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ANNO LXXVII
Torre Pelllce, 24 Oem«Ìto 1941-XIX
N.4
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ESpett. Biblioteca Va
Spett. Biblioteca Valdese
TORRE PEUIi
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Rtgaardate alla roccia onde foste tagliattt
(Isaia U, 1)
ABBONAMENTI
Italia e Impero . . . . Anno L. 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » >12 — » » 7
Estero » » 25 — » » 15
Nulla sia più forte della vostra fede 1
(Qianavello)
Direliore: Prol. 4ÍÍHO COSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peluce
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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flpfupo Musson
Arturo Muston nacque in Torino il
28 dicembre 1856 da Felice e Caterina
Vertù ; ricevette il battesimo da Colui
■ che fu il primo pastore della nostra Comunità torinese, Amedeo Bert. Entrambi i genitori erano oriundi delle Valli
t Valdesi; suo padre era procuratore e
cassiere di una ditta commerciale della
capitale subalpina.
Seguite le scuole parrocchiali in Torino, compì gli studi classici in Pomaretto e in Torre Pellice, donde si recò
alla Facoltà di Teologia in Firenze, gui-dato da un’ardente vocazione pastorale,
nella quale vibrò, fin dall’inizio, forte
e vigorosa, la nota missionaria.
Erano i tempi eroici deU’opera che la
Chiesa Valdese, da pochi decenni uscita dalla cerchia dei suoi monti, andava svolgendo con visione profetica e
con arduo apostolato nelle città e nelle
campagne della Patria unificata.
E Arturo Muston fu evangelizzatore
per interiore necessità, per impellente
voicazione ed evangelizzatore fu per oltre mezzo secolo nella sua multiforme attività di predicatore, di pubblicista, di
amministratore, di Presidente, infine,
dell’allora Comitato di Evangelizzazione.
In tutta la sua laboriosa e lunga carriera ecclesiastica rivelò alcuni degli
aspetti più caratteristici della sana,
tradizionale formazione valdese : tenacia al lavoro, austerità di vita, severa
disciplina verso se stesso e verso gli altri, fedeltà alla Parola di Dio, dedizione totalitaria alla Chiesa ed all’opera
del Signore.
Fu per un anno (1880-81) in Torino
coadiutore di G. P. Meille ; consacrato
nel settembre 1881, iniziò il suo ministero in Nizza Marittima, con rincarico
speciale di occuparsi dell’opera fra gli
italiani e l’apostolato dei giovani armi
ricordava con nostalgico pensiero fin sul
letto di sofferenza ; fu poi per ben 17
anni (1885-1902) alla [direzione della)
Chiesa di Palermo, e, sovrintendente
della Sicilia, lasciò traccia benedette
della sua operosità in tutta l’Isola ; a
Ì*alermo diede notevole impulso a quell’istituto di Istruzione Elementare, che
dura tuttora, iniziò l’opera di evangelizzazione nella borgata delle Falde e
attuò notevoli migliorie nello stabile
della Chiesa ; in Sicilia, promosse la costituzione degli stabili di Grotte, fu il
primo pastore a predicare pubblicamente l’Evangelo in Pachino, dove la
nostra Opera fu convenientemente sistemata con un tempio, ì locali delle
scuole e la casa parrocchiale ; altre sistemazioni importanti ebbero luogo a
Riesi, Caltanissetta, Vittoria. Dopo un
ministero di quattro anni in Genova, il
Sinodo del 1906 gli affidava la Presidenza del Comitato di Evangelizzazione.
Durante i sette anni della sua presiden.za, egli ebbe a capo dei suoi pensieri, e
vivo nel cuore, il costante desiderio di
'Promuovere l’estensióne del Regno di
Cristo in Italia. A tal fine s’interessò
vivamente aU’efficìenza della Facoltà
di Teologia, favorì la preparazione di
insegnanti evangelici, s’occupò da vicino del lavoro di colportaggio, iniziò il
lavoro di tutela dei nostri emigranti nei
tre porti principali di Genova, Napoli e
Palermo.
La quìstione dei locali adatti e rispondenti alle necessità dell’opera era
all’ordine del giorno, sia che si trattasse
di edificarne dei nuovi, sia di trasformare e migliorare degli antichi. Oltre
migliorie notevoli a molti edifici, si costruirono, in quel periodo, nuovi luoghi
di culto a Salle, Milano, Ginosa, Corato,
Sampierdarena, Falerna, Livorno, Roma
(Piazza Cavour). Rappresentò la nostra
Chiesa presso le Chiese sorelle d’Europa e d’Oltre Oceano.
Al termine della intensa attività amministrativa, lo attendeva ancora un
ministero lungo e benedetto, il ministero del sereno e luminoso tramonto, in
Livorno. Molte volte fu chiamato alla
presidenza delle assemblee sinodali,
partecipò sempre con singolare compe. tepza ai dibattiti, dei .consessi eccl^iaStici ; fu scrittore fecondo e lascia uri
numero notevole di saggi storici e di
articoli, da quella sua opera giovanile
che è il saggio storico su G. L. Pascale
fino al saggio monografico su Emilio
Comba, opera recente, fino al dramma
recentissimo « La rapita di Val d’Angrogna al Castello di Mombrone », che
vede la luce in questi giorni. 1
Opera costante di scrittore egli svolse nella stampa evangelica; fin ' dal
1881 collaborò nel « Cristiano Evangelico », allora diretto dal prof. Alberto Revel ; ne «La Luce» collaborò per lunga
serie d ’anni e molti lettori oggi àncora
ricordano gli articoli acuti de «L’Osservatore». Nel 1899 in collaborazione con
G. Bormet e E. Meynier pubblicava il
riassunto storico dell’evangelizzazione
valdese nel suo primo cinquantenario
(1848-1898). Nel 1920 fu eletto Presidente del primo Congresso evangelico
tenuto in Roma.
Dal 1926 figurò, nei quadri ecclesiastici, tra i ministri a riposo: ma Finazione sarebbe stkta per lui tormento ed
angoscia... e continuò a prender parte
attiva alla vita della Chiesa.
Or sono poco più di 5 anni tornava
nella sua città natia, non lungi dalle amate Valli, alla Chiesa del suo battesimo; e i valdesi di Torino non dimenticheranno la sua nobile figura al posto
che egli occupò ogni domenica, fino a
che le forze glielo concessero, lo ricorderanno sul pulpito del tempio di Corso
Vittorio, che egli tenne saltuariamente
rivelando il prodigio di un’energia non
comune alla sua età e di una fede che
le vicende della vita non avevano piegata.
