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Anno 124 - n. 36
23 settembre 1988
L. 800
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
BERLINO - L’«UDIENZA ECUMENICA» SUL PROBLEMA DELL’INDEBITAMENTO
Passeggeri del Titanic
Un’iniziativa di studio organizzata da alcuni gruppi ecclesiastici - Una « guerra di bassa
intensità » - La necessità di puntare su una reale autonomia dei paesi del Terzo Mondo
Per anni ed anni vi sono stati
prese di posizione e documenti
da parie di chiese e del movimento ecumenico contro il razzismo; vent’anni fa, nel 1968,
all’assemblea del Consiglio ecumenico delie chiese di Uppsala
la sfída è stata lanciata ai cristiani dallo scrittore nero americano James Baldwin; «Parlate bene, ma adesso occorre fare qualcosa di concreto! ».
Qualche mese più tardi il CEC
istituiva il suo programma di
lotta al razzismo. Un programma che aveva, ed ha tuttora, di
mira ogni forma di razzismo,
ma specialmente quello sudafricano per la sua particolare iniquità, perché è razzismo divenuto legge di stato.
Il CEC continua ad appoggiare il movimento contro l’apartheid e a sostenere in particolare quelle chiese sudafricane che
lottano affinché esso venga abolito. Ma più le chiese si impegnano e più l’establishment sudafricano le minaccia e le colpisce.
Il 31 agosto un attentato all’esplosivo ha semidistrutto
« Khotso House » a Johannesburg, sede dei Consiglio sudatricano delle chiese. Un attentato eseguito con mezzi potenti e
con grande capacità professionale. Dall’edificio pericolante,
circondato e sorvegliato dalla
polizia, sono spariti documenti
importanti. Non si tratta evidentemente dell’atto vandalico di
uno sconsiderato, bensì di una
precisa intimidazione.
In questi giorni, per iniziativa
del CEC, si è avuto a Ginevra
un incontro tra dirigenti di chiese sudafricane e di chiese d’Europa e d’America per analizzare
la situazione, per far meglio conoscere la realtà sudafricana e
per sostenere la necessità di sanzioni contro il Sud Africa: per
esempio la cessazione dei voli
di compagnie europee in Sud
Africa e il divieto di atterraggio di aerei sudafricani in Europa, oltre all’embargo petrolifero e alla lotta alla vendita illegale di armi.
I responsabili di diverse chiese sudafricane hanno iniziato
una campagna intitolata « difesa della verità », nella quale tra
l’altro hanno invitato a boicottare le elezioni locali indette
per il 2S ottobre. Poiché anche
il vescovo anglicano Desmond
Tutu ha appoggiato il boicottaggio, il ministro della giustizia
l’ha minacciato dì sanzioni.
I leader ecclesiastici sudafricani hanno riaffermato il principio che è diritto e dovere dei
cristiani denunciare l’apartheid
e chiamare altri all’opposizione
c alla disobbedienza.
Qualsiasi misura contro quei
dirigenti di chiese sarebbe una
flagrante violazione della libertà religiosa, a cui occorrerebbe
rispondere con una mobilitazione massiccia della cristianità
niondiale.
Oggi la lotta contro il fenomeno disumano dell’apartheid
nsige non solo delle condanne
verbali — come quelle che abbiamo ascoltato in questi giorni durante il « pellegrinaggio »
del pontefice in alcune regioni
africane — ma degli atti concretl di solidarietà, ed è su queat! che si misurerà la sincerità
delle parole. Aldo Comba
La vigilia de] vertice della Banca Mondiale che si apre in questi giorni a Berlino è stata preceduta, nella stessa città, da una
« udienza ecumenica sul sistema
finanziario intemazionale e sulla responsabilità delle chiese ».
L’iniziativa è stata organizzata
da una trentina di gmppi ecclesiastici diversi e « sponsorizzata » dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) e dalla Federazione Luterana Mondiale.
L’« udienza », la prima del genere, a cui hanno partecipato economisti in qualità di esperti, esponenti dei Paesi in via di sviluppo in qualità di vittime e rappresentanti del mondo occidentale in veste di testimoni, si è
conclusa con un documento finale di « solidarietà ecumenica
con i Paesi del Terzo Mondo ».
Agli interrogatori e al dibattimento tra Nord e Sud del mondo ha fatto seguito un lavoro di
gruppo focalizzato su quattro temi: l’origine delTindeliitamento
internazionale; l’analisi dei sintomi dei Paesi colpiti (Brasile,
Filippine, Zaire, ecc.); il come
superare la crisi dell’indebitamento e avviare nuovi modelli
di sviluppo ed infine la responsabilità delle chiese nel quadro
dell’attuale sistema finanziario
occidentale. Alcune testimonianze del Sud hanno precisato che
molti debiti sono stati contratti
da governi autoritari che hanno
importato armi, ovvero beni non
produttivi, per milioni di dollari. Pagare i debiti (o spesso solo
gli interessi) significa per questi Paesi esportare unicamente,
o quasi, le proprie materie prime, impoverendosi ancor di più.
La vecchia soluzione di Fidel
Castro che dice: « I debiti non
si pagano » non sembra avvantaggiare le popolazioni interessate che finirebbero col restare
ancor più isolate nell’economia
mondiale. E’ possibile però utilizzare il « problema del debito »
come mezzo di democratizzazione dei rapporti finanziari internazionali e andare verso una
maggiore equità? Le analisi del
problema non mancano. La più
acuta rimane quella dell’americana Susan George (vedi Eco/
Luce n. 43/’87) che interpreta
tutto il problema dell'indebitamento come una guerra a bassa
intensità (low intensity conflict)
dell’Occidente contro il Terzo
Mondo. Ma la spoliazione del
Terzo Mondo finirà — sostiene
la George — per devastare anche noi. Obbligati a svendere le
proprie materie prime (foreste
comprese), lo squilibrio economico ed ecologico del Sud si trasformerà in un disastro internazionale. Insamma, è come se fos
:CU«?:fC*L HE/IRING
Berlino Ovest: durante i lavori dell’« udienza ecumenica ».
simo tutti imbarcati sul Titanic.
C’è chi viaggia in prima e
chi in classe economica ma quando il bastimento affonda, affcmda per tutti.
A Berlino, durante 1’« udienza »
Volkmar Köhler, rappresentante
tedesco federale del Ministero
per la cooperazione economica,
ha dichiarato di essere disponibile a rinegoziare il debito internazionale evitando condizioni ca
I CULTI MATTUTINI AL SINODO
Meglio 5 parole comprensibili
«Desiderate ardentemente l’amore, non tralasciando però di
ricercare i doni spirituali, principalmente il dono di profezia»
(1* Cor. 14: 1).
Dopo aver parlato dei differenti doni che lo Spirito elargisce
ai credenti, l’apostolo Paolo tratta della necessità di ricercare altri doni e mette a confronto il
« parlare in altre lingue », il fenomeno di estasi spirituale probabilmente tenuto in grande
considerazione a Corinto, e il
« profetizzare », che qui possiamo definire « predicazione » nel
suo aspetto più ampio. Mentre
i fenomeni estatici sono sempre
qualcosa di appariscente, la predicazione spesso non lo è e può
anche confondersi con altri discorsi puramente formali. « Chi
parla in altre lingue edifica se
stesso, ma chi profetizza edifica
l’assemblea » scrive l’apostolo.
Allora la cosa più importante è
l’edificazione, la costruzione e la
crescita della comunità, per cui
ognuno deve dare il suo contributo, ma lo dà solo se non ha
in mente il suo personale rapporto con Dio, ma se è aperto
verso gli altri. Così il suo parlare 'sarà di esortazione e di consolazione per il credente e comprensibile per il non credente,
affinché anche questi possa adorare Dio. Viene messo dunque
chiaramente in risalto l’apporto
che ogni individuo può dare su
due fronti: interno ed esterno
alla comunità. Esortare e consolare sì, ma anche testimoniare della presenza di Dio in modo che altri lo possano riconoscere come Dio. E non è detto
che una funzione debba svolgersi prima o dopo l’altra, le due
cose sono strettamente collegate. Non ci può essere una comunità tutta introversa o tutta estroversa; il problema non è di
priorità, ma che la predicazione
sia utile, cioè comprensibile sia
ai fratelli che agli estranei.
Un elemento costante del protestantesimo è dato dalla fiducia
nella potenza e nell’efficacia della Parola di Dio. La Riforma è
consapevole di trovarsi davanti
a una Parola che è incatenata se
è inconrprensibile ma che, dove
è capita, produce i suoi effetti,
opera potentemente nella chiesa
e nella società, abbattendo le
barriere fra gli addetti al sacro
e il popolo di Dio. Si ha l’impressione che oggi la predicazione non abbia l’efficacia di un
tempo e non è facile capirne il
perché. Bisogna tener presente
che gli interlocutori sono due:
chi ascolta e chi predica. Chi
ascolta non sempre riesce a co
gliere la novità dirontpente della Parola, forse perché distratto dal suo modo di pensare e
di considerare i problemi odierni. Chi predica usa spesso un
« gergo » religioso così come usano un loro gergo gli ambienti
politici, sindacali, scientifici o
sportivi. La parola incomprensibile è inefficace, non costruisce,
non esorta, non testimonia e non
produce conversione. « Nell’assemblea preferisco dire cinque
parole intelligibili che diecimila
in altre lingue per istruire anche
gli altri » dice l’apostolo. Solo
così cadranno le barriere che
rendono la Parola di Dio monopolio di alcuni a scapito di altri
e si prenderà sul serio il reciproco compito dell’edificazione
comunitaria rendendo reale il sacerdozio universale. Sembra un
paradosso, ma non lo è, affermare che occorre molta più cultura per parlare in modo semplice, senza cadere nel banale, e
accessibile a chi una certa cultura non la possiede piuttosto
che rivolgersi a un gruppo culturalmente omogeneo. La Parola
di Dio, mediante la predicazione, deve raggiungere indistintamente tutti, sia i credenti all'interno della comunità che i non
credenti, all’esterno. In questo
modo il « dentro » e il « fuori »
della Chiesa non saranno uno
steccato di protezione per alcuni o un ostacolo insormontabile
per altri.
Laura Garrarì
pestro. Dall’l/NCrAD, un organismo per lo sviluppo delle Nazioni Unite, è emersa la proposta
di una caneel-lazitme -sìbo at 30%
dei debiti dei Paesi in via di sviluppo. Manuel Montes, docente
di economia nelle Filippine, e
l’ex segretario del CEC Philip
Potter hanno sostenuto che i cristiani devono impegnarsi maggiormente sugli attuali problemi dell’ingiustizia economica che
spacca il mondo in due. « Da
quest’udienza — dice Luisa Rivoira che, a Berlino, coll abora
temporaneamente al lavoro dell’organizzazione degli studenti
evangelici (ESG) presso la quale si è svolta T"udienza” internazionale — mi sarei aspettata,
da parte delle chiese, richieste
più radicali a livello politico nei
confronti della Banca Mondiale
e del Fondo Monetario Intemazionale. Tuttavia l’azione di protesta non si è ancora conclusa.
Durante il vertice economico
si terranno in contemporanea
’’contro-vertici” organizzati da
gruppi di chiesa e gruppi alternativi che cercheranno di contrapporre nuovi modelli di sviluppo al soffocamento della politica occidentale dei debiti ». Negli ultimi 8 anni l’ammontare del
debito del Sud del mondo è raddoppiato. L’ultimo vertice dei 7
grandi Paesi industrializzati, tenutosi nel giugno scorso a Toronto, non ha registrato noyità
sul problema del debito internazionale, che finisce con Tessere
un’arma in mano al Nord industrializzato per condizionare le
politiche dei Paesi di molte
regioni del Sud. Il giorno in
cui Nord e Sud potranno
sedere allo stesso tavolo delle
trattative non in forma subordinata ma paritetica appare ancora lontano. Certo è che le
chiese, quelle che rifiutano di cogestire il potere economico e ricercano il servizio disinteressato
per l’umanità, hanno un ruolo
fondamentale nella ricerca di
riorientare l’economia mondiale.
