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ECO
DELLE miLT VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCIV - Num. 10
Una copia Lire 40
abbonamen n / Eco: L. 2.000 per rinterno Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo TORRE PELLICE. 6 Marzo 1964
1 L. 2.800 per l’estero 1 Cambio di indirizzo Lire 50 Àmmìn. Claudiaiui Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Mentre ci curviamo sulla “ Vanoni
Tributi e contributi
NOTIZIARIO
METODISTA
Nel mese di marzo ogni buon cit
ladino si china pensosamente sui complicati fogli della denuncia Vanoni pbr
definire il suo dovere di contribuente.
Nel nostro piccolo mondo valdese
questa operazione ha riflessi particolari dovuti alla difficoltà della materia
e a una diffusa ignoranza delle norme y''
fiscali più elementari. C’è un senso atavico di avversione e disprezzo per
Mammona e i Pubblicani, non disgiunto però da problemi di coscienza sulla
veridicità totale o parziale della denuncia stessa.
Le reazioni sono assai diverse: dai
malumori degli abbienti tartassati insieme dalle rendite catastali aggiornate e dal crollo dei valori di Borsa con
le complicazioni dell’imposta cedolare,
alle mormorazioni dei non abbienti i
quali ritengono di avere comunque un
carico eccessivo di imposte indirette.
C’è però un fattore comune: il malcontento verso la vita moderna che
richiede un contributo sempre maggiore di tutti i cittadini, perchè le forme
di vita associate reclamano investimenti enormi e pesano sull’individuo
in una misura mai riscontrata nel passato.
La vita finanziaria della chiesa, fondata sul principio di una offerta libera,
dovrebbe sfuggire al parallelo coi tributi. Ci teniamo molto a sottolineare
che la contribuzione non è un tributo,
e la nostra critica è vivace verso le
chiese dei paesi dove lo Stato si presta a raccogliere una percentuale di
imposta proporzionale ai redditi di
ciascuno. In tale modo la vita della
istituzione ecclesiastica è assicurata ma
con evidente danno della vita spiritua
le della medesima.
Restiamo dunque fermi sul terreno
della libertà dell’offerta. Essa ha un
valore che non può essere sottovalutato, anche se il piano della libertà
anche quello della povertà.
La Chiesa non può non avere dello
difficoltà per fare fronte a un program ma di lavoro assai impegnativo con
mezzi insufficienti. Si può fare per essa la « denuncia dei debiti » oltre alla « denuncia dei redditi ».
1 debiti della Chiesa sono anzitutto
Veaeyciz.io del culto in tutti i luoghi
della penisola dove due o tre si vogliono raccogliere insieme per lodare
il Signore, e ciò comporta fabbricati
o fitti nassivi, onorari, contributi assicurativi e fiscali, viaggi ccc.
Altro debito della chiesa un programma di 'stmzione con Istituti quali Collegio, Scuola Latina, Scuole e
Doposcuole in varie località. Anche
qui gli oneri sono gravosi e tuttavia
necessari e irrinunciabili. Ove si rinunciasse alla forma attuale perchè insostenibile, bisognerà inventare una forma nuova.
Altro debito ancora l’assistenza che
è rappresentata da una collana di Istituzioni da Orfanotrofi a Ospedah che
fa onore alla concretezza dell impegno di fraternità della nostra vocazione.
Adesso si vanno via via aggiungendo Opere sociali nuove che voghono
rispondere a situazioni di soccorso e
bisogno dolenti. Non possiamo nasconderci che alcune delle Opere di assistenza ai Vecchi, o Rifugiati comporta degli oneri che sono superiori alle
nostre forze. Siamo stati fin qui aiutati, sta bene, ma questo non ci esime
dall’assumere le nostre responsabilità.
Ma oltre a questi debiti che possiamo chiamare istituzionali, ve ne sono
anche degli altri che possiamo chiamare di gestione.
Nello scorso decennio la Chiesa Valdese ha realizzato un programma di
rafforzamento immobiliare non indifferente di cui è stato già parlato su
queste colonne. Ciò che non fu detto
e che questo coraggioso programma di
attuazioni lasciò dietro di se una situazione debitoria che è facilmente dimenticata.
Vi è persino chi ha espresso con astuzia caratteristicamente mediterranea il concetto che era bene trascinare un indebitamento monetario che
ogni anno impoverisce, se ad esso corrisponde un patrimonio immobiliare
che ogni anno cresce di valore.
Correttezza vuole invece che la Chiesa si liberi di pesi che avvelenano la
vita amministrativa per poter guardare al compito che le sta dinanzi, senza
pesi al piede che la trascinano indietro.
Qui di nuovo il parallelo fra tributi e contributi viene ad essere ristabilito.
Il continuo accrescersi dell’indebitamento statale supera di molto l’accrescersi del gettito fiscale. Ma non sembra che i governanti se ne preoccupino granché. Il Parlamento continua
imperterrito a predisporre realizzazioni e riforme e leggi nuove le quali tutte avranno un costo enormemente superiore alle disponibilità di bilancio.
Si provvederà allora con altre imposte.
F si va avanti con questo gioco di
(1 spendi c raddoppia ».
Può la chiesa lasciarsi trascinare per
analogia su questa stessa via? Sembra
che il pericolo sia reale perchè il Sil'odo è sensibile alle esigenze del tempo che viviamo e pronto sempre a rispondere alle grida di dolore.
In Sinodo prevalgono sempre le ragioni di principio e si decide ciò che
deve essere fatto perchè è bene che sia
fatto. La cura di trovare i mezzi è discretamente e cortesemente lasciata per
competenza alla Amministrazione che
deve fare i conti con un programma
esorbitante le sue forze, in una situazione che evolve rapidamente in senso inflazionistico.
Bisognerà che il Sinodo venturo sia
più realistico nel subordinare ogni realizzazione nuova al reperimento dei
mezzi assicuranti la copertura e nel
deliberare restrizioni radicali di spesa
per poter risolvere le passività che si
sono create negli anni.
Certo sarebbe impensabile proporre: Costruzioni, viaggi, stampa, attività : metà della metà. Però solo facendo dei sacrifici in ciò che vogliamo
realizzare oggi, ptssiamo pagare ciò
che è stato realizzato ieri, e possiamo
chiedere ai contribuenti, ed agli amici
della Chiesa Valdese di raddoppiare i
loro sforzi per dare alla Chiesa i mezzi per compiere adeguatamente la propria opera di fronte alle necessità del
nostro tempo.
11 lasciarsi indurre in una politica di
spesa abituale maggiore dell’entrata
cercando l’equilibrio nelle speranze di
aiuti straordinari altrui, può riservare
amare sorprese. E comunque ci obbliga a fare inequivocabilmente catalogare la nostra chiesa fra le chiese che
chiedono per sè e pon fra quelle che
danno agli altri. Qu^a invece è la vocazione della nostra Chiesa. Su questo
terreno risanato, l’appello ai suoi componenti a dare mano generosamente,
con sacrificio e con fiducia, all’opera
comune, è l’appello a dare un contributo libero e gioioso e non un tributo
amare. Roberto Comba
Siamo cristiani. Questa definizione
dovrebbe essere sufficiente a designarci. Invece nO'. Nell’anno del Signore
1964 siamo ancora, purtroppo, obbligati ad allungarla. Siamo cristiani
evangelici. Non basta. Ragioni storiche e perciò contingenti ci obbligano
ad im ulteriore allungamento. Siamo
cristiani evangelici metodisti e non
molti anni fa dovevamo presentarci
con una definizione-etichetta ancora
più orizzontale. Eravamo cristiani
evangelici metodisti epdscapali oppure wesleyani.
Abbiamo la sensazione che Dio, per
accorciar le etichette, usi le forbici,
con infinita pazienza, ma le usi, anche nel nostro paese.
Sforbiciato l’allungamento «episcopale » o « wesleyano » ci siamo sentiti
veramente cristiani evangelici metodisti; se presto verrà sforbiciato anche l’allungamento « metodisti » ci
sentiremo finalmente cristiani evangelici e se la Sua Grazia ricondurrà
ì credenti all’antica fede dei discepoli
in Antiochia, un ulteriore accorciamento ci permetterà di roconoscerci
ccl solo appellativo di cristiani.
I metodisti pregano sempre per la
realizzazione di questa futura realtà e
credono, malgrado tutto, che collimi
con la volontà di Dio; e non solo pregano. Lo hanno dimostrato in Cañar
dà, in India, per citare due soli esempi ira i molti, e lo stanno dimostrando in Inghilterra come pure al Consiglio Ecumenico delle Chiese. Per
quanto importante e valido sia il nome «metodista» (nome che sta a significare l’intCTVMito di Dio nella storia in maniera palese, trasformando
e rivoluzionando intere nazioni e classi sociali, apportando notevoli valori alla teologia formulata dalle svaria, e confessioni cristiane, raccogliendo intorno a se non 3CW0 ma svariate
decine di milioni di credenti, tonificando la più notevole collaborazione
iimi»iMiiiiinimi
mimmiiiiimim
La libertà in un Paese libero
Alla metà del XX secolo non si può concedere la libertà
religiosa in modo parziale o equivoco:
ria riconoscere come diritto inviolabile e proprio dei cittadini
bisogna sape
La stampa evangelica ha dato un
certo risalto al fatto che le Chiese
evangeliche spagnole hanno recentemente definita e adottata una « dichiarazione di fede comune » destinata ad
illuminare le autorità governative in
relazione ad un progetto di legge, intorno al quale si sta meditando da
tempo, che dovrebbe concedere (o, chi
sa, riconoscere) ai protestanti un grado di libertà un pochino meno ristretto di quello di cui attualmente possono valersi in base all’art. 6 del Puerq
de los españoles. Tale articolo infatti
assicura loro, uti singoli, e solo in parte, l’esercizio del culto in forma privata senza neppure prevedere che le
loro chiese, in quanto istituzioni, possano esistere come soggetti di diritto.
Tale penosa situazione, sembra stia
per essere modificata. In rapporto a
ta'e futuro mutamento è rallegrante
che, a mezzo di un apposito organi
VALDISMO
RIOPLATENSE
Domenica 1" marzo si è aperta a Dolores (Uruguay) la Conferenza del VII
distretto. Verranno consaerati al ministero della Parola i cand. David Baret e Gerald Nansen: entrambi sono
stati per un periodo prolungato in Italia, e molte comunità hanno avuto
modo di conoscerli; rivolgiamo loro il
più fraterno augurio per il loro ministero. Il presidente della Commissione
esecutiva rioplatense, past. W. Artus,
con una delegazione valdese, ha partecipato recentemente alla Conferenza presbiteriana riformata a Bogotá
(Colombia). In Argentina, a Fray Bentos, è stata posta la prima pietra della costruzione del nuovo tempio per
quella comunità, affidata al past. Silvio Long.
sma di collegamento e di azione comune per la difesa dei loro diritti di
libertà, la Chiesa evangelica spagnola, la Chiesa episcopale riformata di
Spagna, l’Unione delle Chiese battiste
spagnole, la Federazione dei battisti
indipendenti e la Chiesa dei fratelli,
abbiano espresso una dichiarazione di
fede comune. Ciò è un beH’esempio di
coesione anche per le Chiese evangeliche italiane. Ma quel che è più significativo nell’attuale frangente è che
le dette Chiese spagnole abbiano sentito il bisogno di esprimere una comune dichiarazione di fede quale stru
mento per la difesa dei loro diritti
Ciò è nella più precisa linea ^uiidicoconfessionale delle Chiese riformate
Per esse infatti una dichiarazione di
fede non è mai stato un atto che na
sce da ragioni o stimoli interni. In
seno alla Chiesa la fede è vissuta e
non necessita di dichiarazioni forma
li. I testi sacri e la predicazione sono
basi più che sicure per dare ai singoli
ed ai gruppi con precisa realtà il riferimento a Gesù Cristo, pietra angolare della fede e della vita. Sotto il
profilo esterno invece, quale illuminazione e ad un tempo difesa verso coloro che detengono il potere nel mondo, una dicliiarazione di fede si presenta necessario e valido strumento.
