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BUO^A 3Ì0VELLA
GIORNALE RELIGIOSO
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PRIiXZO UMS«0CfAX10\'B
domicilio)
Torino, per un anno L. C,00 ] L.7,00
— per sei mesi » 4,00 | » 4,50
Per le provincie e l’estero franco sino
ai confini, uo anno . . L. 7,20
per sei mesi, » 5,20
A).n6eùovTt( Si IV àyiS/r:f
Sogueodo la verità nella caritH
Efes. IV.
La Direzione della BUONA NOVELLA è
inTorino, casa Bellora, a capo del Viale
del Ile, N"12, piano 3 ’.
Le associazioni si ricevono dalla Direzione
del Giornale, e dal Libraio G. SERRA,
contrada Nuova in Torino,
Gli Associali delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla Direzione.
u •uccesMone apostolica Vili. — Lettere intorno allo Spirito religioso in Italia
I Criftiani CvaDgelioi del Favale. — Educazione dei figli. — Notizie Religiose. ~
Cronachetta politica.
lA SU€CESSIOKE APOSTOLICA
Vili.
Se i difensori della successione
apostolica avessero tanta abilità da
travolgere tulti i fatti da noi accennati negli articoli antecedenti, e di
iar credere a chi beve assai grosso
in materia storica che la successione
non fu da quei scismi interrotta, noi
li sfidiamo a poter fare altrettanto
per lo scisma che si manifestò nel
1378, e che durò circa 50 anni, conosciuto sotto il nome di grande
scisma d’Occidente. Il gesuita Maim
burgo, la cui teslimonianza non potrà essere messa in sospetto dai difensori della successione apostolica,
parla così di codesto scisma; « Biso« gna ben confessarlo, egli dice, che
« tutti i scismi precedenti nel corso
n di più di 1100 anni, sebbene ab« biano cagionati molli disordini, non*
« hanno non di meno avuto nulla di
<1 così funesto da potersi paragonare
« con questo, che fu senza alcuna
« contraddizione il più pernicioso di
2
« tutti, o se ne consideri la durata,
• 0 il numero, o la potenza , si per
« la qualità dei popoli e dei regni che
« esso divise, sia per i mali inconce« pibili che cagionò in tutta Europa;
« sia infine per la estrema difficoltà,
« ed oserei dire, per la impossibilità
•I morale in cui si era di riconoscere
« i veri papi e distinguerli dagli an« tipapi. In guisa che (si noti questa
« confessione dello storico gesuita)
« neppure un concilio universale che
« aveva la infallibile assistenza dello
« Spirito Santo per tulte le cose che
« riguardano la fede, non ha creduto
« avere abbastanza lumi in queslo
« caso per dissipar tali tenebre, pro« nunciando sul diritto delle parti....
« imperocché egli è cerio che vi
« erano nei contrari partiti dei grandi
» uomini, giureconsulti celebri, teo« logi sapientissimi, università in« fiere, ed anche santi e sante a
« rivelazioni ed a iniràcWi ». Ma le
riflessiorii si presenteranno da se medesime dopo che avremo accennata
la storia di codesto scisma.
La famosa Caterina da Siena era
riuscita a ricondurre il papa Gregorio XI a Roma dopo che la s. Sede
• era stata per quasi 70 anni in Francia. Essa asseriva che il ritorni) del
papa a Roma era tin ordine di Dio,
e ehe lo aveva ricevuto per rìvelaitiotìe divina. lì fatto però provò che
un tal ritorno fu l’occasione del più
lungo é del più terribile scisma. Gregorio difTalti Senza pretendere ad alcuna
rivelazione, previde lo scisma che sarebbe accaduto per aver egli dalo
ascolto alle prelese rivelazioni di sanla
Caterina, e lo predisse al letto di sua
morte, come ce lo attesta il celebre
Gersone.
I cardinali, appena morto Gregorio XI, si raunarono per eleggergli iin
successore; ma i Romani temendo che
la elezione cadesse sopra un francese
che riconducesse Ja sanla Sede in
Francia, andarono tumultuariamente
a gridare sotto le finestre del luogo
ove erano raunati i cardinali : Romano lo votemo el papa. I cardinali
spaventati dal tumulto, elessero papa
Bartolomeo Prignani vescovo di Bari,
che prese il nome di Urbano VI : ma
poco tempo dopo si ritirarono in
Anagni, e colà dichiararono nulla
la elezione di Urbano VI siccome fatta
senta la debita libertà e col timore
di essere massacrati dal popolo. Trfe
soli cardinali erano restati con Urbano; ma anche codesti lo abbandonarono e si unirono agli altri, i quali
onde essere più liberi se ùe andarono
in Fondi, terra allóra appartenente al
regno di Napoli, e là dichiararono
Bartolomeo Prignani antipapa, scismatico, anticristo ecc. ed èleSSerO
papa Ròbertò contfe e vèsrbvo di Gi-
3
nevra che prese il nome di Clemenle
VII.
Intanto Urbano dal suo lato scomunicava il suo competitore, deponeva I cardinali che più non erano
con lui, e creava 26 nuovi cardinali
per formare la sua corte. Il mondo si
divise: papa Urbano restò in Roma
e fu riconosciuto in Roma, in Germania, e in qualche altro paese: l’Italia
era divisa fra i due papi: Clemente
andò in Avignone coi vecchi cardinali e fu riconosciuto per papa legittimo dalla Francia, Spagna, Scozia,
Sicilia, Savoia e da qualche allro
paese. Incominciò allora una terribile
guerra di anatemi fra i due santissimi ; ma buono per rumanità se si fossero limitati a maledirsi scambievolmente. Il santissimo Urbano pubblicò
unacrociatacontro il suocompetitore,i
suoi complici, i suoi aderenti, e contro
coloro che avessero creduta canonica
l’elezione di Clemente. Diciasettemila
inglesi sotto la condotta del vescovo
di Norwich ottennero per questo mezzo l'assoluzione di tutti 1 loro peccati
e la sicurezza di loro salute, prendendo per i primi le armi, ed entrando
come assassini nelle Fiandre misero
tutlo a ferro e fuoco a nome del sanlissimo Urbano.
