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Anso X — N. ti. II SERIE 30 Marzo 18G1
LA BUONA HOVELLA
GIORNALE DEI.LA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verità nella carità. — KFgg. VI. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE ^ LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione]____£. 3 00 ^ In Torino alVUffizio del Giornale, via del Principe
Per la Svizzera e Francia, id............. 4 25 j Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per r Inffhilterra, id................... „ 5 5o > Nelle Provincie per mezzo di franco-bolli po
Per la Germauia id................... „ 5 60 ^ «iaZi, che dovranno essere inviati franco al Di
No» si ricevono associazioni per meno dì un anno. rettore della BrosA Noveli.a.
AH'cBtcro, a’seguenti indirizzi: Parigi, dalla libreria C, Meyrueis, me Rivoli;
Ginevra , dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra , dal signor G. F. Muller,
General Merchant, 26, Leadenhall Street. E. C.
SOMMARIO
Italia e Chiosa I. — Corrispondenza fiorentina: XII. — Varietà: Alleanza Evanjrelica—Corrì.«ri>nndensa della Buona NoveUa': Firenze. — Notizie religiose : Torino, Favate, Berfcamo, Brescia, Pisa,
Lit’oruo, Sicilia. — Scuola normale per le allieve infermieri, a Lo.sanna (Svizzera).
ITALIA E CHIESA
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Sotto questo titolo veniva alla luce, ranno scorso, in Firenze, un
opuscoletto di quindici pagine, scritto, d'icevasi, da un ecclesiastico,
salutato al suo apparire dalla sincera approbazione dei liberali,
nonché degli stessi cristiani, ma poi ritirato dalla pubblica circolazione, forse dietro qualche segreta ammonizione toccata al tropix)
inoltrato sacerdote, ^ler parte dell’alto clero.
L’autore in quelle poche pagine, e con uno stile che sa di dante.sco,
dimostra queste tre innegabili verità : 1“ Che Italia volle negli andati tempi, vuole attualmente, e vorrà finché l’abbia completa , la
sua indipendenza, e l’avrà. 2° Clic precipuo ostacolo a questa
grand’ojHira è la Chiesa Cattolica, o meglio il cattolicismo, il quale
tenta come sempre d’arrestare in nome della religione l’impetuosa
corrente della civiltà. 3° “ Che in conseguenza ” bisogna svecchiare,
trasformare il cattolicismo, tornare Eoma ai principii e ricondurre
la Chiesa nel suo ambiente naturale, acciocché ponga*^rmine al suo
medio-evo ed esordisca l’età moderna ; con questo programma “ 0^7-
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pìicare la religione alla civiltà rinascente. ”—L’energia colla quale
jiarlava l’autore, non poco contrastava colie facili speranze poeticaniente esternate nella conclusione cìeU’opuscolo, dove egli già vede
“ Italia ritornata di cuore e per proprio libito alle eane cattoliche
credenze, e Roma, dismesso colle fatue ire , il perverso battagliare,
rappattumata col secolo ed intenta a benedire, a santificare l’Italia
ed il suo civile l’innovamento. ”
Noi scettici [irotestanti che non vogliamo credere tanto facilmente
alla conversione di Eoma, e persistiamo a tenerla per impenitente; noi
che interpretiamo il “ nonposaumiis ’’per “ non volumus ;” noi che
sappiamo per esperienza, pur troppo, essere Timpotenzà nelle cose
morali non altro che l’estrema ostinazione della volontà..., noi non
nutriamo sì belle speranze, anzi crediamo alla continuazione della
guerra, all’inacerbìrsi del contrasto, al progresso lento ma inevitabile
della scissura tra Eoma e l’Italia, tra Eoma e la civiltà.
E ne abbiamo ben d’onde ! imperciocché le cause per cui in tutti
i secoli Eoma maledisse, e tuttora maledice il progresso, non son
cangiate, anzi sono le stesse, le stessissime sempre!
Eisalite a quelle cagioni primiere , fate ritorno ai principii, voi
utopisti di tutte le classi, e ben presto v’accorgerete che in un albero
come quello di Roma non si riformano i frutti senza prima riformarne le l’adici. L’accanita opposizione di Eoma al nazionale risorgimento e un frutto ; i dommi della Chiesa sono le radici. Codesto
innestarsi dei fiitti sul domma, della pratica sulla teoria, solo vale
ad ispiegare la continua persistenza del fatto stesso; e siccome non
puoi nell’ordine naturale dar contezza d’un fenomeno che va perpetuandosi, senza ricercar le leggi che a lui presiedono, così ti sfido a
l’cndermi ragione della romana ostinatezza senza toccare alle credenze della Chiesa, le quali, a guisa di leggi supreme, presiedoiio al
sistema tutto e ne informano il movimento. Eoma fu }X)i sempi'e la
stessa; dappoiché è Roma cattolica sempre osteggiò la libertà,
sempre tentò d’affogare nel sangue le politiche come le religiose riforme, sempre fu capo al partito della reazione : in Italia specialmente, dove aveva scelta la sede, e che' per lunghi secoli essa fe
preda allo straniero. E così oggi... e così per lungo tempo ancora...
finché novello Egitto essa corra, duce il suo Faraone, a precipitare
nel mar Rosso che. ora sta passando Italia. Apri l’orecchio e ascolta:
Di altro non senti parlar nel mondo d’oggi che dell’acciecamento
di Roma, della sua colpevole testa,rdaggine, della vertigginc da cui
è presa la sconsigliata ed avviluppata nel vortice delle mondane
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passioni. — E non solo i libcrfili pili nvanzati, ma lutto il popolo ,
non solo I popoli, ma persino i potenti della terra accennano concordi
a quell estrema lotta del cattolicismo. Non siamo noi soli a dirlo, ma
tutti i fogli, e molti libri eco fedeli della pubblica opinione lo predicano altamente. E quegl’immortali opuscoli die destarono tanta emozione in Europa non l’hanno essi meglio di chicchessia denunziato ?
Fin dall’anno scorso, nel Papa ed il Congresso, s’additava il fatale
antagonismo, quando si scriveva queste profonde parole, più importanti per la loro verità, che {ler la sorgente d’onde emanavano;
“ Come l'autorità cattolica fondata sul domma potrà essa conciliarsi
con l’autorità politica fondata sui sociali bisogni ? Come sarà il Papa
ad un tempo Pontefice e Ee ? Come l’uomo dell’Evangelo che perdona, sarà egli l’uomo della legge che punisce ? Come il capo della
Chiesa che scomunica gli eretici sarà egli il capo dello Stato ohe
protegge la libertà di coscienza ? Tale è il problema da sciogliersi.
Problema difficile ! imperocché havvi antagonismo tra il principe
ed il pontefice. ” E più-oltre; “ Uno Stato vorrà aver la sua vita
politica, perfezionare le sue istituzioni, partecipare al generale movimento delle idee, e godere il benefìzio delle trasformazioni del
tempo, delle conquiste, della scienza , dei progressi dello spirito
umano. Noi potrà. Le sue leggi sono legate ai dommi. La sua attività sarà paralizzata dalla tradizione. Il suo patriottismo sarà condannato dalla sua fede..." Si noti che l’opuscolo citato la vede come
noi, cioè contemjila la causa dell’antagonismo stesso, nel domina romano. — Ed in quell’altro proclama del medesimo governo “ La
France, Eome et l’Italie ,” dove ci si fa la storia della resistenza
della corte di Roma, alle concilianti proposte della Francia e del
Piemonte, leggiamo che l’ultima risposta del cardinale Antonelli al
signor di Grampnt fu questa: “ Il Papa non transigerà mai. ’’Nessuna transazione... ! Tale è adunque l’ultima parola della politica di
Eoma...! E come siasi manifestato questo antagonismo lo dico
l’opuscolo; “ Decisione di organizzare il sospetto e la divisione, pressione interna sul clero..., pressione esterna su di Roma..., incoraggiamento ad inacettabili pretese..., perfide calunnie sulla interna situazione d’Italia, incessanti lavori per render sospetti i consigli della
diplomazia, infine ardente ostilità inspiratrice d’odio e di violenza c
creatrice d’una lega internazionale tra Eoma e Parigi (e gli altri
paesi) capace di tutto sacrificare alla vendetta politica ed alle passioni religiose. ” Ecco il quadro della condotta di Eoma in questi
ultimi tempi. Ecco la prjsizione attuale della Chiesa.