Del resto senza andar tanto lontano,
la storia valdese dalla fine del XV alla metà del XVIII secolo è singoiar
mente ricca di tali documenti, la emissione di cia.scrmo dei quaU, determinata sempre da fini esterni, segna il
carattere di un dato periodo storico
ed in esso la necessità di un atto di
difesa.
Questa sensibilità tipicamente riformata di dichiarare in Chi e come si
crede nelle circostanze in cui si ravvisa rm p>ericolo, nel convincimento che
sia questo il primo, legittimo e più valido strumento di difesa per i propri
diritti e le proprie libertà, è bene che
siasi spontaneamente ripresentata nella suddetta circostanza in seno al
l’evangelismo spagnolo. Ne attesta la
vitalità e la coerenza in un frangente
che, se può esser visto in una prospettiva ottimista, non induce ad abbandonarsi all’euforia, perchè è foriero di
non poche incerteaze. L’aver emessa
una dichiarazione di fede comune è
una prova efficiente della consapevolezza che gli evangelici spagnoli hanno della situazione che attraversano
e della chiarezza della loro posizione,
p>erchè dimostrano cosi di voler fare
assegnamento unicamente in Colui
nel quale credono come loro scudo e
rocca ed armatura (Salmo XVIII;
Ef. VI: 10,16).
Un altro aspetto della situazione
spagnola di oggi sembra non meno
interessante e significativo. La stampa italiana alla metà di febbraio ha
diffuso la notizia che dodici arcive
icontinua in 2.a pag.)
che la storia cristiana ricordi alla moltiplicazione e alia raccolta dei frutti
dell’albero della fede, ecc. ecc.), con
inni di ringraziamento al Signore,
siamo disposti anche nel nostro paese
a toglierlo dalla attuale definizioneetichetta per realizzare con un’altra
chiesa che riteniamo assolutamente
altrettanto cristiana ed evangelica
l’imione, ulteriore passo verso la sperata realtà « Tutti e solamente cristiani ».
Ecco perchè aggiungiamo per i fratelli Theo Bert, Carlo Pons, Guido
Ribet e per altri, valdesi e metodisti,
un invito a lasciare in disparte i
« fidanzati » raffigurazione che fa sorgere nella mente concetti di « uomo »
e «donna » di « capo di casa » e di
« sottomessa » nonché quelli di «dote »
e di « matrimoni per interesse » per
ricordarci, invece, che anche i fratelli devono conoscersi, soprattutto se
hanno vissuto per tanto tempo separati, in concorrenza fra loro. E smettiamola di dare continui dispiaceri
al Signore ripetendoGli ; « Chi è il
maggiore fra noi? ».
Tutto questo dimostra, fra l’altro,
che i iiostri reciproci notiziari sono
necessari e attuali. Ringraziamo perciò il gentile corsivista del n. 7 dell’Eco
Luce per le anticipazioni formulate
ai lettori di quel giornale e siamo d’accordo con lui nel dichiarare ohe la
lettera dei « torinesi » è la dimostrazione della necessità di conoscerci per
meglio stimarci onde facilitare le trattative per un accordo.
E cominciamo con le notizie concrete,, Non, sappiamo se siamo tdarghi»
oppure «stretti» nel pubblicare dati
e statistiche sulle nostre comunità e
cpere. Lasciamo il giudizio ai lettori
di questo notiziario e vi elenchiamo,
stralciandoli daH’indice allegato al fascicolo dei documenti per la Conferenza Annuale, una parte dei documenti stessi:
Rapporto del Comitato Permanente
alla Cionferenza; Riassunti dei rapporti sulle attività svolta dai Circuiti e
dalle comunità metodiste; Statistiche; Ordini del giorno proposti dai
Consigli di Circuito; Rapporto del
Segretariato Predicatori Laici; Rapporto del Segretariato della G.E M •
Ra.TOcrto del Segretariato della Scuom pomenicale; Relazione del Centro
Sociale di Villa S. Sebastiano - Cooperativa Agricola; Relazione del Centro
Sociale di Villa S. Sebastiano - Sezione Asilo; Rapporto sull’Asilo infantile di Rapolla; Rapporto di Casa Materna; Relazione relativa all’Asilo Enrico Pestalozzi; Rapporto sull’opera di
«Ecumene»; Rapporto sul Fondo Assistenza ai Profughi; Rapporto di
«Voce Metodista»; Relazione di «Il
Cenacolo»; Relazione di «Presenza
Evangelica » ; Rendiconti finanziari
delle Comunità; Rendiconto della offerie per il Fondo Ministerio e il PocnRendiconto finanziario
dei Circuiti; Rendiconto Cassa Centrale-Conti Generali; Rendiconto
Anmmistrazione Centrale; Rendiconto Finanziario dell’Ufficio di Presidenza; Rendiconto «Contabilità Specia«Opere Sociali»Rendiconto « Fondo Pensioni » • Bilancio preventivo; Rendiconto flnanaano dell’Amministrazione degli stabili; ecc., ecc.
(continua in 2.a pag.)
Due pesi e due misure
.\lcune settimane fa citavamo un articolo
del card. Ottaviani che reclamava : « Ebbene,
sì, due pesi e due misure: uno per la verità
e uno per Terrore ». Ma il sistema si pre
sta a qualche estensione.
In prima pagina. YAvanti! del 25 u. s.
pubblicava una notizia sconcertante : il precedente governo aveva concesso a una trentina di istituii ecclesiastici, — fra i quali la
Suprema Congregazione del S. Ufficio, la Segreterìa di Stato vaticana, l’amministrazione
speciale della S. Sede, Tamministrazione Beni della S. Sede e Tlstituto Opere di Religione — l'esenzione dalTimposta cedolare. Con
circolare del 13 novembre ’63 il Ministero
delle Finanze aveva infatti disposto : « Con
scambio di note fra Tltalia e la S. Sede delTll ott. 1963 è stato convenuto che sugli
utili distribuiti dalle società e spettanti alla
S. Sede non si applica la ritenuta d’acconto
o l'imposta istituita con la legge 29 dicembre 1962 n. 1745 con decorrenza dalla istituzione della medesima... ».
Dunque non si tratta più soltanto di casi
singoli, nota L'Espresso (l-3-’64) — come
quando nel 1958 « s’apprese che i nipoti del
papa non erano tenuti a pagare le tasse perchè coperti dall’immunità fiscale prevista per
gli agenti diplomatici, come appunto erano
considerati don Giulio Pacelli, nipote di
Pio XII, e il conte Stanislao Pecci, pronipote
di Leone XIII » — ma « praticamente tutte
le società che fanno capo al Vaticano sono
stale autorizzate a evadere la tassa sulla cedolare, a non pagare, cioè, somme valutabili
a molti miliardi ».
Bene ha fatto YAvanti! a rendere di pubblica ragione la cosa. E bene farà il Ministero delle Finanze a inviare un’ulteriore cirdolare, a non pagare, cioè, somme valutabili a molli miliardi ».
2
pag. 2
N. 10
6 marzo 1964
La libertà
in un Paese libero
(segue dalla l.a pag.)
scovi cattolici spagnoli, tra cui quattro cardinali, in una riunione tenuta
a Madrid e durata tre giorni sotto la
presidenza del primate di Spa^n^
card. Pia y Deniel, hanno esaminato
ed approvato il predetto progetto di
legge che il governo spagnolo, ad iniziativa de! Ministro degli esteri e degli
affati di culto P. M. Castiella, ha fatto preparare da una commissione di
quattro giuristi che vi ha lavorato per
ii periodo di sette anni, procedendo a
frequenti revisioni del testo ed a va
rie modificazioni per stabilire quello
che non si esita di definire « un nuovo e più liberale status delle confessioni protestanti in Spagna» (Gazzetta del Popolo: 13 febbraio). Ultimato
da qualche tempo il detto progetto,
passato all’esame del Consiglio dei
Consiglio del Ministri spainolo, «era
stato rimesso alle gerarchie ecclesiastiche cattoliche per il loro parere»
(ivi). Si è appreso poi da ima agenzia di stampa («Religioni oggi»: 1.5
febbraio) che riporta la notizia da fonte vaticana, che ora il detto progetto
è stato rimesso alla Segreteria di Stato per r’ulteriore approvazione da parte della Santa Sede ; e che « Paolo VI
farà conoscere al più presto al Governo .spagnolo il suo benestare confcrmemente al suo programma di
unificazione e di liberalizzazione delle
confessioni cristiane ». Dopo tale approvazione pare che il Consiglio dei
Ministri spagnolo procederà all’approvazicne definitiva di tale progetto.
Nel frattempo, il 24 gennaio il Tribunale Supremo in Madrid, con una
sentenza della sua quarta sessione decideva ima causa per ricorso contro il
Ministro deirintemo promossa da un
pastore evangelico, avverso airo-rdine
niinisteriale del 16 marzo 1961 con cui
.«¡l rifiutava l'apertura di una cappella
evangelica nella città di Valencia per
l’esercizio del culto privato della loca
le comunità, giudicando che « il detto
ordine ministeriale non è conforme a
giustizia nè al diritto, da cassar senza
effetto », e disponendo « che sia • concessa dal Governo l’autorizzazione al
Sig. Perez Diez cosi come l’ha richiesta », e prescrivendo altresì che la
sentenza sia pubblicata nel Giornale
ufficiale dello Stato e venga inserita
nel suo testo integrale nella Raccolta
legi.slativa
Tale sentenza a carattere normativo
è la primà- pronunciata nel senso suddetto e segna una data nella storia del
diritto spagnolo inserendovi un dispositivo, in tema di esercizio del culto
evangelico, contrario alle decisioni del
potere esecutivo, affermandosi cosi
che non rientra nel potere discrezionale del governo di denegare i diritti
(invero assai pochi) riconosciuti dall’art. 6 del Fuero alle minoranze evangeliche.
Qualche cosa è dunque già mutato
in Spagna dal 16 marzo 1961 al 24 gennaio ’64. Gli ampi poteri discrezionali
di cui può sempre disporre il governo
in regime dittatoriale non sembra
debbano più prevalere sul preciso dettato delle norme legislative.
