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ANNO LXXVII
Torre Pelllce, 7 Febbraio 1941-XlX
N. 6
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VALLI
Riguardate alla roccia onde foste tagliati!
(Isaia LI, 1)
1« Chi«
Vaia«
ABBONAMENTI
Italia e Impero .... Anno L. 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » » 12 — » »7
Estero.....................» »25 — » »15
Nulla sla più forte della vostra fede I
(Qianavello)
Oirallore : Prof. QINO COSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peluce
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Ogni cambiamento „(l'Indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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« Una causa di grande gioia... » per
chi? Per tutto il popolo dite l’angelo ai
pastori; il che significa, noi lo sappiamo con certezza, per tutti i popoli; è l’universalità del messaggio cristiano che
il gretto fanatismo ebraico non comprende. E se il compimento di questa
parola è stato così incompleto nei riguardi del popolo della Promessa, di cui
il Signore avrebbe dovuto essere la gloria, con quale incredibile e disperante
lentezza non sì va esso attuando in seno agli altri popoli, fra quei Gentili estranei alle alleanze ?
Vi sono, a spiegare questa estrema
lentezza di progressione della conoscenza e del Regno di Gesù Cristo sulla terra, innumerevoli cause naturali c- provvidenziali, che non ci è possibile di enumerare qui; a una sola vogliamo accennare e che ci è stata suggerita dalle
parole del nostro testo: le parole dell’angelo: una causa di grande gioia.
Si dice che la gioia è contagiosa, ed
infatti, quante volte, la tristezza^delle
fronti rannuvolate, s’è dileguata alla vista del gioioso tripudio di bim.bi sereni?
Noi vorremmo quindi chiedere a quei
cristiani che deplorano, con ragione, che
la vera Luce risplenda così debolmente,
e che le tenebre regnino ancora su tanta
parte della terra: Orsù, dite, la venuta
del Signore nel mondo, o più esattamente, la sua entrata nel vostro cuore,
è stato per voi causa di grande gioia? E’
con letizia di cuore, col viso raggiante
di gioia ineffabile che voi avete dato,
intorno a voi, questa grande novella ?
E se la vostra gioia è stata, ad un dato momento, reale, e si è manifestata esteriormente, quanto tempo ha essa durato? La vostra gioia ha forse sopportato la prova dell’afflizione, dei rovesci
finanziari, o anche semplicemente la
prova del tempo che via sen porta, sulle
sue ali, ben altro ancora che la tristezza
naturale e mondana ?
Abbiamo conosciuto di quella gente
che parla dell’amore di Dio con grandi
sospiiri, e della gloria del cielo con;
grandi gemiti; brava gente che alza la
voce e armata delle più feroci minacce
delle Scritture, intima al peccatore di
convertirsi e si riserva, con grande freddezza, un buon posto nel Regno dei Cieli. Come potrebbero essi fare amare l’Evangelo, ch’essi presentano con tanta
tristezza ?
La gioia della Salvezza non deve soltanto durare fino alla fine ma deve andare aumentando come la luce del giorno che sorge, illuminato dalla Luce della Grazia.
Fra le raccomandazioni che San Paolo
fa ai suoi diletti Filippesi, una ve n'è
su cui egli insiste particolarmente, ed è
quella di essere sempre lieti: « Rallegratevi nel nostro Signore, ve lo dico
ancora, rallegratevi ».
La gioia dell’Eterno è J.a vostra forza,
diceva già Neemia al popolo ritornato
dalla cattività. Ed è veramente una gioia ineffabile e trionfante che viene offerta al cristiano, di cui egli gode in una
misura sempre più grande, in proporzione della sua fede.
La nostra gioia non è contagiosa per
chè è troppo timida e troppo debole, anche quando essa è pura. Ma così non deve più essere, e la fonte della gioia, fonte unica e perenne, ancora sgorga ner
noi. Quello che ha dato vita all’anima
nostra è ancor quello che la vivifica
Riprendiamo la via di Betleemm,e, e
vediamo le grandi cose che l’Eterno ha
annunciato: una gioia nuova, più intensa, più intima inonderà il nostro cuore;
e sarà il segno della nostra certezza che
un Salvatore è nato, e che vive nel nostro cuore. Anche nell’ora della prova,
qualche raggio dì gioia interiore rasserenerà le nostre fronti, curve sotto la
mano potente di Dio; e questa gioia sarà
una proclamazione dell’Evangelo, una
testimonianza più gloriosa e più potente, alla gloria di Dio, che non tutti i nostri eloquenti discorsi.
(Dall’ E. d. V. V. - 1880).
Kn litton compagno pei catecntneai
Il fascicolo che desidero segnalare ai
lettori dell’Eco delle Valli Valdesi, che
ancora non lo conoscessero, è edito dai
Semeur Vaudois, organo della Chiesa
Nazionale Riformata della Svizzera. Si
tratta di un bel fascicolo, anzi d’uno
splendido ricordo, che viene offerto ai
catecumeni, all’atto della loro confermazione. Non mi sarà facile darne un’adeguata idea a parole perchè la parte
essenziale dì quella pubblicazione è
formata dalle illustrazioni sue. Illustrazioni, invero, splendide e m.agnificamente curate, con squisito senso d’arte,
dal fotografo M. G. de Jongh di Loisànna.
Titolo dell’indimenticabile ricordo di
catecumenato è « La chiesa ti chiama »
(traduco, poiché è in francese). E li,
sulla copertina stessa, tu vedi un artistico peristilio d’una chiesa, forse splendida ma certamente tutta raccolta nella
spiritualità dell’adorazione cristiana,
Al rovescio della copertina è raffigurato un libro aperto, su una pagina del
quale, tratte dal catechismo stesso in
uso nella Chiesa Nazionale Svizzera, si
leggono queste scultorie definizioni:
Qual’è la natura
della chiesa cristiana?
La Chiesa cristiana è
una società religiosa:
essa non ha che una legge:
la parola di Dio
un solo fondamento:
la fede al figlio di Dio
morto e risuscitato;
un solo capo:
il Cristo vivente
nei secoli dei secoli.
La prima pagina è dedicata alla campana, a colei che chiama alla preghiera,
all’adorazione nella Casa del padre. Due
bozzetti, campana e campanile, illustrati dalle parole: « Gesù disse: Che colui
che ha delle orecchie per sentire, aBcolti !» E, a guisa di commento : « Dio
è al principio di tutto. E’ Lui che, nel
Buo amore, viene per primo davanti al
peccatore e, coi suoi richiami, si sforza
di attrarlo sulla via della salvezza ».
