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TORRE PELUÇE. 27 Giugno im
^Spodicione in abbonamento postale - I Groppo
SETTIMANALE DELLA
^er un risveglio Grisiiano
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Mofti riporderanno cmtamente il
calerularietto che Calogero Bonavia
fece staniimre. anni or sono, contenetue ogni giorno una domanda,
un'mterrogazi^ne, «t» ^terroggipivo
posto da Gesù a tutti coloro ai quali egli parlò durante la non lunga
sua vita terrena: erano dunque 365
domande, segnalateci dal Nuovo Testamento, che Gesù sottaggmeva alla meditazione, o alla risposta, di
quanti Egli interrogava; erano 365
domande ohe il Bonavia intendeva
sottk>j)orre alla gioapdlìera 'meditazione dei lettori del suo calendarietto.
Oggi io de^derei sottoporre alla
vostra meditazione gt(imperativi di
Cristo, imperativi (Mretti o iruMretli, affermativi o negativi, ma cojdosi
ed importanti tanto da meritare certamente la lunga meditazione d’un
anno, e, forse, d’mut piig, intiera.
Nè ho timore di esagerare e di insistere sull’importanza loro, che, se
è importante nella vita del cristiano
di porsi, o di vedersi porre dal Cristo stesso, delle domande, è gà^ irtiportante assai divulgare, iMffhndere,
insegnare, ascoltare ed eseguire (sì,
specialmente eseguire!) gli ordini,
gli imperativi, i commulamentt che
ci vengoiu>, sia pure indirettamente,
da Gesù.
E questa non è gratuita affermar
zinne mia, ma è parola del Vangelo,
è ordine, è indiretto comandio di
Cristo il quale afferma che «chiunque avrà praticato ed insegnato i conta udamenti, cioè gli ordini della
Bibbia, quello s^arà chiamato grande
nel regpo dei cieli».
Insegnare
ma specialmente praticare
rHATlCAHE e INSEGNARE, e
non Cuna cpsa senza l’altra; insegnare, sì, ma anzitutto e sopratutto
meitere in pratica: questo occorre
per essere «grande nel regno diei
cieli».
Udire, insegnare, conoscere gli
ordini di Cristo ma non farne vita
della nostra vita, carne delta nostra
calne; udire gli ordini di Cristo, ma
non viverli, vuol dire edificare una
casa suUa sabbia, vuol dire fare opem vana, vana, vana. E’ Cristo ancora Che lo dice ; « Cliiunauo ode
queste mie parole e pon le mente in
pratica, sarà rassomigliato adì un uomo insensato i| quale edificò la sua
casa sulla sabbia»t
Udire p insegnare i comandamenti, gli Ofdini, gfimpetptivi dji
Cristo^ e non pratimrli, vuol dire
essere come quegli Scribi e quei Farisei che usi sono seduti, dice Cristo,
sulla sedia (sulla cattedra) di Muse»
e da quella sedia.* ggà o tneno gestatoria, da quella cattedra... più o
meno, teologale, insegnino, insegnano, insegnano... e nim€idtro. Ragione per cui conclude, a lo
no riguardo, dpn questo ondtaen
«Non fate secondo le loto ojpexe,
perchè essi (Mcoino e noa fanno».
Mille volte megMp fare e non dire;
mille volte meglio saper mettere in
pratica i comandamenti che solo
sagwrli insegnare... agh altri!
Scendete S^nque daljht cattecirpi
o dalla «sedia ^ Mosè», voi tutti
Sfcibi * Forisi. €»o£Qfcri imkianea
tiji, (! mettete in pratica, se siete
capaci, la Parola, la. Pararla di Dio e
di Cristo, la Parola che così bene sapete predicare!...
Credere »
ma vivere la propria fede
Insegnare, sì, ma gfraticare, perciò
e specialmente : quella è la base S
ogni teologia di Cristo. Estirpiamo
dunque il Cristianedmo invertebrato, e tremendapmue miefikMale,
del catechismo per il catechismo; il
Cristianesimo delta Bibbia-amuleto,
o toccoMna, o panacea; il teologisnHr, dèlia Grazia-accendisigaro (coni’è stata crudamente definita da taluno); di quella Grazia pronta ad
ogni istante ad essere salutifera per
chi crede, crede, crede, o crede di
credere. «Chi vive e crede in me
non morrà», dice Cristo. Vivere e
credere: credere in Cristo, sì, ma
vivere anzitutto in Lui, come Lui, e,
sempre ineluttabilmente seamdo i
suoi comandamenti, praticando o eseguendo i suoi ordini così come facevano i suoi discepoli, i suoi veri
discepoli: «.E i suoi discepoli fecero
come Gesù aveva loro comandlato».
