1
LA BUO^A NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PUEXXO DMS»0CIAZ10.\'E
(i domicilio)
Torino, por iin anno L. 6,00 1 L.7,00
— per sci mesi » -i,00 ] » 1,50
l’or le provincie e l’estero franco sino
ai conlìui, un nnno . . L. 7,20
per sei mesi, » 5,20
A)>;0eùovTt; Si h
Scjjutiullo la vcrilà ncUa carili}
Efes. IV. 15.
La Uirozione della liUONA NOVELLA è
io Torino, casa Bellora, a capo del Viale
del Re, N 12, piano 3 '.
Leassuciazioni si ricevono dalla Direzione
del Giornale, e dal Libraio G. SEUHA,
contrada Nuova in Torino.
Gli dissociali delle Provincie potranno provvedersi di uh vaglia postale,
inviandolo franco alla Direzione.
Del Proselitismo, —Studii Biblici: Pro/£ZÌC del Profeta Daniele. — Risposta ad
alcune interpcllaoze deU'ArmocÌQ. — L’Inghilterra e la libertà religiosa. —
Notizie Religiose: Piemonlc ~ Francia — Germania—Irlanda — Madagascar —
* America — Asia. — Cronachetta politica.
DKIi PUONfililTISIflO
tivo, vale a dire, il proselitismo falto
in favore d’un sistema sarà delitto
relativamente aH’opposto sistema, e
così non potrà punirsi giammai du
nessuna legge penale, iìuchè il sistema opposto non giunga al supremo
potere. Supponendosi dunque che il
proselitismo sia delitto meritevole di
pena, siccome non può mai essere che
un delitto relativo, bisogna aspettare
di conoscere qual sia il sistema predominaute nella Società, prima di
Fare del proselitismo un delitto è
cosa degnissima d’un popolo fanatico,
0 diun tribunale di frati, di cardinali
c (li ve.scovi, come è quello del santo
lifiìzio. Ogni sistema 0 rUosofico o religioso 0 politico ha i suoi seguaci ossia pi’oselili ; vorremo noi dire che
debba anche avere i suoi tribunali, i
suoi giudici, i suoi sbirri, le sue catene, le sue prigioni, i suoi carnefici?
Se il proselilismoè delitto, ognun vedo
non poter essere che un delillo rela-
2
poter indicare qual genere di proselitismo si voglia dichiarare delitto e
punirlo per tale.
Ora ammesso per principio che il
proselilismo debba sempre considerarsi come un delitto, è chiaro che
ogni qualunque sistema giungerà al
potere, sarà in obbligo di perseguitare il proselilismo di ogni altro sistema; c cosi noi riconosceremo come
principio di giustizia ciò che è contrario ad ogni giuslizia, vale a dire,
il diritto di perseguitare chi non pensa e non parla come pensa e parla il
parlilo che comanda. Per tal guisa
sarebbero giustificati gli orrori che si
commisero in Francia nell’epoca cosi
detta del terrore, sarebbero giustificati
i patiboli che si eressero iu ÌNapoli
nel 1799 contro i viuli patrioti dalla
mostruosa tirannide di re Ferdinando
odi sua moglie Carolina d’Austria;
sarebbero giustificati i tribunali di
sangue di cui circondossi or ora la
reazione di Roma e di Napoli per vendicarsi dei liberali; sarebbero infine
giustificati gli eccessi a cui sempre
corrono i parliti quando sono trionfanti, e mancano dei lumi e delle
virtù della civiltà.
Quando pertanto in occasione del le
interpellanze chc faceva l’onorevole
sig. deputato Brolferio al Ministero
sull’incredibile condanna del Mazzinghi udimmo ripetersi per alcuni che
bisognava assolutamente impedire col
rigore delle leggi il proselilismo evangelico in Piemonte, come opposto
alla religione dello Sialo, abbiamo
interrogato noi stessi se eravamo in
paese libero o schiavo? Se sotto la
verga di un frate domenicano e inquisitore, 0 sotto l’egida di una Costituzione liberale? Se fra popoli cristiani e civili, 0 fra popoli musulmani
e incivili? Se all’epoca della libertà e
dei lumi, o ancora a quella degli auto-da-fèalla spagnuola?
La giurisprudenza civile non riconosce allri delitti da doversi punire
nella Società, fuorché quelli che fanno
ollraggio alla medesima offendendo i
suoi membri nella persona, neU’onore, nella proprietà. Ogni atto pertanto
di violenza die si commetta contro i‘
medesimi vasevenamente punito dalle
leggi. Non può mai dunque entrare
nel numero dei delitti veruna opposizione di opinioni, salvo il caso che,
traducendosi in atto una qualche opinione, si facesse violenza a chi fosse
d’altra opinione. Tolta di mezzo la
violenza degli atti, ogni opinione iu
paese libero e civile deve anche essere
libera e protetta, cosicché nissuno,
sotto pretesto delle proprie opinioni,
possa mai essere molestato nè dal
Governo, nè dai privati. Laonde un
Governo repubblicano o costituzionale
che fosse, non potrebbe mai legitti-
3
iiKire gli insulti falli a persona per
amore di costituzione o di repubblica,
V un Governocosliluzionalenon pcidonorebbe di certo la vila a un cittadino
die avesse ucciso un allro perchè repubblicano. Le opinioni o le dottrine
sono fuori del potere dulie leggi, perchè riseggono in quella parte supeliore deH’uomo che non va soggetta
ad altra autorità che a quella dell’indi\iduale ragione e di Dio; e chi [)reiume di stendere fm là il suo potere
0 è un tiranno o è un demonio. Ciò
che appartiene alle opinioni edotlriite, appartiene pur anche ai sistemi
filosofici 0 religiosi o politici, i quali
non sono che 0[)ini0ui o dottrine certamente vere, se appoggiale, come le
insegnate dalla fede cristiana alla parola di Dio, 0 molto probabili e verosimili, se dettate dall’ argomenloso
studiare dell’ uomo. Cosi stando le
cose, ogni dottrina ed opinione lia i
suoi seguaci, 0 vogliam dire proseliti;
e può accrescerne o scemarne il numero, secondo che cresce o scema
nulla predilezione e nell’amore degli
uomini; e sempre chc uon esca in alti.