Prima che il Titanic affondi c’è
ancora tempo per cambiare la
rotta e puntare sull’autonomia
politica e commerciale del Sud
del mondo. E’ un viaggio lungo,
ma è l’unico che possa evitare
il naufragio. Giuseppe Platone
2
vita delle chiese
1
23 settembre 1988
A SANTA SEVERA, IL 23-25 SETTEMBRE IL CONGRESSO EGEI
La vocazione, la crìtica profetica,
l'organizzazione
Dal 23 al 25 settembre si terrà a Santa Severa
il IX Congresso della FCEI. Nelle intenzioni
del Consiglio questo non dovrebbe essere un congresso di ordinaria amministrazione, di routine,
ma dovrebbe invece essere caratterizzato da una
discussione profonda sul senso e le prospettive della federazione stessa.
A quasi 20 anni dalla nascita della FCEI
(1969), ci pare infatti che le riflessioni e le intuizioni che ne hanno permesso e sostanziato l’esistenza (la spinta verso l’unità del protestantesimo italiano, il discorso su fede e politica, l’impegno come risposta alla vocazione, la forte spinta
per la riforma della chiesa) siano per un verso superate e per l’altro da riscoprire.
Superate perché la situazione attuale è radicalmente mutata rispetto agli anni ’70 e non si possono riproporre idee e modi di essere come validi
per tutte le stagioni.
Da riscoprire perché la riflessione politica s soprattutto teologica su cui la FCEI è nata rimane
un punto alto della nostra elaborazione, un punto
fermo a cui riferirsi nella ricerca di una rinnovata
fedeltà all’Evangelo.
Il saper abbandonare gli elementi superati, perché legati a doppio filo ad una situazione specifica,
mantenendo però le domande di fondo poste da
questi nostri fratelli maggiori, è quindi la base
su cui ridefinire una nuova identità per la federazione.
Questa ricerca dovrebbe spingersi in tre direzioni:
1) Rimettere al centro la questione della vocazione. Superare cioè un certo attivismo dell’impegno che rischia di esaurirsi con gli anni dell’adolescenza per porre al centro il problema delia
vocazione che ci è rivolta. Vocazione che investe
la vita nella sua interezza — non solo la fase gio
vanile — e di cui l’impegno è un frutto ineliminabile ma secondario.
2) Rimettere al centro la riflessione teologica intesa come critica profetica della realtà in cui
viviamo e delle nostre azioni. Saper cioè denunciare le ingiustizie vagliando però criticamente
le nostre realizzazioni, non limitandoci a fare, senza saper bene dove si va.
3) Reimpostare il funzionamento della federazione puntando fino in fondo alla realizzazione
effettiva di una « federazione di gruppi ». Su questo piano molti passi in avanti sono stati fatti ma
molto resta da fare, dal potenziamento delle regioni e del notiziario, al ringiovanimento del Consiglio, al rapporto con i gruppi non federati.
Queste sono alcune delle sfide che ci troviamo
davanti. A Santa Severa ci troveremo in oltre 150
per cercare collettivamente di rispondere.
Paolo Ferrerò
Cosa mi aspetto dal Congresso
Anna Bosio
Dopo una estate di feste e festival pilotati ed oggetto di contese politiche, mi asp>etto un incontro congressuale finalmente
gestito dai partecipanti, finalmente a loro « uso e consumo ».
Bello. E’ bello sapere che la
attività che hai svolto con alcuni gruppi EGEI nell’arco dei 20
mesi precedenti non scompare,
non si annulla quando superi i
confini territoriali della tua regione, è invece ciò che puoi riferire, può interessare altri, può
esistere in funzione delle decisioni finali che si prenderanno
a livello nazionale. C'è un collegamento tra attività di base e
linea nazionale che può dipendere da te, che è lecito ed auspicato; il congresso appartiene ancora alla federazione.
Con questo presupposto è ora
che si approfondisca l’esame del
lavoro dei gruppi e delle regioni. In questi ultimi due o tre
mandati congressuali ci sono stati dei cambiamenti che, visti nell’insieme, hanno modificato caratteri importanti della federazione. E’ ora di riconoscerli, di
renderli ufficiali e di trarne le
conseguenze.
— C’è stato un ricambio generazionale massiccio nei gruppi e ne attendiamo il riscontro
anche nelle giunte regionali e
nel consiglio nazionale.
— Senza che si prendesse alcuna decisione in merito, alcuni
temi e centri di interesse sono
appassiti, sono andati esaurendosi o sono stati di fatto delegati a poche persone, in genere
più •vecchie; ci sono state cioè
attività svolte con sensibilità e
criteri di priorità diversi da (prima.
Penso per esempio alla attenzione politica che si è alleata di
volta in volta con l’ecologia, la
pace, o i diritti umani e civili
ma non ha più avuto da molto
tempo vita e finalità proprie.
Penso alla difficoltà di impostare gruppi di studio e di approfondimento solo teorici, per
il piacere di conoscere, riflettere
e imparare. Penso alla forma
fraterna e quasi pittoresca che
i rapporti con il cattolicesimo
di base hanno assunto, senza
che nessuno venga colpito dalla
funzione di sfida e di verifica
che essi hanno.
Rifletteremo su questi ed altri
punti e innanzitutto ce li metteremo davanti agli occhi e nella testa, e li diremo ad alta voce perché ancora troppa gente.
alle Valli in particolare, guarda
la EGEI in fotografia dal 1970.
E pur appartenendo io alla
EGEI che sta per essere superata, mi auguro non venga a nessuno la tentazione di restaurare
nulla. Al contrario mi auguro
che saremo tutti abbastanza sereni da osservare ciò che abbiamo
perso e ciò che abbiamo ottenuto, cercando la vitalità della federazione nelle forme in cui si
esprime o potrebbe farlo, e non
sarebbe male se generazioni
e sensibilità diverse potessero
affidarsi reciprocamente ruoli e
compiti adatti, inventando nuove forme di presenza e di collaborazione.
Sergio
Spanu
Ho sentito dire che quando
si parte per un congresso della
EGEI è consigliabile non aspettarsi nulla, cesi al ritorno ci si
sentirà felici di esserci andati.
Non so quanto queste parole siano fondate, certo è che se la
EGEI fosse fatta di person-3 cosi intraprendenti e positive, nel
giro di qualche mese della federazione giovanile sentiremmo
scio la puzza stantia e nulla di
più.
Marisa
Mastrototaro
Con ravvicinarsi del IX Congresso EGEI si infittiscono le
aspettative e le domande a cui
bisognerà cercare di dare una
risposta. Il periodo fra un congresso e l’altro è stato caratterizzato, per quanto riguarda la
EGEI Puglia e Lucania, soprattutto (ma non solo) dall’impegno nel « Progetto Sud Africa »,
che ha coinvolto in maniera diversificata i vari gruppi delle
due regioni.
Accanto alla riflessione storica
e teologica sulle origini dell’apartheid e sulle sue radici bibliche, si è sviluppata una serie
di iniziative d' sensibilizzazione
e di solidarietà con il Sud Africa, da manifestazioni pubbliche
alla produzione di un fumetto
informativo e di lavoretti artigianali, all’analisi di inni e poesie sudafricane.
Affinché questo progetto non
resti solo un episodio a sé stante del nostro impegno di fgeini,
è necessario inserirlo in una riflessione più ampia che implichi
sia i diversi aspetti politico-economici del problema, sia gli intrecci tra giustizia, pace e salvaguardia deli’ambiente.
Dal congresso mi aspetto che
nella discussione comune si riesca a superare quella visione settoriale a cui spesso tendiamo,
soprattutto se ci siamo occupati a fondo di un unico argomento. Spero quindi che ne vengano
fuori gli strumenti (in primo
luogo teologici) più adeguati per
un’analisi complessiva della realtà in cui siamo chiamati ad operare.
Personalmente ritengo chè il
congresso debba mantenere una
particolare centralità nella vita della federazione e, senza dimenticare il suo ruolo istituzionale, debba porre solide basi
programmatiche al lavoro delle
singole regioni e distretti. Certo dal congresso potranno uscire
solo dei consigli direttivi per il
lavoro della segreteria nazionale e delle giunte regionali e non
dei veri e propri risultati, ma
sono convinto che quello congressuale è il momento più squisitamente democratico, nel quale
sarebbe sbagliato non intervenire con chiare problematiche,
quand’anche fossero di ordine
locale.
Santa Severa (Roma): un’immagine del congresso EGEI che si sx’olse nel centro battista nel 1979.
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E’ proprio nelle situazioni particolari che io mi aspetto un
contributo dai lavori del congresso: il Lazio, come probabilmente altre regioni, ha delle
eccezionali potenzialità in termini di giovani e delle loro singole capacità, ma faziosi ed inutili ostacoli sembrano da sempre dividere i vari gruppi giovanili impedendo una concreta
unità federativa. Il prossimo
congresso o una apposita commissione dovrebbero quindi analizzare attentamente tutta la
realtà giovanile, senza dimenticare quei gruppi storicamente
distaccati; a conclusione di ciò,
cercare di cogliere quei punti
di forza comuni, tenendo bene
in evidenza le particolarità locali senza mai soffocarle.
Siamo una federazione ea è
quindi giusto che ogni singolo
gruppo conservi le proprie peculiarità, ma tutto ciò, ed è questo che mi aspetto dal congresso, non deve andare a discapito
di una vivace ed imita presenza evangelica nella realtà sociale della regione centro come in
quella nazionale.
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
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Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Plervaldo Rostan
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchi, Alberto
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Registrazione: Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Giampiccoll
Hanno collaborato a questo numero: Bruno Gabrielli. Gianni Musella. Roberto Peyrot, Teofilo Pons, Aldo Rutigliano.
Il n. 35/88 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino il 14 settembre e a quelli decentrati delle valli valdesi il 15 settembre 1988.
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23 settembre 1988
vita delle chiese
DISTRETTI - TAVOLA - CIRCUITI
La nostra agenda
L incontro con le commissioni esecutive e i sovrintendenti - Evangelizzazione, sistemi contributivi, formazione e concilio per la pace
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Arrivi e partenze
Tutti gli anni, aippena terminato il sinodo, i membri delle
commissioni esecutive distrettuali e i sovrintendenti dei 16
circuiti si incontrano con la Tavola e con le commissioni sinodali amministrative: sono un po’
meno di cinquanta persone, che
vengono da tutte le parti d’Italia. Si fa il punto della situazione, si esaminano i problemi locali più scottanti ed urgenti, si
guarda insieme come si possono
rendere operativi gli ordini del
giorno sinodali.
Può essere utile avere qualche
indicazione — anche se molto
sommaria — sui temi affrontati.
Dovrebbe così risultare evidente
quali sono gli argomenti che il
sinodo propone all’attenzione
delle chiese.
Nel 1990 si terrà un’assemblea
congiunta tra sinodo e assemblea battista: sarà importante
che le chiese esaminino il materiale che nella seconda parte dell’anno ecclesiastico comincerà ad
arrivare, e sarà pure importante che si faccia in comune, sul
piano locale, quel che si può in
tanti settori. Per esempio, nel
campo deW evangelizzazione: la
Tavola ha già cominciato a met
tere a disposizione persone, tempo e denaro necessari per un
progetto di dipartimento per l’evangelizzazione che dovrebbe lavorare appunto in collaborazione con quello che le chiese battiste già hanno.
