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Roma, 27 Marzo 1909
Si pabbUsa ogni Sabato
ANNO II N. - 13
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Propugna grinteressì sociali, morali e religiosi in Italia
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ABBONÀTvlBNTl
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Italia ; Anno L. 3,00 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — • * 3,00
Un numero separato Cent. 5
I manoscritti non si restituiscono
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Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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1° d’Aprile
Col primo d’aprile principieremo a pubblicare il promesso
studio storico psicologico del
Prof. G. Bartoli intitolato IL
TRAMONTO di ROMA.
E col primo d’aprile apriremo
del pari un nuovo abbonamento a tutto il 31 dicembre p.
per sole lire DUE. Chi dunque ci
manderà una cartolina vaglia
da L. 2 riceverà tutti i numeri
della LUCE dal 1 aprile al 31 dicembre. ,
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Amministratore per 1 America
Signor
Prof, pastore jTIberio Clot
86 Romeyn Str.
Rochester N. Y.
DO/V nOMOL.0 Munw
Gli atti concernenti il nuovo parlamentare, che
ittira su di sè in questi giorni la generale attenzione, sono quattro principalmente.
Anzitutto menzioneremo le proteste contio reiezione di Don Murri presentate da alcuni Cardinali
il Pontefice, in occasione di S. Giuseppe e come
gradito... regalo per l'onomastico di Giuseppe Sarto,
t Cardinali... protestanti sono rispettivamente quelli
li Venezia, Milano e Torino. Il Cardinal Ferrari, nel
suo telegramma, chiama ribelle sacerdote il Murri
e riprovevole l'accesso di lui all’««/« legislativa.
Il Cardinal Cavallari umilia ai piedi del Santo
Padre la protesta della sna perfetta solidarietà e
di quella del clero col Capitolo di Fermo.
Il Cardinale Riehelmy, infine, sfoga \& sm mestizia
per la condotta del Murri e dei suoi aderenti.
Pare dunque che Vaccesso del Murri &\Vaula.legislativa dia discretamente ai nervi ai signori clericali.
Il secondo degli atti a%ui alludiamo è un col
loquio avuto da uu redattore del Corriere della
Sera col neodepntato; dal quale colloquio risultano
chiare le cose seguenti : Il Murri fu eletto con sincero, con grande entusiasmo. — Egli si aspettava la
scomunica; la quale scomunica non sarà l’epilogo, ma
il principio della « qaistione ». — Ormai tra loie
la Curia * non esistono più » rapporti. — Il popolo non è irreligioso come si crede e « molti giovani preti e laici » favoriscono le idee dell’Onorevole. — « Un malumore sordo e profondo contro
la Chiesa e il clero serpeggia anche nelle nostre
campagne ». — La Camera dovrà occuparsi di «argomenti delicati e gravissimi, i quali hanno stretta
attinenza con i problemi religiosi, posti ed intesi in
senso largamente moderno » (la qaistione della scuola,
la quistione morale, i rapporti tra Chiesa e Stato).
— L’Onorevole Don Romolo si occuperà specialmente
di questi problemi « prendendo magari Tiniziativa » .
— Non Socialista e tanto meno Repubblicano, ma
radicale, anzi « radicalissimo », sederà all’Estrema,
e sosterrà i Socialisti — da cui si sente diviso per ciò
che concerne i problemi della cultura e della vita
dello spirito — li sosterrà « assai spesso, per non
dir sempre, quando si tratterà di argomenti tributarii, di legislazione sociale, e in genere, di politica del lavoro ». — E propugnerà il principio
della laicità dello Stato che ha per lui un valore
molto religioso, « perchè si tratta, affermandolo, di
riaffermare la libertà, e quindi l’intimità e la sincerità dei convincimenti religiosi. La democrazia ha
bisogno anch’essa di uno spirito religioso; ma questa
religiosità, accordandosi allo spirito ed alle costituzioni dei tempi, deve esternarsi in maniera molto
diversa daU’atteggiamento preso nella società medioevale, atteggiamento che la Chiesa cattolica in
Italia ripete e continua in tante maniere, ed al quale
è cosi tenacemente attaccata >.
*
*
Il terzo atto c'incernente l’Onorevole Don Romolo Murri, è costituito dalla lettera che alla vigilia del ballottaggio gli diresse mons. Carlo Castelli, arcivescovo di Fermo, e della relativa risposta
del neodepntato. Questo documento — se non erriamo — fa pubblicato prima dal Corriere della
Sera, e poi da gli altri giornali. Noi riproduciamo
qui sotto la risposta del Murri; risposta che alcuni
fogli clericali hanno mutilata verso la fine, evidentemente ad arte, a nascondere cioè i nobili sentimenti religiosi che ancora albergano nel « sacerdote
ribelle». E cosi si rivela ancora una volta la lealtà...
papistica.
Ecco la lettera :
« Eccellenga,
Mi ha fatto un poco sorridere il tono arrogante e
perentorio della lettera di 'V. E. in data 13 marzo
corrente.
Debbo avvertire l’E. V. e gli Eminentissimi Signori
Cardinali Inquisitori Generali della Suprema Congregazione del Santo Uffizio che, se da tutti quelli i quali
vogliono avere rapporti con me esigo maniere corrette
e cortesi, molto più le esigo da coloro i quali pretendono di parlarmi in nome di Dio e del suo Cristo,
anche quando essi si chiamino Inquisitori del Santo
Uffizio.
Quanto poi al contenuto della lettera, mi era noto,
a parte l’indegna maniera colla quale io sono stato
trattato, che con Pio X, e con la sua Chiesa ufficiale,
una coscienza di sacerdote intimamente e sinceramente
religiosa, non può ormai più, nè potrà per molto
tempo, agire di concerto in un’opera di rinnovamento i
religioso e morale della presente società democratica;
ed avevo già significato a V. E. e mostrato con i fatti
di voler d’ora innanzi lavorare per la fede e per la
vita religiosa e per ogni causa umanamente nobile e
buona fuori del chiuso del vostro esangue ovile.
Vi sono molte coscienze « che non sono di questo
ovile » che i vizi del clero e gli errori e le degenerazioni del formalismo farisaico e superstizioso, divenuto
così generale nella Chiesa ufficiale romana, hanno allontanato da questa, ma che conservano vivo un alito
di intima religiosità ed anelano ad una più alta e
più fervida vita spirituale, che voi non sapete alimentare e della quale spesso soffocate i tenui inizi.
Assai più -di bene spirituale si può oggi fare in
Italia vostro malgrado che non insieme con voi.
La scomunica che mi minacciate mi apparisce quindi
solo, a parte la vana teatralità e lo schifo di alcuni
dettagli incivili, come un modo di prendere nota delle
dichiarazioni già da me fattevi e non dei miei presenti proponimenti di azione, una cosa, quindi, molto
semplice e piana.
Mai come ora che voi così mi scacciate dal vostro
corpo ho avuto ferma e certa la fiducia di essere col
Cristo e nella grande anima delia sua Chiesa.
Romolo Murri ».
*
« *
Quarto ed ultimo atto : la Scomunica, la Scomunica in tutte le regole, la Scomunica maggiore, di
cui V Osservatore Romano reca il testo latino che
pute di.Medio Evo lontano cento miglia. La Scomunica vitando, nientedimeno ! L’On. Romolo Mnrri
sarà evitato dai fedeloni, come se fosse un cane
idrofobo.
Ah, Onorevole, non valeva meglio dir addio al
Papa, prima che il Papa e il S. Uffizio -vi scacciassero
come un essere pericoloso?
IL SOVVERSIVO
E’ una nuova specie umana, non etnologica, ma
sociale. L’apparizione del sovversivo sulla scena del
mondo è abbastanza recente, e gli antropologi non
sono ancora concordi nel definirlo; è sempre oggetto
di stadio... e di sospetto, malevolo anzi che no. Dai
caratteri svariati e talvolta contraddittori che gli si
prestano, esso appare come una specie di homo novus,
tuttora in formazione. A sentire le diverse opinioni
che corrono sul conto suo, il sovversivo appare come
un impasto di molteplici tendenze, un guazzabuglio,
nn ramassis, come disse con scultoria parola francese un recente documento elettorale che onora chi
l’ha redatto.
In mezzo a tanta incertezza, cerchiamo di orientarci un po’, tracciando le caratteristiche più spiccate del perfetto sovversivo, affinchè la gente del-
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LA LUCE
Tordiae possa riconoscerlo a prima vista e denunziarlo alla pubblica esecrazione (poiché il sovversivo
è nn essere pericolosissimo) gridando, come ai tempi
della peste di Milano: « Dàlli aU’nntore! ».
Chi trova che la monarchia non è la forma ideale
di governo, e si fa lecito di criticare le grandi amministrazioni dello Stato e i pubblici servizi, e va
sognando riforme e mutamenti impossibili è manifestamente un sovversivo che mira a distruggere il
« bene inseparabile ».
Ohi osa attentare a quella benefica istituzione secolare che è la guerra, con annessi eserciti permanenti, e va predicando la pace e l’arbitrato, illuso
dalla fisima che, secondo il Vangelo, gli uomini sono
fratelli, e vorrebbe diminuite quelle enormi spese
militari che schiacciano e dissanguano le nazioni,
è un sovversivo.
Chi vorrebbe abbattere, o per lo meno abbassare
le barriere doganali che dividono popolo da popolo,
e stabilire il libero scambio e addolcire (invece che
inasprirle, quasi sempre a danno del popolo) quelle
guerre di tariffe, che contribuiscono pure a tenere
divise le nazioni, è nn sovversivo.
Chi si schiera dalla parte dei proletari contro i
capitalisti, i frasts, i rentiers o chiunque sfrutti in
qualsiasi modo il suo prossimo; chi insorge contro
e iniquità sociali tuttora imperanti, e trova che l’attuale sistema economico è cattivo e invoca maggiore
^giustizia distributiva, è nn sovversivo.
Lo è ancora ehi vuole la religione distinta dalla
politica, e combatte il clericalismo sotto qualsiasi
veste si presenti, e vuole spazzar via tutte le viete
tradizioni, le superstizioni e i pregiudizi che ingombrano la via alla verità, per far ritorno alla pura
sorgente primiera, qual è in Cristo. Tanto più è sovversivo in Italia chi vuole abolito il primo articolo
dello Statuto ed escluso dalle scuole pubbliche non
ogni insegnamento religioso, ma ogni insegnamento
confessionale a base di catechismi.
In breve, e senza aggiungere altri caratteri che
possano facilmente presentarsi alla mente, è sovversivo chiunque non trova che tutto « va pel meglio
nel migliore dei mondi possibili », e vorrebbe invece
mntare o « sovvertire » l’ordine attuale di cose,
sia nel campo politico che in quello economico e religioso. E si comprende come tutti codesti sognatori, apostoli, seminatori di idee sieno guardati con
sospetto, non scevro di disprezzo, dalla gente che ha
la testa a posto e vengano additati come una genìa
pericolosa alla quale bisogna sbarrare a qualunque
costo la via.
