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Pream» LIrS fS
LXXVIII - N. 1
TORRE PELLICE. 2 (Gennaio 19'48
Itciaae in abbonamento postale - 1 Grappo
ETTIMANALE DELLA
esù ebbe piefà
^i¡pi
della moliiiudine
J-J'
C^XO'tMX ITI CTii 'l'CITti'tO» Ì0
C0Tl|i9e^Ò ÌTV Salmo 50*%
CHIESA VALDESE
1-eßgere Marco 8: 1-9
^CET
•-¿f.^'Una folta grandissima, racconta
nostro Vfutgelp, era da tre giorni
1^1»» Gesù, nel deserto, e non areva
tjo niangiore. *’ Io ho pietà di que^iio moltitudine” disse Egli: ” ^ h
'^rimando a casa digiuni, verranno
^meno per la via; e ve n’hanno <di^cuni che son venuti da ibnta«|pi”,
E,/Ì con sette pani e pochi pescetti, li
k saxiò ubboiuian temente.
quanto l’avete fatto a uno di questi
miei MINIMI fratelli, voi l’avete
fatto a me». (Matteo 25,35, 36, 39).
^La pietà di Geàù
per la moltitudine
S’eran raecolti, nel ueserto, arti'giani, pescatori, contadini, operai;
venie umile, semplice, minuta\; per
do più incompresa, mal retribuita,
sfruttata, oppressa, ihn
suoi capi; gente che donosceva il hi
sogno e la sofferenza, e che nel suo
intento e nella sua amarezza eijta facile preda di maneggioni, ciurmatori, ambiziosi senza scruproio e
rivoluzionari, che le facessero intravvedere la possibilità di un più
umano trattamento e S migliori
condizioni di vita; gente, che sv rtur
~tfiva, esaitwmfaw JW»<> xJiM profezie messumtqhe, ai qneUe
ptofezife che col Messia promesso,
preannunciavano tempi più ¡aciU,
’fpftmieilto e lo statiilingenito di un
nuovo ordine di cose, conforme a
giustizia.
iSon q’è da stupirsi quindi se essi
vengono a Gesù: non era egli uno
di loro'k Non conosceva anch'egli la
povertà, ì’ incomprensione, lo sprvz
20 dei ricchi e dei potenti? Sì, egU
li comprendeva e li anuwa; e non
mancava di dimostrarlo.
Certo, Gesù si rivolgeva ai tutti,
inaistiniameinte e non respingeva
nessuno che venisse a lui. Egli amava tutti ugualmonUe: piccoli e grandi, poveri e ricchi, deboli e potenti,
ignoranti e dotti; ed a tutti voleva
fare del bene, o tutti voleva bALCA RE, perchè tutti ne avevano bisogna, essendo tutti egoisti, attaccati a,ta materia ed ade cose delia terra, schiavi del peccato e della
morte, lontani dà Dio, sofferenti ed
infelici. Nessuna parzialità, nessuna
preferenza ed esclusione da parte
sua. Ma i capi del popolo si dümostravano prima diffidenti versoi di
lui e ¡X)i lo respingevano; il popoéo
invece a lui veniva fiducioso e, per
i miracoli che operava e le cose che
insegnava con autorità”, è scritr
fo, ”e npn cpmeì gf£ Scribi”, lo
seguiva. Certo, Gesù ne comprendeva i bisogni, le sofferenze, te aspirazioni e NE AVEVA PIETÀ : Io
ho pietà di questa moltitudine dice nel nostro Vangelo, ” EgU vide
una gran moltitudine” scrive S.
Marco in occasione d’una precedente moltiplicazione dei pani, nel d\e
serto — "vide una gran mobitudine e n’ebbe compassione, perc/iè erano come pecore, che non hanno
¡mstore (6: 34).
Sì ne aveva pietà. Possiamo di-^
re di ¡dù: egli che VOLLE nascere,
vivere e morire povero, dm ^eri
e di quanti soffrivano faceva i suoi
rappresentanti sulla terra, u VidisU
fratrem, vidiati Dominum luuma»,
vuoisi che Egli abbia detto: vedmU
il tuo fratello povero e soffiente,
vedesti '¡X.,tuo Signore stìesso. Ricordate? "lo ^^bi fame, e mi deste da
mangiare; ebbi sete, e mi deste da
bere; fui ignudo e mi rivestiste; /ai
in prifpone e v&Uste a trovarmi. In
Cristo ed i nostri tempi
* Anche oggi, nella nostra società
detta cristicma, ci sono dìei poderi,
degli sfruttati, degB oppressi. Pensino, a Gesù e vadano a lui: il suo
cuore non è mutato! Egli è ancora
per loro. Il, popolo l’ha sempre sjentito istintivamente ed a lui si è volilo. Gesù non è staton un uomo politico, un capo-popolo, un riformatore sociale, un rivoluzionario nel
sensoi stretto delta parola.
