1
r
Anno 125 - n. 12
24 nnarzo 1989
L. 900
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Pedice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
IL VOTO XENOFOBO IN EUROPA
L
Non passi lo straniero
Numerose trasmissioni radiofoniche e televisive, articoli, e
anche qualche sermone, hanno
affrontato il caso della piccola Serena, la hamhina filippina
affiliata illegalmente da una coppia di Racconigi e poi toltale
con una sentenza del Tribunale
dei minori di Torino. Sono intervenuti in molti, persino il Presidente della Repubblica. E’ nato
un movimento di opinione, largo
e composito, che mette in discussione la legge sulle adozioni del
1983. Se la legge permette casi
come quello di Serena, sottratta ad una famiglia — che ha
sbagliato —, ma 3 si prendeva realmente cura della bimba,
è una legge che va contro i
sentimenti di umanità, e perciò si tratta di ima disposizione
sbagliata, che va corretta. « Il
sabato è stato fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato ».
Ogni caso di adozione è un
caso particolare e noi non conosciamo realmente le motivazioni che hanno indotto la famiglia di Racconigi a costruire
rafBliazione su un castello di
bugie. Né conosciamo chi e per
quali ragioni li abbia consigliati a procedere in quel modo.
Certo di fronte ad un bimbo
che soffre la fame, che è destinato ad una vita di stenti, a
volte bisogna decidere anche
prescindendo dalle leggi. Ma non
bisogna occultare la verità.
Il movimento di opinione che
si è innescato rischia di mettere
in questione una buona legge.
Una legge che, superando la vecchia legge fascista del ’29 sulla
affiliazione, aveva lo scopo dichiarato di essere una legge a
favore del minore, non dell’egoismo di avere un erede. Al centro della legge sta il diritto del
bimbo ad essere educato, istruito e mantenuto in un contesto
familiare. E’ una legge che ha
capovolto una impostazione culturale: non c’è il diritto ad avere un figlio, ma c’è il diritto
del bimbo ad essere educato in
famiglia. Una legge che ha fatto chiudere molti istituti, che
ha sconfitto « il paese dei celestini ». Per questa legge noi evangelici ci siamo battuti, abbiamo trasformato i nostri istituti per minori in « case famiglia », abbiamo promosso gli affidamenti e ie adozioni. L’amore
non sta tanto nel dare il proprio cognome ad un bimbo, ma
nel farlo crescere giorno per
giorno. Molti evangelici hanno
vissuto questa legge come una
reale possibilità di vivere la loro vocazione ad amare il prossimo.
La legge poi aveva un altro
obiettivo, quello di arrestare il
mercato dei bimbi. Nell’ottica
dell’avere « l’erede », quanti criniini si sono commessi!
Se il bambino è una merce
che si può comprare, c’è da dubitare della volontà di amare
dell’acquirente. Si compra per
usare, non per manifestare l’amore.
Il movimento di opinione che
è sorto mette in questione il
necessario rigore delle procedure dell’adozione e questo non
può trovarci consenzienti.
I preoccupanti consensi raccolti dalle formazioni di destra sul tema dell immigrazione - Il
caso austriaco e il riemergere del partito neonazista in Germania - Quale 1992 si preannuncia?
Strasburgo, due anni fa. Con
tipico accento alsaziano l’anziana panettiera mi indica gentilmente dove, in questa zona lontana dal centro, posso fare delle
fotocopie al sabato pomeriggio.
« Al negozio dei turchi », mi
dice. E’ solo dopo esserci passato davanti molte volte, alla ricerca di una cartoleria, che capisco che il negozio in questione è uno di quegli empori « multifunzionali » e specializzati nel
vendere... un po’ di tutto: alimentari, drogheria, musicassette
e dischi, un angolo di macelleria e salumeria e, in centro al
locale, stretto e lungo, anche la
macchina per fotocopie.
Con il tempo dovuto fotocopio
il materiale che mi serve (è parecchio) chiedendomi perché mai
in un emporio isolato di un quartiere periferico, con pochi altri
negozi, e per di più ricco quanto a merci in vendita, si vedano solo turchi, anche fra i clienti. Francesi pochissimi. E’ un
mondo a sé. La gestione è familiare (una famiglia numerosa), c’è
musica in continuazione, una
specie di isola, fra i canali, i
ponticelli e gli inconfondibili tetti alsaziani. Ma questa è anche
la città-simbolo dell'Europa, basta attraversare il ponte per essere in Germania, e l’indomani,
alla stazione, capisco meglio il
senso della presenza di tanti tur
chi, fra i quali (te ne rendi conto in fretta) sono pochi a poter
avviare una regolare attività
commerciale. E nelle strade sono molte le scritte contro di loro. Che restino in Turchia, ce
ne sono già troppi in Germania,
e la Germania è vicina.
Francia e Germania sono state accomunate (unitamente all’Austria, per la quale però il
discorso sarebbe molto più complesso) per alcuni aspetti delle
elezioni municipali di domenica
12. E già i commentatori del
giorno dopo parlano di ondata
di destra, di ondata xenofoba.
Al di là dei troppo spontanei
schematismi il dato è reale. Proprio a Strasburgo il Fronte nazionale di Le Pen, in prima fila
nelle campagne anti-stranieri («la
Francia ai francesi ») ottiene il
14.5%, a Marsiglia il 13%, a Tolone addirittura il 20%, a Parigi
mediamente l’8,5%. Ridimensionato dalle legislative dell’anno
scorso, dopo il successo al primo turno delle presidenziali, il
partito dell’orgoglio nazionale
rialza la cresta in quelle città
dove più alto è il numero di immigrati, per lo più arabi.
Francoforte, dal canto suo, si
adegua al risultato conseguito a
fine gennaio dai « Republikaner »
di Berlino, e il partito neonazista (NPD) passa di slancio la
soglia del 5%, necessaria 'per a
Francoforte. Una sistemazione provvisoria nell'aeroporto per un
gruppo di rifugiati.
vere rappresentanza nel Bundestag come nelle assemblee locali: 6,6%, con 7 seggi su 91. E
proprio Francoforte, guarda caso, è città ad altissima concentrazione di immigrati, prevalentemente turchi.
Il caso dell’Austria è in parte
PASQUA
Come Tommaso
diverso: sull’estremista Haider,
che però fregia il suo partito
con la qualifica di « liberale »,
confluiscono si i voti di chi in
Carinzia, Tirolo e nel salisburghese ha orrore delle diverse
etnie, ma anche quelli dei nostalgici dell’Anschluss, che aspirano ad evocare i fasti ambigui
del pangermanesimo.
In ognuno dei tre casi, naturalmente, giocano fattori molto
più complessi della querelle sulla chiusura delle frontiere, sul
«« ...se io non vedo nelle sue mani il segno dei
chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò...» (Giovanni 20: 25).
Giorgio Gardiol
Anche noi non eravamo con Gesù quando, risorto, apparve ai discepoli. Non abbiamo visto Gesù entrare prodigiosamente attraverso le porte
sbarrate. Non eravamo con i seguaci del crocifisso, nella sala chiusa per timore dei giudei. Non
abbiamo udito, con i discepoli, l'annuncio di pace; né il soffio di Gesù Signore ci donò, allora,
10 Spirito Santo. Come Tommaso viviamo della
testimonianza degli apostoli e, come lui, noi uomini e donne che hanno alle spalle 20 secoli di cristianesimo, come lui dubitiamo della testimonianza apostolica. Come Tommaso, anche noi abbiamo
motivi per dubitare, la ragione esige « prove ».
Né a Tommaso, né a noi è data la prova tangibile. L'evangelista Giovanni narra l'invito di Gesù a toccare le stigmate della passione di Cristo,
ma non aggiunge che Tommaso, materialmente,
toccò il corpo di Gesù, del crocifisso. Giovanni
narra la passione facendo trasparire, già in essa,
11 glorioso, il risorto. Questa chiave di lettura può
farci intendere cosa significhi capire il Cristo della
passione con l'intuito della fede. Il Gesù della passione e della croce è già il Signore. Le sue stigmate sono la compassione di Dio fatta uomo,
il suo sangue versato è l'amore di colui che dà
la vita per coloro che ama. Se abbiamo così compreso la sua passione e morte non ci sorprenderà,
se non per la gioia, e la gratitudine, la sua resurrezione. L'incredulità, vuole dire Gesù invitando
Tommaso a considerare i segni della sua passione, nasce dallo scandalo della croce. Tommaso
si arrende alla fede solo dopo avere provocato
Gesù, e gli apostoli, a dare le prove. Tommaso
è l'uomo contemporaneo, Tommaso è il credente
incredulo di oggi, di sempre, che vorrebbe ancorare la sua fede càie esigenze del suo razionale, empirico « vedere » e « toccare ».
Ma quando Gesù è tra noi, quando la sua voce
giunge al nostro intelletto e al nostro cuore con
la grazia del dono della sua pace e del suo Spirito, allora possiamo solo dire, anche noi, uomini
e donne affascinati dalla dea-scienza: « Signore
mio e Dio mio! ». Come Tommaso.
Signore
ho occhi curiosi
vorrei vedere;
Signore
ho dita curiose
vorrei toccare;
non crederò se non vedrò c toccherò.
La mia ragione ha giurato
(non so il cuore)
di credere solo a ciò che può provare.
Ho vissuto,
Signore, di questi giuramenti,
l'aridità m'ha ghermito
la disperazione m’ha fatto compagnia.
Solo quando tu hai detto.
Cristo risorto;
Pace a voi!
hanno visto i miei occhi
toccato le mie mani.
Non so
se la ragione è contenta
forse è sólo cambiata
dall'impeto del tuo Spirito.
Porto nel cuore la tua presenza.
Signore mio e mio Dio!
E nella mente
il tuo dolce rimprovero.
la politica dei visti d’ingresso,
sul numero dei disoccupati e
sulla volontà di riscatto da tutti
i mali della società a cui porre
rimedio. Né si può isolare l’affermazione di determinate forze
dal quadro complessivo degli equilibri politici nazionali e locali, né prescindere dalle personalità dei singoli candidati (l’ex
primo ministro Chirac, sconfitto
anche come candidato all’Eliseo,
non ha problemi ne] riconfermarsi brillantemente a sindaco
di Parigi).
Ma i dati di domenica 12 marzo non possono non inquietare.
Inquieti sono già coloro che
governano o amministrano: ì
partiti di centro-destra dovranno entro certi limiti adeguarsi
ad alcune istanze degli estremisti per riconquistare i voti persi. Le sinistre (che pure dal voto hanno tendenzialmente tratto vantaggio in termini pereentuali per il calo dei primi) e
gli ecologisti stessi (che aumentano in senso assoluto) dovranno conciliare esigenze diverse e
non esiporsi troppo alle accu.se
di permissivismo. E dovranno
tener conto del fatto che l’analisi successiva al voto giudica i
consensi all’estrema destra come
provenienti da tutte le classi sociali, e da tutte le fasce d’età.
Ma non basta. Il borgomastro
di Berlino, socialdemocratico, ha
parlato di « normalizzazione », adeguamento ad una tendenza eu
Alberto Corsani
Alfredo Berlendis
(continua a pag. 12)
2
commenti e dibattiti
24 marzo 1989
PRECISAZIONE SUL
SUPERPHENIX
Caro Direttore,
nell'articolo del n. 5/1989 dedicato al
Superphénix (SPX) vi è una frase che
può indurre in errore circa la localizzazione e quindi l'importanza del
guasto riscontrato. Infatti mi è sembrato che la frase « il guasto riguardava non il cuore del reattore ma la
camera di contenimento » lasci intendere che il guasto riguardasse la camera di contenimento del reattore. Se
questo si fosse verificato, la funzionalità di SPX sarebbe stata seriamente
compromessa. In realtà, all'interno
dell'edificio mostrato nella foto vi sono, al centro, il reattore con tutti I
suoi contenitori di sicurezza e perifericamente un recipiente per lo stoccaggio temporaneo del combustibile
in transito. Nell'intercapedine di quest'ultimo recipiente si sono riscontrate fuoriuscite di sodio, mentre II
reattore ed il suo contenimento non
hanno presentato alcun difetto.
Ho tenuto a precisare quanto sopra non perché ritengo particolarmente
interessati i nostri « venticinque lettori » a problemi squisitamente tecnici,
ma perché è indicativo del rischio che
si corre quando a trattare certi argomenti non sono gli « esperti ».
Per quanto riguarda il « nucleare »
e le sue molteplici implicazioni sono
sin d'ora disponibile per ogni contributo mi venga richiesto.
Con l'occasione vorrei salutare
fraternamente quanti mi hanno conosciuto o riconosciuto.
Umberto Broccoli, Bologna
VALLI VALDESI E
POPOLO VALDESE
Caro Direttore,
la Complainte de MérindoI, che fa
riferimento al massacro del 1545 dei
Valdesi emigrati in Provenza, nella
versione di cui dispongo adesso inizia dicendo:
Sous ia pure lumière
des paroles de Dieu
jadis vivaient nos pères
en un sauvage lieu.
C'était où l'Italie
s'arrête au « pied des monts »,
là s'écoulait leur vie
en d’agrestes vallons.
Questi versi mostrano uno stretto legame di coloro che parlano attraverso
la canzone e dei loro antenati con la
loro credenze, la loro fede; ed un
forte legame con la terra d’origine,
non dei Valdesi « eretici » o protestanti in generale, ma di questi Vaidesi. E che questa terra d'origine si
trova al confine del Piemonte (anaa an
piamunt, dicevano i pastori che portavano le bestie a svernare appunto
in pianura) dove finisce, si ferma, e
anche comincia, l'Italia. Per secoli
questa regione è stata chiamata, negli
scritti e sulle carte geografiche. Valli Valdesi, o più semplicemente Le
Valli, quasi per antonomasia.
Suggerisco che un intraprendente
editore ripubblichi tutte queste carte
antiche, ma non poi tanto, come è
stato fatto in Sardegna. E' un nome
geografico che sembrava col tempo
pacificamente acquisito questo di Valli Valdesi, sia che questo nome venga da Valdo o Valdesio oppure no.
Dobbiamo chiedere che San Giovanni
o San Germano cambino nome come
è stato fatto per San Pietroburgo? Il
culto dei santi è per i Valdesi quasi
alla stregua di una bestemmia. A
oriente di questa regione c’è qualcos’altro: la città di Pinerolo, forse la
culla del Piemonte, e i paesi che la
circondano, il pinerolese, o Pinerolese. Paesi vicini, ma non sono i soli
vicini che abbiamo, dove la presenza
dei Valdesi calati dalle montagne è
andata aumentando. Ma resta un'altra
regione, con problemi e crediamo destini distinti. Ora si fa una gran confusione. e si arriva a leggere Alto
Pinerolese, dove si vuol parlare della
Val Gernjanasca! Non è una pura questione di parole, quando la confusione
può contribuire ad eliminare una differenza e a portare a una dipendenza.
Se ha senso parlare di Valli Valdesi,
che senso ha parlare di Popolo
Valdese? Le parole hanno tanti significati e (più 0 meno) parliamo come
vogliamo. Ma bisogna essere cauti.
Si può dire popolo di Dio, popolo comunista, popolo radicale. Si può dire
popolo valdese, ma non rischia di essere fuorviante? Un Rissino valdese
che sta a Riesi ne fa parte? O ne
fanno parte soltanto degli indigeni o
oriundi dalle Valli appartenenti alla
Chiesa Valdese? E si arriva all'abbastanza recente, credo, concetto di
Popolo-Chiesa. Ma Gesù Cristo non è
venuto a farci superare il concetto di
popolo eletto? Come la mette un calvinista con la predestinazione ed elezione individuale? Certo che sono
imperscrutabili gli interventi di Dio.
Ma è meglio non scherzarci troppo.
Si intende qui solo Chiesa come istituzione? E come la mette quell’indigeno con cognome occitano-francese
che ha aderito alla Chambre Haute o
all'Armée du Salut? Se si vuol parlare
di Popolo Valdese, di Popolo-Chiesa
0 usare la pur felice espressione
Israel des Alpes bisogna essere ben
consci del significato limitato relativo
a determinati contesti. Se si parla di
popolo delle Valli Valdesi il discorso
prende un’altra direzione. Il rapporto
fra popolo, religione e regione è qui
fortissimo, è stato una grande cosa,
forse lo è ancora. Queste Valli ne sono
state profondamente caratterizzate.
Ma non copre tutta la realtà. Queste
Valli non sono mai state compietamente valdesi nel loro aspetto confessionale. Neppure quella componente che è l’Alta Val Chisòne. Le altre mi pare ancor meno.
Le Valli Valdesi e il popolo di queste Valli, componenti delle Valli Qccitane orientali, come si comportano
nelle ricorrenze storiche come il Centenario del Rientro o Ritorno o Rimpatrio o nell'anniversario del 17 Febbraio? Queste ricorrenze hanno una
dimensione civile. Trecento anni fa ci
fu una rifondazione di queste Valli.
Poi una lenta ripresa. Questo riguarda
tutti, come i Padri Pellegrini riguardano tutti gli Statunitensi, e non solo loro. Poi ci furono anche gli Alberi
della Libertà, con la Rivoluzione francese. E poi il 1848. E poi la Resistenza. Oggi c’è un problema di identità?
Come si dice. Riguarda tutti, con rispetto per le personali credenze e
aggregazioni, particolari tradizioni, ciò
che non significa né tolleranza né
accettazione o adesione contro coscienza. Che fanno per tutto questo la
società civile e le istituzioni pubbliche di questo Paese?
Niente o pressappoco. Manifestazioni
di simpatia, di appoggio, di apprezzamento. Ma che fanno in proprio?
Continua la delega, e la funzione vicaria della Chiesa Valdese, intese in
senso lato. Non si può far colpa ai
Valdesi di fare in quanto tali, se la società civile non fa, si dice. E per
fortuna che i Valdesi fanno tante cose. Ma la società civile che spazio ha?
E' opportuno che i Valdesi si ricordino di essere dei cittadini. Non
temo i miti, casomai le mistificazioni,
e le confusioni. Temo un trionfalismo
dei discendenti, ma anche il masochismo o le rinunce.
Si parla tanto dell'Europa e del
mondo. Le nostre Valli hanno o possono tornare ad avere una certa, anche se modesta, centralità. Mancano
le istituzioni politico-amministrative, e
pour cause. La Chiesa Valdese, nella
sua funzione di delega, va secondo
sue linee, scelte, priorità, che possono non coincidere con l’interesse
civile e generale di questo Paese. In
tema di anniversari sono passati oltre
quarant’anni dalla Costituzione della
Repubblica italiana, uno Stato a cui
1 nostri padri hanno dato tanto contributo. Ma ora le prospettive sono
cambiate. Non c'è più solo il sogno
e l’opera di Beckwith. Nella Costituzione, con l'articolo 6 (« La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche »), passò solo una
parte della proposta di Codignola, che
partiva proprio da queste Valli. Qra
deve essere discussa a Montecitorio,
in aula, la legge di attuazione per le
minoranze. Che ha fatto la Chiesa
Valdese nel proprio interesse e nella
sua funzione di delega perché nella
legge venga incluso il francese, malgrado una diffusa opposizione? Ha
ancora paura di essere considerata
una Chiesa straniera? In questa circostanza può rispondere che il problema non la riguarda? Ci è parsa
che una parte di essa, o essa nel suo
complesso, sia stata un fattore di
freno, non di propulsione. Eppure il
francese, insieme all'occitano e al
l'italiano, ci pare per questo Paese non
solo un diritto ma una conoscenza fondamentale, non solo nel proprio interesse. L'Assemblea del Consiglio
d’Europa ha approvato una Carta del
diritti per le lingue minoritarie. Lo
Stato italiano, nelle precisazioni anche
territoriali che dovrà dare, quando
si arriverà alla ratifica, terrà conto
del nostro francese o lo escluderà?
