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Anno 6“. — N“ 8.
Il SERIE
30 Aprile 1857.
LA BUONA NOVELLA
GIORGIE DELIA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verità nella carità.
EkES. IV. !5.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE
Per lo Stato (frueo a destioaiioM) . . . F 3 m
Fsr la Sfìuera t Frantìa, id. ... m 4 SS
Per l’iaghilterra, ìd.......» 5 50
Per altri paesi (rranco fiao ai cooSd«) . . » 3 »
Hoa li riufsno associazioai per mcQo di eo aoao.
X.E ASSOCIAZIONI Si RICEVONO
In Tarilo all Uflìzio del Giornale, liale del He, 11 * 31
Belle proTÌDCie presso lutti (li llffixii posUli per
metift d Vaglia, che ds^raoDo essere iBTiati franco
al Direttore della Buoua Kovella e ooa altrianti.
All esiei'o, ai seguenti indirizzi : Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Troncbet,2; Ginevra, dal sig. E. Beroud libraio; Inghilterra per mezzo di franco bolli
iegle» spediti franco al Direttoi*e della Buona Norella.
SOMMAmO
La preghiera del Signore, II. — 11 cristianesimo infra i Giudei, li. —
La corrispondejaa parigina della Buona Novella. — Alleanza evangelica. — Scuole evangeliche di Torino. — Notizie italiane.
LA PREGHIERA DEL SIGNORE 0)
■0
Sia santificato il tuo Nome.
S. Matteo, vi, 9.
o
Prendendo ad esaminare la preghiera del Signore, ci colpisce prima di tutto la bella e divina armonia della medesima. Mentre le ultime dimande si riferiscono al bene del
I uomo, alla sua santiiìcazioae, le tre prime mirano direttamente alla gloria di Dio, e inculcano il principio di vera
(1) Vedi B. N. n'>5.
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pietà pratica : ricercate prima il regno di Dio, e le altre cose
vi saranno sopraggiunte; pensate alle coso del cielo, chè
sarà il miglior modo di provvedere a quelle della terra.
Non meno mirabile ci appare l'ordine, la connessione di
queste domande ; dapprima si esalta la santità di Dio Padre,
base incrollabile del suo trono di gloria, fondamento d’ogni
verace religione; si passa quindi ai Regno del Figlio diletto,
qual mezzo efficace ed unico di manifestar la santità di Dio
in fra gli uomini ; e si celebra in ultimo lo Spirito che al
Padre ed al Figlio rende testimonianza, e ne suggella le
grazie nei nostri cuori, ed ai voleri santi del Signore piega
le volontà ribelli dell’uomo peccatore.
Sia santificato il Nome tuo. Il Nome di Dio è Dio medesimo.
Il nome di un essere qualunque, risveglia le idee, i sensi,
la memoria a tal essere congiunta. Quai palpiti di puri e nobili affetti non destano in cuore i dolci nomi di Padre, di
Figlio, di Patria! quai sensi di adorazione, di pio timore non
risveglia il santo nome di Dio ! Cosi l’intendeva Salomone,
quando dedicando all'Altissimo il tempio di Sion , cosi
esclamava : « Io edificherò al Nome del Signore una casa per
santificarlo ».
Santificare, parlando di cose umane, significa metter da
parte per un uso sacro, rendere santo con riti e cerimonie ;
in tal modo veniva santificato quanto spettava al culto levitico , il tempio, i vasi del santuario, le vittime del sacrificio,
l’ordine dei sacerdoti, i sabbati del Signore.
Parlando dell’uomo redento dal sangue di Cristo, si è renderlo effettivamente, efficacemente santo colla virtù dello
Spirito. Voi siete stati giustificati, voi siete stati santificati in
nome del Signore Gesù e per lo Spirito del nostro Dio.
Parlando di Dio, santificare vuol dire riconoscerlo santo,
magnificarne le divine perfezioni, sentire l’invincibile suo
orrore pel peccato, e nell'intimo sentimento delle nostre colpe
ricorrere al gran mezzo da lui ideato, al Mediatore, il quale
santificò se stesso per noi, onde colla fede e nuova vita fossimo noi pure santificati.
La nozione chiara della santità di Dio è punto essenzialissimo, che distinguo il vangelo di verità da tutte le religioni
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umane. Clie altro sono infatti idolatria, superstizione, incredulità, se non disconoscenza della santità perfetta del nostro
Dio? Ed il peccato, il regno di Satana nel mondo, che altro se
non oscuramento della gloriosa maestà del Signore? Onde
ad ogni cristiano cho promuovere tenta il regno di Cristo,
incumbe, quale stretto e primario dovere, manifestare al
mondo la santità del Dio d'Israele.
