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Bilìlioiisaa Valiese
^ ( Torino)
TOIÍHS FELLIC3
Quindicina! e
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte la vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo „
Anno LXXXin •
Una copia
- Nuro. 23
L. 2 «S
ABBONAMENTI
{
Eco: L. 700 per Tinterno Eco c La Luce: h, 1200 per rinterno | Spedi*, ahh. postale II Gruppo
(hi. 1800 per resterò | Cambio d*indiri*zo Lire 40,
L. 1200 per l'estero
TORRE PELLICE, 6 Novembre 1953
Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-17M7
COMUNICATO
Ai Pastori, Anziani
e Diaconi
dèi Primo Distretto
Cari fratelli.
Alla ripresa delle attività invernali, desideriamo farvi pervenire il
nostro saluto, e l’augurio che tutti
mettiamo la manp all’aratro, con
la persuasione che la nostra fatica
non sarà vana nel Signore.
La Commissione ha esaminato la
opportunità di ripetere il Convegno
degli anziani in considerazione dei
huoni risultati degli anni scorsi. Ahbiamo ritenuto che una Conferenza
distrettuale consentirebbe alle parrocchie di inviare una rappresenf.anza più vasta, e che avrebbe anche dato un carattere maggiormente impegnativo a questa riunione.
Pertanto la Conferenza è convocata
per martedì 8 dicembre a Riclaretto, e avrà inizio alle ore 9 precise
con un culto presieduto dal Pastore Enrico Geymet. I delegati dovranno presentarsi muniti dei mandati delle rispettive assemblee di
chiesa.
Vi proponiamo fin d’ora che nelle riunioni quartierali e nelle Unioni sia studiato l’argomento della
"Santa Ceni; Aìcmii haiitiò“ deplórato che in varie parrocchie la S. Cena sia celebrata poche volte all’an
no. Si potrebbe esaminare l’opportunità di ima celebrazione più frequente, ma l’argomento potrà èssere studiato sotto i suoi vari aspetti,
convinti come siamo che una celebrazione frequente e fervente della
Comunione non possa che contribuire al progresso spirituale della Chiesa.
Come ricordate, la Conferenza distrettuale di Bobbio ha invitato le
assemblee di chiesa a studiare l’argomento dell’elettorato. Alcuni proponevano che venisse soppressa la
distinzione fra membri elettori e
membri comunicanti, dando a tutti
i membri di chiesa il diritto dell’elettorato. La Conferenza è stata di
avviso di chiedere alle assemblee di
farne oggetto di studio, in modo da
venire l’anno prossimo a una conclusione.
Una delle più belle figure dell’evangelismo fiancese, il Pastore André de Robert, si troverà alle Valli
dal 2 al. 14 Dicembre, con (juattro
collaboratori. Le parrocchie che desiderassero la sua visita per delle
riunioni evangelistiche, sono pregate di scrivere al Pastore Tullio Vinay - Agape (Prali).
La campagna finanziaria è attuit!mente in corso in tutte le parrocchie. L’appello del Sinodo non deve rimanere inascoltato, e una volta
ancora vi diciamo la nostra fiducia
nella vostra valida cooperazione
perchè il risultato risponda, alle nostre aspettative.
La Commissione distrettuale
Glifaffari vanno male
« Ancora un S.O.S...; ma non la
finiranno mai, questi signori? »
Questi signori, jper chi non lo avesse ancora capito, sono i membri
della Tavola: Moderatore, sovrintendenti (4 pastori) e laici (due); ad
abundantiam ci si può anche aggiungere il cassiere della Tavola, poiché
l’S.O.S. è di natura finanziaria. Chi
protesta è il mio vecchio amico L.
A. Vainial.
E’ particolarmente amareggiato,
oggi, domenica 25 ottobre 1953, il
buon L. A. Vaiinal perchè, durante
il culto, ha ricominciato a piovere.
E’ un mese che piove, ormai; tutti
i lavori campestri sono in ritardo;
si dovrà seminare in novembre; e
poi, è proprio sicuro che si potrà ancora seminare? Pare che qualche almanacco annunzi la neve in novembre; dei resto, anche se non nevicherà, dopo la pioggia potrebbe arrivare il gelo e molti lavori saranno compromessi.
Del resto, senza guardare al futuro, il mio caro aqiico L. A. Vaimal
ha» cento e una ragioni per trovare
che gli affari vanno male. Il Pelliee,
per esempio, ha ricominciato a farne
delle sue: tranne uno, ha portato via
tutti i ponti; quello « solenne » che
unisce Luserna adi Airali è minacciato seriamente Si transito dei veicoli è'proihito)T n fisàletìdo" da Torre Pelliee (dove solo il ponte di Blancio ha sfidato le furie del torrente)
La soluzione di un problema insolubile
Si racconta che una riunione di
risveglio in cui c’erano state molte
conversioni volgeva al termine. Chi
presiedeva aveva annunziato l’inno
di chiusura e fatto gli annunzi. Tutti erano felici, e perciò una doccia
fredda sembrò cadere sull’assemblea
quando, dopo l’annunzio della colletta, si udirono queste parole: cc E
ricordatevi, fratelli, che l’ultima parte a essere convertita è il nostro portafoglio ».
Non sappiamo se la colletta di
quella riunione abbia portato una
smentita alle parole del predicatore,
ma una cosa è sicura, ed è che un
enorme equivoco sta alla base delle
continue richieste di denaro che noi
andiamo facendo a favore della Chiesa e delle sue opere.
Noi chiediamo delle contribuzioni considerando il numero »¡lei membri di chiesa, giudicando che una
comunità, più è numerosa e più dev’essere in grado di raggiungere delle mète finanziarie elevate. Oppure
anche facciamo degli apprezzamenti
sulla apparente prosperità economica (^ella regione dove una determinata comunità vive.
Tutto questo — confessiamolo
— elude il vero prob’ema. Non è infatti escluso che con sforzi erculei,
preghiere e pressioni, si riesca a
strappare alcune centinaia di lire a
dei portafogli... inconvertiti. Ma se
noi apriamo la Bibbia — quella Bibbia che affermiamo essere alla base
della nostra fede e della nostra condotta — vediamo che il problema
delle contribuzioni è messo su una
base del tutto diversa. Qui l’accento è messo non su quello che il credente dà, ma su quello che egli riceve. E da un capo all’altro della
Sacra Scrittura, è sempre lo stesso
pensiero che ritorna: « Anima mia,
benedici l’Eterno, e non dimenticare alcuno dei suoi benefici ». Qui
abbiamo l’esplosione dei sentimenti
di gratitudine di un salmista, ma anche il filosofo, l’Ecclesiaste, riconosceva che cc se uno mangia, beve o
gode del benessere in mezzo a tutto
il suo lavoro, è un dono di Dio ».
In Cristo, poi, tutti questi sentimenti e queste verità prenderanno forma
concreta, vivente, e la parola che
riassume tutto il dramma delle relazioni fra la creatura e il Creatore
è: cc Dio ha tanto amato il mondo
che ha dato il Suo Figliolo unigenito ».
Davanti a questa mano tesa, a questa profusione di doni, quanto appaiono miseri e meschini i nostri accorgimenti per l’aumento delle contribuzioni, ridotti come siamo a fare dei confronti fra spese non certo
indispensabili e quanto diamo per
la Chiesa del Signore!
Miseri e meschini, perchè la risposta del credente al grande dono
di Dio esclude ogni calcolo. Per questo Gesù gradi il gesto de.'la donna
che spezza l’alabastro d’olio odorifero, quando poche goccie sarebbero bastate. Per questo Gesù osserva e loda la vedova che butta pochi
centesimi — tutto quello che aveva
— nella cassetta delle- offerte. Per
cfuesto, attraverso i secoli, il problema finanziario della Chiesa, altrimenti insolubile, non può avere che
una risposta: quella dettata dalla
coscienza di quello che Dio ci ha
dato, quello che noi abbiamo ricevuto.
Se poi, di fronte a questa signorile generosità, ci sono dei cuori freddi e calcolatori, come quello di Anania e Saffira, ohe danno e non danno
allora il problema è davvero insolubile. Allora subentrano, da una
parte degli organi amministrativi
della Chiesa che fissano delle cifre,
e dall’altra delle parrocchie e degli
individui i quali — apparentemente
con mille ragioni — dimostreranno
che la mèta è troppo alta, che sia
mo poveri, che gli appelli sono troppo frequentemente ripetuti e via discorrendo.
Noi ci troviamo ora alla ripresa
delle attività invernali delle nostre
parrocchie. In questo momento la
Chiesa ci rivolge un nuovo appello,
perchè non sa come proseguire il
suo cammino, e ci domanda di aprire il nostro cuore, prima ancora del
nostro portafoglio.
Noi siamo convinti che ci sarà ancora qualcosa di nuovo, e cioè una
particolare benedizione di Dio ac
coinpagnerà il nostro culto, le no
stre famiglie, la nostra Chiesa, se no
risponderemo con quello stesso spi
rito di quei credenti, di cui San Pao
lo scriveva : cc Io ne rendo testimo
nianza, secondo il poter loro, han
no dato volonterosi... e l’hanno fat
to non solo come avevamo sperato;
ma prima si sono dati loro stessi al
Signore ». Roberto Nisbet
su, su fino a Bobbio Pelliee, solo il
ponte di Malpertus ha resistito.