violenti coniro nissuno, bisogna lasciarla libera di pronunziarsi e di
acquistare liberamente seguaci senza
che debba occuparsene afTatto nè la
Società, nè la legge. Un Governo che
ciò pretendesse, bisognerebbe non più
riconoscerlo per Governo civile, ma
per Governo fanatico, vale a dire,
barbarico, dacché il fanalisnio è la
peggiore delle barbane. Tale fu il
Governo d’Atene che condannò Socrate a bere la cicuta, perchè negava
inchinarsi agli Dei falsi e bugiardi
venerali da quella popolazione. Tale
fu il governo di Gerusalemme, che
appese alla croce il Divino Redentore
sotto pretesto che fosse nemico alla
legge di Mosè. Tale fu quello dei Cesari di Roma, che istigati dai preti
pagani versarono a torrenti nei primi
tre secoli della Chiesa il sangue de’
martiri. Tale fu quello de’frali in(|uisitori, che riempirono l’Europa e l’America d’orribili carnificine, per estirpare, come dicevano i papi, e follemente credevano i crisliani governi, il
regno di Satana, estirpando gli eretici.
Coloro che in Piemonte pretendono
far guerra al proselitismo evangelico
coH’armi della legge, cercano risuscitare fra noi governi aboliti dalla civiltà de’tempi, e ricondurci alle età
calamitose degli inquisitori e dei fanatici. Le doltrine si combattono cou
le dottrine, come le armi coll’armi, e
se riderebbe un esercito guerriero vedendosi aflìontare da nemici colle sole
grida senz’armi, deve anche fremere
di patrio sdegno un popolo civile a
cui si consiglia la persuasione non già
col discorso, ma col pugnale dello
sgherro, o colla scure del boia.
4
f Le ultime vicende d’Ilalia hanno
lalnienle sconvolto gli animi che,
quantunque religiosissimi, rifuggono
dal dividere col papato le colpe a
cui dobbiamo il fiero imperare delia
reazione. Or questi animi si sono
come rifugiali nel lempio di Cristo
applicandosi a studiare l’Evangelo, e
a praticarlo indipendentemente dal
papa. Questo fatto che niuno può oggi
negare, viene da taluni qualificato
come effello di propaganda protestante, quando non è che conseguenza
inevitabile degli ultimi avvenimenti
politici. Noi Evangelici non possiamo
non ravvisarvi la mano provvidenziale
di Dio, che per vie arcane e ascose
alla terrena sapienza guida le anime
alla conoscenza del vero, e ai pascoli
di eterna salute, che unicamente si
trovano nella parola della rivelazione;
ma dobbiamo nel tempo slesso dichiarare che un fatto così consolante non
può in modo alcuno attribuirsi a seduzioni e ad intrighi come amano far
credere i fogli clericali. Noi certamente non neghiamo ad alcuno quello
spirituale concorso che ci viene richiesto, ma può esserci testimonio il
pubblico se siamo mai usciti a circuire con inganni la coscienza di un
solo. Il Vangelo non permeile verun
artifizio, ma come dono gratuito del
cielo si manifesta a chi Dio vuole, e
se i lilosofì e i politici abbisognano di
molle parole per trarre proseliti in
copia dietro i loro rispettivi sistemi,
il Vangelo ne ha sempre falli moltissimi col solo annunziarsi. Oggi la
stampa ne va moltiplicando gli apostoli col moltiplicarne le edizioni nelle
lingue volgari intese da tutti, e noi
dalla quotidiana esperienza impariamo
cbe difficilmente alcuno legge il Vangelo senza divenirne proselito ossia
seguace. Volendosi pertanto che la
legge impedisca il proselilismo evangelico, si pretende che debba anche
incatenare la stampa, e di conseguenza in un Governo libero qual’è il Piemonte si chieggono leggi dispotiche,
e diciamo anche immorali ; perciocché sarà sempre nel cristiano linguaggio una grande immoralità e un peccato gravissimo l’impedire che si conosca la parola evangelica che è parola di Dio e di salute.
S'jrUJMMI JBIMIjICI
PROFEZIE
del Profeta Daniele
{An. 606 A. C.)
Secondo quanto è stalo da noi promesso nel numero 40 del noslro giornale, a pag. 609, offriamo qui ai
nostri lettori alcuni studi storici sopra
le profezie, e scegliamo di preferenza
quelle del profeta Daniele, come allu-
5
8iv(! ad avvcnirneniì consfgnali nei
ricordi delle più grandi nazioni, e però
non soggcUi a inlcrpretazioni arbitrarie c capricciose. Ed acciocclii!! i nostri lellori meglio apprezzino la islruzioiie che loro fornisce la liibbia, li
esortiamo a leggere assai altcnlamente rosposizionc die segue; perciocché
la feddlà con cui si sono avverali fin
qui gli oracoli del profeta Daniele, li
porrà nella sicura speranza di vedere
anche avverati appieno gli allri, clic
sono Uittavia rinchiusi nel segreto
dcH’avvenire, e per tal modo corroborandosi la loro fede nella parola di
Dio, accrescefdiino anche la loro Q
ducia nella medesiiiU, e impareranno
a star saldi nel fidarsi di lei, come
deH’uiiica regola che abbiamo della
nosira fede, e della sola guida che
Iddio ci ha dato per giungere senza
fallo a salute.
ARTICOLO PRIMO
Spiegazione del sogtjetlo.
l’el tempo che ci è dalo di vivere
sulla terra l’applicazione slorica delle
profezie torna sempre di gramiissimo
vantaggio. 11 sistema di raffrontare
gli avveniuienti politici alle parole
profetiche della Sacra .Scrittura 6 apliicno autorizzalo dal contesto, e che
più monta da Ge.'-ii Cristo medesimo.
" L’ariete, dice Daniele, che lu hai
veduto, che uvea la corna, egli è il re
de’.Afedi c de’Persiani. Il capro poi
egli è il re de’Greci » Dan. viu, 20,
2L Ecco il profeta stesso che ci addila la via di comprendere il senso
arcano delle sue visioni, applicandole
agli avvenimenti politici della Media,
della Persia, e della ionia, ossia Grecia.
