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"torre PELLÌCE, 26 Agosto 1949
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SETTIMANALE DELLA
=> Giovanni Miegge
La Madre di Dio
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* Siate facitori delia'J*arola e non solo
uditori
■ PEIUCE
Giacomo
CHIESA VALDESE
Due necessiià dei Valdesi
in Germania
Tra i titoli che si danno alla Vertigine Maria, nella tradizione liturgici^ ca della Chiesa cattolica, nessuno è
più solenne di quello di « Madre di
^ ' Dio » in latino Deipara, Dei genitrix,
Ìf' in greco Theotokos. E nessuno forse
VJVpiù di questo ci lascia a buon diritto scontenti e perplessi.
E' vero che tutti sanno che questo
titolo significa semplicemente: Madrc di Cristo; credo che nessun caty tolico ha mai voluto dire che Maria
tosse la Madre di Dio Padre e Creatore dell universo. Eppure, bisogna
, pensare bene al valore di quel titolo ;
' p domandarci come e perchè è sorto
e se è veramente giusto darlo alla
Madre di Gesù.
s 11 titolo: a Madre di Dio » è nato dalle discussioni teologiche del
^ V'^ secolo. Da quando il Concilio di
■, jNicea (325) aveva formulate solennemente la fede nella divinità di
Cristo: « vero Dio da vero Dio, luce
!• i da luce, della stesm sostanza del Radio », si era cominciato a discutere
V il piohlema ;come comprendere l’u* nionc della natura divina e della namra umana nella persona di Gesù
Crisi ol* Vi erano tra i fedeli due tendeu7c. Gli uni pensavano che la nay tura divina aveva glorificato, trasfif‘" guralo, trasformato la natura umana
in Gesù, tanto che si poteva parlare
«li una sola natura in Cristo, la nauiira divina: Cristo è tutto, interamente divino. L’altra tendenza insisteva invece nella distinzione dello
due nature: in Cristo, una cosa è
ruouio e una cosa è Dio; l’unianità
di Gesù non è stata soppressa nè assorbita dalla natura divina: Gesù
rimane un uomo, in cui abita, misteriosamente. « la pieaezza della divmità Q (Col, 2: 9-. Questa è la tendenza giusta, che è stata adottala
dalla Cliiesa, che è professata anche
oggi dalla Chiesa romana come dalle
Chiese evangeliche, mentre l’opinione che vedeva in Cristo una sola natura è stata respinta come un’eresia,
l eresia a monofisila » (dal greco
monos, uno solo, e fysis natura).
11 responso
I dei Concini
Ora, il bello è proprio questo: il
titolo di « Madre di Dio », dato alla Vergine Maria, è sorto dalla eresia monofisila. Erano i monaci di
Egitto, convinti sostenitori di questa
idea che lo davano alla Vergine, per
esprimere la loro convinzione della
intera, esclusiva divinità di Cristo
Se in Cristo vi è una sola natura, quella divina, è chiaro che sua Madre
può essere chiamata «r Madre di
Dio ». Questo titolo corrispondeva
del resto molto bene all’accesa venerazione che quei monaci avevano per
la Vergine Maria.
Ma è appunto questo, ohe dimostra che le discussioni cristologiche
di quel tempo non erano vuote sottigliezze. La fedie cristiana, nella sua
integrità, afferma al tempo stesso la
vi^ra umanità e la vera divinità di
Cristo. Non può rinunciare alla sua
divinità va da sè; ma non si deve credere, che trascurando la sua vera
umanità la fede lo onori maggiormente; essa si espmie soltanto ad incongruenze, come quella di dire, per
esempio, che « Dio ha sofferta ed è
morto sulla croce », o ad esagerazioni di cattivo gusto, come quella di
chiamare Maria: « Madre di Dio ».
Effettivamente fu proprio quel titolo a scatenare la controversia monofisitica. JNestorio, patriarca di Costantinopoli, lo attaccò; Cirillo, arcivescovo di Alessandria, lo difese.
La disputa fu violentissima, finché
l’imperatore Teodosio II convocò
un concilio, ad Efeso, nel 431. In
quel concìlio, i monolisiti; arrivati
prima, ebbero la maggioranza, e il
titolo « Madre di Dio » ebbe una
sànzìone ufficiale. I nestoriani, gli
Opposero un controconcilio, condannando il monofisitismo. La disputa si
prolungò per circa vent’anni. fipeliè
un nuovo concilio, quello di Calcedonia (451), condannò le due tendenze, e sancì come dottrma ortodossa l’unità della persona e la distinzione delle due nature in Cristo.
Il Credo di Calcedonia, che è ancora
sempre considerato come normativo
nella Chiesa cattolica e nella maggior parte di quelle evangeliche, dichiara che Gesù Cristo è a. vero Dio
e vero uomo; della stessa sostanza
del Padre ^quanto alla divinità, e della stessa sostanza nostra quanto, alla
umanità, simile a noi irt ogni cosa,
fuorché nel peccato; SECONDO LA
SUA DIVINITÀ^ GENERATO DA
OGNI ETERNITÀ’, MA COME UOMO NATO DALLA VERGINE MARIA ; con due nature non confuse nè
mutabili, indivise, e non separate,
l’ima e Taltra aveaii le loro proprietà particolari, e concorrenti a formare una sola persona ».
11 titolo
è un abuso
La frase che ci interessa qui, è
quella che abbiamo sottolineata in
maiuscolo. Secondo la dichiarazione
«li Calcedonia, è chiarissimo che Maria deve essere considerata come la
madre dell’Momo Gesù, ma non della divinità che si incarnò in lui. Questa è la dottrina corretta, professata
da tulla la Chiesa, cattolica ed evangelica. Il titolo: « Madre di Dio » è
dunque un abuso, dal punto dj vista della stessa dottrina cattolica, ed
è im curioso residuo dell’effimero
trionfo della eresia monofisilica, nei
vent’anni che Vanno dal Concilio di
Efeso (431) a quello di Calcedonia
(451). Come si s^piega questa anomalia?
Si Spiega in modo semplicissimo ;
il titolo: « Madre di Dìo » corrispondeva troppo bene alla tendenza ad
esaltare la Vergine Maria al di sopra della condizione umana> ad eleVarla al rango di una vera e propria divintà tutelare, perchè fosse
abbandonato. Quel titolo solenne,
che era stato creato sopratutto per
celebrare la completa divintà di Gesù, rimase ad esclusivo onore df sua
Madre. Con esso, il monofisitismo,
condannato come dottrina, rimase
nella liturgia; e rimane come tendenza nella pietà popolare, che non
sottilizza, e come non teme d¡ chiamare senz’altro: « Dio », Gesù, così sì compiace di esaltare come «t Madre ili Dio », la Vergine.
abitato per un tempo fra noi, piena
di grazia e di verità; e noi abbiamo
contemplaste la sua gloria, gloria come quella dell’Unigenito venuto da
presso Oli Padre (Gìov. 1: 14). Ma
sentiamo al tempò stesso di dover
rispettare le delicate e profonde distinzioni, contenute nella concezione
cristiana di Dio. Se la nostra liturgia rivolge, in alcune feste una solenne invocazione al Figliuolo di
Dio, insieme al Padre ed allo Spirito Santo, noi non'preghiamo, normalmente, Gesù Cristo, nè tanto meno... « Gesù Bambino ». Preghiamo Dio, nel nome di Cristo: questa
è la concezione giusta, evangelica.
Così, non adoperiamo di solito
l’espressione: « Cristo -— Dio », seb.
bene non sia incorretta. Quando proEunziamo la parola; a Dio », pensiamo subito, spontaneamente, al
Padre del nostro Signore Gesù Cristo, come è designato in Rom. 15, 6
e in molti altri passi. E’ certamente
per questa ragione, che il titolo di
« Madre di Dio ^ dato alla Vergine Maria, ci indispone, ci turba. Noi
sentiamo in esso un abuso di linguaggio, che; ricopre un errore di
gusto, dì sensibilità religiosa, anzi:
un’antica eresia.
Con questo non abbiamo detto nulla della enorme esaltazione mariolalriea, che si'vmUe orchestrando
con liti crescendo impressionante, in
preparazione dell’Anno Santo e del
nuovo dogma dell’Assunzione della
Ver gine, che, a quanto si dice, sta
ler essere pronunciato «r ex cathedra » dal Pontefice infallibile: tutto in difesa, nàturalmente, della
« civiltà ;ristiana » contro il comuiiismo! Ma per questo ci vorrebbe un
ben altro discórso!
Durante la celebrazione idei 250
anniversario della fondazione delle
Colonie Valdesi in Germania, di cui
abbiamo dato notizia, ha avuto luogo una interessantissima riunione
del Comitato della Deutsch&t Wàldensertfereinigung, ossìa delTAssociazione dei Valdesi di Germania,
che è stata la promotrice ed organizzatrice delle celebrazioni medesime.