Alcuni esempi di riflessione: il
rapporto tra evangelizzazione e
testimonianza, tra evangelizzazione e proselitismo, tra evangelizzazione e cultura; un bel lavoro per la nostra ricerca di quest’anno.
Il sinodo ha chiesto, dopo
una buona discussione, alle chiese di riorganizzare i propri sistemi contributivi locali, raccogliendo all’inizio dell’anno gli impegni dei singoli membri di chiesa per una contribuzione proporzionale alle proprie entrate
(che dovrebbe essere sul 3%).
Un grosso lavoro di sensibilizzazione è necessario, perché tutti
si rendano conto che questo sforzo è importantissimo.
Grossa parte del nostro impegno (non solo, ma anche finanziario) va indirizzata al lavoro
della facoltà di teologia e alla
diffusione del libro Claudiana
(ogni chiesa un deposito, naturalmente!).
Ultimi di questa lista, ma certo non meno importanti, ^i
spunti di riflessione sul decennio
ecumenico di solidarietà delle
chiese con le donne, sul concilio
di tutte le chiese per la pace
(con l’appuntamento di Basilea
’89 ma anche con tanti appuntamenti nelle nostre chiese e nelle assemblee di circuito) e sul
razzismo, malattia difficile da curare (il sinodo chiede che si studi la «carta di Groningen»:
quanti fra di noi sanno di che
cosa si tratta?). Su questi temi
la documentazione non sarà mai
sufficiente, ma molti hanno intenzione di impegnarsi con energia.
Nel pomeriggio un bel po’ di
tempo è stato speso per esaminare da vicino quello che chiamiamo il « campo di lavoro »;
un lavoro importante perché insieme si chiarisce, ci si confronta, si cerca. Mi è sembrato, quest’anno, che questo nostro incontro ecclesiastico a livello nazionale fosse animato da uno spirito di ricerca attento, buono,
molto sereno. Ottime premesse
per un anno di lavoro che, dappertutto in Italia, è appena cominciato. Eugenio Rivoir
CORRISPONDENZE
Millennio deila Russia cristiana
LIVORNO — Abbiamo aderito
alle celebrazioni, promosse dall’associazione Italia-URSS, per il
millenario della conversione della Russia al cristianesimo.
Il prof. Cesare De Michelis
(valdese di Roma) ha tenuto una pregevole conferenza sulla
mentalità religiosa, l’arte e la
letteratura in Russia.
Il pastore Scuderi, in occasione del ricevimento della delegazione sovietica a Livorno, ha rivolto a nome della nostra chiesa un indirizzo di saluto ai membri della Accademia delle scienze presenti ed un messaggio ai
componenti ortodossi della delegazione, a noi uniti nella comunione del Consiglio Ecumenico
delle Chiese.
• Tre le assemblee di chiesa:
la prima (10.4) per l’approvazione della relazione finanziaria. La
seconda, il 12.6, per la elezione del Consiglio di chiesa,
scaduto per compiuto quinquennio. Sono stati eletti: Filippo
Alberto La Marca, anziano; Adriana Barontini, Leonardo Casorio, Anna Maria Serredi, diaconi. La terza assemblea, riunitasi il 17 luglio, ha esaminato e
approvato la relazione annua.
Varie occasioni di testimonianza e di presenza nelle scuole pubbliche ci sono state offerte in maggio grazie alle visite di
parecchie classi di alunni delle
niedie inferiori, fatte alla nostra
chiesa, ed agli inviti ricevuti dal
Pastore a presentare il pensiero
della Riforma nel contesto delle
lezioni di storia in alcune classi di istituti superiori, in attuazione dell’art. 10 della legge 449,/
1984.
• Il programma di studi interconfessionali promossi dal gruppo SAE di Livorno si è concluso con due incontri su: « libertà
autorità - servizio » (Mt. 20: 2228; I Cor. 9: 19-22) il 10 maggio;
6 su « la libertà di dialogare »
(Me. 9: 38-39; I Tes. 5: 21) il 14
giugno.
Il vantaggio di aver potuto
beneficiare di ima sede neutra
c fissa ha contribuito a verifical’assiduità del gruppo fedele
ugli incontri, ma non ha consen“to l’auspicato coinvolgimento
di altre persone come nel passato, quando, sia pure non senza difficoltà, eravamo ospiti dì
quelle poche parrocchie che ci
ospitavano. E’ questo un problema che dovrà essere attentamente vagliato anche dalla nostra comunità.
• Le riunioni tra cristiani (cattolici e protestanti) ed ebrei nella nostra sala delle attività, si
sono svolte con progressiva
positività, grazie anche alle animate discussioni preliminari sui
temi e sul metodo di conduzione delle riunioni, oltre che alla
maggiore conoscenza e fiducia
reciproca.
Al secondo incontro (16 maggio) su Deut. 6: 4-9, presenti ben
35 persone delle due religioni, il
testo è stato presentato a tre
voci. Il maestro L. Chaim (ebreo) ne ha puntualizzato i contenuti secondo la fede e la spiritualità ebraica, don A. Marini ha
portato le riflessioni teologiche
della critica biblica cristiana, il
pastore Scuderi ha riletto il testo attualizzandolo in ottica pastorale. La buona e lunga discussione, svoltasi in una atmosfera
di amicizia, è stata la premessa
indispensabile per l’organizzazione del terzo incontro (13 giugno) sulla vocazione del profeta
Isaia (Is. 6: 1-13). Ancora una
volta tre presentazioni del testo
in ottica ebraica (Chaim), di cri
tica biblica ed esegetica (Mari
ni), di attualizzazione (Scuderi)
Esito positivo, presenza nume
rosa, volontà comune di prose
guire negli incontri, possibil
mente a scadenza mensile, in autunno. Ma ciò che ha costituito
l’elemento maggiormente significativo è stato l’avere iniziato a
dialogare insieme imparando a
conoscerci nelle diversità di fede, spiritualità e tradizioni.
Chiese gemelle
COLLEFERRO - FERENTINO
— Le nostre chiese hanno ricevuto domenica 7 agosto la visita
di un gruppo della chiesa renana di Rydt con la quale sono
gemellate. Accompagnati dal pastore Kamp, gli ospiti hanno a
vuto modo di conoscere le comunità con cui avevano già avuto un approccio il giorno precedente con una gita in comune agli scavi archeologici di Pompei e al Vesuvio. Dopo un’escursione nella città di Anagni, dove hanno potuto ammirare la
splendida cattedrale e la famosa
sala « dello schiaffo » (in cui Bonifacio Vili venne schiaffeggiato
ed arrestato dagli sgherri di Filippo il Bello), si è tenuto il
culto comunitario nella campagna di Ferentino, nella casa messaci a disposizione dai fratelli
Chiarina e Domenico Picchi. Il
culto con Santa Cena presieduto
dal pastore Kamp e dal candidato Maria Adelaide Rinaldi è stato allietato dai canti bellissimi
dei nostri ospiti. Ha fatto seguito l’agape comunitaria nel
corso della quale si è potuto
maggiormente fraternizzare.
Matéo Maximoff
TORINO — Matéo Maximoff,
scrittore rom e pastore della
Missione pentecostale zigana,
che già nello scorso giugno si
era recato a Torre Pellice, ha
partecipato, domenica 11 settembre, al culto presieduto dal past.
Alberto Taccia presso la chiesa valdese di c.so Vittorio.
Dopo il sermone egli ha reso
una testimonianza su come ha
avuto origine e si è evoluta la
diffusione della Parola di Dio
tra gli zigani, evidenziando il
cambiamento di vita che la conversione ha rappresentato per
loro.
Il miracolo di questo secolo
— ha detto — non è costituito
dalle conquiste spaziali ma da
quanto è avvenuto tra i Rom
ed i Sinti dal momento in cui
essi hanno accolto l’Evangelo.
In molti hanno mostrato vivo
interesse per il messaggio del
pastore Maximoff, soffermandosi a parlare con lui al termine
del culto.
Matéo Maximoff sarà presto di
nuovo a Torino per presentare
il suo primo libro di racconti
tradotto in italiano che sarà realizzato entro la fine dell’anno.
FRALI — Domenica 4 settembre abbiamo ascoltato il sermone di addio del pastore Erika
Tomassone, che ancora ringraziamo di cuore.
La domenica successiva ha
predicato il pastore Sergio Ribet.
• L’insediamento del candidato in teologia Gregorio Plescan, che lavorerà presso la locale chiesa valdese, avrà luogo
domenica 25 settembre alle 10.30,
durante il culto, con la partecipazione del sovrintendente del
III Circuito past. Renato Coisson.
• Con ogni probabilità il culto di domenica 2 ottobre segnerà l’inizio formale delle attività
del nuovo anno ecclesiastico.
Quanto prima fisseremo le date di inizio per la ripresa della
scuola domenicale, dei catechismi, delle riunioni dei monitori,
deU’umone femminile...
Fisseremo anche, nel corso
della prima riunione del Concistoro, l’ordine del giorno della
prossima assemblea di chiesa,
che fin d’ora si può indicare dovrà occuparsi della relazione su
quanto avvenuto in Sinodo, di
una prima proposta per i temi
da affrontare nelle riunioni quartierali, e del tema «finanze».
• La prima riunione della corale avrà luogo venerdì 14 ottobre, alle ore 20, al presbiterio.
• Ci rallegriamo con Piero e
Silvana Pascal ed il piccolo Davide per la nascita di Sara.
Ripresa delle
attività
VILLASECCA — L’inizio delle attività per l’anno 1988-1989
avrà luogo domenica 2 ottobre,
ore 10. La liturgia del culto, con
celebrazione della Cena del Signore, sarà presieduta da un
gruppetto di ragazze/i. A tutti
gli alunni della Scuola domenicale ed ai catecumeni verranno
consegnati i testi di studio del
nuovo anno.
Il culto avrà luogo nel tempio.
• La nostra Filodrammatica
sarà particolarmente impegnata,
a partire già da ottobre, nella
preparazione di un testo di ispirazione storica, ricorrendo nell’89 il III centenario del ’’Glorioso Rimpatrio”.
• La ripresa delle attività della Corale è fissata per giovedì 6
ottobre, ore 20, nella sala.
• I monitori sono convocati
per venerdì 7 ottobre, ore 20,
nella saletta.
• Assemblea di chiesa. Domenica 9 ottobre, ore 10, avrà luogo l’assemblea di chiesa. Odg:
1) Cambio pastorale per scadenza quattordicennio; 2) Relazioni sulla Conferenza distrettuale
e sul Sinodo; 3) Stabili; 4) Varie eventuali.
Esortiamo tutti i membri di
chiesa, ma innanzitutto i membri elettori, a partecipare a questa particolare assemblea; si
tratterà, cioè, di decidere, in
qualità di chiesa autonoma, se
accettare o rifiutare la proposta
della Tavola secondo cui sarà
la Tavola ad inviare, e non noi
a scegliere, il pastore allo scadere del corrente quattordicennio, che avverrà nel 1990.
• Per giovedì 13 ottobre, ore
14.30, nella saletta, è stata fissata la riunione dell’Unione Femminile.
• A Bovile, Roccia e Villasecca le riunioni quartierali avranno luogo alle ore 15, negli altri
quartieri, alle ore 20.
Ottobre: 7 Bovile; 14 Pian
Faetto; 21 Trossieri; 28 Villasecca.
Ai Chiotti le riunioni verranno inserite nei culti domenicali.
• Il Concistoro è convocato
per sabato 15 ottobre, ore 20,
nella saletta.
• Le offerte, in natura e danaro per l’AsUo di S. Germano sa
ranno raccolte in occasione delle riunioni nei vari quartieri.