Gli uomini d’ordine sono invece per lo stata quo,
con tutte le sue brutture e le sue iniquità, compresi
quelli che * sovvertono il diritto dei poveri »
(Amos 5), compresi i clericali che vorrebbero toglierei le nostre libertà e disfare la patria. Costoro,
vale a dire chiunque appoggia o difende istituzioni,
privilegi, consuetudini, leggi, ordinamenti ingiusti,
parrebbero dover essere i veri sovversivi, perchè
sovvertono la morale e i più alti principii sui quali
Dio ha fondato la società.
Infatti, per i profeti d’Israele, per Gesù e per
gli apostoli, Giacomo in modo speciale, i veri sovversivi erano i cosidetti nomini d’ordine, i ricchi, i
potenti, i governanti, i sostegni di troni, di altari
e di casse forti. Chi ha una Bibbia e la legge, dovrà
convenire con quanto io dico.
Ora, poiché il sovversivo ci ha da essere, io eleggo
di stare in compagnia di quelli anziché di questi.
Enfieo Ì^ivoire
Logica, infantile
Due bimbe evangeliche assistettero ad un funerale
di rito cattolico romano. Il morto era un certo Pietro...
Dopo la cerimonia, esse corsero da me a domandarmi :
— Scusi, signora, che cosa significa : Ave, Maria ? Significa — risposi io : Ti saluto, o Maria !
— Oh che grullo di prete! —esclamarono le bimbe.
— Egli avrebbe, se mai, dovuto dire: Ti saluto, o
Pietro! Non le pare?
T. P. Bolzon
Cose del Beijioed’alfri luoghi
I papolatri di questa nostra Italia devono aver
provato ineffabile gaudio leggendo, nel Corriere
della Sera del 13 corr., il discorsetto che Pio X.
tenne ai pellegrini belgi, e devono aver desiato in
cuor loro, che altre nazioni avessero ad imitare
l’atto commovente di presentare al sommo gerarca,
quale pegno di fedele e rispettosa sudditanza, dei
milioni di firme.
Non c’ é che dire, l’atto é magniflco, e Papa
Sarto può finalmente consolarsi delle batoste ricevute nella lotta con la sua figlia prediletta, la Francia, e confidare lietamente nella milizia che ora gli
si è manifestata!
Lo sappia dunque il popolo belga, il Papa ha gradito in modo superlativamente grande l’omaggio,
che mediante i suoi rappresentanti, i pellegrini, gli
venne presentato! Sappia altresì che il suo sguardo di padre si posa sa di esso con speciale benevolenza, che, presso la cattedra di Pietro, occupa il posto d’onore, fortunato, esso popolo, di
essere sotto l’egida di un sovrano giustamente vantato per la sua saggezza e per la sua instancabile operositd-, e noi Italiani, stiamo in guardia perché,
ad un segnale, questi milioni non abbiano a piombare su di noi, e ridare al pontefice il dominio snlTEterna Città!
Ma credete voi dunque che l’Italia d’oggi sia la
Beozia? Che non si sappia che sia il Belgio? Quale
lo stato in cui è caduto per il malgoverno del tanto
suo saggio ed operoso Sovrano, alleato a quello che
voi chiamate episcopato modello? Credete voi dunque che basti tradurre il-dolore, l’abiezione, il martirio di tante povere creature che hanno il torto
di essere dei negri, in moneta sonante, per meritarsi il predicato di saggio ed operoso? ^Che basti
seminare la superstizione, brigare più o meno onestamente, sostenere la immoralità coronata, per avere il diritto di chiamarsi episcopato modello?
E tu, popolo belga, ti ha tanto abbassato il saggio governo, da dimenticare che quando Roma esalta
e loda, lo fa per meglio ribadire le catene del morale e spirituale servaggio per annientare il pensiero e per fiaccare le coscienze? Non vedi la lotta
che intorno a te, in mezzo a te, si combatte per
richiamarti al posto che la civiltà ti ha assegnato?
Non senti tu, o popolo, l’eco di quella Parola che
la grandezza dei popoli fa consistere nell’ amore e
rispetto verso il Re dei re, nel rispetto e nell’ amore verso i nostri simili; quella Parola, insomma,
che è santità e giustizia?
Oh lo so! quella Parola è, sia pur debolmente,
ascoltata anche in mezzo di te; Essa lavora ad edificare! Sappiamo anche, noi Italiani, ehi può aver
vergato la maggior parte di quelle firme; è cosa
troppa comune traodi noi, perchè dobbiamo ignorarla.
No; tu, popolo belga, non puoi, non devi adattarti a rimanere un popolo di schiavi; il vento della
libertà soffia potentemente, e guai a chi voglia contrastare: vi rimane travolto e malconcio! Dunque
alzati, cammina e sotto l’egida ben più saggia della
Divina Parola avanza sulla gran via della civiltà,
e sii esempio non solo di operosità materiale, ma
anche di virtù morale e religiosa.
E voi Italiani, fratelli nostri, scuotetevi dal .sonno immorale in cui giacete.' e sull’esempio del nostri
grandi, assurgete col vostro pensiero a più degne
ed alte cose che non siano le meschinità che vi
tengono occupati ogni giorno; pensate che le nazioni tanto più grandi sono quanto più praticano la
santità e la giustizia; che non è onesto disinteressarsi di ciò che riguarda la cosa più preziosa, l’anima nostra; che non è lecito affidare tale tesoro
alle cure altrui, ma è doveroso portarlo a Gesù,
che solo può colmarlo di amore e di rettitudine.
Un bravo di cuore a quei giovani belgi che si
sono riuniti in società, per evangelizzare la loro patria asservita al Papa; ed un augurio sincero e fervente che anche in Italia i giovani si associno per
sollevare tanti fratelli, che per colpa della Chiesa
di Roma, sono caduti nella superstizione più crassa,
e nel materialismo più sconfortante e desolante.
Giuseppe Sgobba
IL PROF. BARTOLI
Non credevamo che l’uditorio, alle conferenze del
prof*. Bartoli, nel nostro tempio di Via Nazionale
qui in Roma, potesse crescere, ma in verità è cresciuto... Domenica sera, parecchie persone, in piedi
occupavano parte della corsia tra le due file di banchi.
Il prof. Bartoli — dopo quella che abbiamo accennato in cronaca nel numero scorso — ha tenuto tre
altre conferenze sui temi seguenti : La religione degli Italiani ; Il vero catiolicismo dov’è f II modernismo. Domenica prossima all’ora consueta, cioè alle
18 e mezzo, egli parlerà dei Tre gradini storici
del trono papale ».
Anche in questi ultimi giorni abbiamo avuto il
piacere di riudire il brioso causeur fuori della chiesa,
e precisamente all’Associazione dei Giovani, ove domenica sera alle 9 ci ha intrattenuti intorno alla
Pagoda ndiana ; e all’Istituto Gould, ove — presenti assai più persone adulte del solito — egli ha
discorso di alcuni altri animali della sua India diletta. Nell’una e nell’altra occasione, il valente professore ha terminato leggendo una delle sue venti
0 venticinque Novelle Indiane, tuttora inedite.
Gli svariati uditorii hanno gustato assai conversazione e novelle, e dimostrato sincero entusiasmo.
oCa HeUgione degli Jtaliani
(Conferenza del Prof. G. Bartoli).
Quarant’anni fa Carlyle scriveva che se Gesù Cristo
aveva vinto e rilegato Satana nell’inferno, gli uomini
contemporanei lo avevano emancipato e quelli del ventesimo secolo gli avrebbero ridonato il suo trono. La
profezia del grande filosofo inglese va purtroppo avverandosi, il secolo ventesimo cammina verso l’ateismo,
verso la morte di ogni fede e di ogni ideale.
Un popolo che non ba più ideali è già sulla china
della propria distruzione, esso si suicida.
E’ vero che anche l’Italia nostra va’ verso l’ateismo ?
— Nel mio libro ; La Religione degli Italiani, ho già descritto scrupolosamente lo stato odierno della religione
in Italia. Lo spirito religioso tra noi oscilla come un
pendolo d’orologio : va agli estremi; da una parte la
superstizione, dall’altra l’ateismo — nel mezzo c’è la
vera religione, ma pochi la comprendono. Gli estremi
poi si toccano.
Era la superstizione e l’ateismo havvi una intima
relazione. Perchè le razze latine sono più inclinate all’ateismo, se non perchè tra esse la superstizione allaga ?
Perchè fra gli evangelici del Nord d’Europa non si
conosce quasi l’ateismo se non fra i membri dell’Alta
Chiesa ? Gli evangelici hanno una religione spirituale,
personale e attiva, e nella Sacra Scrittura che leggono
continuamente trovano i fondamenti granitici della
loro fede in Dio e nel suo Cristo, quindi non possono
divenire atei.
Nella Chiesa latina, invece, e nell’Alta Chiesa la religione è divenuta tutta macchinale, burocratica e materiale; quando il popolo apre gli occhi vede che una
tale religione è falsa e rinnega tutto. — Avviene così
in Italia; la colpa è di nessuno in particolare; è la
triste eredità di sistemi medievali.
Gli Italiani, generalmente parlando, in fatta di religione li possiamo dividere in tre classi : i superstiziosi — gli indifferenti — gli atei.
I. I superstiziosi. — Vi è una superstizione scientifica e una superstizione popolare.
Quando il Cristianesimo già andava trionfando sulle
religione idolatra del mondo romano e greco furono
i dotti di Alessandria e di Roma che scieutificameiite
volevano salvare la superstizione pagana che inesorabilmente soccombeva.
Anche oggi una certa torma superstiziosa e idolatra
di Cristianesimo è difesa dalle scuole teologiche contro
la corrente spirituale che senza dubbio dovrà pure
avere il sopravvento.
Questi scienziati della teologia hanno ridotto il Cristianesimo ad un sistema magico; l’azione di Dio nell’anima umana avviene meccanicamente secondo il sistema escogitato dai sapienti a capo dei quali 8an
Tommaso d’Acquino. Nell’India quando una madre
vuol dare un protettore al suo bimbo, compra un
idolo, lo porta al sacerdote e questi a forza di acqua
lustrale e di olii santi costringe il Dio Ganesha a riposare in quell’idolo e a renderlo miracoloso.
In Italia si fa altrettanto coi sacramenti e i sacramentali che operano fisicamente i miracoli dello spirito. Ma i teologi dimostrano scientificamente le loro
teorie; essi sono molto eruditi, conoscono la storia e
sanno citare appuntino le teorie degli antichi.. —
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LA LUCE
I Pagani dicevano che i CiiStiani erano atei — anche
i moderni teologi chiamano atei ed empi gli evangelici puri, i quali cercano Dio coll'anima non coi sensi
del corpo e lo trovano al di sopra di tutto ciò che
si vede.
