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Quindicina! e
della Chiesa faldese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le qua^ avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
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y^nne IjXXXIV ~ Num. 31
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ABBONAMENTI / ^ rinterao I £a» « JLu Lucm; L. jitSM per rinterno | Spedia. abb. paatale II Grappo
\ L. 1200 per resterò 1 L, 'il8S0 pa l’estero | Cansbio d’indirisao Lire 40,—
TORRE PELLICE — 8 Ottobre 1954
Aoimin. Claadiana Torre Pellice - C.C.P, 2-im57
M ESSAGGIO
deir Alleanza Presbiteriana
« De nos jour, en tous pays, beaucoup d’hommes sont remplis d’inquiétude: pour leur sécurité économique, pour la stabilité de leurs institutions, pour l’avenir de leur pays;
il ont peur de la guerre qui saperait
les fondements de notre civilisation,
peur de la vie elle-même, peur de la
mort comme si elle était le mal suprême.
Et à un grand nombre de nos contemporains, Christ semble n’offrir
aucune espérance. Nous confessons
que même dans ce qu’elles ont de
meilleur, nos Eglises reflètent si pauvrement la lumière de Celui qui est
la lumière du monde, que leur vie
manque à tel point de ce sel qui doit
faire leur saveur, que les multitudes
eu sont venues à chercher ailleurs le
hcns de la vie, leurs devoirs, leurs
certitudes.
Cette situation constitue, pour
nous qui avons foi en Christ crucifié,
résuscité et glorifié, un pressant ap
pel à vivre et à enseigner cette foi ■—
afin que les hommes puissent voir en
Christ leur seule vraie espérance, le
seul vrai remède à leurs angoisses —
et à rendre témoignage, de telle sorte
que nul ne se détourne de l’espérance chrétienne par notre faute. Car
toute espérance autre que celle qui se
fonde en Lui succombera devant les
limitations et les drames de la vie, ou
se brisera sur le roc de la justice éternelle de Dieu.
C’est pourquoi nous vous exhortons à prendre garde à la Parole vivante de Dieu, telle quell’elle vous
parvient à travers l’Ecriture.
(c Appelez le monde entier à JésusChrist.
Réparez les divisions des chrétiens.
Aimez tous les hommes, même
vos ennemis, sachant qu’eux aussi
sont appelés à devenir des enfants de
Dieu. Luttez pour abattre les barrières raciales, pour établir la compréhension entre les classes et les
peuples, pour pro<^er à tout homme la possibilité d^.jouir de sa part
des bontés de DieÀ^ de gagner sa
vie et celle de sa faille.
Travaillez avec cwx qui cherchent
à établir la paix ^ la justice entre
les peuples, sachajs. que l’insécurité
persistera et qu’il ^’existera aucun
moyen d’éviter una.catastrophe irrémédiable tant que les forces nouvelles que nous devons aux découvertes scientifiques et aux progrès techniques, ne seront pas mises au service du bien de l’hpmanité et plutôt
que de sa destruefjon.
Soyez souniis au gouvernement du
pays que vous halgtez, vous rappelant cependant que dans tout conflit
d’autorité, le chrétien doit obéir à
Dieu plutôt qu’aux, hommes.
Donnez de vous^iêmes et de vos
forces pour le royaume de Dieu et
sa justice, et ne v<^ attachez pas à
vos biens eomme si votre sécurité en
dépendait et si votrg vraie joie repo.
sait en ce qu’apporte la fortune.
Priez sans cesse. ,
Quoi qu’il arrive, souvenez-vous
des paroles d’autrefpis: Ne vous ai-je
pas dirigés? Fortififee-vous et prenez
courage: ne soyez pas inquiets ni abattus, car le Seignfur votre Dieu est
avec vous partout oh yoiis irez ».
Protestantesimo in mdircia
L’apposito comitato nominato
per la scelta delle candidature al
(Jonsiglio di Presidenza del movimento ecumenico per il prossimo
quinquennio propose, fra gli altri
nomi, anche quello del vescovo liberto Barbieri della Chiesa Metodista del Brasile. Poiché queste nomine tengono conto di vari elementi,
olire alla fama del candidato, viene
da chiedersi come mai il rappresentante del movimento metodista sia
stato questa volta scelto non più nell’America del Nord ed in una figura di primo piano internazionale come quella del vescovo Oxnam, ma
fra i dirigenti del protestantesimo
Sud Americano. Indubbiamente la
risposta si può avere in un giudizio
di un competente il quale ci presenta il Brasile come « un campo di missione in eui il protestantesimo si ma.
nifesta straordinariamente rigoglioso
anzi uno dei più attivi del mondo
intero ».
Il Brasile è forse un paese che è
molto lontano da noi, lontano non
solo per la distanza., ma soprattutto
per l’ignoranza nostra dei problemi
e della possibilità che caratterizzano
la vita di quel paese. Abituati a considerare il Sud America (forse eccet.
tuando l’Uruguay... perchè lo cono^
sciamo un po’ di più a causa dei Val
desi che lo abitano) solo come un as
sieme di republichette che non han
no altra fimzione che quella di pre
parare ogni quindici giorni una pie
cola rivoluzione in sedicesimo, igno.
riamo che il Brasile è un immenso
paese altrettanto ricco di beni natu
rali degli Stati Uniti, e più ampio d
questo, ma abitato solo da una po
polazione di cinquanta milioni di
abitanti; un paese però in marcia
che registra ogni annd degli svilupp:
prodigiosi nei vari campi di attività,
un paese in cui vi sono le città più
moderne che si possono immaginare
e dove tutto procede a ritmo dinamico. Dicono i conoscitori che vi è
qualche cosa di sconcertante in quel
paese: si sente la pienezza di vita e
l’esuberanza di un popolo in periodo
di sviluppo, con il bene e il male che
questo fenomeno porta inevitabilmente con sè. E questo fenomeno si
ripercuote anche, inevitabilmente,
nella vita spirituale di quel popolo.
Il vecchio cattolicesimo è in crisi in
quel paese. ÀpparenteUlèftte'é'àùc’tf- y
ra forte, molto forte: quando si trat.
ta di processioni, di cerimonie coreografiche si presenta ancora come una
notevole potenza e le statistiche (vedi per esempio il De Agostini), ci
parlano ancora del 95% della popolazione che appartiene alla Chiesa
cattolica Romana, ma statistiche più
accurate fanno scendere al 10% della
popolazione i cattolici veramene attivi, al 50% della popolazione coloro
che in qualche modo aderiscono alla
vita della Chiesa. Se il cattolicesimo
è anche lì in crisi varie ne sono le
ragioni, alcune di indole generale
altre di carattere particolare: va notata per esempio la carenza di preti
per cui mentre negli Stati Uniti si ha
unprete ogni 600 persone, in Brasil
si ha un prete solo ogni seimila persone. E le vocazioni mancano sempre di più e la crisi si aggrava del
continuo. Vi sono in grandi città settori notevoli affidati ad un solo prete
con una sola Chiesa e quivi l’indifferenza cresce e alle volte si aumentano ancora le tendenze superstiziose
che si manifestano per esempio nel
numero impressionante di persone
che cercano nello spiritismo un surrogato della religione e la soluzione
del problema della vita.
Si comprende facilmente d’altro
lato in un popolo esuberante di vita,
ansioso di crearsi una strada l’intenso desiderio di una chiarificazione spirituale: non si può costruire
realmente un avvenire se non si sa
quello che si vuole se non si ha una
chiara visione del valore della vita:
in questo clima la predicazione evangelica ha avuto notevoli possibilità di affermarsi: il Brasile è certamente uno dei paesi in cui più giustamente che altrove si può parlare
di un protestantesimo in marcia. Da
lunghi anni sono all’opera movimenti di varia origine: alcuni provenienti dall’Europa, daUa Germania Luterana, dalla Svezia, dall’Inghilterra
Anglicana e Metodista, altri provenienti dall’America del Nord soprattutto Presbiteriana e Battista, altre
opere hanno assunto col tempo un
carattere nazionale; sono rappresentati cosi i movimenti Presbiteriani,
Luterani, Episcopali, Metodisti, Pentecostali, Mennoniti, dell’Esercito
della Salvezza; le ntaggiori opere
‘ q>erÒ eòRabéràtìb iffalerhaSuènfe e sòn
riunite in un Consiglio Federale.'