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E giacché parliamo di opuscoli citiamo pure qualche parola di
quello che ci palesò ultimamente in Italia l’ultimo pensiero del governo : “ Il ministro Cavour dinanzi al Parlamento. ” Esso dice :
“ Per la liberazione di Eoma l’Italia deve combattere contro il papato, il quale sebbene or grandemente decaduto, ebbe ad esercitare
per secoli un’iniluenza sommamente estesa sia sotto il rapporto religioso, sia pur troppo-sotto il rapporto poHtico — influenza questa
ultima tanto più perniciosa in quantochè per detestabile sconcerto
delle massime pure di una religione santissima, i pontefici ed i loro
ministri fuorviati, andarono sempre volgendo le cose sacre a profitto
delle loro voglie mondane, e giunsero così a disporre d’una quantità
di mezzi potenti per soddisfare i loro profani desiderj. L’Italia non
è nuova in questa lotta — da secoli pure essa combatte coll’immensa
varietà dei mezzi che il tempo ha suggeriti ” ......... “ Or i fatti
dimostrano più cose : — Che sono forze morali quelle del nemico
che si ha a combattere. — Che tali forze scemano ogni giorno, perocché debba morire ciò che nou ha più in sè ragione di essere”.......
“ La guerra (materiale) contro il papato non sarebbe nè adatta, nè
ùtile... non è necessaria.
Infatti coi cannoni non si combattono le idee , e quindi non valgono contro una possanza morale i battaglioni dell’esercito. Dovendo
precedere le convinzioni illuminate della pubblica opinione alla definizione delle questioni morali, promossa anzi tempo la caduta del
papa e dell’attual suo governo potrebbero ben dirsi vinti gli uomini e
le cose, non il principio e la sua potenza. Si sarebbe detronizzato
un pontefice, ma non ancora la santa Sede.......— La caduta del
trono dei papi è scritta nei decreti inesorabili della civiltà di questa
epoca, e la generazione presente è chiamata a registrare nella sua
storia anche questo trionfo della libertà e della ragione. ”
Dunque anche per l’autore di quest’opuscolo l’antagonismo tra
Eoma e l’Italia è più che materiale, è morale, è guerra di principii
ed ha per cagione sconcerto delle pure massime della religione,”
che è quanto dire dei dommi. E così dev’essere poiché nel cattolicismo havvi perfetta unità tra i dettagli e l’insieme, ed è quel sistema logico per natura e sempre coerente a se stesso, perché basato
sul principio dell’infallibilità. Vi è adunque armonia tra la condotta
di Eoma ed i suoi dommi. E come sarebbe altramenti ?... Non è
forse il cattolicismo un tutto armonioso 1
(Continua).
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CORRISPONDENZA FIORENTINA
XII
Firenze, 17 marzo 18t'l.
Aulico caris.siuio,
Vivo ritirato in parte rèniota dulia città, e quando voglio sapore qualcosa di questo formicolaio fiorentino che bnilica nelle piazze , nelle chiese,
ne’ teatri e per le sti'ade più centrali, due o tre fidi amici, che oramai, per
lungo uso vedono cogli occhi miei, e colle orecchie mie percepiscono i suoni,
me ne danno ragguaglio. Erano costoro dianzi qui da me a raccontarmi lo
scenette del Duomo e di Cestello (nou stampato Castello come, per svista,
vi accadde la volta passata) e non essendovi essi medesimi .stati presenti,
si contraddicevano e si confondevano l'uno coll’altro in iiwdo clic io nou
sapevo raceappczzarmi, quando un forte scoppio di cannone dal \icino
forte li ha fatti tacere : e quasi eco di quell’esplosione sotto le mie finestre
uu grido: viva il re. — Che volete voi? Mi sono alzato ad un tratto, e
m'è venuto quasi istintivamente di maledire tutti questi pettegolezzi, tutte
queste miserie e gretterie che perdono affatto ogni valore dinanzi al nuovo
concetto che ci allarga il cuore. Dalla cima del monte i pochi seni teneliroei
della sottoposta vallea tutta irradiata da uno splendido sole della civiltà ,
che in mezzo all’azzurro sereno del cielo d’Italia fiammeggia, spariscono ;
su dunque, lasciamo queste sciocchezze :
Muovasi il cielo, e intorno ci si gira,
Mostrandoci le sue bellezze eterne,
E l’occhio nostro pure a terra mira:
(.Inde ci batte Chi tutto discerne.
Facciamo di non meritare quelle battiture, e avanti.
Siccome però sono in parola coi lettori, siccome anche dopo una bclk
e grandiosa tragedia suol meritarsi una farsetta, e siccome, finalmente,
crìmine ah uno disce omncs, vo’ dire cho da un predicatore e da un uditorio si può benissimo dedurre la natura de’ predicatori e delle udienze tutto
di un dato luogo, (e questo ò tanto più vero fra i professanti, .sul serio o da
burla, la così detta religione cattolica, che si reputano solidali ognuno di
tutti) così io finirò di dipingere col dialoghetto che vi promisi, il frate Sensi :
il ritratto del quale verrà naturalmente a fare quello del suo rispettabile
uditorio; le conseguenze poi ogni lettore le caverà da sè.
E non indovinereste mal chi mi dà la mano in quest’opera? Ve lo dò in
mille, — L’abate Pierini. — Sentite.
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Usciviino, egli eiT un suo oouosccntc, da Santa Felicita, ove avevano
udito una delle solite furibonde declamazioni del frate contro i Protestanti.
])ice (|uel tale al Pierini: Che gliene pare ? — È un ignorante, rispose il
Pierini, e mi maraviglio che gente simile sia fatta predicare in questa città
0 iu (Questa Chiesa. — Ora il Pierini, voi lettori, lo conoscete già un poco;
ma vi dirò di più, ch’egli è uno de’ redattori della Stella d’Etruria, e ultini:!uie!!te ha avuto l’onore di un articolo encomiastico nella Civiltà Cattolica, niente meno! per quel suo certo libro da me annunziato (1). Egli è
dunque un’autorità vera e propria, e la sentenza d'ignoranza da lui pronunziata senza ritegno e senza velo contro il predicatore di Santa Felicita, poti-ebbe bastare; ma acche meglio se ne conosca la giustezza, occone imotivi
nel dialogo promesso.