La regina di iVapoli si dichiarò aneli’essa per papa Clemente; Urbano
allora la scomunicò, la dichiarò deca
duta da tutti 1 suoi diritti, sciolse '
sudditi dal giuramento di fedeltà, e
diede il regno di Napoli a Luigi re
di Ungheria, il quale avendolo ricusato, papa Urbano lo diede a Carlo
Durazzo, conosciuto sotto il notile del
principe della Pace. La regina non
avendo figli, adottò Luigi d’Anjou fratello del re di Francia, e papa Clemenle approvò l’adozione e gli diede
l’investitura del regno; mentre papa
Urbano coronava in Roma re di Napoli Carlo Durazzo.
La guerra fu tosto accesa: santa
Calterina da Siena eccitava il Durazzo
a scendere presto in Italia coi suoi
Ungheresi : il santissimo Urbano si
impegnava a dare tutto il danaro necessario, ed a questo efletto spogliò
le chiese, fuse i calici, 1 crocifissi e
tulto ridusse in moneta per fomentare la guerra. Il principe della pace
divenne ben presto padrone di Napoli,
e fè appiccare l’infelice regina scomunicata. Papa Urbano dichiarò la regina dannataj ma papa Clemente poco
mancò hon la dichiarasse santa; fè
celebrare solennemente i funerali in
sua presenza con orazione funebre.
Luigi d’Anjou scese in Italia con
60 mila francesi; ma egli morì, ed i
resti della sua armata tornarono in
Francia domandando 1’ elemosina:
però una tal guerra costò all’Italia,
I alla Francia ed all’Ungheria molle mi-
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güaia d’uomini. Urbano volle profiltare della forluiia del Durazzo per
arricchire e far grande il suo nipote;
ma non contentandosi di quello che
il Durazzo gli accordava, si disgustò
con lui. I cardinali di Urbano, disgustati della pessima condotta del loro
papa, pensavano a porvi un rimedio.
Urbano lo seppe, e fece arrestare i
cardinali sui quali cadevano i suoi
sospetti, molti arcivescovi e vescovi ;
e loro fè applicare la tortura, ma in
modo così barbaro che molti spirarono nei tormenti, gli altri che vissero
rimasero storpiati per il resto di loro
vita. Teodorico di Niem, testimonio
oculare, dice che i cardinali furono
calati in una cisterna secca, ove non
avevano luogo da distendersi. Il santissimo Urbano assisteva in persona
alla tortura, dicendo il suo breviario:
se appariva sul viso dei giudici il minimo segno di commiserazione erano
dal Papa scacciati: il suo viso, dice
Teodorico, si accendeva per la collera
e la sua voce era soffocata per la rabbia. Il cardinale di Venezia, di complessione delicata e malato fu sotto la
tortura dal mattino fino a mezzogiorno senza riposo fino a che spirò !
Il re Carlo Durazzo non potendo
soffrire tanta crudeltà azzardò di pregare il santissimo Urbano a favore
dei tormentati, ed ottenne in risposta
una scomunica ! Allora questi irritato
andò col suo esercito ad assediare il
Papa a Nocera; ma Urbano per vendicarsi, montava tre volte al giorno
sull’alto della fortezza e di là scomunicava solennemente gli assedianti,
tenendo in una mano un campanello,
e nell’altra una candela accesa. Finalmente a forza di danaro gli riuscì di
fuggire da Nocera. Avido più d'ogni
altra cosa di vendetta condusse seco
i cardinali prigionieri e malconci, fra
questi eravi il vescovo d’Aquila, che
non potendo tenersi bene sul cavallo
a cagione delle slogature della tortura, fu ucciso per ordine deU’empio
Urbano, e lasciato senza sepoltura
sulla via. Fra Barletta e Trani erano
le galere di Genova che lo attendevano: s’imbarcò su di esse e fè vela
per Pisa. I Pisani fecero di tutto per
muovere a pietà papa Urbano a favore dei cardinali martoriati, ma tutto
fu inutile. Giunto a Genova fu obbligato a rilasciare il cardinale Estone
inglese che il re d’Inghilterra reclamò;
in quanto agli altri, allorché fu costretto dipartire da Genova li fè cucire
in sacchi e gettare in mare, o come
altri dicono, li fece strozzare in prigione.
Papa Clemente dal suo lato non
era nè anche egli un fiore di virtù,
ma era ben lungi dall’imìtare il suo
competitore. Il partito di papa Clemente aumentava ogni giorno; im-
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perciocché egli si proleslava conlinuanaente che avrebbe rinunciato al
papato se la Chiesa rannata a concilio
avesse giudicato ciò espediente per la
pace e per l’estinzione dello scisma;
ed inviava dappertuUo legati, onde
sollecitare la convocazione di un concilio. Ma Urbano non volle mai sentire nè di cessione, nè di concilio.
Abbandonato quasi intieramente, papa
Urbano morì: mai suoi cardinali continuarono lo scisma eleggendo papa
Pietro Tomacelli che prese il nome
di Bonifacio IX.
Papa Bonifacio, non appena divenuto santissimo incominciò a scomunicare ed a maledire il suo competitore: poscia si diè a vendere i beneficii
e le dignità ecclesiastiche in una maniera che mai non si era praticata per
lo innanzi: chiunque voleva un beneficio doveva pagare anticipatamente
al Papa il prodotto di tre anni della
rendita lorda: per giungere alle dignitàecclesiastiche non vi voleva altro
requisito che il danaro. A codesto
santissimo si deve 1’ invenzione di
una banca di prestito per comperare
i beneficii; invenzione che poscia i
Greci moderni hanno rinnovata in
Costantinopoli. Teodorico di Niem
suo segretario narra cose tali della
simonia e della mala fede di papa
Bonifacio da far raccapricciare il più
indurato giudeo.
L’Università di Parigi si occupava
saviamente dei mali della chiesa e
proponeva ai due papi di dimettersi
ambidue, e che i cardinali dei due
partili si riunissero per eleggerne un
terzo; ma ciascuno dei papi dicendosi
il solo legittimo non vi fu modo di
convenire nella cessione : intanto pnpa
Clenienltem mori, ed i suoi cardinali elessero Papa il cardinale Pietro
de Luna che prese il nome di Benedetto XIII.