L’importanza dei Comandamenti
e Vassolula necessità di metterli in
pratica, affinchè non restino lettera
morta, o parola ed insegnamento
mortifero, ci è attestata da tutta la
vita e dalla missione stessa di Gesù
«obbediente fino al legno delia crocei,. Fare la volontà del Padre; farla
e non solo annutìoiarìa, è la missione sua dal printìipdo fino affa fine,, anzi «ab etcrrun, e. «.in etemor,.
Per questo il seSpadb àgdine che
troviamo nel Vrmgelg. è un ordine
che egli ripete o àà-avè stesso, davanti a Satana ché- lo vuol tentare-,
adora il Signore lédào Mp e servilo
lui solo, «SERVIRE cioè praticare
la Parola, cioè obbedire agli ordfim
divini: lì è la sintesi di tutta l’opera e la vita sua. Per questo Egli
stesso si offre come modello e come
esempio di ubbidienza assoIuM, incottclizionata e quasi direi fatale.
Due cose ancora sottolineano Vimportanza che Gesù attribuisce agli
ordini della Legge,-ai oonùmdamenti suoi e-d a quelli iM Dìo nonché
alla necessità di .metterli in pratica: anzitutto il ruoto che egli stesso non si jjerita S mtribuir.si quando afferma ai suoi discepoli: «Non
siate dhiamati guide (cioè: non fatevi chiamare «guide») perchè, continua lui, una soia è la vostra guida, il Cristo»; e poi (in. secondo lungo) la necessità che egli stesso afferma, recisamente, effe tutti, nessuno eccettuato, tutti gli ordini della
Legge di Dio, tutti gli ordini che,
anche Lui ha fatto suoi, al massimo grado, siano ascoltati, praticati,
attuati: «Chi dunque avrà viobito
(cioè non avrà praticato) ui^o di
questi minimi comandfmtenti, e avrà insegnalò così agli nomini, sarà chiamato minimo nel regno dei
cieli,,.
Silvio Pons
/ULIA RIFORMA
dell’ordinamento
DISTRETTUALE
(Le assemiblee di Oiiesa sono state
reoeniemeinte |0hiamate lad esprimerle
il loro parere sulle cioncliusiiond delle
_ Ctommiissiioni sinodali nami|nate per eSamlnare e riferire sui prohlemi del. rAutonomiia delle Chiese e della rificyma d^U’ar;dSniamen|(io dfetr^eitituale.
Abbiamo Timpressione che il seoond)D, pttoblema pia is|taitio mieino| sentito
del primo, forse proiMio perohè si è
attenuatai la sèinlaazione dòliriiniteresse
immediato per Ite icom.uimtà possono laivere le iQonferenze e le iQmmissioni diislrettniai, ridottesi troppo spesso, 'neiropiitione di motó, le prime ad
occasiani di spensierate scampagniate,
le seconde a visite dei miemibiri a qualche Chiesa, esaurienti^ in un sermone
ed un ;|nvli(t|o a plaintBo dfej Pasltore.
0 problema è anche qui in primo
luogo di ordine spirituale e solo in seconduo luogo di carattere tecnico-amministrativo : solo se si ha fiducia nelrelTìcapia e neH’utìiltà dieli’ordinamento distrettuaile’ converrà porti alte ricerca di quei mezzi attualmente
più idonei per attuarne gli scopi.
***
A nostro parere, iduo aomo 1
fini al iraggiungimento dtei quali Tordinamento distrettuale deve ora essenzialmente rivolgersi e ohe ite glustifteano l’esistenza e ne rendono poe
sibile e necessaria te rivalutazione :
! - migliore organizzazione dell'opera
di evangelizzazione in l/itìliai.,
La diversità delle popolazioni dn
mezzo alle quali quest’opeiia deve essere "volta, impone un accorato studio
delle iposstìbilità d'i penetilazione delr Evangelo, della scelta dpigli uomini
più idoinei, delle situazioni lodali, per
ogni regione o gruppo di reglolni in
coi tali dati presentano elementi affini ; lad esem,pio* il grado di culltura
media della popolazione varia sensibilmentd inelle varie zone d’Italia, come
pure vairilanio itradizioni loc^, Atteggiamenti ipoltici, sensibilità e recettività per i ptoblemi spirituali e religiosi; del pari variano le possdibilità
ed il tono dei rapporti con le autorità
locali, più o meno predisposto, a seconda di circostanze lambientali, a lasciarsi iinfluenzare dalle autorità ecclésiastiche cattoliche.
La sede più propria per affirontair©
tali problemi e decidere sulle direttive
in tale materia appare te Conferenste
distrettuale, i cui componenti possono
portare il contributo della propria e«pei lenza e coboscenzà ,personale di
luoghi e di (persone.
Il - Alleggerimento dei lavori sinodali.
In sede d|i Oonfereinzte distnettuale
dovrebbero essere esambati i problemi sui quali dO'Vrà pronunziarsi M Sinodo, affinchè 1 iPastori ed i laici ohe
a questo intervengono abbiano ^à una buona conosomzia degli argomenti.