Molta importanza è stata data alla
istruzione e una parte delle migliori
scuole, compresa la famosa Scuola di
Agricoltura di Lavras sono direttamente congiunte alla attività deUe
Chiese: buona parte delle classi dirigenti del Brasile formano così la
propria cultura ed educazione nelle
scuole protestanti. Anche la cultura
Biblica è ih continuo sviluppo e vi
sono già 14 Scuole Teologiche e 14
altre scuole bibliche in cui si preparano evangelisti ed altri operai della
Chiesa. Grande sviluppo hanno pure le opere di beneficenza specialmente orfanotrofi ed asili per i vecchi.
Il grande progresso del protestantesimo in Brasile ha avuto inizio specialmente dopo la prima guerra mondiale. Poche cifre possono chiarirci
la situazione: nel 1925 i Membri comunicanti erano 70.000, salgono a
170.000 nel 1938 per raggiungere
dieci anni più tardi la cifra imponente di quasi mezzo milione di
membri iscritti con una popolazione
evangelica che supera 1.600.000 persone. Per valutare meglio queste cifre basti dire che nel 1925 i protestanti nel Brasile erano circa un terzo di quelli Italiani, oggi sono dieci
volte tanto. Marc Boegner che alcuni anni fa ha visitato quelle Chiese
ne è rimasto ammirato : vi è in quelle comunità una meravigliosa forza
espansiva, e le visioni evangelistiche
sono di meravigliosa ampiezza: si
costruiscono templi dove non vi sono ancora Membri di Chiesa, e se
l’assieme delle comunità superano i
sei mila esse raggiungono anche il
centinaio in una sola delle maggiori
città. I Pastori brasiliani raggiungo;
no la bella cifra di 1.100 di fronte
ai quali vi sono meno di duecento
Pastori provenienti dall’estero.
Sono cresciuti nel folto!.
isà F
• ••
A furia di fame ricerca negli anfratti della Rocca Bòra e tra i
cespugli del Brouard, ho finalmente trovato gli arbusti che cercavo r
certi aceri — detti anche falsi platani — dalla foglia che assomiglia
a quella della vite — i quali aceri presentano una caratteristica interessante: queste foglie sono verdi al disopra e vinacee al disotto,
cosicché, quando soffia il vento, l’assieme della pianta assume un graziosissimo colore arancione.
Ho sradicato quattro di questi piccoli aceri e li ho ripiantati nei
pressi della mia ciabota; sono stati bravi; hanno attecchito tutti e
quattro.
Piccoli per modo di dire: sono giovanissimi: sei o sette anni;
ma il fusto — alto quattro o cinque metri — è così esile, così gracile,
così sottile che l’ha notato persino Micaela, la mia nipotina di tre
anni,
— Guarda, Nonno, come sono lunghi e magri; si tengono appena in piedi. Perchè?
— Sono cresciuti nel folto!...
« « !H
Così è difatti,; quelle piante sono nate nell’intrico di molti altri
arboscelli; invano limino cercato di espandersi. Strette com’erano da
ogni parte all’intorno, impossibile cacciar fuori dei rami. Allora hanno concentrato tutta quanta la vitalità nella sola direzione che poteva
assicurare loro la luce e la libertà di espandersi, cioè la realizzazione
delle loro possibilità; hanno puntato risolutamente verso l’alto, dove
una piccola macchia azzurra assicurava loro uno scampo. E co^ sono
cresciuti; lunghi, esili, magari, un po’ contorti. Ma, ora che, tutto
intorno, c’è spazio vitale si sviluppano normalmente e cresceranno
forti e rigogliosi.
* * *
La piccola macchia azzurra — in Alto — dove certamente si trova
uno scampo.
Di rado mi s’è affacciata così evidente al pensiero la necessàtà e
l urgenza di possedere — ad ogni costo — un ideale a cui ispirare la
propria esistenza,
., mi» iséer-ia-tistica,'scien
tifica, filosofica, politica, religiosa: ima fede che sia in grado — cioè
che abbia la possibilità e la capacità e la potenza — di esercitare sulI orientamento della nostra vita un.’influenza decisiva: un’azione tale
da far scattare, nell’intimo nostro, la molla dell’entusiasmo e da provocare, nella nostra coscienza, delle impegnative e durature risoluzioni.
Anche noi siamo dei deboli arbusti cresciuti nell’aridità degli anfratti e nel folto dei cespugli! Nella ” selva selvaggia ed as.pra e forte ”
smmo pressati ogni giorno, da ogni parte, da influenze contrarie, da
incertezze, da preoccupazioni, da dubbi, da osservazioni. Ed. ecco —
intorno a noi — il prodotto di questa ansiosa influenza alla quale non
si contrappone alcuno slancio verso l’Alto; la gente senza fiato, senza
fibra e senza midollo; gli scettici, gli scanzonati e gli abuMci; gli inerti,
gli sfiancati e gli sfiniti...
Non smtno tutti costoro guardare in Alto dove appare sempre un
lembo di azzurro, non più grande — alle volte — del palmo della mano; ma che pure è lembd di cielo...
E, attraverso l’azzurro, penetrano nel folto i raggi del sole e rischiarano lo strato d’ombra. Per quel passaggio l’anima prende contatto •— nel libero spazio — con tutto il cielo. Mediante le energie misteriose dello Spirito, essa entra in comunione con ciò che di gran
lunga l’oltrepassa: l’Infinito e l’Eterno.
Giovanni E. Meille.
Naturalmente in Chiese che sono
in rapido progresso vi sono dei pericoli: il pericolo della superficialità
è certamente uno dei maggiori e la
emotività può facilmente prevalere
sulla fede saldamente fondata ; il Corpo Pastorale può essere raccolto senza adeguata preparazione e qpiìndi
diventare un pericolo per l’opera nel
suo assieme; le Chiese Brasiliane sono perfettamente consapevoli di que
sti pericoli e sono fortemente preoccupate di dare una salda struttura
alle Chiese, una buona preparazione
ai Pastori. La liturgia è ancora, in
molte Chiese, embrionale; anche in
quelle che pure per tradizione denominazionale dovrebbero èssere inquadrate in una rigida liturgia come per esempio le Chiese episcopali
le chiese si rendono però conto che
vi è nella vita religiosa qualcosa ancora più importante della rigidità liturgica e, pur senza rinunciare alle
proprie caratteristiche denominazionali, accettano le esigenze attuali lavorando lentamente alla maturazione
delle Chiese.
Non va dimenticato che il fenomeno brasiliano non è un fenomeno
assolutamente unico; il Brasile è un
po’ il segno di tutta un’opera che si
svolge nell’America del Sud : quando
pensiamo alle nostre Chiese nell’Uruguay o dell’Argentina dobbiamo
pensare a Chiese che sono in marcia
a chiese che sentono una preoccupazione evangelistica, forse non nella
proporzione delle Chiese del Brasile,
ma certo in modo che deve imporsi
alla nostra attenzione.
Mentre nel vecchio continente europeo, si ha l’impressione che molte
volte il protestantesimo stia segnando
il passo, stia lottando per superare
una crisi che incombe un po’ su tutto
il mondo cristiano non si deve di
menticare che vi sono invece dei settori in cui il protestantesimo è nettamente in marcia e quindi molto giustamente si è voluto che quei movimenti fossero rappresentati alla presidenza del Consiglio Ecumenico: salutiamo quindi con gioia il Vescovo
Barbieri l’esponente del vivente protestantesimo sud americano, come
salutiamo con gioia il Vescovo indiano Juhanon rappresentante delle giovani Chiese, sorte dai campi di Missione; ma questo è un altro discorso
su cui forse non sarà male di ritornare in altra occasione. A. Ribet
CONCORSO
Il Comitato Editoriale della Libreria
Claudiana bandisce un concorso per la
pubblicazione di brevi studi biblici (circa
30 pagine come gli opuscoli della serie po.
lemica già editi dalla Claudiana), su:
a; figure di.credenti nella Sacra Scrittura;
b) presentazione di singoli libri della Bibbia;
cl spiegazione e commento dei brani più
importanti della Bibbia: profezie, parabole, discorsi di Gesù, ecc.
I lavori dovranno pervenire alla Libreria Claudiana non oltre il 31 Ottobre prossimo, possibilmente scritti a macchina in
duplice esemplare. Ogni lavoro dev’essere
contraddistinto da uno pseudonimo ripetuto su una busta chiusa, contenente U nome
e l’indicazione dell’autore.
Agli autori dei manoscritti vincitori verrà attribuito un premio di L. 3.0Ò0.