Nato per governare, Arturo Muston avrebbe incontrato il successo in ogni
campo dell’umana attività.' in lui si
fondevano, in modo egregio, il genio
amministrativo, l’intelligenza vigorosa,
l’intuizione rapida, la potente personalità. Ebbe un elevatissim,o concetto delle
esigenze di Dio sulla vita del credente,
ideila nobiltà, della vocazione cristiana’
liella dignità della missione pastorale:
,;é queirelevato concetto sempre cercò di
itnculcare in colleghi e in fratelli nella
¡fede, perchè nella sua vita stessa era
ktato il principio ispiratore della sua infcessante operosità al servizio del Maestro.
y Ma la sua opera sulla terra è compiuta; il suo corso è ultimato; la lotta,
che talora fu aspra, ha avuto fine; sulla
sua lapide potrebbe iscriversi la semplice parola che è negli Atti degli Apostoli
e che riassume la sua carriera: « annun
i.-i
zio Gesù e la Risurrezione ».
i Abbiamo voluto ricordare alcune pagine della vita di Arturo Muston, per
rendere omaggio alla memoria di un fedele servitore del Signore in seno alla
nostra Chiesa, per evocare alla nostra
mente un periodo luminoso della noglra evangelizzazione, per rendere gloria al Supremo Pastore defta Chiesa
fehe, in ogni tempo, suscita dei messaggeri fedeli del Vangelo e per rinnovare,
neH’intimo delle nostre coscienze, la
promessa della nostra rinnovata consacrazione a quella che è la più nobile
missione su questa 'terra, la missione
che permane mentre gli uomini passano:
, l’opera gloriosa del |legno di Dio !
‘ ''e/È. "
>|c ))e 4:
Il 15 corrente ha avuto luogo nel nostro tempio il servizio funebre del pastore emerito sig. Arturo Muston. Il pastore sig. Elio Enard ha presieduto il
culto, rievocando davanti alla commossa
attenzione dei presenti la figura di questo servitore di Dio, che nato a Torino
85 anni or sono, ha lasciato una traccia
così profonda in tutte le opere della
Chiesa Valdese. Il cappellano tenente
Ermanno Rostan parlò a nome dei giovani pastori, che nella memoria del venerato collega troveranno un esempio
di profonda dedizione al loro dovere,
e di amore per la Chiesa. Il prof. Arturo
Pascal, presidente della Società di Studi Valdesi, portò il tributo della riconoscenza di questa Società, di cui il defunto era uno dei due soci fondatori
superstiti. Infine il pastore Roberto Nisbet, quale Direttore della Casa Valdese delle Diaconesse, ricordò l’interesse
che il sig. Muston ebbe per quest’opera
fin dalle sue origini, interesse intensificato ancora in questi ultimi anni.
Dopo la preghiera e il canto dell’inno della speranza cristiana « O beati
su nel cielo», la salma alzata a spalla da
quattro Pastori, attraversò il tempio per
avviarsi al luogo del riposo. L’Estinto,
prima di spegnersi, prevedendo che la
giornata del funerale fosse cattiva, aveva dato disposizione perchè il corteo
degli amici si sciogliesse all’uscita del
Tempio. R. N.
Al GENITORI DEI MILITARI
Se voletp che i vostri figli siano spiritualmente assistiti e ricevano rEcodelle Valli Valdesi, comunicate senza
Indugio al vostro Pastore il loro indirizzo e gli eventuali cambiamenti.
CROH4C4 VALDESE
ANGROGNA. Domenica 19 la parrocchia del capoluogo ha avuto il piar
cere dì sentire di nuovo la predicazione
del suo antico conduttore pastore Roberto Nisbet. Lo ringraziamo vivamente
per il suo efficace messaggio.
— Nella tarda età dì 81 anno è stata
richiamata dal Signore Monnet Susanna, di Buonanotte. Madre esemplare e
vera credente essa ha lasciato ai suoi
figliuoli la più preziosa eredità di ricordi e di fede. Il Signore benedica pei
suoi figliuoli e per tutta la parentela
il ricordo della cara dipartita, e li santifichi nella comunione dello Spirito.
PRAMOLLO. Molto ben frequentati
ed edificanti sono stati i culti solenni di
Natale e di Capodanno ; buona è stata
anche la partecipazione dei fedeli alla
Sacra Mensa. Al culto di Natale la nostra Corale ha prestato il suo prezioso
concorso eseguendo, sotto la direzione
del Pastore, un coro di circostanza che
è stato molto apprezzato dai presenti.
— La domenica 29 dicembre abbiamo
assistito ad una magnifica serata preparata dai giovani dell’Unione con belle
è divertenti recite e coll’esecuzione di
canti càratferistiCì delie [nòstre Vàlli
Valdesi. Il pubblico intervenuto numeroso ha applaudito più volte, anche a
scena aperta, i giovani valenti attori
che, noncuranti di qualche piccolo sacrificio, avevano preparato con. gioia e,
con amore quel trattenimento famigliare.
— I giovani della nostra Unione hanno desiderato quest’anno terminare ed
incominciare l’anno nuovo tutti insieme in una sana atmosfera di serena fraternità e dì allegrezza cristiane. Dopo
uri breve culto d’introduzione, con parole di circostanza rivolte ai giovani dal
Pastore, ha inizio la lieta serata con
canti, giochi a premio, sciarade, ecc,
Alla mezzanotte tutti i giovani si uniscono in preghiera per domandare con
slancio di cuore a Dio di benedirli e di
preservarli da ogni male durante l’anno
che sta per sorgere. Le parole deH’inno
157, cantate con fervore dai presenti,
confermano quanto già ha espresso la
nostra preghiera. Una tazza di tè con
dolci preparati dalle giovani dell’Unione stessa, ha concluso la serata.
Il ricordo di questa serata fraterna
rimane nel cuore dei giovani tutti della
nostra Chiesa, i quali hanno preferito
incominciare l’anno nuovo nella loro
Unione piuttosto che in altri ambienti
purtroppo non così sani !
— Il 14 dicembre abbiamo cMebrato
il matrimonio dì Ribet Ernesto (Bocchiardi) con Travers Silvia (Ciaurenghi).
Alla gentile coppia che, per ragioni di
lavoro, ha lasciato Pramollo e s’è trasferita a San Germano, rinnoviamo i
nostri più fervidi auguri.
— Durante il culto della domenica
sono stati presentati al Santo Battesimo Long Eli e Long Alina di Ernesto e
di Bounous Lina, del quartiere dei Pellenchi. Che il Signore benedica questi
bambini, ed aiuti i genitori a mantenere
con fedeltà le promesse ch’essi hanno
fatto dinnanzi a Dio ed alla Sua Chiesa.
