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Anno 118 - n. 37
10 settembre 1982
L. 400
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
BIBLIOTECA VALDE3E
10066 TOERE PEI LI Ci
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
CONCLUSA L’ASSEMBLEA Di OTTAWA
Nei discorsi al Senato e nei
giornali questa è la dizione ricorrente: « è stato mandato alle sbaraglio ».
Ora che è stato falciato insieme
alla moglie e all’autista, sappiamo con triste evidenza che il
Generale Dalla Chiesa è stato —
per dire il minimo che si possa
dire — una carta giocata senza
convinzione. Bisognava giocarla,
dopo la serie impressionante di
omicidi degli ultimi anni culminati in quello di Pio La Torre.
Ma che si pensasse di giocarla
fino in fondo, con la volontà politica di vincere, è tutto da dimostrare. Il sostanziale rifiuto
che è stato opposto alla sua richiesta di uomini, mezzi e poteri per fare sul serio è invece indice, indipendentemente da singole posizioni soggettive, di un
oggettivo volere e non volere.
E come potrebbe essere altrimenti? Se in Sicilia muoiono un
vice-questore, un magistrato della commissione antimafia, un colonnello dei carabinieri, un presidente della Regione siciliana, un
procuratore capo al Tribunale
di Palermo, un segretario regionale di partito (per citare solo
i più noti) e infine un prefetto,
tutti per aver preso e tirato qualche bandolo della matassa maliosa, è perché il Potere non ha e
non ha mai avuto nei confronti
del Contro Potere un’opposizione frontale, bensì tutta la gamma
sfumata di posizioni che vanno
dall’intransigenza aUe connivenze più chiare documentate per
esempio nel lavoro di Michele
Pantaleone. È questa gamma sfumata di posizioni del Potere, costituenti quel volere e non volere, quell’insieme di iniziative e
di pastoie, di spinte e frenate,
che rappresenta per il Contro Potere una sufficiente garanzìa per
agire nel modo più diretto. La
Mafia non ha ucciso il Generale
Dalla Chiesa perché ha paura,
ma perché sa di poterlo fare.
Ciò che è più tragico in questa vicenda è dunque questo nodo politico della questione. Ora
partono i Grandi Provvedimenti,
come dopo l’assassinio di Pio
La Torre. Sempre più grandi. Ma
non ci possiamo illudere. Non è
questo Potere del volere e non
volere che sarà mai capace di
sconfiggere un Contro Potere dalle infinite ramificazioni. Non ci
si può più illudere che esso diventi capace mediante qualche
leggero spostamento di equilibrio
al suo interno. La vischiosità
esistente tra Potere e Contro
Potere è troppo radicata, a livelli diversi, per poter essere semplicemente diluita.
La domanda angosciosa che
quindi si pone oggi, di fronte alla vittoria così sfacciata del Contro Potere è questa: esiste ancora in questo Paese la possibilità di un altro Potere che non sia
un’ennesima riedizione di quello
di sempre, che non venga subito
coinvolto nella stessa vischiosità,
che possa volere soltanto? Non
abbiamo oggi altra risposta se
non la preghiera del Salmista:
« Abbi pietà di noi, o Eterno, abbi pietà dì noi, perché siamo più
che sazi di disprezzo. L’anima
nostra è più che sazia dello
scherno della gente agiata e del
disprezzo dei superbi ».
Franco Giampiccoli
L’Alleanza Riformata sospende
due chiese bianche sudafricane
L’Assemblea dell’Alleanza Riformata Mondiale afferma che la partecipazione attiva alla politica dell’apartheid è un peccato e che il tentativo di giustificarla teologicamente è un’eresia
OTTAWA, 27 agosto — Si è
conclusa dopo 10 giorni l'Assemblea dell’Alleanza Riformata
Mondiale (ARM) che ha riunito
circa 300 delegati e' numerosi
ospiti e visitatori delle 149 chiese riformate e congregazionaliste che in tutto il mondo formano' l’Alleanza. La giornata più
calda è stata la penultima, quando si è discusso, appassionatamente — e, lo sottolineo, seriamente, gravemente — la questione à&Wapartheid, giungendo infine a votare, a fortissima maggioranza, la sospensione delle due
Chiese riformate bianche, afrikaans, del Sud Africa.
Argomenti
inaccettabili
Sono stati ascoltati a lungo
gli argomenti dei rappresentanti
di queste due Chiese riformate
di origine boera, ma una volta
di più sono parsi inaccettabili.
Così, dopo che Chiese riformate
statunitensi, olandesi, inglesi, tedesche, svizzere, alla fine di conversazioni più che decennali, avevano deciso di sospendere o rompere le relazioni con queste due
Chiese, anche l’Assemblea dell’ARM si è convinta che la partecipazione attiva alla politica
dell'apartheid è un peccato e che
il tentativo di giustificarlo teologicamente fatto dalle due Chiese da oltre un secolo è un’eresia,
che intacca la sostanza dell’Evangelo e diffama la testimonianza
cristiana e riformata in Africa e
nel mondo. In conseguenza ha
votato a fortissima maggioranza
la sospensione dello status di
chiese-memt “o delle due Chiese
afrikaans, augurandosi caldamente che al più presto riconoscano — senza dubbio a caro
prezzo, data la situazione in cui
vivono — il loro peccato e il loro errore e possano riprendere
pienamente il loro posto nella
fraternità riformata.
Un nero sudafricano
presidente deM’ARM
E’ stato fatto anche un gesto
significativo: è stato proposto
come nuovo presidente dell’ARM,
e votato per acclamazione il dott.
Alian A. Boesak, un pastore nero sudafricano, attivo rappresentante della black theology, appartenente alla Chiesa missionaria riformata neerlandese, una
Chiesa africana sorta proprio
dall’attività missionaria di una
delle due Chiese afrikaans! Un
segno concreto, eloquente, che
ha infatti attirato stampa e televisione. Nella sua prima conferenza stampa, poco fa, il past.
Boesak ci ha detto che si dispone a tornare in Sud Africa rallegrato e incoraggiato nella« lotta
che con tanti fratelli, anche bian
DALLA PREDICAZIONE DEL CULTO DEL 22 AGOSTO
La proposta di Chanforan
Per ragioni di spazio ci limitiamo a riprodurre solo la parte
conclusiva del messaggio (che la redazione ha liberamente registrato) del Moderatore Bouchard al culto di Chanforan del 22 agosto. Di fronte a un pubblico che superava il migliaio di unità Bouchard dopo avere tratteggiato la situazione sociale e politica dell’Europa degli inizi del ’500 ha inquadrato il sinodo di Chanforan
sottolineando le decisioni prese in quella sede da cui scaturì un
nuovo modo di essere chiesa.
Il testo bìblico a cui Bouchard si ricollega è la parola di Gesù:
« Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso... ».
Nella vita quotidiana della valle di Angrogna, nella tragedia
della Calabria prima del massacro, nei giorni, se volete epici,
della guerra dei banditi o in
quelli del 'glorioso rimpatrio’ la
predicazione regolarmente, duramente, lungamente compiuta
dai pastori sarà lo strumento
principale della vita di questa
chiesa. Il simbolo di questa chiesa non sarà il sacerdote che assolve ma il predicatore che stimola, che sfida e che dice: uomo,
questa parola è per te! Il Signore l’ha messa vicina alla tua bocca e al tuo cuore; non puoi non
ascoltarla, sei membro di un popolo di eletti.
La predicazione è al centro
della vita di queste comunità. E
per decidere in queste comunità
c’è il collegio degli anziani, non
sarà mai il pastore a decidere
da solo. Come in altro ambiente
sarà molto presto il Sinodo. Un
gruppo di contadini, di lavoratori che imparano a decidere le
piccole e le grandi cose della vita delle chiese: come fare il battesimo, come insegnare le Sacre
Scritture...
Il Concistoro è una nuova
creazione che impiegherà anni a
nascere ma che sarà la spina
dorsale delle nostre chiese e Dio
voglia continui ad esserlo. E molto presto accanto alla chiesa sorge la scuola in cui si impara di
tutto: a leggere, a scrivere, a discutere, a fare di conto, a conoscere le Sacre Scritture.
Con Chanforan questa comunità che crede nella elezione, che
lavora, che diffonde la Bibbia si
dà una nuova organizzazione. E’
l’organizzazione della comunità
locale, coti il predicatore, gli anziani, con le scuole che reggeranno le tempeste per secoli e
che daranno al nostro mondo
valdese la sua impronta caratteristica. Per .secoli si dirà ai ragazzi valdesi dotati ’u’mnistre,
u'magistre’: vuoi servire il tuo
popolo? Sii predicatore o maestro!
Non c’è dubbio che Chanforan
è stata una decisione di portata
fondamentale. Credo di poter anche sostenere che corrispondeva
ai problemi di allora. Nel mondo dei galeoni, degli schiavi e
dell’oro e delle illusioni religiose
Chanforan è una proposta profondamente spirituale e nello
stesso tempo prof ond ani ente moderna. La nostra domanda è:
Chanforan risponde ancora ai
problemi di oggi? Possiamo limitarci a ripetere le decisioni di
Chanforan? Basta questo per
salvare la nostra vita? Forse no.
Forse è giusto che con tutto affetto e grande riconoscenza verso i nostri padri nella fede, che
partiti di qui furono interrogati,
torturati, incarcerati e impiccati noi dobbiamo dire molto probabilmente: i giovani che siedono oggi in questo prato dovranno crescere in una comumtà diversa, con una predicazione diversa. .Allora si credette sulla
base della dottrina della elezione
e della pratica del lavoro fedele.
Forse oggi nel mondo inquieto
della guerra, del suicidio, della
droga, di Beirut, della disoccupazione, delle menzogne e delle
vanità, forse dobbiamo essere,
come evangelici, predicatori della libera Grazia di Dio. Forse le
difficili parole consegnate nei
lunghi volumi della dogmatica
di Bartlì e provate nel sangue, di
fronte alla dittatura nazista in
Germania, dovranno diventare
nella prossima generaz.ione una
predicazione stimolante più che
consolante all’uomo di oggi.
Dio ti ama e Dio ti chiama. E
a questa predicazione della libera Grazia di Dio non basterà più
Giorgio Bouchard
(continua a pag. 8)
chi, conduce contro la discriminazione razziale: non però con
spirito di rivalsa, ma con desiderio intenso di riconciliazione;
ma questa potrà aversi solo con
il superamento deH’ingiustizia.
E’ stato un momento e un atto
grave, che avrà risonanza. Lo abbiamo compiuto umilmente, perché razzismo, in tante forme e
gradazioni, ce n’è un po’ dovunque, anche se non « teologicamente » giustificato.
L’organizzazione
dei lavori
Ma pur essendo il punto più
scottante, questo è stato solo uno
dei molti temi trattati dall’Assemblea attraverso una complessa trafila di lavori.
Dopo alcune relazioni introduttive, nei primi giorni si è lavorato suddivisi — ma non abbastanza e non abbastanza a lungo
— in 3 sezioni e in tutta una se^
rie di comitati. Le une e gli altri
dovevano produrre (sic!) documenti da sottoporre poi alle sessioni plenarie di questi ultimi
giorni, e così sta accadendo, con
il consueto ingolfamento di fine
assemblee che il nostro sinodo
conosce bene.
Oltre a questo, le nostre gior
nate,\che si aprivano e conclude
vano con momenti di culto affi
dati a persone o gruppi di varie
chiese (due sono stati affidati an
che a Margy Roland, valdese del
l’Uruguay, e a me), sono state
anche arricchite da una serie d
studi biblici, a gruppi allargat
o ristretti, alcuni assai vivi, altri
con scarso approfondimento ese
getico, all’insegna di uno spon
taneismo un po’ dubbio.
Per i numerosi ospiti e visitatori, alcuni di noi sono stati per
alcuni pomeriggi a disposizione
per dare informazioni e discutere la vita delle nostre chiese e
dei nostri paesi. A questa attività ho potuto partecipare anch’io presentando la Chiesa valdese e la situazione italiana, anche se la cosa mi ha rosicchiato
una parte del palpitante dibattito suìVapartheid... Ancora, per i
numerosi visitatori, a parte una
serie di belle escursioni (con alcune splendide giornate, li vedevamo andar via con una punta
d’invidia, e tornare la sera incantati degli splendori di questo
paese veramente molto bello, di
un lindore quasi elvetico, ma con
una vastità di spazi che colpisce,
in una natura molto amata e rispettata), erano organizzati tutta una serie di gruppi di studio
e di lavoro: studi biblici, questioni dottrinali, di attualità, persino un atelier di espressione manuale, attraverso la ceramica! E
c’erano programmi anche per i
numerosi ragazzini; che un gior
Gino Conte
(continua a pag. 8)
2
2 vita delle chiese
10 settembre 1982
1« DISTRETTO: CONVEGNO AL CASTAGNETO
Il catechismo ieri e oggi
Quasi tutti i pastori delle Valli, con un discreto numero di
persone interessate al problema
(catechisti e non) hanno partecipato alia « Giornata del catechismo » tenutasi a Villar Pellice sabato 4 settembre, nei locali
del Castagneto.
L’incontro, promosso dalla
CED del I distretto, si è articolato, nell'arco dell'intera giornata, su due relazioni introduttive
e un lavoro in gruppi al fine di
elaborare proposte concrete.
L’incontro è stato quanto mai
opportuno perché il catechismo
è una delle questioni di maggior
importanza nel dibattito all’interno della chiesa, ed è pure oggetto d’attenzione da parte della EGEI, la quale ha promosso
su di esso una inchiesta a livello
nazionale.
Da rilevare la partecipazione
di parecchi « fgeini » ai lavori
dell’incontro a Villar.
Il past. Giorgio Tourn ha tenuto la prima relazione, molto
ampia e di grande interesse, su
« Il catechismo riformato alle
Valli ».
Dividendo la storia delle Chiese delle Valli dalla fine del 700
ad oggi in quattro grandi periodi, Tourn ha tracciato un profilo
storico-sociologico del catechismo quale attività in sé e quale
era in rapporto alla vita della
comunità nel suo complesso.^
Prima del 1848 la vita nelle
chiese era ridotta praticamente
al solo culto domenicale, vita
scandita per altro con molto rigore da quella che era l'attività
del pastore (culto, catechismo,
funerali, visita dei malati e dei
quartieri).