Inoltre Goniememize e CommS^ston'i
distrettuali - dovrebbero avere la competenza a deliberare e prendiere provvedimenti su molte questioni, specie
in campo finanziario ed amniinistrativo, te cui dedsione..non è necessurio.
sia r imessa al Sinodo od,. 6% Tkvote,
salvo sempre. possibiilità di appello al
Sinodo o di controllilo da parie dtel Sinodb ; si eviterebbe così di dover dedicare intere sedute del Sinodo all’esame di argomenti di canatìere quasi esclusivamente lopale e iimpointantì te
disposizione di somme iminiLme,"'gatvp' ‘ "
tendo invece al supremo organo d^a
Chiesa te posribillità di esami esnu '
rienti te di decisioni più poniderate su
questioni d’interesse geiherate.
T Questor-Vìittendte dre'qda^' ei auspica ohe le Conferenze d^teBBii4wi».;iii
divengano dei Sinodi iregionóli, i quali non verrebbero àfiatto ad esautorare il Sinodo e a diminuirne l’impoirtanza, ma anzi ,ad aumentarla e raffiorzar- '
te. . ^ I.I.;
(continm) ALDO RIBET
L'osservatore politièo
IL nuovp ministero varato da De
G'asperi dopo gH inani tentativi dìi
trovare altra soluzione ed al quale
già brevemente accennammo netl'ultima, nostra piorrftep|onciteni2iai, ha
avuto il crisma delta definitiva approvatone stilo la jsera di sabaAp
zi giugno. Mai nascita di Governo
in questa Italia del dopoguerra fu
tanto faticosa,, mai vita resa più,
grama e stentata sin daUfinizio, non
andiamo a vedere se a torto 0 a ragione. Opposizioni violente sui
giornali di partiti anche estremi tra
di loro, polemiche astiose e personali alla Costituente, ricerche affannose di colpe in upnu/ii avversari
per suscitare scandali e giovarsene
senza scrupolo e senza onestà, ’’doppi giochi ' iM inimitabile ^"perfetta
¡altura, in una parola un incosciente obino delle immanenti esigenze
dell’ora.
In questo clima quello che taluni
chiamano il Governo Nero, altri ü
Governo della Salvezza, è passato
sia pur con la lieve maggioranza di
solo quarantotto voti atta approvazione della Camera. Già dicemmo
che per noi è sempUoemente il Governo, che può essere pieno di cHifetti come di nascoste virtù, ma che
potremo lealmente avversare e combfUttere sofio quando avremo avuto
la prova che non altro si merita.
L’ostruzionismo j^oUticc) a \tout
prix” puzza di interesse ed ha un
solo ohiettivo: non rimetterci il
seggio alle pròssime elezioni. Tanto profpiulamedte radicato è questo
amore pel velluto di Montecitorio in
chi si ¡regia del titolo di onorevole,
che mentre pubblicamente quasi
tutti si dichiaravano favjorevafi alle elezioni in autunno, nello scrutinio segreto in grande maggioranza
votarono per il rinvio all’estate del
1948. Ciò che fece dire a ttduni giornali umoristici essere stqto quello
il ¡yrimo vero atto tü concordia (...
sempre in nome dei supremi interessi del paese) avutosi alla Costituenté.
Oggi abbiamo dunque un nuòvo
Governo ; quel che potrà fare non
è tanto nelle numi degli uomini
quanto in quelle di Dio, Ed in linea
di puro f$ritt)o costiiuziònale, prescinilendo dal sentimento, è un Gpverno democratico perchè uscito dalla volontà della maggioranza; per
cui sarebbe antideniiocratico rifiutarsi
di riaonoscerlo. Il primo dovere della democrazia è quello di saper accettare le pìccole e grandi sconfitte
per organizzarsi e pacd^Uiere alle
prossime tmzoni altre |»& belle (e
non c’è bellezza senza, lealtà) vittorie. I giorni che verranno atonnno
un banco di dura prova per il Governo. ma di non, ìnm durissima
prova per l’opposizione: Srei anzi
che l’elemento decisivo sarà il
secondo più che non il primo. Gli
esaniinatori sono severi ed attenti:
è iadispensabile che U paese si me
riti la promozione: ùna boedMum
sarebbe rum la perdita di un anno,
ma la finé..*
t rattanto il turstro trattato di paz
ce è stato, anche ratificato dall’Assemblea Francese, nfmostante Tastensione di oltre cento deputati fra
i quali alcuni hanno, avuto parole
ai amara delusione. Non possiamo
n\on essere grati « queste voci che
han riconosciuto come dalle ingiù- '
stizié, dalie piccole vendette ^dal
tradimento di solenni promesse hitn
possa tutscere nulla di buòno e duraturo. Il nostro augurio è ohe altri
si affianchino a questi più avveduti
e nobili spiriti, e che tra . le due
nazioni possan ristabilirsi in futuro
rapporti di vera reci^oca. eotnf^ymr
sione e fraternità.
