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ECO
DELLE miLI VALDESI
Spett.
BIBLIOÜSCA VALDESE
TORRE
(Torida)
Settimanale
della Cliiesa Valdese
Anno XCI — Num. 24
Una copia lira 30
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TORRE PELLICE — 16 Giugno 1961
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
ai——■ fi
Il Trattato di Cavour (5 giugno 1561)
La prima guerra valdese (ottobre
1560 - maggio 1561) si era trascinata
per diversi mesi (come abbiamo avuto modo di ricordare su queste colonne) con alternative di vittorie e sconfitte da una parte e dall’altra: condotta soprattutto in Val Pellice allo
scopo di conquistare il centro valdese
di Angrogna, aveva visto i valligiani
arroccati nel cuore dell’inverno sulle
loro montale opporre ima fiera e disperata resistenza, mentre l’armata
nemica saccheggiava e distruggeva
ogni cosa là dove poteva arrivare.
Nella tarda primavera, dopo un ultimo vano attacco a Pradeltomo il 28
aprile, si iniziarono le trattative di
pace. I Valdesi godevano delle simpatie della Ehichessa di Savoia, Margherita di Valois, sposa di Emanuele Filiberto, e segretamente favorevole ai
Protestanti, e anche del signor Filippo di Racconigi, cugino del duca e
sospetto di favore per i Riformati. Inviarono quindi una supplica alla duchessa, nella quale, al solito, sostenevano la loro buona fede e promette\ano fedeltà ed obbedienza, e si dichiaravano disposti, come sempre, a
ravvedersi delle loro credenze «ogni
volta che sarebbe mostrato loro per
la pura parola di Dio essi essere in
qualche errore».
Furono loro fatte delle proposte abbastanza dure, che ancora la duchessa Margherita si adoperò a mitigare,
e finalmente si giunse ad un accordo.
La pace di Cavour
L’incontro tra il signor Filippo di
Racconigi, in nome del Duca, e i plenipotenziari valdesi avvenne a Cavour, nel palazzo dei principi di Acaia
, che ancor oggi sussiste. Convennero
quivi, è interessante notarlo, «quattro huomini, due ministri e due del
popolo, mandati da quei delle Valli
in nome di tutti » : i loro nomi, degni
di passare alla storia erano; Francesco Volla, pastore del Villar, e Claudio Sergio, pastore del Tagliaretto,
cioè di Torre Pellice, e i due laici erano Giorgio Monastier di Angrogna e
Michele Reymondet di Torre.
L’accordo di Cavour, firmato il 5
giugno, venne chiamato « capitolazione », in quanto costituito di ventìsei
capitoli, e la sua natura jurídica è
piuttosto difficile da stabilire: chi la
chiama pace, chi trattato, e chi ancora in altro modo. La sua sostanza èra
un riconoscimento da parte ducale
deH’esistenza e della figura giuridica
dei Valdesi, come entità di chle^ organizzate. Non potendo per vari motivi liquidare la minoranza protestante dai suoi Stati, il Duca di Savoia accettava il principio del riconoscimento di un grande « ghetto » naturale
(simile a quello degli Ebrei nelle città), di cui fissava i confini, che sono
rimasti e sono ancora oggi i confini
naturali delle Valli Valdesi. Interessante rilevare ohe il Duca riconosc^
va come Comuni completamente Valdesi, e quindi autorizzati ad avere regolari' funzioni di culto, Angrogna,
Bobbio, Villar e Rorà in Val Pellice,
Prali, Rodoretto, Massello, Mamglia e
Salza in Val S. Martino; per quelli
di Torre si concedeva il culto «nei
luoghi soli » e cioè nella regione alta,
a quelli di S. Germano, il culto a Dormiglioso, e a quelli di Roccapiatta, ai
Gondini; quelli della Val Perosa,^vevano andare al Podio, e quelli di «nasca al Grandubbione ; quelli di a.
Bartolomeo a Roccapiatta; e non si
parla di S. Giovanni, i cui Valdesi dovevano ovviamente recarsi al Ciabas.
Per queste convenzioni si rendevano garanti personalmente, oltre ai
due laici firmatari, anche « Costar^
di Alesini detto Rambaudo, sind^
del Villaro, Perrone Arduino, mandato da la Comunità di Bobbio, Gian
Malanotte, mandato da i particolari
di Sangianni, Pietro Pascale, manato da quei della Val S. Martino, Thomaso Romano di Sangermano, mandato dalla Comunità di detto luogn e
dei fedeli di tutta la Valle deUa Perugia » ; inoltre raccordo avrebbe dovuto essere sanzionato dalle assemblee dei capi famiglia di ogni Comunità.
Un accordo dunque in piena ingoia,
e nel quale ovviamente, oltre alla wileranza delle pratiche di oidto valdesi, era previsto ovunque il libero esercizio del culto cattolico.
La peazioae ecclesiastica
La campagna del Conte della. Trinità contro i Valdesi era stata seguita con interesse e sollecitudine dalie
autorità della Chiesa, che avw^o
largamente appoggiato il Duca m Savoia nella sua azione volta a lioerare
lo Stato dell’eresia. Il famoso gesuita
Passerino, venuto apposta in Piranonte aveva cercato invano di convertire i Valdesi con la polemica, ed aveva
poi incoraggiato Emanuele Filiberto
nella sua opera di repressione.
Era allora papa Pio IV, il quale era
tenuto al corrente della campagna
contro i Valdesi, e il 22 febbraio
(1561) San Carlo Borromeo scriveva
al nunzio apostolico Bachaud: «Del
valore e della bontà di Mons. de la
Trinità, N. S. (Nostra Santità) sente
grandissima consolatione, et lo benedice infinite volte, assicurandolo che
questo servizio che lui fa a Dio et a
la religione è dei maggiori che si possine fare, et che S. Santità ne terrà
particolare memoria».
Nonostante le benedizioni papali, si
venne poi all’accordo, come s’è visto;
è interessante allora vedere la reazione del papa stesso al procedere del
Duca di Savoia. Il 12 giugno, una settimana dopo la firma di Cavour, il
Borromeo scriveva ancora al Nunzio:
« L’accordo che V. S. scrive essere seguito con quelle valli come è in tutto
contrario all’opinione che Nostra Santità teneva di Sua Altezza et al desiderio che ha di veder estirpate le he_resie et puniti severamente li ostinati
ili esse, così Vostra Signoria può credere che gli è dispiaciuto infinitamente; et se ben la scritura che ci ha
mandata non è autentica, vasta che
si vede che è come dire uno interim,
havendo S. A. consentito .che quelli
huomini possine vivere a luor modo
circa la religione; la qual cosa quanto meno s’aspettava da un principe
tale, tanto più V. S. dovrà dolersene
con l’Altezza Serenissima per trovarci
se si può qualche rimedio, et quando
non. si possa, saremo almeno escusa.ti
appresso Dio et il mondo. Et con tutto ciò. Sua Santità vorrà ancora che
V. S. stia vigilante in obviar in tutti
i modi possibili a questa peste,... ».
Parole piuttosto amare senza dubbio per Emanuele Filiberto.
Nonostante tutto, e soprattutto nonostante le continue violazioni che da
parte dei successori- di Emanuele Filiberto furono fatte ^al trattato di Cavour, esso rimase sempre la « magna
charta » dei Valdesi nel periodo delle
persecuzioni ; costituti in salda organizzazione ecclesiastica in quei confini che la carta difChivour aveva loro stabilito, vi si difesero, come è noto, ogni volta che fjtt' necessario, e in
sede di trattative l&ppellarsi all’atto
di Cavour fu semi^ il fondamento
giuridico della loro ^sten^.
Atto fondcipieBtàle
Ma l’importanza -quel trattato
trascende anche l’iip^x);à|iza che esso può avere per il iSéeplo pòpolo valdese; esso segna infàttunéllo; Stato sabaudo, e quindi in &4ìa, il primo atto di tolleranza retoiòsa, che i tempi e la Chiesa eran#^ne lontani dal
concedere, e il prii^pìo che si veniva in quel momenm affermando era
vno dei più importanti e fondamentali.
In questo senso st può ben dire che
i Valdesi si inseriscono da allora saldamente nella storia d’Italia; e il
compito, che allora nessuno di loro
poteva prevedere e che era nei disegni della provvidenza di Dio, era di
costituire su terra italiana, anche con
la sola presenza fisica, il presupposto
che la tolleranza e la libertà religiosa
non potevano essere ignorate. Se nella latina e cattolica Spagna ciò non
potè avvenire, fu péfchè in essa non
c’era un piccolo nucleo di dissidenti
evangelici, che in\ ece la latina e cattolica Italia si è trovata nel suo seno,
nel periodo del Ri-'^orgimento, dei Patti Lateranensi e della Costituzione.
Non ci pare quindi azzardato affermare che il trattata di Cavour, se fu
un privilegio per i Valdesi, è stato àltiesì; un dono all’Italia: e come tale
merita di essere ricordato non soltanto dai Valdesi delle Valli, ma anche da tutti gli evangelici italiani e
da quanti apprezzano e difendono la
libertà religiosa.
Augusto Armand Hugon
Civiltà letteraria
La premiazione del film polacco
«Madre Giovanna degli angeli » e di
quello spagnolo « Viridiana » ha riacceso le polemiche sulla «vexata quaestio» della libertà che ha l’artista di
rappresentare il suo mondo, senza timori di limitazioni.
E’ un discorso che ci porterebbe
molto lontano; d’altronde, l’argomento è stato trattato diffusamente, nè
queste brevi note hanno la pretesa di
aggiungere, alcun che di nuovo, dopo
il molto che se n’è detto.
A scanso di equivoci dirò che non
ho intenzione di fare l’apologià della
censura; la museruola è un aggeggio
che si sopporta malvolentieri, specialmente quando capita che chi la impone può non essere giudice sereno ed
imparziale.
Ciò che conta sottolineare è che
molti, moltissimi nostri connazionali,
sono persuasi che la libertà di espressione, nel campo dell’arte, soffocata
nei paesi del capitalismo, in quelli a
regime comunista si manifesta nelle
forme incontrollate che noi definiamo pornografiche.
Avranno perciò causato grande delusione le dichiarazioni che Caterina
Furtseva, ministro della Cultura delrURSS, ha rilasciato al corrispondente de "La Stampa”.
Eccole : « Alcune sequenze de « La
ciociara » sono francamente impossibili, troppo crude e sgradevoli. Le scene intime sono violente ed oscene ».
11 giornalista aggiunge che la Furtseva « era scandalizzata, così come si
scandalizzano i rùssi di fronte ai ro-,
manzi di Moravia e di Pratolini ».
Fogazzaro diceva che se le brutture
del mondo sono una realtà, ancor più
sentita è la realtà dell'anima, con le
sue insopprimibili esigenze, e non c’è
che da confidare nel ritorno a quei
canoni estetici che sono anche e soprattutto norme inviolabili di etica.