Egli è stato semplicemente fedi è
infinitamente, di più) un PROFETA, U più glande dei profeti di
Dio, un banditore impavido ed e
roioo, in parole 0 in fatti, del più
alto ideale di giustizia e di amore
fra gli uomini. Egli ha voluto che
gli uomini si coruiderassiero fratei,li, perchè figli dello stesso Padre, e
ccmie tali si trattassero. Egli ha avversato fieramente ogni forma di egoismo, (Pingiustizia, d’oppressione, quahinqiie ne fosse l’origine.
EgU è stato) ed è tuttora dalla parte di quelli i cui (Mritti sono disconosciuti e conculcati; dofiloi parte
dei poveri, che ìono tali, non perchè non abbiano^ voglia di tali?or«re
ci sprechino quanto guadagnano, ma
perchè non possano lavorare, o tavCAondo, tjon M{ braccio e con la
mente, non riesdono\, per l’egoismo
¿h quelli per i fjuali lavorano, a
Aug
uno
Giunga ai letìori delgiornak
¡'augurio Crisliano della redazione per fanno che viene, ricco
ai- fmragirikr'- Rechi- -esae- -a—faUi- -unth-intoea— visione4gde//aj^-àita.-. iUlk..
minata dalia fede in Cristo e delfamor fraterno.
E sia esso un anno di attività buona al servìzio
stro e Redentore.
del grande Mae
UBBID
Si racconta che Giovanni XXII, il
papa giurista, sentenziasse dalla
gioconda Corte di Avignone, riguardo ai frati francescani i quali recalcAtravano allo riforme imposte
dalla Curia alla loro «Regola)):
((Bella cosa è la povertà, più bella
è la Fede, ma la migliore di tutte
è rubbidienza ai legittimi superio'
ri! »,
Piima e dopo di lui tanti altri
hanno ripetuto lo stesso ragionamento e si sono sforzati di applicar^
lo, finché si è pervenuti al moderno
mito della «disciplina» che è costato tanto caro ad un popolo che ne
aveva fatto il feticcio nazionale.
Certo l’ubbidienza è una virtù f
senza di essa^ ubbidienza alle leggi,
ubbidienza ai poteri còslituiti, una
società non può reggersi. Senza
l’ubbidienza, la famiglia e la scuola
andlrebbero in rovina.
L’Antico Testamento non è in
definitiva che la storia delle trasgressioni al' volere di IWo.
Ciò malgrado, non sbagliava quel
papa nello stabilire la scala dei do
veri morali? L’ubbidienza ai Suoi
voleri è stata da Dio comandata agli uomini od alla lor volta, uomini
o gruppi di uomini la pretesero dargli altri uomini, vollero l’ubbdSenza cieca, non discussa nè ragionata,
quella che Dio solo poteva pretendere. Ora, rubbidienza al volere divino è tutt’una con la Fede; chi ha
la Fedte ha l’ubbidienza perchè la
Fede permette di udire il comando
divino e dà la certezza die esso non
può essere ohe giusto. Abbiamo analoga certezza circa i comandi umani? E quando questa certezza
guadagnare abbastanza per soddi
sfare i loro bisogni elementari e
cioè di un figtia di Dio. Egli è stato
inlenorc uHa vita degna di un uomo,
ed è-taitor« ctaita‘'^r«e di qùelU,
che, comunque si chiamino e dovunque si trovino, sono sprezzati,
sfruttati, maltrattati. EgU è il loro
protettore; Egli è alta loro testa.
EgU è venuto in loro aiuto, quando corporalmente viveva suBa terra,
e poi spiritualmente per mezzo dei
suoi veri discepoU; donde la maravigUosa fioritura nella Chiesa, attror
verso i secoli, delle varie istituzioni
<M assistenza, di rilevamento, di filantropia; oggi oinoom viene per
mezzo, di tutti qiielU che, mossi dal
suo spirito, si adopróno perycrearè
più giuste ed umane e dignitose óondizioni di vita, per dare a ciascuno
il suo in muitua comprensione ed equità, onde non ci siano più oppressori e oppressi, sfruttatori e sfruttati, gente che nuota nell’oro e gente
che manca del pane quotidiano; ma
soltanto dei fratelli, diversi per cOr
pacbà naturale, temperamento, or
spirazioni e responsabilità, ina
sempre fratelli, tutti ugualmente amati da Dio, loro Padre comune, ed.
amantisi a vicenda. GIUSTIZIA, rispetto dei sacri diritti della persona
umana —- ed è già molto —, e più
infinitamente più ancorai; AMORE!
lì
Pietà grande, incommensurabile
dì Gesù profeta, e più. ancona, <BGesù Signore, per il popolo! Oh
vada questo a Lui con fiducia! Egli
lo nutrirà, anche nel deserto arido,
tal nutrirà in sovrabbondanza, materialmente e spiritualmente.
Guglielmo Del Pesco
lENZ A
m,anca e ancorà l’ubbidienza una
virtù o non piu tosto debolezza?
Asseriva un pnotizzalote, e dei
j.'iù forti, che iim è possibile ottenere dal soggetti azioni contrai'ie
alla sua coscienzi. Onde si potrebbe
arguire che l’ucno allo stato ipnotico è più coereite che non allo stato normale. Foise perchè allora
viene a mancare il calcolo e la paura che spingono ad ottemperare ad
atti ripugnanti alla cosoienza, ai
convincimenti, i la ragione.
