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Torre PeMîce, 1? Wcjerobre 1941-XX
N. 51
Riguardate alla roccia onde foste tagliati i
(Isaia LI, 1>
S«MÌamfia««Ble Chi«»« Va
c^ett. Biblioteca Valdese
apcvi
ATORRE PELLICE ;
ara piu lorle'^ della vosita ledei
» , Gianavello) V
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ABBONAMENTI
Italia e Impero .... Anno L. 15 - Semestre L. 8
Estero . . . . » » 25 — . » 15
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E’ questo Vultimo dei tre numeri che
è mandato gratuitamente ed indistintamente a tutte le famigli'j valdesi delle
parrocchie del primo distretto. Esso è
giunto inaspettato, come un buon amico
che,aveva il suo m'¡ssaggio¡ senza nessun altro fine eh'; non fosse quello di
annunziare il Vangelo. Qualcuno si è,
qua e là, spaventato , di vederlo arrivare, e Si è affrettato a mandarlo via!
Peccato! Ed ora? Ora esso deve obbedire alla sua dura legge delle finanze: deve rientrare nel quadro della normalità,
se così posso dire. E normalità significa: soltanto chi ha pagato l’abbonamento ha diritto di ricevere il giornale“. Per
ciò, cari amici, fedeli, vecchi e nuovi,
affrettatevi a renderci più lieve il compito: versate Lire Quindici per il vostro
abbonamento. E se siete convinti che
l’Eco delle Valli Valdesi risponde ad una
attività indispensàbile in seno alla
Chiesa, contribuite ad alleggerire il suo
deficit, passando nella categoria dei. sostenitori, con una simpatizzante oblazione. Ai ritardatari, a quelli che hanno dimenticato di pagare l’abbonamento pel 1941 ci permettiamo di rivolgere
un ultimo addolorato appello! Dir.
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦
Secondo la nostra fede
« ...come io vivo, dice il Signore, io farò come voi avete
parlato ai miei orecchi ».
Numeri 14: 28.
Iddio strappa con braccio forte e potente mano il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto; fendendo le acque del mare
e abbattendo ogni ostacolo lo guida e
ne protegge il cammino attraverso il
deserto; ivi lo ciba e disseta miracolosamente, manifestando la sua gloria;
eppure, la dimostrazione del suo paterno amore, della sua potenza e della sua
fedeltà perde ogni valore dinanzi alla
terrificante relazione delle spie mandate nel paese di Canaan!
Oh fragilità ed incostanza del cuore
umano!
Quando l’ombra angosciosa della
prova si rizza bruscamente di fronte a
noi, nel disorientamento contirrbatore
è iacile cadere, così come fece Israele,
dimenticando le prove d’amore ricevute
da Dio, le sue benedizioni e le promesse della sua Parola.
Ma il Signore disse a Mosè: « Infino
a quando mi dispetterà questo popolo?
e infino a quando non crederanno essi
in me per tutti i miracoli che io ho fatto
nel mezzo di loro ? Infino a quando soffrirà io questa malvagia comunanza che
mormora contro a me? Io ho udito i
mormorii dei figliuoli d’Israele coi quali mormorano contro a me. Di loro: Come io vivo, dice il Signore, io farò come voi avete parlato ai miei orecchi»
(Numeri 14: 11, 28).
Ora Israele aveva pianto mormorando: « Fossimo pur morti nel paese di Egitto, fossimo pur morti in questo deserto. E perchè ci mena il Signore in
quel paese acciocché- siamo morti per la
spada e sieno le nostre mogli e le nostre
famiglie in preda?» (Numeri 14: 2, 4).
DIrallore: Prel. QINO (OSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellicb
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peluce
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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Eppure il Signore aveva loro promesso quel paese stillante latte e miele e la Parola di Dio non poteva mancare di avere il suo effetto. Perchè
dunque un tale disorientamento, un simile colpevole oblio, una tale sconoscenza della fedeltà'e della potenza dì
Dio?
Fede deficiente; cuore dimentico e
malvagio.
E il Signore fece loro così come essi avevano detto, cioè secondo la loro
fede, ed essi furono percossi dagli abitanti del paese, ed obbligati a fuggire e
a trascinare, per lunghi anni, una miserabile esistenza nel deserto, rosi dal
rimorso di aver offeso l’Iddio tre volte Santo e di essere stati cosi gli artefici
della loro sventura.
Tutta la storia biblica del popolo di
Dio serve dì mira.bile esempio nella
vita di ogni singolo cristiano, raggiungendo le sue più alte espressioni nella
misura che la pienezza della conoscenza di Dio viene fealìz/ata.
L’incredulità è forse l’offesa più dolorosa per il Signore, la più grave
mancanza che il cristiano possa fare
verso il suo Dio; vieppiù grave a seconda delle esperienze che egli ha fatte. San Matteo, nel cap. 8 del suo Vangelo narra il fatto del centurioriè che
ricorse al Signore Gesù per la guarigione di un suo famiglio. Talmente assoluta e profonda era la sua certezza nella potenza del Messia e nella sua Grazia òhe Gesù stesso si meravigliò e gii
disse: « Va, e come hai creduto .siati
fatto ».
' Apriamo il Sacro Libro. E’ una promessa sola. Vogliamp noi non soltanto
credere in Dio ma credere Dio, cioè
prestar fiducia alle Sue parole?
Ricordiamoci, di fronte ad ogni evenienza, le parole del Padre: « come io
vivo, dice il Signore, io farò come voi
avete parlato ai miei orecchi », e le pa,role del Figlio: « come hai creduto siati fatto ».
I Chi ha orecchi per udire, oda, dice il
Signore (Matt. 11: 15).
•* Vogliamo noi udire?
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Aida Chauvie.
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COS è ÜUÇÎsto ffrifiniin ?
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— Da qualche tempo a questa parte,
in tutte le parrocchie delle Valli, si
sente parlare di una campagna di appello straordinaria, di riunioni speciali
nei quartieri, di predicazioni di circostanza e di tante altre cose. Che cosa
c’è di nuovo? Chi è che chiama? A chi
mai è venuto in mente di lanciare una
campagna di appello?
— Vorrei ben rispondere a tutti i
tuoi perchè, caro amico, ma l’ora è
troppo solenne per permettermi di farlo. Presta l’orecchio: non è una voce
sola che chiama, è tutto un coro dì voci
che si uniscono in una sola invocazione:
Ascolta !
C’è un Pastore in pulpito nel tempio
d’una parrocchia e predica l’Evangelo.
Dinanzi a lui, Tassemblea rappresenta
un decimo dei membri della sua chiesa.
Abitualmente, non ce ne sono di più.