I CRISTiAM
DI l’AVALE
Lettera 11.
Genova, 3 maggio 1853.
Caro (rateilo in G. C.
A due osservazioni ci richiama la
storia del Vangelo. Ogni qual volta si
volle combattere la verità, ovvero opprimere il giusto , si videro i tristi,
sebbene tra loro divisi e nemici, simulare ed unirsi per riuscire nei m.ilvagi
loro disegni. Egli è perciò che leggiamo , i Farisei unirsi sovente coi
Sadducei per tentare Cristo e per accusarlo, e Pilato amicarsi con Erode
per mettere in derisione il Santo ed
il Giusto. Ma i concilii fatti contro
il Signore e contro il suo Cristo, le
uccisioni e tutta la prudenza della
umana tristeizu a che valsero mai?
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A perseguitare, a combattere, ad opprimere la verilà, ma non a distruggere l’opera di Dio, die seppe in ogni
tempo dalla malizia de’ suoi nemici
trarne mezzo per propagarla e farla
gigante e trionfatrice sulla terra. Che
altrettanto siasi rinnovato nella valle
di Fontana-Buona contro dei Cere
gliini, lo dimostrano ad evidenza
fatti che mi rimangono da narrarvi
Nell’ultima mia lettera in cui vi
scrissi l’origine del movimento evan
gejico in quel paese, vi accennai co
me da anni il popolo vivesse diviso
in due campi, e i preti per basse gare
e gelosia di ministero si maledicessero a vicenda. Ma non appena i tre
nostri fratelli Andrea, Stefano e Giovanni, unici che nello scorso anno
fossero pronti a rendere ragione della
loro speranza, si diedero a pubblicamente confessare Gesù, e per quanto
le leggi dello Stato e la evangelica
prudenza il permettono, a spiegare
la ritrovata verità che si nasconde al
popolo, i preti, fatto un armistizio,
si collegarono per abbattere, e se
fosse possibile, distruggere quegli individui e le loro famiglie.
L’armi adoperate Cn da principio
furono lo spavento e l’inganno pel
credulo popolo, Io spregio e l’oltraggio pei nostri fratelli. Imperocché
non si contentarono di salutar questi
coi nome di scomunicati, di eretici e
di Dgli del demonio, ma incominciarono a ridestare in quello i più orribili sentimenti che il pregiudizio religioso e la crassa ignoranza potè radicare, e a spaventare quei valligiani
colla mala morte, e coll’ inferno
pronto per tutti coloro che leggono
il Vangelo del divin Salvatore Gesù
Cristo.
Si avvicinava frattanto la Pasqua,
e come in quel tempo i seguaci del
papa devono confessare ai preti le
commesse colpe e comunicarsi alla
propria parrochia, perciò nel presbiterio si convenne di negare Ja comunione e di non assolvere non solo i
Cereghini evangelici, ma anco i membri di quelle famiglie, se prima non
avessero abbruciato la Bibbia, o fatto
il possibile per abbruciarla. Fedeli al
tristo progetto, i preti negarono i sacramenti agli uomini di quel casato,
e delle donne una assolvettero, con
giuramento di non ascoltar mai la
lettura famigliare del libro di Dio, ed
altra pure , ma per essere pubblicamente umiliata ed avvilita. Poiché
assoluta, ed avvicinatasi alla santa
mensa nel giorno stesso del Signore,
in pieno concorso di popolazione, le
fu dal parroco rifiutata la così detta
sacra particola.
Elevossi rumore nel tempio; e la
povera vecchia moglie di Gio. Battista
si ritirò al suo posto confusa e svef'»
7
gognata, animala però dal pensiero
che sebbene le avessero gli uomini
negato di comunicarsi con Cristo ,
Cristo le sarebbe invece largo in misericordia, comunicandole il suo spirito secondo la fede.
Incominciata nel tempio la persecuzione , proseguì al di fuori. Nello
scorso maggio , il clero introdusse
nella parrochia il mese Mariano secondo il metodo dei PP. gesuiti. Per
un mese ebbe campo a sfogarsi contro gli Evangelici in generale , spargendo contro loro le menzogne e le
imposture che dai papali nei tempi
dell’ignoranza, del silenzio e della
inquisizione inventate furono e registrate. Discese poscia a parlare,
specialmente dei Cereghini, provocando coniro di loro il popolo, nou
solo all’odio e al disprezzo, ma quando che fosse , a rinnovare le orribili
scene di sangue e di morte di cui
inorridisce la storia.
Trascorso un mese di invettive e
di ingiurie , il parroco credendo di
aver gettato nella casa dei Cereghini
lo spavento e la desolazione, mandò
a chiamare colei alla quale aveva rifiutato la pasqua. Il di lei marito
Gio. Battista, uomo religioso, volle
accompagnarla ; e giunti alla canonica, con modi afTettati e rugiadosi
furono introdotti in una stanza, ove
era preparato un crocifisso con can
dele accese, e poscia invitati a giurare solennemente di scacciare di
casa il loro Oglio Stefano, e di non
permettere più mai in famiglia la lettura della Bibbia tradotta tanto da
mons. Martini che dal Diodati. Rispondevano i vecchi genitori pel figlio col linguaggio del cuore, e secondo quelle afTezioni che natura ha
scolpito nell’uomo; ma il prete insisteva colle minaccie di una morte
pessima e deH’inferno se non ubbidivano alla voce del proprio pastore
che è voce di Dio.