Francesco di’ììssisi che sacrificò
airubbidienza tuta parte dei suoi
itleali e che nei cessava di raccomandarla ai sue, richiesto un giorno quale fosse 1 modello della vera ubbidienza, lopo aver abj[uanto
liflettuto, rispoie: (Il corpo morto!», ironizzan io in aulicipazionie
il rnotto del maisimo apologista del
l’ubbidienza, I^iazio di Loyola.
Non così gii Epostoli e, seguendo
d loro esempio i Valdesi primitivi
ed i RiforniatOii, il cui mot,to fu:
Giudicate voi s> è meglio ubbidire
agli uomini anzebè a Dio! Non imporla che i loro giudici, oondividenido l’opinione d Papa Giovanni, rispondessero: Ajli uomini!
Occorre dire a discolpa di questi
che, in buona fede, essi si ritenevano i soli depisitari autorizzati ed
interpreti della Volontà civina.
facoltà discriminatrìce in ohi comanda. Simili dIiseìpJine totalitarie
presentano la partoolarità di sacrificare a proprio vantaggio le idibL
diienze derivanti dal diritto naturale, quali quella dei figli ai genitori,
dei discepoli ai maestri, dei sottoposti ai superiori, del meno saggio
al più saggio, tutte subordinate ai
comandi dall’Idèa dèi Regime, di
quell’Ente che si pone suUo stesso
piano che Dio ha stabilito per Se.
E pertanto assistiamo oggi al fenomeno di geiierazioni educate in
clima di ubbidienza assoluta, che
venuto meno l’Ente cui quella ubbi
dienza era devoluta, non ubbidì- ^
scono piu che ai propri latinU e alle
proprie passioiu, riueiu au ugm
xreoo. Jrercue, aueuau a aeguiic una scelta laua ua aiiri p^ essi, nau
parso la taccila ta scegncièe ragioiiia[a'uieuto e sono stali abrtuau a Uiscoooscere ogm automa ali uuuorr
Oi quella cue ii ua euueau aua mscipnna e cue non esiste piu.
u ubbidienza ai voiexr cu aita
ctuamata uji i>io può soie ui.-pi usare qaii ubmujenza a iteitauu ut auLoriia umane e suro, secouuc m
ocrtuura, quauuo cssj, siano cóu
uasto con i precetn dividi c con nnostra coscienza religiosa iiUaiti le
npistole iiposiutteiie ripctona m piu
luogi'.i 1 esorLazione ad ubbidire,
k("iic cose tuuuuaiie, ai poteri cu.siilurti, pei ette ugni autor ua c di^ L‘iu
e coueoiuemenie’ msisloim ueii vin
ubgo dell ubbioieuza tUiaie, quel1 utibioieitza ebe noi corso dei seeoLi e anoaia riuueeudosi imo all at'cuaie rapporiQi d'assoeiazrone per
Odi 1 dguuoir discutono con i geni- ■
tori sul ptede di pallia, come soci
ui un accomanuita tra i qqab iJL capitalista non e sempre il piu forte.
l-ur ricouoseenuo: fa piecoce esperieuza cne i giovani acquistano
tielia rapina evoluzione delia vita
coutempoiauea e ia capacità di comprendeme appetti cui la maturità
dei genitori non perviene, ptire è
dùbbio cde un simue concetto deiLa
iamigiia sta conino alia base cristiana dèlia nostra società. Lungi da
noi ia ooucezionie di im ciristiauesi- ì
ino fossilizzato ed immutabile, percnè esso è vivo ed ogni cosa viva si
muove e si trasforma, ma vi sono
tuttavia delie basi kreinovibili fuori ciieUe quali fa società umanfl rovina. fu ogni società chi ba ia rer
spousabiiità deve avere l’autorità;
iuor da questo concetto cessa ogni
possibilità di vita associata armonica.
L’ubbidienza deve estere ragipu
nata, atto d’iutelligeaza quanto di
fiducia, ma non può armuliarsi salvo nei caso che essa si opponga ad
im’altra ubbidienza piu alta, più
completa, assoluta e cieoa anzi quella che si deve a Dìo. Ma si badi aji
non fare del comando divino un
pretesto a sodtiisiare ì propri capricci, le proprie ideologie, lo proprie presunzioni e peggio. E perciò
prima di rispondere come gli Apostoli, occorre essere sicuri di quanto
Ideilo comanda e che sia proprio
Lui a comandare. 11 modo dì acquistare siffatta sicurezza non occorre
insegnarlo a chi è veram^tto cristia
uo«
M. Eynard
h t(. V. - Cotnfegno i Taraolo
dicami»»« L 947^
Ubbidieiza ìoialiìaria ?
E’ questa l’Illusione dei sisiterai
autoritari nei tjuali il divieto di ogni critica da porle di. chi deve ubbidire finisce con l’ottundere ogni
La sera dd 7 ho raggiunto Taranta La
gioventù era raccolta nella nuova sala, ipaluguraita diai nostro Moderatew©. C’era
un’aria di festa ed i visi di quei giovani
mi dicevano ia gioia profonda di posse^
dere un locai© iper le aetìvità giovanili.
