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Caga Valdese
torre pellicr
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte ie vostre trasgressioni per ie quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIX - N. 26
Una copia Li re 30
ABBONAMENTI
Î
Eco: L. 1.200 per l’interno | Eco e La Luce: L. 1.800 per l’interno I Spediz. abb. postale - (I Gruppo
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lavorare per la pace
TORRE FELL1C:E 26 Giugno 1959
Ammin. Clandiana Torre Pollice - C.C.P. 2-17557
La conferenza di Ginevra si è chiusa in tono di sconforto e di quasi
fallimento. Dopo (Settimane di discorsi e di proposte i ministri si sono lasciati al punto di prima senza
aver fatto grandi progressi sulla via
ilella pace. La prova è stata chiara
che da nessuna parte c’era seria volontà d’intesa, che da nessuna parte
SI voleva fare uno sforzo per capire
idi altri che nè all’est nè all’ovesl
-1 è presa in seria considerazione la
possibilità di una « distensione » di
un « dialogo ». Di chi la colpa? Gli
liinericani affermano che sono re-jjonsabili i russi, i russi affermano
che sono gli americani, gli inglesi
diranno che sono tutti e due. Ognuno accuserà gli altri e si metterà la
( uscienza a posto. Ognuno cercherà
di giustificarsi davanti alla storia e
davanti ai propri cittadini; ognuno
tlirà : per conto mio ho fatto tutto
i! mio possibile, ho cercato tutte le
vie; se ic, cose sono andate così è perchè gli altri sono imperialisti e falsi e non vogliono la pace.
A questa buona coscienza dei gran
di fa riscontro la buona coscienza
dei popoli dei privati cittadini che
non hanno da decidere la sorte dei
mondo, la nostra buona coscienza.
In definitiva che peso abbiamo noi
in queste assemblee? Nessuno. Fossimo noi al tavolo rotondo le cose sarebbero state risolte da lungo tempo, ma noi abbiamo solo il nostro
lavoro ed i nostri fastidi e non sia
ino fra i grandi che fanno la storia.
In fondo siamo innocenti; se non riescono a mettersi d’accordo non ne
possiamo nulla. Tranquilizziamo in
(luesto modo i nostri eventuali dubbi. fi la nostra coscienza si tranquillizza per un’altra ragione ancora, anchp se meno esplicita, si sapeva già
da prima che non avrebbero conclu
so nulla di buono a Ginevra, prima
(Ile cominciassero i lavori sapevamo
già che se ne sarebbero andati a ca
ca dopo tjualcbe settimana di vacan
za senza nulla di fatto. Era chiaro
I grandi hanno la coscienza a po
sto ed hanno salvato la faccia per
chè si danno l’un l’altro la colpa d
questo fallimento; noi privati citta
dini abbiamo pure la coscienza a po
sto perchè non siamo responsabili di
quanto i nostri capi fanno o non fanno, dicono o non dicono e se le cose
non vanno come vorremmo e come
ci sembra dovrebbero andare la colpa è loro.
Eppure... è possibile una distensione, è possibile vivere insieme su
questa terra da uomini e non da bestie in agguato, è possibile che avversari, individui che pensano diversamente si incontrino e si intendano. Lo crediamo contro tutto e
malgrado tutto. E’ possibile se ognuno solo per un momento prende in
considerazione le parole, le paure, i
dubbi, i problemi dell’altro, è possibile se ognuno solo per un momento rispetta le opinioni altrui e non
le giudica in blocco come ipoerisii'
e menzogne.
A noi come credenti è chiesto di
essere uomini di pace che lavorano
alla pace. Ci è chiesto di non lasciarci prendere dalle propagande di destra e di sinistra da coloro che gridano alla crociata contro l’uno e
l’altro... Ci è chiesto di non lasciarci sedurre da coloro che dicono: noi
siamo i buoni, loro i cattivi, noi occidentali siamo nella verità, loro di
oriente sono in ogni perversione ed
errore, oppure: loro d’oriente sono
nella perfezione e noi nell’oppressione. Ci è chiesto di ragionare, di
pensare, di mantenere le nostre ri
serve di fronte a tutte le propagande e di non lasciarci prendere l’a
iiiino ed il cuore dallo spirito di
guerra. Cosi facendo saremo facitori di pace, stenderemo attorno a noi
i) rispetto per la verità e per le creature umane, diffonderemo pensieri e
parole di pace.
Non sono le conferenze al vertice
che fanno la pace, sono gli incontri
alla base nei campi, nelle officine,
nelle strade o nelle scuole sono negli
incontri di tutti i giorni con uomini
che pensano come noi o diversamente da noi che si crea e sviluppa lo
spirito della pace.
La conferenza di Ginevra può essere fallita e possono fallire altre
conferenze ma a noi è chiesto ancora
una volta e sempre di essere uomini
(t che procurano la pace ».
G. Tourn
La seduta linangnrale del Sinodo della Cliiesa Riformata di Francia nella ((F|lise de l’Oratoire» a Pari|i
Ricordi della Riforma e memorie valdesi
A PARIGI
Si è parlato molto in questi ultimi,
tempi delle grandi celebrazioni storiche e religiose che si sono svolte a
Ginevra in occasione del Giubileo
Riformato. In realtà esse hanno avuto inizio a Parigi una settimana prima con il 400o Sinodo della Chiesa
Riformata di Francia al quale ho par.
tecipato in rappresentanza della Chiesa Valdese. M’è mancato il tempo di
scriverne per informare i lettori; non
voglio tuttavia privarli d’una rievocazione storica ricca di significato
per noi e per le chiese Riformate nel
mondo.
L’importanza di questo Sinodo è
stata infatti sentita dovunque ci sono delle Chiese che si riallacciano
spiritualmente e storicamente alla figura di Calvino ed alla sua opera
Numerosi i delegati accorsi da tutti
i continenti, persino dal Giappone e
dalla Nuova Zelanda. La seduta inaugurale è stata preceduta da un
pellegrinaggio storico nella città di
Noyon, alla casa natale di Giovanni
Calvino, e da un ricevimento signorile e semplice al tempo stesso all’Ambasciata di Svizzera a Parigi, dove
autorità ecclesiastiche e delegati esteri sono stati cordialmente accolti
daH’Ambasciatore, S. E. Micheli, discendente d’una delle numerose famiglie italiane emigrate a Ginevra
nel XVI secolo per motivi-di- religione. Parlando con lui, ho, così appreso che la sua famiglia, di origine veneta, trasferita poi a Lucca, era giunta alla fede evangelica per mezzi
del riformatore Pier Martire Vermigli.
La mattina seguente, il 27 maggio,
eravamo tutti riuniti alla grande
chiesa deli Oratoire, dove si svolsero
poi i lavori sinodali. Tutti i Pastori,
comprese le rappresentanze estere,
erano in toga. La presidenza del Sinodo era affidata al Pastore Paul
Bouvier di Bordeaux. Si sentiva una
atmosfera di intensa partecipazione
di ricordi storici del passato, nella
testimondanza della comune fede e
nella stessa solenne confessione dei
peccati : « Seigneur Dieu, Pére Eternel et tout Puissant, nous reconnaissons et nous confesaons devant ta
Salute Majesté que nous sommes de
pauvres pécheurs... ». Davanti a me il
Past. Pradewaud, Segretario generale
dell’Alleanza Riformata, il Pastore
Bourguet, Presidente del « Consei)
National» della Chiesa Riformata, il
Rettore dell’Università di Ginevra,
Prof. Courvoisier, il Presidente della
Federazione delle Chiese Scolastiche
di Francia, Past. Marc Boegner del
quale sono stato ospite, fratemamen
te accolto durante il mio soggiorno
parigino.
La seduta inaugurale ha avuto il
tono delia rievocazione storica e gli
accenti della lode a Dio : « Soli Deo
Gloria ». Quattrocento anni or sono,
in una oscura strada di Parigi, ora
Rue Visconti, si teneva in modo clan
destino il primo Sinodo della Chiesa
Riformata di Francia, convocato, da,
Antoine'de Chandièu e prèsièiiuto da
Francois de Morel. Erano i primi
tempi in cui la Bibbia riacquistava
nell’animo di molti tutta la sua validità in fatto di dottrina cristiana,
ma anche tempi di avversità in cui
la coniessione della fede si pagava
spesso al prezzo della vita. Eravamo
nella « Eglise de TOratoire »; non potevamo non pensare che lì accanto,
a pochi passi, c'è ancora oggi la chiesa che, prima fra tutte le chiese cattoliche ai Parigi, diede il segnale della strage compiuta la «notte di S.
Bartolomeo» (1572). E non si poteva
non render grazie a Dio perene oggi
non è più così; come giustamente diceva il Past. Bourguet, oggi le campane dell una e deU’altra chiesa richiamano i credenti all’aaorazioiie di
Dio, in pienezza di libertà.
C’era aH’ordine del giorno un argomento di alta attualità : « L« Chrislianisme et les grandes idéologies,
spécialement le Marxisme ». Il Sinodo della Chiesa Riformata di Francia non teme di affrontare ogni anno
qualche problema fortemente impegnativo e lo la con la consapevolezza,
a parer nostro giustificato, di dover
lisaminare ie idee e gli avvenimenti
(ìell’ora presente alla luce di una co
scienza cristiana, nella base alla parola di Dio. In questo modo la fede
e l'impegrio del credente s’inseriscono
nel vivo della storia e della vita contemporanea. E’ evidente che su questi prablemi non si possa sempre tro
vare un accordo perfetto e non si voglia determinare in modo assoluto la
condotta dei credenti; le chiese, però, sono chiamate a riflettere, a pensare seriamente in termini di testimonianza attuale e di concreta responsabilità davanti alle nazioni oltre ohe davanti all’altare soltanto.