Il popolo ha la religione dei suoi sacerdoti e teologi; religione di simboli, di forma, di magia, vuota
quasi affatto di spirito. La superstizione popolare fa
di Dio un essere antropomorfo, quasi materiale; non
conosce altra vita fuori di quella del corpo. I migliori
intelletti anche fra i cattolici rimproverano al popolo
italiano la sua ridicola superstizione. (Vedere Mons.
Bonomelli : Viaggiando in variipaesi). basterebbe
fare una visita alle sacre reliquie che si venerano nella
santa Roma dei Papi per convincersi della degradazione superstiziosa del sacerdozio e del popolo. (Vedere prof. Bartoli : La Religione degli Italiani, pagina 166, a cui i teologi romani non hanno risposto
finora). Mundus vult decipi — il mondo vuol essere ingannato. Quando tutti ingannano il prossimo nel commercio, nella politica, nel tribunale, nel santuario domestico, perchè il prete non potrebbe ingannare il popolo colla superstizione ?
Alcuni anni fa, proprio allora quando avvenivano
i primi disastri del terremoto nella Calabria, io in
una chiesa di Roma predicai contro la superstizione
che incolpava Iddio quale autore di tanti mali; dissi
che stava al popolo premunirsi, fabbricando le abitazioni in un modo ragionevole; fui accusato presso
i superiori ecclesiastici quasi che avessi negata la provvidenza divina. Pertanto il pendolo dell’umana religiosità toccato un estremo passa all’altro : all’indifferenza all’ateismo.
II. Gli indifferenti. —Vn uomo che in questo stato
di cose si domandi : che cosa è il Cristianesimo, e intanto non sappia vedere altra religione se non quella
di certi teologi e della gran massa del popolo, finisce
per divenire indifferente.
La religione, si dice, è per le donne, le quali sono
generalmente corte d’intelligenza enei loro esagerato
sentimentalismo hanno bisogno di venerare e di adorare qualche cosa. La religione può anche servire per
il popolo ignorante e barbaro, per domarlo e tenerlo
■ al dovere colla paura dell’inferno e colla speranza di
ottenere miracoli. La gente evoluta e di buon senso
può e deve fare senza della religione.
E’ la reazione contro la superstizione; ma una reazione imprudente, perchè a chi mi nega così tutto in
fascio il Cristianesimo, io direi : « Amico, innanzi di
sentenziare, apri e leggi l’Evangelo, la Bibbia; interroga la storia del Cristianesimo primitivo, scruta gli
scritti dei Padri della Chiesa e poi deciderai ».
Il Cristianesimo genuino è religione di perfetta morale, di assoluta spiritualità: esso eleva i popoli ad
una vita sempre più giusta e più civile; questo è provato dai fatti. Ciò che erroneamente si chiama Crisianesimo in Italia non è che superstizione ereditata
dal mondo pagano.
III. Gli atei. — Ma la reazione inconsulta contro
un Cristianesimo deturpato dalla superstizione scientifica del sacerdozio e dalla superstizione popolare, va
anche più oltre l’indifferenza ed abbiamo il vero e
proprio ateismo, la piaga dei tempi nuovi !
Anime ardenti e desiderose di miglioramenti nella
vita, hanno trovato nella religione ufficiale la più cocciuta opposizione, l’hanno confusa col Cristianesimo
e ignorando, o misconoscendo l’Evangelo e la stona
verace, hanno negato il Cristianesimo genuino e
con esso thanno deriso ogni mistero soprasensibile
che pure l’anima umana aveva sentito e confessato
colla vita e talora col sangue.
Pur troppo la religione monopolizzata da una casta
teologizzante di sacerdoti e di filosofi ha cessato di essere una disciplina quasi esclusivamente morale, perciò
con tanta facilità oggi la si è miseononosciuta
E’ sempre avvenuto così: l’India che fu già la culla
della civiltà è caduta nella barbarie dopo che i suoi
sacerdoti e gli ottimati dimenticato ohe la vita e morale si diedero a filosofare lasciando che il popolo
cadesse nel feticismo. Avvenne altrettanto m Persia,
nell’Egitto, in Grecia, In Roma. Avverrà altrettanto
della nostra razza latina ? ^ ni
O Dio, salvate la nostra patria. Quando 1 Italia divenisse atea, non ci resterebbe che ad esclamare piangendo: hie finis Italiae! _
La superstizione dopo di aver condott i
indifferenza religiosa, li getta inevitabilmente nello
scetticismo e infine neirateismo. n
L’ateismo è la tomba della morale, della civiltà e
della vera vita umana.
IV II rimedio.--Son c’è altro rimedio che tornare
al Vangelo. Alla fede del Vangelo, alla morale del
Vangeli alla libertà spirituale di cui Cristo ci ha
'Tpfche i figli d’Israele furono di ritorno dalla
schiavitù babilonese, Esdra, mosso a
perciò istituì le Sinagoghe dove gli Israeliti si radunavano liberamente a pregare e a leggere le Sacre
Scritture.
Il più istruito tra i fratelli spiegava la parola di
Dio agli altri.Le Sinagoghe si moltiplicarono ed ognuna
di esse divenne uii centro da cui irradiavano la luce^
il consiglio e la forza di vivere santamente.
Paolo apostolo fece altrettanto e riuscì per tal modo
ad evangelizzare il mondo greco-romano.
Quelle umili stanze dove risuonava la Parola di
Dio letta e spiegata dai Santi, dove i fratelli nel segreto pregavano Dio e lo sentivano e lo piegavano in
favore di tutto il mondo, sono divenute i Templi della
superstizione. Fratelli; noi che ci gloriamo di avere
rinnovata la santa tradizione delle sale evangeliche,
facciamo sì che esse siano ancora centri di luce e di
vita. Ognuno di noi diffonda la bontà e la verità intorno a sè, e l’Italia nostra sarà salva , diverrà
grande !
Arturo (Wingardi
La. Baca dei GrancLi
La pesca di .simili crostacei.. . morali, letterarii
e religiosi non è un’ operazione delle più difficili
nel nostro bel paese; ed è assai divertente!
Ho pensato di dedicarvi alcuni momenti di ozio,
ciò che potrà forse contribuire al benessere fisico
dei nostri lettori facendo loro fare, con un po’ di
ilarità, qualche oncia di buon sangue!
Per cominciare, ne servirò due freschi freschi, madornali e gustosissimi, pescati entrambi — pare impossibile! — nello stesso N. del 17 marzo del grande giornale democratico di Milano, il ^'Secolo,,.
1. Il primo è a proposito della Contessa Antonia
Champion candidata al seggio degli immortali all’Accademia di Francia.
Il -^Secolo,, stampa: «Noi qui in Italia, siamo tanto avvezzi a vedere per ogni seggio disponibile a
Montecitorio mia folla di aspiranti, che non è lecito
far le maraviglie se ad ogni seggio vacante alla
grande Accademia di Francia i candidati crescono
e si moltiplicano come i famosi pesci alle nosse
di Cana». Non pare anche a voi che quello scrittore, che si perita di scrivere dell’ Accademia di
Francia, dovrebbe ancora andare un po’ a scuola?
Anzi dovrebbe rifare la III elementare nelle nostre
scuole evangeliche!!
2. L’altro granchio è cosi grosso che assume le
proporzioni di una balena!
A proposito del Padre Bartoli, il corrispondente,
sedicente dal Vaticano al‘uSec'u/o,, scrive tra l’altro:
■» ... fra lo stupore universale Padre Bartoli si presenta a Roma, per tenere una serie di conferenze alla Chiesa Valdese di Via Nazionale. La sua prima
conferenza che fu una specie di autobiografia dell’oratore, fu ascoltata con curiosità ma con poco interesse. Le altre conferenze a venire (il granchio è
profeta!) non attireranno una maggior folla di ammiratori. Da Gesuita a Valdese, padre Bartoli ha
guadagnato poco o nulla: tutto consiste in povere differenze di forma. I metodi, sono su per
giù gli stessi*.
E’. difficile di essere o più cretino o più gesuita
di cosi!
CINEMATOGRAFI.à UMANA
Un consulto medico
(Scena in Roma in un palazzo alla salita del Cocomero. Il signor Talentini consulta il dottor Spiriti,
specialista per le malattie delle orecchie).
SiG. Talentini — Caro dottore, mi salvi per carità ! Io temo assai di diventar sordo, il che per la
mia professione sarebbe un vero disastro.
Doti. Spiriti — Vediamo ! All’apparenza esterna
le sue orecchie non presentano nulla di anormale,
salvo che sono lunghe... eccessivamente lunghe...
ma ciò in Lei può ben essere normale... L’orecchia
interna... il sinistro non va... (visita l’ammalato). La
mi dica : come si è accorto della sua sordità ? Dura
essa da qualche tempo?
Talentini — No! no! è cosa di pochi giorni.
Ecco, le dirò : Io sono il corrispondente romano del
Secolo di Milano, e per debito d’ufficio debbo tener informati i lettori del mio Giornale di ogni cosa d’importanza che avviene nell’eterna città. Ora la settimana
scorsa, un certo Padre Bartoli, ex-gesuita ed exredattore della « Civiltà Cattolica » cominciò una serie
di conferenze nella Chiesa Valdese di Via Nazionale.
Come Lei capisce, sono spettacoli questi che non si
vedono tutti i giorni. Io, per debito d’ufficio, corsi
ad udire la sua prima conferenza...
Dottore — E non capi verbo, forse ?
Taiìentini — No, no ! L’oratore parla chiaro, con
voce squillante... le sue parole giunsero veramente
fino a me, ma io le fraintesi stranamente...
Dottore — Già, otite media, con...
Talentini — Perfettamente: io le fraintesi di tal
maniera da scrivere un articoletto pel mio giornale
che non aveva una parola che fosse vera. Per esempio, io scrissi che la sua prima conferenza fu
K una specie di autobiografia dell'oratore » e ciò è
falso da cima a fondo. In secondo luogo asserii che
dessa fu ascoltata con poco interesse, un’altra bugia
tanto grossa. Finalmente mi avventurai a profetizzare che le sue conferenze future non desterebbero
maggior interesse, il che è falso, perchè la gente j
che va a udirlo cresce sempre più, e il tempio di
via Nazionale è pieno.
Dottore ■ Già... otite media con accenni cerebrali... Ma, la mi dica : come si accorse poi di questi
suoi strafalcioni giornalistici ?
Talentini ■— {guarda iralo il dottore). Dottore,
la prego, usi parole più parlamentari. Noi giornalisti non siamo usi a fare strafalcioni, nè errori...
Qualche volta cadiamo in apprezzamenti individuali
e subiettivismi che il popolino ignorante qualifica
per errori., ma l’errore è suo, non nostro. Ha capito,
dottore ?
Dottore — Benissimo ! Mi ritratto subito. Come
dunque, si accorse lei dei suoi qui prò quo giornalistici ?
Talentini — E dàgli ! Il qui prò quo non va !
non va 1 Dica subiettivismi ! Ha inteso ?
Dottore — Bene! Subiettivismi...
