi della grande
politica: uno dei più interessanti
oppositori di F.D. Roosevelt era
padre Me Coughlin, brillante predicatore radio e noto antisemita.
E nel dopoguerra il grande tribuno della guerra fredda era il senatore cattolico Joe McCarthy, il
quale sosteneva che 7.000 pastori
americani erano al servizio di Mosca.
Oggi la situazione è compietamente cambiata: le varie minoranze si sono fuse in una compatta
« chiesa cattolica americana », in
cui solo i latino-americani stentano
ancora a trovare il loro posto (e
infatti per il 18% sono passati a
movimenti di tipo evangelica!, soprattutto a New York e Los Angeles). Cattolici sono alcuni dei
più famosi « attivisti sociali »
(come i fratelli Berrigan), alcuni
dei migliori pacifisti (Tim Douglass e il vescovo Hunthausen):
e la gerarchia si trova a dover
fronteggiare un drammatico calo
nel numero delle monache e un
movimento femminista agguerrito
e teologicamente qualificato (Rosemarie Radford Ruether, Elisabeth
Schiissler-Fiorenza). La gerarchia
ha trovato una formula interessante per gestire questa nuova situazione: da una parte, essa difende una linea nettamente conservatrice sul piano dei diritti individuali (femminismo, controllo delle nascite), dall’altra essa
assume una linea populista per
quanto riguarda i problemi sociali.
Ho letto criticamente la Lettera
pastorale dei vescovi USA sulla
« Giustizia economica per tutti »
(cfr. La Luce, 27.2.1987, pag. 7),
e non ho molti dubbi in proposito: questa Lettera è un intelligente documento democristiano,
pensato certo in una società tec
nologica, pluralista e « protestante », e non in un paese agrario e
clericale com’era a suo tempo
l’Italia di Fanfani, Sceiba e De
Gasperi. Con questo documento la
gerarchia ripropone, in terra americana, la centralità cattolica: centralità che si potrà esprimere come mediazione tra ricchi e poveri,
tra industriali e sindacati, tra governo e cittadini (e, chissà, tra
« chiese storiche » sensibili ai temi della giustizia e della pace e
chiese ’’evangelica!” sensibili alla
lotta contro il divorzio e contro
l’aborto); tutta la teologia cattolica spinge i vescovi verso questa
mediazione, verso questa ’’centralità”. Qualcuno ha ritenuto di
poter dire che i vescovi americani riprendono « i grandi ideali che
furono di Lincoln » : personalmente preferisco considerarli come
i figli legittimi della dottrina corporativa di Leone XIII, di Pio XI
e di Pio XII, che essi citano con
grande rispetto, così come citano
Giovanni Paolo II (26 volte) e il
« documento Ratzinger » di condanna della teologia della liberazione (due volte).
In realtà, il futuro dell’America
democratica non dipende dall’opera dei vescovi, ma da una nuova
formulazione di un’etica biblica
della giustizia e della libertà: in
una parola, dipende da una ripresa dello spirito puritano, in un
contesto laico ed ecumenico. Ci
sarà questa rinascita? L’America
sarà per la testimonianza evangelica ciò che la Germania è stata
da Lutero a Bach, e l’Inghilterra
da Cromwell a Gladstone? Non
lo so; ma perché dovrei escludere questo pensiero dalle mie speranze, dalle mie preghiere?
Me *
Mentre rimugino questi pensieri, il pesante B 747 ha preso terra
a Fiumicino: sono di nuovo in
Italia, nel paese che amo e dove
cerco di servire. Addio, amici
americani, che per cinque mesi
mi avete accolto nelle vostre case,
stimolato nella mia fede, che mi
avete sempre guardato negli occhi,
che mi avete tante volte chiesto
di non giudicarvi in base a Ronald Reagan così come io chiedevo di non essere giudicato in base
a Giulio Andreotti. Addio, amici
americani: non vi incontrerò più,
finché dura il « presente secolo »,
ma vi porterò sempre nel cuore,
come si ricorda un grande affetto: il « primo amore », appunto.
Giorgio Bouchard
6
6 vita delle chiese
10 luglio 1987
HO CREDUTO, PERCIÒ’ HO PARLATO
CORRISPONDENZE
Giovanni Peyrot
Con i ragazzi
Il pastore G. Peyrot in una recente istantanea. Nato a Prati nel
1918 è stato consacrato nel Sinodo del 1948.
Il Crosetto, \uia piccola borgata sulla riva destria della Germanasca, in alto nella valle,
praticamente spopolata d’inverno, postla poco sopra « la 1.300 »,
ima miniera di talco aperta in
tempi relativamente recenti. Chi
se n’è andato per trasferirsi più a
valle, chi ha cercato fortuna nelle città della pianura, chi ha addirittura valicato l’oceano iier
costruirsi una nuova esistenza
nelle Americhe e chi, come Giovanni Peyrot, è partito di qui
per seguire una vocazione pastorale.
Sono venuti dalle borite più
lontane, dai villaggi di Frali,
Massello, Rodoretto, Maniglia,
Salza, Perrero, o sono saliti dal
piano e alcuni anche dalla Riviera, per dare l’ultimo saluto
al pastore Peyrot, stroncato, come si dice oggi, da un male che
non perdona, dopo alcune set
tiraane di degenza all’Ospedale
Evangelico di Torino. Sono venuti in segno di solidarietà,
stringendosi attorno alila vedova, ai figli, ai parenti, ma anche
per sottolineare con la loro presenza il riconoscimento della
chiesa ad urna vocazione vissuta al servizio della Parola. Un
legame profondo, fatto non solo
di carne e sangue, affetto, conoscenza, stima, amore univa i
numerosi presenti nel tempio di
Pomaretto, per udire la promessa di vita delTEvangelo, ma quel
legame unico dato dalla Parola
che chiama uomini e doime al
discepolato, che muta il nostro
destino di morte, ed apre le
nostre esistenze verso un progetto di vita che in Cristo è diventato realtà.
Un lungo itinerario quello
percorso dai pastore Peyrot:
dopo aver studiato al Collegio
di Torre Pellice, frequenta la Facoltà di teologia a Roma; nel
’47 è inviato per il suo periodo
di prova nelle chiese di Orsara
e Cerignola; è per lui la scoperta del Sud, dove trova la compagna della sua vita; poi è mandato a Campobasso. Compie un
lungo ministerio a Prarostino;
quindi, di nuovo prende la via
del Sud: Catania. Dopo un breve periodo torna al Nord, ad
Aosta, dove i figli, già grandi,
si rendono indipendenti, ed infine dal ’75 si prende cura della
chiesa di Sanremo e della diaspora della Riviera di ponente.
Da quest’autunno avrebbe dovuto prendere servizio in Val
Pellice, dove lanche pensava di
poter trascorrere gli anni della
emeritazione. Ma la sua vita è
stata stroncata. A maggio aveva
ancora predicato, senza sospettare nulla della gravità del suo
male, manifestatosi quasi all’im
provviso, senza più consentire
un intervento chirurgico. Fino
all’ultimo dunque sulla breccia.
Ma questi appunti sono insufficienti a comprendere l’uomo
che il limedì 6 luglio è stato posto nell’ultima sua dimora, come si suol dire, nel piccolo cimitero tranquillo del Crosetto.
La chiave di lettuna della sua
vita ci è stata fornita da lui
stesso, nel passo che si era scelto per il suo funerale: « Ho creduto, perciò ho parlato » (II
Cor. 4: 13). Una parola che l’apostolo Paolo cita dal Salmo
116; ima parola cioè che riecheggia dall’Antico al Nuovo Testamento, ed unisce con un filo
ideale i credenti di queste due
epoche; una parola che si prolunga oltre i tempi dell’apostolo
e diventa, come è stato il caso
del pastore Peyrot, il senso profondo, autentico dell’esistenza
di un uomo, di un credente che
ha accettato di diventare testi
NAPOLI — Domenica 31 maggio i ragazzi della scuola domenicale della chiesa di v. Vaccaro (Vomere) si sono recati in
visita, con i genitori, i monitori
e il past. S. Carcò, al villaggio
« 23 novembre », di Monteforte
Irpino (AV). Il villaggio, posto
a 500 m. d’altezza, è circondato
da boschi e montagne, e ciò ha
permesso a ragazzi e accompagnatori di trascorrere una giornata comunitaria fatta di canti
e giochi.
Professioni di fede
mone.
Luciano Deodato
TARANTO — La tradizionale
gita della scuola domenicale si
è tenuta quest’anno nella pineta di Ginosa Marina: un’ottantina di fratelli ha accompagnato
i ragazzi, unitamente ad alcuni
membri della chiesa battista di
Mottola. Un culto era stato preparato dalle monitrici, prendendo spunto dal primo libro dei
Re. Prima dei giochi che hanno chiuso la giornata e dopo il
messaggio del past. E. Stretti, vi
è stata la colletta, destinata al
Servizio istruzione educazione
della scuola domenicale.