Ed ora, tutto da rifare, pover uomo!
Tutto: ponti e strade.
E milioni!
E proprio ora, Zo Tavola chiede
dei milioni!
Il Pelliee!... la Tavola...!
Milioni che sono andati, milioni
che devono venire...!
Ho l’impressione che nella mente
del mio vecchio L. A. Vaimal le immagini si siano, come dire..., pericolosamente soprapposte :
cc E’ tutta una grande rovina! S.
O. S.! Con questa differenza: che
ai ponti ci pensa il Governo. E la
Tavola perchè non ci pensa lei ai
suoi affari? Dove li prendiamo, noi,
i soldi? »
cc E dove li prende, la Tavola? E
prescindere dal fatto che i cc suoi affari » senio, in realtà, i nostri affari,
la Tavola non è il Governo e non
può batter moneta; non può imprrre una tassa ecclesiastica; tutt’a! più
può ricordare che, una volta, si parlava della cc decima »; insomma... »
cc E la Cassa Centrale? Cosa ci sta
a fare la Cassa Centrale? »
Bisogna riconoscere che le parole
veramente hanno uno strano sapore
magico. -...........—
Il buon Valdese ignora generalmente tutto, o quasi tutto, della Costituzione e dei Regolamenti della
sua Chiesa. Due parole soltanto gli
sono ben fisse nella mente: Autonomia e Cassa Centrale. Per Cassa Centrale egli intende una specie di pozzo di San Patrizio dal quale la Tavola non ha che da attingere. E non
vuole sentir ragione, quando gli si
spiega che non esiste questa misteriosa Cassa Centrale; che esistono,
tanto per intenderci, tanti sportelli
di mia sola Cassa: la Cassa della
Chiesa; e su uno sportello, c’è scritto: beneficenza; su un altro: c’è
scritto: culto; su un terzo c’è scritto
istruzione. E dietro a questi sportelli sta il Cassiere della Tavola che riceve i doni per la beneficenza, per
il culto, per l’istruzione e li registra
rigorosamente su solenni registri.
La Tavola è l’amministratrice di
questi fondi. La Tavola riceve e cerca di far fronte alle varie necessità
con quel che riceve.
« Cosa ci sta a fare la Cassa Centrale? (E vada per questo nome!) Ci
sta per ricevere i doni che i membri
di Chiesa versano, le contribuzioni
della cosidetta « colletta annua » che
i Concistori versano più o meno re
La Settimana del libro
La Tavola Valdese ha deliberato
che anche quest’anno vi sia una
« Settimana del Libro Evangelico »
dal 22 al 29 Novembre.
L’intento è chiaro: in un’epoca
in cui si legge troppo poco e si ri
fugge dal leggere quel che può sem
hrare troppo impegnativo per la vi
ta morale e spirituale, si vuole of
frire l’opportunità al pubblico del
le nostre Chiese di fornirsi di pub
blicazioni orientative ed edificanti
L’iniziativa deve essere sostenuta
ed appoggiata e noi confidiamo che
il successo della campagna dell’anno scorso sia non solo confermato,
ma ampiamente superato.
Si spera vivamente che ogni buon
membro di Chiesa si senta impegna
to non solo a procurarsi per sè stes
so delle pubblicazioni, ma a diffon
derle tra i suoi conoscenti ed amici
Il procurare un buon libro a qual
cuno può equivalere a rendergli un
servizio inestimabile. Comunque è
sempre im’opera di testimonianza
facilmente resa.
Il Moderatore
golarmente! Quando c’è il vuoto,
vuol dire che i versamenti tardano
ad arrivare o sono stati fatti in misura insufficiente. Perciò dinuovo
S.O.S. Di nuovo e sempre! Perchè
i Membri di Chiesa non sentono la
loro responsabilità... ».
cc Beh ! questo ce lo dice molto spesso il pastore, ma gli affari vanno male, caro mio! Ci sono licenziamenti,
in corso ed in vista, per gli operai,
i prezzi dei prodotti agricoli segnono una curva discendente; e non è
facile far fronte a questi S. O. S. che
si susseguono. Non ti pare che manchi un po’ l’organizzazione? Tutti
gli anni la stessa musica? Dare, sempre dare... ».
Bisogna onestamente riconoscere
che l’amico L. A. Vaimal non ha tutti i torti : la situazione economica
non è molto allegra. Si sentono anche, e in un certo senso, più che altrove, i sintomi di una crisi che colpisce tanto più gravemente le nostre
popolazioni particolarmente di alta
montagna, in quanto manca un’organizzazione adeguata; diciamo meglio un senso di vita associata che
permetta di far fronte alla crisi.
Quando il raccolto delle castagne è
abbondante, bisogna svendere il prodotto perchè non c’è l’attrezzatura
cooperativistica sufficiente per provvedere razionalménte alla conservazione del prodotto. Il montanaro
Valdese è ferocemente individualista
in tutti i campi, facile preda delle
manovre commerciali di esosi mediatori. Deve svendere i suoi prodotti e pagare un caro prezzo quanto
gli abbisogna.
cc Hai ragione, vecchio mio; è
sempre la stessa storia; e i paroioni
sono inutili, tra vecchi amici; per
quanto cc responsabilità » non sia un
parolone! E neppure cc dovere »!
Credo che noi dobbiamo esser pratici: mi pare che manchiamo di
cc organizzazione ». Una parola che
puzza un po’ di militarismo teutonico; ma, trasferita sul piano spirituale delle collette potrebbe dare
qualche risultato. Bisogna aiutare la
gente a dare; a dare regolarmente,
a scadenze fisse; aiutare la gente a
ricordarsi che, fra le spese della famiglia, c’è anche una voce che si
chiama: contribuzione per l’opera
de]‘Signore. Ogni due mesi c’è la
scadenza della rata di un’imposta!
Perchè non ci sarebbe ogni due mesi
la scadenza di una cc bustina » per
l’opera del Signore? »
cc Le imposte non mi piacciono!
Non sono ripartite equamente! Uno
paga troppo e l’altro niente. Comunque un’idea vale l’altra e ci si può
pensare sopra ».
L. A. Vaimal saluta e se ne va. Ed
anche questa volta non ha tutti i torti; le tasse sono ripartite in modo
non equo, molto spesso! Ma la cc tassa del Signore »: la contribuzione, è
una autotassazione; è volontaria;
noi, ciascuno di noi ne fissa i limiti.
Oseremmo affermare che noi procediamo in modo molto equo nel fissarla ?
Di fronte all’appeRo deUa Chiesa,... esame di coscienza!
Cl.
Quando tu ti senti demolito, pensa che Cristo ha detto: cc Distruggete questo tempio ed Io lo riedificherò in tre giorni ». Cristo, ti riedificherà in tre giorni, anche a dispetto del malvolere degli uomini.
Simone France.
2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
IL PAGANESIMO
2 novembre
Ho assistito, alcuni anni or sono,
nel giorno dei morti, in un cimitero di Puglia, ad uno spettacolo
sconcertante e commovente al tempo stesso: un gruppo di donne, vestite a lutto, erano genuflesse sulla
tomba dei loro cari, coi capelli scarmigliati, col volto disfatto; esprimevano con gemiti e altissime grida il loro dolore. A pochi passi, vicino ad un’altra tomba, scavata di
fresco,, ancora aperta, alcuni fedeli
ascoltavano, sereni e composti, il
messaggio della Speranza; poi, si udirono nell’aria greve del cimitero
le note d’un canto, apportatore di
letizia e di pace profonda. Alcune
donne si staccarono dal gruppo delle piangenti e si unirono ai fedeli,
raccolti attorno alla bara; e il loro
volto, che tradiva poco dianzi un
sentimento di disperazione cupa, si
andò rischiarando e colorando d’ima
speranza radiosa, riposta ormai nel
lóro cuore, in virtù d’un messaggio
e d’un canto rasserenatore e consolatore. Cristo era apparso nella sua
vera luce, quale vincitore della morte, messaggero di vita.
^ $ 4:
Ogni anno, nel giorno dei morti,
ricordo quel fatto. Anche qui nel
piccolo, disadorno cimitero della
mia alpestre parrocchia, vedo affluirvi uno stuolo di donne e di bambini. Vengono a spargere grossi
mazzi di crisantemi sulla tomba dei
cari scomparsi ed a ricomporre nell’intimo del loro cuore gli affetti
spezzati, le memorie più sacre. Vengono a ricordare un passato che è
per loro pieno di luce e di cose buone. Il loro volto è pervaso di mestizia, quasi che la speranza e la
consolazione siano state fugate dal
loro cuore per sempre. Quando li
guardo mi pare di ravvisare nel loro volto i segni di mestizia delle
donne genuflèsse sulle tombe del cimitero di Puglia anziché i segni inconfondibili della speranza cristiana, scorti sul volto dei fedeli che ascoltavano, davanti ad una bara, il
messaggio della Salvezza.
In realtà, i pellegrini evangelici
del 2 novembre sembrano considerare il Cimitero l’ultimo traguardo,
la tomba della speranza cristiana,
la fossa del glorioso messaggio di
Pasqua. Crediamo che il due novembre è festa cattolica. Crediamo
che la Commemorazione dei defunti è tradizione cattolica e non evangelica. Non crediamo perciò al
culto dei morti, nè al valore delle
preghiere per i trapassati, nè ai suffragi, nè al Purgatorio. Eppure la
nostra presenza al cimitero può tradire in molti evangelici un fondo
di paganesimo.