Dicendo il nostro Divin iledenlore
Gesù Cristo : « Quando poi vedrele
r nbbominazione della desolazione »
della dal profeta Daniele òf,riTdìv vwò
AccvìhX(a Gerusalemme)ecc.Dan. xii,
11. Marc. XIII, li. Lue. xxi, 20, ci
ha dalo anch’esso per segno della sua
veracità un fatto politico della storia,
qual è la distruzione di Gerusalemme.
Non si può dunque dubitare che noi
non siamo dalla slessa autorità della
Bibbia muniti della facoltà di ricercare negli avvenimenti politici l’adempimenlo delle promesse profetiche falle
alla Chiesa di Dio.
Nè noi potremmo in altra guisa
avere la spiegazione della parola di
Dio annunziala dai Profeti, che paragonandola ai fatti storici, ed esaminando se questi corrispondano a capello alle descrizioni e agli indizi che
avemmo da quelli. Quando infatti veggianio che sollo gli occhi dell’universo mondo si sono esattamente avverate le predizioni d’un Profeta, non
possiamo non ravvisare in lui un uomo ispirato da Dio, che solo conosce
il futuro, e non ricevere la sua parola
6
come emanala da Dio medesimo. Se
fu perlanlo infallibile nel valicinare
tanto tempo prima gli avvenimenti
che accaddero tanto tempo dopo, abbiamo lutla ragion di crederlo egualmente infallibile negli avvenimenti da
lui annunziali per l’avvenire, e in tal
modo i Profeti diventano per noi la
pii!i sicura guida a disconiere la verilù
del passalo, c a sperare cbe saranno
certamente adempite le promesse in
futuro. A quale aulorilà ricorriamo
noi per provare che è veramente il
MessiadeH'anlicoTestamento colui che
è comparso al mondo 1855 anni indietro nella persona di Gesìi Nazareno? A nissun altra che a questa, di
mettere a confronto i falli narrali dall’Evaugelo con quelli prenuniiali dai
Profeti; onde trovandoli perfettamente
concordi gli uni cogli allri nelle circostanze di tempo, di luogo, e di tulte
le altre particolarità, ne concludiamo
che convenendo al Messia promesso
dai Profeti la natività, la vita, la morte,
la risurrezione, e ascensione di Gesù
Cristo, egli è desso proprio il Saivalore
del mondo annunziato c aspettato da
loro.
Per simil genere d’evidenza noi decidiamo che la profezia di Cristo sulla
distruzione di Gerusalemme è siala
adempita, e per simile riconosciamo
nella slatua di Daniele composta d’oro,
d’argento, di rame e di ferro, e nei
quattro animali da lui veduti in visione essere stati raffigurati i quattro
grandi imperi che si sono succeduti
nel mondo, il Babilonese, il Persiano,
il Greco, e il Romano.
Essendo pertanto di così grave
momento lo studio dei libri profetici,
noi ci studiercmo di spiegare colla evidenza de’falli le profezie del sommo
de’profeti, Daniele.
Era suo compagno di cattività Ezochiello, e parlando della .sapienza di
Ciro gli dice; «Ecco (a tuoi occhi) tu
sei più savio che Daniel ; nessun segreto t’è nascosto » Ezec. ssviii, 5.
Tal linguaggio di.mostra l’altissima fama in cui era presso tulli in Babilonia salilo il sapere del profeta Daniel.
Lo stesso Ezechiello ai Cap. xiv, v.
14, ne esalta la giustizia, mettendolo
al paro di-Noè e di Giobbe, ove dice:
«Quando questi tre uomini, Noè, J)aniel, e Job, fossero in mezzo di quello
(il popolo castigato da Dio) essi libererebbero sol le lor persone per la lor
giustizia, dice il Signore Iddio».
Il celebre storico' Giuseiipe Eiireo
parla cosi di Daniele e de’suoi scritti:
— « Egli era in ogni cosa favorito da
una straordinaria assistenza del cielo
come uno de’più grandi Profeti, e durante la sua vila era onorato e stimalo
dai re e dalle moltitudini, ed anche
dopo la sua morte è rimaso iu memoria eterna. Imperciocché i libri scrini
7
e lasciati da lui vengono tuttavia letti
(la noi, e per essi noi i'.rediamo che
Daniele conversasse con Dio; perchè
non solo in tempo della sua missione
ha predetto avvenimenti futuri alla
guisa degli altri Profeti, ma ha fin
anche determinato il tempo in cui sarebbero succedati » Antiq. x, 11, 7.
Lo stesso nostro Signor Gesù Cristo
cita espressamente a nome il profeta
Daniele, dove predice ai discepoli la
distruzione di Gerusalemme per opera
de’Romani. Matt. xxiv, lo. Omaggio
simile non fu dal Divin Redentore reso
ad altri salvo che a Mosè, a Davidde,
e a Giona. Mentre poi slava davanti
all’iniquo tribunale del sommo sacerdote Caifa, applicò precisamente a se
slesso la famosa profey.ia del Figliuol
deU’Uomo che viene sulle nubi del
cielo, la quale è in Daniele al cap.
VII, V. 13; onde il Pontefice sommo
inlerpretandola all’istante come detta
del Messia, vale a dire del Figliuol di
Dio, lacerossi le vesti, e lo dichiarò
beslemmialore. Malt. xxvi, 63-65.
Il concilio de’ Giudei quando disse:
« Se lo lasciani fare cosi, tulli crederanno in lui: e verranno i Romani, e
stermineranno il noslro paese e la nazione, n (Gio. XI, iS) alludeva evidentemente alle profezie di Daniele, e
singolarmente a quella delle settanta
settimane.
Giuseppe Ebreo nel luogo succitato
a\ verte che veramente Daniele ebbe
in mira 1’ impero romano quando
scrisse intorno alla distruzion di Gerusalemme, e «al pecpato causa della desolazione », Cap. vili, lo e alla «abboniinazione desertante » to
E^Miicoéfcjg.Cap. XII, 1 l;eraccomanda
la lettura del profeta Daniele a chiunque brama conoscere i futuri eventi.
Auliq. X, 10, 4.