• Durante le trascorse ferie
estive abbiamo avuto il piacere
di ascoltare la predicazione della Parola da parte di Elvio Peyronel, Emilio Rostan, Dario
Tron, Luigi Marchetti, del past.
prof. Jacques Pons e del past.
Alfredo Janavel. Li ringraziamo
tutti nel Signore.
Solidarietà
VILLAR PELLICE — Si sono svolti i fimerali della sorella Maria Gönnet ved. Fontana
deceduta all’età di 83 anni dopo lunga malattia. Ai familiari
rinnoviamo l’espressione della
fraterna solidarietà della chie
Pomeriggi
comunitari
TORRE PELLICE — Facendo
seguito ai pomeriggi comunitari
organizzati nei vari quartieri,
domenica 25 settembre alle ore
15 avrà luogo l’incontro presso là scuoletta dei Simound.
• Sabato 17 settembre si è
svolto a Maniglia l’incontro comunitario promosso dalle unioni
femminili di Torre e Ferrerò; si
è trattato di una giornata vissuta all’insegna della letizia
fraterna e che verrà riproposta
in vai Pellice in primavera.
Sono indette due assemblee
di chiesa in seguito alla vacanza pastorale proclamata a partire dal r.l0.’89; esse si svolgeranno durante i culti domenicali; il 2 ottobre, con carattere
informativo, per presentare la
proposta di sistemazione pastorale per alcune chiese autonome elaborata dalla Tavola alla
luce di un atto sinodale del
1975, in cui si invitavano le chiese a non avvalersi in modo individualistico della loro autonomia, inserendo il problema nel
contesto delle esigenze della
chiesa in generale; il 16 ottobre,
a carattere decisionale, riguardo
alla provvista della chiesa di
Torre Pellice.
• Giovedì 22 settembre alle
ere 21, presso la casa unionista,
riprende l’attività della Corale.
• Nel corso del culto di domenica 18 settembre è stato
battezzato il piccolo Luca Zoppi di Sergio e Marina Bianciotto; possa il Signore aiutare i
genitori a mantenere la promessa fatta.
Domenica 25 settembre
□ ASSEMBLEA TEV
TORRE PELLICE — Alle ore 15, alla
Casa Unionista, si tiene l’assembiea
mensile del movimento di Testimonianza Evangeiica Valdese. Tutti possono parteciparvi.
□ INCONTRO
REGIONALE SAE
RIVOLI — Domenica 25 settembre,
presso il Centro Filadelfia (v.le Bassano, 12) si tiene ii primo incontro
regionale del SAE. All'introduzione
(ore 9.30) di Didi Paschetto, Maria
Martinetti e don Giuseppe GhIbertI, seguiranno comunicazioni di fra Roberto Granchi, Sergio Castagna, Fiorestana Sfredda. Conciuderà la liturgìa ecumenica. Per prenotazione del pranzo, tei. presso Celeghin (011/250850)
oppure Martinetti (0174/42708). Per informazioni tei. presso Maria Martinetti
oppure Donatella Saroglia (011/383409).
4
4 fede e cultura
23 settembre 1988
LEONE D’ORO AL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA
La leggenda del santo bevitore
Dal racconto di Joseph Roth al film di Ermanno Olmi; la vicenda emblematica di un uomo ai margini delia società e
tuttavia dotato di una grande sensibilità - Il vagabondaggio per le strade di Parigi e la riscoperta di alcuni valori
soldi (come un compagno di bevute, come una ballerina che incontra in un albergo) e c’è chi di
nuovo gliene dà (come un famoso
pugile, un tempo suo compagno
di scuola), ma sempre qualcosa
tiene il protagonista lontano da
quella chiesa: o, quando aspetta
la fine della messa per entrare, beve troppo, nel bar di fronte, e si
addormenta.
Una maschera dagli occhi di ghiaccio: l’interprete del « santo bevitore » gira smarrito per le vie di Parigi, incapace di resistere agli
incontri; nOn riuscirà a pagare il suo debito.
Andreas Kartak era un minatore della Slesia, venuto a Parigi
non con la prospettiva di trovare
un lavoro migliore, ma piuttosto
per andare in un paese lontano.
Ora, slamo nel 1934, è ridotto a
vivere sotto i ponti della Senna,
alcolizzato, come tanti altri clochard. Eppure, un giorno, Andreas
incontra un personaggio enigmatico, distinto, che gli offre duecento
franchi: Andreas vorrebbe rifiutare, poi promette di considerarli
come un prestito, e di restituire
la somma alla piccola Santa Te
resa, nella chiesa di S.ta Maria di
Batignolles.
Da questo momento Andreas
inizia a percorrere i boulevard e
i lungosenna con l’intenzione di
restituire la somma; troverà sempre un impedimento, e scoprirà
(e noi con lui) che il suo itinerario è in realtà un viaggio alla
scoperta di se stesso; un bilancio
della propria esistenza.
Per Andreas si tratta di una
questione importante, ma nessuno
fra i personaggi che incontra lo
capisce; c’è chi gli porta via i
Joseph Roth scrisse La leggenda del santo bevitore nel 1939,
che sarà anche l’anno della sua
morte; uno degli ultimi esponenti
di una grande tradizione narrativa ebraico-orientale, e uno di quegli intellettuali che rappresentavano la multiforme cultura dell’impero asburgico e che furono costretti (perché ebrei) alla fuga in
conseguenza all’annessione dell’Austria alla Germania nazista, è
famoso soprattutto per Giobbe;
La cripta dei cappuccini; Fuga
senza fine; Il profeta muto. In tutte le sue opere, e in particolare
nella Marcia di Radetzky, celebrò
gli ultimi fasti di un impero, quello austro-ungarico, che sembrava
essere un mondo a sé, destinato
all’eternità. Invece i più tragici avvenimenti si preparavano per l’Europa: Roth stesso fuggì a Parigi
e Roth stesso si distrusse nell’alcool. Il santo bevitore era lo scrittore stesso che, al massimo della
disperazione, realizzava il proprio
testamento spirituale.
e il critico Tullio Kezich), al racconto di partenza.
Un film, quello realizzato da
Olmi (che già vinse al Festival di
Cannes, dieci anni fa, con L’albero degli zoccoli), che si presenta
con discrezione; la messa in scena non è invadente, non ricerca
effetti drammatici; anzi, sembra
quasi volutamente sottotono, essenziale e tranquilla. Ed è efficace
l’interpretazione di Andreas resa
da Rutger Hauer, una maschera
dagli occhi di ghiaccio, famoso
per aver assunto le vesti di un automa umanoide in un bel film di
fantascienza.
Ora la Leggenda è anche un
film, che ha vinto il Festival internazionale di Venezia. Un film
fedelissimo, nella trasposizione degli sceneggiatori (Ermanno Olmi
E tuttavia è evidente (ammesso
che abbia un senso il confronto
tra film e testo letterario) che
Roth e Ermanno Olmi sono distanti; il primo intuiva (e pagava
nell’autodistruzione) un dramma
che era appena all’inizio. Il secondo vede la storia e la figura dell’ubriacone come una parabola:
«Un racconto fantastico — ha detto — {perché tende all’esemplare)
in un contesto realistico ». E ancora: « Andreas sarà inadempiente fino alla morte di un debito in
denaro, per pagare debiti di altro
valore: l’amicizia, un po’ d’affetto
da una prostituta... ».
E ancora, laddove per Roth si
trattava di lanciare un grido disperato di allarme, per Olmi si
tratta di trovare un motivo di speranza, dei valori positivi anche
nella dissolutezza e nella devianza dei comportamenti.
Il rischio è, proprio perché questa differenza di accenti si attua
nel passaggio dalla parola scritta
UN FILM DA VEDERE
Un mese in campagna
L’Inghilterra traumatizzata dalla prima guerra mondiale - Una comunità protestante con il
suo pastore, la moglie, i dubbi, l’angoscia per il futuro di una chiesa che perde i fedeli
Inghilterra, un villaggetto della contea di York. Una chiesa
protestante, un pastore, sua moglie, una comunità.
Due giovani reduci, un’amicizia trovata, un amore perduto.
Il passato, il presente, un futuro intrarvisto.
E’ il 1920, la guerra ’15-18 è
finita ma ha lasciato molti traumi. Nei due protagonisti per esempio. Birkin è un restauratore di quadri che nella parrocchia del villaggio deve rimettere in luce im affresco del 1400
(in realtà è un dipinto su tavole di legno fissate al muro). Arriva con lo sbuffante treno da
Londra, piove a dirotto (l'eterno
tempaccio britannico), ma rifiuta
l’ombrello offertogli dal capostazione (una stazioncina da puffi) e si avvia in un fradiciume
mostruoso: erba, abiti, bagagli.
Il pastore mette subito in chiaro: abbiamo avuto un lascito a
condizione che l’affresco venga
restaurato, ma sappia che io sono contrario a questa spesa. Birkin vuole sistemarsi nel campanile, per quanto non ci sia neanche un pagliericcio e quando il
sagrestano manovra ila campana
c’è un bel chiasso. Dalla finestrella si vede una tenda bianca
piazzata nel prato. E’ M'oon, l’archeologo che nella stessa idillica countrvside cerca una tomba medievale. Nasce l’amicizia
degli opposti: Birkin è taciturno e introverso, eppure confida
a Moon che ogni tanto la moglie lo abbandona per un po’ e
poi fa regolarmente ritorno; l’a- mico è invece allegro, socievole,
chiacchierone, però tace di avere avuto una storia di sesso col
suo attendente in caserma. Episodio del tutto isolato, ma Moon
è bollato per sempre; il micromondo intorno è tollerante solo
perché così facendo può giustificare ogni sua segreta angustia,
sepolta nel perbenismo formaile.
Prendiamo il pastore, anticipa
di cinquant’anni una diagnosi
oggi scontata: la gente non viene più in chiesa, se ci viene è
pura apparenza, sotto sotto non
crede più, e io come faccio a
predicare, cosa dico, eccetera. Il
pastore ha un brutto carattere, è
arcigno, scortese, acido, disamorato del suo lavoro e della moglie perché vive con tormento
la sua passata professione di fede. Dolorosa è anche resistenza
della moglie, che è invece una
donna serena e bella, ma sciupata nell’animo perché deserta
d’amore e adesso s’interroga sul
silenzioso innamoramento di Birkin (non tutti gli amori si dicono).
Altrettanto dolorosa è resistenza della piccola comunità, estraniata nel mondo cambiato. Peccato, paradiso, inferno, non so
no più oggetto di credo ma gusci vuoti. L’inferno è sulla terra,
grida l’ira « blasfema » di Birkin, Dio non c’è.
Moon trova finalmente la tomba medievale, con Birkin la dissotterra, c’è uno scheletro con
una catenina e una mezzaluna;
la mezzaluna è anche dipinta al
collo di una figura dell’affresco
nella chiesa: sarà l’autoritratto
dell’ignoto pittore, un musulmano capitato chissà come nell’Inghilterra del 1400, torturato e
poi convertitosi per necessità,
per sottrarsi al razzismo celato
nella fraternità di facciata del
villaggio? L’avevano sepolto all’aperto, in terra sconsacrata,
non nel cimitero addossato alla
chiesa. E’ il cristianesimo ossessivo e punitivo, di ogni tempo
e di ogni luogo. Quindi qualcosa ha legato la tomba al quadro, come qualcosa ha legato i
due uomini di diversa estrazione
sociale: un mistero della vita;
e se non il tentativo di scioglierlo, almeno quello di capirlo o
di accettarlo. Hanno finito il lavoro e tornano, come tutti, al
loro posto. Moon alle sue tombe, Birkin alla moglie rientrata
a casa fino alla prossima fuga,
il pastore ad suo compito liso
dalla frustrazione, la moglie al
marito e alla vita senza gioia,
la congregazione ai suoi culti
rutinieri. Un mese non ha cam
alla realtà filmata, di isolare un
po’ troppo il personaggio; se il
testo è per sua natura evocativo,
e quel che non dice è suggerito
all’immaginazione del lettore,
l’ambiente parigino riprodotto dalla macchina da presa è e rimane
uno (a meno di sbizzarrirsi nei
trucchi e negli effetti speciali);
quello che dovrebbe accompagnare il personaggio nel suo errare.