Amaro europeismo! Q no?
Gustavo Malan, Torre Pellice
RETTIFICA
Caro Direttore.
nello splendido articolo di prima pagina che il tuo giornale ha dedicato
alla manifestazione evangelica contro
I’« ora di religione » (Roma, 18,2.’89)
si è insinuato un piccolo errore che
vorrei rettificare: la manifestazione non
è stata indetta dalla Federazione ma
dalla « Commissione delle chiese evangeiiche per i rapporti con lo Stato ». A questa Commissione partecipano i rappresentanti di quasi tutte
le chiese evangeliche italiane: quando essa ha preso il posto della » Commissione Giuridico Consultiva » (1984),
il pastore Aurelio Sbaffi ne è stato eletto presidente; al termine del suo mandato nella FCBI Aurelio Sbaffi ha ritenuto bene lasciare anche questo
incarico, che è stato affidato ai nuovo presidente FCEI. Questo fatto, se
può configurare una certa prassi consuetudinaria, non fa però della Commissione un settore della FCEI: semmai, essa è un ambito nel quale la
Federazione opera in base al suo Statuto e alle esigenze della situazione
nazionale. Ma la Commissione rappresenta un punto d'incontro e uno
spazio operativo ben più ampio della Federazione: e di questo non c’è
che rallegrarsi.
Cordialmente.
Giorgio Bouchard, Napoli
LA PROPRIETÀ’
DELLE OPERE
Ho ricevuto e letto II supplemento
al n. 9 del giornale, quello in cui si
dà atto dei doni alle opere. Questa
volta vi è anche un appello, quale articolo di fondo, con cui si invitano i
> proprietari » di dette opere ad « assumersi fino in fondo le loro responsabilità ». E’ però noto che la conoscenza della nostra ecclesiologia è oggi
assai scarsa e poco diffusa. Capire,
per vivere, il fatto "chiesa", ritengo
sia per tutti i "membri di chiesa" — a
cominciare dagli iscritti nei ruoli tenuti
dalla Tavola — una assunzione primaria di responsabilità, anche verso le
opere.
Ma le opere « a chi appartengono? »,
si chiede l'autrice del pezzo; e risponde: « alla chiesa valdese » (al singolare), e « ciò significa che... in quanto membri di questa chiesa, siamo
anche i proprietari delle opere ». Ma
manco per sogno!
Anzitutto le opere non sono proprietà » della chiesa, se mai delle
chiese valdesi (al plurale), poiché la
« chiesa valdese » è solo espressione sinodale delle chiese che costituiscono quella gerarchia di assemblee
che regge la chiesa (DV a. 7). Proprietari delle opere sono gli organienti espressi dalle singole assemblee.
Abbiamo cosi opere concistoriali (Asilo di S. Giovanni, Miramonti di Villar);
opere della Ciov (Qspedali, Rifugio);
ed opere della Tavola (Villa Olanda,
Asilo di S. Germano). Questi organi,
in quanto enti muniti ciascuno di personalità giuridica, sono gli unici proprietari delle singole opere, sia ai
sensi dell'ordinamento valdese che ai
fini delle leggi statali. Nessun altro ne
è proprietario; e ciò non avviene per
« delega », ma per diretta assunzione
di responsabilità, per volontà espressa
dalle assemblee suddette, uniche competenti a decidere. E tale responsabilità, che investe anche la gestione, è
assunta da Comitati, non dai « direttori », perché nelle nostre chiese, secondo il dettato dei nostri ordinamenti ai
sensi della nostra ecclesiologia, non
esistono organi personali, ma solo
collegiali. Chiaro?
Ma si dirà: si è parlato di « proprietà » solo per dire, come espediente
per cercar di richiamare I singoli ad
avere maggior contatto, per indurli
a collaborare nelle opere; per rivolgere loro un appello .che li scuota dalla
loro indolenza! Se fosse così, sareb
be ancor peggio. Vorrebbe dire che la
secolarizzazione nel costume di vita
ecclesiastica è ancor più elevata della carenza di conoscenze ecclesiologiche.
Ma è mai possibile che si debba
ricorrere ad una inesistente condizione
di "proprietà” — sostantivo che si
richiama solo ad una concezione
economica, ad un senso finanziario ed
utilitarista della vita — per cercar
di far comprendere ai credenti in Gesù Cristo quali siano le loro .« responsabilità » verso le opere? E' mai
possibile che si sia dimenticato — o
non si ritenga più efficace — il richiamo alla fede dei credenti? Orbene,
fino a prova in contrario i « membri
delle nostre chiese » — come vengono indicati •— sono prima di tutto dei
credenti; e le « opere » sono le opere
della loro fede; se no queste non
starebbero in piedi, quali ne fossero i
proprietari. Solo se inteso in tal senso un Asilo, un Ospedale, od altro
Istituto può essere un’opera della
chiesa ed in particolare delle chiese
valdesi. Sotto tale profilo, di chi sia
la proprietà non ha alcun rilievo. Questo il concetto che occorre sia diffuso, e se possibile, compreso!
Ai fini di un qualsiasi appelio da rivolgere ai credenti, sia perché donino,
sia perché si adoperino nelle opere,
quello che conta è che ciascuno di
loro capisca, sperimenti e si persuada che ogni opera è i'opera della fe
de di ciascuno di noi. Qccorre che,
rivolgendo loro un atto di cura d'anime (e tale è un appello come quello
apparso nel succitato supplemento) li
si renda consapevoli e corresponsabili
con la fede espressa in opere dai
credenti che li hanno preceduti.
Ogni opera è l'eredità spirituale
(oltre che immobiliare) della fede di
uno o più credenti; in particolare di
quelli dello scorso secolo, di coloro
che hanno vissuto II risveglio e l'evangelizzazione, prima che venisse il
tempo in cui si perde tempo a celebrare ricorrenze e centenari! Questa è
l'origine delle opere valdesi. Tale eredità spirituale « significa — come ben
dice la nostra autrice — che tu, io,
lui, lei siamo », in quanto « credenti
in Gesù Cristo » (non solo perché siamo membri di chiesa), per fede responsabili delle opere della fede dei nostri predecessori; per fede quindi
dobbiamo avvertire un senso di partecipazione e solidarietà con esse; per
fede sentiamo di doverci spendere (non
basta impegnarsi) in esse, con denaro
e tempo non esclusi.
Se fossimo arrivati a pensare e ad
esprimerci come se il senso di proprietà, e non più un appello alla fede,
sia la spinta che può indurre gli
umani a vivere e ad operare nelle
chiese, allora vorrebbe dire che sarebbe meglio occuparsi di qualche cosa d'altro!
Certamente l'autrice di quell'appello
sbagliato ed il Comitato della diaconia che ha ritenuto di renderlo pubblico, ripensandoci meglio, condivideranno quanto ho sentito di dover pubblicamente scrivere per loro e per
tutti noi.
Giorgio Peyrot, Torre Pellice
Nuovo telefono
Il past. Salvattore Ricciardi comunica
che il suo numero di telefono dal 28
marzo '89 sarà il seguente 02/76002654.
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Piervaldo
Rostan
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchi, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Chiarini, Rosanna Ciappa Nitti, Gino
Conte, Piera Egidi, Claudio Martelli, Emmanuele Paschetto, Roberto
Peyrot, Mirella Scorsonelli
Segreteria: Angelo Actis
Amministrazione: Mitzi Menusan
Revisione editoriale: Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò
Spedizione: Loris Bertot
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - via Arnaud, 23 - 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/91334
Registrazione: Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Giampiccoli
ABBONAMENTI 1989
Italia Estero
Ordinario annuale L. 38.0(X) Ordinario annuale L. 70.000
Ordinarlo semestrale L. 20.000 Ordinario (via aerea) L. 100.000
Costo reale L, 60.000 Sostenitore (via ae-
Sostenitore annuale L. 75.000 rea) L. 120.000
Da versare sul c.c.p. n. 20936100 intestato a A.I.P. - via Pio V, 15
10125 Torino
INSERZIONI
Pubblicità commerciale: L. 23.000 per modulo mm. 49 x 53
Economici: L. 450 ogni parola
Partecipazioni personali: L. 500 ogni parola
Mortuari: L. 500 ogni mm. di altezza, larghezza 1 colonna
Ricerche lavoro: gratuite. Se ripetute, dalla seconda L. 400 ogni parola
Finanziari, legali: L. 700 ogni parola
Prezzi non comprensivi dell'IVA
FONDO DI SOLIDARIETÀ': c.c.p. n. 11234101 intestato a La Luce, via
Pio V, 15 - 10125 Torino
Amministrazione del fondo: Maria Luisa Barberis, Renato Coìsson, Roberto Peyrot
EDITORE: A.I.P. - via Pio V, 15 - 10125 Torino - c.c.p, 20936100
Consiglio di amministrazione: Costante Costantino (presidente), Adriano
Longo (vicepresidente). Paolo Gay, Giorgio GardioI, Franco Rivoira (membri)
Registro nazionale della stampa: n. 00961 voi. 10 foglio 481
REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE: via Pio V, 15 - 10125 Torino - telefono
011/655278 — Redazione valli valdesi: via Repubblica, 6 - 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/932166
Il n, 11/'89 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino il 15 marzo e
a quelli delle valli valdesi II 16 marzo 1989,
Hanno collaborato a questo numero: Cristine Cericola. Valter Cesan,
Bruno Costabel, Dino GardioI, Luigi Marchetti, Dorothea Nisbet, Gregorio
Plescan, Letizia Tomassone, Claudio Tron.
3
24 marzo 1989
fede e cultura
L’EREDITA’ DI COM-NUOVI TEMPI
BARI
«Confronti», mensile
Un nuovo spazio per il dibattito su religioni, etica, pace e altro
ancora - Uno strumento di evangelizzazione e di autoevangelizzazione
E’ nato dunque Confronti, Dalla fusione dei due
periodici Com e Nuovi tempi era sorto quel giornale che per un quindicennio ha portato avanti
la ricerca e il dialogo ecumenico tra protestanti
e comunità di base in Italia. La crisi economica
e la seguente grande risposta di solidarietà nella
sottoscrizione volontaria hanno indicato due fatti: la presenza di una vasta e partecipe area di
ascolto, e la necessità di andare oltre, nella sperimentazione di nuove formule adatte ai problemi del presente. Da due successivi convegni, a Roma e ad Ecumene — promossi da Com-Nuovi tempi e dalla Federazione delle Chiese evangeliche
in Italia — sono state ampiamente discusse e varate le linee di un nuovo periodico.
Sarà innanzitutto un mensile, poiché la formula del quindicinale è particolarmente difficile per
l’ardua periodizzazione, che obbliga al tempo stesso ad inseguire la notizia del più agile settimanale, e non permette la distanza e lo spazio critico
dell’approfondimento.
Si rivolgerà a un’area « di frontiera » — come
significativamente recitava il titolo del convegno
Luca Negro, 35 anni, valdese,
pastore locale della chiesa battista di Albano, è il nuovo direttore di Confronti. Torinese fino a 22 anni, frequentando le
esperienze delle comunità di base, del Vandalino, di Mirafiori
Nord, è stato militante del movimento nonviolento. Ha fatto
parte della comunità residente di
Agaipe, e da cinque anni lavora
come redattore a commuovi tempi
Quali sono le linee fondamentali di indirizzo del giornale?
Le relazioni che abbiamo sentito e il dibattito che c’è stato
hanno portato spunti interessanti, che bisognerà tradurre in
qualcosa di « leggibile ». Ma le
relazioni che abbiamo sentito
non esauriscono il progetto, è
mancata infatti la prima relazione, quella sull’ecumenismo, che
poteva essere la chiave di lettura delle altre. Questo è un giornale, infatti, in cui è rilanciato
il carattere ecumenico: la presenza protestante è più marcata, e la risposta del mondo evangelico è stata incoraggiante, anche come presenze: c’è un’area
vasta che individua il giornale
come terreno davvero di « confronto » tra diverse esperienze,
settori, linee di ricerca. C’è l’apertura ai laici, la volontà di
dare spazio a tematiche eticopacifiste, al rapporto con il cattolicesimo democratico. C’è un
ecumenismo di fatto, in questo
progetto. Vogliamo inoltre approfondire il confronto tra le
diverse confessioni religiose, a livello di sprovincializzazione. Molti di coloro che hanno risposto
al nostro invito guardano all’Europa del ’92, e quindi noi dovremo capire i cattolicesimi, l’ortodossia, i diversi filoni del protestantesimo, e anche andare oltre le confessioni cristiane. Si è
parlato molto qui, infatti, di religioni.
Quale sarà la formula del nuovo mensile?
Noi speriamo di riuscire a realizzare un taglio giornalistico:
non vogliamo fare una rivista,
uno strumento troppo per ini
ziati. Per noi deve essere uno
strumento di penetrazione all’esterno, e deve anche essere uno
strumento formativo. Non vogliamo lare una rivista biblicoteologica, vogiiamo parlare della
Bibbia nel modo più laico possibile: le sei pagine dedicate ad
essa saranno nelle nostre intenzioni « sci pagine di TTLC ». L’attenzione fonnativo/inforinal iva
si tradurrà nella presenza di
schede: molto si giocherà, per
’1 futuro del giornale, sul poter
essere uno strumento di lavoro,
attento a ciò che si dice e si fa.
Quali sono i temi più scottanti- più urgenti?
Quelli emersi da questo convegno. Innanzitutto le tematiche
delle etnie, di che cosa signifi
Uno scorcio sui partecipanti al convegno di Ecumene.
ca per noi la presenza di fratelli di altri paesi: mi è piaciuto molto l’invito, contenuto nella relazione di Mario Miegge, a
superare l’universalismo che appiattisce per recuperare la sorpresa del diverso: questo corrisponde in modo laico al nostro
modo evangelico di scoprire la
ricchezza di qualcuno. Si tratta
di parlarne evitando di fare del
sincretismo, o la facile ricerca
di quello che è esotico, come
fanno molti mezzi di comunicazione oggi, cercando invece dall’esame di ogni cosa di ritenere
ciò che è utile.
Altro grande tema è quello
dell’etica, della laicità dell’etica,
dei diversi soggetti che diventano fonte dell’etica. Questa intuizione è importante, sia di fronte ai vari fondamentalismi di
ogni tipo sia, dall’altro lato, riguardo al disorientamento generale del mondo laico, che tende
a delegare l’aspetto etico ai religiosi; cioè, in Italia, ai cattolici. La nostra ricerca ci porta
più in là che contrapporre monsignor Caffarra a un Bernard
Häring: è una proposta più radicale, che non ha etichette, che
coinvolge tutti, che non è « la
risposta cristiana ai problemi ».
Sono convinto che, come viene
detto nella spiritualità e nel pensiero ebraico, contano più le domande che le risposte. Non rifiutiamo le risposte, ma non
quelle preconfezionate, o « l’ansia delle risposte ». Qui Giorgio
Bouchard ha giustamente citato
Ricoeur, lo spazio del dubbio.
Che cosa di particolare può
trovare in Confronti anche un
lettore de La luce?
Direi che Confronti doviebbc
essere letto anche dagli evangelici come uno strumento di evangelizzazione e autoevangelizzazione. Intanto, di autoevangelizzazione: il tentativo di tutti insieme è di confrontarci con la società e il mondo che ci sta intorno, e imparare un linguaggio nuovo e comune. Questo ap
I diritti dei bambini
Una giornata di studio e di ricerca comune Attenzione da parte della chiesa cattolica
di marzo ad Ecumene: « Le nuove frontiere dell’ecumenismo, delle religioni, delle etnie, dell’etica » —, a una ricerca che vuole essere appunto
« confronto »: tra confessioni diverse, anche oltre
il cristianesimo, individuando punti nodali, « traducendo » da un linguaggio e da una cultura all’altra, come ha egregiamente mostrato Letizia Tomassone, esaminando alcuni nodi teologici tra cristianesimi e islamismo. Sarà un’apertura ai laici,
alle loro domande che sono anche le nostre, alla
« sorpresa » della diversità, come efficacemente notava Mario Miegge nella sua relazione. E potrà
anche essere, come suggeriva acutamente Lidia
Menapace, l’individuazione e il dialogo tra le diverse etiche presenti nella nostra società in modo
sempre più differenziato, a seconda dei diversi
soggetti sociali e politici, e spesso purtroppo non
comunicanti.
Un progetto entusiasmante, un progetto nuovo,
una scommessa di cui si sentiva il bisogno: a cui
auguriamo molto proficuo lavoro e successo, e la
nostra fattiva solidarietà.
P. E.
pelle, questa domanda che ci
viene da Dio la vogliamo condividere con altri. Quando tu evangelico discuti ad esempio con
un tuo compagno di lavoro, di
scuola, su un qualunque tema
che riguardi la tua fede, questo
giornale può essere uno strumento per parlare con lui. Abbiamo strumenti interni. Questo
è uno strumento esterno. Noi
abbiamo finora dei libri, non degli strumenti. Se le nostre comunità hanno a cuore le tematiche dell’evangelizzazione, io mi
auguro che non soltanto si abbonino, ma diano una effettiva
collaborazione.
A cura di Piera Egid,i
Organizzata dalle scuole domenicali delle Chiese evangeliche di
Puglia e Lucania, si è svolta, domenica 26 febbraio, presso la
Chiesa battista di Bari, una ricerca/azione sui diritti dei bambini.
La giornata ha avuto una connotazione particolarmente festosa perché, forse per la prima
volta, un centinaio di bambini si
ritrovavano in tanti, mentre la
comunità degli adulti (genitori,
pastori, monitori) faceva corona
con intelligente attenzione.
Il culto è stato condotto dagli
stessi bambini che hanno « rappresentato », scandita in otto sequenze, la vicenda della vocazione di Abramo. Ciascuna scuola
domenicale aveva approfondito
una sequenza, poi i segmenti si
sono ricomposti nell’orizzonte
della vocazione che, dalla famiglia al popolo, si allarga poi a
tutta l’umanità.
Passeggiata d’obbligo lungo il
mare dopo il pranzo accuratamente preparato dai monitori e
dalle sorelle di Bari: per i bimbi deH’hinterland (i gruppi provenivano, oltre che da Matera,
Barletta e Taranto, da Mo itola.
Corato, Gioia, Conversano, Carosino...) un incontro anche con
la natura in una giornata di quasi primavera.
Il pomeriggio, con Amnesty International, la ricerca dei bambini ha seguito un percorso ben
preciso. Si è partiti da un breve
richiamo aH’ultima guerra, ai
suoi orrori e alla necessità di
non più vederli e poi, con la
logica semplice ma stringente
del ragionamento del bambino,
è stato aperto il discorso dei
Suoi diritti. Il filmato sui 30 articoli della Carta dei diritti dell’uomo promulgata dalle Nazioni
Unite nel 1948, a firma di famosi
grafici dell’animazione, ha interessato e divertito i ragazzi.