I nove decimi della sua comunità, non
sentono quasi mai la predicazione ch’egli fa della Parola di Dio. Questa Parola che conserva tutt’ora l’antica potenza, produrrebbe dei veri miracoli in
mezzo a tutta quella gente, se Tudìssero: molti peccatori si convertirebbero;
molti, accesi di fuoco sacro, si consacrerebbero al servizio del Signore e dei
fratelli; tanti afflitti e travagliati ricer
verebbero soccorso e tutti sarebbero più
felici e i morenti, partirebbero col sorriso sul volto perchè sicuri della salvezza.... Oh perchè non vengono ad ascoltare la Parola? Perchè nessun invito e nessun richiamo studiato della
mente e del cuore riesce a ripopolare
questi templi negletti? Non senti l’appello angoscioso che sale, dal cuore di
quel Pastore, del tuo Pastore?
Ascolta I
C’è un pio vegliardo, dai capelli
d’argento, in uno dei nostri istituti. Da
una finestra egli guarda nella via, la
gente che passa, le nuove generazioni
succedute alla sua ed una lacrima gli
scende lungo le gote: come sono cambiate! Le cuffie valdesi si diradano
sempre più, l’austerità di un tempo lascia il posto alla spigliata spregiudicatezza moderna, pochi conservano ancora nello sguardo l’antica vìvida fiamma... Son morti quelli di un tempo, una
mano spietata li ha portati vìa quasi
■ tutti e non sono stati sostituiti. Non odi il lamento di quel vecchio cuore angosciato?
darsene conto, sente di aver perso qualcosa di infinitamente prezioso: sente)
che la sua fronte, ora avvilita dal marchio del peccato, portò un giorno una
corona regale: gli sembra che dal suo
passato lontano e dal suo paradiso perduto, dovrebbe venire a lui una mano
fraterna per soccorrerlo... Ma la mano
non appare ed egli sì sente soccombere
e morire: non odi il suo rantolo disperato?- ,
Ascolta !
C’è una donna in preghiera nel vecchio casolare alpino. E’ giovane ancora,
ma le rughe precoci e gli occhi arrossati la fan vecchia anzitempo: è una
madre che attende tutta sola e tardi
nella notte, che il figlio torni dal villaggio... Era così caro e buono quel ragazzo e non aveva trascurato nulla per
educarlo alla vecchia scuola dei padri
e, farne un buon* valdese, forte e fedele. Ma i cattivi compagni glie lo Sanno portato via e guastato... eran valdesi anch’essi, avrebbero dovuto costituire per lui la migliore delle compagnie eppure glie ne hanno fatto un
mondano, sono stati più forti di lei, delle sue parole e di quelle gloriose della
sua schiatta; più forti ancora della voce del sangue... Non odi gli accenti di
quella preghiera che sale nel silenzio
della notte?
Ascolta I
C’è un gruppo di giovani in una sala
unionista. Non sono numerosi. I loro
compagni sono andati altrove. Essi, nel
cuore, albergano purissimi i palpiti.,,
dell’antica fiamma, l’amore deU’Evangelo, la volontà dì seguire passo passo il
loro Signore e Maestro... Ma sentono la
solitudine ed il freddo e si guardano attorno delusi: oh perchè, quando si è
valdesi e fratelli in Cristo e s’ha dinanzi una meta così gloriosa, non si cam
Ascolta I
C’è un uomo emaciato, sperduto in
mezzo alla folla di una città del piano.
E’ un figliuol prodigo che ha dilapidato
tutte le sue sostanze. Dei suoi monti
lontani e del suo cielo non ha serbato
che i suoi occhi azzurri... Ora è infelice
e disperato; soffre più di tanta altra
gente traviata che lo circonda:- quantunque non sappia o non voglia ren
mìna tutti insieme per la stessa via?
Perchè non vengono gli altri, dove sono ?... Non odi questo perchè, come accusa e ferisce la coscienza ed il cuore?
Ascolta!
C’è un lembo di terra lassù, che grida come quelle pietre dì cui parlava
Gesù e geme come la natura in travaglio di San Paolo: « Perchè mi profana-
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
,ste? Un'giorno, queste mie zolle furon , 1
bagnate dal sangue dtì m?.rtiri. Qui [
cadde trafitta una giovanetta che pre^^
scelse l’onore alla vita, qui un vecchio
. morì, che respinse l’abiura, e i figli di *
coloro,'•qui fecero salire al cielo il
canto dei salmi e le lodi di Dio.Ma oggi '
risuonano su noi, voci aspre di contesa
e di discordia, son fratelli fatti nemici
per una pietra confinaria spostata di
dieci centimetri.... »
debole e_ frale ¡'Come potrò muovere i |
orimi passi nella mia via senza esser i,
sorretto e guidato da voi ?^Còme saprò f
,esser Valdese, se voi che siete grandi e *,
forti, non me lo mostrerete nella vostra vita e col vo^^tiv esempio? '
Non òdi, fratello, la dolce, supplice ‘Ì
voce, dei parjfoli nostri ’imocenti?
Ascolta !
•ii':
Ascolta !
C’è una tenera culla in una casa, un
piccolo fiore appena sbocciato. T’arre
E’ tutto un coro possente, irresistibile,
di voci che hanno impeto verso la tua,§
coscienza, il tuo cuore, e l’anima tua e,'^
ti parlano con degli accenti ai quali non^sf
può resistere chi ha sangue valdese nel- l
le vene. . ì
LA CHIUSURA DEL COLLEGIO | . ConYcgno sci di Capodanno
sta un istante dinanzi a questo spettacolo d’innocenza e bontà. Le piccole
mani inesperte non sanno ancora disegnare un cenno, le labbra dà bambolina, riescono appena a vagire, gli occhi
grandi e belli sono ancor pieni di stupore d’aver visto la luce. Non parla, eppur dice tante cose!
-r- E’ Dio che mi ha mandato fra voi,
lai ha ^tto di diventare un valdese, e
di serbare le tradizioni di questo suo
popolo che lo ha servito per tanti secoli con fedeltà. E’ Dio che mi ha dato
quest’ordine, ma considerate come sono
E c’è una voce che. domina in mezzo a
tutte le altre e come quella dell’organo o
del maestro che guida il canto dell’assemblea: E’ la voce del ttuo Dio che ti
domanda di riprendere il tuo posto al
suo servizio.
E’ questo Tappèllo del quale hai sen- '
tito parlare, fratello mio, è la voce del £
tuo Dio che ti cerca e che ti chiama...
