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LA BIO^A NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PRBggQ n’ASSOClAZlOXE
Torino, per un anno ... L. 6 »
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Per le provincie e l’estero franco sino
ai confini, un anno . . L. 7 20
per sei mesi , » 5 20
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Bazzarini e Comp. Editori Librai ia
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inviandolo franco alla dilla sopradetta.
Origini e dottrine della Chiesa Valdese (Articolo secondo). — Un confessore confessato. — La podestà coattiva della Chiesa. — Rivista critica della stampa cleri-«
cale, — Notizie religiose: Roma — Turchia — Francia —• Irlanda — Stali Uni li
d’Amcrica. — Cronachetta politica.
ORIGINI E DOTTRINE DELLA CHIESA VALDESE
Articolo secondo.
Secolo IV. Scrittori della Dicessi d’Italia. S. Ambrogio, arcivcscoTo di Milano, Filastrio vescovo
di Drescia, S, Gaudenzio suo successore ìnsegoavano e professavano circa alla Bibbia, ai dogmi, ai sacramenti e alPautorità della Chiesa
le stesse dottrine che sono oggi professate dai
protestanti e dai Valdesi. Secolo V. Scrittori
della Diocesi d’Italia. Ruffino pretee S. Cromazio e Nicea vescovi d’Aquileìa vanno anche
^ essi d’accordo coi protestanti c coi Valdesi
nella spiegazione del Credo e nel disprezzo
delle pretensioni di Roma.
20. Incominciamo dall' esaminare
secolo per secolo gli scritti degli au
lori ecclesiastici che dopo i primi 350
anni, di cui abbiam parlalo or ora,
fiorirono nella summentovata diocesi
d’Italia. Ci si offre pel primo s. Ambrogio, il quale mori nel 397 dopo
avere per lo spazio di ventitré anni
occupato la sede di Milano.
Quest’uomo massimo che viene da
Cassiodoro encomiato in tre parole,
chiamandolo virtutum Episcopurn,
arcem fidei, oratorem ccUholicnni
( vescovo delle viriti, rocca della fede,
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oratore cattolico), è testimonio competente a informarci se la sua chiesa
adottava sì, o no le massime che i
protestanti d’accordo coi Valdesi condannano nella chiesa di Roma.
21. La Sacra Bibbia, secondo gli
insegnamenti di Roma, non iasta per
istruirci a salute, ma conviene per
capirne il senso ricorrere alla spiegazione che ne danno i preti. S. Ambrogio all’incontro perfettamente d’accordo coi protestanti sostiene ed insegna che nella Sacra Bibbia noi
impariamo tutto ciò che riguarda la
nostra fede; avvegnaché in essa parlano il Padre, il Figlio, il Santo Divino Spirito, i profeti e gli apostoli, e
rispondono a tutti i possibili quesiti
che possono fare i fedeli. (Lib. 1 de
fide ad Gralian., c. 4).
22. Per sapere quale delle tante
versioni della sacra Bibbia sia la migliore da preferirsi alle altre, la chiesa
Romana ci presenta la sua vulgata;
sant’Ambrogio invece ci manda a consultare gli originali della medesima.
(Lib. 2, de Spir. S., c. 6, ei de inearnat., c. 8).
23. Quando la Bibbia ci sembra
oscura , sant’ Ambrogio insegna che
dobbiamo mettere in confronto i diversi passi della medesima, e cl si
farà chiara non da altro che dalla
parola di Dio, etaperieturnon ab alio
aed a Dei verbo. Così nel sermone 8
sovra il salmo 118. Non varia un
pelo dai protestanti.
24. Sul proposito della succession
del vescovo di Roma ai diritti di san
Pietro, ecco come egli parla dopo l’apostasia solenne di papa Liberio divenuto Ariano ; Nissuno può pretendere alla eredità di Pietro se non abbia
la fede di Pietro. (Lib. 1, de Pcenitentia, c. 6). Liberio adunque vescovo
di Roma e papa che aveva abbraccieta la fede eretica di Ario non era,
nè poteva essere, per sant’Ambrogio,
l’erede o il successore di Pietro. Egli
infatti non ha mai riconosciuto altra
rocca della fede tranne Gesù Cristo,
nè altro fondamento della Chiesa
tranne la sola fede in Cristo^ imperciocché si esprime sempre in questo
senso tanto in Lue. c. 9, quanto nel
lib. v, ep. 32.
25. La giustificazione d’un peccatore la deriva dalla gratuita remissione de’ peccati fatta in vista dei
meriti di Gesù Cristo. {De Jacob, et
vita beata, lib. 1, c. 5, 6, ed in altri
luoghi).
Laonde non ammette affatto alcun
merito nelle opere nostre, e avverte
che tutta la gloria nostra consiste
nella remissione che ei vien fatta graziosamente da Dio delle nostre offese
{De bono mortis, c. 2).
Persiste egli ad insegnare che i patimenti di Gesù Cristo sono i soli
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mezzi col quali, senza concorso veruno
delle nostre opere buone, veniamo
giustiflcati. Ecce agmis Dei, qui tollit peccata mundi, et ideo nemo glorietur in operibus, quia nemo factis
suis justificabitur (ecco l’agnello di
Dio, che toglie i peccati del mondo,
epperò nessuno si glorifichi delle proprie azioni, perciocché nessuno sarà
giustificato dall’opere sue). Epist 71,
lib. 9.
26. Volete sapere se sant’Ambrogio ammetteva i sette sacramenti? Vi
ricordi che sant’Agostino fu suo discepolo, e ne ammetteva solamente due,
cioè il battesimo e l’eucaristia, ovvero
la cena del Signore.
Ai sacramenti poi noii attribuiva
per nulla il potere di conferir per se
stessi ia grazia, come pretendono i
teologi della chiesa Romana, ma avea
cura di raccomandare ai fedeli che
sapessero ben distinguere ciò che nei
sacramenti è fatto visibilmente da ciò
che per essi vien significato e non è
visibile. (Epist. 84 et de Spir. Sane.,
lib. 3, c. 2).