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L’£CO V^LLl VALDESI
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¡4, TORRE PELLICE. Domenica' scorsa
rUnione delie Madri ha festeggiato il
suo quarantesimo anniversario, rLa rianione> era numerosa, sebbene molte'
mamme non abbiano potuto essere presenti a causa del tempo inclemente 0
della malattia. La signora Ida Jalla 4n
f“.
teressò vivamente il . suo uditorio facendo la storia deU’Unione dalla sua
fondazione al giorno d’o^. Non possiamo qui entrare nei dettagli che i
membri della parrocchia leggeranno
nella « Lettera Pastorale » di questo
mese. Diremo soltanto che fin daH’inizio l’Unione fu diretta con intelletto
d’amore e saviezza dalla signora Ida
Jalla che ne è stata ed è oggidì ancora
« l’ahima ». L’Unione ha fatto un gran
bene a tante mamme e per mezzo di
queste a tanti focolari. Essa è stata uno
strumento di vitalità per la chiesa. Il
Pastore si fece interprete di tutte le
madri presenti ed assenti della profonda gratitudine dì tutte coloro che hanno approfittato dell’opera compiuta
dalla signora Jalla. E’ stata la sua
« missione » benedetta per la quale il
Concistoro ha tenuto a dirle tutta la
. sua riconoscenza. Siamo molto lieti che
la signora Jalla possa e voglia continuare ad occuparsi così attivamente di
questa Unione che le sta tanto a cuore.
Dom.enìca pomeriggio ebbero luogo i luneralì del signor Gicrgio Trossarelli, deceduto nell’età di 59 anni. Il
servizio religioso ebbe luogo nel tempio ove era radunato un gran pubblico
che ha voluto dire con la sua presenza
tutta la stima che ha per il caro defunto e la profonda simpatia verso la famiglia provata. Voglia il Signore far
sentire la sua presenza del continuo
presso i congiunti ed in modo speciale
consolare e fortificare nella fede la signora Trossarelli ed il figlio.
TORINO (Ritardata). Il 30 novembre
u. s. un folto stuolo di membri di Chiesa
si raccoglieva nel tempio di Corso Vittorio per offrire l’estremo tributo di o, nere alla memoria di Caroliria Celli vedova Musset, spentasi improvvisamente
nelle prime ore del giorno precedente
nel suo 87° anno di età.
La nostra sorella amò intensamente il
suo Salvatore e l’opera della Chiesa :
testimoniò, con gioia, della salvezza in
Cristo, partecipò con zelo alle opere benefiche della Comunità ed era fra le
ipiù anziane sorelle della nostra « Dorcas ».
La sua memoria rimane fra noi in .benedizione. Alla figliuola, sig.na Grazia,
al fratello pastore Benvenuto Celli ed ai
numerosi congiunti rinnoviamo l’espiessione della nostra simpatìa.
— Il 9 dicembre, dopo molti anni di
sofferenze si spegneva il dott. Federico
Kiesow, professore emerito della R. Università di Torino. I funerali > ebbero
luogo nel nostro tempio di Corso Oddone nell’intimità di colleghi ed amici
dello scomparso. Dopo la funzione religiosa, il dott. Mario Ponzo, della R. Università di Roma, tributò alla memoria
del venerato Maestro il commos.so omaggio della riconoscenza a nome degli alunni sparsi nel mondo e a nome
delle Università di Torino e Roma, e
dell’Università Cattolica di Milano.
Il prof. Kiesow, nato nel Mecklemburgo 82 anni or sono, consegui il dottorato in filosofia presso l’Università di
Lipsia fu assistente prima di Guglielmo
Wundt e poi, in Torino, di Angelo Mosso. Nei 1906 vinse il concorso nazionale
per la cattedra dì Psicologia sperimentale nell’Università di Torino, che egli
degnamente occupò per un trentennio.
Egli è stato a fondatore dell’Istituto di
Psicologia sperimentale, presso questa
Università : lo aiutarono in quest’opera
il fervore di allievi, cui Egli seppe infondere l’interesse per gli studi psicologici e, finanziariamente, la famiglia
Pellegrini, che volle integrare il contributo statale all’Istituto con una fondazione intitolata alla memoria del congiunto Enrico Emilio Pellegrini, che ne
era stato uno dèi primi e dei più appassionati allievi.
Il valore del maestro della Scuola di
, Psicologia di Torino fu noto in tutto il
mondo scientifico, che lo fece oggetto, in
varie circostanze, di particolari attestazioni di onore.
Alla isignora Emma Kiesow, intelligente e devota compagna della sua vita,
rinnoviamo l’assicurazione della no.stra
viva simpatia.
" pagina deHm ^ióvenià $^t^ese
IIIM. ,1
Tùttl sanno che uno dei primi doveri del cristiano è la testimonianza.
, La Chiesa attraverso i secoli ha sen-'
tito il bisognò e la responsabilità di
confessare la sua fede dinanzi agli uomini. ^ La Sacra Scrittura c’insegna ad
adempiere a questo obbligo della testimonianza anzitutto con la parola : « Nei
non possiamo non parlare delle cose
che abbiamo veduto ed udito », af fer-1
mano gli apostoli Pietro e Giovanni nel ;
Sinedrio ; « Va... e racconta le grandi i
cose che il Signore ha fatto, e come Egli ha avuto pietà di te », dice Gesù ^
all’indemoniato gadareno guarito; « Necessità m'è imposta, e guai a me se tion
evangelizzo », esclama San Paolo (1 *
Cor. 9 : 16) ; « Dobbiamo offrire del
continuo a Dio il nostro sàcrìficio dilode, cioè il frutto dì labbra confessanti,
il Suo nome », dice l’autore dell’Epistola agli Ebrei (13 : 15). ;
Bella, utile, necesjsaria Ifl testimo-«
nianza della parola ; chi è convinto non
può tacere la sua fede ; vedendo attorno ,
a sè tanto male e tanta miseria spiri- |
tuale, come non dire - o meglio gridare |
- l’annuncio del perdono e della pietà f
di Dio, se già ne abbiamo fatta l’espe-j
rienza ? Ma... possiamo forse credere di >
avere assolto il nostro compito quando ;
abbiamo reso omaggio alla verità con ■
delle parole di labbra peccaminose ? - ;
No. «Mostrami la tua fede senza le tue j
opere, e io con le mie opere ti mostrerò ,
la mia fede ! » (San Giac. 2 : 18). - Buona cosa parlare della tua fede, come te (
lo impone la Divina Parola: ottima co- \
sa dimostrare la sincerità delle tue pa- i
role e della tua fede con la pratica del- !
la tua vita ! |
La testimonianza pratica è quella di
cui parla San Paolo (Efes. 4 : 1): « Vi
esorto a condurvi in modo degno della
vocazione che è stata rivolta »^... e la
vocazione è : « Siate perfetti, come è
perfetto il Padre Vostro che è nei cieli»
(San Matteo 5: 48). Sono forse pochissimi nel mondo i cristiani ì quali s’illudono che basti la parola senza la pratica nell’opera della testimonìànzà : se
sono sinceri, voglia Iddio illuminare
meglio la loro fgde ! Moltissimi (la maggioranza, senza dubbio) sono quei cristiani che sanno assai bene in che cosa
consista la vera, buona testimonianza
(la parola non disgiunta dalla pratica):
ma sono dessi disposti ad applicarla
quotidianamente ? - Spesso, purtroppo,
no.