A questo avvicinamento tra i paesi europei mira appunto, il progetto
di ispirazione americana, il cui studio si è iniziato in questi giorni e
che è conosciuto sótto il nome di
’ piano MarshaU”.
Esso, mira a riunire ^le varie nazioni in una specie di grande alleanza sul tipo federale, inizialmente
con caratteristiche economico - finanziarie - doganali, e forse in un.
secondo tempo estensibile, ad un, più
vasto plano di coflabiorazione in tutti i campi. Il maggiore osùooìo al
ròggiungimemo dei primi obiettívi
sembrava costituito dalTincerto atteggiamento della Russia; mai oggi,
dopo ffaccettazione d& quest’idtíma a..
partecipare òlle discussioni insieme
con i ministri inglese e francese. Totmosfera sembra essersi rasserenata un
poco.
L’idea è troppo bella perchè venga abbandonaté : si sente che ‘ i popoli ne att&ulfpno. con ansia le prime reatizzaaioni. ' —<
Auguriamoci che essa sia omoinDsamente seguita, che non ceM recón-.
diti fini da un lato, e che non divenr.
ti avvèrsabite senza ragioni dalValtro. In essa è forse ini g^me la pace
del mondo e degU uomini..*,
«k «.
La tôt n'csf pat quelque vague
opttmftme, une confiance en ta
Vie, un élan généreux et aveugle
de l’âme. Croire n’est pas eroire
au Bien, au Progréa, à un Dieu
doucement bienveillant, c’est-à*dt>
rc-'’^ pitoyablement complaisant.
Toutes ces foiS'là sont toujours
en fin de compte des fois en nous
mêmes: en notre bien, nos progrès, notre Dieu, nos vertus.'
Qu’importent ces formes de la
fol? i’
Ce qui Importe c’est Cebit en
qui on croit et non l’aapecf ' psychologique de la foi. Croire, sàf
Ion Jésue-Cbrtst, c’cet eroire . en,
Jésus-Christ.. -, '■ ‘ ,'iV
Pierre
Ì
fS*
îltw.
2
llliéaiiiá pwrAmiciiia Internazionale
mediante ie Chiese
siéfc&Mmo gnà informato i lettori sui lavori della Conferenza Regionale di Liane, Pubblichiamo ora alcune conclusioni raggiunte e deUbeMUe- da tutti. i rappresentatiti.
I?» t^ooférenoè^régionale die l’AUianee Universelle, poior l’amitié
;^ÉÛiliri iouuÉtifr ,{wr les EgJises, réunissant ii Lyop du 3 au 5 Jmn 1947
«déléigués dœ Conseil Nationaux de Belgique, France, Italie et
ayant exaniiné d’une part la situation dlane ce» dififérents pays,
dl’auti»,part.le nouveau projet de constitution de F Alliance, est arrivée acK owtcltisions suivante»;
— La tâche poursuivie par l’Allianee dans le passé, sous l’inspinution de Jésu»Çltrist, est plus urgente que jamais. Elle doit
être continuée pour constituer enfin, au sein dbs Eglises et des
Mouvements religieux, cette CommmiaUté de Chrétiens responsa^
^ hles die la mission de réconciliation et de paix à eux confiée par
fe, F^iuoe de la Paix.
Ce faisant FAUiance est consciente de servir la cause oiecuménique en son entier et de rester fidèle à sa mission propre. Elle
^ndca compte des «rcomtances particulières daus ses relations
tant avucr le Mouvem^t Oecuménique et ses organismes, qu’avec
k» Aasociations pacifiste» notaxPiment celles en faveur dès Nations
2*
■~4’ En ee qui eolocerne le projet de constitution nouvelle, la conférence formule, à titre de préavis les voeux suivants:
La» Conseils Nationaux seront libres db s’adjoindre, suivant les
circonstances, des membres d’autres confessions chrétiennes,
dans la mesnre où cela favorise l’oeuvre qu’il poursuivent. Le
principe de la représentation individuelle et officieuse dès oomimunanléa aeEgieuses est maintenu.
3* — life plus, cette collaboration pourra s’.étendre selon les mêmes
principes à todtes le» communauté» religieuses dans la mesure où
oelles-ci seront disposées à combattre pour l’amitié entre les peuples et) pour la Paix.
S
mam
PAR AVION
Vf
‘En. 1890 on mit en vente F«estuaeia» (estancie = campagne d’exploitation d’une grande étendue) connue
amis le nom de dLe» Ombues (ombu
as gros arbre aæez commun en Uruguay). Conmie qe» ombus et l’«estancia», de 10.000 hectares, avaient
appartenu à un certain monsieur
Lavtdle, le nom diOmbues de LavaUe
resta pour dlésigri^ la colonie qui
m fonua, en 1890, lorsque plusieurs
tawtillfs Viaudoises dé Colonia Valdense et Colonia Cosmopolita achetèrent des fractions de l’estancia' et
»’y établirent.