La buona volontà di quei fratelli, per lo
più lavoratori, dell’arseinalie, è stata coronata da successo ed era contento il mio
collega C^tiglioine di mostrarci H tocale,
appena ultimato, dall’intonaco ancor iresco, ma già atto all’opera missionaria.
Ci siamo recati in seguito nel grazioso
temipietto di via Pupini, dove I nostro Moderatore, Virgilio Sommani ha rivolto un
messa^io vibrante basato sui I capitò!«
del’epistola di' San Pieùo vers. 3-8.
Usdamo dal tempio rinfrancati ; io, forse più di tutti. Noi pastori, s’ha bisogno,
di quando in quando, d’essere umili udl^
tori, ctmfusi con la fratellanaa, per ascoltar un messaggio, tonifloator© deFle nostre
emerge spirituiu.
La mattina dei’8 oanundano ad affluire i gruppi delle Unioni della Pugia,
Cerignola, Bari, Latiano, Gnavlna, Corato,
Matera, Brindisi. Cerignola, come sempre, s’è fatta onore per il numero dei conir
ponenti, tenuto conto dolila distanza.. Li
guidava il « ooiIoinneHo » Francesco Soarano, sempre attivo, dinamico, presente a
rutti i convegni, nonostante il peso di una
famigilia di 11 figli.
Alle ore 10 il pastore Saccomanl inizia
con un breve messaggio. Da vecdiio combattente nel campo disiano egli esorta i
giovani convenuti a consacrarsi con maggior zelo alla Causa; la chiusura di molte
chiese, sorte ned ipassato, devono essere
di monito a tutti per fortificare le posizioni acquistate. L'oratore ricorda le sante
battaglie per la diifusituie delle Par<^, sostenute con coraggio e combattute ooo zelo missionario. Più che settantenne, il pastore Saccmnannl ha parlato al folto uditorio, con voce stentorea, quasi die gli
anni jkmi gH pesassero affatto.
L’argomenito base u Vocazione della
Chiesa n è stato trattato ned suo triplice
aspetto: religioeo, fraterno e missionario
2
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^í-í:íí%
■f.
risp^iyamente da» pastori : A. Mlscla, G.
Casti^^one e G. ^udiard. H colliaga di
Taranto rileva come la vera vita 'religiosa
è quel (1 quid », occulto, eppure reale, die
natte e si sviluppa per opera di Dio od
è dèi conti'mio vivificato dal soffio dello
Spirito Santo.
Il pastore di Bari espone con chiarezza M secondo tema sulla vita fraterna,
là dove si rinsaldano i legami della fannia
cristiana dove le diffwenze scompaiono :
«non c’è qui nè giudeo, nè greco, nè servo, nè libero; non c’è nè maschio nè femmina, poiché voi tuta siete uno in Cristo »,
'*11 signor Misda mette poi in luce ;e caratteristtche della tamiglia cristiana ; santtflcazione, umiltà, sincerità.
L’ultimo studio, la vita missionaria è
stato esaminato alla luce dei' rapportt col
mondo di oggi. Il pastore Bouchard ha
chiarito li significato del mondo cui dobbiamo consegnar© il messaggio della luce :
il mondo è nemico di Dio ed il cristiano
deve ricordare al mondo il lato uarados$ale del Cristianesimo: noi ¿amo cniamati a servire il mondo con tutto il cuore,
neMa sfera temporale, ma rifluteno ogni
valore ultimo ai suol beni, comprenderlo
come Kirkegaard che diceva : bisogna accorciare la notte, e le su© ore di sonno,
utMirme ogni ora del giorno senza sosta
e poi comprendere che tutto questo non
è che vanità, vedendo le cose nel suo Hate
tragico.^ La chiesa, ha affermato l’oratore,
deve ricordare a questo mondo ffi fine
della sua esistenza e che la dignità dell’uomo è soltanto conferita da Cristo Gesù.
L'ECO DELLL VALU VALDESI
n Signor D’Urai, presidente dell’Unione
di Taranto parlando sullo st^so argomenha ribadito l’idea d’una testimonianza
più vigorosa e d’una consacrazione più disinteressata e umile al servizio dì Dio.
Ancora un messaggio del Moderatore,
accolto con gioia did oornvenuti, chiude 1
' lavori della mattinata. Erano pure presenti due Pastori americani e ci dispiacque
di ntm udire il loro messaggio, dovendo
essi rientrare a Bari nel pomeriggio.
Alte 15 abbiamo ascoltato le testimonianze dri giovani sul tema « Come voglio servire nella comunità il mio Signo.
re ».
Il collega Castìglione leggo i messaggi
dal capodistretto, dei Pastore Bertin, del
signor Bensì accolti con tm applauso prolungato.
U convegno volge ali suo termine. C’è
ancora da sorteggiare una gondola in mittiaitura, e va da sè, la fortuna in questo
caso, non può che arridere a gente dì maire e 'la gondola parte in direzione di Bari.