Giovani delle nostre Unioni, che vi
fregiate del bel nome di Valdesi, sapete voi sempre onorare quel nome come si conviene, e con la parola e con
la pratica ? Ricordate voi sempre che
«Valdese» è nome vuoto quando non
sia sinonimo dì « cristiano »? Interrogate la storia gloriosa, di cui forse troppo spesso ci vantiamo ingiustamente, e
potrete convincervi senza sforzo, attraverso a mille episodi, che « Valdese »
ha significato nei secoli di lotta e di
persecuzione « colui che non si accontenta di un nome più o meno glorioso,
ma che vuol mettere in pratica la volontà di Dio ».
Esemplifichiamo? - Secoli e secoli ci
forniscono esempi significativi di fede,
di testimonianza : fede operante e nòn
fede parolaia ! Quanto lontani siamo
oggigiorno - purtroppo - da siffatti esempi ! « Pessimismo », dirà qualcuno :
fosse vero ! Permettetemi, uPora, alcune allusioni a fatti reali. Diamo noi
buona testimonianza nella 1\c.stra vita
allorquando, dopo avere un giorno promesso solennemente a Dìo di rimanergli
fedeli sino alla morte (e, se fosse necessario, fino alla morte del martirio, come ■
fu il caso dì migliaia di antidati nxjstrì),
inganniamo Dio • ealpestàndo i mostri
impegni di sacra fedeltà, ed abiuriamo-la nostra fede per soddisfare qualche interesse finanziarie o mondano,
ovvero per coprire le eomeguenze di
qualche immoralità vergognosa oramai
- consonata ?
Crediamo noi forse di onorare Colui che ci ha redenti e di testimoniare
della luce che Egli ci ha rivelato, quan•y do invece non ci peritiamo di camminare tranquillamente neH’immoraiità
grossolana degna soltanto di un pagano ? C’illudiamo noi forse di piacere a
Dio e di servire la Sua causa quando
invece non ci curiamo di leggere la Sua
Parola che ci rivela la Sua Volontà,
quando non ci preoccupiamo dì ubbidire ai Suoi Comandamenti, e ci crediamo quindi in pieno diritto di rubare,
dì bestemmiare, di trascurare il giorno
del riposo sacro all’Eterno, ecc., ecc. ?
Siete forse persuasi di onorare quell’Evàngelo, nel quale dite di credere,
quando scandalizzate delle anirne pie,
le quali, avendo udito parlare della fede
dei nostri Padri, s’aspettavano di trovare in voi dei figli e dei discendenti
degni, e che invece furono duramente
colpite sentendo il nome di Dio profanato da valdesi, per esempio, nelle camerate d’una caserma alpina? Ditemi:
credete forse con tutto questo di dare
una buona testimonianza della vostra
fede, 0 una dimostrazione pratica della
pura morale evangelica che in più modi, sin dalla vostra fanciullezza, vi è
stata insegnata?
Giovani Valdesi, voi sapete quale fu
una delle ultime preghière di Gesù pei
suoi discepoli: « Io non Ti prego che Tu
li tolga dal mondo, ma che Tu H preservi da;l maligno » (San Giovanni 17 :
15) : Iddio non vuole che per mantenere
intatta la nostra fede, noi fuggiamo dal
ùiondo come, egoisti che non sì- pfeoccupano. della sorte di tante anime che
si perdono nelle tenebre del peccato :
no ! (Riflettete ; che sarebbe avvenuto
del Cristianesimo se gli apostoli, disubdendo all’ordine del Maestro di predicare l’Evangelo, si fossero ritirati lontano dal mondo, sulle balze dei monti o
nei deserti ?) Dio vuole, al contrario,
che il cristiano rimanga nel mondo, non
per essere coinvolto nel male e per mescolarsi alla massa peccatrice, ma per
portare, con testimonianza franca di
parola e sopratutto di esempio, la conoscenza deH’Evangelo d’amore, di giustizia e di santità, al mondo che sempre, ed oggi ancora, ne ha tanto bisogno. Dio vuol fare dei suoi figlioli, ed
anche di voi, «il sale della terra », « la
luce del mondo », il « lievito che fa lievitare tutta la pasta»!
Pensate a quale immenso privilegio voi siete stati chiamati da Dio,
quale magnifico talento Egli vi ha affidato : la conoscenza dell’Evangelo, la
conoscenza del nome di Cristo «per il
quale abbiamo ad ess^r salvati». (Atti
4: 12); ma pensate alla tragica responsabilità che voi assumete dinnanzi a
Dio se, con vita nociva per voi e per
quelli che vi osservano, disprezzate
quel privilegio e sotterrate quel talento !
« Guai agli scandali ! » (San Matteo
18: 7): badate che questo «guai» non
sìa mai pronunciato da Dio contro a
voi, contro alla vostra vita non sempre
edificante !
Giovani Valdesi delle nostre Unioni,
riconoscenti a Dio per quel che Egli ha
fatto per voi e per quel che ancora farà,
memori delle vostre promesse di fedeltà, consapevoli dei doveri che vi
spettano e delle responsabilità ad essi
inerenti, non accontentatevi dì un nome o d’una fede fatta di parole soltanto, astenetevi non solo dal peccato
nelle sue forme più grossolane, ma anche da ogni apparenza di male per non
scandalizzare ì vostri fratelli (1 Tess.
mi
5: 22), e « così risplenda la vostra luce
nel cospetto degli uomini, affinchè essi
vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre, vostro che è nei cieli »
(San Matteo 5: 16). Si possa dire dei
cristiani di oggi, e quindi anche di voi,
ciò che i membri del; Sinedrio dicevano
di S. Pietro e di S. Giovanni : « Si riconosceva che erano stati con Gesù 1 »
(Atti 4: 13).
Offrite e consacrate con santo e giovanile ardore al Dio che vi am,a, la vostra ubbidienza, le vostre forze, la vostra vita tutta !
«Non foglie, no, che il vento invola,
Ma fiori e frutti io Ti darò;
« Non il sospir, non la parola.
Ma la mia vita offrir Ti vo’ ! »
PAOLO MARAUDA.
M0m del [appellam
Questa Lettera ai Soldati Valdesi,
scritta prima di Natale, può essere pubblicata solo ora. Al pastore tenente Ermanno Rostan che ha subito un’operazione di appendicite, giungano da parte dei militari e di tutti i giovani i più
fèrvidi auguri di completa guarigione.
Il Comitato di Gruppo.