I.es fondateurs de la colonie furent
Jacques ©t Michel Vinçon, Salolmon
Caire», Pierf© Salvagçot, ^eap. Long,
le» frèore» DanieL Henri et Jean Bonjour, Jean Daniel Mon^n .
Au cuiixs des années suivantes,
d’autrea famille» Vaudoise» s’étabUdui» ht nouvelle colonie située
à *110 km. au nord-oiuest de la colonie-mère, Colonia Vaidense, Les tolons célébrèrent eiix-mêmas leurs
cultes et leur école du dimanche d’abord dan» un «galpon» (sorte de
' hangar), puis dans un caaucÎio» (construction de terre couverte de paille).
Pendant cinq ans ils se chargèrent
aussi de l'instruction élémentaire
jwqn’au moment où l’école passa
à l’Etat. La colonie était visitée trois
ott quatre fois par an par le pasteur
de Coomopolita, - à 90 Km. de distane», M. Pierre Bounous.
'Mais tout en apparéoiant la coUaiMBuriou laïque et les visite» des pa»Aeurs Bommu» et Akmand-Hugon,
, -i«a ©<dPiiei dénrai^it ardemment le
^ uiaistè«e réguUm: d’un pasteur étaldi an 'sein même de la colonie.
La vanua d’un Pastaur
CelleHïi fut visitée en 1894 par fe
président dq Confité d’évangébsafimi, Mr. Matthieu Paaçhet. Le doct.
jftoXdiet »e rtendit compte de la né•Mssté d’y établir un pasteur et proafit de ikvori»Br le projet auprès
d» «es ooJlègues du Cfenité à son retour Ital^ Le Comité fit appel à
M.r Paul Lantaret, pasteur au Pomasrtt. M.r Lantaret accepta l’invitation, fiit tme tournée dans les panfiase» des Vallées où il ooUlecta 3668
fl». ,50 pour l’oeuvre d’Qmbuie» de Lamll» et partit avec son épouse, M Jle
Elise Gay, le 22 Novembre 1895.
Le 26 "janvim' il prêcha son premiar aavnnm à Omlmee, où U s’étaI bUt le 16 Mars. Ait cours de la mêI me aoaée il Int ncManné agent de la
^ Société Bfi>lique de Londres et partit an janvier 2897 pour Rosario de
^ Fé o& il moomt le 13 mai du
1898. Son su«;as8©ur à Ombues fut
le pasteur Philippe Ghigou qui desservit la paroisse jusqu’en 1901. La
place vacante fut occupée par le pasteur PohI Davit dont nous avons déh
jà parlé dans une autre correspondance. En 1902 on construisit le
temple et en 1909 la cure. Mr. Davit déploya une activité énorme. 11
siintére^ à tous les problèmes de
ordre spirituel et matéjriel de fses
paroissiens, il consolida la paroisse
qui s’étendait toujours davantage à
la suite dte l’an-ivée de nouveaux < olons, il fut, par excellence, «le paisteur d’Ombues dte iLavalle».
Après sa mort, (1920) causée' par
un accident, l’église resta un an et
demi sans pasteur. Les cultes furent
présidés par les anciens Paul Geymonat et J. J. Dalmas. En juillet
1921 arrivaient d’Italie les nouveaux
conducteurs: M. et Madame Henri
Pascal dont le ministère de cpiatre
ans fut très apprécié. On rappelle
encore aujourd’hui avec reeoiuiais
sance la fidélité et l’humilité de Mr.
Pascal et les talents musicaux de
Madame.
De 1925 à 1930 l’église fut desservie par le pasteur Daniel Breeze.
L’actuel pasteur est en charge depuis 1931. Mx.Charles Negrin a fait
scs études de théologie à la Faculté
de Buenos Ayres. Son père venait
de la Sarsena de Bobi et a été une
véritiable peCSqnnaîUté fdlans noti-e
monde Vaudois sud-amérioin. Il a
îlevé une nombreuse famille: 14 enfants et il les a élevés dians la crainte
du Scignenr. Le Pasteur Negrin est
très probablement le premier pasteur Vaudois qui a pris son brevet
de pilote d’avions. U s’est déjà servi plusieurs fois de ce moyen de
transport pour se déplacer dans sa
vaste paroisse. Lorsque les routes sont
impraticables à cause de la boue, le
pasteur Negrin se sert de Favioiii...
C’est que les distances sont grandes: plus de 100 Km, entre le» deux
locaux de culte les plus éloignés.
Nouf rappelons
quelques noms
A part, le temple dans 1© «puebloo),
l’Eglise possède deux chapelles: une à Colonia Saraudi et l’autre à
San Roque. Je me souviendrai de
San Roque d’une façon toute particulière paroe-que c’est là que j’ai
donné ma première conféirencie en
langue espagnole à un© asaiatance
bien patiente et bi^ indulgente...