Da parte di tutti i convenuti è
stata espressa la riconoscenza al
Signore per la-giornata trascorsa.
NAPOLI — Il 6 giugno scorso,
il Concistoro della Chiesa di
via dei Cimbri ha tenuto con i
catecumeni il colloquio di fede
in vista della confermazione.
Paola Carcò, Pietro Ciotola, Maria Serena Ranchetti e Adriana
Simeone hanno dialogato sui
seguenti punti: chi è Gesù Nazareno? Che cosa è la Bibbia?
Che cosa è la chiesa? Perché
proprio' la chiesa valdese?
In particolare la chiesa è
stata vista come Tinsieme dei
credenti, senza gerarchia né intermediari tra i credenti e Dio.
Uno solo è il mediatore, Dio
fattosi uomo in Gesù Cristo.
Culti estivi
RIMINI (Forlì) — Dal 21 giugno al 13 settembre, nella Chiesa Valdese di Viale Trento, 61 ogni domenica si tengono il
culto in tedesco alle ore 9.30;
il culto in italiano alle ore 10.30.
FANO (Pesaro) — Nel locale
di Via Fanella, 157, tutte le domeniche si tiene il culto in italiano alle ore 10.
Profonda commozione ha suscitato l’improvvisa morte di
Francesco Edvigi Peyrot, mentre si stava svolgendo il frmerale del fratello, il pastore Giovanni. Il Peyrot aveva voluto salire fino al Crosetto e qui, sulla
soglia del cimitero, è stato colto da malore. Prontamente soccorso dal nipote, infermiere, e
da altri, non dava segni di ripresa* Quando l’ambulanza è
arrivata è stato chiaro che non
v’era più nulla da fare. Probabilmente il decesso è da attribuire ad un’embolia.
Alla moglie, alla figlia e a tutti
i familiari l’espressione della
nostra simpatia.
Campi di studio
La Tavola Valdese segnala ai
pastori delle; Chiese Valdesi e
Metodiste alcuni campi di Agape e di Ecumene che considera,
a pieno titolo, corsi di aggiornamento per la loro rilevanza teologica.
CASA CARES
La Tavola informa gli interessati che possono godere delle consuete agevolazioni previste per i corsi di aggiornamento pastorale.
AGAPE
7-14 luglio: « Convivere con la
natura » - campo ecologico nazionale.
15-22 luglio: «Egli rovescia dal
trono i potenti » - campo teologico internazionale.
23- 30 luglio: « Shalom » - IV incontro intemazionale ebreicristiani.
1-8 agosto: « Percorsi di donne
nel Protestantesimo ».
21-28 agosto: « Tra neocolonialismo e società multirazziale ».
7-14 settembre: « Essere protestanti in Italia ».
ECUMENE
12-16 agosto: « Che devo fare
per essere salvato? ».
24- 27 settembre: « Per una teologia del laicato ».
Per le agevolazioni previste
rivolgersi alla Tavola.
Un anno di intensa attività
ASSEMBLEA DEL VII CIRCUITO
Sono ancora proseguiti i lavori di ristrutturazione a Casa
Oares: cominciati a novembre,
dopo gli ultimi ritocchi ad impianti elettrici ed idraulici, saranno date le ultime rifiniture
ai locali.
Quasi tutti i progetti ipotizzati Tanno scorso sono stati realizzati: al primo piano, 5 camere su 13 sono ora dotate di
bagno privato, ed è stato creato
un vano per la biancheria. Nel
sottosuolo è stata rifatta la
zona dove si accolgono i
gruppi autogestiti. Tutti questi,
ed altri miglioramenti, potranno
essere apprezzati, nel corso di
questa stagione, da chi già era
stato ospite della Casa.
Naturalmente molto si deve
all’opera di alcuni volontari, che
passano a Casa Cares periodi diversi di lavoro.
Il calendario delle attività previste per quest’anno si presentava più lungo e fitto di impegni: ad alcune richieste si è
purtroppo dovuto rispondere
negativamente. Nei periodi che
non sono legati a festività « ufficiali » è più facile ospitare anche gruppi di studio; in particolare sono stati accolti: la riunione annuale dei oaresini, ragaz
zi e collaboratori dell’istituto
per ragazzi (2-3 maggio), un seminario sull’ecologia dal punto di vista cristiano (17 maggio), una giornata «aperta» alle comunità fiorentine, un campo cadetti per ragazzi (21-25
giugno), ed è previsto per ottobre un campo di lavoro.
Resta sempre di particolare
importanza l’incontro dei diaconi valdesi-metodisti ogni sei
mesi.
Religione a scuola
AGAPE
CHIESA VALDESE E RIFORMATA
Formazione
Triangle de l’amitié
per adulti
AOSTA — Il 14 giugno, con la
partecipazione di una settantina di ospiti, si è tenuto l’incontro biennale fra la locale chiesa
valdese e le chiese riformate di
Martigny e Chamonix.
I legami di fede e di amicizia,
già presenti da tempo fra le tre
chiese, sono stati sicuramente
rinsaldati da questa giornata comunitaria, ove alla predicazione
dei pastori Robert Lavanchy,
della Chiesa Riformata Svizzera
del Vailese, e Marc Richalot della Chiesa Riformata di Francia,
hanno fatto seguito accenni alla
storia dell’evangelizzazione in
Valle e visita ai monumenti storici romani.
La presenza della radio locale
di Martigny ha saputo dare anche un’impronta ufficiale alla nostra giornata, con un’intervista
ai tre consigli di chiesa riuniti
congiuntamente.
I trombettieri valdesi hanno
accompagnato il canto degli inni
durante il culto e, nel pomeriggio, uniti ad elementi della
nostra comunità in un improvvisato- gruppo corale, hanno dato
luogo ad una sorta di concerto
entusiasmante.
• Il 3 ed il 7 giugno, la comunità si era poi vivamente rallegrata delle visite rispettivamente
organizzate dalle sorelle della Società di Cucito di Torre Pellice
e dell’Unione Femminile di Luserna S. Giovanni.
Intorno alla metà di maggio
diaconi, animatori giovanili e
pastori italiani e tedeschi si sono ritrovati ad Agape per lavorare sui metodi di formazione
per adulti. In questo campo lavoro pratico e teorico sono
strettamente connessi; i metodi sono strutture che permettono la libertà, pertanto c’è bisogno di strutturare il lavoro in
modo tale che chi si avvicina
alla materia costruisca liberamente la propria via d’apprendimento.
Il lavoro, guidato dal pastore
Gottfried Orth, responsabile
teologico della Commissione di
lavoro per la formazione degli
adulti della chiesa evangelica tedesca, è stato quindi anche uno
scambio continuo di metodi e
esperienze.
L’Assemblea del VII circuito,
riunita il 10 maggio scorso a
Trieste, presso la Comunità metodista, ha avuto alla propria
attenzione, oltre all’argomento
dell’istruzione religiosa confessionale nella scuola pubblica, su
cui riportiamo un odg approvato, la questione giovanile nel
circuito: in particolare l’assemblea si è detta soddisfatta della
ripresa delTattività giovanile a
tale livello, e si è riprornessa di
far organizzare dal Consiglio un
incontro destinato a questa fascia di membri di chiesa. Le elezioni hanno delegato al sinodo (in qualità di membri metodisti) Laura Carrari ed Emanuele Menegon.
Sovrintendente del circuito è
Maddalena Giovenale Costabel,
mentre del Consiglio fanno ora
parte: Alberto Bragaglia, Teodoro Fanlo y Cortés, Emanuele
Menegon e Daniela Campbell.
Il Consiglio stesso ha poi ricevuto il mandato di seguire
Rosa Bruschi nel corso dei suoi
studi per predicatore locale.
— « L'Assemblea del 7° Circuito
(...) raccomanda ai mezzi di comunicazione dell’area evangelica di dare
il massimo risalto alle prossime scadenze scolastiche legate all ora di religione cattolica nella scuola pubblica,
ricordando in particolare la data del
7 luglio, quando si dovranno esercitare alcune opzioni da parte dei genitori e degli alunni ». (Un astenuto e un
contrario).
— . (...) dà mandato al Consiglio di
diffondere, previa verifica giuridica,
tra i genitori evangelici del 7° Circuito
i testi dei due esposti del Comitato
Scuola e Costituzione ». (Due astenuti).
— « (...) chiede alla CED di prendere in considerazione l’urgenza di costituire un coordinamento operativo
dei genitori e degli insegnanti evangelici per appoggiarli concretamente
nella battaglia per la libertà religiosa
nella scuola». (Tre astenuti).