Ma il Sinodo s’è riallacciato al passato lontano per altre vie. Quattrocento anni or sono, a Parigi, il primo Sinodo della Chiesa Rifonnata
di Francia formulava una « Discipline ecclésiastique » e una « Confession
de l'oi ». Con la « Discipline ecclésiastique » s’intendeva porre termine alla
improvvisazione che aveva caratterizzato la costituzione delle prime
chiese riformate; mediante la «Confession de foi» del 1559 si volevano
giustificare davanti al Re ed alle Autorità le ragioni profonde della fede
riformata; «les pauvres fidèles qui
sont injustement diffamés et affligés par le Royaume de France », erano quelli che confessavano la loro
fede. Merita ricordare che quella Confessione di fede (detta poi della Rochelle perchè approvata nel 1571 in
quella città) fu tradotta in italiano
nel 1560 dallo storico valdese Scipione Lentolo.
L’attuale Sinodo ha ripreso alcuni
temi di quello del 1559. Ha meditato
a lungo, dopo aver consultato i Sinodi regionali, ed ha approvato una
nuova « Discipline ecclésiastique »
per le chiese Riformate di oggi. Ha
più volte cantato gli antichi salmi
^ugonotti; ha rievocato le sofferenze
■'"èd il martìrio di molti confessori della fede, noti ed ignoti, con una impressiva ed austera cerimonia davanti al monumento dell’ammiraglio Gaspard De Coligny, una delle prime
vittime della notte di S. Bartolomeo.
Noi Pastori eravamo tutti in toga;
una voce solenne s’innalzava al di
sopra del traffico stradale e ridiceva
le grandi parole del predicatore Bersier in memoria delle vittime della
Revoca dell’Editto di Nantes. Sulla
lapide ai piedi del monumento ho
letto queste nobili parole di Coligny:
« J’oublierai bien volontiers toutes
choses qui ne toucheront que mon
particulier soit d’injures et d’outrages pourvu qu’en ce qui touche la
gloire de Dieu et le repos public il y
puisse avoir sûreté» (1517-1572).
Una serata è stata dedicata nella
« Eglise de Pentemont » al conferimento dei dottorati « honoris causa »
da parte delle Facoltà di teologia di
Parigi e di Montpellier. Un lungo corteo di toghe di vari colori ha percorso il tempio colmo di gen'.o In assenza del t'rcif. Giovanni Vliegge del
la nostra Facoltà, mi si è chiesto di
sostituirlo fra gli otto neo-dottori;
ho così ascoltato l’elogio latto al Prof.
Miegge, altamente stimato all’esteTO ed ho ricevuto, per trasmetterlo
a lui, il grado accademico «honoris
causa»; cosa che ho latto a Roma
in occasione di una riunione speciale.
I delegati stranieri sono stati privilegiati in quanto hanno avuto modo
di conoscere da vicino vari aspetti
del Protestantesimo Riformato francese. Sono stato invitato a pranzo alla « Société des Missions », ho visitato insieme ad altri delegati la « Cimade» che compie un’opera di solidarietà cristiana in mezzo ai profu
ghi ed ai derelitti. Ho percorso le sale della esposizione di antichi documenti storici protestanti e vi ho notato con gioia la « Bibbia di Olivetano » cosi intimamente legata al Sino
do Valdese di Chanforan del 1532.
Abbiamo partecipato con una folla
di alcune migliaia di persone alle
conferenze del Past. Vidal su: «La
Réforme et l’homme » e del Dr. Wisser’t Hooft, Segretario (Generale del
Consiglio Ecumenico su; «La Réforme et le monde », nell’ampia sala della « Mutualité » dove una magnifica
corale ha confessato col canto la fede dei riformatori, costruita sul fondamento eterno della Parola di Dio,
A MARSIGLIA
E non si stupiranno i lettori se, in
un viaggio di 17 giorni, ho trovato
modo di occuparmi anche dei Valdesi; l’ho fatto, anzi, con particolare
interessamento.
A Parigi, la sera del mio arrivo, ho
presieduto una riunione di Valdesi
convocati dal Dr. Eros Vicari, dell’Ambasciata d’Italia, nella sua dimo.
ra gentilmente messa a disposione,
E’ stata una simpatica serata in cui
ho conosciuto varie persone alle quali ho recato notizie della Chiesa Valdese nel suo insieme. E speriamo che
si possa costituire a Parigi una
« Union Vaudoise » per rinsaldare i
vincoli tra i Valdesi e con la Chiesa madre.
A Ginevra ho rivolto la parola alla
comunità italiana in occasione del
culto serale a St. GervaLs, insieme ai
Pa.stori Enrico Tron e Gino Conte.
Infine, domenica 7 giugno, ero con
130 Valdesi di Marsiglia e con il loro
presidente, Mr. Henri Poet, nelle canipagne del Luberon, anticamente abitate da Valdesi, anche prima della
Riforma, La storia, infatti, c’insegna
che nel XV secolo molte famiglie
Valdesi s’erano stabilite in Provenza
per coltivare quelle terre, chiamate
dalla famigla dei Bolleri, signori di
Centallo nel marchesato di Saluzzo.
Nel 1533 si contavano più di 6000 famiglie Valdesi in Provenza; la regione fu sottoposta successivamente a
stragi e persecuzioni e i Valdesi furono dispersi.
I Valdesi di Marsiglia hanno voluto
conoscere quella regione e mi hanno pregato di accompagnarli. Nel
ternpio di Lourmarin ho presieduto
il culto; e, il pomeriggio, non senza
commozione, ci siamo riuniti nel vecchio tempio di Mérindol, dove, con
l'aiuto di alcune pagine dello storico
Giovanni Jalla, ho fatto rivivere le
vicende del passato. Mérindol, infatti, secondo il Jalla, fu fondato da Val.
desi di Prarostino e di Miradolo; altri Valdesi si stabilirono nella valle
d’Aignes, a Cabrières, Peypin, la Motte, Saint Martin, La Tour ecc. Sul
tardo pomeriggio siamo saliti sulla
sommità di un colle sovrastante il
villaggio dove, ancora oggi, in mezzo
ad una vegetazione lussureggiante, si
scorgono i ruderi delle antiche case
Valdesi, abbandonate nell’ora della
persecuzione.
La sera eravamo di ritorno in città. Alcune visite a famiglie Valdesi,
un ringraziamento alle famiglie Poet
e Pons che mi avevano gentilmente
ospitato e poi la partenza per l’Italia
e il viaggio notturno verso Roma.
Da Agape, i miei impegni mi avevano condotto a Parigi, a Ginevra ed
a Marsiglia. Un viaggio assai lungo,
ma ricco di incontri e di conversazioni. Pensando sopratutto ai Valdesi
residenti in quelle città, e nel ricordo
del passato, al saluto cordiale aggiungo l’esortazione di Paolo apostolo;
« Vegliate, state fermi nella fede, portatevi virilmente, fortificatevi ».
Ermanno Rostan
2
2 —
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
26 giugno 1959
Notizie da! Béiaia
V-1->
Nei giorni 7, 8 e 9 Giugno si è riunito
il Sinodo della chiesa nazionale belga nella cittadina di Dour (Hainaut), nel Borinage. Caratteristica di questa Chiesa è
quella di riunire un certo numero di comunità riformate la cui esistenza è riconosciuta di volta in volta con decreto reale.
Lo Stato le provvede di edifici per il culto,
di casa pastorale, e di stipendio per il pastore. Mentre le altre chiese evangeliche
hanno una esistenza di fatto come associazioni senza scopo lucrativo, non godono
di alcun riconoscimento dello Stato in
quanto chiese. Quindi è esclusivamente alla « Union d’Eglises » cioè alla chiesa nazionale che lo Stato si rivolge per tutto
quanto concerne le relazioni dello Stato
stesso con il protestantesimo e i protestanti. Così, p. es., per organizzare il servizio
di cappellania evangelica nei reparti delle
forze armate in Belgio e nel Congo, per
organizzare i corsi di istruzione religiosa
nelle scuole per gli alunni evangelici, per
la cappellania negli ospedali ecc. ecc. Le
altre chiese evangeliche sono ignorate dallo Stato che si limita a vigilare che adempiano alle condizioni di tutte le associazioni non commerciali.
Problemi ecclesiastici
Il Sinodo di quest’anno non è stato particolarmente agitato, poiché soltanto lo
scorso anno è stato approvato un completo
rifacimento degli statuti e regolamenti che
ha richiesto fra l’altro anche due sessioni
straordinarie. Interessante i| modo in cui
viene presentata la relazione delle chiese:
regione per regione (noi diremmo: distretto per distretto) il rapporto passa in
rassegna le varie attività, come: Concistori, Culti, Ss. DD., Catechismo, Gioventù,
Missioni, Finanze, varie; e per ogni voce
ricorda quello che si è realizzato (o trascurato) in ciascuna comunità. L’ascolto e
la lettura di un rapporto così compilato
risulta molto piu attraente di quanto non
una successione di relazioni di comunità molto simili l’una all’altra almeno
nella forma.
Un problema particolare che attira quest anno 1 attenzione del Sinodo è quello
del matrimonio, sul quale una commissione ad hoc presenta un dettagliato rapporto.. Elsso afferma che è vano studiare i
provvedimenti da prendere in caso di fallimento del matrimonio se prima non si fa
tutto ¡1 possibile per preparare i giovani ad
affrontare con serietà e con coscienza quel
passo. L’altro aspetto del problema è l’atteggiamento che le chiese dovrebbero assumere di fronte al divorzio e al matrimonio
di divorziati. Osserviamo che questi problemi si presentano aUo studio delle Chiese protestanti in molti paesi ove il divorzio è contemplato dalla legislazione e mette le chiese di fronte a situazioni di fatto
che la obbligano ad assumere degli atteggiamenti coerenti e evangelici.