Non valgono le belle teorie , le rigoroso dimostrazioni a
far argine al torrente traboccante dei viziali costumi, alla
prepotenza delle sfrenate passioni : a cosi profondo male si
richiede l’efficacia di vita novella sparsa noi cuore da Colui
che ci chiama, non a sozzura ma santità , e vuole che splendano le opere nostre in mezzo ad un mondo malvagio e
corrotto.
Che dapprima io santifichi il Signore nel cuor mio, riconoscendo le numerose mie colpe; ricorra al mediatore Gesù
Cristo per esser riparato dai colpi meritali della divina giustizia; nutra sensi di adorazione e di pio timore verso quel
Sommo Iddio, che vede macchie negli angeli stessi; che pecrntore al cospetto di Colui che è chiamato un Sinai di sanlilà {Salm. 68. 18), io esclami col profeta ; « Ahimè io sono
un uomo contaminato, vivo in mezxo ad un popolo contaminato, ed ho veduto il Signoro «; ecco ciò che comprende
la prima domanda della orazione domenicale.
A raggiungere queU'alto scopo della nostra vocazione andiamo a Cristo mediatore della nuova Alleanza, il quale ci
è sialo fallo non solo giustizia, ma santijìrazione., e diciamo
con lutto il cuore: Venga il tuo regno. B. M.
IL CRISTIANESIMO INFRA I GII DEI
II.
(Vedi B. 2V, no-7).
Fra le missioni di Germania la più importante di molto è
quella di Berlino, ove contansi non meno di iOOO Giudei
4
— Ui —
roiivertiti. Parecclii fra questi appart«ugouo , ogii « voro ,
alla classe indigente; ma abbondano altresì in mezzo di loro
gli uomini cospicui per ingegno e per le cariche importanti
che cuoproDo. Il principe degli storici ecclesiastici, il famoso Neander, morto alcuni anni sono, e di cui la salma
fu accompagnata alla tomba da oltre 10,000 persone, era
un di loro; e nella sola Università di Berlino annoveransi
non meno di 24 professori nei diversi rami di scienze,
tutti figli di Abraam tanto secondo la carne , quanto
secondo lo spirito. Oltre a ciò, dei cinque giudici di cui
si compone la Corte suprema di giustizia di Berlino, tre
sono Giudei convertiti. Parecchi altri sono stati chiamati
come professori in varie Università di Germania ; ed a piii
d’uno fra i nostri lettori è noto il nome del dottore
Franklin, una volta rabbino-maggiore di Amburgo, ed ora
umile discepolo di G. C.
La Polonia è il paese dove i Giudei sono più numerosi,
poiché si fa ascendere il loro numero, in quel regno, a due
milioni, la maggior parte dei quali è domiciliata nella Polonia russa. 1 Giudei di Polonia sono divisi in due sètte : i
Peruscim o Farisei ed i Kasidim. I primi sono generalmente istrutti nella loro letteratura, ma nulla sanno delle
arti, scienze e lettere belle del mondo moderno: pure sono
accessibili agli uomini dotti. I secondi sono intieramente
dati alla Cabala, quella scienza occulta co¡iiata dai Persiani, e di cui precipui rappresentanti infra i Giudei sono
gli antichi Esseni. A mezzo di questa scienza essi pretendono
di essere informati di quanto succede nel cielo ; e quando
tra Dio e gli Angeli sorge qualche contesa, questa viene
tificisa dai loro capi che chiamano Zadichim, e pei quali
professano la piìi fanatica venerazione. Ora cosa si sarebbe potuto umanamente sperare da un popolo cosi ignorante e superstizioso? — Ma ciò che è impossibile all’uomo
è possibile a Dio, e grazie a Lui, 12-'>3 convertiti sono il
fruito degli sforzi missionari tentati in mezzo di esso
popolo.
Risullati meno cospicui ma puro consolanti li danno le
missioni di Bukarest, e di Jassy nei Principali Daniitiiani
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A CostatitiìiopoU cho pareva un campo che non darebbe
mai nulla, non passa anno senza che una dozzina di Giudei
confessino nel baltesimo la loro fedo a quel Salvatore che
prima bestemmiavano. A Sminie l’opposizione dei Giudei
aU’Evangelo era tale, e così poca la probabilità di riuscita,
che la maggioranza dei missionarii colà stabiliti decise di
rivolgere altrove le sue fatiche. Un solo rimase al suo posto,
persuaso che Colui che l’avea mandalo a lavorare in quell’angolo della sua vigna , prima o poi manderebbe ancora
la benedizione sul suo lavoro. E non svergognata fu la sua
aspettazione, chè non è molto tempo , in una città vicina a
Smirne, l'intiera comunità israelitica abbracciò il Cristianesimo.