Canti sulle condizioni di abbandono in cui vengono a trovarsi a volte i bambini stessi,
gli anziani, i carcerati, gli handicappati, collegati con l’invito
al servizio per tutti i credenti
(« ogni volta che avete fatto qualcosa a uno dei più piccoli di
questi miei fratelli, lo avete fatto a me », Matteo 25: 40) sono
stati eseguiti insieme agli adulti.
Successo anche per un secondo filmato, questa volta sulla
storia di una famiglia argentina di sindacalisti imprigionati
FACOLTA’ VALDESE
DI TEOLOGIA
Kérygma,
Paràdosis, Ekkiesia
CONVEGNO IN RICORDO DI VITTORIO SUBILIA
Roma, 14 aprile 1989, ore 9, Aula Magna
MATTINO: Le tensioni nel cristianesimo primitivo
F. Vouga (Bielefeld); Il cattolicesimo incipiente nel N.T.
B. Corsani: La crisi in Galazia nello sviluppo del cristianesimo primitivo.
G. Conte: Le tesi di Vittorio Subilia e il suo interesse all’argomento.
POMERIGGIO: Scrittura e tradizione
F. Scinto : « Solus Christus » e teologia apofatica.
P. Ricca: «Un Dio non clericale»? Appunti sulla vittoria dei
chierici nella chiesa antica.
B. Gherardini : « Gesù nelle più antiche tradizioni cristiane » :
una rilettura.
S. Rostagno: Conclusione dei lavori.
Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a: Segreteria della Facoltà valdese di teologia - Via Pietro Cossa, 42 - 00194
Roma.
fin dai primi mesi dell’attesa del
primo bambino. Con l’aiuto di
Amnesty International, 1 genitori dopo sette anni sono finalmente liberi, la famiglia argentina
si ricompone.
« Perché vengono imprigionati
gli innocenti? », ha chiesto un
bambino al termine del filmato.
Domanda tanto innocente quanto drammatica. In verità, i prigionieri di opinione non sono
forse degli innocenti?
La risposta, doverosa e pacata della responsabile di Amnesty-scuola di Bari, ha permesso
di illustrare come anche i bambini possano intervenire con le
« petizioni » per liberare altri
bambini in situazioni angosciose. Due petizioni sono state presentate e quindi firmate dai ragazzi, che per la prima volta si
rendevano attivamente partecipi
di questa forma di solidarietà.
E per mantenere vivo l’interesse suscitato in questa giornata,
la Federazione delle chiese ha
regalatò a ogni scuola domenicale il bel volume illustrato dei
Diritti dei bambini (Ediz. Gruppo Abele, Torino), mentre il mercatino dei libri sollecitava la continuazione della ricerca sui temi della pace, della solidarietà,
della natura.
L’iniziativa ha destato l’interesse anche di osservatori della
Chiesa cattolica. Soprattutto si
è posta come una partenza per
i bambini e anche per i grandi
verso quella vocazione a cui il
Signore in cui crediamo ci chiama, oggi come sempre.
PROTESTANTESIMO
Primo numero
del 1989
E' in distribuzione il numero 1/89
di Protestantesimo. I collaboratori di
questo fascicolo sono Giorgio Spini
(Firenze). Per una lettura teologica di
Michelangelo; Daniele Garrone (Roma,
Facoltà Valdese). Gloriarsi di ciò di cui
Dio si compiace (meditazione esegetica su Geremia 9: 23-24); Sergio Rostagno (Roma, Facoltà Valdese), Progressi nella santificazione; legittimità, possibilità, metodi (Sommario: Rituale e spirituale: Necessità e limiti
della santificazione: Alcuni nodi del dibattito ortodossia/pietismo; Il criterio oristologico; Conclusione); G. Gönnet (Roma), Religione popolare e movimenti spirituali nel Medio Evo. Concludono il fascicolo le recensioni di
una ricca gamma di opere di carattere
biblico, storico, filosofico, teologico,
etico e di attualità.
Abbonamenti 1989; ordinari, 25.000;
estero 30.000; sostenitore 50.000. C.
corr. postale n. 14013007 intestato a
Libreria di cultura religiosa ». Si
prega di indicare sul bollettino la causale del versamento e di preferire il
versamento a mezzo posta. In caso di
rimesse bancarie, specialmente dall'estero, aggiungere L. 5.000 per spese bancarie.
per la stampa di
libri, giornali, riviste,
locandine e manifesti,
lavori commerciali
in genere
Coop. TIPOGRAFICA
SUBALPINA
Via Arnaud, 23 - © 91334
10066 TORRE PELLICE (To)
4
vita delle chiese
24 marzo 1989
1
FEDE E ASPETTATIVE DEI PIU’ GIOVANI
Il dopo
confermazione
Mentre ho sotto gli occhi le
domande di confermazione o di
battesimo scritte da una decina
di catecumeni al Concistoro della chiesa, rivedo come in un film
le ore di catechismo, la lettura
delle schede con le tante chiacchierate di questi mesi. Torna anche in mente una discussione
fatta all’interno del corpo pastorale delle valli circa le incertezze dogmatiche del nostro nuovo
catechismo « Crescere nella fede », varato nel 1987. In sostanza mi chiedo: cosa siamo riusciti a trasmettere a questi ragazzi in quattro striminziti anni di
catechismo?
Il primo ostacolo riguarda
l’Antico Testamento, che per i ragazzi è pesante da leggere (specie se si usa ancora la Riveduta) ed è per noi impresa ardua
spiegarlo. Mai come oggi si avverte l’urgente necessità che arrivi presto un manuale cateche
ASSEMBLEA DEI
PREDICATORI
LOCALI
Sabato 15 e domenica 16
aprile si terrà ad Ecumene
(Velletri) l’annuale assemblea
dei predicatori locali. I presenti ascolteranno il prof.
Paolo Ricca che parlerà sul
tema « L’annuncio dell’Evangelo ai malati e ai morenti »
e il prof. Giorgio Spini che
parlerà sul tema « Esperienze di evangelizzazione che hanno provocato conversioni, nel
secolo scorso ».
Domenica 16 aprile alle ore
11 si terrà anche la sessione
di esame della Commissione
perrnanente studi (CPS) per i
predicatori locali interessati.
Per informazioni sull’assemblea telefonare a Leonardo
Casorio, tei. 0586/751241; sugli
esami della CPS telefonare al
past. Antonio Adamo, tei. 0372/
25598.
fico di facile uso per potere entrare con le più giovani generazioni nell’antico mondo d’Israele.^ Per il Nuovo Testamento il
discorso è relativamente più alla portata, e per tutte quelle centinaia di domande intorno alla
fede il nuovo catechismo — dopo anni in cui in questo settore non si era quasi più prodotto nulla — fornisce una valida
pista di ricerca che mette in relazione il messaggio biblico con
la confessione di fede della nostra chiesa.
Se è per noi difficile dire cosa siamo riusciti a trasmettere
ai catecumeni, più facile è capire quali siano oggi le loro reali
aspirazioni. Alla domanda « che
cosa vuoi fare nella vita? », in
genere la risposta è sempre, più
o meno, la stessa: concludere gli
studi oppure, per quelli che già
lavorano (e sono tanti nelle alte
valli), continuare a lavorare, più
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Tempo di Pasqua
in là sposarsi, farsi una casetta,
mettere al mondo dei figli. Non
troppi come una volta, due è
un bel numero. Il primo punto
cruciale riguarda il lavoro, perché la disoccupazione è realtà
dilagante e senza lavoro tutti i
progetti sfumano. Un’altra possibile risposta è quella della fuga
dalla realtà, nell'abulia, nel passivismo parassita che prelude al
fallimento. Ma quest’ultima è
una risposta rara. In genere —
mi pare — c'è nei giovani che
chiedono di entrare nella vita ecclesiastica dalla porta dei membri comunicanti un’attitudine ad
affrontare la vita con energia,
entusiasmo e, ne siamo persuasi,
con un senso di responsabilità
e libertà che scaturisce dalla fede in Dio.
Va da sé che il progetto dell’avere un bel lavoro, farsi una
casetta, avere dei figli non è
specificamente protestante. E’ il
progetto del 98% della gente giovane. Importante per noi è capire quale sia il posto che Dio
ha o non ha nello svolgersi della vita dei credenti. C’è insomma ancora spazio per questo Dio
che — come ci ricorda il nuovo
catechismo — ha un progetto per
l’umanità? Oppure è un Dio corollario dei nostri progetti?
Il nostro nuovo catechismo,
così ricco di spunti e di approfondimenti, è un tentativo, una
ricerca che vuole rispondere a
questi e a tanti altri interrogativi che ci poniamo in anni d’incertezza. etica e di caduta di tensioni ideali, politiche e di fede.
Ogni generazione scrive il suo
catechismo e i catecumeni che
oggi hanno 17 anni tra dieci,
vent’anni troveranno le pagine
« crescere nella fede » datate e
forse superate.
Oggi il Dio onnipotente lascia
il posto al Dio impotente della
croce e il Dio assoluto lascia intravedere la sua relatività e la
sua umanità. Più che definizioni dogmatiche di Dio, interessa
sapere quale sia il progetto di
Dio per noi e se in quel progetto posso rientrarci anch’io con
le mie aspirazioni piccolo-borghesi. Occorre dire, a scanso d’equivoci, che non c’è da vergognarsi a volere lavorare, risparmiare, mettere su famiglia, farsi la
casetta purché tutto questo non
esaurisca tutta la nostra immaginazione, le nostre energie e il
nostro tempo cacciando così Dio
fuori della nostra vita, insieme
al nostro prossimo. Se così sarà, allora è chiaro che il nostro
progetto è diverso e contrario
rispetto a quello di Dio. Ma appunto la chiesa, con il suo catechismo provvisorio e datato, tenta d’indicare a credenti che oggi si affacciano a nuove responsabilità nella comunità un punto in comune tra il progetto di
Dio e il nostro.
E, a volte, per trovare questo
punto in comune occorre cambiare progetto di vita. Questa è
la cosa più difficile, ma è forse
l’unica che possa salvarci dalla
perdizione.
POMARETTO — E’ stato presentato al battesimo Damien
Rostagno, di Enrico e Loretta
Serre; possa questo bimbo crescere costantemente sotto la
guida e la protezione dello Spirito che è stato invocato su di
lui.
• Nel corso del culto della dC'
menica delle Palme hanno confermato il loro battesimo o lo
hanno ricevuto i giovani che
hanno ultimato il loro corso di
catechismo: Silvano Bertalot,
Serena Bosco, Danilo Bounous,
Andrea Breuza, Elena Breuza,
Corrado Castagna, Piero Clot,
Raffaella Collet, Igor Favaro,
Nicoletta Giacomino, Cristina
Long, Monica Long. Marco Martinat, Annalisa Micol, Doriana
Pastre, Susy Reynaud, Edoardo
Revel, Ivan Ribet, Mar,ika Ribet.
• Nella domenica di Pasqua i
culti avranno luogo alle ore 9
con Santa Cena all’ospedale, ed
alle ore 10 nel tempio.
MASSELLO — La riunione
quartierale di marzo avrà luogo
sabato 25 alle ore 14.30 e vedrà
la partecipazione di alcuni fratelli della chiesa battista.
• Nel periodo pasquale i culti si svolgeranno venerdì 24 alle ore 11 e domenica 26, sempre
alle ore 11.
VILLASECCA — Durante il culto della domenica delle Palme
hanno pubblicamente confermato il battesimo ricevuto i giovani; Lucia Clot, Luciana Massei, Renata Menusan, Claudio
Peyronel.
PERRERO-MANIGLIA — Le
riunioni quartierali del mese di
marzo hanno come tema i rapporti fra le chiese valdesi e metodiste e quella battista: alla riunione di martedì 28, ore 20.30 a
Perrero, parteciperà il pastore
Domenico Tomasetto.
• Nel corso del culto della
domenica delle Palme si sonopresentati alla comunità Gianni
Massel, che ha concluso il IV anno di catechismo e la signora
Rita De Dominici Peyrot, che ha
seguito un corso di catechismo
e partecipato ad alcune attività
della chiesa.
SALUTISTI
Fanfara
a Pasqua
Giuseppe Platone
in un mare di verde, in un’oasi di pace
Hôtel du Parc
RESTAURANT
Casa tranquilla aperta tutto l’anno
Facilitazioni per lunghi periodi di permanenza
Saloni per banchetti nozze
Viale Dante, 58 - Tel. (0121) 91367
TORRE PELLICE
• I culti di Pasqua avranno
luogo alle ore 9 a Maniglia e, alle ore 10.30, a Perrero, entrambi
con celebrazione della Cena del
Signore.
la Frache, Daniela Geymonat,
Patrizia Geymonat, Sonia Giovo, Luca Laiolo, Luca Pascal,
Valter Rosani, Gigliola Vemé,
Morgana Vigna, Caterina Visconti.
PRAMOLLO — I culti del 5
e del 12 marzo sono stati tenuti
rispettivamente dai giovani della EGEI e dalla sig.ra Lidia Ribet Ncflke. A Daniele, Antonella,
Andrea, Rossella e Lidia la comunità esprime un vivo ringraziamento per i messaggi ricchi
ed attuali che ci hanno portato.
• Nel pomeriggio di domenica
5 marzo abbiamo potuto assistere alla recita presentataci dalla
filodrammatica di Villar Penice; anche a tutti lorc': grazie!
• Nel corso del culto della domenica delle Palme sono stati
ammecsi in chiesa i giovani: Elisa Beux, Claudio Long, Loris
Menusan, Marco e Matteo Noffke.
PRALI — Il giorno di venerdì
santo confermeranno il loro battesimo Nadia Peyrot e Fiorenzo Rostan. Il culto si terrà alle
ore 10.30 nel tempio.
Culto ai Jalla
LUSERNA S. GIOVANNI —
Per i prossimi mesi estivi sarà
ripreso l’esperimento iniziato lo
scorso anno di un culto mensile nella cappella dei dalla. Si
terrà da aprile a ottobre ogni
prima domenica del mese alle
ore 18. Il primo appuntamento
è per la domenica 2 aprile. E’
un’occasione di culto e di ascolto dell’Evangelo pensata soprattutto per quei fratelli e sorelle
che, per motivi vari, non possono frequentare i culti del mattino.
ANGROGNA — I culti di questa settimana di Pasqua si tengono il giovedì alle 21 a Pradeltorno (scuola) con Santa Cena;
venerdì alle 21 nel tempio del
Serre con Santa Cena (Corale);
domenica di Pasqua alle 10 nel
tempio del capoluogo con le confermazioni o i battesimi dei
seguenti catecumeni: Daniela
Benech, Isabella Chiavla, Giulio
Plavan, Bruna Miegge, Donatella
Pons, Matteo Pons, Antonella
Rivoira, Fabrizio Rivoiro, Paolo
Rivoira, Wanda Ricca, Monica
Travers.
Martedì 28 marzo
VILLAR PELLICE — Nel cor
so del culto della domenica delle Palme abbiamo accolto, attraverso il battesimo o la confermazione del loro battesimo,
quali nuovi membri responsabili della chiesa i seguenti giovani che per quattro anni abbiamo cercato di guidare nella
verità cristiana contenuta nella
Parola di Dio: Moris Barolin,
Diego Cordin, Valter Davit, Pao
□ V CIRCUITO
PER IL RIMPATRIO
TORRE PELLICE — In vista delle
celebrazioni del tricentenario del Rimpatrio, il consiglio del 1" circuito organizza un incontro, previsto per la
ore 20.45 nei locali della casa unionista di via Beckwith, per valutare le
iniziative possibili in tale occasione.
Sabato 1” aprile
□ UN CAMMINO ^
DI LIBERTA’
ANGROGNA — Alle ore 21 nel tempio del Serre si tiene un incontro organizzato dalla Corale valdese sul
tema « Un cammino di libertà ». Immagini, testi e canti del glorioso rimpatrio dei valdesi ».
Nel periodo pasquale sarà in
visita nel pinerolese una fanfara
di ottoni dell’Esercito della Salvezza. Si tratta di un insieme di
trenta elementi che normalmente fanno parte di piccoli gruppi
strumentali di diversi « Corpi »
salutisti della Svizzera.
Secondo la buona tradizione
salutista suoneranno venerdì 24
marzo ai mercati di Torre Pellice e Luserna, al mercato di Pinerolo sabato 25 marzo mattina
e nel pomeriggio, sempre a Pinerolo, in piazza III Alpini per un
concerto all’aperto alle ore 16
(sotto la tettoia di piazza Roma
in caso di maltempo).
Nella domenica di Pasqua, alle
ore 15,30, la fanfara terrà un concerto nel tempio valdese di Torre Penice.
Casa valdese
a Guardia Piemontese
AVVISO
1. - La Casa valdese a Guardia Piemontese (Cosenza) desidera offrire ai visitatori del Museo un adeguato servizio
di informazione culturale. Allo scopo chiede, per il periodo giugno-ottobre, la disponibilità di persone capaci di
esporre in sintesi la storia valdese e la Riforma protestante ai visitatori che lo richiedono.
Il Museo è dotato anche di audiovisivi.
Alle persone disponibili si offre:
— l’uso di un appartamento monocamera arredato, con
4 posti letto;
— mezza giornata libera, in zona vicina al mare e alle
Terme Luigiane.
Si chiede:
— disponibilità tutti i pomeriggi, compresi i festivi, per
l’apertura e l’assistenza al Museo;
— un’offerta per le spese vive dell’appartamento e il suo
uso.
La « Casa valdese » a Guardia Piemontese è disponibile
per attività di gruppo e per famiglie, sia in estate che in
altre stagioni, ai seguenti prezzi;
2.
QUOTE ESTIVE
Appartamento al pianoterra, posti letto n. 6, L. 25.000 al giorno
Appartamento al 1” piano, posti letto n. 6, L. 35.000 al giorno
Appartamento al 2" piano, posti letto n. 5, L. 35.000 al giorno
Appartamento al 3" piano, posti letto n. 4, L. 26.000 al giorno
BASSA STAGIONE (maggio-giugno, settembre):
Appartamenti al pianoterra e 3" piano: L. 12.000 al giorno
Appartamenti al 1“ e 2’ piano: L. 15.000 al giorno
ATTIVITÀ’ DI GRUPPI E FAMIGLIE IN ALTRI PERIODI:
L. 10.000 al giorno, per ciascuno degli appartamenti occupati.
N.B.:
1. - Sono possibili alcuni « ritocchi » delle tariffe estive, per
soggiorni superiori ai 10 giorni;
2. - E’ necessario versare, al momento della prenotazione, una
caparra pari ad un terzo della somma prevista secondo
le tariffe qui indicate.
VERSAMENTO: da effettuare sul ccp n. 13103874 intestato a
CASA VALDESE A GUARDIA P. - c/o MARCO PRESTA via Doviziosi, 4 - 87045 DIPIGNANO (Cosenza).
Per informazioni e prenotazioni: CESARE MILANESCHI via Doviziosi, 2 - 87045 DIPIGNANO (Cosenza). Tel. (0984)
62.14.90.