Il catechismo allora era un
momento pubblico, un’attività
cui assisteva, sia pure in modo
passi\ o, la comunità intera, e
non solo i ragazzi (questo anche
perché si teneva esclusivamente
la domenica pomeriggio).
Esso era basato sul testo di un
teologo di Neuchâtel, Osterwald,
la cui traduzione della Bibbia,
tra l’altro, soppiantò ben presto
quella di Olivetano; questo testo, in forma di domande e ri
sposte, conteneva un compendio
di storia biblica ed una parte
dottrinale.
Catecumeni e catecumene (queste cominciavano un anno prima dei ragazzi) tutti insieme, ma
divisi per sesso nei banchi della
chiesa, seguivano il medesimo
programma per la durata di un
anno.
Dopo il 1848, data che si è presa come punto di riferimento
per via delle Lettere patenti di
Carlo Alberto del 17 febbraio, la
struttura del catechismo rimane
sostanzialmente immutata, ma
parallelamente ad esso si ha un
grande sviluppo della attività
scolastica - scuole Beckwith e
scuola domenicale.
Quest’ultima in particolare,
sotto la spinta di un laicato intraprendente, nasce non come
scuola biblica, ma come momento di aggregazione nel quale si
facevano cose diverse, come il
canto.
Il maestro diventa una figura
centrale nella vita della comunità. Quest’ultima è poi rivoluzionata ancora dalle riunioni quartierali serali.
Sono anni in cui vi è un fiorire, di nuovi testi di catechismo,
ad opera di commissioni sinodali o di singoli pastori (Geymonat, Muston, Meille); il programma è visto ora come il cammino
del credente verso la conversione.
Il terzo periodo inquadrato da
G. Tourn è quello degli anni
1900-1945.
Il catecumeno frequenta la
scuola pubblica italiana; il maestro, il « régent » scompare, sostituito dal maestro di molo.
L’aspetto della conversione
passa sullo sfondo dell’attività
del catechismo; esso assume importanza quale punto aggregativq-culturale; è lo strumento per
far entrare il giovane nella chiesa; sono gli anni in cui si sviluppa una « chiesa giovanile ».
Alcuni teologi (Miegge, Janni,
Comba) scrivono ancora dei catechismi, ma cominciano ad
orientarsi piuttosto verso riflessioni teologiche d’avanguardia;
vi è lo scontro tra le' linee barthiana e liberal-pietista.
Questo scontro continua nel
dopoguerra, anche ad indicare
una crisi della elaborazione catechetica.
La riflessione teologica è sempre più approfondita, ma è rilevante d’altro canto il fatto che
dal 1963 in poi nella Chiesa valdese non si è più prodotto un
testo di catechismo proprio.
A Villar si diceva che questo
non è tanto un segno di crisi,
quanto piuttosto segno di un
processo: è ancora possibile scrivere un catechismo?
Saverio Merlo (il secondo relatore) ha individuato alcuni elementi della comunicazione che
entrano in gioco anche nel catechismo: in esso esiste oggi solo
uria comunicazione di tipo verbale, quando bisognerebbe tenerne presenti anche altri; il problema del non-ascolto causato
anche dal bombardamento di informazioni che viene soprattutto
dai mass media.
Affrontando il problema della
didattica ha esposto alcune proposte operative studiate sulla
base del problema della comunicazione sia tra catechista e catecumeni sia tra i catecumeni
stessi.
Redazione di canzoni, drammatizzazione, sono solo alcuni
esempi di possibili alternative
didattiche.
Non si può separare metodo e
contenuti in una azione didattica, diceva Merlo; ed anche le motivazioni tra chi comunica e chi
riceve sono essenziali, in quanto
non basta solo una tecnica, per
quanto elaborata essa sia, per
far funzionare il catechismo.
Si sono poi costituiti tre gruppi di lavoro: uno su contenuti e
metodi; un altro sul rapporto
catechismo - confermazione - comunità; il terzo sulla preparazione dei catechisti.
Da esri sono uscite alcune proposte che verranno portate alla
attenzione delle comunità con
una informazione a livello locale.
Paolo Gay
Paolo Varese
CORRISPONDENZE
Un battesimo meditato
P.LLERMO — Accogliendo Tatto 45 del Sinodo 1970 la Comunità valdese di via Spezio non
ha mai fatto la minima pressione sui genitori che hanno deciso
di non battezzare i propri bimbi.
Mentre coloro che hanno chiesto
di farlo hanno degli incontri
principalmente con il pastore per
parlare sull’argomento prima
che la domanda venga eventualmente confermata e il battesimo
sia amministrato.
Per le loro tre bimbe (Noemi
di 8 anni, Karen di 6, Giada di 1)
i coniugi La Fata non avevano
chiesto il battesimo: due anni
fa vollero discutere a fondo il
problema con il pastore alla luce dei vari testi neo-testamentari e delle tesi sul battesimo di
K. Barth e O. Cullraan, ma tutto
res'cò fermo.
Quest’anno hanno chiesto di
nuovo di discuterne; nuovi incontri, meditazione dei testi, preghiere e infine la decisione. Domenica 15 agosto le tre bimbe
sono state battezzate con gioia
della comunità riunita per il culto domenicale, ma quello che ci
ha colpito è stata la gioiosa serietà delle due grandicelle Noemi e Karen che si sono avvicinate al fonte battesimale per ripevere il segno di appartenenza al
Signore Gesù.
Il Signore guidi nelle sue vie
queste tre bimbe e dia ai loro
genitori e alla comunità di seguirle con la preghiera, con l’esempio e con dei sani insegnamenti.
ARREDAMENTI
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
FABBRICA • ESPOSIZIONE
Vìa S. Secondo, 38 - PINEROLO - Tel. (0121) 201712
(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
DOCUMENTO SU
L’ECUMENISMO
DelTinserto di questo numero è stata fatta una tiratura a
parte per le chiese che intendono usarlo nei gruppi di studio. riunioni quartierali, corsi di catechismo, diffusione alTesterno.
Raccomandiamo una sollecita prenotazione (telef. 011/
655.278). Costo: L. 150 la copia, minimo 20 copie.
CHANFORAN 1982
I prossimi
appuntamenti
Domenica 12 settembre: Giornata commemorativa di Chanforan
in Val d’Angrogna. Ore 10: Culto di Santa Cena al Tempio del Capoluogo, saluti delle delegazioni straniere ed italiane; Ore 12.30: agape fraterna (i posti sono già esauriti; portarsi il pic-nic per chi non
ha potuto avere il biglietto) nella Sala del Capoluogo; Ore 14.15:
prove d’insieme delle Corali nel Tempio del Serre; Ore 15: Concerto delle Corali Valdesi in località Chanforan, discorso commemorativo, valutazione e conclusione delle manifestazioni; Giuro di
Sibaud. Segue rinfresco.
Al mattino parcheggio al Capoluogo. Dalle 13 alle 18, senso unico Capoluogo-Serre-Chiot d’TAiga con parcheggio al piazzale Martinail del Serre.
• Le Corali Valdesi sono convocate alle ore 14.15 di domenica
12 settembre presso il Tempio del Serre d’Angrogna per le prove
del concerto che si terrà alle ore 15 nei prati di Chanforan.
Inni proposti ; 212 - 38 - 70 - 104 e 234 dell’Innario ; 184 Psaumes
et Cantiques; O Re dei Re; il Giuro.
Per esigenze televisive, costume valdese.
Ogni Corale è invitata a segnalare al più presto, telefonando
al past. Platone (0121/944144), la propria consistenza numerica.
ALLE VALLI VALDESI
Giornata dell’Asilo
Pro Radio Trieste
Evangelica
TRIESTE — L’annunciata estrazione della lotteria che le
Comunità Battista, Metodista e
Valdese di Trieste hanno organizzato per venire incontro alle
spese della nuova emittente protestante che funziona dal 5 settembre, è stata spostata al 10
ottobre per dare tempo a coloro
che non avessero ancora sottoscritto i moduli distribuiti a tutte le comunità di dare il loro
contributo.
Malgrado la pioggia incessante e continua, la « Giornata dell’Asilo Valdese », programmata
e messa in atto con una cura veramente lodevole da parte di tutto il personale e dei vari collaboratori che non hanno lesinato
energie e tempo, ha avuto un
esito più che lusinghiero.
La giornata non era di domenica, giorno in cui secondo gli
usi tradizionali si svolgono manifestazioni del genere, ma di sabato e le previsioni sotto questo
aspetto non erano per qualcuno
delle più favorevoli : il successo
ha invece dato ragione al Direttore Gobello che aveva insistito
perché questa festa avesse luogo
in un giorno feriale.
Dai banchi dei dolci a quello
dei pazienti lavori femminili, dalla vendita dei prodotti di antiquariato e di artigianato all’esposizione di quadri e di cartoline
ricordo, per tutto il pomeriggio
è stato un continuo andare e venire di persone venute anche dalle comunità vicine per l’acquisto
di oggetti, per consumare con
gli ospiti la tradizionale tazza di
thè e per trascorrere alcune ore
insieme in simpatica comunione
fraterna.
Molto gradita è stata la presenza del Presidente della Provincia, dott. Maccari e del Moderatore, pastore Giorgio Bouchard.
Oltre quattro milioni è stato
il frutto della giornata : una somma che è andata oltre il previsto
e che sarà senz’altro di stimolo
perché ogni anno un incontro
come questo abbia a ripetersi.
Un grazie riconoscente a tutti
i collaboratori e visitatori il cui
valido contributo è stato determinante per l’esito positivo di
questa festa cosi simpatica.
Dino Gardiol
Restauri
BOBBIO PELJLICE — In una
settimana di intenso lavoro, grazie all’apporto di un rilevante
numero di volontari, i muratori
hanno rifatto completamente il
tetto della sala del cinema, che
richiedeva ormai un intervento
decisivo. In un’altra serie di giornate di fatica non indifferente
alcuni giovani hanno provveduto ad accumulare a valle i larici
che saranno utilizzati, in autunno, per il rifacimento del pavimento del tempio.
La commissione stabili esprime la riconoscenza di tutta la
comunità per la disponibilità e
lo slancio che tante persone hanno dimostrato rispondendo al
suo appello. E’ ovviamente ancora aperta la sottoscrizione per il
finanziamento dei lavori ; ogni
offerta è sempre accettata con
riconoscenza.
Nascite
POMARETTO — Sono nati;
Daniele di Nella Garzino e Claudio Maurino di Perosa Argentina; Diego di Anita Tron e di
Willy Micol di Pomarett'o; Patrick di Ugo Pons e di Ada Ferrerò di Perosa Argentina.
A questi piccoli nati che vengono ad allietare con la loro presenza i genitori ed ai genitori
stessi gli auguri della Comunità
tutta. Che lo Spirito, del Signore
li prenda sotto la sua protezione e sia la loro guida durante
tutta la loro vita.
Personalia
Nella comune speranza di nuovi cieli
e nuova terra, i colleghi di redazione
esprimono a Marcella Gay la loro affettuosa simpatia per la perdita della
Mamma.
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che interessano più chiese
valdesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lutiedì
precedente la data di pubblicazione
del giornale
Sabato 11 settembre
□ TELEPINEROLO
CANALE 56
Alle ore 20.05 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo •
(a cura di Marco Ayassot, Franco Davite e Attilio Forneronel.
Domenica 12 settembre
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.45; Culto Evangelico a
cura delle Chie.se Valdesi del II Circuito.
Giovedì 16 settembre
□ COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
La riunione del collaboratori avrà
luogo a casa Gay via Cittadella 8 Plnerolo, alle ore 20.30.
3
vita delle chiese 3
10 settembre 1982
IL DIBATTITO IN SINODO SU COMMISSIONE ISTITUTI OSPEDALIERI E COMITATO DEL COLLEGIO
Sanità e Istruzione
Alcune importanti delibere per le Valli proseguono e definiscono il
dibattito che si è svolto nella Conferenza del Primo Distretto
Il dibattito sinodale sulla Commissione Istituti Ospedalieri Vaidesi (CIOV) ha quest’anno allargato i suoi confini, coinvolgendo anche l’ospedale di Torino che, come si sa, si avvia a
formare un tutto organico con
i due di Pomaretto e di Torre
Penice. A seguito dell’intesa firmata con la Regione Piemonte,
gli ospedali sono infatti inseriti
nel piano sanitario regionale e
per poter offrire alla popolazione tutti i servizi richiesti hanno
bisogno di alcune ristrutturazioni. Chi le paga?
La linea della Chiesa valdese
fino ad oggi è stata molto chiara ; noi chiediamo soltanto un
rimiborso per i servizi resi. Tutto ciò che concerne le strutture
(che sono nostre) è a carico nostro. Così, si è mossa la CIOV
per la ristrutturazione totale
prevista per l’ospedale di Torre Penice, cosi si è mosso, ma
solo in parte, il Concistoro di
Torino per il suo. Infatti una
parte della somma necessaria
sarà reperita attraverso l’accensione di mutui presso le banche.
Questi mutui saranno restituiti
in quindici anni attraverso i rimborsi che la Regione darà per il
servizio reso. E’ un fatto abbastanza nuovo per noi, in quanto
è l’applicazione di un ordine del
giorno votato solo nel 1979. Ma
questa novità ha fatto chiedere
a qualcuno se qui non si poteva
vedere una pericolosa inversione dell’atteggiamento della nostra chiesa, per cui il famoso
principio che i nostri servizi devono essere dati « senza oneri per
lo stato ». si diceva, verrebbe qui
di fatto capovolto. « Stiamo attenti — ha detto il presidente
della Commissione d’esame — a
non innescare qui un principio
che potrebbe portarci molto lontano ».