E dinanzi a quella voce io taccio, io de-"
vo tacere, e lasciarti Solo, faccia a faccia con essa perchè ti dica quello<^ché
io non potrei nè saprei. y!g
Ascolta
Enrico GeymetJ’^
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miTlàlì
Uno degli .atteggiamenti spirituali
che vengono denunciati con più severità nelle Sacre Scritture è certamente
quello della passività. ‘
Rileggete per esempio il messaggio
alla Chiesa di Laodìcea: ..« tu non sei
nè freddo nè fervente: oh I fossi tu pur
freddo o fervente! Così, perchè sei tiepido e non sei nè freddo nè fervente io
ti vomiterò dalla mia bocca » (Apoc. 3:
16). Si tratta evidentemente di Cristiani i quali non « se la pigliano calda » e
vanno ripetendo la frase storica; « ..specialmènte ... non troppo, zelò!»
Quando una causa sta a cuore, non si
può fare a meno, di opire per quella
causa. Si potrà talvolta peccare per imprudenza o eccessiva agitazione,' confondendo l’attività con l’agitazionei, ma
è sempre mille volte meglio peccare per
eccesso di zelo anziché per passività o
inerzia.
Purtroppo nella vita della Chiesa la
passività è una delle più potenti forze
negative che si oppongono ad ogni progresso. Molti che non farebbero nessun
sforzo per ostacolare un progresso della
Chiesa, sono in realtà (e talvolta incosdentemente) dei pesi morti che sabotano qualsiasi iniziativa intesa a ravvivare la vita spirituale della Chiesa,
Specialmente in seno alle Comunità dove Ü temperamento naturale e le tradizioni portano i membri di Chiesa ad opporsi istintivamente ad ogni novità.
+
A questa naturale psissività si aggiunge talvolta una passività spirituale frutto di un errato concetto di Dio e della
Sua volontà.
Quando si parla, per esempio, di risveglio religioso, saltano subito fuori
gli oppositori i quali piamente vi dìco^
no: « Non è l’uomo che può determinare il risveglio: esso è opera solo dello
Spirito di Dio ». Quasi che l’uomo, per
vedere operare lo Spirito dì Dio, non
avesse che da starsene colle mani in
mano aspettando che Dio operi nella
beata pigrizia umana !
Contro questo falso pietismo non si
useraimo' mai parole abbastanza severe: esso Cerca di soffocare l’opera che
Dio stesso ha chiesto ai suoi fedeli, e
spengere ogni zelo evangelistico. Non
è esaltazione di Dio e della Sua sovranità: è negazione dei doveri che Dio
stesso ha comandati ai fedeli.
I fautori di questa passività citano le
parole della S. Scrittura che parlano
dell azione potente di Dio, ma dimenticano sistematicamente tutte quelle che
recano gli ordini di Dio aU’uomo perchè egli faccia la sua parte. Dimenticano che, se è vero che è la grazia di
Dio che opera con potenza, non è meno
vero che per esser messa in azione fra
gli uomini, essa richiede - perchè Dio
ha così stabilito -Ta fede degli uomini:
una fede sicura, audace, ardente, unita
aU’azicme costante e che deve travolgere gli ostacoli che cercano di opporsi
alla Grazia di Dio. - Dimenticano che
il regno dei cieli non è tm regalo fatto
ai fiacchi ed agrinflngardi ma è un dono che deve esser preso a forza dalifl
mano ardita dei « violenti » (Matteo 11;
12). Dimenticano che lo Spirito Santo
in cui si manifesta la potenza maravi
Ecco la notizia che darà un tuffo al
cuore di ogni Valdese.
« Dopo più di cento anni di attività e
di incalcolabili benefizi per le nostre
Valli, la Venerabile Tavola Valdese, a
causa della gravissima crisi finanziaria,
è stata costretta a chiudere il Collegio ».
Grazie a Dio, siamo ancora in grado
di smentire questa allarmante notizia.
Tuttavia sarebbe colpevole da parte
nostra se lo tenessimo nascosto: mlVesercizio in corso del Collegio di Torre
Pellice grava un enorme deficit di 80
mila lire, che minaccia la sua esistenza.
Ogni Valdese intelligente che comprende il danno irreparabile che vorremmo scongiurare, dia al suo Pastore
una generosa offerta perchè sia evitata
la chiusura del Collegio!
La Commissione Distrettuale.
Mentre la neve scende dalle montagne alle vallate più basse la gìoventùl
che ama lo sport prepara gli sci. Il Co-^
mitato Valli della F. U. V. convoca giti
sciatori a Proli per cominciare l’anno i
nuovo insienie in una festa schietta-^
mente Valdese.
PROGRAMMA;
31 dicembre: salita in giornata a Frali"
(a piedi da Ferrerò) serata ricreativa’
con la gioventù locale - breve culto
di mezzanotte.
1 gennaio: Sci e giochi sulla neve.
Culto all’aperto (pastore R. Comba).
Ritorno a casa in serata.
Tutta la gioventù valdese che ama le
sport è caldamente invitata.
NB. Portarsi i viveri al sacco per i
due giorni. Per l’alloggio un comitato’
locale farà il possibile perché ognuno
trovi un, posto per dormire.
gliosa di Dio, è un dono che viene fatto
non a quelli che si adagiano nel loro
quietismo e nella loro passività, ma a
quelli « che lo domandano » con fede e
con perseveranza (Luca 11: 13) fidando
nella promessa di Dio. (Atti 2; 39).
Rileggano essi la parabola della vedova e del giudice iniquo (Luca 18) se
vogliono capire quale metodo il Signore
abbia prescritto per ottenere che la sua
giustìzia regni sulla terra. Altro che
passività! Lottare, insistere a tempo e
fuori tempo, mettere in azione tutte
le proprie energie con perseveranza e
_ volontà instancabili: solo quando Dio'
vede l’attività della fede e dell’ubbidienza ai suoi ordini, Egli agisce con
potenza e aldilà di quanto le sue misere creature possano immaginare.
’ -h ,
Vogliamo noi il risveglio spirituale
delle nostre Chiese? Siamo noi convinti
che Dio lo vuole? Allora all’opera!
Ognuno ha la sua parte da compiere,
nessuno escluso, nemmeno i vecchi e
gl’infermi. Invece d’appartarsi a sorridere degli sforzi dei fedeli zelanti e
schernire ciò che fanno e specialmente
gli errori umani che talvolta commettono per eccesso di zelo o per scarsa
capacità, ognuno prenda il suo posto é
porti il contributo della'propria fede e
della propria attività.
Non sono i super-credenti che credono di esaltare la potenza di Dio coUo
schernire gli sforzi imperfetti e umani,
quelli che servon Dio: sono quelli che
con i loro sforzi spésso inadeguati ma
sinceri, aiutano a mettere in azione
quelle forze divine che sole possono operare efficacemente; ma che non oper
rano nella passività umana perchè Dio
non ama la falsa pietà che conduce all’inerzia ed alla pigrizia.