Talentini — Ecco come io me ne accorsi. Volle
il caso che fossero presenti alla conferenza del Prof.
Bartoli parecchi lettori del Secolo che avevano le
orecchie sane, i quali, quand’ebbero letta la mia noterella, mi mandarono certe lettere pepate che io
mi guarderò bene dal comunicare ai lettori del mio
giornale.
Dottore — Capisco tutto ora... otite media, con
leggero accenno cerebrale.. Ella non ne ha colpa...
la materia grigia è un po’ affetta... Mi capisce... la
vicinanza dell’orecchio interno al cerebro è tale...
Talentini — Come sarebbe a dire?
Dottore — Che la facoltà ragionante è diminuita...
ma già, voialtri giornalisti non avete bisogno di ragionare... I vostri lettori domandano una cosa sola
da voi : che asseriate, affermiate, e nulla più. Un
giornalista che ragiona è un mostro... un...
Talentini — (lancia dagli occhi lampi d'ira).
Guardi come parla, dottore, altrimenti...
Dottore — Ma, caro signore. Ella non mi capisce.
Io parlo dei giornalisti mestieranti. Ella certamente
non è di questi tali. Ella serve il Secolo per amore
della democrazia, gratis et amore dei, non è vero ?
4
LÀ LÜGE
10 m’iachino a Lei e le offro i miei più sinceri omaggi (il dottore fa un profondo inchino a Talentini,
11 qnale, a sua volta, s’inchina ossequiosamente al
dottore).
Talentini — Caro dottore, a quel che veggo siamo
d’accordo su tutti i punti. E il rimedio per la mia
sordità ?
Dottore — Senta. Il rimedio è facile. Per adesso,
quando va a sentire conferenze per riferirne ai
lettori del Secolo, si faccia accompagnare da qualcuno di questi ultimi che possano verificare e controllare i fenomeni acustici delle sue orecchie. Poi
venga da me tre volte la settimana : le farò dei
massaggi, della sieroterapia, della elettroterapia, e
se occorre della fototerapia...
Talentini — E quanto mi verrà a costare ogni
visita ?
Dottore — Ecco : i miei prezzi ordinari sono
quindici franchi per visita : ma essendo Ella giornalista, non mestierante, ma lavorando pel Secolo
gratis e per amore della democrazia, faremo dieci
lire per visita. Va bene così?
Talentini — {si gratta il cuoio cagellato) Vegga
un po’, dottore, se può abbassare i suoi prezzi. Sono
troppo alti per me. Mi capirà. II Secolo mi paga
tre lire per...
Dottore — Come? come? il Secolo la paga? Allora, quindici franchi per visita . . . altro che abbassare i miei prezzi! Ci tengo al mio onore, io! La
sieroterapia, la elettroterapia, la fototerapia esigono
apparecchi costosi...
Tale.stini — E se non mi sottometto a questa
cura, perderò l’orecchio?
Dottore — L’orecchio propriamente no, anzi, se
ne perdesse tre o quattro centimetri, sarebbe un
bene , non un male; ma perderà 1’ udito, e i suoi
strafalcioni giornalistici cresceranno a mille doppi....
Talentini — {arrabbiatissimo). Per tutti i diavoli deir inferno! Dispetti i giornalisti, ovvero le
mando i padrini !
Dottore — {ironie ). Davvero? Voi giornalisti
insegnate la civiltà al mondo e date l’esempio della
più stupida barbarie? Mi congratulo con Lei, signor
Talentini. Dunque, a ben rivederla! Uscendo, passi
dal mio segretario! Potrà pagar lui, non occorre che
paghi me. Il mio segretario è un altro me stesso!
EPILOGO
Il signor Talentini ritornò a casa che aveva un
diavolo per capello. Ma il cielo nel qnale non credeva. venne fortunatamente in suo aiuto. La sua malattia non era già «un’ otite media », ma un semplice ingorgo del condotto auditivo, cagionato da un
afflusso di cerume. La natura reagì e un po’ di acqua e sapone lo guarirono perfettamente. D’ allora
in poi, quando fece il resoconto delle conferenze del
Prof. Bartoli, fu più esatto e più veritiero.
niiles Christi
Un FlvB 0' cloEk Tea in casa della
Principessa Ipociitini
[Quattro principesse, due contesse, tre baronesse ed
un duca, tutù occupati nelle due aggradevoli operazioni di prendere il Te eoi relativi biscottini e di
parlar male del prossimo. Le ospiti gentili divorano
a due palmenti i biscottini di casa Ipocritini e il
signor Prossimo... quando un cameriere in livrea
annunzia la Principessa Menempipo].
Principessa Ipocritini — {in un sottovoce divoto)
Gesù mio 1 Adesso ci siamo ! Fin qui si è mormorato
in santa pace. Adesso quella donna terribile prenderà le difese di Tizio e di Caia, e succederà un
putiferio ! Povera me !
[La Principessa Menimpipo entra con grande
disinvoltura e sicuressa nel salotto ; lancia ai
quattro venti un sorriso ed un saluto universale,
e siede].
Peincip. Menimpipo — Sapete la gran notizia?
Ieri sera andai a sentire l’ex padre Bartoli, nella
Chiesa Valdese di Via Nazionale.
[Le Prineipesse, le Baronesse e le Contesse in
coro]. Per amor di Dio !.. Che sento... L’avete fatta
grossa!... Scomunicata!.. Vergogna, Principessa!
Gesù Maria !.. Ma non sapete ?.. Dio mio !..
[La Prinripessa Menimpipo si leva furibonda
e guarda con occhio truce quel branco di sciocchine titolate].
Princip. Menimpipo — Vergogna un corno !..
smettete questa filza di esclamazioni !.. Non mi fate
quegli occhiacci!. Vado a sentire chi più mi piace... Io..
Princip. Sorrisi — Ma c’è la scomunica per chi
entra nelle Chiese degli eretici.
Princip. Menimpipo — Me n’ infischio della scomunica, io I Se la tengano i preti e le beghine per
la loro tavola ! E poi, voi, principessa, che fate la
scandolezzata, non pigliate forse la scomunica voi,
a frequentare le loggie teosofiche, dove si nega Dio,
il Cristo e il suo Vangelo ? Il Papa non scomunica
voi che andate a scuola d’incredulità, e per contrario sarei scomunicata io, perchè vado a sentire un
Pastore che legge la Sacra Scrittura ed un uomo
che dice senza tanti ambagi la verità ? E credete
ancora, voi altre, nel vecchio spauracchio della scomunica? In verità vi stimavo più evolute.
[Mentre le signore si accapigliano fra di loro,
il Duca fa piassa pulita del vassoio dei dolci].
Duca — {masticando un amaretto) E si potrebbe
sapere che cosa ha detto questo nuovo predicatore ?
Princip. Menimpipo — Ha detto che bisogna ritornare al Vangelo ; che gli uomini hanno guastata
la religione di Cristo... che ci vogliono più fatti e
meno chiacchiere, altrimenti...
Princip. Ipocritini — Quali spropositi ! La Chiesa
non può errare... quel vostro predicatore...
Princip. Indolenti — Pare anche a me... cioè...
Princip. Menimpipo —■ Se parlate tutte ad una
volta non vi potrò mai dare il sunto della conferenza...
Princip. Ipocritini — Fatemi il piacere. Principessa, parliamo d’altro. A me pare che sia peccato
anche il solo udire, riferito da altri, ciò che quell’nomo ha detto.
Princip. Menimpipo — Beh ! se non volete sapere ciò che egli ha detto, vi dirò che sono stata
a fargli visita !
[Principesse, Baronesse e Contesse in coro].
Misericordia ! Ma Principessa !.. Che imprudenza !..
Duca (sorseggiando un bicchierino di chartreuse)
Avete fatto benone. Principessa. Una visita ad un
eretico autentico deve pur essere un gran piacere,
e assai interessante. Raccontateci come andò il fatto,
chè tutte queste signore crepano dalla voglia d’imitarvi.
[Le signore protestano in coro contro l’asserzione del Duca. Questi non badando punto alle loro
proteste, prende a spilluzzicare un « preferito »
e divora cogli occhi un amaretto].
Princip. Butterfly — Ma come ti procurasti il
suo indirizzo ?
Princip. Menimpippo — Tu conosci la Marchesa
Risolini. Ebbene, essa aveva già visitato prima di
me il gran ribelle, e mi diede il suo recapito ; ed
io, via di corsa a vedere quell’eretico.
[La Principessa Ipocritini scosta un poco la
sua sedia da quella della narratrice, si raccoglie
le sottane perchè non la tocchino e fa un lieve
segno di orrore. La Principessa Menimpipo se
ne accorge e sorride sotto i baffi... incipienti].
Princip. Menimpippo alla Ipocritini — Vi sentite
male, Principessa ? Vi ho forse pestato un piede ?
0 avete paura di contrarre anche voi la mia scomunica ?
Princip. Ipocritini — No ! no ! Principessa ! Tirate via !
Princip. Menimpipo — Allora continuo. Ho trovato l’ex-padre Bartoli allegro e contento all’ Istituto Gould...
Princip. Butterfly — In che via 1
Princip. Menimpippo — Via Magenta 18. E’ un
orfanotrofio evangelico. AH’nltimo piano abita il P.
Bartoli, 0 meglio il prof. Bartoli, com’egli vuol essere chiamato. E’ in ottima salute e lavora da mane
a sera.
Princip. Sorrisi — Porta ancora la sottana ?
Princip. Menimpipo — No : è vestito da prete
prete inglese, porta cioè, com’egli dice, l’abito comune anche adesso a due terzi dei preti cattolici
ed evangelici del mondo cristiano. In casa, poi, indossa una stupenda vesta da camera, lavoro del
Louvre di Parigi.
Princip Ipocritini — Ah ! si tratta bene, ora
quel signore !..
Princip. Menimpipo {guardando severa la Ipocriiini) Non fate maligne insinuazioni. Principessa.
Quella veste da camera gli è stata regalata da una
signora che io conosco, da un' anima bella, che deplorando e piangendo la sua fede attuale, pure si
astiene dal giudicare e dal condannare il professore.
Ma non tutti fanno cosi... I più, ignoranti e superstiziosi, ovvero anche increduli della miglior acqua,
lo condannano senza udirlo. Sapete ? In questa prima
settimana di prediche egli ha già ricevute tre lettere anonime, piene d’ingiurie contro di lui. Una
sottoscritta L’asina di Baalam è piena di vere asinerie... Me l’ha mostrata. La calligrafia è femminile,
ma la malignità è maschile e pretina... Vigliacchi
che non hanno coraggio a disputare con lui in pubblico e tentano di fargli del male colla calunnia e
colle ingiurie !
Princip. Ipocritini — Ma voi, principessa, dimenticate per un momento che il vostro predicatore è
un eretico confesso. Voi non dovreste parteggiare
così apertamente per lui. Se lo viene a sapere il
Santo Padre, povera voi !