Nella sua replica, il past. Taccia ha fatto notare come in tutta questa operazione i principi
sono stati con molta cura rispettati La convenzione con la Regione, infatti, ha fatto seguito
CIOV
Villa
Olanda
(foto
R. Ribet)
alla firma dell’intesa, per cui oggi l’ospedale agisce aU’interno
della pianificazione regionale e ^
se un domani, per qualsiasi ragione, la chiesa dovesse cambiare destinazione al suo ospedale,
i soldi verrebbero resi a chi ce
li ha dati. Nessuno vuole fare
dei giochetti ed incrementare il
nostro capitale, facendolo pagare allo stato.
Nella prospettiva di addivenire a delle intese con altre Regioni per gli altri ospedali evangelici operanti nel nostro paese, il
Sinodo ha invitato la Tavola a
nominare una commissione consultiva per i rapporti con le Regioni.
Di fronte alla constatazione
che nella nostra chiesa le opere
di assistenza vivono ognuna per
proprio conto, il Sinodo ha chiesto alla Tavola di formare anche una commissione che studi
la possibilità di formare un unico organismo che unifichi tutte ^
queste opere e possa sedere in
Sinodo, come oggi avviene per
la CIOV. Appare chiaro che tutto questo settore della vita della
chiesa sta subendo in questi anni una profonda trasformazione :
importante è ora che la chiesa
tutta compia uno sforzo per
orientare queste nostre forze
verso linee di marcia comuni.
to affrontare la scuola di Torre
Penice. Ma il Sinodo non ha voluto dire parole decisive per la
Scuola Latina. E’ vero, negli ultimi anni si sono chiuse diverse
opere per i giovani, alle Valli (e
non per tutte vi è stata una battaglia sinodale ! ) ; questo non significa però che il lavoro presso i giovani sia stato abbandonato a favore del lavoro tra gli
anziani. Iniziative nuove sono
state lanciate, tra cui l’animatore giovanile, altre verranno. Occorre fantasia e buona volontà,
da parte di tutti.
Paolo Ribet
Il Sinodo, in riferimento:
— all'atto 39 della Conferenza del
I Distretto:
__ alle voci del protocollo d’intesa
con la Regione Piemonte sulla
assistenza sanitaria relative al
« servizio religioso da assicurare nei nostri ospedali tramite gli
opportuni organi »;
__ alle osservazioni della Commissione d’Esame suH’operato della
CIOV relative allo spirito di servizio e di diaconia nelle nostre
opere;
chiede alle assemblee ed ai consigli dei circuiti interessati di provvedere ad assicurare, d’intesa con
la CIOV, che sia data piena applicazione, anche a questo riguardo,
al paragrafo c) dell’articolo 4 del
RO 5, riferentesi appunto al coordinamento ed allo sviluppo dell attività spirituale sul territorio di loro
competenza.
Il Sinodo, preso atto della necessità del trasferimento del reparto
psicogeriatrico e dei relativi ospiti
dall’ospedale di Torre Pellice nella
sede di Villa Olanda ne approva in
linea di massima la decisione.
Il Sinodo invita la Tavola Valdese
a studiare, in collegamento con il
Coordinamento Evangelico Ospedaliero, la possibilità di costituire una
scuola evangelica per infermieri, in
vista della formazione di personale
non solo qualificato professionalmente, ma anche motivato evangelicamente.
COLLEGIO
Il Sinodo, in riferimento a 19/SI/
81, col quale veniva autorizzata la
graduale chiusura della Scuola Media di Torre Pellice a partire dall’anno scolastico 1982/83;
constatando che l’esperimento di
proseguimento di una sola sezione
con la richiesta del pagamento di
sopratasse di frequenza ha dato
risultati deludenti;
dichiarando che il pagamento richiesto snatura la funzione sociale
di scuola dell’obbligo ed accentua
il carattere privatistico deiristituto,
contrario ad ogni orientamento delle
opere della Chiesa Valdese;
visto 13/CD 1/82,
invita il Comitato Collegio Valdese
e Scuola Latina a non aprire nuovi corsi della Scuola Media di Torre Pellice a partire dall’anno scolastico 1983/84.
Il Sinodo, in riferimento a 19/SI/
81 circa la valorizzazione del Ginnasio Liceo;
informato del progetto in avanzato
stadio di realizzazione dell’istituzione sperimentale di un liceo linguìstico se ne rallegra, ed invita il
Comitato Collegio Valdese e Scuola Latina ad operare in modo che
possa essere integrato ad ogni effetto nella struttura del Ginnasio Liceo nell’ambito delia riforma della
scuola superiore.
PER NON METTERE IN
L'intesa subordinata
Una decisione sofferta ma inevitabile
Nello stesso pomeriggio un altro « grosso » argomento è stato
affrontato; la scuola media del
Collegio, a Torre Pellice. Nella
sua relazione, la Tavola giudicava legittima la decisione del
Comitato di aprire una classe
chiedendo un contributo alle famiglie, « anche se, prosegue la
Tavola, la decisione assunta non
può diventare premessa per la
politica generale della chiesa in
campo scolastico ». Più forti erano le espressioni della Commissione d’esame, la quale, notando
il calo delle nascite, il fatto che
la chiesa non può far pagare alle
famiglie degli studenti la scuola dell’obbligo ed il pericoloso
deficit che si è andato accumulando, ne proponeva la chiusura.
Il dibattito, che è stato intenso e sofferto, ha in fondo ricalcato queste due linee. Marco
Gay, presidente del Comitato
del Collegio, neH’illustrare la decisione del Comitato, faceva notare come le chiese delle Valli,
consultate, hanno in genere risposto incoraggiando il Comitato a tenere aperto, lasciandolo
poi solo all’atto pratico. Un secondo motivo è dato dal fatto
che il Comitato non voleva indebolire il serbatoio naturale del
Collegio, negli anni del suo rilancio.
Gli altri interventi toccavano
via via i vari punti dell’alternativa : da un lato si metteva in rilievo il fatto che la scuola media non ha un futuro, per cui
occorre subito trovare la solu
zione e « tagliare il nodo » ( come ha detto qualcuno), senza rimandare una decisione ormai
ineluttabile. Sull’altro fronte si
aveva, con varie motivazioni, la
richiesta di non chiudere subito.
Questa richiesta si concretizzava con un emendamento all’ordine del giorno in discussione,
in cui si lasciava al Comitato la
possibilità (e, dico io, la responsabilità) della chiusura. L’emendamento veniva respinto con
scarso margine. Si votava quindi l’o.d.g. proposto dalla Commissione d’esame, che era accolto con 75 voti a favore, 15 contrari e 15 astenuti. In una successiva votazione veniva accolta
la decisione del Comitato del
Collegio di aprire, in vista della
riforma della scuola superiore
( da tempo in discussione alle
Camere), un liceo linguistico.
La decisione di chiudere progressivamente la scuola media
farà discutere molto e molti saranno amareggiati, soprattutto
fra le chiese della 'Val Pellice.
Non è mai bello constatare che
il ciclo di un’opera si è chiuso,
tuttavia sarebbe nascondersi la
verità pretendere di far sopravvivere un’opera che vede, e vedrà
sempre più, decrescere il numero dei bambini che potrà servire.
Non per niente, infatti, il Comi' tato del Collegio ha chiesto al
Sinodo che gli indicasse ^come
comportarsi con la Scuola Latina di Pomaretto, per la quale tra
pochi anni si presenteranno gli
stessi problemi che ha ora dovu
II dibattito sui rapporti con lo
Stato ha costituito indubbiamente uno dei momenti più importanti di questo Sinodo a conferma del significativo impegno
espresso da molti perché il
verno dia concreta attuazione all’Intesa.
Qualcuno, in apertura della discussione, ha ricordato che proprio il Sinodo dello scorso anno
aveva ricevuto un messaggio del
Presidente del Consiglio che riconfermava « l’impegno programmatico del Governo a dare concreta attuazione all’Intesa»; m
realtà nel corso di quest’anno
non è accaduto nulla di rilevanfg e — come ha schematizzato la
Commissione d’Esame —
re ridefinire la prospettiva dell'impegno della Tavola per la soluzione della questione. Da una
parte difatti potrebbe prevalere
un richiamo al realismo che
spinge i valdesi, i metodisti e
quanti altri appoggiarlo la loro
battaglia per l’applicazione dell’articolo 8 della Costituzione, a
constatare che, fermo restando
questo quadro politico, i tempi
di attuazione delle Intese appaiono molto lunghi.
Un’altra possibilità potrebbe
essere il rilancio di tutte quelle
iniziative tese a smuovere le forze politiche, a denunciare il confessionalismo dello Stato
proporre con forza «il problema della libertà religiosa nell’animo del nostro popolo e tarlo diventare fatto di costume».
La Commissione d’Esame poneva infine una terza ipotesi secondo la quale si potrebbe puntare
sulla abrogazione delle leggi del
’29-’30 così da creare un vuoto legislativo tale da rendere indispensabile l’attuazione dell articolo 8 della Costituzione.
Prima ancora che potesse svilupparsi un dibattito nel mento
di queste ipotesi — non necessariamente alternative — la Commissione d’Esame ha presentato
MALGRADO L’IMPEGNO ASSUNTO
Il Sinodo, considerato che malgrado l’impegno assunto dal precedente governo nel luglio 1981 in
sede di presentazione del programma in Parlamento, di « dare concreta
attuazione all’intesa » raggiunta fin
dal 1978 con le Chiese rappresentate dalla Tavola Valdese, la Presidenza dei Consiglio non ha ancora
presentato alle Camere il relativo
disegno di legge, afferma che il
mancato perfezionamento dell’intesa
a più di trent’anni dall'entrata in
vigore della Costituzione,
— impedisce l'attuazione di uno
dei suoi principi fondamentali contenuto nell'art. 8,
— priva il Pírese, per ciò che riguarda l'impostazione dei rapporti
tra Chiese e Stato, di un’alternativa rispetto al modello concordatario alla cui revisione l'attuazione
dell’intesa viene di fatto subordinata;
— costringe le nostre Chiese a
vivere in un regime giuridico introdotto dal fascismo con intenti discriminatori e repressivi.
Dà mandato alla Tavola Valdese
di rinnovare al Governo della Repubblica la richiesta di addivenire
senza indugi alla concreta attuazione dell’intesa: le dà altresì incarico
di sollecitare l’appoggio dì tutte
quelle forze politiche e sociali, delle assemblee e degli enti locali che
già nel 1980 hanno fatto propria
questa stessa richiesta.
un ordine del giorno che a qualcuno è subito apparso troppo
« blando », privo di ogni riferimento al fatto che l’attuazione
delle Intese è oggettivamente subordinata alla revisione del Concordato.
Un utile supplemento di informazioni che nella sostanza ha
confermato questa ipotesi, è ve-'
nulo dagli interventi dei proff.
Spini e Bianconi i quali, su esplicita richiesta del Senatore Spadolini ed a titolo esclusivamente personale, hanno fatto parte
di una commissione « consultiva » di fiducia della Presidenza
del Consiglio che ha fornito chiarimenti nel merito di alcune
obiezioni sul testo dell’Intesa sollevate da alcuni Ministeri.
Qualche membro del Sinodo ha
quindi osservato come questa
collaborazione a carattere privato e professionale se da una parte ha forse favorito alcune immediate chiarificazioni con la
controparte, dall’altra potrebbe
costituire per la Presidenza una
scusante a ritardare comunque
la soluzione del problema.
A questo punto la discussione
si è fatta complessa ed articolata: all’ordine del giorno proposto dalla Commissione d'Esame
difatti, se ne è contrapposto un
altro assai più critico nei confronti dell’atteggiamento mantenuto dal Governo; alla Tavola
ed altri il nuovo testo è però apparso insostenibile, quasi il segno di una volontà di rottura delle trattative. A questo punto il
Sinodo, incerto e privo di orientamenti convincenti, ha finito col
respingere entrambi gli ordini
del giorno in discussione: un
grappo ristretto nominato dal
Seggio ha quindi formulato un
nuovo testo — alla fine approvato .— che, raccogliendo numerose osservazioni emerse nel corso
del dibattito, esprime, in conclusione, la volontà di un rilancio
che impegna Tavola e chiese.
Paolo Naso
4
4 fede e cultura
10 settembre 1982
UN TIPICO FRAINTENDIMENTO
INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE E SCUOLA PUBBLICA
Lutero incapsulato
Attribuendola al Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste, diversi quotidiani hanno ripreso
con risalto la richiesta di togliere
la scomunica a Lutero. Immediatamente — e questo spiega l’interesse dimostrato — i mezzi di
informazione hanno interpretato
la frase come un « passo » verso
la Chiesa cattolica e così Sergio
Quinzio, in un articolo intitolato
« Lutero ” inattuale” » comparso
su La Stampa del 31 agosto, parla di « reciproca calcolata disponibilità ». Lutero vien dunque incapsulato in un contesto diplomatico-ecumenico che interessa
ma non interpella, fa notizia ma
non parla all’uomo di oggi.
In realtà, parlando con un giornalista, il prof. Paolo Ricca (e non
il Sinodo che non ha adottato al-cuna delibera in proposito) esprimeva la richiesta che l'Italia togliesse a Lutero la scomunica e
cioè l’ostracismo culturale a cui
è stato condannato nel nostro
paese, beninteso in connessione
con la scomunica cattolica. Quello che interessa gli evangelici italiani non è infatti che la Chiesa
cattolica trovi un posticino per
Lutero nel proprio « insieme di
opposti » sistemando piacevolmente (per chi guarda da fuori,
distaccato) una antica querelle
ecclesiastica. Ciò che preme è invece che la cultura italiana si
confronti col pensiero e l'opera
di un uomo che rappresenta una
pietra miliare del cammino storico e culturale dell’Europa, senza sbrigarlo con alcuni superficiali luoghi comuni.
L’articolo di Sergio Quinzio
non può certo essere qualificato
in tal senso. La sua tesi sulla
inattualità di Lutero — ip un
tempo in cui da una parte si tende a risacralizzare il mondo,
dall’altra a condurre una lotta secolarizzata per stabilire la giustizia nel mondo — è discutibile, ma rappresenta un valido contributo al dibattito auspicato.