Se si -inquadra una tale sentenza
nel contesto di cui sopra, se ne possono trarre talune considerazioni. Anzitutto che come in Italia nei primi
anni del dopoguerra la situazione dei
prete,stanti era in parte migliorata
non perchè fossero cadute le leggi restrittive fasciste, ma perchè la magistratura, per il mutato clima politico,
intendeva giudicare richiamandosi al
dettato delle norme stesse senza piegarsi aH’ossequio del potere esecutivo,
così in Spagna un miglioramento nella condizione dei protestanti comincia a manifestarsi ora ohe la magi
stratura non anticipa più il volere
dell’esecutivo alla legge. Di poi vien
fatto di domandarsi cosa mai sia mutato in Spagna, dove il regime franchista è pur sempre imperante, perchè debbansi verificare eventi così incisivi. .Se nulla è mutato nel campo
statale, il clima ecclesiastico cattolico ed il volere delle gerarchie è da
qualche tempo cambiato, perchè inserito nell’atmosfera insorta dal Con
cllio Vaticano. In conseguenza del rilancio del tema ecumenico operato in
sede cattolica, anche le relazioni ìnterecolesiastlohe con i protestanti spagnoli sono indubbiamente cambiaite.
Pertanto anche la loro condizione giuridica, de jure condito come de jure
condendo, può stabilirsi in im più
spirabil aer. Non sembra però che da
questo stato di cose possa affermarsi
che in Spagna aleggi un clima di libertà. Se si osserva il lungo e tortuoso
iter imposto al progetto di legge che
dopo sette anni di studi -di riflessioni
dovrebbe in qualche cosa almeno migliorare lo stato'giuridico od il grado
di libertà degli evangelici spagnoli,
vien fatto di domandarci quali siano
gli organi veramente preposti in Spagna all’approvazione delle leggi in materia; chi comandi di latto e quale libertà effettiva possa consentire il governo di un paese che non è libero di
decidere di per sè solo il grado di libertà di cui debbono godere i propri
cittadini.
Sa noi guardiamo al delicato lavorio
che si svolge nel processo di rivalutazione di un passato ancora recente e
bruciante, dal pontificato di Gt^egorio
XVI a quello di Giovanni XXIII, per
ricostruire una difficile coerenza c-d
una plausibile continuità che avalli
nell’oggi la condotta ed i pronunciamenti pontifici nonché la linea seguita nel passato dalla Chiesa romana
nei riguardi del problema delle libertà di coscienza e di culto, e l’impegno
dei vari teologi e giuristi cattolici nel
rivendicare per la mater et magistra
il vessillo della garante e tutrice della
libertà religiosa, dobbiamo attentamente rifiettere anche alle cose di
Spagna.
E’ quasi ovvio il pensare che in un
paese che vive nella situazione politica della Spagna, il regime vigente cerchi in una potenza esterna un avallo
per una svolta della sua politica ecclesiastica che sia un tantino meno
illiberale di quella sin qui seguita.
Se puta caso però nel «programma
di unificazione e di liberalizzazione
delle confessioni cristiane » di cui parla la succitata agenzia, non rientrasse,
ad esempio, ii diritto di libera testimonianza deU’Evangelo di Cristo da
parte degli evangelici spagnoli e delle
loro Chiese, mediante la parola, gli
scritti, ia costituzione di enti ecclesiar
siici, la costruzione di templi, e l’apertura dei medesimi al culto pubblico,
indubbiamente il Governo spagnolo,
malgrado- la Commissione giuridica
ohe ha lavorato da sette anni, non
sarebbe in grado di superare in modo
autonomo la riserva ecclesiastica, già
espressa in una recente conferenza
stampa del card. Arriba y Castro, arciv. di Tarragona, ohe la libertà di
culto sia concessa agli evangelici « a
condizione che questi non svolgano
opera proselitistica ».
Alla metà del XX secolo non si può
concedere la libertà religiosa in modo
parziale od equivoco; bisogna saperla
riconoscere come diritto inviolabile e
proprio dei cittadini. Ci sono ormai
dei diritti dell’uomo, ohe dicono a tutti. e per qualsiasi latitudine, come si
enuncia in una legge il rispetto per la
libertà religiosa.
Tra trono e altare può ancor oggi
combinarsi un accordo a spese dei diritti delie minoranze religiose, ma non
è più lecito agli occhi del mondo imporgli il titolo di libertà.
Un paese che non riconosce la piena
libertà religiosa alle minoranze non è
un paese libero : ed un paese che non
è libero non può che concedere quello
che gli impone chi veramente comanda dietro la facciata. In una situazioni del genere una nuova legge può
stabilire per le minoranze religiose
uno status articolato, con il più sottile
dosaggio su minori restrizioni, ma
non può dare alcuna garanzia nè affidamento di continuità nella libertà
G. P.
★ Con vivo rincrescimento siamo nuovamente costretti a rinviare la pubblicazione di vari articoli e corrispondenze
iiimiiimimiMiiiim:
ASSISTENZA
Al CARCERATI
Per quanto un po’ in ritardo, per ragioni di forza maggiore, desidero far
pervenire da queste colonne i più vivi
ringraziamenti a quanti hanno voluto. anche quest’anno, inviare il loro
dono per il « Natale dei Carcerati». A
tutti è stato risposto direttamente, eccettuato a chi si è nascosto sotto il
velo- dell’anonimo, e che qui ringrazio
di vero cuore. Sono:B. E. T. (Torino)
L. 300 in francobolli per carcerati, L.
300, in francobolli, per « assistiti ungheresi»; A. E. P., L. 1.500; N. N. e N.
N., Torre Pellice, L. 10.000; A. L. T„
Pinerolo, L. 10.000.
Grazie ai vostri doni sono stati man.
dati 80 vaglia, 12 pacchi, 50 copie del
Grido di Guerra di Natale, e fatti alcuni abbonamenti a giornali. Inoltre,
32 copie del calendario « Il Buon Seme», dono del «Messaggero Cristiano» di Valenza Po, sempre tanto gra
CONVEGNO VALLI
OELL’A. I. C! E.
Il tradizionale CONVEGNO VALLI
AICE di primavera si terrà, a Dio piacendo, il 19 marzo p. v. a Lusema S.
Giovanni, gentilmente ospitati dal
Past. Jahier nel ledale dell’ex Cassa
di Risparmio. A tutti gli insegnanti —
maestri e professori I— un cordiale in
Vito. L’inizio è fissato per le ore 10;
suH’argcmento : « La cultura deU’insegnante, oggi», seguiranno la discussione, guidata dal Prof. Casini e dal
M» Eynard, e diapositive del past. R.
Jahier.
LUSERNA S. GIOVAHHI
“Mi guardi l’Eterno
dal cederti leredità...
FEDeRlZIME EEIIHIEIIE VAIEESE
Comunicato
Tutte le Unioni Femminili e le sorelle isolate del II DISTRETTO sono
fraternamente invitate a partecipare
airincontro che avrà luogo D. v. la
domenica pomeriggio 8 marzo a Torino (via Pio V, 15).
In programma una conversazione
del pastore Conte, direttore della Clau.
diana, e le conclusióni sul questionario della lettura.
La celebrazione anniversaria della nostra
emancipazione civile, iniziatasi la domenica
16 febbraio, con un culto solenne di Santa
Cena, si è svolta, anche qui, con ‘ larghissima
partecipazione della comunità e dei suoi
amici. Ancora in aumento, la sera della vigilia, i numerosi falò sulle alture e... in fondo valle, che offrivano in lontananza uno
spettacolo dei più suggestivi. Diversamente
impressionante, purtroppo, in qualche luogo,
1 intemperanza disturbatrice di assordanti rimasugli carnevaleschi.
La giornata del XVII si inizia col gioioso
sventolante corteo dei nostri 150 scolaretti
verso il tempio dove si svolge, alla presenza
di una folta e attenta assemblea, sotto la guida degli insegnanti, un felice programma di
recite e canti. Particolarmente apprezzati L
cori d’insieme magistralmente diretti da
Edgardo Paschetto.
Partiti i piccoli col loro prezioso involucro
tradizionale, l’assemblea si ricompone e si
completa per udire la Parola di Dio: a Mi
guardi l’Eterno dal cederti leredità dei miei
padri » (I Re 21).
La Corale, guidata da Gustavo Albarin, dà
il suo valido apporto alla riunione.
Alle 12.30, nel gran salone della nostra
niiMiiimiHmiiiiimmiiiiiimiiiiimi
imiiimiiiiiiMiiiiiiiimiiiimi
VILLAR PEROSA
Il ndstro primo falò
dito da quanti lo ricevono, e 30 « Christmas Letters to Prisoners », dono del
Comitato cmonimo di Londra, anche
queste molto apprezzate.
Non è necessario ohe vi ripeta quanto queste espressioni di solidarietà fraterna siano accolte con riconoscenza.
Le lettere che ricevo, spesso commoventi nella loro semplicità, ne fanno
prova.
Ed ora Pasqua si avvicina e certamente i nostri fratelli carcerati aspetteranno ancora un segno di questa solidarietà cristiana. Se qualcuno desiderasse contribuire a questo scopo,
è pregato di inviare il suo dono, anche
se minimo, con cortese sollecitudine,
al mio indirizzo di Roma.
' Con ringraziairmti anticipati e buoni auguri, Selma Longo
Via IV Novembre 107
Roma
Un « Corso Trombettieri » ha degnamente introdotto le cerimònie del 17 febbraio
che per otto giorni ha riunito una balda
schiera di 25-30 giovani impegnati per il
servizio del Signore, sotto la direzione del
maestro Stober. La gioia di celebrare la
gloria di Dio si armonizza bene con quella
del 17 e diventa benedizione; sono già
stati ricordati gli studi preziosi dei cappellani Bouchard Gustavo e Tourn Cipriano
e del Capogruppo Alberto Taccia. Debbia
mo qui ancora sottolineare la fervida allo
cuzione con la quale il fratello Dino Gar
dioi di S. Giovanni apriva la serie di que
sti studi. Era la prima volta dopo tanti an
ni che un fratello laico delle Valli li inco
raggiava con tanto fervore, e sapore di
primizia pure avevanfi le parola dell’Anziano Dino Costantino »1 pranzo offerto dai
Trombettieri ai Membri del Concistoro. E
gli ha dato molto a questo corso, volendo
per ospite suo il maestro Stober per tutta
la durata dei campò ed inviando viveri e
lecornie alla cucina.
Il nostro 17 febbraio. Siamo grati al Signore perchè, malgrado il tempo uggioso,
ci ha concesso un’ottimo 17 pieno di gioia
e di entusiasmo, nel quale abbiamo sentito
di essere veramente una sola, grande famiglia.
Culto con S. Cena ha luogo domenica
16 e vi partecipa una buona assemblea.
Il Pastore parla su a I compagni di Daniele nella fornace ardente » sostenendo che
la loro testimonianza ancor oggi ha qualcosa di attuale e ci deve ispirare.
Il nostro primo falò ha luogo la sera
sul prato dietro la cappella. Gli abitanti
del quartiere, con encomiabile zelo, hanno
innalzato un bellissimo falò costituito da
enormi cataste di legna (ringraziamo gli
amici nostri valdesi e non valdesi che,
gentilmente, ci hanno fornito gran parte
del materiale). Alle 20 in punto si accende
il falò e la folla accorsa in buon numero
ode prima un salmo, poi la lettura dell’edilto albertino, intercalati con inni della
nostra Fanfara.
Meno apprezzati sono i mortaretti che
spaventano un po’ grandi e piccoli ma che
parlano anch’essi a modo loro.
Intanto l’Inverso si va illuminando con
le luci di numerosi falò che sì accendono
qua e là sulla montagna e offrono un colpo d’occhio magnifico. Pensiamo al significato profondo di tutte queste luci e ce ne
sentiamo commossi. Peccato che ad un certo
punto comincia a piovere. Molti naturalmente fanno ritorno alle loro case ma un buon
numero, un’ottantina, si rifugiano nella cappella ove il Pastore dà un messaggio.