Le visioni di Daniele formano un
genere di profezie a parte; oltre la
grandiosità dei quadri diversi, sublimi e magnifici, comune con Isaia,
con Ezechiello e con Zaccaria, hanno
quella minuta esattezza storica anche
nei più piccoli particolari la quale è
propria di Mosè, e lo vincono in precisione e in ordinamento cronologico
dei fatti. Si conosce tosto che sono
dettate da quello stesso stessissimo
Spirilo divino che è l’autore delle altre
profezie, e le ha dettate come per supplimento deU’altre ad agevolarne meglio 1’ intelligenza ai secoli avvenire.
Non è nostro intendimento di fare
qui un’opera critica intorno le profezie
di Daniele, ma semplicemente di esporre i traiti i più lampanti di questo
libro, che riguardano direttamente la
storia degli Ebrei, e i destini del genere umano, e quelli della chiesa di
Cristo.
8
RISPOSTA
¡ul alcune iutcrpcliauzc ileirAuMOMA
Ad un articolo deW' Armonia del
22 gennaio scorso contenente insieme
ad una critica acerbissima del libro
intitolato; Alcuna letiere di Flaminio ecc., l'asserzione che » da qualche
mese, nell’ufli/.io della liuona Novella,
con grande circospezione, « smercia\asi il detto « libello ».... noi rispondevamo con questa semplice dichiarazione: n Che la lì. N. ha tanto che
fare con questa pubblicazione quaiiio
può averne Y Armonia medesima» ;
esternando inoltre il sospetto (e non
potea essere che sospetto, uon avendo noi mai letto il libro in questione)
die fosse siffatta critica, atteso l’enormità delle accuse in essa contenute, dettata con quella buona fede
tutta propria dei giornali clericali.
L’Armonia si è mostrata sdegnatissima di questo nostro laconismo ;
ed in un susseguente articolo, ove
chiama il nostro procedere « il colmo
dell’ipocrisia », e di una ipocrisia tale
che n parrebbe impossibile se inPie« monte sórto non fosse un giornale
« religioso protestante a darne il tri¡I sto spettacolo » (!)j ci muove le
seguenti interpellanze che trascriviamo , cominciando dall’ ultima, colle
nostre risposte a ciascheduna :
«Abbiamo asserito che queU’nftorio
di scrilto fetente di putrido luteranismo smerciasi da qualche mese con
grande circospezione e cautela nell'uffizio della Buona JVovella, non
vien distribuito se non ai fidi, e a
chi incognito ne inoltra la domanda
nel dello uffìzio, giacché dai librai
non si trova, rimesso non è che dietro
incalzanti inchieste sul suo nome ed
essere. È questo un fatto o no? Signori della Buona Novella, voi siete
sicuri che abbiamo narrato il vero, e
noi il pubblicammo dietro sicura e
positiva notizia ».
Risposta. Siamo tanto lontani, o signori scrittovi dcU’j'lrmoiii'a, di credere
che aiibiate narrato il vero , die > i ripetiamo, come liberamente lo potremo
fare alla presenza di Dio quando vi saremo cliiamati, quel che già vi aMiiamo
detto un’altra volta; liuona Novella
avere tanto che fare eoa questa pubblicazione quanto può averne 1’ Armonia
stessa ». Voi a prova che diciamo il
falso , dicliiarate « in faccia ai cattolici
ed ai valdesi» avere davanti a voi nel
momento che scrivete « una copia di
« quel lihro indegno... uscito al prezzo
i< di un franco dall’uffizio del Direttore
della tìuona Novella». Or bene, nui
che al male ci sforziamo di non credere
se non quando non possiamo fare altrimenti , vogliamo ammettere che siale
di buona fede asserendo questo, e che
in qualche luogo da lui creduto rufflzio
della Buona Novella, al)bia il vostro messo
com|U-ato il libro in quistione ; ma ciò
ammesso, vi protestiamo, sicuri di non
essere smentiti, cbe nè dal Direttore
9
(lolla tìuona Novella, che è il signor
Melile, nè da persona ([ualiinque nel
suo ufiizio, non (j mai stillo venduto
un colai lihro, per la semiilicissinia ragione che non gli è mai da nissuno
stata affidata una tale inciinihenza, e che
il nostro giornale , ci piace ripeterlo
ancora , non ha niente, asiblutaniento
niente che fare con questa pubblicazione.
2“ Dinunciamnio che l’autore di
quella biasimevole pubblicazione camuffù se medesimo sotto femminea
gonna qualificandosi per signora
inglese... e in tal blando e lusinghiero aspetto si presenta alla oioVKMÌi Italiana a cui è dedicato il
volumetto. Signori compilalori (iella
Jiuona Novella, questa non è forse
una verità prolestanle?
Risposla. Noi non sappiamo, o signori
redattori dell'.'ti’fflon/a, ciù che significhi
sotto la vostra penna n verità protestante ». Ma quello chc ben .sappiamo,
dietro le più esatte informazioni, si è,
che questa volta ancora, come già le
tante altre, la vostra straordinaria sagacilà vi ha servili iiessiniamente. E
poiché slamo su ((iicsto proposito, permetteteci una ridessionc destata in noi
dal procedere piii ehe singolare adottato da qualche tempo in (¡ua dal giornali clericali: La Jiuona .Wovella piililillca una, due, tre lettere dell'ex-pvete
Ferrerò debitamente fumate da lui, colla
dala dei vari liloghi da dove le scrive,
e tutte, come era giusto, sono tenute e
criticate come lettere del Ferrerò; ne
pubblica una quarta importantissima
che porta la medesima firma , in cui
si scorge il medesimo stilo che nelle
precedenti, ed ecco che tuli’a un trailo
la lettera uon è più di Ferrerò, ma della
liuona Novella medcsinia, che non rifugge da sì indegna falsificazione; e la
(IvMi-ASA colla sfacciatlaggine tutta jin)pi'ia di (juel foglio, lo |iroclama su lutli
i tuoni, e con una lale ostinazione da
far credere al Ferrerò istesso eh’ egli
ha sognato scrivendo !—l'n libro viene
alla luco portando per titolo ; Alcune
lettere. . . di M. A. Flaminio, pulMicale
da una signora inglese, ed ecco ì'Annonia gridando a piena gola: ciò essere
fuls >, falsissimo, l'autore non essere una
signora inglese, ma «sotto questo traviso
muliebre » nascondersi niente meno che
«due tcMiibili baffi»; non essersi il vero
autore oiTerto sotto « sì lusinghiero
aspello » se non perchè il libro è dedicato alla Gioventù Italiana, e perchè «la
«propaganda protestante le sa tuitc ed
«una di più, non escluse le arti della
•t sircualInMa, signori clericali, quel continuo sospettare cbe altri menta, è egli
in chi ne offre l’esempio, indizio fortissimo di veracità? E egli a questo modo
che viene da voi lnte.sa l’alta missione
della stampa , e della stampa religiosa
principalmente?—Or bene, uoi siamo in
grado, dietro le informazioni che ci siamo
procacciate, di accertarvi come della
nostra propria esistenza, che tulio questo
camuffamento, che tutte ijucste arti da
sirtna, non esistono che nella vostra
non troppo pudica imaginazione, e che
l’autore disiiratlo libro è bene i|uello cbe
dice essere, cioè una signora Inglese, da
molti anni domiciliata in Italia , ove è
strettamente apparentata ad una delle
nostre i)rime celebritfi scientificbe, c di
10
cui se vi taoiarao il nome, non è per altro
che per non esporla alle vendette dei
vostri pari, non abitando essa il Piemonte, ma altra parte d’Italia ove le vendette
pretine sono terribili.