Avendo dovuto interrompere per un
po’ di tempo il mio lavoro, per motivi di
forza maggiore, sono costretto a darvi
questa volta non una visione per quanto
possibile completa deU’attività del
Cappellano Militare Valdese, bensì alcune notizie frammentarie che contribuiranno, ne sono sicuro, a dare alle famiglie ed alla gioventù delle nostre Chiese una sempre più viva comprensione
deirimportanza- di tale attività.
Il numero dei militari Valdesi attualmente in servizio, anziché diminuire,
come in un primo tempo sembrava dovesse accadere; va continuamente aumentando. In seguito a ricerche fatte
e ad informazioni assunte, ho potuto
raccogliere circa 500 indirizzi di militari di confessione religiosa Valdese in
gran parte Alpini o Artiglieri Alpini,
tutti però provenienti dalle nostre parrocchie del primo distretto, cioè dalle
Valli. (Dei militari evangelici degli altri distretti si occupa il Comitato di .4ssistema spirituale di Firenze).
La sola parrocchia di San Germano,
prima fra tutte a comunicarmi recen ttmente un elenco preciso dei suoi giovani sotto le armi, ne annovera ben 50!
Quanti saranno nelle Chiese ancora più
vaste?
Del resto, sono sicuro che, complessi-'
vamente, il numero dei militari Valdesi
provenienti dalle Valli supere-ebbe di
molto i 280 già menzionati, se e.ssi ci
fossero segnalati dalle famiglie o dalle
Chiese, oppure se i militari Valdesi
stessi pensassero in queste occasioni a
dar segno di vita.
E se a quelli delle nostre antiche parrocchie si aggiungessero tutti ì militari
Valdesi delle altre Chiese d’Italia, Chiese di grandi città e Chiese di piccoli
paesi, dove però risplende la pura fiamma dell’Evangelo, il numero dei soldati
Valdesi s’accrescerebbe di alcune altre
centinaia, dandovi la visione del prezioso contributo di fedele dedizione offerto
alla Patria e della necessità di essere
vicini ai nostri soldati, mediante l’affetto e la preghiera.
Essi sono pochi di fronte alla grande
massa dei soldati italiani ; ma sono i
nostri soldati, quelli che noi più particolarmente amiamo, perchè membri
delle nostre comunità e nostri fratelli
nella stessa fede in Cristo Redentore.
Li seguiremo dunque, con le nostre
preghiere, là dove la Patria li ha chiamati: sulle Alpi, ormai coperte dì neve,
nelle varie località del territorio metropolitano, più lungi ancora da noi, neiaspra zona di combattimento, su terra,
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L’ECO DELLS' VALM VALDESI
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su mare o nell’aria, implorando pei’ la
loro vita materiale e morale quel soc*
«orso che viene daU’Eterno, ma che appunto per questo è un soccorso onnipotente.
Da molti di questi nostri soldati al
servizio della Patria, dislocati in varie
località del Mezzogiorno, abbiamo ri'* cevuto numerose lettere e cartoline che
ei parlano della loro üede, della gioia di i
avere, per quanto assai lontano, un
•Cappellano Valdese e del vincolo che li
unisce a tutti gli altri militari valdesi,
specialmente a quelli che ho potuti veder,e io stesso, durante i due mesi di
-servizio prestato presso le truppe alpine. »
« Che il Signore benedica la vostra opera » scrive un giovane valdese della
Sicilia ; « A voi e ai valorosi fratelli soldati che hanno combattuto sul fronte
occidentale vada il mio fraterno, affettuoso, cristiano saluto, anche io ?ervo
•con fedeltà la Patria, sebbene non abbia
la fortuna di avere con me un Cappellano Militare... Mi accontento di ascoltare ogni tanto la predica di un Pastore
nel paese di X...»
Un giovane delle nostre Chiese d’Ahruzzo così si esprime : « Caro mi è
pervenuto un giornaletto del Comitato
di Assistenza F. U. V. di Firenze. Nel
■mio Reggimento sono solo a professare
la fede evangelica, ma non mi sento solo perchè c’è chi mi fa compagnia : l’E■vangelo ... Ci sono anche molti altri
soldati, ma l’unico amico e Salvatore
nostro è Gesù Cristo, nel quale ci rallegriamo... Salutate tutti i soldati Alpini, augurando fede, speranza e carità!...
1 Più si è isolati e più si sente bisogno
del conforto della fède in Dio e della
comunione fraterna ! .
Ecco perchè sono privilegiati, in un
certo qual senso, i nostri soldati Alpini
i quali quasi sempre sono assai numerosi nello stesso reparto, sia pure in località disagiate dei nostri monti !
Bisognerebbe che, pur adempiendo
tutti i servizi ed i doveri della vita militare, essi si aiutassero gii uni gli altri a tener alta la fiaccola dell’Evangelo,
a'dare una buona testimonianza della
loro vita Cristiana è si confortassero, come dice S. Paolo, mediante la fede che
hanno in comune. Ecco perchè debbono
essere grati quei militari Valdesi i quali, come a Torino, possono riunirsi settimanalmente in una sala dell’Unione
locale e trascorrervi alcune ore di bella
e sana comunione fraterna!
I nostri soldati, in quésta fine d’anho
1940, volgeranno con particolare émo- '
zione il pensiero alle loro famiglie ed
alle loro Chiese. Coloro che potranno
usufruire di una sia pur breve licenza
trascorreranno il Natale nell’intimità
delle loro case dove, più che in ogni
altro ambiente, il cuore umano è sensibile alla potenza deil’affetto e della
fede.
Altri invece dovranno rimanere lontani dalle loro famìglie, s/enza poter
.partecipare a quella gioia che, nel giorno di Natale, allieta ed affratella figlinoli e genitori, congiunti ed amici.
Altri, purtroppo, non torneranno più
alle loro case... In molte famiglie della
nostra Patria, la madre e la sposa cercheranno invano l’Assente I
Ecco perchè, cari soldati, vorrei che
la gioia del Natale, che è prima di tutto
la gioia di essere stati amati da Dio fino
a darci un Redentore, irradiasse dovunque in questo mondo per recarvi la vi. sione di un Dìo che ha pietà di noi,
anche se per ora il mondo è tormentato
e dilaniato.
Vi raggiunga un raggio di quella celeste gioia, soldati e famiglie Valdesi,
■ ovunque siate, nell’intimità del focolare domestico, nella solitudine e nel
dolore ! Vi consoli essa, vi fortifichi, vi
sorregga !
« Noi sappiamo, scrive San Giovanni,
•che tutto il mondo giace nel maligno ;
ma sappiamo che il Figliuol di Dio è venuto !»
Questa è la nostra certezza, profondamente consolatrice, ed anche la nostra
'Viva imperitura speranza.
Tenente E. ROSTAN
Cappellano Valdese.