De la paroisse d*Orabi^ de Lavalle rappelons Davit Davit feu Paul
Darit, veàu à trois an» èa Villar;
Jean Daniel Artus qui se rappelle
vaguement de la visite du Dr.’^Lantaret en 1869; Joséphine G.onaet
née aux Pons d’Angrogne, ooufinnée
par le pasteur Etfenne Bonnet, venue
a Fâge de 16 ans; Caroline
Arnoulet veuve Rostagnol venue
de la Tour à l’âge die 14 ans; Alexis Long feu Jean, père de 10 enfaute; Joséphine Mçrel veuye Tourn,
11 fils, venue die Rotrà à Ffig© de 34
ans; Jean Henri Charbonnier feu
Jean Jacqims de (La Tour ; et puis des
Roland, dès Pontet, dtes Bonjour,
des Amoulet, des Charlin, des Berger (d’origine Suisse), des Bouissa,
des Àrmand-Hugon, dea Vinçon, des
Talmon, des Salva^dt, des Pastre,
des Oudri, de» iMaurin, des Rochon,
des Janavel, des Geymonat, des Félix (d’origine suisse), dte» Baridon,
des Roman, des Ricca, des centaines
de familles occupant une zone très
vaste et fertile.
Il faudrait un pasteur seulement
pom- la paroisse d’Ombue», tandis
qu’actuelle!men|t le pasteur Negrin
doit s’occuper aussi de la paroisse
de Miguelete. Un accord de» Assemblées d’église de» deux communautés a établi que 1© pasteur réside
deux ans à Ombues, puis deux ans
à Miguelete, puis de nouveau deux
ans à Ombues... deux grandes églises, un seul p'asteur... je ne puis pas
m empêcher de penser à certains
minuscules groupes de Vaudois, qui
qn Italie jouissent depuis de tiès
longues années du nfinistèrei régulier
d un pasteur, sans se rendre oompte
,peut-être de leur privilège.
A. RICCA
JfouveUes
de la Suisse
U y a quelques semaines, plusieurs articles traitant le problème
de la «drammatica valdeseo) ont paru dans ce journal. Nous pensons
que les Vaudois gui s’intéressent à
cette queslioln seront cm-ieux d’apprendre qu’en Suisse Romande on
vient de représenter les 19 et 20 avril un «drame piémontais» en trois
actes et quatre tableaux. C’est en
effet bien rare, dan» notre pays, de
voir évoquer un épisode de l’histoire vaudoise sur la scène de la salle
conununale d’un village du Canton
de Vaud! Mais ce qui doit retenir
notre attention c’est que Fauteur
Mr. Georges Briggen, président dte
la jeunesse paroissiale de Crassier,
près de Nyon, a composé cette oeii
vre a la suite .du séjour des jeunes
vaudois du Piémont dans cette région, l’été dernier.
Ce drame évoque d’une façon poignante ce que fut la vie d’une famille vaudoise pendant les années de
l’occupation allemande. Il est intitulé: «1 Itinugré» et c’est l’histoire
d’un jeime arraché aux sietxs et à sa
patrie pour le travail forcé en Allemagne, alors que son frère et ses
amis gagnent le maquis. Et nous
assislotis à de» scènes qui sont encore
présentes à la mémoire de cliaciin.
Le 3.me tableau reprélBente l’intérieur d’un baraquement d’usine en
Allemagne. Nous y voyons Bemardo, «l’émigré», en proie à la nostalgie de ses Vallées, mais résistant aux
tentations qui l’assaillent. A Flieure du danger, lors d’iuie attaque aérienne qui le libérera, il encourage
scs camarades et entonne le e^mtiqiic
tfPiù presse a Te, Signoir».
Puis c’est le retour aux Vallées.
Beriiardo retrouve sa maison détruite mais, au milieu dès ruines, le
clocher dte son temple est intact comme un symbole d’espérance, et le
choeur chante: «Puisse ton règne de
paix s’étendre sur toute la terre».
Ajoutons qu’un d.écor, créé par
un jeune de Crassier, représentait,
à merveille, un paysage vaudois avec
au premier plan le temple de SaintGermain. Le® actrices portaient
d’authentiques costume» vaudois et
trois chante en italien furent exécutés sur la scène.