3" Abbiamo esposto che in quel
libro, furbescamente, con varii artifizi, c dopo molti rigiri, M. A. Flamiuio si fa parlare dell' Eucaristia
come se realmente creduta V avesse
pane, intantoehè egli lasciò scrilto che
nell' Eucaristia realmente esiste il
corpo ed il sangue di Cristo sotto le
specie del pane e del vino. — Signori
redattori della Buona Novella, è questa forse una menzogna dei clericali?
Risposta. Per prova ch’egli è così, ci
si permetta di trascrivere i seguenti passi
della biografia in quistione, i .w/i, cbe
si riferiscano a questo argomento: « L'nr
0 (Icolo della presenza reale di Gesù Cri(I sto nella Eucaristia fu quello forse che
Il più imbarazzava la sua divota jnentc,
« c lo decise a restare nella coumnione
« di una Chiesa, la cui pubblica credenza
<1 non era in assai punti d'accordo coi
Il sentimenti più cari al religioso suo
« cuore ». ( Biografia di M. A. Flaminio
p. iO).
Il La sua lettera suH’Eucaristia è una
« prova che non si è allontanato dalla
« Chiesa Romana ». (id. pag. 41).
Il È certo che Flaminio, quantunque
Il intendesse bene la giustificazione per
Il mezzo della fede, non capiva tanto
« bene lo scopo spirituale della Cena
« del Signore. Su questo soggetto scrisse
« una lettera a Pietro Carneseccbi proli tonotario e già segretario di Clemente
« VII, nella quale dicea più cose erro
Il nec; p, e. che dobbiamo adorare questo
Il pane, il quale appunto nelle cerinio<1 nie della Messa, viene alzato perchè i
« fedeli lo adorino, e per questo si con<1 serva nelle sacri pissidi, e per questo si
(c porta con tanta solennitii di pompa in
CI processiSne per tutta la Chiesa Romana,
Il e dice che i padri antichi chiamava« no l'Eucaristia un’obblazione cd un
« sacrifizio ». (id. p. 4SJ.
«Cotal mistero (l’Eucaristia) fu spesso
« per Flaminio occasione di ragionamenti
Il per lo più segreti ; ma non pare che
« mai pervenisse a liberarsi totalmente
a dagli errori di cui era su tal materia
II imbevuto fin dall’infanzia» (id. p. 40).
Se questo chiamisi parlare con «artifizi
erigiri », uoi volentieri ne facciamo giudici i lettori, e auguriamo all’.-Irwìjii'o
di non usar mai altri artifizi nella esposizione delle dottriue dei suoi avversarii.
«4. Nella nostra analisi critica di un
tristo libercolo della Propaganda protestante abbiamo detto che in esso fin
da principio già si mira alla prediletta corruttrice massima-. B.asxa credere PER ESSERB Gll'STlFICATI E
salvati; il ben opekake non c’entka; e che poi nel seguito cotale
perniciosa dollrina, a p. 46, è enunciata in termini, chi ben li considera,
tanto espressivi da togliere ogni duJ)bio. — Signori scrittori della Buona
'’Novella, potete voi negare il noslro
asserto ?
/{¡'sposta. Poich’egli è, a dettadell’yfrJ moiH'fl alla pag. 40 che trovasi mimcinta
11
in termini tanto chiari da togliere ogni
dubbio la penùciosa massima, che basta
credere per essere salvati, che il bene operare non c'entra, ci pcrmeltano i lettori
di Irascrivere loro ancora (|iicsla pagina:
Il Pur troppo, dice ivi il liiografo di
Il Flaminio, anche coloro che erano fra’
Il cattolici i pili fervidi nel desiderare
Il una riforma, non la volevano radicale,
Il e si appagavano di una semplice riII forma di costumi o del clero. La fede,
Il le opere, il libero arbitrio e la grazia
Il erano bensì tema frecpiente di discusII sioni ; l’elezione, la vocazione, la gioii rificazioue esercitavano l’ingegno dei
Il ])iù chiari spiriti ; e se non fossero
Il stati legati dalla catena delTautorità
Il della Chiesa , avrebbero potuto attinII gore Innie ai fonti i più puri, cioè
Il alla rivelazione della volontà e della
Il sapienza di Dio, che si trova nelle
II Sante Scritture. Allora quei dotti ud
ii mini, creati cardinali da Paolo III,
Il avrebbero potuto intraprendere una riII forma che sarebbe ridondata in gloria
II di Dio, ed in prò del genere umano,
a Ma legati dai concilii, dai canoni o
Il dai brevi dei papi, non si ardirono di
Il abbandonarsi con fiducia alla parola
Il di Dio, quale è consegnata nelle Sacre
Il Scritlure; rimasero attaccati alle Ira« dizioni, secondo le quali accomodali rono il senso delle Divine Scritture ,
Il e si contentarono di una riforma delI' l'uomo esteriore, lasciando intatto
II l’uomo interiore. Per tal modo l’anII tica corruzione non fu tolta, la jiiaga
Il infistolita non fu risanata, e tuttavia
Il la Cristianità anch’oggi ne patisce e
•( ne soffre ».