Siamo grati al nostro fratello Silvio Serre
per lo stemma valdese fatto con mano d’artista e che, ben visibile sulla facciata della
cappella, è stato inaugurato la sera del 16
corr. Esprimiamo pure la nostra gratitudine
al solerte anziano Paolo Bounous per le graziose luci multicolori che il 16 sera ornavano le pensiline laterali della cappella e per
i riflettori sistemati nei punti opportuni.
La Commemorazione. — Sono le 10 del
17. La cappella è gremita, molti sono in piedi e sentiamo più che mai la necessità di
avere un locale più ampio nel quale tutti
possano prendere posto comodamente.
L’armonium suona melodie valdesi e quando il Pastore salj in pulpito, si dà inizio, per
prima cosa, alle recite dei nostri bimbi. Recito che non sono numerose (per motivi di
forza maggiore) ma tanto più apprezzate
perchè dette con impegno e con passione dai
cari giovanetti.
Dopo la lettura di un salmo, Tassemblea
in piedi, canta con slancio il (( Giuro » e poi
il Pastore rievoca con passione alcuni episodi di storia valdese ascoltato con grande
raccoglimento. La nostra Corale canta « Salve o monti )> e dopo una fervente preghiera
di sapore ecumenico il culto ha termine.
L'Agape. — Alle 12,30 ci ritroviamo in
uno dei grandi saloni dell'accogliente ristorante Olivero. Siamo 115 ed è bello leggere
la gioia sul volto di tutti. Ci sono intere fa
miglie coi figlioli, parenti ed amici raggruppati insieme. Alla frutta il Pastore legge le adesioni dell’avv. Gianni Agnelli, sindaco di Villar, del Maresciallo dei Carabinieri, del Dott. Manganaro e un messaggio da
Ginevra della nostra sorella Paola Gardiol.
Quindi dà il benvenuto al cav. Olivero,
sindaco di Inverso Pinasca, al vice sindaco
sig. Coucourde, aH'avv. Cesare Gay, presidente degli istituti Ospedalieri Valdesi, che
abbiamo il piacere dì avere con la sua famiglia, al generale Coppola c Signora, alla Signora Poet di Torre, al sig. Costantino di
Roma. Seguono alcuni discorsi, poi i nostri
trombettieri suonano vari inni e il pomeriggio si conclude con i canti valdesi.
Serata del 23. — Dinanzi ad un buon uditorio che avremmo però voluto più numeroso (e ne valeva la pena!) la Fanfara dell’Inverso guidata dal suo maestro, il sig.
Coucourde, ci ha dato un ottimo concerto,
suonando vari pezzi, tra cui alcune marce,
con notevole impegno.
A intercalare i saggi della banda la sig.na
Sandra Ribet di Torino ci ha proiettato diversi magnifici film sonori da lei fatti su
argomenti di attualità.
!>!»
Casa Valdese, l’Agape commemorativa riunisce, intorno a sei lunghi tavoli imbanditi,
160 lieti commensali. Il pranzo, coinè sempre, è all’altezza della fama del nostro impareggiabile « Chef » Charletou Albarin, coadiuvato, per l’organizzazione generale da un
dinamico comitato (Prof. G. Costabel, Enrico
Bounous, Laura Long) e per il servizio alle
mense da un simpatico stuolo di valdesine
in candida o nera cuffia.
Ospiti graditi; il Sindaco avv. G. Cresto
con la gentile Signora, la Signora Bàchstadt,
in rappresentanza anche del marito Dottor
Walter, la Giunta Comunale largamente rappresentata, il Segretario comunale Dott. Doglio, il Direttore della Casa dei profughi russi, Villa Olanda, il Comandante la Stazione
Carabinieri Maresciallo Baricalla e, gradito
nuovo ospite, il Senatore Dott. I.uigi Poèt.
Al levar delle mense concisi ottimi messaggi e tutti applauditi del Sindaco del Comune Avv. G. Cresto, del Sen. L. Poèt, del
Pastore Teodoro Magri, del sig. Favout giunto recentemente dal Nuovo Mondo e infine
il sempre atteso messaggio ufficiale, sanamente caustico del prof... L. A. Vaimal.
La bella riunione si conclude col canto
del « Giuro di Sibaud ».
In serata la nostra bravissima filodrammatica unionista ha rappresentato, davanti a
un numeroso pubblico la commedia « L'Antenato » di C. Veneziani, riscuotendo ripetuti
applausi dall’assemblea che ha nuovamente
gremito la sala alla ripetizione della recita,
il 29 febbraio.
Il titolo del lavoro era promettente e notevole la valentia di tutti gli attori; peccalo
che l’antenato fosse... cosi poco valdese e soprattutto che sia cosi scarso il repertorio di
opere intonate al nostro ambiente e al compito nostro.
Dipartenze. — Alcuni dolorosi lutti hanno visitato, in questi ultimi giorni, la nostra famiglia ecclesiastica con la dipartenza,
il 13 febbraio in Luserna, in età di 64 anni,
del nostro fratello Ernesto Boulard. da un
quarantennio apprezzata guardia del nostro
comune; la dipartenza in Ospedale a Torre
Pellice il 23 febbraio del nostro fratello Stefano Cdirus, in età di 87 anni; e la dipartenza in Ospedale a Torino, in età di 59 anni,
del nostro fratello Leopoldo Odili, originario
di Luserna.
Alle famiglie nel duolo rinnoviamo l’espressione della nostra solidarietà nel dolore
della separazione e nella speranza cristiana.
Nuovo focolare. — Il nostro fraterno augurio accompagna gli sposi Emanuele Chiapperò di Bibiana e Marisa Tourn dei Nazzarotti i quali, dopo la celebrazione del loro
matrimonio nel nostro tempio il 23 febbraio,
sono andati a stabilirsi in £»;izzera.
Annunzio. — Sabato sera 7 marzo alle ore
21 tutta la Comunità è convocata nel lempio, per udire la parola del Moderatore Dott.
E. Rostan, in visita alla nostra valle.
(segue dalla l.a pag.)
La Conferenza Metxjdista è effettivamente Torgano deliberativo e ü Comitato Permanenite deve eseguire solo
ciò che la Conferenza ha deciso. Il
governo temporale della Chiesa (disponibilità di uomini e di mezzi) risiede nella Conferenza e non nel Comitato Permanente e tanto meno nel
Presidente. Ecco la necessità per la
Conferenza di essere minuziosamente informata e quindi la ineluttabilità di un lungo elenco di rapporti, relazioni, rendiconti, bilanci.
Tutto quanto in precedenza elencato viene inviato ai membri della
Conferenza. Lo sapete che da diversi
anni il 10% circa dei componenti la
Conferenza Annuale Metodista è formato da Valdesi? E precisamente per
Tanno 1963 dai Revv. Ermanno Rostan, Moderatore; Aldo Sbaifi, membro della Tavola; Roberto Nisbet;
Alessandro Vetta; Sig.ra Berta Subilla e dal Gen. Ing. Giorgio Girardet.
Còme mai allora i fratelli Valdesi
non sanno che cosa rappresenti concretamente nell’Evangelismo Italiano
la Chiesa Metodista? E nulla di pre
ciso conoscono sulla reale consistenza
della Chissà Metodista?
Membri Valdesi della Conferenza
Metodista permettendo, cercheremo
anche per mezzo di questo notiziario
di coim.are il vuoto espresso dai due
precedenti interrogativi, superando,
con uno sforzo tutt’altro che indifferente, la nostra istintiva antipatia
per i confronti.
Se desideriamo dare un valore determinante al « numero » il discorso
va allora iniziato con un primo « distinguo ».
a) Chiesa Valdese formata da tutti
e sette i distretti.
b) Chiesa Valdese formata da soli
sei distretti.
Nei primo caso la popolazione nietedista è superiore di numero a quella valdese, nel secondo caso è notevolmente inferiore.
Questa situazione compensativa fa
sorgere una, per ora, tenue speranza.
Non .sarà proprio possibile dichiarare
coi fatti che il concetto di confini ecclesiastici ccllimanti coi confini nazionali è una bestemmia?
L’eventuale unione valdese mete dista dovrà per forza limitarsi alle
92 provincie italiane? E i cristiani
evangelici valdesi e metodisti della
regione Rlcplatense non sono forse animati dai nostri stessi desideri di essere «Uno» in Cristo? Ci accorgiamo di e-sserci lasciati trasportare un po’ lontani sulle ali di una « sentita » e « sofferta » speranza e di esserci dilungati. Facciamo perciò punto. Premettiamo che regolarmente vi
notizieremo per quel che ci compete
sui « termini precisi della consistenza organica degli Enti chiamati ad
addivenire ad un eventuale accordo »
come sui « dati essenziali che permettano di inquadrare nelle sue vere dimensioni la Chiesa Metodista » affinchè più niente possa « trarre in
equivoco ».
Concedeteci, prima di concludere,
di rivoilgere a nome di tutti i Cristiani Evangelici Metodisti, un particolare ringraziamento al fratello valdese Giorgio Tourn per il suo articolo
« Gli orgogliosi » e di pregarlo di accettare, lui e tutti gli altri come lui,
le nostre scuse.
Un Vostro Fratello Metodista
— Domenica 8 marzo, alle 20,30 precise,
ìa filodrammatica di Frali, guidata dal Past.
Davite, presenterà il bel dramma « Pastor
Hall )). Cordiale invito a tutti.
— Ringraziamo vivamente il Past. Magri,
dì Luserna S. Giovanni, che domenica scorsa
ha presieduto il culto e nei pomeriggio ha
parlato airUnione delle madri.
VACANZE!
Vacanze a Rivazzurra di Rimini. a prezzi speciali. Le Pensioni:
T.V. — Trevi — Ali d’oro — Elite Hôtel, offrono pensione nei
loro locali, a lire 1.500 in bassa
.stagicne e lire 1.900 in luglioagosto. Per prospetti ed infoiinazioni, scrivere al sig. E. Revei Elite Hôtel Miramare di Rimini, oppure direttamente alla
Pensione T. V. Viale Trapani
Rivazzurra, o Pensione ’Trevi
Ali d’oro Via Lecce Rivazzurra.
3
6 marzo 1964 — N. 10
P»«- 3
I
e la vera realtà
Biella, 22 febbraio 1964
Caro Direttore,
leggo sul n. 7 del 14-2-64 del
giornale, nella rubrica « i lettori ci
scrivono », la lettera a firma Theo
Bert, Carlo Pons, Guido Ribet, pubblicata con Tidillico titolo a i fidanzati devono conoscersi ».