Le» quelques Vaudois du Piémont
présents à Crassier à cette occasion
remercièrenit les jeunes pardissieiis
pour ce beau spectacle. «L’Exilé» qui
est dédié à un jeune de Saint-Germain et, par lui à toute la jeunesse
chrétienne d’Italie en «témoignage
d’estime et d’affection» contribuera
a fortifier l’amitié séculaire entre
nos deux pays. J. PICOT
TORINO
La Coniiimità idd Torino serberà fm j
suoi più cari lioordd quello dieiljie mmiiestazioni che ebbero luogo nei suoi due
Templi .giioqno 'dèlia iPtenitedasCe. Nei
Tempio idi C. Vdititorio sono stati ammessi
alla Santa Cena, dopo la toro puib'hlica
professione di fede, i ©ovani provenienti
dalie famdglde appartenenti alla Chiesa :
Grazia AldrighetU, Aldo Bonino, Franco
Bonjour, Ezio Cambellotti, Elvira Campol“Sgi. Sergio Eynard, Debora Geymet, Lidia Geymet, Carla Giordano, Emilio Henking. En. Jacques, Franca Landucci,^ Roberto Leumann, Marisa Malan, Adriana Moretti, Ferdinando Novarese, Silvana Pretto,
Renata Pugno, Evelina Sciti, Giorgio Tourn
Liliana Travers, Giuseppina Turino, Dario Varese.
Nel Tempio di corso Pr. Oddone sono
stati ammessi gii adulti provenienti, per la
maggior parte, dalla oonifessione oaltolioa
romana. Questi fratelili e sorelle, dopo un
re'golare corso impairtlto toro dal Pastore
sig. A Sbaffl. si presentarono davanti alla
Commissione d’esame nominata dal Concistoro e resero una personale testimonian:«»
di fc'de evaingelica. Dissero le lotte, le esperienze, sovente dolorose, attraverso le
quali essi si sono sentiti condotti', per vie
diverse © misteriose, ai pi«!! del loro Salvatore; coloro che ebbero la ventura di udirli. non dimenitlcheranno facilimente quegli istanti di profonda emozione.
Come abbiamo sentito tutti, in quelìa
serata memorabile, 41 sofiSo potente delio
Spirito!
Giovanni Alunni. Bruno Carta, Antonio
Cavallari, Maria Cerrato in Farotto, Renato Cialliè, Ferruccio Demo, Luigi Garzena, Jole Oberti, Mario Pisanelli, Ethera
Pisanetli. Ignazio Pizzo. Giulio Vernoni,
Elvira Vernoni.
Il lunedi 26 Maggio, all’inizio deil’Assentbiea di Chiesa, oonvocata per 'l’esame
della relazione suirAutonomM e la nomina
di de-legati alla Conferenza distrettuale, il
pastore sig. Eynard diede, con elevate parole, ¡(1 benvenuto ai nuovi membri di
Chiesa. Presero pure la parola, il Pastore Sig. A. Sbaffl, il quale esortò i nuovi
ammessi a rimanere fermi nella fede, l’anziano G. Costa, quale membro della'Comni’ssione esamiitiatrice e il prof. M. Pisanelli, che rispose ringraziando a nome dei
festeggiati. iMomenti benedetti in cui la
numerosia assemblea sentì la gioia della
comunione fraterna nella dedizione all’lineo Signore.
li martedì 27 Maggio anche l’Unione
Gi'ovanile, seguendo una simpatica tradizione. volile ri'cevere i nuovi membri della
comunità che diventano, c’è bisogno di dirlo?, soci dell’Unione. Seraita che si svolse »in un’atmosfera d’entusiasmo cordiaite
a cui non mancò la parte riere aiti va e ohe
lascierà certamente 'Un ricordo benedetto.
Inflne i:| mercoledì 4 Giiugno, il gruppo
degli adulti fu 'ricevuto alPUnione Evangelica «G. Varaglia». Ai nuovi fratelli
venne offerto un libro in nicordo ed il
Presidente disse la necessità di una sempre rraggiore dedizione nel servizio effettuato sotto Io sguardo del Signore- O. C.
Canzoni Valdesi
Per iniziativa della Soci'età di Stud’ Vaidesi. sarà prossimiamente pubblicata una
Raccolta di antiche canzoni Valdesi, accuratamente registrate secondo gli antichi, testi e secondo la voce viva di vecchi alpigiani deile alte valli dai prof.ri Federico
Ghisi e Emilio Tron, e con devoto amore
da loro stessi commentate ed iilluBtrate
La pubblicazione verrà ceirtamente accolta dall pubblico con vivo interesse, sia per
i pregi ciaratteristici deltle canzoni medealme. sia per 'revitìente opportunità dcH’iniz’ativa. Ha quale salva da un. inevitabile
oblio queste nobili espre^on.! del tempo
passato.
Un priimo fascicolo di Canzoni sarà pubblicato neiM’estate prossima. Esso conterrà
la musioa ed il testo complèto delle seguenti otto canzoni ; La prìse de Mantoue (1630) — La Chanson des Vaudois
(1686-89) — Le Siège de Coni (1744) ■—
Le Siège de Gènes U747) — La Chanson
de VAssiette (1747) — La complainte de
Mkhelin (1752) — Baron Lefron (1755) —
Le Fort de Mirabouc. Cigni canzone
sarà preceduta dia un’introduzdone ¡illustrativa S'torico-iartistica. H fascicolo s’inizierà con una introduzionie generate riguardante il complesso delle Canzoni Valdesi.