5
r
24 marzo 1989
vita delle chiese
PADOVA
CORRISPONDENZE
L’Europa
e le minoranze
Diverse valutazioni sul glorioso rimpatrio per
un’esposizione avvincente della storia valdese
Preghiera come solidarietà
Nella grande aula N della facoltà di lettere, il cosiddetto Liviano, mercoledì 8 marzo c’era
molta gente: oltre a numerosi
studenti, vi erano parecchi membri della comunità metodista di
Padova, simpatizzanti e amici.
Con simpatico gesto di interesse e di apertura culturale l’Istituto Gramsci veneto, in collaborazione con la Chiesa metodista di
Padova, aveva infatti organizzato,
in occasione del 3” centenario del
« glorioso rimpatrio », un pomeriggio di informazione, di riflessione e di valutazione sul tema
RIMINI
Congresso
avventista
A Rimini dal 27 aprile al 1”
maggio, presso il Centro Andrej
Tarkovskij, si terrà un congresso
nazionale delle Chiese awentiste
italiane.
Il congresso sarà la manifestazione conclusiva delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario dell’ organizzazione dell’Unione italiana delle Chiese cristiane avventiate del settimo
giorno.
Vedrà riuniti a Rimini, oltre
ai membri delle comunità avventiate italiane, il presidente della
Conferenza generale delle chiese
avventiate, past. Neal Wilson, per
la prima volta in visita ufficiale
in Italia.
« L’Europa e la sfida delle minoranze : il caso valdese ».
Una tavola rotonda ha riunito
per l’occasione il prof. Franco
Dal Pino dell’università di Padova, esperto di storia medioevale,
ed in particolare di storia della
chiesa medioevale (che tra l’altro
porterà in tournée di studio alle
valli, dopo Pasqua, alcuni dei
suoi allievi), Giorgio Bouchard,
pastore a Napoli e presidente
della PCEI, e il prof. Mario
Miegge dell’università di Ferrara. L’attenzione dell’uditorio è
stata sostenuta Ano alla fine.
La discussione e le valutazioni
non sempre perfettamente con-,
vergenti fra Bouchard e Miegge
sul « rimpatrio » hanno vivacizzato e problematizzato il fatto
storico, il che era nelle previsioni
e nell’intento degli organizzatori,
che non desideravano un’esposizione noiosa e una glorificazione
scontata e prefabbricata della
storia valdese !
Numerose anche le domande e
i contributi dei presenti, che
hanno dovuto decidersi a lasciare la sala perché l’ora tarda rendeva impaziente chi doveva chiudere l’istituto.
Siamo grati al Gramsci veneto
per questa opportunità di fare
uscire dal chiuso della comunità
la nostra voce, per inserirla nel
tessuto della città di Padova, e
agli oratori che sono intervenuti
con sensibilità e una partecipazione che potremmo definire esistenziale.
E siamo anche grati a Luigi
Giudici e a Edo e Nadia che nel
corso della settimana hanno prestato la loro assistenza per tenere aperta nei locali della nostra
chiesa la mostra sul « glorioso
rimpatrio ». B. C.
SESTRI — La giornata mondiale di preghiera è stata realizzata anche a Genova nella
chiesa metodista, in comunione
e collaborazione con là chiesa
valdese di Sampierdarena, di
Genova centro e con la chiesa
battista di Genova.
Le sorelle delle quattro comunità (erano circa 45 le convenute) si sono ritrovate come tutti
gli anni per questo avvenimento.
Quest’anno, adeguandoci al tema propostoci dalle donne cristiane della Birmania, « Signore, insegnaci a pregare », abbiamo ascoltato il loro messaggio
secondo il quale, facendoci guidare dal Padre nostro e ponendo ai piedi del Signore tutti gli
affanni dell’esistenza terrena, egli con la sua grazia ci illumina, ci guida, ci dà forza.
« Padre nostro che sei nei
cieli... Dacci oggi il nostro pane
quotidiano... ».
Il pastore Letizia Tomassone
ha porto la sua meditazione su
queste parole. Particolarmente
emozionante è stata la similitudine che ha fatto sul legame che
si instaura tra la piccola creatura e la sua mamma attraverso il cibo chiesto e offerto, e la
comunione e l’unione spirituale
che si può instaurare fra le genti attraverso il dare e il ricevere il pane, cioè l’altruismo, la
solidarietà, il dialogo, tutte qualità che possono abbattere frontiere e divisioni.
La S. Cena ci ha riunite rammentandoci il sacrificio di Gesù
Cristo e l’amore di Dio Padre
per tutte le sue creature. I
nostri begli inni ci hanno aiutate a lodarlo e ringraziarlo.
Dopo il culto ci siamo ancora
ritrovate davanti a una tazza di
tè per chiacchierare e scambiarci le esperienze vissute da ognuna nelle nostre diverse chiese.
Giornata mondiale
di preghiera
SANREMO — Venerdì 3 marzo il tempio valdese ha visto la
partecipazione di una quarantina
PINEROLO
Un «oratorio» moderno
Alcune settimane or sono il nostro giornale diede la notizia che
il giovane direttore della corale di Pinerolo, Claudio Morbo,
si era diplomato in composizione presso il Conservatorio di Milano.
Il fatto che egli abbia presentato quale prova finale d’esame
un «oratorio» (ossia un brano
della Bibbia messo in musica —
esempi di oratorio, certo ben
noti, sono dati dalle « Passioni »
musicate da Bach) ha destato la
curiosità della ledazione, e quindi in un breve incontro gli abbiamo posto alcune domande.
— Innanzitutto, perché proprio un oratorio?
— « Bisogna sapere che il Ministero ha indicato quest’anno,
per la prova finale di composizione, tre temi, tra i quali i candidati potevano scegliere: una
"scena lirica”, un "pezzo sinfonico" e, appunto, un oratorio;
il testo biblico proposto era quello della "annunciazione a Maria”,
dal Vangelo di Luca (cap. 1), nella versione latina.
Ho scelto l’oratorio perché mi
è parso di poter scrivere una
compMJsizione un po’ fuori dell’ordinario, cercando anche di interpretare, per quanto possibile,
il testo mettendo in evidenza la
mia personale convinzione di fede, di credente evangelico ».
— Come sei riuscito nei tuoi
propulsiti?
— « Ho cercato di vanificare
le aspettative che la comune e
diffusa lettura cattolica del testo lucano poteva aver creato
nei commissari, tanto più dopo
un anno di "celebrazioni mariane” della Chiesa cattolico-romana: per un testo leggibile con
un accentuato ed orientato simbolismo, che vorrebbe avvalorare una certa figura della madre
di Gesù, ho usato una scrittura
musicale che ponesse in evidenza l’insicurezza, il travaglio spirituale della donna, tentando di
"smitizzare” la figura di Maria,
con un canto non melodico, ma
dirci asipro, con poca dinamicità, sfruttando la tecnica del "parlato” e del "sussurrato”.
Nelle mie scelte musicali, mi
sono sforzato di tralasciare ogni
luogo comune collegato alla tradizione, tendendo ad una interpretazione che oserei definire
"laica”.
Insomma, ho cercato di rendere musicalmente una rottura
con il modo usuale di leggere
questo testo, che trova una giustificazione nella imprecisa traduzione latina di alcune espressioni; penso in particolare al
"gratia piena” che corrisponde
ad una espressione nel testo greco dell’Evangelo da tradursi non
con "piena di grazia" (concetto
di persone, non esclusivamente
donne, riunite per celebrare la
giornata mondiale di preghiera.
La liturgia è stata preparata —
come l’anno scorso — dalle unioni femminili delle tre comunità
del ponente ligure (Imperia, Sanremo, Bordighera - Vallecrosia).
E’ stata questa un’ulteriore occasione di riflessione comunitaria
arricchente nella sua semplicità
e nella quale si è potuto sperimentare vieppiù la comunione
fraterna. Durante la breve meditazione su Luca 11 ; 1-13 sono stati sottolineati i due punti salienti
del testo: il Padre nostro (ciò
che dobbiamo fare) e l’amico
importuno (sul potere di una
preghiera persistente). Particolarmente apprezzato l’accompagnamento musicale all’organo ed
i brani suonati (viola e chitarra)
e cantati da due giovani partecipanti, Corinne (svizzera) e Piona
(inglese).
Auguri al
past. Tedeschini!
VINTEBBIO — Domenica 26
febbraio è stato giorno di festa
in casa Piasio-Tedeschini, a motivo di un evento degno di nota.
che implica l’idea che Maria sarebbe depositaria della grazia divina che potrebbe poi dispensare ai credenti), bensì con "colei a cui è stata fatta grazia”:
è un po’ diverso! ».
— Che cos’altro caratterizza la
tua composizione?
— «L’oratorio tradizionale (penso a Bach, Haendel, Mendelssohn) era una sorta di "opera
senza scena”, con i personaggi
sostanzialmente in dialogo tra loro su un unico piano. Nel mio
lavoro ho cercato di applicare
gli ultimi ’’ritrovati” della musica contemporanea (che — riconosco — sono un po’ difficili
da "digerire” per chi è abituato
ad ascoltare gli autori classici),
ponendo i quattro personaggi
del l'oratorio, l’evangelista-narratore. Maria, l’angelo, il coro, su
quattro piani musicali differenti, trattandoli musicalmente in
modo diverso l’uno dall’altro, a
sottolineare una rottura di livelli.
In particolare, ho cercato di
sfruttare le possibilità di modulare il canto influendo sul modo di emissione della voce e del
suono, ed ho previsto nell’organico dell’orchestra l’utilizzo di
strumenti non proprio usuali,
quali particolari strumenti a corda o a percussione ».
A cura di
Paolo Gay
mitato permanente della Chiesa
metodista, alla Tavola valdese.
Solidarietà
TRAPANI — Mercoledì 15 marzo hanno avuto luogo i funerali di Giuseppe Anzalone, di anni 76, membro attivo della chiesa valdese di Taranto e residente da poco più di un anno nella
nostra città. E’ mancato dopo
un periodo di sofferenze all’ospedale Sant’Antonio.
La comunità esprime solidarietà alla famiglia.
In vista del
Rimpatrio
WALLDORF — « Ci si sta preparando — scrive Karl Heinz
Kubb, presidente dell’associazione degli amici dei valdesi di
Walldorf — per i festeggiamenti
del terzo centenario del Rimpatrio dei valdesi». A Walldorf
l’associazione valdese ha ricevuto un gruppo di amici da KleinVillars con cui si è ricordata una
visita in Francia nel Luberon alla
riscoperta delle antiche località
valdesi annientate dalla repressione. A Pentecoste un gruppo di
Walldorf soggiornerà alle valli
insieme alla delegazione della
Waldenser Freundeskreis (Associazione valdese tedesca).
Grazie ad un’eredità, la comunità di Walldorf devolverà alla
nostra chiesa ima somma di circa 44 mila marchi destinata rispettivamente: al Collegio valdese, al Centro Bethel nella Sila e
all’Ospedale evangelico di Napoli. Un gruppo di "walldorfesi”
parteciperà alla escursione in
agosto sulle tracce della « Glorieuse Rentrée » ed un altro
gruppo sarà in Val Pellice a settembre per le celebrazioni di
chiusura a Sìbaud, ma soprattutto — scrive Kubb — « per rinsaldare i contatti con i fratelli
e le sorelle italiane, nella comune
vocazione al di qua e al di là delle Alpi ».
I familiari, alcuni amici e fratelli della chiesa si sono affettuosamente stretti intorno al
pastore Raffaele Tedeschini, che
proprio in quel giorno compiva
il suo 100" anno di vita! Al momento di spegnere la candela
troneggiante sulla torta a rappresentare le simboliche 100
candeline, con invidiabile lucidità il festeggiato ha espresso
la sua gioia per aver raggiunto
tale longevità, rendendo- grazie di
ciò a Dio e invocando da lui
copiose benedizioni sui presenti.
Per l’occasione tanti fiorì e
messaggi augurali e di felicitazione, sia scritti che telefonici,
sono giunti al centenario che,
insieme ai familiari, ha molto
gradito questa testimonianza di
affetto.
Attraverso queste righe essi
vogliono rivolgere un caloroso
ringraziamento alla sorella Gina
e ai nipoti e pronipoti abruzzesi,
al pastore, alla moglie e ai membri della chiesa di Vintebbio, alla chiesa di Scicli e all’Unione
femminile, ai giovani (un grazie particolare alla cara e premurosa sig.ra Anna Perini e famiglia), che hanno ricordato
con affettuose parole la testimonianza e il lavoro svolto nella
loro località, ove il pastore ha
vissuto sino all’ottobre ’87, al
pastore Pino Arcangelo e alla
chiesa di Terni, al pastore Benecchi e famiglia, alla famiglia
Scorsonelli, alla sig.ra Anna Maria Traina, al sindaco e a tutta
la popolazione serravallese, all’ufficio amministrativo e al Co
TORINO — Dal 21 al 23 aprile, nel
tempio valdese di corso Vittorio 23,
si terrà il IV convegno dell’Unione per
la lettura della Bibbia (ULB), sul tema
« La chiesa di fronte alla minaccia
invisibile », con la partecipazione del
past. Maurice Bay. Per informazioni
rivolgersi a ULB, via Medici dei Vascello 5/3, 16146 Genova, tei. 010/
308240.
NAPOLI — Dal 29 aprile al 1° maggio si tiene, al Maschio Angioino e
all'istituto navale, il IX convegno nazionale delle Comunità cristiane di
base (Cdb) sul tema « Donne e uomini per una terra di speranza ». Per
informazioni rivolgersi alla Segreteria
tecnica delle Cdb, via T. Bianch 19,
80143 Napoli, tei. 081/5534150.
0
ROMA — Presso la sede delle suore francescane in via Giusti 12, a
cura del gruppo romano del SAE, domenica 9 apriie, alle ore 16.15, avrà
luogo un incontro sul tema « L'uomo
nel creato»; interverranno il teologo
cattolico Carlo Molari ed il pastore
valdese Valdo Vinay,
OMEGNA — NeH’ambito delle attività del Centro evangelico di incontro, il prof. Giorgio Rochat parlerà venerdì 7 aprile, ore 21, sul tema « Regime fascista e chiese evangeliche ».
L’incontro si tiene nella chiesa metodista.
6
area rioplatense
Leggermente abbronzato e
visibilmente soddisfatto della visita alle chiese valdesi
del Rio de La Piata Franco Giampiccoli, moderatore
della Tavola valdese, ha accettato di raccontarci, in
modo approfondito, la sua
recente esperienza, tappa
obbligata di ogni moderatura (al di qua e al di là delVoceano). La torrida estate
di questi mesi (spesso il termometro toccava i 40°) del
« Cono Sur » dell*America
latina non ha rallentato il
ritmo delle visite e dei contatti con le chiese e le opere
programmati dalla « Mesa
vaidense », che aveva rivolto
un invito a Giampiccoli fin
Il contesto delle
chiese valdesi dei
Rio de La Piata
— La prima domanda riguarda il contesto in cui vivono le chiese valdesi del
Rio de La Piata. Che impressioni hai ricevuto?
dal 1986.
«In paesi di grandi spazi
come VArgentina o VUruguay, ho incontrato — dice
Giampiccoli — della gente
affascinante con gli occhi
ben aperti sulla propria diffìcile realtà. Gente giovane,
quasi tutta d’origine europea: italiani, spagnoli, tedeschi, olandesi, gallesi; gli
aborigeni sono stati sterminati nei secoli scorsi; una
situazione economica che va
a ritroso, strozzata come
è dall’indebitamento estero... ». Le prime impressioni di Giampiccoli sono di
una fresca positività, colorate, vivaci... ma andiamo con
ordine.
— Sono arrivato giusto all’inizio del carnevale di Montevideo, evento folclorico-politico del tutto speciale, e ho
assistito alla sfilata di apertura (tutta danze e quasi
niente carri) composta di
murgas vestite di costumi
sfavillanti. Le murgas sono
compagnie dilettanti di teatro popolare che, nelle sere
delle settimane successive,
danno spettacoli all'aperto,
a cui la gente accorre in massa, cantando in satira gli
eventi dell'anno trascorso. Il
taglio prevalente di questa
satira è politico e si respira
un’aria di soddisfazione mista a meraviglia per resistenza della giovane democrazia,
non esente da residui di paura per l’incubo della dittatura che è finito solo ieri...
Quattro anni sono ben poca
cosa per risalire dal baratro.
Gli uruguaiani non sono
per altro solo spettatori della satira politica. Sono militanti attivi, entusiasti per
l’ultimo successo ottenuto.
Vale la pena di raccontarlo
perché da noi se ne è saputo
poco o niente. Esiste in Uruguay una legge che intende
passare un colpo di spugna
sul decennio di dittatura.
conveniente per il colosso
argentino, più ricco ma più
instabile del piccolo Uruguay.
re
sa
lo
lo
— Veniamo ora alle chiese valdesi. Anzitutto: quali
hai visitato?
Bahia Bianca. Un gruppo davanti alla chiesa. Primo a sinistra il
pastore Delmo Rostan.
impedendo inchieste giudiziarie a carico dei militari.
Il popolo ha raccolto durante l’anno scorso le firme necessarie al referendum abrogativo, pur essendo prescritto un quorum altissimo. Un
quarto dei cittadini votanti
dell’intero paese! In seguito
la magistratura, sotto la
pressione governativa e militare, controllando le firme,
ne ha eliminate 38.000, giudicandole di dubbia validità. Ha così abbassato il numero dei firmatari sotto il
quorum, annullando quindi
il referendum. Ma la reazione popolare è stata fortissima e la magistratura è stata costretta a dare la possibilità ai 38.000 di confermare di persona la propria firma in posti di raccolta ufficiali, nello spazio ristrettissimo di un paio di giorni.
Una enorme mobilitazione
ha condotto un’altissima percentuale di questi 38.000 a
ratificare la propria firma in
una specie di « voto di opposizione a riso scoperto »,
che ha rappresentato una
grande prova di fiducia nella democrazia. Poco prima
di Natale il quorum è stato
così di nuovo superato, di
misura, per 200 firme, e a
Montevideo è esplosa una festa popolare spontanea.
Molti valdesi si sono impegnati a fondo in questa
mobilitazione. L’oggetto del
referendum, se si debba o
no « dimenticare » il passato, è dibattuto, ma nessuno
contesta che è il popolo che
deve decidere, con il referen
dum che ora è fissato per il
16 aprile, e non le forze della conservazione e del militarismo, armate di cavilli e
pretesti giuridici.
— Anche in Argentina c’è
fermento politico, ma forse
in una diversa atmosfera?
— L’oscuro episodio della
caserma della Tablada (che
ricorda torbide infiltrazioni
dei servizi segreti nei gruppuscoli estremisti di casa nostra aH’inizio degli anni ’70)
è stato il pretesto per squalificare in blocco tutto ciò che
può rientrare nel termine di
« sinistra ». Per le prossime
elezioni di maggio si fronteggiano i candidati peronista e radicale, non molto dissimili tra loro, in un panorama politico confuso su cui
si allunga sempre più l’ombra dei militari. Tutto è complicato da un « debito estero » pazzesco e da una inflazione vertiginosa che raggiunge quasi il 400% annuo.