Se quelli che parlano molto della sovranità di Dio ubbidissero ai suoi ordini e pregassero notte e giorno per
ottenere il dono dello Spirito Santo in
misura sempre più abbondante; e operassero instancabilmente per ripetere
l’appello del Signore al pentimento ed
aUa fede; e facessero nascere le occasioni per poter annunciare l’Evangelo
vicino e lontano: e se al posto di una
gelida corrente di passività più buddistica che cristiana, o di fatalismo più
maomettano che evangelico, una corrente calda e benefica di sano attivismo evangelico percorresse senza posa
la nostra Patria, dalle Alpi alla Sicilia,
i frutti di conversione e di risveglio
non mancherebbero mai. La responsabilità è nostra e non di Dio: per poterci
liberare dalle nostre responsabilità dovremmo tutti aver coscienza di fare il
possibile ubbidendo agli ordini dì Dio,
invece dì rifugiarci dietro illusorie teorie che dovrebbero giustificare la nostra peccaminosa passività spirituale.
All’opera dunque, quando ce ne vìen
fornita l’opportunità. I vecchi coUaborìno col consiglio, i giovani coll’attività
consacrata, tutti colla preghiera della
fede. Dei frutti non ce ne preoccupiamo: quando avremo fatta la parte no-‘
stra con zelo, allora e allora soltanto
diciamoci: «tutto è nelle mani di Dio
ed i frutti dipendono dalla Sua Grazia.
Da me dipende solo il servizio fedele ».
P. B.
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VI - [isi ED EVANGEllZZfiZiE I
Prime difficoltà.
Il primo Pastore 'Valdese giungeva a;
Riesi il 30 ottobre 1871. Dopo alcune’'^-'^
prediche tenute nella Chiesa di S. Giu- '^
seppe. Augusto Malan fu costretto a
ritornare, improvvisamente, a Messina.
Peccato ! L’opera sembrava così ben^
avviata. Gli uditori del Quaresimalistà
Evangelico avevano raggiunto la rispettabile cifra di 750 come lo stesso Malan '$¡
ebbe a dichiarare alle Conferenze
Evangeliche tenute in Firenze nell’aprile del 1872. Ma egli ritorna’a Rieài,
dòpo appena due mesi di assenza ac-^
compagnato dal suo giovane collega ‘
Francesco Rostagno. Una preziosa let- 'l
tera dell’8 gennaio 1872 indirizzata a’
Matteo Prochet, presidente del Comitato di Evangelizzazione, così dice: «Arrivammo felicemente a, Riesi, Rostagno .
ed io, alle, due dopo mezzo giorno del j
6 corr. Non eravamo aspettati, anzi mi'
parve che parecchi non vedessero di:
buon occhio questa nostra, per essi, intempestiva apparizione; però dalla ^
maggioranza l’accoglienza che ci fu fat-*
ta è stata buona. Ci informammo del-1
la Chiesa di S. Giuseppe ed appren- ,
demmo che la chiave era stata ricon-,
segnata al parroco, il quale l’aveva ribenedetta e riconsacrata e che questo
era avvenuto perchè anteriormente, alla
pr^icazìone del Vangelo in quella
Chiesa, non vi era deliberazione comunale nè documento che dicesse essa appartenere al comune. Non si può dunque pensare nè a comprare nè ad acquistare, con qualsiasi mezzo, quel lo- <
cale che è di nuovo nelle mani del parroco del paese.
Se non abbiamo la chiesa però non
possiamo dire dì aver perso il nostro,
terreno. Allorquando i preti rientrarono nessuno andò a vedere la loro ce-'
rimonia. Ed inoltre le schede del censi-jJ
mento rivelarono una cosa straordinari
ria: dallo spoglio di esse apparivano più
di 4 mila Evangelici in Riesi. Intanto
noi stiamo discorrendo qua or con questi ed or con queUì per ispingerli a procacciare un locale affin di continuarvi |
la predicazione del Vangelo.
In sulle prime essi non volevano, desiderando che la predicazione fosse in-,
terrotta finché non.si potesse avere di,
bel nuovo una delle Chiese Cattoliche
o fabbricarne,una nuova. Però a poco a'
poco, a forza di fermezza, giungemmo a N
persuaderli ad avere un locale anche
pìccolo ed angusto per continuare Popera così felicemente incominciata.
Essi stessi ora girano pel paese e si
informano delle case da affittare P®^'J
pigliarne una ove potremo incomincia- ^
re le adunanze. La cosa non è facile per- .'..
chè il paese non è molto grande e la ^
case che s’appigionano sono poche. Appena avremo un locale, io ti scriverò di’
nuovo e, rimasto qualche altro gìott»^
per vedere come si cammina, partirò...
3
L*ECO DELLE VALLI* VALDESI
I.
I Da S. Giuseppe ad un rmdesto locale di
'f culto.
;; n Malan, dopo aver presentato alla
■y comunità nascente il suo primo condut1^^ tore regolare nella persona di France; SCO Rostagno ed essere rimasto a Rie
1^' si solamente 5 giorni (6-11 gennaio) fa
nuovamente ritorno a Messina. Giimto
„ a Caltanisetta, dall’Albergo dell’Aquila Nera, scrive una seconda lettera a
I Matteo Prochet che porta la data del
12 gennaio 1872 e dice testualmente:
« Carissimo amico: Oggi arrivai a
Caltanisetta dopo un faticosissimo viaggio a cavallo per le terre ammollite
dalla pioggia.
Finalmente Rostagno è sistemato a
j Riesi. Era davvero necessaria la nostra
ì andata costà; non già perchè i Riesini
■ fossero scoraggiti per la perdita della
' Chiesa di S. Giuseppe, ma perchè se
non andavamo, forse per molto tempo
non vi sarebbe stato un locale di culto
Evangelico. 'Se ne ò trovato uno che
non può essere definitivo, dopo quattro
... giorni di ricerche e di colloqui e si trovò a forza spinte da parte nostra a quegli individui che, non avrebbero voluto
una casa per luogo di adunanza, ma una
• chiesa che essi quasi a forza pretendevano dal sindaco e dalle autorità. Alla
fine, dopo lunghi discorsi, si convinsero
che chiese per ora non se ne potevano
avere e cercarono e trovarono una casa
i' Che essi stessi affittarono.
Non ho voluto partire da Riesi senza
parlare ai miei antichi uditori della
r salvezza che abbiamo in Cristo Gesù,
perciò, dopo che fu trovato il locale,
i insieme con Rostagno ho tenuto due
conferenze alle quali intervenne tanta
gente quanta ne potevano contenere
-due delle tre stanze che compongono la
VJiostra casa d’orazione nel paese. La
prima volta vi furono più di 100 uomì-.
mi con 4 donne ed una cinquantina di
^.ragazzi e la seconda altrettanti uomini,
1 donne e qualche ragazzo.