Sottoscriviamo dunque senza riserve quanto Salvatore Quasimodo ha
detto, nel corso di una sua conferenza
sulla poesia, tenuta a Prato (« Fiera
letteraria » del 7 maggio 1961);
« La mia posizione spirituale mi
permette di dire questa verità: Attraverso un periodo di distruzione dei
valori umani e di una probabile ricostruzione di questi valori, sarà possibile domani dare fiducia, potrei dire
anche fede, a una generazione che
chiede da noi non degli aiuti, ma
qualche parola che sia di speranza non
vaga: una speranza che aiuti a ricostruire la civiltà letteraria ».
Ricostruire la civiltà letteraria, artistica ; giustissimo.
Vi si potrà giungere quando gli artisti realizzeranno la promessa di Dio :
« Io metterò la mia legge nell’animo
loro, la scriverò sul loro cuore » (Geremia 31: 33).
Alberto Guadalaxara
Laurea ad honorem
Siamo mollo lieti di nnnunciare che il
prof. dr. Valdo Vinay ha ricevuto ut: dottorato in teologia honoris causa dalla Facoltà teologica delFUniver.^ità Friedrich
Schiller di Jena: è il secondo dottorato
h. c., do'po quello della Facoltà teologica
dell'Università di Basilea, di cui è insignito il nostro docente di storia della
Chiesa. In occasione del conferimento della laurea, il 29 maggio 1961, egli è stato
invitato a tenere una lezione su "Il .significato teologico dell’adesione valdese alla
Riforma svizzera".
Il Sinodo della Chiesa riformata del
cantone di Zurigo ha approvato a debole
maggioranza la creazione di un’emittente
protestante internazionale in Svizzera, e ha
chiesto alla Federazione delle Chiese protestanti elvetiche di partecipare al progetto.
LA CAKITA' VA FATTA A QUELU
che ne hanno veramente bisogno
I! caso del Comune di Salza, segnalato all’attenzione dei lettori de La
Stampa giorni or sono da una lettera
dell’insegnante sig.na Paola Bonavita
e da una cronaca speciale di un inviato del giornale stesso, merita di essere meditato da tutti. Coloro che non
conoscono quel villaggio lo considereranno sullo stesso piano di altri paesi
disagiati della nostra patria segnalati
all’attenzione pubblica da persone di
buona volontà. Quelli che conoscono
Salza ed in particolare gli abitanti della Val Germanasca si demandano tuttora come e perchè si siano scritte
tante cose errate sul suo conto e se
la funzione dei giornalisti sia veramente quella di riempire colonne di
carta stampata per distrarre ed impietosire il lettore, o non sia invece
quella di ricercare la verità dopo attento esame delle situazioni.
In questo tempo di celebrazioni centenarie sembra che tutta la nostra
stampa torinese sia pervasa da uno
spirito di bontà deamicisiana e gareggi nel compiere atti di generosità
e bontà: buona cosa la carità, ma se
viene compiuta come tale e non pretende rispondere a situazioni che richiedono altro che carità, che richiedono provvedimenti. Sembra che l’opindone pubblica abbia bisogno di casi
disperati, tragici per impietosirsi ed
i giornali vanno sempre più soddisfacendo questo bisogno di pietà.
Ma tornando al caso di Salza di Pìnerolo esso ci dimostra come una verità parzialmente sottolineata possa
diventare errore se non menzo^a.
Una verità sta alla base della scritto
dell’insegnante P. Bonavita: il disagio materiale e morale di alcuni bambini del luogo appartenenti quasi
esclusivamente ad una famiglia numerosa. La famiglia che ha commosso l'insegnante ha commesso prima
di lei tutte le altre insegnanti e tutti
coloro che conoscono Campoforano,
e tutti hanno cercato con i propri
TTiov.zi di venire in aiuto a questa famiglia. Molti (troppi) bambini certo,
ineducati e spesso mal nutriti e mal
alloggiati. Ma errore grave per chi
mette il dito sulla piaga è metterlo
dove non c’è piaga.
Si tratta bensì di alcune famiglie e
di una in particolare che meritava
aiuto ma non di natura materiale bensì, morale e spirituale: non si tratta
di pane ma di ambiente ; si deve rimediare alla deficienza dell’ambiente familiare certo e le assistenti della Provincia ci sono pur per qualcosa nel nostro ordinamento. C’è nel Comune di
Prali una famiglia altrettanto numerosa, in una borgata più disagiata di
Campoforano il cui capofamiglia, si
trova nella esatta situazione di tutti
i capifamiglia di Salza e la cui famiglia è conosciuta per l’ordine, l’educazione e la buona riuscita dei suoi
membri. E’ la prova che in un altro
ambiente, ambiente di ordine e di lavoro, la situazione economica non è
determinante in assoluto.
Il secondo errore in cui sono incorsi quelli che nei giorni scorsi hanno
scritto sul Comune in questione è stato di estendere a tutto il Comune (i
345 abitanti) la situazione particolare
registrata in una casa di Campoforano. Il Comune di Salza non è come
hanno scritto i giornali a maggioran
Si celebra il centenario
dei Tempio di Pinerolo
SABATO 24 GIUGNO
Ore 20.30: Conferenza del Past. Luigi Santini sul tema : « La nostra Chiesa e il Risorgimento ».
DOMENICA 25 GIUGNO
Ore 10: Culto con celebrazione della
S. Cena presieduto dal Vice-Moderatore Past. Neri Giampiccoli.
Ore 12: Ricevimento alle Autorità e
agli ospiti stranieri nella sala attigua
al Tempio.
Ore 15: Trattenimento con programma vario, fra cui la proiezione di un
film sul Convitto, opera celebrativa
del Centenario. Servizio di buffet.
E' rivolto il più cordiale invito a
tutti i fratelli e le sorelle che vorranno associarsi alla comunità pinerolese in quest'ora di allegrezza e di
riconoscenza.
za cattolica bensì a maggioranza valdese, comprendente i villaggi del vallone di Salza e quelli di Rodoretto
(Fontane e Serrevecchio). La minoranza cattolica si trova raccolta nel
vallone di Salza (quello che i gioma
listi hanno visitato). Nessuno degli
abitanti del Comune si è riconosciuto
nella descrizione fatta dall’insegnante
e dai giornalisti. Nessuno dei capi famiglia di Fontane o Salza stessa ha
riconosciuto i suoi figli in quelli descritti : « hanno quasi tutti la miseria
dipinta sul volto e sugli abiti, tutte le
mattine arrivano a scuola pallidi affamati ». I padri che scendono in galleria per guadagnare il loro pane e quello della loro famiglia hanno coscienza del loro dovere ed hanno coscienza di poter e dover dare ai loro figli
una casa e del pane. Dire che i bambini del Comune sono in quella situazione significa dire che i loro genitori
sono degli incoscienti e non dei genitori, ma per quanto ci consta (e conosciamo Salza prima della Sig.na Bonavita e dei sig. Giorgio Lunt) tutti
i capif-amiglia del comune di Salza
tanto cattolici quanto valdesi hanno
un lavoro onesto ed allevano i loro
figli nei limiti delle loio possibilità; è
certo comunque che non li mandano
a scuola con lo stomaco vuoto.
Che il paese manchi di acqua potabile, di strade, che sia bloccato d’inverno è deformazione giornalistica
della situazione di tutti i paesi di montagna. Salza come tutti i Comuni di
montagna è sottosviluppato, ma quante insegnanti che fanno scuola nelle
nostre Alpi non potrebbero dire altrettanto? E’ forse potabile l’acqua di
tutti i nostri villaggi? esistono fognature dappertutto? Le case sono quelle che sono, ma questo e un altro discorso; non si tratta di segnalare un
caso disperato, si tratta di domandare alle autorità che ci governano
cosa intendono fare per permetterci
di vivere quassù. Non si tratta di pietà ma di giustizia sociale.
Nel caso di Salza in definitiva è stato esteso a tutto un Comune il giudizio che doveva essere limitato ad alcuni casi ed in particolare a quello citato dal giornalista. Ma il fatto più
grave è ohe si sia confusa la miseria
morale con quella materiale; se dei
bambini si trovano in miseria in una
catapecchia la responsabilità non è
del Comune disagiato, nè del lavoro
del loro genitore, nè delle baite lonta
ne, ma di coloro che non sono stati in
grado di educarli. Quei bimbi sono degni della nostra pietà e del nostro aiuto. Si potrebbe però attribuire all’ambiente stesso la situazione descritta
dall’insegnante e questa tendenza si
nota nell’articolo e nelle interviste.
L’ambiente è certo interessante da
studiare e conduce a considerazioni
istruttive ; abbiamo detto che dal punto di vista religioso è misto, a maggioranza valdese nel complesso, a maggioranza cattolica nel vallone di Salza ; si possono paragonare a questo
riguardo i villaggi a maggioranza cattolica con quelli a maggioranza valdese : Campoforano e Fontane per
esempio. E’ certo che un articolo come
quello apparso su La Stampa ha
potuto essere scritto (con esagerazioni, come abbiamo detto) sul primo,
ma diffìcilmente avrebbe potuto essere scritto sul secondo. E vi fu un tempo in cui lo stesso vallone di Salza
era a maggioranza evangelica e non si
distin^eva per nulla dalle altre borgate vicine: uno dei pochi edifici tuttora in buono stato è la nostra scuola in cui le vecchie generazioni di vaidesi e cattolici hanno imparato a leggere e scrivere. Certo l’ambiente è
mutato da allora e sotto molti aspetti morali e sociali; l’aumento demografico della popolazione non è stato
accompagnato da un elevarsi nel tenore di vita, ma conosciamo le radici
teologiche di questi incrementi demografici: una numerosa prole non costituisce, per noi evangelici, una famiglia necessariamente benedetta e felice. Per noi evangelici il caso del
Comune di Salza è significativo sotto
questo aspetto particolare. E’ significativo anche l’atteggiamento di quelle famiglie valdesi che hanno risposto agli aiuti degli Enti provinciali e
scolastici con un rifiuto sereno ma
fermo motivandolo con una posizione ben riformata: abbiamo guadagnato sino ad oggi il nostro pane e speriamo poterlo guadagnare anche in
avvenire; la carità va fatta a quelli
che ne hanno veramente bisogno.
Giorgio Toum
2
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L’ECO DELLS VALU VALDESI
16 giaiigno 1961 — N. 24
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GIOVEDÌ’ 8
Malgrado le dichiarazioni Iranquillanli
diffuse dopo l'incontro dei due « K » a
Vienna, la soluzione del prob’ema del Laos
trascina, anzi i lavori della conferenza di
Ginevra sono sospesi.
Si apre a Roma la conferenza nazionale
del mondo rurale e deiragricoltura, con
la partecipazione di 40C rappresentanti dell'econoniia, delle scienze e dei sindacati:
« quattro centurie di medici al capezza'e
della grande ammalata, l’agricoltura ».