ANGROGNA. Le tre Unioni dei Jourdans, del Martel, e di Prasmit-Vernet,
svolgono la loro attività normale. La
prima è la più numerosa, la meglio affiatata, quella che compie un più regolare e pertanto un più utile lavoro.
. Sì riunisce al martedì, dc^o la riunione
quartierale, con la presenza del Pastore
e la domenica sera per facilitare l’intervento ai soci che lavorano in fabbrica. Non vi è un seggio permanente, ma
volta per volta vengono designati il
Presidente, i relatori, ecc. Quest’Unione
ha organizzato una piccola festa di carattere famigliare riservata al quartiere. Ha spedito per Natale uno scritto ad
ognuno dei propri soci richiamati alle
armi.
ANGROGNA SERRE. Le file si sono
assottigliate per la partenza di molti
militari. Al Serre le riunioni hanno
luogo ogni mercoledì sera dopo la riunione quartierale; a turno i giovani fanno il culto. Abbiamo studiato insieme
l’opuscolo di Valdo Vinay sui Matrimoni misti e gli opuscoli della serie
Miegge. Il Pastore ha svolto lezioni di
polemica che interessano molto. Per
Natale i giovani hanno inviato saluti ai
compagni sotto le armi. L’ultima, sera
dell’anno ci siamo radunati per attendere insieme lo spuntare dell’anno nuovo.
Nelle Unioni di, Cacet-Rivoire e di
Pradeltorno si sono svolte le stesse attività. In più, in quest’ultima abbiamo
esercitato un certo numero di inni e
formato una Corale che ha eseguito dei
cori a Natale. Si sono altresì fatte delle
letture atte a fortificare le convinzioni
evangeliche.
SAN GERMANO CHITONE. Le riunioni del venerdì sera in Villa sono animatissime e frequentate molto meglio
degli anni scorsi. Fatto rallegrante : l’elemento maschile tende ad esser numero.so quanto il femminile. ' Dòpo la'meditazione di un brano del Sermóne sul
Monte fatto dal Pastore, i giovani presentano degli studi di soggetto vano.
Con gioia abbiamo accolto il Còri?; egno Generale: li nostro primo Convegno
Interquartierale ha avuto luogo il 3 novembre. Ne avremo Un altro il 26 corrente. Questi raduni Sono molto utili
per stabilire.rapporti fraterni fra i giovani dì tutti i quartieri che, diversamente, non avrebbero l’occasione di incontrarsi in sano ambiente giovanile.
Il Gruppo d’Azione composto degli
addetti ai vari incarichi e dei segretari
di quartiere è attivo. I suoi membri si
sono adoperati per l’ottima riuscita della domenica della beneficenza.
La Veglia di Fine Anno ha raccolto
nella sala una settantina di giovani.
Non è mancata la nota umorìstica ; e la
buona cioccolata calda, ma alla mezzanotte, alla luce delle candele multicolori, ci siamo raccolti in preghiera e me- !
ditazione, intercedendo presso Iddio per |
Í nostri cari compagni militari che a- '
vremmo tanto voluto avere con noi in
quell’ora 1
Secondo la consuetudine, nel pomeriggio della prima domenica dell’anno
abbiamo rallegrato i vecchietti dell’Asilo con una festicciola molto apprezzata.
L’Unione Cadetta che raggruppa tutte le Catecumene si riunisce sotto la
guida della Signora del Pastore la domenica pomeriggio.
•La Federazione delle Unioni Valdesi, allo scopo di conservare per il bene
della nostra gioventù e delle Chiese
Valdesi, una parte almeno del tesoro
spirituale contenuto nell’Innario di lingua francese già in uso alle Valli
« Psaumes et Cantiques » indice un
Concorso per la traduzione di almeno
iJ^ni tratti # tale raccolta, in mo;do da poterne coiàer'frare inalterato D
tèsto musicale, trasferendo in italiano
nel modo più adeguato possibile i fconcetti del testo poetico.
Si propongono ai concorrenti' due serie di di^i inrà cìascunà, delle quali la
prirna feofrispondérebbe ad una prima
scelta, e cioè:
' 1« Serie: N. 2, 20 49, 84, 93, Ì58„ 162,
175,212,225.
2^ Serie: K. 10, 18, 32, 44, 53, 107, 128,
148,185,184.
Le poesie inviate per il concorso dovranno portare uh motto ripetuto su
una busta chiusa contenente il nome
del concorrente ; e dovranno essere spedite al pastore Arnaldo Comba, An'■gropna, entro il 10 marzo 1941. Esse
verranno sottomesse all’esame di una
Commissione giudicatrice: le poesie
che verranno accettate' saranno premiate adeguatamente. '
La raccolta « Psàumes et Cantiques»
sì può ottenere dalla Libreria Claudiana - Torre Pellice.
ESCL.USIVAMENTE
al tenente Ermanno Rostan - Quartiere
. Generale - Divisione Taurinense - Po».sta Militare 200 - devono essere inviati'
' . gli indirizzi dei inilitari delle parrocchie delle Valli. Egli prqvvederà a trasmetterli alla Amministrazione del nostro settimanale.
Il respiro deiranima
■ è stata definita la Preghiera. Questo
argomento, proposto alle Unioni come
t. studio collettivo per il corrente anno di
attività, è stato esaminato ; da tre gio: ■ vanì Pastori, nei suoi tre aspetti fondementali.
5 Ogni Unionista si fornisca di ^quest’opuscolo che uscirà fra giorni al prezzo
.. di L. 1,70 la copia. Sconto dei 15 ®/e
.' per ordinazioni superiori a 10 copie e
del 20 ®/o per ordinazioni superiori alle
50 copie. Prenotatevi presso il Segreta- ■
rio Generale Tullio Vinay - 21, Via
Manzoni - Firenze.
Tutte le notizie e gli articoli riguardanti la pàgina della Gioventù devono
essere inviati al Pastore Gustavo 3ertin - San GermanqjChisone. ,
VARIA.
Il Comitato di Gruppo ha tenuto a
San Germano, Lunedì 3 corrente, la
sua seconda riunione. Erano presenti ;
la signorina Olga Bounous ed i pastori
sigg. Oreste Peyronel, Roberto Jahier,
Gustavo Bertin.
I Quaderni di Collegamento dovrebbero già aver compiuto il primo giro.
Fateli circolare celermente.
I foglietti del*Referendum su il «Carattere Valdese » sono stati distribuiti
in tutte le Unioni. Le prime risposte
stanno giungendo. Il Presidente di ogni
Unione o chi per esso le esaminerà, ne
riferirà in seduta plenaria, premiando
le migliori risposte. Redigerà quindi un
riassunto delle risposte e delle discus sioni e rinvierà al Comitato di Gruppo
il quale presenterà i risultati definitivi
in un Convegno generale e li pubblicherà, attribuendo premi alle Unioni
più. solerti.