Nella nota « Revue de l’évangélisation » l’articolista, accennando
al paganesimo moderno e specialmente rurale, dichiara: «Il pagano
è colui che aderisce a forze e valori
ostili al Cristianesimo; è pagano colui che preferisce ed antepone im
valore, anche se autentico, alla persona di Cristo; anche se 'questo valore è l’amore per un padre o per
una madre ». Orbene, nel caso nostro, si tratta di anteporre non soltanto il valore d’un ricordo, o di
una memoria, ritenuta sacra, ma di
anteporre la realtà della morte alla realtà della vittoria di Cristo.
Questa forma di paganesimo, abbastanza diffusa nel nostro ambiente, riaffiora, nella stessa celebrazione del funerale, là dove quello che
importa non è il messaggio del Pastore, ma la celebrazione del rito
che assicuri il lasciapassare per l’aldilà. La presenza del Pastore è indispensabile; il rito celebrato da un
laico non avrebbe valore alcuno.
Hs
In altri termini, è affermato ancora nella stessa rivista, la maggior
parte dei nostri fratelli vuole soddisfare a tutte le esigenze materiali ed
affettive, lasciando un piccolo margine di tempo per le esigenze deUa
fede. La domenica, ad esempio, non
è consacrata per il Signore ma per
soddisfare alle imperiose necessità
del lavoro che motivano la paurosa
diserzione dai culti. Nel caso no
stro, si dà maggiore valore al ricordo dei cari ed alla soddisfazione del
sentimento che non al glorioso messaggio della Bibbia che proclama :
Dio non è l’Iddio dei morti, ma dei
VIVI.
La Scrittura, del resto, è molto sobria circa il problema dei defunti
ed il modo di onorarli. Mentre invece le dichiarazioni circa le promesse per i credenti scomparsi sono
estremamente consolanti : « Io sono
la risurrezione, la vita; chiunque
crede in me anche se muore vivrà ».
Non soltanto possiamo allietarci di
questa certezza oggettiva, ma altresì della importanza delle promesse
per noi che viviamo: « Se uno è in
Cristo egli è umt nuova creatura ».
La fede nella risurrezione crea in
noi il germe di vita nuova, premessa della vita futura, donataci, per
grazia, dal nostro Signore, vincitore della morte.
^ *
Queste certezze incrollabili, predicate, spiegate dall’alto dei pulpiti non sembrano aver portato una
visione diversa nel cuore dei parrocchiani.
L’affluenza dei fedeli al cimitero
è sempre più cospicua ed allarmante. Si vuotano i templi nel giorno
del Signore e si riempiono i cimiteri di fedeli. Si coprono le tombe
di crisantemi e si onorano i morti
con le lapidi, mentre la città dei
vivi è spoglia di carità e amor fraterno. Si corre compunti e dimessi
alla tomba dei morti e si guardano
poi, con orgoglio e disprezzo i vivi,
salut.andoli con sorrisi ipocriti e
strette di mano insincere. L’occhio
si vela di lacrime al ricordo dei parenti scomparsi é diventa freddo ed
inespressivo al cospetto della miseria del fratello e della sorella che
ci passa accanto. Parliamo dei morti per non ricordare il dramma dei
vivi ai quali siamo chiamati a portare un messaggio di concreta simpatia cristiana. H cimitero vuol essere un tremendo alibi della nostra
assenza dalla vita dura e conturbant« della società moderna.
* * *
Serbiamo pure nel cuore le memorie dei cari scomparsi e consegn'amo pure alla terra che li ricopre
un fiore di crisantemo; ma nulla di
più. Quello che importa è l’impegno sacro e urgente verso i superstiti. Su di essi riversiamo tutto il
nostro affetto, tutto l’amore, tutta
la carità che avete negata a quelli
che sono morti. E allora vi annunzio, cari lettori, che se così onorate
i vostri morti, si compirà tm grande miracolo che nulla ha in comrme
con le lacrime della statua siciliana.
Le nostre comunità fioriranno d’una
vita nuova: l’odio secolare tra le
famiglie si spegnerà per sempre. La
avarizia congenita del nostro popolo sarà sostituita da un sentimento
nuovo di confortante altruismo ; le
nostre opere: asili, orfanotrofi, ospedali, scuole, chiese non conosceranno più deficit, non impegneranno più uomini per lo studio del problema finanziario, La Chiesa sarà
veramente all’altezza di affrontare
serenamente tutti i problemi spirituali e sociali, con l’appoggio cospicuo di tutte le comunità, ansiose
di portare i crisantemi del loro amore alla vivente, concreta Chiesa
di Cristo.
Se questo non fate, i vostri crisantemi e le vostre lapidi faranno
fremere di sdegno le ossa dei vostri
.cari e ne contaminerete la memoria.
Gustavo Bouchard
LUTERO E I VALDESI
E’ noto che la' Riforma agì plesso i Valdesi soprattutto attraverso i
suoi esponenti svizzeri, contribuendo a far schierare l’antica eresia nel
campo delle confessioni riformate e
calviniste, mentre il gran lottatore
della prima protesta, Lutero, non
trovò tra i Valdesi dei seguaci.
I Valdesi, già quando Lutero impugnava la validità delle indulgenze papali, e forse anche prima, combattevano la stessa lotta ^ e si schieravano a fianco del grande riformatore tedesco: infatti, nello stesso
1517, che vide la dichiarazione di
lotta di Lutero, essi rispondevano a
Claudio di Seyssel, arcivescovo di
Torino, andato in Val Chisone a
vendere indulgenze, che « il sangue
di Gesù Cristo ci purga di ogni peccato »; mancò loro soltanto un grande teologo che potesse deUa dottrina valdese farsi paladino e annunziatore!
I teologi invece furono svizzeri,
e i rapporti tra la neo-chiesa Valdese e la riforma Luterana sono assai
scarsi.
Troviamo tuttavia nella corrispondenza stessa di Lutero due lettere
che hanno stretto rapporto con i
Valdesi del tempo e una relazione
del contatto diretto tra l’uno e gli
altri: cose di cui è utile parlare in
questa circostanza che ci riconduce
a meditare sui valori della Riforma.
La lettera di Lutero al Duca di Savoia
II 7 seti. 1523, da Vittemberga (a
quell’epoca ormai Lutero godeva di
grande notorietà) il Riformatore indirizzava una lunga e bella lettera
al Duca di Savoia Carlo III, che regnò, sia pure in parte solo nominalmente, dal 1503 al 1553: in essa
si esponevano i vari principii della
Sviluppi della libertà religiosa in Italia
La stampa evangelica ha già dato un ampio resoconto delle discussioni svoltesi alla Camera sul tema
della libertà religiosa in occasione
dell’esame del bilancio del Ministero dell’Interno (La Luce del 31 ott.
’53). Non è il caso quindi di ripetersi, ma non è forse male tornare
sull’argomento per cercare di fare
il punto della situazione, considerando brevemente le caratteristiche
che hanno differenziato il dibattito
svoltosi .quest’anno, da quello che
ebbe luogo alla fine dell’ottobre
1952 nella stessa occasione e sul medesimo argomento.
E’ da notare anzitutto che di fronte alla prevalenza democristiana
imperante nella prima legislatura
repubblicana, l’attuale Camera, sorta dalle elezioni politiche del 7 giugno u. s., presenta una diversa fisionomia. Il gruppo della maggioranza governativa non dà più quella sconcertante impressione di orgogliosa sicurezza di un tempo,
sprezzante di ogni opposizione. In
conseguenza anche un argomento
come quello della libertà religiosa
ha potuto essere svolto ed ampiamente trattato senza che l’atmosfera si infuocasse, senza che si ripetessero quelle manifestazioni di insofferenza confessionale» che turbarono la serenità e l’obbiettività del
dibattito in precedenti occasioni.
L’awenuto mutamento del Governo ha poi certamente contribuito a far sì che l’argomento potesse
essere discusso ed ascoltato con il
dovuto riguardo per l’importanza
delle argomentazioni sollevate; e la
presenza di un nuovo Ministro dell’Interno ha consentito che venissero date assicurazioni, per quanto
generiche, tuttavia molto diverse
dalla altezzosa risposta dell’anno
scorso con la quale il Ministro Sceiba aveva denunciato il fine di non
ricevere da parte del Governo su di
un problema che lo poneva in non
lieve imbarazzo.