— " (...) si riconosce nella strategia
tracciata dai Sinodi degli ultimi anni
circa l'applicazione delle Intese nella
scuola; indica alle Comunità che. nella pluralità di scelte circa l’utilizzo
delle discipline alternative all’ora di
religione, è primario aiutare materialmente e spiritualmente i fratelli impegnati nella lotta all'ora di religione
cattolica nella scuola pubblica, sentendo questa lotta come un'occasione di testimonianza personale ». (Un
astenuto).
— " La legge 449/84 esclude qualsiasi alternativa all'insegnamento della religione cattolica, tuttavia, in applicazione all'Intesa e alle circolari
susseguenti al nuovo Concordato fra
lo Stato italiano e la Chiesa cattolica,
sono state inserite le « materie alternative », provocando una situazione
complessa e difficile per gli insegnanti evangelici, dipendenti dello Stato,
chiamati a svolgere tali insegnamenti.
Pertanto si chiede alla Tavola valdese
a) di approfondire la tematica riguardante gli insegnanti evangelici non
disponibili per le materie alternative
previste dall'Intesa Falcucci-Poletti;
b) di dare appoggio a tali insegnanti anche in termini legali e di dare
a tali iniziative la massima diffusione
sugli organi di stampa ». (Un astenuto) .
1
7
10 luglio 1987
vita delle chiese 7
I RISULTATI DI UN QUESTIONARIO
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Unioni femminili alle valli visita ih Uruguay
•1
e'informSonp in l'uolì particolari - Formazione
e informazione - Chiara consapevolezza dell’appartenenza alla chiesa
Nei primi mesi del 1987 è stato
distribuito a tutte le Unioni Femminili (UF) delle Chiese del I Distretto un breve questionario conoscitivo della realtà e dei funzionamento delle U.F. stesse Su
15 U.F., corrispondenti alle Chiese del Distretto, hanno risposto
in 9, poco più della metà, per un
totale di 96 questionari compilati. Si tratta dunque di un piccolo
campione; non rappresenta certo l’opinione di tutte le aderenti
alle Ü.F., ma può forse essere il
segnale di un orientamento, una
tendenza che si manifesta.
Un primo dato significativo è
che la maggioranza delle donne
che hanno risposto al questionario si concentra in una fascia di
età che va dai 55 ai 70 anni. In
prevalenza donne sposate o vedove, con figli adulti e autonomi;
per questa ragione le uniche per
cui la frequenza all’U.F. crea problemi familiari sono 3 donne con
figli in età evolutiva.
Sono molte le donne che frequentano l’Unione da 10 o 15
anni; alcune, con passione, scrivono « da sempre ». Non sembra
però che all’età avanzata corrisponda sempre un’ anzianità
unionista superiore. Emerge, a
questo proposito, un secondo dato importante; escluse alcune eccezioni, l’età di entrata all’Unione è spesso superiore ai 50 anni.
Le U.F. sono ,sorte quando ancora le donne non avevano il diritto di voto nelle assemblee di
chiesa. Come mai la tradizione
continua? Che funzione si ritiene
rivestano le U.F. nelle Chiese?
Le risposte: Í al questionario
esprimono il riconoscimento di
una ’’specificità” femminile nelle
Chiese, che consisterebbe in un
maggior senso di responsabilità e
in una predisposizione all’azione
concreta, in direzione soprattutto dell’assistenza, del servizio
e della beneficenza. Una minoranza ritiene che non esistano ruoli particolari, affermando
che si tratta di vocazione e disponibilità. In poche avvertono l’opportunità del trovarsi tra donne
per parlare della propria situazione, per rafforzarsi e far uscire
la propria voce all’esterno. Un
solo gruppo, negli anni passati,
ha fatto parte di una Consulta
femminile di un Consultorio familiare a gestione pubblica.
Se andiamo a vedere i motivi
individuali che spingono le donne a frequentare le U.F., troviamo
al primo posjp il bisogno di socializ.zazione, ì\ che è comprensibile se si pensa che per le donne
in questa società i luoghi di incontro sono scarsi o negati:
l’U.F. è un luogo socialmente riconosciuto come ’’adatto” per le
donne valdesi. Lo stare in compagnia è il nrimo ma non l’unico
motivo indicato; molto quotati
sono, nell’ordine: l’interesse per
le attività e i' sentirsi attive in
qualcosa di utile.
Sembrerebbe dunque profilarsi
un interesse di tipo affettivo-socializzante, piuttosto che un’ade
sione di stampo ideologico a una
istituzione o a un progetto. Una
prova di questo orientamento
proviene anche dal fatto che quasi tutte non rispondono alla domanda; « qual è l’attività che
preferisci? », oppure danno risposte generiche. In ogni modo non
mancano, tra le poche che rispondono con precisione a questa domanda, delle informazioni variegate: una parte consistente delle
preferenze va‘alla lettura biblica
con meditazione, alle discussioni, al cantò.
'Possiamo quindi ipotizzare che
nelle U.F. coesistano due anime:
quella ohe ama il confronto, lo
studio, la riflessione, e quella che
cerca soprattutto la socialità,
lo stare insieme per « fare lavori
utili ». Le due modalità di rapporto non sono però nettamente
separate a formare due fazioni
che si contrappongono, ma si distribuiscono in modo da essere
compresenti nello stesso gruppo
e/o addirittura nelle stesse persone; perciò non entrano in conflitto aperto, ma si amalgamano,
si intrecciano, e si condizionano a
vicenda, formando un tipo di organizzazione femminile che risponde ad una molteplicità di bisogni e interessi delle partecipanti.
La struttura organizzativa è
abbastanza omogenea nelle Unioni di tutte le Chiese, e ricalca in
linea di massima quella di altre
attività ecclesiastiche: ogni Unione ha la sua presidente (che in
generale è presumibilmente la
rnoglie del pastore locale), coadiuvata in molti casi da un ristretto comitato direttivo cui
spetta l’organizzazione delle varie scadenze e la gestione delle
singole riunioni. Una riunione-tipo si svolge nel modo seguente;
riflessione biblica, canto, lettura
del verbale precedente (in tre comunità), lettura delle comunicazioni pervenute, discussioni organizzative, thè. Sono inoltre programmati pranzi comunitari, visite agli istituti per anziani,
ospedali, bazar, incontri con altre Unioni, gite, riunioni quartierali...
Si affrontano argomenti di varia natura: storia valdese, argomenti biblici, oppure temi di attualità come la violenza sui minori, il razzismo, l’adozione, la
pace, l’AIDS, gli immigrati, la
struttura della Chiesa.
Le attività più menzionate dalle unioniste intervistate sono nell’ordine: le visite, i bazar e la
lettura biblica.
Molto forte è il senso di appartenenza alla Chiesa; anche in
Questo caso emergono due tendenze: la prima, espressa dalla
maggioranza, è il riferimento alla propria chiesa locale; la seconda, quasi irrilevante dal punto di vista numerico, si riferisce
invece alla Chiesa in senso lato,
intesa come insieme di nersone
con una fede in comune, un riferimento che scavalca i limiti della comunità di appartenenza.
Alla prima corrisponde un legame di utilità U.F./Chiesa che
si crea tramite il canale del supporto finanziario. Alla seconda si
associa una diversa concezione
del contributo che si può dare
alla Chiesa, consistente più che
altro in riflessioni e pensieri. Si
registra inoltre per alcune la
percezione di un rafforzamento
della propria capacità di intervento nel pubblico, come conseguenza della partecipazione all’Unione Femminile stessa.
Ci sembra che le U.F. producano una serie di risultati positivi perché coprono un vasto
raggio di interessi ed esigenze, e
servono da luogo di informazione e formazione su tematiche attuali. Tuttavia abbiamo un po’
l’imprèssione che questi argomenti non siano valorizzati, nel
senso che restano all’interno dei
gruppi, non vengono riportati
nelle comunità come stimolo alla riflessione e al cambiamento.
Questo sarà dovuto alla tradizionale abitùdine delle donne di
sottovalutare il proprio lavoro e
il proprio pensiero, di ritenersi
marginali?
Dall’esame dei questionari si
nota anche una sorta di analogia
di ruoli tra la società e la Chiesa: le unioniste si occupano molto dell’ area socio-assistenziale
(solidarietà, visite ai malati e agli
anziani, intrattenimenti...) che,
per converso, è tenuta poco in
considerazione dagli uomini; si
muovono in un campo ’’separato” dal maschile in modo complementare e poco conflittuale;
sono impegnate, almeno per una
parte del loro tempo, in campi
tipicamente ’’femminili”; cucito,
pulizia dei locali della Chiesa, cucina...
Ci chiediamo se questo ruolo
così descritto sia vissuto come
subalterno o come espressione di
una specificità positiva.