Un lungo colloquio intavolossi,
che per brevità tralascio di trascrivervi, ma in cui il reverendo parroco
si lasciò trascorrere a tali spropositi
che il buon Giovanni Battista ebbe da
inorridirne, n Io mi credeva di morire » diceva egli più tardi narrando questa scena, « nel sentirmi dire
tali cose ». E rivolgendosi al parroco:
<1 Ora, esclamò egli, conosco l’impostura, ed anche io fin d’ora mi attacco
al santo Evangelo, di cui non può
essere che Ella, parlando come parla,
sia il ministro. Cristo dice : « investigate le Scritture » ; gli apostoli scrissero il Vangelo e le Epistole perchè
fossero lette dai cristiani, ed invece
la Chiesa del Papa proibisce la lettura
delle Bibbia ; Cristo dice : chi è di Dio
ascolta volontieri la parola di Dio, ma
chi non è di Dio non l’ascolta. Ofa
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nel divin Testamento si trova questa
parola; quindi voglio ascoltarla colla
mia famiglia; e se la lascierò leggere
nella mia casa, spero che invece delle
maledizioni da lei predette, vi scenderanno benedizioni, e sarò salvato
con tutti i miei figli. Epperciò son
deciso a dare piuttosto la vita che avvilirmi a rinegare o a bruciare il santo libro di Dio ».
Non è da dire se a questa franca
dichiarazione il parroco restasse dal
maledirlo e fulminargli fino alla terza
e quarta generazione l’interdetto e
tutte le ecclesiastiche censure e a
dicliiarargli chiuse per sempre ie
porte del Cielo. ■— Ma a tutte queste
minaccie rispondeva il Cereghino:
• Stolto, che finora sperai ueH’assoluzione e nel potere degli uomini! D’ora
innanzi la mia fede sarà in G. Cristo
soltanto; e credo che operando secondo il Vangelo sarò salvo, nella
stessa guisa che lo furono i primi cristiani i quali non avevano un papa, per
mezzo del quale dovessero salvarsi.
Poco mi curo d’essere scacciato dalia
Chiesa romana per causa del Vangelo di Cristo; ciò mi è stato predetto
dal Redentore, ove dice: « Vi sbandiranno dalle siuagoghe...io vi ho detto
queste cose, acciocché quando quell’
ora sarà venuta, voi vi ricordiate ch’io
vo le ho dette »(Giov, svi. 2. 4) —
.Mentre cosi rugionavu, fu assieme
colla sua moglie scacciato dalla casa
parrocchiale.
Il rifiuto del parroco di benedire il
matrimonio di Giuseppe, altro figlio
di Giovanni Battista, con una giovane
di un paese vicino, sempre sotto pretesto che in casa dei Cereghini leggevasi la Bibbia, e ad onta che si fosse
adempiuto a tutte le formalità prescritte — non fece che rendere vieppiùprofonda questa scissura. La compiè una circostanza apparentemente
destinata a rimediarvi: i preti di Fontana-Buona, come se ad allontanare
l’Evangelo dalla mente dei fedeli non
fosse bastato il mese Mariano, invocarono l’aiuto d’una missione diretta
da cinque Domenicani. Per ben quindici giorni questi non fecero altro che
tuonare contro il falso Vangelo di
recente penetrato in questa valle; e fu
tale il fanatismo che riuscì loro di destare in quesli buoni valligiani, che si
vide, l’ultimo giorno, l’intiera popolazione recarsi per il paese in processione
coi piedi scalzi e la corona di spine
sulla fronte. 1 soli Cereghini non la
portavano, ad onta o anche a cagione
deH’avvcrtimento dato dai missionari,
che chi fosse visto senza, sarebbe
considerato come eretico. — Di li
grande scandalo e grande susurro.
Ma i Cereghini, più cresceva la tempesta, più erano fermi. Non tutti però
ancora erano tali: la sera di quel
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giorno parecchi fra loro, Ir donne soprattutto volevano andarsi a confessare. Stefano ne li distoglieva portando passi della sacra Scrittura che
dimostrano non per questa via giungersi alla remissione dei peccali. Ad
un tratto si alzò il padre; « Quesle
cose che dici qui a noi, ti sentiresti
capace, disse egli al figlio, di sostestenerle davanti al parroco ed ai missionarii?» E sulla risposta afl'ermativa di questo, tutti gli uomini, in numero di sette, insieme colla ragazza
Maria, si avviarono alla canonica. (
reverendi che uscivano appunto di
tavola furono alquanto sorpresi vedendosi sopraggiungere questa brigala. — « Per qual molivo siete venuti
qui, disse il pan-oco a Stefano, che
gli si fece incontro il primo?» — « Io,
rispose il coraggioso giovine, vengo
qui perchè lei ha dello ai mici che io
sono a casa del diavolo, e che sono
lo scandalo della parrocchia, e vorrei
sentire da lei qual delitto io abbia
commesso per meritarmi simili accuse»—Il prete allora si fece a parlare
di fede rinnegata, di doltrine eretiche, ecc. ecc. — « Lei mi accusa di
aver rinnegato la fede, riprese Stefano;
ebbene io invece credo di averla acquistata, chè non l’aveva mai avuta,
almeno la vera fede in Gesù Cristo ;
iu quanto al chiamarini eretico poco
monta, anche 11 Signor« lo chiama*
vano con questo nome »— Il diverbio
cominciato in questi termini si protrasse per lungo tempo, finché i missionarii non potendo resistere allo
Spirilo che parlava per la boccadi quei
rozzi contadini trovarono più spediente di scacciarli.
Da quei giorno fu spezzalo per
sempre il vincolo che una buona parte
dei Cereghini ancora gli teneva uniti
alla Chiesa di Roma; ma da quei
giorno anche si fecero più accanile e
più acerbe le lotte e le persecuzioni,
cui dovettero soggiacere per Gesù
Cristo. Di queste vi parlerò in una
prossima mia leltera, essendo già questa più lunga che nou sarebbe convenuto.
Credetemi ecc.
LETTERl^
iiiloi iiu allo Spirilo Keli^iusn
IN ITALIA (ij.
LETTEHA I.
Mio rispetlaliiie amico !
Piena di uu grave interesse è ia questione che voi mi proponete, ed in pecu
fi) Solto qupslo titolo verrà piilililieata
nella liuona Novella una serie di letiere
dettale da un distintu puliblicisla italiano
dietro nostra formale rictiiesla, alla qnale
elilie la genlilezza di acconsentire. Essendo tuttora dii scrive nel gremlio della
chiesa cattolica romana, comprenderanno
di leggieri i lettori che noi non iniendiamo
assumerci la rispnnsahililà di lulte quante
le opinioui che pot-^ebbero venire espresse
in queste leltere i ma ci è parso cosa in-
10
liar modo per i lempi che corrono, in cui
il sentimeoto religioso risentì anch’esso
dei fermento che muove ed agita sordamente le viscere dei popoli.