La riunione ha avuto luogo in un
ampio locale della Casa stessa di
Enrico Affmud a Sohonenberg; ed il
delegato dei Valdesi d’Italia, prof,
Attilio Jalla, ha avuto il vivo piacere
ed onore di parteciparvi.
Essa ha messo in evidenza due esigenze, di cui è utile ed interessante che dianto notizia, perchè esse
riguardano anche noi, nel nostro
carattere valdese essenziale.
La prima esigenza : la necessità di
conservare intatte le qualità fondamentali della personalità valdese ideale, quale i nostri padri da 8 secoli ci hanno trasmessa, in modo che
i Valdesi possano compiere quella
missione che Dio ha loro affidato.
Ricordliamo quelle quattro qualità
fondamentali: la fede cristiana evangelica pura, l’esigenza della libertà,
e particolarmente della libertà religiosa; l’esigenza dell’onestà della vita pratica, cioè la necessità che le azioni pratiche d’ogni giorno sieno
l’espressione dei principi evangelici;
l’esigenza della testiinonianza cristiana nella propria patria ed oltre.
Questi caratteri della personalità
valdese ideale sono sentite dai Vaidesi di Germania come da quelli d’Italia o dell’America del Sudi. Ma per
mantenerli è implicita un’altra necessità essenziale: quella di conservare intatto e vigoroso il nucleo valdese nella gran patria tedesca- E’ la
stessa esigenza che sentono i Valdesi
d’Italia : essere buoni cittadini della grande patria, e nello stesso tempo conservare integralmente i carat
La nostra fede
evangeli c a
Noi Evangelici siamo troppo compcnetratì del grande e severo monoteismo biblico, per apprezzare quel
titolo. Noi crediamo che, in Cristo,
« la Parola è stata fatta carne, ed ha
COMUNICATI
La Prossima Sessione Sinodale si aprirà, piacendo ai Sìgno- .
re, MERCOLEDÌ’ 31 AGOSTO, alle ore 15,30 nel Tempio di Torre
Penice, con un culto presieduto dai Pastore Alberto Ribet e la
consacrazione al Santo Mlnisterlo del Candidato Signor ALBERTO
RICCIARDI.
Tutti 1 Membri dei Sinodo, Ministri di Culto c Delegati, sono
convocati per le ore 15 nell’Aula Sinodale della Casa Valdese, per
presenziare all’apposizione della firma del Candidato all’atto di
accettazione della Confessione di Fede della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il Culto, i Membri del Sinodo si recheranno nell’Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea sotto la
presidenza dei più anziano di età tra 1 Ministri di culto In attività
di servizio presenti, e procedere alla nomina del Seggio definitivo
del Sinodo.
Dai 27 al 29 Agosto la Comunità tedesco-valdese di WALDENSBERG celebrerà il 250.mo anniversario della fondazione delle Colonie Valdeai in Germania e nello stesso tempo avrà la gioia
di poter consacrare a Dio la nuova chiesa da essa eretta dopo la
distruzione, per operazioni di guerra nel 1945, di quella costruita
nel 1739 dai rifugiati Valdesi.
La nostra Chiesa, che a questa doppia testa è stata invitata
con molta cordialità, ad essa sarà spiritualmente presente,
rallegrandosi con quei nostri fratelli e invocando su loro
la benedizione di Dio.
GUGLIELMO DEL PESCO, Moderatore
Ieri dèlia propria personaiiLà particolare. Ed uguale c ix pericolo contro cui devono lottare: quello d’essere dispersi ed assorbiti dali enorme massa della nazione a cui appartengono ed a cui sono aaturalmeute
devoti. E forse, per molte circostanze, il pericolo òeil’assorhiimeutp è
piu grave in Germauia che non in
Italia. La Deutschen Waidenservereijniguog ha appunto il compito di
riunire tutti gli elementi valdesi, per
mantenerne e rinforzame l’integrità
e relficeuza.
La seconda esigenza: la necessità
di conservare e di rendere più forti
e più efficaci i legami fra i Valdesi
di Cermauia e quelli d’Italia. I primi sì sentono effettiyameuXe uniti
coi secondi, come parte della stessa
famiglia. Ma è stato giustamente osservato che le relazioni ira gli uni e
gii altri hanno avuto iiuora ùu carattere mdito relativo ed aleatorio, affidate per lo più ad iniziative personali. Decorre che esse divepgaoo più
regolari e seguite, non affidate più
soltanto a persone volonterose ma
agli organismi dei nuclei ed assiculale darla cosciente dieliberazioue deL
le masse. Per giungere a tale scopo,
sono state fatte nella riunione alcune proposte, che poi sono state completate in successive conversazioni
come segue:
1- i Valdesi di Germania deleghino ogni annp due delegati al Sinodo
Valdese di Torre Pellice, uno per le
Colonie del Wiirttemberg e dei Badén, l’altro per quelle dell’Assia e
regioni vicine;
2) ogni anno si faccia fra Valdesi
di Germania e d’Italia uno scambio
di ospiti, in modo che per qualche
settimana ^jfaldesi tedesr^i sieno ricevuti come ospiti fu famiglie italiane, e viceversa; tale scambio potrà
essere fatto, forse più agevolmente,
la'alle rispettive Uuiopi Giovanili;
3) che almeno ogni mese si stabilisca uno scambio regolare di notizie riguardanti reciprocamente i nuclei valdesi .tedeschi ed italiani, fra 1 Eco delle Valli e la Luce da un Iato, e il Bollettino dei Valdesi di Germania dall’altro;
4) si pubblichi al più presto un
compendio di Storia Valdese in tedes(:o, che finora manca totalmente, da diffondersi largamente tra le
Colonie Valdesi in Germania, ed in
cui la storia particolare dèi Valdesi
tedeschi sia messa in giusta evidenza ;
5) ogni anno uno o due studenti in
teologia di fanaiglia valdese di Germania, dopo aver studiato qualche
semestre in Università tedesche, frequentino per almeno un anno la Facoltà Valdese di Teologia di Roma,
c(m lo scopo di divenire poi pastori
di comunità valdesi in Germania; e
reciprocu(uente un càndidato in teologia valdese italiano possa godlere
di una borsa di studio in qualche
Università tedesca (Tùbinga, Heidelherg) in modo da prendere conoscenza diretta di quelle Colonie Vaidesi e servire cosi alla causa comune.
Queste proposte verraimo studiate
dal Comitato della Waldenser Vereiniffmg, ed in seguito sottoposte all’esame della Chiesa Valdese d’Italia. E’ da augurarsi che esse possano
raggiungere i risultati sperati, e die
da una più forte ed organica unione
fra Valdesi tedeschi ed italiani risulti per i due nuclei ima ma^iore
rfficfnza spirituale e sociale. A.J.
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íSLtm D0l 1!rHG0a lil IIQt PeLLICO
'’ Piamprà, l’incantevole belvedere
Rorengo, ba iìnaltnente riavuto dopo
17-18 anni, circa, una festa del 15 agosto. E non è stata una festa purches*■ sia« .'-■■■■i-'- ■■■te
7Mentre il pubblico,'lasserà, sfollava
lentamente verso il fondo vtdle, si udivano i 'più disparati commenti r volevano alcuni che fosse stato il 15 agosto di gran lunga migliore al quale avesserò mai partecipato e protestavano altri, invece, la loro indignazione
cóntro questa o quella lacuna organizzativa ; molti poi, senza pronunciarsi .n
un senso piuttosto che an un altro, portavano con sè quell’impressione indefinibile che i sentimenti'^ profondi e
contrastanti lasciano neH’anima nostra.
E non erano impressioni soggettive;
abbiamo' vissuto a Piamprà un 15 agosto con'dell’ottimo e con del pessimo, un 15 agosto diverso da quelli
tradizionali, ma .'nel quale ha vibrato
come sempre-la bell’anima della comunità Valdese. Non è un pubblico
qualunque che si è dato convegno, sono dei fratelli che sd amano e che son
dei credenti. Molti oggetti vengon
persi durante la giornata e ritrovano
immediatamente il loro proprietario;
dappertutto, dall’alba al tramonto, son
strette di mano, abbracci, esclamazioni di .gioia e sorrisi e questo solo basterebbe per dare ad una festa della
Chiesa la sua ragion d’essere.
L'organizzazione
E’ stata eccellente. 1 Rorenghi hanno saputo essere all’altezza dei tempi. Sindaco e Pastore, Comunità, Concistoro e Villeggianti Evangelici hanno saputo oollaborare perfettamente
e adoperarsi con passione per l’organizzazione della giornata. 11 Sindaco
stesso, e Tesempio merita di essere
■sottolineato, ha organizzato un poderoso servizio di torpedoni da Torre e
da San Giovanni, I permessi per i
oalli e,per i venditori ambulanti sono
stati revocati per rispetto alla solennità religiosa. Nessuno spaccio di vino
nel vicinato. Un buon servizio d’ordine locale ha evitato in modo totale
quei canti e quegli schiamazzi periferici così frequenti e così molesti in
passato. Un ottimo altoparlante ha
permesso alla voce dei vari oratori di
raggiungere nitti i convenuti.