27. Giudichi ognuno se egU credeva alla presenza reale di Gesù Cristo nell’eucaristia, mentre scriveva
queste parole in Lue. lib. 10, c. 14:
Cercale le cose che sono in alto dove
Gesù Cristo è seduto alla destra di
Dio. Ed acciò non si pensi che egli
qui parli del raccoglimento esteriore,
e non dell’ interiore, soggiunge: badate alle cose cbe sono in alto e
non a quelle che sono sulla terra;
cosìccchè volendo noi trovar Gesù
Cristo non dobbiamo pensar mai che
egh stia materialmente, nè secondo
la carne sulla terra, o in cosa terrena,
raa solamente credere che ci sia presente in ispirito, e che solo in ispirito lo possiam possedere.
D’altronde egli respinge la possibilità di un corpo esistente nel medesimo tempo in più luoghi, ed accerta
che il Vangelo in quelle parole : questo è il mio corpo — indica soltanto
una figura e un simbolo, non già _Ia
cosa reale, e molti sono i passi dove
apertamente respinge e condanna il
mangiamento carnale del corpo di
Cristo.
Niuno ignora che a’ suoi tempi si
comunicavano i fedeli sotto le due
specie.
28. Del sacrifizio della messa non
diede mai alcun seniore: era affatto
ignoto a quei tempi, e leggendo il suo
libro 1 de o(]^c. al c. 41, si deve dire
che quando alcuno l’avesse proposto,
egli l’avrebbe energicamente combattuto, perchè ivi insegna che dopo il
sacrifizio della sua passione e morte
G. C. si offerisce da sè non in rappresentanza, ma realmente ed in verilà,
nel cielo dove sacerdote, pontefice,
ed avvocalo eterno intercede per noi.
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29. Da quanto riferisce nella vita
di lui san Paolino, chiaramente si
vede che non era affatto in uso la confessione auricolare nemmeno in punto
di morte, nè l’adorazione del pane e
del vino consacrato per la comunione
de’ fedeli, nè la cerimonia che i Romani chiamano sacramento della estrema unzione.
50. Vuoisi conoscere ciò che egli
pensasse riguardo al culto religioso
diretto alle creature? Basti sapere che
egli è l’autore di questa massima: che
il non dover noi servire alcuna creatura, viene a provare che Gesù Cristo
è Dio, perchè la sacra Scrittura c’insegna esser obbligo nostro di non
adorare altro che Dio. {De fide ad
Gratian., lib. 1, c. 7).
E per analogia dimostra che lo Spirito Santo è Dio, appunto perchè gli
si costruiscono templi dove si adora.
{De Spir. Sane., lib. 3, c. 13).
Quanto alle imagini, ecco le sue eloquenti espressioni. {De fuga saeculi
c. 5). Santa Rachele, vale a dire santa
Chiesa o santa Sapienza, nascondi le
imagini, conciossiachè la vera Chiesa
fondata dalla Divina Sapienza non
ammette le vane rappresentanze e figure d’imagini. Nel libro 1 de ofjic.,
c. 26, chiamò mero paganesimo l’adorar de’ simulacri, ed implorare assistenza da imagini che non hanno
intelletto.
31. Circa la possanza che alcuni
ministri si arrogano di perdonare i
peccati, egli dice apertamente: Gli uomini concedono ai preti il ministerio
per la remissione de’ peccati, 1 preti
però non esercitano alcun atto di giurisdizione 0 di podestà su questa materia; solo essi pregano, e Iddio perdona. (Lib. 3, de Spir. S., c. 18).
32. Quando una chiesa rigetta la
pura fede evangelica, e si diparte dalla
predicazion degli Apostoli consegnata
nelle sacre Scritture, egli dichiara, che
siamo obbligati in coscienza di separarci da lei (lib. 6, in Lue. c. 9).
53. A lui era affatto ignota l’autorità più tardi usurpata dai vescovi di
Roma di deporre un principe, che sia
diventato eretico, o di sciogliere dal
giuramento di fedeltà i suoi sudditi ;
conciossiachè nella chiesa non riconosce altre armi che la preghiera, la
franca esposizione delle sue ragioni e
all’ estremo, le scomuniche , le quali
però non toccan per nulla ai temporali interessi.
34. Passiamo adesso a Filastrio vescovo di Brescia e contemporaneo di
Ambrogio. I suoi scritti ci somministrano alcuni particolari, dentro cui
trasparisce il medesimo spirito protestante, del quale sono impregnati i libri di S. Ambrogio esaminati testé. Il
S. vescovo Bresciano non credeva, che
la chiesa di Roma fosse la sola incari-
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cata da Cristo di autorizzare il canone
delle sacre scritture, imperciocché stabilisce che gli Apostoli ed i loro successori hanno determinato il numero
dei libri santi, che ci debbono servire
di regola della fede, epperò canonici
si chiamano, e che soli debbono esser
letti nella chiesa; {Hcsr. 40).
56. Non pensava affatto , che la
chiesa di Roma avesse il privilegio di
essere sempre scevra^ d’errori j avvegnaché {IIcgres.Al), rigetta come eretica l’opinione di quanti attribuivano a
Barnaba, od a Clemente romano, od a
S. Luca la lettera agli Ebrei. Ora sappiamo per testimonianza di S. Girolamo , che appunto la Chiesa romana
ebbe per sospetta e dubbiosa l’autorità
di quella lettera di S. Paolo, e per
qualche tempo la escluse dal suo catalogo dei libri santi.
36. Lungi dal riconoscere nella sola
chiesa di Roma l’autorità di condannar le eresie , egli ritiene obbligati i
vescovi ed i concilii particolari d’ogni
diocesi a condannarle appena apparivano.
57. Non approvò mai l’adorazione
delle imagini, e tenne come eretica
l’opinion dj coloro, che facevano l’uomo imagine di Dio secondo il corpo e
non secondo l’anima. {Ha;r. 49).
38. Egli rovescia la dottrina delle
opere meritorie ripetendo, {Ilwr. 77);
che noi siamo salvi per la sola grazia
di Gesù Cristo, non già per virtù e
giustizia che lo meriti {non virlide et
justitia condigna).
39. Parla dei digiuni, ed oltre a
quello di quaresima fa menzione di
altri quattro , del Natale cioè, dell’Epifania, di Pasqua , e di Pentecoste.
Pare però che fossero lasciali in arbitrio alla divozion dei fedeli, ed havvi
grande probabilità, che s’osservassero
soltanto alla vigilia della comunione.
{Hair. 97.)
40. A Filastrio successe S. Gaudenzio, il quale, lodando come uomo
molto apostolico il suo antecessore,
non è meraviglia se ne seguitasse
scrupolosamente le onorate vestigia.