Dirvi qual sia lo stato vero dello spirito
religioso in Italia è tale ricerca che non
può mancare di utilità pratica; raa essa
è ripiena di molle diiTicoItà, le quali provengono dalla natura del soggettò e da
quella ancor più delicata della forma.
Molte cose domandano di essere rispettate, e la verilà, per non rivoltare gli
animi aspreggiandoli, deve essere temperata e conciliativa; perciò io farò prova
di avvisare la questione da tal punto di
vista, da cui non siami, nè da amore di
parte, nè da prevenzione di credenza impedito d’essere schietto, imparziale.
Negli schizzi che vi verrò delineando
in una serie di Lettere, voi non troverete
quindi da parie mia che il solo e deciso
volere di dire la verità quale essa per i
fatti si manifesta a'miei occhi; poiché
egli è alla verità, qualunque siano i leggitori, che io le destino. Io spero chc voi
troverete un lale mio intendimento conforme agli stessi fini del vero Evangelo
di cui siete difensore ed apostolo. La verità del fenomeno, quale si svolge nei
movimento attivo del mondo, non potrebbe mai essere disforme dalla verità
eterna, la quale impera all’individuo come legge indeclinabile ed insieme come
principio di liberlà nella vita.
teressante assai II vedere l’Italia, solto il
suo aspetto religioso, giudicala da un Italiano esatiamenle informalo di quanto
scrive, e, che nè ligio assolutamente, nè
nemico alla religione della maggioranza,
possa descriverne senz’odio nè passione il
vero e genuino sialo quale gli si affaccia.
DlREilOHE.
Frattanto è mio debito di farvi prontamente sentire come il presente soggellq
da che presi a considerarlo mi si offerse
allo sguardo sotto aspetto sì ampio, e
quale per avventura non avrei da principio suspicato.
Quando, anche ponendosi sui terreno
dell’astrazione, si vuol parlare dello spirito religioso di un popolo, la questione
si divide in due gran parti, secondo che
si guarda alla condizione degli spirili
quale fu falla da lungo processo d’avvicendamenti, ovvero che si guarda alle
attitudini e tendenze che in essi da una
lunga e secolare influenza vennero determinale.
La prima è il presente, la seconda si
stacca dal tempo e s’addentra nel futuro.
Una tale queslione ad essere quindi in
convenevole modo studiata deve ricevere
uno sviluppo cbe la abbracci sollo questo
duplice ed importante aspetto.
Discendendo pqi al concreto per esaminare qual sia la condizione dello spirito religioso in Italia, la ricerca deve di
necessità volgere sul Callolicismo. Le
credenze diverse cbe si incontrano In
questo paese sono così ristrette e cosi
prive d’influenza esteriore, chc possono
a buon dritto venir trascurate, volendo
tracciare un quadro nel senso di sopra
proposto ed il cui fondo sia storico nella
strettezza delia parola.
Vi diceva or ora che una tale questione
porta seco delle non lievi complicazioDi,
le quali provengono dairassetlo stesso
del Caltolicismo, il quale, come religione
anziché separarsi dal mondo e da’ suoi
interessi, per rifugiarsi nella parte interiore deH’uomo e vivervi la vila pura e
segreta del cuore, tende, per lo contrario
11
in virili del suo atteggiamealo organico
ad espandere il suo dumìoio sulle masse,
ad associarsi agli esterni interessi, e farsi
molla e slrumento di funzione sociale.
1,0 spirilo quindi e l’inUuenza del Cattolicismo, la quale informa la cuudizionc
religiosa degli animi in Italia, lo si trova
connesso ed inseparato dalle esteriorità
della vita, dalle pratiche civili, dall’cducazione dello Stato; essa in una parola
dal rito si fa strada nelle leggi direttive
l’aggregato sociale.
Per quanto io voglia quindi e sia mia
intenzione di separare la vera ricerca religiosa da ogni altra che da essa differisca,
pure non mi sarà dato il passar sopra a
moltissime considerazioni intorno a fatti,
che separatamente avvisali sembrerebbero per avventura ad essa estranei, ma
che non si possono trascurare siccome
effetti in cui a manifesti segni si appalesa
il dominio del principio cattolico.
E come si potrebbe sfuggire l’esteriorità? Si parli dì religione in Italia, ed ecco
cbe la si trova congiunta a mille sentimenti, i quali s’atlaccano a nazionali tradizioni, a odio di parliti, a ire di dominatori, a contese di diritto, a sventure
di popoli. Il principio caltolico, che invece di far trovare all’individuo la sua
autonomia nel mondo, gli toglie la libertà
di coscienza e io fa schiavo del sacerdote,
trascina di necessità la religione nelle
lotte sociali, la collega ai tentativi di
liberlà nazionale, od alle alleanze sterminatrici. Contraddizione terribile, alla
quale il credente si sottrae per la via
falsa delle superstizioni, per le pratiche
materiali che si surrogano alla elevazione
del cuore, per l’abbiczione deH’inlelletto
che rinnega quel libero cuDseDtirueQlo
di ragione che domanda la vera fede.
Non si può sfuggire l’esteriorità davanti
ad una gerarchia vasta, attiva, chc regna
e che vuole regnare ; davanti ad un culto
cbe si circonda delle creazioni dell'arte e
di segni materiali.
Non puossi sfuggire l'esteriorità là dove
(Igni casa ha, per cosi dire, il domestico
altare, dove le pareti, dal palazzo dorato
fino all’umile abituro, si coprono d’indagini sacre, dove i monumenti della gloria
patria crebbero e si ampliarono coi templi
e coi monumenti del culto.
Esso è l’antico spirito italiano cbe passa
attraverso i secoli, che cerca nel tempio
la sanzione degli atli pubblici, e chc non
ha cessHto di portare in esso gli interessi
civili del foro.