* Furono stabilite quattro adunanze alla settimana: il martedì, il giovedì alla
^ -sera, la domenica alle 10,30 ed alle tre
fc pomeridiane. Io credo che, con l’aiuto
^ del Signore, si potrà compiere una bell’opera in quel paese ove presto o tardi
^ si dovrà avere un tempio...
'k (continua) u. b.
I 3nsegnaneot« rdigioso
^ Indetto dalla Commissione prò Valli,
i organizzato dal suo segretario, pastore i
fE. Geymet, il convegno degli insegnanti
,di religione sì è tenuto a Torre Pellice,
§■ lunedì 8 corrente, sotto la presidenza
^/del Capo distretto pastore E. Nisbet.. Ef rano presenti vari insegnanti del Val
: Pellice, alcuni pastori, il sig. E. Rollier,
membro della Tavola, e il Sig. Balma,
vice presidente della Commissione Pro
; Valli. Sono stati presentati all’esanie
I dei presentì due argomenti: Come traI sformare sempre meglio in cura d’ai nime Vinsegnamenta della « religione »;
' Come insegnare VA. Testamento, da
I' parte dei proff. G. Costabel e Giov.
^ -Miegge. Ne è scaturito un interessante
scambio d’idee, e d’esperienze sui vari
l^ prqblemi prospettati o toccati nelle rer^.^lazioni introduttive: la preghiera ed i
bambini; la lezione di religione come è
tradizionalmente praticata ,e le sue
■' possibilità di sviluppo e di trasforma“zione; cultura bìblica, religiosa, o « re-Jigione», culto?
; Non si è votato alcun ordine del giors'i no, ma si sono espressi vari desiderata
- 'Che, per quanto ripetuti da alcuni anni,
?non hanno ancora perso la loro attua^.lìtà. Si è insistito sull’opportunità di ugtia « pagella » dove si possa segnare il
^unto, o i punti, di « religione » degli
^''.alunni Valdesi, e si è domandato alla
'Commissione delle pubblicazioM di cuI rarne la stampa; si è ribadita la neces. sità che i legami tra la Chiesa e gli inì segnanti di religione siano sempre più
i. stretti, e che l’effettiva e reale collabo. razione in atto già abbia la sua riprova
•esteriore in un sempre più intimo contatto tra i consigli di Chiesa, i Pastori,
•e gli insegnanti. Si sono poi esaminate
. varie quistioni di dettaglio, in riferi^mentb alla redazione dei nuovi ma^ nuali per l’insegnamento della religlo/Tie nelle scuole elementari, ed uh rin.graziamento unanime è rivolto al prof.
:'<J. Miegge per la sua apprezzatissima
« -opera, ed ai suoi collaboratori.
I' Viene pure espresso il desiderio che
provveda a venire in aiuto al
^oambini che non sono in condizione di
I poter comprare i libri di Telinone, col^e già fanno taluni Concistori.
Convegno in tono minore per il numero degli intervenuti, ma buono ed utile come sono buone ed utili tutte
quelle iniziative che tendono a mettere
in più intimo contatto quanti lavorano
per la stessa causa in campi diversi, ma
pur strettamente concessi, ed in cui si
ha l’opportunità dì meglio conoscersi e
quindi di meglio apprezzare il lavoro
che si fa al servizio del comune maestro. X.
QlfON/lC/1 V/ILbÉSE
ANO ROGNA Capoluogo) J
Due volte in una settimana ci siamo
recati al Cimitero, per deporvì le salme di due vecchi membri di chiesa,
buoni cugini tra dì loro. Il primo è stato Bartolomeo Jourdan, di Buonanotte,
. venuto da pochi anni a stabilirsi alla
Roccia, vicino alla sua figlia Luisa, ved.
Rivoire, ch’egli aveva ancora in quest’ultirno anno assistita e .consolata nel
suo lutto, col suo consiglio, frutto dell’esperienza, e con la sua fede semplice
e ferma. Alle tre figlie, Luisa Rivoire,
Suor Margherita Jourdan, Direttrice
deU’Asìlo di San Germano Chisone, e
Clem,entina Arnpul, rinnoviamo rassicurazione della nostra affettuosa condoglianza cristiana.
Due giorni più tardi era la volta di
Maddalena Jourdan, ved. Rivoire madre del nostro anziano dei Stringai. Essa era stata ammalata ben otto mer
si. Piuttosto che una malattia è stato
per lei. un lentissimo spegnersi delle
sue forze, un dolce addormentarsi. Era
grata per le visite che riceveva ma il
suo pensiero era più spesso rivolto al1 incontro col suo Dio, al quale essa
anelava. I suoi figli hanno avuto la consolazione di poterla circondare di tenere cure; condividiamo con loro l’afflizione della temporanea separazione.
Ringraziamo vivamente il Sovrintendente past. R. Nisbet, che ha sostituito
in questa circostanza il pastore, improvvisamente obbligato ad assentarsi.
Ringraziamo altresì il prof. G. Costabel ed il sig. I. Lombardini per i loro
buoni messaggi.
BOBBIO PELLICE
Nella serata di venerdì 5 c. m un'
convegno ha riunito a Bobbio la gioventù villarese e bobbiese. L’argomento
svolto dai pastori delle due parrocchie
e stato quello dei matrimoni misti. Con
chiarezza di linguàggio sono state dette
molte verità anche se non sempre piacevoli. Ringraziamo ancora di cuore il
pastore Jahier e la sua gioventù per il
contributo molto efficace dato alla riuscita del convegno. n,
LUSERNA SAN GIOVANNI
Sabato 6 dicembre è deceduta all’ospedale valdese di Torre Pellice, dopo
brevissima malattia, la nostra sorella
sig.na Gabriella Didero, in età di atitiì
65. Ai parenti in lutto vada l’espressione della nostra viva simpatia.
— Nel nostro tempio è stato celebrato, sabato 6 dicembre, il matrimonio del
sig. Giovanni Pavarin, abitante al Braccio di San Giovanni, colla sig.na Anita Mourglia, di Rorà. I nostri migliori auguri agli sposi felici.
—- Nella lista delle offerte pervenute
all’Asilo pei vecchi di San Giovanni e
pubblicati nell’ultimo numero dell’Eco leggere: Lascito comm. E. Ayassot
L. 250 - Le figlie, in memoria del
comm. E. Ayassot, L. 100 invece di Lascito coimn. E. Ayassòt, le figlie L. 100.