Il sottoscritto si sobbarca la fatica piacevole 'di ringraziare il pastore Castiglione
e la sua Chiesa per raocoglienza affettuosa e signorile che ci è stata riservata,
offrendoci un ottìmo ipranzo in un albergo
cittadino.
La_ massa dei presenti si trasferisce nel
tempietto di via Pupini per il culto di S.
Cena presieduto dal Moderatore. Ma il
tempo striinge, la stazione è piuttosto lontana e molti gruppi .partono col sottoscritto. In treno mi ritrovo coi miei giovani di
Cerignola, con alcuni amici di Bari. Si canta
si scambiano le impressioni del convegno
' e la conclusione è sempre qu'CEa : i® tempo è stato troppo breve.
Non è stato faci'le di organizzar© ili
pr^ente convegno, date le difficoltà notevoli ^ io sento di esp'ri nere perciò a nome di tutti i partecipanti un ringraziamento
sentito al mio collega, G. Casti'glione e a
tutta la Chiesa di Taranto e specie alla
gioventù per d’accoglienza fatta ai fratelli
Battisti e Valdesi della Puglia.
P. fi.
jianii oeiia seiiiaDa oi Piagnii
indetta dall’Alleanza Evangelica Mondiale
dalla domenica 4 alla domenica 11 gennaio 1948
E’ con spirito idi preghiera che il
« Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche dltalia» presenta ranniuar
le programma imA^aitioci dall’Alleanza
Evangelica Miondiale, diomandando al
SigmoTe che idovunque si tentanno
queste adunanze vengano benedette
daàla Sua grazia animate dall’efficacia
del suo Spirito.
Sarà la 101 .a volta che, piacendo
al Signóre, si terranno queste aduinanr
ze al principio dell’anno. La partecipaaióne ad esse si è estesa sempre
più in ogni oontiinente e paese.
E’ ibeIU> il pensare ohe, nella stessa settimaina, tSTedeniti di ogni naziioine
e tengua sì uniscono in (spirito di preghiera per inrptorare dal Signore le
stesse benedizioni delle quali la Chiesa ed il mondo hanno tanto bis|ò|gno.
Nel mandare il Programma della
Settimana di Preghiera, il Comitato
organizzatore deirAlleamza Evangelica Mondiale così si esprime :
«ìLa rqgion d’essere della Chiesa
Cristiana è dS porre gli uomini in oontaitto con Cristo mediante l’Evangelo
potenza di Dio per la salvezza di ogni
crederne (Rom. 1 ; 16). Ed è per
mezzo del suo Spirito Santo ohe l’Evangek) può trovare la via del cuore
degli uomini, poiché Lui soltanto può
abbattere gli ostacoli e convincere di
peccato il cuore degli uomini ».
Argomenti di preghiera
Per la Domenica 4 gennaio 1948 si suggeriscono quale argomento di .predicazion© in preparazione delle adunanz© di preghiera : 2 Corinzi 6:1 — Giovanni 17 :
V. 18, 20, 21 — Atti 1:8.
LUNEDI' 5 gennaio
ARGOMENTO GENTRALE :
La Chiesa quale Corpo di
Cristo
Letture Bibliche -. Govanni 17: 1-11;
Efesini 4 : 1-13.
a) Ringraziamento perchè la Chiesa è state chiamate alte vocazitm© di essere li
Corpo di Cristo;
b) Umiliazione per la mancanza nella
Chiesa di un vero spirito di amore e
di unità in Cristo;
(:) Preghiere perchè li Signore ci tergiseli
una chiara visione per i messaggi della
nostra testimonienza; perchè vi sia una
esperienza più profonda in ogni singolo
membro di Chiesa deU’lainoie di Dio
sparso nel cuori per m^zo deBo Spirito
Santo; e per un più intenso ^irito di
(ifiateroB ooopenazione oeBe, relazioni
personali, nella testimonianza e m1 servìzio.
MARTEDÌ' 6 gennaio
ARGOMENTO CENTRALE:
L’Evangelo, metodo di Dia
per la Redenzione dell’uomo
Letture Bibliche : Giovanni 1 : 1,-14; 2
Corinzi 5: Ì4-21 ; Efesini 3: 1-11.
a) Rimgraziameiito per l’amore di Dio manifestetoci mandando i] suo FigUuolb
nel mondo e per la completa sufflcienza
del Vangelo;
b) Umiliazione perchè siamo spe^o tentati
di cercare l’acqua viva ad altre fonti, e
manchiamo prootemare sufflcientemein■te l’unico Nome per il qurie l’uomo può
essere salvato,
c) Preghiere : perchè te Chiesa sia fedele
nel proclamar© il messaggio della salvezza in Cristo, quale risposta al bisogno dell’uomo; perchè il Signore
Chiami e mandi nella sua messe : evangelisti, pastori e dottori; perchè coloro
oh© accettano te salvezza In Cristo ne
'divengano essi banditori in parola ed in
azione.