Speriamo che onesti pochi
spunti emersi dal questionario, e
soprattutto quest’ultima domanda che ne deriva, possano servire
innanzitutto a un dibattito che
approfondisca il ruolo delle U.F.,
ma soprattutto ad un ripensamento critico delle donne impegnate nella Chiesa, dentro e fuori dalle Unioni, su ciò che siamo
state, siamo e potremo essere
nella Chiesa.
Gruppo donne FGEI-Valli
PO]>^RETTO — Nella prima
quindicina di giugno un gruppo di fratelli e sorelle della chiesa ha compiuto^ un viaggio in
Uruguay ed Argentina; riportiamo qui alcuné impressioni dei
partecipanti.
Anzitutto siamo stati colpiti
dalla grandissima stima con cui
siamo stati accolti dalle nostre
Comunità dell’America Latina;
in Uruguay, fra le comunità del
circondario di Colonia Vaidense, ci è parso di trovarci come
a casa nostra, in mezzo a gente
che parla ancora il patois, fra
canti e ricordi delle Valli. Durante la visita alle capitali Montevideo e Buenos Aires ci siamo
resi conto dei problemi delle
grandi città in cui coesistono
povertà e ricchezza estrema;
zone residenziali di capitalisti
con case dai rubinetti d’oro e
famiglie che vivono in baracche di lamiera; gli stessi mezzi di trasporto sono di altri tempi: auto ed autobus antiquati,
carrozze trainate da cavalli.
Anche le fabbriche che abbiamo visitato presentano situazioni analoghe alle nostre negli
anni ’60.
Nelle settimane trascorse in
Sud America abbiamo anche visitato le opere sociali della chiesa in Uruguay: E1 Pastoreo, asilo infantile, la comunità alloggio Rogar Nimmo, l’asilo dei
vecchi Rogar Ancianos e la comunità per handicappati Rogar
E1 Sarandì.
In Argentina siamo stati ospiti dell’Isedet, facoltà di teologia,
dove abbiamo avuto vari incontri con docenti e studenti.
•_ Ringraziamo il fratello U.
Zeni, che ha presieduto il culto
di domenica 5 luglio e predicherà ancora domenica 12.
• Giovedì 2 luglio ha avutO'
luogo il funerale della sorella
Alina Bcuchard in Rostagno, deceduta improvvisamente all’età
di 73 anni, a Ruata, dove avrebbe trascorso i mesi estivi. Al
marito ed ai familiari vadano le
fraterne condoglianze e la solidarietà cristiana jdi tutta la comunità.
Assemblea di chiesa
FRALI — Nel corso dell’assemblea dei 21 giugno scorso
in merito all’ipotesi di trasferimento del pastore a partire
dall’ottobre 1988, la chiesa ha
deciso di non avvalersi della
sua condizione di ’’autonomia” e
di rimettersi alle decisioni della
Tavola Valdese. Tuttavia sono
state fatte presenti alcune esigenze particolari, quali la varietà del lavoro pastorale in questa comunità (museo, gruppi in
visita, rapporti col turismo, disagio invernale) ed il desiderio
di avere un pastore con un ministerio sufficientemente lungo e
senza troppi incarichi extra-comunitari.
• La comunità esprime la sua
fraterna solidarietà cristiana ai
familiari di Dante GriU, deceduto all’età di 52 anni, duramente provato dalla malattia.
L’impressione generale, comunque, al termine di questo soggiorno, è che la gente vive ancora molto nel timore della repressione secondo quanto vissuto
in questi anni di storia travagliata.
Battesimi
VILLAR PEROSA — Durante
il culto del 21 giugno, presieduto da Daniele Bouchard, sono
stati battezzati Giorgio, idi Guido e Rina Long, Elisa e Davide,
di Dario e Glaudia Long.
• In tema d’esilio: « Fra vecchia e nuova patria: 1685-1700 »,
la mostra dello storico tedesco
Theo Kiefner, sarà a Pomaretto
dal 19 luglio al 2 agosto, patrocinata dalla Pro Pomaretto e
dalla rivista « La Valaddo ». Si
tratta del primo esilio dei vaidesi, nel 1685, in Svizzera e
Germania, del rimpatrio del
1689, e infine del secondo esilio
in Germania del 1698 e delle loro colonie. La mostravverrà allestita nei locali delle scuole elementari col seguente orario: festivi ore 9-12; 16-20 - feriali ore
18-21.
• Esprimiamo fraterna solidarie_tà_ alla famiglia di Giovanni
Luigi Long, deceduto dopo improvvisa malattia all’età di 74
anni.
Prossimi lavori
Visite gradite
SAN SECONDO — Domenica
5 luglio l’Assemblea di chiesa,
dopo aver ascoltato la relazione
dei lavori della Conferenza distrettuale, ha discusso a lungo
sui lavori di manutenzióne degli stabili e aH’unanimità ha deciso di far rifare le grondaie
del tempio, contando sulla partecipazione finanziaria di tutti.
Errata corrige
Il salto, del tutto involontario,
di una riga tipografica ha causato un curioso errore: nel numero scorso abbiamo incrociato
le coppie di due matrimoni avvenuti a S. Germano! La notizia
vera è questa.
Si sono sposati il 21 giugno
Franco Gönnet con Donatella
Beux, ed il 28 giugno Silvio Ferrari con Fiorella Comba.
Ci scusiamo con gli interessati
a cui rinnoviamo i nc-stri auguri.
PRAMOLLO — Il culto del 14
giugno, domenica della Conferenza distrettuale, è stato tenuto dall’anziano G. Peyronel, che
ringraziamo vivamente.
• La_ comunità ringrazia ancora Dino Gardìol per il messaggio della Parola che ha rivolto durante il culto di domenica 28 giugno.
• Domenica 21 giugno abbiamo avuto la visita di un gruppo di anziani ospiti dell’Asilo
di S. Germano e della corale di
Villar Perc’sa, che hanno partecipato al culto insieme a noi.
• Il 3 luglio il Signore ha chiamato a sé Olga Rostan ved. Balmas. Ai familiari esprimiamo
ancora la nostra simpiatia cristiana.
• Nel corso del culto del 28
giugno è stato battezzato Omar,
di Rosella ed Ezio Bounous;
al bimbo ed ai genitori j nostri
migliori auguri.
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Domenica 12 luglio
□ EL DIRITTO NELLA
CHIESA
TORRE PELLICE — Nell'ainbito della
Iniziativa « tempio aperto », organizzata^ dalla commissione della chiesa valdese per l'evangelizzazione, alle ore
17.30,- presso il tempio, ha luogo una
conversazione del prof. Giorgio Peyrot sul tema: « Il diritto nella chiesa ».
□ CULTO IN PIEMONTESE
PIEDICAVALLO (Biella) - Alle ore
16 presso la sala valdese si tiene il
culto in piemontese.
8
8 valli valdesi
f
10 luglio 1987
Società
di Studi
Vaidesi
Passeggiata storica
La prima passeggiata storica
del 1987 ha avuto luogo domenica 28 giugno, come preannunziato, al Bars d’ia Talhiola.
Una cinquantina di amici vecchi e giovani sono saliti fino a
Giabaudin accolti con la tradizionale ospitalità dalla famiglia
Tourn Benech. <^asi tutti i partecipanti hanno diseese-con- più
o meno agilità le scale per visitare la barma storica. Dopo
un breve culto la giornata è
trascorsa in conversari, rievocazione storica, riposo all’ombra
con dinanzi lo splendido panorama della valle.
Il rientro è avvenuto attraverso i boschi di Viandalino. Ci sarebbero molte riflessioni interessanti da fare in margine a
questa giornata, sul significato
dei luoghi nella nostra storia,
sul loro impatto nella memoria
culturale e spirituale della nostra gente.
Il Bars è uno dei più antichi
simboli della nostra memoria
ed è stato al centro di passeggiate, rievocazioni, gite negli anni ’20 e ’40. Attilio Jalla conduceva nel 1943 pressappoco in
TORRE PELLICE - LUSERNA SAN GIOVANNI
Edilizia scolastica
Nelle ultime settimane sia Torre Pellice che Luserna S. Giovanni hanno dovuto assumere deliberazioni per lavori importanti
nell’edilizia scolastica.
A Torre Pellice si è inoltre verificata una urgenza proprio alla
vigilia della chiusura dell’anno
scolastico. « E' successo — dice
l’ass. all’istruzione Lorenzino —
che alcuni tavelloni del pavimento delle scuole elementari hanno
ceduto ed è quindi statò necessario provvedere a dei puntellamenti immediati; nulla a che vedere con un crollo, come qualcuno temeva, ma certamente un notevole lavoro di rifacimento per
il quale è stato approvato il progetto e richiesto un mutuo alla
Cassa Depositi e Prestiti; difficilmente peraltro i lavori potranno
essere eseguiti entro l'estate, come invece all’inizio speravamo.