In una sua lettera a Benevolo eh' era
ammalato, lo esorta di ricorrere a Dio,
che solo conosce i segreti della coscienza, non potendo mai penetrarsi
nè dagli angeh nè dagli uomini. Pare
dunque che anch’egli la pensasse ben
diversamente dai preti, che si arrogano il giudizio e l’assoluzion dei peccati.
41. Nel primo de’ suoi sermoni
dice chiaramente , che noi non mangeremo la vera manna che è ,Gesù
Cristo, nè beveremo dell’iacqua zampillante dalla roccia di vita che è Gesù
Cristo , nè gusteremo del sangue vitale dell’immacolalo agnello che è Gesù Cristo, se non dopo la nostra gloriosa risurrezione iu cielo. È questo il
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linguaggio d’un Santo, che creda alla
presenza carnale?
Tutto il suo secondo sermone è dedicato a spiegare la dottrina deU’eucaristia, ove stabilisce dapprima che là
figura non è la realtà, ma una imitazione della medesima. Aggiunge che
Gesù Cristo ha sofferta la morte per
tutti gli uomini, e li alimenta in tutte
quante le chiese, ma iu qual modo ?
In mysierio panis et vini reficit iin
molaius, vivificatcredifus (egli ristora
quando nella distribuzione del mistero
si consuma il pane ed il vino, ma non
dà la vita se non quando si crede). Talmente che egli è soltanto distribuito in
figura, non in realtà, ed è fonte di vita
a coloro soli che credono nella sua parola. E più oltre si spiega dichiarando
che la dottrina di Gesù Cristo è la carne
di queU’agnello immolato, e che il
torpo intiero delle Sacre Scritture contiene in ispirito tutto il Figlio di Dio.
La frase: Ricevete il corpo del Figlio
di Dio, egli la chiarisce dicendo che
si riceve coila bocca il mistero, ossia
la figura e il simbolo del corpo e del
sangue del Signore; e che le parole ;
Questo è il mio corpo, G. C. le disse
figuratamente al pane consécralo ,
che lutti vedevano esser pane e non
corpo umano. Finalmente asserisce,
che Gesù Cristo prescelse il pane e il
vino per farne i sacramenti, o vogliam
dire i siruboll del corpo e del sangue
suo;acciò non vi fosse idea d’alcun sacrifizio nè spargimento di sangue nella
sua nuova legge, e venisse raffigurato
il corpo della Chiesa, che è composto
di molti fedeli, come il pane si compone di molti grani, e il vino di molti
acini d’uva.
42. Uno de’ più illustri testimonii,
che in principio del quinto secolo abbiamo della credenza delle chiese d’Italia, è Ruffino, prete d’Aquileia.
43. Per sola regola o norma di nostra fede ci dà la Sacra Scrittura, ed
il suo catalogo de’ libri autentici, nei
quali dobbiamo apprendere la parola
di Dio, è perfettamente lo stesso, che
oggi ammettono i protestanti, che rigettano anch’oggi come apocrifi i libri
qualificati per tali da lui. {Ap. Cip.,
p. 552 e 553). Onde apparisce evidente che la Chiesa d’Italia faceva gran
distinzione fra i libri canonici e gli apocrifi.
44. Quanto al Credo, ch’è un sunto
degli articoli di nostra fede, non possiamo desiderarne più ortodossa spiegazione dì quella di Ruffino, e volesse
Iddio che la Chiesa di Roma vi si attenesse, chè tosto saremmo d’accordo.
Almeno ella , così facendo, non proporrebbe ai Cristiani verun articolo che
non fosse stato creduto dall’ antica
Chiesa; ma In quella vece ella ha sempre amato di aggiunger dogmi a dogmi, e imporre articoli del tutto nuovi
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ed ¡nuditi, che erano sconosciuti a
RufTino, come a tutti i vescovi d'Italia.
11 trattato quindi di Rullino sopra il
Credo è così lontano dal catechismo
del concilio di Trento, come oggi è il
catechismo de’protestanti da quello di
Roma.
Sul principio del suo trattato, RufTino
ci riferisce che i fedeli de’ suoi tempi
si facevano coscienza di ricever bensì
con sommo rispetto (maxima cum observantia) il sacramento della Ccena
Domini, ma non fa motto che lo adorassero.
'¿45. Dopo RuOìno prete, abbiamo un
àltro scrittore ecclesiastico della diocesi d’Italia nel V secolo in persona di
S. Cromazio, vescovo di Aquileia, cui
San Girolamo chiamò doctissimum et
smctissimum. Non ci rimangono di
lui che pochi commenti e qualche omelia, ma ne abbiamo al di là del bisogno per comprender che la sua teologia diversificava pienamente da quella
che ora viene professata nella Chiesa
di Roma.
Egli asserisce apertamente che le
Sacre Scritture sono state per modo
ispirate dal suo Divino autore, che non
mancano mai della necessaria (;hiarezza a chiunque le studia o le medita
per la propria spirituale edificazione.
(Sem. 2, p. 162).
Sostiene di conseguenza che la parolft di Dio racchiude tutto ciò che ci
occorre d’imparare per la nostra eterna
salvezza {ivi, pag. 175). Concorda
adunque coi protestanti che la sola
Bibbia ci deve bastare per tutti gli spirituali bisogni dell’anima senza dover
ricorrere nè a preti, nè a papi, nè a
dottori, nè a teologi.
46. Secondo lui la prigione, donde
il Vangelo ci assicura che non uscirà
nessuno finché non abbia pagato l’ultimo quadrante , è 1’ inferno , e non
già, come dicono gli aderenti di Roma, il purgatorio {p. 166). Osserva
egli pertanto che le afflizioni mandate
da Dio ai fedeli sono dirette a corregreggere i loro difetti, o a provare la
lora fede, o ad apparecchiarli alla gloria, ma non parla affatto di espiazion
di peccati, o di soddisfazione pei medesimi, come veggiamo praticarsi quasi
generalmente dagli odierni scrittori
della corte di Roma , fra’ quali tiene
posto distinto il savoiardo conte Giuseppe De-Maistre, le cui Serate di Pietroburgo sono la principal fucina onde
traggono lor armi gli apologisti piìi
fanatici fra i cattolici de’tempi nostri.