2
» *
2 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
m M'Üf
'm^‘ Ì0* 1^
(c.:I'^
Problemi d'oggi
Le entrate insufficienti
In autunno, con i libri scolastici e
le tasse da pagare, la spesa per il riscaldamento da affrontare, gli indumenti caldi da preparare, le provviste per V inverno, la famiglia di modeste condizioni economiche è posta
più realisticamente_che mai di fronte ad un problema quanto mai attuale; quello delle entrate insufficienti. E’'vero che tale problema è
alquanto relativo: con la stessa somma disponibile e con un numero uguale di componenti, una famiglia
riesce ancora a risparmiare ed un’altra invece si inabissa sempre più nel
mare tempestoso dei debiti. Per poter fare un’esatta valutazione del
problema bisognerebbe tener conto
di parecchi fattori: condizioni ambientali, capacità lavorativa ed amministrativa, salute e, non ultimo,
clima spirituale e morale della famiglia stessa.
Pur tuttavia, in questa nostra società che non è più a tipo patriarcale ma industriale, mentre ci sembra che la famiglia, dal punto di vista economico {anche se unicamente
da quello) ne dovrebbe avere il suo
tornaconto, il problema permane in
tutta la sua gravità.
Come rimediare ?
Si comprende facilmente che ”tirer le diable par la queue” secondo
la pittoresca espressione francese
non sorrida a nes.suno, e che piuttosto di mangiare sempre patate al posto della carne, rivoltare gli abiti destinandoli ora ai figli maggiori ora
ai minori fino a completa usura della stoffa, rigirare a lungo il biglietto da mille nelle mani prima di deciderne l’impiego, si preferisca cercare il modo di aumentare le entrate. Per una famiglia i cui figli non
sono ancora in grado di guadagnare,
vi sono tre modi leciti di raggiungere lo scopo: il caso, il lavoro supplementare del capofamiglia, il lavoro
extracasalingo della donna.
Il lavoro del padre
Non possiamo evidentemente dare un peso ai guadagni del caso: lotterie, totocalcio... ecco altrettanti
mezzi assai aleatori per risolvere il
problema economico. Per un caso risolto felicemente, quante delusioni,
quante sorprese sgradevoli, quanto
danaro speso inutilmente! Senza
contare che il risultato stesso, benché perfettamente lecito secondo la
morale corrente, non risponde tuttavia a quei criteri di serietà che costituiscono la solida base di ogni situazione materiale.
Normalmente, con il suo lavoro, il
padre dovrebbe poter provvedere alle necessità del nucleo familiare. Ma
se questo non si verifica e se non gli
manca la capacità lavorativa, gli sarà forse possibile, all’infuori della
sua normale occupazione, consacrare qualche ora ad un lavoro supplementare. A seconda della sua preparazione tecnica o culturale, egli potrà dedicarsi ad un lavoro manuale
(quanti operai, tornati a casa, si trasformano in agricoltori, in artigiani
o commercianti!) o a qualche occupazione intellettuale (lezioni, piccolo impiego privato ecc.).
E’ tuttavia importantissimo, per il
bene materiale stesso della famiglia,
non trascurare il fattore salute. Questa non sempre permette ad un uomo una doppia occupazione lucrativa. Il lavoro retribuito esige senso
di responsabilità, quindi tensione
nervosa, sicché la stessa occupazione, mentre potrebbe rappresentare
per il padre un piacévole diversivo,
se viene invece considerata come un
obbligo potrà anche trasformarsi in
giogo pesante ed abborrito. E se tale occupazione dovesse avere come
conseguenza uno scompenso fisico
non rappresenterebbe più, dal punto di vista materiale, un buon affare
per la famiglia.
Il lavoro della madre
Mentre é ormai da tutti accettato
il lavoro retribuito di una donna che
non abbia responsabilità materne,
molto più discusso é il lavoro extracasalingo della madre. E’ questo, infatti, un problema assai complesso.
Non é sempre il desiderio di aumentare le modeste entrate familiari che
spinge la madre a riprendere la via
della scuola, dell’ufficio o della fabbrica. Essa non ha forse una particolare predilezione per quel lavoro
di casa estenuante ed ingrato, ed ha
l’impressione di attribuirgli un’importanza esagerata consacrandogli
tutto il suo tempo. In quanto ai figli, passati i primi mesi dell’allevamento, non esistono forse dei nidi
perfettamente attrezzati o delle vicine servizievoli? Tale madre é generalmente criticata dalle persone ben
pensanti, ma nelle attuali contingenze sociali non ci sentiamo di pronunciare un giudizio.
Se è vero che la madre é, per tradizione e per doti psicologiche, la
guardiana dell’intimità del focolare,
é altrettanto vero che oggi tale vocazione è spesso considerata un lusso
che non tutte le donne si possono
ancora pagare. Questo è un male, evidentemente, ma ne sono responsabili più gli sviluppi politici, sociali
e culturali del nostro tempo che non
la donna stessa.
D’altra parte la donna che non lavora soltanto in casa, vede il suo orizzonte allargarsi e non sempre a
detrimento delle sue doti femminili: ne risulta una comprensione più
grande per i problemi umani ed una
capacità lavorativa più evoluta. Non
di rado la donna che lavora fuori casa trova ancora il tempo di leggere
e di coltivarsi a preferenza di colei
che vive chiusa nel suo piccolo mondo familiare. E se é permesso, anzi
richiesto, alla contadina di accompagnare il marito ai campi partecipando alla dura fatica dell’agricoltore, o alla moglie del commerciante di rimanere dietro al banco per
aiutare nella vendita, perché vogliamo impedire all’operaia o alla professionista di fare altrettanto?
Non dimentichiamo tuttavia che il
lavoro extracasalingo della madre,
se non rappresenta un atto di collaborazione con il marito, può portare ad una dissociazione di interesse
dei coniugi con tutté le conseguenze
deleterie che si possono facilmente
immaginare. Se a questo aggiungiamo che le forze di una madre non
sono inesauribili e che una donna,
se deve contemporaneamente assolvere molti compiti, corre il rischio
di compromettere seriamente la sua
salute, vedremo facilmente a quali
pericoli può essere esposta la famiglia.
Non sottovalutiamo il bene prezioso di una vita serena ed armoniosa,
pur nelle strettezze economiche;
non facciamo della vita familiare un
convulso alternarsi di orari, impegni, occupazioni che mettono a dura prova il nostro sistema nervoso.
Il danaro che la madre porta a casa contribuisce veramente al bene ed
alla gioia della famiglia? Ecco una
domanda che potrebbe essere un problema economico. Se il lavoro della
madre deve essere fonte di stanchezza nervosa, di incomprensione coniugale, se porta in seno alla famiglia una visione troppo materialistica della vita, sarà meglio allora affrontare qualche privazione per salvare la compagine familiare. Poiché
una cosa è essenziale; a traverso il
dedalo tortuoso che é talvolta il cammino della vita, conservare quei valori spirituali ehé nessuna miseria
materiale é ormai riuscita a distrug
Rentrée des classes
gere.
D. Bert
Il y a quelque chose de changé
depuis ce matin. On parlera de cette
journée dans hien des années encore et on dira :
— Te souviens-tu? Il faisait beau
ce jour-là. Et toi qui lie voulais jamais mettre de tablier, tu en as réclamé un. Tu voulais porter toi-même ton cartable neuf dans lequel la
boîte et ses crayons faisaient un bruit
de tirelire.
Ce matin, Léna est allée en classe
pour la première fois.
Hier soir, Jean-Pierre m’affirmait:
— La petite pleurera certainement. Tu devras te montrer ferme,
décidée. Il ne faudra pas la ramener
à la maison.
J’ai dit: — Elle est encore si petite. Si nous ne la mettions qu’un demi-jour...
Et ce matin, Léna est partie vaillamment. Pendant que je songe
qu’elle va ramener à la maison les
oreillons, la rougeole et des manières de garçons manqués — elle qui
Il giornale della domenica
-.a T ^ _n . T7_n* .. Il
Sento cigolare il cancelletto del
cortile e mi affaccio alla finestra: il
postino ha lasciato un giornale sul
terzo gradino delle scale (da noi in
campagna si fa così perchè non esistono cassette per le lettere). E’ venerdì: dev’essere l’Eco delle Valli.
Scendo a prenderlo e, invitata anche
da un bel sole autunnale, non resisto
alla tentazione di posare un momento la scopa e sedermi sul gradino stesso per dare un’occhiata ai titoli.
Prima le notizie: toh, guarda,
danno finalmente il resoconto delle
feste del XV Agosto... e siamo alla
fine di Settembre. Ma c’è stato il Sinodo, e poi il giornale esce solo due
volte al mese....