In questo ambito ho trovato tra i valdesi argentini delusione e senso di impotenza, ma anche determinazione a non mollare.
La situazione
sociale
— E qual è la situazione
sociale?
CIO
sta città sterminata in cui
si viaggia per ore in colectivo (autobus) per raggiungere due o tre punti all’interno della città, ho visitato un
cantegril (quartiere di abitazioni precarie), che mi ha ricordato le borgate che circondavano Roma negli anni
'50. Uno dei maggiori problemi sociali è rappresenta
' .U*
— Ho visitato il sud dell’Uruguay (Montevideo, Vaidense, Rosario, Cosmopolitas-.Iuan Lacaze, Tarariras,
Colonia), Buenos Aires (chiesa in cui sono confluiti i riformati francesi e i valdesi)
e due chiese a 700 chilometri a sud di Buenos Aires,
Bahia Bianca e Colonia Iris,
raggiunte in un’ora di volo,
viaggiando sempre all’interno della stessa provincia! Da
Bahia Bianca in giù ci sono
ora gruppetti di disseminati,
ma si tratta di una diaspora
impossibile da curare, che si
estende per quasi 3.000 chilometri!
tr¡
nc
m
tu
co
za
m
R
S<
gì
ni
st
gl
gì
— Immagino che queste
chiese presentino una varietà di situazioni...
Vi
n:
gl
d>
— Da quello che ho potuto vedere, ci sono almeno tre
si
ir
ti
Dal cantegral
Borgate fatiscenti delle megacittà, piccmtri a
un difficile contesto economico e sociale. I^do
punti del viaggio in Argentina e Uruguay Ìkmpi
— Difficile valutare. Visitando le chiese valdesi ho avuto l’impressione di muovermi nell’ambito di una
classe media. Ma là, mi hanno detto, uno stipendio medio (un insegnante, un pastore) è di circa 200.000 lire (un pensionato, invece, sopravvive con 70.000 lire mensili). Con uno stipendio di
quel genere non ci sono problemi di alimentazione, ma
non appena si esce dal campo alimentare i prezzi salgono, e per prodotti importati diventano proibitivi.
I libri stampati nel Rio de
La Piata costano più o meno la metà che da noi e persono cari. Per questo
La Paz (Vaidense), Uruguay. In occasione della « doma », rodeo dei
« gauchos », si prepara l’asado.
molto apprezzati dai pastori
sono i libri della Claudiana
che ricevono dall’Italia.
Accanto a questa classe
media, ho sfiorato la miseria dei harrios (quartieri) in
cui la Chiesa valdese, insieme ad altre chiese evangeliche, è presente con opere sociali. A Buenos Aires, in que
to dai chicos de la calle, i
bambini di strada, che crescono nella giungla della città abbandonati a loro stessi, spesso a partire dai 3 anni. Mi hanno detto che il
governo argentino ha varato
piani di recupero per i bambini dai 3 agli 11 anni; dai
12 ai 21 (maggiore età) i ragazzi sono considerati, dal
governo, irrecuperabili, mentre per l’età inferiore un recupero del 10% è considerato un traguardo molto positivo. Anche in questo campo le chiese evangeliche sono attive. Ho conversato con
uno studente in teologia valdese che con la moglie ha
lavorato in un hogar, un rifugio per il recupero dei ragazzi di strada; ho appreso,
in un incontro con responsabili della Chiesa metodista
in Argentina, che nel programma per los chicos de
la calle sono impegnate tutte le chiese in modo prioritario.
Naturalmente ho anche visto yachts argentini attraccati nei porti della sponda
uruguaiana del Rio de La
Piata, dove il turismo è più
situazioni. La prima è quella delle grandi città, Montevideo e Buenos Aires, dove
la dispersione è uno dei
maggiori problemi; la seconda è quella dei piccoli centri agricoli — come Vaidense, o Jacinto Arauz, nell’ambito della Colonia Iris — in
cui i valdesi sono una metà o più della popolazione.
Qui si respira l’aria più simile a quella delle nostre
valli, anche se invece di montagne ci sono sterminate pianure.
La terza situazione è quella delle città medie in cui
negli ultimi decenni si sono
spostati i valdesi, muovendosi dal campo alla città.
Questo movimento verso
la città è lutt’altro che stabilizzato. Mi ha impressionato visitare a Colonia Iris dei
proprietari terrieri i cui figli hanno tutti già imboccato strade diverse e non continueranno l’impresa agricola che è stata impiantata tra
80 e 130 anni fa. L’inurbamento è anche favorito dalla concentrazione dell’impresa agricola, per cui agricoltura e allevamento restano
7
area rioplatense
;1
il
li
IS,
e
ri
ii)
le
;s,
is,
o,
ìr
3a
IO
ti,
ra
si
•te
ie
;u
re
redditizi su larga scala e cessano di esserlo per il piccolo proprietario che abbia solo una cinquantina di ettari.
Nell’inurbamento si riscontrano i problemi che ben conosciamo: dispersione, permanere di mentalità e abitudini della campagna, difficoltà della chiesa ad organizzarsi nel contesto urbano.
I valdesi
del Rio de La Piata
— Che cosa caratterizza
maggiormente i valdesi del
Rio de La Piata?
— L’apellido, il cognome.
Se di uno non è visibile l’origine valdese (per la provenienza da un matrimonio misto), spesso si ricorda il cognome della madre per... legittimarlo!
Per qualcuno è motivo di
vanto, sia pure nell'aut©ironia, il poter sfoggiare i 4 cognomi dei nonni, tutti vaidesi. Più ancora che da noi
si risalgono le generazioni, si
indagano le parentele, si ipotizzano connessioni. Vi è un
la fede in Gesù Cristo la sorgente di vita che anima le
persone e le comunità che
ho incontrato, una fede
gioiosa, piena di vivacità e
di affetto. E la predicazione
evangelica — come quella
del pastore Ricardo Ribeiro
che ha aperto il Sinodo a
Vaidense il 19 febbraio —
è orientata al futuro, verso
la speranza che ha origine
nelle promesse del Signore.
Certo però l’etnia, con la
sua presenza corposa, con il
suo essere tessuto connettivo che consente il riemergere continuo della militanza
evangelica, rappresenta anche un limite, la delimitazione di uno spazio etnico
che rende ancor più difficile l’aggregazione di chi non
ha radici valdesi.
Manca in questo, mi pare,
in gran parte, quell’elemento di provenienza dell’evangelizzazione che in Italia, fuori delle valli, si è amalgamato con il blocco valdese stemperandolo un poco. Del resto, nel Rio de La Piata, altre chiese hanno un connotato etnico, a volte anche più
RIO DE LA PLATA: FEBBRAIO 1989
sgralla pampa
picco itrì agricoli, spazi immensi, chiese e opere in
iale. Iccio di impressioni e valutazioni negli apjuay àkmpiccoli, moderatore della Tavola Valdese
lelite3ve
dei
onenlenìm■ in
meme.
si
;tre
lon
pia
uel
cui
ono
/en
à.
:rso
stajnadei
i fi
ccaron'i cetra
rbadalpreicol;ano
forte amore per la propria
origine e per la propria storia, che qui nel Rio de La
Piata — senza certo dimenticare quella precedente all’emigrazione — è soprattutto la storia del primo insediamento, dal 1858 in poi.
Questo non vuol dire che
questo sia il fondamento dell’essere chiesa dei valdesi rioplatensi. Indubitabilmente è
Buenos Aires. Uno dei fabbricati che compongono l’ISEDET.
forte di quello valdese:
l’I.R.A. {Iglesia Reformada
Argentina) ha origine olandese, l’I.E.R.P. (Iglesia Evangelica del Rio de La Piata)
ha origini tedesche, ecc.
Tanto più sono positivi e
utili i contatti ecumenici che
i valdesi rioplatensi intrattengono soprattutto con queste due chiese e con le due
chiese metodiste di Uruguay
Un gruppo davanti al tempio di Villa Iris, in provincia di Buenos
Aires.
e Argentina. Con altre 5 chiese evangeliche, la Chiesa valdese ha recentemente sottoscritto un importante reconocimiento del ministerio pastoral ordenado.
Le altre chiese
evangeliche
— Hai avuto contatti con
queste altre chiese evangeliche?
— Sì, la Federazione delle Chiese evangeliche in Uruguay mi ha accolto poco dopo il mio arrivo con un pranzo di lavoro... di denti intorno ad un succulento asado,
il tradizionale arrosto alla
brace del Rio de La Piata.
A Buenos Aires ho preso contatto con i dirigenti delle
chiese con cui maggiormente collabora la Chiesa valdese.
Particolar.mente interessante è stata la visita a ISEDET
(Instituto Superior Evangelico de Estudios Teológicos)
che accanto alla Facoltà di
teologia comprende un Departamento de comunicaciones (che svolge un programma simile a quello che da
noi svolge il Servizio Stampa-Radio-Televisione della
Federazione, lavorando tuttavia molto di più con gli
studenti) e una Scuola di musica e teologia.
— Hai menzionato prima
il Sinodo. L’hai seguito tutto?
— Certo, dalla domenica
19 febbraio al giovedì seguente. I lavori si sono svolti nel bellissimo Parque 17
dje Febrero in riva al Rio de
La Piata, a 11 chilometri da
Vaidense. Invidiabile la possibilità che hanno i nostri
fratelli rioplatensi di... raffreddare le discussioni con
un tuffo in acqua durante gli
intervalli.
— Molte discussioni?
— Beh, è pur sempre un Sinodo. Ma mi hanno colpito la
concisione degli interventi e
la concretezza dei discorsi. Il
presidente non ha mai bisogno di richiamare all’ordine
per il tempo, cd è raro che
qualcuno dia l’impressione
di parlare ascoltandosi.
Queste caratteristiche consentono al Sinodo rioplaten
se di lavorare per commissioni in modo molto ordinato ed efficiente senza che, in
sede di relazione delle commissioni alla sessione plenaria, il Sinodo pretenda di
rifare da capo la discussione dell’argomento e senza
d’altra parte accettare acriticamente quanto proposto
dalle commissioni.
Di tutti i Sinodi e assemblee a cui ho assistito finora,
è forse solo il nostro in Italia quello che si ostina a voler svolgere tutto il proprio
lavoro in sessione plenaria...
— Quali altre impressioni
hai riportato dal Sinodo?
— Due essenzialmente. La
caricato la Mesa, la Commissione finanziaria e le Commissioni presbiteriali (equivalenti alle nostre Commissioni distrettuali) di lavorare alla copertura del deficit,
che è imputabile alle ridotte contribuzioni di un 20%
delle chiese. A tal fine è stata sollecitata e assicurata dai
deputati la solidarietà delle
altre chiese.
In base aU’atto della riaffermata autonomia, risorse
esterne potranno essere ricevute dalla Mesa per la copertura del deficit attuale,
non per la gestione ordinaria per la quale il Sinodo ha
chiesto con forza alle chiese
la copertura a partire dall’inizio dell’anno finanziario
in corso. Con lo stipendio pastorale al 100%.
Sono rimasto colpito dall’energia con cui la Mesa ha
affrontato questa situazione
difficile e dalla risposta delle chiese. Confesso inoltre di
essermi un poco vergognato
della nostra parziale dipendenza dall’estero, maggiore
di quella rioplatense. Per ciò
che riguarda la copertura
del deficit consolidato della
Chiesa valdese rioplatense,
spero vivamente che noi qui
in Italia sapremo dare una
mano vigorosa.
— E l’altra impressione?
— Riguarda il culto dì
chiusura, un culto di Santa
Vaidense. Il tempio valdese con annesso il museo.
prima riguarda il nodo centrale di questo Sinodo, la
questione finanziaria. Alla fine dell’anno, di fronte ad un
ritardo delle contribuzioni
delle chiese che aveva superato il tetto giudicato compatibile con il proprio fondo di riserva (circa 50 milioni di lire), la Mesa ha annunciato lo stato di emergenza e in gennaio ha tagliato lo stipendio dei pastori
del 15%. Il Sinodo era chiamato ad approvare l’operato
della Mesa e darle indicazioni per il futuro. Non senza
difficoltà e dopo una accorata discussione in plenaria, è
passato l’atto che riafferma
la volontà della Chiesa valdese rioplatense di sostenersi, per la propria gestione
ordinaria, con i soli contributi delle chiese.
Un atto successivo ha in
Cena di fine Sinodo condotto da due studenti in teologia ed altri giovani, ricco di
canti nuovi, cantati da tutti
con allegria e senso di comunione. Con l’ultimo canto
siamo stati invitati ad uscire cantando dalla sala per
esprimere la responsabilità
che la chiesa ha, finito il Sinodo, di uscire nel mondo.
Ed infine, all’aperto, nel sole abbagliante, ci siamo
scambiati la benedizione e il
commiato con un lungo intreccio di saluti. Questo culto mi è sembrato esprimere
molto bene il carattere gioioso e la fondamentale unione — pur nelle diversità e
talvolta nelle divergenze —
dei valdesi rioplatensi.
Intervista raccolta da
Giuseppe Platone
8
8 prospettive bìbliche
Sofferenza, malattia, morte - parte h
Alla luce della risurrezione
24 marzo 1989
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Premetto subito che le riflessioni
che vi sto per proporre non vanno
nella linea che ci si può immaginare,
considerando il tema indicato dal
programma stabilito per questa giornata, ma se ne discostano, sia pure
in parte. In parte soltanto perché,
come credente, prima ancora che come pastore, parlare della nostra dimensione umana non significa altro
per me che parlare del centro della
fede, di Gesù Cristo, di Dio che dà
senso al mio essere, al mio esistere e
in particolare sta alla base, realizza,
dà spessore alla nostra umanità.
Riprendendo dunque una riflessione, iniziata da un po’ di tempo a
questa parte, sui problemi che la sofferenza, la malattia e la morte ci pongono quotidianamente, mi sembra
opportuno che anche questi aspetti
della nostra vita, direi soprattutto
questi aspetti, vengano vissuti, considerati e discussi, avendo come punto di riferimento l'evangelo.
Desidero perciò iniziare questo intervento leggendovi un passo dell’evangelo di Me. 2; 1-13, un racconto
di guarigione, e a partire dal testo
biblico tenterò di tracciare alcune linee di riflessione sul problema della
sofferenza, della morte, alla luce di
ciò che una riflessione biblico-teologica ci può offrire a questo proposito.
« Alzati! » - « Risuscita! »
La prima osservazione, fra le quattro che costituiscono la premessa a
ciò che vi dirò, è per porci in collegamento con il testo che abbiamo letto.
a) In questo testo, come negli altri due evangeli sinottici, l’originale
verbo alzarsi è eghelro, e la cosa interessante da notare è che lo stesso
verbo viene usato per dire risuscitare; quindi al limite questo « alzati! »
significa « risuscita »; inoltre il « si
alzò », che troviamo nel seguito del
racconto, nei tre evangeli, corrisponde parola per parola al racconto della risurrezione.
Questo è chiaro ed evidente in Me.
2: 12 confrontato con Me. 16: 6. In
entrambi i casi il verbo è eghérthe, ma
in un caso viene tradotto con si alzò
e nell’altro con risuscitò; il verbo
tuttavia è uno solo, non ci sono due
verbi diversi. Anche Luca usa nello
stesso racconto il verbo egheiro, ma
giocando consapevolmente sul termine, usa al V. 25 del cap. 5 un altro
verbo greco, anastàs, che significa anche risuscitare, per indicare la stessa
cosa; dunque Luca insiste ancor di
più su questa ricchezza del termine
per sottolineare che vi è qualcosa che
può essere compreso solo se si tiene
conto della dimensione della risurrezione.
Nell’utilizzo di questo testo mi
sembra, quindi, che sia possibile vedervi non solo qualcosa che prefigura la risurrezione ma che partecipa
all’evento risurrezione; l’altra cosa è
che questo racconto di guarigione
non concerne solo una parte dell’uomo, quella malata, ma tutto l’uomo; concerne non solo le persone
malate e coloro che le curano ma
tutti quanti. Un testo, dunque, che
potrebbe costituire un’ottima base
per invitare la gente delle nostre co
All inizio del novembre scarso si è tenuta, a Pomaretto, la « giornata
deirOspedale valdese», incentrata sul tema: « La tutela della dimensione umana dei malati e dei morenti ». In quel quadro il pastore Vito Cardio!, pastore a Rorà e membro della Commissione istituti ospitalieri vaidesi, ha presentato una riflessione biblica, che siamo molto lieti di poter
oflFrire anche a tutti i nostri lettori, in particolare in questo tempo della
Passione e della Pasqua.
a cura di GINO CONTE
munità ad essere sensibile al problema della sofferenza, della malattia e
della morte, non solo quando vi si
trova coinvolta direttamente.
La risurrezione come
chiave di lettura
della nostra realtà
b) Credo sia, quindi, impossibile non passare attraverso questa lettura, nel quadro di una considerazione seria del malato e del morente. Rimane chiaro che quando parlo di risurrezione non voglio fare un’esposizione sulla risurrezione, l’unica cosa
che desidero è utilizzare la risurrezione come chiave di lettura della
nostra realtà intera, perché l’evange
10 è stato scritto a partire dalla risurrezione.
Utilizzerò la risurrezione come
chiave di lettura della nostra realtà
globale: non solo di ciò che è dopo la
morte, ma di ciò che è prima di essa, di ciò che di noi appartiene al
passato e al presente del nostro essere fisico e spirituale, culturale, collettivo e individuale.
c) Quando dico chiave di lettura mi inserisco nel discorso del senso, della finalità o nel discorso della
fede, di un credere, non in un discorso che vuole fornire una spiegazione
o un sapere.
Con questo non ho l’intenzione di
evitare il problema, fuggire dalle domande esistenziali sui problemi connessi alla malattia e alla morte, ma
credo che con le nostre domande esistenziali, che legittimano la nostra
sete di sapere, solo la risposta della
fede, del credere, ci permette di
prendere sul serio il problema e di
non trasformare subito le domande
in risposte.
In sostanza, prendere sul serio il
problema significa prendere sul serio
l’uomo come problema; la specificità
dell’uomo è di essere un problema e
di porsi delle domande. Prendere il
problema sul serio significa evitare il
rischio di trasformare l’uomo posto
in questione in risposta astratta, o di
prendere in considerazione solo i
problemi che la malattia e la morte
pongono all’uomo, procurandogli ansia, angoscia, paura, non considerando i problemi, le domande che
l’uomo sano si è posto o si pone
quando è nel pieno delle sue forze.
L’ipotetico sapere
sull’aldilà e la fede
nella risurrezione
Mi sembra che il sapere, anche
l’ipotetico sapere di ciò che è al di là
della morte, non possa togliere nulla a ciò che significa per il credente
11 credere alla risurrezione; è altra
cosa. Direi anzi che questo sapere
del dopo-morte, se esiste, è in realtà
un sapere che non sa; il vero sapere non è questo, e questo sapere non
potrà mai porre la parola fine alle
domande legate alla nostra vita, a
noi stessi, alla malattia, alla nostra
morte. In definitiva sapere cosa c’è
dopo la morte non risolve la domanda: perché la morte?
d) Anche se non lo ripeto sempre
ingloberò, nella parola morte, la nozione di malattia. Parlerò della morte
ma non solo dell’istante in cui la
morte irrompe, bensì di tutto ciò che
appartiene all’universo della morte.