La seconda pagina è consacrata al
primo atto religioso della vita: al i>attesimo, ed ha per titolo « Lasciate venire a me... » E lì si susseguono scene
tlluistranti il battesimo per i pargoli ed
i non pargoli: una mamma col suo bambino lattante, una monitrìce con la sua
giovanissima classe, un pastore in toga
che versa l’acqua battesimale e poi la
famiglia felice che lascia la chiesa. E
la leggenda avverte, salutariamente,
che: «Il battesimo porterà tutti i suoi
^.frutti se i genitori, i padrini, e le m.a‘drine danno al bambino un’educazione
cristiana, così come l’hanno solennemente promesso...» E poi, la parte liturgica: «Il battesimo è amministrato
nel nome del Padre che ci ha amati per
primo, nel nome del Figlio, che ci ha
riconciliati con Dio per mezzo della sua
croce, nel nome dello Spirito Santo, che
ci santifica ». Poi la pagina che va dalla scuola domenicale al catecumenato,
segnata, la prima, col suo indimenticabile albero di Natale e, il secondo, con
l’altrettanto indimenticabile ricevimento dei catecumeni nella Chiesa. E tralasciamo dì citarne i testi di commento.
Vengono quindi le pagine dell’adolescenza, della gioventù. Sono due facciate dominate dalla prima frase del
Salmo 25: « A te, mio Dio, sale il mio
cuore », nella versione che si trova nell’elevato salterio di Marot e Goudimel: « A toi, mon Dieu, mon coeur monte ». E sono scene di una gioventù « zelante per la causa del Maestro, coraggiosa nel confessare la sua fede, pronta
nel difendere l’onore del suo Dio »; sono
adunate giovanili: culto all’aperto di
giovani esploratori, dì militari, raduno
a Vaumarcus, nel IV centenario della
Riforma. Poi è la pagina della Bibbia e
della Santa Cena con i simboli, coi significati loro.
E così siamo al cuore del lavoro: « Io
e la mia casa serviremo l’Eterno». E’
l’apoteosi della famiglia cristiana dal
matrimonio alla vecchiaia.
Vengono quindi le pagine dell’amore
del prossimo, della carità: vi sono illustrate una riunione di cucito,- una festa di Natale, presso degli « isolati», una visita ad un ammalato, una scena da
asilo dei vecchi, ed un’altra in un laboratorio per disoccupati, e vecchie e diaconesse perchè « Gesù s’è confuso col
popolo, condividendone le gioie e le
pene, ascoltando i suoi lamenti, soffrendo pei suoi peccati...
Poi è la dipartita per l’aldilà e sono
scene di pace e di fede che riaffermano
che « nulla ci potrà separare dall’amore
che Dio ci ha testimoniato in Gesù Cristo nostro Signore ».
Vengono poi pagine speciali sulla vita della Chiesa come organizzazione: è
la vita alla Facoltà di Teologia, è la
Consacrazione al Santo Ministerio, poi
è il Sinodo, è l’Assemblea parrocchiale,
è il Consiglio di Chiesa.
Così costituita, la Chiesa è pronta a
lavorare «fino alle estremità della terra » e cosi il libro si conclude con due
pagine di fervida vita ed opera missionaria.
Ultim,a facciata della copertina: è una
splendida vetrata di chiesa col Cristo
sul Calvario ed, in alto, la scritta:
« Ecco quel che ho fatto per te... »
e, in basso:
«E tu, che hai fatto per me ?... »
Non vi pare che un libro così denso
sia davvero un santo viatico per ogni
catecumeno? S. P.
Doni ricevuti dai Cassiere deiia
Tavoia Vaidese
dal 1 Luglio 1940 al 31 Gennaio 1941
Per Cassa Centrale:
«Benedici anima mia il Signore e non dimenticare
alcuno dei suoi benefici L. 30000,—
G. Primo Rostagno, Torino » 2000,—■
M. M. » 1000,—
G. F., Firenze, a mezzo dott.
E. Meynier » 10250,—
Giosuè Léger, Pomaretto » 10,~
Per Emeritazione:
Lily Peyrot-Eynard e figli,
in memoria loro Caro » 500,—
Adelina Ribet, in m.emoria
caro amico E. Peyrot » 50,—
Ester Gay e Sorelle, in memoria E. Peyrot » 50,—
In memoria G. R. P. K., Torre Pellice » 50,—
Id., Id. » 10,—
C. Cocito, Roma » 100,—
Riconoscente al Signore » 50,—
A. Giampiccoli » 100,—
Prof. Gino Costabel » 100,—
Lorenza Prochet e figli, ìn
memoria A. Prochet » 100,—
In memoria Prospero e Annetta Costabel » 100,—
Col. L. Grill e Signora, Torre Pellice » 25,—
P. L. Pagliai, Id., » 58,—
Famiglia Colucci, in memoria A. Muston » 25,—
S. Longo, fiore in memoria
Pastore A. Muston » 50,—
Per Collegio:
Riconoscente al Signore » 50,—
E. Tron, Vallombrosa » 100,—
C. Davite, Torino » 100,—
W. Long-Marey, Roma » 50,—
Senatore Davide Giordano » 1000,—^
Sostenitori
Bergamo: E. Murri Tron, L. 5.
Torino: Mafia Guigou, L. 3 - Ribet
Adelina, 3 - Gustavo Cougn, 3 - Primo
Giuseppina, 26 - Pellegrini Margherita,
8 - Perazzi Valeriane, 5 - Giaccaglia
Sandro, 3 - Forneron Maria, 3.
Luserna San Giovanni: Turin Anita,
L. 3 - Lina Peyrot Long, 3 - Clot Cesare,
1 - Gay Luisa, 1 - Vola Carlo, 56 - Gay
Carlo, 3.
Rag. Viglielmo, Roma, L. 5 - Selli
Adelina, Id., 5.
Bertalot Celestina, Angrogna, L. 2 Howard T. Gay» Firenze, 5 - B. S., Torre Pellice, 3 - Peyrot Emilia, Id., 8 ■
Alfonso Alessio, Sampierdarena, 5 Angelo Messa, Milano, 5 - Adolfo Giampiccoli, Id., 15 - Mary Roland, Pinerolo,
3 - Fanny Rivoir ved. Long, Id., 5 - Lidia Vicino, Id., 3 - Rivoir Maddalena, S.
Secondo, 3.
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V M’hanno regalato, per la mia festó,.
un libro comprato in una delle nostre
librerie evangeliche di Torre Pellice.
Un buòn libro dì edificazione, m’hanno
. detto, ed io, che desideravo propriq
quello, me lo son letto tutto d’un fiato,
Un libro, scritto con mano maestra
da una signora svedese, il cui nome è
^aissai noto tra la gente colta: Ebba de
Pauli, e tradotto ormai, in parecchie
lingue. La prefazione cita varie personalità del mondo culturale e di quello
religioso che lo lodano e lo raccomandano. Il titolo, scritto in carattere rosso sulla copertina: «L’Eremita » è di
quelli che invogliano il lettore a cominciare subito la lettura; e una volta cominciata non ci sì ferma più, perchè uaa pagina tira l’altra, fino alla fine.