Approfittando della sua temporanea presidenza, Milazzo ordina di nuovo — basan
dosi su molivi diversi — l’apertura del casinò di Taormina, dopo che la Corte Costituzionale aveva annullato la sua prima
decisione. Sarebbe quest’ostinazione una
delle ragioni della fortuna milazziana in
sede di assemblea regionale siciliana?
1 responsabili della difesa degli S. Li.
cbiedono al Congresso oltre 2 miliardi di
dollari (1.300 miliardi di Urei per rafforzare le alleanze militari e sostenere la sicurezza interna dei Paesi alleati e neutrali.
VENERDÌ’ 9
Raggiunto un accordo, finisce lo sciopero
nelle Università, ma continua l’agitazione
degli insegnanti elementari e medi. A Roma la de ripropone Cioccetti come sindaco,
co.
Mentre Mosca protesta presso gli S. U. e
gli alleati occidentali giudicando « provocatorie ,) le riunioni dei parlamentari di
Bonn a Berlino, a Bonn si teme che presto
Mosca firmi un trattato definitivo per la
Germania orientale.
SABATO 10
Termina la prima istanza del processo
Fenaroli: l’ergastolo a Fenaroli e Gbiani,
assoluzione per insufficienza di prove per
Inzolia.
Riunito a Torino l’XI Congresso dei medici ospedalieri ; essi — sono ventimila —
minacciano uno sciopero ad oltranza se
non verranno riformate le leggi ospedaliere e non verranno assicurate loro garanzie
nel confronti delle mutue.
DOMENICA 11
Fanfani e Segni partono per Washington,
per colloqui con Kennedy e Rusk, circa la
portata dell’incontro di Vienna e la collaborazione occidentale.
Ad Hannover riunione di 250.CO0 profughi tedeschi che rivendicano la Slesia polacca: si diffondono nella Germania federale
i fermenti irredentisti di profughi dell’Est;
ma ueppure le potenze occidentali sono
disposte a discutere, ora, la frontiera OderNeisse con la Polonia.
LUNEDI’ 12
Catena di attentati dinamitardi in Alto
Adige, condannati da tutti i partiti, compresa la Volkspartei e dal governo austriaco: una vittima e danni ingenti.
La delegazione italiana incontra a Washington i capi americani. Fanfani dice:
« Negli ultimi quindici abbiamo accresciuto la nostra ricchezza, ora siamo impegnati ad utilizzarla per lo sviluppo dell’istruzione 1) (speriamo di vedere presto i segni
di questo bel programma).
Mons. Carlo Maccari, che è stato uno dei
più efficaci collaboratori dei cardinali Micara e Fraglia nel segretariato del Vicariato di Roma, e die aveva condotto l’incbiesta su Padre Pio da Pietrelcina, è stato nominato assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana e segretario della Commissione episcopale per l’alta direzione dell’Azione Cattolica stessa e
per il coordinamento dell’apostolato dei
laici. In Vaticano si riunisce a porte chiuse la prima seduta preparatoria per il Concilio Ecumenico Vaticano.
Giornata di sciopero — con percentuali
forti, specie in .alcune regioni — per gli
insegnanti elementari (Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania, Calabria,
Sicilia; nelle i.ltrc regioni si sciopererà il
19); non hanno aderito il SiNaScEl, il
(asnal e l’Associazione nazionale diplomati
e laureati scuole elementari. Per mercoledì 14 è indetto lo sciopero degli insegnanti medi (Sindac. Auton. Se. Media Ita!.,
Sindac. Aut. per l’unità della scuola secondaria ital.); non vi aderiscono il Sindac.
Naz. Scuola Media e l’LInione cattolica italiana insegnanti medi.
MARTEDÌ’ 13
Tre nuovi attentati in Alto Adige, condannali anche dal governo e dalla stampa
au.striaci, mentre iniziano a Zurigo nuovi
colloqui italo-austriaci. 11 Senato nega la
riopzione agli altoatesini divenuti cittadini
tedeschi.
Si conclude la visita di Fanfani e Segni
a Washington.
Mentre si interrompono per 15 giorni i
negoziati franco-algerini di Evian, viene
fatto saltare con plastic un albergo parigino abitato da africani.
MERCOLEDÌ’ 14
Ancora un attentato a Bolzano, e minaccia di altri e più gravi; il Governo predispone misure d’emergenza.
Sciopero degli insegnanti medi in polemica con la riforma della « scuola dell’obbligo >1.
PERSONA LIA
Dai presbiterio di Angrogna Capoluogo
Claudio, Enrico e Paola Taccia annunciano
con gioia l’arrivo della nuova sorellina,
Daniela. Partecipiamo, con l’augurio migliore, alla loro gioia e a quella dei loro
genitori.
IH Iti *
Da Buenos Aires giunge notizia della
.scomparsa del prof. D. Poster Stockwell.
presidente emerito di quella Facultad Evangelica de Teologia e attualmente vescovo
delle chiese metodiste della costa del Pacifico. Ricordiamo con viva riconoscenza
quanto egli ha fatto per i no.str i studenti in
teologia del Distretto liqplatense.
i 1^ 4 ) Trenta persone, 27 laici e tre pastori, a
bordo di nove macelline, hanno persorsa
circa 6000 Km. nella prima quindicina di
maggio, per presenziare alle celebrazioni
dei centenari della Chiesa Valdese di Palermo e del massacro di Guardia Piemontese e per visitare numerose altre chiese
recando a ciascuna il saluto delle comunità evangelidie del Baden e dappertutto
celebrando la gloria di Dio col magico
suono delle proprie trombe.
L’iniziativa proveniva da un voto espresso dal pastore di Palermo, a Torre Pellice,
in occasione di una manifestazione musicale dei trombettieri del Baden. Iniziativa
libera e laica, ma svolta con la piena collaborazione delle Chiese. 11 Consiglio superiore della Chiesa del Baden aveva concesso un potente aiuto finanziario e le
Chiese Valdesi interessate, collaborarono in
ogni modo possibile per il buon successo
dell’impresa.
Con i trombettieri evangelici dal Baden alla Sicilia
Sompierdarena. - Alle ore 18, all’iiäseiia
daH’auloslrada, con una precisione di buon
auspicio il gruppetto delle Valli si incontra con quello germanico. Corrono grida
di gioia, strette di mano vigorose, abbracci,
comincia una avventura entusiasmante, di
velocità, di pericoli, di amore, soprattutto
di servizio del Signore.
La prima sosta ha luogo poetili minuti
dopo nel tempio di Sanipierdarena. Non è
gremito ma è lungi dall’esser vuoto. Nelle
nostre chiese di città le trombe evangeliche hanno qualche volta della difficoltà ad
acquistare un diritto di cittadinanza. I presenti nel locale semi-interrato sembrano
quasi dei fuori legge nelle catacombe, ma
tanto più si compreiuloTìo e tanto più forte
è il patto di simpatia che si stabilisce tra
loro.
Il percorso Genova-Napoli il lo e il 2
maggio è tutta una grande avventura. Il
traffico stradale compromette gli appuntamenti fissati... A Roma l’ospitalità neirAlbergo del Popolo (Via degli Apuli, 41) è
ottima e signorile, ma la casa è in lutto per
il decesso del Col. Vinti suo direttore e
il compito della fanfara diventa quello di
suonare melodie dei nostri lutti e della
nostra speranza.
Napoli. - Dopo molte esperienze romane
tra le quali una visita alla basilica dì San
Pietro dove un Monsignore spiega ai turisti stranieri che il suono delle trombe
protestanti sulla piazza di S. Pietro non
sarebbe opportuno sia pur nell’imminenza
del Concilio Ecumenico; dopo che la colonna di nove macchine si è spezzettata
nel traffico cittadino senza riuscire a ricomporsi neppure con l’aiuto delle ambasciate e che il più lento della compagnia
ha pagato una forte multa per eccesso di
velocità e che un altro gruppo ha pernottato in maccliina in piena campagna, tutti
si ritrovano infine sani e salvi a Casa Materna di Portici, ospiti del Consiglio dei
Pastori di Napoli. E Casa Materna è una
rivelazione tal quale per i pellegrini. E'
un’opera di evangelizzazione meravigliosa
che educa a Cristo quasi cinquecento alun
II settore centrale della piazza di Guardia P., la sera del 3 maggio.
ni (^250 interni e 180 esterni) e che è frutto
non di oiperc ecclesiastiche, ma di iniziative singole. Nell’auiditorium della Casa
i Pellegrini svolgono uno dei loro concerti religiosi... e, a un certo momento,
30 alunni della casa stessa, dato di mano
ad altre trombe, riispondono loro con un
altro concerto! Oh cari ragazzi napoletani, com’eran bravi, e con quanto talento
suonavano e come bruciava nel cuore del
patsore valdese presente il pensiero che
alle Valli ci sono parecchie fanfare civili
ma che neppuire una dì esse, fin qui, ha
voluto mobilitarsi per il servizio di Cristo... Bisogna chiamarli questi scugnizzi
trombettieri evangelici napoletani, bisogna
citarli all’ordine del giorno nelle nostre
Valli. Abbiamo bisogno di imparare dal
loro esempio.
Dirigono Casa Materna i due fratelli
Santi, figli del fondatore. Quello che cl
accoglie è medico di chiara fama, è sindaco di Portici, e alterna con queste occupazioni la direzione dell’istituto. Mangia
con i 250 alunni interni, presiede il loro
cullo quotidiano, accompagna ì loro canti
al pianoforte.
Da noi si discute accanitamente sulla attività laica e si scrivono opuscoli...
Guardia Piemontese. ■ Le strade italiane
nel sud sono stupende, ma lunghe. A un
certo punto cominciamo a temere di non
giungere a tempo all’appuntamento con il
Sindaco e, con la popolazione di Guardia
e ci meltiamo a premere sugli acceleratori. I tedeschi sono dei velocisti e con
le loro Mercedes e .Volkswagen fiammanti
scompaiono presto i^il’orìzzonle. Chi scrìve, con la sua umile 1100 resta ultimo.
Giunge a Guardia cli’è ormai notte nera.
Ci sarà ancora qualcuno sveglio? Si, sulla
piazza c’è molta gente che circonda la
fanfara intenta a suonare. I rappresentanti del commie si fanno inionlro aU’ultimo
arrivato con molta cordialità. E’ presente
pure il pastore di Catanzaro, S. Rostagno,
in rappresentanza della Amministrazione
della Chiesa Valdese. Tra una suonata e
l’altra è pronunziata una breve allocuzione: « Siamo i vostri fratelli valdesi delle
Alpi Cozie e della Germania, le vicende
della storia ci hanno crudelmente separati
per tanto tempo, ma non hanno potuto
cancellare il reciproco ricordo ed il fraterno amore die ancora palpita nelle nostre vene. Vi ringraziamo per la vostra
accoglienza e vi invitiamo a resituirci la
visita, appena possibile, nelle Valli Vaidesi ». l.a popolazione di Guardia applaudisce, la fanfara suona ancora eppoi si prende (ommialo gli unì dagli altri. Gli ospiti
pernotteranno dieci km. più a valle, a cura
del coniune di Guardia e deH’amministrazione delle belle « Terme Luisiane » dì
acque solforose il cui odore non somiglia
a quello delle nostre viole dì montagna
ma che sono, sembra, le migliori dell’Europa.