I nostri lettovi meravigliati domande
vanno senza dubbio a se medesimi, dopo
letta questa pagina, come da essa possa
ricavarsene e in « tevmini tanto espressivi, da togliere ogni dubbio « la massima
corvuttvice che: «basta cvedeve per e.-:sere, salvati , chc il bene operare non
c’elitra '( »
F, per fermo nè in questo nò in nissnu altro lihro scrino da persona veramente evangelica una tal massima non
si troverà mai, itercbè non solo |seriiiciosa o corruttrice , ma sovranamente
anticristiana, e diremo di piii, infame.
.Ma cosi sono soliti a fare gli uomini di
|)arte, che più cbe alla verità mirano al
trionfo del loro [lartito ■ non esistendo
i delitti li creano; ed agli avversari che
vogliono screditare appougono opinioni
non mai professate, o così immorali
da farne inorridire chiunque !
Queste sono le cose cbe avevamo da
rispondere alle interpellanze della Armonia.
Riguardo poi al lihro che ha dato cagione a (piesto dibattimento, se uoi insistiamo tanto per sgravare la riuoììa
Novella da ogni parteci|)uzione a cotale
])ubblicazione, egli non è già perchè vi
sia in (juel libro niente che di perfi'ttamente conforme alle piii pure dottrine evangeliche. Anzi ora che letto l'abbiamo , possiamo a.ssicurare, che una
grande edificazione accanto al diletio
ei ha fatto provare questa lettura. Siilo
non potevamo permettere che ci si facesse onore di una cosa non nosira ed
alla quale non abbiamo avuto nissunissiina parte nè diretta nè indiretta.
.\d uso speciale dell'.-frmoiìi'a aggiungeremo ancora una parola:
Se lo scopo ch’essasi propone nelle fre-
12
ijuenti poloiniclic di cui ci onora da qualclie tempo, è quello di cercare lealmente
e sclilettauiente la verità, seguiti pure,
che ci troverà sempre dispostissimi ad
assecondarla in (|uesta liuona impresa;
ma allora cessi di far uso per un tal fine
di quelle,contumelie, di quelle calunnie,
e sopralutto di quella malafede nella
osfiosizione delle nostre credenze, di cui
olirono i suoi articoli troppo numerosi
esempi. Chè se divor.-o fosse il suo scopo,
noi clic non aliliiamo nè tempo nè spazio
da sprecare, faremo con essa come abbiamo già fatto con altri giornali, ai quali
ci rincrescerebbe di doverla assomigliare;
lasciereuio gridare e taceremo, persuasi
di avere dal canto noslro tutte le persone oneste c veramente penetrate della
alti’, missione afTidata al giornalismo in
«n paese libero.
L’ii\r.Ji!LTEilRA
E L.4 Umim RlilJ!ÌÌttS.\.
Da una corrispondenza del Parlamento che appunto per sembrare dettala da uomo estraneo alla comuuione
proleslante, e piuttosto nemico che
amico al partito chiamato evangelico
in Inghilterra, acquista mnggior autorità ne’ suoi giudizii, ricaviamo
quanto segue sullo stato delle cose
religiose in quel paese:
Landrii, ol gennaio.
«Vi ho detto in altra mia che non esi.Me
ni giorno d’oggi e non si prevede in breve
tempo alcuna quesiione pulitica che possa
dar lungo a grande agitazione in Inghil
terra, e chc di liba mettere a troppo dura
prova la destrezza c la forza de! nuovo
Governo. Restano però le difTerenze religiose: alTjrespinoso sempre; soggetto su
cui questa grnle Anglo-Sassone non sa
deliberare senza un astio e un’amar;:zza
die la trae spesso di senno.
« Da quanto liopotu.'o os.servare in diversi tempi e in diversi climi, ho dovuto
coni'hiiiderc che un popolo non possa
trovar pare e felicità per ciò che riguarda
il culto, se non adottimdo uno dei due
partiti; o decisa utiiformilà basiita sull'intolleranza e sul dispotismo, o schietta
uguaglianza fondata sulla liberlà di coscienza.
n Ora in ciò, come in mille altre cose, in
Inghilterrii siamo a mezzo cammino. Libertà di coscienza abbianin qui completa.
Permesso a chiccbsssia « d’essere d’ogni
religione 0 di nessuna »; permesso a chicchessia di far proseliti, di fondar cappelle
e [lersiuo (benché ciò è andato giù di
moda da pochi anni a questa p,irte, e benché credo vi siano leggi in contrario) permesso il predii-are sui trivii, sulle piazze
e sotto le dense fronde degli antichissimi
alberi del Regcnt’s Park Fino a questi
ultimi giorni si tentò di far guerra ai
tropiio smaccati professori d’ateismo, cd
anche per quc.sii il Governo ha in serbo
leggi assai severe ogni qual volla creda
opportuno il mettervi mano : ma da dieci
0 dodici anni a questa parte si è creduto
di chiudere l'occhio a tali stranezze; qui
si predica e si scrive in senso slrcttamente ateo; e badate, non solo ciò avviene impunemenle, ma anche senza funeste
conseguenze sia alla religione, sia alla
ragione. MirahiI prova è questo dcH’intorrulliliililij del senno umano! Impiccale
13
l’aleo, llagcllatelo, imprigionatelo; troverete chi lo coinpiaDgj, lo ammiri; ue
fate un martire. .Ma lasciatelo gracchiare
a sua posta: la meraviglia dura tre giorni. L’istinlo dcH’iiomo che accenna all'alto, che ha bisogno di credere, di sperare, di amare, si ritrae da quel freddo
filosofo, infastidito, inorridito. In Inghilterra almeno, dopo ire giorni la derisione,
il disprezzo o l’esecrazione pubblica halzaiio l’oratore dal pulpilo: si nasconde
come un gufo nello tenebre, e non sene
parla più. IC nella stessa guisa che il
senso morale puhhiico serve (pii meglio
d’ogni censura, meglio di ogni giuralo,
a por freno agli sr.ritti osceni, od agli insulti contro il carattere privato.