L’ambiente è di quelli che piacciono
a noi montanari: una valle ed un monte
altissimo ricoperti di pini; sul monte
una grotta ed in esso, un eremita che,
a memoria d’uomo, vi, ha sempre abitato; è un saggio, e un sapiente, pieno
di bontà, al quale i montanari che abitano il villaggio di fondo Valle, ven, gono a domandare consiglio ed aiuto
nelle circostanze più svariate della vita; persino quando il prete e la religione non hanno potuto o saputo contentarli... Il vegliardo ha sempre la parola opportuna e soddisfacente per tutti.
do alla gola e ti vien voglia dì piangere;
con un tal culto della morale e del dovere, tenuti sempre all’altezza dell’ideale, che ti lascia pensoso come i personaggi dei libro; e l’apostolato di questo misterioso eremita è descrìtto con
tanto fervore, che quasi rimpiangi di
non poter diventare anche tu un suo
proselita come gli abitanti dì quel villaggio montano.
Ed ora che il libro è terminato - l’ho
letto più d’una voHa, eppoi l’ho messo
dinanzi a me sul mio scrittoio - sento
il bisogno di ripensare le cose lette e dì
realizzare quanto la mia fede ne sia
stata edificata.
Ma qui, comincio a sentirmi un poco
disorientato, perchè non mi riesce bene
di amalgamare le cose lette con la mia
fede. Più ci ripenso, e più mi appaion
diverse l’une daU’altra. Anzi, qua e là,
scopro gravi contrasti che da principio
m’erano sfuggiti, non so come. In questo libro che sembra opporsi particolarmente al cattolicesimo, manca altresì
quell’ambiente del Nuovo Testamento c
della fede Evangelica, ai quali sono av
vezzo.
prima lo seduceva. D’altronde il peccato non consiste in atti determinati ’tifi
piuttosto nel livello di vita non,,.’abbastanza elevato... Non una sola volta è
detto al peccatore di gettarsi ai piedi
della croce di Cristo per deporvi il peso dei proprii peccati e cercarvi la forza
per non più peccare.
Uno degH episodi più ^ caratteristici
del libro è intitolato: «Il Re ». Esso insegna a cercare la pace della coscienza,
la forza per le lotte della vita, la visione
di Dio, nell’attesa, nePa immobilità e
nel silenzio; nel silenzio assoluto, soltanto, si può completare la faccia di
Dio.
i — Ma come giungere al silenzio asj soluto? — domanda il re.
j — In questa vita ciò non è possibile,
I risponde il vecchio. Solo nella morte
i noi arriviamo al silenzio assoluto...
1 Una simile affermazione, nell’Evangelo, io non l’avevo mai trovata.
«i-T
« Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Id
,Ì!“'dia^vivente. Ha portato egli stesso i
nostri peccati nel suo corpo » (1 Pietro
I ' 2: 24). «^Ji?’è un sol mediatore fra Diò
Igli uomini. Cristo Gesù» (1 Tim.|
I 2: 5). «Io son la via, la verità e la vita»
I (Giov. 14: 6). « Chi crede in me, quan! d’anche sia mprto vivrà » (Giov. 11: 25).
Salgono alla grotta dei poveracci e
dei gran signori, persino un re; buoni e
cattivi, gente felice e gente che piange
per le avversità della vita; sopratutto
gente dalla coscienza tormentata e senza pace. E questo vecchio straordinario,
con poche parole, ti mette tutto a posto;
con poche frasi ottiene delle conversioni straordinarie; consola quelli che
prima piangevano; rende desiderosi dì
pace quelli ch’eran saliti animati da
uno spirito di contenzione; sereni quelli che prima avevano la coscienza in
rivoluzione... tutto così, dalla prima all’ultima pagina. Nell’ultimo capitolo,
l’eremita muore, circondato dalla venerazione di tutta una pìccola folla, dopo aver confessato la sua fede pronunziando un credo speciale che esalta l’amore di Dio e la vita, ma non parla del
peccato nè della croce.
Tutto questo è scritto con un tal
senso di comprensione delle umane sofferenze che qualche volta ti sale un no
A quelli che sognano la felicità e che
piangono nella sofferenza, si dice che il
male, in realtà, non esiste e si predica
una specie di auto-disciplina intesa a
superare la nostra sensibilità che sola
è causa delle nostre sofferenze.
La felicità e la consolazione, sono
nella pace. Non parla, l’Eremita, del
Padre degli orfani e del consolatore
delle vedove. Non parla della «gioia dei
mìo Signore», del « banchetto celeste »,
della « celeste Gerusalemme »,' della
« folla vestita di stole bianche e con
delle palme in mano », del « cantico
nuovo » che i redenti cantano nella presenza di Dio.
Ci sono pure molti casi di conversione: questo vecchio ha un talento invidiabile, ti mette subito con le spalle
al muro i peccatori e te li convince a
cambiar strada, con una facilità che
neppure i Pastori più dotati della « Potenza da Alto » hanno mai posseduto.
Ma è strana la via indicata al peccatore
che deve convertirsi: egli deve «abituarsi» a poco a poco, a non più oensare e a
non più dare importanza al peccato che
A poco a poco, tutte queste cose risvegliarono nella mia mente lontani ricordi. Andai a frugare qua e là negli
scaffali della mia piccola biblioteca e
ne trassi giù alcuni volumi e scartafacci adorni d’ùna polvere discreta. Sfogliai qua e là, eppoi mi misi a notare in
margine al mio libro una quantità di citazioni tratte da Krishna, dagli scrìtti
delle religioni orientali, da Annie Besant, dalla Blavatschi, ecc., ecc.: corrispondevano esattamente alle affermazioni più caratteristiche del volume che
mi avevano regalato per la mia edificazione!
E presi allora in fretta la mia matita
e sotto al bel titolo rosso: « L’Eremita»
scrìssi: «Insidia alla fede cristiana» e,
« Manuale di divulgazione teosofica ».
Tutte queste affermazioni precise tu
le cercheresti invano in mezzo alle belle parole del vecchio eremita della
montagna! eppure, són esse che hanno
aperti i nostri cuori ai palpiti della vita eterna e son esse, ed esse soltanto,
che serberanno ancora qualche consistenza, quando sarà giunta per noi l’ora
estrema.
Nessun dubbio, quindi, nessuna esitazione! Ogni credente Valdese conosce la sua via.
ENRICO GEYMET.
Segnalazioni
Vorrò forse dire con ciò, fratello lettore, che tu debba guardarti dal leggere il volumetto di Ebba De Pauli?