A parte la considerazione che personalmente ritenevo che il « fidanzamento » tra valdesi e metodisti in
Italia fosse ormai durato abbastanza, tanto da poter pensare seriamente al « matrimonio », devo confessare che la lettera mi ha profondamente amareggiato e sconcertato per le
malevoli insinuazioni che essa contiene nei confronti della Chiesa Metodista. E’ fin troppo chiaro che,
sotto la forma retorica-interrogativa
che viene usata, si vuole abilmente
insinuare nei lettori la convinzione
che il metodismo italiano non rappresenta nulla di importante nel nostro protestantesimo e che gli organi responsabili della Chiesa Metodista abbiano gonfiato ad arte dati
e notizie per fare apparire una realtà
che in concreto non sussiste (si abbia riguardo per un momento a frasi come « Cosa rappresenti realmen,'
te,., la Chiesa Metodista »; « Il far
passare per ” chiesa ” degli isolati
non ci sembrerebbe infatti cosa seria le sottolineature, ovviamente,
sono mie). Ma quello che soprattutto
mi ha lasciato interdetto è la nota
redazionale che segue questa lettera :
in tale nota si aderisce sostanzialmente ad essa, interpretandola addirittura come un desiderio di concretezza: accennando tutt’al più alla
possibilità che essa rappresenti un
manifesto di « chiusura » e non
prospettando nemmeno in via di ipotesi che essa possa costituire un atteggiamento gravemente offensivo
nei confronti di una Chiesa sorella,
con la quale esiste una tale comunione di fede che ha consentito, in
un recente passato, ai Sinodi valdese
e metodista di proclamare all’unanimità il reciproco riconoscimento
della validità del ministero pastorale.
Giunto a questo punto potrei anche terminare, ma per dissipare il
pesante senso di equivoco che la
lettera in questione ingenera e che
la nota redazionale non elimina minimamente, mi trovo nella necessità
di scendere ad una dettagliata risposta.
1 nnanzi tutto non mi sembra che
si possa affermare che alle nostre
Comunità si è parlato in modo vago
e impreciso delle trattative in corso:
gli ordini del giorno dei due Sinodi
non parlano soltanto di sentimenti
fraterni, ma anche di concrete realizzazioni quali: il già ricordato viceiiflevole riconoscimento della validità del ministero pastorale; raffidamento reciproco di alcune comunità
o grii])pi olla cura di pastori deH’altra Chiesa; la pubblicazione di un
mensile in comune; lo scambio di
delegazioni ufficiali ai rispettivi Sinodi; periodiche e regolari riunioni
congiunte della Tavola Valdese e del
Comitato Permanente Metodista:
concrete realizzazioni che hanno su
Gli struzzi
Ì ria lettrice, da Bfisilea:
Leggo sul N. 6 delPEco-Luce
(Caccia e Pesca) un commento sul
rifiuto di alcuni cantoni svizzeri di
lasciare effettuare esecuzioni d^l
deirArmata Rossa Sovieti-ca — in divisa militare — sul nostro suolo svizzero.
Seno veramente degli « struzzi »
coloro che vsi oppongono a farci sentire — tra l’altro — il nostro inno
nazionale svìzzero cantato dall’Armalij Rossa di quel governo che cerca
con tutti i mezzi dì scavare la fossa
al mondo libero? Abbiamo già dimenticalo la lezione della tragedia
ungherese di pochi anni fa (per accennare solo a questa)? Secondo me
— e numerosissimi saranno quelli
che sono del parere mio — gli « siruz
zi ») devono piuttosto essere cercali
dal lato opposto. «• e.
Vo. non abbiamo certo dimcnlicato la tragedia ungherese. Ma ci rifiu
tiamo di vedere tutti e da una
parte gli ^affossatori'* della libertà.
Quanto al **mondo libero**, infatti,
consideri bene se non ha di meglio
da fare, per sostenere e vivere la libertà spirituale di cui tanto si gloria. che accanirsi contro una manifestazione artistica e folcloristica. La
nostra lettrice dovrà riconoscere, infatti, che se qui ci sono divise militari, Igor Oistrakh, altro escluso, veniia solo col suo violino...
Cordialmente
uno struzzo in redazione
scìtato attenzione ed interesse anche
in ambienti ecumenici qualificati |
(conferenza delle Chiese Evangeliche
dei paesi latini).
Non riesco poi a comprendere be- '
ne quali siano gli aspetti a materia-1
il » di una eventuale più completa
integrazione fra le due Chiese : se
con questa frase si vuole insinuare
Il sospetto che la Chiesa Metodista
verrebbe a gravare negativamente
sul bilancio della Chiesa Valdese sarà bene precisare che la Chiesa Metodista si presenta pressoché autosufficiente e non dipende da eventuali
aiuti provenienti da Chiese estere in
modo diverso da quanto non accada
alla Chiesa Valdese.
Non tccca a me giudicare quale
sia il peso della Chiesa Metodista nel
protestantesimo italiano. Ma l’affermazione che i valdesi ancora non
lo sappiano dopo più di cento anni
di una comune testimonianza evangelica in Italia, mi sembra un poco
azzardata. Personalmente sono convinto che i valdesi di Milano, Venezia, Trieste, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, ecc. siano in |
grado di esprimere un tale giudizio,
vivendo accanto a Comunità metodiste e quasi sempre in fraterna comunione con esse. E altrettanto è a
dirsi per i Pastori Valdesi che han-,
no la cura di comunità metodiste e {
siedono pertanto nella Conferenza
Metodista oltre che nel Sinodo Valdese, e per gli esponenti della Chiesa Valdese che collaborano con i
metodisti nel Consiglio Federale, nel
Comitato per le Scuole Domenicali,
nel Consiglio della Gioventù, nella
redazione di « Presenza Evangelica »
ecc.
Circa la considerazione che la
Chiesa Valdese sarebbe larga nel
pubblicare dati statistici sulle sue
comunità e sulle sue opere, mentre
altrettanto non farebbe la Chiesa Metodista, non mi risulta che tali dati
siano mai stati pubblicati sul giornale
o con altri strumenti di larga diffusione. La Chiesa Valdese fornisce i suoi
dati statistici attraverso la relazione
della Tavola al Venerabile Sinodo,
contenuta in una pubblicazione a
stampa che porla la soprascritta
(( stampato ma non pubblicato ». Altrettanto fa la Chiesa Metodista fornendo analoghi dati statistici nei documenti della Conferenza. Per la verità una piccola differenza c’è : nella
relazione della Tavola non si danno
notizie sui bilanci e sulla vita finanziaria della Chiesa Valdese, mentre dei
documenti della Conferenza Metodista tali dati vengono dettagliatamente
esposti, essendo questa materia di
stretta pertinenza della Conferenza
stessa. Pertanto vi è una analoga possibilità reciproca di conoscere questi
dati e queste statistiche; la delegazione valdese che siede nella Conferenza Melodista riceve gli stessi documenti che ricevono*’ gli altri componenti la Conferenza, e analogamente accade alla delegazione melodista
che siede al Sinodo Valdese.
Che se invece con la frase « nulla
di preciso si sa sulla reale consistenza della Chiesa Metodista » si vuole
intendere che le statistiche redatte
dalla Chiesa Metodista nei suoi documenti ufficiali non rispondono a verità, ad una tale affermazione mi rifiuto di rispondere, aggiungendo soltanto che nel « mondo » ad affermazioni
di questo tipo si risponde di solito con
una querela per diffamazione.
Vorrei soltanto aggiungere che almeno uno dei tre firmatari della lettera, il dr. Guido Ribet, ha avuto
modo di documentarsi ampiamente
sulla vita, l'opera, la consistenza, ecc.
della Chiesa Metodista, avendo fatto
parte della Commissione di Esame al
Sinodo Valdese del 1963, ed avendo
in tal modo l’opportunità di consultare tutti gli atti e i documenti relativi
alla Chiesa Metodista che si trovano
negli Uffici della Tavola Valdese.
E’ fuor di discussione che il calendario « Valli Nostre » non è un documento ufficiale della Chiesa Metodista, ed è quindi vano sperare di avere da esso i dati che vengono richiesti nella lettera.
In ordine a tutte le altre domande
che la lettera contiene, devo concludere che i tre firmatari della stessa,
pur dichiarandosi così interessati alla Chiesa Metodista, non hanno letto
con molta attenzione i « notiziari » :
se Io avessero fatto avrebbero già trovato in essi la risposta a buona parte
dei loro interrogativi. E devo altresì
concludere, in particolare, che essi
non hanno letto la nota apposta in
calce al primo di questi notiziari metodisti : in tale nota infatti si invitavano i lettori del giornale, che avessero desiderato di veder trattati
nella rubrica particolari argomenti
sulla vita, l'opera e la consistenza del
la Chiesa Metodista in Italia, a rivolgersi al redattore di essa. E’ legittimo il dubbio che se le domande che
vengono formulate nella lettera fossero state ispirate soltanto dal desiderio
dì conoscere cose non conosciute, questa sarebbe stata indirizzata al redattore del notiziario metodista e non
altrimenti.
Circa il pensiero espresso nella lettera e secondo il quale la u forza » di
una Chiesa è data dal numero dei
membri che la compongono, devo confessare di avervi ritrovato un atteggiamento a noi tutti ben noto, proprio
di un certo cattolicesimo romano e di
certi aspetti confessionali dell'ordinamento giuridico italiano. Comunque,
se vogliamo orientare i rapporti fra le
confessioni evangeliche italiane secondo questo criterio, sarà bene che noi
tutti, valdesi, metodisti, ecc., si cominci a guardare allora come alla
Chiesa-guida alle Assemblee dì Dio
pentecostali, le quali, da sole, raccolgono in Italia un numero di membri
maggiore di tutte le altre confessioni
evangeliche messe insieme.
Personalmente, |>oichè ritengo che
non vadano così impostati i nostri
rapporti, non mi scandalizzo affatto
se il numero complessivo dei membri
comunicanti della Chiesa Metodista
italiana corrisponde a quello della
sola Comunità valdese di Torino (il
che, peraltro, non sembra rispondere
a verità : infatti i dati ufficiali sono
i seguenti : Chiesa Metodista, membri
comunicanti al 31-12-1962: n. 3.703;
Comunità valdese di Torino, membri
comunicanti al 31-5-1963: n. 2.271 Chiesa Metodista, popolazione evangelica - calcolata secondo il metodo di
rilevazione statistica in uso presso
detta Chiesa - al 31-12-1962: n. 6.506;
popolazione evangelica - calcolata secondo il metodo di rilevazione statistica in uso presso la Chiesa Valdese alla stessa data: n. 5.565; Comunità
valdese di Torino, popolazione evangelica ' calcolata secondo il metodo di
rilevazione statistica in uso presso la
Chiesa Valdese - al 31-5-1963 n.
2.975. Mi scuso per aver dovuto in
tal modo fornire dei dati contenuti
nella relazione della Tavola che, come
ho già ricordalo, non è pubblicala.
Ma poiché la nota redazionale che
segue la lettera che qui si commenta
fornisce i dati relativi alla Chiesa
Metodista in termini di m^nbri comunicanti, senza (x>rreggere la cifra
indicata nella ettera stesa», la quale
invece esprime la consistenza della
Comunità Valdese di Torino in termini dì popolazione evangelica, arrotondata per eccesso, mi sono trovato
costretto a questa precisazione, non
potendosi infatti correttamente confrontare numeri relativi ad entità diverse. Il rispetto dovuto alla formula
« stampato ma non pubblicato », che
accompagna la telazione della Tavola
mi impedisce di fornire altri dati e
di fare altri raffronti. Ma penso che
mi sia consentito, sempre per dissipare i molti equivoci che la lettera
cui sto rispondendo ingenera, aggiungere in questa lunga parentesi le seguenti considerazioni: il numero complessivo dei membri comunicanti della Chiesa Valdese in Italia (escluso
quindi il distretto Rioplatense) é concentrato per la metà circa nelle parrocchie delle V^alli, costituenti il P
di.stretto. Della restante metà, circa
un quinto è concentrato nella Comunità Valdese di Torino. Per cui questa comunità supera da sola, e in due
casi sensibilmente, il numero dei
membri comunicanti del IV, V e VI
distretto, singolarmente considerati,
ed è di pochissimo inferiore al numero dei membri comunicanti del
III distretto. Chissà cosa direbbero i
valdesi del III (14 comunità, di cui
3 autonome, vaste diaspore, 14 pastori all'opera, ecc.), del IV (11 comunità, di cui 3 autonome, vaste diaspore, 9 pastori all'opera), del V (11 comunità, di cui una ha recentemente 1963 • conseguito l'autonomia, diaspore vastissime che toccano almeno
15 località, 8 pastori all'opera, ecc.),
diel VI distretto (12 comunità, di cui
una autonoma, diaspore vastissime che
toecanj almeno una ventina di località, 12 pastori all’opera, ecc.), se si
dicesse loro che la loro « forza » è
insignificante perchè inferiore o di
poco superiore a quella della Comunità Valdese di Torino?