Ci sono inoltre altri lavori di una
certa urgenza, come gli impianti
elettrici al Bosso ed al Plana;
fra gli obiettivi che sarebbe importante raggiungere c’è la nuova sede per la scuola materna:
il tutto è appena alla fase di studio, ma non possiamo nasconderci che la attuale sede sacrifica
sia la scuola materna che le medie, attualmente carenti di spazi,
tant’è che da alcuni anni dobbiamo affittare alcune aule dal Collegio Valdese ».
Nello stesso settore dell’edilizia scolastica notevoli problemi
deve affrontare anche il comune
di Luserna S. Giovanni; recentemente è stato approvato il progetto per un nuovo edificio che
dovrà ospitare le scuole medie.
Anche la richiesta di mutuo è
stata avanzata e, ci dice il consigliere delegato all’ istruzione,
Duilio Canale, « si spera di poter iniziare i lavori all’inizio del
l’88. Verrà demolita l’ormai fatiscente parte che si trova fra le
vie Tegas e Deportati con ricostruzione di un edificio adeguato
ad ospitare una scuola; il costo
totale dell’opera supererà il miliardo e mezzo ». Nel periodo di
transizione si spera di poter sistemare i ragazzi neH’ala vecchia
del « Buniva », visto che col prossimo anno dovrebbe essere utilizzabile il nuovo edificio, anche in
questo caso dando una sistemazione agli oltre 450 studenti.
Piervaldo Rostan
VAL PELLICE
questi stessi giorni una comitiva di giovani delle Unioni con
lo stesso programma. Cosa sarà stato detto in quella circostanza? Cosa di diverso e di simile a
quello che abbiamo detto noi?
Sarebbe interessante saperlo e
rifletterci su un istante.
La prossima passeggiata sarà
in vai S. Martino, come preannunciato, domenica 2 agosto
con visita a Villasecca, Bovile e
gita alle alture del Muret. Incontro dei partecipanti alle ore
9.30 al ponte (500 m. ^ Ferrerò sulla strada di Frali da dove
si svolta per S. Martino).
Il programma è quello di sempre: breve culto a fine mattinata, pranzo al sacco, rievocazione storica, passeggiata.
BOLLETTINO
E’ uscito ed è stato inviato ai
soci il n. 160 del Bollettino,
con articoli di S. Feyronel, C.
Madonia, A. Molnàr e G. Vola.
RICERCHE
Abbiamo iniziato, in vista del
Centenario, vma ricerca sul monumento ad Enrico Arnaiid e la
sua storia. Chiunque avesse documentazione al riguardo (fo'tografle, lettere, ricordi personali)
utile alla nostra ricerca è pregato di comunicarcela. Ringraziamo sin d’ora per la collaborazione.
TESI
Guardia medica turistica
Dal 1° luglio 1987 è stato attivato nel territorio dell’USSL 43
il servizio di Guardia Medica Turistica per 1 cittadini non residenti in Valle che ivi soggiornano nel periodo estivo.
Il servizio, che si prolungherà
fino al 15 settembre prossimo,
funziona dalle ore 8 alle ore 20
dei giorni feriali e, collegandosi con il servizio della Guardia
Medica ordinario, offre una copertura oraria di 24 ore su 24
per le urgenze e emergenze.
I cittadini possono rivolgersi
alla Guardia Medica Turistica,
per situazioni di urgenza od
emergenza, telefonando al numero 932433 (presso l’Ospedale
Valdese di Torre Fellice) e rivolgersi direttamente al medico di turno, o lasciare im messaggio alla segreteria telefonica qualora il medico fosse temporaneamente assente per altre visite; il
medico può ascoltare anche a
distanza, telefonando, i messaggi lasciati alla segreteria telefonica, per una maggiore tempestività di intervento.
Nei Comuni di Torre Fellice,
Villar Fellice e Bobbio Fellice il
medico di turno visita altresì
presso un ambulatorio, secondo
il seguente orario:
venerdì ore 9.00 - 10.00
Il servizio di Guardia Medica Turistica è inoltre in contatto, via radio, 24 ore su 24, con
il medico di guardia delTOspedale Valdese di Torre Fellice
per un collegamento sui problemi legati all’urgenza ed emergenza.
I medici del servizio di Guardia Medica Turistica sono stati
dotati degli strumenti informativi in uso neiruSSL (cartella
medica orientata per problemi,
prospetto degli interventi effettuati) al fine di svolgere interventi integrati con l’operato dei
medici di base e fra i medici
della Guardia Medica Turistica
stessa, anche in vista dell’istituzione del servizio Soccorso
Urgente Territoriale con ambulanza attrezzata e con personale sanitario a bordo.
Il servizio di Guardia Medica
Turistica è totalmente gratuito.
TORRE FELLICE
Il nostro giovane socio Daniele Tron, valido collaboratore nostro durante il servizio civile
presso la Società, ha brillantemente conseguito la laurea con
dignità di stampa presso l’Università di Torino con una ricerca sugli archivi giudiziari della
vial S. Martino nel XVIII secolo. E’ una pagina poco studiata della nostra storia e soprattutto un nuovo approccio ai problemi di storia valdese che entrano così nel dibattito storiografico. Ci auguriamo che questo lavoro sia presto a disposizione di tutti e prosegua con
successo.
via Repubblica, 3 c
lunedì ore 15.00 - 16.00
martedì ore 15.00 - 16.00
mercoledì ore 15.00 - 16.00
giovedì ore 15.00 - 16.00
venerdì ore 15.00 - 16.00
VILLAR FELLICE
via 1° Maggio, 37 - c/o Comune
lunedì ore 9.00 - 10.00
mercoledì ore 9.00 - 10.00
venerdì ore 11.00 - 12.00
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Sede: 10066 TORRE PELLICE
Piazza Muston n. 3 - Tel. (0121) 91514 - 91836
CONCORSO PUBBLICO
Presso la Comunità Montana Val Pellice è indetto
un pubblico concorso ad un posto di Applicato/a (4’’
qualifica funzionale-esecutore) con scadenza il 24 luglio 1987.
Titolo di studio: licenza scuola dell’obbligo.
Età: da 18 a 35 anni.
Trattamento economico: come da contratto nazionale approvato con D.P.R. 347/83.
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Segreteria
della Comunità Montana Val Pellice (Piazza Muston 3 Torre Pellice - Tel. 0121/91514 - 91836).
IL PRESIDENTE
(Arch. Piercarlo Longo)
P
BOBBIO FELLICE
Caduti per la Libertà
c/o Comune
lunedì ore 11.00
martedì ore 11.00
mercoledì ore 11.00
giovedì ore 11.00
12.00
12.00
12.00
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Via Malan, 43 ■ Tel. 0121/90.02.85
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150 ore
TORRE PELLICE — Mentre in
tutte le scuole si stanno concludendo gli esami, i 15 partecipanti al corso delle « 150 ore », svoltosi per il secondo anno a Torre Fellice presso la scuola media
statale « L. da Vinci », hanno
terminato la loro fatica.
« Alla fine dei lavori — conclude Canale — saranno a disposizione una quindicina di aule, alcuni laboratori, una palestra degna di tale nome, oltre ovviamente ai servizi. Da segnalare ancora
che nell’ex-sede dell’asilo nido
verrà aperta la terza sezione della scuoia materna ».
Si tratta di persone provenienti dai comuni della Val Pellice che per vari motivi non
hanno potuto, la suo tempo, conseguire la licenza media. Il corso, svoltosi la sera fra le 19 e le
22, è stato condotto- da quattro
insegnanti comprendendo, oltre
al normale ciclo dì istruzione,
anche partecipazione a gite, conferenze, proiezioni.
I lusinghieri risultati conseguiti hanno fatto sì che l’esperienza verrà ripetuta anche nel
prossimo anno ’87-88: -per informazioni rivolgersi presso la
scuola media « L. da Vinci » a
Torre Fellice oppure presso i
Comuni.
Pittura e vetrine
TORRE PELLICE — Nel periodo a cavallo fra giugno e
luglio si svolge nella nostra città la prima rassegna di arte figurativa denominata « pittura e
vetrine ». Oltre 50 opere di cinque pittori, Sergio Brero, Angelo
Meitre, Guy Rivoir, Roberto Rivoira, Antonio Russo, tutti legati in qualche modo a "Torre,
vengono esposte nelle vetrine di
altrettanti negozi. L’esposizione
è legata ad un concorso che
coinvolgerà la popolazione invitata a votare, mediante apposite schede, per la vetrina che
abbini in modo migliore l’opera
esposta ed il gusto o la fantasia dei commercianti.
