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BIBLIOTECA VALDESE
10066 TORRE PEIL ICE
DELLE mU VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 109 - Num. 50
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TORRE PELLICE - 15 Dicembre 1972
Amm. : Via Cavour, 1 bis - 10066 Torre PeUice - c.c.p. 2/33094
AVVENTO
H 4 gennaio, la prima trasmissione
Le cose grandi di Dio
Iniziate ie riprese teievisive delia
nuova rubrica “Protestantesimo”
Luca 1: 46-55
È toccato a un’oscura fanciulla di
Israele, a una ragazza-madre, di capire meglio degli altri il senso e la portata della venuta del Messia, a cui ci
stiamo preparando in questo periodo
di avvento. È toccato a Maria di vedere e prevedere meglio degli altri che
cosa succede quando il Signore interviene. Maria ha visto e capito meglio
dei dottori di Israele e dei dottori della chiesa, forse anche meglio dei discepoli e degli apostoli, certamente meglio di noi. I savi e gli intelligenti vedono e capiscono le cose grandi dell’uomo, Maria vede e capisce la « cose
grandi » (v. 49) di Dio. Quali sono le
grandi cose fatte dal Signore?
« Egli ha riguardato alla bassezza
della sua ancella » (v. 48). Anche i potenti, i ricchi, i superbi, i primi della
terra guardano alla « bassezza » degli
altri, guardano, pensano e agiscono
dall’alto in basso. Ma i loro sguardi,
i loro pensieri, le loro azioni non rallegrano gli umili, al contrario li irritano. Uno sguardo dall’alto in basso
rallegra solo se è lo sguardo di Dio, come quello posato su Maria. In realtà
non riconosciamo a nessun uomo il diritto di guardare dall’alto in basso; solo Dio ha questo diritto. Il suo sguardo è molto diverso da quello dei potenti della terra. Lo sguardo di costoro sottolinea la distanza che li separa
da quelli che stanno in basso. Lo sguardo di Dio, invece, abolisce la distanza
tra gli uomini; « egli s’abbassa a riguardare nei cieli e sulla terra, rileva
il misero dalla polvere e trae su il povero dal letame, per farlo sedere coi
prìncipi » (Salmo 113: 6-7). I potenti
della terra guardano in basso per ribadire la loro altezza e innalzare se
stessi; Dio invece guarda in basso per
innalzare gli umili. Ecco perché questi esultano nello sguardo di Dio e di
Lui soltanto.
« Egli... ha disperso quelli ch’erano
superbi nei pensieri del cuor loro, ha
tratto giù dai troni i potenti, ed ha
innalzato gli umili » (vv. 51-52). È questa un’antica esperienza di Israele. Già
Anna, la madre di Samuele, aveva cantato: « L’arco dei potenti è spezzato, e
i deboli sono cinti di forza » (I Samuele 2: 4). Dio non ama i potenti, non solo perché diventano immancabilmente
prepotenti, ma perché sa che sono un
pericolo. Con loro purtroppo non basta ragionare e non sempre si possono usare le buone maniere: Dio li deve « tirare già » dai troni perché difficilmente scendono di propria iniziativa. Gli umili, dal canto loro, sono innalzati non nel senso che salgono sui
troni al posto dei potenti ma nel senso
che non ci sono più dei potenti che
possano tenerli in basso: sono innalzati perché i potenti sono abbassati
definitivamente, senza essere sostituiti. Quel che Dio fa non è di sostituire
coloro che oggi occupano il trono con
altri ma è di lasciare il trono vuoto,
cioè in fondo di eliminare il trono come simbolo di potere. Dio abbatte il
potere dell’uomo sull’uomo: questa è
la rivoluzione evangelica annunciata
da Maria, che nessuna delle tante rivoluzioni storiche ha ancora mai attuato né mai potrà attuare finché Dio
non sarà riconosciuto Signore e
Padre degli uomini. Il potere dell’uomo sull’uomo finisce solo quando comincia il potere di Dio su entrambi.
Ecco perché la fine del potere dell’uomo è una delle « grandi cose » che solo Dio, e non l’uomo, può fare.
« Ha ricolmato di beni i famelici e
ha rimandato a vuoto i ricchi » (v. 53).
È un’altra illustrazione del capovolgimento di situazioni che Dio inevitabilmente porta con sé. Dio non porta solo una nuova scala di valori, non rovescia soltanto i criteri correnti di giudizio e di comportamento. Dio scardina l’intero assetto sociale, cambia la
posizione degli uomini. Chi vuole avere a che fare con questo Dio deve essere disposto non solo a cambiare idee
e abitudini ma a cambiare posizione:
il potente non è più sul trono, l’umile
non è più nella polvere, Taffamato non
è più nella miseria, il ricco non è più
nella abbondanza. Ciascuno è rimosso
dal posto in cui era, nessuno è confermato nella posizione in cui si trovava,
Dio è tutt’altro che il garante dello
status quo, il suo intervento significa
niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimi
Leggere nell’iiiterno
la doppia pagina
a cura della F.F.V.
che nulla resta come prima. Chi crede
in Dio, chi lo invoca e lo aspetta, si
disponga a veder cambiare molte cose.
Certo l’agire di Dio non è identico per
tutti, al contrario: Dio abbassa i potenti ma non abbassa gli umili, li innalza; sazia gli affamati ma non sazia
i ricchi, li rimanda a vuoto, rifiuta loro non solo altri beni materiali ( ne
hanno già abbastanza) ma anche i beni spirituali (che sono sempre graditi,
come complemento di quelli materiali); Dio invece non dà loro niente e
non toglie loro niente, li lascia come
sono, questo è sufficiente come giudizio e appello al ravvedimento. L’Evangelo è per tutti una buona notizia ma
non allo stesso modo: per gli umili è
una buona notizia se si lasciano innalzare, per i potenti lo è se si lasciano
abbassare. L’Evangelo per i famelici è
di essere colmati di beni; l’Evangelo
per i ricchi è di essere rimandati a
vuoto. Non è una discriminazione, sono vie diverse per giungere al cuore
dell’uomo e rivelargli la realtà e la
grandezza di Dio. Il povero deve conoscere la ricchezza di Dio, il ricco deve
conoscere la povertà di Dio: soltanto
così Dio sarà per entrambi, in modo
diverso, evangelo e salvezza.
« Ha soccorso Israele... ricordandosi
della misericordia di cui aveva parlato
ai nostri padri » (v. 54). L’uomo dimentica, Dio no. Non dimentica Maria, non
dimentica gli umili e i famelici, non
dimentica il suo popolo. Ma soprattutto non dimentica la sua misericordia. Noi continuamente la dimentichiamo, egli continuamente se ne ricorda.
È per questo che l’Evangelo resta in
ogni tempo e per ogni uomo annuncio
fondamentale di salvezza. È assai significativo che la parola conclusiva di questo canto di Maria sulle « grandi cose » di un Dio realmente rivoluzionario
che cambia tutti i rapporti tra gli uomini e sovverte tutte le posizioni, sia
una parola di misericordia. La « grande cosa » di Dio in effetti è la sua misericordia.
Paolo Ricca
Al lettori
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l'interno, L. 4.500 per l'estero; i costi stanno
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— in varie chiese responsabili locali curano
la raccolta di abbonamenti e offerte: li ringraziamo vivamente.
L'ECO-LUCE
« “Protestantesimo” perché questa rubrica? » — nello Studio 8
della Televisione italiana le telecamere inquadrano il pastore Aldo
Comba che apre con queste parole
la prima trasmissione del nuovo
programma televisivo — intitolato
« Protestantesimo », appunto —
che dal 4 gennaio prossimo sarà
telediffuso ogni giovedì, dalle
18,30 alle 18,45, sul II canale.
Siamo in parecchi a condividere, come attori o come spettatori,
questa "prima” importante per la
modesta realtà del nostro protestantesimo, il 12 dicembre a Roma. Il Servizio stampa-radio-televisione della Federazione delle
Chiese evangeliche in Italia (FCEI)
aveva rivolto invito ai rappresentanti della stampa evangelica; in
mattinata, nella sede della FCEI,
in Via Firenze 38, si è avuta una
conferenza stampa, o più semplicemente un incontro fra rappresentanti del Servizio, i quali hanno rifatto brevemente la storia di
come si è giunti all’avvió di questa
rubrica televisiva, ne hanno presentato gli scopi e i contenuti in
programma, rispondendo poi alle
domande di vario ordine che sono
state loro rivolte. Torneremo su
questo .colloquio di alto interesse;
questa settimànà manca il tempo
e lo spazio.
Dunque, per la prima volta, registi, tecnici e operatori dello Studio 8 sono particolarmente pazienti e tollerano di buon grado i visitatori che seguono le laboriose riprese, che si protraggono per ore.
Ben pochi immagineranno, nella
freschezza dello scorrere delle immagini, il pomeriggio del 4 gennaio e poi ad ogni appuntamento
settimanale, quale fatica e pazienza tali riprese comportano, in particolare per dei novellini quali siamo. Si prova, si visiona e si ascolta, il regista corregge, fa notare le
imperfezioni, si riprova, e ancora
daccapo, due, tre, quattro volte
ogni frammento di trasmissione;
a poco a poco si lima e si plasma,
e la "spontaneità”, messa a dura
prova, torna pian piano a balzare
fresca dal video. (3ome e più che
per il mezzo radiofonico, ci vorrà
tempo perché ci si abitui alle tele
camere e si sappia usare e sfruttare a dovere il mezzo televisivo, e
non sarà mai dono di tutti. D’altro
lato, per la trasmissione « Protestantesimo », in buona parte girata in studio, con scarsi filmati,
questo aspetto sarà naturalmente
di grande importanza.
Il contenuto della prima trasmissione mi è parso felice ed efficace, per quanto si possa giudicare dalla frammentarietà delle riprese. Si tratta di una chiara e forte affermazione protestante, in cui
a qualche breve filmato si alternano gli interventi del pastore Aldo
Comba e del prof. Valdo Vinay;
l’affermazione della portata teologica e storica del protestantesimo, il canto appassionato della
stupenda e impegnativa libertà del
cristiano sono date in modo tale
che la luce ricade sull’Evangelo,
non sull’uomo e sulla chiesa. « A
Dio solo la gloria ». Così possa essere per ogni tappa di « Protestantesimo ».
Gino Conte
L'odore del clerico-fascismo :
il fermo preventivo di polizia
I protestanti italiani stiano tranquilli: la proposta di legge sul fermo preventivo di polizia non li riguarda. Anzi, è immaginata proprio per difenderli, insieme a tutti i cittadini probi e
amanti dell’Qrdine, dalle possibili aggressioni e perfino dai cattivi pensieri
di eventuali criminali.
Però, per mettere le mani avanti,
bisogna che i nostri protestanti si rendano conto che questa proposta di legge nasce da una mentalità, da atteggiamenti pratici tipicamente cattolico-romani. Accanto a una «educazione preventiva », così cara agli ordini insegnanti della Controriforma, ci sta bene
una repressione « preventiva » della
criminalità: l’inquisizione ideologica,
portata al livello della vita civile, conduce al fermo preventivo di polizia.
Noi protestanti diamo fiducia al cittadino, difendiamo la sua libertà e ci
rifiutiamo di giudicarlo prima di verificare gli atti dei quali è pienamente
responsabile perché libero. Il cattolicesimo-romano diffida sempre deH’uomo libero, e tende a sottrargli la sua
libertà, affidando magari alla istituzione, (nel nostro caso allo Stato), il compito di sorvegliarlo e prevenire quelle
azioni che stima che saranno contrarie al suo insegnamento, alla sua morale. Come sul piano religioso vuole
farti andare in paradiso per forza, così su quello civile ti vuole « buono » a
ogni costo.
L’opposizione alla piega che hanno
preso le cose d’Italia, ancora una volta nasce da meditate ragioni di coerenza evangelica, e si sviluppa sul terreno della vita civile. Ed è questo che
ci preme fare presente ai nostri vaidesi, perché non si prestino al gioco
del clerico-fascismo, sempre pronto a
tirare in ballo frusti fantasmi.
Noi italiani siamo stati giocati furbescamente, è ormai chiaro, con le montature degli anarchici, delle piste ros
se, di tutte le trappole psicologiche con
le quali il regime clericale ha guadagnato le elezioni, è vero, ma ha fatto
perdere al popolo un bene più grande: la fiducia nella giustizia. Oggi sono
saltate delle « prove » che non erano
tali, sono emerse responsabilità a tutti i livelli, altri mandati e altri esecutori di crimini affiorano dal pantano.
Non bastano le estromissioni, gli allontanamenti di giudici da un compito
che esercitavano con troppo zelo: nonostante tutto, il potere politico non
ha la sicurezza di potersi servire tranquillamente della giustizia^ ed escogita
un modo per scavalcarla: il fermo preventivo di polizia. Si comincia col
« prevenire » il presunto futuro « criminale », lo si schiaffa dentro per oltre tre giorni (e poi si vedrà).
Un esempio. Tu vuoi andare in un
paese e tenere una conferenza in cui
parlerai contro l’istituzione ecclesiastica, dirai che il papa non è infallibile
ma sbaglia spesso e in tutti i campi:
potresti turbare l’ordine pubblico, offendere il capo d’uno Stato straniero.
Bene, ti si mette al fresco per tré giorni, intanto la tua conferenza va a farsi
benedire, la gente s’è convinta che sei
un pericoloso ’’sovversivo”; poi torni
a casa.
Concordato sotto processo
AI teatro « Amga » di Genova Giorgio Spini, Marco Pannella, Agostino
Zerbinati e l’on. Bandiera hanno dibattuto il tema del Concordato davanti a 700 persone, in maggioranza giovani.
La predica di Giorgio Spini.
Giorgio Spini spiegava con evangelica semplicità Romani 13 e Apocalisse
13 davanti ad una folla raccolta e pensosa. Per i più è stata una scoperta,
la visione biblica sullo Stato e la Chiesa, illustrata dall’oratore: per Paolo —
dichiara Spini — lo Stato va rispettato quando si vale della spada per l’ordine normale, e anche perché la prospettiva dell’avvento imminente del
Regno non consentiva all’apostolo ulteriori riflessioni; per l’autore dell’Apocalisse, invece, lo stato che assume il
Potere assoluto e persecutorio è identificato nella Bestia e perciò sotto giudizio; e oggi ci sono i sintomi anche
da noi di questo potere che tende a
limitare la libertà dell’ultimo, del minimo; la Chiesa ha rivestito e riveste
ancora questo potere assoluto in accordo con lo Stato; la chiesa invece —
dichiara Spini — è il popolo di Dio nel
senso originale della parola; la chiesa
è comunità di rigenerati, di uomini
nuovi che credono in un Regno che
mette in crisi tutti i Poteri politici ed
ecclesiastici. Perciò l’urgenza di essere
oggi più che mai sale e lievito in una
nazione dove domina la « furbocrazia » cioè l’arte di « fregare » il prossimo per farsi strada e travolgere i deboli e gli indifesi.
Il Concordato esprime l'accordo dei
Poteri Assoluti della Chiesa e dello Stato e perciò va combattuto, demolito e
non revisionato come vogliono i partiti nella grande maggioranza. Perciò lo
Spini domanda che il Concordato sia
abrogato proprio come lo ha richiesto
a suo tempo un uomo di grande valore: Lelio Basso. Fu infatti Basso a
rimorchiare i responsabili del Socialismo a non votare l’articolo 7 in un
momento in cui Togliatti ed il suo partito commisero il « peccato mortale »
dell ’accettazione.
fatti la chiesa fruisce di benefici enormi e di privilegi che danneggiano l’operaio e sono perciò di impaccio alla
predicazione autentica dell’Evangelo.
Ma questo non avverrà subito: prima si acchiapperà qualche stupido
mascalzone per dimostrare il fine della legge, poi si passerà a presunti futuri dinamitardi, (ce ne sono tanti di
nomi!), quindi si verrà ai sindacalisti,
ecc. Si avrà sempre il riguardo di colpire gli isolati, i gruppi minori, quelli per i quali non si muovono gli apparati dei neri e dei rossi; si creerà
l’ambiente psicologico adatto perché la
massa della popolazione sia disposta a
subire in maniera indolore la truce
operazione di distruggere definitivamente la libertà del paese.
Questa proposta di legge è stata
messa accanto a un’altra che, se passerà, forse aprirà le porte del carcere
a Valpreda: è un carcerato ingombrante, ormai non serve più e fa vergognare. C’è da dire che sul cinismo dei
« cristiani », quando si mettono in politica, non si finisce mai di restare esterefatti. Come si resta attoniti di fron
te alle condanne inflitte a quei giovani
fiorentini antifascisti: certo, l’ammini
II digiuno minaccia il Potere.
Il Concordato nemico della libertà.
Agostino Zerbinati, 1’« eretico » fratello di Oregina, ricordando l’articolo
20 del Concordato in riferimento al
giuramento dei vescovi allo Stato ha
citato l’esempio di Cristo (Fil. 2: 5-11)
e il contenuto dell’evangelo che è scandalo e pazzia per gli uomini (I Cor. 1:
23-31). Perciò ogni compromesso non è
neppure pensabile; quello che conta è
l’essere una chiesa di creature che non
hanno privilegi e che vivono l’amore di
Cristo. Il Concordato — precisa Zerbinati — è nemico dell’uomo e non
consente la liberazione dell’uomo; in
Trentotto giorni di digiuno, uno spazio di tempo quasi uguale a quello
di Cristo prima della tentazione, sono
stati vissuti dal non credente Marco
Pannella e da molti altri per strappare al Potere la libertà di essere obbiettori di coscienza.
Il segretario del Partito Radicale ha
ricordato il valore dell’interiore silenzio e della riflessione che si matura
nella sofferenza della lotta, talvolta col
rischio della vita. Marco Pannella, da
molto tempo, assieme ad una schiera
di giovani e non giovani di etichette
diverse, di estrazioni sociali diverse è
impegnato a combattere le battaglie
più vere, più serie della libertà e della
giustizia. In molti casi, come in quello
dell’obbiezlone di coscienza, i politici
sono stati stimolati dal digiuno prolungato del gruppo del Pannella a far
passare in aula il problema dell’obbiezione. « L’etica del sacrificio per gli
altri — dichiara Marco Pannella — è
fonte di felicità profonda; ricostruire
ogni giorno i rapporti con l’altro, sepGustavo Bouchard
/continua a pag. 8)
Strazione carceraria tiene il bilancio
in attivo, perché sono stati scarcerati
tanti e tanti manganellatqri, bombardieri e picchiatori fascisti.
Però, fa dolore osservare che proprio Firenze tiene in Italia il primato
nella durezza delle condanne contro
gli antifascisti, e ce ne chiediamo la
ragione. Si pensa di distruggere così
la « cintura rossa » dell’Enj.ilia-Toscana? zelo di clerico-fascisti lanciati nella
caccia al sovversivo? L’altra sera ho
sentito una lettera scritta dal carcere
a un amico comune da un giovane che
ha avuto anni di prigione per avere
disturbato un comizio fascista tenuto
da un repubblichino amnistiato, denunciatore deirisolotto, ecc._ Il giovane
è Patrizio Lloyd, d’una famiglia protestante che ebbe molto a soffrire dal
fascismo. Ora tocca al figlio. E la sua
lettera, così adulta, seria, attenta ai
valori civili d’una protesta per la quale è disposto a pagare di persona, richiamava perentoria alla mente le lettere dei condannati della Resistenza.
Con la protesta di legge sul fermo
preventivo di polizia, qualunque siano
le ragioni addotte dai proponenti, noi
entriamo in una nuova fase della lotta
per la libertà, in quella della resistenza. È bene che ce ne rendiamo conto.
Luigi Santini
2
pag. 2
N. 50 — 15 dicembre 1972
STRUMENTI PER LO STUDIO BIBLICO - 5
La comunità primitiva e Paoio
Ho voglia di pregare
Continuando la rassegna degli strumenti per lo studio biblico in gruppi,
indichiamo oggi alcune pubblicazioni
che possono suggerire un piano di lavoro o chiarire i problemi sul tema delle prime comunità e della diffusione
apostolica dell’Evangelo. Per maggiori
particolari e per opere di maggior peso si può consultare la Rassegna bibliografica sulla chiesa primitiva e sugli
Atti degli apostoli di C. Ghidelli in
« La Scuola cattolica », Supplem. bibliografico, 1967, pp. 245-291.
Sui primi capitoli degli Atti, è stato
tradotto il libretto di Ph. H. Menoud,
La vita nella chiesa primitiva (Jacabook 1971). I problemi della chiesa primitiva sono presentati in forma più critica, ma accessibile a tutti, da Marcel
SiMOK in I primi cristiani (Garzanti,
« Saper tutto » n. 121, del 1958), che tocca i temi seguenti: La comunità di Gerusalemme - Stefano e gli Ellenisti San Paolo - Il conflitto delle osservanze
- La vita della chiesa - La chiesa e il
mondo romano. Studi scientifici molto
accurati su problemi vari posti dal libro degli Atti, più utili per chiarire certi punti che per pianificare uno studio
comunitario, si possono leggere nel volume di C. Dupont, Studi sugli atti degli apostoli, delle edizioni Paoline, 1971.
Per servire da spuntto a una serie
di studi biblici abbiamo la seconda parte del fascicolo di Giorgio Tourn, La
voce degli Apostoli (Claudiana, 1966)
che da p. 50 a p. 71 dà un piano di una
diecina di lezioni sugli Atti e sulle tappe principali dell’attività di Paolo. Di
maggiore ampiezza è la trattazione offerta da tre quaderni del « Corso superiore » della serie « Scuola domenicale » a cura della Commissione della S.
D. deirU.C.E.B.L, contrassegnati « Gennaio-Febbr.-Mar. 1971 », « Ott.-Nov.-Dic.
1971 » e « Atti degli Apostoli - séguito ».
Il I fascicolo contiene dieci lezioni fino
alla conversione di Saulo, il II altre dieci fino a Atti 18 e alla corrispondenza
di Paolo coi Corinzi; il III altre dieci
dalla lettera ai Calati alla prigionia Romana di Paolo e alle epistole ai Colossesi e agli Efesini. Le epistole sono esaminate nella loro sequenza cronologica,
inserite al momento opportuno nella
lettura degli Atti degli Apostoli, e di
ognuna sono commentati due o tre brani significativi. Mentre il « Manuale per
l’alunno » è molto schematico, il « Manuale per l’insegnante » (rispettivamente di 31, 31 e 46 pagine a due colonne,
abbastanza dense) può costituire una
utile introduzione per gruppi di studio.