No, ma che per leggerlo, ti conviene
d’essere prìm.a ben ferrato nella tua fede che, altrimenti, la sua lettura non
farà che ingenerare nel tuo spirito una
confusione pericolosissima. Insieme con
numerose citazioni bibliche, vi troverai,
ben dissimulate, molte dottrine pagane,
mentre che, invano vi cercherai i grandi passi basilari della nostra fede cristiana ed evangelica. Invano, per es,
cercheresti questa parola di San Pietro: «E in nessun altro è la salvezza... »
(Atti 4: 12), o quella di San Paolo al
carceriere di Filippi: « Credi nel Signor
Gesù e sarai salvato tu e la tua casa »
(Atti 16: 31). E queste altre;
Tempo di guerra. E’ il primo opuscolo
della collezione di «Brevi pubblicazioni
popolari » uscite dalla penna operosa
del prof. Giovanni Miegge, e che la Libreria Editrice Claudiana, per lodevole
iniziativa della Direzione della nostra
Chiesa, sta diffondendo con rallegrante
successo e grande beneficio delle anime.
In queste dodici paginette, straordinariamente ricche di pensiero cristiano
e, ad un tempo, di limpidità cristallina,
l’Autore ha trattato in modo compiuto
il problema che grava su lo spirito
nostro davanti agli avvenimenti colossali di cui siamo testimoni ed attori.
Quale dev’essere l’atteggiamento del
cristiano di fronte a codesti avvenimenti?
La risposta è tratta da una parola li
Cristo: « Or voi udrete parlare di guerre
e di rumori di guerre..., sì leverà nazione contro nazione e regno contro regno... Ma chi avrà sostenuto sino alla fine starà salvato ».
«Sul piano esterno, citilo liberam,ente l’Autore, guerre e rumore di
guerre; nel profondo, la tua anima, la
salvezza deU’anima tua, il tuo vero problema ».
Gli avvenimenti del mondo, sono il
quadro della nostra vita quotidiana, ei
dettano le nostre attività, riempiono le
nostre ore, ci impongono. delle responsabilità cui non dobbiamo sfuggire. E la
nostra vocazione è di vivere nel quadro
di questi avvenimenti, salvando l’anima
nostra.
Valdese
Novella di I. LOMBARDINI.
(Seguito - Vedere numeri precedenti).
V.
Le amicizie della vecchia, erano, come è facile immaginare, tutte persone
mólto pie e zelanti. A Giulia non rivolgevano una parola di religione, o tutto
al più, un vago accenno di compassione
perchè a lei, povera ragazza, tutte le
gioie che provavano nella religione erano negate ed ella rimaneva così sola,
così triste, senza nessuno col quale confidarsi, col quale pregare...
Ma poi riprincipiarono le allusioni, aperte o velate, e Giulia non poteva opporre altra resistenza che quella, istintiva, di un irrigidimento della propria
anima, che si nutriva ormai solamente
di ricordo e di rimpianto...
Il paesello, la madre, il piccolo tempio
disadorno e povero, dove, ohimè, ella
era andata tanto poco... Ma, anche il ricordo era velato di tristézza: il paesello
era stato il testimonio della sua sofferenza e del suo lavoro sconsolato... e
dopo la morte della madre, che gioia di
affetto aveva conosciuto il suo cuore?;..
Ripensava a Maria e Roberto e ne provava pietà; ripensava al padre e, insieme a tutte le cose che egli stesso aveva
detto contro la Chiesa e i Pastori, ricordava anche quanto l’aveva fatto soffrire, quanto la faceva soffrire ancora,
perchè infine se era li, era per volere
del padre, che non l’amava, che non amava nessuno.
E allora?... Prendere un po’ d’affetto
dove potesse trovarlo: tra quelle vecchie Signore, per esempio, un po’ di
conforto dove fosse possibile... E perchè no ? dove la fonte ricca e generosa
e fresca le era stata indicata!
...Lontano era il villaggio con il tempio dove andare a pregare, e il cimitero
dove piangere sulla tomba materna invocando consiglio e forza; lontano il
Vangelo da leggersi, sia pure compitando, ma ricevendone luce e conforto,
e lontano, nel tempo, perfino il fervore
dell’anima che la faceva cadere in ginocchio, nell’oscurità del suo sottoscala,
per ricoverarsi in Dio.
...Senza famiglia, senza tempio, senza
Dio, era; una povera ragazza sperduta e
tremante, alla quale era indicata una
grande porta spalancata per riceverla,
lina luce per illuminarla, un fuoco di
pietà a cui riscaldare la sua povera anima intristita.
Eppure una voce, nel suo interno, saliente forse da un’indistinta eredità trasmessa dagli avi, martìri e confessori,
e più dalla sua Fede, ignorante ed ingenua, ma intensa, la metteva in guardia
e la incitava a resistere, a pregare, ad
essere fedele al suo Dio ed alla sua
Chiesa.
Capiva che quelle signore erano no.sse da un sentimento che esse giudicavano retto e santo, e se da una parte era
ben decisa a resistere dall’aitra non sapeva nutrire verso di esse risentimento
od ira.
Doveva vegliare, ecco tutto, e i avrebbe fatto, con l’aiuto di Dio.
Ma non era l’opera di convincimento
delle Signore che costituiva un pencolo
per Giulia: vi era qualcosa d’altro <; di
ben peggiore. Ella aveva fatto cmioscenza con un’altra domestica: una ragazza molto bellina, che cercava di na
scendere con cura la sua origine campagnola e la sua umile condizione, si
truccava, e, imitando per quanto le era
possibile, la sua padrona, cercava di essere elegante, senza troppo riuscirvi, in
verità, ma traendo una gran gioia da sè
stessa e un gran compiacimento quando
le sembrava d’aver raggiunto lo scopo.
Come si affezionasse albumi le e un
po’ .goffa montanina, non si sa; foìvse
perchè si vedeva in lei quale eia stata,
e non era più; forse perchè la bontà e
l’innocenza esercitano una dolce attrattiva su chi più non le possiede o forse
anche perchè, purtroppo, chi è preda
del male gode ad insinuarsi nell’animo
dì chi non diffida, impadronirsene a
poco a poco, e sgretolare ogni principio
di bene.
Furono dapprima poche parole, al
mercato, durante gli incontri; qualche
consiglio amichevole, di come disporre
un nastro, di come avere un’aria un po’
più cittadina - peccato però quei vesti
ti. - Ma non andrebbe sempre così: presto anche Giulia avrebbe potuto avere
bei vestiti, delle calze di seta, delle
scarpette morbide, solo se si fosse lasciata consigliare dalla sua buona amica !
Poi, qualche pomeriggio di dom.enica,
uscirono insieme; come, Giulia non era
mai stata al cinematografo? Possibile?!
E nemmeno al parco era mai stata? Ma
dunque era proprio vero che non conosceva nessuno? Nessuno che l’accompagnasse, che le facesse dei regalucci? Ohi
povera Giulia.
Invece l’altra, l’amica, aveva molte
conoscenze, e non stava che in lei di
trovare subito, quello stesso pomeriggio c}ri avrebbe pagato il cinematografo
delle paste e delle caramelle!
Che diceva Giulia? Che non voleva,
che aveva paura, e che si accontentava
di fare due passi con l’amica?
...Come voleva, ma era un vero
peccato: non si vive che una volta sola,
e conviene farlo meglio che si può!