La cagione dell’odio che in Inghilterra poi’lasi generalmente al catlolicismo romano, nasce, secondo il corrispondente, dal non essere i seguaci
di quel sistema « creduli capaci di
abbracciare principi! di tolleranza »,
e dal riguardarsi « universalmente la
Chiesa e la Corte di Roma come nemiche più 0 meno aperte, ma’sempre
implacabili d’ogni libertà intellettuale
e morale »; raa ciò nondimeno, prosiegue egli :
CI Contro I cattolici stessi. — e sia pur
grande 1’ odio , Il disprezzo , I’ accanimento — in questo paese non si farà
mai nulla di serio. Il palladio delle lihertà inglesi protegge il cardinal Wiseman come protesse l’arcivescovo di Cantorhery. Vedeteappuntoache si ridussero
tulte le imprecazioni oilìciali e non olTiciali coniro di quel cardinale e dei suoi
vescovi sono or due anni. Cosi avverrà
.«euqirc; si griderà, si minaccerà; ma il
Dio Termine della Grandezza Inglese dice
fiat libertas et pereal inundus ! Sia illimitata la lihertà, quando anche dohhiuina
aver qui il Papa e il Valicano, Osservate
d’altronde che il progresso del eattolidsmo in questo paese è cosa piuttosto sognata e temuta che reale. Nelle inleriiiinahili contese che lacerano la Chi>'sa
anglicana pnc.Iii minislri o di testa dt hole
0 di duiuse ambizioni, si gettano in grembo a lloma : ma il popolo preso in ma.ssa
è protestante sino all’osso. Il cattolicismo
ha piuttosto perduto iu Irlanda stessa :
giacché vi ho detto lutla la marmaglia
caltolica di quella sventurata isola v,i
emigrando di giorno in giorno, e le sottenlra nuova popolazione inglese e scozzese, tutta ligia alle dottrine di Lulcro c
di Calvino. I preti c;atlolici stessi disertano il loro posto in Irlanda, e seguono
il loro gregge oltremare. Qui è moda il
ringhiare coniro i catlolici: del resto
questi sono più forti d’intrigo e d'insoItnza che di vero progresso e di estefa
inIIuenza.. .
cc Non v’ha dubbio che ad esacerbare
gli spirili in Inghilterra in cose religiose
contribuiscono non poco gli eccessi di cui
ne giunge notizia dall’Italia. Qnell’ufi'ure
de’ Madiai ha fatto abbiiiiire i ferori n:astini che vorrebbero stabilire principii di
intolleranza iu seno al protestanti mo.
Perchè il Djca di Toscana imprigiona c
mette a tortura morale i proseliti protestanti, qui, cioè a dire in Exeter-Ilall,
fumoso convegno di quanti arrablùali
nutre ancora questo paese, si vorrebbe
spingere il Governo a misure di retiil)uzione e di vendella contro i cattolici In-
14
vanu! tutta l’Inghilterra freme contro il
Duca, compiange unanimemente i Madiai:
ma ha preso il suo partito, e non solamente non perseguitcì, non solamente non
si ritrae da’ suoi prim;ipii di lihertà; ma
non progredisce meno verso il suo grande
scopo, che è l’eguaglianza dei diritti religiosi— uguaglianza perfetta, illimitata.
Il Interessata a tutto ciò che riguarda
coso religiose, l'Inghilterra ha l’occhio
sul l'icuionte. (Convinta che cotesto paese
sia sulle vie del retto e del vero, essa
ritiene che prevalgano di fallo in Piemonte (|U('lle franchigie in (¡unto d’opinione le quali sembrano concesse dai
tei iiiini dello Statuto.
l'Oraqtiei tali signori d’Exeter-IIall non
hanno ristato di mettere l'iiliare di Mazzinghi di Genova a mazzo con quel dei
Madiiii di Firenze: vanno spargendo che
la lihertà che si concede in Piemonte a
libri e lihracci, a giornali e giornalacci,
si ricusa poi al Libro dei libri.
«Se vi è cara la buona opinione di que
sto popolo verace, libero e leale, non vi
si potrà mai abbastanza raccomandare di
stabilire a chiari termini, quali siano le
vostre credenze, e di (enervi ad esse.
Quando poi non abbiate più cosa alcuna
a rimproverarvi, nulla sarà più facile che
il giustificarvi in faccia all’Inghilterra, e
por silenzio al frenetici che per odio verso
di Roma vorrebbero pur rendere esoso
anche qnel solo tra gli Stali Italiani che
lanto ha sofferto e soffre dalla ioimicizia
di Roma».
KO'jriasftE i££iiieio§E
Piemonte. Dei sei incolpati di Favule
pare che due saranno giudicati in Chia
vari da questo tribunale di prima cognizione, cioè Giuseppe e sua moglie
Vittoria ; e gli altri quattro, Andrea,
Agostino, Stefano e Maria, l’ultima arrestata, lo saranno a Genova dal Magisirato d’appello. Da ciò vedesi che l’Avvocato fiscale di Chiavari non si è lasciato gran cho impressionare dalla circolare del ministro di grazia e giustizia
pubblicata QcH’ultimo nostro numero.
Fbascia. Ecco come viene apprezzata
dal corrispondente francese del Parlamento r influenza clericale in questo
paese :
a II Clero regna e governa come non
ha governato e regnato mai. Due parole,
non dirò d’un vescovo, ma d’un semplice parroco, valgono presso gli amministratori assai più che non la raccomandazione di un maresciallo di Francia
0 di un generale di divisione. I preti
ottengono quanto vogliono, e qualche
volta anche più che non domandano.
Sarà vera forza? E le condizioni di questo concorso non riusciranno torse gravose in avvenire? Vi accenno il pericolo,
l’avvenire darà sentenza.»
Gku.ma.nìa. — A Bromberg il predicatore cattolico-alemanno Schlossmann è
passato con tutta la sua congregazione
alla Chiesa Evangelica.
Irla.nua. — Stando ai giornali di Londra, il numero degli Irlandesi che dal
■1620 alla fine del I8S1, cioè per lo spazio di 231 anni emigrarono in America,
sarebbe di 9,500,000. Nel solo anno 18S1
l'emigrazione irlandese ha raggiunto il
numero 257,572. Ecco le città della Gran
Bretagna che annoverano nella loro pol)olazione il maggior numero d’iriaiidesi;
A Londra ve ne sono 280,000 ; Manche-
15
ster e Salforil, rlii non formano per oosì
dire che una sola cittil, ne contengono
130,000. Glascovv ne lia 65,000. 11 Catlolico non frovcrclibe egli in (¡ueste cifre,
|)iii che in certe conversioni, che non contestiamo, la spiegazione deiraumenlo, di
cui tanto si parla delle chiese e dei preti
in Inghilterra?