Ciò premesso sull’aspetto generale della situazione, è da notare nel
dettaglio che:
a) Gli interventi sulla libertà religiosa sono stati quest’anno più numerosi non solo, ma caratterizzati
dal fatto che, per quel che concer
Da un anno alValtro
ne i liberali ed i socialisti almeno,
essi sono stati operati dagli oratori
ufficiali designati dai rispettivi gruppi parlamentari.
b) Non solo vi sono stati 4 deputati che hanno voluto ex professo
soffermarsi lungamente sull’argomento, ma taluni altri si sono richiamati all’argomento stesso nei
loro interventi dimostrando così che
il problema della attuazione della
libertà religiosa in Italia è un argomento oramai acquisito nei dibattiti parlamentari di cui la Camera tiene conto nell’esaminare l’andamento della politica interna del
Governo.
c) Mentre l’anno scorso erano intervenuti solo socialdemocratici e
socialisti, quest’anno si sono aggiunti ad essi anche i liberali ed i comunisti.
d) Nei confronti di un solo ordine
del giorno presentato l’anno scorso,
quest’anno ne sono stati presentati
quattro direttamente concernenti il
nostro problema.
e) Mentre lo scorso anno il Ministro Sceiba dichiarò di non potere accettare l’ordine del giorno
Bogoni « per lo spirito che lo animava » e successivamente messo in
votazione venne respinto, quest’anno il Ministro Fanfani ha quanto
meno dimostrato im interessamento
diretto verso i quattro ordini del
giorno presentati sul tema della libertà religiosa, invitando i presentatori dei primi tre a ritirarli facendo affidamento sulle sue assicurazioni. Se il quarto non venne da
lui accettato, posto in votazione,
venne invece approvato a maggio
ranza.
f) Il relatore al bilancio dell’anno scorso (on.le Sailis) si limitò a
non ammettere l’esistenza di tentativi da parte del Governo di opporsi alla libertà religiosa; mentre il
relatore di qpiest’anno (on.le TozziCondivi) ha condiviso le raccomandazioni fatte dai vari deputati in
tema di libertà religiosa.
g) Mentre il Ministro Sceiba In
scorso anno nella sua risposta cercò
solo di eludere la questione spostandone i termini, alludendo ad infondati accostamenti tra i problemi della libertà religiosa ed il comunismo, quest’anno invece il Ministro
Fanfani ha dato delle assicurazioni
che la Camera ha accolte e che vengono quindi a costituire un preciso
impegno per il Governo.
h) Non è poi da sottacere la circostanza che, mentre lo scorso anno
la reazione democristiana era stata
coordinata dalTordine del giorno
deirOn.le De Maria e dalle dichiarazioni di pretta marca sanfedista
con le quali esso era stato svolto,
quest’anno lo spirito della reazione
clericale, se non è scomparso, iion
ha creduto quanto meno di manifestarsi apertamente.
Non si può negare quindi che la
situazione sia migliorata; e sarebbe dimostrare un eccessivo pessimismo il volere affermare che si tratta unicamente di parole e di intonazione di voci.
Il miglioramento effettivo e concreto consiste in un fatto preciso :
i casi relativi alla mancata attuazione della libertà religiosa in Italia,
nei termini in cui -questa e stata sancita dalla Costituzione, costituiscono oramai un problema politico attuale coscientemente avvertito dalla
sensibilità della Camera, e di fronte al quale il Governo ha il debito
di dare non solo una risposta precisa, ma anche una dimostrazione
in linea di fatto circa la sua volontà concreta di provvedere anche in
questo campo perchè le norme della Costituzione siano rispettate e fatte rispettare.
Questo nuovo aspetto della situazione non segnerà forse ancora la
fine delle deplorevoli manifestazioni di intolleranza che si sono verificate nel passato e che si segnalano
ancora qua e là; ma tuttavia la pubblica opinione e la coscienza politica del paese hanno dimostrato di
avvertire pienamente che questi fatti costituiscono una vergogna di cui
una nazione civile e progredita deve, sapersi al più presto liberare.
Noi ci auguriamo che questo avvenga^ quanto prima. G. Peyrot
Riforma, con chiarezza e con semplicità, e si esortava il Duca a schierarsi dalla parte del nuovo movimento. « E’ pervenuta fino a noi,
dice Lutero, la voce — confermataci da Annemundus Coctus, cavaliere francese zelantissimo della maestà dell’Evangelo — che il Duca di
Savoia è favorevolissimo alla vera
religione e pietà; il che è per vero
un dono raro ed un gioiello prezioso fra i principi. Pertanto io reputo opportuno che Vostra Eccellenza
sia alquanto benedetta e confermata da me, benché indegno, e dai voti sinceri che sento di dover fare,
acciocché dal vostro bell’esempio
parecchi siano guadagnati a Cristo ».
Nella mente di Lutero, un’eventuale adesione del Duca di Savoia
alla Riforma, in ciò appoggiato dall'esistenza e dal proselitismo dei
Valdesi, doveva a guisa di manovra aggirante, aiutare a conquistare
anche la Francia: « La scintilla, dice egli ancora, che ha già preso a
brillare in V. E., si riaccenda e generi un fuoco che proceda dalla casa di Savoia come dalla casa di Giuseppe, che tutta la Francia sia infiammata come stoppia, che quel
fuoco sacro di Cristo vi arda e fiammeggi e che per quel mezzo la Francia possa esser con cagione chiamata dall’ Evangelo il regno Cristiano ».
Disgraziatamente il piano grandioso di Lutero non doveva realizzarsi: infatti il Duca Carlo III, non
essendo nato con un cuor di leone,
e pur dimostrando in qualche modo la sua simpatia agli avversari di
Roma, non ebbe il coraggio di decidersi, e la lettera di Lutero non
servì a nulla: troppo ligia alla Chiesa era la casa di Savoia, e l’miica
cosa che la poteva interessare era
l’incameramento dei beni ecclesiastici, che avrebbero impinguato un
po’ le sempre povere casse ducali.
Ma non se ne fece nulla, e il figlio
di Carlo III, Emanuele Filiberto,
doveva come quasi tutti i suoi antenati e discendenti, schierarsi tra
i persecutori dell’ eresia valdese e
protestante.
Rimase ai Valdesi soli il compito
di continuare nella loro protesta e
toccò a loro soli il privilegio singolare di rappresentare di qua delle
Alpi la grande voce della Riforma
Protestante.
1 delegati Valdesi da Lutero
Il primo Sinodo di cui ci parlano
gli storici valdesi è quello del Laus,
in Val Pragelato, tenuto nel 1526.
I Barbi infatti, spinti dalle grandi
novità che avvenivano in Germania
e Svizzera, giudicarono opportuno
di avere uno scambio di idee, e siccome non riuscivano a vedere chiaro
nella situazione, delegarono due di
loro a cercare informazioni e dati
più positivi. I due prescelti furono
barba Giorgio di Calabria, il più
anziano, e barba Martin Gonin, giovane ardente di 26 anni, che dieci
anni più tardi doveva pagare con
la vita il suo amore per l’Evangelo.
Essi partirono con dei mandati precisi, evidentemente, ma dei quali
non ci è restato nessuna notizia, e
si recarono direttamente a Vittemberga, a trovare e parlare con Lutero.
Era la prima volta che questi aveva dei contatti diretti con dei Valdesi, fino allora conosciuti solo di
fama. E’ curioso a tale proposito
notare che nel 1516, un anno prima della sua protesta, il monaco
Lutero aveva, in una sua lettera,
trattato da criminali i Valdesi, al
pari di altri eretici, accusandoli di
separarsi dalla chiesa per orgoglio.
Ormai anch’egli era uno scismatico,
e sarebbe interessante avere una relazione dell’incontro dei barbi vaidesi col grande Riformatore; purtroppo non sappiamo nulla di preciso e possiamo solo supporre che
egli diede loro tutti i chiarimenti
richiesti, insistendo in particolare
sulla giustificazione per fede, che
era stato il suo cavallo di battaglia.
Quando Giorgio e Gonin si furono sufficientemente informati su tutti i punti oscuri, si caricarono dei libri di Lutero (il priore e storico
{continua in pagina)
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— >
OPERE VALDESI DI ASSISTENZA
*
OSPEDALI
La fondazione degli Istituti Ospedalieri Valdesi di Torre Pellice e
Poniaretto, avvenuta rispettivamente negli anni 1821 e 1834, è dovuta
alla generosa iniziativa della Signora Carlotta Geymet Pe)Tot. Degna
compagna del Pastore Pietro Geymet che fu anche Moderatore, Sottoprefetto a Pinerolo ed infine professore alla Scuola Latina di Pomaretto, la signora Geymet, giunta all’età
di 56 anni ed avendo allevato i suoi
8 figliuoli, si propose di dar vita ad
un ospedale per i suoi correligionari. Questi infatti, a causa della loro
fede, ricevevano continue vessazioni quando erano costretti a farsi ricoverare negli ospedali.
n progetto rispondeva perciò ad
una necessità molto sentita alle Valli, ma doveva sembrare un’utopia
per un piccolo popolo che usciva
stremato ed impoverito da secolari
persecuzioni e doveva ancora attendere, quasi per un ventennio, la sua
Emancipazione.
Vicende storiche
Gli inizi sono molto modesti: l’Ospedale di Torre Pellice si apre nella casa stessa della coraggiosa signora con 2 soli letti. Il Sinodo del 1823
diede l’approvazione all’iniziativa e
la sostenne moralmente. Gli atti Sinodali di quell’anno dichiararono
che « Sa Majesté ayant daigné, par
permission royale, transmise à la Table par le canal du Ministre de VIntérieur et de VIntendant de Pignerol,
adhérer aux applications que lui ont
été adressées par la sudite Table
pour obtenir rétablissement d’un
hôpital dans nos Vallées afin d’y recueillir les pauvres de notre Communion.. l’assemblée, touchée par cet
acte de bonté, si est occupée de l’examen du plan qui lui a été présenté
par une Commission, qu’en a été
chargée par la Table et Ta approuvé à T unanimité-.. y>.