MERCOLEDÌ' 7 gennaio
ARGOMENTO CENTRALE :
Il messaggio di Cristo nel
suo significato per le Nazioni
Letture Bibliche : Salmo 67; Apocalisse 22: 1-7.
a) Ringraziamento per le assicurazioni dateci dalla Parola di Dio, che U Signore
benedice H popolo che lo onora e per
tutti i oristiand ohe, essendo chiamati a
esercitare un’autorità nello stato o .in Enti pubblid, cercano di portarvi uno spirito cristiano;
b) Umiliazione per il peccato delle nazioni
e lo spirito d’indifferenza eh© tiene gli
uomini lontani da Dio.
c) Preghiere : perchè gli uomini di Dio
abbiano possi'biUtà di esercitare te loro
azione nello Stato e negli Enti pubblici;
perchè gli uomini di Stato sentano te
loro responsabilità di fronte a Dio, e
sia data loro sapienza, perchè nei loro
piató e decisioni cerchino anzitutto la
gloria di Ko; perchè ogni dirigente cristiano possa esser© un testimeme di Cristo in fede e parole senza timore.
GIOVEDÌ' 8 gennaio
ARGOMENTO CENTRALE :
La vocazione che Cristo rivolge alla gioventù
Letture Bibliche : Saltano 34 : 8-22;
Marco IO : 17-22.
a) Ringraztementq per E desiderio servire Cristo che si. è manìfesteto in mólti giovani, e per tutti coloro che cercano di aittterli a crescere nelte. conoscenza di Criato.
b) Umiliazione per te nostra mancanza di
vite e di ardore’'nel presenteire in modo
vivente l’EvanigoIo*alla gioventù;
c) Preghiere perchè d genitori sentano la
responsablEtà porre 11 Cristo al cento» delia vita ^ HamlglSa; perdhlè I).?,
Chiesa abbia la sapienza di poter mostrar© alla gioventù lo scopo deitla vite
e ite 'potènza di Critt) per raggiungerlo f
perclhè tutti gli educatori cristiani ed i
dirigenti delle orgmizzazloni giovani!
sappiano mostrar© J principi cristiani
nella luce della P|rola di Dio.
5
VJ^ERDI' 9 gennaio
ARGOMENTO CENjfifALE :
L Evangelo nelle missioni
interne ed èstere
a) Rmigraziameato per tutti coloro che nel
nostro paese ed all’estero sono i proclamatori deir Evangelo e per tutti coloro
che servendolo fedeltnente sono morti
nei suo servizio; '
b) Umiliazione perchè non sempre aiaimo
capaci di diaoemere i « campi bianchi
da mietere », © .per 4e nostre apatie ne!
proclamare iil messaggio cristiano;
c) Preghiere perchè ^ Chiesa dii Cristo
sappia guardare al mondo con la visio.
'ne di Cristo ; perc^ il popolo ebraico
possa udir© l’appei’i& di Cristo come
suo Messia e Salvie, e si compiano
in suo favor© i pitti di Dio; e perchè
sapienza e forza . Dio siano largit© a
tutti coloro che lavorano in connessione
alle Missioni evait^liche nel nostro
paese ed ali testerò, j»
■
sìIbato io gennaio
argomento CENTRALE :
Il finale disegr
a) Ringraziamento Pii
le potenze delirkif<
contro la Chiesa
:<mo
ripiena dello Spirito
b) Umiliazione per
fidati in noi stessi
di iDio, anziché
rito Santo.
c) Preghiere perchè
■trice dello Spiri.to
o di Dio
irchè sappiamo che
non prevarranno
èsserci troppo spesso
>er compiere l’opera
potenza dello Spila potenza vivificaSanto si mjEiniifesti
neMa vita della Ci desa; perchè si af
fretti l’avvento dèi iftegno di Cristo e la
Chiesa sia trovata «Ippieiranlle» finché
Egli venga; perchè la visione dell’avvento del R^no di Crsto sia largita dai'lo Spirito Santo qiaie ispirazione nel
nostro servizio.
Per la domenica 1 gennaio si suggeriscono predicazioni' tuli’argomen.to della.
Unità Cristiana : « Cle sian tutti uno...
affinchè il mondo creda che tu mi hai
mandato» (Giov. 17: 21) e celeb»azione
di Santa Cena.
Cari fratelli nel Si.gnore, aocosliamoii con umiilità ma cón fede al trono
della grazia, poiché sta scritto : « O
Eterno, tu esaudisci il desiderio degli
umili» (Salmo 10: 17); n Quelli che
invocano U tuo None... Tu li esaudisci; o Eterno, Iddb nostro» (Salmo
99: 4).
E oi dooii il Siignicre di esperimentare altresì 'nella loontunione della pre ghiera: ^Quanto è buono e quanto è
piacevole che frateU dimorino insieme, poiché quivi l’iterno Ha ordinato
che sia la henedizicne » (Salmo 1.33).
Roma, dicembre 1Í47.
VIRGILI^ SOMMA NI
Presidente del üonsíglio Federale
delle Chiese tvangeliche d'Italia.
PS. — Mr. Henri M|rtyn Gooch (Segretario del « World’s ; Evangelica! AHlance» - Bedford Place - London, W.C., 1)
sarà grato a chiuttue vorrà inviargli
RELAZIONI suite elunanze di preghiera. H Consiglio Felerale s'incarica di
trasmettergli quelle ohe gM potranno
pervenir©.