47. Non dobbiamo dimenticar che
S. Cromazio non fece mai caso della
autorità della chiesa di Roma , tanto
che, essendo stato condannato da papa
Anastasio il prete Ruffino come fautor
degli Origenisti (seguaci delle dottrine
di Origene), egli, senza tener conto di
tale condanna, Io riguardò sempre per
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membro diletto del suo clero, nè mai
sognò di separarlo dalla sua comunione. Ecco testimonianza solenne di un
vescovo dotto e venerato per santo
nello stesso calendario papalino, che
i fulmini e le condanne di Roma non
passavano a que’tempi il confine delie
dieci provincia, a cui era capitale la
città residenza del papa, e a cui non
apparteneva per nulla la diocesi d’Italia, della quale faceva parte il vescovado di S. Cromazio. È dunque storicamente provato che in queste parti
d’Italia non si conosceva affatto il
papa per capo della Chiesa, nè si
credeva che, per salvarsi, fosse necessaria la comunion con lui.
48. Intorno al matrimonio, egli lo
considerava disciolto dall’adulterio, epperciò permetteva che la parte innocente
passasse liberamente ad altre nozze. E
questa fu pur l’opinione della Chiesa
romana fin dopo il secolo decimo {ivi,
p. 168).
49. Ultimo scrittore ecclesiastico di
questo secolo, nella diocesi d’Italia, è
Nicea, pur vescovo d’Aquileia, vivente
nel 420. In un suo libro Ad virginem
lapsam, che trovasi nella collezione
delle opere di S. Ambrogio, ha queste
osservabili parole : « Dedita come sei
« all’ esercizio della penitenza , non
« credere mai, che tu possa ottenere
« perdono ab hutnano die (dal tempo
« cioè che paò durare il corso della
<1 tua vita umana) benché lo passassi
» interamente in opere di macerazione:
« c sappi che colui, il quale ti fece
» questa promessa, ti ha ingannata.
« Come tu hai col tuo peccato offeso
0 direttamente il tuo Signor Iddio, da
« lui solo devi cercare e sperare per
ii dono. La teoria romana delle opere
satisfattone, come meritevoli della remissione delle colpe, è qui manifestamente contraddetta, e si vede come
fossero del tutto ignote le pratiche
oggi in uso presso la Chiesa di Roma
per l’acquisto delle 'cosidette Indulgenze.
50. L’ultimo scorcio di questo secolo
fu terribilmente agitato dalle controvversie del Nestorianismo e dell’ Eutichianismo, talché i vescovi eran tutti
divisi fra loro, e il concilio di Calcedonia non riuscì a metterli d’accordo.
Accadde frattanto nella diocesi d’Italia
la irruzione de’ barbari. Attila, alla
testa de’ suoi Unni, spianò Aquileia ,
distrusse Milano, saccheggiò Pavia e
altri luoghi senza numero. Pochi anni
dopo, gli successe Odoacre, che invase
cogli Eruli tutta l’Italia superiore; nè
andò guari che sopraggiunsero i Goti
sotto il comando di Teodorico. In tanto
strepito d’armi e d’armati fecero silenzio le lettere , e coi barbari regnò
la barbarie. Non avendo dunque la
scorta di verun autore , che ci possa
fornire ulteriori notizie ecclesiastiche
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di questa diocesi d’Italia nel V secolo,
passiamo al VI.
m CONFESSORE CONFESSATO.
In una città del nostro Piemonte,
di cui per motivi facili ad intendere,
tacciamo il nome, un giovane venuto
a conoscenza dell’Evangelo, ammalossi
gravemente. Chiamato dai circostanti
il prete, questi si pose in dovere di
confessarlo; ma l’ammalato ricusava,
dicendo di conoscere altri cui confessare i suoi peccati con maggior profitto che non ad uomo. — « Confessatevi piuttosto a me, ripigliava il
prete, a me che son ministro della
vera religione di Dio ». — « Ebbene,
soggiungeva l’infermo, già ch’ella è
tale, apra questa Bibbia (additando
un libro posto sul tavolino) e mi legga
i comandamenti ». — « Ma in qual
parte si trovano essi ? domandava il
prete ». — « Mi pare ch’ella sia un
povero minislro di Dio, esclamò l’ammalato, conoscendo sì male la divina
Parola. Or bene apra al libro dell’Esodo, capo XX; ma legga per intiero,
perciocché io, la Dio mercè, li so a
niente ». Cominciò il prele a leggere
il primo comandamento, poi il secondo
e così via via. Terminato ch’ebbe « si
compiaccia ora di fermarsi, riprese
r ammalalo, e spiegarmi primieramente perchè questo secondo comandamento non si trovi nei catechismi
che si mettono in mano al popolo ?
ed in secondo luogo, perché a fronte
di un tal divieto formale di Dio sono
le vostre chiese ripiene d’ogni sorta
d’imagini, di statue, d’intagli, di quadri? » — Avete ragione, riprese il
prete con voce mellifua, le apparenze
sono contro di noi; ma che volete? i
papi, nostro malgrado, hanno così
stabilito, e a noi corre obbligo di
obbedire; ma vedrete che non va a
lungo e vi si porterà rimedio ». —
«Cotesto, ripigliò l’ammalato, ella lo
riconosce quivi accanto al mio letto,
ma fuori di qui ella certamente si
prostra innanzi a quelle imagini, ed
ordina ai fedeli di fare altrettanto....
Perdoni, non é questo il fare d’un vero
minislro di Dio! Io non voglio aver
nulla di comune con lei; mi lasci iu
santa pace, che in questi estremi amo
meglio conversare col mio Dio, udendo 0 leggendo il suo Evangelo. La
prego in grazia di ritirarsi, vada pure
colle sue imagini, e co’ suoi santi ;
basta alla mia consolazione ed alla
mia pace la verità quale mi vien rivelata da questo santo libro»; ed in ciò
dicendo l’ammalato alzava in alto il
suo Nuovo Testamento che teneva
nelle mani.— u Pure bisogna confessarvi, tornava a dire il prete, o morendo, il vostro corpo sarà ignominiosamente sepolto, e l’anima vostra,che
é peggio, se ne andrà alla dannazione.— « Sì, dice bene, replicò l'ammalato, bisogna confessarsi, ed io lo fo
a Dio ed a nissun altro fuori di Dio;
perciò le ripeto: mi lasci in pace, e
preghi da Dio la grazia che possa anch’ ella convertirsi una volta al suo
santo Evangelo». Una tal lotta durò
per ben due ore, dopo le quali il prete
dovette tornarsene senza aver nulla
ottenuto, e persuaso, se nou d’altro,
che è tutt’ altra cosa nel punto di
morte l’avere che fare con uomini la
cui fedo si riassume tutta nell’odio ai
preti, e con uomini i quali, senza curarsi dei preti, ma molto della salute
deH’anima, cercarono e trovarono Tu-
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nico vero mezzo d’assicurarla nella
sacrosanta Parola di Dio!