E forse manca un po’ nel film. 11
santo bevitore è isolato dalla realtà, come non avviene invece nel
racconto, dove siamo noi a figurarcela sulla base dei pochi indizi
che ci dà lo scrittore. Allora forse la parabola è poco incisiva, forse la morte di Andreas (solo in
quel fatale momento giunto nella
sacrestia di S.ta Maria di Batignolles) chiude il discorso per sempre:
ha chiuso un’esistenza difficile,
trovando a modo suo delle gioie
in essa. Forse, rispetto a questo
che è un bel film, il racconto di
Roth riusciva a dirci qualcosa di
più universale, e ci costringeva
a riflettere ben oltre la morte del
protagonista.
Alberto Corsini
CONVEGNO
Le figlie
di Valdesio
Una sistemazione alla
abbazia di Fontevraud
biato nulla. O forse, chissà. Nel
colpo d’ala finale del film, Birkin si « vede » come sarà da
vecchio (ricordate l’astronauta
dell’indimenticabile 2001 Odissea
nello spazio di Kubrick?).
Un mese in campagna non è
un titolo gran che originale ma è
programmatico, nel paesaggio
ricorda il celebre quadro Déjeuner sur l’herbe di Manet: la campagna morbida, i prati soffici, i
boschi gonfi, i fiori e il verde
intenso, le lapidi di pietra del
minuscolo cimitero dove il pensiero della morte non fa paura
al pensiero della vita. Tutto è
educato, quieto, discreto; ma
nell’equilibrio dell’ambiente indovini la passione interna che
lo corrode e lo distrugge, benché tutti sembrino tenere ogni
cosa sotto controllo; Tutto a posto, niente in ordine, come emblematicamente si chiamava la
pellicola italiana di Lina Wertmiiller.
Il nuovo cinema inglese ha
prodotto un altro dei suoi film
inconsueti e interessanti. Grande sceneggiatura suggestiva e
struggejite, regìa esatta, interpreti puntuali. L’hanno premiato a
Bruxelles e Bergamo; si consiglierebbe di vederlo, se la distribuzione lo considera abbastanza
remunerativo da immetterlo nei
normali circuiti.
Renzo Turinetto
Dal 9 al 12 giugno scorsi si
è tenuto nell’Abbazia premonstratense di St. Michel de Frigolet
(tra Avignone e Tarascon) un
colloquio internazionale su Robert d’Arbrisseì et l’Abhaye de
Fontevraud, da lui fondata presso Saumur, lungo la Loira inferiore, ai primi del sec. XII.
Quell’abbazia divenne ben presto famosa, sia perché diretta
da una donna, sia perché accoglieva non solo monaci e monache (era un monastero « doppio »), ma anche, per la loro rieducazione, figlie madri e prostitute. Al sottoscritto venne richiesto di illustrare i rapporti che
esistettero, sul finire di quel secolo, tra l’abbazia e l’iniziatore
del movimento valdese. Com’è
noto, il ricco mercante di Lione,
nel convertirsi alla povertà, si
preoccupò tra l’altro di sistemare moglie e figlie, lasciando alla
prima tutti i suoi beni immobili
(case, molini, forni, campi, prati e boschi), sistemando le seconde nella suddetta abbazia: a
qual fine? Per la loro educazione oppure per farne delle monache? Quando ciò avvenne, che
età avevano? Tutte domande
senza risposta!
Si sa solo che Valdesio decise della sorte delle figlie ad insaputa della moglie, per cui c'è
chi ha pensato e scritto (Marguerite Verdat) che quella decisione il neo-convertito la prese
perché diffidava della volontà o
capacità della madre di dare
una vera educazione cristiana alle proprie figlie.
Comunque sia, dal dibattito
fatto al colloquio di Frigolet è
venuto fuori che nel « Grand Cartulaire » di Fontevraud — che si
sta pubblicando — non c'è traccia di una eventuale donazione
fatta dal lionese per la sistemazione delle figlie.
Giovanni Gonne*
i
5
23 settembre 1988
ecumenismo
COMITATO CENTRALE DEL CONSIGLIO ECUMENICO
Quale partecipazione
cattoiica ?
AGAPE
Campo IsIam
La presenza musulmana in Europa - La « legge
islamica » e le principali correnti teologiche
La collaborazione per
e integrità del creato
Il Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese si è
riunito daini al 20 agosto ad
Hannover. Nel suo discorso d’apertura dei lavori il segretario generale del CEC, Emilio Castro, si
è chiesto se sia possibile un allargamento del ventaglio delle chiese membro del Consiglio. Fra l’altro egli ha affrontato in particolare il problema tuttora aperto della nartecipazione della chiesa cattolica a! CEC. Non si parla ancora di una sua adesione, ma la
partecipazione della chiesa cattolica al Consiglio si è intensificata
in numerose occasioni, ed in particolare nel settore delle iniziative
per la pace, la giustizia, l’integrità del creato.
D’altra parte Emilio Castro ria
rilevato che le forme di obbedienza. ma anche le divisioni che sono nate all’interno della chiesa
nel corso dei secoli, hanno visto
sempre un’origine storica, sociopolitica e culturale. Questo non
de\ e sorprendere nella misura in
cui tutta la visione biblica è essa
stessa situata nella storia.
Dalla parte
dei poveri
Nei vari conflitti il CEC ha
sempre seguito, come linea direttrice, il prendere le parti dei poveri e degli sfruttati. La denuncia
richiede di identificarsi in colui
che soffre. Questa solidarietà pu5
costare caro, ma il CEC ha preferito correre il riscjiio delle tensioni e delle ambiguità, al fine
di dimostrare chiaramente che
l’unità in Cristo è unità con i poveri e con gli oppressi. Fra le nazioni che più di tutte danno motivo di preoccupazione al Consiglio figurano il Sud Africa, gli
stati dell’America centrale e la
Corea del Sud.
Philip Potter, che è stato segretario generale del CEC dal 1972
al 1984, ha rievocato l’azione passata del Consiglio stesso, in occasione del 40° anniversario dalja
sua fondazione. Con le'^ lacrime
agli occhi, più di mille persone
che assistevano al culto hanno
potuto ascoltare il pastore metodista ricordare che « in una lingua che tutti avevano imparato
ad odiare Martin Niemoeller, che
tutti avevano imparato ad amare,
si era rivolto alla fine della guerra ai delegati di Amsterdam
(1948) e aveva così iniziato: ’’Fratelli e sorelle in Cristo” ». Da allora. il cammino percorso verso
l’unità delle chiese è impressionante.
Parlando del futuro, Emilio Ca
le iniziative del progetto su pace, giustizia
- Le novità che vengono daH’Unione Sovietica
Ginevra: la sede del Consiglio ecumenico delle chiese.
stro ha constatato che si è aperto
un nuovo spazio per la missione
delle chiese e del Consiglio. Grazie al nuovo clima che si può constatare in Unione Sovietica, le potenzialità delle chiese dell’Est sono ormai disponibili, ha ancora
aggiunto Castro. Negli anni della
sua infanzia si parlava di stati
« pagani », ma i « pagani » sono
oggi i nostri vicini di strada e
di pianerottolo. I campi sono mutati. Per questo si prospettano forse nuove tensioni, nuovi rischi che
sarà necessario correre.
L’assise mondiale su « Pace,
giustizia e salvaguardia del creato », prevista per il 1990 e che
ha preso forma nel corso dell’Assériiblea 'del CEC di Vancouver
(1983), si terrà probabilmente a
Seul. Presieduto da Marga Buehrig, svizzera riformata, che fa parte del collegio di sei co-presidenti
del Consiglio, il gruppo di preparazione ha constatato che il progetto ha già ricevuto un’eco favorevole da parte delle chiese membro. Secondo il pastore H. J. Held
(Germania), presidente del Comitato centrale, occorre superare una
concezione antropocentrica di Dio
e della creazione. « Noi ci con>
portiamo come se Dio si preoccupasse esclusivamente della salvezza degli uomini e non della
redenzione dell’intera creazione su
una terra in cui regnerà la giustizia ».
Proseguimento ideale di questa
assise, il tema definitivamente stabilito per l’Assemblea di Canberra (Australia), che avrà luogo da!
7 al 20 febbraio 1991, e che si intitolerà: « Vieni, Spirito Santo, e
rinnova tutta la creazione ».
Le chiese di Hannover si sono
presentate ai partecipanti al Comitato centrale tramite uno spet
tacolo. Esse hanno anche espresso tutte le contraddizioni e le tensioni che possono esistere all’interno di una chiesa "multitudinista”, di cui però solo il 4% dei
membri partecipa ai culti. Una
realtà occidentale che non potrà
che preoccupare il CEC.
Tra il 28 agosto e il 1° settembre si è tenuto ad Agape il campo Islam.
Una ventina di partecipanti —
sei dei quali pastori o candidati al ministero — ha discusso e riflettuto su vari aspetti di
questa religione che ci è solo apparentemente remota, ma che in
realtà ci è vicina sia per i contatti (e conflitti) storici avuti
nei secoli, che per la presenza in
questi anni di numerosi lavoratori musulmani nel nostro paese.
I partecipanti al campo sono
stati mossi principalmente dal
desiderio di capire una maniera
di vivere il rapporto con Dio
che spesso pare enigmatica e
lontana, ma che senza dubbio
non è priva di fascino: a questo
proposito vi sono state relazioni
sulla presenza dei musulmani in
Europa (che non è solo data
dall’emigrazione di questi ultimi
anni, ma piuttosto basata su secoli di storia e di rapporti, come dimostrano le migliaia di musulmani che vivono in Jugoslavia,
Romania e Bulgaria); sulla «legge islamica » <che non è tanto
quella forma di « violenza » che
ci viene presentata dai mass
media, quanto la maniera in cui
l’Islam vive il suo rapporto quotidiano con Dio); alcune pano-,
ramiche sulle correnti teologiche nel mondo musulmano di
oggi; una riflessione sul rapporto
fede-scienza nel Corano e nella
vita quotidiana dei paesi a preva
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Giorgio Gardiol
ARREDAMENTI
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Gorbaciov
e la religione
(ebps) — Il 28 giugno scorso,
parlando alla conferenza del
partito comunista sovietico, Gorbaciov ha affermato che ogni
visione religiosa è « non materialista e non scientifica. Ma non
c’è nessuna ragione che legittimi gli atteggiamenti di disprezzo verso le credenze spirituali
dei credenti » e che « bisognerà
smettere ogni pressione amministi;ativa per , assicurare punti
di vista materialisti ».
Conferenza mondiale
battista sulla pace
(ebps) — Si è tenuta a Sjovik
(Svezia) una « storica » conferenza sulla pace. 170 i partecipanti provenienti da 26 paesi.
La conferenza aveva tra i suoi
scopi quello di « cercare la pace » nel mondo moderno e si
poneva in continuità con la tradizione anabattista sulla pace.
La conferenza ha affermato con
forza i « concetti della non violenza come centrali nella tradizione e nel pensiero cristiano »,
ed ha affermato che gli accordi
di Helsinki del ’75 « hanno contribuito fortemente allo sviluppo
delle relazioni Est-Ovest » ed
alla pace nel mondo.