Princip. Menimpipo — Il papa ha troppo buon
giudizio per non impacciarsi de’ fatti miei. State
sicura, Principessa. I tempi della Santa Inquisizione
sono passati e passati per sempre !
Princip. Ipocritini — Purtroppo !
Princip. Menimpipo — Come ? E difendereste voi
le carceri, le catene ed i roghi ai quali venivano condannati qui in Roma tutti coloro che non la pensavano in tutto e per tutto alla stregua del Vaticano ? In nome di Dio ! Siamo noi nel secolo ventesimo 0 in pieno medio evo ?
Princip. Butterfly — Sono con voi anch'io. Principessa. Evviva la libertà ! Per esempio : altre volte
quando una di noi era colta in flagranti... c’erano
gli sbirri e il bargello di Sua Santità... Ora, invece,
c’è un albergatore compiacente e la quarta pagina
dei giornali...
Princip. Menimpipo — Zitto là, Rosina ! non facciamo certi paragoni ! La libertà di cui parli tu è
roba d’inferno. Ma, ad ogni modo il prof. Bartoli ha
ragione. Una religione che non riesce ad imporre
agl' intelletti de’ suoi figli la fede officiale se non
collo spauracchio dell’inferno, e col timore più reale
della carcere e del fuoco, non può, per ciò stesso,
essere la vera religione. Egli stima, ammira ed ama
la Chiesa Valdese perchè, a differenza della Chiesa
Romana, è stata sempre perseguitata, ma non ha
mai perseguitato veruno. Evviva la Chiesa Valdese !
[Le signore Principesse, Baronesse e Contesse
si turano le orecchie per grande orrore. Il Duca
sgretola tranquillamente un pezzo di croccante e
sgocciola la bottiglia delta chartreuse].
Princip. Ipocritini — Ma voi. Principessa, perdonatemi, eccedete ogni misura! Ammirare la Chiesa
Valdese? E non avete letti i giornali cattolici un
mese fa ? Quegli eretici pestilenti si recarono in Sicilia ed in Calabria a rubare i nostri poveri figli,
gli orfani e i derelitti della grande sciagura nazionale per educarli alla eresia e alla...
Princip. Menimpipo — Vi rispondo subito, Principessa. A molti, a moltissimi dispiace assai che il
prof. Bartoli abbia cominciato la sua predicazione
da Roma. Ebbene, sappiatelo e non dimenticatelo.
Egli non aveva intenzione di venire a Roma ; ma
ve lo determinarono le infami calunnie contro gl’innocenti Valdesi. La sua anima onesta fu profondamente indegnata nel vedere tutta la seJicente stampa
cattolica, tutta, sapete, senza eccezioni, levar-si come
un sol uomo contro degl’innocenti, e Roma, i vescovi, i dignitari della Chiesa non dire una parola
in loro difesa. Del resto, a quel che veggo, voi.
Principessa, credete ancora a quelle infami bugie.
5
LA LUCE
Ma non vi bastano i dinieghi ufficiali dei due Prefetti di Torino e di Firenze, le proteste dei capi
della Chiesa Valdese, le attestazioni di testimoni ocnlari, le affermazioni in contrario di parecchi giornali e la ritrattazione di chi per primo inventò la
triste fandonia?
Pkixcip. Ipocritini — Ma i giornali cattolici, specie, VAvvenire d'Italia l’asserirono con tanta insistenza; poi rautorità del Dr. Zanzi. ..
Feincip. Menimpipo — Ve l’ho già detto: non
mi parlate dei giornali cattolici, i quali, quando non
sono ingenui, sono bugiardi o cretini. Non mi recate poi fuori il signor Zanzi, il quale, in tutta la
faccenda del supposto ratto di fanciulli calabresi da
parte dei Valdesi, ha mentito, sapendo di mentire.
Ma già.... quasi tutti cosi quei giornalisti mestieranti! Il Zanzi ora fa il clericale fanatico.... ma l’ex
direttore della Lega Lombarda, e lo scrittore di
uno studio suirisraelitismo nella Buddistica Rivista
di Lugano il ^iCoeHobiiim», non ha davvero la fede
di Pio X. Che cosa è quell’uomo? Che cosa crede?
Princip. Ipocritini — E' un buon cattolico, il
quale, rimproverato da Roma perchè scrivesse nel
Coenobium immediatamente si sottomise....
Princip. Menimpipo — Si, si, ma, com egli scrisse
nella Lega Lombarda’. « quell atto di obbedienza
dava al suo spirito un vero senso di melanconia ».
Signora Principessa, si faccia spiegare dal Zanzi la
sua frase e la sua melanconia, e se può, lo consoli...
Princip. Butterply — Sai amica? Ho sentito dire in parecchi salotti pettegoli le più strane dicerie
intorno al prof. Bartoli.
Princip. Menimpipo — Che dicano pure! Egli se
ne ride cordialmente. Non andrà certo a domandar
consiglio intorno alle cose sue ai bellimbusti e alle
dame che menano la lingua e il dente nei salotti
mondani. Anzi, ne volete sentire una bella? Eccola,
fresca, fresca! E’ stato detto che il Vaticano, non
potendo più, colpa dei tempi, bruciare il Bartoli a
Campo dei Fiori, lo brucerebbe in effigie una di
queste notti, in gran segreto, nel cortile di ,S. Dámaso. Non è carina questa? Ma son fandonie belle
e buone.
Princip. Ipocritini — Insomma, è uno scandalo,
e non c’é che pregare per quel poveretto--------
Princip. Meninpipo — Si, si, pregate pel prof.
Bartoli, ed egli ve ne sarà gratissimo: ma pregate
anche pel Papa e pei Superiori ecclesiastici affinchè
Dio apra loro gli occhi e faccia intendere dove sta
di casa il cristianesimo vero e genuino di Gesù.
Pregate anche perchè Dio li ispiri a riformare la
fede e la morale del popolo sulla morale del Vangelo, e cessino una buona volta dal perseguitare i
figli più dotti e migliori della Chiesa.... Signore
mie, vi salato e me ne vado. Buona sera a tutte !
Princip. Butterply — Alice, aspetta un momento: ho a dirti una parola: vengo anch’io.
(Le dm signore si ritirano nel vano d'una finestra, nella camera vicina).
Princip. Menimpipo — Che vuoi? Spicciati!.
Princip. Butterply — Ho una voglia matta di
vedere il prof. Bartoli. Tu mi conosci! E’ un capriccio: ma una visita ad un eretico autentico deve
avere un cosi grato sapore! In non lo conosco! Con
dncemi teco quando vai a lui!
Princip. Meninpipo — H prof. Bartoli non ha
tempo da perdere, e non so se ti riceverà. Egli mi
ha detto che se vanno a lui delle signore eleganti
e sfaccendate, farà loro pagare una buona tassa
d’ingresso, per esempio, cinque lire a favore delFOrfanotrofio Gould. Come vedi, è un uomo pratico
il mio eretico!
Princip. Butterlpy — Ed io le pago, ma mi voglio cavare il capriccio di guardare in faccia a un
lomo, il quale, secondo il Diritto Canonico dovrebbe rosolare ora come'un tordo a Campo dei Fiori
€d invece predica liberamente ^
Chiesa Evangelica di via Nazionale Ah! che bella
cosa è la libertà! Evviva la libertà!
Princip. Mknimpippo - Và là! Sei una gran matta, Rosina mia! Già: non per niente sei la Principessa Butterfly!
{Le due Principesse lasciano la casa Ipocritini
le altre visitatrici se ne vanno del par i: resta la
padrona di casa, immiisata, impermalita e scandalissatd).
Princip. Ipocritini (a bassa voce) Ah! se mio
marito non avesse quei debiti verso i Menimpipo !
Non vedresti, no, l’uscio di casa mia, o sfacciata Alice! E pure, quando ci sono debiti, bisogna striderci. Che proprio il Papa non possa più riavere il
Poter temporale? Che sia proprio finita pei nobili
l’antiea cuccagna?
(Un servo, entrando in quelTistante dalla padrona,
lasciò aperto l’useio del corridoio che metteva in
cucina. Un’ onda profumata di arrosto sfiorò gentilmente la faccia ossuta e giallastra della Principessa.
Quell’odore la portò in un baleno colla fantasia a
Campo dei Fiori).
Princip Ipocritini — (in un soliloquio sospiroso).
Ah! se il Papa riavesse il Poter temporale! Quale arrosto di eretici a Campo dei Fiori! Che non
abbiano a tornare proprio più quei tempi fortunati?
(Cosi pensava e rifletteva la Principessa Ipercretini, mentre da lontano la sorgente democrazia
dava di mano alle corde per sonare i rintocchi fu
nebri della moribonda nobiltà clericale).
miles Christi
CROCE azzurra.
Francia
A Mombéliard e borglii circonvicini si è propugnata
la causa della temperanza, anzi dell’astinenza da le
bevande alcooliche, con ottimi risultati. Piu di 400
persone si sono ascritte alla lega in questi ultimi
giorni.
Nuova Zelanda
L’associazione generale dei caffettieri ad Anckland
ha deliberato quanto segue : 1) le donne non dovranno
servire nei pubblici caffè ; 2) non sarà lecito di vender bevande alcooliche a donne ; 3) sarà vietato 1 ingresso nei caffè e nelle birrerie ai giovani che non
abbiano raggiunta l’età di 20 anni. ^
Sali« piaagcttU
Angela Beretta-Sommariva, della seconda chiesa
Valdese di Milano, dopo lunga malattia spirava, tranquilla fra le braccia del suo Redentore, la mattina del
12 corrente all’età di 79 anni. Essa fu una grande
benefattrice della chiesa, dei nostri poveri e di quanti
a Lei si rivolgevano per ottener soccorsi o raccomandazioni. Spesse volte ella medesima si recava negli
ospedali e nelle più misere catapecchie a confortare gli
infermi e a portar soccorsi alle vedove ed agli orfani.
Non vi furono sofferenze né privazioni o mancamenti
di qualunque natura a lei noti, a cui non abbia recato
i suoi pronti soccorsi. Essa diè tutto ai poveri, anzi
pei miseri s’impoveri fino a non aver più casa propria
e mori ella stessa in un ospedale!
Costituito il Comitato di beneficenza fra le signore
della Chiesa, nel 1882, Angela Berretta-Sommariva ne
fu la presidentessa fino a 10 anni or sono, allorché
colpita da paralisi non potè più prestar alcun servizio
alla nostra pia istituzione. Per molti anni il nostro
Circolo Missionario fu sotto il patrocinio del Comitato
di beneficenza e la sorella Sommariva ne fu membro
attivo, costante e prese sempre parte a quasi tutte le
gite missionarie.