Per la prima volta è presentato un rapporto sulle attività giovanili, essendosi costituita una commissione a questo scopo
nel Sinodo del 1958. Questo rapporto ha
quindi una forma caratteristica di « inventario » di quel che esisteva nelle comunità
quanto a attività per i fanciulli e per i giovani, rivelando una varietà notevole di iniziative locali. Sul piano delle realizzazioni
pratiche, la commissione si è dedicata ad
organizzare delle colonie estive con turni
in lingua francese ed in fiammingo.
Cattolicesimo
e laicismo
Queste due forze spirituali sono al tempo
stesso i due fronti sui quali il protestante
simo belga deve combattere. Anche se nei
rapporti presentati al Sinodo non risuona
la nota polemica, essa appare nei diversi
interventi a più riprese. Cosi p. es. il cappellano capo delle forze armate segnala la
persistente azione del cattolicesimo tendente a sgretolare pian piano le posizioni acquisite delle chiese evangeliche, facendo
leva di volta in volta, e sovente anche in
mala fede, sul numero dei militari protestanti, sulla proporzione fra questo numero e quello dei cappelani, sul carattere
« scandaloso » di una quasi-equiparazione
delle due fedi per la coscienza religiosa
del popolo belga in maggioranza cattolico
ecc.
Sul fronte del laicismo registriamo le
preoccupazioni suscitate in alcuni ambienti da una nuova regolamentazione scolastica per cui il voto di religione cessa di
« fare media » con gli altri. Questo provvedimento potrebbe portare, secondo alcuni, a una svalutazione dell’insegnamento
della religione da parte degli alunni e delle loro famiglie D’altra parte ad una più
attenta osservazione risulta che esso può
preoccupare gli insegnanti cattolici, ai
quali riesce sovente diffìcile tenere a bada
numerose scolaresche senza lo spauracchio
del voto, ma che gli insegnanti evangelici,
che sono molto spesso dei pastori, hanno
pochissimi alunni per classe, e quindi sufficiente autorità e prestigio per poter continuare a fare buon uso delle loro due ore
settimanali.
itConclusione
i'V- '
Pur nutrendo delle l|ir^onde riserve sulla « ufficialità » in cut lo Stato tiene questa Chiesa, siamo stati riconoscenti di poter partecipare al suo Sìnòdo e portarvi il
saluto della Chiesa Valdese. Molte delle
libertà del protestantesimo belga ci hanno
vivamente sorpresi pelando che il Belgio
è pur sempre una delle roccaforti del catr
tolicesimo.
Ma non dobbiamo illudérci che le libertà costituzionali — persino l’ufficialità
della Chiesa — siano Ha condizione sufficiente per una maggiore vitalità, perchè,
come concludeva il rapporto della direzione Sinodale, « nous faisons trop peu et en
Belgique et en Afrique pour apporter à
nos contemporains le message de Jésus
Christ». E: «Nous nous devons de prendfe toujours mieux à coeur l’exortation de
1 apôtre Paul: Malheur à moi si je n’évangélise ».
B. CoRSAM
Chiediamo scusa ai jgen. D. dalla e
A. Rivoir se rimandiamo al prossimo
numero la loro risposta. La discussione in corso sull’Obiezione di coscienza ha avuto altri interventi: il past.
P. Bosio e il _sig. E. IBeux. Le loro
lettere sono già compóste e saranno
quanto prima pubblicate. Red.
# JEAN IV, 18
L'Amour parfait bannit
la crainte
C est immense, cet acte de Dieu décidant que tout rapport entre
Lui et toi sera réduit à celui de I Amour ; que tu ne seras plus jugé
sur tes actes mais sur ton amour; qu'il n'aura plus sur toi d'autre autorité que celle de l'Amour. Il en résulte que tu dois veiller plus que
sur ta propre vie à la qualité de l'amour qui nourrit ton coeur.
Quand le vieil apôtre écrit son hymne au Dieu d'amour, il est arrivé à un degré de sainteté que sans doute tu n'as pas atteint. C'est
à ce degré suprême que Dieu se manifeste à nous comme un égal à
son éga'.
Avant cela il faut passer par une période où notre amour pour
Dieu est plein de crainte; et cette crainte même est un progrès sur
I assurance facile et impie qui traite Dieu en camarade. Tu n'as le droit
que de courber ta vie devant la sainteté de Dieu, de trembler devant
Lui : c est Lui seul qui élève. Avant qu'on te dise « monte plus haut ! »
c est la dernière place qu'il te faut prendre.
Lorsque tu auras mis dans ton amour toute ton humiliation, tout
ton désespoir de n'être bon qu'à décevoir ton Maître, quand tu Lui
auras apporté ton adoration toute chargée de repentir et de crainte,
c'est Lui-même qui viendra te rassurer, et t'installer malgré toi dans
Sa familiarité. Tu connaîtras alors l'amour parfait; tu sauras que c'est
la victoire que Son amour impose à ta crainte.
(Paix et Liberté) Philippe Vernier
ANCORA SÜLLA AUTONOMIA
parere di un pastore
emerito
Lo dobbiamo affrontare e studiare a
fondo una buona volta. E’ un problema
grave, la cui impiertanza non dobbiamo più
oltre sottovalutare.
Concordo pienamente con quanto ha
scritto il Pastore Franco Sommani nel nostro giornale del 19 giugno. Giustissima
l’osservazione che s’è perduto di vista il
significato vero dell’autonomia ecclesiastica : quella dei doveri cui deve attendere
ogni Comunità. Mentre l’autonomia moltissimi la intendono come un diritto acquisito. Rimettere in giusta luce il vero significato della autonomia è una urgente
necessità per il bene di tutta la Chiesa.
Molto ci sarebbe da dire. Ci limiteremo in
queste righe ad un aspetto particolare dell’autonomia.
Dice bene Franco Sommani che nella valutazione generale Autonomia è più o meno sinonimo di Diritti acquisiti, ed in particular modo di eleggersi il proprio Pastore, Proprio così. Le varie condizioni prescritte dai Regolamenti sono in grandissima parte dimenticate. Di una cosa soltanto
tulli si ricordano; del diritto di eleggersi
il proprio Pastore.
Ora, idealmente sarebbe una cosa bella
la chiamala cosciente e fervida rivolta ad
un Pastore che da un appello spontaneo,
sincero, fatto con spirito cristiano, si sentirebbe incoraggiato ad entrare in un nuovo campo di lavoro.
Ma ci preme attirare l’attenzione sopra
un fatto cui s’è accennato nella recente
Conferenza del I Distretto. Salvo pochissime Comunità del campo di evangelizzazio
19-29 agosto 1959
Incontro biblico
e di iormazione cristiana per adotti
Chambón - sur - Lignon ( Aita Loira - Francia )
Le Chiese evangeliche dei
paesi latini d'Europa hanno studiato insieme il problema della
formazione dei « laici » in vista del loro attivo inserimento
non solo nella vita ecclesiastica,
ma anche nella loro attività
professionale. A tale scopo saranno svolte nei vari paesi attività in comune, conferenze, incontri e sarà preparato del materiale di studio.
Il primo di tali incontri avrà
luogo a Chambon-sur-Lignon
dal 19 al 29 Agosto, e sarebbe
una buona cosa se un gruppo
di laici italiani vi partecipasse.
Il PROGRAMMA dell'incontro comprende: al mattino, una
serie di studi sui Salmi, presentati dal Prof. Georges Pidoux :
« Dio parla, la Chiesa risponde ». Al pomeriggio, una serie
di 6 studi e discussioni, preparati da un gruppo di teologi e
laici impegnati nella vita professionale, sul tema : « L'appel
lo di Dio e il servizio di Cristo ».
Gli studi e le conversazioni saranno in lingua francese.
ALLOGGIO: L'alloggio ed il
vitto per i partecipanti sono
previsti alla casa « L'accueil fraternel », al prezzo di franchi
francesi 1200 al giorno.
ISCRIZIONI : Sia per la partecipazione all'incontro (tassa
di iscrizione franchi fr. 1000)
che per il soggiorno all'« Accueil fraternel », iscriversi al
più presto presso il Past. Baker,
« L'accueil fraternel », Chambon-sur-Lignon (Haute Loire) CCP Lyon 2617.41.
E' possibile ottenere qualche
rimborso delle spese di viaggio; farne eventualmente richiesta al corrispondente per
l'Italia, Giovanni Bogo, Via della Signora 6,- Milano.
Allo stesso comunicare possibilmente comunque la propria
partecipazione all'incontro.
ne il diritto di elezione del proprio Pastore
e limitato alle Parrocchie delle Valli Valdesi. Ma si tratta di un diritto puramente
tradizionale. Ora, la tradizione è una gran
bella cosa quand’è basala sul buon fondamento. Ma essa può anche essere malintesa,
ingiusta, nociva. Intanto,' salvo pochissime
eccezioni, le nostre Comunità delle Valli
non rispo^ono alle condizioni prescritte
dall articolo 6 dei Regolamenti, paragrafi
ci e d) E CIO malgrado, la loro autonomia
e considerata intangibile. E’ un diritto storico, una eredità. Guai a chi la tocca! Ora
pensiamoci bene. Vi sono nel nostro campo di evangelizzazione delle Comunità viventi, fedeli nella missione evangelistica,
generose nel contribuire alle Opere della
luesa, e ciò non di Bado con vero spirito
come lo richiede il
suddetto articolo del Regolamento. Ma siccome non raggiungono il numero prescritto
di membri comunicanti, non possono essere autonome.
Quindi una situazione assolutamente as
I.arfe pl' morale: da una
parte, Chiese viventi, fedeli nell’adempiere
ai piu importanti doveri prescritti dai Regolamenti alle quali Pautonomia è negata,
— e, dall altra parte, delle Chiese in cui
scarseggiano putroppo il fervore di vita e
10 spinto di sawificio (vedi le relazioni
alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo)
ma che rivendicano il diritto all’auton«!