Scuola Latina di Pomaretto... Collegio Valdese: con soddisfazione riconosco alcuni nomi. A Giugno vi
erano pochissimi promossi, ora molti di più. 1 ragazzi avranno studiato
bene durante l’estate, oppure gli insegnanti hanno voluto essere benevoli?...
Prangins... un nome che ho già
sentito., ah sì, la « Glorieuse Rentrée », i nostri amici svizzeri., un esempio di solidarietà nel presente e
nel passato...
<( Il Sinodo del 1954 è stato definito dell’autocritica ». Cosa vorrà dire?... Penso alla parola automobile,
so che l’hanno chiamata così perchè
si muove da sè, non c’è nè da spingere nè da tirare... dunque autocritica vorrà dire « farsi la critica da
sè » senza limitarsi a farla agli altri,
senza aspettare che ce la facciano gli
altri... ma questo è importantissimo,
siamo forse sulla buona strada finalmente...
Ministeri femminili... sono perplessa, il mio pensiero corre al no
stro pastore che non vedrei volentieri sotto sembianti femminili. Eppure mi sarebbe piaciuto, un tempo,
sentirmi maggiormente impegnata
al servizio del Signore...
Gioventù valdese... pare che Agape stia diventando sempre più un
centro di interesse per i giovani di
tutto il mondo...
Torno alla prima pagina : Una Bibbia annotata. E’ stata trovata una
Bibbia tutta commentata a igano, ai
margini e nei fogli bianchi. Un lavoro paziente e profondo ad un tempo. Un modo di rifare il corso di ca
techismo. Ecco un articolo di quelli
che la mia nonna leggeva lentamente, meditandovi sopra, la domenica
pomeriggio, seduta all’ombra del
grande tiglio. « Perchè vedi, mi diceva, solo la domenica pomeriggio
noi in campagna siamo abbastanza
liberi e riposati per imparare veramente qualcosa da una lettura ». Rivedo la sua candida cuffia, il suo viso serio, assorto nella lettura del
prezioso giornale della domenica...
tc L’Eco delle Valli »... il giornale
della domenica che non ha nulla da
vedere con il lavoro della settimana... ». Qui, evidentemente l’espressione ha un significato diverso: il
giornale della domenica, come l’abito della domenica... ma è poi tanto
male possedere un abito delia domenica non ancora macchiato, non ancora sformato come gli altri ormai
consunti? Un abito che possa servire
da modello, che indossiamo volentieri perchè ci da un senso nuovo di
dignità, e che ci sforziamo di conservare tale? E non dobbiamo forse augurarci che tutti possano un giorno
possedere un tale abito, e non solo
vecchi indumenti strappati e logori?
Riehiamata bruscamente alla realtà dei minuti che fuggono, del lavoro
che attende, piego il giornale, affer
ro la granata e di corsa risalgo le scale.
fut toujours une si douce petite fille
— Léna saute à cloche-pied sans cesser de parler.
— Est-ce que Jeanine sera dans la
même classe que moi?
Il me semble percevoir sous celte
question anodine, un peu d’angoisse. Jeanine est une fillette de douze
ans qui habite la même rue que nous
et avec laquelle Léna joue parfois.
— Non, Jeanine est une grande
fille...
— Ah!... Qui sera avec moi alors?
Mon coeur se serre, comme si j’allais déposer mon enfant dans le carrousel des bébés trouvés... « Sensiblerie ». Je me raisonne. J’essaie de
me raisonner.
Mais nous voici devant la porte de
l’école. Léna me tend la joue que
j’embrasse.
Non, il n’y a pas de larmes dans
ses yeux. Elle va, sautant deux fois
sur un pied, deux fois sur l’autre,
dans le grand corridor dallé ’ qu’envahissent des groupes d’autres enfants.
J’ai les jambes coupées.
Léna, ma petite Léna est devenue
une grande fille, tout à coup. Elle
n’a pas pleuré. Elle qui, hier encore, était dans les langes, qui avait
besoin de mon doigt secourable pour
se soulever et faire trois pas. Elle
qui, hier encore, jouait gravement
avec un rayon de soleil qu’elle tentait de capturer dans ses menottes
malhabiles, la voilà devenue une
grande fille.
Demain, elle saura lire, écrire...
Et elle n’a pas pleuré en me disant au revoir...
Y. Thiry.
(Tiré de
(c La semaine de la femme »).
I genitori che desiderano inviare doman.
de o chiedere schiarimenti su qualsiasi problema di vita familiare scrivano liberamente alla Redazione della pagina della
famiglia presso la Sig.ra D. Beri, S. Germano Chisone.
Vacanze estive. Mio figlio (1° Liceo) é stato promosso. Ha dunque iniziato le vacanze il 1° Giugno. Tornerà a scuola Z’il Ottobre. Che cosa pensa di tutti quei mesi di vacanza? (A. T. Torino).
Se non erro, l’Italia è il paese in
cui gli studenti hanno un numero
maggiore di giorni di vacanza. Se calcoliamo tutte le feste del ealendario,
le vacanze natalizie e quelle pasquali, possiamo concludere che un ragazzo studia soltanto per metà dell’anno solare. Forse i nostri giovani
che dal punto di vista psicologico conoscono delle difficoltà scolastiche ormai note a tutti, si avvantaggerebbero assai di una migliore ripartizione delle vacanze durante l’anno che
permetta uno svolgimento dei programmi a ritmo meno intenso, eliminando d’altra parte gli inconvenienti di un periodo di riposo troppo lungo.
enitori ci scrivono
Visita all’insegnante. Fin da ora
sono preoccupata al pensiero della
visita che dovrò fare all’insegnante
di mia figlia. Dai nostri colloqui non
ho mai riportato l’impressione di un
desiderio di collaborazione da parte
sua, ma soltanto un penoso senso di
incapacità mia di fronte alle lacune
della mia creatura. (Una mamma).
Sono felice di constatare che esistono delle madri desiderose di entrare in collaborazione con gli insegnanti dei propri figli. Ma... attenzione! Le mamme sono sempre propense a vedere nei loro rampolli dei
prodigi di intelligenza t di vivacità.
Quando poi sorgono le prime difficoltà e che il ragazzo o la bimba tor.
nano a casa lamentandosi del loro
insegnante e accusandolo di essere
troppo severo ed ingiusto, per un
naturale senso di orgoglio offeso, sono facilmente portate a comi>atirlo.
Questo non significa tuttavia che non
vi sia ancora molto da fare sul piano della collaborazione fra genitori
■:*d insegnanti. Più che una sporadi
ca visita annuale per ricevere dal
l’insegnante l’approvazione o la di
sapprovazione (di solito si va a tro
vario solo quando le cose vanno ma
le) vedrei volentieri la possibilità di
uno scambio di vedute regolare e
proficuo. Certi istituti curano la
stampa di fogli periodici (ad es.:
« La voix des parents » edito dal
« Lycée gouvernemental » di Parigi)
in cui i genitori, liberi da quel complesso di inferiorità che generalmente li paralizza quando si trovano di
fronte all’insegnante, possono esporre il loro punto di vista e parlare dei
problemi che più stanno loro a cuo
re.
3
L’EGO DELLE VALU VALDESI
— 3
Campo-tongresso dell'AICE
Dal 22 al 26 agosto si è avuto ad
Agape, iu parziale collaborazióne
con le « Giornate Teologiche », il
Campo-Congresso della Associazione
Insegnanti Cristiani Evangelici. Tema del Campo: « Rapporti ira vita
familiare e moderna educazione del
fanciullo », aspetto particolare, adatto al carattere dell’Associazione,
del tema più v^sto della Settimana
Teologica: « La famiglia nell’etica
protestante contemporanea ». Ci limiteremo qui alla cronaca dell’attività specifica del campo A.I.C.E.
jS * *
Fin dalla sera del 22 erano presenti parecchi soci (una quindicina
circa), che presero parte al culto di
apertura; il loro numero si accrebbe
nei giorni seguenti, fino a toccare la
quarantina giovedì 26, giorno del
Congresso, grazie ad un numeroso
gruppo giimto da Torre Pellice con
un torpedone speciale.