IaA PODESTÀ’ COATTIVA
DELLA CHIESA.
Il più assurdo errore a noi tramandato
dal medio ervo (ed assurdo noi riputiamo
qualunque insegnamento opposto allo spirito ed alle massime det santo Evangelo)
è l’asserire che fanno tuttavia certuni pretesi maestri di gius canonico, avere la
Chiesa ricevuta da Cristo la podestà coattiva consistente nel far uso di ferri, di
prigioni, di verghe e di patiboli. Percioccbè, senza questi mezzi coaiiji;»,insegnano
che non sarebbe sufficientemente provveduto al decoro ed autorità della Chiesa.
Di queste esecrabili dottrine sono pieni
zeppi i libri dei canonisti papali, anzi ne
sono contaminati gli stessi codici del Diritto Romano, dacché, dopo il IV secolo,
gli imperatori, convertiti alla fede Cristiana, ne vollero anche divenir i teologi,
i dottori e gli apostoli, non giù solo convocando concilii di vescovi, ma organizzando un sistema legale di proscrizioni,
di coQÌìsche e talora anche di morte contro
chiunque dalla decisione de’ concilii si
dipartiva, ed era perciò tenuto iu conto
di eretico. Qualche santo Padre del quinto
secolo, come il vescovo d’Ippona, santo
Agostino, riprovò dapprima l’uso di simili
violenze in favore della Chiesa, le cui sole
armi esser dovevano, secondo l’instituto
Evangelico di Cristo, la persuasione e la
carità ; non riuscendo con queste a vincere il cuor degli eretici, conveniva guardarsene , come si guardavano gli Ebrei
dal contatto dei Gentili e dei pubblicani.
Al di là di questa separazione, che poi fu
chiamata scomunico, il Vangelo non attribuisce alla Chiesa nissun’allra podestà.
Ma poco dopo, infiammatosi questo santo
vescovo nella zuffa contro i Donatisti, si
lasciò allucinare da falso zelo, e disse
che bisognava ancor colla forza costringerli a rientrar nella Chiesa. E io un’altra
occasione, parlando del potere de’vescovi, li fece padroni di menar per le spalle
de’ chierici colpi di bastone e di frusta ,
quando paresse loro che li meritassero.
Benché paia che il santo Padre accennasse
col nome di chierici i soli fanciulli addetti
ai facili servigli del tempio, i canonisti
papali riportan questa opinione del Santo
in prova della podestà coattiva de’vescovi
contro il clero inferiore,
È veramente uno scandalo a chi studia,
il veder costoro, che si danno per uomini
zelanti della fede, andar razzolando per
tutta l’antichità cristiana gli errori, gli usi
ed abusi de’vescovi, de’monaci, degli imperadori, de’preti e de’concili e de’papi,
per conchiudere che sempre ebbe la chiesa, e sempre esercitò l’orribile diritto di
tormentare i suoi nemici, quante volte
non le riusciva di farseli amici. Quello
però che più rivolta lo stomaco è il profano ardore con cui stiracchiano in sostegno di così perverse dottrine la parola
santa di Dio, e ne fanno una parola di
distruzione e di morte, quando non è
che parola d’ediflcazione e d’ amore. I
testi che citano, tutti quanti i sono dell’antica legge, i quali riguardano il governo transitorio e teocratico del popolo
eletto, e nulla non hanno che fare col governo spiritual della chiesa : i fatti che
invocano a difesa della stolta presunzione
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SODO l’esempie del Redentore che flagella
i trafficanti ne) tempio, e quello di Anania
e Zafira colpiti di morte improvvisa neil’aito che ipocritamente mentivano. Ma
come perdonar loro che si armino di quel
passo di S. Paoloai Cor,;—perciò io senno
queste cose essendo assente, acciocché essendo presente non proceda con più rigore
secondo la potestà che il Signore mi ha
data —? e furbescamente sopprimono le
parole che seguono, cioè — ad edificatione
e non a distruzione.—Se la podestà è data
a S. Paolo per edificare, con quai fronte
possono costoro dedurne che sia una podestà di violenza, di tormento e di distruzione? Si edifica forse il prossimo col mezzo
degli sgherri che l’incatenano o del carnefice che lo trucida? Si edifica forse gittandolo nell’oscurilà d’un carcere in preda
alle smanie del risentimento e della disperazione? E quando mai S. Paolo ebbe a
suo comando sgherri, e prigioni, e satelliti? È dunque più chiaro che la luce del
sole non aver mai l’Apostolo potuto parlare nè qui nè al c. x della stessa epistola , nè al terzo della sua seconda ai
Tessalonicesi della podestà coattiva, quale
l’hanno sognala in tempi di corruzione
cervelli sgangherati, come sono tuttavia i
canonisti papali. E noi per onor del Vangelo protestiamo coll’ ottimo professore
Nuylz contro le barbare dotti ine che invano si tenta di rinfrescare fra popoli civili dai clericali scrittori di Roma, di Torino e di Genova.
La chiesa di Cristo è la chiesa del Vangelo: vi entra chi vuole, nè mai nissuno
che noi voglia. Ammonire, correggere, e
semprechè si resti nei confini della carità,
anche punire (senza mai ricorrere neppur
per per ombra alla violenza, alle battiture.
ai vincoli ed a simili altri espedienti propri) solo dell' autorità politica), noi crediamo che convenga alla chiesa, e lo abbia fatto S. Paolo e tutti gli Apostoli, e lo
possan fare tutte le comunioni cristiane.
Ma venirci a cantare che Marsiglio da Padova fu condannato da papa Giov. xxii,
perchè negava la podestà coattiva nel clero, e che Giovanni IIub venne per lo stessa
cagion caritalevolmente arso vivo dai padri del concilio di Costanza, e che il concilio di Trento e il concilio Cameracense
nel 1S6S, e quello di Sens del 1612, e
quello d’Aix, e i papi Benedetto xiv e
Pio VI hanno riconosciuta per legittima
una tal podestà nella chiesa, è un confessarci che molte volte gli uomini, anziché
consultarsi col Vangelo, amano di procedere alla curialesca coi libracci d’ipocriti
giureconsulti alla mano.