■ma. Ora, amici miei, è giusto, questo, oppure e ...iniquo?
■ ^11 ®*'*^®onato al modo non sempre nè
intelligente nè edificante con cui si fanno
talvolta le elezioni pastorali. Ma una cosa
mi preme far ora presente. Ritengo che
nelle condizioni attuali della nostra Chiesa, la Tavola dovrebbe avere assolutamente
le mani libere per la sistemazione di tutto
11 campo ecclesiastico. La sua azione in tal
senso è ora spesso incerta ed ostacolata
dalle elezioni pastorali. Oltre a ciò, l’Animinislrazione conosce bene la fisionomia
particolare d’ogni singola Comunità, ed
anche le particolari attitudini d’ogni singoio Pastore. Essa è quindi in grado di fare
delle buone designazioni. Certamente, la
lavóla non è infallibile. Non lo è mai stata, non lo è, e non lo sarà. Ma essa veglia
con amore sulle Comunità, e cerca di prov.
vedere nel miglior modo. Ecco perchè da
molti anni sono profondamente convinto
^ ^ abolire le elezioni pasto
rali. Forse susciterò fiere proteste. Ma so
di parlare in nome della giustizia e per
il vero bene della nostra Chiesa. ,
¡ìf Hf Si
Fra i tanti inconvenienti derivanti dal
nostro attuale sistema elettorale, ne segnalerò ancora soltanto due. 11 primo si riferisce all articolo 15 dei Regol., il quale
prescrive che una Chiesa autonoma non
può nominare un Pastore che non abbia
almeno cinque anni di servizio dopo la sua
conpicrazione, ed è anche escluso il Pastore
di Chiesa autonoma che non vi abbia compiuto un minimo di almeno cinque anni.
La recente Conferenza di Torre Pellice
ha votato un ordine del giorno, chiedendo
al Sinodo di riesaminare la formulazione
del suddetto articolo, tenendo presente la
ormai accertala difficoltà delle Chiese di
alta montagna di nominare il loro Pastore.
Benissimo. Ma si corre il pericolo di ricadere in un grave antico inconveniente che
per tanti anni si fece sentire nelle Chiese
d alta montagna. Eisse nominavano per lo
più dei giovani Pastori appena consacrati
i quali accettavano, in attesa d’essere chiamati altrove... Negli antichi archivi delje
nostre care e buone Comunità alpestri, v’è
un elenco impressionante di Pastori che vi
lecere un brevissimo soggiorno.
Un altro inconveniente assai grave è stalo segnalato prima nel corso della recente
Conferenza Distrettuale delle Valli, poi nel
nostro giornale neU’arlicolo pieno di bumour e di buon senso, come pure di velate
ma trasparenti allusioni, l’articolo di Cl
intitolato: 7 + 7 = X. Anche qui ci sa
rebbe molto da dire. Io non sono mai riuscito a comprendere l’opportunità dell’arlicolo 19 che istituisce la legge del settennio. E meno che mai si comprende la prescrizione della rielezione dopo i sette primi anni. Quante considerazioni dovrebbero
far sentire la necessità assoluta di abolire
del tutto quell’articolo! Ad ogni modo, Cl
ha mille volte ragione di rilevare l’incongruenza fra l’impegno da parte del gregge
d’esser fedele al Pastore rieletto per altri
sette anni, e la piena facoltà dello stesso
Pastore che alla prima buona occasione si
ritiene libero da ogni impegno ed accetta
d’essere nominato altrove.
D’altronde, all’articolo 15 è detto che
anche prima che si compiano i quattordici
anni consecutivi di ministero effettivo di
’in Operaio in una Chiesa, la Tavola ha la
facoltà di trasferirlo per gli eventuali bisogni dell’Opera. Trattandosi di una Chiesa
autonoma occorrerà per il trasferimento il
consenso del Consiglio di Chiesa. Orbene,
ci sembra illogico che un Pastore nominato
dal Corpo elettorale possa esser lasciato
partire col solo consenso del Consiglio di
Chiesa.
A parte le altre considerazioni che si
potrebbero fare, basta il fin qui detto per
dimostrare l’assoluta urgente necessità di
rivedere tutto quanto il problema della
autonomia.
E quando tutto sarà vagliato e corretto?
Di un nuovo Regolamento sapremo tenere conto? Quante ore di discussioni sugli
articoli dei nostri Regolamenti in una infinità di Sessioni Sinodali! Eppoi?...
Bileggiamo queste parole di Franco Sommani: « ...L’altro aspetto che turba profondamente nella valutazione della attuale
Autonomia sta nel dispregio generale con
cui si tengono i nostri Regolamenti ; tutti
sanno che ben poche delle attuali chiese
autonome rispondono ai requisiti stabiliti
daH’articolo 6 dei Regolamenti, ma tutti
fanno finta di ignorare ciò ».
Parole gravi, gravissime, che ci additano l’assoluta urgente necessità di uscire da
una situazione quanto mai funesta... « Tutti fanno finta!... ».
L amore che dobbiam sentire per la nostra Chiesa ci spinga a servirla d’ora innanzi, con 1 aiuto di Dio, con maggiore
fedeltà. Giovanni Bektinatti
Quale nostra comunità
è autonoma?
Taluni rilievi fatti da Franco Sommani
e G. C. sull’ultimo numero dell’Eco in
materia di autonomie avranno probabilmente suscitato una certa sorpresa in alcuni lettori. Questa annosa controversia
non era dunque stata risolta una volta
per sempre? Che cos’è dunque questa irrequietezza che .si sta manifestando alle
Valli?
Ma chi conosce le cose un po’ più da
vicino, sa molto bene che la regolamentazione sulle autonomie è tutt’altro che
soddisfacente, e se dal 1917 a questa parte
' rdine pubblico ecclesiastico è stato esem
plare, lo si deve alla buona volontà di
molti. 11 momento è maturo per un « ripensamento » di questo problema, e supponiamo che, per cominciare, occorra procedere a un esame dell’articolo 6o dei nostii Regolamenti. Esaminiamolo brevemente.
Si chiamano autonome le chiese costituite che:
a) abbiano non meno di 150 membri comunicanti.
Per quale motivo il Sinodo abbia stabilito questo numero anziché un altro, non
Cl e smto dato di sapere. Risulta che la
Commissione che riterì al Sinodo del
1917 proponeva la quota 100. Ma in base
a ffu^le criterio l’antonomia di una chiesa
debba essere stabilita ad almeno 150, anziché a 100 o 200 nessuno l’ha mai rivelato. Giustamente è stalo detto che un
gruppo di 50 credenti può essere ben più
maturo di una massa di semi indifferenti
Ma procediamo. La seconda condizione
per 1 autonomia è:
b) abbiano non meno del 30% di questi
iscritti nelle liste dei membri elettori.
Qui ci sarebbe da fare delle analoghe osservazioni sul criterio — o assenza di crilei io con cui si è stabilito questa percentuale. E dilatti alcuni sostenevano che
la percentuale dovesse essere del 50%, altri del 15%. Si pensi comunque quanto sia
alogico prescrivere che un gruppo di 40
membri comunicanti debba avere il 50%
di questi iscritti come membri elettori, se
vuole essere riconosciuto come chiesa costituita, ma quando si tratta di essere di1. iiarala piu matura, cioè autonoma, la
stessa chiesa vede abbassata questa percentuale al 30%.
Ma c è qualcosa di più interessante ancora da osservare. Noi abbiamo allualmenle un certo numero di chiese autonome
che non raggiungono il 30% dei membri
elettori. Perciò non possono più essere auloiiome. Adagio! Un rimedio c’è sempre,
nella lemota eventualità che qualcuno osi
portare avanti qualche caso concreto. Bisogna infatti, anzitutto, che la Tavola denunzi al Sinodo la chiesa inadempiente.
poi devono passare 5 anni, nel frattempo
— cosi si esprime il testo della Commissione dei 1947 — « queste chiese dovranno
essere sottoposte ad un’assistenza speciale
da parte di tutta la Chiesa, della Conferenza e della Commissione distrettuale, e della
l'avola meltendo in opera tutti i mezzi opIHirtuiii e utili che possano agire come iariiiaclii per ridare salute e vigore all organismo malato ».
E pensare che Ira le chiese autonome
in questa malinconica situazione ve ne
sono ben U, diverse delle quali fra le
piu importanti e attive della Chiesa Valdese!
Procediamo, ed eccoci davanti al 3» requisito deli’auloiiomia:
c) Uimoslrino un quadro completo delle
attività ecclesiastiche e dimostrino un vivo
spinto evangelislico.
Passi il « quadro completo delle attività
ecclesiastiche », che si può supporre in
qualsiasi chiesa costituita, ma fa seconda
condizione ci lascia senza parola. Ci ripugna inlatti di pronunziare dei giudizi, e ci
domandiamo chi, concretamente, oserà mai
prendere l’iniziativa per denunziare davanti alla Chiesa Valdese, e agli amici che in
tutto il mondo si interessano a noi, che
una determinata chiesa autonoma non è
piu animata da « vivo spirito evangelistico ». Una simile procedura sarebbe disastrosa non solo per la comunità così ripresa, ma anche per tutte je altre, perchè
quando noi giudichiamo qualcuno, evidentemente non ci consideriamo coinvolti nel
medesiiiio giudizio.
E allora a che cosa serve questo regolamento? A farci vivere in una mortale illusione?
La quarta condizione deU’autonomia viene a coronare la nostra troppo iacile, qual,
cuno penserà ingenua, dimostrazione:
dj provvedano a tutte le spese locali e
versino alla cassa centrale i contributi richiesli dalla Tavola per il nianlenimento
dell autonomia e determinati da essa annualmente in riferimento all’onorario del
pastore, alle spese di trasferimento ed alle
esigenze generali dell’Opera, approvate dal
Sinodo.