In fondo in fondo. Guardia non l’abbiamo quasi veduta. Molta oscurità sullo
sfondo e molta gente amica attorno a noi.
Abbiamo però reso omaggio alla memoria degli avi e a questa gente parente nostra ed era questo appunto die ci eravavamo proposto.
Remigio Calabria. ■ La comunità di Reggio Calabria ci appare come il nobile
esempio di una diiesa piena di vita e di
fervore anche se il suo Pastore non risiede sul posto. Il pastore Brianle però quel
EN RESSERRANT DES LIENS FRATERNELS
Le rencontre de Marseille
La visite organisée par la société Henri
Arnaud de Torre Pellice pour rendre plus
intimes les liens qui unissent les Vaudois
du Val Pélis et les Vaudois de Marseille,
a pu avoir lieu la première semaine de
juin. Le plan de campagne savamment établi a été sagement (presque) respecté.
« L’allée est très rude, le retour est facile »; je ne sais pas qui a écrit ou prononcé ces paroles; elles sont fort sages. La
beauté du paysage (toute la côte d’Azur)
fait oublier ce qu’il y a de rude dans les
sinuosités de la route.
A 8 heures du soir (on est parti le matin à 5 heures) on débarque les premiers
passagers, qui, malgré toutes les savantes
indications, ont réussi à s® faire rencontrer
par leurs parents dans le seul point de
repère qui n’avait pas été indiqué!
Un hôtel attend ceux qui ne sont pas,
peu ou prou, apparentés.
Batterie de tonnerre annonce le silence.
Le premier jour est passé.
^ ■
Le « vieux Mérindol » :
un petit village de ruines, accroché aux roches d’un mamelon.
(Photo
A. Armand Hugon)
Randonnée provençale
On salue A!x; on s’arrête à Mérindol:
le II vieux Mérindol »: un petit village de
ruines, arcroché aux roches d’un mamelon. On grimpe par un sentier rocailleux:
le genêt de Provence embaume l’air. La
Durance roule une eau jaunâtre dans une
plaine fertile, où les descendants des Vaudois de jadis, disséminés dans la dispersion
de la diaspora, font trois récoltes par ans
et oublient la route du temple.
Relire la page de Sripione Lentolo, Napoletano.
” Il sabbato 18 aprile 1545. all’alba del
giorno il Presidente Oppeda armato, con
una banda di taffetà bianco intorno al collo. su un gran cavallo, con farsi portare
avanti lo elmo da un paggio, cominciò a
far marciar la gente in ordinanza con una
avanguardia, battaglia e retroguardia e co■st arrivarono a Merindolo, dove non trovarono persona, se no un certo giovinetto, il
quale il Presidente comandò che fosse preso ed attaccato ad un ulivo e fatto morire
.1 colpi di archibugio.. Dopo questo bel cominciamento, il campo entrò in Merindolo
e lo prese non vi essendo persona alcuna
dentro, onde fu saccheggiato, bruciato e
distrutto dai fondamenti... ”.
Après Mérindol, Cabrières: le massacre
Lentolo écrit: .... ”E perchè non si per
desse la memoria di così bella ete honora
la impresa, anzi più che brutale o per dir
meglio diabolica crudeltà, gli ufficiali del
papa fecero drizzare su in Cabrières una
colonna sulla quale fosse notato l’anno ed
il giorno che Cabrières fu presa e distrutta
da Giovan Menieri Signor d’Oppeda, pri
mo Présidente délia Suprema Carte di Prol enza e luogotenente del Re... ”.
Les II officiers du pape « voulaient un témoin: les ruines devaient suffire! Elles ont
défié les siècles! Us savaient construire nos
vieux Vaudois: les fondements étaient solides! Si solides que, aujourd’hui, les déscendants vendent ces ruines inutiles (et
encombrantes!); des acquéreurs se sont
déjà présentés, les vieux murs sont utilisables cl utilisés: deux maisonnettes de
camping sont déjà nées. On ne fait plus
de différence confessionnelle; c’est passé:
ces pauvres Vaudois qui n’ont jamais trouvé que des rochers et des terrains incultes.
L avenir: la plaine où l’on devient riche,
on « ressemble aux autres «.
Une douloureuse histoire qui perce jusqu’au fond des consciences: les me.ssages
de M. Mazel. pasteur, et de M. Combe
rappellent le passé. On aimerait à pouvoir
faire état du présent! Nous chantons ensenihle le Serment de Sibaiid.
Une maison, accueillante, malgré Flieure peu favorable nous permet de serrer
quelques mains, d’entendre quelques noms
de vieilles familles Vaudoises, de nous
sentir n chez noua »; nos mêmes problènie.s: les jeunes s'en vont; ont veut oublier: tous frères dans la rerherclie de la
Vérité? ou Ions semblables dans la morne
indifférence de la servitude: l’argent qui
n’a pas de religion?
On aimerait à pouvoir rappeler ici tous
ces noms; qu’ils saclient seulement, ces
amis, que leur souvenir est resté vivant
dans nos coeurs.
Après Mérindol, Avignon. Rien à dire;
c est une belle ville; les papes, malhenrcn.sement, se sont vite fatigués de ce séjour ( 1S05-1377I ; pourtant le palais est digne des papes: le parc est magnifique, et
suc le pont on devait bien danser ii en
rond »! Après les ruines de Mérindol, le
vin des papes! Lin brin de philosophie de
l'histoire?
A la iéfouverle de Marseille
Au vieux Port les montagnards s’embari[uent pour le château d’If et font la connaissance dn mistral, qui joue astucieusement avec les ondes et se joue des projets
pieux des bons Vaudois: il les arrose avec
humour, les balance, les secoue, mais ne
leur permet pas de débarquer! On se console par la lecture du programme, qui nous
■apprend que cette ii sombre forteresse, bâtie sur ce farouche rocher à Heur d’eau n
accueillait, jadis, les prisonniers d’Etat:
les galériens protestants, par exemple
(\atidois y-rompris).
L’apres midi est consacré à la découverte de Marseille; un fidèle amis des Vaudois, Monsieur Vidal, est notre guide: un
eicéron d’exception qui a su nous faire
aimer sa Marseille et son mistral; qu’il
soit remercié pour sa patience, son érudilion et son humour.
La Maison Vaudoise nous attend. Poulies non initiés, première surprise: il y a
une véritable Maison Vaudoise qui a été
régulièrement achetée et payée par les Vaudois de Mar.scille. Deuxième surprise: il
paraît que la maison du président de l’Union Vaudoise de Marseille est une sorte
d’annexe de la susdite Maison Vaudoise,
ear une bonne soupe vaudoise de Marseille est offerte par M. et M.me Poët aux
visiteurs, qui s’arrachent avec effort à la
atmosphère familiale d’une hospitalité bien
fiaternelle, pour se rendre à lo salle de
FLJnion Vaudoise.
Une i-hronique de ectte a soirée »? Mes
amis, c’est fort simple; pensez à une « soi( suite en p. 3)
la sera è presente e tutti insieme si cele,
bra il culto di lode a Dio per il quale ci
siamo riuniti. La comunità offre ai pellegrini una signorile ospitalità con un pranzo in un buon ristorante con l’alloggio
nell’« Hotel moderno ».
Palermo. ■ Elceoei finalmente alla meta
del nostro viaggio per celebrare con questa chiesa il centenario della sua fondazione. Ma l’impressione nostra non è proprio quella di chi vede sul giornale la fotografia di uno dei tanti centenari oggi di
moda. Palermo è una chiesa giovanile,
una delle più giovani d’Italia a giudicarne dal ferv-ore da neofiti dei suoi membri
e del suo Pastore.
La prima visita è stata per un posto
avanzato della nostra opera di testimonianza, laggiù dove tutti ci avevano sconsigliato di di andare e dove si dice che
oer.sino la Polizia eviti di inoltrarsi senza
buona scorta; Cortile Cascino. Ci siamo an:lali con le nostre trombe e glie lo abbiamo detto chiaro e, insieme col pastore Panasria gli abbiamo parlato dell’amore fraterno in Cristo: Pindomani, in chiesa, si
notavano alcuni abitanti di Cortile Cascino... Abbiamo pure suonato e partecipato
a due riunioni alla Noce dove si è aperta
recentemente una scuola di evangelizzazione ed un’altra riunione serale abbiamo
presieduto a Sferracavallo nei dintorni
della città. Abbiamo suonato nelle nostre
vecchie scuole del Centro e 'Soprattutto
abbiamo partecipato al culto solenne del
Centenario e allo scoprimento della lapide
nel sagrato del tempio. Non dimenticheremo tanto presto il tono cominoisso della
voce del Vice Moderatore N. Giampiccoli
mentre presiede il culto, nè quello appas'Sionato del pastore Panasela quando rievoca le vicende della .sua chiesa e il marlirio del pastore Bonelli.
L’ospitalità è stata ourata dalla chiesa
di Palermo con grande cordialità tanto
più ammirevole quanto più evidenti le
-angustie in cui vivono le nostre chiese
di evangelizzazione. La villa dei Mennonili ci ha offerto un letto sicuro e le grosse pentole delle unioni han cotto a meraviglia le lunghe salsicce portale dalla Germania, oppure gli spaghetti palermitani.
L’ora del commiato giunge prestissimo
e .scocca lunedì sera alla partenza del piroscafo Palermo-Napoli. Sul molo sono
numerosi fratelli della Chiesa locale. Sul
ponte di prima classe del piroscafo la nostra fanfara che ha già suonato vari inni,
intona, appena lo scafo comincia a muoversi, il « Lobe den Herrn ». Lode aH'Altissimo... e una commozione profonda
riempie il cuore di quelli che partono come di quelli che restano.
^ i\apoli. - (Juesla volta siamo attesi nella
Cliiesa Metod'i'Sia di Napoli, la chiesa evangelica di maggiore capienza della città. Il
culto qui presieduto dal pastore Cielo
ha una fisionomia particolare. Sono ¡ircsenli setto od otto pastori di varie denominazioni e lutti tra alouni brani musi'cali rivolgono un messaggio alFassemIdea. E’ un vero culto ecumenico.
Roma. - Siamo attesi, la sera del 10 maggio, da una numerosa assemblea nei locali
di Piazza Cavour. Ahimè! siam partiti lardi c la nostra perizia di bravi guidatori
resta impotente in mezzo al traffico congestionato de] centro della città e giungiamo alFappuntamento con cinquanta minuti di ritardo. Troppi, francamente. La
maggior parte dell’assemUea è già svanita. son rimasti solo i più pazienti e gli
appassionali della mirsica e con quelli
svolgeremo ancora una piccola parte del
nostro programma... Ma nessuno imtrà toglierci di dosso un terribile senso di mortificazione : proprio a Roma doveva toccarci una simile avventura! Potranno mai
perdonarci i Romani? Ci .sarà offerUi ancora una volta Foecasione di rimediare al
guaio commesso?