Ella passò alcuni mesi all’Ospedale Evangelico e>
infine, un mese all’Ospedale Maggiore, ove spirò. Durante gli ultimi giorni d’infermità la sua fede e rassegnazione furono tali che le suore e le infermiere
cattoliche, pur sapendo che Angela Sommariva era
evangelica, non cessarono di colmarla di carezze e di
baci, chiamandola « la cara nonna », e dicendo poi che
la sua morte « fu quella d’un angelo! »
Beata colei che è morta nel Signore ; la sua testimonianza e le sue opere l’hanno seguita (Apoc. XIV,
13). Memori di tante virtù, oltre i parenti e molti amici, fratelli e sorelle in fede accorsero in buon nu.
mero ai servizi funebri, che ebbero luogo domenica
mattina, 14 corrente, e che riuscirono di buona testimonianza a Colui che diè la sua vita per tutti, d. b.
•
• •
I figli, i fratelli, i generi Luigi Barcellini di GalInzzo, Pietro Mariani pastore a Bari, cav. prof. Nicolò
! Introna di Roma, Henry Wilton Thomas di New York,
e i nipoti Paolo Mariaui di Gallipoli, avv. Pasquale Lo
Re di Altamura, capitano Giov. Zaccaro di Brindisi,
ing. Vincenzo Orsetti e Giuseppe D’Ursodi Zurigo, colle
loro famiglie, piangono la dipartita della cara e pia
Merope Capponi, nata Nannoni, dell’età di 79 anni, morta
in Pistoja.
Questa bella vita cristiana, piena di spirito di sacrificio lascia dietro di sé un’ immensa eredità di affetti, ed un
esempio insuperabile delle più elette virtù evangeliche !
Rimasta vedova e perciò priva di ogni sostegno con
sei figliuoli tutti in tenera età, seppe col lavoro assiduo e paziente delle sue mani allevarli e collocarli
tutti in buona posizione.
La sua casa era il rifugio di tutti i derelitti, che vi
trovavano ospitalità affettuosa, parole di conforto e
aiuti d’ogni genere.
La sua casa era altresì luogo di riunione e di culto
in tempi ancor difficilissimi per i seguaci dellEvan
„
Ben collocati i suoi figli, ella viveva ancora con loro
per via di corrispondenza epistolare. Conservo sue lettere da 34 anni. Non vi si trova nè ortografia e nemmeno punteggiatura. Ma che importa ? Esse sono sature
di pensiero altamente e profondamente cristiano, di solenni esortazioni veramente apostoliche, riboccanti di
quell’amore che non è di sorgente umana, limpide come
l’anima sua. Chi potrebbe dire quanto bene abbia fatto
fra i moltissimi suoi cari in Italia e all’estero questa
letteratura senza punti, nè virgole, ma profondamente
improntata dallo spirito di Cristo?
Già avanzata in età. tutti i suoi cari lontani facevano a gara per averla presso di loro, angelo tutelare
della famiglia. Dopo tante fatiche e sudori, avrebbe potuto passare agiatamente l’ultimo periodo della sua vita
in quiete, in pace e in un ben meritato riposo. Non le
fa possibile. S’imbattè in un povero bambino di pochi
mesi, reietto dai genitori; ne ebbe pietà, lo raccolse, ne
divenne la madre amorosa, e alle sue figliuole che le
pregavano non insistenza di venire presso di loro, rispondeva : « Non posso, ho un altro figlio da mantenere e da allevare per il Signore ».
Povero Renato, che ora sei un caro giovanetto, tu
di certo, più che i congiunti stissi della santa donna,
sentirai la dolorosa perdita di colei che ti circondava
delle cure più affettuose, tu che non avesti altre carezze che le sue.
Ella ha compiuto il suo corso, ha serbata la fede, è
entrata nel suo riposo. Perchè piangere? « La morte
dei santi del Signore è preziosa uel suo cospetto ».
Per essa che sempre ha potuto dire : « Per me il vivere è Cristo », per essa « il morire è guadagno ».
Piangiamo la nostra temporanea separazione da lei
e rallegriamoci del suo celeste trionfo.
Pietro Mariani.
O. P. PONS
'■* i '
Ci è grato di poter offrire ai Lettori il ritratto
del nostro tanto rimpianto Moderatore, comm. Dr.
6. P. Pons ; della cui vita, cosi bene spesa al servizio del Signore e dell’Evangelo, abbiamo dato un
cenno nel numero passato, facendolo seguire da una
notizia di//«//co circa ai funerali avvenuti aTorrepellice il 15 del corrente mese.
Il nostro amato Moderatore, benché morto, parla
ancora, e ci eccita tutti quanti col suo edificante
esempio a una consacrazione più profonda, più completa a Colui che è morto per noi e per i nostri
fratelli.
6
6
LA LUCE
RINGRAZI AMEN TQ
La signora R. Pons, nata Gonin-Meille,
coi figli, signor Emilio Pons, pastore a Nizza,
e signora Linda Dupin de Saint André, ringraziano dal profondo del cuore i moltissimi loro Amici e Conoscenti d’Italia e dell’estero, che hanno condiviso il loro cordoglo.
Valdesi d’Aimerica
— La conferenza distrettuale ebbe luogo a Cosmopolita dal 31 gennaio al 3 febbraio, con molto concorso
di persone, quantunque si fosse nel più forte dei lavori campestri e specialmente della trebbiatura. Al
culto d’apertura presiedette il pastore Davyt e nel pomeriggio si tennero adunanze ad Artilleros, Barker
e Rosario. Fu acclamato presidente onorario delle conferenza il vicemoderatore sig. B. Léger ; e a presidente
effettivo fu eletto il pastore D. Armand Ugon. Vicepresidente, E. Beux ; segretario. Luigi Jourdan ; vicesegretario, Teofilo Davyt.
Predicatore alla ventura conferenza, il sig. B. Pons.
La conferenza nominò a suoi rappresentanti presso
il prossimo Sinodo i professori N. Tourn e M. Falchi.
— Il pastore di Belgrano visiterà ogni mese la congregazione di S. Carlos.
— La colletta pro Sicilia ha prodotto a Colonia
Vaidense pesos 213,80; a Tarariras pesos 73,99; a Riachuelo pesos 45 ; a San Juan pesos 8,55.
a—
Corriere l^ordarnericano
Sono ancora sotto la buona impressione prodotta in
me dalla visita a tie Chiese Evangeliche Italiane nella
Pensilvania, tre settimane addietro.
Ad Hazleton Pa, lavora da dieci anni con molto
successo un pastore capace e zelante, il sig. Giuseppe
Brunn.
La Chiesa è regolarmente costituita e, nonostante le
numerose perdite per partenze di fratelli, è forte e
vivente. Vi è pure un Asilo infantile ed una numerosissima Scuola Domenicale.
Desidero additare ai fratelli Evangelici Italiani l’atto
caritatevole e generoso della Chiesa di Hazleton che
ha adottato un orfano di genitori Evangelici di Messina e lo farà allevare nelllstituto Gould di Poma
corrispondendo ogni anno il necessario pel suo mantenimento.
Il pastore Brunn è stato eletto Consigliere Comunale
con solo quattro voti contrarii. Gli elettori sono per
la maggior parte cattolici ed italiani.
— A Pittston Pa è pastore della fiorente Comunità
Evangelica un bravo e simpatico giovane, il sig. J. W.
Vavolo, convertito all’ Evangelo in Campobasso sua patria, per mezzo dell’Evangelista Valdese.
La Chiesa di Pittston ha un 50 famiglie tutte evangeliche, oltre a numerosi giovani pieni di zelo. La
Scuola Domenicale novera un 150 bambini. Quei fratelli hanno raccolto una discreta sommetta per l’opera
in Italia.
— Il pastore di Scranton Pa è il sig. Filippo Ghigo,
Valdese, già pastore nelle nostre Colonie del Sud America e poi a Valdese nella Carolina del Nord. L’opera
ch’egli compie è salda e con buone basi ; di modo che
si può sperale molto per l’avvenire. Anche i fratelli di
Scranton han voluto ricordarsi dell’Evangelizzazione
d’Italia con una colletta.
A tutti mandiamo vivissimi ringraziamenti e cordiali
fraterni saluti.
Prof, Alberto dot, Pastore Valdese.
OLTRE LE ALPI E I /1/lRI
Francia
Parigi — Giovedì di questa settimana il celebre
prof. Plournoy ha tenuto, sotto gli auspici del periodico Foi 'et Vie, una conferenza intorno alla Psicologia
religiosa ; argomento su cui egli ha già dato un corso
a Ginevra e su cui ha già scritto nei suoi Archives
de Psychologie.
Belffio
In aprile del 1910 sì aprirà a Brusselle un’esposizione universale. E i cristiani evangelici sì propongono di fare in qnell’occasione un’ampia opera d’evangelizzazione.
KRIMAVEKA DELLA VITA
Il prof. Lodovico Pascbetto ci partecipa quanto
segue :
« Il Comitato Nazionale delle Associazioni Cristiane
della Gioventù ha ripreso la pubblicazione del Bollettino, in cui troveranno posto : comunicati ufficiali
dell’opera, le notizie delle Associazioni locali, articoli
intorno alle questioni unionista più importanti, informazioni sul movimento unionista all’estero, ecc. Sarà
un mezzo di legame tra le varie Associazioni sparse
per l’Italia, specialmente se queste manderanno loro
notizie al Comitato Nazionale, il quale ne curerà la
pubblicazione. Il Bollettino, di cui è uscito il 1. numero e di cui si sta preparando il 2‘ — verrà inviato
gratis a quanti — Interessandosi dell’opera — ne faranno domanda. Inviare notizie e richieste al presidente del Comitato, Dr. P. R. Prochet, Via del Caravita
6. Roma ».
«
* «
Sta per aprirsi in Roma il Congresso Nazionale degli studenti cristiani.
*
• •
Il sig. F. Lenzi vicesegretario dell’A. C. D. G. di
Roma, è stato nominato redattore dell’importante giornale quotidiano La Vita, come pure membro corrispondente della Società Numismatica di Vienna. Rallegramenti ed auguri !
*
tu
Ci scrivono : — A Greenock (Scozia) l’Associazione,
che esiste da 68 anni, ha tenuto l’annua adunanza
sotto la presidenza del sig. Giacomo Kennedy, coadiuvato dai signori Giorgio Bruce e Federico Adam.
L’associazione comprende 455 membri, e si occupa di
vari rami tutti importanti. Possiede una sala di lettura, una palestra, un salone per le radunanze, ecc.
C’è anche una sezione ciclistica. Ogni domenica mattina si ha una seduta di studio biblico.
Il rapporto del seg. sig. Guglielmo Brunlon, letto
alla suddetta annua adunanza, è pieno di notizie attraenti. Le finanze, com’ è risultato dal rapporto del
tesoriere sig. Maclean, sono in florido stato.
ECHI DELLE MISSIONI
(# giunge la lieta notizia della nascita d’una bimba
(Renata Elìsa) che è venuta a rallegrare i coniugi
missionari dalla alle Victoria Falls (fiume Zambesi
Affrica Australe).