Un giovane evangelico, ardente al pari del suo confratello Gai, ma, e in
(juesto io lo lodo molto, più prudente e riservato di lui, lo narra nei seguenti
termini ;
<.( Il predicatore di Santa Felicita, padie Sensi, nella sua predica di domenica 3 febbraio, parlando contro la lettura della Bibbia, affine di premunire
il popolo, asserì che ogni Bibbia non cattolica è falsata, interpolata, mutilata; che in una parola ognuno vi ha inserito i proprii errori. — Non
avrei mai pensato ehe un’asserzione siffatta potesse acquistar fede all’uditorio, ma vedendo intorno a me molti sogni di assentimento, (salvo sempre
(1) Vedi Civiltà Cattolica N. 23. Quei l'evercndi però ianacquano alqumto la
lode al Pierini, il quale (c me n’ero im po’accorto leggendo l’opera sua) pare non
sappia o non voglia spogliarsi di qualche velleità liberale. Senti, lettor cortese,
(questa sferzatina. Al Pierini uscì dalla penna la seguente frase : Il Ptyntefice fedele
a Cristo ed il Re Galantuomo non saranno giammai in contraddizione tra di loro. Il gcyuita giornalista qui si accipiglia, torce la bocca e dice : Ad;igio! Se l'aggettivo galantuomo si è preso in un senso comune, va bene, ma se, come usa ora, è preso iu
senso antonomastico, la cosa muta affatto sembianza. — Non c’è che dire: il gesuita
ha mille ragioni. Se si tratta di galantqmisnio comune, di quello per cui si chiama
galantuomo chi non è reo convinto di qualche delitto, il Pierini dice bene, ma
un galantuomo vero, un galantuomo così per antonomasia chiamato, un re, per
esempio, che dica ; Non vè autorità clw possa farmi mancare alla parola data, non pub
star d’accordo col Papa.
Quanto alla risposta che crede fare l'articolista a ciò ch’io dissi sul libro:
Errori ed imposture, dell’abate Pierini, giudichi il lettore se il dire : Questo libro suppone tali e tali persuasioni ; e il dire : Nel libro si trovano esplicitamente tali e tali senteme, non ci aia differenza grande. Io nou scrissi che il Pierini diceva, ma che supponeva ; giìl disputare con chi travisa i fatti, è tempo perso.
Solo aggiungo che io desidero con tutto il cuore che il libro del Pierini si
diffonda; vorrei però che avanti o dopo si leggesse pure la Lucilla : me beato, se potessero girare per tutta l’Italia que’ due libri, uno rappresentante della religione
evangelica esortando alla kttura della Parola di Dio; l’altro rappresentante del
cattolicismo romano, dissuadendo la gente da quella lettur.a. — Agli uomini di
buon scuso ed imparziali poi il decidere fra Pierini e il Monod : me felice !
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a sapere quanti fra gli uditori lì presenti sapevano cos’ò la Bibbia, o nc
avevano letta una pagina) risolvemmo, un mio compagno ed io, di andare
a trovare il padre Sensi e di farci da lui mostrare questi passi falsati, interpolati, mutilati. V’andanuno martedì, 5, dopo pranzo, ma ci fu detto che
egli era fuori. L’indomani mattina uno di noi vi andò alle otto. Il padre
Sensi era nella sua cella, ma ricevè la visita nel corridoio, perchè disse,
doveva andare a dire messa. Uno di noi gli espose lo scopo della sua visita, senza però dirgli chi era. H frate tutto contento : sicuramente, disse,
che le mostrerò tutte le interpolazioni fatte dai -protestanti nella Bibbia.
Deve figurarsi che hanno persino ardito levare dal sacro canone l’epistola
di S. Giacomo. — Come ! rispose l'altro, davvero ! o guardi ; via, a me
non pare : mi pare, al contrario, che l’epistola di S. Giacomo sia anche
nelle Bibbio protestanti, come voi le chiamate. E in così dire trasse di
tasca il suo nuovo Testamento e fece vedere al frate che l’aveva detta uu
po’ grossa. — Ah! e c’è, riprese il frate, e nella mia Bibbia protestante non
c’è, si vede che da quella l’hanno levata! Ma poi non è mica la sola alterazione quella ! Se sapeste quante ce ne sono...
... La sapete la storia della sola.
— Che sola !
— Come non sapete la storia della sola di Lutero !
— No, riprese il mio compagno, che non capiva come c'entrassero le
suole o le scarpe di Lutero.
— Ve la racconterò io : Lutero quando tradus.se la Bibbia, trovando la
parola_/?(Zes, vi aggiunse sola; e così tradusse fides sola... credo... salvai.
E Carlostadio, vedendo questo, gji disse: ma come fate a tradurre_/?cZes sola
se la parola sola, nel testo, non c’è ? — Come non c’è? riprese Lutero; se
non c’è, ci dev’essere.—-Vedete come fanno i protestanti! Così inseriscono
nella Bibbia gli errori che vogliono.
— Scusate, riprese il mio compagno, sapreste indicanni quel passo così
mal tradotto e sciupato !
— Di certo, che ve lo indicherò. Se aspettate dopo la messa vi indicherò
quel passo, e tanti altri... vedrete! vedrete !
In così dire scendevano le scale del convento : amvati di faccia alla sagrestia : Scusate, disse il frate, siete cattolico o protestante ?
— Sono protestante.
— Non importa ! uno nasce in una religione, l’altro in un’altra... non
importa ! non importa !
— Allora, signor Sensi, io vado a colezione, frattanto lei dice la messa,
indi confronteremo quei passi.
— Ah ! dopo la messa, caro signore, è impossibile : si figuri ho da jue pararmi per la pi-edica.
— È vero ; vorrò, se uon le scomoda, stasera ?
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— Stasera ! Ma sa che essendo solo a predicare tutti i giorni in Santa
Felicita, il dopo pranzo mi trovo stanco, stanco. Vo un poco a riposarmi,
e quando mi levo, ho tante altre piccole occupazioni, che mi 6 impossibile
di poterla soddisfare.
— Però mi sembra che non ci vorrebbe tanto tempo per indicarmi semplicemente quei passi falsificati, come dice lei, io poi li riscontrerò da me...!
— Bene allora venga un dopo pranzo..., vedremo di poterla contentare.
A rivederla, stia bene. —
(i In così dire fece colla mano un cenno che pareva smentire U saluto, ed
entrò in sagrestia.
« Il venerdì seguente vi andammo in tre. — Trovammo il predicatore che
imparava il suo sermone, vedendoci da lontano parve impazientito, mi pareva ci volesse evitare. Gli chiedemmo di nuovo di mostrarci quà passi
falsificati; ma naturalmente doveva imparare la sua predica... e tante altre
CQsarolle; insomma non ci poteva dar retta. Gli chiedemmo allora di fissarci lui un momento, in cui nou avesse da faro, ci di*e di andarci il martedì 12 nella mattinata. Allora avrebbe terminato il corso delle sue prediche, e potrebbe darci ascolto.
« Ce ne andammo tutto contenti per avere alfine ottenuto un momento in
cui ci mostrerebbe quelle gran falsificazioni che i protestanti han fatto alla
Bibbia. Martedì mattina vi andammo. Ci fu detto d’aspettare un momento
il P. Sensi in sagrestia. Dopo 20 minuti di anticamera, arrivò alfine il
predicatore con tre volumi sotto il braccio e dei quinterni in mano.
— Eccomi, eccomi, signori, disse arrivando, ecco qui, qui dentrj), e mostrava i tre volumi con che giustificare le mie asserzioni. Quando io dico
una cosa mi appoggio sempre su delle buone autorità, sull’evidenza.
« Intanto, entrato in sagrestia, la traversava; noi lo seguimmo. Credevamo
che avesse portato differenti Bibbie col testo greco ed ebraico por confrontare e fare vedere le falsità da noi introdotte nella Bibbia, come egli diceva, ma non signore. Apre uno di quei tre volumi (era del padre Perronc
della compagnia di Gesù) e ci fa leggere sei linee della pagina 60 del volume 1° dell’opera: Catechismo protestante, regola di fede, nelle quali linee
è detto che i protestanti non han tradotte fedelmente le Sante Scritture.