, Grazie per Tospitalilà e cordiali saluti.
Franco Becchino
C e modo e modo
di informarsi
Taranto 20-2-W
Caro Conte,
La solita postilla
(male necessario?)
Mi dispiace. Non credo che nè ^a
lettera in questione nè la mia nota
redazionale avessero nulla di offensivo, al punto da sfiorare una querela!
Risulta che il tUoletto era, dunque,
tutt*altro che idillico, come non è
tutto idillico nè un fidanzamento nè
un matrimonio.
La concretezza che auspicavo è
lungi dall*essere cosi diffusa come il
dr. Becchino pensa, nella conoscenza reciproca ; è così nelle comunità
valdesi, e .sono convinto che è così
anche nelle comunità metodiste; sappiamo tutti molto bene quanto stenti a farsi effettivamente .sentire, nel
vivo della vita parrocchiale, ciò che
si dibatte e .si conoscere nei comitati, alle conferenze e ai sinodi.
Posso qui aggiungere soltanto alcune note.
E* vero che Vindirizzario metodista
in appendice a **Valli nostre** non
un documento ufficiale della Chiesa metodista (neanche quello valde
Se lo è); tuttavia ogni anno esso viene sottoposto al presidente della Chiesa metodista d*Italia che gentilmente
lo corregge e aggiorna; ha, quindi,
almeno un carattere ufficioso.
La lettera Bert-Pons-Ribet (maliziosa? brutale? non si può ricono
scerle intenzioni meno prave?) ha
avuto comunque il merito di portare
(dia pubblicazione di vari elementi,
non soltanto di carattere aritmetico,
assai utili e di grande interesse per
tutti. Io avevo cercato di esporre le
informazioni di cui ero in possesso,
e sono sisceramente grato sia al rag.
Trtra sia al dr. Becchino per ciò che
ci scrivono. Vano e Vnltro, e che
po.ssiamo pubblicare in questo numero.
Infine, la mia nota redazionale non
ignificava affatto avvallo di una valutfizione delle chiese in termini di
forza; non credo, del resto, che tale
fosse la posizione dei tre primi interlocutori; comunque sono ben d*accordo con Vamico Becchino nel re •
spingere nel modo più esplicito il
carattere determinante del numero,
nel confronto e nelle trattative fra
chiese, anche se è un elemento che
non può essere ignorato nè trascurato, come non ignoriamo nè trascu
riamo gli elementi materiali che in:idono in ogni iniziativa e attività
della chiesa.
Ma devo notare che in questa ricca
e rallegrante informazione — come,
ir fondo, nelle trattative — è finora
^mancato il confronto altrettanto chiaro e circostanziato sulla dottrina; da
anni lo si attende; per parte mia,
f<n qui il nocciolo di ogni vera perplessità, di ogni vera e fattiva speranza.
AlVamico Naso, infatti, voglio ricordare che se c*è stata anche la parte della **carne** orgogliosa, nello
''scandalo** per la ventilata abolizione del nome **valdese** (acutamente
^'amico Tara ha notato l'articolo bibHco di prima pagina, a firma di
Giorgio Tourn, comjxirso in quello
stesso numero), r'è però qualcosa di
più. di ecumenicamente molto più
valido e importante: il con.servarsi
ò il perdersi della tradizione storica
e dottrinale del movimento e della
chiesa valdese; i sorrisetti su questa
affermazione mi parrebbero teologicamente e ecclesiasticamente altrettanto inconsLstenti e incomprensivi
quanto chiuso e offensivo può essere
sembrato Tatteggiamento di chi ha
scritto su queste colonne tre settimane fa.
Quanto poi al prolungare troppo
le linee del più o meno azzeccato titolo giornalistico delVidillio fra chiese. badiamo a non farci prendere la
mano dal sentimentalismo. Roma, ad
esempio, non ci presenta soltanto la
faccia dura dell*integrismo, oggi ci
presenta anzi soprattutto la dolce faccia amorevole dell*integrazione nella
casa paterna, e sappiamo tutti, noi
evangelici italiani in prticolare, quan
ti' sia pericolosa questa faccia, que
sto caldo apf>ello alla **fraternità**
Spero di non essere frainteso! Vo
glio soltanto dire: l'unità della chie
sa è un fatto di fede, che resiste an
che allo .scandalo delle divisioni e
che anzi Io relativizza radicalmente
l'unione di chiese, d’altra ¡yarte. de
re avere basi concrete, dottrinali e
ecclesiastiche-organizzotive, non può
esserp fondata su basi puramente omozionali.
Gino Conte
permettinì di dire con franchezza
ai fratelli di Torino che chiedevano
informazioni sul Metodàsmo in Italia (Eco-Luce 14-2 a c.) che dissento
fermamente sul contenuto e special
mente sul tono della loro lettera.
E’ vero che « i fidanzati devono
conoscersi » ma c’è modo e modo di
conoscersi, c’è modo e modo di chiedere informazioni ; c’è il modo di
chi innamoralo vuole conoscere le
bellezze e le ricchezze morali e spirituali della fidanzata e c’è il modo
di dii non è innamorato per niente
ed ha un tono nel suo fare e nel
suo dire che sa di superiorità di suffifieiiza e perfino di sospetto e di inquisizione; il tono di ehi non dà valore all’amore ma alle sostanze, ai
beni; il tono di chi vuole fare un
oniratto e vuole prima di tutto vederci chiaro per non cadere in diis$à quali macchinazioni, quali inganni, quali irreparabili errori, per concludere un affato « seriamente ».
Ora a me sembra che la lettera in
questione si sia ispirata a questo tono poco simpatico. Non credi, caro Conte; che la Famiglia Metodista
leggendo quella lettera soprattutto
dopo tante dichiarazioni in Sinodo
di fraternità di unione di unità di
(( matrimonio » rimarrà sconcertata
delusa turbata per non dire offesa?
E non ti sembra ancora che quella
Famiglia possa avere tutto il diritto
di chiamarci boriosi o per lo meno
dirci che non siamo innamorati?
Chi legge quella lettera non può
non avere l’impressione di un atteggiamento poco riguardo^so verso i
fratelli Metodisti: nella lettera è oliia,
ramenle sottinteso p. e. che la Chiesa Metodista a differenza della Valdese molto «larga nel pubblicare da
ti e statistiche », è invece molto stretta segreta e misteriosa; ci si lascia
poi sfuggire il dubbio che la Chiesa
Metodista « faccia passare per chiesa
degli isolali », e la falsa illazione
frutto beninteso della scarsa informazione, che tutta la Cliiesa Metodista in Italia « è pari al massimo a
quella della sola chiesa Valdese di
Torino »; per non dire di quella ohe
è la punta rivelatrice della lettera :
« in taluni momenti delle trattative
(la Chiesa Metodista) aveva persino
richiesto per una unione con la Chiesa Valdese l’aibolizione del nome valdese stesso ». Oh scandalo. La Chiesa Metodista si è permessa questo, c
arrivata a tanto! come se ci fosse
stato chiesto di rinunciare a Cristo o
dì passare alla Chiesa Romana.
Ohi ama, chi è veramente innamorato non chiede queste cose o se le
chiede, le chiede in tutt’altro tono.
D’accordo non drammatizziamo s
non stiamo a spaccare il capello in
quattro; ma finiamola una buona voi.
tu con interventi e letterine di que
sto genere; siamo stamdii di questo
atteggiamento fatto di riserve, dì cautele di accertamenti di « conoscenze »
e diciamolo pure di non amore di
orgoglio di boria storico-confessionaIc. Siamo stanchi dei continni rinvìi
dei continui indugi di questi perìodi
di « conoscenza » : è da 25 anni se
ben ricordo e forse più che ci conosciamo e ancora altri fratelli della
nostra chiesa sembrano volere altri
anni ancora.
Stiamo « invecchiando », tanti avvenimenti si sono precipitati addosso
a noi e tanti altri stanno travolgendo la umanità e noi sembra che non
riusciamo ad imparare niente e diciamo che non ci conosciamo ancora
abbastanza per unirci!
Con ^ulto questo non voglio dire
che i nostri fratelli (e le nostre chiese) non abbiamo più il diritto di sapere, di conoscere, di sapere e di
conoscere meglio quanto avviene nella chiesa consorella metodista, tutt’idtro: lo facciano, veramente bene,
presto per non lasciare pavssare un
altro quarto di secolo inutilmente.
Ma per carità cerchiamo di avere
un altro tono : cessiamo una buona
volta daH’a>sumere ratteggiamento
da « Ottaviani » valdesi, siamo più
fiduciosi verso gli altri fratelli, più
umili, più modesti e ne guadagneremo tutti.
Tuo in Cristo Ernesto Naso
imiiriiimiiiiKiiTi
iKiiiiiiiiliiiiMiMiimiiiitii
Il Mfldpi'atnre
visita le Valli
Il Moderatore Ermanno Rostan, che
ha visitato lUnion Vaudoise di Marsi
glia in occasione del XVII febbraio,
ha poi compiuto un giro di conferenze, dal 19 febbraio al 3 marzo, nei Can
toni del Vaud e di Ginevra. All’inizio
di marzo svolgerà una serie di visite
nelle comunità della Val FeUice, com
pletando così la tournée nelle Valli
Valdesi iniziata nelle Valli della Germanasca e del Chisone in dicembre.
Strano
ritorno
L'n lettore, da Frauenfeld:
Qui, in certe edicole, sono esposti volumi eu Paolo VI in terra san
ta. Viene da ricordare tutto il chiasso elle «e n’è fatto e come in un numero di gennaio la a Domenica del
Corriere » affermava : « Gesù è tornato a casa ». Sfrontatezza o ironia?
Strano, Gesù avrebbe dunque per
quasi duemila anni fatto vita di emigrante e ora che è tornato a casa,
.sia pure per breve tempo, non ha la
sciato ai suoi tutti i tesori accumula
li durante il periodo di emigrazione.
Noi emigranti, di tanto in tanto andiamo a casa, e vorremmo jiortare ai
nostri cari chissà quali tesori.
Ma il nostro Signore Gesù è tornalo a casa presso il Padre il giorno
dell’ascensiome, portando con sè l’opera di redenzione compiuta, lascian
do agli apostoli la forza della testinioniar.za che, grazie a Dio, è giunta fine a -noi come un’eco di grazi.i
e di benedizione.
Egli ha dato tut:o -per gli uomini.
Che cosa ha dato Paolo VI?