Nel nostro testo, benché da una
parte possiamo dire che la guarigione partecipa già alla risurrezione,
dall’altra possiamo ben dire che la
malattia partecipa in qualche modo
già alla morte.
Fatta questa premessa passo al
mio intervento, che si divide sostanzialmente in tre punti:
1) La chiave di lettura che ci dà
la risurrezione ci permette di prendere sul serio la morte.
2) In secondo luogo ci permette
di prendere la vita sul serio.
3) In ultimo ci permette anche
di prendere sul serio quelli che sono
i nostri limiti.
1) Prendere la morte
sul serio
a) Prendere la morte sul serio
significa rifiutare le dottrine rifiorenti di immortalità dell’anima per
le quali la morte non è mai veramente la morte, poiché non si muore
veramente o totalmente. La tentazione del nostro tempo, comprensibile
se vogliamo, è di dire che non si è
veramente mortali; attorno a tutto
ciò che gravita emozionalmente, passionalmente, scientificamente, moralmente sull’uomo, c’è l’idea che attraverso i mezzi tecnologici odierni vi
sia la possibilità di sopravvivere per
l’eternità; la dottrina che più rispecchia questa idea è quella della reincarnazione. La risurrezione in questo
caso non corrisponde alla nostra attesa perché ci dice innanzitutto: tutti
gli uomini sono mortali! E’ il riconoscimento primo della realtà a cui andiamo incontro.
b) I sociologi hanno dimostrato
che la nostra società contemporanea
allontana, nasconde, respinge, fa di
tutto per negare la morte. Lo constatiamo nel fatto che la maggior parte
delle persone non vuole morire in
ospedale. L’80% di chi è prossimo alla morte preferisce morire a casa.
Inoltre quanto detto lo constatiamo
anche nelle continue ricerche del sapere, che come dicevo all’inizio in
realtà è un non sapere cosa accade
dopo la morte; pure questo tentativo
va nella direzione del negare la morte, anche se ci si occupa della morte.
c) Questa morte negata è illustrata, e a questo proposito sarebbe
Marco 2: 1-13
interessante studiare meglio il fenomeno, dai funerali stessi in cui spesso si evita la parola morte, dove si
parla del defunto come se fosse ancora vivo, dove si parla dell’evento
morte come di un passaggio ad
un’altra vita: la vita dopo la vita al posto di dire, perché no,
la vita dopo la morte! Nella stessa
ricerca dei versetti biblici utilizzati
per il funerale, il più delle volte questi versetti non hanno nulla a che vedere con il momento che si sta vivendo, sono tratti da un contesto che
non ha niente a che vedere con la
morte.
L’Evangelo non minimizza
la tragicità della morte
d) Penso che l’evangelo non possa mai essere invocato a favore di
questa minimizzazione della radicalità, della potenza, della tragicità
della morte, che le sofferenze quotidiane ci ricordano. Gesù stesso, nonostante gli annunci della risurrezione, dubita, soffre, piange, ha paura, sebbene conosca il suo destino.
Nell’evangelo, in Gesù la tragicità
della morte non è sottovalutata e credo che questo faccia parte della nostra specificità cristiana: ascoltare
questo rifiuto e nello stesso tempo
porre fine a questo rifiuto della morte; solo così si può prendere sul serio la morte stessa. Un teologo tedesco, M. Josuttis, ha scritto un libro
che si intitola: Der Pfarrer ist anders
(Il pastore è differente), un libro di
teologia pastorale. Fra i diversi capitoli ce n’è uno intitolato: « Il pastore
e la morte ». Ebbene tutto il capitolo,
in ogni punto, è introdotto e termina
con l’affermazione: i morti sono
morti!
e) Prendere sul serio la morte,
non sottovalutarla, e con questo introduco la seconda serie di pensieri, è certamente il modo migliore
di prendere la vita sul serio. Non
credo che chi non prende la morte
sul serio possa prendere sul serio la
vita. A questo proposito voglio citarvi un brano del past. P. Ricca che
così scrive nel libretto II cristiano
davanti alla morte (Claudiana):
« Non si tratta di ’’riconciliare l’uomo con la morte”, come qualcuno
ha proposto, ma di riconciliarlo con
se stesso, con il suo destino di uomo,
rendendolo pienamente consapevole
e direttamente responsabile anche
per quanto concerne la sua morte. Se
la nostra vuol essere un’umanità diventata adulta deve dimostrarlo non
solo nel suo rapporto con la vita, ma
anche e altrettanto nel suo rapporto
con la morte. Saper vivere implica
anche saper morire » (p. 36).
Dunque non la morte facile, non
la morte illusoria, ma la morte che
resta la morte con tutto il suo travaglio e la sua drammaticità, non dimenticando tutto quel momento che
si definisce lavoro del lutto, che
è il momento della rivolta, della ribellione dell’uomo. A questo proposito ha molto da insegnarci la storia
di Giobbe, della quale troviamo una
ampia e curata riflessione nel libro
di R. De Pury Giobbe, l’uomo in rivolta (Claudiana).
Vito Gardlol
( continua)
9
24 marzo 1989
valli valdesi
COMUNITÀ’ MONTANA VALLI CHISONE E GERMANASCA
LUSERNA S. GIOVANNI: CARTOCHIMICA
Approvato il bilancio '89 P'ù ombre che luci
Una nuova sede per l’ambulatorio di Chiotti un inverno « asciutto » - Zootecnia: mantenuto
Turismo penalizzato da
il fondo di solidarietà
Una nota triste ha aperto la
seduta del consiglio della Comunità Montana Chisone e Germanasca convocato il 17 marzo : il
ricordo del consigliere Ranieri
Tessa, morto in un incidente all’età di 47 anni. Durante il suo
breve mandato si era infatti sempre dimostrato interessato ed assiduo.
Per una breve parentesi si sono quindi riuniti i responsabili
amministrativi deU’USSL, dovendosi esaminare la proposta di affitto di un locale situato nella frazione Chiotti del comune di Perrero, da adibire ad ambulatorio.
L’ambulatorio a Chiotti è sempre stato collocato in case private ed ha dovuto più volte essere
Nuovo segretario
TORRE PELLICE — Alla fine
del mese di marzo andrà in pensione il dott. Ezio Borgarello, per
molti anni segretario comunale
per il consorzio dei comuni di
Torre ed Angrogna. Durante l’ultima seduta del consiglio comunale, l’amministrazione di Torre
Penice lo ha ufficialmente ringraziato, riconoscendogli notevoli
doti di competenza ed umane.
A lui è anche dovuto il complesso lavoro di avvio, quando da
Consiglio di valle si costituì la
Comunità Montana Val Pellice
(1973) e successivamente l’USSL
43 (1980).
Dal mese di aprile l’incarico di
segretario comunale sarà ricoperto dal dott. Vincenzo Gulisano, attualmente in servizio presso i comuni di San Secondo e
San Pietro Val Lemina.
Quale trasporto?
PINEROLO — Organizzazioni
politiche e ambientaliste (PCI,
DP, WWF, Lega ambiente), sindacati (OC>IL, CISL) e Confcoltivatori hanno promosso una raccolta di firme sul problema del
collegamento e dei trasporti.
I promotori, mentre sottolineano che la soluzione autostradale
non solo è ben lontana dall’essere realizzata, ma è anche in palese contrasto con le volontà espresse di ridurre la spesa pubblica, l’inquinamento da traffico
ed il congestionamento dei centri urbani, chiedono agli organismi politici di vario livello (ministeri, Regione, Provincia) di
rendere più efficiente la linea ferroviaria Torino - Pinerolo - Torre
Pellice, integrandola nel sistema
metropolitano dei trasporti torinesi in modo che tutti possano
meglio fruire del mezzo di trasporto meno inquinante, più economico, sicuro e confortevole;
di migliorare le strade esistenti
( raddoppio della Statale 589 da
Piossasco a Pinerolo e ampliamento della Statale 23) e la segnaletica in tutte le strade del
pinerolese; di ristrutturare gli incroci pericolosi e installare barriere protettive.
Si propone infine di realizzare
al più presto il raccordo tra lo
svincolo del Drosso e la circonvallazione di Orbassano così come previsto dai piani regionali
e dai piani regolatori di Beinasco e di Orbassano, questo per
decongestionare il trailico a Beinasco, e di realizzare la strada
del Debouché, collegando la SS
23 con il sistema tangenziale, in
modo da eliminare il traffico attorno alla Palazzina di Stupinigi.
spostato per le esigenze dei proprietari. Quest’ultima sede, che
si spera durevole, è stata offerta
dal concistoro della chiesa di Villasecca, per la somma di mille
lire annue; la cifra è simbolica,
perché all’USSL toccheranno le
spese di ristrutturazione. Sulla
zona di Chiotti gravita un terzo
degli utenti del comune di Perrero e l’esigenza del servizio è
molto sentita dalla popolazione.
E’ stata quindi approvata la proposta di un affitto di 6 anni, rinnovabile alla scadenza.
La parte più consistente della
seduta è stata dedicata all’approvazione del bilancio preventivo,
con i relativi programmi di interventi. Per l’esercizio 1989, il
bilancio pareggia su poco più di
4 miliardi per la competenza,
quasi 6 miliardi di cassa.
I vari programmi sono stati
presentati dagli assessori competenti e contengono alcune novità, ad esempio nel settore della
raccolta dei rifiuti. E’ stata avviata la raccolta differenziata del
vetro, la cui vendita ha dato per
lo scorso anno un introito di
quasi 4 milioni e mezzo, e dei farmaci scaduti.
Non si ritiene, invece, di intervenire nella raccolta della carta,
perché questa è già praticata dalle scuole, dalle parrocchie e da
altre associazioni. Per i rifiuti da
eliminare, la comunità montana
intende dare in appalto una parte
del servizio (trasporti e manutenzione di attrezzature), ritenuto troppo oneroso.
Altre iniziative verranno prese
per sviluppare tra i giovani una
coscienza ecologica e tra queste
vi è il progetto di un corso estivo
a Prali, per ragazzi residenti e
villeggianti, curato dall’insegnante Paolo Ghigo.
Poco si è detto su sport e turismo, fortemente penalizzati
dall’inverno asciutto, se non che
la piscina di valle è ben frequentata; la discussione si è accesa
invece sul dolente capitolo della
zootecnia e più in particolare sulla profilassi bovina.
Lo scarso numero di allevatori ancora presente in valle, si è
detto, si ridurrà ancora, se continuerà l’abbattimento dei capi di
bestiame in situazioni che hanno
una chiara connotazione di frode
ai danni di chi acquista animali
in sostituzione. I certificati sono
regolari, ma le bestie risultano
PINEROLO
Crisi
E’ stata ufficializzata, venerdì
scorso, la crisi politica al comune. Sono volate parole grosse tra
i socialisti e i democristiani. Alla
fine anche il sindaco Trombetto
(De) ha annunciato le sue dimissioni e quelle dei colleghi di
giunta democristiani. I socialisti
avevano già dato le dimissioni
da una decina di giorni.
Compro mobili e
oggetti della nonna.
Sgombero solai.
Massima serietà.
Telefonare ore pasti
(0121) 74036.
comunque affette da malattie.
Per far fronte alla manovra di
chi tenta di far passare come sani animali infetti per evitare la
perdita di guadagno, è stato proposto di aumentare l’indennità
di abbattimento fino al pareggio
del costo del bovino, in modo da
eliminare la convenienza dell’operazione. E’ comunque attivo e sarà mantenuto il «fondo di solidarietà » che la comunità gestisce da alcuni anni.
Interessanti iniziative saranno
proseguite nel campo della cultura; concerti bandistici, spettacoli del « Cantavalli », altri più
eterogenei organizzati in collaborazione con l’associazione culturale « Alidada ». Nulla di nuovo,
invece, per la ricezione televisiva
nelle alte valli; il potenziamento
degli impianti risulta troppo costoso e per ora non si farà.
Liliana Viglieimo
La vicenda della Cartoohimica
di Luserna (la fabbrica da mesi
al centro dell’attenzione degli abitanti di una vasta zona del comune a causa dei fumi emessi, dell’odore, di rumori e più recentemente di una moria di pesci, quasi sicuramente originata da una
fuga di formaldeide nelle acque
del rio Gambrero) ha visto negli
ultimi giorni ulteriori sviluppi.
Due le ragioni che preoccupano
gli ambientalisti e più in generale
gli abitanti della valle.
di Luserna, invitando con lettera
personale i capigruppo in consiglio comunale e due rappresentanti dei firmatari della petizione
che chiedeva più informazione,
senza per altro che questo incontro avesse le caratteristiche di
assemblea pubblica, non essendo
stato fatto nessuno sforzo di comunicazione dell’iniziativa.
I cittadini hanno a più riprese
chiesto al comune ed all’USSL
di avere chiarimenti, ciò sia oralmente, sia attraverso lettere
scritte. Il Comitato ambiente Val
Pellice ha organizzato una riunione pubblica invitando, con lettera
protocollata dall’USSL, i responsabili dell’ente per avere informazioni dettagliate; a circa due
settimane dall’invio della richiesta non è ancora arrivata alcuna
risposta al Comitato, a meno che
si voglia considerare tale una
riunione indetta con una tempestività quasi sospetta dal sindaco
E’ toccato poi ai cittadini di attivare in poco più di 24 ore il
tam-tam, onde far partecipare alla riunione di Luserna una quarantina di persone. C’è stato a
quel punto un minimo di confronto fra USSL, amministratori
e cittadini con presentazione, da
parte dei funzionari del servizio
di igiene pubblica dell’USSL, di
una relazione di 6 pagine, poi consegnata in poche copie.
PEROSA ARGENTINA
Il documento, oltre a fornire in
sintesi la storia delle analisi delle lavorazioni in corso o effettuate, presenta alcune schede riguardanti le sostanze usate o prodotte dalla fabbrica, evidenziando rischi per i lavoratori, metodi di
accertamento e più in generale le
conseguenze che esse possono
avere sulla gente che ne venga in
contatto.
Incontro con
l’esperienza droga
« Ringrazio Dio per avermi dato un figUo drogato »; quest’affermazione paradossale è tornata varie volte negli interventi di
genitori con figli tossicodipendenti in cura presso la Comunità terapeutica di Saluzzo, venerdì sera 17 marzo a Perosa Argentina. L’USSL 42, in collaborazione con il Distretto scolastico e
con la Consulta sulle tossicodipendenze, aveva organizzato questo primo incontro (ne seguiranno altri tre su aspetti più tecnici), per permettere alla popolazione di incontrare persone che
hanno fatto l’esperienza terribile della droga, sia in prima persona, sia attraverso i propri figli. Con molto coraggio i genitori della zona che avevano accettato di intervenire hanno raccontato la loro tragedia, dai primi spinelli al baratro dell’eroina
in cui erano caduti i loro figli.
Altri genitori e due ospiti della
Comunità terapeutica di Saluzzo, con altrettanto coraggio, hanno raccontato esj^rienze analoghe e la dura disciplina per risalire la china. La Comunità terapeutica è un’esperienza di tipo quasi monastico, dove non
si beve, non si fuma, non si
guarda la televisione, e si prega. Attraverso questa disciplina,
condivisa in parte dai genitori
dei ragazzi in comunità, molti
di loro dicono di aver ritrovato
la fede e per questo ringraziano Dio per aver avuto un figlio
drogato. Per riacquistare il senso della vita, figli drogati e genitori che hanno passato anni
a rincorrere il benessere si impongono grosse rinunce. Dopo
aver avuto troppo, sentono di
dover rinunziare a tante cose.
Pur con il grande rispetto e
ammirazione che questi interventi suscitavano, alcuni dei presenti — in particolare il dott.
Laurenti, che dirigeva la tavola
rotonda, e don Franco Barbero — hanno sottolineato che non
sempre la droga è l’ultima tappa della corsa al benessere; può
anche essere un tentativo maldestro di rivalsa nei confronti
di una vita da cui non si è avuto nulla. E i rimedi non sono
formulabili come una ricetta di
poche righe; rinunziare a tutto,
tornare al Signore (e a Maria,
come ha detto una madre), salvare l’anima e il corpo con un’unica operazione. Ci possono anche essere vie laiche di recupero; la via religiosa non dà garanzie assolute. Resta il fatto
che l’interrogativo posto dalla
droga coinvolge tutta la vita e,
quindi, per i credenti, anche la
fede. C. T.
Si apprende così che la Cartochimica può produrre annualmente 9.250 tonnellate di formaldeide; che indagini sono state effettuate da una ditta di Torino
per conto delTazienda evidenziando che i limiti di emissione imposti per la formaldeide ed il metanolo sono stati rispettati; che, nel
maggio scorso, da un camino di
una impregnatrice i fumi che
fuoriuscivano registravano valori
di molto superiori a quelli consentiti; in particolare per la formaldeide; 240 (mg/Nm^) rispetto al limite regionale di 20
(mg/Nm^), e, per il metanolo:
3900 (mg/Nm^) rispetto al limite
di 100 (mg/Nm^).
Cosa possa significare questo
rispetto alle schede che definiscono il metanolo molto pericoloso o tossico non è ancora chiaro;
perciò — dicono a Luserna ■—
rincontro organizzato dal sindaco non è che un primo passo per
approfondire la questione, in attesa di tutti quei dati sulle analisi, chiesti legittimamente dai cittadini e non ancora ottenuti. La
mobilitazione continua ed il prossimo incontro del Comitato è previsto presso i locali della chiesa
valdese a Luserna S. Giovanni,
mercoledì 29 sera.
Piervaldo Rostan
I
VILLAR PELLICE '
soleggiatissima casetta indipendente,
fornita di tutti i servizi necessari,
I
composta da : ingresso, 2 camere, cu
I
dna abitabile, bagno, caniinetta. Mq.
terreno 1.300 ca. L. 48 m.
I VALPELLICE IMMOBILIARE ■
Luserna S. Giovanni |
Viale De Amicia 311 I
Tel. (0121) 901.554
CITTA’ DI PINEROLO
IL SINDACO
RENDE NOTO
che rAmministrazione comunale intende conferire il
servizio di bassa macelleria per un periodo di cinque
anni, mediante trattativa privata, a ditta individuale
o a società di persone avente sede in Pinerolo ed in possesso dei requisiti prescritti dal regolamento approvato con la deliberazione consiliare 17.11.1988, n. 381.
Le ditte o le società che intendono essere invitate
alla trattativa devono presentare richiesta in bollo alla
Segreteria comunale entro il 10 aprile 1989.
Pinerolo, 13 marzo 1989
IL SINDACO
rag. Livio Tromhotto
10
10 valli valdesi
24 marzo 1989
PARCO VAL TRONCHA
PROPOSTA DI LEGGE DELL’UNCEM
Il parere dei sindaci
Una proposta di ampliamento - I comuni di fronte a imposizioni dall’alto? - Avremo oasi di territorio protetto circondate dal degrado?