Il SinoïcT quindi prende atto che
è in vendila, a prezzo modico, la casa di Pietro Voila a ponente dell’abitato di S. Margherita e, considerando, che è cc spacieuse, aérée et à
portée des secours de l’art » ne decide l’acquisto.
I mezzi (1200 franchi) sono forniti dal conte Waldbourg Truchess.
ministro plenipotenziario del re di
Prussia. Tale somma era stata messa a disposizione personale dell’Ambasciatore dello Zar Alessandro I,
perchè ne facesse uso a suo piacimento. La Tavola ringraziò lo Zar, il 4
settembre, ed il 6 gennaio 1824 Carlo Felice approvò il progetto di acquisto del terreno ed i piani per la
costruzione dell’Ospedale.
La Tavola accreditò presso tutte
le nazioni protestanti il Pastore Pietro Appia come collettore.
Egli trovò ovunque un’accoglienza cordiale e grandi attestati di solidarietà. I monarchi di Inghilterra,
Olanda, Svezia e Prussia furono tra
i primi sottoscrittori. Ben presto si
poteva fare assegnamento su una
somma di 335.000 franchi (che rappresentano non poche decine di milioni delle nostre attuali lirette!) lina parte di quella somma (142 mila franchi) fu spesa per l’erezione
dell’ospedale e i restanti 213.000
franchi capitalizzati onde gli interessi permettessero il funzionamento
di quell’opera umanitaria a favore
dei poveri delle Valli.
II Comitato di direzione era, in
parte, designato da un’elezione sinodale. Uno degli eletti doveva risiedere nella Valle di Perosa, un secondo nella Valle di S. Martino, il
terzo essere membro della parrocchia di Prarostino e Roccapiatta e i
rimanenti avevano la loro residenza
nella Val Pellice.
La fondatrice dell’Ospedale di
Torre Pellice si preoccupò, fin dal
1838, di costruire anche a Pomaretto un Ospedale affinchè i Valdesi di
quella Valle avessero le stesse age
volazioni dei Valdesi della Val Pellice.
Nel 1845 era finalmente possibile
costruire l’Ospedale di Pomaretto
come sezione staccata dell’Ospedale
di Torre a pochi minuti dal tempio,
costruito per interessamento dello
stesso benefico ambasciatore.
r primi anni non furono esenti da
difficoltà e incertezze. Ma verso il
1848 fu nominato membro della Direzione degli Ospedali il generale
Beckwith che recò il contributo della sua grande fede, della sua fermezza e del suo spirito organizzativo.
Con lui s’inizia un periodo di trasformazione e di deciso miglioramento che continuò man mano che
se ne presentò la possibilità.
L'opara degli ospedali
I nostri Ospedali hanno una capacità di una quarantina di letti per
malati comuni. Inoltre a Torre Pellice funziona un reparto Maternità
con 6 letti ed un Padiglione Sanatoriale con 18 letti, dovuto alla munificenza del Past. C. A. Tron. Ha
inoltre un reparto di radiologia, un
servizio di cardiologia e di oculistica.
L’anno scorso sono stati curati 373
ammalati con 10975 giornate di presenza.
L’Ospedale di Pomaretto ha curato 190 ammalati con 5681 giornate
di presenza. Esso pure ha un reparto di radiologia.
Quello che manca ai nostri
ospedali
Mancano naturalmente molte cose. Non abbiamo finora la possibilità di realizzare dei grandi progetti.
Vorremmo tuttavia segnalare alcune
migliorie che abbiamo in animo di
tare, nel più breve tempo possibile,
nella ferma speranza, come è già avvenuto frequentemente in passato,
e come avviene ovunque per i piccoli e grandi complessi ospedalieri
di tutto il mondo, che qualche generoso benefattore venga in nostro aiuto.
Sarebbe nostro desiderio anzitutto
trasformare e migliorare il reparto
Maternità di Torre Pellice, onde
renderlo più razionale e confortevole. Da un rapido sopraluogo ci siamo resi conto che per realizzare il
progetto dovremmo poter disporre
della somma di L. 1.300.000 cosi suddivise :
Lire 600.000 per opere di trasformazione onde ricavare una cameretta per neonati e rinnovare la stanza
da bagno. Lire 200.000 per l’acquisto di arredamento vario per le puerpere ed i neonati. Lire 500.000 per
l’acquisto di una incubatrice portatile per neonati di cui sentiamo, da
molti anni, l’assoluta necessità.
Siamo certi che il nostro appello
sarà udito da qualche generoso amico dei nostri Ospedali, il cui appoggio ed aiuto ci sarebbe sommamente gradito e prezioso. u. b.
!■
•r-.j.
Festa del raccolto
Vedere Dio nella tempesta vuol
dire avere un cuore saldo che ha
creduto davvero. G. F.
La « Gossen delle Valli )3 ha celebrato il 25 ottobre la sua prima
Festa del Raccolto. Per quanto organizzata un po’ tardi e di conseguenza alquanto frettolosamente,
questa manifestazione ha corrisposto molto ampiamente all’aspettativa dei suoi promotori e del pubblico che vi è accorso numeroso.
I più bei prodotti agricoli della
nostra parrocchia erano schierati in
bell’ordine a dimostrare che cosa
possa ottenersi dalla terra benedetta
da Dio, lavorata con intelligenza ed
amore dagli uomini.
Faceva naturalmente bella mostra
di sè un ricco campionario dei prodotti e delle ricompense già ottenute della locale Scuola di Agricoltura
ed a questo ben disposto stand faceva corona un vasto assortimento
di prodotti presentati da agricoltori
già ben noti per la loro capacità professionale ed anche da piccoli coltivatori innamorati della loro poca
terra.
Sulla ribalta della nostra Sala Albarin un variopinto tappeto delle
più pregiate razze di granoturco faceva da sfondo ad una copiosa esposizione di frutti di ogni specie, dai
più comuni ai più rari : mele e pere,
castagne e noci, alchechengi e loti
ed anche olive, tutti ottenuti nella
nostra ridente collina o nell’ubertoso piano sottostante.
II reparto ortaggi presentava naturalmente molte patate di straordinaria grossezza e eavoli, cavolirapa e cavolfiori, barbabietole di
diverse varietà raggiungenti facilmente i nove chilogrammi di peso,
e carote, e fagiuoli, e finocchi, e
zucche awicinantisi al mezzo quintale, eco. ecc.
Accanto a tutto questo i lavor
delle mani di fata delle nostre don
ne e capolavori di arte culinaria.,
tanto apprezzati dagli uomini.
Una carriuola da giardiniere, at
trezzi e prodotti apistici ed una bel
la a famiglia » di api nella sua pri
gione di vetro arricchivano ancora
la mostra, completata da un sem
pre affollato reparto di oggetti di
cancelleria destinato a favorire la
vita dello spirito nelle lunghe imminenti veglie invernali.
Nel culto del mattino il nostro
pastore aveva richiamato l’attenzione dei suoi uditori sul valore morale della rassegna in preparazione
della quale pure il dott. Delleani
rilevò nel pomeriggio il significato
e l’importanza tecnica.
Ci si dice che il risultato economico sia stato molto buono e naturalmente ce ne rallegriamo, ma più
ci compiaciamo del fatto che questa iniziativa sia valsa a far nascere
e crescere nel cuore di tutti i partecipanti —• espositori e visitatori
— quel senso di gratitudine verso
la Provvidenza Divina che talora
non si rivela con sufficiente evidenza. Rusticus
ELENCO DEI DONI RICEVUTI
Per l’Ospedale di Torre Pellice
In Memoria
Luserna San Giovanni: di Lidia Bleiker,
Giulia Tron Roman L. 1.000 — Pinerolo:
di Emma Gardiol Leidheiiser ed Emilio
Gardiol, N. N. 500 — di Emma Gardiol
Leidheuser 20.000 — Pomaretto: di Luigi
Giaccone, fam. Giaccone e Bleynat 15.000
—■ Torre Pellice: di Giovanni e Rosa Pons
Karrer, Maria Luisa Pons 500 — di Janavel
Maria, la famiglia 1.000.
Permetta l’amico Rusticus al vecchio Eco di rallegrarsi con lui di
questo successo; si tratta di una iniziativa che è suscettibile di ulteriori sviluppi, per il bene delle nostre Comunità che troppo spesso sono portate a considerare e chiamare Chiesa solo quanto si fa nel sacro recinto del Tempio, la domenica mattina! Red.
Angrogna: Alice Coisson L. 750 — Ferrara: Marco Jahier 2.500 — New York:
Chiesa Valdese 25.600 — O. Kolliker 1.500
— Roma: Rocchi Biagio 3.000 — San Germano Chisone: Griot Emilia e Signora 500
— Torre Pellice: Cassa di Risparmio 20.000
— Tommasini Rodollo e Giovanni 2.500
— Longo Elba 1.000 — Torino: Garberò
Dino 20.000.
Per l’Ospedale di Pomaretto
In Memoria
Massello: di Tron Arluro, la fam. 1.000
— del Padre, Laura Micol e Yvonne Meytre Micol 500 — dei loro Genitori, fam.
diol Leidheuser 20.000 — idem., N. N. 500
Ern. Micol 200 — Pinerolo: di Emma Gar
— di Pons Filippo, la Vedova e la figlia
2.000 — Perrero: della diletti^ Elsa, fam.