Rinnovate l'tibbonamenio al giornale per l'anno
1948 versando al vostro Pastore o direitaiTente aH'Ainministrazione k somma di
Lira 500
Date al giornale una prova di fedeltà e di interessamento.
V/ SI domanda solo
Lira 500
SOCIETÀ’ DI STDDI lALDESi
. ^ Gasriere ntóMa Sod'età ,di Studi Valdesi,
sig. Ernesto Benech, avendo dovuto rWransi da questo incariioo a causa delle assorbanti oceu^KMü Inerenti alla sua carica
attuale M Seggio della Società stessa, ha
provveduto a sostltuinte jn via provvisoria,
nominando a tal© carica il sig. Abete Geymonat. . “ '
Il Seggio 'medesimo ha espresso la più
viva riconoscenza sia al sig. Benech per l’opera iprMwsa' da lui svolta da più anni in
Geymonat
di sostìitulTlo in quel
I soci sono quindi pregati d’inviare le to
^ Abel© Geymonat, Viale Mazzini, 12, Torre PeMic©.
A tale proposito, si avverte eh© la quota
per Panno in corso 1947-48 è di
E. 200. Soltanto a coloro che avranno vertió la quota, sarà inviato gratuitamente
^“’"'®morativo del centenario
W Bmandpariooe dei Vaittesi. Essi sananr
no poi 'avvertiti a suo tempo dei contriibutì
suipptettivi che sarà necessario versare per
ricever© ■!© altre pubbliicazioni ohe si stanno
preparando per Ja celebrazione del centenario.
_ E’ stata più volt© sottoHneata la necessità che la Biblioteca della Società 'di' St'UdS
Valdesi conservi tutte te pubblicazioni emessejia via data' Chiesa © da altri' Enti
Valetesi, te quali potranno servire per gI5
studiosi deira vvanlre com© una preziosa
documentazione storica, del periodo attuale,
1 signori pastori, i Concistori e gii altri
eventuali editori di ipubblicazioni vaildesi
(Brilettiini di chiese. Relazioni, numeri unici, fogli .periodici, opuscoli, stampe di
propaganda, eoe. ecc.) son© quindi vivamente pregati d’inviare regolarmente tutti
i 'loro stampati alla Biblioteca della Società
e .più papticoilarmeni© ali’archivista prof.
Teofllo Pons. Quest’invio dovrebbe 'per tutti
diventare u^na consuetudine normale, considenando come anche te pubblicazioni piùmodest© possono costituir© per lo storico documenti di notevole utilità.
_ Il fascicolo commemorativo del centenario .del 17 Febbraio « L’Emanoiipazione dei
Valdesi » del prof. David© Bosio sarà spedito entro i) corrente mese di gennaio a
tutti color© che ne hanno prenotato le
coipie. Essi sono quindi pregati d’inviarne
al ipiù presto l’ammontare, in ragion© di
L. 30 ila copia, al Sig. P. L. Pagliai, c.c.p.
2-26833 in Torre Pelldce. A coloro ohe non
avranno versato l’ammontar© stesso, rinvio
sarà fatto in pòrto assegnato.
Pep le ^cuole DomeniGali
Lezione dell'll gennaio 1948
La purificazione del Tempio
Iattura S. Matteo 21 : 12-17. Impanare
21 : 12-17.
La purificazione del Tempio operata da
Gesù avvenne 'il giorno stesso dell’Ingres.
so Trionfale o, al più ardi, il giorno seguente.
Ma quando si dice il Tempio, non dobbiamo qui 'pensare a qualcosa di slmite
ai templi che oonosoiiamo. Ili Tempio di
Gerusailemme, già costruito dal Re Saliamone, poi ricosfruito da ZorobabeJe dopo il
ritorno dairesilio, e quiindi rifatto da Erode il grande m quarantasei an'ni di tevoro,
era un immenso edificio sulla oodlina di
Moria, costituito da un vasto complesso di
costruzioni, sul qual© dominava il Tempio
propriamente detto, separato nettamente
dagli 'altri edifici minori, e che comiprendeva II Luogo Santo e il Luogo Saintissiimo
Sul davanti vi erano dei grandi padiglioni,
e cioè i cortili dei Gentili, cui avevano
accesso anche i pagani, il cortite dell© donne e il cortite degli uomini, con intornio
una profusión© di magnifici porticati e una
quantità idi locali iper i vari usi del culto.
il COTti'l© dei Gentili, dove Gesù operò
la ptuiflcariane, era aperto al mercato dei
venditori chi© fornivano ai fedeli te vittime
per i sacrifici, bovini, ovini © piccioni, e al
traffico dei cambia valute che cambiavane
la moneta ai moltissimi Israeliti venuti pet
le Feste Pasquali fin diail© più lontane regioni. E quest© oonunercio era anunesso
dalle autorità del Tempio.