Veniamo finalmente a Gerusalemme. Ei fu verso il 1823
che l’attenzione della Società di Londra fu in modo singolarOj rivolta alla santa città, e che si determinò a mandarvi
dei missionari. Miserando oltre ogni dire era lo stato in cui
trovarono colà, non che la progenie d'Israele, la quasi totalità
della popolazione. Ogni sorta di malattie vi facea strage,
senza che, ad eccezione di pochi ciarlatani Cristiani o Giudei, si rinvenisse un medico per curarlo. E, per dire il vero,
la superstizione del popolo era tale che sebbene questi venerabili dottori non si facessero pagare le loro visite che due
soldi caduna, ciononostante aveano pochissimo da fare.
Infatti l'ammalato era egli Mussulmano‘i Invece del dottore
egli chiamava unseiA: il quale, quando gliavea posto sopra un
amuleto e ripetuto il fatha , ossia ii primo capitolo del Corano, avea fatto quanto era necessario per sanarlo, meno
(he, come dicevano, il « fato » non avesse altrimenti
destinato. L’ammalato invece era egli Giudeo? Allora
si chiamavano i cabalisti, o come essi dicono i Baalsciemi i quali scrivevano amuleti, mormoravano alcune
cabalistiche parole, spargevano sopra il paziente della terra
lolla dalle tombe dei loro santi, o Zadichim, ponevano dei
libri sacri sotto al capezzale, e tutto era terminato; cioè egli
potea vivere o morire secondo era stato da Dio ordinalo il
primo giorno dell'anno, ed il giorno delle espiazioni. Ovvero
Vammalato era egli Cristiano , callolico-romano, o greco,
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od armeno? In tal caso il bisogno del medico, anziché maggiore, ora assai minore ancora. Il rimedio più eiflcacc era, por
gli uomini, l’acqua benedetta che conservasi nel cranio di
san Giovanni Battista, e di cui con pochi soldi si può ottenerne dai preti parecchie goccie ; e, per le donne, un filo
della camicia di sant’Anna posto in contatto colla parte malata. So, fatto quel rimedio, l’ammalato guariva, era tanto
meglio; se no, il prete dichiarava che non avea fede, e che
per questo si era meritalo di morire !
Dei missionari colà mandati dalla Società di Londra, uno
colto dal contagio che allora infuriava, morì quasi appena
arrivato; gli altri, dopo qualche tempo, dovettero abbandonare anch’essi il loro posto, per rimettersi in salute; così cho
percircalSanni poteronosembrareinfruttuoso leloro fatiche.
Spirato quel tempo la Società decise di mandare a Gerusalemme, unitamente ai missionari incombenzati di predicar l’Evangelo, un medico ed uno speziale coll’incarico di fondarvi un
ospedale per i poveri, e di prestare le loro cure, nelle case, ai
privati che ricorressero a loro. L’opposizione che questa
benefica istituzione incontrò, per parte specialmente dei rabbini, supera ogni immaginativa. Ma la paziente perseveranza ed il bene operare dei due cristiani vinsero alfine ; o
al giorno d’oggi il numero dei Giudei che ricorrono alle
curo del medico evangelico — e ciò ad onta che dagli Israeliti
d'Europa sia stato, d’allora in poi, stabilito colà un ospedale
per i loro correligionarii — quel numero dico è considerevole, avendo raggiunto, nello spazio di un trimestre solamente, la cifra di 3,710 tra i ricoverati nell’ospedale (175)
quelli visitati a domicilio (1521) e quelli venuti semplicemento a consulto (2014).
Mentre a questo modo veniva provveduto alle più urgenti
necessità materiali, non si perdeva di vista l’opera spirituale.
La semenza gittata dal 1823 in poi, e che parea perduta, ad un
tratto fu vista spuntare. Nel 1837 una famiglia intiera di
Giudei fu ammessa nella Chiesa di Cristo ; a questa tennero
dielro poco tempo appresso duo altri individui ; quindi domandarono il baltesimo diversi rabbini, un tempo nomici
accaniti del Cristianesimo. Queste conversioni, primizie di
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una messe piU grande, erano in pari tempo iudizii che l’opera dovea essere intrapresa sopra più vasta scala ; ed «i
fu appunto per dar soddisfacimento a tai nuovi bisogni che
fu decretala la fondazione del vescovado evangelico di Gerusalemme, il quale alto posto a coprire venne chiamato un
Giudeo convertito, il rev. Michele SalomoneAlexander. Sotto
l’impulso di queU’uomo quanto pio e zelante, altrettanto sar
piente ed illuminato, l’opera acquistò nuovo vigore; ed
erano scorsi pochi anni che di già molti dei figli d’Israele
erano stati dal Signore aggiunti alla Chiesa per essere salvati ; ed ora il registro battesimale porta il immero di questi a 426: cifra elevata se si lien conto come dell’abbiezione
così del fanatismo dei Giudei di Palestina. Arroge che molti
morirono cristiani, i quali por timore della persecuzione non
ardirono dichiararsi tali invila, come avvenne, fra gli
altri, ad un rabbino, a cui furono trovati, sotto al capezzale,
dopo morte, un Nuovo Testamento unitamente a più altri
libri cristiani, tutti portanti sogni evidenti di una frequente
lettura.