Maiìacahc.vr —Finalmente ahhiaiuo la
consolazione di annunziare ai nostri letlori come tatto sicuro la cessazione delle
perseoiizioni religiose nell’isola di Madagascar. Il principe che professa il cristianesimo è stato chiamato al governo del
paese unitamente alla sua madre, e prima sua cura è stata d’intromettersi a favore dei suoi fratelli perseguitati, di far
cessare lo spargimento del sangue e di
adoprarsi acciocché gli esiliati fossero
richiauuiti. SI spera chc lo saranno nitrosi (pianto prima i missionarii inglesi.
America. Il Pre.sidente degli Stati Uniti
ed il Segretario di Stato hanno scritto
al Granduca di Toscana per intercedere
il perdono dei Madiai. Furono inviati
ordini all’ammiraglio della flotta Americana nel Mediterraneo di presentarsi
cou qualche legno innanzi Livorno onde
appoggiare la domanda del Governo Federale.
— NcH’iVssemhlea dello Stato di Nuova
Yorck, MI Albany , nella seduta del 19
corrente mese , il senatore Beekinan
(Whig) propose quanto segue;
'< Che il Corpo Legislativo dello Stato
di Nuova York ha riguardato con profonda sollecitudine e rammarico le recenti persecuzioni a cui furono esposti,
nel Ducato di Toscana , Francesco Madiai e Rosa Madiai sua moglie, pel di
chiaralo delilto di leggere le Sante
Scritture.
Il (;iie le congratulazioni espresse dallo
Stato di Nuo\a York nel 18i7 a Pio IX
per amniigliorare la condizione politica
del popolo Italiauo chiamandolo all'indipendenza ed a governarsi con libere
leggi costituzionali , giustificano ora lo
Iiroteste di questa stessa .\sseniblea contro la crudele e notoria oppre.ssionc che
praticasi attualmente in Toscana e sotto
il governo papale.
Il Che al Presidente degli Stati Uniti
si richieda di far uso della sua influenza
])resso il Governo Toscano , come pure
venga fatta domanda formale dal Congresso e dal Senato della Confederazione
per r immediata libertà dei coniugi
Madiai. ».
Queste risoluzioni furono accettate ad
intera unanimità deM’Assemhlea !
Indi il nobile senatore Beekinan fece
un succinto racconto dell’istoria della
Toscana dal I8i7 a’ nostri giorni. Disse
che quel Sovrano dopo aver giurato suil’Evangelo la Costituzione, condannava
alle galere quei sudditi che leggevano
la Bibbia. Circa Pio IX perorò che il
popolo Americano alzasse una voce di
sdegno e di protesta contro il suo governo onde accordasse a' suoi popoli
(piella libertà che godono i cattolici negli
Stati Uniti. (Kco d’Italia).
Asia. Libertà di coscienza nel regno
di Siam.
Mentre in tanti paesi della nostra ciinle
Europa l’esercizio della più sacra di tulte
le libertà,’.della hberlàdi coscienza, viene
iscritto fra i delitti che si puniscono col
carcere, co'le galere, ed anche iu cerli
casi colla morte, ecco come si porli ri-
16
guardo ad essa, un principe pagano, il
He di Siam, in un Decreto ultimamente
puLbIicalo;
« Gli Inglesi e gli Americani, dice egli,
« che risiedono nel nostro Regno, gode<i ranno in avvenire di certi privilegi, non
«posseduti perl’addietro. Potranno lihe« ramente andare e venire nel paese. È
« loro lecito di seguire nelle pratichii
«religiose le ispirazioni della loro co« scienza, di edificare cappelle, aver ci« niiteri a lor piacimento. — È concessa
« loro in ogni cosa intiera libertà, solo
n che nnn violino le usanze e le leggi ct« vili del Regno ».
CRONACHETTA POIITICA
Tobìn'o. Camera dei Depctati. Nella
seduta dell’8 fu chiusa la discussione
sull' imposta mobiliare ; ora continua
«juella sull’imposta personale, che fonila
il secondo titolo del progetta di le^e
proposto dal ministero.
Milano. Il giorno 6 scoppiarono moti
insurrezionali a porta Tosa, a porta Romana, e a porta Ticinese. Alcuni militari caddero feriti e morti. L’autorità
fece molti arresti, e la .sera la quiete
parca ristabilita. Il conte Strassoldo pubblicò un iH’oclama in cui dichiarava che
nella sua qualità di comandante aveva
in mano il potere di rendere vani i tentativi di disordine, e invitava i cittadini a fidarsi del governo.
Stati Romani. Un battaglione di AuBtriaci ha militarmente occupato la città
di Rimini per insulti fatti all’arme del
console imperiale. La città era stala
multata di 30,000 scudi, ma il comando
generale di Bologna li ha ridotti a soli
2,000.
PAnìGi. Ebbero luogo alcuni arresti
di legittimisti, che si dicono per k
maggior parte essere già stati posti in
libertà. Pare che il governo volesse sorprendere corrispondenze che gli supponevano dover esistere fra gli aderenti
degli antichi partiti e persone potenti
che vivono all'estero.
— l.a festa offerta dal senato all’imperatore e 6 airimperadrice riesci splendidissima al Luxenihurgo, e vi furono
da 6000 inviti.
Besasco.n. Il cardinale arcivescovo
in una sua pastorale dice agli osti e ai
tavernieri, che Iddio ha mandato loro il
flagello delle strade ferrate per castigarli di avere dato a mangiare gi-asso
ai loro avventori nei giorni proibiti !
Ingiiilterba. Il conte Cravendon piglierà il portafoglio di lord Russel, ministro degli esteri dimissionario, e riceverà tosto gli ambasciatori stranieri.
u ...I .....sa
Presso Giacomo Serra Libraio.
REGULA FIDEI
Un bel Volumetto in-8" piccolo
di pngine
Prezzo Ln. 1 25.
Direttore G. P. MEILUE.
Rinaldo Bacchetta gerente
TIP, SOC. DI A. POXS K COMP,