« L’iniziativa — auspicano gli
amministratori di Torre Pellice
che hanno organizzato la inostra con la Pro Loco, la Provincia e la CRI — potrebbe trovare una collocazione annuale;
si vuole creare uno spazio nuovo dove il rapporto artista-città possa vivere in una dimerisione diversa, più moderna e vicina alla realtà della gente ».
Il WWF in difesa
dell’albanella
PINEROLO — Il WWF ha
lanciato un appello in difesa
dell’« albanella minore », un rapace poco diffuso sul territorio, ma protetto dalle leggi vigenti, che nidifica abitualmente
nei campi di grano. Evidentemente i mezzi meccanici di cui
si avvale llagricoltura moderna
causano la distruzione delle nidiate durante la mietitura. Il
WWF è disposto a rimborsare i
contadini che avranno contribuito a salvare le nidiate sacrificando la mietitura nelle zone
coltivate dove giacciono i nidi.
Richiesto
il tempo pieno
INVERSO RINASCA — Il Consiglio di interclasse della scuola
di Inverso Rinasca ha chiesto
l’istituzione del tempo pieno
con raggiunta di due insegnanti,
oltre i tre titolari.
La richiesta ha avuto l’appoggio dell’attuale amministrazione comunale dì Inverso Rinasca, che si è impegnata ad
adattare un locale per la refezione oltre a garantire il contributo necessario per queste servizio e l’adeguamento del trasporto alunni al nuovo orario.
9
10 luglio 1987
valli valdesi 9
TORRE RELUCE: DUE GIORNI PER LA PACE
fé
Finché la terra durerà...
m'
Un momento "ecologico" della « due giorni »: i bambini partono per la caccia al rifiuto.
Con quella del 27-28 giugno siamo giunti alla terza edizione
della « Due giorni per la pace »,
un’iniziativa ideata dalla Commissione pace e disarmo della
Chiesa valdese di Torre Pellice
e proposta per la prima volta
nel giugno ’84, per sensibilizzare la cittadinanza: sii tetni inerenti la pace.
Chi ha seguito le manifestazioni in piazza delle passate
eciizioni certamente ricorderà la
mongolfiera della pace (che non
si sollevò), i palloncini, la corsa a piedi, gli stand, i dibattiti e le tavole rotonde, sempre
accese e stimolanti, il buffet, il
mercato delle pulci, e tutti i personaggi, dal semplice membro di
chiesa, impegnato a distribuire
torte e collegare fili, all’uomo
politico C' al musicista, improvvisato e non.
E anche quest’anno lo spettacolo non è stato diverso dal
solito, ma non per questo meno
interessante. Col titolo « Finché
la terra durerà... » si è sottolineata l’importanza della salvaguardia della terra come salvaguardia dell’uomo. La manifestazione si è quindi tinta un po’
di « verde », con la partecipazio
strettamente legato al tema della pace. Essere costruttori di
pace non significa solo lottare
contro le armi, la guerra e i
soprusi, vuol anche dire aiutare
il prossimo sofferente, sia esso
un minore disadattato, un handicappato, un i^ato o un intero potibìò-iti ' fotta per la libertà. In Còriclusioné, se vogliamo riassumere le motivazioni
che ci hanno spinto a ripetere
la manifestazione, queste possono essere suddivise in tre
punti:
1) sensibilizzare la gente su
problemi di attualità (e la pace è un tema sempre attuale, anche ,S8 nelle sue varie sfaccettature segue sovente i corsi e
ricorsi della moda) è nostro
compito, sia come cittadini che
come credenti.
2) La nostra testimonianza
di credenti passa anche attraver
so queste manifestazioni: è la comunità che si apre, fa vedere
una parte di sé, sottolinea il
suo impegno con scelte ben precise e non solo con ragionamenti astratti fatti tra le mura di
« casa nostra ».
3) Non bisogna infine sottovalutare l’aspettò aggregante di
un’iniziativa del genere, e l’aggregazione, nelle nostre comunità, è un aspetto di non poco
conto. Molte persone socialmente e culturalmente lontane hanno la possibilità di stare assieme e lavorare per un progetto
che le vede unite, proprio come
una troupe teatrale, in cui ognuno ha un suo ruolo e una sua
funzione ben precisi.
Un grosso lavoro, quindi, che
merita comunque di essere intrapreso. Dunque, al 1988?
Marco Fraschia
TRAFFICO DI ARMI
ne di alcuni gruppi ecologisti. La pace è un problema dell’uomo. così come lo
L’Italia “ecumenica”
è la salvaguardia dell’ambiente.
Se vogliamo trovare un filo conduttore della nostra « Due giorni per la pace » sarà sicuramente 1 uomo al centro della nostra
attenzione. Vittima o carnefice. E’ l’uomo delle fabbriche e
del commercio di armi, delle
centrali nucleari, dell’inquinamento, delle stragi, delle guerre,
ma è anche l’uomo che soffre,
torturato, imprigionato, oppresso, privato della sua libertà. Ecco quindi spiegata la presenza
alla manifestazione, oltre a vari
gruppi pacifisti, di Amnesty International, del Comitato di solidarietà col Nicaragua, di gruppi ecologisti: tutti si occupano,
in modo diretto o indiretto, dei
diritti dell’uomo. La tavola rotonda del sabato sera sui diritti dell’uomo ci ha fatto capire quanto questo argomento sia
E’ luogo comune che il movimento per la pace non sia più
vivace come alcuni anni fa. Come ogni luogo comune però, anche questo trova numerose occasioni che ampiamente lo smentiscono (non ultima il voto « verde » alle elezioni del 14 giugno).
Una di queste è stata la manifestazione « Due giorni per la
pace » di Torre Pellice, che è
stata un esempio dell’attuale caratterizzarsi del « movimento ».
Un primo passo perché la gente si senta protagonista e riscopra che ciò che le accade intorno (a pochi ma anche a molti
chilometri di distanza) la riguarda da vicino, e riprenda il gusto
del « far politica », è fornire informazioni, anche e soprattutto
su argomenti sui quali può risultare scomodo per il « palazzo » che qualcuno se ne occupi.
Il mercato delle armi, gli affa
ri dell industria bellica sono uno
di questi argomenti, su cui a
Torre Pellice hanno fatto alcune
riflessioni Claudio Canal (dell’wOsservatorio sull’industria bellica», associazione di Torino),
Giorgio Guelmani (della redazione di « Gioventù evangelica ») e
padre Eugenio Melandri (direttore di « Missione oggi », rivista
di Parma).
I primi due hanno osservato
alcune caratteristiche generali
del mercato delle armi: la sua
atipicità rispetto ad altri « beni di consumo », in quanto non
è tanto la domanda di beni a
condizionare l’offerta, ma esattamente l’opposto; analogo aspetto
dello stesso fenomeno si osserva nel rapporto tra sviluppo tecnologico deH’industria bellica e
« strategie politiche »: non sono
queste a determinare il primo
(come sarebbe nella logica: io
voglio un certo risultato, e in
conseguenza indirizzo le mie ricerche), ma anche qui è il contrario.
La tecnologia dei « sistemi di
arma » (non più di singole armi,
convenzionali o nucleari, si deve
parlare, ma di complessi e compositi sistemi) è normalmeinte
cesi avanzata che le forze che
dovrebbero controllarne lo sviluppo non riescono più ad esercitare la foro funzione, ma vengono condizionate da essa.
Altra anomalia nel mercato
delle armi, osservava Guelmani
facendo alcuni esempi, è il ribaltamento di un elementare principio della produzione industriale, quello della minimizzazione
dei costi: le coperture di tipo
politico e militare consentono
un processo di aumento dei costi inimmaginabile in altri settori industriali. Per contro, le
armi stanno diventando sul mercato un bene di consumo alla
pari di molti altri, nel senso che
non vi è più un monopolio nella
produzione, ma comincia anche
qui a farsi sentire il fenomeno
della concorrenza.
I paesi del Terzo Mondo, tradizionali acquirenti, stanno diventando anch’essi produttori,
acquistando piuttosto tecnologie. In questo senso si può dire
che l’Italia sia una. punta ;Svanzata del Terzo Mondò, ' risultando essere, secondo il Rapporto
del SIPRI di Stoccolma, il 5°
paese al mondo esportatore di
armi, come volume d’affari, e
la prima in graduatoria nell’acquisto di tecnologia.
Dopo due interventi «tecnici»,
un discorso « mobilitante »: Eugenio Melandri ha osservato una
contraddizione di fondo nella
politica italiana verso il Terzo
Mondo; da una parte infatti si
interviene con aiuti contro la
fame, a favore della vita delle
popolazioni depresse, e dall’altra si sostiene un fiorente mercato bellico verso i medesimi
popoli (e le armi non portano
certo vita).