Felónica Po. - Giungiamo con le prime
ombre della sera e troviamo una grande
tavola imbandita e una comunità i‘be si
convoca in pochi minuti e circonda i suoi
ospiti, qualunque lingua parlino, con un
affetto fraterno eloquente e che non ha
bisogno di interpreti.
Segue, nel lempio gremito, il consueto
culto-concerto eppoi — niente albergo
questa volta — i trombettieri germanici
sono affidati dal pa'Store Bertinal alle varie famiglie della sua chiesa che se li portano via e li colmano di gentilezze e iioichè non sanno il tedesco, parlano loro con
i gesti ed il cuore e si fanno capire.
L’indomani ha luogo la cerimonia del
commiato. Nel tein;ilo prima di partire e
senza e-sser stati convocati si riuniscono
spontaneamente pellegrini e Felonichesi e
celebrano insieme la Santa Cena. Tulli
quanti, anche se in quel momento la lingua impiegala è quella tedesca. Sono pioiondamente commosisi i trombettieri, non
invano hanno compiulo insieme, per amor
di Cristo, una lunga e pericolosa impresa
e i Felonichesi 1; comprendono e rondividono la loro emozione. Pochi istanti più
lardi, di fronte al traghetto del Po si separeranno lutti quanti. Ma quella Santa
Cena resta nel ricordo di ciasrtmo e nelle
rorri.spondenze seguite, rome un legame
santo e una garanzia dell’ultima parola
scambiala: « Arrivederci se piace a Dio! »
La colonna, non più completa ormai,
farà ancora, accompagnala dal pastore Bertinalti. una tappa a Venezia accolla gentilmente dal pastore Naso e dove con alcuni membri di quella colùunilà celebrerà un ultimo cnlto-eoneerto.
A nome dei Tromibeilieri del Raden ringraziamo sentitamente tutte le eliiese ed i
Pastori che li hanno aeieolli per celebrare
con loro un culto di lode a Dio.
Ln ringraziamento particolare inviamo
pure al Consiglio Comunale di Guardia
Piemontese e alla Amjninìislrazione delle
Terme Luisiane.
Un ringraziamento ancora e pietlanienie
cordiale ai Trombettieri del Baden e al
loro capo il M.o Emilio Stober per le bella impresa eompiuta a favore della Chiesa
Valdese. Enrico Geymel,
3
P«g- 4
L’ECO DELLE VALU VALDESI
lé giogno 1961 — N. 24
PINERQLO
* Sono siali delegati alia Conferenza Distrewnale l’Anziano Valdo Fomerone, la
prof. Marcella Gay e il rag. Beniatnino
Grill ( (fuest’idtiimo è sialo poi soatítnilo
dal si«. Renalo Breuza); dejmtato al Sinodo è stalo eletto il rag. Emilio Codino,
e la prof. Marcella Gay è stata eletta fra ì
delegali della Conferenza Distrettuale al
Sinodo. L’Assemblea di Qiiesa dovrà riunirsi ancora prossimamente per udire la
Relazione annua del Consiglio.
• La fine del’anno ecclesiastico è segnata, oltre cite dagli ultimi preparativi
per l’imminente cdebrazione del Centenario del Tempio, dalle normali mànifestazioni proprie di questo periodo:
Si sono tenute tre sezioni di esami di
promozione dei catecumeni dei tre primi
corsi; la loro preparazione — salvo qualclie... indebita eccezione — è risultata discreta.
Il 14 maggio, una numerosa rappresentanza della Unione Femminile ha partecipato .lile riunioni di Agape; e con la fine
dello stesso mese l’Unione Giovanile ha
<111^0 le sue sedute ordinarie.
La Domenica della Famiglia è stata celebrala in Chiesa, alla presenza dei gioe dei bambini, con un approprialo
messaggio del pastore Gino Conte; il quale, la domenica seguente (4 giugno) —
mentre il culto a Pinerolo era presieduto
dal past. em. L. Marauda — accompagitava la Scuola Domenicale nella sua gita di
chiusura a Torre Pellice: molto opportutiamenle, accanto aUo svago di una bella
scampagnata, anche i più piccoli venivano così iniziati ad apprezzare i tesori della Chiesa, con la visita al Museo Valdese.
Con riconoscenza xtensiamo al ministero
che le monitriici e il monitore hanno svolto anche quest’anno fra i nostri ragazzi.
Domenica 11 giugno, infine, la Comuuità Ita salutato con piacere un folto gruppo di Fratelli provenienti dalle parrocchie
svizzere di Ecublens e S. Sulpice (Lansanricl; alcuni di essi, componenti quella Corale, contribuirono aU’edificazione del culto con l’esecuzione, veramente perfetta,
«li cori dal Te Deum di Purcell. La Cbie•sa li ringrazia cordialmente.
* Atti liturgici di questo periodo :
Battesimi: Sartori Paolo, di Angelo e
Pipino Margherita; Peyrot Arturo, di Sergio e Bertalot Bianca.
Matrimonio: Padrone Carlo con Cardon
Mirella.
Funerale: Gay Matteo, di anni 76.
Il Signore santifichi co-si le gioie come
le prove dei suoi figlioli.
Porgiamo al Pastore sig. Deodato la
«"ipressione della nostra simpatia iper il
lutto che Ita colpito la sua famiglia con
hi dipartenza del suo zio Enrico, residente
a Genova.
lili soHÜIe des Vallées...
et de inistral
(suit de la p. 3)
travers la blanche écume des vagues, et
(lu bout de la lorgnette. Aussi, résultat
d’une telle malobance, l’Henri Arnaud est
condaninée à revenir à Marseille!...
Le samedi après midi fut consacré a la
visite de notre ville, bien entendu, sous
la direction des deux amis MiM. Pontet et
V^idal, qui firent les honneurs de Marseille aux voyageurs, et le soir à 21 heures, presque précises, ce fut à nouveau la
réunion à la Maison Vaudoise.
Devant une telle super-pléiade de personnalités, les discours furent de rigueur.
Du coté de Marseille, inutile d’en parler...
niais nous eûmes un très vif plaisir à écouler M. Pontet, M. Armand Hugon, Mr. le
Pasteur L, Micol, Mr. G. Costahel. Ensuite M. Pontet, avec solennité, remit à
notre Président, le don de l’if Henri Arnaud » à notre Union: un splendide portrait du célèbre Pasteur et Chef miliiaire
des Vaudois. Mr. Poët, avec chaleur et
éniolion, remercia M. Ponlel et 1’« Henri
Arnaud » pour celte délicate attention, et
sonliaita que ce don soit pour tous à Mar*
sfMÜe un stimulant et nous rappelle sans
cesse la façon merveilleuse avec laquelle
nos ancêtres vivaient leur foi. C est avec
coeur et émotion' que l’A&semiblée, debout, chanta le « Serment de Sibaud ».
Comme vous devez bien le penser, la soirée se termina par des chants, et fort
joyeusement.
Ces éclianges, ces voyages, ces contacts,
sont pour nous non seulement une source
de joie, mais aussi un enriebiggement. Chaque fois qu’une «comitive » vient nous visiter, elle nous apporte celte vie spirituelle des Vallées, que les exilés que nous
sommes rediercbent autant que ce que
l’eau est désirée après la sediereisse. Cela
nous aide aussi d’une manière efiScaœ dans
notre tache de membre laïc de l’Eglise,
car bien souvent, a l’occasion d’une^ de
vos visites, et à la réunion qui suit à la
Maison Vaudoise, il est arrivé qu’un Vaudois de Marseille que nous ne connaissions
pas, et qui ne venait pas à l’Union, accompagne enfin le parent ou 1 ami venu
des Vallées. La connaissance étant .faîte,
son adresse enregistrée, nous sommes presque certains de le revoir quelquefois.
Amis des Vallées, en groupe, vous êtes
pour nous la liaison, la passerelle qui
nous permettra d’atteindre les frères disséminés dans notre si grande ville, puisque nous ne pouvons pas encore avoir celui que nous ne cesserons pas de tonander. De quelques paroisses des Vallees
association: Henri Arnaud ou autre
nous serons toiujours heureux de vous accueillir, et de recevoir ce stimulant que
vous nous apportez diaque fois.
Grâce à vos deux visites, les Vaudois
de Marseille ont été heureux et onU vécus
des instants de joie profonde. Ils en
w respiré moralement ». Aussi, ici, com
me je peux, je vous exprime lem vive
reconnaissance, et moi, bien simiplemenl,
mais de tout coeur, je vous dis a mus
« merci ». A.
POMARETTO
1 ---------------------------------
Domenica 11 giugno la comunità ha ospitato i bambini dell’orfanotrofio di Pomaretto per il pranzo: questo segno di affetta per i bambini che provengono da varie
parli d’Italia è lodevole; speriamo di avere ogni anno una domenica a loro consacrala. Ringraziamo le famiglie che li hanno ospitali. Nel pomeriggio abbiamo avuto la replica della recita dei bimbi che
hanno bene meritato della loro prestazione. Recato che il pubblico fosse scarso.
Grazie anche alle responsabili che hann.t
organizzato il simpatico trattenimento.
bouienica 18 c. ra. ore 15 avremo una
riunione a Vivian (Inverso) con la parte.■ipazione degli amici Salutisti di Torre
Pellice. Si farà la colletta a beneficio dell'opera salutista.
Abbiamo ricevuto le seguenti offerte per
il televisore dell’ospedale: Prof .ssa Elsa
Raima 1.000, Evelina e Bartolomeo Volai
5.eoo. Alma Revel (Chiotti) 2.000, Nida
Peyrot 2.003, Ressent Irmanda 1.000. Ringraziamo di cuore i generosi donatori e attendiamo fiduciosi altre offerte.
AH6R0GNA (Serro)
Le attività invernali sono terminale da
«irca un mese, e quindi le riunioni quarlierali sono state sospese. Tuttavia questo
non ci ha impedito di avere ugualmente
uii’ottima riunione, sia pure a carattere
straordinario, sabato sera, a Pradeltorno.