Del resto niuna citazione dei passi falsificati ; anzi lo stesso reverendo gesuita sembra non avere neppure lui veduti questi passi interpolati, poiché
mette una nota, la quale rimanda il paziente lettore all’articolo III del
capo XI del tomo 2° dell’edizione di Bruxelles 1846 doll’opera di Malou
sulla Lettui’a della Bibbia. Se poi questo Malou dica o non dica ciò che
vuole il gesuita Perrone, non lo so, perchè in questi pochi giorni non l’ho
potuto riscontrare.
« Così finì la conferenza della (piale ho tralasciato alcune particolarità anche più curiose, perchè sebbene vere, parrebbero incredibili; e poi quel
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che ho detto basta a dare un'idoa deiruonio e del conto in cui parlnndo
dal pulpito tiene i suoi uditori. »
Fin qui il giovane evangelico. Io aggiungerò per la verità che il padre
Sensi (me Io disse un rispettabile ecclesiastico) passa qui per uno dei più
dotti e moderati del clero paesano. Vedete se, tutto con.siderato, avevo ragione di scrivere crimine ad uno disce omnes, e se ho ragione di non occuparmi più in queste cose misere e personali.
Per tornare adunque a ciò che più allarga il cuore, e che più importa,
permettetemi di trascrivervi qui un indirizzo al barone Ricasoli in ringraziamento per quel che egli ha fatto da governatore in prò della liliertà religiosa. Lo traggo da un giornaletto, costà forse poco noto, perchè, e per
l'argomento in se stesso che è il più importante, e per la sensazione che
qua fece, e per la verità che racchiude mi par degno di più ampia diffusione
e lettura.
AL BARONE BETTINO RICASOLI
« Voi riconosceste che la conviazione religiosa è un santuario nel quale la ]xitcnza civile non dee penetrare, avendo ogni nomo nn diritto inalienabile a fitaliilirc
rolla Divinità quelle relazioni che crede a lui più convenienti; e di qncste relazioni
costituire giudice la sola coscienza.
« Riconosceste che sofrgiogare le coscienze colla panra, adescarle colle lusinghe,
traviarle colla menzogna sono oltraggi del pari sacrileghi alla dignità dcH'uorao, e
alla maestil di Dio : onde Tuuità apparente che per tali mezzi si ottiene, è una
vera, empietà.
« Riconosceste che la libertà religiosa non è solo un diritto ma un'imperiosa necessità della natura umana ; è una le^e ella stessa, innanzi pure che sia formulata,
e il codice pub promulgarla, ma uon la crea ; il potere umano abusato o folle pub
opprimerla ma non la distnigge mai.
i< Riconosceste che se la libertà di coscienza è un diritto deH'individuo, la lihertii
di culto, 6 un diritto della comunanza, la quale sotto la tutela della legge, c la g;uarcutigia della puhhlicità, adempie alle pratiche della religione da lei liberamente
abbracciata, e mantiene e fomenta con questi atti, celebrati in comune, la connine
fede, il comune zelo.
« Tutto questo, voi, giunto al potere, riconosceste, e senza lasciarvi rattonere da
(quella codardia che usuipa il nome di prudenza politica, nè scuotere da minacce
o lusinghe, nè allucinare da passionati sofismi, sentiste che il tempo di manifestare
ia verità 6 quello medesimo in cui ci comparisce alla mente, poiché uon già noi la
diamo ai tempi nostri, ma i tempi la danno a noi ; c forte di coscienza c di sapere,
bandiste e promovcste con opera indefessa una intiera e perfetta libertà religiosa.
« Per que.sto titolo, quanto per ogni altro più glorioso, voi avete ben meritiito
della Toscana, dell'Italia e dell umanità. —
Nella futura mia lettera riprenderò, a Dio piacendo, l’argomento cho
avevo cominciato a trattare, osaminando accuratamento il owM cattolico
del Tommaseo.
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VARIETÀ
ALLEANZA EVANGELICA
Quarta asseiiMca ffcncralc dei Cristiani evangelici di tutti i paesi
in Ginevra, nel settembre 1861.
18 febbrajo 1861.
Il Comitato dell’Alleanza evangelica di Ginevra ai membri dell’Alleanza
nelle diverse parti del mondo, e a tutti i Cristiani evangelici, salate, grazia
e pace per parte di Dio nostro Padi-e, e del Signor Gesù Cristo nostro Salvatore !
Signori, e fratelli carissimi in Cristo!
Nella nostra prima circolare, in data 14 febbrajo 1860, noi vi esprimemmo il desiderio—in risposta alla domanda che ci fu indirizzata da molti fratelli di varii paesi — di veder riunirsi, in Ginevra, nel 1861, un’Assemblea
generale dell’Alleanza evangelica, la quale facesse seguito alle Assemblee
generali di Londra, di Parigi e di Berlino; v’indicammo altresì i motivi
che agli occhi nostri legittimavano questo desiderio, e ci spronavano a procacciarne l’effettuazione ; e ricordando la fede che ci unisce, e collocandoci
sul terreno evangelico, a cui vogliamo costantemente tenerci, v’ invitavamo
a venire ad onorarci, e a consolarci colla vostra presenza, e col fraterno
vostro concorso.
Molte risposte ci furono quindi spedite da diverse parti, e da varie
chiese; e a noi riuscì assai dolce il veder la cortese premura colla quale
venivano accolte le nostre proposte. Appetto di tali manifestazioni ci è
dato lusingarci che le nostre Assemblee, sotto la benedizione del Capo della
Chiesa, il nostro amatissimo e onnipossente Salvatore, diverranno un mezzo
efficace per confermare la fede de’ Cristiani, per eccitarne la gioja e la speranza, per infiammarne quell’amore che deve unirli tutti in un sol corpo, e
serviranno a porgere al cospetto di tutto il mondo una testimonianza della
misericordia di Dio, e della potenza del suo Spirito.
Ed eccoci in oggi a rammentarvi il nostro invito, anzi a precisarvi meglio l’epoca e la durata delle nostre conferenze, e ad indicarvi gli argomenti
che verranno sottoposti aUe nostre discussioni, non ehe i nomi di quei fratelli che si offrirono d’introdurre questi argomenti col mezzo di rapporti.
Se in ogni tempo, e in qualunque circostanza la è cosa eccellente che i
fratelli si uniscano onde pregare insieme, e trattare in comune intorno ai
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glandi interessi del regno di Cristo, i tempi che corrono non costituiscono
forse por se soli una necessità assai più imponente perchè si facciano tali
adunanze? Da un lato, noi vediamo compiersi o iniziarsi i più grandi avvenimenti in Europa, in America e nell’Asia : l’avvenire politico delle nazioni si mostra aggravato di fosche nubi, senzachò ^i possa prevedere quali
destini stia il Signore preparando ai popoli ; — d’altra parte, ora più che
mai mostrasi imponente la lotta fra la luce e le tenebre ; ovunque si fanno
sentire i bisogni religiosi; l’intelletto umano si va proponendo molti dubbi!,
e gran numero di anime sospirano alla verità, o si confortano nel pensiero
di averla rinvenuta, mentre il peccato, la corruzione morale, lo spirito di
errore e di menzogna raddoppiano i loro sforzi e si rivestono di nuove forme
per combattere con maggior vantaggio.
Voi quindi riconoscete al par di noi quanto sia necessario che coloro, i
quali appartengono a Cristo e che vogliono adoperarsi con lui, si conoscano
vicendevolmente; riconoscerete altresì che tutte le forze del Cristianesimo
devono ravvicinarsi e sostenersi le une le altre, invece di starsene in un
isolamento, che le paralizzerebbe : riconoscerete pure come questo ravvicinamento prezioso ed importante debba essere favorito con tutti i mezzi ; e che
il fratellevole convegno, cui la bontà di Dio ci permette fissarvi, può riuscire a tutta la Chiesa di Cristo, non che per noi iu particolare, debole por ■
zione di questa Chiesa, un’occasione che risvegli e dia un nuovo impulso
nell’opera deH’Evangelo, e nei combattimenti sotto il vessillo del Salvatore.