Per noi che non conosciamo per cristiane le dottrine che s’oppongono al Vangelo, sono abbominevoli tutti questi errori dei secoli passati, benché canonizzati
da bolle e da pastorali di vescovi e di papi.
Essi non hanno retto ai lumi della scienza
e della civiltà, e speriamo che propagandosi la dottrina evangelica non abbiano
più nemmeno l’assenso di un sol teologo
del mondo cristiano.
La religion cristiana non é un sinedrio
di Farisei, non una curia di avvocati,
non un tribunale di giudici, ma una communion di fratelli : ognuno è in obbligo
di aiutare il fratello ; nissuno ha podestà
di addolorarlo, condannarlo e traflìggerlo.
Coloro che pretendono aversi dalla chiesa
la podestà coattiva, la quale trattada nemici, e punisce da colpevoli coloro che
si dilungan da lei; o erano nati per sedere
arbitri nei consigli di guerra, o Roteano
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servire la patria nelle magistrature criminali di Stato naa non dovevano mai profanare il Vangelo, per farsene sgabello a
giurisdizioni che nel Vangelo non furono
mai registrate. Costoro si sono serviti
della chiesa di Cristo per fabbricarsi una
autorità terrena, che a loro Cristo non
diede. Entrali in questa falsa via non poterono essere protetti da Colui che alla
sua Chiesa promise assistenza fmo alla
consumazione de’ secoli. Abbandonati a se
stessi non fecero che precipitare di abisso
in abisso, finché si lordarono di sangue
in modo, che resero per fino ai selvaggi
dell’Indie esecrato il nome anche sol di
Vangelo. Sì, nel nome di Cristo santissimo
gli Spagnuoli imprigionarono, incatenarono, appiccarono, abbrustolarono migliaia
e milioni di vittime, facendosi perdonare
dalla ignoranza de’ tempi, così scellerati
eccessi col predicar che questo era il
volere di Dio , ed essi doveano, benché
lor ne piangesse il cuore, compierne con
divota rassegnazione il doloroso ulHcio.
Avessero, oggi almeno, il pudore di non
richiamare quei tempi, nè più ambire
quelle giurisdizioni brutali e sacrileghe !
Ma pur troppo certi errori nella razza
umana paiono incorreggibili. Anch’oggi
siam costretti di leggere in atti e decreti,
che si presumono religiosi, che la chiesa
di Cristo ha la podestà coattiva, e sono
«mpi quei governi e que’ popoli che
osano di contrastarla, ed è scomunicato
ed eretico qualunque professore d’università, che come il nostro Nuytz, insegna non doversi ammettere, e anch’oggi
vi citano, come autorevoli certi canoni,
che fanno vergogna all’umanità.
Fra gl’ipocriti sofismi di cui abusano
vi è pur questo, che cioè la chiesa ar
mata di simile podestà coattiva, giunge
a schiantar dalle radici gli scandali e
condannando per esempio uu eretico a
reclusione perpetua, toglie dagli occhi
del volgo il pericolo di venire sedotto. E
avea forse Iddio bisogno di così stolti ripieghi quando gli fosse piaciuto di sterminare gli scandali ? Non ha egli detto
che son necessari gli scandali, e necessarie le eresie ? Non ha egli ordinato che
si lasci col grano anche crescere il loglio,
e prima di cernere l’uno dall’altro si attenda la stagion della messe ? E chi sono
cotestoro che si ardiscono di mutar la
parola di Dio, e d’invertire i precetti di
Cristo ? I canonisti vi citano concili, iinperadori, papi, vescovi, storie in difesa
de’loro insani principii. Ma qual bisogno
di citazioni dove Cristo ha parlato ? e che
divengono i concilii e i papi e i vescovi,
quando sieno in contraddizione con Cristo ? il mondo cristiano ha già fatto giustizia delle matte pretese del diritto canonico, eliminandolo da tutti i paesi che
sono civili. Dal vecchio al nuovo mondo
voi non trovate piìi vestigio di questo ediCzio delle età di mezzo salvochè in quel
angolo della nostra Italia, ove ancor regna
rinquisizione non sanzionata mai dal
Vangelo, né più comportabile alla civiltà
presente. Da quell’ angolo in fuori, pe r
tutto altrove il diritto canonico colle sue
antiche pretensioni è morto, nè a risuscitar questo Lazzaro fetente basteranno i
pochi giornali e canonisti fanatici che
ancor oltraggiano la nostra età.
RIVISTA CRITICA
della stampa clericale.
L’Armonia. — Secondo lei il protestantismo è morto asfissiato in America. Ella
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ha saputo, che i caUolici hauno comprato
per trentatre mila scudi una chiesa dai
protestanti, che l’aveano fabbricata per la
predicazione dei famoso Dott. Masson passato ultimamente al riposo dei giusti.
Non importa che attualmente in America si vadano costruendo chiese e cappelle, per le tante comunioni protestanti
che ivi fioriscono. Per VArmonia la vendita di una chiesa pare che significhi la
distruzione e la fine di tutte le chiese.
Così ragionano gli armoniosi, e secondo
i loro principii non hanno torto; perchè, mentre hanno in Torino una quantità di chiese soprabbondante al bisogno, non sarebbero mai capaci di venderne una ai Valdesi, che pure sono
cittadini della stessa patria, benché non
professino allo stesso modo la religione
del Vangelo. Eppure se gli armoniosi
in fatto di educazione civilee politica,
fossero innanzi al paro dei protestanti
d’America, saprebbero che la fede dei
popoli non è affissa alle mura di un
tempio, e cedendo un edifìzlo di mattoni e di pietre, non s’intende mai di
contrattare le coscienze e lo spirito. Ma
uomini poco avvezzi al culto di spirito
e verità, e continuamente assorti nella
materialità delle funzioni e dei rili, non
è meraviglia se diano tanta importanza
a quelle fabbriche, dove i protestanti
non ravvisano che un semplice luogo
destinato ai religiosi convegni, cessando
i quali 0 trasferendosi altrove, rimane
perfettamente inutile. Speriamo che un
giorno 0 l’altro anche i signori dell’,4rnwnia, si faranno capaci di simili verità,
che possono solo venir oscurate dal fanatismo, 0 dai terrori dell’inquisizione.