È bene ricordare che il periodo della
diffusione dell’Evangelo da Gerusalemme a Roma abbraccia circa trent’anni:
gli Atti sono dunque una selezione degli avvenimenti che l'autore ha ritenuto più importanti o significativi, e la
selezione fa vedere l’importanza che
essi avevano per la cristianità del suo
tempo. L’ottica particolare con cui egli
valutava o interpretava gli avvenimenti
del passato traspare anche, a volte, dal
modo dèlia loro presentazione. È così
possibile ricuperare, tentativamente, il
punto di vista della cristianità degli
« anni ottanta » sul messaggio cristiano, gli apostoli, la storia, il giudaismo,
l’impero romano e così via, e quindi
farsi un’idea della fede dei cristiani
verso la fine del I secolo.
Ma com’erano valutate queste stesse
cose trent’anni prima, cioè a caldo?
Non ci rallegreremo mai abbastanza di
avere, a questo riguardo, un’altra fonte
di informazione, più diretta: le lettere
di Paolo. E una fonte preziosa, perché
viene da un testimone immediato, anzi
da un protagonista del fenomeno apostolico, anche se l’immediatezza delle
impressioni che ha consegnato nelle
sue lettere quasi sempre a breve distanza dai fatti, e l’impulsività del suo
carattere, non gli consentono le valutazioni più distaccate e obiettive che
piacerebbero agli storici. I viaggi di
Paolo, il suo modo di esercitare il ministero apostolico, le difficoltà incontrate, la sua concezione dell’apostolato, il suo pensiero teologico sono presentati negli Atti e nelle epistole in maniera spesso diversa, e perciò le due
fonti dovranno essere esaminate, per
quanto possibile, in parallelo.
Per lo studio dell’apostolato di Paolo
e dei suoi scritti raccomandiamo, a livello di studio biblico, il volumetto di
A. M. Hunter. L'evangelo secondo Paolo (Claudiana 1968), centrato sulla nozione di salvezza (come avvenimento
passato, come esperienza presente, come speranza futura) cui sono dedicati
tre capitoli. Altri quattro si occupano
di: Il Salvatore - L’ira di Dio e la predestinazione - Il Signore e l’apostolo Paolo oggi. Di titolo quasi identico è
il volumetto di Josè-Maria GonzalesRuiz, Il vangelo secondo Paolo (Ed.
Cittadella, 1970), che segue invece la
biografia dell’apostolo e in modo speciale i suoi viaggi e i suoi scritti (solo
sette pagine sono dedicate al periodo
precedente il primo viaggio, e quattro
pagine al periodo che avrebbe seguito
1.1 « prima prigionia romana », compreso in esse l’esame delle epistole pastorali, mentre al periodo centrale della
attività di Paolo sono dedicate circa
duecento pagine di cui 45 alla corrispondenza corinzia e più di trenta alla
lettera ai Romani). L’autore è cattolico
e si può dissentire su taluni punti, ma
ha l’abilità di catturare l’interesse del
lettore e di aiutarlo a seguire il filo degli scritti paolinici non sempre facili.
Di carattere più teologico, ma sempre accessibile, è Attualità di S. Paolo
di C. H. Dodo (ed. Paideia, 1970). L’autore è dei nostri, e la sua prospettiva
ci permette di completare o modificare
quella dell’opera precedente. Lo stesso
potremo fare tra poco, quando la Claudiana ci darà la traduzione italiana del
Paolo di Günter Bornkamm, ora disponibile in tedesco, inglese o francese:
opera divulgativa, ma scritta da un
esegeta di valore, presenta nella prima parte uno schizzo biografico fondato soprattutto sulla testimonianza
dele epistole, nel quale è discussa
via via anche la testimonianza degli
Atti, e nella seconda parte una trattazione della teologia di Paolo. Prima di
questo volume, però, apparirà sempre
alla Claudiana il III tomo del Nuovo
Testamento annotato, con il commento
alle lettere paoliniche (tranne le Pastorali, che sono state commentate nel volume IV già pubblicato). È il più atteso e forse il più utile dei quattro volumi del N.T.A., perché le epistole di Paolo sono considerate la parte più difficile
del Nuovo Testamento.
Infine costituiscono uno strumento
per lo studio della vita e dei problemi
teologici delle comunità primitive anche le più moderne Introduzioni al
Nuovo Testamento: óltre a quella di
Corsani, già citata, della Claudiana, ricordiamo quella di C. F. D. Moule dal
titolo Le origini del Nuovo Testamento
(Paideia 1971). Sforzandosi di collocare
gli scritti del N. T. nella situazione teologica che li ha determinati, riflettono
indirettamente le condizioni della comunità primitiva nella seconda metà
del primo secolo d. C.
Bruno Coreani
« Ho voglia di pregare », ci dichiara
il sacerdote don Alessandro Pronzato
in un suo libro molto vivo, edito dall’editore Gribaudi; lasciatemi stare con
le vostre discussioni, il dialogo, l’attivismo ad oltranza, gli esigenti problemi della vita odierna, io voglio pregare. Non per estraniarmi da tutte queste
cose, anzi per comprenderle meglio,
per prendere la dovuta distanza da
esse, atta a farmele vedere nella loro
giusta prospettiva. Oggi nella vita del
credente — continua don Pronzato —
la preghiera sta tra la diffamazione e
la diffidenza, vuoi persino l’inutilità, e
colui che prega è facilmente tacciato
di « persona pia » che dimentica le
sue responsabilità terrestri; sulla
strada della preghiera si erigono un
cumulo di difficoltà: chi ha più tempo di rinchiudersi nella propria cameretta e lì espandere il suo cuore a
Dio? chi sa tacere per far posto allo
spirito di preghiera? chi riesce ad imbavagliare le troppe parole nostre che
mettono in ombra la Parola? Don
Alessandro afferma che la presunta
mancanza di tempo per la preghiera
è forse unicamente scarsità di amore,
come diceva Vinet: « non dite mi man
E’ L’ANNO INTERNAZIONALE DEL LIBRO
In questo tempo di "strenne”,
ssper scegliere un dono che vale
{continuazione)
^ Per la televisione francese i responsa
bili dei programmi « Présence protestan
te » e « Le Jour du Seigneur » (cattolico) pre
parano una trasmissione comune, per la vigi
lia di Natale, sul tema « Nascere e rinascere »
Parleranno fra gli altri il p. Chenu e il past
Visser 't Hooft.
EMME Edizioni pubblica un originale libricino: Piccolo blu e piccolo giallo (L. 1.500, fino a 5 anni) nell’ambito
della educazione antirazzista. L’autore
e disegnatore, l’italo-americano Leo
Lionni narra, più con i disegni che con
le parole, l’avventura di due... macchioline: una piccola macchia blu e una
piccola macchia gialla che non sono affatto turbate dall’essere diverse di colore, anzi s’intendono così bene, si sovrappongono tanto da diventare una
sola macchia verde! I reciproci genitori
capiscono per fortuna questa amicizia
dei loro figlioli, si abbracciano commossi, diventano tutti verdi. « Cosi i
bambini (leggi le macchioline) possono
giocare insieme fino all’ora di cena ».
Il finale è proprio indovinato! Cosa può
succedere infatti di più bello a dei bambini? Veramente lo sforzo di superare
la differenza di colore conduce a un
lieto fine!
Da PARAVIA è uscito un interessante
libro di Nicola D’Amato, un maestro
che insegna a Torre Pellice. Nel 1964
D’Amato aveva scoperto i parchi-gioco
curati dal Centro sociale di Olivetti che
gli avevano ispirato la creazione di un
parco-gioco a Torre Pellice nonché un
volumetto: / ragazzi del parco Robinson. L’esperienza estiva si allargò poi
all’esperimento da lui descritto nel suo
secondo volume. La Repubblica dei Robinson (L. 1.500, pp. 126, 10-13 anni) in
cui si assiste alla trasformazione di una
scuola da autoritaria a libera repubblica, dove i ragazzi che la frequentano a
pieno tempo, cioè tutto il giorno, sono
coinvolti nelle iniziative, nelle decisioni
e sono indirizzati verso un senso civile
e responsabile di vita. Se purtroppo
non tutti i ragazzi hanno la fortuna di
vivere l’esperienza della repubblica dei
Robinson (chiamati così perché vi devono fare tutto da soli come Robinson
Crusoè sulla sua isola), anche solo dalla lettura del libro, vivace e dinamico,
riceveranno un impulso, un indirizzo.
« Se saremo in gamba — dicono i Robinson — tante altre Repubbliche nasceranno ». E questo sarà merito dei
ragazzi del maestro d’Amato.
L’Editore GIUNTI (Bemporad-Marzocco) in coedizione col Centro Internazionale de! Libro si fa interprete
di un messaggio ecologico ai ragazzi di
tutto il mondo pubblicando, già in seconda edizione nel 1971, un S.O.S. per
il pianeta Terra di A. Pacini (L. 1.800,
pp. 50, fino ai 10 anni). Si tratta di una
edizione fatta soprattutto di originali
figure spiegate da un breve testo molto
chiaro e impressivo. In un uovo che si
può aprire c’è per es. la spiegazione
della parola « ecologia » nata 100 anni
fa. Seguono poi le spiegazioni della biosfera, dei biomi; una conchiglia che si
solleva fa capire che cos’è la nicchia
ecologica. Attraverso poi le catene alimentari, le capacità di adattamento e
di sopravvivenza, gli esseri viventi sono situati nel loro ambiente che oggi è
in pericolosa situazione. Il libro si chiude molto opportunatamente chiedendo
un impegno preciso ai ragazzi che, su
cartoline inserite nel testo, sono invitati a scrivere a deputati e senatori, al
capo stesso dello Stato, per chiedere
una maggiore attenzione ai problemi
dell’equilibrio della natura. Laura Draghi e Marco Toscani hanno curato una
bellissima edizione di Racconti dell’Europa magica (L. 4.500, pp. 192): le artistiche, finissime illustrazioni fanno di
questo libro un gioiello, e le 13 fiabe,
raccolte in Italia, Francia, Germania,
Inghilterra, Spagna sono scelte con ottimo gusto fra quelle che parlano ai
bambini per dire loro che nella vita di
tutti, dei re come dei boscaioli, ci sono
infinite difficoltà da superare, infiniti
incantesimi da - evitare. Riunite così,
queste fiabe mostrano l’elemento caratteristico di ogni paese, ma sopratutto
che la letteratura popolare di ogni paese ha una esigenza comune, quella di
essere — come dice Italo Calvino —
« un racconto di meraviglie, piena
espressione dei bisogni poetici di quello stadio culturale (,..), in cui è continuo il senso della crudeltà, della ingiustizia come elementi con cui si devono
sempre fare i conti» {Fiabe italiane,
Einaudi, 1956). Molti educatori temono
la fiaba, per quella infiltrazione di paganesimo o pre-paganesimo che ha in
sé o perché tuffa il bambino nelTirreale, invece di inculcargli il senso della
realtà. Ma sono molti anche quelli che
le considerano parte indispensabile della vita infantile, non ultimi i bambini
stessi che le ascoltano sgranando gli
occhi e il popolo di tutti i paesi che le
ha inventate, forse pei suoi momenti
migliori. 'iiji!
L’Editrice LA SCUOLA di Brescia
ha avuto la felice idea di creare una
collana « L’Orizzonte » che ha in programma 32 volumi, maneggevoli, in
bella edizione anche se non di lusso
e a prezzo abbordabile. Sono libri di
buoni autori dalla penna agile e moderna e, pur nella loro piccola dimensione che li fanno essere molto pratici
per la lettura dei ragazzi, dicono ognuno una parola pertinente sugli argomenti affrontati. Segnaliamo GENTE
DI CAMPAGNA, ambientato nel Polesine fra gente cordiale e operosa che
sa bene quello che vuole; IL DOPPIOMO ASTRALE: un incontro con la fan
llllll
tascienza, un racconto emozionante e
fantasioso che ha per sfondo una esigenza pacifista; ARRIVANO GLI INDIANI, che dà una versione riveduta della vita concepita da una tribù di
pellirosse moderni. Sono scritti per i
9-11 anni. IL RICHIAMO DEL MARE,
per 7-9 anni, risponde al desiderio di
avventura e allo spirito di coraggio e
di libertà dei piccoli.
Una simpatica serie dove si possono
pescare molti titoli, un tentativo di avviare al gusto del leggere.
G. Gnan - Gente di campagna.
L. Monchieri - Il doppiomo astrale.
F. Mazzoleni - Arrivano gli indiani.
L. Tridenti - Il richiamo del mare.
Editrice LA SCUOLA - Collana « L’orizzonte », Brescia 1972, L. 700 caduno.
Terminando questa
rassegna vorremmo
ricordare un libro
della CLAUDIANA
che è già stato segnalato ampiamente; Mary Pos, Nel
paese del rododendro rosso, L. 1.500 (9-12 anni) nella
ristampa del 1972. E’ ambientato nelle
Valli, nell’epoca nostra, ma è una scorribanda nella storia valdese che si presenta come vita vissuta, non imposta
scolasticamente, alleggerita dalla vicenda del romanzetto che i ragazzi possono godere. Il libro si presenta anche
molto bene tipograficamente e vorrei
raccomandare a ogni famiglia nostra
di non farlo mancare nella biblioteca
dei suoi ragazzi.
Berta Subilia
ca il tempo, dite piuttosto mi manca
l’amore»-, e ci pone un interrogativo:
« siete poveri di tempo o poveri di
Dio? », per commentare infine: « un’attività che si estende esige una quota
maggiore di preghiera; un ritmo di vita sempre più vertiginoso va sostenuto
da soste prolungate di riflessione ».
Invece della cameretta, il luogo della
nostra preghiera può essere benissimo
la metropolitana, la fabbrica, la nostra
utilitaria che corre veloce trasportandoci al lavoro, poiché la preghiera non
è condizionata « né dalla stabilità, né
dal movimento, né dalla velocità, ma è
determinata da una direzione, da un
traguardo, una Presenza, un Amore ».
Di fronte alla complessità della vita
moderna e al suo ritmo sfibrante, di
fronte al pericolo di un progresso che
trascura lo spirito, il credente deve lanciare la sfida della preghiera: essa infatti ci tutela contro un chiassoso girare a vuoto, ci protegge contro i nemici
che abbiamo dentro di noi, permette al
Signore di camminare al nostro fianco, Di questi tempi però, in molti ambienti cristiani, la meditazione non incontra eccessivo favore, si è portati ad
ogni altra forma di opere, e non ci si
rende conto che, perdendo di vista la
meditazione, « ci si intruppa nel gregge » — secondo l’espressione di don
Pronzato — e non rimane in noi più
nulla di originale: « non un guizzo di
pensiero, non un’ideuzza fabbricata in
proprio, non un’opinione personale...;
a sentir parlare certi cristiani verrebbe
fatto di pensare che si esprimono grazie alla carta carbone e alle fotocopie,
persino la loro terminologia è assai significativa a questo riguardo »; e l'autore ci fornisce un lungo elenco di frasi fatte e di slogans che abbiamo anche
noi udito da ogni parte, in tutti gli ambienti, ecclesiastici e non, e che sono
indice di una uniformità, di una banalità e piattezza scoraggianti.
Nell’ultima parte del libro il sacerdote cattolico cerca di dare un quadro
dell’uomo che prega: i suoi segni caratteristici sono la gioia la libertà il
coraggio; la sua nazionalità « familiare
con Dio e le cose di lassù, e nello stesso
tempo cittadino a tempo pieno della
terra », e conclude: « l’uomo che prega
può essere la grossa novità del nostro
tempo, ormai vaccinato contro tante
altre sensazionali novità ».
Alcune osservazioni di don Pronzato
sono ovvie per la nostra mentalità di
riformati, là dove per es. dice che la
preghiera non è legata né a formule né
ad ambienti; altre suonano stonate al
nostro orecchio. Eppure il suo modo
di assalire Dio nell’arditezza della fede
ricorda il modo caratteristico dei grandi credenti; il suo linguaggio, inserito
concretamente nella vita di tutti i giorni, ci prende di petto, direi, quasi per
darci una scrollata, pur di farci riflettere; e se è un linguaggio a volte forse
troppo comune per il tema che vuole
trattare, tanto che possiamo anche esserne un po’ urtati, è nello stesso tempo intenso di spiritualità; è sempre un
linguaggio anti-conformista fresco immediato, e conviene adeguarsi ad esso
per ascoltare le indicazioni che ci giungono dalle vivaci pagine di questo singolare libro, dove la pietà cattolica si
esprime in modo del tutto nuovo ed
inatteso. Edina Ribet
Alessandro Pronzato, Ho voglia di pregare, Editrice Gribaudi, Torino 1972,
L. 1.900.
Chiesa, Statai riforme
nel’azione missionaria
cattoica di ieri
PREMESSA
Abbiamo messo a suo tempo a dura
prova la pazienza dei lettori e del direttore parlando in modo diffuso del
primo tomo del primo volume pubblicato in occasione del centenario della
fondazione della Congregazione della
Propaganda Fide. La pubblicazione del
secondo tomo ci costringe a ritornare
sull’argomento, ma saremo più brevi!
I problemi di fondo, di metodo non
sono cambiati; il quadro storico è sempre tracciato con rtiano sicura, anche
se vi sono le solite omissioni sul piano
dell’azione repressiva, e una tendenza
a trasfigurare il passato nella luce del
Concilio Vaticano II, che permette, ad
esempio, questa ardita affermazione:
la Propaganda Fide « voleva ricordare
ai missionari e ai fedeli un principio
capitale dell’apostolato: l’assoluto rispetto della libertà umana e, cioè, la
assenza di qualsiasi mezzo di coazione
nel proporre agli uomini la Buona Novella. La Chiesa ha sempre affermato
questo postulato... » e quando ha dovuto accettare la collaborazione dei
suoi figli « non ha mai cessato di scindere le sue responsabilità e i suoi scopi da quelli dei collaboratori ».
IL BRACCIO SECOLARE
Scrive Josef Metzler a questo proposito che « la Congregazione fece spesso ricorso al Braccio secolare per l’attuazione del suo programma. Conformemente ai principi fondamentali formulati da Ingoli essa proibiva severamente ai suoi missionari qualsiasi intromissione in problemi politici, ma
era essa stessa costretta a trattare con
i governi, perché spesso solo per mezzo loro -o sotto la loro protezione potevano esser risolte determinate questioni ecclesiastiche ». Quando i problemi
erano troppo scottanti, la Propaganda
ne deferiva la soluzione alla consorella
Congregazione del Santo Ufficio.
Sarebbe ingiusto dimenticare, a questo proposito, che anche le Chiese nate dalla Riforma hanno dovuto allora
affrontare lo stesso problema; il processo di Serveto e la Guerra dei Contadini ebbero una conclusione che non
si può dire evangelica.
Comunque, il ricorso al « Braccio
secolare » costituisce una fonte inesauribile di contraddizioni e contrasti in
seno alla Chiesa, sul piano dottrinale
e su quello dell’azione pratica, in Europa e in terra di missione extra-europea. Nel Vecchio Mondo la Propaganda
riconosce e spesso sollecita l’apporto
dell’Autorità cattolica. Così in Isvizzera affida all’ambasciatore spagnolo la
tutela dei suoi « missionari »; nella
Valtellina deve barcamenarsi tra le
contrastanti esigenze imperialistiche
di Francia e Spagna; in Savoia e Piemonte i rapporti sono resi difficili da
conflitti di competenza in merito alla
posizione giuridica dei « missionari »
nel tragico periodo delle cosiddette
« Pasque Piemontesi », dall’atteggiamento ambiguo (oggi forse si direbbe
ecumenico?) dell’arcivescovo di Torino, dal contrasto tra il clero locale e
i « missionari » che dà motivo di scandalo non solo ai buoni cattolici, ma ai
protestanti stessi, per cui deve intervenire l’Inquisizione a Torino.
Non ci soffermeremo su questo breve accenno ai Valdesi e protestanti piemontesi, anche perché il nostro saggista non si occupa delle vicende politico-militari che portarono all’esilio ed
al Rimpatrio, cosiddetto Glorioso, ma
solo dell’attività « missionaria » di ricupero delle anime traviate.
È questo, del resto, l’aspetto meno
persuasivo di questi 25 saggi, 863 pa
gine (Ed. Herder): il silenzio suH’attività repressiva o di riconquista politico-militare in Europa condotta dalle
potenze cattoliche. Ed è, ripetiamolo,
spiacevole perché sul piano dell’azione ecclesiastica pura, questi Saggi sono una fonte documentata di interessanti notazioni. Per esempio il problema delle « Simultankirchen » è già affrontato proprio nel Seicento: cioè
quello dei locali di culto di cui usufruiscano alternativamente cattolici e
protestanti. La Propaganda è contraria; preferisce posizioni chiare ed è disposta a rinunziare all’uso di questi locali, autorizzando la celebrazione della messa nelle abitazioni private. Anzi
la Propaganda contribuisce alla costruzione « di una nuova chiesa per i protestanti a Almen... »; e poiché al termine dei lavori vi era un deficit « la
Congregazione intervenne per il saldo
con un versamento di 100 scudi ».
LA TRATTA DEGLI SCHIAVI
È il problema numero uno, in questo periodo, per i missionari. I nostri
saggisti ne trattano ampiamente, con
onestà. Si ha l’impressione che la Propaganda non riesca a tradurre in azione quotidiana dei suoi missionari la
enunciazione dei suoi principi teorici.
E sarebbe per loro meno ingeneroso
— oltreché antistorico — dimenticare
come « il tuo prossimo » venga variamente interpretato nel « profondo
suo » degli Stati Uniti; in Egitto, Israele, per tacere della vecchia Torino, ancora oggi.
Se i Gesuiti, in diversi luoghi e circostanze varie, ammettono la tratta degli schiavi, un vescovo portoghese in
terra di missione afferma la necessità
di concedere la libertà a tutti gli schiaL. A. Vaimal
(continua a pag. 3)
3
15 dicembre 1972 — N. 50
pag. 3
Il CEC ha rivolto alle
Chiese un appello perché vengano in aiuto in una situa*
zione di grave emergenza,
un'ondata di carestia in Melanesia, in specie nella Papuasia : il nostro « fondo di solidarietà » vi si associa.