Tali sono in succinto i particolari dati dal signor Lauria al suo numeroso uditorio sui consolanti progressi che
sta facendo il Cristianesimo infra i Giudei. E come quelli
che gli udirono dalla sua bocca , così quelli a cui ci siamo
sforzati di ritrarli alla meglio, faranno eco, ne siamo certi,
alle commoventi parole con cui poneva fine alla sua narrazione il pio missionario ;
« Miei amici, sciamò egli terminando, siate miei collaboratori in questo campo. Esso ò a vostra portata, epperciò
ò dover vostro il lavorarvi. Quando dunque voi innalzate le
mani al cielo implorando la benedizione di Dio su di voi
stessi, sui vostri parenti ed amici, sulla patria, sui concittadini vostri, non vi dimenticale della vedova Gerosolima,
de’ suoi figli dispersi nell’intiero mondo, e specialmente di
quelli che risiedono infra voi ; supplicato il Signore a mostrarsi benigno verso di loro, e ad averli ancora come suo popolo. In secondo luogo, siate presso di essi banditori dell’Evangelo di verità; al quale uiTicio potete adempiere, sia colla
parola, sia (il che vai meglio assai) col porgere loro l’esem-
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pio di una vita santificata dall’Evangelo. Ricordatevi che
l’ordine del nostro Salvatore di predicare l’Evangelo ad
ogni creatura, non fu dato ai suoi apostoli, o ministri soltanto, ma a tutti i suoi seguaci, e che quindi un siffatto dovere è imposto a chiunque si chiama cristiano. E ricordatevi
ancora che Iddio ha promesso di benedire quelli che benedirebbero ad Abraam ed ai suoi figli, e farebbero loro del
bene ». G. P. M.
CORRISPONDENZA PARIGINA DELLA B. N.
Parigi, addi 22 aprile 1857.
Carissimo fratello,
Eccomi tornato da qualche giorno nella gran città che gode
chiamarsi il centro della moderna civiltà. Ovunque intorno a
me io sento il frastuono di quella civiltà romoreggiante che
romba, va, viene, esclama, e colla sua febbre industriale, la
sua concorrenza sfrenata, le sue esigenze in fatto di lusso
ognor più incredibili, accanto al suo pauperismo che va crescendo, mi ritrae con colori terribili, la « figura di questo
mondo che passa » (1 Coh. VII, 31). Quegli stupendi giardini
improvvisati a Boulogne, quei palazzi giganti venuti su come
per incanto, questa glorificazione del monarca visibile, ed
il totale oblio di Colui che solo regna.... tutto ciò mi richiama
alla mente Tebe e Menfi, Babilonia e Paimira diventate covili
di bestie feroci. Ma io poco guardo tutto ciò , e piuttosto
mi rallegro scorgendo da molti segni, che in mezzo alla gran
Babilonia di questo mondo , la « santa città » sta anch’essa
edificandosi in modo visibile ed atto assai a riempiere di letizia i cuori cristiani. Oggi e nei giorni antecedenti ho assistito a varie e soavi radunanze, e tutte mi hanno intimamente
persuaso avere il Signore una grande opera in questa città.
Ieri l’altro erano le giovani catecumeni che venivano in abito
bianco e col lungo velo delle vergini — simbolo commovente
della veste bianca che dà il Signore — partecipare per la prima volta alla santa Cena; più tardi furono opere diverse di
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carila, e uomini diversi, ma tutti buoni a conoscere , i quali
ci trattennero dei loro benefici travagli: un Gio. Bost colia
sua famiglia evangelica di 85 ragazze povere ; colla sua caterva d’idioti nei quali egli riesce, a forza di pazienza e d’amore, a svegliare l’affetto al Salvatore; un dott. Kilian colla
sua scuola di sordo-muti, per mezzo della quale uomini cristiani continuano in qualche guisa l’opera del loro Maestro,
facendo che i muti parlino e odano i sordi; venne quindi un
coro di giovani artigianelli ed artigianelle, appartenendo alla
Chiesa Luterana, che ci rapirono coi loro canti eseguiti con
ammirabile precisione; poi l’Unione cristiana dei Giovani incoraggiata ed esortata dal missionario Cazalis a non venir
meno ai suoi grandi obblighi, anzi ad essere nel mondo, a
prò’ degli altri giovani ancora immersi nell’ignoranza e nel
vizio, ciò che gli si manifestarono quei soldati inglesi, nei
quali ei s’imbattè un giorno, mentre più fervea nel sud
dell’Africa la guerra contro ai Cafri, e che trovò in una casa
appartata, in ginocchioni , e pregando Dio per i loro compagni che, a qualche disianza di là, bestemmiavano ed imprecavano.