Perchè frattanto si dissuada dell’ago
nia del protestantismo in America, abbiamo r onore di metterle solt’ occhio
due prospetti, l’uno dello stalo attuale
della chiesa cattolica romana in quelle
parti, quale ci viene somministrato dal
Catholic Stendard, l’altro della chiesa
degli Anabattisti, che non è fra le comunioni piìr numerose di protestanti, e
lo ricaviamo dall’ Osservatore di NetcYork. 1 cattolici papali contano 1832
chiese con 1301 sacerdoti; gli Anabattisti, che nel 1762 non erano che una
piccola colonia, hanno oggi 11 mila congregazioni con 8 mila ministri, e mantengono missioni all’estero, che vanno
fra le più rispettabili e fruttuose del
mondo cristiano. Questi sono i sintomi
della morte del protestantismo in America, agli occhi dell’ Armonia. Noi saremmo curiosi che c’ insegnasse a discernere in un corpo morale quali siano
i sintomi della vita. (Veggansi più sotto
le notizie religiose d’America).
Il Cattolico. Trema da capo a piedi
per l’addio che fece il Prof. Nuytz ai
suoi scolari di drillo canonico, prima di
passare alla cattedra di dritto romano.
In quell’addio assicurava i giovani, che
avrebbero avuto nel successore di lui, un
maestro imbevuto de’ suoi stessi buoni
principii, e i giovani fragorosamente applaudivano. Ciò basta, dice il Cattolico,
a far conc^ire funesti presentimenti sull’avvenire del paese.
Il Medesimo. Per il primo ha pubblicato « gli altri giornali del suo colore
hanno ripetuto con gioia una ritrattazione
e protesta fatta in pericolo di morte dal
fu gerente del giornale la Maga, morto il
dì 13 del corrente, nell’ospedale di Pamatouc in Genova ; ritrattazione e pro-
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testa che «i dice dettata dallo stesso ammalato wi mese prima della sua morte,
al pretei che lo assisteva coirincarico di
darle dopo morte ia pubblicità voluta dal
caso. Sarebbe mai tornata in voga l’aDtichissima arte di far parlar i morti ? Sia
pure, il difficile è di farsi credere ai vivi.
IVOTIZIE REI/ICIOSE
Roha. — Il Papa ha creato due Beati in
cielo e quattro cardinali in terra. I primi
sono due frati : un certo Dritto, gesuita,
e un certo Grande, spedaliere, entrambi
autori di opere postume, cbe, riferite al
Papa, vennero da lui infallibilmente giudicate miracoli, e però meritevoli dell’onor degli altari. Gli altri son quattro vescovi: due in pori/6«s, e quattro in attività di servizio cioè Monchini, Dandrea,
Donnei, Lucciardi.
Turchia. Gli ultimi saranno i primi.
Mentre a Roma, a Firenze, in Ispagna e
generalmente in tutti quei paesi che ricevono le ispirazioni dal Vaticano, la tolleranza verso i culti non cattolici è sonsiderata come delitto, e come insigne
virtù l’intolleranza; l’imperatore musulmano di CostaDtinopoli non solo concede
alle varie sette cristiane del suo Stato, facoltà di celebrare pubblicamente il loro
culto, ma vuole di più, che i componenti
quelle sette trovino nelle leggi del paese
sicurtà e protezione. In un Ormano pubblicato nel giornale di Costantinopoli, sul
finire dell’anno scorso, si leggono, tra l’altre, queste parole che raccomandiamo alla
meditazione degli oppositori del tempio
valdese in Torino;
« Siccome lino ad ora, coloro fra i miei
« sudditi orisliani che abbracciarono la
(t fede protestante, hanno patito delle ves
« sazioni e delle difficoltà,____perchè i
« primati e] patriarchi dell’ antica cre« densa che abbandonarono (1), non po
li tevano naturalmente amministrare i loft ro affari.... la mia imperiale e compas
« sionevole volontà si è, che vengano per
a ogni mezzo possibile adottate quelle mi« sure che agevolar potranno l’ammini« strazione dei loro affari, talché possano
« vivere tranquilli in pace e sicurtà......
a Invigilerai acciocché, al pari di ogni alti tra comuuità dell’ impero, vengano loro
a concesse quelle facilità e queU’assisten(I za, di cui possono abbisognare in tutte
« quelle faccende che spettano ai loro cif miteri e luoghi di culto. Non permeite
li rai che niun’altra comunità s’immi« »chi, in modo veruno, dei loro riti, e di
a quanto si riferisce alla loro religione...
« Ti è ingiunto di non permettere che
« sieno per nissun verso molestati, nè in
« quesli, nè in altri punti, e che tu ponga
« ogni studio ed ogni perseveranza a man« tenerli iu riposo e sicurezza ». —Possibile che una tal lezione la debba dare a
tanti, che si dicono cristiani o anche ministri di cristianesimo, un principe di religion Maomettano!
Francia. Sulla considerazione che le
riunioni esclusivamente religiose di qua.
lunque culto, anche non riconosciuto, nè
salariato dallo Stato, non sono mai soggette alle disposizioni del codice, penale
che riguardano le riunioni pubbliche ed
i clubs, fuorché nel caso particolare che
(t ) Siamo noi che sottorighiamo per far osMf'
vare i progressi cho hanno fatto le missioni erangelicfae inira i caUolici «il i sciimtlici ilall’imptro.
Ktd.
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turbassero la pubblica tranquillità, la corte
d’appello di Kiom ha mandato assoluto il
sig; Giulio Lenoir, paslore della chiesa libera protestante, non riconosciuta in Francia, che era stato tradotto dal fisco innanzi
al tribunale di Bellac, e condannalo come
colpevole di avere promosso e presieduto
due riunioni pubbliche.
Irlanda. L’Evangelo brucialo per mano
d’un frate. Fra Giovanni Bridgmann dell’ordine dei Francescani zoccolanti è comparso innanzi al giurì di Mayo, per avere
davanti testimonii bruciato un Nuovo Testamento gridando ; — questa non è la
parola di Dio, ma la parola del diavolo,
il libro del diavolv, la Bibbia di Lutero,
la Bibbia eretica. — Dopo udite le difese
deH’avvocato Keogh, membro del Parlamento, ed uno dei più ardenti sostegni
del cattolicismo Irlandese, il giurì ha dichiaralo, che il frate era colpevole, e incorso nel rigor delie leggi. Il consiglio
della Regina, udita questa risposta del
giuri, dichiarò che il governo desiderava
che non fosse applicata alcuna pena al colpevole, e considerava il giudizio del giurì
come .sufficiente a prevenire in seguito
simili fanatismi. Il frate fu subito messo
in libertà, mediante cauzione, a tepore
delle leggi inglesi.