Eppure mi sembra che il travisamento da cui parte involontariamente, collocando subito Lutero in una cornice ecclesiastica
o inter-ecclesiastica, favorisca il
persistere dell’ostracismo culturale che è riservato aH’iniziatore
della Riforma, riducendo la questione alla « richiesta di un generico riconoscimento di legittimità
pluralistica all’interno del cristianesimo ».
Forse 1’« inattualità » di Lutero
risulterebbe meno drastica senza questi ceppi ecclesiastico- confessionali, come del resto lascia
intuire l’ultima parte dell’articolo di Quinzio. Un piccolo esempio. Tre giorni prima del « Lutero ’’inattuale” », La Stampa ha
ospitato una bella intervista allo
scrittore Denis de Rougemont,
svizzero e protestante, che riassume la sua concezione dell’uomo nella formula: persona = individuo più vocazione. A me è
parsa una indicazione di grande
attualità, in una società di individui che così spesso gridano la
propria mancanza di vocazione,
di senso dell’esistenza, e rischiano così la spersonalizzazione. Non
sarebbe il caso di ricordare che
il concetto laico di vocazione è
stato introdotto in Europa da Lutero e di conoscerne meglio il significato?
F. G.
A colloquio con i lettori
DIO BIBLICO O
DIO DELLA NATURA?
Leggo sempre con piacere gli scritti
di Gino Conte. Mi fanno pensare ad
un esperto pescatore di perle, che però si ostina a raccòglierò solo quegli
esemplari elencati in quel catalogo della presunzione ebraica che è — in
gran parte — la Bibbia. Solo che, essendo un pescatore nato, non può fare a meno di soffermarsi su quelle particolarmente interessanti, anche se fuori
catalogo, e qualcuna, sfuggendogli, rotola fino a noi.
Come questa, splendida e rarissima,
del ” Dio che si pente ». E non la rendono bella le citazioni d'i Gioele o di
Geremia, chè gli antichi Ebrei nella
loro presunzione di parlare con Dio
come noi col vicino di casa, ci hanno
detto di Lui tutto ciò che era possibile
dire, anche concetti contraddittori,
spesso mal digeriti. La rendono bella
la speranza, cbe non è nei Numeri o
nelle tavole della Genesi, ma nel cuore degli uomini, di un dio in armonia
con le leggi del Creato, un dio che
si evolve » balzando vivo dall'inesorabile immobilità dell'idolo. Il dio, appunto. intuito da Gino Conte, un dio dinamico, capace di evolversi e di mutare,
capace — anche — di pentirsi.
E speriamo veramente che un giorno Dio si penta. Non di avere fatto
l'uomo, come dice il favolista della
Genesi, ma di averlo fatto così, fra■ glie e indifeso, appassionato e ferito,
generoso, nonostante tante delusioni,
religioso al di là di ogni ostinato silenzio
Speriamo che si penta di essere stato un padre così, sbrigativo e collerico,
rimasto arroccato nell'alto di un impenetrabile cielo, dopo avere scaraventato la creatura in un ambiente difficile,
costringendola ad una spietata lotta
per la scornvvivenza, in questa giungla del creato nella quale il timido
agnello è stato creato per la fame
del lupo e la mansueta gazzella è la
logica preda del fiero leopardo.
Speriamo che si pentano i teologi e
i profession'isti della Parola, che la
smettano di frustrare la creatura, mortificandola, tarpandole le ali e crocifiggendola ad una supina acquiescenza.
Speriamo soprattutto che ci pentiamo noi di esserci ridotti cosi, timidi e
umiliati, plagiati e confusi.
Speriamo che impariamo a non cercare solo in un libro, che racchiude la
sapienza e la tracotanza di un popolo
e di un tempo, la voce di Colui che è
il Dio di tutti i popoli e di tutti i tempi, la cui Legge è scritta direttamente
nelle cose da Lui create.
Quando cl saremo affrancati dai miti
e dai condizionamenti che continuamente ci fuorviano riusciremo — forse —
a rintracciare nella realtà del mondo
che ci circonda le nostre autentiche
radici con l'Eterno.
Isa Briante, Roma
Lo spazio dedicato al colloquio con i lettori è ridotto in
questi numeri a causa del ridotto mañero di pagine per il periodo estivo. Speriamo di poter
presto allargare questo spazio e
pubblicare altre lettere che sono
giunte in redazione.
Il dibattito sinodaie
Il Sinodo ha inteso affrontare
il problema nel quadro più generale dei rapporti con lo Stato
ribadendo con forza la linea
espressa nelle Intese secondo la
quale l’educazione e la formazione religiosa dei fanciulli e della gioventù sono di specifica competenza delle famiglie e delle
chiese e che è garantito alla Tavola il diritto di rispondere ad
eventuali richieste provenienti
dagli alunni o dalle loro famiglie nel quadro dell’agibilità scolastica senza oneri per lo Stato.
Alcuni interventi hanno quindi ricordato come un elemento di
novità alla normativa vigente
potrebbe essere costituito dalla
definitiva approvazione del testo
di legge sulla riforma della scuola media secondaria già votato
dalla Camera; il progetto di legge, difatti, quanto alla specifica
questione dell’insegnamento religioso, regolamenta il diritto ad
usufruirne « in forme che garantiscano il rispetto della libertà
di coscienza e non diano luogo a
discriminazioni ». Nel corso del
dibattito sinodale alcuni interventi hanno rilevato l’ambiguità
di questa formulazione che non
introduce elementi di sostanziale novità rispetto al presente e
riafferma, senza « scomodi » riferimenti al Concordato che l’insegnamento religioso avviene comunque « nel quadro delle finalità della scuola ».
Qualcuno ha quindi precisato
che di fatto, qualora il progetto
fosse definitivamente, approvato,
potrebbe darsi il caso che in
qualche scuola fosse richiesto —
da non evangelici — un insegnamento impartito da un pastore
(o da un laico) valdese o metodista; quale risposta a questa non
imprevedibile richiesta? Da una
parte la coerenza con la posizione espressa nelle Intese imporrebbe una risposta negativa; dall’altra qualcuno considerava negativamente l’ipotesi che nel nome della coerenza ad un principio giuridico si rinunciasse ad
un’occasione di predicazione.
Molto opportunamente, però,
alcuni tra gli intervenuti hanno
replicato che proprio un richiamo alla posizione delle Intese e
la disponibilità a rispondere alla
richiesta in un quadro diverso
da quello dell’ora di religione
(vale a dire quello più generale
dell’agibilità scolastica) sarebbe
una prima occasione per qualificare il senso della nostra presenza in ambito scolastico.
In conclusione il nodo non è
stato definitivamente risolto: la
Tavola nominerà una commissione che seguirà l’evolversi della
situazione. Una ulteriore occasione di dibattito sarà inoltre il
convegno promosso dalla FGEI
(Roma, Facoltà 'Valdese di Teologia, 25-26 settembre): Religione
e scuola, il contributo dei protestanti al dibattito attuale.
La discussione si è quindi conclusa con l’approvazione dei due
ordini del giorno riprodotti in
questa pagina.
Paolo Naso
Convegno Nazionale di Studio promosso dalla Federazione
Giovanile Evangelica Italiana - Roma 25-26.9.’82 - f’acoltà
Valdese di Teologia - Via Pietro Cossa, 42.
Religione e scuola
Il contributo dei protestanti al dibattito
La religione a scuola : sguardo retrospettivo e proposte attuali
(F. Giampiccoli).
Religione e cultura : riflessioni sull’importanza della « cultura
religiosa» (Paolo Ricca).
Religione e scuola: quali proposte (tavola rotonda con Giovanni Pranzoni, Stefano Rodotà, Claudio Troni.
Iscrizioni: Egei - via Marianna Dionigi 57 - 00193 Roma - telefoni (06) 6796817 Rossella Luci - (06) 3604926 Daniele Bou
chard - (06 ) 3604683 F. e C. Long.
Dissenso
Il Sinodo, preso atto del disegno
di legge sulla riforma della scuola
media superiore approvato nel iu<
glio scorso dalla Camera dei deputati il cui art. 3, in riferimento
all'insegnamento della religione,
contiene elementi di novità in un
contesto di ambiguità
esprime il proprio dissenso riguardo all’insegnamento confessionale della religione a spese dello
stato ivi sostanzialmente ribadito;
riafferma la posizione espressa in
proposito dalle chiese valdesi e
metodiste contenuta negli articoli
9/1 e 10 (1) dei protocollo d'intesa
con 4a Repubblica italiana e dà
mandato alla Tavola Valdese di adoperarsi per il raggiungimento di
una posizione comune in argomento da parte deH’evangelismo italiano.
Art. 9. La Tavola valdese, nella convinzione che Veducazione e la
formazione religiosa dei fanciulli e della gioventù sono di specifica competenza delle famiglie e delle chiese, non richiede di svolgere nelle scuole
gestite dallo Stato o da altri enti pubblici, per quanti hanno parte nelle
chiese da essa rappresentate, l’insegnamento di catechesi o di dottrina religiosa 0 pratiche di culto. (...)
Art. io. La Repubblica italiana^ allo scopo di garantire che la senola pubblica sia centro di promozione culturale, sociale e civile aperto all’apporto di tutte le componenti della società, assicura alle chiese rappresentate dalla Tavola valdese il diritto di rispondere, nel quadro delVagibilità scolastica, alle eventuali richieste provenienti dagli alunni, dalle
loro famiglie o dagli organi scolastici, in ordine allo studio del fatto religioso e delle sue implicazioni. I relativi oneri finanziari sbno a carico
degli organi ecclesiastici competenti.
Esonero
Il Sinodo, dopo aver discusso il
tema dell'ora di religione nelle
scuole, e visto l'atto 24 della CD
del I Distretto 1982
ribadisce la sua netta opposizione al concordato che impone una
presenza teologicamente non corretta della chiesa cattolica nella società italiana e nella scuola;
esorta tutti i genitori ad esonerare i loro figli dall'ora di religione,
come affermazione della libertà re
ligiosa in Italia;
invita le chiese a sostenere i genitori in questa scelta curando una
ampia informazione;
invita tutti gli insegnanti elementari ad approfondire il tema della
dichiarazione di non disponibilità
aH'insegnamento della religione in
vista di un'azione massiccia ed unitaria per una scuola laica ed una
presenza corretta degli evangelici
nella scuola. .
UN QUADERNO ALRI-CLAUDIANA
Separatismo
per la scuola di stato
Nell’autunno dell’anno scorso
col patrocinio del Comune di
Milano, nell’ambito dell’attività
culturale « Milano per voi », TAssociazione per la Libertà Religiosa in Italia (ALRI) ha curato
un ciclo di aggiornamento sulla
questione deH’insegnamento religioso nella scuola statale. Ne
è nato un quaderno ALRI pubblicato recentemente dalla (Claudiana che comprende un’introduzione generale di Luigi Rodelli (Per un’educazione alla libertà e alla democrazia), due lezioni di Celso Mei (La scuola nella Costituzione; Educazione e
scuola nella concezione cattolica), una di Jole Rossi (La religione nei programmi della scuola elementare) e una di Giorgio
Peyrot (Scuola pubblica e istituzioni ecclesiastiche nell’intesa tra
la Repubblica italiana e le Chiese rappresentate dalla Tavola
valdese). II titolo programmatico del quaderno' e l’impostazione del corso riflettono chiaramente la linea dell’ALRI che,
in posizione fortemente polemica nei confronti della posizione
cattolica, da una parte accoglie
la linea del protocollo d’intesa
tra la Repubblica e le Chiese rappresentate dalla Tavola valdese,
dall’altra la accentua in senso
marcatamente laicista e razionalista.
Per quanto il discorso riguardi prevalentemente la scuola elementare e si accenni soltanto alle prime avvisaglie del dibattito
che si è poi sviluppato nel corso di quest’anno, il quaderno è
ricco di dati e costituisce un’utile introduzione per chi si avvicini per la prima volta al problema « scuola e religione » volendo approfondire ciò che sta dietro al dibattito suscitato nel paese prima dalla proposta di legge di iniziativa popolare sulla riforma dei programmi delle elementari promossa da] Centro di
Iniziative Democratiche degli Insegnanti (CIDI) e poi dal progetto di riforma delle secondarie superiori che sta compiendo
il suo iter in Parlamento. In particolare, le 18 pagine del contributo di Giorgio Peyrot costituiscono la più chiara e aggiornata sintesi oggi disponibile del
cammino percorso e del significato dell’intesa valdese-metodista, con un approfondimento
specifico sui due articoli riguardanti l'insegnamento religioso.
Conclude il volumetto un’utile
appendice sul problema delle catéchiste assunte per sostituire
gli insegnanti elementari che dichiarano la propria non disponibilità a insegnare la religione a
scuola, problema che si è presentato negli anni scorsi nella
provincia di Milano e che è emerso l’anno scorso anche nella provincia di Torino. F. G.
' C. Mei, G. Petrot, L. Rodelli,
J. Rossi, Scuola statale e Istituzione
ecclesiastica: separiamole. Claudiana
1981, pp. 80, L. 3.800.
5
10 settembre 1982
obiettivo aperto 5
UN CONTRIBUTO POLEMICO IN VISTA DEL CONVEGNO ORGANIZZATO DALLA EGEI PER IL 25-26 SETTEMBRE
Religione e scuola secondaria superiore
Emilio Nitti mette in questione la linea tradizionale in nome di una domanda di cultura religiosa a cui dovremmo rispondere anche all interno della nuova ora di religione. Ma come resteremmo fedeli ai principi espressi nell Intesa?
L’approvazione alla Camera
della riforma della secondaria
superiore ha rilanciato sulle pagine dei quotidiani nazionali il
dibattito intorno all’ora di religione, alla cultura religiosa e al
suo rapporto con l’istruzione scolastica.
L’argomento merita di essere
seriamente riesaminato in modo
approfondito e da più punti di
vista e il Convegno di studi, promosso per settembre dalla FGEI, mi sembra opportuno e tempestivo. Occorre, tuttavia, avere
chiara e piena disponibilità per
rinnovare le analisi sul problema
nei suoi aspetti concreti, perché
le proposte operative non ripetano testardamente vecchie strade, ma siano all’altezza delle trasformazioni istituzionali e sociali del nostro paese.