...Giulia sentiva nella compagna, qualcosa che le spiaceva e le causava quasi
l’istintivo terrore di un pericolo sconosciuto, ma era cosa di un attimo, perchè subito dopo sentiva lo strano fascino emanante dall’altra, e che era forse
fatto di curiosità, di, attesa e di paura
di provare, finalmente, anch’essa un po’
di gioia, di godere un po’ di quella vita
.che per altri, come per esempio la sua
amica era fatta solo di gioia e per lei era stata invece solo di pene.'
(Segue).
I. LOMBARDINI.
3
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
« Salvare la tua anima: vivere, cioè,
operare come un uomo completo, a cui
nulla di umano è estraneo, accettare le
tue responsabilità... essere uomo del tuo
tempo, del tuo ceto, della tua nazione;
j e sapere che al tempo stesso, che in tut' to questo, quello che conta è di conservare incontaminata la tua vita profon, da, rimanere te stesso inalienabilmente,
quel te stesso che sei nei tuoi segreti
colloqui con Dio: che liberazione!»
Sono parole che fanno meditare e aprono, in profondità, dei vasti orizzonti.
Ma sopratutto, che vi afferrano come una verità vivente.
E così conclude il vibrante e sereno
messaggio: « Va incontro alla vita come
si presenta, col cuore aperto e l’occhio
limpido. Lasciati guidare dalla realtà.
Compi tutta intera la tua onera di uomo sotto lo sguardo di Dìo. Così facendo sosterrai intatto ì tempi calamitosi
nei quali devi vivere, e salverai con la
tua pace, il bene più prezioso, l’anima
tua ».
Queste poche citazioni dicono meglio
di ogni nostra parola il carattere e il valore dell’aureo libretto. E confidiamo
che invoglieranno molti e molti altri a
leggerlo per intero e meditarlo ed a
spargerlo intorno a sè.
Molti saranno come noi felici e grati
di trovare in esso la nrecisa ed eletta espressione di quanto era in noi come
pensiero informulato od anelante ricerca. Ed anche a nome loro, come a nome
dei tanti che vi trovarono luce e conforto, vogliamo ringraziare il prof.
Miegge molto sentitamente per la sua
forte e suadente parola di messaggero
di Cristo, e vivamente rallegrarci di
questa sua attività tanto benefica che
come da nuova e più vasta cattedra egli
•Sta svolgendo per il bene delle anime.
Un lettore riconoscente.
Chi sono i Cristiani Evangelici. (Lioreria Editrice Claudiana - Torre Pellice - L. 1 - Pagg. 34).
E’ questo il primo opuscolo della Se"ie Pro Veritate; e l’espressione Pro Veritate è veramente adeguata, chè si tratta di uno scritto di nobilissima ispirazione, lontano dai vecchi sistemi polemici. E non si lasci indurre in errore il
lettore dal termine opuscolo, perchè siamo di fronte ad un’operetta concepita
eon profondità d’ingegno e severa dottrina; la forma è chiara, anche quando
l’autore affronta argomenti quali quelli dell’Evidenza delle Sacre Scritture,
Perdono di Dio, Unità e differenziazione. E’ una mirabile presentazione di
tutti i grandi problemi che hanno tormentato coscienze e cuori e menti; è un
aiuto a rimeditare, a riprendere in esame soluzioni; un invito a pensare: che
cosa significa l’espressione cristianievangelici? Una domanda che forse
molti membri di Chiesa non si sono mai
posta, 0 di cui hanno sottolineato solo
'il contenuto negativo, polemico, esclusivo; comprino essi quest’operetta: fede
e cultura ne trarranno giovamento.
X.
Assistenza religiosa
ai militari Valdesi
A motivo dell’accresciuto numero dei
militari Valdesi i quali ammontano ormai a parecchie centinaia, pur tenendo
conto soltanto di quelli che provengono
dalle nostre Valli, l’invio del giornale
«L’Eco delle Valli Valdesi » deve forzatamente subire alcime modificazioni.
Le comunichiamo alle famiglie ed ai
militari Valdesi, affinchè essi siano tenuti al corrente del modo in cui si attua
una parte del lavoro di assistenza religiosa presso i correligionari sotto le ar mi.
E’ stato dunque deciso che il giornale
venga inviato settimanalmente ai militari isolati 0 lontani, U cui elenco viene
regolarmente trasmesso a Torre PelUce
<lal Cappellano Valdese.
Tutti gli altri militari riceveranno
soltanto il numero mensile del giornale,
contenente la pagina della gioventù.
S’intende che il Cappellano terrà conto di tutte le variazioni che, nell’una
e nell’altra di queste due categorie di
militari, si verificheranno via via che
gli verranno comunicate.
A questo proposito non mi stancherò
di domandare la attiva, costante collaborazione delle Chiese. Dal mese di settembre, epoca in cui s’è iniziato il lavoro di assistenza religiosa dei militari,
e malgrado i vari appelli rivolti, non ho
mai ricevuto un solo elenco di militari
sotto le armi da diverse parrocchie delle
Valli!
E ciò è gran peccato; perchè i nostri
soldati, vicini e lontani, in questo gravt
periodo della loro vita, hanno più che
mai bisogno della nostra simpatia, del
nostro interesse, del nostro amore fraterno.
Accade invece che parecchi giovani
Valdesi, attualmente in zona di combattimento, sono abbandonati a se stessi,
privi del giornale, degli opuscoli religiosi e della corrispondenza del Cappellano e di altri amici, unicamente
perchè nessuno ha mai pensato a comunicare il loro indirizzo.
L’assistenza religiosa ai militari Vaidesi, nostri fratelli in fede, è per le nostre Chiese un preciso e solenne dovere;
bisogna anche agire e collaborare
con chi cerca di recare, talvolta
non senza difficoltà, a dei giovani Vaidesi, chiamati a servire la Patria, i!
conforto della Parola di Dio.
Questa è la responsabilità che incombe su tutti noi nell’ora che attraversia
mo.
Il Cappellano Militare Valdese.
CRON/ICA V/1LDE5E
PERRERO MANIGLIA. I culti della
domenica 6 gennaio furono presieduti
dallo studente Canal Felice,, presidente
della Società Missionaria « Pra del Torno ». Il tempo inclemente quanto m.ai
aveva impedito molte persone dal partecipare alla domenica « prò missioni » ;
nondimeno le collette non furono inferiori agli altri anni. La sera lo stesso stu
dente presiedette ancora una riunione
nella scuola del Forengo. La Chiesa lo
ringrazia molto cordialmente.
— Il 25 gennaio un lungo corteo accompagnò all’estremo riposo la salm,a
di Sinquet Michele, di 36 anni. Una lunga malattia lo faceva soffrire da alcuni
anni. Alla vedova e al padre le più vive
condoglianze.