PINEROLO
Neo decorato. Il nostro fratello, awocato Cesare Gay, maggiore degli Alpini,
è stato insignito della Croce di cavalle-'
rg ufficiale dell’Ordine cavalleresco di
Scander beg per le alte benemerenze acquisitesi quale Commissario Militare
della città di Tetovo, principale centro
urbano del territorio già Jugoslavo occupato daUe nostre trSppe. La motiva- ,
zione è la seguente:
Dando prova di particolari qualità
organizzative e competenza amministrativa, si sostituiva alla, cessata autorità comunale e, con provvedimenti intelligentemente elaborati, permetteva
che la continuazione dei vari servizi cittadini, coli speciale riferimento a quelli
di pubblica autorità, creasse nella popolazione un senso di benessere, eliminando in tal modo, le deleterie conseguenze deprivanti dai recenti avvenimenti
bellici e dal cambio di governo ». All’amico Gay i nostri rallegramenti per
l’alto riconoscimento.
Fiori d’arancio. Il 30 novembre scorso
si giurarono fede di sposi Avondet Aldo
di S. Gtermano Chisone e Bisset Ermelinda di Pinerolo. Ai novelli sposi auguri di lunga e felice vita coniugale.
Gramaglie. Nel pomeriggio di domenica 14 corrente ebbero luogo i fune' rali del nostro fratello Cardón Alessandro, di S .Secondo, deceduto all’Ospedale Agnelli nell’età di 61 anni. Alla
vedova, ai cari figli e a tutti i congiunti
rinnoviamo l’espressione della nostra
simpatia cristiana.
NelVÜnione Cadetta. Le bambine del- ;
la nostra Unione Cadetta, il 30 novembre scorso, hanno offerto un molto apprezzato trattenimento ricreativo alle *
famiglie della Chiesa. L’Unione ha of- j
ferto Lire 100 all’Orfanotrofio di Pomaretto, L. 100 aU’Orfanotrofio di Torre
Peliìce, nonché L. 25 per la Chiesa e |
tendine per l’oscuramento.
POMARETTO
Mercoledì 26 novembre hanno avuto
luogo le esequie dì Tron Cesariria nata
Revel di San Germano, deceduta all’ospedale, dòpo lunga e penosa malattia
all’età di 38 anni.
Al marito ed ai figli esprimìam.o ancora la nostra viva simpatia.
^— Il 3 dicembre, nel pomeriggio, nel
tempio con una cerimonia intima si sono uniti in matrimonio Griòt Clemente
e Jahier Maria Margherita, ambedue
della,nostra parrocchia; e il 7 corrente,
dòpo il culto pure nel tempio, Pelissero
Battista, di Possano, e Durand Evelina,,
di Inverso Pinasca. Alcuni mem,bri della Corale di cui la sposa ha fatto parte
per qualche tempo, hanno cantato un
1 inno d’occasione.
j Formuliamo per questi nuovi focolari
! i più fervidi auguri di felicità e di pro! sperità nel Signore.
— Domenica 7 dicembrfe è stata presentata al S. Battesimo nella, intimità
1 dèlia famiglia, Charrier Dina di Serafino e di' Bleynat Ida (Pomaretto). La
j ‘grazia del Signore che in quella occai sione abbiamo invocato si manifesti'per
I la piccina e per i suoi genitori.
— I doni in vista della festa di Natale per i nostri bambini sono ricevuti
fin" d’ora con riconoscenza. '
PHAMOLLO
iL’Unione Giovanile della nostra Parrocchia ha avuto il piacere di ricevere
la visita del Capogruppo pastore Gustavo Bertin. Egli ha rivolto ài num,ecosi; giovani presenti parole affettuose,
incitandoli a rimanere fedeli e pxiri.
I giovani, pramollini lo, ringraziano
ancora, e formulano l’augurio di potere,
in stagione più propizia, ricevere un’altra visita del sig. G. Bertin accompagnato da tutta la gioventù della sua
Chiesa, per un fraterno convegno.
— Domandiamo al Signore di benedire e di accompagnare con la Sua
grazia tre bambini che, in queste ultime settimane, sono stati presentati al
S. Battesimo: Peyronel Adriana (Sappiat). Long Fiorella (Arvure), Long Luciano (PeUenchi).
— Il 29 novembre è stato celebrato il
matrimonio di Long Oreste con Long
Elsa (Chiotti; éd il 6 dicembre, il matrimoni ■'di Vinçon Eli (S. Germano)
con Ribet Adele (Pomeano).
Rinnoviamo agli sposi i più fervidi
auguri di felicità "sotto lo sguardo ^
Dio.
PRAROSJINO
Il 12 oi m., dopo breve malattia, si è
spenta serenamente al Pianot PaschettoMargherita di anni 82.
Un lungo corteo di parenti ed amici
ha preso parte ai funerali.
A tutti coloro che sono afflìtti per
quella dipartenza ed in modo speciale
alle figlie deU’estinta vogliamo esprimere tutta la nostra simpàita.
SAN GERMANO CHISONE
In breve spazio di tempo cinque
membri della nostra chiesa sono stati'
chiamati più presso al Signore:
Cecilia Avondet n. Fossat, dei Toisoni, ha lasciato il 2 dicembre, in età di
anni 69, questa valle di lacrime, addormentandosi placidamente nelle braccia
del sup Salvatore. Senza che alcuna
pressione le fosse, fatta, ella aveva voluto riceveré la S. Comunione secondo
il rito evangelico ed aveva chiaramente
espresso da parecchi mesi il desiderio
■ di appartenere alla Chiesa Valdese. Dio
aveva permésso che un male tremendo^
tormentasse ti suo corpo onde l’anima
sua fosse purificata e preparata per la
gloria celeste !
Soulier Caterina naia Balmas, dei
Balmas, chiamata dal Padre Celeste l’8
corr! a 75 anni, dopo lunga infermità.
, Justet Susanna nata Constantin del
Pian delle Chianaviere, ha termìMto ^
soffrire l’8 die. a 69 anni, contenta cd
andare col Signore ch’ella invocava nella sua prova.
A queste tre famiglie nel dolore
esprimiamo la nostra profonda simpatìa
cristiana e rivolgiamo l’esortazione di
guardare sempre al Cielo e di cercare
~il conforto e la pace nella Parola di
Dio!
All’Asilo dei Vecchi han terminato il
loro terrestre peUegriniggio Steveris
Teodoro e Jahier Giulio di PramoUo,
due figure caratteristiche di quella
grande famiglia.
A Suor Margherita Jourdan, che ha
perso il suo dilettò padre, i ricoverati e
i pensionanti del Villino hanno manìfe-^
stato il loro fraterno cordoglio, cìrconr
dando di fraterno affetto la loro cara direttrice. Una delegazione di cinque persóne ha anche partecipato al funerale
ad Angrogna.
— Ringraziamo vivamente il Pastore di Pramollo, signor Paolo Marauda,
per aver accettato di sostituire all’ultimo momento il nostro Pastore nel culto di domenica sera 7 dicembre,'dandoci un ele\^ato messaggio.
Domala scorsa abbiamo meditato
su: La malattia nella luce della fede.
Domenica prossima ci prepareremo spiritualmente al S. Natale. La Corale eseguirà un coro d’occasione.