Nel pomeriggio di lunedì 23 il pastore Luigi Santini trattò il tema:
« Per una educazione familiare evangelica ». L’oratore, dopo aver segnalato i punti di contatto e le divergenze tra la pedagogia evangelica
(che presuppone l’azione dello Spirilo ed ha per scopo ultimo la conversione a Cristo dell’educando) e la
psicopedagogia scientifica, autonoma
ed ottimista, ha posto in rilievo la
importanza del fattore « ambiente »,
le sue influenze e conseguenze positive e negative, il pericolo di un
« adattamento » del fanciullo all’ambiente esterno, non evangelico, ed i
rimedi a questo pericolo: creazione
(¡nomo al fanciullo di un ambiente
familiare sano (più attraversò l’eseimpio dei genitori che con sermoni
o con massime e costrizioni moralistiche e religiose), e nel fanciullo
stesso di « automatismi » utili. La
fede religiosa non sia semplicemente
una dottrina appresa, ma divenga
»[ualche cosa di personale e di vissuto. Non si punti sull’evidenza dell’insegnamento, sulle nostre capacità, ma si faccia affidamento sull’opera dello Spirito Santo, la cui forza
sola conduce a Dio.
Nel pomeriggio seguente si ebbe
lo studio del pastore Franco Davite
su (c La situazione della famiglia nelle Valli ». L’oratore ebbe cura di
premettere che il proprio studio aveva soltanto un valore indicativo,
in quanto egli aveva ristretto la sua
indagine alla parrocchia di Villasecca di cui è il conduttore, ma espresse [’opinione che la situazione non
dev’essere dissimile nelle altre parrocchie delle Valli. Il pastore Davite
osservò che esiste un netto distacco
fra le zone alte della parrocchia, abitate da famiglie di tipo « antico »,
ad economia familiare agricola di
reddito sempre decrescente, e le zone medie e basse, in cui la popolazione è in prevalenza operaia (minatori e filatrici); di qui, diversità
di problemi, più particolarmente
economico-sociali nella zona alta,
soprattutto di carattere morale nella zona bassa, a causa dell’ambiente
misto non sempre raccomandabile.
Problemi comuni alle due zone: la
coltura generalmente in ribasso, tanto da giungere talora a forme di semi-analfabetismo, ed tm tipo di con. formismo religioso per cui la vita
spirituale è ridotta ad un mero moralismo. Molte famiglie si disinteressano dell’educazione religiosa dei
propri figli, ritenendo che questa riguardi unicamente il pastore. Tale
crisi dell’educazione ha le sue origini nella rottura, avvenuta da quarant’anni a questa parte, tra il vecchio ordinamento patriarcale e le
nuove forme di vita moderna. Rimedi a questa situazione potrebbero essere un migliore sfruttamento delle
risorse agricole, con mezzi moderni
di coltivazione (sementi scelte, macchine agricole, cooperative ecc.) ed
una intensa collaborazione degli insegnanti coi pastori, colla creazione
di centri di lettura e, per quanto riguarda propriamente la vita spuntuale, cercando di permeare l’animo
dei fanciulli dell’amore di Cristo.
I due interessanti studi furono seguiti da ampie discussioni.
Purtroppo, il sig. René Morley,
fondatore-presidente delle « Associations Familiales Protestantes de
France» non potè, per.sopravvenuti impegni, trovarsi presente ad Agape e tenere lo studio su « L’azione
della Chiesa
glia ».
a favore della fami
4: * *
La giornata del 26 fu interamente
consacrata al Congresso dell’Associazione.
D dott. Giorgio Peyrot espose, in
riassunto, la relazione da lui presentata al Seggio su: « L’insegnamento religioso neUe scuole elementari in relazione agli insegnanti e
agli alunni evangelici » e l’assemblea
espresse il desiderio di vederla stampata e distribuita ai soci.
Seguirono le relazioni sull’attività
del Seggio e dell’Associazione durante il decorso anno scolastico (signorina Evelina Pons) e la relazione
finanziaria (maestro Levi Desio). La
assemblea prese atto con vivo compiacimento della buona riuscita dei
due convegni organizzati a Pomaretto il 1“ novembre e ad Aosta nei
giorni 1 e 2 maggio, e del proposito
di aumentare, nei limiti delle possibilità finanziarie, il numero delle
borse di studio A.I.C.E.; si rinnovò
la raccomandazione agli insegnanti
evangelici di astenersi dall’iscriversi
ad organizzazioni sindacali, dall’abbonarsi a riviste didattiche e dall’adottare libri di testo che presentino
nette tendenze confeasitmali cattoUche; si au^icò la creazione del più
gran numero possibile di Centri di
lettura, valendosi de|^ aiuti finanziari oflferti a tale scopo dallo Stato.
Circa l’insegnamentd del francese,
si raccomandò di svolgere una intensa attività per interessare al problema le ■ amministrazioni comunali,
sull’esempio di quanto è stato fatto,
con ottimi risultati a Torre PeUice e
a Villar Pellice. I pijesenti plaudirono all’attività svolta 'dal Doposcuola
di Corato, ed espressero l’augmfio
di vederla continuare nei venturi anni scolastici con risultati sempre più
soddisfacenti. Infine, dopo una vivace ed, a tratti, appassionata discussione, il congresso dichiarò prematura la proposta, fatta da taluni, di
un maggior inserimento dell’A. I.
C. E. nei problemi e nei fatti della
vita scolastica « esterna », data la
per ora insufficiente preparazione
tecnica. •’
Al termine della discussione, il
Seggio uscente venne confermato in
carica per acclamazione.
Possano le giornate di questo campo, caratterizzate dal particolare clima di « tensione » spirituale che si
respira ad Agape e di cui è stata prova la numerosa partecipazione degli
insegnanti alla S. Cena celebrata la
sera di mercoledì 25, lasciare tracce
profonde e portar frutti benedetti
negli animi di tutti i partecipanti.
E. Tron.
Scrivono aU’Eco...
FRA
Ho letto sul’ultimo numero dell’Eco la corrispondenza di M. p. il
quale, dopo varie ottime considerazioni sui lavori del recente sinodo e
sulla verbosità di alcuni suoi elementi, spezza una lancia — e la spezza con piacevole acume — contro
l’uso spontaneamente introdottosi
nel nostro Sinodo alcuni anni or sono, di chiamarsi tutti « fratello » :
il nostro nome lo abbiamo già tutti
quanti, l’uno è Pierino Menusan e
l’altro Pietro Pontet, chiamiamoci
col nostro nome — tout court — senza questi additamenti che cambiano
con l’andar del tempo e del clima.
I nostri trisavoli erano « barbetti »,
i bisavoli « banditi », i bisnonm
« cittadini », i nonni « compagni »,
i padri « camerati », e ora... dovremo essere a fratelli »?
Ho teso l’orecchio a questo ragionamento anche perchè in Sinodo la
medesima proposta è stata fatta da
un signore che preferiva che ci chia.
massimo tutti cc Signor Rossi, Signora Bianchi » ecc. ecc.
Non credo che queste richieste siano senza motivo. C’è oggi pel mondo un bisogno disperato di strappa
liiiptessioni di un valdese nell’evaii^elizzazione
La Chiesa Valdese non si ferma alle Valli, per sua fortuna. Esistono,
si può dire, tre specie di comunità :
quelle storiche delle Valli, quelle dei
valdesi fuori delle Valli — non molto
dissimili dalle prime — e quelle dell’evangelizzazione. M’è toccata quest’estate la somma benedizione di
poter vivere un po’ la vita di alcune
nostre comunità dell’evangelizzazione ed è stato un sollievo profondo ed
un riposo spirituale grande, pur nell’attività che necessariamente dovevo svolgere. La prima impressione
che ho provato è stata quella di non
dover giocare d’astuzia per parere
furbo! La grande preoccupazione
infatti che ssmbra costituisca l’esclusiva ragion di vita spirituale alle Valli è quella di non mai far credito nè
alla altrui, nè alla propria buona fede. Il valdese, carico di secoli di troppa storia, sembra aver ritenuto, da
tutta la sua lunga tradizione pre-riformata, una ben strana interpretazione del libero esame. Per libero esame il valdese storico intende la libera critica delle attività della Tavola, del pastore, del prossimo, nella
piena coscienza di interpretarle secondo il magistero infallibile della
propria personale non dico coscienza, ma opinione, la quale deve da lui
essere eretta a dogma. E tutto ciò il
valdese storico giustifica in nome di
un antipietismo di maniera che. nel
trasferire l’intima sorgente della fede dell’intelletto, ha ucciso ogni spirito di carità fraterna, di quella carità che, unica, saprebbe fare un po’
di credito alla buona fede altrui.