Altro fatto degno di nota: 1’« ecumenismo » dell’Italia nel vendere armi; l’Iran e l’Iraq, per
esempio, sono entrambi buoni
clienti: perché prender posizione
e vendere ad uno soltanto?
Occorre, secondo Melandri, che
il movimento pacifista trovi nella denuncia di questi fatti nuovi stimoli e punti di forza; bisogna che si impegni in concreti
studi indirizzati alla riconversione industriale, senza continuare a considerarla una bella
utopia; bisogna che ognuno si
senta protagonista della storia e
riscopra il gusto del fare politica, senza rimanere passivo ed
inerte di fronte a ciò che accade.
Paolo Gay
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RINGRAZIAMENTO
« Ora tu non capisci quello che
io faccio; lo capirai dopo »
(Giovanni 13: 7)
E’ prematuramente mancata all’affetto dei suoi cari
M. Elisabetta Brusco in Negro
La famiglia commossa ringrazia per
la partecipazione al proprio dolore.
Torino, 22 giugno 1987
(( E quando sarà distrutto questo corpo^ vedrò Iddio.., lo contempleranno gli occhi miei. Il
cuore, dalla brama, mi si strugge in seno! »
(Giobbe 19: 26-27)
Le iiglìe, i generi, i nipoti, annunciano la scomparsa, a tre mesi da
quella della moglie Bianca Barlera,
del M.o
Galileo Negri
anni 92
Era il più vecchio della Chiesa di
Felonica, e rultimo dì quelli ohe consolidarono la Comunità sarta al principio del secolo. Al funerale, celebrato domenica 28 giugno dal genero pastore Enrico Corsani, era presente una
grande folla di estranei, Oltre alla maggior parte dei fratelK di Chiesa.
Felonica, 29 giugno 1987
RINGRAZIAMENTO
« La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza »
(Il Corinzi 12: 9)
I familiari del compianto
Giovanni Rivoira
(Gìanu)
di anni 78
ringraziano tutti coloro che con presenza, fiori e «eritti hanno voluto essere loro vicini in questa triste circostanza.
Un ringraziamento particolare alla
dottoressa Michelin Salomon, al personale dell’0^>edale Valdese di Torre
Pellice, al Pastore Zotta e a ohi con
tanto amore lo ha soccorso.
Torre Pellice, 10 luglio 1987
RINGRAZIAMENTO
II marito ed i familiari tutti della
compianta
Alina Bouchard in Rostagno
commossi per la igrande dimostrazione
di affetto tributata affa loro cara, rinr
graziano di cuore tutti coloro che con
scrìtti, presenza, parole di conforto
hanno preso parte al loro dolore.
Rivolgono, inoltre, un pensiero riconoscente ai pastori Paolo Rihet e
Bruno Bellion.
Pramollo, 10 luglio 1987
Tipografi e redattori esprimono al
collega Paolo Rostagno e alla sua famiiglia tutta la loro simpatia per la
perdita della zia Alina Bouchard.
USSL 42 - VAILI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 12 LUGLIO 1987
Villar Perosa: FARMACIA DE PAOLI
- Via Nazionale. 22 - Tel. 840707.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva a festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 12 LUGLIO 1987
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pollice: Telefono 91.996.
10
10 fatti e problemi
10 luglio 1987
UN RAPPORTO DELLE NAZIONI UNITE
AMNESTY INTERNATIONAL
11 luglio 1987;
siamo 5 miliardi
Una data simbolica ma significativa - Tra le cause il prolungamento della durata della vita - Fra tutti spicca il caso del Brasile
Secondo il Rapporto sulla popolazione mondiale 1987 del Fondo delle Nazioni Unite per le attività relative alla popolazione
(FNUAP), Tattuale mese di luglio
vede la nascita di un bambino
che fa salire a cinque miliardi il
numero degli abitanti della terra. Il FNUAP ha proposto di proclamare per rii luglio la « Festa
del quinto miliardo ». Si tratta di
una data ovviamente simbolica,
ma non per questo meno significativa. Vediamo qualche altro
dato di questo Rapporto basato
su un avvenimento che segna
una nuova tappa del cammino
deH’umanità.
La popolazione mondiale attualmente aumenta di 80 milioni
all'anno, e cioè di 150 individui al
minuto, o 220 mila al giorno. Seguendo questo ritmo, saremo sei
miliardi entro la fine del secolo,
sette miliardi nel 2010 e otto miliardi nel 2022: il maggior apporto a questo incremento verrà dato dai iPaesi sottosviluppati. Il
Rapporto stima che la popolazione mondiale si stabilizzerà su
una cifra vicina ai 10 miliardi di
persone fra circa un secolo.
Un altro incremento della popolazione è dato anche dal proltmgarsi della durata media della
vita, che cfggi si aggira sui 60 anni, probabilmente tre volte maggiore di quella del XVII secolo,
quando la terra contava appena
500 milioni di abitanti. Anche il
tasso mondiale della mortalità
infantile è sceso a 80 su 1.000, vale a dire cinque volte meno di
300 anni fa.
Ma ovviamente questa espansione demografica, oltre che essere all’origine dell’attuale progresso, — sottolinea ü Rapporto
— è anche causa di problemi, i
cui effetti vengono subiti in modi
diversi a seconda dei singoli Paesi. Si considerino due ipotetici
Paesi aventi oggi 20 milioni di
abitanti. Nel primo, una politica
demografica mira a ridurre il tasso di espansione in modo da stabilizzare la popolazione sui 35
milioni da qui al prossimo secolo. Nel secondo, dove non si riesce a porre in atto un servizio di
pianificazione familiare, la popolazione raggiungerà senza dubbio
la cifra di 120 milioni.
Se il « bebé del quinto miliardo » nasce nel secondo Paese, le
sue possibilità di sopravvivenza
saranno assai minori che nel primo, dove la popolazione aumenta più lentamente e dove i servizi sanitari sono rivolti ad una
utenza meno numerosa. Lo stesso accadrà anche nel settore dell’educazione infantile.
Gli autori del Rapporto insistono particolarmente sul fatto che
un’adeguata politica di pianificazione demografica è in grado di
risolvere almeno in parte i problemi di certi Paesi. Esiste infatti una evidente relazione fra la
limitazione delle nascite ed il
reddito prò capite. Il FNUAP, a
questo proposito, fa l’esempio
del Brasile comparato al Giappone. Mentre nel 1960 il prodotto nazionale lordo era di 900 dollari per il primo e di 1.400 dollari
per il secondo, attualmente esso
è rispettivamente salito a 2.000
ed a 16.000 dollari a persona, pur
avendo i due Paesi conosciuto la
medesima espansione economica.
Causa fondamentale di questo divario a forbice — secondo gli autori del Rapporto — è l’espansione demografica enormemente
maggiore del Brasile, che ha di
luito i vantaggi di quella economica. (Ndr: Basti pensare ai 32
milioni di bambini brasiliani
« per la strada » che sono stati
considerati in un nostro ’’obiettivo aperto” del 7 febbraio 1986).
Un altro fattore, oggetto di
denuncia del Rapporto, è dato
dall’alterazione dell’eauilibrio fra
l’uomo e la natura dovuta alla
espansione demografica. I Paesi sottosviluppati piantano oggi
da dieci a venti volte meno alberi
di quanti ne consumino, e questo particolarmente a causa della
forte domanda di legno da ardere nelle zone ad alta densità di
nascite. Oltre ai vegetali, anche
numerose specie animali sono
fortemente minacciate e si prevede che da qui all’anno 2000 il
mondo vedrà la sparizione quotidiana di un centinaio di specie
diverse.
Gli autori sottolineano anche
il fatto che i problemi demografici di im Paese possono avere
delle ripercussioni non indifferenti sul resto del mondo, sia a
causa della degradazione e degli
squilibri sopra ricordati, e sia
perché Timpoverimento della popolazione aggrava vieppiù il problema già drammatico del debito internazionale.
Parecchi Paesi — conclude il
Rapporto — sono riusciti a frenare la propria espansione demografica, ma molto resta ancora da fare. Nel varcare la soglia
dei cinque miliardi di abitanti
si rende ancora più urgente una
attenta politica demografica che
ristabilisca l’equilibrio fra l’uomo e la natura, equilibrio essenziale per la salvaguardia delle generazioni future.
Roberto Peyrot
In mezzo alle tensioni Nuova nascita
(segue da pag. 3)
che da ambienti detti protestanti, ma che vengono sconfessati
come tali dai credenti militanti,
i quali sostengono che i veri cristiani non sparano, non fanno
esplodere bombe e non uccidono, ma s’incontrano per discutere e trattare nel pieno rispetto
degli altri). Dall’altra parte, questa Chiesa richiede con insistenza ai vari organi politici e a tutte le parti responsabili di voler
affrontare e risolvere questi problemi secondo giustizia, nel rispetto dei diritti di tutti, senza
alcuna discriminazione e democraticamente. Su questa linea la
Chiesa Presbiteriana in Irlanda
ha criticato « l’accordo angloirlandese » (fra i due Governi),
in quanto accordo di vertici, che
non ha consultato la base e non
ha tenuto conto della volontà
della maggioranza dei cittadini.