— In onore'di Ernesto Vinçon, prïr-
4
1
L’ECO DELLE VALLI VAiJDESI
Sioniero e ferito di guerra e Martinat
milio, mutilato di guerra, l’Unione ha
celebrato venerdì 5 corr. una simpatica festicciola intima e fraterna. Erano
anche presenti altri reduci d’Albania e
alcuni soldati in convalescenza e in permesso.
Voglia Iddio concederci la gioia dì
celebrare presto una grande festa al ritorno di tutti i nostri cari soldati !
Domenica scorsa nella Sàia delle
Attività son convenuti gli Ex-Catecumeni ammessi nei cinque anni di miniaterio del nostro Pastore; ad essi si sono associati ì Catecumeni del IV anno.
Quant’era bello di vedere tanta gagliarda gioventù ! Chi è venuto ha udito cose utili, ha portato via un piccolo
ricordo e si è anche divertito. Ai compagni lontani abbiamo inviato una cartolina di fraterno saluto e daugurio.
VILLAR PELLICE
Dipartenza. 11 21 nov. scorso un lungo corteo di parenti, amici e compagne
del locale Feltrificio Crumìere hanno
accompagnato al suo ultimo riposo la
spoglia mortale di Maria Geymet in Cagno di Rocca Roussa, che il Signore
aveva richiamato a Sè, dopo alcuni mesi di malattia inesorabile, il giorno prima, in età dì 32 anni.
Non cessiamo di raccomandare al Dio
di ogni consolazione coloro che sono
nella prova e particolarmente il compagno e il figliuoletto della nostra sorella.
Visite. Domenica 14 corr., la nostra
fratellanza ha avuto la gioiosa visitasorpr^a di una trentina di membri della Corale di Torre, che hanno validamente concorso alTedificazione del
culto, con l’esecuzione, sotto l’abile guida della prof, sìg.na Dora Revel, di due
bei canti del nostro Innario.
Nel pomeriggio con i nostri amici,
siamo saliti fino al dominante roccione di Cuccuruc dove il prof. Att. Jalla con competente ed impressiva eloquenza ha fatto parlare le roccie valdesi villarenghe, rivolgendosi particolarmente alla numerosa gioventù che lo
ascoltava. Qualche canto ancora e...
qualche generose paiolata di « bruciate » preparate sul posto dagli unionisti del Serre che, al gran completo e
con il loro presidente sig. U. Pascal,
facevano gli onori di casa, e poi le emozioni della rapida discesa e im canto
ancora tutti insieme, hanno coronato la
bella giornata.
E domenica prossima 21 dicembre,
avremo, Dìo permettendolo, la gioia di
àvére in mezzo a noi e a presiedere il
nostro culto il pastore R. Nisbet, direttore della Casa delle Diaconesse, il quale sarà accompagnato da un gruppo dì
Novizie.
Dedichiamo fin d’ora la colletta che
verrà fatta domenica all’opera delle
Diaconesse. j.
VILLASECCA
In assenza del Pastore la Scuola domenicale ed il culto del 23 nov. sono'
stati presieduti dallo studente in teol.
Peyrot Giovanni del Crqsetto.
La parrocchia lo ringrazia per la sua
gradita visita e per il suo messaggio e
lo accompagna col pensiero nel suo
nuovo periodo di vita militare.
— Dopo lunga malattia culminata in
un periodo di dura prova sopportata
con cristiana rassegnazione è deceduta
al Giulberso all’età di 69 anni Kerrier
Margherita Caterina nata Ghigo. Alla
famiglia afflitta rinnoviamo l’espressione della nostra cristiana simpatia.
Giovanni Rostagno
li iraniiia deimposiQio e diir^oplo di Saiaoa
Predica "
,Lire 1
Questa predica, che dal suo letto di
dolore il prof. Rostagno dedica ai sofferenti, troverà la via dei cuori.
Giovanni Miegge
Il Piccolo Campanaro
** Racconto per i ragazzi
Lire 1,50
Un rapido succedersi di fresche scene campestri, la vicenda di un simpatico ragazzo valdese e della, sua famiglia
nell’agitato momento presente. Graziosa copertina a due colori di R. Jàhier.
Particolarmente adatto per Natale.
Per il culto di famiglia
Lunedi Lettura: S. 18: 21-37; 47-51;
22 DIcem. Eccl. 12: 3-16.
« Voi conoscete la carità del Signor
nostro Gesù Cristo {l quale, essendo ricco, s’è fatto povero per amor vostro, onde, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi ». 2 Cor. 8-9.
Conosci tu, fratello mio, questa « carità » di Cristo ? Io pure non la conoscevo 'e non comprendevo che volessero dire tutte queste espressioni che le
si riferiscono, ma un giorno, ho conosciuto un uomo che mi ha aperto gli occhi.
Era un essere impuro e dedito al peccato e s’era messo sopra una strada, che
fatalmente doveva condurlo alla rovina
ed alla perdizione: se le leggi della natura e della giustizia divina, avessero
dovuto compiersi a suo riguardo, egli
avrebbe dovuto esser colpito presto da
molte disgràzie: avrebbe dovuto perdere la salute di cui non aveva saputo
fare buon uso, perdere le gioie soavi
della famiglia di cui non si era sempre
mostrato degno, sopratutto,, perdere
ogni fiducia ed ogni speranza nel domani, perchè le condizioni in cui si era ridotto con i suoi pensieri, con le sue parole e con le sue azioni, erano proprio
quelle di un uomo perduto...
Ma ecco “ciò che accadde: egli venne a
sapere che Un Altro, di una bontà infinita ea ¡n'-oinprensibile. io aveva p.
ceduto sulla via della espiazione ed
aveva già patito tutto ciò che ora egli
avrebbe dovuto incominciare a soffrire. Non ti so descrivere ciò che provò
in fondo al cuore, so dirti soltanto che
gli parve d’asser rinato ad una vita
nuova...
Quell’uomo a cui toccò una cosi grande fortuna, lo conosciamo entrambi,
amico lettore: quell’uomo sei tu e sono
io ! .
Martedì Lettura: FU. 3: 12-16; Ab23 Dicem. dia 1: 9.
«Gesù Cristo, il quale, essendo in'
forma di Dio non reputò rapina Vesser
uguale a Dio, ma annichilì sè stesso,
prendendo forma di servo e divenendo
simile agli uomini». FU 2: 6-7.
Queste parole, ti mostrano a quale
lignaggio appartenga Gesù e qual sacrificio abbia costituito per lui l’incarna-^
zione:
— Mostraci il Padre e ci basta, domandò un giorno Filippo, e Gesù ^i
rispose:
— Da tanto tempo sono con voi e tu
non m’hai conosciuto !