Solo i raggi cocenti del sole non
hanno potuto essere imbrigliati ed
hanno esercitato indisturbati la loro
azione ultravioletta sulla cervice di
molti. Nessun danno peròl
Anche il Bazar Rorengo ed il servizio di Buffet hanno funzionato magnificamente recando conforto a centinaia di clienti. Sarà però bene, in
avvenire, concedere un po’ di riposo
a questi servizi durante il tempo del
culto! Da un punto di vista logistico
siamo dunque in forte progresso. E
veniamo ora a
■■ ■
Ea storia dei "padri oifrè sempre una
bella miniera di motivi di ispirazione
e di edificazione ma forse i nostri tempi esigono nuovi punti di guardatura.
' La storia di Gianavello il quale da uomo di gran fede diventa un impareggiabile stratega, non'persuade più co/‘me ijn. passato; ed il grido: « Alla
brua! » (leggi: alla morte!) cosi caro
ai patrioti Valdesi, trova pure oggi fra
noi chi lo respinge per amore, di un ideale religioso di mansuetudine, di pace, di non resistenza e di sacrifizio.
Semipre belle ed edificanti, però, le
parole di Gianavello concernenti là sua
, moglie e le sue figliuole prigioniere
■ del duca o la sua fede personale.
Prende quindi la parola il Pastore
dolt. Eynard per interessare la grande
assemblea che lo circonda alla nostra
Opera di Evangelizzazione e le illustra
i vari mezzi di cui la chiesa si vale
per compierla e con parola appassionata la mette in contatto con l’attività meravigliosa per cui il Regno è annunziato, con la crisi dolorosa delle an me
che hanno fame e sete di verità, con
il dramma straordinario per cui esse
giungono alla conoscenza dell’Bvangelo e si uniscono a noi, con la gioia ineifabile di coloro ohe furono strumenti di una conversione. Molti occhi si
inumidiscono quand’egli parla del morente neo-convertito che dice con le
ultime forze che gli restano alla propria compagna : (( Avrei tanto voluto
.jntrare in questa nuova via deH’Evangelo, ma non me ne rimane il tempo.
La seguirai tu per me... ».
L’opera è immensa e urgente, ma
gli operai sono pochi. E qui l’oratore
prende di petto l’assemblea e la costringe a guardare in faccia la propria
responsabilità e con accenti quanto mai
coraggiosi si rivolge ai Valdesi di Na
tale* di Pasqua e «dei 15 agosto e bolla
con parole roventi la loro defezione e
li invita ancora-'una volta a ritornare
alla missione che essi hanno abbandonata. 4?;
Sembra proprio^ che a queste parole
l’assemblea non possa restare indifferente e che si debbano alzare qua e là
dei fratelli e delle sorelle per dire :
« Eccoci, manda bóil »,
il pomeriggio
sfruttate fin nei minimi? dettagli ai fini
del Regno e sembra difficile anche a
noi di poter !? perdonare alla Commissione Organizzatrice la sua defezione
pomeridiana che ha sc.upato. in parte
una cosi bella festa Valdese.
AUPAYSDEI^
*' CEVENOLE *
á
Âu cours de cet été, de nombreu^i
Quel che rimane protestants étrangers prendront
. /
Ohe cosa dobbiaffio dire del pomeriggio? Una picctfia^parte dell’assemblea si interessò all’abusato passatempo di « botta e risposta » mentre gli
altri quattro quinti ^dei presenti aspettavano che cominciasse il vero e proprio programma. Dissero brevi parole
i Pastori Hardrneyer e Fuhrmann eppoi... risuonò la parola «Pine». Le
coralli annunziate non fecero udire neppure un inno. Gli, evangelici neo-convertiti di Chivasso, Asti e diaspora,
non vennero presentati. Nessuno seppe che era presente il Pastore Alfonso
Peyronel con un gruppo di oltre venti
giovani francesi della sua parrocchia,
I quali avevano .percorso oltre mille
km. per venire ai 15 agosto alle Valli
Valdesi. Erano pure presenti alcuni
ex sacerdoti Cattolici ma nessuno li
pregò di porgere, un messaggio dalla
tribuna. Partecipavano a quest’adunata di 3000 persone molte centinaia di
giovani, ma l’organizzazione F. U. V.
che in passato disde un contributo così prezioso al buon esito di altri 15 agosto, qui fu completamente assente.
Nessuna meravìglia se specialmente la gioventù restò indignata dal modo
come erano state spese le ore pomeridiane dell’incontro. Opportunità come
quelle del 15 agosto devono essere
' Un quadro imponente rimane impresso dinanzi al nostro sguardo:
L’immensa assemblea raccolta a
Piamprà attorno alla tribuna allestita
sulla terrazza di casa Varese. Assemblea di credenti, assetata della Parola.
di Dio e ohe sarà capace di restare immobile per due ore e mezzo sotto i raggi cocenti del sole per seguire senza
perderne una parola tutto il lungo servizio religioso della solennità.
In mezzo a questa grande assemblea,
una piccola folla di disturbatori, i Vaidesi di Natale e di Pasqua coirne sono
s.ati bollati, i quali si permettono di
giungere in ritardo e di andare avanti
e indietro mentre gli oratori parlano e
quando fa loro comodo. I Valdesi indifferenti che vivono di apatia in qualche lontana città del piano e amano
tuttavia, quando tornano alle Valli, venirsi a mettere m evidenza ad una festa
del 15 agosto. Oh se imparassero tutti
costoro, almeno almeno, che quando
è letta e predicata la Parola di Dio non
s'ha il diritto dì passeggiare!
E sulla tribuna gli oratori. Gli oratori che supplicano questa folla di convertirsi mentre è ancor tempo e di affreitarsi perchè urge l’ultima ora e ohe
chiamano disperatamente nuovi operai
e collaboratori perchè la messe è grande e pochi sono gli operai.
Visione imponente.
Visione umiliante.
Visione profetica ed evangelica.
Visione che fu e resta una vocazione
E. G.
Della DIS-brganizzazione della Fesfa del 15 ef^osfo in Val Pellice
Lettera qi Direttore
Caro Direttore,
L'essenziale
Il culto è presieduto dal Pastore d.
Rorà, il dott. Gustavo Bouchard, il
quale rivolge all’assemblea un vibrante messaggio profetico.
Il primo 15 agosto, 115 anni or s«jno, fu un frutto del risveglio, possa
anche l’attuate essere una occasione
di risveglio!
Il presente secolo urge verso la fine, mille sintomi ve lo ripetono e voi
siete imbarcati sul treno della morte... Mettetevi in salvo finché ne ave3 ancora il tempo; sta per suonare il
campanello d’allarme, allora cercherete disperatamente quella Parola di
Dio e quella salvezza che oggi avete
trascurate, ma sarà troppo tardi.
II giovane predicatore che sente
tutta la drammatica importanza del
suo messaggio sembra voler supplicare la folla di prestargli ascolto e di
' volersi impegnare in una decisione per
Cristo. Ma lo sente la folla? E’ difficile intendere ciò che avviene dietro
al suo volto di sfinge!
poiché altri, cdmeno U cronista,
avrà cura di elogiare,, a beneficio
dei latori dell’Eco, quanto v’è stato
di eUtgiabile nelle manifestazioni
del 15 a Pian Pra, spero che Ella
troverà posto per qucdche riga di
protesta che i sottoscritti d sentono
in dovere di far pwvenire per suo
mezzo a chi di competenza.
Abbiamo implicitamente ammesso ohe i tre messaggi uditi al mattino sono stati buoni éd efficaci, adatti alla circostanza, sebbene, per la
disgraziata ubicazione del luogo, gli
oratori avessero piuttosto Paspmto
di monologare dipnami al microfono che di parlare ad una assembleaOttiina pure l'idea di detto microfono; peccato ch^ esso, anziché servire
a raccogliere le persone, ne abbia
incoraggiato la dispersione resa inevitabile dalla disgraziata scelta del
luogo.
Ma eccoci brevemente ad alcuni
appunti che ci crediamo in dovere
di fare affinchè errori e manchevotolezzo non si ripetano in avvenire.
Innanzi tutto la scelta del luogo.
La scelto stessa del luogo della festa
era in funzione del Bazar organizzato dalla chiesa di Rorà. Orbate a
parte la considerazione se sia opportuno o meno che di una f^ta come
quella del 15 si approfitti per un
bazar locale, dovrdjbe rimanere ben
chiaro che la prima preoccupazione
deve essere quella della buona riuscita della manifestazione e non del
bazar.
be dovuto ormuare l’altoparlante..!