Abbiamo avuto il piacere di accogliere
Ira di noi la sig.nu Mia Fan Ostveen, proveniente dall’Olanda e molto conosciuta
alle Valli quale « Amica dei valdesi » come ella stessa ama definirsi. Ma anche in
Olanda è conosciuta «ome tale, e molto
apprezzato è .slato il suo libro per bambini .( Margherita fa una bandiera », tradolto e ridotto in Italiano sotto il semplice
titolo di « La Bandiera ». Grazie all’aiuto
del Dottor Guido Ribet, delEIngegnere Vidossich e del Signor Jahier, per la prima
volta è stato possibile proiettare delle diapositive nel tempio di Pradeltorno, ove
ancora, come si sa, non è giunta la luce
elettrica. La Sig.ua Mia Van Ostveen ci ha
parlato del suo lavoro in Olanda per far
conoscere la Chiesa Valdese e ei ha proiettato non delle vedute dell’Olanda, come
inciti di noi si aspettavano, ma dei disegni da lei fatti su vari argomenti e partiiclarmente aitimi riprodueenti scene di
vita vissuta al Rifugio Re Carlo Alberto
di Luserna S. Giovanni. La mattina seguente il culto è stalo presieduto dal Dottor Guido Ribet che sale tra di noi una
volta al mese almeno recando così non
soltanto la sua presenza, ma anche un messaggio ed un’opera valida di aiuto alla parrocchia forse più isolala delle Valli. Un
gruppo di donne in costume valdese ha retato per Eot easione una nota di gaiezza al
culto, molto apprezzata dalla Sig.na Mia
Van Ostveen. Speriamo di rivederla altre
volte tra noi ed intanto le auguriamo un
Inoli soggiorno alle Valli. Ringraziamo
con lei anche lutti quelli che l’hanno accompagnata e che hanno con la loro valida eoiliiborazi.tne .. teeiiiea » reso possibile fjuesta serata di proiezioni.
Con il ine.se di giugno hanno avuto inizio 1 .ulti aH’aperlo nel pomeriggio di
ogni dom-mica, mentre la mattina hanno
luogo a turno nei tempi' di Pradeltorno e
Serre. Per il mese .ìi singno l’orario è il
seguente: Domcnie.a 18: ore 9, Serre - ore
14,30, Bagnati. - Domenica 25: ore 10,
Pradeltorno - ore 14.30, Ponte Barfé.
Domenica 7 maggio, partendo dall’ospedale dì Torre Pellice ha avuto luogo il funerale di Rivoira Ely, conosciuto come
Barba Ely dei Gardou. 11 funerale è stato
presieduto dal Pastore Bertinatti che ha
aceonipagnato all’estrema dimora questo
nostro fratello deceduto dopo lunghissime
e penose sofferenze che duravano già da
più di Ire anni. Ci scusiamo di non avere
segnalalo prima per varie cause, questo decesso, mentre rinnoviamo ai familiari la
espressione della simpatia della nostra comunità per il lutto che li ha colpiti.
MASSEl
RQDORETTO
PRAMOLLO
—- Nel tempio della Ruata si sono uniti
ir> matrimonio, domenica 28 maggio, Alda
Fraschia. originario di Angrogna, e Alina
Long, ilei Pellenchi.
La stessa domenica hanno celebrato le
loro nozze d’oro Enrico e Enrichetta
Long, dei Rivoiri.
Ci giunge anche notizia che nell’Uruguay,
dove si è trasferito alcuni anni fa, il giovane Eli Bouchard, originario dei Bacl'hiardoni, ha impalmato la Signorina Edelleis Leonor Cluimbon.
A questi sposi, giovani e vecchi, rinnoviamo felicitazioni ed auguri.
E’ stata battezzata Miranda Long, di
Aldo e Paimira (Sappiatlii.
La grazia del Signore accompagni questa bimba insieme ai suoi genitori e al suo
pt.drìno e alla sua madrina.
- Tre pieeoli, gentili fiori sono sbocciati nel territorio deUa nostra parrocchia.
Essi soit'j: Emma Long, di Silvio c Livia
(Ribetti); Ivano Bounous, di Valdo e Frida (Poiueanoi; Murimi Beux, di Amalo e
Adele (Tournim).
Dianto loro il più cordiale saluto di benvenuto ed esprimiamo le nostre felieilazioiti ai lot i genitori.
— 1 bittibi della Scuola Domenicale, ae.'(iinpagnati dai loro monitori e dalle loro
monitrici e da alcune mamme, hanno teriiiinato il loro anno di lavoro recandosi
in gita a Pra Martino la domenica 4 giugno. Lassfi essi avevano dato appuntamento ai loro compagni della Scuola Domeni«ale di S. Secondo. Anche questi avevano
«ondotlo con loro, oltre ai propri monitori
e monitrici, alcune delle loro mamme e
dei loro papà. Malgrado il tempo non troppo bello, essi hanno trascorso insieme una
bella giornata.
— Hanno rappresentato la Chiesa alla
Conferenza Distrettuale i Sigg.ri Edvico
Jahier iBosl) e Guido Peyronel (Tournimi.
— Secondo le vecchie consuetudini il 1"
giugno sono state messe le « sunaglie » albi niucfiie ed il bestiame è stato trasferito
negli alpeggi, dove rimarrà fino all’autunno inoltralo. Si dice che dovrebbe essere
il periodo più hello dell’anno, l’epoea in
cui dovrebbe amile tneomtnciare la stagione dei fieni. Invece il tempo continua an
' t orà sempre ad essere perturbato : molta
pioggia e poto sole. Coloro che s’erano
presi per tempo ed avevano falciato i primi prati, da quindici giorni fanno e disfanno sempre gli stessi « maeeirun ». Altro « Ite stagione asciutta, come qualeiiiio
prediceva qualelie tempo fa! Ma, insomma,
non perdiamo. i d’animo: « après d’iin
teiiip l’à gnèe sampre vengù un aulre ».
-- Domenica 18 avrà luogo alla Ruata la
festa della maniina e della scuola. Tutti
sono «ordialmeiile invitati ad intervenire.
Dimanche 28 mai a eu lieu l’excusion à
Turin d’une quarantaine de inasselins; la
matinée a été eonsacrée à l’exposition Italia 61, l’après-midi au zoo et aux fleurs de
l exposilion Flor 61. Nous avons eu la joie
de participer à 5 heures au culte avec la
paroisse locale dans le temple de Corso
Vittorio: l’Union des mères nous avait auparavant offert dans la salle des activités
un thé fort apprécié. Nous remercions sineirement la paroisse de Turin et l’union
des mères en particulier pour l’accueil fraternel qu’elles nous ont réservé ainsi que
les familles Garrone qui nous ont reçus si
chaleureusement. Mr. Ayassot a voulu nous
recevoir lui même et nous adresser après
le culte un message d’amitié: nous le remercions de cette attention à notre égard.
Le culte du 28 a été présidé par Mr Claudio Tron. que nous remercions beaucoup
pour sa fraternelle collaboration.
Un valdese nel Michigan
Da wn-o dei più diffusi quotidiani del
Ì\ord America, il **Michigan State News"'
del 2 c&rr. mese, abbiamo notizie del nostro correligionario Don. Italo Eynard che
.si trova appunto negli U.S.A. per un ciclo
di studi.
Dice fra Valtro ^articolo: ”un agronomo italiano si trova attualmente qui per
studi circa Vapplicazione degli isotopi radioattivi nella coltura delle piante fruttifere ed in particolare della vite. Il Doti,
ìtalo Eynard. assistente presso VUniversità
di Torino, lavora per un semestre nel Dipartimento ortofrutticolo di questa Università sotto la direzione del Prof. John
Buiovac, al fine di perfezionarsi nei nuovi
metodi atti ad incrementare la produzione
della frutta.
L'uv.i ed il vino rappresentano infatti
un ramo importante deWeeonomia in Italia e il Doti. Eynard si ipropone il miglioramento di quei prodoitV".
Ci feliritiamo con Vamico Eynard per
gli studi che compie in questo momento
in America, rallegrandoci ,/>er la stima che
Im saputo cattivarsi, e gli intnamo i migliori auguri di successo. aedo
Scuola Latina di Poniaretto
Tulli coloro che desiderano iscriversi
alla D classe della Scuola Latina (Media
legalmente riconomuta) sono invitali a
farlo entro il 10 Luglio presentando i seguenti documenti;
1) Domanda di iscrizione in caria da
bollo da lire 100;
2) Certificato di nas<‘ita in carta da bollo da lire lOO;
3 »Certificalo di rivaccinazione antivaiolosa e antidifterica in carta lil>era;
4) Do^nnnenlo di identità;
5) Pagella di Va elementare.
____ Sabato 27 maggio si sono svolli a Maniglia di Ferrerò i funerali del nostro fratello sig. Pons Filiberto degli Arnaud, de
ceduto all’età di 78 anni. A causa della
malferma salute egli aveva lasciato il villaggio natio l’autunno scorso ed aveva trascorso questi ultimi mesi presso la famiglia della figlia signora Margherita Genre
a Maniglia. Uomo laborioso ed attivo la
sua forte fibra è stata spezzata da una lunga malattia. La cerimonia funebre è stata
presieduta dal Pastore di Perrero, signor
Lorenzo Rivoira. Alle figlie e rispettive
famiglie ed a tutti i parenti esprimiamo la
nostra simpatia e soUdarietà cristiana.
— Il nostro annuale bazar, preparato dall’Unione delle Madri, ha avuto luogo Domenica 28 maggio con un buon risultato.
Ringraziamo vivamente lutti coloro che ci
lianno fatto pervenire il loro dono e che
hanno dato la loro collaborazione.
Doni ricevuti con ricono-sicenza dalla direzione fino al 31-5-61:
Pa«lre Alice (Cannes) L. 1.000 — Fam.
Bernard Giacomo (Pomarello) 5.000 —
Pons Guglielmo (Pomarello) 5.000 —
Laeiscli Giovanni e Margherita 2.000 — Rostagno Arturo e Irma 5.000 — Ferrerò Carlo e Enrichetta (Pomarello) 1.000 — Chen.
tre Assely e Elsa (Inverso Pinasica) 2.000
— Chiesa Valdese di Pomarello 50.000 —
Bertalot Graziella (S. Germano Chisone»
5.000 — Amici del Nord-Araeri;a a mezzo
dottor Teofilo Giraud, 18.510 — Dainese
Livia (Pero-sa Argentina) in memoria sig.
Paolo Rostan 1.000 — Tron Edgardo (Masselloi 1.000. La Direzione
AVVISI ECONOMICI
Quinto Congresso Latino
per insegnanti evangeiici
FIRENZE 7-13 luglio 1961
PER L’INGHILTERR.A cercasi, per fine
settembre, giovane abituata a lavori di
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GIOVANE maestra valdese cerca sistemazione estiva come istitutrice presso famiglia. Rivolgersi alla Redazione del
giornale.
Tk.mv: « La Riforma e la crisi della democrazia II.
Pkockamma
Venerdì 7 ■ Arrivo dei congressisti, culto
di apertura.
Sabato 8 - Prof. M. Créspe : <« La crise de
la démocratie ».
Lunedì 10 ■ Prof. Giorgio Spini : « La democrazia nei paesi latini ».
Martedì 11 - Prof. Lucio Gambi: n Democrazia e aree sottosviluppate ».
Mercoledì 12 - Prof. O. Hatzfeld : «< De
Tinfluence des missions protestantes
sur la formation des jetines nations
africaines ».