A partire dalla legge quadro
dei parchi piemontesi del 1975,
e l’istituzione da allora ad oggi
di 34 parchi, con una copertura pari al 4% del territorio regionale, non si è più potuto parlare di ambiente, tutela del territorio, sviluppo senza tener presente anche la particolarità del
Amnesty International
TORRE PELL'ICE — Giovedì 23 marzo,
ore 16.45, avrà luogo al Centro d'incontro una riunione con il seguente
o.d.g.: a) Proseguimento della campagna per il rispetto dei diritti umani in
Turchia e dell'azione per Ali R. Duman; b) Azione ”8 marzo” in favore
di tre donne prigioniere per motivi di
opinione in Colombia, Sri Lanka e
Ciad: c) Esame della struttura del
Gruppo e delle nuove tecniche di lavoro di A.l.
Fiera primaverile
TORRE PELLICE — La fiera primaverile, dopo il positivo esperimento delio scorso anno, avrà luogo il lunedì
di pasquetta 27 marzo; quest'anno, oltre alle varie merci, sarà ospitata
una sezione particolare dedicata ai
produttori agricoli biologici.
_____________Cinema______________
TORRE PELLICE — Presentiamo il
programma del cinema Trento nel periodo pasquale: ven. 24, ore 21.15
« Bird »: sab. 25, ore 16.30 « Red e
Toby nemici amici », ore 20 e 22 « S.
O. S. fantasmi »; dom. 26. ore 16 e
18 « Red e Toby », ore 20 e 22 « S.O.S.
fantasmi »; lun. 27. dalle ore 16 « Roger Rabbit ».
Concerti
PRALI — Nella sala valdese, alle
ore 21 di sabato 25 marzo, nell'ambito della rassegna « Cantavalli » il
gruppo La Cantarana presenterà una
nuova musicassetta di registrazioni di
cantori e suonatori delle Valli Chisone
e Germanasca (« Tin Tun Tene»).
Teatro
RORA' — Il Gruppo teatro presenta, presso la sala comunitaria, la commedia supercomica in 2 tempi • La
mutua non paga il divorzio . di Franco Roberto. Le recite avverranno il 25
marzo ed il 1° aprile alle ore 20.30.
Programmi di Radio Beckwith
_____________91.200 FM ____________
Segnaliamo che il programma in
francese « La poêle percée », in onda
giovedì 23 alle ore 10 e venerdì 24
alle ore 17. si occuperà del problema
della disoccupazione: il programma
« A confronto », in onda lunedì 27 alle
ore 17, proseguirà la presentazione del
documento preparatorio della assemblea di Basilea su giustizia, pace ed
integrità del creato.
le zone parco e la loro funzione.
E’ ritornato di attualità anche
per le nostre zone il dibattito
suirampliamento del parco Val
Troncea, che dovrebbe interessare parte del territorio di Frali,
Salza e Massello. La proposta
di ampliamento apparsa su « La
Stampa » del 21 febbraio scorso
ha colto di sorpresa molti e ha
suscitato un confronto vivace tra
posizioni diverse. E' un dibattito
non semplice, per la complessità
di argomenti collegati, ad esempio il rapporto con attività agricole, turistiche ed industriali, e
gli effetti sul piano occupazionale e sull’attività venatoria. Discutere del parco significa discutere anche di ipotesi di salvaguardia del nostro territorio,
del rapporto uomo-ambiente, e
di quale prospettiva di sviluppo proponiamo per la nostra
valle. E’ necessaria una valutazione attenta e documentata di
quali possono essere gli aspetti
negativi e quelli positivi, ed un
coinvolgimento della popolazione
nelle scelte.
Quale contributo al dibattito,
abbiamo chiesto ai sindaci dei
comuni di Frali, Salza e Massello una loro valutazione sulla proposta di ampliamento del parco Val Troncea.
Franco Grill, sindaco di Frali,
ritiene che « il parco sarebbe
l'ennesimo tentativo punitivo nei
confronti della montagna; i vincoli esistenti sono sufficienti. Per
tutelare l’ambiente già esiste una normativa di salvaguardia,
basti pensare alla legge Galasso,
ai piani regolatori, alle normative per i tagli dei boschi, ecc. »,
e continua: « Il comune deve essere gestore del proprio territorio, invece constatiamo continue
imposizioni dall’alto; ultimamente stiamo vivendo la politica dei
"tagli” delle risorse, riduzione
dei servizi, chiusura delle scuole, centralizzazione degli uffici di
collocamento. Ci diano i lìnanziamenti e saremo in grado di
istituire un servizio di guardie
campestri che tuteli, utilizzando
le norme esistenti, tutto il territorio comunale, permettendo al
montanaro di lavorare e vivere
sulla sua terra ».
Il sindaco riferisce che a Frali la popolazione ha espresso in
una assemblea pubblica, già due
anni or sono, la posizione contraria alla istituzione del parco; lo stesso consiglio comunale, con una delibera del maggio
’79, aveva espresso « perplessità
sull’istituzione del parco ». Grill
evidenzia inoltre come nelle realtà di alcuni parchi si stiano
creando delle situazioni di incompatibilità fra agricoltura e
fauna protetta. Egli si dice favorevole ad una caccia controllata e regolamentata, critico con
le nuove proposte di caccia selettiva, e conclude: « Con il parco, come verrebbe risolto il problema già esistente dei cinghiali?
Chi coltiva le patate lo fa perché conosce il suo prodotto; gli
indennizzi non servono a chi sceglie la qualità ».
Infine sostiene che la politica
di tutela del territorio deve es
Il Piemonte montano
sere complessiva: « Noti servono
oasi di territorio protetto mentre in altre realtà, al di fuori di
esse, si assiste al disastro ecologico. I parchi non rischiano forse di diventare un modo elegante per qualcuno di mettersi la
coscienza a posto? ».
Corrado Sanmartino, sindaco
di Salza, vede invece positivamente l’allargamento del parco
Val Troncea, anche perché creerebbe un canale di collegamento con il parco francese regionale del Queyras. Con un occhio
al futuro, sostiene: « La prospettiva sarebbe, con il 1992, la internazionalizzazione del parco,
una operazione che porterebbe
benefìci alla nostra zona. E’ da
sottolineare come il parco del
Queyras abbia una impostazione
di utilizzo del territorio; considerata la sua capacità organizzativa e funzionale, la vastità dell’area e il rapporto esistente uomo-ambiente, la parte sul territorio italiano non potrà che adottare i criteri e l’impostazione del
parco del Queyras. Pertanto le
perplessità riguardo ai vincoli esistenti in caso di allargamento
del parco Val Troncea dovrebbero trovare una risposta soddisfacente. E’ possibile impostare
un dialogo anche per quanto riguarda la caccia, in considerazione del fatto che il parco interesserebbe comunque solo una
parte di territorio limitata dei
comuni in questione, e parte di
questo già attualmente organizzato in "riservini" istituiti dagli stessi cacciatori ».
Aldo Feyran, sindaco di Massello, lamenta prima di tutto le
inesattezze degli articoli apparsi
Su « La Stampa » riguardo al
problema. Sottolinea come il comune e lui, in veste di sindaco,
abbiano sempre mantenuto con
l’amministrazione del parco Val
Troncea un rapporto interlocutorio e le dichiarazioni siano
sempre state « multo ponderate ». Sottolinea Feyran: « Si tratta di vincolare parte del proprio
territorio non per una legislatura, ma per 99 anni » (questa è
la durata di un eventuale impegno previsto dalla legge istitutiva del parco).
Il sindaco ribadisce che « Tamministrazione comunale intende
utilizzare, al fine di arrivare ad
una decisione definitiva, il metodo, per altro sempre seguito,
della democrazia. Sarà perciò investito della discussione il consiglio comunale e convocata una
assemblea pubblica che sia sufficientemente rappresentativa della popolazione ».
Personalmente Feyran esprime
perplessità e preoccupazione per
eventuali nuovi vincoli, poiché
già quelli pistenti creano non
poche difficoltà, « considerato
che nella gestione del comune
di Massello si è sempre fatto
ricorso a criteri dettati dal buon
senso e non da interessi speculativi ».
Emerge evidente dalle tre posizioni sopra descritte la complessità del problema, che merita un approfondimento ulteriore.
Mauro Meytre
La montagna vive una stagione di emergenza (tagli dei fondi statali, accorpamento di molti servizi in nome di una presunta razionalizzazione, spopolamento, lungaggini burocratiche
risipetto a qualsiasi progetto);
per quanto riguarda il Piemonte, come evidenziato dalla cartina, un’ampia fascia di territorio regionale è rappresentata dalla montagna (oltre il 51% della
superficie totale), mentre la popolazione residente rappresenta
appena il 15% del totale; 531 sono i comuni, su 1.209, e 45 le
comunità montane: quale futuro per queste realtà?
E’ quanto si chiedono da tempo gli amministratori degli enti
locali. L’UNCEM (Unione nazionale comuni e comunità montane) del Piemonte, ha presentato la scorsa settimana al consiglio regionale una proposta di
legge avente per obiettivo « assicurare le condizioni per la permanenza della popolazione residente, il superamento degli squilibri economici e sociali fra le
zone montane ed il restante territorio regionale, la difesa del
suolo, la tutela dell’ambiente e
la valorizzazione delle risorse umane e materiali ».
« La montagna piemontese —
ha detto il presidente delrUNCEM Bertone, presentando
la proposta di legge — non deve
infatti essere soltanto il luogo
dove gli abitanti delle città vanno a ritemprarsi nei fine settimana, ma la terra di quei pochi
che ci vivono e ci lavorano ».
Detto degli obiettivi, vanno segnalati alcuni aspetti operativi
della proposta.
La regione, con il concorso
delle province, dovrebbe coordi
nare le azioni per il rafforzamento della base produttiva e dell’occupazione nei territori montani,
naturalmente valorizzando quella
che è l’attività di programmazione delle comunità montane. Particolare rilevanza dovrebbero in
questo ambito assumere quelli
che sono stali definiti i « progetti speciali » delle comunità montane, enti a cui il legislatore riconosce non solo poteri di programmazione, ma anche di gestione ed operativi per la realizzazione di interventi sui comuni di una determinata area;
toccherà alla regione il finanziamento di queste iniziative.
Elemento importante riguardo
a questi progetti è che una volta presentati da parte delle comunità montane ed approvati da
una apposita commissione regionale, il decreto del presidente
della giunta regionale li renderà immediatamente operativi,
senza che siano necessari ulteriori approvazioni o nullaosta
previsti da altre leggi regionali.
Questo per ovviare ai lunghi iter
burocratici che spesso finiscono
per rendere inattuabili, per l’aumento dei costi, determinate iniziative.
Le proposte sopra illustrate,
che comprendono anche dei corsi di formazione per operatori
locali, sono già state esaminate
e sottoscritte da oltre 80 comuni, 15 comunità montane ed una
provincia, a dimostrazione di
una reale urgenza e nella convinzione che una presenza antropica equilibrata sulle nostre
montagne rappresenti un vantaggio anche per coloro che abitano in altre zone.
Piervaldo Rostan
AUTORIPARAZIONI Per i vostri regali...
Costantino Marco per le vostre (l-©N*ERO liste nozze
Officina autorizzata FIAT dal 1958
LA PRIMA IN PINEROLO PORCELLANE, CRISTALLERIE
Via Montebello, 12 10064 PINEROLO ARTICOLI DI CLASSE PER LA CASA
Tel. 0121/21682 VIA BUNIVA, 52 - 10064 PINEROLO - TEL. 0121/74194
r
TORRE PELLICE ,
Viale Dante (adiacente) villa in fini-"
zinne composta da : p. seminterrato I
divisibile in rimessa più auto, taver- ■
netta, iavanderia, cantina; p.r. studio, |
soggiorno, cucina, bagno, grande ve- I
randa ; p. i** 3 camere, bagno. Costru- ■
zinne antisismica con accorgimenti I
strutturaii d'avanguardia. Allo stato .
attuale L. 210 m. |
VALPELLICE IMMOBILIARE |
Lutami S. Qiovirtnl *
flWiO Viali Da Amicit 3/1 ,
Tal. (0121) 901.554 |
11
24 marzo 1989
valli valdesi 11
SCUOLA: PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE
Saranno colpiti i più deboli
Previsto l’accorpamento di classi e unità scolastiche - Verso una chiusura del tempo pieno
e prolungato? - Che cosa cambierà nelle scuole del pinerolese - Rimarrà la scuola privata?
Entro il 15 marzo Enti locali
e Distretti scolastici dovevano
far pervenire al Provveditore agli
studi il loro parere sul cosiddetto « piano di razionalizzazione della rete scolastica », che
prende l’avvio con il prossimo
anno scolastico. Ma qual c l’obiettivo che il Ministero della
P. L vuole raggiungere con questo piano?
Quello di rendere funzionale
il sistema scolastico. Se questa
esigenza esiste, vuol dire che
nella scuola italiana ci sono delle cose che non funzionano bene e che di conseguenza vanno
eliminate o modificate.
Vediamole queste cose, così come sono individuate nell’art. 2
del D.L. 6/8/’88 n. 323. Si tratta
in sostanza di una operazione
che agisce in due direzioni:
1) ridimensionamento delle
unità scolastiche;
2) ridefinizione del numero
massimo e minimo di alunni per
classe.
Detto schematicamente, si ritiene che esista un certo numero di scuole troppo piccole perché ne sia giustificata la sopravvivenza come istituti autonomi.
Vengono quindi stabiliti dei parametri minimi che sono:
a) 50 posti di insegnanti per
i Circoli didattici;
b) 12 classi per la scuola media;
c) 25 classi per la scuola media superiore.
Per quanto riguarda il numero di alunni per classe, la sua
determinazione viene rinviata alle circolari ministeriali che per
l’anno scolastico ’89/’90 sono già
state diramate nelle scuole.
Le conseguenze di queste disposizioni saranno che un certo
numero di scuole perderanno la
loro autonomia e diventeranno
sedi staccate o succursali di altre. Ci saranno un preside ed
un segretario in meno, mentre
i posti di insegnamento teoricamente non saranno toccati.
Un esempio. In vai Chisone
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 26 MARZO 1989
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Ferrerò: FARMACIA VALLETTI - Via
Monte Nero. 27 - Tel. 848827.
LUNEDI' 27 MARZO 1989
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Telef. 81261.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 26 MARZO 1989
Luserna San Giovanni: FARMACIA
GRIBAUDO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
LUNEDI' 27 MARZO 1989
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
esistono due scuole medie: una
a Perosa Argentina ed una a Villar Perosa. Tra un paio d’anni,
in base a queste disposizioni, dovranno essere unificate, probabilmente con Perosa quale sede
centrale. Questo significherà che
avremo un’unica scuola media di
dimensioni consistenti, con un
bacino d’utenza che andrà da
Porte, a Pragelato, a Prali.
E’ evidente che i problemi di
gestione di un complesso del
genere saranno maggiori rispetto alla situazione attuale, con
probabili effetti negativi sulla
funzionalità delle scuole in questione.
Ma gli aspetti più pesanti riguardano la determinazione del
numero di alunni per classe.
La circolare per la scuola materna, mentre opera un sostanziale aumento di alunni per classe portandoli dai 25 attuali a 28,
stabilisce anche che il numero
minimo per costituire una sezione è di 14 unità.
Per scuole materne come quelle di Frali e Pragelato significa
la chiusura del servizio.
La circolare per la scuola media prevede una fusione di classi seconde e terze qualora la
media degli alunni frequentanti
sia inferiore a 23 unità.
La circolare per la scuola elementare inizia così: « Per Tanno
scolastico ’89/’90..., i Provveditori agli studi opereranno tutti i
possibili accorpamenti di classi
parallele di diversi plessi, mirando... alla costituzione di classi con un numero di alunni tendente al massimo... ».
Certo, vengono salvaguardate
alcune situazioni limite (ad esempio, impossibilità assoluta di
trasporto presso un’altra scuola), ma è certo che anche questa
disposizione è destinata a creare dei vuoti in diversi paesi.
Questo principio razionalizzatore, che probabilmente diverrà
più rigido e severo nel tempo,
significherà per la nostra zona
(che vede un altissimo numero
di piccole scuole di montagna)
un crollo verticale degli insediamenti scolastici, con effetti disastrosi dal punto di vista socioeconomico, in particolare nelle zone più depresse.
La disfunzione che si vuole
colpire non è dunque un ipotetico basso livello culturale della scuola italiana o un’altrettanto ipotetica scadente qualità dell’insegnamento. Non è nemmeno
lo scandalo dell’elevato tasso di
selezione e di abbandoni nella
scuola delTobbligo.
Si vuole colpire un servizio
che è debole perché fatto per
chi oggi è debole. Non se ne valuta il contenuto, la rilevanza sociale. Se ne valuta solo il costo
economico.
Quale sia il reale obiettivo è
anche dimostrato da altre futu
SAN GERMANO
Valdesi e comunisti
a confronto
Richiamandosi alle ormai
prossime celebrazioni per il tricentenario del rimpatrio, il PCI
dell’area pinerolese si è fatto
promotore di una serie di incontri con esponenti della minoranza valdese.
Tra questi, quello svoltosi lunedì 13 marzo a San Germano
Chisone in cui il sen. Renzo
Gianotti ed il past. Giorgio Bouchard, presidente della FCEI,
hanno discusso intorno ai temi
dell’etica, della politica e della
laicità visti da una minoranza
religiosa e da un partito politico.
Nel confronto tra i due oratori, presieduto dal consigliere
provinciale Alberto Barbero ed
in cui ha fatto da moderatrice
Piera Egidi, giornalista de
« l’Unità » e membro della Chiesa valdese di Torino, è emerso come i grandi problemi del
nostro tempo siano il terreno
sul quale sono chiamate ad incontrarsi le chiese e le forze politiche.
Di fronte all’incalzare di nuove forme di integralismo cattolico, gli evangelici italiani debbono far sentire la loro presenza impegnandosi nel contrastare un sistema fondato sul mantenimento di tradizioni e di privilegi che condizionano la vita
di ogni cittadino.
Occorre, di conseguenza, mobilitare le coscienze sul senso
dell’ingiustizia, che troppo spesso rischia di essere considerata come il prezzo da pagare per
il mantenimento di condizioni
che ci assicurano una stabilità
apparente.
A partire dagli avvenimenti
di casa nostra possiamo quindi trovare forme di collaborazione per contrapporre « l’eti
ca della responsabilità » alla degenerazione del « far politica »,
tenendo presente che nella diffusa protesta morale che si oppone al malcostume c’è una risorsa grandissima e che, se non
interveniamo, questa rischia di
essere gestita da chi si oppone
allo sviluppo di una società fondata sul rispetto delle coscienze.
Il contributo della Chiesa valdese alla democrazia italiana è
dimostrare che ci può essere
una democrazia non massificata: la grande dialettica presente
al suo interno è sicuramente di
esempio in questo.
La minoranza valdese ha dato e può continuare a dare un
apporto significativo alla difesa
della libertà di tutti i cittadini
attraverso l’impegno civile, che
in larga misura coincide con le
posizioni assunte dalle forze laiche e dalla sinistra.
Dal canto suo il PCI fonda
il consenso dell’elettorato sulla
condivisione del proprio programma. Un programma che
pone certamente in primo piano il risanamento morale del
paese e che deve necessariamente passare attraverso l’abolizione
di taluni privilegi, come il Concordato tra l’Italia e la S. Sede.