Canal 1.000 — Pomaretto-Perosa ArgentinaPinasca: del Babbo e Nonno, Charrier Anita e Dina 350 — della Zia Maria, Arturo
e Irma Rostagno 3.000 — di Suor Margherita Grill, Jahier Enrico e fam. 500; Castagno Emma e Giulio 1.000 — dedaMamma, Emma Gaydou in Costantino 1.000 —p
di Adelina Baima, Balma maestro e figlia
Elsa 2.000 — della Nonna, Irma e Arturo
2.000 — di Villie.m Margherita Ved. Bleynat, i figli e le figlie con le loro fam.
5.000 — della Mamma, Gaydou Ida in Costantino 1.000 — dei Nonni, Griglio Claudia l.OOO — del Papà, Grig.io Livia 1.000
— di sua Madre, Anita Costabel 2.000 —
di Aldo Ribet, GrigUo Gustavo 1.000 —
della Mamma e del Fratello, Ferrerò Carlo ed Enrichetta 500 — di Luigi Giaccone,
Bleynat Giovanni e Santina 1.500; Un gruppo di Amici e di Colleghi della Riv 15.650;
Riv, reparto collaudo a sfere e rulli 7.150
— San Germano Chisone: dei Genitori,
Travers Giovanni e Leontina l.OOO — di
Simeone, Perico e Irma Bouchard 3.000 —
Riclaretto: deUa Mamma, Emanuele ed Elisa Genre 1.000 — U.S.A.: deUa Mamma,
Gay Alice 3.000 — della Sig.ra Iside Viany, i Figli (località diverse) 5.000.
Pomaretto - Perosa Argentina - Pinasca:
Pons Guglielmo 5.000 — Grill Carlo 1.000
— Mimmo, Paola, Mario e Piero 3.000 —
Cotonificio Valle di Susa 10.000 — Menusan Tommaso e Germana 1.000 — Giuseppe Zoccola 850 — Masera Bartolomeo 7.000
—• Bert Carlo 2.000 — Morat Franca 5.000
— Fassi Alessandro 1.000 — Bonino Giuseppe 2.000 — Crespan Giuseppe 500 —
Tron Lidia 2.000 — Ribetti Teresina 1.000
— Giaiero Ernesto e Marcella 2.000 — Durand-Canton Umberto e Margherita 500 —
Maria ed Emilio Jahier, in occ. delle nozze d’argento 1.000 — Giaiero Valdo ed
Evelina 1.000 — Cassa di Risparmio 10.000
— Dalla Vittoria 2.000 — Richaud Maria
1.000 — Mare Elisa 1.000 — Berlaita Anna 1.000 — Zago Maria 1.000 — Gelso Silvio 2.000 — Ribet Fanny 1.000 — Ernesta
Tron 3.000 — Conte Rina 2.000 — Barai
Natalino 1.000 — Canavese Teresina 1.000
— Forneron Ida 1.500 —• Lanteline Enrichetta 800 — Bogino Marisa 400 •— Bleynat Remo 1.000 — Minatti Bruno (Villar
Perosa) 2.000 — Beux Dina 3.000 — Gelato Isidoro (Villar Perosa) 2.500 — Elvira
Genre 500 — Giustetto Battista 1.000 —
Masera Bartolomeo 2.000 — Marcato Luigia 1.000 — Laurenti Francesco (Villar Perosa) 2.000.
Prali: Barus Amato 1.500 — Tron Rina 2.000 — Maddalena Grill 1.000 — Garrou Anita 5.000 — Richaud Aldo 4.000 —
Richaud Aldo 4.000.
Pramollo: Long Ida 2.000
dia 1.000.
Jahier Li
rot. Locanda Appennini 1.000 — Gino Franca 2.000 — Bounous Maria 2.000 — Poet
Luigi 1.000 — Breuza Virginia 1.000 —
Costantin Poet Enrichetta 500 — Bertalmio
Francesco 1.000 — Toya Felice 2.000 —
Genre Giosuè 2.500 — Peyronel Cesare 3.000
—■ Poet Lidia 1.000 — Micol Elsa 1.000.
Riclaretto: Peyronel Levy 4.200 — Peyronel Elena 2.000 — Clot Irma 2.000 —
Viglielmo Elena e Armandina 2.500.
Torre Pellice: Longo Elba 2.000.
San Germano Chisone: Alessandro Costantino 10.000 — Pons Emilio 3.850 —
Bleynat Giulietta 2.000 — Beux Anita 2.000
— Pagetto Giovanni 1.000.
Villasecca: Unione Madri Trussan 1.765.
Como: Lilia Malacrida 2.000 — Dr. Stanislao Rocchi 2.000.
Bari: Vittorio Laurora 1.000.
Roma: Rocchi Biagio 3.000.
Torino: N. N. N.
New York: Chiesa Valdese 25.600.
Per ambedue gli ospedali
In Memoria
di Alberto Costabello, Dino Costabello
2.000 —• dei loro Cari, Garrou Beniamino
e Fam. 1.500 — di Rostagno Michele, Fam.
Rostagno 5.000.
Bari: Tenbel Francesca 5.000 — Como:
Lega Femminile 20.000 — Genova: Gustavo e Ketty Comba 4.000 — Pinerolo: Coucourde Giulio e Alice 3.000.
CONCORSO
La Libreria Editrice Claudiana
bandisce un concorso per la pubblicazione di un volume di circa 100120 pagine del formato « Breve Catechismo Evangelico », che contenga in forma seria, chiara e piana,
ima esposizione dei principi evangelici, con riferimento alla dottrina,
al culto, all’organizzazione ecclesiastica, e presenti una esposizione delle finalità perseguite dalla Chiesa
Evangelica in Italia.
Al vincitore del concorso verrà attribuito un premio di L. 50.000 e il
manoscritto rimarrà di proprietà
della Claudiana.
I manoscritti, contnassegnati da
uno pseudonimo ripetuto su una busta chiusa contenente il nome e l’indirizzo dell’autore, dovranno pervenire alla Claudiana, possibilmente
scritti a macchina in duplice copia,
entro il mese di Giugno 1954.
La Commissione delle pubblicazioni della Libreria Editrice
Claudiana.
Rodoretto: Plancia Angiolina 2.000 —
Ricelli Aldo 2.000 — Merlin Antonietta
2.000 —■ Chiesa Valdese 1.000 — Barai Fanny 1.000.
Massello: Unione Femminile 5.000 -—
Tron Margherita 1.000 — Gbigou Letizia
500 — Martino Emilio 1.000.
Perrero: Adele Peyran 350 — Fam. Maestro A. Pascal l.OOO — N. N. 1.000 — Pey
Di imminente pubblicaxiotie
DoidmII ppatalorl Itila Weitoza
Eioiniolia di EiaaiM - 19ì4
1) La nostra unità in Cristo e la nostra
divisione in Chiese.
2) L’Evangelizzazione — La missione della Chiesa fra i non credenti.
3) Problemi sociaU.
4) Affari internazionali. I cristiani nella
lotta per una comunità mondiale.
5) Relazioni culturali. La Chiesa di fronte alle tensioni delle razze e dei popoli.
6) Il laicato. Il cristiano e la sua vocazione.
Quaderno speciale deUa Rivista Protestantesimo.
Per prenotazioni rivolgersi all’Ufficio
della Tavola Valdese —- Via IV Novembre
107 — Roma.
4
4 —
L’ECO DELLE VALU VALDESI
VOCE DELLE COMUNITÀ’
Bobbio Pollice
\gli inizi del mese di ottobre il Pastore
di Bobbio, Signor Arnaldo Genre, è partito per rirlanda ove si tratterrà per circa
otto mesi per motivi di studio.
A sostituirlo la Tavola Valdese ha inviato il Candidato in teologia Bruno Costabel.
Nella sua ultima seduta il Concistoro, a
nome della Chiesa, ha espresso al Pastore
partente gli auguri di un buon e proficuo
soggiorno all’estero ed al Candidato entrante il benvenuto a Bobbio Pellice e l’augurio di un ottimo e benedetto lavoro nella Chiesa.
Con il mese di Novembre, con una settimana di ritardo dovuto a circostanze varie, avranno regolarmente inizio tutte le
attività iuvernali: riunioni quartierali, scuola domenicale, catechismo ecc. 11 culto di
inìzio delle attività avrà luogo la seconda
domenica del c. m.
Solo l’Unione giovanile del centro non
dovrà riprendere la sua attività non avendola interrotta per tutta l’estate; ha però
presentato durante una delle sue ultime
sedute, un programma di intensificazione
del suo lavoro ricco é vario, comprendente
studi biblici, incontri con parecchie Unioni
delle Valli, gite.
Matrimoni: Si sono sposati Geymonat Eliseo. Còsta e Mondon Elena, Genteugna.
Che il Signore benedica questo nuovo focolare.
Funerali: Hanno lasciato questa vita: improvvisamente, Berton Giuseppe fu Giuseppe; in seguito a disgrazia, Rostagnol Giovanni fu Daniele (del quartiere degli Eissart;
caduto in acqua mentre eseguiva dei lavori ,
di riparazione ad un acquedotto.