Giovedì 13 ■ Partenza.
Il programma giornaliero prevede al
mattino uno studio biblico e una relazione, al pomeriggio visite alla città ed ai
musei, alla sera discussione generale. Per
la domenica sarà organizzata una gita ii
Siena e S. Giniignano.
Vorme per la partecipazione.
Possono partecipare al congresso, oltre
agli insegnanti evangelici di ogni ordine
e grado, anche gli studenti universitari c
gli allievi-maestri.
1 congressisti saranno ospitati all’Istituto
Comandi. Quota giornaliera L. 1.7()0. Le
iscrizioni debbono essere inviate con sollecitudine al prof. Domenico Maselli, pre.sso Istituto Comandi, via Trieste 45, Firenze, accompagnate dalla quota d’iscrizione
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T
LA CHIESA IN RUSSIA, OGGI
Cristian! e boiscevichi
egualmente ».
Ecco tre affermazioni, provenienti
da ambienti diversi, che ci paiono
contribuire a sintetizzare la situazione della Chiesa Ortodossa Russa (1).
A chi, comunque, desiderasse sapere subito se la Chiesa Russa è ancora
in grado di essere un organismo ve
ramente vivo e vitale rispondiamo
con lo Schlink : « La Chiesa ortodossa nell’URSS non sussiste solo come
un rudere, ma vive! E vive come forza spirituale ! » E che si tratti di una
affermazione tutt’altro che priva di
fondamento ce lo dicono le tre fonti
da noi consultate, le quali, pur nella
diversa valutazione dei fatti (più sereni e positivi il De Boer e lo Schlink,
più « vittimistica » la pubblicazione
cattolica) lasciano al lettore una netta impressione in questo senso.
Una Costituzione
chiaramente anti-religiosa
E’ bene innanzitutto mettere in
chiaro questo fatto: la Costituzione
deirURSS è nettamente sfavorevole
a tutto ciò che è « religione ». I cittadini sovietici hanno infatti, secondo
la Costituzione del 1936, « libertà dei
culti religiosi e di propaganda antireligiosa» (art. 124). E’ evidente, da
questo articolo, la preoccupazione dei
dirigenti comunisti di limitare aila
sfera puramente cultuale l’azione
della Chiesa Ortodossa e delle altre
minoranze cristiane. Al contrario,
ogni comunista militante è liberò di
svolgere un’attiva propaganda antireligiosa. Si vorrebbe così concedere
a’, sostenitori di quella che è stata
definita la « religione deU’ateismo »,
quell’azione di conquista che è propria di ogni Chiesa cristiana degna
di tal nome, negando a quest’ultima
qualsiasi diritto in tal senso.
Nè ci stupiamo, dati questi presupposti, di vedere delle fotografie nelle
quali appaiono templi ortodossi trasformati in silos granari, o cinema o
comunque adibiti ad usi estranei al
culto. Ed ancor meno ci stupiamo di
leggere che i seminari per la formazione dei sacerdoti sono del pari diminuiti in numero e che numerose
altre attività, come quella dell’insegnamento religioso nelle scuole e financo deH’insegnamento catechetico
in sede ecclesiastica siano vietati. Intendiamoci : non diciamo che si tratti di fatti rallegranti!
Diciamo unicamente che, date le
premesse, è inutile elevare alti lai per
ciò che avviene.
Lo scandalo cattolico
Si può ben comprendere che per la
Chiesa Cattolico-Romana la situazione della Chiesa in URSS sia un vero
e proprio scandalo. Di fronte a paesi
nei quali essa può dettar legge, ecco
ergersi uno Stato chiaramente impermeabile alla sua azione ed a quella cb. una chiesa che, come quella or
« Non possiamo entrare nè nelle scuole nè negli ospedali; abbiamo perso gran parte della nostra influenza se
si fa il confronto con l’epoca precedente il 1917 — ma
alla fin fine abbiamo acquisito un’autonomia morale e
spirituale di cui non possiamo che essere riconoscenti ».
(dal giornale del patriarcato di Mosca)
« La religione è rimasta simile a quel che era. Il partito
comunista è dunque tenuto a continuare a combatterla
La lotta è difficile e dev’essere condotta su diversi fronti
La scuola è lo strumento più efficace di cui disponiamo
Illuminiamo i nostri giovani, svelando loro le supersti
zioni religiose della passata epoca borghese. Ma, mal
grado tutti i nostri sforzi, la religione perde terreno mol
io troppo lentamente ».
(dichiarazione di un funzionario comunista)
« Questa violenza si concretava nella sistematica derisione della religione, nella chiusura in massa delle chiese
e nella oppressione del clero. Libri e riviste antireligiose,
caricature blasfeme, vignette oscene, spettacoli antireligiosi, parodie di processioni con autentici arredi sacri...,
sequestro ai privati di icone e libri religiosi che andavano
immancabilmente a finire su grandi roghi: tutto questo
non era contemplato dalla Costituzione, ma avveniva
(da « Ls Missioni Cattoliche» 1/1961)
La cattedrale della Laura, sul colle
Pechersky a Kiev (Ukraina), fatta
saltare dai tedeschi in rotta, non è
ancora stata ricostruita, sebbene fosse una delle più antiche ed artistiche
chiese russe.
Una bella chiesa di Novgorod, città
d’arte della vecchia Russia, trasfor
malta in silos granario; il cartello sulla parete destra dice ; « Chiesa monumento nazionale d’architettura russa,
conservata a spese dello Stato ».
tedossa, rappresenta pur sempre una
presenza cristiana in Oriente. Vorremmo qui poter dimenticare le cappelle dalle porte sigillate in Spagna
ed alcune altre cose dello stesso genere. Forse, a Roma, si dovrebbe portare lo scandalo fino al punto di rifiutare ogni assolutismo, ogni volontà di « eliminare i concorrenti », ogni
sogno di potenza contrario aH’Eyangelo. In questo senso le informazioni
della pubblicazione cattolica da noi
citata hanno un valore diverso e senz’altro inferiore, rispetto alle due altre fonti citate.
Lo scandalo ortodosso
Che la rivoluzione d’ottobre sia stata uno scandalo anche per la Chiesa
Russa sarebbe inutile negarlo. Chiesa di Stato, da esso « spesata » e protetta ( anche contro le « sette » evangeliche), Chiesa in grado di fornire e
disposta a fornire allo Stato tutto il
suo appoggio, essa si venne ad un
tratto a trovare priva di tutto l’apparato di sostegno che le era stato fin
allora fornito dal regime zarista. Da
organismo ecclesiastico ufficialmente
riconosciuto a Chiesa ufficialmente
messa in questione il salto è molto
grande. Come trovare strano che le
prime reazioni dei dirigenti ortodossi siano state soprattutto dettate da
un sentimento di dignità oltraggiata
e di sgomento di fronte al crollare di
tutto un mondo che era parso immutabile?
Nuova presa di coscienza
« Molti cristiani non presero coscienza del valore dei loro templi che
quando questi dovettero chiudere i
battenti ». Così disse al De Boer il
metropolita Nicola. Forse, nella mente di Dio, si è trattato dopotutto di
un salutare scossone dato ad una
Chiesa troppo assorta nella contemplazione della sua perfetta vita liturgica? Diciamo questo per aggiungere
subito che, forse, le nostre chiese di
uccidente avrebbero bisogno di uno
scossone comunque equivalente.
Il fatto è che, da quando le è stato
imposta di tacere, la Chiesa Russa
sembra aver riscoperto due cose molto importanti : il valore della predicazione e quello del sacerdozio di tutti
i credenti. Vistasi impedita ogni forma di insegnamento religioso, l’ortodossia ha fatto e sembra fare sempre
di più uso della predicazione nel corso dei culti, che prima erai:o essenzialmente liturgici. Nello stesso tempo le famiglie hanno assunto in molti casi la responsabilità della catechesi dei fanciulli. Due notizie che
giungono gradite alle nostre orecchie. Come ha rallegrato il De Boer
di sentir dire da un’interprete decisamente comunista che «non si po
teva far niente di tutto il ’’tam-tam”
della liturgia, ma che si poteva, invece, ricevere qualcosa dalla predicazione ».
Nè va taciuto che, se ogni attività
assistenziale è del pari vietata a qual
siasi chiesa, i singoli credenti sono
stati richiamati anche qui alla loro
responsabilità.
Nuova tattica,
atteggiamento immutato
Sin. da quando la Chiesa Ortodossa contribuii poteritemente, con la
sua influenza sulla popolazione, ad
alimentare la resisfenzà anti-tedesca,
lo Stato sembra essersi accorto della
sua « utilità ». Di qui un certo attenuamento delle misure repressive, un
certo aumento dell’attività della Chiesa. Ma è bene non illudersi: i presupposti sono ancora gli stessi.
Come mai, dunque, la Chiesa Russa ha « fatto la pace » col comunismo,
sembra addirittura ad alcuni esserne
remissaria in sede internazionale?
Sono ancora oggi essenzialmente
esatte le affermazioni dello Schlink:
« La certezza della vittoria di Cristo
dà la libertà interiore e la forza —
invece che di biasimare e di tormentarsi — di perdonare, di amare, di
benedire, di pregare e quindi di aspettare !a disfatta spirituale e la trasformazione dell’avversario ».
Nella prova gli ortodossi hanno ritrovato la strada della fraternità vera nei confronti delle altre chiese russe (specialmente battiste e luterane),
nonché nei confrónti delle altre chiese nel mondo. L’adesione al Consiglio
Ecumenico segna un importante passo in avanti in questa direzione. Forse, attraverso i maggiori contatti con
le altre chiese, gli ortodossi russi si
renderanno maggiormente conto del
la necessità di prendere posizione nei
confronti delle questioni politico-econcmiche del nostro tempo, sfuggendo
al pericolo di una vita intensa ma un
po’ limitata nella sua estensione. Dubitiamo però fortemente che le autorità sovietiche approverebbero assai
un simile cambiamento di indirizzo.
L’orizzonte russo non è dei più limpidi, certo, tuttavia è bene che, basandoci sulle osservazioni fatte, accogliamo le parole apparse sul periodico cattolico più volte citato e, diciamolo, insolite in bocca ad un sacerdote di Santa Romana Chiesa: « Nes
•suna divisione geografica di fronti è
possibile per perpetuare la comoda
finzione di un Occidente cristiano difensore di valori eterni davanti alla
barbarie che avanza da Oriente. Il
fronte passa ormai nel mezzo di ciascuna nazione, città, paese, famiglia
e perfino coscienza individuale... Nel
seno di Dio è celato il mistero della
storia, ma è sempre lecito cercare di
raccoglierne la lezione : forse nella
URSS — stato ateo pilota — hanno
preso consistenza, si sono organizzat;.3 in sistema e si sviluppano con logica implacabile le miserie del mondo cristiano, le sue- debolezze... le sue
infedeltà a quella dottrina dalla quale proviene tutta la sua nobiltà ». Se
la lezione sarà utile ce lo dirà la storia di domani Giovanni Conte
Nelle chiese — poche — rimaste aperte al culto, si raccolgono regolarmente belle assemblee di fedeli, come questa, a Mosca. La Chiesa vive.