Sebbene Pian Prà offra una enorme
ricchezza di anfiteatri naturali alaieno in parte ombreggiati, era stato
scelta tra tutti il luogo, più assolato,
più inadatto ad una adunata di popolo perchè ¡Hoprio. sulla spina delio
spiovente del colle, in pieno sole.
Chi proprio non voleva morire di insolazione doveva trovare riparo giù
per uno dei versanti o.. andare ancora più Icamano all’ombra dei cespugli o.. rifuifiarsi al BAZAR! Gli
oratori hanno parlato al microfono
dinnanzi ad uno spwszo vuoto e bruciato. dal sole mentre chi voleva ascoliare H udiva dui tari pumi dell’orizzonte (per fortuna che c’era
l'altoparlante!) Ma dove era la a comunità » raccolta per la preghiera,
per il canta, per l’espressione di quella solidarietà fraterna che viene dalla riunione? Nessuno se ne era preoccupato, purché si udissero i discorsi,., Il problema di come si sarebbe
potuto Cantare}in simile dispersione
non si era nemmeno presentato alla
mente degli organizzatori sicché all'ultimo momento si è rumitp un improvvisato gruppo di cantori per intonare canti al microfono... Questa
è stata l’unica nota liturgica del culto mattutino.
Parla in secondo luogo il Pastore
dott. Ayassot e fa, come ne è stato ri6h lesto, la tradizionale commemorazione di st<MÌt Valdese. Con parola eloquente ed efficace eglr rievoca molti
episodi noti ed inediti della storia Rorenga e tiene a lungo incatenata l’atetnzione degli uditori.
E poiché abbiamo locato il tasto
del a bazar » perchè non rileverem- ■
mo quanto fosse p^oso il vedere che
ai vari banchi (10 metri dietro la
schiena degli oratori) si continuava
a vendere oggetti, mescere bibite,
sorteggiare premi di lotteria DURANTE TUTTO IL CULTO, senza
nemmeno sostare durame le preghiere e la lettura della Bibbia?
Ma tormamo al luogo scelto: 10
minuti primo déU’inizio del Culto
del mattino nè gli oratori, nè il pubblico, nè gli organizzatori sapevano
con esattezza dove si sarebbe parlato, in qucie direzione, verso quale
punto della rosa dei verni si sareb
La riunione del pomeriggio era
organizzata? Era una improwisozione mal preparata? IMo solo sa quali fossero le ùttenzioni degli organizzatori! Dopo l’impressione del pomeriggio (fèz 48 a base di « botta e
risposta » era il caso di ritentare ?
Forse per darne una edizione riveduta e corretta (o corrotta?). C’è
stato qui un solo lato buono della
faccenda ed è che a causa della località impossibile e del sole cocente
salo due o trecento persone hanno
udito il programma pomeridiano.
Diciamo il vero, ci siamo sentiti a
disagio, il tutto era non solo noioso,
ma di un carattere non consono a
queste nostre manifestazioai. Eppure quede. bel « pomeriggio valdese »
si potrebbe preparare... se si chiamassero a parteciptB’e ad un jvogramnta vario e piacevole, le Corali, le Unioni e qualche persona ca
pace e consapevole dello scopo e dei
caratteri della manifestazione.
Perchè monopolizzare in modo
così poco edificante il microfono a
favore di pretese, battute serio-unwfistiche... anziché darci un programma di carni, di brevi messaggi, qualche nota umoristica., ma di un umorismo un po’ meno sciatto?
♦
Il tutto perchè è manicata l’organizzazione. Si è improvvisato e, come succede in simili casi, si è improvvisato male.
Orbene, caro direttore, accanto agU elogi della festa che certamente
Ella pubblicherà, ci sarà posto per
la nostra protesta? Non intendiamo
per nulla disconoscere quello che c’è
stato di buono afilla festa stessa e Iv
piacevole ocoasioae che oiaoora una
volta ha riunito molta gente in un
incontro fraterno. Desideriamo stAo
dire due cose: Si pensi quale occasione, unica all’anno, la festa del 15
Agosto offra alla nostra Chiesa di rivolgere il suo messaggio ad una par.e della popoUtziooe valdese altrimenti irragiungibile. Ci si domandi
se non è un vera peccato che, anche
in ogni particolare orgfaùfizativo, essa non sia preparila con cosdetmosa cura in vista deUa organizzaxioafi
ed edificazione del popola valdese.
Sensibili a questo dovere della
Chiesa verso la popoìazUmo, ohe almeno una volta all’aano risponde al
sua appello ed accorre in massa alla
riunione preparata per lei, ci permettiamo di deplorare le manchevolezze di quest'anno, ma più fmcora
supplichiamo chi Ha la responsabili:à di simili organizzceiani di curare
che in avvenire le cose siano predisposte in modo, che la festa risponda
appieno alle sue finalità. Se le manchevolezze di quest’olmo d daranno
l’anno prossimo urm festa meglio pre/Mirata e più dignitosamente condotta, anche nel programma del pomeriggio valdese,.... la nostra lettera avrà occupato, non dei tutto UtutimeiUe, un po’ del jaazioso spazio
del giornale per il qtade formuliamo
come per Lei i voti di ogni bene.
Alcuni membri di Concistoro
della Valle del Pellice.
chemin des Vallées et nous devons’'
nous réjouir do voir oes cimctacts en-
tre frères en la foi se multiplier. De
retour dans leurs pays, ces voya^
gears s’empresseront de faire confuâ^
'.. ■ ■
tre autour d’eux l’œuvre de l’EgUsé^
vaudoise. 'a
I
C’est ainsi qu'au cours du moisi
d’août, les Vallées seront visitées
, 'Ç
11 n groupe de ^testants céveoalT
sous ta conduite du pasteur validais
Alphonse Peyronel. Nous voudrions.
présenter aux lecteurs de l’Eco delîe.
Vain, leur paroisse de Saint - Hij^
poly te du Fort, dans le dépaitemenP
du Gard et former I’e.spoir q„e deal
liens nouveaux s’établissent entre
les descendants des Camisards et leí
Vaiiéois du Piémont. Pour le voya
geiir qui traverse le Languedoc, M-f
nies est une cité ronudne, comme le proclame toutes les affiches tourist^^
.JÉ?-:
ques, mais pour un protestant réfor- ÿ
me c est laissi la ville des huguenots,-'
là où naquit Claude Drousson, cet
avocat qui mourut martyr en 1698
et dont la voix a encore quelque chàè
se à nous dire. Derrière la tour Ma-'~r
:Æ
construite sous
gne.
l'Empire ro-ï
»
main, se trouve le niont Cavalier, Ze ^
pays des camisards n’est pas Zofo.^
En sortant de la ville, nous prenons^
la route du Vigan et le paysage mé-'
ridional défile rapidement sous nos^'
yeux. Nous traversons le deser*, la,
« ëarrigue » s’étend à perte de vue
avec ses taillis de chênes kermès et
%
ses noirs cyprès. Ici et là un nias en-Î
m
touré par des oliviers et voici les vil‘~
I .
loges aux noms qiu évoquent tant de
souvenirs du temps des persécutions.
Soudain, nous percevons la lignei
bleutée des Cevennes et nous pen
m
sons aux paroles de la « Céi>enole »
que les jeunes taudois aiment chanter: « Salut montagnes bien aimées
pays sacré de nos aïeux ».
L’Eglise »
de Saint-Hjppoiyte l
Nous ne tardons pas à arriver à
Saint-Hippolyte du Fort et ce qtd
nous frappe tout de suite, c’est de\
voir dans cette petite ville, tin des
plus garnds temples de France. Nous
admirons ces deux clochers et son
'f
jiéristyle de temple romain qui por- j
te comme inscription la devise de la ^
République française au lieu d’un^
verset biblique! Non loin du temple,
se dresse le Fort, construit sur l'ordre de Louis XIV pour y enfermer ',’!,
les protestants. Le 11 juillet 1683* 1
les réformés de Saitu-Hippoliyte dont
le temple avait été détruit se réunirent dans un champ, à Ip pointe du ^
jour, pour y célébrer leur culte, ce '
fut une dès premières assemblées du
3
■lyfix
' ■ -Ml#
j L’EOO DELLE VAIJJ ¿yALDBfll
#Sr
'Jÿ - J
?J.s>
ate
Désert. Les dragons du rei ne-do
valent pas tarder à venir punir Une
'telle audace et pendant ¡dus d’un sièflcle l’Eglise réformée de Saint-Hip
polyte connut la persécutiou.