Il 27 accompagnammo le spoglie mortali di Peyran Caterina ved. Bounous,
del Crosetto, deceduta all’età di 88 anni
Era quasi la decana della nostra parrocchia e la morte la colse quasi senza
sofferenze. Ai numerosi parenti, in modo speciale al nipotino Bounous Aldo,
partito pochi giorni prima per il servizio
militare, la nostra cristiana simpatia.
SAN GERMANO CHISONE. Dopo alcuni anni d’infermità ha terminato il 17
gennaio la sua laboriosa esistenza il nostro fratello Ribet Alessandro, dei Dormigliosi. Egli era stato anziano fedele
del quartiere dei Balmas e perciò la sua
memoria è onorata nella nostra parer«,
chia. Alla vedova ed ai figli esprimiamo
la nostra viva simpatia.
— Il 23 gennaio abbiamo accom,p-j- gnato all’estrema dimora terrena la salma di Balmas Luigia nata Gallian, di
anni 79. Ai figli lontani ed alla famiglia
Bouchard dei Ronchi superiori, che ne
ha avuto cura per molto tempo, giungano le nostre cristiane condoglianze.
TORRE PELLICE. In questi ultimi
giorni il Signore ha richiamato da questo mondo: il ragazzo Chauvie Osvaldo,
del Tagliaretto, all’età di 9 anni - il -signor Davit Ferdinando (Via XX Settembre) all’età di 66 anni.
Iddio spanda la sua consolazione sulle famìglie afflitte.
il di ' famigliai
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedì Lettura: Romani 5: 1.
10 Febbr. « Giustificati per fede, abbiam pace con Dio pér mezzo di Gesù
Cristo, nostro Signore».
Noi abbiamo peccato... e- « il salario
del peccato è la morte », cioè Tallontanamento da Dio, la paralisi dell’anima,
la punizione del giusto Giudice. E per
cancellare il nostro peccato, per liberarci dalla condanna di morte, che possiamo noi fare ? Opere? = « splendidi peccati » diceva San Agostino: come può vm
cuore inconvertito produrre opere buone in vista della salvezza. Lasciamo al
fariseo della parabola (S. Luca 18) l’illusione di salvarsi con le proprie opere:
noi crediamo fermamente che la salvezza, impossibile aH’uomo solo che essendo peccatore non può produrre altro
che peccato, ci è stata data mediante
la croce di Cristo e suggellata mediante
la-Sua gloriosa risurrezione.
Ma ora che la salvezza è stata offerta
in Cristo, spetta a noi di appropriarcela
mediante il dono di Dio che è la fede:
non atto mentale, ma fiducia, ubbidienza, dedizione, e quindi opere... ma, questa volta, come conseguenza della fede,
e perciò non meritorie.
- E’ mediante quella fede, « braccio
delFànima che afferra la salvezza -di
Cristo » che l’uomo ha pace con Dio.
Martedì Lettura: 1. Corinzi 4: 5.
11 Febbr. «Non giudicate di nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose
occulte delle tenebre, e manifesterà i
consigli de’ cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio».
Innanzi tutto l’esortazione: '« Non giudicate! ». Quanto può essere funesta una
scintilla di fuoco in contatto con materia infiammabile, e quanto può essere
grave nelle sue ripercussioni un giudizio
non preciso sul nostro prossimo! La nostra mania di giudicare costituisce come
uria barriera che non ci permette di avere sentimenti di amore e di pace nel
cuore, quando giudichiamo male i nostri simili?
' In seguito, l’avvertimento: Siamo migliori di altri? No: semplicemente vediamo il bruscolo nell’occhio altrui, e
non iscorgiamo la trave che è nel nostro.
Lasciamo al Signore, « il giusto Giudice », il compito di giudicare! Nel giorno
del giudizio verranno alla luce « tutte le
cose occulte e i consigli dei cuori»: che
ciascuno, anziché giudicare altri, pensi a
se stesso, e faccia in modo che i consigli
occulti del suo cuore non siano per lui
oggetto df vergogna dinanzi al trono ài
Dio!
Infine, la speranza: quella di ricevere
lode da Dio nel giorno del giudizio: che
ciascuno si preoccupi di meritare quel
premio, anziché giudicare!
Mercoledì Lettura: Giovanni 3: 27.
12 Febbr. « L’uomo non può ricevere
cosa alcuna, se non gli è data dal cielo ».
E’ successo, senza dubbio, a parecchi
di noi di riflettere sull’eterno problema:
< Che cos’è l’uomo ». E pensando alla
grandezza di Dio, all’Infinito, opera delle sue mani, a tanti misteri insondabili,
abbiamo concluso: « quanto è piccolo
l’uomo, e quanto è limitata la sua noienza»! Non così hanno concluso milioni
di uomini; per loro la terra è l’universo,
la forza umana è sovrana: tutto dipende
dall’uomo !
La Parola di Dio contraddice a cotesto orgoglio umano: Tuomo non è che
un pellegrino quaggiù, la sua forza e la
sua gloria sono come l’erba che oggi è
rigogliosa e domani appassirà; e le cose,
tutte sono dono di Dio!
Sono doni della provvida mano di
Dio le cose materiali che ci circondano,
e che sono poste a nostra disposizione.
Sono dono di Dio le svariate qualità
intellettuali, morali dell’uomo.
E sono dono di Dìo, anche e sopratutto, le cose superiori ad ogni umana potenza: la Sua divina Parola, la salvezza
Ch’Egli ci ha preparata e che ci possiamo
appropriare per fede.
« Tutte le cosé sono date da Dio » : usiamole adunque con riconoscenza e per
la Sua gloria! Egli, un giorno, ci domanderà conto dell’uso che ne avremo fatto.
Giovedì Lettura: Romani 5: 2.
13 Febbr. « R nostro Signore Gesù Cristo ci ha fatto avere accesso, per la fede,
a questa grazia nella quale stiamo saldi;
e ci gloriamo della speranza della gloria
di Dio».
Cristo ha compiuto sulla croce la nostra salvezza: a noi spetta di afferrarne
i benefici per mezzo della fede. Median
te l’opera e la morte di Cristo siamo
quindi stati riconciliati con Dio il quale
sebbene fossimo immeritevoli, ci ha à*
dottati come figlioli. «Per fede abbiamo
acceco alla grazia di Dio»: siamo divenuti membri d’una grande famiglia
spirituale di cui Dio è il padre, e di cui
Cristo è il primogenito. Non abbiamo
alcun motivo di gloriarci di questo, perchè è opera di Dio, e non già opera nostra. Ed in questa grazia, con l’aiuto da
Alto, dobbiamo star fermi: fare il nostro possibile, quale segno di riconoscenza, per ubbidire a Dio come figlioli, e malgrado le nostre debolezze,
dimostrare coi fatti che ora non apparteniamo più al mondo o a noi stessi,
bensì a Colui che ci ha chiamati a vita
nuova.