Si!*
Quest’estate ho vissuto per un mese in Sicilia ed ho partecipato alla
vita spirituale di alcune nostre comunità dell’evangelizazzione. Prenderò come tipo di queste comunità,
la chiesa di Reggio Calabria. L’ho potuta conoscere perchè essa voleva conoscermi e farsi conoscere, nella fe
de che solo la conoscenza reciproca
rinsalda i vincoli della comunione
fraterna. Non è slato difficile: non
c’era da giuncare d’astuzia per parere più furbo, anzi, caso mai, ti prendeva il desiderio di parer più « povero di spirilo » iHissibile per essere
umile. Tutta la tua scienza e la tua
pretesa furberia andavano messe a
tacere per poter ; ■ collare, capire e
partecipare alla vi la degli altri, vita
fatta non di problemi di sapienza
teologica o di politica ecclesiastica,
ma . di concreti latti, d’ima comunità ,
che vive la sua fede in mezzo a difficoltà di ogni genere. Ricordo con
particolare affetto la sorella — e la
chiamo così perchè non ne ho mai
sajjuto il nome — che mi accolse la
prima donienica che predicai a Reggio: stava .scopando il Tempio per
conto della custode che era andata
in un paese vicino. La sua prima
preoccupazione fu di parlarmi, non
dico dell’angelo della sua bambina
che le trotterellava vicino, ma proprio della custode, dalla quale aveva
ricevuto una cartolina <he chiamava
al soccorso. Questa custode era capitata in mezzo a cattolici bigotti i
quali, saputo che era evangelica, le
avevano messo alle calcagno per giorni e giorni un prete e due suore che,
con ogni sorta di lusinghe e minaccie di pene terribili nell’al di là, si
adoperav'ano per farla abiurare.
Pregammo insieme, durante il culto, per la custode, e mai preghiera
mi pane meno pietista pur essencbi
tipica d’una riunione di preghiera.
L’ultima domenica ebbi la gioia di
conoscere questa custode che aveva
serbato la fede e la cui sola preoccupazione era stata quella di sapersi
difendere bene dalla polemica cleri-'
cale, sì da generare il dubbio nell’animo di coloro che la volevano far
abiurare. Ricordo ancora l’anziano
che mi raccontava di aver provocato
una discussione religiosa con i suoi
compagni di lavoro e di aver diffuso
Segnalazioni
LA PREGHIERA
Per iniziativa del Reparto pubblicazioni (Piazza in Lucina 35, Roma)
dell’Opera Evangelica Battista d’Italia, vede la luce, tradotto da Bianca Maria Gasparotto, un volume del
prof. 0. Hallesby sulla Preghiera;
il titolo del libro, con una originale
copertina del prof. Paolo Paschetto,
è appunto La Preghiera (pag. 220 L. 550). L’autore è professore nel seminario teologico indipendente di
Oslo (Norvegia) ed è una delle più
eminenti personalità nel campo delia predicazione e dell’insegnamento
nell’Europa settentrionale. Il tono e
gli scopi di questa pubblicazione sono chiaramente definiti dalle brevi
parole che ne costituiscono, in un
certo qual senso, la prelazione: Vmt
¡mroln per le anime che vengono meno nella preghiera.
Una parola, oggi più che mai, necessaria, perchè molte sono sempre
le anime che vengono meno nella
preghiera, perchè non sanno pregare. Si direbbe quasi che in molti am.
bieriti che pure si professano cristiani, vi sia una certa diffidenza o sfiducia nella preghiera. Così, abbiamo
un nuovo libro sulla Preghiera; uno
di più, che si aggiunge alla lunga serie di quelli che già esistono; e così
sarà ancora e sempre, perchè sempre c’è una parola seria da dire.
libri di polemica e che mi chiedeva
consigli su quali altri libri si potevano utilmente distribuire. Venne
poi un’altra sorella che voleva chiedermi di scrivere un versetto adatto
su un Nuovo Testamento che voleva
regalare ad una sua compagna di lavoro che l’aveve vista leggere la Bibbia e voleva leggerla anche lei. Vennero i giovani, desiderosi di creare
una filpdramniatica, e vidi che avevano organizzato una lotteria per raccogliere i fondi per fare il palcoscenico; vennero i bimbi con gli occhi
estatici e pieni di sacra curiosità per
il nuovo « pastore »... che non era
pastore!
E quanti altri conobbi e potrei ricordare: dal fratello che suonava
l’harmonium, a quello che raccoglie
intorno a sè gli intellettuali del luogo, da tutta la famiglia dell’anziano
così simpaticamente generosa a tutte le altre famiglie sollecite e fedeli.
^ ^
Dovevo partire immediatamente
dopo il culto e sul pulpito sentii di
non poter predicare il sermone che
avevo coscienziosamente elaborato —
mi scusino i severi professori della
Facoltà ! — : non avrei dato nulla alla comunità se avessi jiredicato sul
testo preparato. Man mano che la
liturgia si svolgeva mi arrovellavo a
pensare sul testo sul quale avrei svo’lo un messaggio di saluto. Finii col
predicare sulle beatitudini, collegate
con la confessione di Pietro. Mi sentivo — non so quanto ortodossamente dal punto di vista della sacra teo'ogia! — beato con la comunità, perchè veramente non la carne ed il
sangue mi rendevano tale ma lo Spirito del Signore che accomunava me
e loro nella medesima confessione di
fede.
Alla stazione vennero tutti ad accompagnarmi e si raggrupparono in
massa sulla banchina davanti al finestrino del treno dov’ero affaccialo. Fu la mia ultima esperienza con
loro: un po’ dura per il mio carattere di valdese... storico, antipietista e cultore della libera critica...
pardon, del libero esame? I loro discorsi, i loro saluti, le loro assicurazioni che avrebbero pregato per me.
la loro' implorazione di pregare per
loro, mi obbligarono a prender posizione ed a far sì che la gente estranea riconoscesse me e loro come evangelici.
Confessare così pubblicamente la
propria fede, fuori d’un tempio, non
è tanto semplice come sembra, ma
l’esperimentare come la fede si corrobora quando viene confessata nel
mondo fu la cosa più bella ed il dono
più caro che la chiesa di Reggio mi
diede. Sì, davvero, la Chiesa Valdese non finisce al ponte di Bibiana...
Roberto Jouvenal
re le maschere che ci nascondono la
realtà, preferiamo conoscere la verità nuda e cruda anche se essa mette i brividi come.1 certi drammi degli
esistenzialisti; non possiamo più tollerare di essere degli iUusi. Questo
spirito che soffia pel mondo ha naturalmente il sqo riflesso nella Chiesa come ce l’hanno sempre tutti ì
movimenti che agitano la società.
Oggi tra noi, purtroppo, siamo ben
poco fraterni e perchè allora chiamarci ipocritamente fratelli? Non è
meglio esser più aderenti alla realtà
e chiamarci Pierino Menusan, signor
Rossi e signora Bianchi?
Resta da considerare il movente
delle nostre azioni e delle nostre parole.
Se esse debbono unicamente fotografare uno stato di fatto con esistenzialistica freddezza, allora aboliamo pure la parola cc fratello » dai
nostri Sinodi e dalla nostra società
ecclesiastica e per essere interamente coerenti adottiamo quell’altra parola che l’Hobbes proponeva : cc lupo I) e invitiamo da ora innanzi i presidenti dei nostri Sinodi a dar la parola in questo modo: cc La parola è
al lupo Pierino Menusan, al lupo
Pontet, al lupo Rossi, al lupo Bianchi ».
Se invece il movente delle nostre
azioni e delle nostre parole consiste
in imo sforzo per raggiungere un
ideale che non possediamo ancora
ma che desideriamo sinceramente e
verso il quale è protesa tutta l’anima nostra, allora, benché siamo dei
lupi, torniamo al qualificativo cc fratello », perchè in verità noi desideriamo essere dei fratelli gli uni per
gli altri.
D’altronde v’è un motivo a pro di
questo vocabolo che emerge sopra
di tutte le nostre considerazioni. Il
corrispondente M. p., non certo a
caso, ha fatto un parallelo tra i qualificativi di cc Barbette » usato dagli
antichi valdesi, di cc Banditi » dei
tempi del fucile di Gianavello, di
cc cittadini » del tempo della Rivoluzione Francese, di cc camerati » del
tempo del fascismo e di cc fratelli »
come si vorrebbe dir oggi. Parallelo
opportuno perchè la parola « fratello » è anch’essa caratteristica di un
tempo e di un movimento sociale.
Essa, che non è di oggi soltanto, è il
gran vocabolo del Nuovo Testamento, il qualificativo degli affiliati al
movimento cristiano, cpiello che Gesù ha dato in antitesi alla prassi farisaica proprio in un momento nel
(juale si discuteva sui titoli e sui qualificativi dovuti al prossimo (Matteo
23: 8).