Dal 1947 ad oggi questo regolamento c
rimasto lettera morta. Mai la Tavola ha
presentato al Sinodo i « minimi » finanziari per 1 autonomia, e mai nessun Sinodo ha pensalo di reclamare a causa dei
suoi conculcali diritti. Si può dire tutto
quello che si vuoje della l’avola, ma su
questo punto ha sempre incontrato Tunaniniità dei consensi.
E ben si comprende che sia così. La dizione del comma d) è delle più ambigue.
Cosa significa che i versamenti delle chiese
(continua in 3.a pag.).
3
26 giugno 1959
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
LETTERA DI UN
CONVERTITO
Vorrei rispomlere al fratello M. Eynard,
alla sua domanda espressa nella sua lettera pubblicata su « L’Eco delle Valli Valdesi » del 29 maggio u. s. del perchè quelli più aicanili contro la Chiesa Romana,
sono proprio i neo-convertiti.
Poiché io provengo appunto dai « convertiti », e da ben 56 anni (non compresi
i due di istruzione religiosa) mi credo in
grado di esprimere il mio pensiero, che
può rispecchiare anche quello degli altri
usciti dalla S. Romana Chiesa.
Il tutto si potrebbe riassumere semplicemente in due parole, e precisamente, la
differenza di dottrina.
Lo scrivente, nato a Roma da genitori
(cattolicissimi, ma non clericali, fu educato sin dai primi anni, secondo gli insegnamenti cattolici. Frequentai i corsi della dottrina cristiana, fui cresimato e feci
la mia prima comunione all’età di 13 anni,
nè disertai i vari mesi mariani, ottavari,
novene, ece. sempre accompagnato dai miei
genitori. Non feci però mai il « chierichetto ».
Ma col volgere degli anni mi avvidi che
tutta la recitazione dei rosari, macchinalmente, tutte quelle pratiche esterne in una
lingua sconosciuta ai più, e specie al popolo, quelle pratiche esterne, aggiunte ai
lasti del cerimoniale, divenivano per me
contro producenti, lasciandomi arido il cuore, e quindi insoddisfatto nel mio intimo,
onde anch’io fui preso nella schiera dei
scettici.
Ma venne anche per me l’ora della Rivelazione. Esortato più volte ad assistere
li nostri culti, presenziai il primo nella
Sala di Evangelizzazione posta allora in
Via Cavour, vicino a Via f'arini, e presieduto dall’indimenticahile Pastore Giovanni
Rostagno. Il suo sermone, la sua calda avvincente parola, le sue preghiere spontanee non lette, produssero in me un effetto
i>rofondo. Frequentando poi i vari culti
nel tempio di Via Nazionale, oltre quelli
di Via Cavour, seguendo quei riti così
-empiici e raccolti, mi avvidi che nel mio
intimo era di già protestante, ancor prima
di conoscere l’evangelo. La preparazione
I ul Prof. Rostagno durò due anni, e finalmente lui ammesso nel giorno di Pentecoste del 1903, all’età di 20 anni. Ero cieco, ma da quel giorno vedo.
Da quei lontanissimi anni, la Bibbia non
l’ho mai lasciata, ed è il mio conforto nelle varie esperienze avute, e sopportate nella speranza alfine di giungere anch’io al
porto desiderato.
E, terminando, vorrei dire a] caro Fran(O Falchi (figlio del venerato Maestro Mario Falchi) che per noi che non abbiamo
Pietro Valdo
28. — Una grande risata accolse
queste parole. E per poter far vedere
(die le cose stavano diversamente, i
pargoletti più svegli e più beUi furono in tutta fretta portati a Plnerolo
in braccio alle loro madri. E Carjo II,
Duca di Savoia, si meravigliò e disse
che non ne aveva mai visti belli così.
Dopo un po’, il Duca consegnò ai
Valdesi il trattato che restituiva loro
la libertà e gli antichi privilegi. Era
l’anno 1489, e si concluse con fervide
azioni di ringraziamento a Dio, da
parte di tutto il popolo dei Valdesi.
29. — Per diversi anni i Valdesi ri
masero in pace nelle loro Valli. Po
sopravvennero altre prove, gravissi
me, le persecuzioni, i massacri. Pesi
Ito... Sopravvenne anche un memora
bile Sinodo, sempre in Val d’Angro
gna, a Chanforan (1532), in cui i Val
desi furono riconosciuti padri e fra
telli dei Riformatori di Francia, d
Svizzera e di Germania, e in contraccambio diedero alla Riforma francese
la Bibbia tradotta da Pier Roberto,
detto Oli votano. Oggi lo stemma dei
Valdesi — « La luce risplende nelle
tenebre » - -- brilla liberamente non
solo nelle antiche Valli, ma pure nel
vasto campo della missione italiana,
da Trieste a Trapani, da Aosta ad
Agrigento, ed anche al (li là delle
frontiere italiane e al di là dei mari.
Dio protegga la Chiesa Valdese nella
misura in cui la Chiesa Valdese rimarrà fedele alla sua grande e gloriosa vocazione evangelica!
conosciuto le persecuzioni e guerre, la ragione del nostro distacco dalla Chiesa romana, non fu per anticlericalismo, ma
per la profonda differenza di insegnamento, troppo lontana da quello del Divin
Maestro, e da quella Parola di Dio sconosciuta dalla quasi totalità dei cattolici.
La (Citazione del Prof. Jemolo, dovrebbe farci pensare molto seriamente. Avviciniamoci pure ai cattolici per leggere insieme brani del Vangelo, come si è fatto
anche recentemente in alcune località della
Pen'sola, récitiamo pure insieme il Padre
Nostro, senza combatterci, ma come fratei- *
li che amano il Signore, ma con prudente
diffidenza, come è stato giustamente scritto
su L’Eco.
11 solco che ci divide è troppo profondo,
chè, come a noi è impossibile salire la gradinata di San Pietro, cosi il Pontefice Sommo non può scendere dalla sua Cattedra.
Ciascuno prosegua nella propria missione, a solo onore e gloria del Padre Comune.
« Il Cinquantenario »
» H - . ..
r? 5 *.1
Un gvuijiju di valdesi di Marsiglia davanti ai Tempio di Lourmar\n,
dopo il culto presieditto dal Moderatore Pastore Boston il 7 giugtuo
Ricordando il maggiore
Ernesto Buffa
Iddio ha richiamato a Sè il Maggiore
Buffa, Ufficiale dell’Esercito della Salvezza, nel pomeriggio di domenica scorsa,
alle ore 15.
Tutti e sette i figli erano presenti al
funerale che ebbe luogo ieri, martedì, in
una atmosfera di particolare raccoglimento. C era, è ovvio, la vedova. Maggiore
Pierina Buffa.
11 redattore mi chiede alcune parole sul
Maggiore Buffa, ed è con un sentimento
di grande gioia e reverenza, che scrivo queste poche note. Nato esattamente 74 anni
fa, alla Roccia (S. Lorenzo di Angrogna).
Valdese della più austera tradizione.
^ Il Babbo, Maestro Evangelista, essendosi ritirato dal Servizio attivo, per limiti
di età, divenne Anziano della Parrocchia
di S. Lorenzo di Angrogna. Ernesto è di
natura pia ed obbediente, ed il babbo,
nelle sue visite, lo porta con sè. A volte,
non potendo raggiungere certi casolari
inerpicati sulle alture di Angrogna, il padre manda il giovinetto figlio, Ernesto.
Ernesto dirai questo, leggerai questo
e questo passo. — E il ragazzino obbedisce, preparando inconsciamente le basi
della sua futura attività di servitore dell’Eterno.
AU’età di quattordici anni scende a Tonno e quivi lavora per guadagnarsi la vita.
Dorme agli Artigianelli. Segue un periodo
di studio.
Paolo, a Torino, conosce
J Esercito della Salvezza, nelle cui Adunanze si converte al Signore. Per suo mezzo Ernesto entra jii contatto dell’Esercito
della .Salvezza. Si converte. Sente la vocazKine di Dio al servizio, e dopo essersi
onerio alla Chiesa Valdese tome Pastore,
ed esserne stato rifiutalo per insufficeuza
(li studi classici, si offre all’Esercito della
Salvezza p(jr diventare Ufficiale. Per qual(be mese è ragazzo d’ufficio al Quartiere
Generale; quindi accettato alla Scuola MiIIlare dell’Esercito della Salvezza in Torino. Capo ne è l’attuale Colonnello Paglieti.
Quivi Iddio inizia la formazione del suo
•Servitore. Siamo nel 1902.
Il vecchio padre. Maestro Evangelista,
Anziano della Parrocchia di S. Lorenzo,
aveva detto ai suoi figli; — Non importa
quale via pigliate purché serviate il Signore. — Tutti \ figli furono operai nella
Vigna del Signore.
Nella sua lunga carriera, il Maggiore
Ernesto Buffa fu aiiche Segretario Generale dell’Opera Salutista in Italia, e per
molti anni Redattore del « Grido di Guerra ». Diede tutto se stesso a queste Attività, curando al]o scrupolo la (( Redazione
del Grido » che amava chiamare il suo
(( Beniamino », includendolo con fine umorismo nella sua numerosa famiglia. Bisogna dire che Iddio lo aveva dotato di una
facilità di parola e di una rara proprietà
di linguaggio che gli permise di dare al
messaggio scritto una eloquenza sorprendente.
E per quanto Ernesto Buffa abbia lasciato detto: — Non parlate di me, pensate ad evangelizzare — non possiamo
fare a meno di parlare di lui. E credo che
si parlerà a lungo del Maggiore Buffa.