Ed aspettando il compim,ento della
nostra redenzione ci gloriamo, cioè ci
rallegriamo con un intimo e sacro sentimento di speranza nella gloria di Dio,
alla quale Egli inviterà tutti coloro
che sono Suoi, affinchè ne siano partecipi. Ci conforti nelle tribolazioni di
quaggiù la certezza che, se saremo fedeli
sino alla fine, Dio ci farà contemplare
la Sua eterna gloria.
Venerdì Lettura: '1 Timoteo 4: 12.
14 Febbr. « Nessuno sprezzi ta tua giovinezza; ma sii d’esempio oi credenti,
nel parlare, nella condotta, nell’amore,
nella fede, nella castità».
Timoteo è pastore della Chiesa di Efeso: S. Paolo non lo dimentica é lo consiglia circa il modo di « pascere la
greggia di Cristo ». Una difficoltà che si
presenta nell’opera di Timoteo è la sua
giovinezza: nessuno lo sprezzi per tal
motivo, scrive l’apostolo: dinanzi a Dio
non esistono riguardi a persone, ad età;
ma ciò che importa è ch’egli sia un esempio agli altri nel parlare, nella condotta,
nell’amore, nella fede e nella castità.
Essere d’esempio ad altri non con la
vana ed insensata pretesa di « far da
maestro » (S. Giacomo 3: 1), ma con la
santa ambizione dì mostrare nella nostra vita, i frutti dell’Evangelo. Sentire
e vivére la responsabilità che implica la
nostra professione di cristianesimo:-essere consapevoli che la nostra condotta
può ovvero scandalizzare anime deboli,
ovvero spìngere altri a « glorificare il
nostro Padre Celeste, vedendo le nostre
opere » (S. Matteo 5: 16).
Essere d’esempio nel parlare con
franchezza dell’amore di Dio, senza
vergognarci per alcuna ragione dell’Evangelo: d’esempio nell’amore, adempiendo la «legge perfetta»; d’esèmpio
nella fede che ci eleva verso le sfere superiori dello spirito; d’esempio nella castità, cioè nella purezza dei pensieri, dei
sentimenti, dei costumi.
Sabato Lettura: 2 Corinzi 1: 18.
15 Febbr. « Dio è fedele ».
La fedeltà dì Dio è una delle basi su
cui riposa la nostra fede; e significa per
noi:
1) Anzitutto fonte di consolazione.
Dio ha parlato per mezzo dei Profeti e
per mezzo del Suo Figliuolo Unigenito,
ed il Suo messaggio alTumanità fiaccata
dal peccato è stato messaggio di consolazione e di amore: « Consolate, consolate il mio popolo...» « Venite a me voi
tutti... »
Se siamo contriti pel nostro peccato.
Egli è fedele, e ci perdonerà secondo !e
Sue promesse! Se piangiamo nell’afflizione, Egli è fedele ed asciugherà le nostre lagrime! Se siamo nel lutto. Egli è
fedele e ci consolerà con la luce della
speranza!
Il Suo amore è infinito e non verrà
mai meno malgrado tutte le nostre infedeltà! La Sua mano paterna non ci
abbandonerà; anche quando noi Lo abbandoniamo, Egli è nur sempre vicino
per dirci, come un giorno a Giacobbe:
« Non temere; Io, l’Eterno, sono sempre teco per benedirti ».
2) Ma la fedeltà di Dio suona per
noi anche quale solenne ammonimento:
Dio è fedele, e perciò anche la Sua giustizia non verrà mai meno! Chi lascia
che le spine soffochino in lui la buona
semenza, chi si rifiuta di aprire le porte
del suo cuore a Colui che picchia, chi
sì dice cristiano e non si cura di fare la
volontà di Dio, troverà un giorno un Dio
fedeli nel mantenere le promesse di
maledizione fatte a coloro che non ascoltano la Sua voce!
PAOLO MARAUDA.
Domenica 16 Febbraio
Leggere la meditazione in prima pagina
4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Da Rorà
E quest'estate?
La villeggiatura sarà certamente lunga perchè l’inverno è stato precoce e
nevoso come non lo era più stato da
lunghi anni. Conviene perciò preparareis! in tempo.
La comunità di Rorà, offre ai suoi
fratelli in Cristo delle città e della pianura, una delle villeggiature più economiche e fraterne che sì possano desiderare. Il clima eccellente, i mille metri di altitudine, le bellezze naturali e
panoramiche veramente straordinarie,
ne fanno un luogo di soggiorno ideale...
soltanto le sue case, alcune delle quali risalgono quasi all’epoca di Gianavello, sono un po’ rustiche, ma di una
rusticità sacra per chi la sa comprendere. Durante tutta l’estate, in compenso, vi si svolge una attività religiosa
intensa e coloro che amano un ambiente
fraterno, religioso e di profonda pietà,
vi si possono trovare bene.
Il Pastore ed i suoi collaboratori sono a disposizione di tutti i fratelli in fede che desiderano informazioni a questo riguardo. Solo raccomandano loro di
far presto perchè qualche alloggetto è
già fissato fin da questo momento.
ENRICO GEYMET.
FIORI in memoria del Dott. DANIELE
TURIN, per il Rifugio Re Carlo Alberto.
Ditta E. Gardiol e C., Milano L. 1000,—
Impiegati della Ditta E. Gardiol e C., Id. » 500,—
Lily Peyrot-Eynard e figli,
Torino » 100,—
La Vedova e congiunti tutti del compianto
GIOVANNI RIVOIRA
riconoscenti per le infinite prove di affetto e simpatia ricevute nella dolorosa
dipartita del loro Caro, porgono i più
sentiti ringraziamenti al Pastore Sig.
Comba e Signora per le confortevoli visite, ai Signori Nishet, al Dott. Paltrinieri, ed a tutti coloro che in qualunque
modo presero parte al loro dolore.
Angrogna (La Roccia), 4-2-1941-XIX.
Ili orai VAISI
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO.
Chiesa Valdese San Germano, Domenica della Beneficenza, L. 142.
Collettato dalla Signora Paolina Baimas Turin, San Germano Chisone: Olimpia Meynier, L. 10 - Elisa Peyrot, 10
- Elisa Vincon, 10 - Clotilde Revel, 10 Paolina Duchene, 5 - Paolina Balmas
Turin, 40 - Elena Bounous, 10 - Adele
Alfano, 10 - Lidia Ribet, 10 - Ilda Revel,
15 - Giulietta Rivoir, 5 - Margherita
Balmas, 55 - Cesarina Durand, 10 Livietta Mandrino, 10 - Anna Rostan,
IO - Enrichetta Bleynat, 10 - Angela
Grìset, 5 - In Memoriam, 20.
Cav. Arnaldo Fontana Roux, Santa
Margherita Ligure, 300 - Emilia Soutter
Talmone, Ginevra, 100.
Collettato da Ch. Clavel, Losanna:
M. me Clavel, Franchi sv. 3 - M.lle Hurlimann, 3 - M.me Muller, 3 - H. Clavel,
5 - M.me J. J. Mercier, 20 - X., 11 Totale Franchi sv. 45: Lire 200.