Convegno di Ylllar Pellice
Un Convegno Giovanile riuniva, il
pomeriggio della domenica 15 dicembre u. s., 50 unionisti dì Villar e dì Bobbio Pellice, nel tempio di Villar. Presiedeva il pastore locale sig. Roberto
Jahier. Il messaggio fu recato dal pastore Gustavo Bertin, capo del gruppo
Valli della F. U. V.
Il pastore Bertin parlò ai giovani in
modo semplice, chiaro, convincente, Le
sue esortazioni estremamente opportu
ne, furono ascoltate con grande attenzione dalla’ impónente massa giovanile.
Segtd il pastóre Roberto J^ier che lanciò alla gioventù uh appeÙo incisivo, vigoroso non disgiunto da fine umorismo.
La Corale di Villar diretta con maestria dal sig. Bouissa contribuì efficacemente alla piena riuscita della prima
parte del Convegno.
lÌerminato il culto, i giovani si diressero verso i locali della Unione giovanile ove venne offerta, con la tradizionale
calda ospitalità dei Villaresi, ima apprezzatissima tazza di tè.
Si udirono ancora alcuni messaggi, si
cantarono ancora alcuni inni e il convegno si chiuse non certo senza benefici risultati.
Grazie ancora al pastore Bertin per
la sua ambitissima vìsita, al pastóre
Jahier per la sua sempre signorile e fraterna accoglienza e a quanti si sono adoperati alla riuscita deH’ottimo convegno. R.
Cartolina del XVII Febbraio
L’anno passato la « Federazione delle
Unioni Valdesi » preparò - in occasione
della festa valdese del XVII febbraio
- una cartolina illustrata riproducente
la bella xilografia del prof. Paolo Paschetto che raffigura l’eroe valdese
Giosuè GìanaveUo.
Quest’anno, nel quadricentenario della nascita di un altro eroe valdese Enrico Arnaud - la F. U. V. ha riprodotto in artistica cartolina un’altra
pregevole xilografia di Pàolo Paschétto
raffigurante appunto Enricó Arnaud,
r.ispiratofe e guida del « Glorioso Rimpatrio». L’edizione artistica è stata curata con amore col cortese concorso
dello stesso prof. Paschétto, e costituisce uh quadretto degno di figurare nelle case valdesi a fianco di quello di
Gianavello.
Il prezzo della cartolina è di L. 0,25.
; Alle Unioni Giovanili Valdesi .viene
fatto un notevole sconto: per 20 carto-'
line, L. 5 - Per 50, L. 9 - Per 100, L. 16
(per merce franca di spese pstah). ,
Rivolgere le ordinaziom eii j vaglia
(per tempo, dato i possibili ritardi postali) al pastore Paolo Bosio - 57, Via
Marianna Dionigi - Roma - il quale è
stato incaricato dal Gomitato Nazionale
della diffusione della cartolina storica.
^oDÌBlsà di Valdesi
AVVISO.
Si rende noto che l’opuscoletto del 17
febbraio sarà stampato nei primi giorni
della prossima settimana. Coloro che
non hanno ancora Tatto pervenire la
loro prenotazione sono vivamente pregati di farlo tempestivamente.
FIORI in memoria del dott. DANIELE
TURIN, per il Rifugio Re Carlo Alberto.
Maria Turin Margiunti L. 200,_
Dott. Cav. Riccardo Turin » 100,—
Carlo Turin » ioo’_
Matteo Turin ' »100___
Maria e Paolo Margiunti » 100,_
Guglielmo May (Torino) » 100,_
PICCOLA POSTA
A. P., Torino; Ricevuto. Grazie.
S. P., Firenze: Ricevuto. Grazie.
PERSONALIA
Le famiglie Pons, Benvenuti, Andreini, nell’impossibilità di farlo individualmente, ringraziano quanti hanno preso
parte al loro lutto per la dipartita, per
la Patria Celeste, della loro cara
ADELE PONS-BERT.
Firenze, 16 gennaio 1941-XIX.
4
-'h:
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
>■ '-a
f
il. ClUillo .eli fa»ni;^ti«ai
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedì Lettura: Salmo 116.
27 Gennaio II Signore mi libererà da ogni mala azione e mi salverà nel suo regno celeste. 2 Tim. 4: 18.
— Che te ne pare di que$te « male aeioni » di cui Tapostolo aspetta di essere liberato ?
Paolo scrive da un carcere di Roma,
nella imminenza della sua esecuzione.
In un primo giudizio, è riuscito a scampare alla morte infamante del leone,
ma non alla morte, e, in una maniera o
nell’altra, l’ora del Supplizio è prossima
egualmente.
— Forse egli nutre ancora qualche
speranza ? Che all’ultimo momento il
Signore lo liberi miracolosamente dalla
mala azione di una iniqua sentenza ?
— No, San Paolo ha già strappato
dal suo cuore ogni illusione e lo ha
detto chiaramente pochi passi più su:
« Io sto per essere offerto a mo’ di libazione, e il tempo della mia dipartenza è giunto».
— E allora ?
— San Paolo, qui, in faccia alla morte, si preoccupa ancora, come in tutta
la sua vita, che nessuna debolezza od
ombra di peccato venga a nuocere alla
testimonianza ch’egli vuol rendere a
quel Salvatore che sta per accoglierlo
nel suo regno celeste.
La sua steslSa preoccupazione, fratello, dobbiamo raccoglierla noi e serbarla fino all’ora della nostra dipartenza.
Martedì - Lettura: Marco 4: 35-4.
28 Gennaio « u Padre mio che me le ha
date, è più grande di tutti; e nessuno
può rapirle di mano al Padre».
Giov. 10: 29.
Gesù parla delle sue pecore e cioè
dei suoi credenti che nessun ladrone o
mercenario potrà mai rapire dalla sua
mano.
Ed io ricordo un giovane Valdese sul
suo letto di morte. Accanto a lui sono
la giovane sposa ed un bimbo in tenera età: Che cosa diventeranno, soli,
nel gran mondo, in balia di tutti i pericoli del corpo e dell’anima? Egli ha
una gran voglia di cedere alla disperazione, ma cerca di afferrarsi con tutte
le sue forze a questa promessa del Signore e muore con questa speranza
nello sguardo.
E Dio mantenne la sua parola. Tutte
le angoscie passarono sul cuore della
vedova e, specialmente, tutti i pericoli
si accumularono sulla via del bimbo
prima che diventasse uomo: povertà,
tentazioni senza numero, cattive compagnie, scoraggiamenti... soli, nel gran
mondo, lontani dalle loro Valli, dai fratelli in fede, dai parenti, dagli amici.
Ma Dio restò al loro fianco, soccorse la
vedova, serbò il giovane puro e valdese e li ricondusse im giorno ai loro
monti.