11 testo originale dell© Canzoni essendo in lingua frainoese, tutto il fascicolo
sarà redatto naturalmente in francese. Esso sarà ricevuto con piacere dal pubblico
in genere, e specialmente dalle Corali e
dalle Associazioni 'giovanili, che vi troveranno belle ed intereesaniti prodùzioni adatte per loro.
Per questo primo fascicolo sono fin
d’ora aperte prenotazioni al prezzo di Ure
85 da versa'isi all’atto deU’iBcrizione, Le
prenotazioni possono farsi presso il prof.
Teofilo Pon®, presso te Tiipografla Aipina
e presso la Bottega della Carta, in Torre
Pellice.
A proposito
di Canti Giovanili
MoWi, hpedtalmeinte 'Ina ji giovatai, su
saranno chiesta : Dove sono andai a fi
nSre i Canti GiovanSili, ile iCainioise naccolt© « Pleines voix n tante volte promesse e
non ancora vediute ?
Siiaimiò 'dotenti di dover lire che le casse con d canti 'di « iPlLeines Vodx » ' sono
giaceottì alla Dogana ds Torino dai mese
di apritlie, to attesa 'di' poter essere sdoganati.
Ili sottoscritto ha fatto fino lad ora il) possibile per entrare in possesso dIelQe suddétte castsa, senz^ (però iniusciirivS edj è
ora in attesa di una licenza dii toportaziione.
Spiacenti che un involontario inconveniente nenia spedizione cd abbia fino ad
ora privato di quelite racoodte, formiuliamo l’augurio dii poterle ben presto adoperare. E, ROSTAN
DONI RICEVUTI DAL
CASSIERE DELLA TAVOLA
VALDESE
(^n'ei me.fi di Aprile e Alaggio)
Per Collegio
L. BoUnous 100000 —I Jolanda e Ugo
Rivoiro Pellegrini 300.
Per Scuola Latina
N. N.. Rodoiretto, riicordando e riconoscente al Signore 1000 ,— Bessone Idi
1000 — Bertalot Ghia e Ida 200 — I
nonni paterni alunna Graziella Coisson
2000.
Per Istituto Femminile di Firenze
Roma, IV Novembire, Società di Cucito
L. 10000 —I Chiesa di Bergamo 1000 —
Per Istituto Gould
Società di Cucito, Roma, Via IV Novembre 10000 ..— Maria Gibson 2000 — Chiesa di San Germano 1000 — Coucoiurde Giulio 100 — Azzoni Guido 200 —
Rodolfo Norter 10000 — Chiesa di Bergamo 1000.
Pel Istituto Pestalozzi
G. Hentsch 3000.
Per Istituto di Vallecrosia
Chiesa di Torre Pellice 1500 — Coucourde Giulio 100.
Per Orfanotrofio di Torre Pellice
Società di Cucito, Roma Via IV Novembre 5000 — Chiesa di Orsara 500 —
id. Cerignola 500 — id. Lucera 500 .—
Rosina e Enrico Buffa 500 — Ernesto Peyrot, Praly 100 —■ 'C^p- Spence 57.500
—. Chiesa di Prarostino 325 — id. Pinerolo 1350 — Adunanza di Bastia 600.
Orfanotrofio di Pomaretto •—
Società di Cucito, ¡Roma Via IV Novembre 5000 — Rosina e Enrico Buffa
500 — Jenny Beri, ricordando 25 —
Ernesto Peyrot, Praly 100 ,— Chiesa di
Prarostino 325 — id. Rinerolo 1350.
Ospedale di Pomaretto
N. N. Rodoretto. riicordando e riconoscente al Signore ÌOOO —- Rostan Guido,
Praly 100 ,.— Ernesto Peyrot, Praly 100.
La famiglia Pons sentitamente ringrazia
quanti presero viva parte al suo dolore in
occasione delia dipai\tenza per la Patria
Celeste del suo diletto congiunto
Pons Dario
I Un ringraziamento particolare rivolge al
pastore sig. Luigi Marauda che ne ha presieduto i funerali.
Pom,ar'e'tto. 16 gugno 1947.
lìir. Resp. Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE “ L’ALPINA.,
Torre Pellice
Libreria editrice claudiana
TORRE PELLICE
NO vita
Giovanni Miegge
PIETRO A ROMA
Lire 70
In poche pagine ben documentate
dimostra che Pietro non é mai stato
vescovo a Roma, e i papi non sono
i suoi successori.
0SE[[HMIIS0401A
Il dr. DANIELE ROCHAT
visita a TORRE PELLICE
lutti i venerdì dalle
10 alle 12 presso il
dr. GardioI Tèi. 77
a POMARETTO
il 2‘ e 4* sabato del
mese dalle 10 olle 12
e Tesso l'Ospedale
aldese
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