Ma a tutte codeste conseguenze non s
riuscì senza cbe forti e diuturne cause le
ingenerassero, e senza il concorso di qualche cosa d’inimodificabile che si trova deposto nella fibra, nella tempera e nel genio
speciale di questi popoli.
Lo spirito religioso dei popoli italiani
ripete la sua informazione da cause male
finora appurate, le quali ne aiutarono lo
sviluppo, e che diedero per risultato l'oggetio della questione che mi avete proposta.
Queste cause si riducono a tre principali :
Alla natura intima del Cattolicismo.
Alla esteriorità religiosa del Cullo.
All’indole speciale della nazione.
Non si potrebbe intendere la vera ragione del presente stato religioso d’Italia
senza far precedere queste preliminari
ricerche.
12
edlcaziom: dei figli
Togliamo dal Callolico il fatto seguente,
senza però garanlirne l'aiileniicità. Solo
rettifichiamo le citazioni della Rihliia,
non essendo f|uelle del Cattolico conformi a veruna delle traduzioni ricevute.
Il Un giornale cl dà i particolari .seguenti sulla maniera con cui il principe
Alberto pratica l’ediicazione dei suoi fìsii.
« Il piccolo principe di Galles era un
giorno in piedi nella sua ramera del castello reale, presso una finestra, i cui
vetri scendevano (ino al pavimento. Egli
doveva imparare la sua lezione a memoria; ma invece di compiere il suo dovere, si divertiva a guardare nel giardino suonando il tamburo colle dita sui
vetri. La sua governante MiiiS lliliyard se
ne accorse, e pregollo d’occuparsi della
sua legione. Io non voglio, rispose il principino. — Allora io sarò obbligala, riprese la governante, di mettervi in penitenza. — Io non voglio studiare, replicò
il fanciullo, c voi non mi metterete in penitenza perché sono il principe di Galles;
e ciò rispondendo ruppe un vetro con un
calcio. Miss lliliyard si alzò in piedi:
Principe, bisogna che impariate la vosira
lezione, o io vi metto in penitenza. —
Non voglio, risponde nuovamente il ragazzo rompendo un secondo vetro.
« La governante allora suona al cameriere e fa pregare il principe Alberto di
voler venire un solo istante neH’appartamento di suo figlio. Arriva tosto il padre
e si fa dire ciò che era successo. Indirizzandosi al ragazzo : Siedelevi su questo
ugabello fino al mio ritorno. Qualche
tempo dopo il principe Alberto rilorna
COD una Bibbia che era andato a prendere
nel suo gabinetto; Ascolta, disse al principe, le parole che indirizza s. Paolo a te
ed ai fanciulli della tua età: «Or, io dico
« che in tutto il tempo che l’erede è fan« ciullo, non è punto diflerenle dal servo,
« benché egli sia signor di tulto. Anzi egli
Il è sotlo tutori e curatori fino al tempo
Il ordinato innanzi dal padre « (Galat.
IV. d, 2).
« Egli è vero, continuò il principe Alberto, che tu sei il principe di Galles, e
se tu ti conduci convenevolmente, verrai
un uomo illustre e re d'Inghilterra dopo
la morte di tua madre, che il cielo conservi
lungh’anni: ma oggi non sei che un ragazzo che deve ubbidire ai suoi superiori.
10 dMo farti conoscere amora un allro
passo del saggio re Salomone : Chi ris
ii parmia la sua verga odia il suo figliuoli lo: ma chi l'ama gli procura correzione
11 per tempo » (Prov. XIII. 24).
« Dicendo queste paiole, il principe
trasse di sotto la veste uno scudiscio, e
frustò vigorosamente il futuro erede d’uno
de’più potenti imperi della cristianità; lo
mise poi in penitenza e soggiunse ; « Reti sterai ad imparare la tua lezione, fin
ii tantoché Miss lliliyard li permetta di
(I lasciar quel posto; e non dimenticar
Il più d’ora in poi che adesso sei solto
Il l’ubbidienza de’ tuoi superiori , come
Il sarai per l’avvenire solto l’impero delle
« leggi >1.
Se questo fatto è vero, domanderemo
al Cattolico se egli non è restato scandalezzato di questa eretica educazione che
si dà colla Bibbia alla mano!
Ciambehì. L’Armonìa è sulle furie perchè un colate Craydon agente della so-
13
cíela bíblica brilanuíca e straniera, ha
pubblicalo UB annunzio (che l’Armonia
con í|uella buona fede che è propria ai
clericali, chiama un proclama), nel quale
avverte particolarmente i signori ecclesiastici superiori ed inferiori, eh’ egli può
vendere la Bibbia intera lien legata per
2 franchi, ed il Nuovo Testamento per
50 centesimi. Armonia chiama un tale
annunzio un insulto allo Statuto ed ai
catlolici, cd in ispeeie al clero, ed eccita
il ministro dell’interno all’osservanza dell’alinea 28 dello Slalulo « le Bibbie ....
non potranno essere stampate senza il
preventivo permesso del Vescovo u. Invidiabile logica dfiWArmonia', applicare alla
stampa inglese una legge che riguarda
unicamente il noslro paese, non potevano
pensarlo che i clericali. Le Bibbie in queslione, VArmonia lo sa e lo ha detto essa
stessa, sono stampate non in Piemonte,
ma a Luadra.