E voi accorrendo numerosi in mezzo di noi, recandoci i vostri consigli, i
vostri lumi, i vostri incoraggiamenti, e sopratutto la vostra fede e le vostre
preghiere, voi ci farete del bene, e lo farete altresì a tutto il popolo di Dio.
E non solo i membri dell'Alleanza evangelica, ma invitiamo eziandio i
cristiani di ogni popolo, di ogni lingua, di ogni chiesa, uniti a noi nella
Fede nel Padre, nel Figlio, e nello Spirito Santo, Dio vivo e vero ; e sebbene noi siamo dispersi in varii paesi, e sotto diversi nomi, pure havvi tra
noi tutti, una grande unità spirituale, quindi ci tornerebbe dolce e salutare
il poterla gustare, e il manifestarla nelle nostre Assemblee. E a ciò due
cose riescono indispensabili : prima di tutto la costanza nelle preghiere,
affinchè il Signore si trov; in mezzo di noi, e ci dia, pel suo Spirito, d’essere
realmente un solo corpo ; poscia una grande vigilanza su noi stessi, onde,
malgrado alcune diversità di parere in cose secondarie, rimanerci in uno
spirito d'umiltà, di concordia, e di amore.
Le nostre riunioni comincicranno, permettendolo il Signore, il Lunedì
2 Settembre, e dureranno dieci giorni intieri con una seduta al mattino, cd
un’altra dopo mezzodì. Le sedute del mattino saranno consacrate ad argomenti di studio ; le secondo, in generale, alle diverse porzioni del campo
Evangelico. Ogni questione verrà introdotta con un rupprjrto in iscritto ;
indi un j^rimo oratore aprii-à la discussione, cui tutti gli astanti potranno
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prender parte. I rapporti in iscritto non dovranno oltrepassare la lungliezza
di tre quarti d’ora di lettura, e i discorsi dei primi oratori non dureranno
più di 25 minuti ; gli oratori fiuccessivi poi sono sommamente pregati a l'estringere il proprio dire fra i limiti d’un quarto d’ora.
Siccome però nel Giovedì 5 Settembre deve aver luogo una solennità
religiosa ginevrina, così non ci sarà alcuna seduta nel mattino di questo
giorno.
La Domenica, 1° Settembre, faremo un’adunanza di preghiere, onde implorare la benedizione del Signore sulle conferenze.
SperL-uno altresì ehe i fratelli riunentisi nelle nostre Assemblee prenderanno insieme a noi la Cena, nel giorno che più tardi verrà fissato.
Ecco il progi’amma delle nostre sedute, gli argomenti che vi verranno
trattati, e i nomi dei llelatori o dei primi Oratori che apriranno le discussioni :
Lunedì, 2 Settembre, seduta di apertura;
Discorso del Presidente del Ramo francese; discorso dei Presidenti o dei Delegati delle varie sezioni ; saluti di altri fratelli. — Allocuzione del Pastore
sig. Barde (Ginevra).
Martedì, 3 Settembre.— Dei Tnezzi suggeriti
dalla saggezza e dall'esperienza onde recare
il solo rimedio ejìcace ai mali risultanti
dalla mancanza di vita religiosa, e dallo
stato d^immoralità in cui si trova una parte
considerevole delle nostre popolazioni. Relatore ; il Professore signor RosseeuwSalnfc-Hilaire (Parigi).
Ci lusinghiamo che la questione verrà esposta da un oratore speciale por
ogni contrada, e specialmente per l'Inghilterra e per la Germania.
Mercoledì, 4 Settemb.— Usarne critico dello
scetticismo contemporaneo in Francia. Relatore; sig. Ernesto Naville (Ginevra).
Primo oratore; il Pastore signor Bastie
(Francia).
Giovedì, S Settembre....................
f^enr’rdl. 0 Settemlire, — Il carattere della
DOPO MEZZOm
H giorno del Signore e i mezzi migliori per
progredire nella santificazione. Relatore;
il sig. Professore Godet ( Nenehàtcl).
Primo oratore ; il Pastore sig. Fr. Coulin (Ginevra).
Opp-a delle missioni fra i Pagani, dopo V Assembla di Berlitìo. Relatore : il signor
Christ, Presidente della Società delle
Missioni (Basilea). Primo oratore; il
Pastore sig. L. Bridel (Vaud).
Israele e Gesi, Cristo. Relatore ; il Dottore
sig. Capodose (Olanda). Pruno oratore;
sig. William PetaveI (Neuchatcl) — Il
sig. Gaussen, Dott- in Tool. (Gine^•l•a)
non pui) assumersi di trattare l’argomento a motivo di sua salute.
Seduta italiana; l’Italia e il Vangelo. Relatore ; il Pastore sig. Meille (Torino).
Primo oratore ; il Prof. sig. Mazzarella
(Bologna).
Si parlerà a piacimento francese o
italiano.
Scuole della Domenica. Relatore; Rer. J.-C.
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Riforma e del Riformatore di Ginevra. Relatore signor Merle d’Aiibignè, Dott. in
Teol. (Ginevra). Primo oratore: il Professore Big. Herzog (Erlangen).
Saòbato, 7 Settembre.—La libertà religiosa
considerata come una garanzia dell'ordine
e della pace degli Stati. Eelatore : il Pastore sig. E. de Pressensé (Parigi) Primo oratore: il Pastore sig. Viguet (Ginevra).
Domenica, 8 Settembre.......
Lunedi, 9 Settembre.— Seduta inglese: —
Avvenire delle colonie di razza A nglo-sassone, sotto il punto di vista della divulgazione del cristianesimo evangelico in tutto il
mondo; e mezzi per renderne stàbile il successo.
I nomi del Relatore, e degli oratori,
Bcelti fr^ nostri fratelli d'Inghilterra,
di Scozia e d’Irlanda, verranno indicati più tardi.
Martedì, 10 Settembre. — Importanza dclV unione della dottrina colla vita per la
prosperità della Chiesa. Relatore: il Pastore sig. Bauty (Vaud). Primo oratore:
sig. Grandpierre, Pastore (Parigi).
Mercoledì, 11 Settembre. Seduta riservata
alla Svizzera tedesca : — Quali sono i
punti principali nei quali il razionalismo
attuale, e in particolar modo quello della
Svizzera tedesca, sia in opposizione col cristianesimo evangelico. Relatore : il Professore sig. Riggenbach (Basilea).
Giovedì, 12 Settembre. — DeUa fraternità
cristiana, e dei caratteri che deve avere la
polemica fra i cristiani. Relatore : sig. Agénor de Gasparin (Francia). Primo
oratore; il Pastore sig. Tournier (Ginevra).
Fletcher (Nuova-Jorck). Primo oratore; il Pastore sig. Paolo Cook (C'alais).
Seduta Americana (in inglese) : hìfiuenza
della libertà civile e religiosa sul cattolici,smo negli Stati-Uniti. Relatore ; Rev.
Dott. Baird (Nuova-Yorok).
Stato religioso dei popoli dell'Europa orientale, e deiVAsia occiiìenlale. Relatori : i
sigg. Fréd de Rougemont (Neuehùtcl),
e il Pastore sig. Monsoll (Irlanda).