Con queste parole egli si fece uguale
a Dio, con naturalezza e semplicità; non
come chi si attribuisce un titolo n<m
suo, ma come chi sa che dice il vero.
Tanto più grande fu perciò il suo sacrificio nello scendere fra noi e rivestire la nostra carne. Esso non è neppur
da paragonare con quello dì tm re che
abbandoni il suo palazzo per andare a
vivere in una stamberga nei bassi fondi
di una città. E non è tutto, bisogna ancora considerare che vita lo aspettava nei nostri « bassi fondi ». Senti come ne parla Isaia: « ...è venuto come
una radice ch’esce da un arido suolo;
...Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, famigliare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato.
...Maltrattato, umiliò sè stesso, e non
aperse la bocca. Come l’agnello menato
allo scannatoio, come la pecora muta
dinanzi a chi la tosa... » (Is. 53).
Puoi tu veder in fondo a questo abisso di sofferenze ?
E sai tu che gli è per te che Gesù lo
ha affrontato ?
Mercoledì Lettura Fil. 3; 17 a 4: 1; Es,
24 Dicem. 9; 5_6.
« Ringraziato sia Dio del suo dono
ineffabile ». 2 Cor. 9: 15.
Vuoi tu nutrire l’anima tua di queste parole, oggi, in questa bella vigilia
di Natale ?
Spendi allora la tua giornata in questo modo: cerca quanto puoi di far del
bene attorno a te: ai tuoi famigliari,
anzitutto, essendo con loro più gentile
e premuroso del consueto. Quindi, fatti un elenco dì tutti i poveri di tua conoscenza e manda loro qualcosa, anche
a costo di far grandi sacrifici e di impoverire il tuo Natale. E portali tu stesso, nei limiti del possìbile e fai tu, tutto il bene che puoi, senza servirti di
altri. Procura, finché dura il giórno, di
essere dovunque uno strumento di benedizione, nelle mani di Dio, verso i
tuoi simili...
Giunto a sera, poi, prima di cercare
il tuo riposo, raccogliti un momento in
solitudine, mettiti in ginocchio e rin
4
grazia e benedici Iddio con trasporto,
dal più profondo deH’anim,a tua, perchè
a te, Egli ha dato infinitamente più di
quanto tu non abbia potuto dare agli
altri e perchè, ciò malgrado, Egli si è
degnato far di te un suo collaboratore.
Giovedì Tito 2: 11-14.
25 Dicem. Lettura: 1 Giov. 3, 1-5
«Senza, contradizione, il mistero della pietà è grande: Egli è stato manifestato in carne ». 1 Tim. 3: 16.
Il mistero della pietà: quello che attrae con potenza fascinatrice i magi da
lontane contrade, che desta i furori di
un empio Erode sul suo trono, che
riempie dì meraviglia gli occhi estatici
dei pastori, che oggi ancora sembra far
più splendenti le stelle di Natale e riaccendere nei cuori dei palpiti sacri ed
arcani...
Esso è grande senza contraddizione e
ne fan fede quelli che seguono i magi
ed i pastori, come quelli che si schierano dalla parte di Erode; quelli che vissero allora, come quelli che oggi ancora
celebrano i fatti di quei giorni.
Ed il mistero è in quella culla: « Degli
angeli il Rege, Fanciullo s’è fatto, compiendo il riscatto dell’uom peccator... »
Le campane, a distesa, ti celebrano
oggi o glorioso Mistero della notte di
Natale e nei templi raccolti, immqjise
assemblee, con gli accordi degli organi
canteranno la tua gloria, e nei cieli superni, ti esalteranno i cori divini delle
legioni angfeliche...
Ed io, dall’intimo di quésto vecchio- e
povero cuore, ti offrirò pure la mia lode: la più umile fra tutte, con le lacrime
di una commozione profonda e coi palpiti di una riconoscenza infinita.
Gesù il Signore, cosi camminate uniti a
lui, essendo radicati e edificati in lui, e
confermati nella fede, come v’è stafo^j
insegnato e abbondando in azioni di.^^
grazie». Col. 2: 6-7.
Oggi, fratello, la Parola di Dio, uni-^
sce la sua voce in modo particolare, al-^
la grande campagna di «appello chè*'ininome suo si conduce per tutte le Val-*;
li: «Come riceveste il Signore, così'camminate uniti a lui...»: come Ìo ri-|
cevettero i padri vostri nei primi secoli della storia di queste Valli, e come lo^;,^
trasmisero a voi, attraverso ad un’epo-'^
pea gloriosa, così camminate anche voi
con l’antico amore, con la stessa fedel-'
tà.
Perchè possiamo camminare in que
sto modo, essa ci dona un triplice con-|
siglio, esortandoci a radicare ed edifi—J
care la nostra pietà in Cristo, il solo no-?’
me sotto il cielo che possa dare salvez*'
za; e cercare la forza di cui abbiamo bisogno per progredire in quest’opera,
nella fede; abbondando del continuo irtj
azioni di grazie, perchè la riconoscen-":
za che sale a Dìo traccia la via a nuove-,
grazie che scenderanno su noi... ^
Fratello, non è un uomo che ti ha !
parlato in questo momento, è la Paro-la di Dio, che puoi tu fare altro se nott|
ascoltare ed obbedire con azioni di gra-f
zie? Enrico Geymet.
Prof. Gino Cost.'ìbel, direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA » - Torre Pellice
Venerdì Lettura: Atti 6: 8-15 - Mi26 Dicem. chea 5: 1-3.
La vita è stata manifestata e noi l’abbiam veduta e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna
che era presso il Padre e che ci fu manifestata ». 1 Giov. 1: 2.
Natale ha testé fatto udire il suo
sublime messaggio di vita: Per te,
fratello mio e per i tuoi cari, è promessa la vita: la città dove la morte non sarà più e non ci saran più
cordoglio, nè gridò nè dolore. Rialza
dunque il capo dinanzi alla culla di
Natale e sciogli la tua voce al canto:
« O Signor, Tu sei mia vita,
Di che dunque temerò?
Sei mia forza, sei mia aita
Perchè mai non vincerò ?
Un ottimo regalo
per le Feste
F:
Jacopo Lombardini |
IL LIBRO DELLE BENEDIZIONI I
L. 2. —
)
Richiederlo: i
alla Libreria Ed. Claudiana ?
-------— ■ 1
E’ uscito %
Sabato Lettura: Fil. 4: 2-9 - Ea.
21 Dicem. 63; 7.I6.
« Come dunque avete ricevuto Cristo
VALLI NOSTRE 1942 XX
L’Almanacco quindicinale Illustrato»^
che ogni famiglia deve avere.
Montato su cartone L. 6.—
A fogli staccabili L. 4.50
.'Ï
Chiederlo alle Arti Grafiche L’Alpina
forre Pellice.
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