Collettato dalla Sig.na Matilde Melile,
Torino:
Sig.ra Bass, L. 30 - Ferrerò Bonnet,
100 - Rod. De Pianta, 50 - Prof. dott. A.
Pascal, 25 - Cav. Fernando Pellegrini,
50 - M. Giampiccoli Ribet, 100 - Lisa
Rosemberg, 10 - Dott. A. Bosio, 20
N. N., 10 - Semole De Femex, 200 Prof, e Sig.ra Arnaldo Malan, 100 C. Rivoirò Pellegrini, 50 - Ugo Rivoiro,
IO - Emilia Ribet, 100 - Sebes Noerbel,
20 - Leumann Bass, 100 - Matilde Melile, 20 - A. Talmone, 20 - A. Wild, 100.
Anita e Comm. dott. Carlo Eynard,
100 - Giulia Monastier, Torre Pellice, 15
- Col. Luigi Grill e Sig.ra, Id„ 50 - Angelo Travers e Sig.ra, Id., 100 - Meta
Gallian Bauer, Id., 500 - Col. Roberto
Allio, A. O., 25 - Soc. An. E. Crumiere,
Villar Pellice, 200 - Bertalot Enrichetta
e Maria, Pomaretto, 20 - Rag. Rasora
Samuele, Novi Ligure, 200.
Il Presidente:
Avv. STEFANO PEYROT.
Indiriizi di Chiese Vaidesi
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Cand. Theol.
Edoardo Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrerò — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Prali — Pastore : Arnaldo Genre (incaricato).
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Eririco Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahier.
Abbazia — « Chiesa di Cristo » - Culto
ore 16 — Pastore ; Carlo Gay, da
Fiume. •
Aosta — Chiesa : Via Croce di Città, 11
— Pastore : Vittorio Subilia.
Barga — Chiesa Valdese (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese — Pastore : A.
Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa : Viale Vittorio
Emanuele, 4 — Pastore : Mariano
Moreschini - Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella — Chiesa : Piazza Funicolare Culto la 1®, 3®, 5® Domenica del mese
(da Ivrea).
Bordighera — Chiesa ai Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide Pons Piani di Vallecrosia (Imperia).
Borrello — Chiesa Valdese (da Carunchio).
Brescia — Chiesa : Via dei Mille, 4 —
Pastore : Davide Forneron, ivi.
Brindisi — Chiesa Valdese : Via Congregazione (da Taranto).
Caltanissetta — Chiesa : Via B. Gaetani, 50 (da Riesi).
Campobasso — Chiesa Valdese (da San
Giacomo).
Carema — (da Ivrea) - 2® Domenica.
Carunchio — Chiesa Valdese — Pastore:
Liborio Naso.
Castelevenere — Chiesa Valdese (da
Ivrea).
Catania — Chiesa : Via Naumachia, 20
— Pastore : Teodoro Balma, ivi.
Cerignola — Chiesa Valdese (da Or
sara).
Como — Chiesa : Via Rusconi, 9 — Pastore : Carlo Lupo - Via T. Grossi, 17.
Coazze — Chiesa Valdese — Pastore :
Francesco Lo Bue.
Corato — Chiesa Valdese : Corso Mazzini, 27 (da Bari).
Cormaiore — Chiesa Valdese — Pastore : Vittorio Subilia.
Felonica Po — Chiesa Valdese — Pastore : Lami Coisson.
Firenze — Chiesa : Via dei Serragli, 49
— Pastore : Emilio Corsani, ivi —
Chiesa : Via Manzoni, 21 - Pastore :
Tullio Vinay, ivi.
Fiume — Chiesa : Via Pascoli, 6 e 8
(Culto ore 10) — Pastore : Carlo Gay,
presso Wiltsch - Via Baccich, 5.
Forano Sabino (Rieti) — Chiesa Valdese — Pastore : Enrico Pascal.
Genova — Chiesa : Via Assarottì —
— Pastore : Francesco Peyronel Via Curtatone, 2.
Grottaglie — Chiesa Valdese (da Taranto).
Grotte (Agrigento) — Chiesa Valdese
(da Riesi).
Ivrea — Chiesa : Corso Botta, 5 — Pastore : Arturo Vinay - Casa Bavera Piazza d’Armi.
Lo Maddalena — Chiesa Valdese (da
Roma).
Lattano — Chiesa Valdese (da Taranto).
Livorno — Chiesa : Via G. Verdi, 3 —
Pastore : Alberto Ribet, ivi.
Lucca — Chiesa : Via G. Tassì, 18 (da
Pisa).
Mantova — Chiesa : Via Bacchio, 5 (da
Felonica). '
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Messina — Chiesa : Via Laudamo, 18
— Pastore : Seiffredo Colucci - Via
Laudamo, 16.
Milano — Chiesa : Piazza Missori, 3 —
Pastore : Enrico Tron - Via Euripide, 9 — Coadiutore ; Cand. Theol.
Alfredo Rostain.
Napoli — Chiesa : Via Duomo, 275 —
Pastore : Achille Deodato - Via Cimbri, 8.
Or Sara di Puglia — Chiesa Valdese —
Cand. Theol. Gustavo Bouchard.
Pachino — Chiesa Valdese.
Palermo — Chiesa Valdese : Via Spezio, 43 — Pastore : Neri Giampiccoli,
ivi.
Pescolanciano — Chiesa Valdese (da
Carunchio.
Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide
Pons - Istituto Femminile Valdese.
Piazza Armerina — Chiesa Valdese (da
Catania).
Piedicavallo — Chiesa : Via Carlo Alberto - 2® Domenica del mese (da
Ivrea).
Piombino — Chiesa Valdese (da Livorno).
Pisa — Chiesa : Via Derna, 15 — Pastore : Attilio Arias - Viale Giovanni
Pisano, 33.
Reggio Calabria — Chiesa Rione San
Marco : Via Possidonia, 4 (da Messina).
Riesi — Chiesa Valdese : Via Paraci, 5
— Pastore : Enrico Corsani.
Rio Marina — Chiesa Valdese (da Livorno).
Rocchenere — Chiesa Valdese da Messina).
Roma — Chiesa di Via IV Novembre,
107 - Pastore : Virgilio Sommani, ivi
— Chiesa di Piazza Cavour - Pastore : Paolo Bosio - Via Marianna
Dionigi, 57.
Salle — Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Sampierdarena — Chiesa : Via A. Cantore, 16 — Pastore : Alfonso Alessio Via Milano, 8-8-F - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni — Chiesa
Valdese.
Sanremo — Chiesa : Via Roma, 8 —
Pastore : Giovanni Bonnet, ivi.
Santa Lucia di Quistello — Chiesa Valdese (da Felonica).
Prof. Gino Costabei., direttore responsabile
ARTI GRAFICHE . L’ALPINA » - Torre Pellice