Il movimento religioso in Germania dopo la
conferenza di Berlino. Relatore ; il Pastore sig. L. Bonnet (Francoforte). Primo oratore ; il Professore sig. Tholuk
(Halle).
Seduta riservata alla Germania : — L’organizzazione ne verrà precisata in seguito.
La lingua tedesca sarà usata nello
due sedute di questo giorno.
H risvcgliamento spirituale in tutta la Chiesa.
Relatore; il Pastore sig. Anet (Belgio).
Primo oratore; il Pastore sig. Fred. Monod (Parigi).
Riunione per le preghiere e pei saluti.
Noi ci lusinghiamo che molti fratelli de' varii Stati e paesi prenderanno
parte alle discussioni : anzi, dietro nostra domanda, molti ci promisero già
che non mancheranno ; e noi su tale promessa ci calcoliamo assai.
Preghiamo altresì quelli che a noi uniti coi vincoli di amicizia vorranno
aderire al nostro invito recandosi in persona aH’Assemblea, di farcelo presto sapere, onde possiamo noi pure disporre quanto torna necessario all’a
dempimonto dei doveri imposti dall’ospitalità.
llicevete, signori e fratelli carissimi, in un al nostro invito, l’assicurazione della nostra stima e del nostro affetto nel nostro amatissimo Salvatore.
In nome del comitato ginevrino dell’Alleanza evangelica :
Il Presidente Adriano Naville
(rue <lc8 Chanoines, 121)
Il Socretario, Davide Tissot.
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CORRISPONDENZA DELLA B. NOVELLA
Caro Signore e fratello,
Non mi provo a descrivervi la stupenda illuminazione di Firenze c dei
contorni, nella sera di domenica, in occasione della proclamazione di
Vittorio Emanuele, Ile d’Italia ; non vi dirò il solenne aspetto d’uua popolazione lieta e tranquilla, in mezzo alla quale non si sentivano che le
dilettevoli armonie di varie bande musicali, che in diversi luoghi della città
erano collocate. Felice chi, nella vita sua, può vedere festa sì grande, sì
degnamente celebrata !
Vidi tutto quello splendido spettacolo nel recarmi alla nostra'adunanza
che ebbe luogo come al solito, e vi dirò che non potei a meno di trattenere
i miei uditori dell’argomento della festa. Lessi il capo V del II Libro di
Samuele, ove è narrato come gli anziani di tutte le tribù d’Israele vennero
a David, in Ilebron, a riconoscerlo Re, e consecrarlo. *
L’analogia era manifesta a tutti. Come già durante il regno di Saul,
Davide era il condottiero del popolo, sui campi della vittoria, e la speranza
delle varie tribù, come nel venire a proelamarlo gli anziani dissero : « ecco
noi siamo tue ossa, e tua carne ; » così nel tempo della oppressione, Vittorio,
non volendo essere che il primo Soldato dell' Indipendenza italiana, aveva
fatto sudditi suoi d’affetto quelli che stavano ancora oppressi sotto altri
principi, ed i nostri deputati nel proclamarlo Re d’Italia, nel Parlamento,
potevano anche dirlo l’amato, l’eletto della nazione. Lungi da noi l’adulazione a chi ò innalzato, più lungi ancora l’ingiuria e l’insulto a chi è scaduto!
Ma egli è certo che noi non potevamo se non avere il cuore ripieno di gioja
e di vera adorazione per l’Iddio nostro ! Lungo può essere il regno dell’ingiustizia , e venire tardi la retribuzione , ma finalmente dopo Saul viene
Davide. I principi spodestati possono riflettere se veramente fossero nel
vero e nel giusto, aderendo ai consigli del Papa, del clero; se proteggessero
la religione cristiana, conculcando le più sacre libertà ; se mai erano illusi
nel tempo del loro dominio , possono attualmente , nel vedere Vittorio
Emanuele prendere il loro posto in mezzo alla gioja universale, ed all’ordine più peifetto, rientrare in se medesimi ed accorgersi che han peccato
contro a Dio c contro agli uomini, col loro preteso zelo religioso. Ed il Re
nostro cresciuto a tanta grandezza, per essere stato fedele alla coscienza,
alla verità, alla giustizia, anziché docile alle istruzioni del Cloro, si confermerà nella persuasione di non avere errato, tenendo quella via liberale.
Quaudo già Davide era stato unto Re sopra Israele, gii mancava soltanto
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più Sionne, la città posta .«¡ul monte, la vera capitale del suo regno.L’abitavano i Jebusei. Or che dicevano costoro.? Dicevano a David: « Tu non
« entrerai qua entro, che tu non ne abbi cacciati i ciechi, ed i zoppi, volendo dire : David non entrerà mai qua entro. » (v. (J.) Ma che avvenne?
In due parole cel dice la Scrittura : 4 Jla David prese la fortezza di Sion,
che è la città di David v. 7. — E David abitò in quella fortezza, e le poso
nome : la Città di David, v. 9,. » Non vi pare quasi una profezia di ciò che
deve accadere in Italia ?
Come insieme a David entrava in Sionne l’idea divina del Cristo, cui
egli era un tipo ed un profeta, voglia Iddio che sotto il governo tollerante
del Re liberale progredisca l’idea veramente cristiana, e trionfi sovra l’anticristiana che ora è rappresentata in Roma !
Firenze 19 5Iarzo 18Ü1
Vostro amico affezionato
Paolo Geymonat.
NOTIZIE RELIGIOSE
Torino — La quistione romana davanti al Parlamento italiano. — Le
interpellanze del deputato Audinot ofiFrirono al Presidente del Consiglio
r occasione di sviluppare in un ordinato discorso le seguenti proposizioni :
che r Italia ha necesità assoluta di Roma per poter costituirsi a nazione ;
che non si può andare a Roma contro la volontà dei Francesi, perchè
quando essi vennero ad ajutarci non si tacquero gli impegni che avevano
col Papa, e noi avendo accettato il soccorso francese senza protesta, ci siamo implicitamente obbligati a rispettarli ; che la società cattolica non ha
alcuna ragione di temere che la nostra andata a Roma o quindi l’abolizione
del potere temporale del papato abbia a nuocere aH’indipendenza spirituale,
perchè l'uno non fu mai di salvaguardia all’altro, ed anzi reciprocamente
si nacquero; che finalmente, l'unica soluzione possibile sta nella separazione assoluta dei due poteri temporale e spirituale, e nella proclamazione
della libertà della Chiesa che gl’ Italiani devono essere disposti a fare, quale
base fondanieutale della loro politica interna. (Oj.inione)
— Colletta a pro degli inondati dei Paesi-Bassi. — Una sottoscrizione
apertasi in seno alla Chiesa Evangelica italiana di questa capitale allo scopo
benefico di venire in ajuto ai danneggiati dall’inondazione in Olanda,
fruttò, compresavi la colletta al Tempio, la somma di fr. 7C3. Inoltre ci furono trasmessi, per lo stesso pietoso fine , fr. 80 per parte della nascente
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Chiesa di Casale ; fr. 65 por parte, dalla nasccutc Chiesa di Aosta, e fr. 5
dal signor Boero della Chiesa di Genova , in totale fr. 913 che vennero
fatti pagare al signor Moderatore della Chiesa Valdese, dal quale, insieme
coi doni di quest’ultima , saranno inviati al loro destino. Noi siamo sicuri
che altamente gradita riuscirà ai nostri fratelli Olandesi questa, benché debole testimonianza di simpatia giungendo loro dall’Italia, epperciò con tutto
il cuore ringraziamo quei nostri fratelli che con tanta prontezza e spontaneità risposero alla pietosa chiamata.