^ li pastore Bruno Bellion, che ha partecipato con un
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
nazione? ^ Fra gli Ibo in
ripresa, dopo la tragedia
nostro rappresentante "laico" al Sinodo regionale rifor*
mato di Viviers-Rhône, riferisce sui suoi lavori; l'utilità di questi scambi di delegazioni a livello regionale,
fra il I e il II Distretto valdese e le limitrofe Regioni
dell'ERF, è fortemente confermata. ^ Una misura del
CEC suscita nuovamente discussioni : scelta o discrimi
biafrana, si paria di « esplosione di vocazioni » cattoliche ; com'è noto, a differenza di altre popolazioni nigeriane, gli Ibo erano in forte misura cristiani, a maggio*
ranza cattolica.
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
II
Un appello del C. E. C.
contro la carestia in Melanesia
pastore Emilio Castro
alla direzione
della commissione
“Missione e
evangelizzazione” del CEC
Vocazione e misoria della Chiesa
Il sinodo regionale ERF, a Viviers-sur-Rhóne, dibatte la questione dei ministeri
( cioè della visione della chiesa ), esamina l'ipotesi di un ministero di "biblista", istituisce un ministero speciale con il compito di stimolare la testimonianza evangelica — La vicinanza con i fratelli riformati francesi non è
solo geografica o storica
Invitiamo i lettori a contribuire,
in alternativa alla campagna antirazzista
Còme si ricorderà, durante il Sinodo 1970 venne votato un ordine del giorno relativo al Terzo Mondo, nel quale è chiesto fra l'altro che le chiese raccolgano offerte regolari e costanti sia per sovvenire a situazioni di emergenza di
particolare gravità e sia per contribuire alla lotta contro il sottosviluppo e le
sue conseguenze. Il « fondo di solidarietà » di questo giornale, operante da alcuni anni, si è affiancato molto volentieri a questo ordine del giorno ed ha già
provveduto ad effettuare dei versamenti. Attualmente, esso è aperto per sostenere l’appello del Consiglio ecumenico delle Chiese per il suo Programma contro il razzismo. Parallelamente, e sempre nello spirito del suddetto ordine del
giorno, desideriamo indicare ai lettori — e raccomandare alla loro generosa
partecipazione — un nuovo drammatico appello del CEC, stavolta per una situazione di grave emergenza: la carestia in Melanesia. Al riguardo, diamo qui
sotto alcune notizie, ricavate dal n. 31 del soepi.
Il Consiglio ecumenico delle Chiese
ha lanciato un appello di 100 mila dollari (circa 60 milioni di lire) alle chiese-membro ed alle organizzazioni loro
affiliate, onde venire in aiuto alla Papuasia-Nuova Guinea, che sta attraversando la più grave crisi dopo la seconda guerra mondiale. Già 63 mila persone almeno dipendono dalle autorità
per essere rifornite di tutto, mentre il
loro numero raggiungerà verosimilmenmente le 130 mila persone nei prossimi giorni.
Nelle montagne dell'ovest e del sud,
forti gelate hanno infatti distrutto migliaia di ettari di patate dolci che sbno il nutrimento-base delle locali popolazioni. La situazione si è successivamente deteriorata a seguito di una
prolungata siccità che ha provocato incendi che hanno distrutto, in una sola
zona, oltre 200 case lasciando 800 persone senza rifugio.
Il governo compera dei viveri ai prezzi migliori possibili e li fa giungere per
via aerea a dei centri regionali come
Mendi e Mount Hagen, da dove gli elicotteri li portano verso i villaggi di
montagna. Gli invii comprendono riso,
pesci e carne conservati, vitamine e
semi di patate dolci.
L’appello lanciato dal CEC ha fatto
seguito alla pressante richiesta del Consiglio delle Chiese della Melanesia che
prende parte attiva alle operazioni di
soccorso. Il suo segretario, R. Dix, che
è pure membro della commissione governati\a per la lotta contro la carestia, ha sottolineato il fatto che l’azione deile chiese era coordinata con quella governativa. Il governo ha offerto di
pagare tutte le spese di trasporto, affinché i doni siano destinati nella loro
totalità all’acquisto di viveri. Il CEC
frattanto ha già inviato un dono immediato di 20 mila dollari al Consiglio
delle Chiese della Melanesia. Da parte
loro, anche il Consiglio australiano e
l’organizzazione di soccorso cattolico
australiano hanno inviato aiuti in danaro.
Secondo le ultime valutazioni del governo l’ammontare totale dell’operazione costerà a lui solo, per i viveri, oltre due milioni e mezzo di dollari, mentre, coll’onere del trasporto, detta cifra si eleverà a oltre 5 milioni di dollari.
Come si vede da queste prime notizie, si tratta di una situazione che richiede la pronta solidarietà di coloro
che intendono dare la propria testimonianza di amore a questi fratelli lontani: a nostra volta contiamo di poter
inviare al più presto possibile almeno
un mezzo milione di lire alla Tavola
onde questa a sua volta provveda ad
un pronto reinoltro al CEC.
Preghiamo vivamente i lettori di indicare la causale del versamento, tenendo appunto presente che, al momento, due sono le direzioni verso cui
opera il « fondo »; il programma di
lotta al razzismo e i soccorsi alla Melanesia.
Pubblichiamo un nuovo elenco di
sottoscrizioni nel frattempo pervenuteci. Per motivi di spazio, non indichiamo né le città di provenienza né
la destinazione delle offerte. È però ovvio che, per quanto riguarda la loro
destinazione, ne verrà tenuto il debito
conto in base alle indicazioni stesse dei
sottoscrittori che possono inviare le
loro offerte al conto corr. postale numero 2/39878 intestato a Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70, 10133 Torino.
P. Corbo (due vers.) L. 4.000; W. Fumagalli 1.000; E. V. 5.000; B. Rocchi 40.000;
N.N. con simpatia (due vers.) 10.000; Inno
135 (due vers.) 3.000; FGEI Triveneto 8.000;
sor. Zecchin 3.000;C. Bocus 1.000; fam. Viti
1.000; B. Carro 5.000; L. Ranzani 5.000;
G. Laetsch 5.000; S. Cornelio 5.000; R. Grillo 2.000; D. Di Toro 5.000; N. Cannavina
2.000.
Totale L. 105.000 prec. L. 11.325; in cassa
L. 116.325.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiii
Esplosione di vocazioni
tra gli Ibo in Nigeria
Dublino (Relazioni Religiose) - Un missionario irlandese nella Nigeria Sud Orientale,
p. Me Guinnes, che lavora nel collegio della
Sacra Famiglia a Ahak, ha affermato che tra
gli Ibo vi sarebbe una vera e propria esplosione di vocazioni. I seminari delle diocesi nigeriane, in prevalenza abitate da Ibo, sarebbero
sovraffollati; lo stesso incremento si verificherebbe per le congregazioni religiose. Il missionario afferma, inoltre, che molti ordini irlandesi hanno ricominciato il lavoro didattico nella nuova « Provincia Orientale ».
Ginevra (soepi) - Il pastore metodista uruguayano Emilio E. Castro, quarantacinquenne, è il nuovo direttore della commissione
« Missione ed evangelizzazione » del Consiglio
ecumenico delle Chiese. Egli è stato nominato
per corrispondenza dagli altri membri della
commissione e dai dirigenti del CEC. Il pastore Castro, che entrerà in funzione col gennaio 1973, succede in questa carica al pastore Philip A. Potter, nuovo segretario generale del CEC.
Il pastore Castro è presidente della Chiesa
metodista unita in Uruguay, la cui sede è a
Montevideo, ed è anche l’incaricato per il
coordinamento delle attività dell’UNELAM
(Commissione provvisoria per l’unità evangelica in America Latina). In precedenza, egli ha
diretto l’associazione sudamericana delle istituzioni teologiche ed ha insegnato al seminario mennonita di Montevideo.
Sul piano internazionale. Castro ha presieduto l’organizzazione per lo sviluppo della letteratura cristiana, organismo patrocinato dal
CEC, ed ha fatto parte della commissione
delle Chiese per gli affari internazionali.
Nel 1966, egli ha pronunciato a Ginevra il
sermone di apertura in occasione della Conferenza mondiale » Chiesa e Società » ed ha
preso parte attiva, durante gli anni sessanta,
ai lavori del dipartimento degli studi sull’evangelizzazione.
Si sono poi avute altre nomine nel CEC;
— Florence W. Addison, del Ghana (Africa),
nota specialista dell’educazione, è diventata, dal 1° dicembre, segretaria incaricata
per le borse di studio.
— John Bernard Taylor, specialista inglese
dell’Islam, è stato nominato direttore aggiunto del Programma per il dialogo coi
seguaci di altre credenze e ideologie ed
entrerà in carica dal 1° marzo prossimo.
— Pieter Marinus Bouman, belga, specialista
dell’educazione per lo sviluppo, è stato
nominato segretario per l’Europa della
Commissione « Aiuti reciproci e servizi del
le Chiese e assistenza ai profughi ».
— Georges Kux, di orìgine austriaca, a partire dal 1° febbraio 1973 sarà capo aggiunto del personale.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiinmiiiii
Dal 17 al 19 novembre si è tenuto a
Viviers-surRhòne il sinodo regionale
della Chiesa Riformata di Francia, interessante la ragione Centro-Alpi-Rodano. I partecipanti erano circa 200 ed il
lavoro è stato intensissimo, sia per
quanto riguarda la quantità di lavoro
svolto, sia per quanto riguarda l’ampiezza e la serietà dei dibattiti.
Interessante <pìr noi notare che una
parte dei lavori si sono svolti in commissioni o gruppi di studio. Questo ha
permesso di snellire i lavori dell’assemblea plenaria che ha così più facilmente e celermente potuto giungere alla
votazione di ordini del giorno. Ha permesso anche una migliore conoscenza
tra i vari membri del Sinodo ed una
conoscenza migliore delle diverse situazioni ecclesiastiche da cui i delegati
provenivano. I frutti della discussione
nei vari gruppi sono poi stati riferiti
succintamente alla assemblea da relatori che non avevano partecipato a
quel gruppo di studio, ed avevano avuto l’incarico di raccoglierli dai singoli
gruppi in modo da garantire il più possibile l’informazione obiettiva, senza
che si portassero in seduta plenaria i
punti di vista particolari del relatore.
La partecipazione ai vari gruppi (Vita regionale. Zone di azione comune.
Chiesa e ministeri. Ecumenismo) era
stata proposta nel periodo di preparazione ed ogni delegato aveva avuto la
possibilità di indicare in quale gruppo
avrebbe desiderato lavorare. Naturalmente il punto di maggiore interesse
(che ha anche raggruppato il maggior
numero di iscritti) era quello della
chiesa e dei ministeri.
CHIESA E MINISTERI
La religione all’est
Su questo argomento sono stati votati due ordini del giorno da proporre
al Sinodo Nazionale. Il primo vuole
essere, più che una indicazione teologica, un esame della situazione oggettiva
in cui si trova attualmente la chiesa e
mette in luce un certo numero di tensioni che la travagliano. In esso è chiaramente indicato che il dissenso sul
già dei ministeri e dell’autorità affidata ai ministri »; dall’altra coloro che
« non ritenendo che l’ordine della Chiesa sia proprio al suo essere, auspicano
che sia favorita una certa spontaneità
nella creazione di ministeri con riferimento particolare alla comunità locale ». E’ chiaro che dietro questo ordine del giorno vi è la convinzione di
una profonda divisione teologica della
chiesa e della sua vocazione, ma il
Sinodo ritiene che questa diversità
possa essere, se riconosciuta ed accettata, un arricchimento piuttosto che un
impoverimento.
Il secondo ordine del giorno riflette
all’opposto una visione assai più teologica. « Ogni comunità cristiana vive la
vita stessa della Chiesa universale.
Ogni comunità è inserita così nella comunione del corpo di Cristo ed impegnata nella storia umana secondo la
speranza aperta dal Cristo morto e risorto. In tale prospettiva il ministero
pastorale viene definito dal fatto che
esso significa questa unità e questa
missione universale per le comunità di
cui ha la responsabilità. Esso indica
la ragion d’essere, la vocazione ed il
ministero comuni a tutta la Chiesa. £’
un ministero permanente che si esercita diversamente secondo i luoghi ed i
momenti. I ministeri specializzati sono
definiti dai bisogni particolari ai quali
le comunità ritengono di dover rispondere nella situazione loro particolare.
Essi sono ministeri funzionali, diversificati, occasionali ».
E’ difficile valutare in tutta la sua
portata una simile affermazionel certo
si rimane disorientati dalla terminologia usata e in particolare si ha l’impressione che il ministero pastorale
venga teorizzato, tanto che al limite si
potrebbe sostenere che se non vi è ministero pastorale non vi è chiesa O all’opposto che la chiesa è là dove vi è
ministero pastorale. E’ naturalmente
anche possibile ipotizzare che con
l’espressione « ministero pastorale »
venga inteso qualche cosa di totalmente diverso da quello che rappresenta
oggi, ma in questo caso sarebbe op^
Coira (Relazioni Rrfigiose) - La diocesi cattolica svizzera di Coira ed il Consiglio Sinodale della Chiesa Riformata dei Grigioni fonderanno un cèntro di ricerca e di informazione sulla religione c la Chiesa nel mondo
comunista. Il servizio, affidato alle cure del
pastore Voss, pubblicherà informazioni sulla
vita dei credenti e sui rapporti tra le Chiese e lo Stato nei paesi dell’Europa Orientale.
modo di intendere i ministeri (ed in portuno precisare o usare altri termini
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particolare i rapporti tra ministero pastorale ed altri ministeri) non è che il
riflesso di una diversa impostazione
teologica ed ecclesiologica.
Da una parte vi sono coloro che
« credono all’esistenza di un ordine della chiesa voluto da Dio, auspicano che
sia di nuovo attualizzata nella comunione della Chiesa Universale una teolo
per non ingenerare confusione. E’ mio
parere che meriti seguire attentamente gli sviluppi ulteriori di queste prese
di posizione, in particolare quelle che
saranno le dichiarazioni del prossimo
sinodo nazionale su tale argomento.
L'azione missionaria cattoiica di ieri
(segue da pag. 2)
LA PROTEZIONE DELLO STATO
vi, e denunzia il modo inumano con
cui vengono trattati. Quello del battesimo e della conversione è un problema che travaglia i missionari cattolici, perché, una volta battezzati o convertiti, gli indigeni non si dovrebbero
ridurre in schiavitù. Non per niente
gli Olandesi (Riformati!) in un primo
tempo proibiscono battesimi e conversioni degli indigeni! Problemi filosofici, teologici ed economici si intrecciano variamente. Roma procede cautamente: si adopera perché tengano addolcite le condizioni materiali e spirituali degli schiavi; procede cautamente, ma procede: già in questi primi
decenni del Seicento troviamo due
schiavi ordinati sacerdoti.
Il CEC cessa di sovvenzionare ia rivista
ortodossa russa pubbiicata a Parigi
(E.P.D.) - Nel suo ultimo numero
”Le Messager” comunica che il CEC
ha sospeso con il 1972 il proprio contributo finanziario a questa rivista
quadrimestrale pubblicata dal « Movimento degli studenti cristiani russi ».
Sono state così confermate voci che
circolavano dalla scorsa primavera. La
rivista ’’Messager-Vestnik”, pubblicata
in russo, è stata dalla sua fondazione
(1925) la tribuna della teologia e della
filosofia ortodossa russa all’ estero.
Non vi è teologo o pensatore ortodosso
russo che non vi abbia preso la parola.
In tal modo essa ha assolto a una funzione culturale che dal 1917 nessuno ha
ripreso nell’Unione Sovietica.
Negli anni ’20 e ’30 la rivista è stata
il riflesso dell’età argentea della teologia e della filosofia russa. Dal principio
degli anni ’60 essa è divenuta in misura crescente la mediatrice dell’eredità
spirituale russa fuori dell’URSS. Molti
testi del samizdat (n.d.r.: la resistenza
spirituale e culturale nell’URSS, di cui
abbiamo varie volte parlato noi pure)
vi sono stati pubblicati per la prima
volta, fra questi la nota documentazione indirizzata dai pope Eschlimann
e Jakunin al patriarca Alessio e al presidium sovietico. ”Le Messager” rivelava in tal modo « l’altro volto » della
Chiesa e della cultura ortodossa russa.
Nella sua comunicazione ai redattori, il CEC comunica di non avere più
mezzi a disposizione a tale scopo, avendo assunto altri compiti assistenziali.
Nonostante molteplici contraddizioni e contrasti, nonostante la tenace
opposizione dei Sovrani cattolici riluttanti a rinunziare ai loro privilegi e
diritti di « patronato », di difensori di
santa Madre Chiesa, « in possesso di
una specie di investitura da Roma »,
Roma stessa sente tutto il peso di questa assistenza politico-religiosa che diventa ora controproducente. E Vittorio C. Vanzin, a conclusione della storia di queste relazioni nel Seicento crede di poter affermare che « l’istituzione della Propaganda, come viene prospettata dai documenti di fondazione,
ha richiamato l’attenzione dei fedeli
su di un fatto preciso: il messaggio
cristiano deve esser portato agli uomini direttamente dai rappresentanti della Chiesa, e solo eccezionalmente da
altri vettori, sia pure legittimi e convenientemente autorizzati ».
E Io stesso Vanzin, pur riconoscendo
come fosse « naturale e spesso non cosciente la collusione tra gli agenti della Colonia e quelli della Chiesa » sottolinea le gravi conseguenze di quella
metodologia missionaria. Ricorda a
questo proposito l’episodio « negativo
di un capo indiano dell’America Latina, che rifiuta il battesimo al momento di esser messo a morte come ribelle al potere coloniale, perché non voleva convivere nell'eternità con i suoi
carnefici. Aveva la fede nella vita eterna, ma proprio per questo respingeva
il mezzo di salvezza che gli veniva offerto da mani insanguinate ».
TEOLOGIA NUOVA?
La redazione dell’E.P.D., il bollettino del servizio stampa protestante svizzero-alemannico,
aggiunge: «Questa comunicazione pone alcu*
ni interrogativi : Sono stati davvero decisivi I
motivi finanziari, nella decisione di stralciare
questa sovvenzione, o hanno giocato pure ragio>
ni politiche? Il CEC tratta diversamente le Chiese ortodosse russe in esilio e quelle in patria?
E infine: non sarebbe compito delle Chiese
d'Europa sostenere "Le Messager"? » Condivìdo
questi interrogativi, aggiungendo: per gli organi de! CEC, giustamente preoccupati della difesa dei "minimi", chi è più "minimo", le Chiese ortodosse dei russi in esìlio o le Chiese ortodosse pesantemente integrate nel regime sovietico, in un nuovo cesaropapismo? G. C.
Molteplici sedute della Propaganda
sono dedicate all’esame dei problemi
teologici che rincontro con gli uomini
del Nuovo Mondo, dell’Africa e dell'Asia pone:
Solo sacerdoti _ regolarmente ordinati possono amministrare i Sacramenti? La passione di Cristo che è motivo di scandalo per molti pagani deve
costituire il fuoco dell’annunzio evangelico anche in terra di missione? Si
può trascurare alcuni Sacramenti (Cresima, Estrema Unzione) che sono repellenti per alcune popolazioni? Si deve richiedere la restituzione dei beni
ingiustamente ottenuti prima del battesimo, o solo in sede di confessione?
Il tasso d’interesse (usura?) destava
pure vari problemi sul piano morale;
in Giappone era d’uso comune il 20-30
per cento d’interesse sui prestiti. Anche il matrimonio tra cristiani e pagani poneva in discussione l’indissolubilità del matrimonio. Il controllo delle
nascite e l’aborto sono pure materia
di discussione nel Seicento, nel campo
della Missione. Il Nicodemismo può
essere autorizzato, per sfuggire alla
persecuzione in Cina e altrove? Il matrimonio dei missionari è lecito? È lecito ammettere che i cattolici giapponesi vendano armi e munizioni agli
Qlandesi eretici, i quali poi se ne servono contro i cattolici?
Nuovi catechismi, l’un contro l’altro
armato, si fronteggiano, con teologie
diverse, fonti di scandalo per i nuovi
convertiti.
Dopo un intervento del Papa che
riafferma l’unità della dottrina, e la
validità fondamentale del Catechismo
Romano e del Grande e Piccolo Catechismo del cardinale Bellarmino, le
possibilità di manovra della Propaganda divenivano scarse. A tutti gli interrogativi che abbiamo qui sopra citato
viene data una risposta conforme alla
rigida dottrina formulata nel Concilio
Tridentino; il Santo Uffizio non era disposto a tollerare alcuna evasione sul
piano dottrinale. Nell’attuazione però
la Propaganda procedette con cautela,
un certo senso di opportunismo, ma
anche con una fedeltà al messaggio
evangelico che non si può negare.
Poiché, come osserva il Vanzin, « il
Cristianesimo portava non solo la salvezza dell’anima nella vita eterna, ma
era pure la sola indicazione valida per
l’esistenza degli uomini sulla terra...,
fin dai primi documenti di Propaganda si inculca ai missionari la testimonianza personale della vita cristiana
autentica, avvertendo che i pagani apprezzano la povertà, la modestia, l’umiltà e trovano in tali aspetti del Cristianesimo una ragione specifica per
abbracciarlo. Siccome per essi i motivi
di credibilità si identificavano con la
testimonianza dei messaggeri apostolici, erano ovvie le conseguenze che ne
derivavano nel campo pastorale ».
« Si identificavano per essi » (i pagani del Seicento). E per noi, i così
detti cristiani del Novecento?
L. A. Vaimal
CHIESA DELLA BIBBIA
E IGNORANZA DELLA BIBBIA
Una parte rilevante delle discussioni
è stata determinata dalla consapevolezza che la Bibbia, pur continuando
ad essere dichiaratamente la base ed il
fondamento della Chiesa Riformata,
non è conosciuta in maniera adeguata,
non è letta e non è compresa. E stato
detto da parte del presidente della regione, pastore Monsarrat, che essa potrebbe essere paragonata ad un trave
destinato a reggere l’intero edificio,
senza che si possa sapere oggi se questo trave non è tutto tarlato o imputridito a causa del tempo e della trascuratezza.