Le religioni
nel progetto di legge
1) I punti caldi sulla religione nella Legge di riforma della
secondaria sono gli articoli 3 e
4, l’uno relativo all’articolazione
degli studi, l’altro all’area delle
discipline comuni. I commi 2”, 3”
e 4“ dell’art. 3 sono un pasticcio
di parole che si prestano a varie
interpretazioni: tutto come prima, cioè ora di religione per
tutti, salvo esonero a richiesta;
ovvero, ore di religioni diverse,
secondo le richieste del « mercato »... della cultura o della moda. Il più equivoco è il comma
2: « l’insegnamento della religione è assicurato nel quadro delle
finalità della scuola secondaria
superiore ». Più avanti si evince
infatti che non si tratta più di
religione, ma di religioni, superando di fatto la differenza implicita negli artt. 7 e 8 della Costituzione fra religione cattolica
romana e altre confessioni religiose. Ma ancora più sconcertante è l’espressione « nel quadro
delle finalità della scuola... », dove quel « quadro » può significare
o che la religione (insegnata in
modo confessionale, qualunque
religione!) entra nel quadro delle finalità generali della scuola;
ovvero che questo insegnamento
deve collocarsi senza turbare il
quadro, cioè nel rispetto delle
finalità già indicate all’art. 1, dove di religione/i non si parla.
Nel caso che la prima sia l’interpretazione autentica, non si
può non osservare che in tal modo viene esteso per la prima volta alla scuola superiore quel
« fondamento e coronamento »
ormai generalmente rifiutato per
la scuola elementare.
La formulazione dell’art. 4 è
più limpida, colloca tra gli obiettivi dell’area comune quello
di « approfondire le conoscenze
e le capacità critiche relative alle opere artistiche e letterarie, al
pensiero scientifico filosofico e
religioso... ». Molti, tuttavia, hanno visto qui attuato il « doppio
binario » della proposta Pazzaglia
ed effettivamente, se l’attuazione
della Legge fosse affidata, come
spesso è avvenuto, ai burocrati
del Ministero, l’art. 4, anziché
essere inteso come indicativo di
obiettivi generali e complessivi,
verrebbe disarticolato alla ricerca di quali materie siano titolari
di questo o quell’obiettivo formativo; gli aggettivi diverrebbero automaticamente materie di
insegnamento: Arte, Letteratura,
Scienze, Filosofia, Religione (non
più quella « confessionale » dell’art. 3 ma quella « fondata culturalmente »). Ma qui i dubbi su
quale sia l’interpretazione autentica sono certamente minori e.
comunque, la modifica del successivo art. 24, voluta dall’opposizione (PCI, PDUP, Sin. Ind. e
PR), e passata con un voto a sorpresa, ha subordinato l’operato
del Ministero e dei suoi « esperti » al parere di una apposita
commissione parlamentare.
I mutamenti
nella società
2) A me sembra che davvero
non è possibile chiarirsi le idee
su questo problema senza guardare a cosa è cambiato e cosa
sta cambiando nel nostro viver
civile, nel senso comune della
gente.
La tendenza dominante è certamente quella della deideologizzazione: si preferisce avere idee
liberamente ed occasionalmente
maturate, piuttosto che visioni
compatte e complessive, ma non
desunte dall’esperienza personale. Vi è una tendenza alla concretezza e al personalismo, che
smitizza tutto, non celebra eroi,
non condanna demoni. Agli occhi di migliaia di giovani e di
genitori l’ora di religione non è
quello che per anni ci siamo
sforzati di far credere. Nell’esperienza quotidiana è libertà di
discussione, pausa nell’angosciante alternarsi delle materie e dei
professori, svago e momento di
socializzazione, informazione sull’attualità, ecc. È anche all’occorrenza palestra di polemiche politiche e ideali, è scuola di controversistica e di oratoria per i
più acculturati e per i nuovi
« liderini ».
Il referendum sull’aborto ha
confermato che vi è nella nostra
società un’elaborazione morale
laica e che la gente sa scegliere,
vuole scegliere, secondo propri
personali principi di bene e di
male, senza i vincoli delle « regole » e della casistica cattolica.
Eppure questa stessa gente nella
stragrande maggioranza vuole
anche restare cattolica e non
prende sul serio le minacce di
scomunica per la disobbedienza
alle indicazioni della Conferenza
Episcopale.
Del resto ben pochi sono coloro che conoscono i fondamenti
della loro stessa religione cattolica. Eppure quella religione ha
condizionato e condiziona ancora oggi la storia italiana ed europea: ancor meno si conoscono
le altre confessioni cristiane che,
minoritarie in Italia, hanno un
gran peso nel resto dell’Europa.
Qui e là, quando un emigrante
o uno studioso incontra la cultura europea sorge la consapevolezza del nostro provincialismo italiano e si cerca di saperne di più sulla Bibbia, sulla teologia e si riscoprono gli stessi
fondamenti del cattolicesimo e
della sua alta tradizione culturale, dalla patristica all’agiografia; dalla mistica alla storiografia ecclesiastica, allo studio dei
testi ufficiali dei Concili o delle
encicliche.
Ci si rende conto insomma che
nella scuola italiana l’ora di religione è stata oltretutto l’alibi
per consentire uno studio della
storia, della filosofia, della letteratura tutto agnostico o di tipo
idealistico, salvo il clericalismo
trionfante di autori e docenti cattolici. È mancato cioè l’inserimento serio e scientifico del fenomeno religioso nell’analisi delle componenti della cultura complessiva dei popoli; al massimo
vi sono stati esempi di indagini
sociologiche, mai biblico-teologiche.
Le posizioni
degli evangelici
3) La consapevolezza di essere noi evangelici in Italia una
esigua minoranza non ci ha mai
distolto daH’im*pegno di essere
testimoni di una originale storia
di fede e di vita religiosa: la Grazia di Dio che ci fa nascere di
nuovo ci ricolloca in rnodo nuovo e diverso nel contèsto della
società. È l’esperienza dei vaidesi, ma anche quella ormai secolare degli evangelici italiani,
cioè liberi, metodisti, battisti,
eccetera.
Nello stesso tempo la nostra
presenza in Italia ha voluto essere un punto di unione con le
grandi chiese (e le società) europee e americane. Soprattutto
dopo la nascita e la crescita del
movimento ecumenico (e dei suoi
equivoci italiani) ci siamo proposti alla società italiana come i
mediatori della grande tradizione culturale protestante e delle
sue trasformazioni. Non ricordiamo ancora oggi con gratitudine
quel gruppetto di pastori che
già negli anni Trenta portò in
Italia il rinnovamento biblicoteologico di Barth?
Sul problema « scuola e religione » la nostra posizione è sempre stata diversa da quella dei
nostri fratelli d’oltralpe e spesso
abbiamo dovuto faticare a spiegare i motivi della nostra scelta « laica » di rifiuto dell’istruzione religiosa a carico dello
Stato, scelta fondata sulla particolare storia dell’alfabetizzazione e della scolarità di massa in
Italia, oltreché, naturalmente,
sulla complessità dei rapporti
Stato-Chiesa Cattolica dopò i
Patti del Laterano del 1929.
La scuola per tutti in Italia è
nata con lo Stato unitario contro l’atteggiamento del clero cattolico, che ancora cent’anni fa
vedeva nell’alfabetizzazione dei
contadini un pericolo per la « retta fede »! Su questa scuola la
gerarchia cattolica è poi riuscita
a mettere le mani, cercando di
clericalizzarla dapprirna con gli
accordi con il fascismo, poi con
quelli con la DC.
Un documento dell’ultima Assemblea dell’UCEBI (S. Severa,
26-30.5.’82) ribadisce in modo perentorio « la netta separazione
tra chiesa e Stato » e appoggia
« tutte quelle proposte tendenti
ad eliminare ogni forma di insegnamento religioso confessionale
nella scuola », respingendo così
anche la facoltatività di tale insegnamento e il meccanismo della richiesta del genitore di usufruirne.
Eppure mi domando se le nostre posizioni riguardo alla formazione educativa delle giovani
generazioni, nelle materie di cultura generale possano essere tanto « laiche » da sostenere un’impostazione agnostica rispetto al
fenomeno religioso, o addirittura
materialistica, sia di tipo borghese che di tipo paleo-marxista.
Pensiamo noi veramente che
gli aspetti religiosi della vita degli uomini, la cultura religiosa
(non quella in generale, perché
tale riferimento rischia di essere divagante e ideologizzante),
dico la cultura religiosa cristiana, cui si connette la nostra fede, debba essere ignorata ed espunta dai programmi scolastici,
dalla storia della letteratura, dalla storia, dalla filosofia, dalla
storia dell’arte e della musica e
dal complesso dei fattori che costituiscono la nostra particolare
civiltà italiana ed europea?
Questa civiltà è stata comunque sostanziata di conoscenze bibliche, di pratiche religiose, che
si richiamavano al Nuovo Testamento, di riflessioni teologiche
intorno all’unico Dio Jahvé. Sappiamo bene che non è una civiltà « cristiana »... nel senso di fedele alla prassi di Gesù Cristo!
C’è bisogno di dirlo? Eppure non
potremo capire noi stessi e i nostri errori se non risaliremo anche a questi aspetti della nostra
civiltà. O vogliamo allontanare
tutto ciò per complesso di colpa,
ma anche per timidezza nel dirci noi stessi cristiani, accettando
comunque punti di vista storiografici del tutto areligiosi? Lo
strano è che il radicalismo agnostico e materialistico è un orientamento di ricerca scientifica
considerato dai più come superato. In Italia in particolare la
« scuola » gramsciana influenza
la maggior parte dei marxisti
nostrani; per non parlare dei documenti ufficiali del PCI al 15°
Congresso che attribuivano alle
varie religioni perfino un ruolo
nella trasformazione socialista
della società.
Le modifiche
da chiedere
4) In conclusione, il rilancio
del dibattito tra noi evangelici
su questi temi a quali impegni
potrà portarci nei prossimi mesi? Se la legislatura continua,
nonostante la crisi d’agosto, al
Senato ci sarà battaglia per modificare la Legge di riforma della
secondaria superiore. Sulla base
delle riflessioni da me svolte fin
qui oso abbozzare delle proposte
su quale potrebbe essere il nostro atteggiamento e quali le nostre iniziative.
a) Se Tart. 4 non contiene in
modo criptico l’elenco delle materie di studio dell’area comune,
ma indica un complessivo obiettivo da realizzare attraverso varie discipline, l’aggettivo « religioso » può restare (si aggiunga
pure poi il logico-matematico, caro ai comunisti!). Questa formulazione deve poter essere un indirizzo per lo svolgimento dei
programmi di tutte le discipline
e soprattutto deve diventare una
indicazione per la formazione dei
docenti. Nei dipartimenti, in via
di sperimentazione nelle Università, la laurea didattica non dovrebbe ignorare i corsi di Storia
delle Religioni e di Storia del
Cristianesimo, antico, moderno
e contemporaneo. Esistono già
competenze scientificamente fondate negli appositi Istituti delle
nostre Università. È ovvio che
nella mia impostazione del problema non si tratterebbe di una
concessione al mondo clericale,
ma sarebbe l’affermazione di corretti orientamenti culturali, da
sostanziare di positivi contenuti:
gli italiani potrebbero così forse
scoprire la Bibbia e la teologia.
b ) Dovremo sostenere la proposta di riformulare l’art. 3 nel
senso « laico » che chi vuole l’insegnamento religioso confessionale lo deve chiedere. Sarà utile
tenerci comunque il « positivo »
dell’attuale testo: l’equiparazione
delle varie religioni. Naturalmente noi ribadiremo il principio che
non intendiamo essere pagati
dallo Stato per insegnare i principi della nostra fede, che del
resto continueremo ad insegnare
prioritariamente nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità;
inviteremo altresì le altre confessioni a fare altrettanto.
c) Una cosa è battersi per
giuste leggi, cosa diversa è ottenere leggi giuste. Comunque
passi il testo di riforma della
scuola superiore, dobbiamo stare attenti a non coltivare vecchie
illusioni e a non ripetere vecchi
errori.
Guardiamo ad esempio alle richieste dell’esonero. L’esonero è
un fatto individuale e noi evangelici lo dobbiamo fare come una
testimonianza del nostro esistere
e come una forma lecita di obiezione di coscienza; ma proprio
come tale non funziona a livello di massa, perché per sua natura ha connotati individualistìco-dissociativi. L’obiezione di coscienza al servizio militare ha
trovato slancio (ma non è ancora di massa) quando è stata correlata a proposte positive di attività alternative civili.
Del resto, ad essere onesti fino
in fondo, dovremo pur dire una
volta che il sistema dell’esonero
non ha mai funzionato neppure
tra noi evangelici e che un gran
numero di genitori evangelici rifiuta apertamente la proposta
dell’esonero, per i più disparati
motivi!
E se provassimo a cambiare
strategia? Se provassimo ad essere non i super-difensori della
laicità della scuola della Repubblica Italiana, ma provassimo ad
essere gli evangelici italiani, che
rimproverano ai colti e ai professori il loro provincialismo e
la loro ignòranza in fatto di Bibbia e di teologia? La nostra strategia potrebbe allora essere quella di organizzare campagne di
massa per una « cultura europea », valendoci delle ore per le
attività elettive, introducendo
collettivi teologici nelle scuole,
chiedendo persino una gestione
moderna dell’ora di religione/i,
qualora prevalesse al Parlamento la formulazione attuale delTart. 3 di cui si è ampiamente discusso. Perché bisogna essere
pronti ad occupare tutti gli spazi possibili. Noi non chiederemo
mai per i nostri figli un insegnamento evangelico confessionale
nella scuola e a carico dello Stato, ma se per caso ce lo chiedessero intere classi di figli di cattolici? Alcune esperienze ci sono
già state e potrebbe nascere dalla nuova legge, comunque formulata, una prassi di alternanza di
studio religioso cattolico/protestante. Chi vive in mezzo ai ragazzi delle nostre scuole superiori sa se ipotesi del genere sono realistiche. Che cosa faremo
noi evangelici? Diremo: fate l’esonero e venite nella nostra chiesa? O ci attrezzeremo per rispondere in modo didatticamente credibile ad una domanda di cultura (forse anche di curiosità) che
ci interroga comunque sui motivi stessi della nostra fede, cioè
del nostro esistere come evangelici in una Italia cattolica e in
una Europa sempre più agnostica?