A coloro che da questi lutti sono stati
colpiti, ricordiamo le parole di Gesù: « Io
sono la risurrezione e la vita ».
Luserno San Giovanni
Asilo Infantile. Ha ripreso la sua attività,
sotto la direzione della Signorina Ada Bessone, di Pinerolo, a cui il Concistoro ha
espresso la sua riconoscenza per la sua apprezzata collaborazione. Gli iscritti sono 29.
Attività unionista. L’Unione giovanile ha
ripreso, anche ufficialmente, la sua attività, con una seduta ricreativa a cui erano invitati, dalla Unione del Centro tutti i giovani della parrocchia. Un buon numero di
essi ha risposto all’appello ed ha molto apprezzato la serata. Ricordiamo il messaggio introduttivo del pastore R. Jahier, i
canti della Sig.na Revel e dell’Unionista
Rostan; i brani musicali del nostro fisarmonicista Rostagno, e il bozzetto comico:
Gianni Schicchi, in cui hanno rivaleggiato
in bravura le signorine: Mura e Rivoire ed
i giovani Lili Gay e Revel.
Battesimi. Il 20 settembre è stato amministrato il Battesimo ai due fratelli Pons
Silvio e Pons Claudio Paolo di Alberto e
Chanforan Anna.
I nostri lutti: Il 17 ottobre hanno avuto
luogo i funerali di Federico Wellmann; era
nativo di Agnita (Romania) ed ha chiuso la
sua esistenza al Rifugio Carlo Alberto, all’età di 70 anni. Pure al Rifugio Carlo Alberto è deceduta Yvonne Noémi Dufossé
Vedova Lausarot, nata ad Amiens (Francia), aU’età di 56 anni. Ai Bellonattì è deceduto Serilio Maretta, originario di Avoneghe (Padova), da molti anni stabilito nella nostra comunità, all’età di 77 anni. Il 19
ottobre veniva accompagnata al Campo del
Riposo la salma mortale del nostro fratello Davide Malan (Nazzarotti) deceduto all’Ospedale di Torre Pellice, all’età di 82
anni. Il 29 ottobre hanno avuto luogo i funerali di Adolfo Pons (Bellonatti) di anni
53; il 26 ottobre, mentre egli tornava a casa in bicicletta, al termine della sua giornata di lavoro, alle ore 10 di sera, veniva
investito da un automobile, che fuggiva abbandonando il nostro fratello. I compagni
di lavoro, accorsi, non potevano che ricevere il suo ultimo respiro. La comunità tutta ha manifestato alla vedova ed ai figli la
sua profonda simpatia cristiana. Lunedì 2
novembre avevano luogo in Bibiana i funerali di Morglia Amelia nata Miherre
Marcliand, vedova dell’ing. Alberto Morglia, deceduta all’età dj anni 78.
A tutte le famiglie, provate dal lutto, ricordiamo le parole dell’apostolo ai Corinzi: ...e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati ».
Roma (Via IV Novembre)
Il periodo estivo si è arricchito per la
nostra chiesa della predicazione del Pastore Dott. Elio Eynard e del Pastore Augusto
Lebet. Li ringraziamo cordialmente assicurandoli che la loro opera è stata apprezzata dalla comunità.
Al Pastore Eynard che si trasferisce a
Zurigo va anche il sa nto di tutti i suoi amici e fratelli di Roma.
— Ricordiamo che il 5 luglio è scomparso il grande artista Titta Ruffo, alla cui
memoria sono state tributate in tutto il
mondo onoranze degne del grande italiano.
La sua scomparsa ha portato il lutto nella
famiglia Titta della nostra comunità e la
partecipazione dei fratelli è stata spontanea
e vasta a tanto dolore. Rinnoviamo al Dr.
Titta Ruffo e alla sua Signora Gabriella
Titta Dreher le nostre fraterne condoglian
— Il Pastore Augusto Lebet domenica 6
settembre ha benedetto le nozze del Dr.
Dino Lui con la Signorina Frine Fantoni.
Gli sposi, ai quali rinnoviamo ì nostri fraterni auguri, sono stati circondati con affetto dalla comunità e dagli amici.
— Il giorno 15 settembre nella cappella
di San Nicola della Cattedrale a Basilea sono state benedette le nozze di Jan Alberto
Soggin con la Signorina Dott.ssa Ada Luisa Wòchting. Agli sposi che ora si trovano
a Bergamo i nostri fraterni auguri.
— Il 30 settembre, nel tempio valdese di
Torre Pellice, sono state benedette le nozze del Sig. Marcello Cignóni con la Signorina Paola Cisson. Ai molti auguri degli
amici e dei parenti noi aggiungiamo i nostri fraterni.
Il Signore benedica le nuove case perchè
siano visitate sempre dalla sua pace.
— In casa dei Signori Bruno e Gisella
Scerna è nato Marco. E’ un dono del Signore. I nostri auguri e i nostri rallegramenti
fraterni ai genitori e ai nonni felici.
Nel corso deU’esame del bilancio
del Ministero della pubblica istruzione alla Camera, gli on.li Secreto,
Guglielminetti, Angelino Paolo,
Ronza, Della Seta, Villabruna, hanno presentato il seguente ordine del
giorno sul ripristino dell’insegnamento della lingua francese nelle
scuole pubbliche delle Valli. « La
Camera, invita il Governo a disporre l’immediato ripristino dell’insegnamento della lingua francese nelle Valli del Pinerolese. Detto insegnamento, istituito con la legge Daneo-Credaro del 1911, ed abolito successivamente, rappresenta un patrimonio culturale e linguistico importantissimo, nonché una notevole facilitazione agli scambi locali ed alla
emigrazione temporanea che si traducono in definitiva in ricchezza econoinica ».
L’on.le Secreto nella seduta del
21 ottobre, nello svolgere il detto ordine del giorno a nome dei colleghi
firmatari, sottolineata la speciale situazione linguistica delle nostre vallate e poste in evidenza le particolari caratteristiche delle popolazioni, insisteva calorosamente perchè
il Governo provveda al ripristino
della lingua francese nell’insegnamento pubblico della zona.
Il Ministro on.le Segni nell’esprimere il suo avviso in merito ai vari
ordini del giorno presentati alla sua
attenzione, precisa all’on.le Secreto
che egli porrà allo studio la questione da lui prospettata. Gli on.li presentatori confidando nelle assicurazioni date dal rappresentante del
Governo, non insistevano per una
votazione da parte della Camera.
La questione del ripristino ufficiale dell’insegnamento alle Valli è
pertanto ora affidata alle cure del
Ministro che vorrà certamente provvedere nel più adeguato dei modi.
E’ noto infatti che fin dai primi anni del dopoguerra le autorità locali
avevano di fatto ripristinato l’insegnamento del francese nelle pubbliche scuole elementari nelle nostre
vallate a mezzo di personale idoneo
e che si provvide localmente alle
spese relative. L’anno scorso per disposizioni impartite dal Provveditore agli studi di Torino tale insegnamento era stato sospeso, non già proibito. La questione era rimasta però.,
sospesa, anche in merito ad una adeguata sua soluzione. Ora è urgente
che vengano da Roma le istruzioni
necessarie perchè i detti corsi possano riprendere in modo ufficiale,
senza dover subire ulteriori interruzioni o ritardi. L’anno scolastico è
infatti già iniziato e sarebbe veramente pregiudizievole se per avere
una soluzione si dovesse attendere il
prossimo autunno. Gli onorevoli parlamentari che hanno voluto promuovere l’iniziativa di un passo alla Camera, raccogliendo, le vive aspirazoni della popolazione, vorranno certamente seguire lo svolgimento della
pratica in modo che proceda nel modo più celere e costruttivo. Il nostro
vivo ringraziamento si unisce alla
riconoscenza della popolazione.
G. Peyrot.
R o r à
Siamo lieti di inviare ai nostri amici rorenghi, vicini e lontani, ai nostri fratelli .
villeggianti le notizie deU’u'.tima parte dell’estate. Ringraziamo innanzitutto i nostri
collaboratori che hanno predicato o presieduto le riunioni in montagna: Pastori: Colucci Guido, Stud. in teologia Aldo Rutigliano. Alfonso Alessio, Cipriano Tourn,
Liborio Naso, Prof. Gönnet, Dr. Ardito
della comunità di Pisa. Ringraziamo pure
coloro che hanno collaborato per gli incontri del giovedì sera: Prof. Peyronel,
Suor Lucetta, Professor Gönnet, Ciro Bu- '
falò. Siamo pure lieti di esprimere la nostra gratitudine verso coloro che hanno collahorato per la ottima riuscita del nostro
bazar estivo e di cui parleremo nel prossimo numero del Rorengo.