La Commissione Regionale (equivalente alla nostra Commissione Distrettuale) aveva proposto l’istituzione di
un posto di ’’biblista”, cioè il riconoscimento di un ministero particolare, destinato a sollecitare e ad aiutare le comunità nello studio della Bibbia. Questo progetto è stato respinto dal Sinodo in due votazioni successive (si era
richiesta una seconda votazione nella
convinzione che alla prima vi fossero
stati malintesi e che si fosse votato
contro per motivi secondari), credo
perché il sinodo era preoccupato delì’inserimento di questo ministero nell’insieme dei ministeri già riconosciuti
ed anche per ragioni più profonde di
sfiducia in un certo modo di leggere la
Bibbia (un pastore ebbe a dire « Sarebbe opportuno che la persona itacaricata di questo compito creda nello Spirito Santo »), ritenuto troppo scientifico ed interessato esclusivamente o
quasi alle ragioni di critica biblica e
non sufficientemente al messaggio che
la Bibbia è destinata a portare. Tuttavia un secondo ordine del giorno invita le chiese locaU a studiare il problema di come suscitare un rinnovamento biblico e di come potrebbe essere
utilizzato un ministero specializzato
di biblista.
L’esigenza dell’evangelizzazione non
è stata trascurata ed è stata approvata
la creazione di un ministero speciale
col compito di stimolare le chiese ed.
aiutarle nell’opera di testimonianza.
* * *
Terminando, pur tenendo conto delle evidenti diversità che esistono tra
la nostra Chiesa valdese e la Chiesa riformata di Francia, si può Edfermare
che esiste di fatto una solidarietà nella
sofferenza di non saper risolvere il
poblema della nostra presenza e della
nostra testimonianza, in una parola
nella sofferenza di dovere e voler essere fedeli al Signore della Chiesa nelle
situcizioni di oggi.
Bruno Beluon
à
4
pag. 4
N. 50
15 dicembre 1972
pagina a cura della Federazione Femminile Valdese
per conoscerci meglio
1 Unione Femminile di Felonica Po presenta se stessa e la vita della sua comunità nel contesto della Bassa Padana e in quello della
diaspora evangelica della zona
Care Sorelle,
poiché il C.N. ha deciso di presentare nelle pagine dell’« EcoLuce » di volta in volta un grappo di Comunità e poiché la scelta come inizio è caduta su quelle di Felonica Po (e Mantova),
vi vogliamo dare innanzitutto
un breve panorama della Provincia in modo che possiate rendervi conto del contesto in cui si
trovano queste Comunità.
la Provincia
di Mantova
La Provincia di Mantova è interessata da un forte processo
di spopolamento in atto dal 1951.
Si è calcolato che da tale anno
la perdita di popolazione sia stata circa del 9% fino al 1961 e del
2% dal 1961 al 1968 e ancora oggi continua. Si tratta di uno spopolamento che è particolarmente sensibile nel settore primario
(agricoltura), settore in cui ogni
anno si riduce sempre più la percentuale di popolazione occupata. Di questa popolazione una
parte minima viene assorbita in
mento di laboratori artigiani già
esistenti. L’occupazione industriale è quindi generalmente piuttosto scarsa. Un altro problema è
la fuga di capitale umano nel
settore dei giovani che hanno
studiato. Abbiamo ogni anno una
grande quantità di diplomati i
quali non trovano quasi mai lavoro in provincia e sono costretti ad andarsene e quasi sempre
senza ritornare. Anche nel commercio si può notare quello che
è chiamato il fenomeno della
polverizzazione con conseguenti
alti livelli di prezzi al consumo.
Lo stesso stato di crisi si riscontra nelle vie di comunicazione sia per quanto riguarda i collegamenti stradali che ferroviari. La Provincia anche in questo
campo soffre di isolamento, come soffre di isolamento per
quanto riguarda l’economia, la
cultura, la vita sociale.
Felónica Po
in generale
L’antico traghetto,
ora scomparso
altri settori di attività nell’ambito della provincia, mentre la
maggior parte è costretta ad
emigrare trasferendosi in altre
regioni particolarmente in Piemonte, Lombardia, Liguria e Veneto. Si nota soprattutto un forte esodo verso la città di Milano e la sua cintura. Oltre all’esodo va rilevato anche il forte impoverimento demografico (da
sottolineare in particolare il declino dell’indice di natalità). È
evidente che l’indice dell’età media della popolazione tende a
spostarsi verso un progressivo
invecchiamento.
Come per altre zone lo spopolamento è dovuto ad una carenza
di industrie locali assolutamente
insufficienti per assorbire la nuova mano d’opera che si è venuta a formare. È ovvio che tutto
ciò crea un forte dislivello sociale tra la vita dei campi considerata faticosa e dura e la vita delle città che raccolgono gli immigrati vista sotto un aspetto più
positivo almeno dal punto di vista economico. Sono soprattutto
1 giovani che se ne vanno. Un altro fenomeno che va notato è la
maggior quantità di elementi
femminili. Tutto ciò si riflette
anche in campo scolastico dove
In questa situazione si situa
dunque Felonica Po che riproduce nel suo piccolo tutti i problemi accennati più sopra. È un paese di circa duemila abitanti (cinquemila fino a dieci anni fa) a
ridosso del Po, in un’area piuttosto depressa, senza industrie e
senza molti sbocchi economici.
La gente qui da noi non ha grandi possibilità di lavoro se si eccettuano un’industria di tipo artigianale di pantofole, uno zuccherificio che lavora solo pochi
mesi all’anno (a Sermide), qualche caseificio, una certa attività
edile. La situazione peggiora lievemente per quanto riguarda la
frazione di Felonica, Quattrelle
già ai confini con il ferrarese.
Abbiamo una scuola elementare che anch’essa vede diminuire
di anno in anno i bambini e una
scuola media che... prende quanto arriva dalle elementari. Non
ci sono altre infrastrutture per
i giovani né possibilità di sport
(se ovviamente facciamo una debita eccezione per il campo di
calcio) né luoghi ove radunarsi,
li tentativo di una biblioteca comunale procede in mezzo ad infinite difficoltà e diffidenze. C’è
un medico e una levatrice. L’ospedale (con annesso rifugio per
gli anziani) è a sei km., a Sermide. Se gli uomini (non molti
ia verità) lavorano nei campi,
nelle poche officine, nei piccoli
cantieri edili, la situazione della
donna non è delle più brillanti.
Molte lavorano con macchine da
maglieria in casa per alcune ditte e per privati. Si tratta di un
lavoro faticoso, mal retribuito
ma che per molte famiglie costituisce un certo aiuto. Altre sono
occupate come operaie o nei negozi o saltuariamente e stagionalmente per la raccolta delle
cipolle, delle pere, mele, pesche
e cocomeri. Come si può vedere
sono lavori duri, in particolare
per quanto riguarda le donne occupate nei magazzini delle cipolle e che solo apparentemente sono ben retribuiti. Molte ragazze
giovani sono ovviamente costrette a recarsi fuori per trovare lavoro. Non si può, tuttavia, salvo
alcuni casi, parlare di situazioni
economiche particolarmente gravi. La forte emigrazione ha lasciato, in un certo senso, più
spazio a chi rimaneva, tuttavia
Un passato
che non torna:
la terra
lavorata a braccia
in dieci anni (’56-66) vi è stata almeno per quanto riguarda la
scuola elementare, una perdita
di circa diecimila elementi, perdita che ovviamente va di pari
passo con il diminuire nella provincia degli abitanti.
Le principali attività sono l’agricoltura, l’industria e l’artigianato. Per la prima la situazione
non è delle più brillanti e ciò a
causa deU'arretratezza dell’ambiente. Le aziende agricole sono
per la maggior parte piuttosto
esigue come dimensioni e lo sviluppo della cooperazione incontra non lievi difficoltà. Le industrie (prevalentemente manifatturiere) e a bassa intensità di capitale occupano prevalentemente
mano d’opera femminile. Del resto molte non sono che l’amplia
è un equilibrio economico precario che isola gli individui attaccandoli fortemente al loro
piccolo benessere raggiunto.
Anche Felonica Po risente notevolmente dell’isolamento culturale ed economico tipico della
provincia. È ben vero che anche
qui arrivano giornali quotidiani
e settimanali e la televisione. Ma
si legge poco (del resto non c’è
una libreria), ci si informa poco
e particolarmente d’inverno (a
causa della fittissima nebbia... in
Val Padana) ci si muove poco.
E chiaro che è un po’ difficile
recarsi ad un teatro o ad un cinematografo di avanguardia a
Ferrara (35 km.) o a Mantova
(63 km.), in una serata di nebbia fitta, dopo una giornata di
lavoro sempre piuttosto dura.
Abbiamo notato che permane
anche un certo attaccamento (vero o forzato) a talune tradizioni di tipo patriarcale per cui la
donna è ancora in stato di soggezione e di inferiorità rispetto
all’uomo, non è generalmente
matura politicamente e social-^
mente e poiché è già notevolmente oberata di fatiche e trattenuta in un ambiente piuttosto
chiuso, trova notevoli difficoltà
ad impegnarsi in un senso o nell’altro.
la Comunità
valdese
A questo punto ci chiederete
come la Comunità Valdese si inserisca nell’ambiente. Quali siano le sue caratteristiche e le sue
difficoltà. Parleremo prima di
queste ultime. Difficoltà vere e
proprie di convivenza non ce ne
sono. Preparando queste poche
note abbiamo intervistato alcune
persone che hanno ancora vivo
il ricordo degli anni precedenti
alla guerra. Sono saltati fuori alcuni episodi di intolleranza sia
da parte dell’autorità religiosa
cattolica che da parte della popolazione stessa: ostilità apertamente dichiarate, impossibilità
così tiepidi in generale su molte
cose che non è certo con la nostra presenza che possiamo causare un irrigidimento da parte
delle forze cattoliche. A questo
punto salta fuori il problema delle caratteristiche della Comunità
valdese di Felonica Po. Per quanto riguarda la sua composizione
i membri di chiesa sono in maggioranza persone al di sopra dei
quarant’anni, i giovani sono pochi e per lo più molto occupati.
C’è una certa frangia di ex iscritti che non vengono più a causa
di matrimoni misti (fino a poco
tempo fa era l’uomo che determinava la religione della famiglia e ciò è costato molto ad alcune giovani della nostra Chiesa). Il culto è frequentato con
« alterna fortuna », salvo a Pasqua e a Natale quando tornano
gli emigranti. Le attività sono
quelle solite; Unione Femminile,
Studio biblico. Scuola domenicale, Catechismo.
L’Unione Femminile è abbastanza viva, le riunioni si tengono ogni quindici giorni alla domenica pomeriggio e alla domenica sera per permettere a tutte
di venir soprattutto quando in
casa ci sono due o più donne,
con bambini piccoli.
Una parte della riunione è dedicata allo studio biblico (generalmente le donne non frequentano quello del giovedì sera tenuto dal pastore) e un’altra a discussioni sui problemi che ci interessano,. L’anno scorso alla
domenica sera gruppi di genitori ed insegnanti si sono radunati
per discutere sull’educazione sessuale, sulla scuola (particolarmente sui libri di testo) sulla libertà e autorità nell’educazione,
sui problemi dei bambini e degli
adolescenti. Le madri, più che i
padri (bisogna dire quello che è
vero) si interessano. Sentono di
essere di fronte a problemi ardui
La chiesa valdese
di Felonica
di trovare lavoro per gli evangelici costretti quindi ad una emigrazione agricola di tipo stagiu
naie, insulti, provocazioni.
Tutto questo è scomparso,, la
convivenza è pacifica e si potfebbe dire quasi cordiale.
In sede di Unione Femminile,
appunto facendo riaffiorare i ricordi di un tempo, ci siamo chieste se ciò era dovuto ad un vero
e proprio miglioramento della
situazione oppure a una testimonianza tiepida da parte nostra.
A questo proposito le persone
che abbiamo intervistato ci hanno riferito che gli evangelici ai
tempi « duri » erano molto uniti
e compatti, si ritrovavano in
chiesa e fuori e ci è parso di risentire una certa nostalgia per
quei tempi di « persecuzione »,
Ad un esame più approfondito è
risultato che attualmente siamo
per cui non sono state preparate
e chiedono sempre di essere messe al corrente, di essere aggiornate, di leggere qualcosa di utile.
Sono stati abbastanza frequenti
gli incontri a carattere interdenominazionale con Bologna (metodisti) e Ferrara (battisti) con
studi sulla scuola, sul divorzio e
anche in altre occasioni come
per il XVII febbraio. Non si fanno bazar. Ogni membro delI’U.
F. versa una quota mensile a seconda delle sue possibilità e, grazie ad alcuni generosi interventi,
abbiamo potuto fare due lotterie
che ci hanno permesso alcune
spese in favore di tutti che erano
necessarie.
Certo continuamente ci chiediamo come la nostra Comunità
dovrebbe testimoniare. Rileviamo una generale tiepidezza, un
lasciarsi andare alle abitudini, ai
dalle nostre Unioni
Aosta
Le sorelle di Aosta hanno accolto cordialmente un membro del Comitato ed è sorta una vivace discussione sull’attività della Federazione femminile e sull'opportunità o meno
che ci sia questo settore a parte nell’ambito della comunità,
e non piuttosto il servizio comune di uomini e donne. L’Unione femminile si è impegnata nel corso dell’anno passato per
la sistemazione del centro comunitario che è sorto in Valle
d’Aosta, a Viering, dove è in progetto un incontro con le
sorelle di Ivrea.
Angrogna
La nostra comunità di montagna conta un gran numero
di persone anziane, spesso isolate in case sparpagliate sui
pendìi. Abbiamo iniziato l’anno scorso delle visite alle persone anziane che non possono partecipare agli incontri della
comunità. In due o tre andiamo da loro per fare una chiacchierata, per leggere la bibbia, pregare e cantare insieme con
loro. Appoggiamo un progetto del comune in loro favore.
Luserna San Giovanni
Quest’anno ci proponiamo di concentrare il nostro lavoro a favore deH’ampliamento in corso della nostra Casa
di riposo per persone anziane (con « centro aperto » agli anziani residenti nei dintorni). Abbiamo perciò in programma
un pomeriggio prò Casa di riposo, con banco gastronomico,
tè ecc., nel giardino della casa.
San Germano Chisone
Alle riunioni abbiamo studiato l’opuscolo di « attualità
protestante » Perché pregare di S. Ricciardi, La chiesa sotto
il nazismo di Bonhoeffer, la resistenza ugonotta, e il pastore
ci ha spiegato che cosa è l’impegno politico del credente. Abbiamo iniziato i nostri giri di visite in gruppi, a persone anziane, sole, alla casa di riposo di San Germano e all’ospedale
di Pomaretto. Abbiamo ripreso a confezionare quaderni e
ritagli con « figure d’insieme » per una scuola per subnormali di Pinerolo.
L’argine e il Po,
vicino a Felonica.
in un periodo di piena
rimpianti e anche una certa insofferenza verso
il fratello, una
certa incapacità
di comprendere
e accettare l’altro per quello che
è. Nelle sedute dell'Unione F.
il discorso si fa a volte politico e questo è un bene soprattutto per le donne che nel corso dei
secoli di discorsi politici ne hanno- fatti pochi (se li hanno fatti)
e che sono sempre state tenute
in disparte. Diremmo che è più
facile farli tra donne che tra tutta la comunità. Quest’anno abbiamo pensato di allargare le
riunioni della domenica sera
(quando ci sono argomenti di interesse generale) anche ai « signori « uomini » ed anche a persone estranee.
Un altro argomento di studio
è la nostra stampa evangelica: 1
giornali delle tre denominazioni
e Nuovi Tempi. Ci lavoriamo sopra parecchio cercando di capire, di valutare e soprattutto di
tenerci al corrente e di informarci. È stato chiesto di aggiungere
la lettura comparata di altri giornali e riviste. Ci sembra questo
un lavoro assolutamente necessario e improrogabile.
Tra le altre cose l'Unione Femminile si reca a visitare le persone isolate, gli ammalati. Ciò non
accade tanto spesso come si vorrebbe ma è forse un'attività utile e che vorremmo potenziare.
Inoltre i contatti con la Comunità sorella di Mantova (che non
ha Unione Femminile), affidata
allo stesso Pastore di Felonica,
sono abbastanza frequenti assai
più a titolo personale che a titolo comunitario. Come vedete il
lavoro non manca e siamo tutte
convinte che non sono le possibilità e le occasioni di testimoniare che ci mancano ma piuttosto una capacità di continuo impegno.
« che cosa vogliamo ». Non abbiamo soluzioni pronte, la nostra
è una ricerca a volte difficile, a
volte poco chiara. La situazióne
ambientale, anche se non sempre
lo vogliamo o ce ne rendiamo
conto ci strumentalizza, ci condi.
ziona. Vorremmo essere qualco.
sa di diverso, fare qualcosa di
più e dovremmo avere più pa.
zienza e umiltà per ascoltare la
Parola di Dio e riconoscerne la
sovranità al di sopra delle nostre
questioni personali e dei nostri
interessi, magari familiari. 1]
presentare la nostra Comunità
sulla pagina della donna non ci à
serve certo come pubblicità, non
____________________ d
liw
libi
La scuola domenicale, con
monitrice e pastora
conclusione
Abbiamo steso queste poche
note per farci conoscere, per stabilire anche, se possibile, dei rapporti con le altre Unioni Femminili ma soprattutto è stato utile
chiarire a noi stesse la nostra
identità, il « come siamo » e
abbiamo infatti nulla da insegnare, ma piuttosto come verifica e
quindi è un'occasione buona di
fare il punto della situazione.
Salutandovi fraternamente ci
auguriamo che il nostro modesto lavoro possa essere utile
spunto di riflessioni ancl>e a chi
lo leggerà.
il
A cura delt’U. F. di
Felonica Po
AL XXII CAMPO DI VAUMARCUS, IH
domani: cread
Eravamo trecento donne a meditare intorno a questo tema,
passando dalla discussione di un
film all'ascolto di un sociologo
e di un teologo, il tutto intercalato da dialoghi in piccoli gruppi, ognuno dei quali, alla fine,
ha sintetizzato le proprie riflessioni non con resiconti, ma con
altri mezzi, e così c'è stato chi
ha mimato una scena, chi ha
composto un mazzo di fiori, chi
ha disegnato, chi ha detto una
confessione di fede, chi una preghiera d'intercessione...
Il sociologo ci ha presentato
l’analisi della nostra società. La
rivoluzione scientifica e tecnica
attuale ci fa passare da una societ-à industriale a una società
post-industriale. Nella società industriale capitalista le forze produttive erano la mano d'opera e
il capitale. Nella società postindustriale che si annuncia la
forza produttiva è la scienza e
la tecnica. Così l'accrescimento
economico dipende sempre meno
dal moltiplicarsi delle macchine
e della mano d'opera, ma sta
nella ricerca di soluzioni tecniche più efficaci. Allora le grandi
ditte non lavorano più in funzione delle necessità e della moda,
ma « fanno » le necessità e la
moda. Inoltre il modo di dirigere cambia: il potere nelle grandi ditte non appartiene più al
proprietario del capitale, ma a
coloro che lo gestiscono, cioè che
portano i miglioramenti scientifici: sono i tecnocrati. Per i tecnocrati, che non possiedono il
capitale, non si tratta più soltanto di profitto e di denaro, ma di
assicurare la propria sopravvivenza, di mantenere il proprio
potere.
Tutto ciò modifica il sistema
delle classi sociali, che è l'aspetto fondamentale della realtà sociale — di oggi come del passat't —; difatti si può dire schematicamente che la storia deil'uomo è la storia della lotta di classe, cioè di antagonismi più o meno violenti, secondo le epoche,
tra dominatori e dominati. Così
nella nostra società la borghesia
gestisce il capitale e il proleta
riato vive più o meno bene; spesso una parte del suo lavoro non
viene retribuita; e c'è conflitto
delle due classi. Invece nella società post-industriale, la tecnocrazia — come prima la borghesia — dispone del potere economico, però non più manipolandc il capitale, ma tramite il suo
monopolio sull'informazione. H
tecnocrate possiede il potere perché possiede l'informazione; difatti condivide il proprio potere
nella misura in cui condivide la
propria informazione. Rifiutando
d'< divulgare la sua informazione
la tecnocrazia impone le sue p
luzioni al resto della popolazione che non può proporre soluzioni alternative. La tecnocrazia
SI identifica con la ragione, con
la scienza, si circonda di segreti,
e diffida dei dibattiti pubbliciAllora è alienato chi non dispn
ne dell'informazione e non può
partecipare alle decisioni. Cosi
l'alienato non è più tanto oggi ii
povero delle società industriali,
quanto il povero dal punto di vista culturale, politico e sociale:
sono gli abitanti delle regioni iu
declino economico; sono i lavoratori che chiedono la parteciltazione alle decisioni, e non vogliono più essere soltanto degli iO"
granaggi; è il cittadino che vuole partecipare alla creazione del
suo ambiente che vede sempre
inquinato; sono i giovani imbarazzati per scegliere un ruolo io
una società così complessa, dove la generazione precedente ha
creato questo mondo tecnologico, mentre la generazione successiva lo deve vivere; sono le poO'
sone anziane, che vogliono essere considerate come degli esseri umani degni, con una funzione sociale...
I numerosi e disordinati carP
biamenti portati dalla rivoluzione scientifica creano ranomia,
cioè l'assenza di organizzazione, 6
una società senza leggi — cop «
degli elementi che sono al decli- t
no, ed altri in progresso, con
Questa doppia pagina è stata
ta da Marie-France Coisson, Fernán
da Comba, Lenuccia Costabel.
5
J.5 dicembre 1972 — N. 50
pag. 5
ì liberazione della donna
ì una prospettiva biblica
soliti ripetere che « non c’è giudeo né greco, schiavo né libero,
hio né femmina », che l’amore demolisce le barriere; ma che
dire nella pratica, per chi vive nella miseria o nella malattia o
l'oppressione? sono leggi di natura o colpe degli uomini e dei poilj?. la nuova prospettiva della storia del mondo che l’apostolo
olo propone, un futuro pieno di speranza perché liberato.
{u creata seconda e peccò
'frizza, questo riferimeniblico, a considerare ledonne
«due volte perdenti? » La
^ in cui viviamo lo ha fatto
‘li, e i movimenti di liberatósóno ridicolizzati dai granitali, che hanno presentato
'Stanti come delle fanatiche
.tciano i reggiseni sulle
pche piazze; le militanti, al
«trario, affermano che non si
joinai sognate di voler rinunessere donne, e neanche si
di fare una lotta che le
S^gli uomini, ben sapendo
P^iglior compagno della
Ijl è : l’uomo. Ma compagno,
ip®to,%on sopraffattore. E per
lesto si jsono organizzate, per
r satire le loro richieste di
,u|lianza a una società orga¡ralaSagli uomini, dove perfiDio èfcorrentemente immagito conte uomo, talvolta anche
rbuto,#ome in certi dipinti.