Emilio Nitti
6
6 cronaca delle Valli
10 settembre 1982
AL CONSIGLIO COMUNALE DI PERRERO
La mensa scolastica
In breve
Sviluppo
turistico ?
Il futuro del Pinerolese negli
anni ’80 e ’90 sarà il turismo? E’
una proposta, non nuova, che in
questi giorni viene rilanciata dalla Democrazia Cristiana, per bocca del sindaco di Pinerolo, Camusso, e che trova favorevole
eco anche sul giornale cattolico
di Pinerolo.
A quanto pare la DC ha intenzione di fare del turismo un suo
cavallo^ di battaglia per le elezioni dell’85 e già dedica a questa
proposta una mostra (Pinerolo
turistica) ed una tavola rotonda
alla festa dell’Amicizia.
Non si tratta di una novità.
Una decina di anni fa, di fronte
all’emergere della crisi tessile e
industriale delle vallate, fu il
PSI a portare avanti questa proposta legala ad un turismo particolare, l’agriturismo, che si diceva votevG venire realizzato
dalle famiglie che risiedevano ancora nei paesi delle valli.
Poi è stato il PCI a rispolverare questa proposta in occasione del suo congresso di zona e a
riproporla come ipotesi occupazionale per il pinerolese, colpito
da una cassa integrazione massiccia.
Ma domandiamoci: ci può essere uno sviluppo vero basandosi
sul turismo?
E’ indubbiamente vero che il
Pinerolese ha molte risorse da
spendere in una politica turistica.
Un ambiente non troppo compromesso, clima buono, possibilità
di turismo stagionale anche invernale, storie e tradizioni da valorizzare ( e tra queste quella
« valdese » ha una importanza internazionale) sono motivi di vero interesse turistico.
Si tratta però di caratteristiche più marcate nelle valli, che
nella pianura e ciò comporta già
un primo problema, visto che —
ora — la popolazione risiede al
fondovalle e in pianura, e diffìcilmente si può ipotizzare l’arresto della tendenza allo spopolamento delle vallate. Uno sviluppo
turistico sarebbe quindi caratterizzato dall'importazione di operatori turistici dall’esterno.
E allora quale cultura, quale
tradizione verrebbero proposte?
Quella della Pratur che già
opera a Pragelato, o quella dei
vari Clubs Méditerranée?
Queste proposte turistiche non
producono sviluppo, inserimento
armonico del turista in una struttura sociale esistente, ma rotture
e tensioni, una nuova dipendenza dall’esterno, non autogoverno
delle, popolazioni locali.
Esattamente l’opposto di quanto si può vedere nella tendenza
spontanea della popolazione.
Cosa significa infatti l'aumento grandioso delle imprese artigiane (che hanno raggiunto il numero di tremila cinquecento nel
comprensorio) se non che — sia
pure all'interno di un processo
di decentramento industriale —
la gente vuole essere sempre più
padrona e responsabile del proprio lavoro? Lo stesso segnale lo
troviamo nella crescita delle forme di lavoro cooperativo nell'agricoltura, nei servizi.
Ci pare di cogliere tra la nostra gente questo segnale politico
ed economico: l'autogoverno.
Raccoglierlo significa favorire
la nascita di strutture di commercializzazione dei prodotti, di
assistenza tecnica e di ricerca
per le varie produzioni, una politica di infrastrutture.
Il nostro futuro è hello sviluppo di questa tendenza positiva,
non nella sua compressione a favore di una idea, magari suggestiva, sul turismo.
G. Gardiol
La controversia sul prezzo della refezione scolastica — e più in
generale sui rapporti tra amministrazioni locali e scuola — che
durante l’anno scolastico trascorso aveva visto su posizioni
contrapposte i genitori degli
alunni della Media di Ferrerò
e il Consorzio dei quattro Comuni della valle (Ferrerò, Frali,
Massello e Salza) è rimbalzata
al Consiglio comunale di Ferrerò.
Infatti, nella seduta del 31 agosto, è stata comunicata ai consiglieri presenti una lettera indirizzata a tutti i Consigli comunali del Consorzio in cui i
genitori riuniti in assemblea a
fine maggio di quest’anno lamentavano tramite i loro incaricati che la quota mensa a carico dei genitori fosse mantenuta
a 1500 lire su 2600 (prezzo praticato dal Convitto di Fomaretto
che fornisce il servizio), malgrado precise assicurazioni in contrario. I genitori esprimevano
anche una viva preoccupazione
di fronte alla possibilità espressa in un incontro con le famiglie dal presidente del Consorzio di dover anche pagare una
parte del trasporto degli allievi, decisione che avrebbe ancor
più penalizzato gli alunni che
già non possono rinunziare alla
mensa, perché distanti dalla
scuola.
Alla lettera dei genitori, il di
rettivo del Consorzio, composto
dai Sindaci dei quattro Comuni,
rispondeva dopo un mese in
questi termini ;
« Con riferimento alla nota di
cui all’oggetto i sottoscritti contestano nel modo più netto le
affermazioni in essa contenute
in quanto solo una lettura viziata delle deliberazioni di questo
Consorzio può portare a simili
conclusioni.
« Dalla lettura di detta nota
ricaviamo la rammaricante impressione che codesti Incaricati
facciano di tutto per turbare la
buona disposizione e volontà di
questo Consorzio nei confronti
della Scuola.
« Inoltre il Fresidente respinge come pura illazione quanto
gli si attribuisce nella nota medesima non avendo mai avuto
incontri con le famiglie al di
fuori dei due con il Direttivo».
Questa seconda lettera non è
stata però resa nota al Consiglio perché ritenuta di esclusiva
competenza dell’assemblea del
Consorzio scolastico.
Tuttavia, ad una richiesta di
precisare le intenzioni dell’amministrazione di Ferrerò riguardo all’anno scolastico ’82-’83, il
sindaco, che è anche il Fresidente del Consorzio, ha manifestato la massima disponibilità ad
accogliere le richieste dei geni
tori, cercando di arrivare al contributo del 50% sul costo della
mensa. Si esaminerà anche la
possibilità di organizzare un
servizio mensa interno alla scuola, per diminuire i costi.
In quanto alla quota per il trasporto, risulta che non vi è affatto l’obbligo di applicarla, quindi l’argomento non verrà più ripreso.
Oltre ai problemi scolastici, i
consiglieri si sono interessati ai
lavori pubblici e al relativo finanziamento. Due mutui a totale carico dello Stato di 65 milioni l’uno saranno destinati a
parcheggi e al quarto lotto della strada di Villasecca, ossia al
tratto che unisce i villaggi di
Villasecca inferiore e Villasecca
superiore. Anche gli abitanti di
Riclaretto usufruiranno di un
contributo di 30 milioni per l’asfaltatura di alcuni tratti della
loro strada, già riparata alla meno peggio nei punti più dissestati con lavoro volontario. Sono
anche previsti lavori di sistemazione delle scuole di Ferrerò e
S. Martino.
Fra tanti milioni in arrivo, anche 3 milioni e mezzo di spesa:
questa è infatti la somma che
il Comune sborserà per l’acquisto del terreno destinato alla
pista coperta del capoluogo.
Liliana Viglielmo
Torre Pellice - Raccolta di scritti di Lucia Gallo Scroppo
“Spuntano i germogli...”
« Spuntano i germogli » : con
questo titolo la nostra concittadina Lucia Gallo Scroppo ci offre una raccolta di scritti poetici redatti tra il ’57 e il ’60. Il ricavato della vendita di questo libretto, stampato di recente dalla Tipografia Subalpina, andrà
a favore del Collegio Valdese di
Torre Fellice.
Queste poche pagine si leggono d’un solo fiato e con un certo
piacere. Non si tratta di poesia
secondo i canoni classici, il verso è libero e — credo — senza
pretese di grande arte; vi è però una ricerca del • ritmo, della
cadenza, della parola e dell’immagine che crea un’atmosfera
indubbiamente poetica.
L’intento dell’autrice però non
è prettamente artistico — lo afferma lei stessa nella sua modestia e semplicità — bensì deliberatamente didattico: rifuggendo
da ogni ermetismo, si propone
essenzialmente di comunicare alcuni momenti significativi della
propria vita in cui altri possano
riconoscersi e trovare se stessi.
E’ convinta infatti — e lo dice
in uno dei suoi versi — che « tutto è dentro di noi da sempre » e
che, pertanto, ogni ricerca artistica tende a evidenziare e a
rendere presente ad altri parti
di questo « tutto ».
Queste pagine sono la sintesi
di una vita, una vita di donna,
’ con le sue gipie, le sue sofferen
ze, le sue speranze, le sue aspirazioni. La sensibilità che vi affiora è inconfondibilmente femminile, in questa sua calma aggressività, nel suo fermo realismo, nella rivendicazione e affermazione della propria soggettività, nella forza d’animo e d’intelligenza. Molte donne, penso,
potranno ritrovare una parte di
sé in questi tratti di bambina, di
adolescente, di sposa, di madre,
di lavoratrice: tappe di un’esistenza intensamente e drammaticamente vissuta dove il rapporto con l’uomo, lo sposo e l’artista (Lucia Gallo Scroppo è moglie del pittore Filippo Scroppo)
è ricordato nelle sue alterne fasi
di comunione, di lotta, di ribellione, di tenerezza e di durezza.
Ne emerge un’immagine di donna molto moderna, della donna
cioè che non vuole rinunciare ad
essere se stessa, rassegnandosi
ad essere succube dell’uomo-maschio, ma vuole essere compagna
e amica dell’uomo, nella sua alterità di soggetto autonomo ma
nello stesso tempo bisognoso di
affetto, di comprensione, di partecipazione. E non è solo il rapporto donna/uomo in sé ad essere analizzato ma soprattutto
l’incidenza di questa relazione
rispetto a terzi, cioè ai figli. Un
giorno viene in cui « spuntano i
germogli », cioè i figli crescono
e diventano maturi, e la responsabilità nei loro confronti ha da
essere sia ma.terna che paterna.
Con quésta sua testimonianza
di vita, Lucìa Gallo Scroppo ci
comunica il suo « dramma » personale e ci aiuta forse a capire
meglio noi stessi e gli altri.
Jean-Jacques Peyronel
AL BAGNAU
DI ANGROGNA
Sotto la "vivida impressione
dell’assassinio del generale Dalla
Chiesa a Palermo si è svolto, al
Bagnau in Val d’Angrogna, il raduno degii ex^partigiani. Il senatore Banfi ha ricordato che è
possibile sconfiggere il terrorismo e la mafia solo con l’impegno di tutte le forze democratiche; richiamandosi ai valori di
libertà della popolazione locale
Franca Coisson ha illustrato i temi della Resistenza di ieri e di
oggi. Una cerimonia sobria là dove la banda partigiana del Bagnau lottò per la libertà di tutti
negli anni del nazi-fascismo.
Hanno collaboralo a questo
numero: Archimede Bertolino - P. Giunco - Luigi Marchetti - Claudio H. Martelli Franco Taglierò - Alessandro
Vetta.
In un mare di verde, in un'oasi di pace
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TORRE PELLICE
120 mila visitatori
PINEROLO — Gran successo
di pubblico ha riscosso la 6“ Mostra Mercato dell’Artigianato
che si è conclusa domenica scorsa. Oltre 200 espositori e circa
120.000 visitatori sono il bilancio
lusinghiero di questa iniziativa
che coniuga in sé motivi di pubblicità, cultura, spettacolo, che
si rifanno alle tradizioni locali e
alla esperienza della gente. Gli
spettacoli serali (quest’anno c’è
stato anche Gianni Morandi che
si è esibito davanti a 15.000 persone!) sono diventati per molti
un appuntamento dove ritrovarsi con gli amici e scambiarsi impressioni sulle ferie appena finite.
Peccato però che la mostra
non sia servita per mettere in
rilievo i grossi problemi che i
quasi 3.000 artigiani del pinerolese hanno : credito, strutture
produttive, apprendistato.
Trattative
al Comprensorio
PINEROLO — Con la ripresa
delle attività, sono iniziate le
trattative tra le forze politiche
di maggioranza (DC, FLI) e il
PSI per un rimpasto nella maggioranza. Il PSI rivendica infatti un posto in giunta, ma la DC
condiziona l’ingresso socialista
alla « soluzione » del problema
delle giunte delle comunità montane Val Pellice e Valli Chisone
e Germanasca, dove è in mino
Collegìo Valdese
L’inaugurazione dell’anno scolastico 1982-83 avrà luogo il 15
settembre alle ore 15 nell’Aula
Sinodale.
Il pubblico è cordialmente invitato. Gli alunni dovranno trovarsi a scuola alle ore 14.45.
Scuola Latina
L’inaugurazione dell’anno scolastico 1982-83, per la Scuola Latina di Fomaretto, avrà luogo
presso il salone del teatro mercoledì 15 settembre alle ore 15.
Medie di Torre
La Scuola Media Statale « Leonardo da Vinci » di Torre Pellice avvisa i genitori degli alunni
iscritti alle classi prime che martedì 14 settembre alle ore 10 nei
locali della Scuola avrà luogo
l’estrazione per l’assegnazione
delle classi (già costituite), alle
varie sezioni.
I genitori sono cordialmente
invitati.
Medie di Luserna
La Scuola Media Statale di Luserna San Giovanni informa che
l’estrazione degli allievi per la
composizione delle classi di I
Media avrà luogo il 14 settembre
alle ore 18 presso la scuola stessa. Genitori ed allievi sono invitati ad intervenire.
Ritorno a scuola
La Cooperativa Operaia di Consumo di Torre Pellice quest’armo
ha nuovamente organizzato la
festa del « ritorno alla scuola ».