Vi erano pertanto in questo luogo un’agitazione © rumori assordanti ohe stonavaino con la solennità del luogo; © 1© frodi
oontinuate di questi mercanti © cambia valute ne costituivano una stridente profanazione. Per cui Gesù, mosso da una grande indignazione, e facendo uso della sua
autorità messianica, prese ad. un tratto a
rovesciare con sainta violenza 'te tavole e
panche di queflla gente, e dato di piglio ad
una sferza, li cacciò tutti fuori, insieme a
p^r© e buio, gridando : Egli è scritto : La
m.ia casa sarà chiam.aita una casa di orazione; ma voi ne_ fate una spelionca di ladroni !
Era una citiazione combinata di due parole
dW profeti Isaia © Geremia. E tutti, soggiogati da quella imperiosa iti'gi.unzione,
sgombrarono il Tempio senza fiatare. Ed
ecco accorrere a ilui, pieni di bramosa fiducia, una quantità d’infermi, ciechi e zoppi. E Gesù, tonnato aHa sua missiion© d’amore, li sanò.
! FANCIULLI.
Neirenturiasmo generale dei discepoli e
ammiratori, si distinguevano 1 fanciuffl che,
giubilanti, gridavano in coro : OsMina al
FigMuol di Davide! e con te toro grida
festose si divertivano un mondo a coprire i
mormorii di quei guasta feste di scribi e
sacerdoti, che, sdi^nati, protestavano per
queste acclamaziooi. Ma subito Gesù prese
te parti dei fanciulli rispondendo a ook
gioiosamente : Non avete mai letto : D«
bocca dei fanduilli e dei tettanti hai traiju
lode? (Salmo 8:2). E liaeciatili, se n© antt
fuori della città.
INSEGNAMENTI.
il T'empio è 'la casa dèi Sdigniore, ©
di orazion©. Perciò è un. luogo sacro, r»
ohe se i nostri templi mancano di queffl’ar
e di quelle amamenitazioni eh© giovano
r ennltà, dobbiamo entrarvi e compc
vici loon grande rispetto © riiverenza' : è
casa del .Signore.
Nip, Gesù non è soltanto © sempre
Matttoo mansueto © dagli aecentó soavi
amiamo a rappresentarci; ma anche, qt
do occorra, il giudice severo che adì,
la sferza.
EgH ama i fanciuMd di un amor© partìco-.#
lare, gode della, loro compagnia e si rall©.^
gra delle toro lodi. Non c’è bambino cha4
non possa comprendere il suo amore, chaj
non debba rispondere al suo invito quandb'^
eigM die© : Lasciate venire a me i piccoli'
fanoiul'll.
G. Bonnet
L’Avvocato ETTORE SERAFINO comu-,
nica oh© dal l.o gennaio 1948 ha trasferito 1
studio ed abitazione .in PIAZZA GARI.
BALDI, 8 — PINEROLO — TEL. 484.
Recapito in Torino : presso studio Avv,
Vallano — Corso Matteotti, 29 — Tel
n. 45356.
i^r. Resp. Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE "L'ALPINA«
Torre Pelliee
Dopo breve malattia si è spento serena^'},
mente in Firenze all’alba del giorno di Natale II
DqII« Cnrice Meynisr
pastore Emerito della Chiesa Valdese ^
Ne danno il doloroso annunzio la figlia
Margherita col marito dr. Emilio Gay e'^
bimbe; la nipote Bianca Meynier col mari-^
io dr. Ermanno Decker e bimbi; il cognato"'
ing. Enrico Bounous e i nipoti Miìdred,
Franco e Marcello; la cugina Irma coi ma-A
Tifo prof. Silvio Pons e figli.
,(( Va bene, buono © fedel servito-}
re : entra nella gioia del tuo Signore » (Mat. XXV : 23).
Nell'impossibilità di farlo direttamente,-S.
la famiglia della compianta à
Milca Paachatio «ad. Qardiei i -l
esprìme la sua viva riconoscenza al pastore^
sig. Beri, ai parenti, ai vicini di casa ed amici che sono stati larghi di aiuto e di
conforto, a tutti quelli che con presenza t 5
con scritti hanno preso parte al suo grande dolore. ..j*;
Tinte, S. Sec. di Pin. 22 - 12 - 1947.
La famiglia della compianta
Anna Michalln Lauaarol
vadova Armand Hugan
profondamente commossa ringrazia quanti si
unirono a lei nel suo dolore. |
Torre Pe.llio© (Copp.ieri di Villa), 24 diccimbre 1947. ‘‘1
iimiMisi-iiiu
Il dr. DANIELE ROCHAT
visita a TORRE PELLICE
lutti i venerdì dalle
10 alle 12 presso il
dr. GardioI Tel. 77
LA CHIESA NEI SEGOLI
Dì GIOVANNIMIEGCE
Volume di pagine 152 - L. 250
Qijesto libro, scritto per i ragazzi della
scuola media, è offerto a tutti coloro
che desiderano avere, in poche pagine,
una visione panoramica della storia
della Chiesa r Esso è il terzo di una
serie, dedicata alle origini e allo svir
lappo del Cristianesimo. / due primi
volumi, di prossima pubblicazione,
hanno per titolo: Gesù e l'Evangelo e
Gli Atti degli Apostoli