Puir la .iterazione della donna
¡ei^^siderata come un pròina'a'sé stante, o non si tratdtldltare per una liberazione
s ®itolga uomini e donne?
Ih^sto ha l'aggancio con gli
itti biblici, nel caso specifico
Ila Aerazione della donna?
liti II 'accantonano perché a
ma vista li trovano conserva1, ovvero privi di significato
r dii vuole vivere e impegnarndla realtà di oggi,
ì'proprio vero che sono privi
dicano cose eccezionali, sono una
valida guida per il problema trattato.
La tradizione ebraico-cristiana
è stata influenzata dal racconto
della creazione di Adamo ed Eva
in senso sfavorevole alla donna,
come attestano altri scritti presenti nei libri che sono entrati a
far parte della bibbia. Ma è corretto questo modo di interpretare i racconti della creazione? E
gli scritti contenuti nella Bibbia
sono veramente tali da far pensare alla discriminazione come
ad una legge voluta da Dio? Molti giustificano le discriminazioni
presenti nella società e nelle chiese, e non solo quella a sfavore
delle donne, richiamandosi alla
Bibbia. Altri si rendono conto
che bisogna abituarsi al criterio
di non considerare tutti gli scritti biblici mettendoli sullo stesso
piano, perché sono testi lontani
fra loro, nati in tempi diversi per
rispondere a esigenze differenziate.
Può succedere di scoprire che
il modo in cui li abbiamo sempre letti è un modo sbagliato,
che non tiene conto dell’esigenza
per cui un certo testo è stato
scritto e che perciò lo distorce
proprio perché non lo mette a
fuoco.
significato per l’oggi.
10 stati i credenti a leggerli e
isarli in una prospettiva convatrice?
loco alcune delle domande a
risponde una serie di sei stuintitolàti appunto La liberane della donna in una prospet1 bìblica’^. Li pubblica la Clauna in questi giorni, in un voletto ^ 300 lire, della serie
wliti Protestante. Interessania Itoffire senza che tuttavia
L’esempio più classico; quando l’apostolo Paolo scrive che gli
schiavi non devono curarsi della
loro condizione (I Cor. 7: 17 e
segg.), che le donne devono tacere nelle assemblee (I Cor. 14; 26
e segg.), oppure che non devono
tagliarsi i capelli (I Cor. 11; 1-16)
noi che leggiamo queste cose senza chiederci perché le ha scritte,
quale problema di allora ha suscitato quelle affermazioni, le
mettiamo sbrigativamente da
parte come inutili, e infatti una
loro applicazione letterale non
ci riguarda veramente più, oggi.
I) discorso da fare è un altro, e
WZERA
Ine o snìcidio
e contraddizioni tra i fini ed
lezzi, con una maggiore difti“ a comunicare, e da lì una
jcanza di sblidarietà. Indivitaente si ha un sentimento
'potenza, d’incomprensione,
SI può più aderire ai valori
hnientali del passato consisà sorpassati, e, per il pro> futuro si hanno delle aspioni che risultano smisurate
confronto con i mezzi propri
® quelli offerti dalla società,
u sentono che bisogna reagiUifatti le reazioni all’anomia
sia il nihilismo che rifiu®o e il suicidio, sia lo sviae la delinquenza, sia la
®one e l’innovazione.
Un cristiano, come la buooiiZta di cui parla l’Evange“0 essere detta a una socieminacciata?
sociologo credente risponde
rinnovamento dell’Evange'stabilire nuovi rapporti
ji’ quali ogni uomo ab1 diritto di partecipare al
^''enire, personale e sociale.
„^U®sto punto interviene il
Ponde che l’analisi della
ca viviamo deve
re in un impegno concreij dii gruppo, in un movi■ Levangelo non è un rij: ?®fratto al passato, ma è
“jpgo costante, tra il pas
P ìì
In ” destro presente; perché
collegati alla vita di un
IQ p ' Vita ui uir
i ’Cristo, che ha preso
lov realtà nella quale
tn fra le questioni che
j..®^ontrava cerano precita^ problemi di relaziogruppi sociali, anche se
dei valori; il mestiere, la famiglia, le abitudini sociali si trovano ad un tratto totalmente svalorizzati, l’unico valore è la persona di Gesù che chiama —; dall’altro lato Egli dava la possibilità a degli uomini d’incominciare a tessere tra di loro delle relazioni differenti. I discepoli hanno sentito la novità, vedendo nel
senso che dava alla sua morte,
una possibilità di creazione di
gruppi sociali nuovi nella società del tempo. Oggi, come allora,
l’Evangelo può incitarci a promuovere delle comunità che siano il luogo di una nuova solidarietà e di una nuova capacità di
creare, che diventino segni nella
società pluralista nella quale viviamo. È sempre presente il rischio di proteggerci in ambienti
confortevoli, nel nome di Cristo,
accanto ai veri problemi, cioè di
utilizzare la chiesa, l’evangelo,
come un rifugio, nel quale non
è possibile innovare, non è possibile creare un uomo nuovo, e
una società dove dignità e autonomia sono possibili. Le comunità che si mettono in disparte
vanno in senso contrario e accentuano l’anomia; ripiegate su
loro stesse, accanto alla società,
si può dire che è un sucidio. Le
comunità in presa diretta sulla
società sono dei fermenti nel
mondo, cioè delle possibilità di
creazione.
Come ha fatto Gesù al suo
tempo, prendiamo sul serio la
realtà, se non vogliamo essere
dei nostalgici del passato o dei
sognatori deU’avvenire, ma degli
uomini che sappiano decidersi
assieme a fare qualche cosa di
concreto nel presente.
M.F.C.
si tratta di trovare gli strumenti per poterlo almeno iniziare, e
comunicare.
A questo tipo di problemi e,
più in generale, ai problemi che
sorgono a chi vuol camminare
in una direzione nella quale la
tradizione cristiana sembrerebbe
frenarlo, e ci vuol camminare
perché credente, quindi senza accantonare la Bibbia, è necessario
rispondere. Importante è anche
essere sufficientemente elastici,
non nevrotici e sereni per accettare di scoprire interpretazioni
non tradizionali, insomma .accogliere la possibilità che la Bibbia
venga letta con occhi nuovi.
Nel caso dell’argomento che
stiamo trattando, gli studi in
questione sono certamente di
aiuto.
A prima vista, l’argomento « liberazione della donna » può parere un argomento che non si
colloca su una frontiera molto
avanzata, ed è facile che una persona del ceto medio lo pensi. Ma
non si tratta nemmeno di una
battaglia di retroguardia, se per
esempio ascoltiamo situazioni tipo quelle raccontate dalle donne
infelici e oppresse di Inumane
Vite 2. Che poi sono infelici e oppresse nella stessa misura in cui
10 sono i loro uomini e i loro
bambini. Questi casi ci fanno vedere che non è un problema di
emancipazione soltanto femminile, ma di emancipazione toutcourt, che riguarda i ceti più oppressi.
Altre forme di oppressione della donna si presentano, in modi
meno rozzi, anche presso gli altri
ceti; c'è infatti chi ha parlato di
potere coloniale degli uomini nei
confronti delle donne, dicendo
che, in quanto gruppo, le donne
condividono la sorte di oppressione dei negri e degli emigrati.
11 difetto di affermazioni di questo tipo, che fanno colpo, è di
non tenere abbastanza presente
che una donna del ceto medio è
comunque meno oppressa di una
disoccupata o di una che lavora
in condizioni di arretratezza disumana (e ce ne sono). Ma quell’affermazione è nata anche dalla
condizione in cui vivono certe
donne magari non oppresse economicamente, ma distrutte nella
loro personalità e non capite nelle loro aspirazioni, dalla repressione e dal perbenismo di una
cultura che considera modelli validi di comportamento, specie
per le donne, la rinuncia, il disinteresse per la realtà di oggi, il
rimpianto.
La composizione degli studi
che presentiamo è molto organica. Sono esaminati, in sei capitoli, sei testi biblici relativi al nostro problema, preceduti ognuno
da una breve introduzione di carattere generale.
Il primo capitolo legge in maniera corretta i racconti della
creazione prendendoli per quel
che vogliono dire realmente;
spiega che da essi la tradizione
estrasse alcuni elementi e li combinò in modo tale che sesso, peccato e donna vennero considerati fonte di corruzione e di impurità. Le conseguenze di questo
travisamento sono presenti già
negli scritti più tardivi del Nuovo Testamento, in I Timoteo 2,
le sorelle
rioplatensl
salutano
Riceviamo dalla Commissione esecutiva della Federación Femenina Vaidense sudamericana ; « ...con lo stesso fraterno affetto con cui ci avete ricordato,
giunga a voi il nostro saluto. La vostra
presidenza e il vostro servizio nella parte italiana della nostra Chiesa possa essere sempre per noi stimolo ed esempio.
Il Signore sia con voi e con tutta la cara
Chiesa Valdese, affinché essa possa, anche nel Natale che si avvicina, essere
fedele nella testimonianza al Cristo ».
p Parlava di
1? f>esù
classi sociajj '.ciu non si è accontentaM?.PPortare delle soluzioni
lino ' posto un’esigenza
0 , ® che supponeva al mi.Pe dei conflitti fossero
''vi'**' confessati, perché
«..Pa riconciliazione potesse
ella
La novità della buona
>3v '^f° Gesù
1 discepoli da valori anquando il discepolo posa
¡j feti, abbandona la sua
' p e una specie di crollo
PER UN DONO DI NATALE
Diamo un elenco dei libri più significativi presentati, in un breve arco
di tempo, su questo giornale, consigliabili per un dono di Natale non banale: essi
sono in vendita nelle librerie Claudiana :
Prends ines main — Ces doigts qui guèrissent — Docteur Ida. di Dorothv
Clarke Wilson, ed. Labor et Fides. Ginevra.
Tra il martello e la falce, di Arie Eliav, ed. Barulli, Roma. — Haminarskjoeld. di Franco Giampiccoli, ed. Claudiana. — La croce e il pugnale, di David
WiLKERSON. ed. Uomini Nuovi. — Da persona a persona di Lee Holley, ed. La
Lanterna, Genova. — Cane e gatto, di Autori vari, ed. Boria, Torino. -— Nero
e libero, di Tom Skinner. ed. Voce della Bibbia. Modena. .— Ho voglia di pregare. di Ale.s.sandro Pronzato. ed. Gribaudi, Torino.
per esempio, dove è detto che
« Adamo non fu sedotto; ma la
donna, sedotta, cadde in trasgressione. Nondimeno, sarà salvata partorendo figlioli... ». E’ poi
analizzata l’affermazione di Genesi 1 ; « Facciamo l’uomo a nostra
immagine e a nostra somiglianza » su cui non tutti, forse, abbiamo le idee chiare ed è illustrato come le tracce di antichi miti
mediorientali sulla creazione (la
leggenda del dragone) sono presenti nel racconto di Genesi 2.
Che atteggiamento assume lo
scritto biblico di fronte a questi
miti?
Di ogni testo analizzato, questi
studi dicono brevemente quando
e con quali intenti fu scritto.
Il secondo capitolo, dal titolo;
« Matrimonio; ordine o organizzazione? » riflette sul testo di
Marco (cap. 10) relativo al divorzio e si chiede se è possibile usarlo così com’è per schierarsi prò
o contro il divorzio nei tempi
moderni.
Che atteggiamento aveva Gesù
verso le donne? Come le tratta
(donne protestanti
nel monido
Hong Kong; Quasi 700 donne, e alcuni uomini, in maggioranza cinesi, hanno partecipato al culto della (Tiornata di Preghiera.
Madagascar; In conseguenza dei disordini scoppiati nel sud
dell’isola in aprile, anche molte donne sono state arrestate con
i loro bambini. Il Comitato della Giornata di Preghiera di Tananarive ha organizzato una riunione di intercessione e ha raccolto doni Pier soccorrere le prigioniere.
Madagai^ar; Il Comitato Nazionale dei gruppi Dorcas organizza ogni anno un corso di preparazione e aggiornamento
per le donne che ricoprono funzioni direttive nei 18 distretti
ecclesiastici. Il tema del primo incontro è stato; «Lavorando
con Cristo pier l’educazione Ilei bambini, per la costruzione della nazione ». Quest’anno verrà trattata « L’educazione familiare ».
E’ comunque notevole che
Camerún; Le donne presbiteriane del Camerún hanno avuto in luglio il loro primo Congresso Nazionale sul tema ; « Il lavoro delle donne nella chiesa». Durata dei lavori, una settlmar
na. Lingue ufficiali, due dialetti camerunesi, il Bulu e il Basa,
e traduzioni in inglese e francese per i visitatori.
proprio loro, che a quel tempo
non avevano figura giuridica di
testimoni, la cui testimonianza
non poteva cioè esser presa in
considerazione per tutta una serie di motivi, non ultima l’impurità loro attribuita dalla tradizione rabbinica, siano state le
prime testimoni della risurrezio-,
ne annunciata inizialmente proprio da « chiacchiere di donne »
che agli uomini che ascoltavano
parvero « un vaneggiare », come
riferisce Luca (24; 1-12); « Testimoni invisibili? »
E come mai, fra i dodici discepoli non c’erano donne? E’ per
una discriminazione sessista, o
per qualche altro motivo inerente alla storia d’Israele? Leggendo acriticamente Paolo poi, viene rafforzato il dubbio che le
chiese siano sessiste nella pratica, anche se affermano che tutti
sono uguali davanti a Dio.
Si è soliti ripetere, riferendosi
al passo dell’epistola ai Galati
(cap. 3); « Non c’è qui né Giudeo
né Greco, né schiavo né libero,
né maschio né femmina », che
l’amore demolisce le barriere.
Ma che cosa vuol dire nella pratica questa demolizione, per chi
vive nella miseria o nella malattia? Sono leggi di natura, o sono
colpe degli uomini, anche dei popoli che proclamano di amare
tutti indiscriminatamente, ma
non si oppongono a che somme
ingenti siano destinate alla ricerca in campo bellico anziché in
campo medico? Si guarirebbero
più malattie di quel che si pensa,
si ridarebbe la vista a molti ciechi, se i fondi per farlo non fossero distolti.
Infine, a conclusione degli studi, una riflessione sul capitolo
dell’epistola ai Romani (l’ottavo)
in cui Paolo propone una nuova
prospettiva della storia del mondo, un futuro pieno di speranza
perché liberato.
Oriana Beri
Camerún occidentale; Grande importanza viene data alla
preparazione di responsabili. Lo scorso anno sono stati organizzati a questo scopo ben tre corsi sul tema generale ; « Chiunque vorrà esser grande fra voi, sarà vostro servitore » (Matteo 20; 26).
Zambia; I gruppi femminili della Chiesa Unita dello Zambia sono molto numerosi e molto attivi. Soprattutto nelle zone
rurali le donne si riuniscono con molto entusiasmo. Nella regione del Copperbelt centinaia di donne si sono ritrovate per
un convegno di studi biblici e di discussione sul loro lavoro.
Per quest’anno si organizzeranno incontri biblici di due o tre
giorni in quasi tutte le zone rurali. Le donne porteranno le
loro coperte e dormiranno sul pavimento della chiesa. Si prevede, per la maggior parte di questi incontri, una partecipazione
d; 500, 600 e perfino 1.000 donne.
Giappone ; Uno dei più importanti progetti affrontati in
questo momento dalla Federazione delle donne cristiane è quello della costruzione di una casa di riposo per donne pastore o
impegnate in altro modo al servizio della chiesa. Il terreno è
già stato acquistato e una grande campagna finanziaria verrà
lanciata a questo scopo in tutte le chiese protestanti.
Filippine; Il Consiglio Nazionale delle Associazioni Pemrninili ha pubblicato un manuale di studi che è usato da aprile
dalle Unioni Femminili per le loro riunioni mensili. Gli argomenti sono stati scelti accuratamente per presentare la situ^
zione attuale delle Filippine : « Un nuovo governo : di che tipo? », «Il neo-colonialismo: che cos’è? », «L’azione per il canibiamento (politico)», «L’azione per il cambiamento (economico)», «L’azione per il cambiamento (nella chiesa)».
(dal « Bollettino delle donne » dell'Alleanza Riformata
Mondiale, a cura di Fernanda Comba)
e nella Svizzera
^ La liberazione della donna in una
prospettiva biblica, da « Concern »,
mensile femminile della Chiesa Presbiteriana negli Stati Uniti, N. 5, maggiogiugno 1971. Traduzione di Fernanda
Comba. Claudiana, Torino 1972.
2 M. L. Zardini-De Marchi, Inumane Vite, Sugar, Editore, Milano 1969
La Federazione svizzera delle donne protestanti (F.S.F.P.) ha festeggiato quest'anno ì suoi 25 anni. Una delle fondatrici chiede : « le organizzazioni
femminili sono ancora necessarie? » e
risponde: «personalmente, penso che le
organizzazioni femminili hanno ancora
un compito da svolgere, soprattutto se
interpretano in modo nuovo i contatti
interni. Il movimento detto "femminista"
h^ raggiunto soltanto una piccola minoranza di donne. Se oggi si ha ancora
bisogno di gruppi femminili, dì organismi, deve essere per provare, con un
lavoro paziente, di portare le donne a
prendere coscienza del loro "io", per
liberarle dalle antiche idee sul ruolo
che hanno, il che è lungi dall'essere realizzato per ora. Bisognerebbe ‘«rovere
metodi, forme di lavoro e di attività ricreative, nei quali ì loro doni potrebbero svilupparsi, mentre in troppe donne
sono ancora allo stato latente ». Aggiunga che oggi le donne potrebbero essere
un fattore di contestazione in una società
nella quale il senso dell'umano dovrebbe
contare più del prestìgio.
Da un anno, la Federazione svizzera
delle donne protestanti ha rinunciato a pubblicare la propria rivista — che
fu durante 23 anni il suo organo ufficiale per fare confluire in una sola pubblicazione ecumenica il loro periodico
con quello della lega svìzzera delle donne cattoliche.
che
I allo studio, in collaborazione con
altre organizzazioni femminili lai*
la proposta di un « servìzio nazio
nale » per le giovani.
Durante un mese intero, in novembre, il settimanale « La Vie Protestante » e le trasmissioni protestanti della
radio e della televisione romanda, hanno
trattato il tema « La donna e l'uomo ».
MARIE-FRANCE COISSON
LA CORALE VALDESE DI TORRE PELLICE
HA INCISO UN NUOVO DISCO
II
[etmì, naiia m" - "Wtii. SigMre!"
La Corale Valdese di Torre Pellice, che ha già una considerevole esperienza in questo .campo, ha
registrato recentemente e diffonde in questi giorni un nuovo disco, contenente tre canzoni spirituali per soli, coro e chitarra.
La prima, « Eccomi, manda me »,
è stata udita con vivo interesse in
prima esecuzione la scorsa estate,
a Torre Pellice, nel corso del culto inaugurale del Sinodo. Il testo,
la melodia e l’arrangiamento delle
tre canzoni spirituali sono del .M“
Ferruccio Corsani. In esse si ha un
modo nuovo di presentare il messaggio biblico, dato che i testi sono rigorosamente scritturali. Al
disco (un piccolo 45 giri, L. 800) è
accluso un foglietto di spiegazione, che riproduce la melodia, il testo, i riferimenti biblici. Il microsolco esce in tempo per costituire
una buona possibilità di dono, in
occasione delle festività di fine
d’anno. E grazie alla Corale Valdese di Torre Pellice e al suo direttore che ce l’haiino offerto. Lo si
può richiedere presso le librerie
della Claudiana.
Tempo di calendari
Come da molti anni, ormai, la Claudiana ha
pubblicato l'edizione 1973 del «VALLI NOSTRE », cui hanno collaborato, oltre all'équipe
editoriale, per le belle fotografie Girardon e
Italo Hugon, per il testo (ediz. In quattro lingue) Neri Giampiccoli, Katharina Rostagno, Paolo Spanu, Cipriano Tourn, e per la stampa delle
vivide quadricromie la litografìa Brunner di
Como. La formula è quella consueta : tavole
mensili, con versetto biblico, seguite dall'indirizzario di chiese e opere valdesi e delle comunità evangeliche di lingua italiana all'estero,
li prezzo è di L. 700 la copia.
La Casa Editrice Battista e l'UCEBI pubblicano anch'esse l'edizione 1973 del « CALENDARIO CRISTIANO ». Il tema dell'anno è « L'acqua della vita », belle vedute mensili ( in quadricromìe) accompagnano un passo biblico svolgendo questo tema evangelico, mentre per
ogni giornata del mese è riportato un versetto
delle Scritture. Il prezzo è di L. 800 la copia.
Altro appuntamento annuale: pure per il
1973 il Consiglio svìzzero delle missioni evangeliche ha pubblicato il calendario « L'EGLISE
EN MARCHE » : blocco murale di cartoline mensili, che possono poi essere staccate e utilizzate,
con vedute commentate relative alla vita dei
cristiani in varie regioni del mondo. Una bella
pubblicazione, che dovrebbe interessarci particolarmente ora che siamo direttamente inseriti
nella CEVAA. Il prezzo è di L. 500 la copia.
b
6
pag. 6
CRONACA DELLE VALLI
N. 50 — 15 dicembre 1972
NeH’incontro di S. Germano molti contadini ed operai delle Valli esprimono
con l’assenza la loro
Sfiducia
Ci eravamo illusi che i nostri operai
e contadini credessero ancora all’utilità di questi incontri; hanno detto no
in modo chiaro. Non sono venuti. I pochi presenti non hanno parlato. Perché? Sono stati ingannati troppe volte,
hanno creduto per troppo tempo, ora
basta. Fiutano l’odore di « personalità
politiche » che sanno parlare troppo
bene e combinare troppo poco. Così
tacciono, i più restano a casa.
Se i nostri uomini politici venuti per
« ascoltare » fossero stati presenti agli
incontri dei Concistori forse non avrebbero ripetuto che erano venuti per
ascoltare...
Ma non lo sanno ciò che la nostra
gente dice? Devono proprio venire ad
« ascoltare »? E perché non sono disposti ad ascoltare qualcosetta anche
nel periodo della propaganda elettorale quando sembra invece che sappiano tutto, che le idee siano chiare ed
ancora più chiari i programmi? Non
hanno mai ascoltato, in passato? Non
hanno mai sentito parlare, loro che sostengono di conoscere come le loro tasche le nostre valli, delle necessità più
urgenti? E che cosa vuol dire per loro
sottoccupazione, pendolarismo, servizio trasporti indecente, mancanza assoluta di case popolari, di strade (non
autostrade), situazione agricola catastrofica, mancanza di assistenza sociale - e la lista è lunga - ?