Se l’insensato delitto di questo frate e
le sue stupide bestemmie, fanno poco onore all’educazione dell’ ordine religioso a
cui apparteneva, bisogna convenire, ehç
la tolleranza illuminata, e la sapienza ferma e liberale dei magistrati inglesi, torna
a grandissima lode deH’autorità protestante. {Lt-Lien).
Stati Uniti d’America.
— Pfella strada Murray di.i<u9va York
la congregazione Presbiteriana fondai» dal
rev. Dollor Masson avendo deciso di trasferirsi ad abitare ia luogo più centrale
volle anche seco portare la Chiesa, dove
avea le tante volle udito spiegarsi il vangelo da quel santo ministro. Fece pertanto
demolire quell’edifizio, ma segnando prima con numero i maltoni, le pietre, e
luti’ i pezzi, per poterli nella ricoalrulione rimettere all’identico posto. Rialzala e compiuta l’opera conforme al pio
desiderio non lardarono quei fedeli ad
accorgersi, che in quella parte della città
dove erano venuti ad abitare di fresco vi
avea ben 11 altre chiese delia stessa lor
communionc, che erano più che bastanti
aH’esorcizio del culto. Postala dunque all’incanto la presero gli Episcopali, che
se ne servirono finché non trovandola più
di lor soddisfozione la cedettero alla communione degli Sevedenhor»hiani. UUimaracnte quesli l’hanno venduta per 33,000
scndi alla donna scarlatta di Roma (così
cliiamansi i papalini in America), e si
dice che nel mese di maggio il vescovo
Hughes la esorcizzerà per cacciarne l’odore e lo spirilo delle passate eresie.('iVem
Forck ObserverJ. Ecco il gran fallo da cui
V Armonia argomenta che il Proleslanlismo fe n per morire.
CROMaiETTA POLITICA.
Torino. Il ministro dell’istruzion pubblica ha pubblicato i programmi per l’e*
same di magistero, nei quali figurano assai le opere filosofiche di Rosmini e Gioberti.
— La Camera dei Deputati dopo intese
le interpellanze sugli avvenimenti dell’isola di Sardegna e le spiegacioni date dal
minislero, è passata all’ordine del giorno
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puro e semplice. Continua la discussione
sulla riduzione delle pensioni. Olire il progetto di legge sulla tassa mobiliare, il ministro delle finanze ne ha presentato tre
allri di somma importanza, uno cioè sulla
banca nazionale, uno sul dazio della foglietta, uno sulla strada ferrata da Torino
a Susa.
— Prende ogni dì maggior consistenza
la voce che i governi d’Italia saranno da
un’alta influenza obbligati di rimborsare
al Piemonte prò rata le spese di guerra.
— I giornali del chiericato accusano il
ministero di avere sciupato CO milioni,
lasciati in cassa dal signor conte Revel,
ministro del governo assoluto , quando
tutto il mondo sa che quel danaro fu
speso dallo stesso signor Revel divenuto
minislro costiluzionale, nella guerra dell’indipendenza, come fu dimostrato con
evidenza dal sig. deputato Ratazzi. Ciò
prova che quei giornali non cercano la
verità, ma solo di sommovere il paese
contro un sistema di governo a cui sono
avversi.
Ro-ma — 511 Principe di Canino ex-vice presidente dell’assemblea repubblicana
di Roma è qui incaricato , si dice, dal
Presidente di Francia suo cugino di sollecitare l’esecuzione della lettera al colonnello Edgardo Ney. Ivi Luigi Napoleone
Bonaparte, subito dopo l’ingresso dei
Francesi in Roma, esprimeva la sua volontà decisa d’indurre il governo clericale
ad amnistiare il passalo, a secolarizzare
gl’impieghi militari e civili, e ad adottare
il codice Napoleone; perchè senza questo
non prevedeva possibile la restituzione
della pace in que’Stati.
Francia. I diversi giornali si occupano
ancora della conversione della rendila del
S per 0;0 ridotta per decreto del presidente al -ì e Il Moniteur ha ultimamente pubblicato un decreto che stabilisce il bilancio pel solo 1832, dovendosi per
l’avvenire discutere e deliberare dal corpo
legislativo. Altro decreto ordina la riunione del palazzo del Louvre a quello delle
Tuileries, aprendo a tal effetto al ministero di Stato un credito di 20,679,433
franchi, ripartito sui bilanci di S anni
consecutivi.
Inghilterra. —Attese le circostanze
eccezionali in cui versa l’Europa, il Ministero ha chiesto al Parlamento l’approvazione del bilancio pel 1832 prima di
scioglier la Camera, dove riconosce e
confessa di aver contraria la maggioranza.
Costituzionalmente parlando niun ministero dovrebbe mai conservare il potere
contro la volontà del paese dichiarata
dalla maggioranza, che ne è il legittimo
rappresentante. Ma deve alla question
costituzionale andar sempre innanziquella
della esistenza, e prima che la Corona usi
della sua prerogativa di scioglier la Camera, per verificare colle nuove elezioni
se il minislero nominato da lei gode 0 nò
la fiducia della nazione, bisogna ben renderle possibile il governo col votare le
imposte. Così fu fatto nel 1784. pel ministero Pit succeduto a quello di Fox.,
così nel 1854 per quello di Peel. Subito dopo approvato il bilancio sarà sciolta
la Camera, e all’apertura della nuova sessione sapremo qual sia il programma del
ministero Derby. —
Irlanda. Il numero dei poveri soccorsi
a domicilio, nel corso de) 1848 fu di
1,419,020, nel 1849 di 1,210,486, nel
1830 di 348;899, nel 1831 di 62,261
Prova certissima che va operandosi un
notevole miglioramento in quell’isola.
Stati Uniti d’America. Il console americano residente io Roma, ha spedito al
suo governo un msgnifico blocco di marmo, rinvenuto negli scavi del Tempio della
Paee, da servire di piedestallo al monumento di Wasingthon coll’epigrafe: Roma
all’America — giacché il Municipio Romano l’ha ceduto al Console gratis.
Diretlore G. P. MEILLE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
Torino, — Tip. Soc. di A. Pons e C.