I partecipanti alla conferenza
hanno poi espresso la loro solidarietà « coi combattenti per la
pace » in paesi quali Birmania,
Sud Africa, Bolivia, Nicaragua
e Sri Lanka.
Nel documento finale si auspica che « i singoli credenti, le
chiese, le organizzazioni nazionali hattiste, siano sempre più
attenti alle iniziative che sono
prese nel nome del Principe della pace ».
WACC: verso
il congresso 1989
(SPP) — L’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC), che si occupa di
sviluppare i contatti tra editori
ed emittenti cristiane, terrà il
suo prossimo congresso mondiale a Manila nel 1989. Un seminario di preparazione si terrà nel mese di ottobre a Torre
Penice.
Censura alla
stampa religiosa
(ELMI) — Secondo un rapporto della Chiesa evangelica di
Berlino Est, Tufiìcio stampa governativo censura, da qualche
mese, la stampa religiosa in Germania Est. Così il settimanale
« Die Kirche » e il « Servizio di
informazione protestante » sono
stati pubblicati solo quattro
volte quest’anno, perché la censura non aveva gradito alcune
notizie. I temi censurati sono:
il Kirchentag di Rostock, le proteste degli ebrei, l’emigrazione,
l’educazione alla pace.
lenza musulmana e un confronto tra alcuni passi del Corano e
dell’Evangelo di Luca.
Purtroppo l’infelice collocazione alla fine del periodo estivo ed alcuni disguidi organizzativi hanno fatto sì che vi fosse un solo relatore musulmano
— spesso letteralmente sommerso di domande —; nonostante ciò tutti i partecipanti si sono
dichiarati molto interessati a
degli sviluppi futuri delTargomento, sia per un desiderio « accademico» di capire questo mondo, sia per poter essere realmente più vicini ai fratelli ed
alle sorelle di fede musulmana
che lavorano in Italia.
Gregorio Plescan
16-24 OTTOBRE ’88
Settimana
ecumenica
per la pace
« Credenti uniti a pregare, a
informare, ad agire per la giu>
stizia, la pace e la salvaguardia del creato ».
Come negli anni precedenti, la
SEP — promossa in tutta Italia (contemporaneamente ad altri paesi) da un ampio cartello
di organismi e di associazioni
cristiane ed interreligiose, fra
cui la Commissione delle Chiese battiste, metodiste e valdesi
per la pace e il disarmo e la
Federazione Giovanile Evangelica Italiana — rappresenterà soprattutto im’occasione di incontro e di impegno comune fra
cristiani di diverse confessioni
a livello locale.
Anche quest’anno il Comitato
promotore mette a disposizione una « Busta SEP » contenente alcune copie del manifesto
nazionale della Settimana e materiali di interesse sulle tematiche della giustizia, della pace e
della salvaguardia del creato.
Per ottenerla occorre inviare L.
10.000 più spese postali sul CCP
n. 56702004 intestato al Centro
interconfessionale per la pace,
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La novità di quest’anno è costituita dal programma della
SEP romana, che per la prima
volta verrài organizzata con il
coinvolgimento degli ufOci nazionali degli organismi promotori
della Settimana. L’obiettivo principale è di riuscire ad avere un
impatto sui mass media maggiore <11 quanto si sia fin qui
ottenuto con molte piccole iniziative decentrate (che rimangono comunque la « linfa vitale »
della SEP).
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6
valli valdesi
23 settembre 1988
Regione Piemonte
e Rimpatrio
TORINO — Il consigliere regionale socialista Giancarlo Tapparo, per sollecitare una celebrazione adeguata del trecentesimo anniversario della « Glorieuse Rentrée », ha presentato, il
5 settembre scorso, vm’interrogazione propositiva al presidente della Regione. Tappare chiede
che la Regione si faccia parte attiva nel promuovere un ciclo di
manifestazioni per ricordare e
valorizzare un avvenimento storico che appartiene non solo alla storia del popolo valdese, ma
bensì a quella dell’intero Piemonte e che può ancora offrire
spunti di riflessione ed ii^egnamenti universalmente validi, quale esempio di attaccamento di
un popolo alla sua terra, di senso del sacrificio e di amore per
la libertà.
Accompagnatori
turistici
TORRE PELLICE — Tra venerdì 23 e domenica 25 settembre prosegue, con base presso
la Foresteria valdese, il 1° corso di formazione di base per guide turistico-culturali.
Alle ore 21 del venerdì è prevista una tavola rotonda sull’« Architettura delle Valli valdesi» (C.
Salma e M. De Bettini). Nella
giornata di sabato, alle ore 10
conversazione di Grado Merlo
su « Identità dei valdesi medievali», mentre alle 14.30 si effettuerà ima passeggiata sul sentiero neolitico di Angrogna, a
cura di Osvaldo Coisson. In serata si terrà una relazione di
L. Albera (antropologo) sulle
« Caratteristiche della cultura alpina ».
Domenica mattina (ore 10)
V. Perracino, veterinario presso
il Parco nazionale del Gran Paradiso, presenterà la « Fauna
delle Alpi ». Nel pomeriggio (ore
14) la sessione si chiuderà con
la visita guidata all’oasi del Barant.
Via le pile dai rifiuti
Si avvia la raccolta differenziata anche per le pile usate: i cittadini
potranno portarle ai loro rivenditori - Verso la terza giornata ecologica
VAL PELLICE Riaperta
la caccia
Di raccolta differenziata dei rifiuti si parla da tempo; la Comunità Montana vai Pellice ha
fin qui svolto un importante ruolo dì promozione e coordinamento.
Da un lato i costi di smaltimento sempre più elevati, dall’altro una maggiore attenzione
alla salvaguardia dell'ambiente
hanno portato tutti i comuni ad
organizzare la raccolta del vetro,
la stessa USSL 43 ha dato inizio
lo scorso anno alla raccolta dei
farmaci scaduti; per quanto riguarda le pile, fortemente inquinanti, in specie quelle contenenti
mercurio, soluzioni sono state
cercate in questi ultimi anni,
anzitutto contattando i numerosi
punti di vendita presenti sul territorio ed esaminando la possibilità di coinvolgerli anche nella raccolta differenziata.
Dirittura d’arrivo
A lungo la soluzione è parsa
imminente, ma ora sembra esistano tutti i presupposti per dare avvio a tale operazione.
« Ci sono stati ritardi, vista la
complessità del problema; —
esordisce il dott. Vecchiè che ha
seguito la vicenda per la parte
di competenza dell’USSL — oltre 60 distributori si sono dichiarati disponibili a ritirare dai loro clienti le pile usate ma il problema era a monte, nelle forine
di smaltimento. ■ Infatti l’unico
metodo utilizzato era quello del
trasporto all'estero, tra l'altro
molto costoso; indicazioni più
recenti consentono lo smaltimento in discarica, previa cernentifìcazione dei contenitori in cui
vengono poste le pile. Ed in questo senso si è raggiunto l’accordo con l'ACEA di Pinerolo per
effettuare la raccolta in valle ».
In pratica come avverrà tale
raccolta?
« La Comunità Montana ha acquistato i contenitori da dare in
dotazione ai negozi; la raccolta
si effettuerà dunque in due fasi,
TORRE PELLICE
Questione scuola
Da alcuni anni, almeno nei
comuni della media e bassa
valle, è in atto una controtendenza rispetto al forte calo della natalità registrato sul finire
degli anni ’70; di ciò si deve ovviamente tener conto a livello
dei servizi ed il primo settore,
quasi ovvio, è quello scolastico.
Nel corso della sua prima riunione dopo la pausa estiva, il
consiglio comunale di Torre Pellice, discutendo del rinnovo della convenzione con il comune di
Luserna e la Comunità Montana
per la gestione dell’asilo nido,
si è trovato di fronte ad una
realtà in cui ad almeno una decina di bambini questo servizio
viene rifiutato per mancanza di
spazio.
La decisione di cogestire fra i
due principali comuni della vai
Pellice l’asilo nido di Torre venne presa alcuni anni fa, quando
le due strutture presenti nei
due comuni risultavano fortemente sottoutilizzate, tra l’altro causando gravosi oneri di
gestione. Perciò ora viene facile
definire positiva questa esperienza, ed anzi si auspica im
ampliamento nel coinvolgimen
una prima presso i rivenditori
dove i cittadini potranno portare le pile usate, una seconda con
centri di raccolta intercomunali,
sicuramente a Torre Pellice, Luserna, Bricherasio e forse Bibiana, dove i commercianti porteranno i contenitori appunto con
le batterie. E' bene ricordare che
questo tipo di raccolta e smaltimento riguarda soltanto quelle
classiche, ad uso casalingo, e
non ad esempio le batterie delle
auto; siamo comunque in dirittura d’arrivo ».
Si parlava di costi di smaltimento elevati; quanto inciderà
questa forma di raccolta sulle
tasche dei cittadini?
« L’onere finanziario è di molto inferiore a quanto prospettato dalle ditte private: si parla
di 750 lire al kg, mentre una delle ditte interpellate chiedeva
1450 lire al chilo, cioè quasi il
doppio; a ciò si aggiungono i
costi di raccolta (circa ottanta
mila lire per i 3 o 4 punti), più
il costo di smaltimento che è di
18 mila lire alla tonnellata. Direi dunque che affidando questo
servizio ad un ente pubblico si
ottengono costi per la collettività decisamente iriferiori ».
Intanto i comuni coinvolti
stanno provvedendo ad individuare le aree idonee (Torre Pellice l’ha individuata nella zona
di Blancio, dove già sono situati
i cassoni per i rifiuti ingombranti) e proprio con i comuni ed i
cittadini si cerca di capire a che
punto sia la diffusione della conoscenza di questi problemi.
Le prossime
iniziative
Iniziata nelle scuole la scorsa
primavera, verrà anche rilanciata la raccolta delle lattine delle
bibite, solitamente di alluminio
e quindi anche di un certo valore: allo scopo, in autunno, verrà
Dopo il lungo braccio di ferro
tra ambientalisti e cacciatori,
culminato nella nuova legge regionale approvata nello scorso
aprile, il 21 settembre si è riaperta la caccia. Per quanto riguarda il numero e le specie cacciabili nelle vallate pinerolesi segnaliamo in particolare il camoscio (28 esemplari in vai Pellice e 40 nelle valli Chisone e
Germanasca), il cervo (30) ed il
capriolo (50), questi ultimi limitati al comparto alpino n. 2.
Cinema
Una pattumiera, a parte, anche
per le pile.
distribuito un manuale in cui si
spiegano motivi e modalità della raccolta differenziata.
Importante ci sembra anche il
comunicare fin d'ora che nel
prossimo mese di ottobre (domenica 16?) si svolgerà in vai
Pellice la terza edizione della
giornata ecologica, non più basata su una generalizzata raccolta di tutto quello che negli ultimi mesi è stato abbandonato o
buttato lungo i nostri corsi d’acqua o nei prati, ma finalizzata
alla raccolta differenziata, ad un
approfondimento di conoscenza
del problema.
Ed ancora, nei prossimi mesi,
in collaborazione con gli operatori del distretto di base di Bricherasio, si cercherà di capire,
mediante un questionario, in che
misura le iniziative già intraprese sono state recepite a livello di popolazione.
Piervaldo Rostan
TORRE PELLICE — Riprende la ìua aitlvità, dopo il periodo di ferie, il f in r
ma Trento; nel prossimo fine settiman.a
verranno proposti: « La mia vita a
quattro zampe », sab. 24, ore 20-22;
•1 Come amare tre donne, renderle felici ed uscirne vivi », domenica 25,
ore 20-22.