^¡v
w Le souvenir de ces temps héroi^■'jques est encore vivapt chez les de^ scendants des persécutés, et nomMfbreux sont ceux qui portent la croix
huguenote. Les passions théologi'^ques semblent être encore grandes
ij le Midi de la F once et non loin
ifdit grand temple se trouve la chapel
’ le appartenant à une église réformée
Siri
y indépendante. L’Armée du Salut a
aussi une salle de réunion. Nous a
‘‘'Vons eu le privilège d’assister au culy‘‘te au grand temple, un dimanche de
rŸ juin, et ce qui nous a particulière
Ä
ment étonné c'est de trouver dans
î
^ycette paroisse française non seule
ii-#
'ment un pasteur vaudois, mais en
|S.;.core un conseiller presbytéral et un
'‘-^ ''mmiiieur, originaires des Vallées,
ÿJ présence réconfortante après Ui' vi
c,í sion que nous avions eue, quelques
y jours aiiparatvant de l’église vaudoi
"U DllNIZi di
se de Nice transformée en « Temple
des sptnts »!
-ÿÎ-Ît
Il ya, à Saint-Hippolyte une belle
'jeunesse de paroisse qui est présen':V te au culte dominical et qui préparait avec entrain son voyage aux Vallées. La paroisse de Saint-Hippolyte comprend également quatre mnexes, dans l’une d’elles, nous avons
^ '’^eu la surprise de trouver sur la table
de communion de son petit temple
W'
cévenol, une magnifique Bible de
. Genève de 1568. Si la dernère guer, re n’a pas détruit de maisons, elle
a laissé bien des vides cruels dans
nombre de familles et les difficultés
maièrielles entravent bien souvent le
développement de la vie spirituelle.
Dans les villages de Ut montagne, il
faudrait recréer l’industrie de la soie
pour éviter le dépeuplement et permettre aitx jeunes de rester dans le
pays de leurs ancêtres.
A la veille de la fête de Frangins,
l' où l'on célébrera le 260 e. anniversai’ re de la Glorieuse Rentrée des Vau- dois dtiHs leurs Vadlees et qui furent
’ - alors tüdés par les réfugiés cévenols,
1 nous souhaitons aux sympathiques
protestants de Saint-Hippolyte un
heureux séjour aux Vallées.
Jacques Picot
iLa storia affascinante e trágica,
mu pure ricca di insegnamenti evangeli, dei « Fratelli I^ramazof », di
F. Destojevsky, si conclude impensatamente con una scena di commovente'candore.
Ne sono 'protagonisti, non più i
cp-mplicati e torbidi personaggi, dominati dalle violente passioni, che
sono al primo piano di questa storia, ma una ventina di scolaretti che
con le cartelle a tracolla, si avviano
piangenti verso la casa del loro infelice compagno Iljusa, morto di tisi,
per assistere alla sua sepoltura.
Ignari dbl dramma famigliare che
già l'aveva fatto ombroso e cattivo,
essi l’avevano tormentato a lungo
con spietatezza propria dei fanciulli. Mà poi avevano compreso, e nei
suoi ultimi giorni, pieni di rimorso
e con mille prove di affetto commovente, lo avevano assistito sino al suo
ultimo respiro.
Ed ora, esterrefatti e lacrimanti,
venivano per accompagnarlo al cimitero e consolare il suo povero padre desolato.
Li guidava il loro grande amico
Aljusa, il genio della bontà e del
candore, che li aveva riconciliati con
il piccolo Iljusa, e dj cui la parola
semplice e suadente aveva svegliato
i rimorsi della loro coscienza e acceso la tenerezza del loro cuore.
Dopo il servizio funebre e le scene
strazianti del cinaitero, j ragazzi si
stringono intorno ad Aljusa che sta
per lasciarli, forse per sempre.
E Aljusa all’improvviso disse loro
« Amici, io varrei dirvi qui, prima
di lasciarvi, una parola. Presto io mi
partirò da voi. Ma promettetemi, qui
presso la tomba del povero Aljusa,
di non dimenticarlo mai, e di ricordarci gli uni gli altri. E qualunque
cosa accada nella Vita, rammenteremo sempre come abbiamo seppellito
il povero ragazzo che una volta era
preso a sassate da voi, ma che poi è
stato tanto amato da voi tutti. Non
dobbiamo dimenticare mai che ci è
stato dolce sentirci una volta uniti
da un cosi buon sentimento, che forse h¡a reso anche noi, mentre amavamo il caro fanciullo, migliori che
non fossimo in realtà.
Perchè sappiate, miei oari colombelli, ohe non c’è nulla di più forte
di più elevato, di più sano, di più
Utile per la vostra vita avvenire, di
qualche buon ricordo. Se l’uomo può
raccogliere molti di tali ricordi e
portarli con sè nella vita, sarà per
lui un tesoro inestimabile.
Forse potremo diventare un giorno cattivi, senza forza dinanzi alle
tentazioni. Ma quando ci ricorderemo come abbiamo seppellito Aljusa, come Vabbìamo amato nei suoi
ultimi giorni, allora anche il più
crudele e più beffardo di noi, non
- oserà, nel suo intimo, schernire i buoni sentimenti provati in questo momento. Può darsi, anzi, che questo
ricordo abbbia a trattenerlo dal fare
fi"
4L
n
H
qualche gran male ; egli tornqrà in
sè stesso, e dirà'. Si, allpra ero buono, ardito ed onesto. E di quei giorni lontani, gli entrerà nel cuore una
profonda e salutare nostedgia. Ah, ragtsszi, carissimi miei asntcì, non temete Ut vita! Come è buona la> vita
quando si fa qualcosa di buono e di
giusto! ». '
Sì, ricorderemo! gridarono i ragaz2Ù con entusiasmo e comimozione. E
)Una voce esclamò impetuosamente:
Karamazof, noi vi amiamorNoì vi
amiamo! ripeterono in coro tiitti assieme. E molti avevano i lucciconi
negli occhi,
' E' stata la nostra Radio del mattino, nella rubrica dei « pensieri spirituali », a ricordarmi questo episodio, col suo suggestivo insegnamento, Ed ho voluto rileggere, dopo forse quarant’anni e più, quelle pagine
del grande scrittore russo. Ed esse
mi hanno commosso e convinto assai più che nella gioventù lontana. E
interessato quanto più che le povere
cronache dei nostri giornali quotidiani !
E’ vero, può essere grapdte la potenza di Un buon ricordo custodito
gelosamente dairinfauzia, e portato
nel nostro cuore attraverso tutta la
vita.
Questi ricordi non sono necessariamente legati a degli avvenimenti di
grande importanza. Come sarebbe
ad esempio quello sovente citato della nostra Confermazione. Cerimonia
solenne e impegnativa quanto altre
mai, ma nel corso della quale può
anche prevalere, in taluni casi, il
carattere collettivo di una formalità tradizionale.
Può trattarsi di un episodio molto
più modesto; ma intimo del tutto,
che il fanciullo nasconde con pudore
geloso nel segreto del cuore, e che
resta tuttavia per Ipi come una rivelazione improvvisa di sentimenti occulti che sono troppo grandi ner lui,
come una luce interiore, come una
calda vibrazione .^feir anima che lo
trasporta in alto, lo rende migliore
ogni volta che più tardi vi ripensa,'
e gli ricorda ohe a un dato piomento
della sua infanzia"© prima adolescenza, egli è stato pervaso da un soffio
di idealità, da up alito di fede, da un
palpito di amore indicibile, ed ha
'f:
scoperto da sè, tutto solo, un* di
quelle .verità profonde e luminose
che sole dànho un senso alla vita,
che fanno amare la vita: come la '
gioia del sacrificio nascosto, del puro
servizio della verità, di una vittoria
sopra sè stesso. Meglio ancora, "che
gli ricorda come in quell’attimo fuggevole égli abbia percepito chiaramente ne Isuo piccolo cuore, come
fruscio di’ali, la presenza maravigliosa di Dio, ed accolto la rivelazione
del suo amore infinito.
No, non sono codeste delle cose
troppo gracidi per Tanima del fanciullo. Siamo noi grandi, piuttosto,
che abbiamo dimenticato, e che incuranti delle nostre primitive esperienze, seguitiamo a trattare i fanciulli come dèi bamboloni e a parlare
loro come tali. Come se noi non fossimo, sino alla fine, l’esatto ed organico prolvmgamento di quello che noi
fummo da bambini, una sola e identica personalità di cui nulla possiamo rinnegare; come se non fosse che
sin da fanciulli e giovani adolescenti abbiamo, nel più dei casi, determinato da noi stessi, coi nostri liberi atti volitivi, quello che saremo
per tutta la vita.
E Se di poi abbiamo subito l’influenza deletria degli esempi del
mondo e delle sue correnti malvagie, non sarà egli cosa salutare e altamente benefica per ognuno dii noi
di ragranellare e valorizzare i ricordi di quegli istanti che ci diedero la
chiara visione del ,bcue più grande
della vita nella dedizione ad un alto
ideale, ad un nobile sacrificio d’amore? A volte sarà bastato un improvviso slancio del cuore, un guizzo dell’anima verso Tinfinito.