Questa storia è vera, potrei farti i nomi, ma non è unica, si ripete continuamente, in mezzo alla greggia del Signore.
Mercoledì Lettura: Marco 5: 1-20.
29 Gennaio «Ma siate facitori della Parola e non soltanto uditori, illudendo
voi stessi». S. Giacomo 1: 22.
Ed io credevo che essere uditore della Parola fosse già una gran cosa: sedere ai piedi di Gesù, come Maria, per
ricevere dalle sue labbra la buona parte che non mi sarà tolta; leggere ogni
giorno la mia Bibbia come i cristiani di
Berea; frequentare assiduamente ogni
culto ed ogni riunione per modo che,
guardando indietro ad anni di distanza, io non ricordi di averne mancato
uno solo... tutto questo non è forse l’id^e, quello che ben pochi fanno oggigiorno? Tutto questo - tu affermi o
Giacomo - può anche fare di me un
illuso che un giorno si risvegli nel fondo dell’abisso invece che nel regno dei
cieli?
Si, certo, comprendo! L’udito, da solo, non ha gran valore agli occhi del
mio Signore; anche gli animali hanno
l’udito e persino i demoni. Attraverso al mio orecchio, Egli vuole raggiungere il mio cuore, la mia volontà,
le mie braccia, tutto l’essere nuo... L’orecchio somiglia alle foglie degli alberi, ma Egli mi domanda invece fiori e
frutti
« e fiori e frutti io Ti darò.
« Non il sospir, non la parola,
X Ma la mia vita offrir ti vò ».
Giovedì Lettura: Marco 5: 21-34.
30 Gennaio , Quanto a noi la nostra cittadinanza è nei cieli, doride anche aspettiamo come Salvatore il Sigrior
Gesù Cristo, il quale trasformerà il cor
po della nostra umiliazione rendendolo
conforme al corpo della sua gloria, in
virtù della potenza per la quale egli
può anche sottoporsi ogni cosa ».
Filippesi 3: 20-21.
Quel Signor Gesù al quale tante volte hai rivolto confidenzialmente la parola nel silenzio della tua cameretta ed
al quale hai detto spesso in fretta e
quasi brutalmente, le tue richieste; che
hai sentito qualche volta vicino a te,
nelTon^bra, quasi come una personia'
reale; che ti sussurrò parole ineffabili
di consolazione, nell’ore tristi; ma che
tu non riuscivi più a ritrovare in mezzo
alla folla ed al chiasso come s’Egli temesse la confusione... è davvero un re
grande e potente, il Re dei re e il Signore dei signori! Verrà presto il momento in cui ne avrai la gloriosa dimostrazione.
Scenderà per te, in quel momento,
l’ultima sera e tu, salutando la vita fuggente, il cielo, i tuoi monti, la casa degli avi, i diletti congiunti, avrai la dolorosa impressione d’aver tutto perduto
e forse, come i discepoli nella tempesta,
invocherai ancora il nome jdi Gesù':
Ed allora avverranno per te le cose più
maravigliose: Egli ti apparirà dinanzi,
in una luce sfolgorante; tenderà la sua
mano verso te e tu stesso sarai trasformato e reso come Lui, e ai tuoi occhi attoniti apparirà la visione del regno celeste; e mentre in un ultimo attimo d’angoscia, abbasserai lo sguardo
domandandoti se vi sia posto in esso
per te, scorgerai scritto sul tuo petto
il nome nuovo dei cittadini del regno
dei cieli.
Venerdì Lettura: Marco 5: 35-43.
31 Gennaio « E qualunque cosa facciate,
in parola o in opera, fate ogni cosa nel
nome del Signor Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui ».
Colossesi, 3: 17.
Ho letto in gioventù un vecchio racconto valdese edito dalla Claudiana nel
1887, il cui ambiente è costituito dalla
comunità dei Poveri di Lione, pochi
anni dopo la sua fondazione. E’ intitolato: «Nel Suo Nome» perchè la parola d’ordine costantemente usata dai
membri della comunità è proprio questa: «Per Tamofe » di Cristo e nel suo
Nome».
Un viandante valdese si trova di
notte in paese sconosciuto e teme i persecutori. Bussa ad una porta per domandare la via; gli rispondono in malo
m,odo; « Per l’amore di Cristo » esclama egli. Subito una porta si apre: « Nel
suo Nome, entrate ! »
Una fanciulla è morente perchè avvelenata dai funghi. Subito un messaggero parte a cavallo e si presenta ad
un medico in una città lontana: « Per
l’ampre di Cristo...»
« Nel suo nome verrò !»
Questi episodi si ripetono quasi ad
ogni pagina. Alla magica parola, contadini, mercanti, soldati, poveri e ricchi,
si riconoscono fratelli, si tendono la
mano, si abbracciano, si soccorrono.
Non è forse questo il modo nel quale,
oggi ancora, i discendenti di Pietro
Valdo dovrebbero interpretare questa
parola del Signore ?
Sabato Lettura: Marco 6: 1-6.
1 Febbraio « Ma chi osserva la sua parola, l’amor di Dio è in lui veramente
compiuto. Da questo conosciamo che
siamo in Lui ». 1 Giov. 2: 5.
I commentatori sono divisi sul significato da dare a questa espressione:
« L’amor di Dio ».
Secondo gli uni, si tratta deU’amore
col quale il Signore ricambia coloro che
si sforzano di obbedire ai suoi comandamenti. Quell’amore dolcissimo, per
esempio, di cui palpita tutta la preghiera sacerdotale.
Secondo gli altri, invece, si tratta
dell’amore del credente verso Dio, per
il quale egli trova facile e naturale di
obbedire ai suoi comandamenti. Quell’amore al quale alludeva Gesù quando
ordinava di amare Dio con tutto il
cuore e diceva che da questo primo comandamento dipendono tutta la legge
ed i profeti.
A me pare che debbano essere vere
tutte e due le interpretazioni e com,prendo così, come per tutti i versi e in
tutte le circostanze, i comandamenti
dell’Evangelo debbano intendersi alla
luce dell’amore.
Più ancora, comprendo perchè quando ho amato o quando ho obbedito il
Signore mi sento così felice. Senza accòrgemene, quasi, io realizzo che sono
in Lui. ENRICO GEYMET.
CEROTTO
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Cercali famiglia mezzadri pel San
Martino ’41. Cascinotta 12-15 giornate.
Rivolgersi PAOET - San Secondo di Pineroto.
POMPE'FILTRI
par Acqua, Acati, Vini, Liquori, SaIrappI,
OHI, Madicinall, Profumi, CoHa.
IMPIANTI PER CANTINE
par Vini Spumanti, par Aoqna
a Salta - CatalOBO iratla.
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Prof. OiNO Costabel, direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA » - Torre Pellice