Questa Chiesa ha altresì criticato un piano americano d’investimenti economici in Irlanda (Me
Bride), perché è discriminatorio in quanto tende a privilegiare l’occupazione della minoranza cattolica e non tratta con la
stessa attenzione i disoccupati
non cattolici, che pure hanno le
stesse necessità.
La Chiesa Presbiteriana in Irlanda tiene le sue Assemblee Generali (corrispondenti al nostro
Sinodo) una volta all’anno, al
principio di giugno, generalmente
in un suo grande edificio al centro
di Belfast (Church House), e
ogni dieci anni a Dublino. Quest’anno i lavori della General Assembly si sono svolti a Belfast
dalla sera del 1° alla sera del 5
giugno u.s. I componenti di quest’Assemblea erano oltre un migliaio, di cui la metà pastori e
gli altri « anziani delegati », oltre a numerosi rappresentanti di
altre Chiese sorelle. La Chiesa
Valdese e Metodista era rappresentata dal sottoscritto.
I problemi affrontati e discussi da quest’Assemblea Generale
sono stati più o meno quelli accennati qui sopra, riguardanti il
vasto campo di attività e di testimonianza di questa Chiesa in
patria e nel mondo. I dibattiti,
però, non si sono protratti oltre
il tempo prestabilito dall’ordine
dei lavori già fissato nello stesso rapporto a stampa (340 pagine). Tutto si è svolto sulla base delle varie relazioni contenute in questo rapporto, in cui si
trovavano già i vari ordini del
giorno o deliberazioni, che alla
fine di ogni discussione, ben contenuta, venivano approvati, modificati o respinti.
II clima spirituale è stato sempre sereno, vivace, cordiale, fraterno, e chi ha potuto partecipare a questo grosso incontro di
credenti e ai loro lavori svolti
con serietà e semplicità se ne
torna a casa arricchito da quanto ha potuto ricevere dalla loro
testimonianza cristiana.
Agostino Garufi
(segue da pag. 3)
membro del Partito Comunista. Non ho
mai rimpianto questa scelta per unire
le due dimensioni fondamentali dell'uomo: trascendenza (che implica il riconoscimento dei valori assoluti) e comunità (ognuno è personalmente responsabile di tutti gli altri).
Sono stato obbligato a cambiare
comunità, ma non ho mai cambiato lo
scopo. Sono diventato musulmano con
la Bibbia sotto un braccio e il Capitale di Marx sotto l'altro. Non abbandonerò mai né l'una né l'altro e
la mia gioia è di essere rimasto, in
settant'anni, fedele al sogno dei miei
vent'anni.
— Lei parla della Palestina come della « terra dei messaggi divini »; quali
sono, secotKio lei, le condizioni concrete per un dialogo delle tre grandi religioni monoteiste che possano
esprimere l'esigenza di universalità di
cui parla?
— Al tempo del colloquio abramitico di Cordova (Andalusia), una delle
proposte più importanti a questo proposito fu quella del Padre Lelang: l'insegnamento religioso non deve avere
per solo oggetto di radicare il bambino nella sua propria tradizione, ma
di insegnargli a conoscere profondamente e lealmente le altre religioni
e a rispettarle.
— Che cosa possono fare praticamente le nostre chiese?
— in primo luogo che i cristiani imparino ciò che è il Corano e che i
musulmani (come glielo raccomanda il
Corano), imparino a conoscere Gesù (il
Messia Gesù, come dice il Corano).
Intervista a cura di
Odoardo Lupi
Prigionieri
del mese
Un invito a scrivere lettere ai
capi di stato di tre paesi, Indonesia, Etiopia, Siria, ci giunge
dal Notiziario del mese di maggio di Amnesty International; lo
scopo è quello di intercedere
presso di loro affinché vengano
liberati i prigionieri per motivi di opinione, che qui vi presentiamo.
ANDI SUKISNO, SUGENG BU
DIONO, MURDJOKO e FAIZAL
FACHRI - INDONESIA
Studenti musulmani, di circa
vent’anni, della città di Malang
(Giava). Nel giugno dell’84 organizzarono un corso di studio
sullo sviluppo della cultura musulmana. Nel settembre dello
stesso anno ci furono scontri
tra dimostranti musulmani é
polizia, centinaia di arresti di
attivisti musulmani e vari attentati in luoghi cristiani e buddisti di Giava. In seguito a questi
avvenimenti i quattro studenti
furono accusati di avere, durante il corso di studio, istigato alla violenza per sovvertire l’ordine costituito. Gli studenti negarono ogni addebito. Durante la
detenzione fu loro negato ogni
rapporto con i familiari e gli
avvocati. E ricevettero pressioni perché firmassero falsi verbali di interrogatori. Amnesty
ritiene che non ebbero processi equi secondo gli standard internazionali. Andi Sukisno fu
condannato a 15 anni di carcere, Sugeng Budiono a 9 e gli
altri due a 8.
Inviare appelli cortesi, in inglese o italiano, per il loro immediato rilascio a:
President Suharto - Bina Grafia
Jalan - Veteran 17
Jakarta - Indonesia (Asia)
NAIVIAT ISSA - ETIOPIA
Già impiegata presso il Ministero degli Affari Esteri. Fu arrestata nel febbraio deH’80 con
il marito Mulugetta Mosissa e
parecchie centinaia di persone
appartenenti al gruppo etnico
Oromo con l’accusa di essere
simpatizzanti della organizzazione armata di opposizione al governo (Pronte di liberazione
Oromo). Nello stesso periodo furono arrestati arbitrariamente
alcuni leader della minoranza
Oromo. Namat Issa è trattenuta in carcere senza un’accusa
precisa e un processo. Attualmente si trova in una delle prigioni di Addis Abeba e il marito
in un’altra, ma dal loro arresto
non hanno mai più potuto incontrarsi. Namat Issa quando fu
presa era incinta e partorì in
carcere. Il bambino rimase con
lei e nell’83 ebbe una grave malattia virale, forse meningite,
che gli procurò un ritardo mentale; ora riceve delle cure. Ma
è veramente terribile che questo
bambino sia in carcere da 7 anni, da quando è nato!
Scrivere in termini corretti e
cortesi, in inglese o italiano,
chiedendo l’incondizionato e immediato rilascio di Namat Issa
a:
His Excellency
Mengistu Hailé-Mariam
General Secretary of thè
Central Committee
Workers Party of Ethiopia
Addis Abeba - Ethiopia (Africa)
PB, partito comunista. Da allora, in base alle leggi di emergenza, è trattenuto in carcere senza
accusa né processo. Egli come
gli altri fu arrestato per la sua
opposizione non violenta alla politica del governo e in particolare all’intervento della Siria nel
Libano. Dalle denunce ricevute
da Amnesty risulta che alcuni
membri del CPPB sono stati torturati.
Muhammad Haitham Khoja è
malato e bisognoso di cure.
Chiedere in inglese o italiano
la sua liberazione a:
President Hafez al-Assad
Presidential Palace
Abu Rummaneh/al-Rashid Street
Damascus
Syrian Arab Republic
DALLA LETTERA
DI UN PRIGIONIERO
Indonesia
« Noi siamo come foglie su un
albero, in attesa di cadere a
terra e diventare una sola cosa con essa.
Aiutateci a riottenere la nostra libertà e a ritornare alle nostre indifese famiglie.
Aiutateci almeno ad ottenere
un equo processo affinché questa incertezza che distrugge le
anime possa avere fine... ».
A cura del
Gruppo « Val Pellice »
via Beckwith, 8 - Torre Pellice
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Reo.
Tribunale di Pinerolo n. 17S
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Giorgio GardioI (direttore), Paolo Fiorio, Roberto Giaco
ne, Adriano Longo, Giuseppe Platone (vice direttore). Comitato di
redazione; i redattori e: Mirella
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Redazione e Amministrazione: Via
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Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
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Registro nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
MUHAMMAD HAITHAM KHOJA
SIRIA
Di 35 anni, scrittore e ingegnere. E’ in carcere dall’80 con
altre 200 persone perché anche
lui membro di un partito politico considerato illegale, il CP
Abbonamenti 1987: Annuo L. 31.000;
Semestrale 16.000; Estero 55.000 (posta aerea 84.000); Sostenit. 70.000;
Costo reale 50.000.
Decorrenza 1° genn. e 1° luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato • L'Eco
delle Valli - La Luce • - Casella postale - 10066 Torre Pellice.
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