Favalb— Comecrazkme di tinu cappella — Sentenza di un tribunale.—
« Finalmente la nostra cappella è ultimata da tin mese, ed aspettiamo il
desiderato giorno della dedicazione ; il quale pare che non sarà prima del
prossimo Sinodo ; probabilmente il 30 Alaggio, secondo ci scrisse il nostro
caro signor Gay pastore a Genova. La piccola congregazione yedrebbe con
gran piacere quei sigg. e fratelli in G. Cristo che hanno visitato Favaie in
tempi di prova e di persecuzioni, rinnovare la loro gradita visita in mezzo di
essa. La loro vetiuta farebbe buona impressione ai favalesi, che hanno già
detto che i nostri correligionaij ci hanno abbandonati, e non ci visitano più.
« Il giorno 13 corrente ebbe luogo, in Chiayari, il pubblico dibattimento
nella causa iniziata contro certo Boitano Giovanni e due suoi figli, per ingiurie pubbliche contro il maestro e la scuola evangelica di Favaie: dal
quale ne risultò la condanna dei Boitano a fr. 200 di multa, e 5 giorni di
carcere. È notevole il discorso che, in quell’occasione, venne dal pubblico
ministero pronunciato :
« Lo Statuto, egli disse, apportatore di libertà e.di'uguaglianza è la vera
e fondamentale legge che garantisce la più preziosa delle libertà, quella di
coscienza. Con questo alto ed energico provvedimento dovrebbero cessare
gli odii, le rivalità, le inimicizie, le persecuzioni e gli antagonismi religiosi.
Egli è tempo che i cittadini siano riconosciuti uguali innanzi alle leggi ; e
cho rispettata sia perfettamente la credenza di ciascuno. La religione Cattolica non deve mai adoperare lo armi della brutta tirannide, dell' inquisizione , della viltà e dell’ ingiustizia per essere accettata e creduta ; ma
(quelle della ragione , della persuasione, dell' amore e della yerità. Sacro e
santo è il santuario della coscienza, e niuno può impunemente profanarlo.
« Che cosa è la religione ? Ella è un’intima relazione tra l'uomo e il suo
.Dio ; e nissuno ha il diritto di farsi intermediario tra il Creatore e la sua
creatura senza commettere la più grande empietà. È ormai vecchio il fanatismo, e non può più vivere, egli deve morire, e piaccia al cielo che mai
più non risufga a far spargere fiumi di sangue e di lagrime come ha fatto,
pur troppo, per parecchi secoli iu tutto l'universo, ecc. eco. » (da, lettera).
Che siffatti principii Vengano in un paese della Riviera di Genova proclamati da un pubblico funzionario, è questo un sogno dei tempi di cui non
poiisiamo ehe rallegrarci.
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Bkrgamo — Astuzia pretina. — I preti cd i loro aderenti, fatti accorti
come a poco giovasse ormai presso le popolazioni l'accusa d’e?-efi'co o di
fautore d’eresia, hanno cambiato tattica, e i propagatori dell'Evangelo si
studiano di rappresentarli alle popolazioni, quali forestieri, agenti secreti dell'Austria -mandati a bella posta onde far credere ai pinzoccheri e dalle donnicciole che il Governo l’ha contro la religione-e quelli che li accolgono come
altrettante spie austriache, cui per pietà di patria, bisogna dare addosso,
senza misericordia!!! La cosa pare incredibile, ma pur troppo e così; ed il
pili bello si è, che gli stessi fogli ehe passano ]ier liberali han dato nel laccio,
e si fanno essi pure propalatori di voci tanto assurde : prova ne sia l’Forno
di Pietra, giornale umoristico di Jlilano, il quale mentre porta alle nuvole i
protestanti di Bergamo, e si vale dell’essere del tutto muti i registri fiscali a
loro riguardo, per dare addosso ai preti, che non possono dirne altrettanto, si
scaglia poi a più non posso contro quei sedicenti missionarii valdesi capitati, secondo lui, da Brescia a-Bergamo, a fare quello che dicevamo più
sopra, vale a dire gli affari deH’Austria in Lombardia ! E di quest’astuzia
coronata di così buon successo, ebbe già a patire più d'una persona onorata
di Bergamo, e fra gli altri un rispettabile padre di famiglia, il signor 11. il
quale per essersi dichiarato seguace deirEvangelo venne a mezzo di cartelloni appiccati di notte tempo sulle cantonate, additato alla vendetta del
popolaccio quale spia austriaca, alla quale si doVea dare addosso senza veruna mercè. Ma se questa tattica è riuscita o riuscirà ancora per un po’ di
tempo, verrà pure il momento, noi lo speriamo, in cui la verità si farà strada, ed allora il popolo conoscerà uua volta di più quali siano coloro dai
(juali fino ad ora si è lasciato abbindolare.
Brbscia — Ritorno della tranquillità. — Siamo lieti di dare ai nostri
lettori la fausta notizia che dietro l’energico contegno di S. E. il Governatore e la ferma volontà dal medesimo altamente esternata che sia ognuno
lasciato libero nella sua coscienza, le adunanze evangeliche non vennero più
menomamente turbate, ed anziché scemare vanno crescendo nel modo più
consolante.
Pisa — Uno scandalo. — Leggesi nell’ Opinione del 29 corrente il seguente fatto che trovasi ugualmente riferito da parecchi giornali Toscani.—
« In Pisa il giorno della Domenica delle Palme, 24 corrente, accadeva
un fatto che avrebbe potuto causare serie conseguenze se l'intervento dei
mi. carabinieri, la pronta apparizione sul luogo della benemerita guardia
nazionale ed il fermo e moderato contegno della parte più intelligente della
popolazione non avese bastato ad impedire che si trascorresse a deplorevoli
eccessi.
« Si portava al sacro fonte un neonato che il padre malgrado l'opposizione del rimanente della famiglia voleva far battezzare nella Chiesa Valdese,
quaud’ecco alcuni (oredesi fra i parenti ) arrestare la carrozza, toglierne il
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bambino c portarlo in Duomo ove veniva battezzato secondo il rito cattolico. Compita la cerimonia gli autori del fatto si recavano alla Chiesa
Valdese gridando minacciosamente contro i protestanti.
« I IIK. carabinieri, appena ebber contezza del fatto, recaronsi sul sito
e la loro presenza bastò a far cessare le grida degli schiamazzatori i quali
al comparire del prefetto e della guardia nazionale stimarono miglior partito
sbandarsi e ritornare alle case loro ; e cosi l’ordine venne immediatamente
ristabilito.
« Sappiamo che la giustizia informa e che si procederà rigorosamente
contro gli autori di questo scandalo. »
Ecco, su questo proposito, iu quali termini il Prefetto di Pisa esternava
al Comandante della Guardia Nazionale la sua soddisfazione pel modo in
cui ossa Guardia si comportò in questa circostanza: il linguaggio deH’esimio
magistrato è troppo degno, perchè di questo documento vogliamo defraudare i nostri lettori :
« Jlbisirùaimo Signore,
« Superiore ad ogni elogio si è il contegno della Guardia Nazionale da
« V. S. meritamente comandata, che in pochi istanti rispose ieri all’appello
« in tal numero da ristabilire ben presto l’ordine gravemente perturbato da
« gente che, nemica della vera libertà, pretenderebbe, sotto il mentito colore
« di uno stolto ed ipocrito zelo religioso, di eccitare le ingenerose passioni
« di individui, che si comprano col danaro dei Giuda traditori.