Domenico Di Toro
HiHimHiiiiiiiiiimiiii
iiiiiniiiimniiiiiii
DIV UVUVO PUR PASQUA
Continuando il suo lavoro, la Commissione per la revisione dellTnnario
offre ora alle Comunità e alle loro Corali un nuovo Inno pasquale. Anch'esso, stampato su foglietti formato Innario fe su cartolina, L. 25), al prezzo
di L. 10 la copia, può essere richiesto all’Editrice Claudiana. Via - Principe
Tommaso 1. Torino: per le Valli Valdesi, alla sede di Torre Pellice.
4
pag
N. 10 — 6 marzo 1964^
AN0RO6NA (Sarreh
La ricorrenza del 17 Febbraio
commemorata a Pradeltorno
Anche quesJ’anno in Val d’Angrogna le
manifestazioni del XVll Febbraio hanno
avuto due oeotri : uno al Caipoluogo e l’al
tro a Pradelltorino. Mentre fino a due ann
or sono le due comunità di Angrogna Ca
poluogo e Pradeltorno si ritrovavano insie
me, formando due cortei che si incontrava
no al torrente Véngie iter poi recarsi insie
me al Capoluogo e celebrare il XVll Feb
braio nella/ maniera consueta, con canti e
recite di bimbi, quest’anno, come già quello precedente, la manifestazione ha avuto
un carattere nuovo.
La costruzione della « Foresteria » a Pradello rno permette di poter avere anche lì
una grande affluenza di gente, per lo più
angrognini residenti fuori sede, che dopo
essersi ritrovati in Chiesa, prima di tornare alle loro case hanno la possibilità di
riunirsi per un’agape fraterna e trascorrere
un paio d’ore in buona compagnia.
A scanso di equivoci sarà bene precisare
che non si può però dire che questa formula nuova (non completamente nuova, a
dire la verità, perchè anche una volta quando vi era più genite a Pradeltorno si aveva
l’abitudine di celebrare in loco la festa del
XVll) significhi praticamente un estraniarsi ed un rinchiudersi dei membri di Chiesa
della comunità del Serre in sè stessa non
curandosi dell’ineontro con quella del Capoluogo. Vi è piuttosto un fenomeno di
osmosi per cui mentre, come per il passato, i bambini di alcune nostre scuole (Serre e Cacet) accompagnati da aduliti si recano al Capoluogo formando il consueto
corteo con in testa rimniancabile tamburino, molte persone anche della comunità
de! Capoluogo si recano a Pradeltorno e
così in fondo si ha il vantaggio di avere
un numero molto maggiore di partecipanti
alle manifestazioni ed ugualmente un fraterno stare insieme delle due comunità.
Una cosa non è ¡possibile però avere in questo modo: la presenza contemporanea dei
due pastori di Angroignà alle manifestaziulii, e quindi una cronaca unica dello svolgimento di esse. Poco male! Lasciamo al
Pastore del Capoluogo il compito di descrivere la festa svoltasi a San Lorenzo e noi
diamo alcune notizie su quella svoltasi a
Pradeltorno.
11 tempo non è stato bello come l’anno
[corso nella stessa O'ccasione; ma non si
jiuò dire che sia stato proprio brutto: non
splendev.a il sole, ma il leggero nevischio
caduto per alcuni istanti in mattinata ha
presto lasciato il posto ad una giornata non
troppo fredda, anche se nebbiosa.
Non essendoci più molti bambini a Pradeltomo non si era organizzata alcuna reci
ta, che del resto sarebbe stata superflua da
to che il programma era già ben nutrito
La strada da percorrere per chi giunge
Pradeltorno è piuttosto lunga e così Fini
zio del culto alle ore 10 ha permesso a eh
non si rivede da mesi di ritrovarsi sul sa
grato del tempio, di scambiarsi i saluti
le ultime notizie, di rievocare j ricordi d
infanzia e gli anni in cui la valle era mag
giormente popolata, di contemplare la fo
resteria che ha un aspetto sempre più ac
cogliente a misura che procedono i lavor
di riordino dei prati ohe la circondano, d
rallegrarsi con quegli abitanti di Pradeltor
no che sensibili al progresso e attaccati alla
loro terra con intelligenza e coraggio arrecano migliorie costruendo stalle moderne e
curando l’aspetto anche esteriore delle vecchie case!
Due anziani, l’uno di Pradeltorno e l’altro del Capoluogo, hanno coadiuvato il Pastore nella distribuzione degli elementi della Santa Cena. Al tèrmine del culto ai pochi
bimbi presenti sono state distribuite le solite brioches ed un barattolo di cacao... già
pronto da bere, essendo buono anche freddo! Poi tutti insieme ci si è recati alla Foresteria dove era apparecchiata l’agape fraterna che ha riunito nel salone adornato a festa una settantina di commensali. Sarà stato il buon pranzo ottimamente preparato, sarà stato l’appetito accresciuto dalla
lunga passeggiata, o ¡1 piacere di ritrovarsi
in tanti con la prospettiva di alcune ore
serene da trascorrere in lieta compagnia, c
la riconoscenza vera che - in tutti j valdesi,
forse talvolta inco-scientemente, ma comunque concretamente vi è in fondo al onore,
verso il Signore per le meravigliose liberazioni concesse al suo popolo, fatto sta che
la gioia si leggeva su tutti i visi, gioia calma e serena che non ha avuto bisogno di
nianifestarsi in modi violenti, come talvolta
accade per es. con lanci di bucce di aran
ce ed altri proiettili, ma ohe piuttosto si è
espressa nell’altenzione sostenuta e lieta con
la quale sono stati seguiti i discorsi pronunciali al levar delle mense. Doipo brevi parole di ringraziamento rivolte dal Pastore
locale alla direzione ed al personale della
Foresteria per l’ottima e assolutamente disinteressata ospitalità offerta, ed il benvenuto rivolto a tutti quelli che approfittando dell’occasione erano partili da lontano
per ritrovarsi a Pradeltorno, ha parlato il
Dr. Guido Ribet di Torino rievocando la
storia del primo 17 febbraio 1848 celebratosi però il... 24 e 2'5 febbraio dato che la
notizia della pubibli<-azione delle « Lettere
patenti » non giunse che il 24 sera a Tori
no, per quanto fossero già state firmale il
17 dal Re. Il Pastore emerito Emilio Ga.uz,
che abbiamo avuto il grande piacere di avere avuto tra di noi, ha parlato sulla storia
della colonizzazione compiuta dai Valdesi
nel Sud America, e lo ha fatto in maniera
vivace e spigliata sicché nessuno ha perso
verbo del suo discorso. Poi... si sono alternate letture di poesie in italiano, francese,
e piemontese e dialetti vari, lette con somma maestria dai Signori Sereno e Ganz e
dalla Signora Ribet. Alcuni canti diretti
dalla Signora Armand Rose Emma v. Bertalot ed alcune apprezzatissime esecuzioni
della Sig.na Sereno ohe ha cantato canzoni
religiose accompagnandosi con la chitarra
hanno fatto pa.ssare rapidamente il tempo
senza ohe alcuno provasse -sia pure soltanto
un inizio di noia o di stanchezza. Verso le
16 un canto in comune ha posto la parola
fine all’incontro : alcuni giovani del Capoluogo dovevano recarsi ancora a casa per
poi ritrovarsi la sera e recitare, alcuni altri
volevano ugualmente andare a casa per recarsi poi alla recita la sera e ritrovarsi così per terminare la serata con quelli che
avevano partecipato alla festa al Capoluogo. Su tutti i volti si leggeva la soddisfazione di avere trascorso una giornata serena e gioiosa, ìnsommu una buona giornata,
e non soltanto perchè si era mangiato bene
ma sopratlnlto, come si esprimeva un partecipante, per avere ascoltato anche tante
« belle storie » includendo in questo termine poco ecclesiastico, anche la predicazione
del mattino.
BOBBIO PELLICE
Il 26 febbraio abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia
mortale della nostra sorella Roletti Caterina
nata Rivoir deceduta il giorno 25 alla sua
abitazione in Via Maestra alla età di anni 71. Da tempo la nostra sorella era ammalata e si rendeva conto di avviarsi verso
la fine. Non le sono state risparmiate le
sofferenze, ma ella ha accettato la sua dura
prova con spirito di pazienza e di fede ponendosi fiduciosamente nelle mani del suo
Signore.
Ai familiari ed ai parenti tutti esprimiamo ancora da queste righe la nostra viva
e fraterna simpatìa cristiana domandando
al Signore di essere per loro tutti il Consolatore.
CATANIA
Quando il pastore è ammalato
i laici si impegnano ancor più
La Chiesa di Catania, subito dopo aver
ricevuto il suo nuovo Pastore, lo ha ¡perso,
per fortuna solo temporaneamente e in parte. La malattia del Pastore Jalla, sopravvenuta quasi all’inizio del suo ministerio tra
noi e alla vigilia di Natale, ha rattristato
tutti. Ma, poiché anche dal male può venire un bene, anche questa circostanza ha
permésso alla Chiesa di dimostrare la sua
maturità : tutti si sono stretti affettuosamente intorno al Pastore ammalato e i Culti,
compreso quello di Natale e di Capodanno,
sono stali presieduti da laici.
Anche la festa dell’albero si è svolta, tra
Celebrata con il conseeto entusiasmo
la lesta deirtmancipazione dei Valdesi
La nostra Comunità ha celebrato, col
consueto entusiasmo, la ricorrenza del 17
febbraio. (Il tempo un po’ imbronciato della vigilia non ha impedito ai falò di levare altissime le loro fiamme, la sera del 16...
come a offrire un segno concreto, materiale, che « questi Valdesi non sono ancora
pronti a mollare... »). La celebrazione vera
e propria ha avuto luogo lunedì 17 con un
lungo corteo per le vie del capoluogo: in
testa la corale (le donne in costume valdese), po le scolaresche con bandiere, con gli
insegnanti di « religione », il Pastore, che
h i a fianco il Sig. Sindaco, Rag. Remo Gardiol, nostro fratello in fede, i membri dei
Concistoro, alcuni consiglieri comunali (gli
altri erano tra la folla, poiché tutta la Amministrazione Civica è formata da elementi Valdesi!), quindi la moltitudine dei 'fedeli. Il tempio si riempie di una folla, come raramente si è vista sin qui. Il culto si
svolge secondo la sobria liturgia evangelica in uso nelle nostre Comunità Valdesi.
La corale, diretta dalla Sig.ra Anna Peyrot,
esegue due magnifici cori « valdesi » (« Salve, o monti d’Israel! » Psaumes et Canti
ques N. 308; e « O ftten pays, où la voi\
de nos pères... » Psaumes et Cantique-,
N 296). La ¡predicazione del Pastore e
concentrata su questo yersetto del profeta
Osea: «Venite, torniamo all’Eterno» (6: 1).
All’uscita gli alunni ricevono una « brioche » e un pezzo di cioccolato, munifico do
no della sig.ra Evelioa Ghisi, di Firenze
(che ringraziamo molto sentitamente).
Alle 12,30 una novantina di commensali
gì ritrovano presso l’Albergo Forneron per
l’agape fraterna, che viene consumala nella
più schietta gioia e fraternità. La corale
esegue alcuni inni e canzoni valdesi.
Alle 20,30 una numerosa folla riempie
ancora la sala delle attività per assistere a
una recita, generosamente offerta dal gruppo giovanile della nostra filodrammatica
(i Dio non paga il sabato! » azione dram
malica permeata da uno spirito di perdonò...). Vogliamo ancora dire il nostro grazie ai bravi giovani attori! (La serata è
stala riioetuta domenica 23).