All’Adunanza Commemorativa, presieduta dal Colonnello Evans la sera stessa del
funerale, martedì 23, venne sobriamente
tracciato il profitto di questo uomo di
Dio, amante delle cose semplici, della
montagna, dei fiori, conoscitore profondo
delle Valli.
L’impressione dei suoi sette figli che
con amore e sollecitudine circondavano
nell’Adunanza, la loro Mamma, era commovente, e certo, frutto e ricompensa di
una vita familiare vissuta nell’Amore di
Dio, la famiglia del Maggiore Ernesto
Buffa.
Una delle sue ultime parole fu: DIO E’
BUONO! Maggiore L. Calzi.
Conferenza Distrettuale
del T erzo Distretto
La Conferenza Distrettuale (del Terzo Distretto avrà luogo in Roma, domenica 28 e 29 giugno. Essa avrà
inizio il 28 alle ore 18.30 nel tempio
di Piazza Cavour con un culto che
sarà presieduto dal prof. Valdo Vinay, Decano della Facoltà di Teologia.
Nel corso di tale culto verrà insediato
nel ministero di Anziano evangelista
il signor Archimede Bertolino. Le sedute seguiranno nella serata del 28
e nella giornata del 29.
La Commissione Distrettuale.
Protestantesimo
NelFultimo numero della rivista ' (2 1959) sono pubblicate le relazioni tenute
ad Aagape nella scorsa estate, per la W Settimana teologica » che aveva per tema:
« La teologia in presenza della visione
scientifica del mondo ». Dal sommario del
numero riportiamo :
G. MIEGGE: Scienza e teologia, problema
della Chiesa.
B. CORSANI: La fede nel Dio creatore
secondo l’Antico Testamento.
M. A. ROLLIER: L’età dell’energia nucleare.
M. FERRERÒ : L’astronomia e la visione
moderna del mondo.
E. MAGGIONI: Note sulla Settimana teologica 1958.
Inoltre una rassegna su u. Eresia e riforma in Italia » e recensioni di « Cattolicesimo ed ecumenismo di E. CHAVAZ, | « Evangélisation et politique » di Ph. MAURY,
DnDettinn della Sncietà
dì Studi Valdesi
E’ stato già pubblicato il fàscicolo N. 105 del Bollettino della! Società di Studi Valdesi, il Bollettino
che due volte all’anno trasmette ai
lettori che nutrono qualche interesse per gli studi di storia valdese o
di storia del protestantesimo italiano, notizie ed articoli di alto interesse. Dal numero in questione segnaliamo oltre il considerevole numero di recensioni e segnalazioni di
opere ed articoli concernenti la materia di Storia Valdese, una ulteriore puntata della ricerca effettuata
dal prof. A. Pascal sulle Vali! Vaidesi nel periodo 1685-90, uno stùdio
del prof. E. A. Rivoire sulla « Eresia
e Riforma a Brescia» ed un interessante articolo del dott. A. Breda sui
«cimiteri, funerali, sepolture, nella
storia, negli ordinamenti e nella pietà delle comunità valdesi nelle valli del Piemonte » materia che il giovane studioso ha avuto modo di raccogliere per una interessante tesi di
laurea.
I soci che non hanno ricevuto il
Bollettino, sono pregati di mettersi in
regola con la quota (C.C.P. n. 2/4428
Società di Studi Valdesi).
Dalle nostre Comunità
S. GERMAIUÜ 1:HI8(II\IE
Nel corso di queste ultime settimane i
b;mbi, 1 giovani, le madri di famiglia,
hanno effettnato le loro gite sociali a chiusura di un periodo di intensa attività. Una
giornata di detente lascia sempre un
buon ricordo e serve a rinsaldare i vincoli
che già ci uniscono.
La nostra corale ha portato il suo contributo di servizio cristiano alle giornale
dell’incontro femminile valdese ad Agape.
La sera del 31 Maggio ha lasciato in tutti
i partecipanti sangermanesi un ricordo di
profonda esperienza spirituale.
Abbiamo ricevuto, ultimamente la visita dell’U.G.V. di S. Giovanni e siamo
stati ospitati dagli unionisti della chiesa
di Pinerolo. Profiiiui scambi di visite, non
solo, ma anche di nuove esperienze e di
ispirazioni por nuove attività.
Siamo grati ai pastori Guido Miegge e
Luigi Marauda che hanno, ultimamente,
presieduto ì nostri cnlti.
La data di inaugurazione della Nuova
Sala Parrocchiale è stata fissala per la domenica 6 Settembre. Il programma della
giornata verrà comunicato quanto prima.
Abbiamo inviato a tutte le lamiglie una
busta per un contributo speciale in vista
(leU’arredamento del nuoyii locale. Facciamo appello aUa generosità di lutti affinchè venga tempestivamente risolto anche
quest’ultimo problema. Le signore della
società di cucito stanno organizzando, per
(juella giornata, l’annua vendila di beneficenza che raccomandiamo fin da ora
alla vostra attenzione.
Sono stati celebrati i seguenti matrimo
ni: Maero Eli (Pralarossa) e Soulier Germana (Combina). Balmas Edo (Ciampas) e
Comba Bianca (Sibourna). Bleynat Renato
(Bleynat) e Comba Elvina (Martinat). Bosco Renzo (S. Remo) e Avondet Rina
(Provenzali. Bouchard Enzo (Ciabotà) e
Rivoira Franca (Villa). Buex Claudio (Gorge) e Forneron Alma Nora (Gondini). Ribet Erenzo (Menusah) e Ribet Monica
(Briere). Arese Aldo (Torino) e Richiardone Dolores (Villar). Rinnoviamo agli sposi
i nostri migliori auguri.
Battesimi. Robert Nella di Guido e di
Comba Evelina (Benna). Comba Gina di
Silvio e di Martinat Lidia (Martinat). Boucliard Dorella di Aldo e di Girami Rita
(Villar). Gönnet Franco di Luigi e di
Monnei Irene (Villa).
Possano questi bimbi crescere (( in sapienza, in statura e in grazia » dinanzi a
Dio e agli uomini.
Dipartenze. Cooper Harry, di anni 85
(Asilo). Tron Fanny in Bounous, di anni
75 (Gondini). Bertinatti Samueje, di anni
70 (Asilo). Long Maria ved. Berlalmio,
di anni 86 (Rua). Travers Celina in Soulier, di anni 65 (Dormigliosi). Long Maria Maddalena ved. Long, di anni 85 (Asilo). Beneccliio Luigi, di anni 89 (Asilo).
Bounous Alberto, di anni 71 (Garde). Bonchard Emilio, di anni 80 (Ronchi). Viti
Bruna, di anni 64 (S. Giovanni). Plavan
Eli Luigi, di anni 61 (Ferrieri). Beux Carlo Alberto, di anni 85 (Pinerolo).
Mentre esprimiamo la nostra simpatia
alle numerose famiglie colpite dal lutto,
ripetiamo le parole di Gesù: « Io sono la
risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muoia vivrà ».
 j\ bRDGIVI A |,(Serre)
Domenica 28 c. i culli avranno luogo
nelle seguenti località: Serre, nel lemjiio,
alle 10 e Bagnau, aH’aperlo, alle 14,30. ¡Ricordiamo che questi culti, come già annunziato oralmente, saranno presieduti in
comune con l’Esercito della salvezza i-be
interverrà anche con il gruppo dei irjmibettieri dei fratelli Calzi per l’acconipagnamento dei cantici e per un saggio' di
musica religiosa.
Annunziamo sin da ora che il 5 Luglio
i culti avranno luogo soltanto aU'apeifto:
al mattino, verso le 10, nella località )iap
e nel pomeriggio al Barfè.
DDDDID PELLICE
Sabato 6 giugno, nel nostro tempio, abbiamo invocato la benedizione del Signore
sul matrimonio di Charbonnier Attilio
(Villar Pellice) e fíe Silvana (Reymound).
Agli sposi che si sono stabiliti a S. Secondo auguriamo molta felicità nel Signore.
Domenica 7 giugno è stalo amministrato
il battesimo a Charbonnier Alfredino di
Gino e di Mondon Marietta del Pidone.
La grazia del Signore protegga ed accompagni questo caro bimbo.
Ringrazio vivamente il signor Varese
Aldo per aver presieduto il culto di domenica 14 giugno.
Quale nostra comunità
è autonoma?
{segue dalla 2.a pag.)
devono essere « in riferimento all’onorario
del Pastore, alle spese di trasferimento e
alle esigenze generali dell’opera »? La proposta della Commissione del 1947 era molto più limpida, quando domandava che le
chiese autonome (( provvedano a tutte le
spese locali di culto, all’onorario del Pastore alle spese di trasferimento del Pastore che ha eletto e versino alla Cassa Centrale di culto un contributo fissato annualmente dalla Tavola in proporzione alle possibilità finanziarie della Chiesa, per le esigenze generali dell’opera ».
•Si confronti questa precisa dizione con
quella che si è affrettatamente introdotta
un venerdì mattina negli ultimi istanti di
un Sinodo, e si vedrà che è possibile sostenere che qualsiasi somma, per quanto
minima, versata da una chiesa, sarà sempre « in riferimento » all’onorario del Pastore, ecc.
Ma qui ci fermiamo. Molto altro ci sartibbe ancora da dire, ma quanto sopra è
più che sufficiente per convincerci che un
articolo come questo —■ che è fondamentale nel nostro ordinamento ecclesiastico —
non può più mantenersi. Intanto forse maturerà in molti la coscienza che la prima
condizione perchè una Chiesa possa vivere
e prosperare è che i suoi ordinamenti sieno anzitutto limpidi, e, per conseguenza,
incontrino quello spontaneo consenso che
ne renda naturale e necessaria l’applicazione- Roberto Nisbet
V , --------
Bentornato !