Lo svolgimento della festa, con
la consegna di un piccolo pacco
dono ai figli dei soci e la proiezione di un film avverrà il giorno
13 settembre alle ore 20.30 nei
locali del cinema Trento.
7
cronaca delle Valli 7
10 settembre 1982
Clero riformato?
Prosegue lo scambio di opinioni con l’Eco del Chisone, settimanale cattolico di Pinerolo, su
chi debba presiedere la consacrazione di un pastore. Dopo aver
ricordato che per noi la consacrazione è un fatto comunitario
l’Eco del Chisone, per la penna
del sacerdote Trombotto che gestisce in proprio per il suo giornale l'informazione sul Sinodo
valdese, controbatte con dotte
citazioni di Calvino e altri testi
per sottolineare la necessità che
siano i ministri a consacrare altri ministri e dimostrare così la
esistenza di un clericalismo di
segno riformato.
La nostra risposta è che non
siamo più fermi a Calvino (il
quale comunque non ha emesso
dei dogmi). Nel frattempo la
chiesa riformata ha continuato a
riformarsi ed è quello che continuiamo a volere in un confronto diretto con la Scrittura più
che con gli scritti dei teologi di
ieri e di oggi. Per esempio sul te
ma della consacrazione si veda il
testo di Atti 13:3 {« ...dopo aver
digiunato e pregato imposero loro le mani [a Barnaba e Saulo,
ti.d.r.] e li accomiatarono ») dove
si vede chiaramente che la consacrazione non è svolta principalmente da un vescovo (come^
vuole Trombotto) ma da tutti i
credenti. Applicare la distinzione
cleroflaicato al valdismo significa leggere il protestantesimo attraverso le lenti del cattolicesimo. E’ una distinzione in cui non
ci riconosciamo. Punto e basta.
In sostanza ciò che realmente
ci interessa non è la fedeltà letterale alle indicazioni dei teologi riformati di quattro secoli fa
ma una fedeltà all’Evangelo per
il nostro tempo. La chiesa riformata non si aggiorna ma si riforma sulla base della Scrittura.
Certo non è facile ma questa è
la nostra vocazione.
G. Platone
Il bambino
e la formazione bilingue
TORRE PELLICE — Il Comune organizza presso il salone comunale di Viale Rimembranza un convegno di studio
sul tema della formazione bilingue. Il
convegno inizia venerdì 10 settembre
alle ore 15 e termina sabato 11 settembre alle ore 18. La segreteria del convegno è presso il Comune: tei. 0121/
91365-91294.
Le prospettive del pinerolese
PINEROLO — Il Comprensorio, la
Provincia di Torino e la Regione Piemonte organizzano per sabato 11 settembre alle ore 9 un convegno di studio sugli obiettivi di sviluppo del pineroiese. Intervengono il presidente
della Provincia Maccari, e l'assessore
regionale Simoneili. Il convegno ha luogo presso la sede del Comprensorio,
via San Giuseppe a Pinerolo.
Alcune critiche
Caro Direttore,
ho visto poco tempo fa sul nostro
settimanale l'intervento di un gruppo
di ragazzi delle medie: si lamentavano
del poco spazio che il giornale concede
ai problemi degli adolescenti e del linguaggio difficile usato da' chi scrive.
Sinceramente, sono d'accordo con loro,
anche a me « L'Eco » piacerebbe un po'
diverso; collaboro con entusiasmo da
diversi anni, e le mie non vogliono
essere critiche, bensì proposte costruttive, suggerimenti che forse potrete utilizzare. Sono convinta, ad esempio, che
non dedichiate sufficiente attenz'ione ai
problemi sociali e locali; chi vuol tenersi al corrente di ciò che accade alle
valli è spesso costretto ad acquistare
altre pubblicazioni. Ogni' tanto « L'Eco »
prende 'm visione per breve tempo questioni sociali (adozioni, ruolo della donna. omosessualità, anziani) ma in maniera a mio avviso troppo frettolosa,
gli argomenti non vengono mai approfonditi, discussi a fondo, corredati da
inchieste, lo scambio dì opinioni resta
ristretto; bisognerebbe invece che ciascuno potesse ritrovarsi sul settimanale. coi suoi interrogativi e le ansie legate alla realtà quotidiana, tutti dovrebbero trovare uno scritto che li coinvolga e, se necessario, li conforti; bambini, malati, emarginati, ecc. A volte
ho l'impressione ohe si sorvoli su temi importanti, preferendo rimanere nel
vago; pagine e pagine vengono dedicate
ad articoli di teologia, a relazioni riguardanti l’attività delle chiese e molte
persone si sentono tagliate fuori. Naturalmente la parte teologica ci vuole,
è molto ben scritta, ma sovente... costituisce in pratica quasi tutto il giornale
e questo risulta pesante -per chi non
ha studiato teologia e non ha incarichi
specifici presso le comunità religiose.
Vengono proposte pagine sulla storia
valdese davvero interessanti, ma... perché non alternarle con articoli che prendano in esame i problemi che ci sono
alle valli oggi (spopolamento, disoccupazione. carenze dei servìzi sociali e cosi via)? Sarebbe bello un « Eco « più
aperto, più vario; quando, ad esempio,
il giornale esce in edizione ridotta sono
subito gli articoli d'attualità a farne le
spese, e il settimanale perde ogn’i vivacità. Certo non è facile impostarlo in
modo che piaccia a tutti, ma qualche
nota attuale ci vorrebbe; i bambini e
gli adolescenti poi penso che ci si Ritrovino proprio poco. Mancano costanti riferimenti alla realtà valligiana, dialoghi
coi lettori (le rubriche di corrispondenza
sono ridotte all osso), e secondo me
qualche rubrica che ospiti le testimonianze degli abbonati ci starebbe bene, Si parla molto dei diritti dei malati, per esempio, perché non invitare i
lettori che hanno avuto esperienze come ricoverati ad inviare le loro testimonianze? Uno spazio potrebbe essere
poi dedicato anche agli scritti dei bimbi, eoe.: così tutti sentirebbero il gior
nale un po' più loro, ci sarebbe più
collaborazione, più amicizia.
Chiudo sperando che questa mia non
offenda nessuno, ripeto che non ho voluto criticare, ma solo esporre le mie
idee; certo anche gli altri lettori avranno qualche innovazione da proporre e
può darsi che questa mia sia l'inizio
di uno scambio di opinioni, utile e simpatico.
Molto cordialmente,
Edi Wlorini, Pomaretto
L’università
piemontese
Malgrado l'impegno di parlamentari
piemontesi dei vati partiti di governo,
l'ipotesi di una seconda università per
il Piemonte è stata affondata.
Il governo della crisi e delle stangate, il parlamento dei colpi di mano
e dei franchi tiratori nega alla nostra
Regione lo sviluppo di una istruzione
superiore decentrata e moderna.
Siamo alle solite: il Piemonte, regione a vocazione europea, viene, con
una decisione gravissima ed inspiegabile, punito ed umiliato.
Occorre evidentemente cambiare strada e, a questo proposito, fondamentale
appare il ruolo degli enti locali, la crescita di ampie autonomie regionali, io
sviluppo di una nuova logica alla base
dei rapporti fra potere centrale e periferia.
Il Marp, Moviment d'Arnàssita Piemontèlsa e la lista elettorale « Piémont » invitano i cittadini piemontesi
a manifestare la loro indignazione per
questa decisione verticistica che nega
il costituzionale diritto allo studio.
Roberto Gremmo,
MARP - Moviment
d'Arnàssita Piemontèisa
Il mio cuore
rimane a Torre
Cari lettori,
permettetemi di raccontarvi un fatto
che mi ha molto impressionato. Nel
1970, 25 anni dopo la guerra, in Varsavia fu rifatto il pavimento della piazza
del SS. Salvatore famosa poiché vi si
trova la bella chiesa romano-cattolica
e la nota scuola d'inglese gestita dai
metodisti. Mentre erano in corso i lavori di riassettamento, gli operai ritrovarono una cantina profonda e buia. Quando accesero una lampada, con orrore
videro molte munizioni: proiettili, granate, mine anticarro.
Queste munizioni avevano un peso
complessivo di c'irca quattro tonnellate
e risultarono sotterrate durante l'ultima
guerra mondiale. Le autorità della capitale, avendo considerato la gravità
della scoperta, decisero di bloccare jl
traffico della zona, facendo evacuare
gli abitanti. Le munizioni furono tra
sportate fuori della città, per poi esser
fatte esplodere.
Questo avvenimento mi ha condotto
a una riflessione. Ho paragonato me
stesso e tutti gli uomini a quella piazza. In ognuno di noi, 25, 30, 40 o più
anni dopo il nostro battesimo, ancora
potrebbero nascondersi le armi del male: peccati, difetti, vizi. Per scoprirli^
e cacciarli via è necessaria la luce di
Cristo.
Cari amici e fratelli. Lux lucet in
tenebrìa >■ — queste parole sono ben
note a ogni evangelico (e in modo particolare a ogni valdese). Sono riconoscente al Signore di avere conosciuto
la Chiesa Valdese, partecipato alla festa popolare del XV agosto, seguito
alcuni culti, aver incontrato molti pastori e laici impegnati delle comunità
valdesi. È così che ho avuto la netta
impressione di scoprire una comunità
nella quale la luce di Cristo e la
potenza del Suo Evangelo hanno operato ed operano in modo evidente.
Poiché in numerosi contatti con gruppi e con privati ho sentito fraterna
simpatia é accoglienza, dalle colonne
di questo settimanale esprimo i miei
sentimenti di gioia per questa scoperta
che ho fatto della gloriosa Chiesa
Valdese e con l'occasione ringrazio chi
m'i ha ospitato e chi mi è. stato prodigo di. suggerimenti e fraterni consigli
Con affetto in Cristo
Felix Krotowicz, polacco
da Varsavia
Attenzione ai ladri
Dopo una splendida giornata vissuta
ad Angrogna nel quadro della « passeggiata storica - ho subito un furto alla
mia auto Daf posteggiata in località
Co'isson-Ricca sulla nuova strada che
collega il Serre al Chiot d'I’Aiga. L'auto ha il contrassegno degli handicappati poiché da 10 anni sono colpito da
trombosi cerebrale e l'auto è guidata
da mia moglie. Ci sono state rubate
due borse. Ma questo non m’importa. Segnalo solo la presenza di bande
criminali che sfondano auto e rubano
a tutto spiano. Ho chiuso cosi in tristezza una delle più belle giornate
della mia vita.
Mario Sereno, Torre Pellice
Pro Istituti Ospitalieri
Valdesi
Doni ricevuti nel mese di giugno 1982
L. 50.000; Offerta della Comunità
Valdese di Susa.
Pro Asilo dei vecchi di
San Germano
Doni pervenuti nel mese di maggio 1982
L. 635.000: Comitato di Zurigo.
L. 245.000; Chiesa Valdese di Genova.
L. 190.000; Pascal Guido, Villar Penosa, in mem. zio Brunetti L..
L. 100.000; Elvira Decher e fam. Piecotti, Torino, in mem. G. Decher.
L. 75.000: Unione Femm. S. Secondo
in mem. E. Fornerone Griglio.
L. 50.000; Giuliana De Rlippis Ciardi,
Milano, in mem. L. Luzzani; Romano
Ernesto e Erica. S. Secondo, in mem.
Antonella; Qlga Balmas Pensato, in
mem. Rodolfo, S. Germano.
L. 20.000: Bounous Gustavo, S. Germano: lida Meynier, S. Germano: I padrini, per conf. Lucilla Grill, S. Germano.
L. 15.000: Obialero Carlo, S. Germano,
L. 10.000: llda Meynier, S. Germano,
in mem. Vera; Tiziana Polliotti, S. Germano, in mem. nonni; I genitori di T.
Polliotti, S. Germano, in mem. papà e
mamma: Amalia Balmas Peyla, S. Germano, in mem. Q. Durand; Mamma e
Alfio, in mem. cari, S. Germano; Bosio
Lina ved. Bounous, S. Germano, in
mem. marito e padre; N. N.
L. 5.000: Matteo e Elda Bosio, S. Germano;- Bouchard Sappei Emma, S. Germano, in mem. A. Pontet e B. Salvai;
L. Malacrida, Como.
Doni pervenuti nel mese di giugno 1982
L. 400.000: Unione Femm. di Bergamo.
L. 370.000; Union des Vaudois du
Piémont, Suisse.
L. 300.090: il marito e figlie, in mem.
E. Rostan Castagno, S. Germano.
L. 150.000: M.G.A., Pinerolo, in mem.
F. Lazzaro.
L. 100.000: Fam. Alfano, Pinerolo, in
mem. Beppino.
L. 50.000: Y.G.C., Torino; La madrina. in mem. Silvano; Dr. Sappè Diego;
Rostagno Amedeo.
L. 20.000: Micol Paimira, Pinerolo, in
mem. G. Mandrino; Sara, un sorriso
a tutti i vecchietti.
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« Rimetti la tua sorte nell’Eterno: confidati in lui, ed egli
opererà »
(Salmo 37: 5)
E’ mancata
Elda Cay-Balmas
Lo annunciano le figlie : MarceUa,
Giuliana con Italo, Carlo e Anna Eynard.
Sì ringraziano i medici e il personale
tutto dell’Ospedale Cottolengo di Pinerolo e dell’Ospedale Valdese di Pomaretto per l’assistenza competente e
partecipe.
Pinerolo, 3 settembre 1982.
RINGRAZIAMENTO
Gesù disse: « Venite a me voi
tutti che siete travagliati ed
aggravati ed io vi darò riposo »
(Matteo 11: 28)
Le famiglie Peyrot, Paschetto e
Chelucci profondamente commosse per
la dimostrazione di affetto e simpatia
tributata alla loro cara
Mery Paschetto ved. Peyrot
ringraziano di cuore tutte le persone
che sono state loro vicine nel dolore, J
medici e il personale dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice per le amorevoli
cure prestate durante la lunga degenza. Un grazie particolare al sig. Livio
Gobelin, alla sig.ra Mariuccia Barbiani. aUa dott. Seves, alle infermiere e al
personale tutto dell’Asilo Valdese per
l’assistenza prestata nel suo ultimo mese di vita. Ringraziano altresì i pastori
Zotta e Bellion per le loro parole di
conforto.