Le idee comuni emerse nel
corso del dibattito non devono
però essere viste come elementi vincolanti ad una scelta di
partito, la quale appartiene unicamente alla sfera privata di
ciascuno. Esse rappresentano
tuttavia un punto d’incontro tra
due realtà che, pur in forme e
modi diversi, puntano sul coinvolgimento e sulla partecipazione alla gestione della cosa pubblica, anche in vista delTunlficazione europea.
Sergio Franzese
re tempeste che si abbatteranno sulla scuola.
I nuovi ordinamenti della
scuola elementare prevedono la
chiusura del « tempo pieno ». Ancora la legge non è stata approvata che già si parla di chiusura del « tempo prolungato » nella scuola media. Anche in questo caso poco importano i contenuti. Poco importa che nel
« tempo pieno » si siano sviluppate e consolidate da anni le
esperienze didattiche più avanzate, tanto che da queste hanno attinto a piene mani per la stesura dei nuovi programmi della
scuola elementare.
Conta il fatto che questi modelli di scuola prevedono un numero di insegnanti maggiore del
tempo normale e quindi sono antieconomici.
I contenuti sviluppati in questo tipo di scuola hanno portato famiglie di strati sociali diversi ad iscrivere li i propri figli. Ma sono soprattutto i lavoratori dipendenti, i nuclei familiari in cui ambedue i genitori
vanno a lavorare, che rappresentano la maggioranza dell’utenza.
Abolendo questo genere di servizio si colpiscono quindi interessi specifici e ben determinati.
II ritornello sembra essere sempre lo stesso. Anzi, a essere maliziosi, si potrebbe aggiungere:
e se proprio uno ne ha bisogno,
si può sempre rivolgere alla scuola privata; pagando, s’intende!
Beniamino Lami
TORRE PELLICE
Cinema
e scuola
Nell’ambito della iniziativa
nazionale « cinema e scuola », la
Comunità Montana Val Pellice Spazio giovani, la coop. culturale La tarta volante e il nuovo
gruppo insegnanti (per il cinema e il teatro) hanno organizzato anche quest’anno un ciclo
di .proiezioni mattutine per gli
allievi delle scuole medie inferiori e superiori. La partecipazione è aperta a tutte le scuole interessate. Il costo del biglietto
è di lire 3.000 (accompagnatori: gratuito). Per le iscrizioni
o informazioni telefonare ai seguenti numeri: 0121-91514 Spazio
giovani; 0121-909253 Metropolis.
Agli iscritti verranno inviate
le schede dei film scelti; su particolare richiesta si potranno
effettuare proiezioni anche in
giorni e orari diversi da quelli
indicati.
7 aprile: « Un mondo a parte »,
ore 10.15 - per tutti
20 aprile: « Salaam Bombay »,
ore 10.15 - per tutti
29 aprile: « The principal, una
classe violenta», ore 10.15 (solo per le medie superiori)
2 maggio: « Milagro », ore 10.15 ■
per tutti.
RINGRAZIAMENTO
I famifiari e i congiuati della prof.
Hilda Cecilia Fornerone
ringraziano per la commossa partecipazione al loro dolore gli amici e i colleghi, gli ex alunni e i vicini di casa.
Un particolare grazie al pastore Tomassone per la testimonianza ricca di umanità e di fede.
Pinerolo, 14 marzo 1989.
« L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
La comunità di Trapani-Marsala annuncia la morte di
Giuseppe Anzalone
di anni 76
Trapani, 15 marzo 1989.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
I familiari della compianta
Ernestina Hugon ved. Dema
sentitamente ringraziano tutti coloro
che hanno partecipato al loro dolore,
in particolar modo la dott .ssa Paola
Grand per le amorevoli cure prestate, i
pastori Pons, Zotta, Toum e la Corale
valdese di Torre Pellice.
Torre Pellice, 22 marzo 1989.
RINGRAZIAMENTO
(( Io alzo gli occhi ai monti...
Donde mi verrà Vaiato? Il mio
aiuto viene dalVEterno che ha
fatto il cielo e la terra »
(Salmo 121: 1-2)
I familiari del compianto
Enrico Chiavia (Ricu)
di anni 68
profondamente commossi e riconoscenti per la dimostrazione dì affetto e cordoglio tributata al loro caro, nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano di vìvo cuore tutti coloro che,
con fiori, scritti e presenza sono stati
vicino alla famiglia ed hanno preso
parte al suo grande dolore; un ringraziamento particolare ai pastori vaidesi Giuseppe Platone e Tom Noffke.
Luserna San Giovanni, 23 marzo 1989.
RINGRAZIAMENTO
I cugini di
Ines Balmas
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e affetto tributata
alla loro cara, ringraziano sentitamente chi è stato loro vicino. Un ringraziamento particolare va aRa direzione ed al personale della Casa di riposo, al pastore Paolo Ribet, ai condomini dei Gondìni ed al Gruppo anziani RIV-SKF.
San Germano, 24 marzo 1989.
AVVISI ECONOMICI
SIGNORA con esperienza ^ecifica offresi come compagnia e animazione
persone anziane. Telefonare ore serali 0121/901586.
S. SECONDO cercasi domestica fissa
tuttofare. Offresi alloggelto indipendente e stipendio adegualo. Tel. ore
ufficio 011/6193759.
VENDO Uno 45 SL grigio quarzo
accessoriata, perfetta. Tel. 0121/
900329.
IMPRESA ONORANZE
e TRASPORTI FUNEBRI
' geom. LORIS BOUNOUS
'$ Espletamento pratiche inerenti trasporti e sepolture,
vestizioni, esumazioni, cremazioni, necrologie
Autofunebre proprio
Sede: Via Trento. 48 - 10064 PINEROLO ■ Tei. 0121/794686
, Unità iocale n. 1 ■ (abit. e uff.) Via Tiro a Segno, 3 - PINEROLO
Telefono 0121/201524 - Servizio continuo (notturno e festivo)
12
12 fatti e problemi
24 marzo 1989
GOVERNI OCCIDENTALI E TERZO MONDO
Prestiti mondiaii:
a chi giovano?
Una spirale perversa che porta alla rovina
privilegiati nei paesi poveri e la miseria
dei paesi
di tutta la
debitori - 1
popolazione
La recente proposta del segretario al Tesoro americano N. Brady per ridimensionare lo spaventoso livello del debito dei paesi
sottosviluppati, consistente essenzialmente in nuove riduzioni del
debito stesso e degli oneri degli interessi, allo scopo di « catalizzare nuovi finanziamenti », riporta di piena attualità questa grave
questione.
Tale insostenibile
situazione debitoria ha inoltre gravi ripercussioni sulla stabilità socio-politica — ad esempio del continente
sudamericano — di cui i recenti disordini in Venezuela sono una
chiara riprova.
Ma tutti questi soldi servono veramente allo sviluppo dei paesi poveri? Queste immense cifre sono impiegate utilmente e per
chi? E, in definitiva, chi le paga?
L'economista francese André Postel-Vinay esamina la questione sotto una particolare angolatura e sostiene che primo beneficiario è il mondo affaristico occidentale. Proponiamo alla riflessione dei lettori una sintesi di un suo documentato articolo apparso
sul mensile « Le Monde Diplomatique » di marzo.
Quando si vede la gravità dei
mali che infieriscono nel Terzo
Mondo e si pensa che la sua popolazione (Cina esclusa) rischia
di aumentare, in una trentina d’anni, da 2.700 a 5.400 milioni di
persone, è impossibile non temere
una notevole espansione della miseria e dei disordini.
In questo contesto, i dirigenti occidentali si sono comportati in un
modo nefasto: nel corso degli ultimi 15 anni la loro principale attività, nel loro rapporto con i paesi poveri, è consistita nel caricarli di un debito scandaloso, pari a
1,8 milioni di miliardi di lire. Questo debito è servito, per una metà
circa, a finanziare acquisti di armi
e delle fughe di capitali verso la
Svizzera e verso altre terre d’asilo. Il restante, nella maggior parte
dei casi, è andato in acquisti di
materiali inadatti o superflui; in
grandi lavori troppo costosi in relazione alla loro utilità; in officine
senza sbocchi sufficienti; in industrie aventi una mano d’opera inadeguata, ecc.
La suddetta enorme cifra non è
solo scandalosa per la sua entità,
ma anche per il gigantesco spreco
che essa rappresenta e per l’immenso carico che essa impone ai
debitori. Nel 1987 le scadenze regolate sono ammontate a circa 190
mila miliardi: oltre tre volte il totale degli aiuti pubblici dell’assieme dei paesi ricchi dell’occidente.
Questa somma è pari al 30% o al
40%, o anche al 50/60% (a seconda dei paesi debitori dell’Africa o
deH’America latina) del totale delle loro esportazioni.
L’indispensabile
sostegno degli stati
Questa drammatica situazione è
dovuta essenzialmente alla potenza deH’afTarismo internazionale ed
all’importanza del suo contributo
al finanziamento dei partiti politici
e delle loro campagne elettorali.
Il sistema è comune a tutti i grandi Stati occidentali e serve particolarmente per i grossi mercati di
materiali o di lavori pubblici. Ec
Le vendite d’armi
no
Le vendite d’armi contribuiscoper un 20/25% all’indebita
mento dei paesi poveri. Il settore
bellico è particolarmente potente
a causa degli appoggi che gli vengono procurati, nel proprio paese, a motivo del vasto mercato della difesa nazionale. Ecco quanto
ebbe a dire il generale Eisenhower
alla fine del suo mandato di presidente degli Usa: « A livello di
governi, dobbiamo impedire che il
complesso militare-industriale venga ad assumere un’influenza abusiva... Non dovremo mai permettere a questo complesso di mettere in gioco le nostre stesse libertà
ed i nostri sistemi democratici ».
Queste espressioni di un esperto
chiariscono assai bene certi aspetti dei rapporti Nord/Sud: esse
fanno comprendere fin dove possono giungere certe forze dei paesi ricchi per sviluppare le vendite d’armi nei paesi del Terzo
Mondo.
co, schematicamente, come funziona.
I principali gruppi esportatori
sono diventati abbastanza potenti
per ottenere, nei loro rispettivi
paesi, dei prestiti a lungo termine
sia bancari che pubblici, ottenendo allo stesso tempo delle garanzie di Stato che li pongono al riparo dall’insolvenza dei paesi debitori: in mancanza di rimborso,
il carico ricade sullo Stato che ha
prestato il danaro o che si è reso
garante.
Questo cattivo genere di commercio beneficia inoltre, e frequentemente, di sovvenzioni. Si tratta
di un commercio straordinariamente oneroso: nel suo assieme,
esso arricchisce una minoranza di
privilegiati sia nei paesi poveri che
in quelli ricchi, ed a spese delle
popolazioni dei due gruppi di paesi. Naturalmente i popoli più poveri ne soffriranno maggiormente.
Siccome questi mercati possono
riservare profitti eccezionali, il
contatto con gente incosciente o
corrotta diventa molto lucrativo:
bisogna dire che questa categoria
di persone è ancor più diffusa nei
paesi poveri che in quelli ricchi:
l’accoppiata « affarismo-corruzione » dà dei frutti malsani, quando non addirittura mostruosi.
A cura di Roberto Peyrot
AMNESTY INTERNATIONAL
Prigionieri
del mese
E’ uscito
porto 1988
di recente il Rapdi A.I., in italiano,
una documentazione importantissima dell’attivitài svolta dalle
centinaia di migliaia di soci di
Amnesty per la difesa dei diritti umani nel mondo. « L’idea
che persone cornimi possano aiutare a liberare o salvare dalla
tortura e dalla morte uomini e
donne a loro sconosciuti in paesi stranieri, solo scrivendo garbate lettere ai governi coinvolti,
è stata considerata, alla sua nascita (nel 1961), ’’una delle più
grandi follie del nostro secolo”.
Eppure queste lettere che si
scrivono oggi da un sempre
maggior numero di paesi hanno
contribuito a liberare e a salvare migliaia di persone ». Questa
decisa affermazione ’’apre” il
Rapporto ’88.
Il Notiziario di A.I. presenta
ogni mese tre casi di prigionieri, che non hanno commesso o
promosso violenza, ma sono in
carcere solo per motivi di opinione, esortando i lettori a scrivere lettere in loro favore ai governi. In gennaio ha illustrato i
casi di tre prigionieri: in Siria,
Indonesia, Ghana.
Recentemente i dirigenti occidentali hanno accettato, per migliorare la situazione, degli alleggerimenti e nuove regolamentazioni dei debiti dei paesi poveri.
Lo sforzo, pur apprezzabile, è insufficiente. Ma come mai questo
miglioramento? E’ forse per sollevare i debitori? Q non è forse
piuttosto per mettersi in condizione di pretendere che la situazione finanziaria dei paesi poveri
è stata risanata e poter così riprendere il traffico affaristico che
ha imperversato nel decennio
1974/1983? La seconda ipotesi è
di gran lunga la più probabile.
Nulla attualmente consente di
pensare che la politica occidentale nei confronti del Terzo Mondo
sarà svincolata dall’affarismo ed
orientata in modo da combattere
efficacemente la miseria e Testendersi dei disordini. E’ necessario
sforzarsi per ottenere che i dirigenti occidentali vedano tutta la gravità dei crescenti pericoli e la necessità di una riforma radicale di
tale politica. L’attuale evoluzione
di questa situazione è troppo inumana perché ci si possa rassegnare.
Ahmad’Abd al-Ra uf-Roummo
SIRIA
52 anni, insegnante. Egli è
stato arrestato a metà del 1975,
insieme con altre persone accusate di collaborazionismo con
l’ala irachena del partito Ba’th.
Questo partito era stato al potere sin dal 1963, ma nel 1975
i rapporti tra Siria e Iraq si
erano deteriorati improvvisamente e molte persone erano
state arrestate. Queste sono ancora detenute senza essere mai
state accusate e processate. Durante i primi sei mesi di detenzione Ahmad Roummo è stato
tenuto in incommunicado e torturato. Presentemente si trova in
un carcere militare a Damasco.
Indirizzare l’appello a:
H.E. Presiden! Hafez Al-Assad
Presidential Palace - Damascus
Repubblica Araba di Siria
Non passi lo straniero
(segue da pag. I)
ropea manifestatasi, oltreché in
Francia, anche in Danimarca e
Svezia. Se così è, il dato è ancor più inquietante. Perché vuol
dire che popoli diversi, nazioni
diverse, con problemi interni diversi, reagiscono uniformemente
nell’agitare il terrore dell’invasore, la caccia all'arabo, la difesa dei valori originari (chissà
quali, poi, nelle società della competizione, del « look » e della
carriera, contrapposti brutalmente al degrado, all’emarginazione,
all’isolamento degli anziani, e via
di seguito).
E’ troppo comodo scaricare le
colpe su un nemico fittizio (l’immigrato, è stato ribadito a Roma il mese scorso, non porta
via posti di lavoro, ma alimenta
l’economia sommersa italiana)
ma riconoscibile dall'aspetto, e
tra le forze di sicurezza e la folla dei musulmani, con morti e
feriti. Si contestava soprattutto
l’affermazione che la polizia avesse fatto « bene » a sparare
sui musulmani inermi. Molti giovani in quella circostanza erano stati arrestati per avere stampato e distribuito i volantini. I
due studenti, Haji Rauf e Sadiq
Diadon, sono stati accusati di
istigare il popolo alla sovversione e di minare l’autorità dello
stato. Non hanno avuto un processo equo, perché non è stata
data loro possibilità di difesa.
Sono stati condannati rispettivamente a 10 e 15 anni di carcere.
Amnesty li considera prigionieri
d’opinione. Scrivere a:
President Suarto
Bina Graha, Jalan Veteran, 17
Jacarta - Indonesia
Akwasi Adu-Amankwah, Yaw
Tony Akoto-Ampaw e Kwane
Karikari - GHANA (Africa)
Syamsu Haji Rauf e Hizbullah
Sadiq Diadon - INDONESIA
Studenti di economia all’università di Ternate nelle Molucche, musulmani. Sono stati arrestati nel cortile dell’università l’il ottobre '84, mentre leggevano ad alta voce un volantino, diffuso clandestinamente a
Giacarta, in cui si contestava il
resoconto fatto dal governo dei
tragici avvenimenti del 12 settembre a Tandjung Priok. Qui
c’era stato un violento scontro
Il primo leader del Congresso
sindacale, il secondo ex leader
degli studenti e il terzo giornalista e lettore all’università, tutti e tre membri di un gruppo
politico di sinistra. Sono stati
arrestati dalla polizia di sicurezza nel maggio e nel luglio del
1987, con l’accusa di avere istigato gli studenti e i sindacalisti
contro la politica economica del
governo. Sono stati anche accusati di voler rovesciare il governo. Ma tutte queste accuse
non sono mai state provate. Nel
Ghana è in vigore dal 1982 la
legge della custodia preventiva,
che permette la detenzione a
tempo indeterminato di chiunque sia ritenuto una minaccia
per la sicurezza dello stato. Per
chi è stato arrestato con questa
accusa non c’è possibilità di ricorso. Amnesty considera questi tre cittadini del Ghana prigionieri di coscienza, detenuti a
causa delle loro opinioni politiche. Rivolgere appelli in loro favore a:.
Flight Lieutenant J. J. Rawlings
Chairman Provisionai National
Defence Council, Osu Castle
Accra - Ghana - Africa
FINALMENTE LIBERI
Sono stati liberati cinque prigionieri per motivi di opinione,
i cui casi sono stati presentati
nei Notiziari di A.I. nel 1988. Essi sono: Ntombazana Botha
(Sud Africa) liberata l’il novembre, Michalis Maragakis (Grecia) rilasciato il 31 dicembre, e
Ali Ardalan, Hossain Shah-Hossaini, Abdulkarim Hakimi (Iran)
liberati a metà ottobre.
PENA DI MORTE
le « autentiche identità », francese, tedesca o italiana, non sono
quell'ideale di armonia minacciata dai turchi o dai tunisini: sembrano piuttosto un intreccio quotidiano di ricchezza e miseria,
orgoglio nazionale e arte di arrangiarsi.
Allora, visto che dobbiamo prepararci anche all’Europa del '92,
dovremo tutti (e le chiese hanno la necessaria sensibilità per
capirlo) impegnarci ad evitare
l’arroccamento, la chiusura, a
fornire informazioni corrette, a
suscitare la volontà di conoscere altre culture. Sperando che
nella città-simbolo che è Strasburgo negozi e piazze siano luogo d’incontro veramente per tutti, .senza paure o discriminazioni, e che questo abbia un senso
per il Palazzo d’Europa.
A.I. è venuta a conoscenza di
18 persone condannate a morte
in otto paesi e di 119 esecuzioni
capitali effettuate in sei paesi
nel mese di ottobre 1988.
A cura del Gruppo Italia 90
Val Penice di A I.
Alberto Corsami
1
Il prossimo numero sarà
l’ultimo ad essere inviato a
chi non ha rinnovato, né
disdetto, Tahbonamento.
Il primo numero di aprile,
a chi non ha provveduto alla disdetta, sarà inviato in
contrassegno, gravato delle
spese.
Gli abbonamenti vanno rinnovati versando l’importo sul
ccp 20936100 intestato ad
AIP - via Pio V, 15 10125
TORINO.