Ma un’adunanza sulla quale avrei bramato darvi più ampii
particolari, si è quella che ebbe luogo in occasione dell’inaugurazione della nuova cappella evangelica testé innalzata nelle
vicinanze del Lussemburgo, L’udienza era numerosissima, e
composta in gran parte di cattolici convertiti. È cosa che sorprende e che rallegra nello stesso tempo , il vedere quale
gran breccia i nostri cari fratelli de Pressencé, Bridel, Fisch
ed altri abbiano fatta colà alla fortezza del nemico. Un amico
cristiano mi dicea che la classe operaia di quel quartiere, un
tempo stimato uno dei più devoti alla chiesa di Roma, è ora
del tutto avversa ai preti, e che tremende violenze sarebbero
da temersi, verificandosi il caso di uno sconvolgimento politico. Iddio conceda ai cari nostri fratelli d’indurre quelle povere pecore smarrite a sentimenti più cristiani, palesandogli
in pari tempo che l’errore in cui versano, la verità di Cristo
che tanti pretesi ministri del Vangelo loro nascondono. |I1 signor de Pressencé scegliendo per testo il capo 11 degli Atti,
predicò sul a tempio e sull’alto solaio » , mostrando come
nessun edificio esterno , niuna organizzazione , niuna ortodossia superba , niuna forma speciale , abbia il privilegio di
capire né di ricevere lo Spirito Santo: il sontuoso tempio di
Salomone venne da Dio abbandonato, ed ei fu sull’alto solaio,
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clie scese il raggio divino ; rimasero le cattedrali romane del
medio evo come freddi mausolei , mentre lo Spirito Santo
scese nella cella e nel cuore di un umile fraticello ; e più
tardi ancora, in Germania, Iddio lascia i rabbini del Luteranismo, per battezzare col suo Spirito una piccola raunanza di
Pietisii presieduta da Spener. L’orgoglio caccia lo Spirito di
Dio, l’umiltà sola gli prepara il luogo ch’ei gradisce. Fu commovente cosa l'udire dopo di lui i due venerandi fratelli Monod apjiartenendo uno alla Chiesa nazionale , e l’altro alla
Chiesa libera, ma ambidue penetrati di quel soffio divino
che fa il.cristiano, e così l’uno come l’altro ritraendo al vivo
i] loro fratello Adolfo , il potente oratore , l’umile cristiano
che un tempo soffriva e lottava con quelli che ora sta aspettando ai piedi del Maestro e Padre comune. — Oggi però
non è di questa seduta cosi ricca d’interesse ch’io rai propongo
di trattenervi , ma sibbene di una narrazione che ho sentita
nella Società di Storia delprotestantismo francese, narrazione che
mi ha potentemente commosso e di cui vorrei fare partecipi anche i nostri amici del Piemonte. Trattavasi della Chiesa di Lille
di cui l’attuale pastore sig. Frossard ritraeva ad un uditorio
numeroso la commovente storia, tutta scritta con sangue, ma
con quel sangue dei martiri , sangue fecondo che riscalda i
cuori intirizziti, e simile a quello di Abele il primo martire,
parla di fede, di speranza e di vita eterna. Per una lunga serie d'anni tutti i pastori di quella chiesa muoiono martiri ;
ma i carnefici si stancano piuttosto che i confessori. Invano
si seppelliscono vive le vergini, si ardono gli uomini sul rogo;
invano Carlo V, Granville, Margherita, Filippo 11 di sanguinolenta memoria, col duca d’Alba ed i suoi manigoldi si sforzano di disseecare quel torrente, egli sempre cola e non mancano mai i confessori. Centro delle raunanze degli Evangelici
di Lille era, sul finire del secolo xvi, la famiglia Aughier.