Ove poi maggiormente si vede la buona
fede dei clericali è nell’aver taciuto il
titolo delle Bibbie cbe vende il sig. Graydon. Sono Bibbie francesi, Iradolle dalla
vulgata approvala da Sisto V e Clemente Vili, dal sig. Sacy teologo cattolico della
Sorbona: questa traduzione è interamente
cattolica, approvata da molti vescovi cattolici, ed in uso in tutta la Francia per i
cattolici. 1 clericali àtW’ Armonia sanno
lali cose e le tacciono per mettere male
umore contro il ministero, quasiché favorisse il protestantismo. Il ministero non
può vietare l’introduzione di una Bibbia
cattolica approvala da tanti vescovi, e da
lulta la Francia cattolica, siccome non ha
vietalo, nè viela la stampa e la introduzione della Bibbia italiana di Monsignor
Martini,
In quanto poi al sig. Craydon, che Armonia chiama per dispregio un cotale,
sappia il pio giornale che il sig. Graydon
è un onorevolissimo capitano inglese, di
ottima famiglia, e ricco di beni di fortuna ; ma quello che più monta ottimo e
caritatevole cristiano. Quest’uomo pio se
è agente della socielà biblica non lo è per
il salario, che non ne riceve di sarta, ma
è soliamo per occuparsi della propagazione della parola di Dio secondo i talenti
che Dio gli ha accordali: che il sig. Graydon rispetta le leggi per principio di coscienza, che agisce in piena luce, e non
adopera mezzi di corruzione : infine che
è un uomo rispettabilissimo per lutti i riguardi, per testimonianza di tulli quelli
che lo conoscono. Tutto que.slo furore e
quesla malafede dell’/lrmonto non altro
prova se non che l’odio che i clericali nutrono contro la parola di Dio cbe vorrebberoa tulto costo distrutta; ma sta scrino;
« ii desiderio degli empi perirà» Salm. 112.
Roma. Il generale dei Gesuiti è morto
nel mese di maggio siccome egli desiderava. I Domenicani gli hanno cantata la
messa.
— L’.'lrmoHia regala ai suoi lettori in
un suo supiilemenlo di sabato, la vita dei
P. Paolo della Croce, divenuto liealo per
ordine di Pio IX il 1 maggio. Fra ie altre
<;ose che si leggono in quesla vila vi è che
il nuovo beato era nato in Ovada diocesi
d’Acqui; che «una straordinaria luce
irradiò la camera nel momento in cui
nasceva il fanciullo», che il vescovo d’Aiessandria nel 1720 «io rivestì dell’abito della Passione, fatto nei modo stesso
da Dio (sic) mostratogli in una celeste visione». Risulta dalla vita del nuovo bealo
regalataci dall’.'lrmonio, che il bealo dopo
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avere per molli anni girovagato per tutta
Italia in compagnia di un suo fratello, finalmente il papa Benedetto XIII li ordinò
preti, ed ordinandoli calcò assai le mani
sulla testa a Paolo nel dirgli : accipe Spiritum Sanctum. D’allora in poi, dice la
vita che il servo di Dio continuò a correre per tutta Italia, ma « operando codversioni e miracoli, predicendo il futuro,
e facendo maraviglie». Morì nel 1775, e
Pio IX dopo 78 anni lo ha beatificato.
Francia. Riportiamo un brano di una
pastorale pubblicala ultimamente dal Cardinal Bonald, arcivescovo di Lione, nella
occasione che il vescovo di Grenoble
aveva autorizzata la erezione di una cappella sulla montagna della Salette, in memoria del recente famoso miracolo della
apparizione della Vergine.
Il Nei tempi di torbidi politici, dice il
cardinale arcivescovo, vi sono delle persone religiose e temerarie che vorrebbero
costringere Dio ad intervenire in una
maniera visibile nelle cose umane; esse
credono sentire delie voci dall’Oriente e
dall’occidente. L’effetto prodotto da una
cagione naturale che essi non comprendono, è da esse trasformalo in prodigio,
e senza serio esame, senza consultare la
sapienza degli uomini, si lasciano ingannare dalle vane apparenze e chiamano
vero miracolo quello che è dubbiosissimo.
Bentosto le speculazioni di danaro, mescolate ad ogni cosa, s’impadroniscono
del fatto immaginario e ne profillano alle
spese della borsa dei creduli, Uomini
avidi abbelliscono la storia di questi falsi
miracoli, e li accompagnano di false indulgenze. Cosa desiderano essi sopra
ogni altra cosa se non che procurarsi un
disonesto guadagno per questo commercio
di oggetti superstiziosi?.... In conseguenza noi proibiamo la pubblicazione
dal pulpito di ogni racconto di miracolo
senza nostro permesso: sebbene l’aulenticità di quel miracolo fosse attestata da
un altro vescovo ».
Che ne dicono i reverendi del Cattolico
e deir^raom'a? sono essi dello stesso
sentimento del cardinal Bonald?
Inguiltebba. La popolazione di Londra non cessando di aumentare, si è conosciuto il bisogno di aumentare il numero
delle chiese di culto evangelico, non essendo più suflìcienti a tanta popolazione
le chiese attuali. Quindi nella sola diocesi
di Londra vanno ad essere in breve costruite S8 nuove chiese di culto evangelico. È questa una nuova dimostrazione
ehe il protestantismo muore consunto.
—Dopo le ultime conversioni che hanno
avuto luogo il S marzo ullimo nella parrocchia di s. Paolo Bermondsey/'Londra),
ancora 82 persone hanno abiurato il cattolicismo e sono state ricevute alla commiinione evangelica nella stessa chiesa.
{Semaine religieuse)
— Noi non conosciamo paese ove le
opere di cristiana beneficenza assumano
un carattere cosi evangelico come in
Inghilterra. Là le opere di beneficenza
non rivestono il carattere di una pretta
filantropia che guarda l’uomo nell’uomo,
e nulla al di là dell’uomo; ma animate e
vivificate dalla carilà evangelica riguardano in primo luogo a Dio, ed «H’uomo
per Iddio. Prova d’una tal verilà sia il
fallo seguente;
11 12 aprile ebbe luogo in Londra una
funzione religiosa e civile assai edificante,
S, A. il duca di Cambridge pose la prima
pietra d’un edifizio in New-Slreet-Gol-
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den-Square destioato ad alloggiare i poveri. È notò come siasi formata io f.ondra
una società, di cui è protettore il Uuca di
Cambridge, la quale ha per scopo di migliorare gli alloggi degli operai, distruggere i malsani, costruirne dei sani e commodi, e togliere le soperchierie dei locatari e sublocatari a carico del povero
operaio, fornendo alla classe operaia alloggi commodi e sani a modico prezzo.