(1) Le prime due cilazioni sono tratto
dal volitnie del De Boer « Chemins d’est et
d'ouest », di recente pubblicazione. La terza da « Le Missioni Cattoliche » (1/1961
che contiene un ampio servizio speciale
sulla Chiesa Russa e da cui abbiamo tratto queste fotografie. La terza delle fonti
alle quali abbiamo largamente attinto è
un ottimo artirolo dello Schlink, apparso
su Protestantesimo (1/1959, p. 1-20), riguardante « Il contributo ecumenico della
Chiesa Ortodossa Russa ».
AGAPE 1-4 GIUGNO
Incontro di donne
evangeliche
Anche quest’anno si è rinnovalo, per la
quarta volta, il convegno delle donne evangelìclie. Direttrici del campo le sig.re D.
Beri e M. Girardet.
La partecipazione è stata buona anche se
interiore alle previsioni. Abbiamo avuto i!
piacere di trovare tra le altre alcune sorelle
delle Chi ese Battista e Metodista provenienti da Trieste, Pordenone, Milano e
Genova. Inoltre ospiti graditissime alcune
mogli di ufficiali americani in Italia accompagnale da alcune sorelle di Verona.
[Nel clima specialissimo di Agape, immediatamente creatosi tra le veterane e le nuove partecipanti, sono iniziati gli studi che
quest’anno avevano un tema piuttosto scottante: il denaro. Relatrice per il primo studio è stala la signora Bert con « Il mito
del benessere cui ha fatto seguito la
signora Ketty Comba con quello de « 11 denaro al servizio della società ». Come era
da prevedersi gli argomenti non hanno
maiicalo di suscitare discussioni vivaci. Sicuramente queste relazioni ascoltate con
particolare ricettività avranno occasione di
modilicare in noi alcuni punti di vista come
quello di ridimensionare e mettere al giusto posto la preoccupazione del come usan: i beni materiali in nostro possesso. Le
discussioni in gruppi sono stale molto efficaci e le esperienze• personali affiorate ci
hanno insegnato che donando al prossimo
senza grettezza ma con Tassoluta fiducia in
Cristo, nel momento del nostro bisogno non
CI troveremo abbandonate. Quest’anno ci
siamo ricordate non solo di dare ma dare
!. con allegrezza ». Alla (ine del campo si
è conurelalo in segni tangibili quanto abbiamo appreso e non ci resta che augurarci di continuare così nella vita di ogni
giorno.
Come di consueto tutte le campiste hanpaiiecipato, la domenica mattina, al
cullo nel tempio di Ghigo, Una sorella
americana ha cantalo il Padre Nostro in
lìngua inglese suscitando la più viva commozioni.
Il campo si è concluso con la ceiebraziom di un cullo liturgico con S. Cena.
Un ringraziamento particolare agli organi/zatori e collaborrlori di questo campo
( he ci permette ogni anno di migliorare le
nostre cognizioni alla luce dell’Evangelo e
un’esortazione alle sorelle di rispondere
più numerose a questi incontri veramente
proficui. Maria Bertani.
Le rencontre
de Marseille
{suite de la p. 2)
rée » dans une de nos salles des Vallées:
Il même atmosphère, les mêmes noms,
presque les mêmes discours. Madame Poét
souhaite la bienvenue aux visiteurs qu’elle présente; et esquisse un abrégé de Phissloire de l’Union,
L’ing. Pontet, président de la société
Henri Arnaud, rappelle aux jeunes les origines de celle Union, et offre à l’Union le
portrait de H. Arnaud.
Monsieur Louis Micol, pasteur et professeur, rappelle à ses auditeurs la grandeur et les misères du « service » clirétien.
Le prof. Auguste Armand Hugon revendique les droits de Poccuménicité Vaudoise, et L. A. V(dmal ne manque pas l’occasion de sasser et resasser le texte de P<migügemenî personel.
M. le pasteur Marchand apporte les salutations de l’Eglise Réformée; il fait ressortir le sens profond et la validité de
1 action Vaudoise à travers les siècles et
SOI: abonlissemenl logique et naturel dans
le témoignage évangélique, aujourd’hui, ici.
Après ce sont des chants: tous y passent;
pendant qu’on sert d’agréables rafraîchissements, les visiteurs parlent à la recherche de noms et de visages connus (mais
k- Val Soupatu domine à Marseille). Et
l'on cause jusqu’à l’heure du départ, '.ar
ii est lard, et les routes de Marseille sont
déjà (encore) étrangement silencieuses.
Hî ❖
Dimanche malin: c’est l’heure du départ. .M. et Madame Poet sont là pour
nous saluer et nous accompagner jusqu’à
1.1 porte de Marseille. Notre chronique
poul se considérer terminée; mais j’espère.
Monsieur le directeur, que vous me permettrez un mol encore: un remercîment;
ne le (“oupez pas, en disant: c’est sousentend n. Car ce qui ne peut pas être sousentendu, c’est la chaleur qui à vivifié cet
accueil; c’est la spontanéité d’une action
que nous avons sentie si intime, que
nous avons trouvé (presque) tout naturel de nous sentir «chez nous»! Merci, Monsieur et Madame Poët : et merci à
tous vos col!al)orateurs.
On pari de Marseille à 9 li- du malin; à
L} h. du soir on est de retour, après avoir
remonté la Vallée de la Durance: Manosqne, Sisleron, Gap, Etnbrun, Serre Ponçon, Briançon. A Sestrières, le brouillani
e! la pluie nous attendent. On rentre dan.-ifi normalité. L. f. V.
UNE VISITE A
MARSEILLE
Un souffle des Vallées., et de mistral
Il y a plusieurs semaines que je devais
envoyer un article à l’Echo des Vallées.
Maintenant, je ne puis retarder encore pour
venir remercier Mr. le Pasteur Davite et
Madame, d’abord, ensuite Mr. P. Ponlel
et le Comité de 1’« Henri Arnaud » pour
avoir pensé à Marseille comme but de leui'
promenade. Ma plume, très cerlainemenl,
sera incapable de voii.s exprimer, tant au
nom lie l’Union Vaudoise, qu’à litre personnel, toute la joie et tout le plaisir que
nous avons eu tous à Marseille, à accueillir ces deux si sympathiques p:roiipes de
Vaiidois.
La Parois.so de Villesèche nous a rendu
visite pour l’Ascension. Les participants
à ce « giro » ayant tous, ou presque, de
la famille à MarBeillc, il y avait foule à
l’arrivée du car... mais cinq minutes
après, telle une envolée de moineaux il
n’y avait plus personne. Seuls restaient
autour de nous, Mr. l’Ingénieur Grill et
M.me, Mr. le géomètre Rostagno et M.me
que nous fûmes très heureux de voir à
Marseille, et de piloter un peu dans notre
granxle ville. Heureusement que Mr. le
Pasteur Davite, en accord avec M. Poët.
avait donné rendez-vous à tous ses paroissiens pour la soirée du Vendredi à la
Maison Vaudoise. C’est ainsi qu’une bonne centaine de Vaudois se trouvèrent réunis et passèrent quelques heures d’intense
et fraternelle communion d’esprit. Mr. Poët
souhaita la bienvenue à nos visiteurs, et
après un cantique, Mr. le Pasteur Davite
nous donna des nouvelles des Vallées; nouvelles toujours attendues avec joie et écoutées avec « les oreilles du coeur »— Puis,
ce fui le moment de la réunion familiale...
si appréciée par tous... car, en grignotant
quelques biscuits... et en dégustant un peu
de monsseiix on autre, chacun retrouve le
parent ou l'ami qu’il n’avait revu parfois
depuis longtemps... Instictivemenl le patois règne en mailre, et pendant ces instants là... plus personne ne semble savoir parler français. Les visages rayonnaient, et <'esl à regret que l'on vit arriver l’heure du départ.
Aprè.i ces heures si agréables, je suis
heureuse d’être l’interprète de rUnion de
Marseille, pour dire à Madame Davite,
toute la joie que nous avons eu de la reeevoir, de faire ainsi plus ample eonnaissanee avec elle, et le désir que nous formons de la revoir parmi nous.
Avee ['Henri Arnaud — qui arriva à
Marseille le lcr .luiii — ee fut tout autre
ehose, car... si le Val Si.-Martin, à si venue trouva chez nous un temps relaiivement doux, nos amis de « La Tour » arrivèrent avec un petit mistral bien frisquet.
Les amis et membres de l’Union qui
étaient à l’arrivée du car, croisaient paletot, et relevaient presque le col des vestes... mais pas pour longtemps, car le
« pullman » se dessina, et nos voyageurs
arrivèrent. Dès le premier instant, la chaleur de la prise de contact nous fit oublier
le mistral, et c’est émus, que nous vîmes
Mr. l’Ingénieur Pontet et Mr. Raymond
Vidal, tomber liltéralment dans les bras
riin de l’autre en se reconnaissant et se
retrouvant... Adolescents, ils étaient ensemble sur les bancs du même lycée de
Marseille... et cela vous explique pourquoi, M. Pontet et M. Vidal furent les
deux collégiens de Pexipédilion. Mais celte
fois-ci, nos voyageurs n’étaient pas tons
attendus dans des familles, et M. Poët dirigea tout le monde vers l’hôtel qui avait
été retenu à cet effet. Puis, de là, l’Henri
Arnaud mi« à exécution le itrogrammc qui
avait été tracé.
Mr. Poët cependant, en hon père de
famille, rendait visite matin et soir à nos
pèlerins, s’assurant ainsi que tout allait
bien. El lotit serait très bien allé, sans le
mistral, qui une fois encore se mil à souiller le samedi, jour que l’Henri Arnaiiil
avait choisi pour aller visiter le Châleaud’If. La vedette retenue ne pu être mise
à la mer... il fallu quelque chose de plus
important et surtout de plus lourd... et, je
peux Lien le leur dire maintenant, les Vaudois de la Tour m'ont laissée muette de
stupeur admiralive... car je suis sûre que
la plus grande partie d’entre eux n’avait
peut-être jamais mis le pied sur un bateau, ou pris le large... Eli bien, malgré
vagues, mer démontée, roulis et tangage,
aucun d’entre eux, entendez-vous, aucun
n’a eu le moindre malaise. Tous étaient
en pleine forme... Bravo! Les Vaudois,
nous le savions déjà, ont tous le coeur
solide... mais maintenant à Marseille,
nous savons qu’ils ont aussi bien le pied
marin, que ce qu’ils l’ont montagnard...
Seulement, voilà... malgré leur courage
admirable... il fut impossible d’accoster
au cbateau d’If, et nos amis durent se
contenter de ne voir Prie célèbre qu’a
(suite en p. 4i