Perciò siamo affezionati a questa
parola e la vogliamo conservare. E’
la parola d’ordine di una chiesa nella quale abbiamo ancora fiducia, la
espressione di un ideale non ancora
raggiunto ma nel quale speriamo
ancora. Il motto che ci ricorda, ogni
volta che lo pronunziamo, che il credente che siede al nostro fianco non
è soltanto un certo signor B o C, ma
un nostro fratello...
Il motto che ricorda a me, per
esempio, che tu caro articolista M.p.
ch’io non conosco altro che per queste tue iniziali, non sei un signore
qualunque ma un mio fratello ch’io
debbo amare ed al quale io posso,
da questo foglio, inviare senz’altro
un invito a pranzo nel mio modesto
presbiterio di Villar Pellice per far
meglio conoscenza con te e perchè
fra noi c’è la solidarietà dei fratelli
in Cristo.
Enrico Geymet.
Le ultime edizioni
della Claudiana
Valdo Vinay: Evangelizzazione L. 70
Anita Dalla Chiara; Il culto delle
immagini » 50
R. Nisbet: Conoscete la Messa? (2*
ediz.) » 225
Anita Dalla Chiara: Celibato forzoso » 50
Vangelo secondo S. Giovanni con note » 20
Atti degli apostoli con note » 20
A. Parker; Sondar Singh » 500
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice c.c.p. 2-17557.
4
Mnwmwm
L’ECO DEÏXE VALLI VALDESI
mmmm
Angrogna (Capoluogo)
Mercoledì 29 settembre abbiamo
accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia mortale del nostro fratello Oscar Maìan, Sindaco
del Comune di Angrogna, deceduto
tragicamente, in seguito ad incidente, il gimmo 27 settembre, all’età di
anni 54.
Ai familiari ed ai parenti tutti rimuoviamo l’espressione della nostra
viva, fraterna simpatia cristiana.
« ...siate pronti; perchè nell’ora che non pensate il Figliuol
dell’uomo verrà » (Matt. 24; 44).
c. a.
Angrogna (Serre)
— Sabato 18 Settenibre, nd nostro Tempio, il pastore E. Aime ha
invocato la benedizione del Signore
sul matrimonio di Monnet Eli (Marchetti) e Besson Liliana (Ruadaval).
La grazia del Signore accompagni
questo nuovo focolare.
— Domenica 8 Agosto, nel corso
della riunione all’aperto a Barfè, è
stato battezzato Malan Silvio di Gio.
vanni e dì Roman Anna (Serre-Malan).
Il Signore benedica questo bambino ed i suoi familiari.
— Il 22 Luglio una numerosa
schiera di amici e parenti ha accompagnato al Cimitero del Capoluogo
le spoglie mortali del nostro fratello
Chauvie Davide, deceduto agli Odins
dopo lunga e penosa malattia. Alla
famiglia afflitta rinnoviamo la nostra
simpatia e la nostra fraterna soRdarietà.
Torre Pellice ‘
~ Domenica 3 corr. un gruppo di
evangelici tedeschi, appartenenti alla Concentrazione Evangelica tede,sca, è stata ospite della nostra comunità, partecipando al culto ed alla
Sana Cena; i visitatori si sono poi
recati al Museo Valdese.
— Domenica 10 corr. il pastore E
Ayassot presiederà il suo ultimo cui
to quale pastore di Torre Pellice
Nel pomeriggio avrà luogo un’assem
bica di Chiesa, la seconda della nuo
va serie, per esaminare la situazio
ne creatasi in seguito alla comuni
cazione del pastore E. Eynard, di
cui è già stato precedentemente dato
notizia all’Assemblea, il quale non
ha ritenuto di poter accettare la sua
designazione fatta da parte della
competente assemblea elettorale.
Provvisoriamente la comunità è affidata alle cime del pastore L. Marauda, che potrà contare sulla collaborazione del cand. th. Conte, fino a
Dicembre, e, dopo quella data, su
quella del pastore Taccia.
— Lunedì 4 corr. ha avuto luogo
l’inaugurazione dell’anno scolastico
de] Collegio Valdese, con un culto
presieduto dal Vice-Moderatore pastore R. Nisbet; la prof. Germana
Colombo-Jouvenal ha tenuto la prolusione con una dotta rievocazione
di alcuni centri della cultura classica in terra di Sicilia. Ci riserviamo
di parlare del Collegio più ampia
mente in un prossimo numero. Ci
rallegriamo dePbuon eato degli, esami di maturità:. tutti i candidati
sono stati jiromossi nella sessione auturaaK ' rep.
Ferrerò^- Maniglia
La Parrocchia ha partecipato, per mezzo
dei suoi rappresentanti, alla Conferenza
distrettuale, al Congresso F.U.V. ed al Sinodo. Molto grata^ essa ha avuto durante
l’estate, la visita con messaggio al Culto del
Sovrintendente Sig. R, Nisbet, di un Pastore di Thézé, del' Pastore R. Jahier ai
quali rinnova i spoi vivi ringraziamenti.
Con un Culto presieduto dall’attuale V.
Moderatore, presente anche l’Ing. Ravazzini, Membro ■ della Tavola, la Parrocchia
ha ringraziato Iddio di avere potuto riparare il Tempio di Maniglia grazie ai
doni di amici e dei membri di Chiesa.
Essa ha presenziato 'al battesimo di Gino
Tosetti di Ernesto e di Lidia Raima, Traverse; e di Riccardo Dario Pons di Aldo
e di Amilda Poet, Forengo, ricordando
le parole di Gesù: « I-asciate i piccoli
fanciulli venire a me... » e domandando
a Dio di benedire quei bimbi e le loro
famiglie. .t '
Commossa a causa delle straordinarie,
generose, indimenticabili dimostrazioni di
affetto cristiano e di simpatia tributate
a lei ed ai suoi genitori presenti ed assenti, la famiglia Coìsson, Pastore, riconoscente ringrazia cordialmente membri
del Concistoro, la Signora ^d il Dottore
Quattrini, l’Unione delle madri, l’Unione giovanile e tutta la Parrocchia per la
quale implora da Dio le sue preziose benedizioni sicura che essa accoglierà e circonderà sempre con' amore c con spirito
di fattiva collaborazione il suo nuovo Pastore sig. Lorenzo Rivoira e Signora ai
quali diamo il « ben venuto ».
TRA LIBRI E RIVISTE
Jacques Ellul: L’homme et l’argent.
Editions Delachaux et Niestlè
Neuchâtel - prix fr. s. 5,70.
Diciamo subito che quest’opera di
Jacques EUul, eminente personalità
laica della Chiesa Riformata di Francia, si legge con estremo interesse e
con grande utilità. L’autore è un lai.
co, laureato in giurispnidenza e, se
non erriamo, professionista a Bordeaux. Egli ci insegna innanzi tutto
che la Bibbia non è un libro a disposizione degli ecclesiastici soltanto,
ma di ogni cristiano che vuole alimentare la propria fede.
Jacques Ellul conosce a fondo la
Parola di Dio contenuta nelle Sacre
Scritture. Egli ha voluto ascoltare
e farci conoscere ciò che la Parola
di Dio dice sul problema vivo ed attuale dell’uomo e del denaro.
Il libro consta di 218 pagine. La
parte introduttiva comprende alcune
valide considerazioni sul problema
del denaro in rapporto con i sistemi
economici più in vista, particolarmente il capitalismo ed il comunismo marxista. Nè l’uno nè l’altro di
questi due sistemi risolvono il problema del denaro, indipendentemente
dal rinnovamento interiore dell’uomo. « Ni la vertu de l’économique,
ni la vertu de la poUce n’ont réussi
à éteindre lo. passion de l’argent, ni
la subordination de l’homme à l’argent... ». D’altra parte è anche vero
che « on ne peut tirer aucun système
de la Révélation, à moins de forcer
les textes., et d’aboutir à des conclusions indues, parce que la Révélation
n’est pas un système »,
A questo punto ha inizio lo studio
del problema del cc denaro » sulla
base della Sacra Scrittura, in modo
speciale nell’Antico Testamento.
Particolarmente interessante e originale nella sua concezione il capitolo
sulla ricchezza come « sacramento »;
sempre nella prospettiva della grazia e della incarnazione della grazia
in Gesù Cristo.
Seguono i capitoli ricchi di riferimenti biblici sulla « realtà » del denaro, come Potenza autonoma, spirituale e personale; sulla « épreuve
de l’argent » e su (f l’argent dans la
vie. chrétienne ».