Dopo un viaggio abbastanza avventuroso, imbarcati sul « Conte Grande », e bloccati a Dakar dallo sciopero dei marittimi,
trasbordati infine su di im aereo, sono
giunti in Italia dall’Urugnay il Pastore
Giovanni Tron e la Signora. Il Pastore
G. Tron ha la cura della Chiesa di Montevideo, una delle maggiori del VI distretto, se non per entità numerica, per la
posizione: nella metropoli sudamericana
affluiscono, per studio o per lavoro. Vaidesi di tutte le chiese de La Piata; vi risiedono inoltre forti colonie di riformati
stranieri, spesso assai dispersi, e che potrebbero, se raccolti e curati, costituire
un saldo nucleo riformato a Montevideo:
è con questa prospettiva ed in questa speranza che si è posto mano alla costruzione
di un nuovo Tempio.
In una riunione con alcuni colleghi ed
amici a Roma, il Moderatore E. Rostan
ha dato al Past. G. Tron ed alla Signora,
che sono giunti fra noi per un anno di
riposo, il più cordiale « bentornato ». E
al suo augurio uniamo il nostro, per un
sereno periodo di riposo nella pace di
Massello; ma anche — speriamo — neUa
attesa di vederli e udirli, qua e là per le
nostre VaUi.
Personalia
¡.a famigtia dell’Eco esprime le
più vive coiigralulazioiti al pastore
Giovanni Miegge, professore alla Facoltà di Teologia, per il nuovo dottorato con cui la Chiesa Riformata
di frauda ha voluto onorare la sua
attività ed il .suo lavoro.
La famiglia della compianta
Giuseppina Morel
_si'àèìàà (Magna Fina)
mancata al loro affetto a Rorà il 12
giugno esprimono la loro gratitudine
ai dottori Pelizzaro e Scarognina, ai
Pastori Cipriano Toum Gustavo Bouchard, Giorgio Tourn e a tutti quanti che con la loro presenza o con
scritti hanno dimostrato la loro simpatia.
Il 17 giugno il Signore ha richiamato a Sè
Carlo Alberto Beux
di anni 85
A funerali avvenuti ne danno il
triste annunzio: il figlio Guido con
la moglie Ilda e figli Elena e Roben
to; le cognate, il cognato, i nipoti e
parenti tutti.
La famiglia ringrazia tutti coloro
che le furono vicini nella dolorosa
circostanza ed in special modo il dot
ter Triberti, il Comm. Balansino, l’Economo sig. Riccardi, le Rev. Suore
della Casa di Riposo «Jacopo Bernardi» ed il sig. Prete.
Un grazie particolare ai Pastori si
gnori Marauda e Bert.
« E fattosi sera Gesù disse ;
passiamo all’altra riva ».
(Marco 4: 35)
Pinerolo, 22 giugno 1959
On. funebri Manassero . Tel. 22.38
Offerte ricevute
per il giornale
Ringraziumo vivamente: Concistoro Valdese di Pomaretlo (L. 13.000); Vay Enrico
(100); Germanotta D. (885).
4
Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi
abbiamo creduto.
1 Giovanni 4: 16
L'Eco delle Valli Valdesi
Se uno dice io amo Dio, e
odia il suo fratello, è bugiardo.
1 Giovanni 4: 20
Notizie dalle nostre Comunità
AlVIGROGHIA (Capoluogn)
Domenica 28 giugno, ore 15: Riunione
all’aperto al Bosc ’d’ Mattucciu (Stringats);
Domenica 5 luglio, ore 15: Riunione all’aperto a Rougnousa; Domenica 12 luglio,
ore 15: Riunione all’aperto ai Malans inferiori.
MdSSEL
‘Dimanche le pasteur A. Taccia secrétaire
de la F.U.V. a remplacé le pasteur absent,
nous le remercion.s pour son message, et
pour avoir accepté de nous rendre visite.
Mr Giovanni Tron pasteur à Montevideo,
notre concitoyen viens d’arriver à Massel
nous lui donnons la bienvenue ainsi qu’à
Mr Emanuele Tron qui arrive lui aussi des
Etats Unis. Nous leurs souhaitons un bon
séjour parmi nous.
PRAROSTIIVO
I giovani della nostra Unione si sono
recati, domenica 14, in gita a Stresa. Una
bella giornata per lutti, di cui vogliamo
essere riconoscenti al Signore.
II culto di domenica 14, in assenza del
Pastore titolare, è stato presieduto dal Pastore Emerito Enrico Pascal (accompagnato dalla gentile Signora che ha tenuto l’organo). A nome delle Comunità ringraziamo l’uno e l’altro per il messaggio recato
e la piacevole visita.
Al culto di domenica 21 è stato amministrato il S. Battesimo a Vito Gardiol di Erminio e di Amilda Gay (membri della nostra Comunità, ma residenti a Issime-Aosta). La Grazia del Signore, che abbiamo
invocata su questo agnello della greggia
del Buon Pastore, guidi questo piccolo
bambino e i suoi genitori nelle vie della
vita.
La prossima settimana, D. v., inizieremo
i lavori di restauro del vecchio Tempio di
Roccapiatta. Rivolgiamo un invito a tutti
i giovani della Parrocchia, che lo possono,
ad offrire una giornata di lavoro volontario.
Le iscrizioni si ricevono presso il Pastore
o gli Anziani dei vari quartieri.
PERRERO
La giornata di domenica è stata, malgrado il tempo assai inclemente una giornata
di particolare allegrezza per la nostra comunità, in particolare per i maneglini:
11 maestro Pietro Pascal celebrava il quarantesimo anno di insegnamento e riceveva
il riconoscimento ufficiale di questa sua
operosa attività di insegnante. Al termine
del culto il past. G. Tron esprimeva a nome della contunità di Perrero e Maniglia
un affettuoso ringraziamento al maestro
Pascal per il servizio fedele e prezioso
adempiuto nell’ambito della chiesa in
molte attività durante i molti anni del suo
insegnamento. La cerimonia ufficiale ebbe
luogo alle scuole comunali alla presenza
deirispettore prof. Bermond e della direttrice sig.ra Maffiodo, delle autorità, e di
un folto gruppo di insegnanti della valle
nonché di molti concittadini che con la
loro presenza intendevano manifestare al
festeggiato la loro simpatia e |a loro riconoscenza. Il maestro Tron di Rodoretto a
nome degli insegnanti, la sig.ra direttrice
ed il sig. ispettore a nome deU’autorità.
esprimevano i sentimenti di tutti i presenti
i-on appropriate parole. Veniva in seguito
consegnato al maestro Pascal una medaglia
d’oro ed una artistica pergamena a simboleggiare il meritato riconoscimento dejla
sua lunga e feconda carriera. La bella giornata si concludeva all’albergo Regina, dove una cinquantina di partecipanti circondavano ancora per qualche oretta il maestro tributandogli la loro affettuosa simpatia.
PRALI
Ha avuto inizio giovedì sera il primo
campo cadetti che raccoglie ancora quest’anno sotto la esperta guida dei pastori
A. Taccia ed T. Soggin un buon numero
di ragazzi deUe nostre comunità cittadine
per un periodo di vacanza e di studio. Sono pure giunti ad Agape un gruppo d'
membri della comunità di Trieste e di altre chiese del Veneto che trascorreranno
alle Valli alcuni giorni in escursioni e studio.
Convitto Masohiie Vaidese
Torre Pollice (Torino)
Dal 28 giugno alla fine di settembre il Convitto di Torre Peilice
ospita ragazzi dagli 8 ai 16 anni, offrendo loro un piacevole periodo di
vacanza.
Dal 19 luglio in poi si accettano anche studenti che debbono sostenere esami di riparazione. Lo studio sorvegliato si alternerà con le occasioni di svago e di evasione.
E’ opportuno prenotarsi in tempo, perchè l’organizzazione delle vacanze si adegui al numero e alle età degli iscritti.
Per ulteriori informazioni rivolgersi al direttore — Dott. Franco
Torre Peilice (Torino), che invierà informazioni e prospetti
«illlustratL
SAN SECONDO
I membri del|a nostra parrocchia sono
grati e riconoscenti al Pastore emerito
Enrico Pascal che domenica scorsa ha occupato il pulpito del nuovo Tempio presiedendo il culto e portando alla comunità il messaggio dell’Evangelo.
Durante la funzione sono stati battezzati
Nadia Grill di Giovanni e di Stalle Lidia e
Mauro Benedetto di Armando e di Gardiol
Ines. Il Signore spanda le Sue grazie preziose sopra questi teneri pargoli e guidi
con la Sua sapienza i loro genitori nell’arduo compito dell’educazione e della
formazione spirituale secondo i principi
evangelici. d. g.
RUDORETTO
Domenica, 14 giugno, abbiamo avuto la
gradita visita dell’Unione delle Madri e
della Scuola Domenicale della Comunità
di Pramollo, un bel gruppo di oltre una
sessantina di componenti, guidati dal loro
Pastore, sig. Eidoardo Micol e dalla sua
gentile Signora.
II sig. Micol è ritornato nella Comunità
di cui fu conduttore oltre vent’anni fa ed
i nostri amici hanno cosi fatto conoscenza
del nostro alpestre vallone. Dopo il culto
in comune coi membri della Chiesa di Rodoretto e dopo aver consumato il pranzo
al sacco nell’aula scolastica i nostri amici
di Pramollo, accompagnati da una rappresentanza di Rodorini, si recarono nel pomeriggio in passeggiala verso Galmounl,
da dove poterono godere un’ampia visione
panoramica del vallone ed ascoltare alcune
notizie storiche sulla parrocchia di Rodoretto da parte del Pastore locale.
Le ore trascorsero velocemente e, ritornati a Villa per un piccolo rinfresco, giunse assai presto il momento di dirci « arrivederci ».