L’augurio che ancora facciamo è che questa celebrazione della no-stra festa valdese
non sia stata scio un po’ di commozione e
di esaltazione della « fede dei padri », ma
sia stato il chiaro segno del nostro attuale
impegno a vivere e morire al servizio del
Signore.
— Terminato il quarto turno di riunioni
nei quartieri, nel corso del quale abbianio
esaminato « l’ecutncnismo del cattolicesimc,
romano », spassionatamente, serenamente,
ma senza fallaci illusioni (ncn ci lasceremo
ingannare!), stiamo per cominciare il quinto, ed ultimo, turno di dette riunioni, nel
corso del quale cercheremo di tirare le conilusioni su tutto il tema della « Unità cristiana » alla luce del messaggio di Nuova
Delhi. Finora le riunioni sono state abbaslanza bene frequentate; speriamo ohe sia
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NOTIZIE IN BREVE DA CATANZARO
Agape fraterna — La sera del 22 Dicem
bre, nei locali adiacenti la nostra Chiesa
di Scesa Filanda, un buon gruppo della
nostra comunità si è riunito per una cena
ili comune, che si è svolta in una piacevole
atmosfera di fratellanza cristiana.
/Votale — Al culto di Natale era presente
quasi tutta la comunità, nonostante l’inclemenza del temipo. Il nostro pastore ha
parlato sul lesto Luca 2: 7 «...non v’era
posto per loro nell’albergo ». « Anche ai
nostri giorni — ha detto tra l’altro il nostro pastore — sembra non esservi più posto per Cristo nelle case e nei cuori delle
persone, che si sono scordate l’umiltà e
l’amore del Salvatore ». Alla predicazione
è seguita la S. Cena, alla quale tutti abbiamo partecipato con spirito rinnovato.
Capodanno —■ La mattina del primo dell’anno il pastore ha presieduto un culto con
S. Cena, a cui hanno preso parte moltissimi fra i membri della Comunità.
Festa deir Albero — Alle quattro del pomeriggio del 6 gennaio, ha avuto luogo la
consueta festa dell’albero di Natale dei
bambini della nostra Scuola Domenicale,
che hanno intrattenuto i numerosi convenuti per circa due ore con graziose poesie,
cori e recite natalizie. Al termine i bambini hanno ricevuto doni e dolci. Ringraziamo in particolare il nostro pastore e la monitrice, Sig.na Lina Olivo, per la preparazione attenta e affettuosa che hanno saputo
dare ai picoo-lì attori per l’ottima riuscita
della manifestazione.
Un arrivederci — Nel culto della mattina
di domenica 12 gennaio, il pastore ha dato,
a nome di tutta la Comunità, il saluto affettuoso al fratello di chiesa Ugo Costa in
partenza da Catanzaro -per l’Australia, dove si stabilirà, dopo essersi sposato con la
sorella in fede Armanvìce Tesi, emigrata
colà alcuni mesi or sono e anch’essa già
facente parte della nostra Comunità. Ad
entrambi vadano gli auguri migliori di felicità e di celesti benedizioni e il nostro
più sincero « arrivederci a presto ». Con
la partenza di Ugo Costa la nostra comunita ha perduto (speriamo per breve tempo)
un valido e attivo membro del Consiglio di
Chiesa e predicatore laico. Impegnato per
lunghi anni con grande zelo nella vita della chiesa.
Visite gradite — Venerdì 17 Gennaio è
giunto a Catanzaro, seguendo il suo fitto
calendario di visite nel nostro Distretto,
il segretario generale della F.U.V., pastore
Giorgio Bouchard. Dopo aver visitato, col
pastore e col fratello Dario Scorza, il terreno della Sila, dove si è iniziata l’anno
scorso la creazione di un piccolo villaggio
evangelico, alle ore 18,30, nella nostri
chiesa, il pastore Bouchard ha parlato alla
gioventù locale al gran completo ( resa
ancor più numerosa da un buon gruppo di
adulti della comunità e da un -gruppo di
giovani di S. Pietro-Vincolise).
Il tema della sua conferenza è stato « Il
prossimo Congresso Evangelico Nazionale »,
mirante a una sem ire uiù fattiva collabo
razione verso l’unità delle chiese evangeliche italiane.
Altra visita assai gradita è stata quella
de) pastore Ernesto Ayassot e del Sig. Bruno Girardi, rispettivamente pastore della
Chiesa Valdese di Corso Vittorio e direttodegli Artigianelli Valdesi di Torino. Il pastore Ernesto Ayassot, sceso a Catanzaro
per visitare il suo figliuolo, nostro pastore,
e la sua famiglia e per portargli una Fiat
r.OO, che sarà olt-remodo utile per il lavoro
di evangelizzazione nella nostra diaspora,
non ha voluto mancare l’occasione di incontrarsi con )a nostra comunità. Questo
incontro, assai gradito e cordiale, ha avuto
luogo la sera di giovedì 23 Gennaio, nei
letali della nostra chiesa di Scesa Filanda.
11 past. E. Ayassot, ha tenuto un’interessantissima conferenza sul tema « I Protestanti
e il ConcìP.o Ecumenico Vaticano II », che
è stala seguita con mo'lta attenzione dal
gran numero dei presenti: la comunità al
gran completo, più un folto gruppo di amiti avvisati con appositi inviti stampati. 11
pastore Ayassot, dopo aver preso le mosse
dalla storia del Consiglio Ecumenico delle
Chiese, ha sottolineato l’isolamento in cui
è venuta a trovarsi la chiesa di Roma di
fronte a tutta la cristianità e ha tracciato un
rapido e sintetico panorama sui risultati,
invero modesti, del Concilio Vaticano IL
l^n caldo e vivo ringraziamento vada al
paslore E. Ayassot da parte della no-str.i
comunità e il sincero invito a tcrnare pre
sto fra noi.
Battesimo — Il culto del mattino di domenica 19 Gennaio è stato allietato dal battesimo del piccolo Luca Ayassot, figlio del
noslro -pastore. E’ stato commovente per
n i lutti vedere il padre battezzare il suo
figliuolo e, con cristiana gioia, auguriamo
di cuore al piccolo Luca ed ai suoi cari genitori una vita familiare ricca di celesti
benedizioni.
Settimana di preghiera — La «settimana
di preghiera universale per l’unità della
Chiesa » è stata scrupolosamente seguita
nella nostra comunità con quotidiane serali riunioni di preghiera, che, anche se non
molto frequentate, sono state ugualmente
buone e ricche di benedizioni. Dal 18 al
2,3 gennaio ogni sera (eccezion fatta per il
23, giorno della Conferenza del pastore E.
Ayassot) il nostro pastore e l’anziano Ernesto Scorza si sono alternati nel presiedere
le riunioni di preghiera. Voglia il Signore
indicarci il cammino verso una sempre
maggiore unità fra le chiese, unità nella
Verità dell’Evangelo e nella fedeltà a Cristo.
Ernesto Scorza
Direttore resp.: Gino Conte
la gioia dei bimbi, che hanno ricevuto del
regali partieolarmesue ricchi e ben presen
tati, ed hanno recitato delle graziose scenette natalizie preparate dalla Signorina Vitale. 1 giovani avevano, completamente trasformato la sala sotto il Tempio, grazie al
concreto generoso aiuto dei Signori Caflish
e Caviezel.
Nella seconda metà di gennaio abbiamo
avuto l’apprezzato aiuto del Pastore Resini,
e ora il noslro Pastcre ha ripreso il suo lavoro, anche se è solo parzialmente rimesao
Così la giornata del XVII Febbraio è stata come un segno di ripresa: nel Culto della mattina, affollato al punto di non esservi
posto per tutti, il -Pastore Jalla ha predicato
sulla liber à del cristiano e il Coro, diretto
dalla Signorina Riitter, Ira eseguito con grande maestria-. Ine corali, oltre a guidare,,
come fa ormai ogni domenica, il canto della
Comunità. La Assemblea di Chiesa ha quindi sanzionato le molte innovazioni -nortate
alla vita della Comunità.
La sera ci siamo riuniti in un’aga-oe veramente fraterna. La filodrammatica dei giovani, diretta dal Pastore Resini, con la consueta amichevole collaborazione del Doti.
La Rosa, ha jiresentato una commedia di
Italo Calvino, ohe è stata vivamente apprezzata. I più .piccoli, guidali dalla Monilrice
Signorina Vitale, hanno quindi presentato
una serie di scenette di ¡storia valdese, eommentate dal Pastore Jalla.
La riunione è continuata fino a tarda notte, con una innovazione: ognuno ha portalo
il suo pranzo e ognuno ha poi mangiato quello del vicino !
Così contìnua la multiforme vita della
Comunità: gli studi biblici del mercoledì
sono seguiti da una trentina di fedeli asc-oltatori; dopo lo studio biblico un gruppo
più ristretto partecipa alle conversazioni sui
ministeri nella Chiesa e sulla preparazione
dei predicatori.
Le riunioni delle Signore saranno, a partire da venerdì 6 marzo, dedicate alla cliioseenza dalla varie opere dèlia Chiesa, con
la partecipazione delle persone impiegate
in esse, in Sicilia e altrove.
II sabato, dopo il catechismo per i coiifermandi, j giovani si riuniscono .per un
post-catechismo, chiamato « la Bibbia dei
giovani », e la domenica si incontrano fraternamente con i giovani battisti. Qua Uro
monitrici assicurano, durante il Cullo, la
Scuola Domenicale e i fratelli La Rosa e
Acanfora si recano con le loro macchine
nella periferia per accompagnare in Chiesa le famiglie oiù lontane e disagiate.
Molte cose ancora restano da fare, allMnterno e alTesterno della CoJiiunità e il nuovo Tempio potrà essere per questo un iilile
strumento. Ma intanto ringraziamo il Signore di averci condotto fin qui e di averci
permesso di operare per il Suo servizio.
Ringraziamo lo studente Ermanno Geme
di Villar Perosa che ha presieduto il noslro Cuillo domenica 19 gennaio. Vogìiaino
anche rivolgergli una parola di caldo incoraggiamento per questa sua attività di predicatore laico che egli sta iniziando.
Un altro lutto ha colpito la nostra comunità con la dipartenza di Meytre Pietro
Alberto di 57 anni, di Salza. Rinnoviamo
1 espressione della nostra simpatia cristiana
alla famìgilia.
BODOBETTO
il 1< feJibraio si è svolto in .serenità
e gioia con un culto presieduto dal paslore
Gustavo Bertiii, che ringraziamo vivamente.
I bimbi hanno svolto il loro programma di
recite, preparati con cura ed amore da alcune Sorelle della Comunità.
L Unione delle Madri si è riunita due
volte a Fontane: la prima con un numero
assai incoraggiante di presenti, Ja seconda
un po’ meno. Le sorelle sono vivamente invitate a partecipare a questi incontri che offrono la possibilità di utili conversazioni su
argomenti di interesse femminile.
— Il Battesimo è stato amministrato al
piccolo Fabrizio Meitre, di Giovannino e Angiolina Breuza (Paola). Che il Signore benedica questo fanciullo e gli dia di crescere
in statura e sapienza davanti a Lui.
— I culti, oltre che dal pastore Davite, sono stati presieduti dal Sig. Claudio Tron.
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