Siamo lieti di portare a conoscenza dei
nostri amici che il tetto della nostra nuova
sala è terminato, con viva soddisfazione
della « Pro Rorà » e di tutti i nostri amici
sostenitori. La nostra benemerita associazione s’è riunita alcune volte, nel corso dell’estate ed ancora recentemente; scopo precipuo degli incontri è stato il problema della sala, nonché alcuni problemi locali di
particolare importanza. Desideriamo ricordare il problema finanziario a coloro che
non avessero ancora avuto il tempo di riflettere, perchè si possa portare felicemente
a termine l’opera, senza troppi debiti. Siamo grati ai nostri Amici: avv. Dissaldi di
Genova, avv. Ettore Serafino e dr. Pagliani di Milano per la loro collaborazione filmistica. La nostra riconoscenza vada, in
special modo, al signor Arnoulet Arturo ed
alla sua valorosa compagnia, per la bellissima serata offertaci per la nostra sala, nel
mese ,di agosto, riscuotendo il plauso di
tutto il numeroso pubblico accorso.
Le attività ecclesiastiche sono state iniziate ai primi di ottobre, con la collabora
Lutero e i valdesi
(continua dalla 2^ pagina)
Rorengo chiama Gonin il mulo della Riforma!) e tornarono tra i loro
colleglli delle Valli, del Delfinato e
della Calabria.
Poi i contatti con la Riforma si
limitarono ai riformatori svizzeri e
a Chanforan i Valdesi si schieravano senz’altro al loro fianco.
Tuttavia Lutero seguiva lo sviluppo della Riforma nella terra del Papato, e ancora una volta, nel 1543,
egli si rivolgeva ai Valdesi cercando di attirarli più vicino a sè: si vede che qualche incertezza dogmatica era rimasta tra i barbi, anche
dopo la chiarificazione di Chanforan, e quando Lutero seppe che essi, nella S. Cena, erano piuttosto
propensi alla dottrina riformata che
a quella luterana, diresse loro una
lettera in cui confutava la loro credenza, seppure con spirito molto irenico e fraterno. Anche questa volta il suo passo doveva rimanere senza seguito, e tuttora si ignora se i
Valdesi comun;que rispondessero a
Lutero o almenio prendessero in esame la sua lettera: era scritto che i
Valdesi dovevano percorrere un
cammino diverso. Solo più tardi,
duecento anni ; dopo, i discendenti
di quegli antidjhi Valdesi che avevano trascurato Lutero, capitati in
Germania a seguito degli esilii e delle persecuzioni^ finivano per diventare Luterani: l’antico appello di
Lutero, singoiate coincidenza, doveva realizzarsi ^lo molto più tardi,
ed oggi una pairte dell’antica chiesa
Valdese, senza svolerlo, ha realizzato il desiderio' del riformatore tedesco! ' i
Ma, lasciando da parte i moventi dottrinali dcìila lettera del 1543,
ci piace riportare qui alcuni passi
che concernono la vita e i costumi
dei Valdesi di 400 anni fa, e che
sono un vero e proprio giudizio di
Lutero su di loro; giudizio lusinghiero e importante, se si tien conto di chi lo proferiva:
« Io odo che da voi, per grazia
di Dio, son de’ costumi cortesi e
castigati; non vi è epulone, divoratore e beone, bestemmiatore e
spergiuro; che non vi sono dei vanitosi ed apertamente malvagi come da noi; che anzi ognuno di voi
deve nutrirsi col suo lavoro, quando sia possibile; che non avete oziosi voraci ed ingordi come noi e che
non lasciate nessuno patir penuria.
« Perciò, e per dovere cristiano,
non ho potuto tenermi dall’indicarvi quanto mi pare sia ancora difettoso nella vita interna della vostra
fede e della vostra dottrina... ».
Augusto Armano Hugon
zione del Prof. Gönnet, per alcune riunioni ai quartieri periferici. Gli siamo grati
per i messaggi, di carattere storico, che egli
ci ha rivolto, e per l’interessamento che
egli porta al nostro alpestre villaggio. Recentemente abbiamo esaminato i problemi
essenziali, in occasione dell’assemblea dì
Chiesa, nella quale l’anziano Aldo Tourn
ha fatto un’esauriente esposizione delle
questioni dibattute durante la recente sessione sinodale. À delegati della prossima
conferenza distrettuale sono stati nominati:
Oreste Tourn Anziano e l’insegnante. Albina Tourn, diaconessa.
Recentemente abbiamo pure iniziato le
nostre attività con un culto di santa cena,
alla presenza d’un gruppo di bambini della
scuola domenicale.
Nel mese dì settembre è stato celebrato
il battesimo di Valdo Meille, di Valdo. La
cerimonia, svoltasi nella casa estiva della
famìglia Meille, alla presenza d’un gruppo di famigliar!, è stata presieduta dal Pastore Giovanni Meille. Che il Signore benedica la creatura che è stata battezzata,
perchè possa crescere, non solo in statura,
ma in grazia davanti a Dio e davanti agli
Torre Pellice
L’attività della Società Enrico Arnaud,
sodalizio sorto nel 1951 tra i membri della
nostra Chiesa di Torre Pellice, è stata tratteggiata, in una diffusa relazione, dal Presidente ing. Giovanni Pontet, nella seduta
del 18 se. m. convocata neLa Casa Unionista.
Il Presidente, dopo aver espresso un vivo ringraziamento a tutti i Soci per la loro
fattiva collaborazione, e dato un cordiale
benvenuto agli amici che hanno chiesto di
far parte di tale società, ha esposto che le
adunanze nell’anno 1952-53 hanno avuto
luogo alla sera di ogni terza domenica del
mese da Ottobre a Giugno. La media dei
membri presenti è stata di una trentina.
Vari sono stati gli argomenti trattati nelle
suddette riunioni; tra i più importanti notiamo i seguenti:
Il problema deU’assistenzo sanitaria a favore dei valdesi non mutuati. Sono state
fatte, in tal senso, proposte alla CIOV a
mezzo della PRO VALLI per l’istituzione
di una CASSA MUTUA che venga a colmare una lacuna nel campo delle previdenze sociali, a favore degli artigiani e dei
contadini. Si è inoltre discusso (prendendo
lo spunto da una pubblicazione di Hansen
su « L’imperialisme protestant »), sull’atteggiamento dei Va’desi di fronte alle elezioni cogliendo l’occasione che nel 1953 avevano luogo le elezioni politiche: argomento introdotto dal prof. Luigi Micol.
All’Aula Magna, in una seduta ivi tenutasi, il Dott. Gardiol ha illu trato, con
proiezioni luminose, le bellezze delle nostre Valli; al medesimo il Presidente ha
rinnovato il suo vivo ringraziamento. Il 10
Maggio la Società ha effettuato una gita ad
Ivrea, ove i soci e loro famigliari hanno
goduto nel visitare gli stabilimenti Olivetti,
gentilmente accolti dall’Ing. Adriano Olivetti, che aveva disposto per un ricevimento indimenticabile.
Le sedute sono state inaltre caratterizzate da un fatto nuovo; ad ogni riunione il
Prof. Augusto Armand Hugon ha presentato, con chiarezza e competenza, un argomento di Storia valdese (dalle origini
del Valdismo a Carlo Emanuele I). Tali
studi seguiranno anche nel corso del nuovo anno sociale.
Fra le altre iniziative della Società, durante la stagione estiva, rileviamo che il
Seggio ha provveduto a far indorare l’iscrizione del Monumento ad Enrico Arnaud,
in modo da renderla ben visibile ed intelligibile a tutti, e che sono state offerte delle artistiche cartoline commemorative (con
dedica stampata in tedesco), ai Valdesi venuti la scorsa estate in visita alle Valli. Lo
Ing. Poet ha terminato la sua relazione,
augurandosi che la « Enrico Arnaud » possa vieppiù prosperare
Essendovi un piccolo avanzo in cassa
quale risultava daH’esposto finanziario letto dal Segretario-Tesoriere Not. U. Pellegrin, la qnota rimane invariata per il 19531954. X y
Inn pntlilltaalonl dilla [laadiaiia
Catechismo L. 250
Nisbet Roberto : Ma il Vangelo non dice così 7.a edizione L. 160
Ribet Rostain Edina: C’è una voce nella mia valle L. 500
Miegge-Heussi : Sorrtmario di Storia del Cristia- nesimo _ L. 950
Peyronel Francesco: Le basi della civiltà futura L. 230
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Direzione e Redazione: Past. Frmanno
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Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27XI-1950.
Tipografia Subalpina S. o. A.
Torre Pellice (Torino)
Il 19 Ottobre, in Bovile, dopo lunghe
sofferenze, è entrata nel suo riposo
lidia Genie-Betl ilallaydaD
di anni 66
' Addolorati ne danno il triste annuncio:
il marito Enrico; i figli: Olga col marito
Umberto Artero e figlia Ivonne; Alice;
Giov. Pietro con la moglie Alma Ribet e
figlio Valdo; Elisa; Irma; Italo; Elda col
marito Alessandro Baret e figlio Mauro; i
fratelli, le sorelle, i cognati, i nipoti e parenti tutti.
« Ritorna, anima mia al tuo Riposo »
S. 116-7
La figlia del compianto
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nell’impossibilità di ringraziare personalmente, esprime la sua riconoscenza alla Direzione e personale dell’Ospedale Valdese
per le amorevoli cure, ai Sigg. Pastori Jahier e Bertinat per le parole di conforto,
ai Sigg. Guglielminotti, ai vicini di casa,
alla famiglia Bounous Enrico e Jenny, ed
a tutti coloro che hanno dato dimostrazione di simpatia e di affetto nell’ora del dolore.
Luserna S. Giovanni (Nazzarotti), 19 ottobre 1953.
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