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 22 settembre, ore 17, al Centro d’incontro di
Torre Pellice avrà luogo una riunione con il seguente o.d.g.: a) Proseguimento dell'azione a favore di
Alì Riza Duman; b) Azione urgente;
c) Lettura e commento della relazione annuale sull’attività svolta dal
Gruppo; d) Relazione sui lavori dell'assemblea circoscrizionale del i8
settembre a Torino; e) Comunicazioni
sull'assemblea generale di Wlonteluco di Spoleto (29, 30, 31 ottobre).
Spettacoli
LUSERNA S. OIOVANN'I — Mercoledì 28 settembre, presso l’Auditorium
di Luserna S. Giovanni di via Ex Deportati-Internati 26. alle ore 21, per la
organizzazione del circolo Rinnovamento di Bricherasio in collaborazione con
il Gruppo della Rocca-Teatro Adua e
con il comune di Luserna, si terrà la
conferenza-spettacolo della stagiono
teatrale 1988-89: « Sfogliando il cartellone: appunti, curiosità, citazioni ».
Partecipano gli attori del Gruppo Dino
Desiata, Luigi Castejon, Giorgio Lanza. Lino Spadaro.
to di altri comuni dove pure
esistono bambini piccoli, di fatto oggi esclusi, riguardando la
convenzione soltanto Luserna e
Torre; resta il fatto, per altro
non discusso a livello di consiglio comunale, di una lista di
attesa che si allunga, pur se
oggi questo problema non riguarda, se non in minima parte, le famiglie di Torre Pellice.
Fra gli altri argomenti affrontati, ricordiamo tutta una serie di provvedimenti riguardanti l’istruzione scolastica, dal
trasporto dalle zone disagiate
alle tariffe della mensa e all’acquisto di gasolio per uffici e
scuole (circa 92 milioni la spesa prevista).
Rapidamente sono state assunte anche altre decisioni, dal
rinnovo delle commissioni per
il commercio fisso ed ambulante ai provvedimenti necessari
per dare inizio alla raccolta differenziata delle pile (di cui riferiamo in altra parte), ad alcuni lavori urgenti allo stabile
dell’ex caserma Rihet di cui da
decenni si discute, essendo da
definire in modo più chiaro una
situazione di comproprietà con
lo Stato. P.V.R.
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7
23 settembre 1988
valli valdesi
L’ESPERIENZA DELL’ASILO DI SAN GERMANO
Quando a guidarci
è uno “stile" evangelico
Il fondamentale coinvolgimento della popolazione locale - Aprirsi verso l’esterno: l’occasione data dalla partecipazione ad una mostra - Il comitato ed i rapporti con il personale
Il nuovo aspetto dell’Asilo dì San Germano.
Anche quest’anno molti ospiti
italiani e stranieri hanno appro
fittato della settimana del sinodo per visitare alcune opere della chiesa alle valli; si è parlato
deirimpegno della chiesa nel sociale oggi, del ruolo della ipredicazione negli istituti, del rapporto umano interpersonale, del ran
porte con il territorio e rente
pubblico, dei problemi finanziari, (ielle ristrutturazioni in corso, eccetera.
Tra i vari interventi, un amico dell’Assia ha domandato se
esiste un documento operativo
per gli istituti della chiesa dal
quale apprendere convenientemente la loro « filosofia » di gè
stione, un documento che possa aiutare il personale e coloro
che vengono in contatto con gli
istituti a comprendere il loro
« stile », i loro « intendimenti ».
Per lo più i fini istituzionali
delle singole opere sono definiti
nei loro statuti; inoltre, nelTambito più generale della chiesa,
sono disponibili molti contribu
ti di singoli e di commissioni
su vari aspetti della diaconia;
tra questi si pensi a quello del
pastore Alberto Taccia di raccogliere in modo organico un certo patrimonio esistente in questo campo con il volumetto
« Nuove prospettive della diaconia ». Tuttavia questi contributi
non hanno l’impostazione di una
« guide-line » da offrire ai dipendenti e tanto meno ad un pubblico più vasto, inquadrata in
un preciso contesto gestionale.
Insomma, la domanda è rimasta
in qualche modo senza risposta
adeguata.
Probabilmente è ancora prematuro pensare di avere già a
disposizione una « guide-line »
per gli istituti della chiesa, dato il nuovo contesto dei servizi
sociali determinato dai recenti
interventi dello Stato in questo
campo; sicuramente la chiesa ha
ancora bisogno di riflettere a
fondo sul ruolo della diaconia,
specie quella istituzionalizzata,
alla luce dei nuovi avvenimenti.
Quanto mi sembra possibile fafe, per ora, è il ripensare all’esperienza degli istituti in questi ultimi anni e il tentare di evidenziare quei motivi di fondo, i
« leitmotiv » come si dice nel
linguaggio musicale, che hanno
dato loro l’impronta che li distingue da altre realtà presenti
nel mercato dei servizi sociali.
Possiamo prendere come esempio l’Asilo dei vecchi di San Germano.
Il princìpio della
collegialità
Un primo aspetto che mi pare importante rilevare è il costante tentativo da parte del comitato direttivo di attuare il
principio della collegialità come
metodo di espressione della sua
volontà: ciò non solo al suo interno ma anche verso l’esterno.
Gli esempi possono essere tanti, ma quello più evidente coincide proprio con la decisione di
dare inizio alla ristrutturazione.
Seguendo le indicazioni della Tavola (che ha sempre aiutato molto il comitato a maturare nel
suo seno la consapevolezza del
processo in atto), nel momento
decisivo esso ha iniziato un’opera di divulgazione del progetto,
coinvolgendo nella decisione in
fasi successive la chiesa locale,
la conferenza distrettuale e il
sinodo.
La partecipazione
della gente
Un secondo aspetto importante è la sollecitudine del comitato nel favorire la massima partecipazione della chiesa e della popolazione locale alla realizzazione del progetto. L’Asilo di San
Germano può esistere soltanto
se è sostenuto da tutti. Sono
molte le manifestazioni spontanee di appoggio al progetto di
ristrutturazione: concerti, ba
zar, manifestazioni pubbliche,
collette, ecc. Altre invece sono pilotate; ne vorrei ricordare
due in particolare: un paio di
anni fa è stato formato un piccolo gruppo di una trentina di
membri della chiesa di San Germano che si è impegnato a visitare tutte le chiese della Val
Chisone e Germanasca per presentare il progetto, partecipando
con notevole impegno perfino alle riunioni quartierali per poter
raggiungere un numero maggiore di persone. Si è trattato di
un'esperienza molto significativa
di solidarietà e partecipazione
che ha anche favorito la reciproca conoscenza di molti membri
di chiesa. L’altro episodio, recentissimo, riguarda la partecipazione dell’Asilo con un suo
stand alla mostra delTartigianato che si è tenuta a Pinerolo alla fine di agosto. Alla sua riuscita hanno contribuito il comitato, il personale, i volontari e
gli obiettori che vi prestano servizio, alcuni membri della chiesa di San Germano; si è tratta
to di una forma semplice ma
qualificata di presenza evangelica anche verso il mondo esterno. In quest’occasione la stessa presenza del lavoro degli
ospiti della casa è stata determinante alla realizzazione dello
stand: infatti sono stati presentati vari lavori al telaio che hanno riscosso l’interesse del pubblico e sono stati una significativa testimonianza della vivacità creativa che si può sperimentare anche in strutture, quali le cosiddette case di riposo,
che tendenzialmente vengono
spinte ai margini della società.
Un’attività
per gli ospiti
Il terzo aspetto da sottolineare è appunto il costante tentativo di mantenere quanto più è
possibile attiva, la vita degli ospiti nell'ambito della casa. Infatti non è possibile pensare alla buona riuscita del progetto di
ristrutturazione se viene meno
la lotta contro la noia, l’apatia,
la stanchezza. Su proposta della direzione s' è tentato di ravvivare l’interesse degli ospiti non
solo offrendo possibilità di occupazione in lavori di vario genere alTintemo della casa, ma
anche favorendo la partecipazione a concerti, soggiorni al mare,
gite (lo scorso anno un gruppetto di anziani è stato ospite
della chiesa di Como a San Fedele d'Intelvi), visite ai gruppi
femminili delle valli. Il desiderio di vivere esperienze di questo genere ha indotto gli ospiti
della casa ad indire spontaneamente una sottoscrizione per
l’acquisto di un pulmino con il
quale andare in giro; hanno fatto tutto da soli!
Una formazione
per il personale
La realizzazione di un vasto
programma quale quello appena abbozzato non può prescindere da un’attenta valutazione delle risorse disponibili; per questo il comitato ha sempre un
occhio vigile nei riguardi della
politica del personale. Come in
tutti i campi della vita della casa, anche in questo c’è ancora
molto da fare; tuttavia, a partire dagli anni '80 l’aspetto retributivo e normativo è stato una
costante preoccupazione del comitato e da allora si è iniziato
un progressivo e costante avvicinamento delle condizioni contrattuali a quelle previste per i
dipendenti degli enti locali. A
questa preoccupazione si affianca quella della formazione permanente del personale. Nel' 1986
è stato organizzato, in collaborazione con l’Ospedale valdese di
Pomaretto, un corso di riqualificazione del personale e quest’autunno avrà inizio un nuovo
corso di formazione in collaborazione con TUSSL 42 e TOspedale di Pomaretto, nel quadro
più ampio del programma di
formazione del personale da inserire nei servizi assistenziali,
promosso dalla Regione Piemonte.
Volontari ed obiettori
di coscienza
Un’altra esperienza sostanzialmente positiva è raippresentata
daWinserimento di volontari ed
obiettori di coscienza. C’è stata
una grande varietà di interventi: stranieri che hanno deciso di
dare un anno e più della propria vita all’Asilo (questi ritornano sempre!), persone — anche già in pensione — che su
richiesta danno gratuitamente la
loro professionalità a favore della casa con interventi saltuari,
persone delle comunità locali
che si alternano in vari lavori
contribuendo al buon andamento della casa, giovani che si affacciano al mondo del lavoro,
della vita, della conoscenza dei
problemi delle persone anziane.
E’ duro il lavoro del volontario,
tanto quanto quello del resto del
personale; ma alTinterno delTAsilo prevale sui vari aspetti il significato della partecipazione
gratuita nel servizio reso all’altro, nelTincontro reciproco.
Quale rapporto
con l’ente pubblico?
E’ necessario anche riflettere
sul rapporto con l'ente pubblico;
non si tratta soltanto di un rapporto di tipo economico sulla
base di convenzioni, ma anche
di instaurare un corretto rapporto di collaborazione nella consapevolezza di essere una componente sociale importante che si
inserisce in un programma più
ampio di servizi per il pubblico,
rivalutando la propria specificità. Il rapporto con l’ente pubblico è una nuova frontiera per la
chiesa, sulla quale TAsilo, come
le altre opere, si trova ad affrontare la sua testimonianza, che
va oltre l’erogazione di un servizio professionalmente reso. In
un certo senso, nella dinamica
del rapporto con l’ente pubblico
si gioca un ruolo importante di
essere chiesa, confermando in
questa società sempre più massificante il proprio diritto ad
agire, così come la discussione
sull’ora di religione nelle scuole
è una battaglia per la libertà di
pensiero. Su questi aspetti è necessario il conforto di tutta la
chiesa.
Solidarietà
internazionale
Vorrei infine ricordale la riscoperta della realtà internazionale e la solidarietà delle chiese straniere; essa si è manifestata ancora una volta in primo
luogo sul piano economico; tuttavia, nella continuità di un rapporto che si rinnova di anno in
anno, diventa sempre più rilevante la dimensione della condivisione delle speranze, delle sofferenze, delle gioie e delle delusioni con coloro che, in realtà
diverse, tendono a risolvere problemi analoghi, nella dinamica
deU’incontro con chi ci sta di
fronte.