Per contro si potrebbe fare un altro
elenco: le cose inutili, gli sprechi, le
scelte sbagliate, che sono state pubblicizzate per « dimostrare » che qualcosa
si fa. Ma lo si fa per chi? È da dimostrare che è fatto per i contadini e gli
operai.
Qualcuno è rimasto ferito perché
qualc^n’altro ha usato la parola « notabili » per indicare un certo tipo di
persone e di attività (ed ha spiegato
anche che cosa intendeva per « notabili »); ma questo non è solo la convinzione di qualche intellettuale di sinistra ma è quanto, con. altri termini,
e ben più pesanti, dice ta nostra gente.
E allora si accetti la lazione. È stato
letto ben due volte ciò che si dice in
una comunità delle valli, e lo riscrivo:
« C’è pessimismo, tristezza, sfiducia e
diffidenza nei più, i quali si vedono sovrastati da una situazione che non
hanno voluto e contro la quale tutto
sembra impossibile. Accanto a questo
si nota che molti si sentono feriti nel
vivo della loro dignità umana e temono il confronto con chi si trova in una
migliore condizione sociale, perché si
sentono inferiori ed impotenti (sono io
a sottolineare). Questa situazione fa si
che a volte non riconoscano chi veramente si mette dalla loro parte e lotta
per loro e con loro ».
Non è basstanza chiaro questo discorso? E allora si prenda nota delle
proposte pratiche che sono state avanzate: a) cooperativa per la vendita del
bestiame e dei prodotti agricoli; b) raccolta del latte da recapitarsi ad una
latteria già avviata; c) collegamenti
stradali; d) allacciamenti della luce
elettrica (sì, luce elettrica!); e) insediamenti industriali nel triangolo Pinerolo - Cavour - Villafranca; f) case
popolari per non essere costretti ad
emigrare; g) sono contrari al « turismo » di cui tanto si parla perché capiscono che non risolve i loro problemi ma favorisce l’invasione delle loro
proprietà e le speculazioni edilizie dei
ricchi.
Questo, gli angrognini, perché di loro si tratta, non sono venuti a dirlo a
S. Germano domenica pomeriggio. Ma
chi veramente « voleva ascoltare » ha
avuto questa possibilità.
Ermanno Genre
iiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimuiniiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Notiziario scoiastico
La Scuola Media Statale « L. da Vinci » di Torre Pellice in collaborazione
con il Circolo dei genitori organizza
per la sera di lunedì 18 dicembre c. a.
alle ore 21,15 un incontro con i genitori degli alunni delle Scuole Medie di
Torre Pellice e con tutte le persone interessate ai problemi educativi, nei locali di piazza Muston (Servizio Sociale del Consiglio di Valle). Parlerà la
psicoioga dott. R. Pagani sul tema;
« Difficili rapporti genitori-figli » (con
particolare riguardo al periodo della
scuola media deU’obbligo).
Seguirà un libero dibattito. Tutti sono cordialmente invitati.
La Preside
llllllllllllllllllllllllllllll[|||||||||||||||||||||||||IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
BREVISSIME
Dom«nìca 10 dicembre nella Sala Operaia
di Torre Pellice il Consigliere regionale del
PSI Calsolaro ha presentate la proposta di legge
regionale n. 41 : «c Tutela del Patrimonio Linguistico e Culturale ». Il dibattito che ne è scaturite i stato vivace e interessante : raccordo
per appoggiare la proposta di legge è stato
unanime. I prossimi incentri verteranno sul seguenti temi : Comunità Mentane, Trasporti, Problemi secio-econemici.
Venerdì 15 dicembre alle ore 20,45 presso
la Biblioteca Civica di Pinerelo : Assemblea
pubblica sul « Ferme di polizia ».
Sabato 16 dicembre alle ere 21, a Terre
Pellice presso la Sala Operaia, proiezione di
diapositive sulla guerra nel Vietnam.
Inceneritore sì, ma
A proposito deirinceneritore di rifiuti che probabilmente sarà installato alla periferia di Pinerolo e che dovrà servire a 28 Comuni riunitisi in consorzio, nella lodevole iniziativa di risolvere l’urgente problema, scaturiscono alcune riflessioni: il problema è troppo vasto e
troppo grave perché possa essere risolto con un inceneritore. E' necessario orientare in modo totalmente diverso la politica dei consumi, abolire quasi totalmente i famige
Già spesi 366 milioni per 2 km di strada senza sbocco
50 milioni in anticamera
rati contenitori di plastica sostituendoli con un materiale facilmente distruttibile, inoltre sarebbe indispensabile riutilizzare alcuni contenitori, vetro ecc. anche se i costi aumentano. È
quindi importantissimo che le alte sfere governative emanino delle leggi urgenti in tal senso anche contro (sic)
interessi degli imprenditori, che fino
ad ora sono sempre stati preponderanti in qualsiasi decisione anche se
ciò vuol dire agire sulla pelle del povero consumatore, il quale anche se
viene avvelenato non importa. II consumatore potrebbe però anche organizzarsi a propria difesa e rifiutare
quei prodotti che avvelenano, anzi sarebbe ora che noi consumatori ci organizzassimo a nostra difesa contro
tutto quello che ci propinano le grosse industrie, a cominciare dai prodotti alimentari a base di: E 127, E 123,
E 110, E 102, E 124, glicerina, potassio
sorbato, mono e digliceridi vari, lieviti
chimici, sucresteri, butilossianisolo, ottile gallato, pirofosfato acido di sodio,
ecc. sono i componenti o conservanti
di quasi tutto quello che mangiamo o
beviamo quotidianamente, ma questo
è un altro discorso.
Per tornare all'inceneritore ecco
quanto scrive il quotidiano francese
« Combat » nel giugno '72 a proposito
delle polemiche suscitate dall’inquinamento prodotto da un certo tipo di
inceneritore che dovrebbe essere installato nella città di Pau (capoluogo
del dip. dei Bassi Pirenei, 74.000 ab.).
« A Pau polemiche per un inceneritore dei rifiuti ».
Pau è in subbuglio. Il 24 maggio '72
sul Giornale Ufficiale è apparsa un’ordinanza che autorizza la costruzione
di un inceneritore di rifiuti, che ributterà ogni giorno in atmosfera 900.000
litri di cloro. L’ordinanza precisa che
i costruttori dovranno mettere a punto un sistema di depurazione dell’acido cloridrico « appena tale sistema sarà messo a punto sul piano industriale ». Quando? Il progetto di costruzione deirinceneritore non è recente. Era
stato appoggiato dalla precedente amministrazione comunale di Pau malgrado il risultato sfavorevole di una
inchiesta scomoda fatta in ottobre 1970
e che denunciava Tinquinamento atmosferico e il deterioramento delle falde
freatiche che comporterebbe la realizzazione di tale progetto. In effetti oltre ai vapori di cloro, l’inceneritore
deve smistare giornalmente 30 tonnellate di cenere che bisognerà eliminare
in discariche. La nuova amministrazione comunale, ha ciononostante ripreso il progetto e portato a termine.
Numerose organizzazioni, e in particolare la SEPANSO (Società per lo stu
dio, la protezione e l’equilibrio della
Natura nel Sud Ovest) hanno ripreso
posizione contro il progetto. Hanno
sottolineato che questo inceneritore il
quale deve costare molto — si parlava di 700 milioni di franchi all’inizio
del ’72 — contribuirono a distruggere
il 50% delle materie organiche contenute nei nostri rifiuti. Questa distruzione costituisce un vero e proprio
spreco biologico. Questi rifiuti potrebbero essere trasformati con un processo di scomposizione non inquinante ed essere riutilizzati in agricoltura.
A Pau uno stabilimento di concimi potrebbe benissimo essere costruito sui
16 ettari previsti per l’inceneritore.
Inoltre esso costerebbe molto meno:
circa 250 milioni di franchi. E rivenderebbe i suoi prodotti come lo stabilirnento di concimi di Tarbes (capol.
dip. Alti Pirenei, 47.000 ab.) che dopo
aver avuto qualche difficoltà vende
tutta la sua produzione alla Società
Netter di Saint André de Cubzac. Cosa
farà la nuova amministrazione comunale? 200 medici Paulesi hanno firmato recentemente una petizione contro
l’inceneritore, denunciando il pericolo
di inquinamento che corre la città intera « sotto il vento di quella fabbrica
di fumi che disperde quantità enormi
di cloro ». Dei manifesti tappezzano la
città proclamando « No all’inceneritore a Pau ». Questa la cronaca del giornale francese.
Fatte le debite proporzioni con la
città francese salta agli occhi un problema gravissimo, cioè quello di una
scelta oculata e precisa sul tipo di inceneritore o riduttore, ne esistono in
commercio dei modernissimi già sperimentati in Francia, funzionanti ad energia elettrica quindi non inquinanti,
che riducono tutti i rifiuti in polvere
facendoli ritornare materia organica
da rimettere nel ciclo naturale poiché
si trasformerà in terra fertile, ed il
cui costo è di 4 volte inferiore a quello deH’inceneritòÉe con 2 forni funzionante naturalmente a nafta ed estremamente inquinante che si vorrebbe
installare vicino a Pinerolo. Per non
trovarci come sempre succede a noi
italiani, indietro di almeno 10 anni sulla moderna tecnica, poiché quasi sempre ci lasciamo infinocchiare da imprenditori di pochi scrupoli, i quali
poi trasferiscono ì loro capitali all’estero. grazie al clientelismo partitico
ed alle varie htfstarelle sempre pronte a saltar fuaài per gli abili manovratori dei fili politici, i quali giocano col
denaro pubblico come fossero al casinò, però le vincite se le tengono.
(Pro Natura Sez. Val Pellice)
Attilio Sibille
IncoHlro moiitiri i Pinerolo
Organizzato dalla Commissione distrettuale, ha avuto luogo domenica pomeriggio un incontro dei Monitori delle valli. L’o.d.g. era in riferimento particolare alla festa di canto delle scuole domenicali e più in generale in vista di
un collegamento con l’attività distrettuale. Erano presenti una quarantina di
Monitori delle comunità delle due valli. Dopo un giro di reciproche informazioni sul metodo di lavoro e sulle ini
ziative locali, sono state fatte presenti
alcune ipotesi di lavoro e di riflessione
per un diverso impostamento dell’insegnamento catechetico: a) l’orientamento di certe lezioni della rivista « La
scuola domenicale » che tutti seguono,
necessita una revisione; ci si rende conto delle difficoltà derivanti dal fatto
di dover dipendere per il momento dai
programmi svizzeri, dall’altra si è convinti che la linea di « racconta la Bibbia ai tuoi ragazzi » sia di gran lunga
migliore sia dal punto di vista pedagogico che teologico. Per questo non è
chiaro come inserire le lezioni contenute nella nostra rivista e intenzionalmente « saltate » da « Racconta la Bibbia ai tuoi ragazzi ».
b) Tenendo conto che i ragazzi cominciano a frequentare la scuola domenicale molto presto, talvolta con 4-5
anni, fino all’età di circa 13 anni, sarà
necessario rivedere il rapporto scuola
domenicale-catechismo.
Molto meglio sarebbe limitare l’età
della scuola domenicale alle elementari e cominciare poi con il catechismo,
adottando un nuovo programma ed evitando che alcuni ragazzi facciano due
volte la stessa cosa.
c) Questi ed altri problemi emersi meritano ulteriore riflessione e per
questo è stata proposta la nomina di
una Commissione nel quadro delle attività distrettuali, accanto alle altre
già al lavoro.
Sulla festa di canto si è discusso vivacemente e a lungo. Il problema era
emerso già alla Conferenza distrettuale che aveva prodotto il seguente o.d.g.;
« La Conferenza... udita la relazione
della Comm. del canto sacro e preso
atto delle iniziative di alcune Scuole
domenicali, riconosce come compito
della Comm. la promozione comunitaria del canto anche nelle nostre Scuole domenicali, ritiene che i modi di
realizzazione della festa di canto delle
Scuole domenicali vadano discussi e
decisi dalle Scuole domenicali in un
convegno dei Monitori in accordo con
la Comm. stessa; invita la Comm. distrettuale a promuovere convegni di
strettuali o di valle dei Monitori » (Atti, art. 12).
Fermo restando l’importanza del canto e la necessità di mighorarlo tenendo conto delle esigenze e della sensibilità dei ragazzi stessi, i Monitori hanno espresso la volontà di continuare o
di cominciare gli esperimenti dello
scorso anno sia in Val Pellice, sia in
Val Germanasca, evitando così i grandi incontri che non permettono un vero incontro dei ragazzi, né il tempo e
lo spazio per dei giochi in comune. Si
ritiene che una serie di incontri in collegamento con il culto di una comunità inserisca il canto in un contesto ben
più valido; inoltre avendo una giornata piena a disposizione c’è spazio per
altre attività in comune che liberino il
movimento indispensabile per dei ragazzi di questa età.
Al termine dell’incontro è stato approvato un o.d.g. che in definitiva lascia ogni libertà di movimento e di organizzazione alle singole scuole domenicali; eccone il testo: « I Monitori
presenti all’incontro di Pinerolo del 10
dicembre 1972,
a) riconoscono la validità dell’esperimento di un incontro di canto
per i bambini delle Scuole domenicali
secondo le linee dell’anno passato e la
necessità di perfezionarlo;
b) invitano la Comm. del canto sacro a raccogliere entro fine marzo i
progetti in atto nelle Scuole Domenicali riguardo alla festa di canto e di
darne comunicazione alla stampa quando venga comunicata la data dell’incontro;
c) riconoscono l'opportunità che la
Comm. del canto sacro continui a convocare in quella stessa occasione l’incontro tradizionale per le scuole domenicali che non avessero progetti in
merito ».
E. G.
A questa pagina hanno collaborato:
Riccardo Gay, Eugenia Geymet,
Giorgio Tourn, Claudio Tron.
La Regione ha assegnato cinquanta milioni al
Comune di Bobbio per lavori « relativi alla strada Bobbio-Villanova-Miraboucas ». Molto bene,
vien da dire, ma... intanto la somma non si
spende perché non si sa dove debba essere
usata : sul tratto Bobbio-Villanova o sul tratto
oltre Villanova? Per capire bene i termini della
questione occorre fare una breve cronistoria.
Quando, dieci anni or sono, si decise di iniziare una strada che salisse da Villanova al Pra
si pensava alla realizzazione del traforo del
Colle della Croce come via di turismo ; i miliardi per tale strada |i avrebbe sborsati lo Stato
mentre la Provincia avrebbe provveduto ad allargare e sistemare la Bobbio-Villanova.
Cosa è successo da allora? Il progetto del traforo turistico è stato abbandonato pensando di
fare un traforo autostradale (che però i francesi
non vogliono) e quindi è diventato chiaramente inutile il progetto Mantelli di una strada di
sette o otto metri di larghezza ; nel frattempo
però con successivi stanziamenti si sono già
spesi 366.000.000 (trecentosessantasei milioni)
per il brillante risultato che tutti possono vedere
coi propri occhi salendo oltre Villanova : poco
più di due chilometri di strada che non portano da nessuna parte !
Dal canto suo la Provincia, a parte un abbozzo di circonvallazione dell'abitato di Bobbio,
peraltro mai reso transitabile, non ha mai iniziato i lavori di sua competenza sulla Bobbio
Villanova.
Recentemente dietro sollecitazioni dell'amministrazione di Bobbio la Regione ha stanziato
cinquanta milioni sui fondi ad essa affidati dalla Stato ma, mentre il comune di Bobbio aveva
llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllimillllllillllllllllllllllllllllll
Incontra ginvani
Cnllegin - Scania Latina
Nei giorni 2 e 3 dicembre si è svolto
un week-end giovanile presso la Foresteria Valdese di Villar Perosa: rincontro era organizzato da un gruppo
di studenti ed insegnanti del Collegio
Valdese di Torre Pellice e della Scuola
Latina di Pomaretto. Vi hanno aderito una cinquantina circa di giovani
provenienti da Torre Pellice, Luserna
S. Giovanni, S. Secondo, Pinerolo, Villar Perosa, S. Germano Chisone, Pomaretto e Perrero. Lo scopo era quello
di promuovere nuovi e frateriii incontri tra persone che, pur abitando relativamente vicine, non hanno molte occasioni di incontrarsi, di conoscersi, di
discutere insieme problemi comuni:
sabato sera, dopo l’ottima cena preparata dai partecipanti stessi sotto la
guida esperta della sig.ra Ruth Tourn,
membro del Comitato del Collegio Valdese, e della professoressa Amalia Geyrnet — che vanno ringraziate ed elogiate per la loro preziosa ed indispensabile collaborazione! — si è parlato e
discusso sul problema ecologico, con
particolare riguardo alla zona del Pinerolese. Ha introdotto e guidato la
discussione il sig. Attilio Sibille con
la collaborazione di alcuni studenti
della Scuola Latina di Pomaretto, particolarmente preparati sull’argomento.
Il problema degli inquinamenti comincia a diventare preoccupante anche
nella nostra zona, pur se mancano le
grosse industrie, principali artefici di
scarichi e depositi inquinanti: speculazioni edilizie, immondizie, cacciatori
incoscienti, turisti maleducati inquinano e deturpano in continuazione il nostro ambiente naturale, contribuefndo
al suo progressivo depauperamento.
Dalai particolare situazione delle nostre Valli si è poi cercato di risalire,
attraverso una vivace discussione, alla radice del problema: l’ambiente naturale dovrebbe essere il logico habitat
dell’uomo; ciò non è possibile in un,
tipo di società che ha come interesse
precipuo non l’uomo e la sua condizione, bensì il profitto; il problema
ecologico quindi diventa in senso lato
politico; ciò non significa naturalmente che i singoli debbono rinunciare all’impegno individuale facendo ricadere tutta la responsabilità sulle strutture; non esistono poi solo gli inquinamenti naturali, ben più pericolosi sono a vario livello, quelli mentali, a cui
siamo continuamente tutti sottoposti;
il problema ecologico inoltre, pur nella
sua vitale importanza, non deve sviarci, non deve essere comunque staccato, avulso da altri problemi: si rifletta
solo su questo fatto: l’habitat di molti
uomini non sarebbe accettato da illustri ecologi neanche per gli orsi del
Parco Nazionale degli Abruzzi!
La domenica mattina i giovani hanno partecipato al culto con la comunità di Villar Perosa; i giovani di tale
chiesa hanno curato la parte liturgica, mentre due studenti appartenenti
alla Società « Pra del Tomo » del Collegio Valdese, Gianni Genre e Walter
Michelin Salomon, hanno tenuto il sermone, commentando il Salmo 8: l’uomo, preposto da Dio, sulla natura e
sull’ambiente, dovrà render conto a
Dio stesso di questo dominio; il suo
atteggiamento nei confronti della natura, quindi, dovrà essere di cura e di
rispetto, e non di sfruttamento indiscriminato.
La colletta è stata offerta dalla comunità di Villar Perosa ai giovani della Pra del Torno, associazione che dedica, di anno in anno, i fondi raccolti a
qualche opera della nostra chiesa.
Dopo il pranzo in comune, il pomeriggio è trascorso velocemente in giochi e canti al suono di chitarra. I giovani si sono lasciati con rammarico,
proponendosi di ripetere incontri di
questo genere che aiutano a meglio
conoscersi, e ringraziando di cuore il
pastore Geymet per l’ospitalità e per
il suo fattivo interesse.
Valdo Armano Hugon
chiesto i soldi per sistemare la strada BobbioVillanova resa a tratti impercorribile dal passag.
gio dei camion (i ponti di legno, poi, sono addirittura pericolanti), la Regione li ha concessi
con una formula ambigua per cui qualcuno ha
addirittura potuto avanzare il dubbio che i 5Q.
milioni debbano invece essere spesi ( buttati via
sarebbe più esatto dire ) nell'Inutile strada per
« Miraboucas » I
L'importanza di rendere agibile la strada oltre Bobbio, verso la Ferrera, è evidente ; la zona è ancora parecchio abitata, tanto che, fruendo della Bonifica Montana, il Consiglio della
Val Pellice ha provveduto poco tempo fa a portarvi la luce elettrica ! Pare quindi che non vi
dovrebbero essere dubbi sull'opportunità di ri.
fare i ponti e di sistemare il fondo di questa
strada prima di continuare la ciclopica quantoinutile opera oltre Villanova il cui costo complessivo era stato calcolato intorno ai 2 miliardi.
Incontro pastorale
Il colloquio pastorale del mese di dicembre, tenutosi lunedì 4 a Pinerolo,
ha effettuato il suo lavoro prolungandosi oltre il previsto, segno che gli argomenti airOrdine del Giorno erano
di interesse per tutti. E peccato che
troppi colleghi abbiano dovuto assentarsi il poiiieriggio perdendo così l’opportunità di un dialogo fraterno.
Dopo il culto mattutino, presieduto
dal past. G. Bertin, si è preso in esame, sotto la guida di B. Rostagno, il
cap. 2» del testo di E. Kàsemann allo
studio quest’anno. Solo una parte del
tema ha potuto essere trattata, ma era
di primaria importanza: secondo questo teologo ci fu nella comunità prirnitiva, prima ancora dell’opera missionaria di Paolo, una divisione fra
due tendenze, i cristiani palestinesi e
quelli di cultura greca, due modi di
impostare la fede insomma che si sono scontrati all’alba stessa della chiesa. Se questo è esatto può verificarsi
lo stesso fenomeno oggi? Può darsi
che in una chiesa cristiana esistanodue visioni di fede opposte? Il problema non è teorico perché molti credono vedere nella nostra situazione oggi
queste divisioni; si tratta di posizioni
di fede, solo atteggiamenti umani? Anche se fruttuoso, il dibattito non ha
potuto esaurire il tema e dovrà essere
proseguito.
II pomeriggio è stato consacrato ai
problemi del distretto. In previsione
dell’incontro dell’8 si è avuta una relazione delle singole parrocchie sulle discussioni avutesi, che ha permesso di
fare il punto sulla situazione. Sono
stati presi accordi per la settimana del
libro evangelico che ha luogo dal 10
al 17 prossimi.
Larga parte del pomeriggio è stata
dedicata invece ad una valutazione dei
rapporti con le comunità cattoliche
della zona sulla base del documento
approvato dalla Conferenza distrettuale e dei recenti dibattiti avutisi sulla
stampa locale. Rinviato, in attesa di
documentazione, il problema della approvazione dei ministri di culto per la
celebrazione dei matrimoni.