Il primo di questi edifizi fu inaugurato
il 12 aprile. Il vescovo anglicano di Lincoln J. Jackson implorò le benedizioni di
Dio sull’opera della società. Il conte di
Ingestre, prima di consegnare la pietra
angolare al Duca di Cambridge lesse ad
alta voce l’iscrizione che vi era scolpita
sopra. Essa è concepita in questi termini;
« Alla glòria di Dio, e al benessere delle
sue creature; questo edifizio destinato ad
alloggiare i poveri che travagliano, è innalzato dalla società per il miglioramento
degli alloggi della classe laboriosa, sopra
un’aja occupata dalle più miserabili casupole. La prima pietra è stata posta il
12aprile 1853 da S. A. R. ilDuca di Cambridge patrono della società: il Rev. J.
Jackson vescovo di Lincoln ba implorata
su quest’opera la benedizione di Dio *.
« Visconte Ingestre, presidente »
«eh. Lee, architetto)..
In quella circostanza il Visconte Ingestre come presidente della società diresse un discorso al Duca di Cambridge,
fra le altre cose disse: «Inaugurando
questa grande impresa V. A. R. stringe
i nodi che uniscono fra loro le diverse
classi dei cittadini. Ogni ricognizione del
diritto al lavoro fatta dagli uomini di un
rango elevato è un buon presagio per
l’avvenire. Queslo edinzio destinato senza
dubbio a durare assai più di coloro cbe
lo edificano attesterà alle future generazioni che se la nostra ha lascialo loro
molte cose a fare, la fraternità non era
almeno frano! unaparola vuoladi senso >.
Il Duca di Cambridge nella sua risposta, disse :
«Se l’opera della socielà è continuata
con l’attività spiegata in quest’anno, essa
procurerà sollievo e soddisfazione ad una
classe di uomini assai numerosa. Quest’opera è utile non solamente alla classe
alla quale è destinata, ma anche a quella
che l’ha intrapresa, e che la sosterrà con
energia oggi e per l’avvenire ».
America. Una tribù indiana conosciuta
sotto il nome di Tuscavora, occupa uno
spazio di terreno, che le ha accordalo il
Governo degli Stati Uniti, vicino alla caduta di Niagara. Un rapporto ufficiale
presentato al congresso degli Stali Uniti
da uno de’ suoi membri, parla così di codesta tribù. « Id codesta tribù non ho
trovato un Solo individuo che aderisse
ancora alle antiche superstizioni indiane;
tutti sono cristiani, o almeno fanno professione di esserlo. Essi sono sobrii, temperanti, laboriosi, ed occupano in confronto dei loro compatriotti un gradino
assai più elevato sulla scala della civilizzazione. Essi hanno fabbricala una chiesa
ed una scuola». Nell’ultima assemblea
generale della società delle missioni evangeliche di Boston, il capo di codesta tribù
pronunciò un discorso, nel quale dimostrava che tutli I vantaggi spirituali, temporali e civili, che godeva la sua tribù,
erano dovuti unicamente alla iniluenza del
cristianesimo evangelico.
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CROCCHETTA POLITICA
Piemonte. La Camera dei Deputati approvò, nella tornata dei 14, con 86 voti
contro 24 ia legge per la concessione della
ferrovia della Savoia. Questa notizia trasmessa il medesimo giorno a Ciamberi
per mezzo del telegrafo elettrico, vi produsse un’esultanza straordinaria. - Nella
tornata del 17 venne parimente approvalo
•i progetto di legge per la costruzione di
una rete di strade nella provincia di
Nizia.
- • S. A. R. il Duca di Genova si recherà
da Cassel, a Parigi e a Londra.
Francia. È stato presentato al Corpo
legislativo un progetto di legge tendente
a ristabilire la pena di morte per delitti
politici.
— La proce.ssione del Corpus Domini
sarà fatta pubblicamente nelle vie di Parigi
con tutlo l’apparecchio che si usava sotto
aRistaiirazione. Vi sarà anche l’armata e
la fanteria coi fucili inghirlandati di fiori,
e metterà il ginocchio a terra al passare
dell’ostia. Egli è specialmente alle pratiche ed alle istanze del maresciallo SantArnaud, che si va debitori di questo risultato inaspetlato.
-- Il Governo ha decretato la costruzione di nuove e grandi abitazioni che
saranno edificate per procurare agli operai celibatari o ammogliati, alloggi a buon
prezzo.
Belgio. —Leggesi oeW’Indépendance
Belge: « I giornali austriaci parlando del
viaggio del re dei belgi a Vienna, dicono:
«Lo scopo del suo viaggio qui, a quanto
dicesi, di annodare intime relazioni colla
nostra corte , desiderando la reale fa
miglia del Belgio di unire il duca di
Brabante ad una delle nostre arciduchesse. Questa scelta non potrebbe cadere che sull’ arciduchessa Enrichetta
Anna, figlia del fu arciduca Giuseppe,
palatino d’Ungheria, nata nel 1836.
Lngiiilteriia. Nella Camera dei Comuni fu proposto ed addottalo, contro
il volo del Governo, uu progetto di legge
dietro il quale dovrassi istituire una Commissione incaricata d’invigilare I monasteri di donne, e di provvedere che monache 0 novizie non vi sieno rinchiuse
loro malgrado.
Irlanda. L’ esposizione universale di
Dublino fu aperta il 12 maggio con molta
solennità. Oltre a 13,000 spettatori assir
slevano a quesla inaugurazione. Tutte le
nazioni vi erano rappresentate.
America. E partita la spedizione navale
destinata a tentare di stabilire relazioni
d’amicizia e di commercio col Giappone.
La spedizione tiene a bordo una locomotiva, dei rails, un apparecchio telegrafico, e
un gran numero di prodotti di fabbriche,
per dare ail’imperatore un’idea dell’industria americana, e indurlo forse ad uno
scambio d' articoli di commercio tra il
Giappone e gli Stati-Uniti. La spedizione
ha inoltre il concorso di parecchi scienziati.
Capo di Buona Speranza. La guerra
dei Cafiri è intieramente finita. 11 trattalo
di pace è stato conchiuso il 9 marzo.
Direttore G. P. MEILLE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
TIP. SOC. BI A. PONS E COMP.