Non ho certamente la pretesa
di avere esaurito in questi punti
il grande problema di definire
la « filosofia » del nostro operare ma di averne indicato semmai
alcuni risvolti. Per lo più nella
quotidianità si ha la sensazione
che tutto sia grigio e che le aspettative sia degli curatori sia
degli ospiti siano vanificate, quando addirittura non si accendono
fuochi di ccnflittualità; ma la
nostra preghiera e speranza è
che in essa si possa manifestare
la presenza di Dio, nell’attesa
de! suo regno.
Andrea Ribet
« Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà ».
(Salmo 23: 1)
Si è spenta serenamente
Lucia Fragassi ved. Cibelli
Ne danno il triste annuncio i figli
Bartolo, Guerina ed Elio, le nuore, i
nipoti ed i parenti tutti.
Orsara di Puglia, 4 settembre 1988.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno è il mio pastore, nulla mi mancherà ».
(Salmo 23 : 1 )
I familiari della cara
Ida JanaveI ved. Davit
ringraziano sentitamente tutti coloro
che le sono stati vieinii durante la lunga malattia ed hanno partecipato al
dolore della famiglia.
Un ringraziamento particolare ai medici e a tutto il personale dell’Ospedale valdese di Torre Pollice, al dott. Ghirardi, ai vicini di casa, ai colleghi di
lavoro dei figli e alla Corale valdese
di Torre Pellice.
vaiar Pellice^ 16 settembre 1988.
RINGRAZIAMENTO
a L’erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro
Dio sussiste in eterno ».
(Isaia 40: 3)
1 familiari di
Stefano Monnet
anni 87
ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al dolore per la dipartenza del
loro caro, in particolare Paola Monnet,
il dott. Bevacqua e il past. Platone.
Angrogna, 17 settembre 1988.
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no 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza ;
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
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Guardia medica :
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no 91.996.
8
8 fatti e problemi
23 settembre 1988
1
MADAGASCAR: UN DOCUMENTO D’ATTUALITA’ DELLA CONFERENZA EPISCOPALE
Il corpo, lo spirito e la persona unnana
Un appello a tutti i cristiani per il risanamento della nazione - Un’amministrazione percorsa dalla corruzione L’eccessivo divario fra ricchi e poveri - Il principio della laicità e gli interventi della chiesa nella vita sociale
Con una .sup>erficie di 588.041
kmq (il doppio ddl’Italia), il
Madagascar è la quarta isola del
mondo. In esso vivono appena
10 milioni di abitanti, con una
densità di 17 abitanti per kmq.
L’economia malgascia si fonda
quasi esclusivamente suiragricoltima e sulla pesca.
Ex colonia francese, il Madagascar è indipendente dal 1960.
Dal 1975 è al pyotere il capitano
di fregata Didier Ratsiraka che,
a capo del Fronte nazionale per
la difesa della rivoluzione, governa ii paese.
Il socialismo malgascio si ispira a ciò che è scritto nel Boky
Mena, il libro rosso composto
dallo stesso Didier Ratsiraka. In
esso si profila una crescita economica, sociale e culturale del
paese ispirata ai principi dell’uguaglianza, della libertà e della
coopyerazione tra le jjersone che
compongono la nazione. Tali
paese. Ne discende quindi un’analisi critica che, ci si augura,
potrà interessare i lettori.
Il messaggio della Conferenza
Episcopale del Madagascar costituisce indubbiamente una coraggiosa denuncia dell’aggravamento delle condizioni in cui il paese versa.
In esso si evidenziano i mali
che sempre più pesantemente
affliggono la repubblica malgascia: la corruzione della classe
politica e di chi amministra il
potere, il brigantaggio, il divario
sempre più marcato tra ricchi
e poveri.
Allo stesso temjK), p>erò, si colgono elementi che riflettono le
posizioni ufficiali della chiesa cattolica e sui quali, oltre ovviamente ai riferimenti circa il significato attribuito alla figura
del papa, non ci si può trovare
in accordo. In particolare:
1) a proposito del « dovere
Antananarivo: il palazzo della regina.
principi si fondano sull'atavica
saggezza del popolo malgascio e
si richiamano al concetto fondamentale della fihavanana, cioè
della solidarietà.
Malgrado pyerò la premessa
positiva da cui si diparte la politica malgascia, le belle parole
del libro rosso da sempre faticano a trovare applicazione nella vita reale del paese. Si assiste anzi, sempre di più, ad una
degenerazione del costume assai
diffusa a tutti i livelli e ad im
sempre più evidente impoverimento delle condizioni di vita.
Le chiese cristiane hanno recentemente dato vita al Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane Malagasy (FFKM) che rappresenta nell’attuale situazione
politica una voce critica nei confronti del regime. Del Consiglio
Ecumenico fanno parte la Chiesa di Gesù Cristo in Madagascar, di ispirazione calvinista, le
chiese luterana ed anglicana e
la chiesa cattolica.
Quest’ultima, attraverso la
Conferenza Episcopale del Madagascar, ha prodotto nel novembre dello scorso anno un importante documento rivolto a « cattolici e cristiani delle altre con;
fessioni, a uomini e donne di
buona volontà » sul risanamento della nazione (il testo integrale è stato pubblicato dalla rivista « Il Regno » del mese di settembre).
La lettura di quel documento,
in sé assai positivo, ha però sollevato degli interrogativi su alcune prese di posizione e su contraddizioni rilevate da chi, in
prima persona, ha vissuto alTintemo della realtà malgascia entrando in contatto diretto con
la composita realtà sociale del
della chiesa di favorire la nascita della vita » e della denuncia
delTelevato numero di aborti, è
chiaro il riferimento al pensiero
cattolico avverso ad ogni politica di controllo delle nascite, laddove essa costituirebbe invece
nel tempo un elemento di miglioramento delle condizioni sociali;
2) nel documento si riscontra una certa enfatizzazione circa le « conseguenze morali disastrose dovute alla promiscuità
in cui alloggiano gli studenti universitari dei CUR (Centri Universitari Regionali) ».
La promiscuità non può essere
considerata come una condizione peccaminosa di per sé. Tale
interpretazione discende da una
idea repressiva nei confronti della sessualità umana a cui la chiesa cattolica spesso si richiama
nella piropria dottrina. Le ragioni del degrado morale sono forse da ricercare altrove; ad esempio nella frustrazione del vivere quotidiano, nel senso di precarietà che investe la classe studentesca e nella mancanza di
prospettive per quanto riguarda
¡’inserimento nel mondo produttivo dopo la scuola;
3) non è condivisibile una valutazione troppo entusiastica del
riconoscimento legale accordato
dal governo malgascio alle scuole private a cui si fa riferimento, in quanto esso evidenzia una
grave carenza dello stato. E’
chiaro, e ciò spiega la posizione
trionfalistica assunta dalla Conferenza Episcopale del Madagascar, che la presenza di scuole
confessionali, se da uri lato significa l’integrazione delle scarse risorse dello stato nel settore dell’educazione e della formazione,
daH’altro vede favorita la chiesa
cattolica rispetto ad altre confessioni e rispetto alle tradizio
ni religiose non cristiane presenti nel paese.
Il principio per noi essenziale
della laicità dell’educazione scolastica non sembra però trovare
condivisione neppure all’interno
delle chiese protestanti, anch’esse impegnate nel campo dell’istruzione.
La « scelta » è spesso condizionata dalla mancanza di altre
scuole nelle zone interne e l’accesso in istituti privati comporta un aggravio alle famiglie che
devono sostenere i costi delTiscrizione e della retta, con una
inevitabile esclusione delle classi sociali più povere.
Senza voler proferire giudizi
generalizzati e nella piena convinzione che la chiesa cattolica,
nonostante tutto, costituisce una
delle poche forze in grado di
controllare l’operato della classe politica maigascia e di intervenire nella vita sociale del paese, non si può non rilevare che
anche al suo interno trovano sipazio pesanti contraddizioni: le
condizioni in cui vive ed opera
il clero sono spesso diversificate
a seconda della posizione gerarchica, dell’appartenenza all’uno
o all’altro ordine religioso, del
possesso della cittadinanza indigena o straniera (missionari),
ecc.
Se buona parte del clero condivide le difficoltà e le sofferenze deilla popolazione, alTaltro car
po sta, ad esempio, la nunziatura apostolica con status di corpo diplomatico, che riesce a rimanere al riparo dal disagio che
attanaglia il paese, estraniando
Un animato
vicolo
della capitale
Antananarivo
si in apparenza da un dovere
di testimonianza evangelica. Così pure, il livello di vita riscontrabile all'interno delle istituzioni cattoliche decisamente superiore alle tragiche condizioni della gente rischia, in alcuni casi,
di eccedere e di costituire un
motivo di richiamo dalle campagne e dalle zone più povere, originando « vocazioni » causate in
primo luogo dalla voilontà di
sfuggire alla miseria ed alla fa
me.
Molte strutture della chiesa
cattolica (luoghi di culto, semi;
nari, conventi, missioni), di cui
alcune sorte anche in epoca recente, sono state realizzate con
una concezione occidentale improntata alila grandiosità, una
grandiosità che contraddice in
modo stridente il paesagigio circostante, fatto di abitazioni fa
tiscenti e di persone costrette
in numero sempre maggiore a
vivere senza un giaciglio, elemosinando il pane per le strade.
Se da un lato è detto: ny funahy no maha olona, « è lo spirito che fa la persona umana »,
dall’altro la saggezza malgascia
ci insegna che raha noana ny vaiane, mivezivezy ni fanahy, e
cioè che « se ii corpo resta \’uoto, lo spirito se ne allontana ».
Infine, una valutazione ancor
più radicale porterebbe a dire
che molti dei mali denunciati
dai vescovi malgasci sono entrati in Madagascar passando dal;
la stessa porta attraverso cui
sono entrati il cristianesirno (un
cristianesimo svuotato dei principi evangelici) e l’occidentalizzazione imposta dalle potenze
coloniali europee.
Sergio Franzese
PACIFISMO
Un deputato
obiettore fiscale
Un gesto responsabile e consapevole per la pace - Le vittime provocate dalle spese militari
Una scultura funeraria in legno in una regione del sud del Madagascar.
Per la prima volta un parlamentare della Repubblica ha deciso di fare l’obiezione di coscienza alle spese militari. L’on.
Luciano Guerzoni, deputato della Sinistra Indipendente, in una
« lettera aperta » spiega le ragioni della sua scelta.
Nella denuncia dei redditi
Guerzoni detrae una quota pari
airi"/o delTIrpef (imposta redditi persone fisiche) dovuta per
il 1987 e la invia al presidente
della Repubblica, Cossiga, affinché la destini a scopi di pace.
La sua scelta intende essere
« un gesto responsabile e consapevole per la pace e per la
vita». Nel mondo «si si^ndono
ogni anno più di tre miliardi di
lire al minuto per armamenti:
nello stesso minuto 30 bambini
muoiono di fame mentre 800
milioni di esseri umani vivono
negli stenti e nella miseria ». Perciò « le spese militari non sono solo potenzialmente spese di
distruzione e di morte, ma causano già, di per se stesse, milioni di vittime ogni anno ».
Guerzoni è consapevole che il
suo comportamento è « illegale », ma è pure convinto che « è
giunto il momento » in cui « la
lealtà verso la comunità di tutti gli uomini, verso l’umanità
presente e futura deve prevalere
sulla lealtà verso lo Stato ». Perciò egli dichiara di « rinunciare
fin da ora all’immunità parlamentare » e di essere pronto a dimettersi da deputato se la sua
scelta dovesse risultare politicamente incompatibile con la
condizione di parlamentare.
(da « L’Incontro »)