Una quarta parte è dedicata a un
« essai pour une pédagogie de l’argent » contenente vari motivi di riflessione e di ispirazione sul modo
di affrontare il problema del denaro
nella famiglia e nel campo pedagogica ìjx generale. ^ s .
Il libro sf conclude con opportuni studi biblici sul « ricco », sul cc povero », sulla presenza dei poveri nel
mondo come viva e inevitabile questione posta da Dio all’uomo.
cc L’homme et l’argent » è un libro di valore per lo studio e per la
consultazione. E’ un utile acquisto,
raccomandato tanto ai Pastori quanto ai laici desiderosi di pensare le
ragioni della fede in rapporto con
un problema di sempre viva attualità. e. r.
Auguste Lemaitre: Foi et Vérité
Dogmatique protestante - Editions
Labor et Fides - Genève.
Non possiamo in questa rubrica
dare un giudizio sul poderoso volume del prof. A. Lemaitre di Ginevra. Ci limitiamo per ora a segnalarlo ai lettori. Si tratta di un ampio
volume di più di cinquecento pagine
interamente dedicate all’esposizione
di una « dogmatica protestante »
che intende tener conto non soltanto
delle grandi rivendicazioni della Riforma del XVI secolo, ma anche del
pensiero protestante com’è apparso
in tutta la sua ricchezza nei (quattro
secoli successivi.
Una dogmatica cc protestante » è
dunque di grande interesse e di notevole utilità. Essa non può non rivelare nell’autore una sua particolare tendenza teologica, com’è ovvio
che ciò avvenga in ogni esposizione
dogmatica della fede cristiana. Non
si può fare a meno, però, di riconoscere la serietà e la bontà di un lavoro che vuol essere, come questo,
cc le fruit d’une méditation prolongée de l’Ecriture, mais de l’Ecriture
confrontée avec la vie, et examinée
avec un égal souci de tenir compte
des résultats de son étude historique,
et des expériences d’un long ministère d’action chrétienne ».
U volume è diviso in sette parti;
La doctrine chrétienne de Dieu - La
action de Dieu dans la nature - L’action de Dieu dans l’homme - JésusChrist ■ Le salut et la vie chrétienne
- La doctrine de l’Eglise - L’espérance chrétienne.
Il pensiero dogmatico dell’autore
si distingue da quello di altri teologi contemporanei; la sua riflessione
teologica si riallaccia a quella di uomini oggi spesso dimenticati. La Verità non s’identifica, grazie a Dio,
con la dogmatica di un teologo piuttosto che di un altro. Sulla Verità,
che' è Cristo, i teologi si curvano a
pensare ed a meditare. Essi hanno
bisogno, come noi, dello Spirito Santo, che è Spirito di Verità. E noi ci
auguriamo che anche questa testimonianza di fede di un cristiano sia udita nell’interesse di chi si accinge
a meditare le grandi ragioni della
fede, alla ricerca della Verità.
e. r.
La Revue Réfonnée - La Prióre et
les problèmes dogmatiques qui s’y
rattaehent - par Auguste Lecerf 350 fr. fr.
Un. 19 della'Revue Réformée è
dedicato alla cc Preghiera ». L’autore, deceduto alcuni anni or sono, fu
professore alla Facoltà libera di Teologia Protestante a Parigi,
La Revue Réformée è già favorevolmente conosciuta in Italia. Gli abbonamenti si fanno presso il Past.
E. Rostan - V’ia^dei Mille 1 - Pinerolo - 1.200 lire annue ■ 750 lire per
Pastori e studenti.
L. Padrosa: Perchè ho lasciato il
Cattolicesimo? Edizioni Biginelli
- Via Vitt. Veneto 120 - Arezzo prezzo L. 250.
Questa è la traduzione italiana di
un libro già molto noto all’estero,
sopratutto a causa della eminente
personalità dell’autore. Il rev. Padre
Luis Padròsa fu, in Spagna, il fondatore dell’Istituto Loyola; militante nell’Ordine dei Gesuiti, fu anche
conferenziere, oratore sacro ben conosciuto, psichiatra.
La sua conversione al Protestante,
simo avvenne nientemeno che in Spagna, dove il Grfetianesiino Evangelico è forte solo di qualche migliaio di
adepti delle classi lavoratrici spagnuole. Chiamato a studiare da vicino il Protestantesimo per combatterlo e perciò a investigare seriamente
le Sacre Scritture, egli fu condotto
nel 1951 ad abbandonare il Cattolicesimo per abbracciare la religione cristiana evangelica. « Bisognava intraprendere un’azione speciale e importante per decimare i ranghi nemici », scrive l’autore; « bisognava
convincere i Protestanti del loro errore; e per questo era necessario, innanzi tutto, studiare il Protestantesimo ed insegnare ai Cattolici a combatterlo con « l’Arma Protestante »
per eccellenza; la Sacra Scrittura-..
Ma la Sacra Scrittura mi ha tanto! »
La trattazione degli argomenti polemici è necessariamente sommaria
in un volumetto di ottanta pagine,
completato da alcuni passi autobiografici e dalla riproduzione di alcune
lettere. Ma è fatto con spirito elevato e costituisce una nobile testimonianza alla Verità. Poiché « non
vuol dire essere apostati il tornare
all’Evangelo in tutta la sua purezza ».
e. r.
DONI IN MEMORIA
In memoria della Signora Gherardi. Per
VOrf. Femm. di Torre Pellice; Sigg. Giovanni e Alberto Peyrot L. 5.Q00; Carlo Tomasini 500; Enrico e Anita Bastia 3.000;
Dagna Lina 2.000; Malan Leila 1.000; Picconetto Lina 1.000; Citernesi Paola 500;
Magliana Lidya 500; Famiglia Allosio
25.000.
In memoria della Signora Gherardi. Per
il Rifugio « Re Carlo Alberto » : Famiglia
Allosio L. 25.000; Sig.na Gay Clemence
2.000; Rita Alimonda 5.000.
In memoria della Signora Ida lolla : L’Unione delle Madri di Torre Pellice, ricordando la sua Direttrice, in favore dell’Orfanotrofio Femminile di Torre Pellice Lire 5.500.
Usilo dei Teechi di luserna San Oiovanni
Nadina Pennington de Jongh L. 10.000
- Bonino-Salvarani (Ivrea) 500; Chiesa di
Como 5.000; Chiesa di S. Remo 2.500;
Raima Ausonia 500; Gino Costabel 1.000;
Maestranze di Pralafera: fiori in mem. di
Sappei Costanzo 3.650; Malan Aline 2.000;
Bonino Salvarani 1.000; Malan Renech Susetta 500; Sig. Cardon 400; Chauvie Maddalena 1.000; Bonnet Elena 1.000; Prof.
Ernesto Bein 500; Marisa Gaeta 1.000;
Fratelli e sorelle in mem. Jalla Alberto
2.500; Giulio e Bianca Goss 1.000; Frezet
Giovanni 500; Maria Volpe: in mem. Aug.
Jalla e Federico Margaria 1.000; Fratelli
Tommasini 2.500; Pranzo di leva cinquantenni 1954 1.300; Chiesa di Frali 2.000;
Chiesa di Corato 2.000; Chiesa Valdese di
Torre Pellice 5.000.
PERSONAUA
_ j[l 22 Settembre^1954 ha avuto luogo a
Torre Pellice il matrimonio del Dottor
Marc Harvey Miegge, e della Signorina Paoletta Federici. La benedizione del mairimonio, in considerazione del recente lutto
che aveva colpito la famiglia della sposa,
è stata data nell’intimità, dal padre dello
sposo, il Pastore Guido Miegge.
Giunga agli sposi il più fervido augurio
deU’Eco delle Valli Valdesi.
Direzione e Redazione: Past. Ermanno Rostan - Via dei MBle 1 - Pinerolo - Tel. 2009
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 27-XI-1950.
Tip. Subalpina s.p.a. Torre Pellice (Torino)
La figlia Fiorentine sentitamente ringrazia quanti, con fiori e scritti, l’hanno circondata con tanta affettuosa simpatia a causa della dipartita del suo caro Papà
Luigi Arnoulet
In modo particolare rivolge i suoi ringraziamenti ai Dottori Gardiol e Scarognino, al Pastore Sig. Ayassot, ai vicini
di casa sigg. Cagno ed a tutte le persone
amiche che l’hanno aiutata e confortata-.,
nella dolorosa circostanza.
Torre Pellice, 24 settembre 1954.
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