L’EVANGELO: OGGI!
Tre grandi adunate evOng^listiche si terranno, duraate il periodo
sinodale. Annunziamo fin d’ora che avranno, luogo a: Torre Pellice,
sabato 3 settembre, alle ore 21, presiederà il presidente del Sinodo; Pomaretto, (Eiciassie), Domenica 4' settembre, alle ore 15, presiederà il Vice Moderatore dott. E. Eynard; Luserna Sap Giovanni,
Domenica _4 settembre, alle ore 21 : presiederà il sovrintendente
dott. A. Ribet.
Daremo ulteriori particolari e i nomi degli oratori nel prossinuì
numero.
acoertava, un .poco arroaaendio, che
mai egli aveva provato nella vita up
coiu dolce, cosi puro.ed elevato aentimeuto, e die o|^ qualvolta vi tìpenaava era come un'ondata di i^fri>
gerio che-gU aceacrezzava l’anima.
Sentimentalismo? Rep venga, in
questa nostra epoca di freddo posltivisnio e di scetticismo sconsolante,
a riscaldare i nostri cuori un sentimmtalismo cosi fatto, e ricbiaifiarli
alla maravigliosa e salutare dolcezza dei pensieri santi e generosi.
Raccogliamo adunque con gelosa
cura, e coltiviamo con amore quei
buoni ricordi, aihnrò così rari, che
furono sul nostro terrestre pellegrinaggio come una celeste chiarita.
Più che i dolorosi rimpianti dei molti errori commessi, essi ci aiuteranno a ritrovare la vera via che conduce alla mèta, perchè sono rivelazione e promessa di Dio.
Grande è la potenza di un buon
ricordio! G. Bonnet.
fifi
Convitto ^
Maschile Valdese
;Souo aperte le iscrizioni presso il
Convitto Maaohile Valdese di Torre
Pollice per Taamo scolastico 1®49j50.
A Torre Pellioe, ridente cittadina
dal clima saluiberrimo, si trovano ottime scuole: scuole elementari, scuole
di avviamento *1 lavoro, scuola media,
ginnasio, liceo, scuola magistrale.
Il Convitto, rinnovato ed arricdiito
nella sua attrezzatura, offre le migliori possibilità di studio in ambiente di
famiglia.
Rivolgersi per informazioni al Direttore.
Io so di un fanciullo dodicenne,
che nella visione di una piccola morta, mai prima conosciuta, e composta nella sua bara in angelico candore,’ e di fronte al canto della fede
che i suoi genitori in lagrime cantavano presso alla sua tomba nel commovente funerale, rimase come stravolto dal mistero della morte, e come estasiato nel pensiero delle certezze eterne.
A tarda sera di quel giorno, egli
colse di nascosto i più bei fiori del
suo giairdino, e scavalcando, nelle
fitte tenebre, il muro del cimitero,
venne a spargere lagrimando sulla
piccola tomba il suo ma^o di fiori.
A quale sentimento egli avesse ubbidito, non lo seppe mai. Ma egli
CULTI SinODDLI
Attiriamo in modo particolare,
fin d’ora, l'attenzione dei nostri lettori sul culto della domenica mattina, 4 settembre. Tutte le parrocchie
delle Vfdli avranno, per disposizione della Tavola Valdese, il privilegio di udire la voce di un pastore di
quello che chiamiamo « il campo di
evangelizzazione ». Lo raccomandiamo in modo tutto speciale alle preghiere dei membri delle nostre comunità.
Bobbio Pellice: Rivoira Lorenzo
— Villar Pellice: Alessio Alfonso —
Torre Pellice: Culto Ecumenico —
Rorà: Ricciardi Alberto — Angrogna S. Lorenzo; Jahier Roberto —
Angrogna Serre; Searipei Giuseppe
— San Giovanni: Vinay Valdo —
Prarostino: Rivoiy Guido —^ Pinerolo: Ribet Alberto — Coazze;
Tourn Cipriano — San Germano:
Castiglione Giuseppe — Pramollo:
Panasela P. Valdo — Pomaretto:
Colucci Seiffredo — Villasecea: Peyronel Oreste — Perrero: Comba Roberto — Massello: Girardet Giorgio
— Rodofetto: Peyrot Giovanni —
Prali ; Cielo Davide — Torino Corso Vittorio: Moreschini Mariano —
Torino C. Oddone: Miscia Antonio
— Ciabas: Corsani Emilio.
L’UOMO NEL PENSIERO DI LUTERO E LA CRISI DELLA SOCIETÀ’ ODIEIRNA — Valdo Vinay — Edizioni C.E.C. —' Roma
e Claudiana —■ L. 140.
C
IB RI
I PROTESTANTI ba — Claudiana
Ernesto Com- L. 60.
3
Corpo Pastorale
Il Corpo Pastorale ha proceduto
all’esame di fede de! cand. theol.
Rtociardi, e lo ha unanimemente approvato.
Nel corso della stessa seduta sono
‘stati eletti i Sigg. Pastori G. Bertin
pres. Giov. Tron, ing. Ravazzini,
aw. E. Serafino membri della commissione d’esame dell’operato della
Tavola.
Il pastore G. Mathìen e il signor
dott. Ri. Meynet eletti dal corpo pastorale formano la commissione d’esame della CIOV, unitamente al pastore A. Deodàto ed all’ing. A. Long,
revisori nominati dalla Tavola.
E’ stato affermato molte volte e da
diverse parti ohe Tattuale orisi della
società risale praticamente al movimento della Riforma Protestante, alla aribellione» del monaco Martin Lutero,
all’individualismo del Protestantesimo,
da cui sarebbero sorti ogni specie di
errori e di traviamenti.
Questo breve studio, denso però di
riflessioni e ricco d’indagine, costituisce una risposta all’affermazione di cui
sopra. Esso domanda a sua volta : « Chi
è dunque il vero colpevole del dissolvimento del nostro mondo occiedntale;
Lutero o Erasmo, la Riforma o l’umanesimo? ».
Il próblema dei rapporti e delle responsabilità fra questi movimenti e la
crisi contemporanea è molto ampio,
indubbiamente. L’autore ne esamina
un solo aspetto, considerando che cosa
è (( l’uomo nel pensiero di M. Lutero e
quale valore di orientamento questa
sua dottrina possa avere per noi nella
grave crisi sociale del nostro tempo ».
Una lettura buona ed utile per tutti»
specialmente per la cioventù che non
rifugge dal pensare ai fatti ed ai problemi del nostro tempo. e. r.
LA MORTE DI CRISTO NELLA
BIBBIA E NEL PENSIERO
DELLA CHIESA — Guglielmo
Del Pesco — Ediz. C.E.C. —
Roma e Claudiana — L. 120.
Lo studio del Past. G. del Pesco inizia una nuova collana del C. E. C. :
L’Evangelo nell’ora presente. Scritto
come dice l’autore, n con le ginocchia
della mente incline », questo studio espone in forma semplice, comprensibile a tutti gli uomini del nostro tempo, alcune riflessioni suU’immenso e
misterioso fatto della « morte di 'Cristo ». Abbiamo detto ((alcune riflessioni », ma esse sono il frutto di attento
studio e di una seria meditazione sulle
pagine della Sacra'Scrittura e della interpretazione teologica successiva, per
guidare gli uomini nella via della fede
in Colui che è morto a. per tutti, affinchè quelli che vivono, non vivano per
loro stessi, ma per Colui che è morto
e risuscitato per loro ».
Le Unioni Giovanili, i gruppi di studi biblici, troveranno in quest’opera una guida utile, un mezzo di lavoro serio ed edificante. e. r.
A COSA SERVE LA RELIGIONE? R. Ferrei — traduz. R.
Nisbet.
Non è facile far penetrare l’Evangelo nelle classi sociali e convincere che
il Cristianesimo di Gesù Cristo è ancora oggi un messaggio di vita. L’evangelizzazione ha bisogno di strumenti
sempre nuovi ed adatti ai tempi. Questo opuscolo costituisce un utile mezzo
di (( evangelizzazione cristiana » e come tale lo si può convenientemente adoperare sia fra i « miscredenti » come
fra i « religiosi », i quali ultinri hanno
spesso bisogno di essere richiamati alla realtà della vera religione a di Cristo ».
Apprezziamo lo sforzo evangelistico
del Past. Nisbet. Se possibile» raccomandiamo maggiore accuratezza della
traduzione italiana. e. r.