Nel ringraziare il Pastore sig. E. Micol
ed il bel gruppo di Pramollini che hanno
voluto venire fin quassù in occasione della
loro gita annuale, esprimiamo la nostra
riconoscenza al Signore per la giornata
vissuta in comunione con altri fratelli e ci
auguriamo di poter ricambiare la visita
per conoscere a nostra volta il vallone di
Pramollo.
TORRE PELMCE
Col mese di giugno sono ricominciati i
culli settimanali del giovedì sera. In continuazione con gli anni passati si sono riprese le meditazioni sul Libro dell’Esodo.
Onesti culti sono seguiti da un discreto
numero di persone quantunque potrebbero
essere molto più frequentati sopratutto da
tutte quelle persone che giustificano la loro assenza dal culto domenicale per impegni di lavoro.
La società Enrico Arnaud ha deciso di
continuare le sue sedute anche nei mesi
estivi e si augura che si possano stabilire
proficui contatti con membri di altre chiese che si trovino qui in vacanza. Purtroppo una passeggiala alla Gianavella in programma per domenica 21 c. m. non ha potuto attuarsi a causa del cattivo tempo.
Col mese di giugno il culto nel tempio
dei Coppieri inizia alle ore 9.
Con domenica 28 Giugno iniziamo le
Riunioni airaperlo della domenica pomeriggio alle ore 15, col seguente programma :
Giugno 28 ■ Inverso Rolaudi
Luglio 5 - Chabriols
a 12 - Ravadera
» 19 - Simound
» 26 - Incontro al Colle della Croc.:
Sea
Agosto 2 - Inverso Bruni
» 9 - Chiottin
Chabriols
I) 16 - Ravadera
Simound
» 23 - Inverso Bruni
Sea
— E’ stato celebrato il matrimonio dei
Sig.ri Castellano Giovanni e Morel Erminia.
— Sono stati celebrali i funerali della
Sig.na Elvira Peyran e del Sig. Alessandro
Chiavia.
Recentemente abbiamo accompagnato al
cimitero la salma di Gaydou Margherita
ved. Tron di anni 85. Da lungo tempo inferma, curata all’ospedale e dalla sorella
è spirata serenamente con la gioia di aver
conosciuto il Salvatore. Iddio conforti la
sorella nell’ora della prova e la sostenga.
RICORDATE !
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POIUARETTO
Il 16 e 17 giugno abbiamo celebrato il
servizio funebre rispettivamente di Nicoletta Chambon di Ernesto e Bouchard Milena; nonché di Margherita Ribet ved.
Bleynat di anni 88. L’alba ed il tramonto
della vita sono indicati in Nicoletta Chambon di pochi giorni e Margherita Ribet
vissuta a lungo in buona salute. Il messaggio deU’Evangelo della Vita è stato anunziato nel tempio a molti amici e parenti
accorsi per esprimere la loro solidarietà
cristiana alle due famiglie in lutto. Invocliiamo nei cuori turbati la Pace dello Spirilo, la certezza dell’Amore di Dio.
La domenica 21 giugno, in occasione del
culto è stata battezzata Reynaud Cristina
di Elvio e Peyrot Luisa: mentre l’animo
nostro é lieto di ringraziare il Signore per
la tenera creatura che il Signore aggiunge
alla Sua greggia noi domandiamo al Padre celeste di benedire i genitori e la loro
creatura perché le promesse siano, mantenute con fedeltà per il bene spirituale della bambina.
Domenica 28 avrà luogo una riunioneai Vivian, ore 15.
Tutta la Comunità è cordialmente invitata a prendervi parte.
PRAMOLEO
A conclusi»- ; del proprio anno di attività le marn ile del] Unione hanno organizzato una g ta a Rodoretto. Esse si sono recale lassù la domenica 14 giugno, insieme
ai bambini della Scuola Domenicale e ad
una piccola rappresentanza di papà. Il tempo splendido e la cordiale affettuosa accoglienza della Comunità locale hanno fatto
di quella giornata una giornata di gioia.
Dopo di avere preso parte al culto nel tempio^ i partecipanti alla gita si sono arrampicati su per i fianchi di Gabnonnt, da dove
hanno potuto rimirare tutto il vallone di
Rodoretto, immerso in uno stupendo sole,
e d^e, in una breve riunione presieduta
dal Pastore Pons, hanno udito le principali
date e i fatti salienti della Chiesa di Rodoretto. Poi una rapida corsa a Villa, una
buona tazza di tè offerta con grande cordialità dalle mamme rodorine e poi parlenza.
Rimane il ricordo di una bella giornata
trascorsa in una località caratteristica delle nostre Valli e il legame di nuovi affetti
e di nuove simpatie per altri fratelli e sorelle in fede.
Alla Comunità di Rodoretto, in particolare al suo Pastore e gentile Signora, il
nostro ringraziamento e la nostra riconoscenza.
Anche l’Unione Giovanile ha concluso il
suo anno di lavoro con una gita. Questa ha
avuto come meta Aosta e U lago di Viverone. Anche di questa giornata è rimasto nel
cuore di tutti un vivo simpatico ricordo.
Dopo una vita tutta dedita al lavoro, ed
in cin gli era stata conpagna inseparabile
a sofferenza da lui accettata con serenità e
con fede, e deceduto Alberto Enrico Bounous, di anni 72, di Pomeano. La morte lo
ha colto quasi improvvisamente alle Garde, mentre egli era sulla via del ritorno a
casa, dopo una visita dal dottore. Sentendosi seriamente indisposto, si era fermato
nel suo « ciabot», facendo conto di salire
ne suo villaggio natio dopo pochi giorni
Non ha p.u potuto farlo; la sua indisposizione e andata aggravando.si sempre di più
finche e giunta la fine. ’
Le sue spoglie morlall sono state depo
dare d‘l'r“""-'ì' Germano. A teslimomare de]la considerazione e della stima in
mèrrdi " "?‘ervenuto un grande nu
mero di conoscenti ed amici.
Alla moglie ai figli, alla figlia ed ai pa
simnad 1 Chiesa esprime la sua fraterna
simpatia e la sua cristiana solidarietà.
E pure deceduta, all’elà di 85 anni. Maria Long ved., dei Tournin, da diversi anni ospite dell’Asilo dei Vecchi di S. Germano.
parenti le nostre sincere condoglian
I.e scuole si sono chiuse e gli scolari
lianno cominciato, con grande gioia, le loro vacanze estive. Prima di mettere da
parte cartella e libri i bambini hanno offerto ai loro genitori due piccole feste
molto ben riuscite: anzitutto .alla Ruata
in occasione della festa della Mamma, per
varie ragioni tenutasi in ritardo quest’anno, e alle Lussie in occasione della festa
della Scuola. Tanto l’una che l’ajtra di
queste due simpatiche manifestazioni è
riiiscila molto bene e ad esse hanno preso
parte numerosi genitori.
Cogliamo l’occasione per esprimere alle
Insegnami il sincero ringraziamento della
popolazione non .solamente per queste due
belle feste, ma per tutto il lavoro da esse
svolto durante l'anno a favore degli allievi
affidati alle loro cure. Esse hanno lavorato
con grande impegno e di questo siamo loro sinceramente grati.
Il pulpito del nostro tempio è stalo occupato il 31 maggio e il 14 giugno dal Pastore Roberto Nisbet.
Lo ringraziamo della sua visita e del
messaggio della Parola che egli ci ha portato.
Sono incominciati in questi giorni a
Ruata i lavori di costruzione delle scuole
municipali. L’edificio sorge tra il vecchio
albo pretorio e il vecchio municipio. Tutti due questi edifici verranno abbattuti e la
nuova costruzione servirà ad abbellire considerevolmente il piazzale del tempio.
Ci auguriamo di poter vedere completata al più presto questa costruzione ed intanto esprimiamo il nostro plauso ai promotori dell’opera.
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Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di To rre Peilice : previo appuntamento
All’alba del 15 giugno, improvvisamente rendeva la bella anima a Dio,
il Maestro
Idino Donini
di anni 68
Angosciati, ma fiduciosi nelle. gloriose speranze eterne ne danno l’annuncio la moglie Nelly e i figli Adriano, Adamo e Marilia, la nuora Muriella Rivoir e parenti tutti.
Temi 15 giugno 1959
La famiglia del compianto
Eli Luigi Plavan
Profondamente commosse per la
d mr strazione di affetto e simpatia
ringraziano quanti in qualsiasi modo
di pre.senza con scritti e fiori hanno
rroso parte al loro grande dolore.
Un ringraziamento particolare al
Dott Bertolino assistenti e personale dell’Ospedale Civile al pastore Sig
Bcrt e i vicini di casa.
« Io ho combattuto il buon
combattimento, ho finito li
corsa ho serbato la fede »
(II Timoteo 4 v. 7-8)
Pramollo 15 Giugno 1959
La famiglia Godino profondamente commossa dalle dimostrazioni di
stima e di affetto tributate per la di
partita della sua cara
Anna Maria Godino
ved. Godino
nell’impossibilità di farlo personalmente, esprime la sua più profonda
gratitudine al dott. Gardiol, alla direttrice suor Melania, alla sig.na
Goss, per l’affettuosa assistenza; ai
patson sig. Jahier. sig. Tourn, sig.
Pascal, sig. Marauda; ai dirigenti ed
ai dipendenti delle Soc. S.A.P.AV. e
Saffta; alle famiglie Avondetto e
Ponsio, ai vicini di casa, a tutte le
persone che si prestarono nella triste
circostanza e a tutti coloro che con
la presenza o con scritti presero parte al suo dolor©.
S. Secondo di Pinerolo 24 giugno 1959
Fruf. Ul'. a. Bonìscontro
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Pubblicaz. autorizzata dal Tribunalidi Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Peilice
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Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
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