* * *
La Commissione Distrettuale ha tenuto la sua seduta mensile al termine del Colloquio pastorale.
Si è decisa la visita di chiesa alle
parrocchie di Pomaretto e di yiUar
Pellice ed una partecipazione della
Commissione ad una seduta di concistoro in alcune comunità in vista di
una presa di contatto sui principali
problemi del distretto. Sul prossimo
numero del giornale verrà pubblicata
la situazione finanziaria del Distretto
quale risulta a fine novembre a sei
mesi dalla chiusura dell’anno.
La Commissione Distrettuale
Perrero
Domenica scorsa, 3 dicembre, ha avuto luog«. Tassemblea di chiesa per udire la relazione
del delegato al sinodo e per eleggere i nuovi
anziani per il Centro e per il quartiere di
Traverse-S. Martino. Gli anziani Enrico Massei e Alberto Ghigo, che erano rispettivamente responsabili dei suddetti quartieri, hanno
espresso il desiderio di non essere rieletti. AI
loro posto sono stati eletti Enrico Poet e Liliana Viglielmo. Ai primi il ringraziamento della comunità per il loro servizio ed ai secondi
l'augurio di un lavoro proficuo e costruttivo
nella comunità.
Villar Perosa
Il 3 dicembre le nostre Sorelle hanno ricevuto la gradita visita delle unioniste di Angrogna e di S. Germano.
E’ stato un incontro molto fraterno ed affettuoso durante il quale hanno parlato le signore: Geymet (benvenuto alle ospiti); Conte
(meditazione); Barbiani (sugli Istituti psichiatrici); Coisson (sull’Unione di Angrogna);
Rostan (su quella di S. Germano) e il nostro
Pastore sulle lezioni di Religione ai nostri studenti.
Durante il tè si sono intessuti simpatici
conversari, alternati a canti guidati dalla signora Rivoira.
Dopo il saluto finale della maestra Coisson,
le nostre ospiti sono partite lasciandoci il
ricordo dei bei momenti trascorsi insieme.
Week-end alla Foresteria. Un gruppo di professori del Collegio e della Scuola Latina, hanno organizzato un fine settimana per gli studenti nella nostra Foresteria, con lo scopo di
creare un clima di sempre maggior affiatamento tra le due scuole. Se ne riferisce in altro articolo.
7
15 dicembre 1972 — N. 50
pag.
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
Ampliamento del Collegio Valdese
CAMPO INVERNALE DI AGAPE
Crìtica evangelica
e critica polìtica
Il campo invernale di Agape si viene configurando come il luogo nel quale i credenti
impegnati nel movimento operaio italiano possono approfondire gli elementi teorici di una
jàccrca teologica e politica che riflette i pro3)lemi reali dello scontro di classe in Italia.
Dopo il tema dello scorso anno « La critica
juarxista alla religione » in cui si era cercato
\di evidenziare come il marxismo inteso come
una visione generale del mondo, implichi ne.cessariamente una critica ideologica di altre
particolari visioni del mondo quali l’interclas^mo e Tagnosticismo; si affronterà quest’anno il tema deirinterclassismo, problema questo con cui molti compagni credenti si scontrano quotidianamente.
IL TEMA
La questione delFinterclassismo verrà affrontala da un punto di vista politico, come
un’ostacolo ad una strategia socialista in Italia. In questo dopoguerra infatti organizzaazioni politiche, sociali, sindacali cattoliche sono state uno degli elementi che hanno caratterizzato la lotta di classe in Italia. L’ideolo,gica interclassista del cattolicesimo è quindi
un problema molto importante per chi si pone oggi in una prospettiva rivoluzionaria e
.BOcialista.
Nel corso del campo analizzeremo come
«questa ideologia abbia influenzato la prassi
^el movimento operaio italiano, quale ne siamo state le conseguenze politiche. Cercheremo
^li vedere come la dottrina sociale cattolica si
.sia « aggiornata » in rapporto allo sviluppo
lllllilliillllllllilillItllllllllllillimilillllItlllUlilllllllllliilHHIll
A TORI NO
Franco Marlena
espone alia ’’Claudiana”
litografie e acqueforti
FRANCO MARLETTA è nato il 23 novemT)re 1936 a Catania. Nel 1957 ha conseguito il
•diploma di pittura nel locale Istituto statale
d’arte. Nel 1960 si è trasferito in Brianza,
dove ha insegnato, e dal corrente anno vive a
Torino (vi ha sposato Lilia Rivoiro Pellegrini,
:membro di quella chiesa valdese), dove ha lo
studio, in Piazza Solferino 6, tei. 51.96.36.
La sua carriera artistica è già densa di afÀ-lermazioni. Nel 1969, oltre ad altri premi, ha
-vinto il 1” premio ex-aequo nazionale di pittura « Giuseppe Mori » di Lecco; altri premi
nel 1967 e nel 1968, nel 1970 poi ha vinto
li I premio nazionale di pittura « Subbio 70 »
di Desio. Dal 1965 al 1972 si sono succedute
in già lunga serie e positivamente commentate da molti critici mostre personali a Lugano,
Locamo. Milano, Campione d’Italia, Desio,
Rho, Potenza. Piombino; particolarmente rilevata quella alla Galleria Valle Giulia di Ro
air interclassismo
capitalistico; sottoporremo l’ideologia interclassista ad una critica evangelica e cercheremo di vederne i legami (o no) con una
critica di classe.
Affronteremo inoltre alcuni « nodi decisivi » per i credenti militanti : L’amore del
prossimo, la riconciliazione, non significano
(o significano?) una posizione interolassista.
Il non giudicare non significa (o significa?)
una posizione agnostica.
IL PROGRAMMA
27/12/72 - Arrivo per cena
28/12 - Peppino Orlando della comunità
di Oregina : Dalla Chiesa come
« popolo di Dio » alla Chiesa come (( comunione e liberazione »
(le radici teologiche deH’inlerclassìsmo cattolico).
29/12 - Fausto Tortora: L’interclassi
smo nelle organizzazioni politiche
e sindacali cattoliche.
30/12 - Il PCI e le masse cattoliche (ora
tore da definire).
31/12 - Poveri o proletari nel discorso
sulla montagna? (Studio biblico
a cura del gruppo residente dì
Agape).
1/1/73 - Giornata libera.
2/1 - Francesco Ciafaloni: L’influen
za della ideologia cattolica nel
movimento operaio italiano.
3/1 - Sergio Rostagno: E’ legittima
una lettura biblica interclassista?
4/1 - Interclassismo e politica delle al
leanze nelVattuale fase dello scontro di classe in Italia (dibattito introdotto da un gruppo di lavoro
del Movimento Cristiano Studenti).
5/1 - Partenza dopo colazione.
NOTIZIE PRATICHE
— L’età minima per partecipare al campo è
di 17 anni.
— Chi si iscrive al campo accetta di partecipare interamente alla vita del campo con
le sue attività di studio e le sue serate 'n
comune.
— Chi per ragioni di lavoro non può partecipare aH’intero campo ma desiderasse partecipare solo alcune giornate, può farlo
previa intesa con la segreteria di Agape.
In questo caso la quota giornaliera sarà di
2.200 lire.
ISCRIZIONI
— a Segreteria di Agape - 10060 Prali/Torino, versando sul CCP n. 2/20554 oppure
sul cc Banco di Roma, 10064 Pinerolo,
n. Ili, ambedue intestati adAgape Centro Ecumenico la somma di lire 2.000 co^
me acconto sulla quota di partecipazione.
(Inf./Agape)
Personalia
Paolo Codino, della nostra comunità
di S. Secondo, si è laureato a pieni vot in giurisprudenza presso TUniversità
di Torino. Ci rallegriamo vivamente
con lui, con un augurio fraterno.
Nel dépliant di ripresentazione del Collegio Valdese agli
amici e sostenitori, il cui testo è dovuto alla penna del Prof.
Gino Costabel, si legge nella conclusione che l’avvenire dell’Istituto è assicurato quando si verificano due condizioni: i
giovani nelle aule e l’impegno finanziario.
In effetti, nei tre anni di amministrazione del Collegio
— nell’anno scorso anche della Scuola Latina — per parte
del Comitato Sinodale, le due condizioni per la vita degli
Istituti di istruzione valdese, evidenziate dal Prof. Costabel,
non sono venute a mancare.
Numerosi amici in Italia e all’Estero hanno appoggiato
con le loro offerte il Comitato che ha avuto così la possibilità di una conduzione non deficitaria degli Istituti affidatigli,
mentre giovani in numero crescente chiedevano, anno dopo
anno, riscrizioné alla Scuola Media di Torre Pellice e di Pomaretto, mettendo in tal modo le basi per un Ginnasio-Liceo
numericamente più forte, tale da giustificare in pieno la
sua esistenza.
È chiaro che a fronte di questa situazione, determinata
dalla fiducia della popolazione locale, sia valdese che cattolica, negli Istituti di istruzione gestiti dalla Chiesa Valdese,
il Comitato ha operato per ampliare la sfera di azione,
raddoppiando le classi della Scuola Media a Torre Pellice e
chiedendo ospitalità al Centro Culturale nello stabile del
Museo per il Ginnasio-Liceo.
Per maggior chiarezza, nei diagrammi riportati a fianco
è indicata con linea piena la popolazione scolastica degli
Istituti dal 1965-66 al 1972-73, mentre le previsioni a breve
termine sono indicate con linea chiara.
Da questi diagrammi risulta che l’incremento nella Scuola Media di Torre Pellice è stata tale da portare la popolazione scolastica praticamente al doppio di quella che era nel
1969-70. Ciò ha determinato l’obbligo di disporre per la Media di 6 aule a fronte delle 3 necessarie in precedenza: in
più, trattandosi di classi numerose, si è dovuto provvedere
ad abbattere un tramezzo per fare di due aule una sola. In
sostanza il vecchio Collegio ha dovuto essere adibito integralmente alla Scuola Media.
Si è presentato pertanto il problema della sistemazione
del Ginnasio-Liceo in una sede stabile e funzionale. Questo
problema è stato seriamente e a fondo studiato dal Comitato negli ultimi due anni, mentre dal punto di vista amministrativo venivano pazientemente accumulate riserve per un
fondo « ampliamento ». La soluzione prescelta ha portato
ad un esame del fabbricato dell’Aula Magna, sito, come è
noto, nel comprensorio del Collegio, e da anni parzialmente
inutilizzato, o meglio male utilizzato. Infatti la mancanza di
un impianto di riscaldamento efficente rende scarsamente
agibile, durante i mesi invernali, le aule di fisica e chimica
e quella del museo di storia naturale, mentre l’Aula Magna,
per lo stato di deperimento in cui attualmente si trova, non
è di alcuna utilità per l’Istituto. È in particolare deplorevole
che uno strumento di lavoro, come quello costituito dalle
aule sovrastanti l’Aula Magna e dalle attrezzature rimesse
alcuni anni fa in efficenza dalla generosità della Associazione
degli Amici del Collegio e dal grande impegno degli insegnanti, non possa essere utilizzato che in modo parziale e in
condizioni di disagio.
Si è pertanto studiato l’ampliamento delTIstituto in funzione di una contemporanea rivalorizzazione del fabbricato
dell’Aula Magna, usufruendo, ad esempio, delle scale esistenti, ed appoggiando la nuova costruzione sul lato sud in modo da ottenere una soluzione ottimale ai fini della luminosità
degli ambienti.
Le nuove aule p.gey^e sono in numero di sei, corrispondenti alle cinque classi del Ginnasio-Liceo e a una sala per
i professori. I servizi sono abbondantemente calcolati in
funzione della popolazione scolastica che dovrà essere ospitata. Per il riscaldamento si prevede un servizio centralizzato con il fabbricato del Collegio, che consente, oltre ad una
riduzione sul costo dell’impianto, economie di esercizio in
futuro.
Contemporaneamente alla costruzione dei nuovi locali è
intenzione del Comitato di sistemare e ripulire le aule di
fisica e chimica e il museo di storia naturale e adattare
l’Aula Magna a palestra, di cui il Collegio è carente, trasformabile in sala di riunione per i culti del lunedì mattina,
per le conferenze e le recite, per le assemblee degli studenti, eoe.
Per questa risistémazione sarà utilizzata la documentazione fotografica raccolta dai professori del Liceo ospiti delle Scuole Evangeliche di Berlino Ovest.
PoPOLKHOnB ICOLRSTlcn riCOL!
Istituti di IsTDUziOHt Vdlpesi
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Il progetto, curato dal Geom. Amato Poet, con la supervisione deiring. Ravazzini, è stato approvato dalla Tavola e
dalla Commissione edilizia comunale, per cui i lavori potranno rapidamente essere iniziati in modo da rendere il
tutto agibile per l’anno scolastico 1973-74. Lo schizzo in alto dà un’idea del futuro complesso edilizio.
Per il finanziamento, come è stato detto all’inizio, il Comitato ha provveduto in questi ultimi due anni a costituire
un fondo « ampliamento » e a porre le basi per l’afflusso di
ulteriori doni dall’estero, tuttavia una aliquota di L. 5.000.000
è stata lasciata disponibile per la generosità degli Amici e
dei Sostenitori degli Istituti di Istruzione Valdesi delle Valli.
Questa generosità, a cui facciamo appello, deve essere tuttavia totalmente svincolata da quella che ha confortato il
Comitato per la gestione ordinaria e dalle quote eventualmente già impegnate presso l’Associazione Amici del Collegio. Siamo peraltro certi che la somma sopra indicata potrà facilmente essere reperita per cui invitiamo fin d’ora gli
Amici a versare i loro contributi straordinari per il fine dell’ampliamento sul c/c IBI - Torre Pellice N. 56760 o sul
c/c postale N° 2/32709 precisandone la causale.
Grazie!
Il Comitato Collegio Valdese e Scuola Latina
PRESENTATO A PINEROLO IL LIBRO DI PEPPINO ORLANDO
Confronto mancato con il dissenso cattolico
Sabato scorso, nella sala di via dei Mille, presso la chiesa valdese, Peppino
Orlando ha presentato il suo ultimo libro, che Paolo Ricca ha illustrato nell’ultimo numero del nostro giornale. Con un linguaggio piano e meditato ha narrato il sorgere della comunità di Oregina puntualizzando i suoi maggiori problemi odierni; la materia è già tutta contenuta nel testo scritto ma l’esperienza
di un colloquio con un fratello che quell’esperienza ha vissuto, e soprattutto lo
spirito di profonda comunione e di riflessione spirituale che si è venuta creando fra i presenti è stata un’esperienza veramente eccezionale. Non vi è stata
la minima traccia di polemica, di quel
K Gabbiano. giardino,
isola ì> - acquafòrte
ma, nel 1971, che è stata pure presentata alla
televisione nella rubrica o Arti e lettere ». Ha
poi partecipato a numerose mostre collettive,
iu varie località italiane, e ne ha in allestimento due nuove, personali : Luna a Piombino, in febbraio, e Taltra a Torino, in marzo.
In attesa di poter visitare quest’ultima, i
nostri lettori torinesi possono, in questo periodo di fine d'anno, trovare una serie di lavori
deirartisla, litografie e aequeforti, pre.sso la
Libreria Claudiana di Torino (Via Principe
Tommaso, 1). Questa esposizione intende far
conoscere il nome dell’artista neH’ambiente
valdese e in Torino.
AVVISI ECONOMICI
affittasi in Luserna San Giovanni (Ponte Eynard) grazioso alloggetto, 2 camere
e servizi. Rivolgersi Amministrazione giornale. Via Cavour, 1 bis, Torre Pellice.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Coop. Tip. Subalpina - Torre Pellice (Torino)
la facile e gratuita provocazione frequente in coloro che si sentono vittime deH’ingiustizia né vi è stata, dall’altra, quella autosufficienza di coloro
che sanno tutto, che hanno scoperto
la verità e la insegnano agli altri; c’era
invece molto di più: il frutto di una
appassionata ricerca della verità e della fedeltà evangelica. Si è trattato insomma di una di quelle rarissime occasioni in cui dei credenti si incontrano per l’edificazione della chiesa di
Cristo e nello spirito della carità. Una
autentica predicazione, un richiamo
lucido ed autorevole all’evangelo ed
alla sua essenza. Molti ne avrebbero
tratto beneficio: credenti delle comunità cattoliché e credenti delle comunità valdesi: i primi avrebbero imparato non poche cose dalla viva voce di
un fratello cattolico riguardo al cammino della riforma, molte cose buone
e vere proprio nel contesto di quel dialogo che si svolge attualmente fra noi
sui nostri giornali! Un cattolico, ed
una comunità che tali restano, parlano il linguaggio della riforma della
Chiesa, la cercano, la desiderano nella
comunione con tutti i credenti in Cristo senza diventare valdesi, anzi per
nulla interessati a diventarlo. Si può
trovare occasione migliore per dialogare, cercare insieme, approfondire?
Occasione d’oro; sembra però che d’oro
in questi temi sia solo il silenzio. La
sentenza di condanna e la sospensione
a divinis dei preti di Oregina, pronunciata dal cardinale Siri, avrà l’effetto
di raggelare ovunque in Italia gli entusiasmi di riforma, la curiosità e l’interesse per una ricerca di fede? Il peso della repressione curiale sarà più
forte di tutti i fermenti del Concilio?
Speriamo di no perché sarebbe grave
per Tavvenire della chiesa. Vogliamo
attribuire soltanto a noi stessi la colpa di questa assenza di fratelli cattolici interpretandola come una mancanza di informazione, siamo stati troppo
passivi e non abbiamo fatto la dovuta informazione, non lo abbiamo fatto sapere ed oggi ci sono troppe attività per poterle seguire tutte. Avremo
una verifica nel numero delle copie del
libro di Peppino Qrlando che si venderanno nella nostra zona, anche se non
è una prova perché i nicodemiti (la
gente cioè che dentro ha un’idea e fuori non lo lascia vedere) è sempre stata numerosa in Italia sin dagli anni
della Riforma.
L’assenza di fratelli delle nostre comunità, o per essere esatti la mancata risposta, pone anche a noi seri problemi. Vogliamo anche qui trovare una
scusante contingente? La sera del sabato è inadatta per qualsiasi tipo di
incontro, la gente non esce di casa, è
l’ora di canzonissìma? Probabilmente
è cosi, ma la questione resta aperta,
se una comunità numerosa come quella valdese non riesce a sentire viva la
testimonianza di fratelli che cercano
(e, ripetiamo, non perché abbiano bisogno di essere aiutati a cercare per
trovare noi!) e pensano alla testimo
nianza questo significa molto semplicemente che il problema dell’evangelizzazione è un problema fasullo ed è
inutile discorrerne in Sinodo. Significa
che stiamo benissimo così come siamo, non abbiamo più da imparare
niente da nessuno, nemmeno da coloro che sono più ferventi di noi; il discorso è già chiuso in partenza. Ma
che vale allora riflettere sulla riforma
della chiesa, sul problema dell’ecumenismo? Anzi che vale che l’assemblea
sinodale dia come una linea di marcia per il dialogo ecumenico se poi
nessuno sembra recepire come attuale
questo invito?
Anche qui faremo la verifica e vedremo quanti valdesi hanno ritenuto arricchire la loro fede e la loro ricerca
leggendo il volume di Peppino Qrlando.
Speriamo questa verifica sia più convincente dell’incontro di sabato; resta
comunque in coloro che hanno trascorso quelle ore il ricordo di una riflessione costruttiva e fraterna alla
presenza del Signore, e di questo siamo riconoscenti al fratello venuto da
Oregina.
Giorgio Tourn
novità
è uscito
Sfida della Parola
a cura di Paolo Ricca, Ciorgio
Tourn e Renzo Turinetto
32 meditailoni bibliche
sui grandi temi della fede
^ Avvento, Natale, Pasqua,
Pentecoste
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^ il ritorno di Cristo
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pag. 8
N. 50 — 15 dicembre 1972
• Il presidente del CILE Allende, uscito da una lunga prova di fona con
l'opposizione, ha compiuto una serie di visite nel Messico, ad Algeri, a Mosca e
a Cuba; una tappa di particolare rilievo è stata la sua partecipazione a un'assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York, dove ha dato un quadro
impressionante delle cause profonde del sottosviluppo di cui soffre la maggior
parte delle nazioni del Terzo mondo; egli, astenendosi dall'attaccare alcun governo, e quello statunitense in particolare, ha però denunciato le attività delle
grandi società economiche multinazionali, che attentano agli interessi e spesso
I NOSTRI GIORNI
alla stessa sovranità delle nazioni. Ha raccomandato alle Nazioni Unite di rilevare al più presto la richiesta avanzata della terza Conferenza delTUNCTAD e di
preparare una Carta dei diritti e dei doveri economici degli Stati. A L'Apollo
17 conclude la serie di voli lunari curati dalla NASA. ^ Con la più fort^
maggioranza registrata finora, l'assemblea generale dell'ONU ha votato una condanna della politica di ISRAELE: 86 voti contro 7 e 31 astensioni. E' probabile
che anche quest'ennesima dichiarazione resti lettera morta, dato anche il suo carattere unilaterale: nuova riprova della larga impotenza pratica dell'ONU, sottoposta aH'ìnfìuenza paralizzante delle grandi potenze divise, che continuano ad
avvelenare con i loro contrasti tutti i punti "caldi" che via via si manifestano
G. C.
la taglia aullé lauree egli ebrei nell'IIRSS
In merito alle vessazioni contro gli
Ebrei in URSS il notiziario « Notizie sugli Ebrei in URSS » del settembre scorso riporta quanto segue :
« Dopo gli arresti, i processi, le condanne, i pretestuosi richiami alle armi, le perquisizioni, le intimidazioni, i
licenziamenti, le angherie cui sono sottoposti gli ebrei sovietici che chiedono
di emigrare in Israele, il decreto N. 572
emanato il 3 agosto 1972 dal Presidium
del Soviet Supremo che fissa una tassa
di uscita per gli ebrei in possesso di un
titolo di studio, rappresenta un ulteriore durissimo colpo alla comunità ebraica in URSS. L’entità della taglia è tale
da precludere praticamente a tutti la
possibilità di pagarla. Le tariffe in lire
italiane variano da 2.500.000 per una
laurea in economia a 5.900.000 per una
laurea in medicina a 13.500.000 per i liberi docenti.