E’ una nuova edizione dell’opuscolo favorevMmente noto, hi cui l’autore,
con spirito obbiettivo e sereno, rispondo ad alcune domande che del continuo
si fanno a proposito dei Protestanti. La
serietà con cui questo breve studio è
stato concepito e scritto, lo spirito che
l’anima, la sua chiarezza e precisione
ne fanno un utile mezzo di evangelizzazione. I Protestanti stessi, i quali talvolta non sanno bene perchè sono tali,
possono aggiornarsi leggendo questo opuscolo. e. r.
INNI E CANTICI ESTRATTI DALL’INNARIO CRISTIANO.
Opera Evangelica Battista d’Italia,
presso Past. M. Ronchi — Via Teatro
Valle 27 — Roma — prezzo L, 65.
Fino a dieci copia, sconto del 5%. Da
10 copie in su sconto del 10% e sped zione gratis c. c. P. 1/24231.
E ’una raccolta di 111 canti estratti
dal nostro Innario con richiamo numerico corrispondente neU’Innario Oistifino ste^. Senza note, molto utile per
Scuole Domenicali, piccole comunità,
gruppi quartierali. Gli inni scelti sono
fra i più conosciuti.
4
»•-^
L*ECO DEl^ 'VALLI VALDESI
^ ■■•• • -"^v.. • . -Vfií'.s’-:'
Scuole iOomenicali d’lfalia
!
I Quaderni Biblia* lllus^r^^í
'■■.} -:ni< ■ .¡ i’; • ■ i, . ; ->1:
La pubblit^zioiie è imminente e rappresenta la grande novità di
quest’anno, ¡■■-■¡■■'■a « ' if. . ; ¡
*■ ' •• Si tratta di un tentativo che ci auguriamo indovinato e chci se
gradito, potrà’essere’continuato per l’avvenire.
-, .54 .i®*- quest’anno lo abbiamo limitato al primo trimestre (OttobreDicembre) e riguarda unicamente le lezioni' sull’Antico Testamento.
I * Ogni lezione contiene un episodio biblico presentato in modo
schematico facile ed attraente.
Due caratteri tipografici diversi permettono di suddividere le
lezioni secóndo l’età dei bimbi. I bimbi più piccoli (6-9 anni) potranno limitare lo studio ad uno o due versetti centrali che sono stati stampati con un carattere più marcato.
O^i lezione è seguita da un questionario intitolato Domande e
Ricerche che faciliterà la ripetizione della lezione secondo un criterio didattico moderno.
Foi^ la parte più interessante di questa pubblicazione consiste
nelle illustrazioni che non mancheranno di interessare vivamente i
bimbi delle Scuole Domenicali.
Provvedersi di tale pubblicazione vuol dire avere nelle mani un
efficace strumento di pédagogia biblica per far rivivere, dinnanzi alla
mente dei nostri bimbi, ip modo affascinante, i principali episodi
della Storia Biblica.
La Scuola Domenicale - Manuale per i Monilori (Periodico
Irimeslrale)
Indispensabile a tutti i monitori delle Scuole Domenicali.
Utilissimo a tutte le persone che non possono partecipare regolarmente al culto: isolati, giovani, vecchi ammalati, che avranno così,
per ogni Domenica, una meditazione pensata e scritta in forma semplice e piana.
Abbonamento annuo: Lire 150,— Rivolgersi al Past. Guido Comba — Via IV Novembre 107 — Roma — Conto Corr. Postale 1 - 13895.
La voce delle Comunità
ANGROGNA - Capqluogo ANGROGNA - Pradeliorno
Domenica 21 agosto nel corso del nostro culto nel Tempio è stata presentata al Battesimo la bambina Sappè
Denise di Alfredo e di Cbiàvia (Lidia
(Martel).
La benedizione e la grazia del Signore circondino ed accompagnino la
bambina e la sua famiglia.
ANGROGNA - Serre
Le dimanche 7 Août a eu lieu l’iristallation du pasteur Jean-Marc Buscar let.
Le surintendant du I* District, M.
A. Riooa, préside la première partie
du culte et adresse un mot de bienvenue au pasteur Buscarlet qui oontrihuera sans doute à resserrer les liens
qui unissent Genève aux Vallées.
Monsieur Buscarlet monte ensuite
en chaire et donne son message. M. le
pasteur Tbonny, au nom du groupe
de jeunes gens venus de Suisse pour
la cérémonie, adresse quelques mots.
Nous sommes heureux d’avoir un
pasteur au Serre et un pasteur suisse.
Nous sommes convaincus que notre
population démontrera d’apprécier le
ministère régulier d’un pasteur.
Nous souhaitons à M. et à Madame
Buscarlet un ministère long et béni.
MUSICA SACRA
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica, 28 corr., alle ore 17 nel
tempio di iLuserna B. Giovamni avrà
luogo un concerto con la collaborazione della corale di Luserna San Giovanni e del proif. Ferruccio Rivoir.
TORRE PELLICE
Domenica, 4 settembre, alle ore ,17
nel Tempio di Torre Pellico avrà luogo una manifestazione artistica, vocale e strumentale, di grande importanza. Ne daremo i particolari nel prossimo numero.
MAS3ELLO .Ì ' ,
f ** ? t, -r
, La Chiesa si à iànto rallegrata di
riudire il suo antico pastore, il Prof.
Giovanni Miegge, tchc ha presieduto
il culto, Dom. 4 Agosto, c di udire per
la prima volta il messaggio ohe il Pa.
storé di Zurigo, Big. Alberto F.uhr.
mann, le ha trasmesso, Dom. 14 corr.
Essa ringrazia sentitamente quei cari
fratelli iper il bene da loro ricevuto.
“ Dom. 28 corr. avremo nuovamente
il piacere di udire fra noi il Big. Teo
Bert, ‘di Torino, è il' 4 Sett. il Big.
Giorgio Girardet, pastore a Trieste.
Atti litv/rgid dd bimestre LuglioAgosto.
iBATTEiSIiMI ; Tron Graziella, Tron
Elena e Tron G%ova»mi Pietro, dj E.
milio è Poèt Giulia (Alasse), e Leger
Biccardo di Ernesto e 'Meytre Jolanda (Balza). ’
MATRiliMONI : Pons AttMio (Maniglia) e Galliamo Germana (Piccolo
Passet) il 2 Lùglio 1849.
DE'QESSI : Tron Michele fa Filippo, deceduto al Rpberso, il 2 Agosto
1849, in età di 84 anni.
VILLAR PELLICE
Il 5 giugno ebbe luogo la sepoltura
del piccolo iCbiavia Silvano di Italo
e di Gaydou Cleontina, ritornato al
Signore dopo soli quattro giorni di
vita.
Alla famiglia afflitta ridiciamo la
nostra cristiana simpatia.
Durante i culti all’aperto del 26
giugno (Anchioccia) e del 81 luglio(Pra del Tomo) vennero presentati al
S. Battesimo rispettivamente Buffa
Valdo Rino di Edoardo e di Gaydou
Albertina e Benech Enzo di Aldina.
Imploriamo ancora una volta le henedizioni divine su questi bimbi e sulle loro famiglie.
L’estate volge al termine. E’ passato
rapidissimo senza permettere l’attuazione di tutte le attività che erano
state progettate. Glj alpeggi sono stati visitati come di Obneueto, solo la gita progettata per la Giana ha dovuto
essere rinviata per causa del maltempo.
I culti domenicali sono stati spesso
presieduti da Pastori ed Evangelisti
del campo deH’evàngelizzazione i quali nel pomeriggio presiedevano ancora qualche riunione all’aperto raocontando aneddoti della loro attività evangelistica. Culti e riunioni sono
stati seguiti c»n vivo interesse dalle
nostre sacre assemblee.
Volta a volta hanno presieduto culti
o riunioni i signori ; Sciclone, Del
Priore, Giuliani, Cultrera, Trobia,
Raymond, dott. Enrico Tron, dott.
Roberto Comba.
I fratelli villeggianti si sono riuniti ogni lunedì pomeriggio nella Sala
Grande con alcuni fratelli Villaresi.
Hanno rivolto loro interessanti mes.
saggi il prof. Pisanello, il prof. Spini ed il Pastore Tourn. Ottimo lo spirito dj fraterna comunione regnato in
queste assemblee.
Il 19 corr. la comandante dell’Esercito della Salvezza in Italia col. Peyron, accompagnata da tutto il suo stato maggiore, ha tenuto nella Sala
Grande una riunione. Numerosi gli
intervenuti e vivo l’inter^se suscitate
dal messaggio della gradita Ospite.
Nozze. Il 20 coi r, il-nostro tempio
ha aperto le sue porte ad un festoso
corteo di parenti e di amici degli sposi Frache-Gras. Trattavasi del nostro
maestro organista, Vice-presidente e
presidente di unioni Paolo Frache e
della presidente dell’Unione cadetta
sig.na Lidia Gras. Un avvenimento adunque che non poteva non parlare
fortemente al cuore della comunità.