Additata alla rabbia dei persecutori, essa vede tosto la sua
abitazione invasa dai sbirri spagnuoli. La Bibbia ,5 quel libro
di Dio al quale Terrore ha sempre fatto guerra, è la prima
vittima deH’immane furore: quante ne trovano altrettante ne
lacerano, calpestandone i brani o bruciandoli al fuoco. Eseguita la crudel sentenza contro il Libro di vita, si cercano gli
uomini. Di già il padre Roberto Aughier, la di lui moglie Giovanna, un loro figlio Martino sono prigioni, ma una preda più
preziosa manca ancora ai carnefici , il figlio maggiore per
nome Baudichon. I suoi, che lo sanno , hanno cercato ,
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con arlifizio, di sntti-arlo alla morte; ma egli stesso, inconscio del pericolo, si presenta alla porta; « Chi cercate? domanda agli sgherri , che immantinente gli pongono le mani
addosso. — « Ah! sei tu, esclamano questi, sii il benvenuto
in prigione! » Allora Baudichon accorgendosi troppo tardi,
che tutta la famiglia è cattiva, e che la sua posizione è disperata, si rivolge al suo Dio: « 0 Dio, dice egli, dacci non solo
» di patire il carcere per Te, ma ancora di suggellare la no« stra fede colla testimonianza del nostro sangue e delle no< stre ceneri, per la gloria della Tua Chiesa e del Tuo santo
« Nome ! »
Condotti che sono nel carcere, ed interrogato il padre perchè non vada alla messa : « Egli è , rispond'egli , perchè la
« morte ed il sangue del Figliuolo di Dio sono in essa del
t lutto scordati; perchè di una tale cerimonia non è fatta pa« rola ne’ libri sacri, nei quali anzi sta scritto che con un’unica
• offerta G. C.ha, in perpetuo, appieno purificato coloro che sono
« santificati (Ebr. X, 14); perchè la messa non è niente che iin
« comandamento d’uomini, e che il Signore lasciò scritto che
« invano quel popolo l'onora che si attiene a dottrine chè sono
« comandamenti d’uomini (Isaia 29, 13). So dunque io andassi
f alla mfessa, il Signore mi direbbe: « tu mi onori invano ».
« — Non avete avuto raunanze religiose in casa vostra?’—
«. Sì. ci siamo riuniti con gente per bene allo scopo di edificare
« le anime nostre ». — « E non lo sapevate che tali raunanze
CI sono vietate dall’iinperatore? » — « Si, io sapeva che dall’un
« canto l’imperatore avea ciò proibito e che daU’altro Iddio
« l’avea ordinato; ed io non potendo ubbidire all’uno senza di« subbidire all’altro, ho preferito ubbidire al mio Dio ». —
« E cosa fate voi in quelle raunanze? » — « Noi esordiamo cól
« confessare a Dio i nostri peccati e le nostre spirituali infer« mità che sono sempre molte; quindi preghiamo pel nostro
« Sire, e per voi ancora, o signori, acciò Iddio vi conceda la
« grazia di ben governare il di Lui popolo. Vi piace forse che
« vi dica una delle nostre preghiere? » — Ed in ciò dicèndo
egli si mise a pregare con tanta unzione e con un fervore
così grande che tutti gli astanti piangevano.
Roberto ed i figli sopportarono imperterriti le torture atroci
cui vennero sottoposti onde strappare loro i nomi dei correligionarii. T)ue Francescani , sempre dei piii zelanti
intorno ai roghi, i padri Saint-Claire e Azor, non risparmiarono eloquenza, nè promesse, nè invettive allo scopo d'ih-
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durre questi martiri ad apostatare; ma tutto fa inutile. « È
fatica sprecata la nostra», esclamarono alla fine indispettiti
gl’inquisitori ; • essi sono indiavolati ». E come venne loro
appeso un taschetto di polvere da cannone al petto: «È questo
un trattarli con soverchia bontà » gridavano alcuni. « Io
« vorrei pagar caro il fagotto col quale li brucierei », esclamavano aUri. « Io li farei friggere » soggiungevano altri ancora scherzando. Ai quali tutti Baudichon replicava: u Iddio
vi faccia misericordia! » Un frate avendo legato un crocifisso
nelle mani al padre, acciò, diceva egli il popolo non mormorasse Baudichon che si accorse dell’asluzia , ne lo strappò,
e gittatolo a terra, esclamò: «Non s’offenda il popolo, se noi
« non vogliamo un Cristo di legno : egli è perchè l’abbiamo
« vivente nei nostri cuori ; il suo nome e la sua legge sono
« scritti in noi in caratteri cui non è dato a nissuno di cancel« lare ». — Procedendo verso il ¡rogo cantava un salmo :
« Non gli date retta , gridano i preti al popolo ; ciò che
« canta non sono altro che errori e bestemmie ><. — « No,
« no, riprendeva il martire, non sono errori, ma la pura pa« rola di Dio ; ma è questa la vostra consuetudine^ o gente
* di cervice dura , di sempre bestemmiare lo Spirito Santo!
« Guardate , soggiunse egli , io veggo il cielo aperto , e in
« esso mille milioni d’angeli che si rallegrano della nostra
« morte per la fede, e festosa accoglienza ci preparano ». —‘
«Ed io, disse uno degli astanti, veggo mille milioni di diavoli
« che vi aspettano neH’inferno ». — Al padre era stato messo
sulle prime un bavaglio, ma appena gli fu tolto egli si pose
a dire: « Se di cose disoneste noi volessimo favellare, nissuno
« c’impedirebbe ; ma perchè di Cristo nostro Signore noi par« liamo', il mondo non vuole ; ma chi ci dividerà dall’amor
«di Cristo? sarà egli persecuzione? o pericolo? o spada?