« In merito alla tesi sovietica che lo
Stato deve essere rimborsato delle spese sostenute per far studiare i suoi cittadini si posson fare le seguenti considerazioni:
1) Il 29 luglio 1970 lo statistico sovietico Orlanig, in un suo articolo tecnico che non riguardava gli ebrei, scriveva sulla "Literaturnaya Gazeta" che
in URSS una laurea poteva considerarsi ammortizzata dopo 5/6 anni dal suo
conseguimento. Tra gli ebrei che vogliono uscire dall’Unione Sovietica vi
sono dei neo-laureati — che secondo la
tesi sovietica sono in debito con lo
Stato — ma vi sono moltissimi professionisti con una lunga carriera alle
spalle e che quindi, sempre secondo la
tesi sovietica, hanno saldato il loro debito. Tanto più l’avranno saldato i laureati pensionati, che sono per definizione in credito verso la società ai quali, al momento di uscire dal paese, viene persino revocata la pensione. E’
quindi ragionevole ritenere che mediamente gli ebrei che escono dalTURSS abbiano pagato per quanto hanno ricevuto.
2) La tesi sovietica sostiene ancora
che al contrario di quanto accade nei
paesi capitalisti, in URSS è lo Stato
che paga l’istruzione dei cittadini. In
realtà nei paesi non comunisti i genitori si accollano in parte il peso dello studio dei figli. Ma sia nei paesi comunisti che negli altri i genitori lavorano ed
acquisiscono nello stesso modo (o mediante il risparmio privato o mediante
quello pubblico) il diritto a dare una
istruzione ai figli. E’ comunque una
quota-parte del loro lavoro che mantiene i figli allo studio.
3) Il fenomeno dell’emigrazione di
intellettuali e scienziati è normale in
tutto il mondo e si esplica in tutte le
direzioni. Per molti anni scienziati europei sono emigrati negli Stati Uniti.
Oggi vi sono sintomi di un processo inverso. Ogni Paese è debitore e creditore al tempo stesso verso tutti gli altri
anche nel campo scientifico e culturale. Non vi possono essere eccezioni per
gli studiosi al paragrafo 13 della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, sottoscritta dall’Unione Sovietica, che afferma il diritto di ogni persona a uscire da ogni Paese, compreso il proprio.
4) Il desiderio di molti ebrei di lasciare l’Unione Sovietica per Israele è
anche il risultato di una continua discriminazione cui sono fatti segno in
tutto il vasto campo della cultura e della scienza.
5) Il decreto sovietico è entrato in
vigore il 14 agosto con effetto retroattivo. Ciò significa che anche coloro che
avevano già avuto il permesso di emigrazione prima del 3 agosto (e che dopo essere stati licenziati avevano già
liquidato tutti i loro beni e lasciata la
loro casa) dovranno pagare le somme
richieste.
« Tipico è il caso del professor Beniamin Levich, membro dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, vice Presidente della Società Internazionale di
Elettronica. Levich era ricercatore all’Istituto di Elettrochimica di Mosca
dove fino a poco tempo fa dirigeva un
dipartimento ed era titolare della cattedra di Meccanica e Matematica all’Università di Mosca. I due incarichi
gli sono stati tolti rispettivamente a
marzo e ad aprile, dopo che aveva chiesto di emigrare in Israele. Poche settimane fa gli è stato comunicato che
per "motivi di Stato” non avrebbe mai
avuto il permesso di lasciare l’URSS.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiKiiiiiiiiiii
ig La giornata della Costituzione sovietica
è stata caratterizzata anche quest’anno
da una dimostrazione, a Mosca. La polizia, in
uniforme, si è tuttavia limitata a scattare alcune fotografie dei circa venti dimostranti e a
chiedere loro di allontanarsi. L’organo di sicurezza sovietico « KGB », in occasione di una
dimostrazione analoga avvenuta lo scorso anno, aveva detto ai dissidenti che l’avevano organizzata, che non sarebbero state più tollerate manifestazioni del genere. Tra i dimostranti
che hanno partecipato alla manifestazione, nella piazza Pushkin, e ehe hanno osservato un
breve periodo di silenzio, vi era l’accademico
Andrei Saharov, un eminente scienziato nucleare ehe dirige la campagna per i diritti
dell’uomo. nell’URSS.
Nella stessa occasione Levich è stato
minacciato di denuncia ai sensi dell’art. 190 del C.P. della RSFR per la
pubblicità che su di lui è stata fatta
all’estero. Al Congresso Internazionale
di Biofisica il prof. Levich ha inviato
una lettera, scritta prima del decreto
sulle lauree, in cui tra l’altro dice: "Gli
scienziati che chiedono alle autorità il
permesso di andare in Israele sono automaticamente trasformati in fuorilegge e privati del diritto di continuare
ogni attività scientifica: vietate le pubblicazioni, vietato l'insegnamento, vietate le relazioni scientifiche, è vietato
persino essere citati. La violazione dei
diritti civili degli scienziati e la trasformazione degli scienziati in proprietà del governo, costituisce un precedente pericoloso. Oggi è il destino di
un gruppo forse piccolo di scienziati
in una certa parte del mondo. Domani
potrebbe capitare a chiunque e ovunque. I cervelli e le braccia di esseri
umani diventano proprietà altrui” ».
Di fronte a queste situazioni risulta
assai deludente ma anche istruttiva la
dichiarazione fatta dal senatore comunista italiano Umberto Terracini nella
sua lettera a Ferruccio Farri, riportata
su L'Eco-Luce dell'S gennaio 1971, in
merito ai « divieti o impedimenti all'emigrazione dei cittadini ebrei verso
Israele, equivalenti a quelli vigenti
per tutti i cittadini soviètici verso qualsiasi paese del mondo, che corrispondono alla politica demografica ed economica specifica di uno Stato socialista ».
Tale principio, che implica la assoluta subordinazione dei diritti dei cittadini allo Stato ed è comune del resto
a tutti i regimi totalitari del XX secolo
indipendentemente dall'aggettivo con
cui si qualificano, è gravido di conseguenze e di infinite possibilità di abuso non solo per quanto riguarda l'emigrazione ma anche in molti altri settori della vita civile.
Di fronte agli abusi dello Stato sovietico non basta « dire chiaramente
— come auspica Terracini — che al
comunismo corrisponde, in questo
campo, una realtà ben diversa dall'odierna sovietica : la realtà dei tempi di Lenin ». Il mito di Lenin fa parte
della escatologia comunista, ma tale
escatologia resta appunto mitica, finché non vengono chiarite le ragioni
non solo contingentemente storiche
ma anche ideologiche dei suoi fallimenti neH'Unione Sovietica, e finché
le basi ideologiche che hanno portato
a questi fallimenti non vengono chiaramente ripudiate e coerentemente rimosse. Altrimenti si continua ad essere corresponsabili di quanto apparentemente si dichiara di voler condannare. GIORGIO PEYRONEL
« La Stampa » e l’obiezione di coscienza
Come si condiziona ii iettore
nord-sud-estovest
I La Commissione economica dell’Assemblea generale dell’ONU ha deciso, con
86 voti favorevoli, otto contrari e tre astensioni, di creare una « Università delle frazioni Unite ». Il Segretario generale, d’accordo
col Direttore generale dell’UNESCO, incaricherà venti esperti di definire gli obiettivi e
i principi dell’università e di elaborarne lo
10 statuto che sarà sottoposto alla prossima
Assemblea generale dell’ONU. Inoltre, il segretario generale dovrà cominciare a cercare
i contributi finanziari allo scopo di dar vita
all’università il più presto possibile. I Paesi
socialisti hanno votato contro il progetto.
g Su raccomandazione della sua Commissione per gli affari sociali, l’Assemblea
generale dell’ONU ha adottato, con 113 voti a
favore e un’astensione, una risoluzione nella
quale si chiede che sia posto fine alla discriminazione della quale sono oggetto i lavoratori stranieri in alcuni Paesi d’Europa e di .altri continenti. La risoluzione chiede anche ai
Governi di migliorare le strutture destinate
ad accogliere i lavoratori immigrati.
H E’ stato firmato a Brasilia un accordo
fra la società della « Vale do Rio Doce »
e la italiana « Finsider » per la costruzione di
un impianto di cc pellettizzazione », che sarà gestito da una società a partecipazione
comune. La « pellettizzazione » è un processo di agglomerazione, a caldo, attraverso
11 quale il minerole di ferro fine assume
forma sferoidale, adatta all’impiego in altiforni. Il complesso, che sorgerà a Tubarao,
nello Stato di Espirilo Santo, con una capacità di tre milioni di tonnellate all’anno, sarà realizzato dall’« Italimpianti »,
con la collaborazione di altre aziende del gruppo Finsider.
« Gli obiettori riconosciuti »: con
questo titolo Carlo Casalegno ha scritto il suo articolo settimanale sul quotidiano torinese La Stampa del 5 dicembre scorso, nella rubrica da lui gestita, « il nostro Stato ».
Vediamo come una legge, che in occasione di un precedente articolo ho
definito discriminatoria (distingue fra
vari tipi di obiezione) e punitiva (sancisce una maggior durata del servizio
alternativo di otto mesi) venga presentata a milioni di lettori come una riforma « che caratterizza la dignità civile di un paese » (sono le parole dell’estensore dell’articolo).
Innanzi tutto, che la legge sia buona — dice Casalegno — lo dimostra il
fatto che contro il riconoscimento di
questa legge hanno solo votato i missini (che peraltro l’avevano votata in
sede di commissione Difesa) « isolati
nel loro nazionalismo rozzo o strumentale ». E questa una mezza verità, e si
sa che le mezze verità sono a volte
più tendenziose delle bugie. Infatti
l’autore dell’articolo non precisa che,
oltre alle sinistre, anche il partito repubblicano, che pure appoggia la maggioranza governativa, si è astenuto dal
votare una simile legge in Senato. (Nei
prossimi giorni essa verrà votata anche alla Camera, e anzi in questo momento la cosa è forse già avvenuta).
Evidentemente questa astensione, sia
delle sinistre che dei repubblicani, ha
un significato ben preciso e cioè che,
mentre viene approvato il principio
dell’obiezione di coscienza, allo stesso
tenapo si respinge una sua regolamentazione che ne sancisce il reato anziché il riconoscimento.
Per Casalegno invece il testo appro
iiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
gl Un progetto di autostrada sotterranea
cittadina lunga 2 km. e mezzo, che dovrà
essere realizzato nella parte sud-orientale di
Londra, è stato approvato dalla competente
commissione municipale. Il progetto prevede
la costruzione di quattro gallerie separate,
ognuna con due corsie di traffico. Il costo previsto è di 39 milioni di sterline (circa 58 miliardi di lire). La progettata strada collegheràrà la Kidbrooke Park Road a Granville.
L’arteria sotterranea sarà, in un periodo successivo, prolungata verso le altre parti della
zona meridionale di Londra. Come metodo di
costruzione per lo scavo delle gallerie è previsto l’impiego di una « talpa ». Il sistema di
scavo a cielo aperto è più economico, ma richiederebbe la demolizione di 124 edifici. Con
l’impiego della « talpa » sarà necessario demolire soltanto diciannove case.
TRATTATIVE
INTERMINABILI
Sono quelle
fra Washington e
Hanoi. In che cosa
esse realmente consistono, è un mistero. Fino a non molto tempo fa, noi sospettavamo la pierfetta mala fede delAmerica, ammettevamo cioè la possibilità che, da parte di Nixon, non vi
fosse che impostura a scopo elettorale
(v. l’art.: « Una ipotesi » su questo settimanale, n. 42 del 20-10-’72). Ma il fatto
che, dopo la rielezione di Nixon, le trattative abbiano ripreso ed anzi si siano
intensificate, con interminabili sedute
a Parigi fra i due plenipotenziari (Henry Kissinger e Le Due Tho), persino
con strette di mano lunghe e piuttosto cordiali, sembrano smentire quella
possibilità.
Che sta dunque accadendo? Luciano
Vasconi commentava come segue, già
sull’« Astrolabio » del 30-9-’72, l’estrema
diffidenza dei nord-vietnamiti verso la
controparte.
« Non si tratta di puntiglio, né di
nervi saltati ai comunisti vietnamiti,
né di loro dissensi, né soltanto di legittima sfiducia in Nixon che ha parlato di pace per quattro interi anni di
di presidenza con l'unico risultato accertabile, sul terreno dei fatti, d'intensificare la guerra, trasformandola in
genocidio, per riscoprire l’utilità d’una
tregua appena alla vigilia del rinnovo
della Casa Bianca. Non si tratta solo
di ricordi più che concreti in materia
d'inganni scandalosi e infami: Johnson
che batté Goldwater nel 1964 con falsi
programmi di pace (ciascuno senza rivali pericolosi dopo le "provvidenziali”
pallottole che avevano tolto di mezzo
John Kennedy e poi Bob Kennedy). Si
tratta, anche, di far presto, molto presto, prima che Thieu possa sterminare
intere popolazioni, quelle che rimarrebbero sotto il suo controllo in base
a un armistizio "a macchia di leopardo" L
Se si comprende tutto questo, e non
ci si ferma alle formulette della diplomazia, diventa chiaro il perché (vero)
dell’irrigidimento di Hanoi e Vietcong
sulle date. Non sono formalismi, ma
vite da salvare, e tante. Jl Sud-Vietnam
rischia di passare, fra il tripudio dei
benpensanti, ad una pace "alla indonesiana” se Thieu avrà le mani libere:
Suharto, il dittatoré di Giakarta, aveva
già insegnato come si fa, e gli america
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
ni hanno sempre apprezzato quell’abile
generale che, in fondo, non gli aveva
fatto sporcare le mani di sangue alla
luce del sole Thieu non sarebbe altrettanto abile quanto Suharto, ma,
con un po’ di fortuna, ntentre si ridiscutono daccapo gli accordi, potrebbe
sempre rendersi utile nel mestiere di
macellaio ».
Che i problemi che i nord-vietnamiti
avvertono in una prossima conclusione dele trattative, siano di estrema
complicazione e di grande pericolo, è
ormai riconosciuto da tutti (v. ad es.
l’art. sul « Manifesto » del 10-12, dal titolo: « Drammatico annuncio di Nguyen Thi Binh, ecc. »). E anche possibile che, negli ultimi mesi, la situazione
del Nord-Vietnam si sia aggravata in
conseguenza d’un molto verosimile ritiro (tradimento?) da parte deH’URSS
degli aiuti, fino a poco tempo fa generosamente prestati.
Detto tutto questo, noi riteniamo
che sia di grande importanza, come
sempre, prestare ogni possibile aiuto
civile ai nord-vietnamiti, mediante contributi anche individuali. Chi vuole (al
fine specifico di ricostruire le attrezzature dell’Università di Hanoi distrutta
dai bombardamenti americani), può
farlo con massima semplicità, mediante versamento in c/c n. 2/34044 intestato al Prof. Giuseppe Geymonat (10128,
Torino).
DENSE NUBI ALL’ORIZZONTE...
■ir - della politica interna di Brandt
(forse ancor più densa di quelle all’orizzonte della sua politica estera).
Indubbiamente, per il grande cancelliere, la navigazione dopo la vittoria è difficile!
« "La vittoria di Brandt”, dicono oggi i suoi amici, "non è soltanto quella
dei socialisti sui cristiano-democratici.
Essa è quella della Germania di Goethe
sulla Germania di Bismark”. Ed è vero
che, nell'ultima mobilitazione di tutte
le energie, due famiglie si sono raggruppate: da un lato quella della Germania conservatrice e prussiana, chiu
ia nei suoi rancori,
ossessionata dai
suoi foschi fantasmi, in nome della
quale i cristiano-democratici non hanno saputo far altro
che brandire una
vecchia bandiera, quella dell’anticomunismo, e uno spauracchio, quello della
grande crisi economica del 1929. D’altro
lato la Germania dell’ apertura, dell’oblio e del cambiamento, le cui correnti multiple non avevano mai potuto
unirsi in un’unica, così poderosa corrente. Questa volta, la scelta era grave:
bisognava vincere! Tutti ci si son messi, gli uomini di sinistra! Si son visti i
gruppuscoli rivoluzionari raggiungere
i riformisti, gl’intellettuali scettici impegnarsi, i sindacati mobilizzare le loro masse. Soprattutto s’è visto Willy
Brandt, un uomo caloroso e coraggioso, divenire il simbolo della pace accettata, della dignità ritrovata, d’una
Gemania finalmente uscita dall’incubo.
Tuttavia la sua brillante vittoria non
impediva al Brandt di urtare ben presto, in campo economico e sociale,
contro serie difficoltà. Jl rialzo vertiginoso dei prezzi l’obbliga ad agire rapidamente contro l’inflazione e il suo ministro delle finanze, il socialdemocratico Helmut Schmidt, già propone un
provvedimento che nessun ministro
"borghese" disapproverebbe: il "quasiblocco" dei prezzi. J sindacati (...) non
vogliono sentirne parlare. ’’/ benefici
delle imprese", essi dicono, "restano
grandi: prima di bloccare i salari, il governo imponga maggiori tasse ai grandi ricchi e obblighi gl’industriali ad abbassare i prezzi”. D’altra parte i colleghi liberali di Brandt (usciti rinforzati
dalle elezioni) dichiarano che non accetteranno "nulla che possa turbare il
buon cammino dell’economia’’ ».
(Da un articolo di Gerard Sandoz su
«Le nouvel Observateur » del 27/11 iniriT).
^ Van Thieu è l’attuale capo della repubblica del Sud-Vietnam. L’articolista accenna
al fatto, da tutti riconosciuto, che, nell’attuale situazione di guerriglia, l’armistizio non
potrebbe non stabilizzare, o « congelare » (per
così dire) una situazione d’infiltrazione d’innumerevoli « isole » di dominio nord-vietnamita, profondamente formatesi entro lo Stato
sud-vietnamita.
^ Per notizie su Suharto, v. questo settimanale n. 48 del l/12/’72, art.: ((Accoglienza
pastorale ».
vato in Senato è coerente « colla lettera e collo spirito della Costituzione »
la quale definisce « sacro dovere » la
difesa della patria. Due osservazioni
si possono fare a questo proposito. Anzitutto l’infelicissima esnressione della Costituzione in quella parola « sacro » che tende a dare al paese in cui
abitiamo per accidente, per ventura
dei valori fittizi e contraddittori: ciò
che è umano infatti non è sacro e ciò
che è sacro non è umano. In secondo
luogo, la patria si può altrettanto e
assai meglio difendere in mille altri
modi che non imparando a uccidere:
anzi, in modo proprio opposto Per
esempio, col proteggere la natura in
tutte le sue manifestazioni (boschi, laghi, mari, flora, fauna), nella lotta contro le calamità naturali, nella repressione dei delitti ecologici, ecc. ecc.
Il Casalegno, poi, minimizza il problema dell’obiezione in Italia; egli infatti precisa che, comunque,’ da noi
il problema riguarda pochi giovani dato che qui mancano « il gusto dell’eresia. le tradizioni delle terre protestanti, l’eredità degli anabattisti e dei quaccheri ». Egli, in questo modo, dall’alto
della sua cattedra limita, non so quanto artatamente o in buona fede, la
questione ai problemi personali e di
coscienza del singolo individuo, il quale non desidera impugnare le armi per
odio alla violenza o per convincimento
religioso, mentre vuole, ignorare del
tutto la più grande tematica che si
presenta con sempre maggiore urgenza e drammaticità: l’impegno e la denuncia di coloro che vogliono indicare
alla pubblica opinione l’ingiustizia e i
pericoli di una situazione secondo cui
il militarismo — e tutte le sue conseguenze — viene man mano assumendo
(si vedano gli ultimi stanziamenti della Difesa che da un anno all’altro sono aumentati ulteriormente del 20%)
come entità allo stesso tempo sempre
più potente e sempre più « casta chiusa », inefficiente in caso di intervento
bellico e divoratrice di enormi ricchezze che potrebbero avere assai più utili
destinazioni. In sostanza, egli circoscrive il problema degli obiettori isolandolo dal più vasto contesto sociale
e politico in cui esso si inserisce.
Ecco perché non condivido lo scetticismo espresso da Casalegno quando,
in fondo al suo scritto, egli dubita « sulla ragionevolezza dei pacifisti », anche
se lo comprendo: egli infatti è fautore della politica dei blocchi militari.
Ecco perché il suo « rispetto per chi
con profonda convinzione rifiuta la violenza » — rispetto che, grazie a questo
articolo de La Stampa, verrà condiviso
da milioni di lettori i quali si compiaceranno che anche l’Italia abbia la sua
brava legge a favore degli obiettori di
coscienza — non è lo stesso rispetto,
la stessa solidarietà che, come uomini
e come credenti, dobbiamo sentire verso coloro che obiettano al servizio militare non solo per una personale convinzione che lascia le cose come sono,
ma nell’intento sociale e politico di
denunciare e contrastare uno dei poteri più diffusi e più temibili del mondo: gli eserciti e (più temibile ancora)
la loro legittimazione ed esaltazione.
Roberto Peyrot
Concordato sotto procosso
(segue da pag. I)
pure nel semplice saluto, nella stretta
di mano, nel sorriso o nell’impegno più
audace è il compito dell’uomo per l’altro uomo ».
Il Concordato è nemico dell’uomo e
perciò va abrogato: bando alle paure
dei partiti per il referendum; il referendum va fatto per un motivo di coerenza in una lotta aperta, senza compromessi.
L’on. Bandiera, del Partito Repubblicano, ha ricordato nel suo intervento l’importanza dell’azione dei laici per
il divorzio e per la liquidazione del
Concordato.
Perché le chiese evangeliche
aderiscono?
Nel corso del dibattito è stato chiesto da un giovane perché le chiese
eyangehche avessero aderito all’iniziativa del Partito Radicale e di altre forze laiche, dato il programma discutibile — secondo lui — del Partito Radicale stesso. Giorgio Spini ha ricordato che la chiesa di Gesù Cristo deve
fare strada con quanti lottano per la
giustizia e la libertà, soprattutto nel
caso del gruppo di Marco Pannella che
ha dato e dà a noi cristiani una lezione di amore e di sacrificio che ci umilia
e ci costringe alla riflessione e all’impegno. Altri interventi hanno messo in
luce le conseguenze disastrose del
Concordato.
La serata è stata diretta da Lino de
Benetti, direttore della editrice « Lanterna » e s’è svolta in un clima di
serenità. L’appuntamento prossimo è
stato fissato per TU febbraio in occa;
sione della ricorrenza della firma dei
Patti Lateranensi.
Gustavo Bouchard