La scuola che il sig. Luigi dalla ha aperta, annovera 70 alunni regolari. Due ragazzi un pochino più
progrediti degli altri sono i soli aiuti-maestri, di cui
il nostro missionario possa valersi in quell’opera scolastica assai faticosa.
Sì attendeva la visita del medico De Prosch, di ritorno da Kimberley, ove — come i Lettori sanno —
ha sostenuta un’operazione. Essendo il solo medico
della tribù dei Barotsì, egli si è affrettato a riprendere il posto del dovere.
La maestra De Fager stava per ripartire e lasciar
di nuovo soli i missionari dalla, ad accudire a mille
cure diverse e gravi.
Nessuno dei nostri fratelli italiani, nessuno dei
lettori della Luce vorrà risolversi a recarsi allo Zambesi, ad evangelizzar un popolo che accetta volentieri
l’annunzio della salvezza, ma che — d’altra parte —
perisce ancora nell’ignoranza e nella barbarie, per
mancanza di missionari, per mancanza di banditori
della Buona Novella, della redenz'one che è nel Cristo ?
O. Jalla
stella ptnisota e selle }sole
Torino.
Il past. cav. P. Longo ha tenuto nel tempio di S.
Donato una bella conferenza su Giotfredo Varaglia,
il martire valdese.
Fonai aretto
Il sig. Weitzecker sta meglio; ma non è ancora in
grado di riprendere il lavoro. Il prof. Forneron ed
io lo sostituiamo debolmente; e certo non ci sbilanciamo, essendo provvisori, a mettere altro filo al telaio. Sbrighiamo solo gli affari correnti, come un ministero dimissionario. Q. Banchetti
Fra del Torno.
Il pastore Balmas ha dato una magnifica conferenza
con proiezioni luminose su Messina e su Reggio.
Felonio a Fo.
L’evangelista sig. B. Giudici si è trasferito alla missione Svedese d’Asmara (Eritrea). Gli succede l’evangelista Big. V, Klett, il quale si dice lieto di trovarsi
in questo nuovo campo di lavoro.
Foxna.
Il bazzar prò Istituto Gould, a cui hanno concorso,
— oltre che la Società di cucito, la chiesa ed amici di
Roma — le Unioni e le Società di cucito di Palermo,
di Siracusa, di Vittoria, di Forano, di Livorno, di
Genova e di Milano, è andato un po’ meno bene di
quanto si sperava, e ciò a cagione del tempo pessimo
e delle tristi circostanze che tengono lontani i forestieri da la capitale e da l’Italia in generale. Tuttavia — date le suddette difficoltà — c’è motivo di rallegrarsi egualmente dell’esito ottenuto. Noi confidiamo
che, in avvenire, molte altre Unioni e Società di cucito
vorranno unirsi a quelle ricordate di sopra, per concorrere a sostenere un’opera tanto benefica com’èper
l’appunto l’Istituto Gould di Roma.
Intanto un cordialissimo ringraziamento a tutti coloro che concorsero al bazzar.
UTILE CA.RITA’
Lo stabilimento zincografico catanese Guglielmo
Schlatter ci offre un bel mezzo per aiutare i profughi messinesi, senza rimetterci nulla, anzi guadagnando
un ottimo album di 80 differenti vedute delle rovine
di Messina. La casa suddetta mette in vendita il magnifico album al mite prezzo di L. 5, concedendo il
20 0[0 dell’incasso a pro dei Messinesi. Siamo sicuri
che molti vorranno acquistare l'interessante album,
ed intanto, per gentilezza del fotografo della Casa,
sig. Galileo Vachier, nostro catecumeno in Catania,
possiamo offrire ai lettori due vedute, che certo desteranno in loro interesse. L’una rappresenta la Chiesa
Valdese di Messina, nello stato attuale, dopo il terremoto. La porta centrale (dove si trovano i due militi)come si vede, è diroccata completamente, ed il passaggio è ostruito da mucchi di macerie. La porticina
laterale, rimasta dritta, ha ancora affisso un avviso
di una conferenza tenuta dal capo-distretto, sig. L.
Rostagno, pochi giorni prima del terremoto. La scuola
tecnica, che era sopra la Chiesa, è completamente sprofondata sulle panche, fracassandole e coprendole di
un alto strato di macerie. In fondo sembrano rimasti in buono stato l’armonium ed il pulpito ; ma ognuno
può vedere quanto sia difficile e costoso il ricuperarli.
La seconda fotografia ci mostra la casa, in parte
diroccata, dove il compianto collega A. Chauvie trovò
la morte con tutta la sua cara famiglinola. Come si
vede, delle travi e delle tavole sono stati poste in modo
da formare un ponte discendente, con l’evidente scopo
di far scivolare sopra di esso e portar via tutti i mobili e le masserizie della casa ; infatti, mentre poco
tempo fa la sala, rimasta sezionata per la caduta
della camera da letto, si vedeva mobiliata compietamente come sala da pranzo, oggi è completamente vuota.
Giuseppe Fasulo
N. B. Chiunque vuol fare acquisto del magnifico
album di 80 differenti vedute del disastro di Messina
può rivolgersi con cartolina vaglia di L. 5,20 al pastore G. Fasulo, Via Naumachia 22, Catania.
CORI DI PA5QUfl
La Claudiana ne aveva preannnnziata la pubblicazione, alcune settimane fa. Oggi la pubblicazione è un
fatto compiuto.
Sono dodici piccoli Cori, del maestro Adolfo Baci
su testi biblici. Essi rispondono al tempo pasquale; ma
sono di tal natura — i testi biblici — da poter essere
cantati anche in altri tempi ed occasioni.
Questi Dodici Cori per Pasqua costituiscono la seconda dispensa per ordine di pubblicazione (logicamente
sono la terza) àeW’Antifonario Evangelico che la Tipografia Claudiana si propone di pubblicare per intero
in una serie di dispense festive.
Lettori, fate onore a questa pubblicaz oue. E' musica eccellente. E’ musica evangelica, veramente religiosa. E’ musica italiana. Non si tratta di cose importate, ma di produzione nostra. Incoraggiamo gli editori. Una copia costa 60 centesimi.
Ogni nostro fratello o sorella che suona il pianoforte dovrebbe subito acquistare i Dodici Cori. Ma specialmente i ministri, gli evangelisti, i maestri e le maestre devono affrettarsi. Esortiamo — inoltre — i Consigli delle Chiese evangeliche italiane non soltanto della
penisola, ma anche dell’estero — specialmente d’America — ad agitarsi praticamente per la riforma del
canto sacro, acquistando per le loro Congregazioni buon
numero di copie di questo nuovo fascicolo idW’Antifonario Evangelico.
Ugo Janni.
7
agente generale
LA LUCE
Il Modernismo giudicato da un ex-prete
I
Il signor Revoyre , che già fa prete ed ora è
in Francia diùì'opera degli antichi
preti rimasti cristiani, ha dato a Parigi, recentemente, ana interessante conferenza sul Modernismo,
di cui ecco i punti principali : Il Modernismo è vecchio di un mezzo secolo : dapprima si chiamò Liberalismo (Laciennais , Lacordaire , Montalembert,
Ch. Perraud) al tempo di Pio IX che lo condannò
e giustiziò ; risorto di poi, sotto il nome di Americanismo , fu condannato e giustiziato da Leone XIII.
Lo stesso fece Pio X con la sua enciclica del settembre u. s. rispetto al Modernismo.
Questi tre movimenti esprimono nel seno del clero
cattolico i bisogni di libertà, indipendenza, autonomia,
e, soprattutto, di sincerità, che costituiscono lo spirito moderno determinato dalla .resistenza all’autorità anormale , oppressiva dei diritti dell’ individuo
e della coscienza, impersonata nell’autorità papale:
e dunque un giusto movimento di reazione contro
Il grande promotore dei principii
l’autoritarismo.
di Jibertà è stata la Riforma, le cui infiltrazioni
sono penetrate
si sono sparse
Ed ora che
movimento ?
Ci sono due
professori) , il
nel cattolicismo in più modi; ruomo
che ai giorni r.ostri ha esercitato una influenza considerevole in questa rivendicazione dei diritti della
coscienza individuale è Augusto Sabatier, le cui idee
in molti presbiteri,
cosa dobbiamo aspettarci da questo
categorie di ecclesiastici ; i regolari
(ordini religiosi) e i secolari (preti di parrocchia,
cui numero non è uguale. La prima
categoria annovera da 115 a 125 mila anime, rinchiuse nei chiòstri, quasi tutte prive del senso individuale ; perjjhè sono state insegnate loro praticamente e teoricamente l’ubbidienza cieca, la'resistenza non ragionata ad ogni dubbio, ad ogni esitazione contro la fede , le quali devono essere respinte come al trettanti pensieri impuri, e velleità
orgogliose. La maggior parte dei religiosi non osa
pensare, studiare, riflettere; nelle donne poi l’arinichilamento (jel senso individuale è più completo
ancora.
Rari sono
personalità e
quelli che osano salvaguardare la loro
mantenerla, rimanendo negli ordini,
malgrado tutto quello che vi debbono soffrire, e se
ne escono, di ventano degli avversari irreducibili,
indomabili del cattolicismo romano. In breve, nel
clero regolare vi sono pochi modernisti.
Fra i preti secolari che possono leggere e muo
versi, e le cui idee dommatiche sono meno strette,
si può contar(ì in media un modernista su tre, cioè
da 15 a 20 mila sopra un totale che va dai 55 ai
60 mila, ma t utti non sono coscienti (l’abate Houtin
ne calcola sol^ alcune centinaia di veramente coscienti).
Hanno bensì il sentimento che la loro personalità
ma non osano, e la prova ne è che
Scuole Domenicali ¿i tutta Italia, di voler dedicare
la Domenica del 21 jfebbraio 1909 (vigilia del giorno
della Pace, prescelto dalle Società Pacifiste di tutto
il mondo) alla causa della Pace e della fratellanza
umana, facendone l’argomeuto di tutte le adunanze
religiose tenute in quel giorno.
In tal giorno la Chiesa Evangelica Valdese ha
quindi avuto la sua « Domenica della Pace ».
Il nostro Comitato tenne un’assemblea generale
lunedi sera, 22 febbraio, nei locali della scuola comunale, classi V e VI.
I presenti, a vero dire, non erano molti numerosi. Presiedeva il prof, Tourn, presidente, il quale
cominciò col ricordàre 1’ « annua manifestazione mondiale della Pace »jleggendo prima il « manifesto
della Federazione delle Società Italiane della Pace »
affisso anche sui ¿uri di Torrepellice e quindi la
« Mozione dei Pacifisti » la quale venne poi approvata aU’unanimità. Parlano brevemente in merito il
professor Mario Falchi ed il pastore emerito sig.
Giovanni Romano.
II presidente prof. Tourn fa quindi una breve
relazione sull’andamento del « Comitato e su quanto
si potè fare in questi ultimi tempi >. Annunzia la
prossima, gradita visita di « Alma Dolens ». Ricorda
con rammarico la dipartenza dei signori prof. Onesimo Revel e pastore emerito Antonio Gay, da più
anni membri del Consiglio Direttivo del Comitato.