« Anzi in tutte queste cose noi siamo di gran lunga vinci« tori in Colui che ci ha amati » (lìom. VIII). — Cantarono
quindi il Salmo XXVII ed il cantico di Simeone: «Ne manda
ora, o Signore, il tuo servidore in pace, ecc. ». — Nell’atto
che accendevasi il rogo che dovea consumarli, un uomo d’in
mezzo alla folla accostatosi, esclamò: «Coraggio, Baudichon,
«io pure sono dei tuoi». Per lungo tempo si udironoimartiri pregare e favellare, e quando già il fuoco avea le loro
membra inferiori consumate, essi ripetevano ancora: «Signore,
« Gesù Cristo, Figliuolo di Dio, noi ti rimettiamo le animfi
« nostre ».
13
La madre Aughier, separatada tutti i suoi, oper uu momento,
venuta meno nel coraggio, fu condotta dal suo figlio minorei
Martino, acciò lo inducesse ad abiurare. Ma il contrario avvenne, chè appena riunita al figlio, presero ad un tratto a
fortificarsi vicendevolmenteed andarono assieme al supplizio.
« Lodata sia la bontà di Dio, esclamava la madre Giovanna ,
« che ci fa trionfare di tutti i nostri nemici, e arditamente
« camminare dietro Gesìi Cristo crocifisso, portando il suo
« obbrobrio », — « Povero fanciullo, disse a Martino uno degli
«astanti: e non vedi tu tutto questo popolo, che non ha la
« tua fede, e che pure spera di essere salvato ; pretendi tu
« aver più ragione che essi tutti? » — « Amico mio, riprese
« Giovanna, dice Gesù Cristo che larga è la via che riesce
« alla perdizione , e che molti sono quelli che camminano
« per essa ; ma che è stretta la via che conduce alla vita
« eterna, e che son pochi quelli che la trovano ». — o Guar« date, disse alla sua volta il fanciullo, come vivono e si di« portano i vostri preti ed i vostri frati. Non voglio altra
« prova che questa che voi siete nell’errore. In quanto a noi
« siamo cristiani , e non vogliamo sapere altro che Gesù
« Cristo ed esso crocifisso », —« Ma tu che sei così giovane,
« vuoi dunque saperne più dei vecchi?», disse qualcuno a
«Martino. — i Dio mi guardi, rispose il martire fanciullo,
« di darmi vanto alcuno. Ma non avete voi letto ciò che dice
« il Salvatore: « Io ti rendo grazie, o Padre, Signore del cielo
* e della terra , perciocché tu hai nascoste queste cose ai
Il savii ed agl'intendenti, e le rivelasti ai piccoli fanciulli ».
— Giovanna salì la prima i gradini del rogo, e dall’alto di
quel trono di patimenti e di trionfo: « Martino, esclamava,
« sali, sali, figliuolo mio ; sali e parla ad alta voce, acciò tutti
«sappiano che noi siamo veri cristiani e non eretici », —
« Siamo cristiani », esclamavano assieme la madre ed il figlio,
e con questo grido essi rimeltevano unite le loro auime al
Salvatore.
Caro fratello , quel grido che dall'alto del rogo mandava
al figlio delle sue viscere quella madre coraggiosa; « Figliuolo mio, sali! sali figliuolo mio! » non lo manda ella ancora a noi cristiani della vita facile, del comodo lavoro, a noi
rJie tanto bisogno abbiamo di salire i gradini del Calvario tenendo dietro al Crocifisso? Sali, sali, o anima mia, sulle pedate di quella umile donna di Lille ; venga del tutto consumato il tuo senso egoista e carnale, e non sopravviva che
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questo grido profondo e più potente del mondo e deH’inferno:
ic Io sono cristiano ; e altro non voglio sapere fuorché Gesù
« Cristo mio Salvatore ! »
G. A.
ALLEANZA EVANGELICA
Ad uno dei pastori evangelici della capitale venne diretta
la seguente lettera, del di cui contenuto abbiamo stimato
bene di fare consapevoli i lettori deWa. Buona Novella.
Frognel
Torquay.
20 aprile 1857
Stimatissimo signore,
Sir Culling Eardley presidente dell’Evangelical AlUance
m'incarioa di parteciparle un’eccellente novella, senza perdere
un corriere, perchè è una prova di più dell’unione ch’esiste
fra tutti i cristiani evangelici, malgrado il disaccordo di certe
sette in varie cose di dettaglio. Ella deve essere stata infor■mata della Riunione di Berlino pel prossimo settembre, alla
quale i cristiani di tutte le parti del mondo devono mandar
deputazioni. All'invito dei fratelli di Germania , varii paesi
hanno risposto parole della più calda simpatia , e più di 900'
ecclesiastici inglesi sottoscrissero la risposta , oltre un numero di laici, alla testa dei quali si trovano dei membri delle
due Camere del Parlamento.