La cerimonia nel tempio venne abbellita da un canto di cadette, un assolo di un membro del Cbneistoro e
alcuni brani musicali suonati da amici.
La Ohiesa del Villar rinnova ai cari
sposi i suoi più cordiali auguri nel
Signore.
Società di Studi Valdesi
L’assemblea annua della ; Società
avrà luogo mercoledì 31 agosto"'‘alle
ore 20,30 nell’aula sinodale della Casa Valdese, col seguente ordine del
giorno :
Lettura del verbale dell’assemblea
precedente ;
Relazione morale annua, presentata
dal Presidente;
Relazione finanziaria, presentata dal,
Cassiere ;
Conversazione del prof. Giorgio Spini: Gli studi storici sulla Riforma
in Italia, nel momento attuale-,
(jonveiiaazione del prof. Emilio
Tron: Curiosi spunti miscellanei
di Storia Valdese;
Discussione sulle Relazioni;
Proposte varie;
Elezione del Consiglio Direttivo.
L’assemblea è pubblica. I soci e
gli amici vi sono cordialmente invitati. Il Presidente
^ ERRATA
Nell’annuinzio funebre della compianta Sig.na Corinna Varese, bisogna leggere;
■ ■.la sua dilettissima nipote Fila Varese, non Elisa.
...dott. Mario GinsHmomi, e non
dott. Giustiniani.
Dir. Resp. Ermanno Boston
Tip. Alpina s. p. a. — Torre Pellice
Oilf[[|||*NIISO*lìOlll
Dr. OANIItE ROCHAT
riceve in Torre Pellice ^
(viale Mazzini num. 10)
Lunedì e venerdì dalle
ore 10 alle 12
a Torino riceve gli altri
giorni^ dalle ore 14,30 alle
ore 16,^0, in via BertKollet, 36 (ospedale evangelico)
Personalia
Abbiamo appreso con vivissimo piacere che ì frate,lli 'Coisson Annalisa e
Mario di Villar Pollice hanno conseguito con votazione lusinghiera la licenza rispettivamente dell’Istit. Magistrale e deiristit. tecnico, ramo geometri.
Gì congratuliamo con la neo-maestra
ed il neo-geometra augurando loro una
brillante carriera e molte soddisfa
AUTONOLEGGIO
(1100 sei posti)
Guillo 7a5(]i(tto
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Recapito; Confetteria Zanaio r Tel. IO
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10*11-12 settembre
settemrbe. Gita a Losanna (Ginevra,
Berna) L. 5000. Gita a Zurigo L. 6500.
Gita a Nizza <L. 3700. 'Passaporto collettivo e combinazioni soggiorno su
richiesta — Prenotatevi in tempo
presso Bottega della Cartà^ (tei. 34).
Torre Pellice.
Chi avesse trovato una macchina fo(;ografioa Argos, smarrita sabato 19
agosto sul Monte Frioland è pregato
di consegnarla al Pastore di Rovà.
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Rivolgersi Libreria Claudiana.
ORARIO FERROVIARIO -TRAMVIARIO- AUTOMOBILISTICO DEL PINEROLESE
TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE e viceversa
Torino 4.50 1 1 6,201 7,55 1 1 1 12,28 1 13,10 1 17,05 f 1 18,20 1 18,30 1 2135
Airasci 5,32 1 1 7,10 1 8.461 1 1 1 1332 1 17,51 1 1 18,46 1 19,16 1 22,15
Pinerolo 1 1 7,311 9,08 1 1 1 13,07 1 14,20 1 18,17 1 1 1 19,01 1 19,43 1 22,36
Brichtrasio 1 6.38 1 8,01 1 9,261 9,35 1 12,48 1 13,24 1 14,42 1 18,45 1 18,52 | 1 19,18 120,02 1 22,56
Torre Pellice 1 6.531 8,20 1 1 9,50 1 13,02 1 1 15,03 1 1 19,07 1 19,35 | 20,24 | 23,14
Torre Penice 1 4351 1 5,561 6,11 1 7.05 1 9,05 1 12,20 1 1 13,13 | 16,26 | 19,42 |
Bricherasio 1 4,50 1 1 6,11 1 6.24 1 7,20 1 9,19 1 1234 1 12,40 1 13,26 1 16,42 1 1 19,58 1
Pinerolo 1 5,18 1 1 6,281 6,51 1 7,361 1 1 13,03 1 13,40 1 17,03 1 120,221
AIrasca 1 5,37 1 6,03 1 6,52 1 7,16 1 7,551 1 1 13,201 1 1 17,29 1 20,43 1
Torino 1 6,251 6,45 1 7,35 1 8,15 1 8,301 1 1 14,20 1 14,30 1 1 18,20 1 1 21,35 1
BRICHERASIO-BAROE e viceversa
Bricher. 5,16 1 9,30 1 13,35 1 14,551 1830 1 20,15 Barge 4,25 1 6,081 12,22 | 14,08 | 16,201 19,32
Barge 5,361 1 930113,34 115,14119.10120,35 Bricher, 437 1 6,30 1 12,40 1 1438 | 16,401 19,52
IN VIGORE DAL 15 MAGGIO 1949
Autoservizio e framvia
PINEROLO-ORBASSANO-TORINOe vlcev.
TRANVIA PINEROLO'VILLAR-PEROSA ARGENTINA e viceversa
Piacroio
PCfOM
4,25 I 5,45 I 6,45 I 8,i5 | 10,15 | 11,30 | 12,40 | 14,401 17,20 | 19,15 |
5,45 I 6,37 I 7,40 I 9,IO | 11,20 | 12,25 | 14 | 15,40 | 18,25 | 20,10 |
(I) (2) (O (1) (2)
PIneroto 6,13 | 8,20 | 11,25 | 12,50 | 18,10 l 18,45
Orbace. 7 | 9 | 12,05 | 1330 | 18,50 | 19.30
Torino 7,40 | 9,38 | 12,43 | 14,08 | 19,37 | 20,08
(1) (2) (I) (2) (1) (I) (2)
Torino 6,20 | 8,25 | 11,30 | 14,25 | 14,55 | 18,15 | 18,55
Orbai. 7,03 | 9,04 | 12,08 | 15,01 | 15,33 | 18,59 | 19,35
Pinerolo 7,43 | 9,44 I 12,46 | 15,41 | 16,13 | 19,39 | 20,15
(I) Feriate — (2) Festivo
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
(I)
8.35 I 1130 I 19,15
9,03 I 12 I 19,45
Torre Penice
Bobbio Penice
PtroM
PlMrolo
4,451 5,551 7 1 t^Ol 9.40 | 11,45 | 13 | 16 | 17,40 | I83O |
6 I 6,451 7351 9,i0|t0.40| 1233 114,15 11635 11835 119,451
Bobbio Penice 6,05 I
Torre Penice 635 I
(1) Solo a Venerdì
(L
7,30 I 15,30
8 I 16
Autoservizio Sapav-Satti
PINEROLO-AIRASCA-TORINO e viceversa
Pinerolo
AIrasca
Torino
Orario giorni feriali Sapav-Satti 'i
Sapav Salti Sapav Sattt 7,401 11,40 1 13,45 | 19 Torino Satii Sapav Satti Sapav 7 ¡11,50 117 119 1
7,54 11,541 13,591 19,14 AIrasca 7,31 1 12,21 17,31 1 19.31 1
8,25 12,25 1 14,30 1 19,45 Pinerolo 7,45 1 12,35 17,45 1 19,45
Orario griorni festivi
Pinerolo 7,40 1 8,30 1 13,10 1 19,50 Torino 7,20 1 12,15 1 18.25 1 1 23,55
AIrasca 8,44 1 13,24 1 20,04 AIrasca 7,51 1 12,46 1 18,56 1
Torino 8,25 19,15 1 13,55 1 20,35 Pinerolo 8,05 1 13 1 19,10 1 0,35
Auto PEROSA-PERRERO-PRALI
feriale 21 6 8 feriale 22
Perosa 9,20 17,35 20,20 Prall Qhigo 5,35 6,50 17,15
Perrero 9,50 18 20,50 Perrero 6,20 7,30 18,05
Perrero 10 21 Perrero 6,25 7.35 11,10 18,15
Prall Qhigo 10,5t 21,50 Perosa 6,50 8 11,35 18,40
r, l «««““»"»«ollanto II Lunedi, Mercoledì. Sabato e testivi fino al 30 glutno
Dal 1 luglio si effettueranno tutti I giorni. La corsa 2! si effettua dal I luglio II Venerdì Sabato,
e Domenica. La corsa 6 si effettua dal 1 luglio il sabato e il lunedi. La corsa 8 si effettua dal 1
Luglio solo la domenica. La corsa 6 è In coincidenza con l’autoservizio di era
(p. ore 7,10) Torino Ca. ore 8,25). ‘
gran turismo Perosa