Il segretario-cassiere incita i presenti, non soci,
a farsi inscrivere lai Comitato per colmare i vuoti
fatti da molti decisi e per la partenza dal paese
di parecchi soci.
Presenta quindi il resoconto finanziario, che si
chiude con un piccolo avanzo.
Procedutosi alla nomina del Consiglio Direttivo,
risaltano eletti i signori prof. Mario Falchi, Emilio
Eynard, negoziante, Giacobbe Forneron, maestro emerito, signorina Maria Monastier, signora Giulia
Gay-D’Agostino, riconfermati, ed il sig. Giovanni
Romano, pastore emerito, nuovo eletto in surrogazione del prof. Tourn, il quale aveva dichiarato di
non poter accettate una riconferma.
Il nuovo Consiglio Direttivo si radunerà quanto
prima per la ripai-'tizione delle cariche.
Emilio Eynard
non è morta
oggidì, sei niesi dopo 1’ enciclica papale, tutti i
modernisti si
stati ritirati
sono scomparii
Ecco il ris
sono taciuti o ritrattati ; i libri sono
dal commercio, i giornali e le riviste
¿.tato della crisi modernista.
H.
Domenica
Pasini (l)ha
mitato locale
vito
Togliamo
Dietro in
tato » il Mo
dott. G. P.
del * Gomita,
lia » sig. Ar
comandarono
Valli Valdesi
Alma Dolens.
Il primo battesimo evangelico a Seiradlfalco
P R e PACE
scorsa, a Torrepellice, la sig.ra Teresita
tenuto una conferenza promossa dal Codella Società Internazionale per la Pace.
«
liai
periodico La Vita Internasionale :
della Direzione di questo « ComiKleratore della « Tavola Valdese » sig.
Pons di Torrepellice, ed il presidente
ito di Evangelizzazione Valdese in Itaduro Muston di Roma, caldamente racai signori pastori delle Chiese delle
, agli evangelisti ed ai direttori delle
In una bella mattina primaverile partiamo da Caltanissetta per Serradifalco. Per chi non lo sapesse, questo
paese è nell’interno, nel vero cuore della Sicilia, ed è
uno dei più clericali dell’isola.
Dopo un’ora circa di treno, saliamo in una cosi detta
carrozza che ci dele condurre al paese. Nostri compagni di viaggio : un povero detenuto che torna dal
reclusorio di Civitavecchia e due carabinieri che lo accompagnano.
Il nostro veicolo ci sbalza quasi l’uno nelle braccia
dell’altro, ma arriviamo sani e salvi.
Mezzo paese è ad aspettare la carrozza : ne scendono
il detenuto ed il jbastore evangelico ; l’emblema della
schiavitù del male e il messaggero della libertà e della
grazia celeste. Ma i buoni Serrafalchesi non hanno
tempo per tali riflessioni : la loro curiosità è troppo
attirata dal detenuto e dalla prima signora evangelica
che calca il suolo | di Serradifalco. Alcune donne baciano
il nostro bambino mormorando : « Ch’è beddu! Povera
armuzza! » (Povera animuccia I).
Nel dopopranzo! visitiamo alcuni fratelli. Quale dolce'
sorpresa proviamo entrando nelle loro case ove le innumerevoli immagini di Santi e di Madonne hanno ceduto il posto ad tina quantità di passi biblici inquadrati in bellissime cornici 1 Infine, sotto la guida del
valoroso colportor^ signor Barone, che tanto largamente
ha saputo in tempio e fuor di tempo seminare in Serradifalco la Parola della Vita, ci rechiamo a casa di
un fratello ex frke che ha sposato una ex monaca.
Trovo una giovanissima madre e dei teneri figliuoletti
ammalati per l’iuhidità e la mancanza non soltanto di
sole, ma addirittijra di luce ! Quante tristi realtà ha la
vita! Forse per questi poveretti la vera penitenza è cominciata uscendoj da! chiostro !
Finalmente ci gvviamo verso la casa ove si celebrerà
il primo battesimo evangelico. Sappiamo intanto che.
l’arciprete s’è abboccato con alcuni nostri fratelli, dicendo che questo battesimo non si « deve fare e non
si farà, o... chi lo farà, se ne pentirà... ». Nè più nè
meno che l’intimazione dei bravi al povero Don Abbondio... . . ...
Per strade che sono letti di torrenti, ci arrampichiamo
fino alla bella casetta dei nostri fratelli. Entriamo e la
troviamo già cosi piena da non aver idea : un afa insopportabile ci opprime ed ancora continua a giungere
gente che si accalca nella via. ,
Le finestre delle case vicine sono pure stipate Ai
gente. Val ben la pena di sopportare un’ora di temperatura tropicale, pur di aver la gioia di annunziare la
Parola di Dio a tante anime. Ma ben presto m accorgo,
guardandomi attorno, che la curiosità ha attirato i più
e che molti hanno bevuto più che un bicchiere di troppo
in onore di S. Giuseppe. .
Il servizio comincia fra il chiasso e le grida di quelli
di fuori che vogliono entrare ad ogni costo: qua e là
scorgo i nostri fratelli coi loro cappelli in mano, raccolti e compresi della solennità del momento; essi non
hanno bevuto un bicchiere di più e le loro facce aperte
e serene non sono che lo specchio del cambiamento radicale operatosi in loro. j -i t>
Il servizio religioso è seguito con interesse ed il ra
store insiste soprattutto sul significato che ha per noi
il battesimo e sul come si può giungere ad essere veramente cristiani. Alla fine alcune donne commosse ci
ripetono: « Preghino per noi il Signore! ».
In queste occasioni solenni della vita la casa del
siciliano si apre largamente a tutti ; quando si tratta
di feste, quest’uso non ha altro inconveniente che
quello di generare un gran disturbo ai padroni di casa,
ma quando si tratta di funerali è raccapricciante vedere dei bambini spingersi e dar spintoni per avvicinarsi e per poter vedere il morto. Usciamo e c’incamminiamo indisturbati, completamente al buio per le
strade che son tutti letti di torrenti, traballando ad
ogni passo e facendo sforzi per mantenerci in equilibrio. I nostri buoni fratelli ci seguono a breve distanza: ci hanno pedinati tutto il giorno temendo
qualche agguato, ed io sento che la cura ed il rispetto
che hanno per la nostra persona, non è che conseguenza dell’importanza che ha per loro il messaggio
che loro portiamo.
Perù i Serrafalchesi par questa volta sì sono comportati bene, forse per riconoscenza verso il padrone di
casa che ha aperto la sua cantina ed ha vuotato tuia
botte per loro, o per quei sentimento di rispetto che
il siciliano ha innato verso il forestiero o forse per un
residuo ancora di coscienza che dice loro di non molestare chi non li molesta. E mentre discendiamo penso
che Serradifalco è tutta avvolta in un immenso pesante
manto nero. Ma che dico tutta? No! qua e là splendono
fari luminosi e questi fari brillano e illuminano 1 ambiente. Non disperiamo dunque : il faro serve a condurre
in porto le navi pericolanti.
^ ilda JB. Arias
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografìa dell’Istituto Gould Via Margfaera 2, Roma
Balnearia 6. P. ITÌeille
Opera
Gli operai della Chiesa Valdese in attività di
servisio che desiderano godere di una borsa per la
cura termale e per la cura marina sono pregati di
far pervenire la loro domanda al sottoscritto non
più tardi del 30 Aprile p. v. Nessuna domanda
ricevuta dopo questa data potrà essere presa in
considera sione. La domanda dovrà essere (^rredata
del certificato medico attestante la necessità della
cura e (trattandosi di cura termale) indicante la località nella quale essa dovrà esser fatta. _
Le domande per l’ammissione ai bagni di mare
di fanciulli o adolescenti di ambo i sessi, appartenenti alla Chiesa Valdese, dovranno essere inviate
al sottoscritto prima del 30 Aprile p. v. Nessuna
domanda ricevuta dopo questa data potrà essere
presa in considerasione.
Le domande dovranno essere corredate dei documenti seguenti : . ,
a) Un certificato medico provante la necessità
della cura; ^
b) Un certificato del pastore, provante che il
candidato è privo dei mezzi necessari per far fronte
a iale spesa ; .
c) Un impegno dei tenitori o chi per essi di
versare L. 10 per le spese di viaggio e di provvedere ai bambini il corredo necessario.
Il Presidente : E. Oiampiccoli (Via Pio Quinto
15, Torino).
8
8
LA LUCE
INNI SACRI
SECONDA EDIZIONE
Grundeniente migliorata e in veste distinta. L>1T{R la copia
Ordinazioni al sig. 0. Jalla, = 51 Via dei Serragli, = KIRBN2E
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non cambia il odore dei capelli e ne impedisce,
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cailuta giornaliera dei capelli era fortissima.
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Cristo e le Scritture, di A. Saphir
Discorsi sinottici, di Fraser
Dizionario geografico del Nuovo Te
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Gesù Cristo e il genio, di Giampor
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Gloriosa rivelazione della creazione, d
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Lezioni (Cento) sulla vita di Gesù
Cristo, di A. iietieZ .
Lezioni su alcuni capitoli della Ge
nesi, di Gaussen ....
Note sull’epistola ai Filippesi, di
Meille..........................
Note sull’epistola agli Ebrei
Palestina (Lai, di S. Bonnet.
Patrimonio (Vero) di S. Pietro (prima
epistola), di Leighton
Raggi di luce, per 52 Domeniche
Risurrezione di Lazaro, di G. P. Reve
Sermoni, di G. P. Mnlle
Spiegazione dei suggelli dell’Apoca
Hsse .....
Studi sui libri di Mosè, di Burnier
Tavole sinottiche dei Vangeli
Teologia del Vangelo, di Geymonat
Vasellamenti dell’Arca .
Vita e scritti di S. Pietro .
Scienza della religione, di P. Oey
monat, le 3 parti.
Alcuni martiri siciliani.
Andrea Dunn, parroco irlandese.
Apologetica cristiana, di Paterson
Atto di accusa contro i papi
Apostolo e martire....
Beneficio di Gesù Cristo crocifisso
Cattoliclsmo apostolico primitivo
Chiesa Romana giudicata (litografia)
Considerazioni sullo spiritismo, di P
Geymonat........................
Consigli agli evangelisti
Cristiano (IL emancipato
Difesa popolare d. Cristian., di Cadot
voi. I, IC e III, ciascuno .
Dizionario delle reliquie e dei santi
Indulgenze e Giubilei, di G. Ribetti
Papa (II), di L. Desanctis .
Paternostro (II), stampato a due co
lori............................
Principio della dottrina cristiana
Prss4f»etanti (1); 'di O. Berlo . " .
Regula Fidei......................
Sommario della S. Scrittura, di Pa
Icario..........................
Véro Protestante (ly, di Galland
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