Ora sir Culling Eardley riceve la notizia che il lord arcivescovo di Cantorbery e che i vescovi di Manchester e Carlisle si sono pronunziati in favore dell’assemblea di Berlino .
e che devono esprimere i loro sentimenti d’adesione in una
lettera che le sarà spedita quando sortirà; ma intanto è molto
consolante che tutti i fratelli in 'Cristo sieno informati di
quest’avvenimento che è la più bella risposta a quelli che opinano che il protestantismo manca d'unità.
Senza insistere di più sopra un soggetto di cui ella più
d’ogni altro conosce l’importanza , ho l’onore di dichiararmi
col più profondo rispetto
Di hi devotissimo servitore
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SCUOLE EVANGELICHE
La lettera qui appresso, indirizzata dal signor professore
Persoglio al Direttore delle scuole Evangeliche della capitale,
come quella che fa prova del felice andamento di esso
scuole, abbiamo stimato potesse riuscire gradila ai nostri
lettori, epperciò la pubblichiamo. La Direzione
lll.mo Sig. Direttore,
Poiché piacque alla S. V. ill.iua d'invitarmi ad assistere
agli esperimenti fatti dagli alunni ed alunne della classe
elementarse dai bimbi delTAsilo infantile nei tre giorni successivi 23, 24 e 25 del corrente mese, si compiaccia di pubblicare nelle colonne dcirutilissimo giornale \a Buona Novella,
da lei saggiamente diretto, queste poche linee che valgono
ad esprimere alla meglio il pieno mio soddisfacimento per il
buon successo ottenuto.
Le prove date dagli alunni ed alunne delle scuole Evangeliche della classe elementare , non che dai bambini dell’Asilo infantile di cotesta metropoli nei tre giorni suaccennati
sono bastevole guarentigia ai genitori delle Chiese che vi
mandano i loro fanciulli e le loro fanciulle, affine di porgere loro una istruzione adatta ed una coltura religiosa ,
morale e scieutiiica , conveniente all’importanza ed al progresso dei tempi.
Gli esami sostenuti nelle svariate discipline di aritmetica,
grammatica italiana, geografia, calligrafia, e specialmente nella
Storia Sacra dell’Antico e Nuovo Testamento, ebbero la piena
approvazione di tutti coloro che furono invitati a presiedere
e ad assistervi.
Sentiamo con piacere che in un giorno della corrente settimana saranno dati i premii a quegli alunni ed alunne che Vi
si distinsero, per incoraggiarli a continuare coll’usato impegno ed amore nello studio e nella buona condotta.
Auguriamo a queste scuole destinate a fare buoni cittadini
sinceramente cristiani, e ad elevare specialmente l'educazione
della donna a qaella-perfezionc che le si addice, e come evangelica e corae vera madre di famiglia, lunga e prospera vita,
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affinchè, la Dio mercè, sieno condegnamente ricompensate le
«ure indefesse deU’egregio Direttore delle medesime , così
bene assecondate dallo zelante maestro e dalle ottime maestre,
non che dalle sollecitudini delle brave signore visitatrici.
Della V. S. lll.ma
Torino, il 26 aprile 1857.
Umilissimo Serva
PcasoGno proff. Paolo.
Notìzie Italiane
Torino. — Una conversione degna di essere lodata dal- ^
Ì’Armonia. — Leggesi nel n” 90 di quel giornale quanto]
segue :
« Una consolante funzione compivasi nel giorno di Pasqua,
nella chiesa di S. Domenico, in Torino. Una giovine donna
(madre di famiglia), detta Giulia Fraschia, nata valdese, nel
villaggio di S. Giovanni, abiurava solennemente nelle mani
del Padre Domenicano che l'ha istruita, gli errori della sua
setta , riceveva lieta e commossa il santo battesimo, e più
tardi (attenti, o lettori! chè la potenza di convincimento della
giovine donna sta per esservi rivelata) la benedizione delle
NOZZE nella parrocchia dei Santi Martiri ». '
— Amore sviscerato dei clericali per la libertà di co-i i
scienza. — Lo stesso giornale dopo aver parlato, a modo suo,' \
della propaganda protestante, che va crescendo, dice egli, int
Piemonte, « d’attività, d'insoleuza e d'audacia », termina collo \
scongiurare il governo « di mettere un ritegno alla temeraria
« eresia» facendolo « per amore dell’ordine, per amore di se
», « stesso, se non lo vuol fare per affetto alla religione cattolica,
« ed all’articolo primo dello Statuto ». E questi che scrivono
^ tali parole sono quei medesimi che si lagnano che i cattolici
non godono sufficiente libertà in Inghilterra, ove fanno, senza
(y impedimento di sorta, inriguardo apropaganda, quanto a loro
pare e piace! Davvero che vi sono certi uomini che del pudove non. conoscono nemmeno più il nome!
Qrosso Domenico gerente
Torino. — Slatnperi» deU’Unione Tipografico-Editrice,