(.( Essa secondando mirabilmente colla morale sua influenza le sollceitu« dini deir Autorità Governativa ; difeso e tutelò il gran principio della
« moderna civiltà, il principio cioè di quella religiosa tolleranza per la quale
« la libertà di coscienza dev’essere assicurata, ed ogni culto acattolico, am« messo e garantito nel suo esercizio dallo Statuto Costituzionale, deve es« sere rispettato da chicchessia, — Essa senza usare la forza materiale
« bastò a ricomporre la pubblica quiete : — ed io mi sento ora nel dovere
« di ripetere anche a V. S., come a viva voce potei avere la soddisfazione
« di farlo al fronte dei bravi Militi, quei sentimenti di riconoscenza e di
« stima che professo per una Milizia che mi ha dato sì ripetute prove di
« abnegazione e di zelo per il rispetto delle Leggi e pel mantenimento dol« l’ordine, e che lascia a quella nuova sopravveniente eccellenti tradizioni
« da servirle di buono e luminoso esempio.
« Quando la Guardia Nazionale, in nome dcU’ordine e della libertà, cor« risponde nella guisa che ha sempre corrisposto quella che è sotto i di Lei
<.< ordini, l’impero della Legge è bene assicurato; i Cittadini possono vivere
« sicuri dalla influenza delle malvagie passioni ; — od il fatto di ieri è uu
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« nuovo solenne riscontro della eccellenza e della codardia di quel pubblico
« consentimento pel quale i nemici dell’ordine o delle libere istituzioni do« Trebberò andar persuasi, che 6 impossibile il ritorno ad un passato, che
< ad onta dei loro sforzi parricidi non rimarrà che una ¡storica memoria di
« nota infame, — e che è opera stolta c perduta, ogni perfido tentativo che
« facessero per gittare il paese nella perturbazione.
« L’Autorità politica e la (Juardia Nazionale han fatto il debito proprio ;
« ora aU’Autorità giudiciaria alla quale sono stati denunziati gli autori e
t partecipanti del fatto d’ieri e le sono state fornite le prove, spetta di com
« piere l’obbligo suo, perchè coloro che con quell'attentato violarono la li« berta di coscienza e di culto ed oifesero la maestà delle Leggi, nc paghino
« il fio colla pena che si gono meritata: — gli onesti cittadini debbono at« teuderc dalla giustizia del Tribunale Ordinario la riparazione di un male
« di cui ora non rimane che la dolorosa reminiscenza.
« Voglia pertanto, signor Comandante, farsi organo di questi miei senti« menti verso gli egregi suoi Compagni d’Arme, e dica loro in mio nomo ■
€ che allorquando trascorrerò le file della nuova Milizia ricercherò i Militi
« della vecchia G. N. onde additarli per esempio ai novelli venuti.
« E con di.stinta stima ho l’onore di confermarmi
« Di V. S. Illustrissima
« Pisa, dalla R. Prefettura, li 25 marzo 1861.
« Dei). Ossequiosissimo Semifore
« Il Prefetto S. Luciani. »
Una corrispondenza degna di ogni fede, ma giuntaci un po’ tardi per
essere pubblicata in questo numero, mentre rettifica alcune inesattezze incorse nel resoconto dei giornali, ci dà sull'accaduto particolari iuteressanfissimi ; la pubblicheremo, a Dio piacendo, nel numero venturo.
Livorno — Il Conte Spannoccìd; rifiuto di sepoltura. — Il di 9 del corrente
mese moriva in Livorno il conte Girolamo Spannocchi, ten. colon, di fanteria
in ritiro, nativo di Siena, il quale fin dal 20 dello scorso gennajo dava alle
stampe una sua : rispettosa dichiarazione nella quale, in previsione della
sua morte che stimava non lontana, faceva noto non che alla sua famiglia,
ai suoi conoscenti ed amici la determinazione da lui presa fin dal 1852 di
dipartirsi dalla Chiosa Cattolica Romana per unirsi alla Chiesa Evangelica.
Valdese, fedele conservatrice, egli dico, della primitiva legge cristiana, ed
avente in Italia vetustissima sede, e ciò dopo essersi profondamente convinto
che l'unica speranza di salvazione dei moHali, si dehlia riporre in Gesù Cristo, il quale al dire di S. Paolo, è il solo intermediario fra l’uomo e Dio.
Alle autorità di Livorno parve sufficiente questa dichiarazione e Tessere
il conte Spannocchi morto coll’assistenza spirituale, non di un prete, ma
dal pastore valdese, sig. Ribetti, perchè gli si niegasse la sepoltura nel Camposanto comune, cosicché senza la generosa ospitalità che dai cristiani in-
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glesi venne data nel loro proprio cimitero alla salma del Conte, questa
sarebbe stata seppellita chi sa dove? Lo stesso avvenne giovni dopo in occasione della morte di una bambina di tre anni cui si negò del pari la sepoltura nel cimitero comunale, quantunque figlia di genitori Livornesi, in guisachè un’altra volta ai forestieri si dovette ricorrere. E tali sconci avvengono nella seconda città della gentile Toscana, nell'anno 1861, non all’insaputa, ma col concorso anzi, d’ordine delle autorità governative ! !
Davvero che di un gran progresso, in fatto di libertà religiosa, noi possiamo vantarci, quando si devono verificare fra noi casi come questi due
che abbiamo riferiti, e che nemmeno in Turchia sarebbero tollerati. Il signor Ribetti ha testé sporto al Municipio Livornese un energico ricorso
(che il difetto di spazio ci vieta di pubblicare in questo numero, ma che sarà
pubblicato pili tardi), acciò cessi al più presto un tale scandalo, e non abbiano
cittadini italiani, morti in patria, da chiedere ai forestieri l’elemosina di uu
pezzo di terra onde riposare le loro stanche membra, per Tunica ragione
cho stimarono meglio di morire in una religione cui credessero, piuttostochè
in una religione cui da anni ed anni forse non appartenevano più che per
la forma.
Sicilia — Il Protestantismo a Palermo. — Sotto questo titolo leggesi
ncW Armonia del 26 corrente la seguente notizia, che non sappiamo quanto
contenga di vero, ma cho evidentemente ha fatto soave impressione nell’animo spesso inacerbito della nostra consorella :
« La numerosa gioventù, che attende agli studi nell" università di Palermo, mal soffrendo che tante bibbie protestanti e libri irreligiosi ed osceni
fossero portati sfrontatamente a vendersi nel vestibolo sinanco di essa e por
tutte le strade della città, cacciò i venditori da quel luogo, addetto a Minerva, e foggiò una supplica di gran risentimento, implorando dal Governo
che avesse a far cessare quello scandalo, altrimenti avrebbe adoperato il
bastona contro i venditori. Poco dopo entrò un emissario straniero, eretico,
protestante, cho, insinuatosi nell’ amicizia di un giovane studente, gli sug-^
geriva aperto disprezzo contro la nostra religione. Il giovane allora lo consegnò alla furia de’suoi condiscepoli che l’avrebbero accoppato, se non fossero accorsi i prefetti a salvargli la vita. »
Woigt Giovanni gerente
SCUOLA NORMALE PER LE ALLIEVE INFERMIERI
A LOSANNA (Svizzera).
Il quinto corso, permettendolo Iddio, si aprirà per le allieve infermieri
nel 1° giorno del Maggio prossimo venturo, e durerà sino al .SI Agosto. Il
mantenimento e le lezioni saranno gratuite. Le domande di amraessiono
dovranno venir indirizzate ( franche di posta ) il più presto possibile, e non
più tardi del 15 venturo Aprile, al sig. Mailer, antico pastore, Cité-Dessous,
Losanna, acoommpagnate da raccomandazioni o da attestati di salute, di
capacità e di pietà, rilasciati dai rispettivi pastori, o da altre persone conosciute e competenti. , .
TOUTNO — Tipografia CLAUDIANA, diretla da R. Trombetta.