Luserna S. Giovanni, 3 settembre 1982
RINGRAZIAMENTO
K Dio è per noi un rifugio ed
una forza, un aiuto sempre
pronto nelle distrette. Perciò
noi non temeremo, anche quando fosse sconvolta la terra ».
(Salmo 46: 2-3)
Le famiglie Peyronel, Ribet e congiunti tutti del caro
Dino Ribet
profondamente commossi e riconoscenti per la dimostrazione di simpatìa e
di solidarietà fraterna, tributata in
occasione della tragica ed immatura
morte del loro caro, nelTimpossibilità
di farlo personalmente, ringraziano
quanti con fiori, scritti, partecipazione ai funerali e parole di conforto hanno preso parte al loro dolore.
Marotera di Pinasca. 21 agosto 1982
TUTTO PER LA CASA AL
Centromobili Marisa
P. Barbieri, ang. V. Oberdan, - Telef, (0121) 72597
10064 PINEROLO
i»
USL 42 - VALLI
CHIS0NE-GERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 12 SETTEMBRE 1982
Villar Perosa; FARMACIA DE PAOLI
Via Nazionale, 22 - TeL 840707
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 12 SETTEMBRE 1982
Torre Pellice; FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.288.
USL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
8
8 ecumenismo
IQ áettembre 1982
L’Alleanza Riformata sospende
due chiese bianche sudafricane
CONSIGLIO DELLA CEvAA
Conoscersi meglio
f segue da pag. 1 )
no, alla fine di una seduta abbastanza tesa, hanno fatto irruzione, con le faccine dipinte da
clowns, a distribuire fiori! A cominciare dall’accigliato presidente, un professore texano che dirige i lavori e soprattutto le votazioni con la delicatezza di un
bulldozer lanciato al massimo
della potenza... Lavoro per altro
ingrato, lo riconosco.
Tre sezioni
Le sezioni erano tre (sicché si
era quasi un centinaio per ciascuna; troppi) e avevano per temi « Il popolo del Patto e la proclamazione del Regno », « Potenza della grazia di Dio e poteri
spietati di questo mondo », « Teatro della gloria di Dio e speranza per una creazione minacciata ». Grosso modo, nella prospettiva della sovranità di Dio, realtà e vita della chiesa, suo rapporto con la società e con il creato; la nostra responsabilità sociale ed ’ecologica’ come comunità locale e mondiale di credenti chiamati a confessare che il regno, la potenza, la gloria appartengono, in esclusiva, al Dio che
si è svelato e si manifesterà in
Cristo. I rapporti relativamente
brevi presentati da queste sezioni alla sessione plenaria sono stati in genere abbastanza deludenti, generici, poveri di sostanza
e di vitalità. Si è ’vissuto’ nelle
sezioni e nei sottogruppi più di
quanto è poi risultato, ma era
forse quasi inevitabile. Ne son
venute comunque tutta una serie di indicazioni, e varrà la pena riprenderne in seguito almeno alcune.
Nei comitati il lavoro
più produttivo
Più sostanzioso e più concreto
il risultato del lavoro nei sei comitati, cui partecipavano in media una quarantina di delegati.
Quello di teologia ha tracciato
soprattutto una panoramica dei
rnolteplici dialoghi interconfessionali nei quali l’Alleanza è impegnata (manca però qualsiasi
contatto con l’ala « evangelica! »
e con tutto il mondo evangelico
non protestante: rapporto non
facile, ma meno importante di
quello con cattolici o ortodossi?)
e ha discusso le pubblicazioni,
specie periodiche, i rapporti fra
istituti di formazione teologica.
Comitato di Redazione: Franco
Becchino. Mario F. Berutti. Dino
Ciesch, Niso De Mlchelis, Giorgio
Gardiol, Marcella Gay, Aurelio Perv
na, Jean-Jatques 'Peyronel, Roberto
Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Giulio
Vicentini, Liliana Vigllelmo,
Editore: AlP, Associazione informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabiie:
FRAIMCO GIAMPiCCOLi
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• La Luce »: Autor. Tribunale di
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« L'Eco delle Valli Valdesi •: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio I960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pollice (Torino)
la necessità che la problematica
teologica affrontata rispetti meglio la dimensione mondiale dell’Alleanza: problema del rapporto con le religioni, nel quadro di
altre culture, e con l’islam in
particolare. Il comitato « Cooperazione e testimonianza » ha
esaminato soprattutto il lavoro
fatto e da fare in difesa dei diritti umani,, per le libertà civili
e religiose, e lo stesso per ciò
x;he riguarda l’attività delle donne: si è deciso la costituzione di
due sottosezioni del Dipartimento, per queste due linee di lavoro, e si è chiesto — come già era
stato fatto per il Dipartimento
di teologia — un aumento del
personale. Cosa necessaria, se si
considera il crescente cahier de
charges di ciascuno, ma ardua
se si considera che già ora vi sono difficoltà finanziarie, affrontate con chiarezza da un terzo
comitato, quello sulle finanze:
pur considerando la difficoltà,
per tante chiese piccole o povere, di dare il loro contributo, si
deve tuttavia superare la situazione malsana attuale per cui relativamente poche chiese ’ricche’
assumono la quasi totalità dell’impegno finanziario dell’Alleanza, mentre molte chiese non contribuiscono affatto, neppure per
una cifra minima (noi qualcosa
mandiamo...); il « dollaro selvaggio » ha pure complicato un po’
le cose. Non che l’avvenire finanziario dell’Alleanza sia tragico, ma certo invita alla cautela,
nel fare passi ulteriori; che comunque si faranno, ma cauti,
appunto.
Un comitato di « politica generale » ha affrontato alcune questioni brucianti: Libano, apartheid, diritti dell’uomo lesi a Taiwan e nel Lesotho, pace e giustizia con particolare riguardo al
disarmo (nucleare, anzitutto), la
tortura, tensioni fra chiese evangeliche (con riflessi politici) nello Zaire. Se i nostri redattori lo
riterranno opportuno, si potrà in
seguito tornare su queste questioni, che purtroppo non perdono attualità. Così si dovrà ritornare sull’ampio documento presentato dal comitato su « La testimonianza riformata oggi ». Infine un comitato ha preparato le
nomine, con gl’inevitabili, sapienti dosaggi. Confesso che le
’votazioni' mi hanno sbalordito
e anche rivoltato: praticamente
avevamo il listone preparato e
non ci sono state votazioni, bensì acclamazioni. Le persone andavano benissimo, intendiamoci,
ma la prassi è a dir poco discutibile, anche se pare corrente in
queste grandi assemblee in cui
la gente si conosce assai poco.
Si tratta in realtà di un sistema
di cooptazione, ad opera di un
gruppo di esperti (anche il « comitato delle nòmine » è di nomina della Giunta dell’Alleanza),
mentre a noi, popolo, è riservata l’acclamazione; teoricamente
si ha la possibilità di proporre
un nome diverso, ma allora bisogna farlo, motivando, contrapponendolo ad altro della « lista »,
cosa sommamente antipatica. Diversi delegati erano come me a
bocca aperta, neanche la « formalità » di compilare schede e
poi fame lo spoglio! In ambienti « profani », come giudichiamo
una prassi simile? Qualcuno ha
espresso poi garbatamente ma
recisamente la protesta, ed è augurabile che in futuro, sia pure
con le necessarie ’dosature’, le
assemblee al momento del voto
(e sia voto effettivo) abbiano di
fronte una vera rosa di candidati.
Gino Conte
La proposta di Chanforan
(segue da pag. 1)
accompagnare la severa morqle
puritana del lavoro. Ci siamo tutti cresciuti dentro (specialmente noi delle Valli); se vogliamo
insultare qualcuno gli diciamo:
“plandrun!” (fannullone) e quello è finito. Certo continueremo a
lavorare ma il modo di incarnare la predicazione della libera
Grazia di Dio sarà piuttosto la
ricerca di un nuovo stile di vita,
più povero, più vicino al Nuovo
Testamento. Guai a noi se ci riducessimo ad una piccola élite
di oriundi valdesi che agitano la
bandiera di Chanforan come uno
stemma della nobiltà e se ci riducessimo ad un piccolo gruppo
di persone istruite per discutere
e fare lunghi discorsi.
Probabilmente dobbiamo aprirci e avere il coraggio di dire. La
radio, la televisione, il pubblico
dibattito, le tavole rotonde, le
mostre, i musei visitati più che
le chiese sono strumenti utili.
Possiamo usare senza paura i
mezzi moderni, i mass media
per lo stesso scopo: per raccontare VEvangelo.
Nel Medioevo si raccontava
VEvangelo dipingendolo sulle vetrate delle cattedrali. La Riforma lo raccontò stampandolo nei
suoi libri bellissimi: forse dovremmo raccontarlo attraverso i
mezzi moderni correndo il rischio di banalizzare questo Evangelo.
E quale organizz.azione? Non
ci basta più la solida parrocchia
con il collegio degli anziani, il pastore, la scuola e l’assemblea.
Dobbiamo, fratelli valdesi, andare con coraggio e senza esitazione verso quello che qualcuno ha
chiamato una nuova diaspora:
cioè una dispersione di credenti
fatta di luoghi e di momenti di
incontro come questo e fatta anche di nuclei comunitari nuovi.
Se mi fosse concesso di immaginare la chiesa del prossimo secolo, direi che essa ha da essere
una chiesa basata su nuclei comunitari che cercano di vivere
in modo nuovo VEvangelo, il discepolato di Cristo nella libertà,
nella semplicità, nella apertura e
dall’altra parte una chiesa fatta
di moltissimi luoghi di incontro
in cui ci si vede, ci .si parla, ci si
riconosce. Forse il tipo di chiesa
in cui noi siamo cresciuti non
ha avvenire. Probabilmente i pastori e gli anziani del futuro dovranno puntare di più sui piccoli
incontri provvisori, vissuti nell’effimero. In cui ci si vede, ci si
riconosce come stamattina, dove
mi pare non siamo venuti qua
per celebrare una liturgia. Siamo
venuti qua per incontrarci, per
vederci. Predicazione della libera
Grazia di Dio con nuovo stile di
vita fondato sui Vangeli, uso libero dei mezzi tecnici moderni,
diaspora fatta di nuclei comunitari e di luoghi di incontro. Sapremo noi credenti che ci chiamiamo valdesi o metodisti, sapremo noi camminare verso Questo avvenire? Io me lo auguro
perché se così non fosse al prossimo cinquantenario su questi
prati ci ritroveremmo in dieci.
Ma ho fiducia che allora saremo, pardon, sarete in mille.
Giorgio Bouchard
La Comunità Evangelica di
azione apostolica (CEvAA) ha tenuto il suo Consigliò annuale (Sinodo) in Svizzera dal 22 giugno
al 2 luglio. Qspiti della Chiesa
Evangelica del Cantone di Friburgo (una chiesa di minoranza
come quella valdese) eravamo però alloggiati al Louverain nel
Cantone di Neuchâtel per questioni logistiche.
Come sempre erano presenti i
delegati delle 25 chiese che compongono la CEvAA in Europa,
Africa, Madagascar e Pacifico,
più i segretari dei vari servizi ed
alcuni invitati. Inoltre i traduttori e le segretarie per i verbali. In
tutto 36 persone.
Una novità
Quest’anno il Consiglio ha sperimentato una novità che ha dato risultati molto positivi: una
giornata intera è stata dedicata
non ai lavori interni del Consiglio, ma ad un incontro aperto
con rappresentanti delle chiese
evangeliche della Svizzera che
fanno parte della CEvAA: Ginevra, Vaud, Vailese, Neuchâtel,
Friburgo, Berna. Lo scopo di
questa giornata era di discutere
liberamente con questi Fratelli e
Sorelle sulla CEvAA e sul lavoro
che compie, rispondere alle loro
domande e critiche, entrare in
contatto' in modo più diretto con
le comunità e le loro reazioni nei
confronti della CEvAA. Così si è
lavorato, prima in gruppi poi in
seduta plenaria, sulla base di osservazioni e critiche parzialmente già presentate per scritto alcuni giorni prima. E’ stato un confronto molto aperto e franco, a
momenti anche assai critico che
ha permesso di chiarire un certo
numero di equivoci, di colmare
lacune di informazioni e così via.
Un esperimento che sarà ripetuto certamente gli anni prossimi.
Confronto biblico
>,s
Come gli anni passati una parte considerevole del tempo è stato impiegato per studiare insieme la Bibbia in gruppi ed in sedute plenarie.
Il testo esaminato quest’anno è
stato l’ultima parte del libro degli Atti: i capitoli dal 21 al 28.
Si è trattato di un lavoro di « teologia biblica », cioè non tanto di
un esame particolareggiato del
testo, quanto una ricerca per capire il senso generale di questi
capitoli che raccontano l’ultimo
periodo dell’opera di Paolo, quello passato di prigione in prigione da Gerusalemme a Roma.
Ancora una volta il confronto
fra la lettura e la comprensione
di uomini provenienti da Paesi
diversi, eredi di culture assai
differenti eppure legati da una
stessa fede e da una stessa tradizione teologica, quella della Riforma, si è dimostrata assai feconda. Anche il fatto che le varie
chiese vivono in situazioni sociopolitiche e in condizioni economiche molto diverse ha arricchito questo confronto e questo
ascolto della Parola di Dio.
Il rapporto
ABBONAMENTI
1983
Annuo: minimo L. 18.000
Semestrale: minimo » 10.000
Estero » 35.000
Sostenitore » 36.000
Il rapporto della Commissione
esecutiva e le relazioni dei membri del Consiglio hanno permesso di vedere a che punto è giunto
il lavoro e la riflessione delle
chiese della CEvAA.
Si può dire che le aspettative
dell’anno precedente sono state
abbastanza realizzate in quanto
la conoscenza della CEvAA nelle
chiese è migliorata, il lavoro comune portato avanti, i contributi
per le borse di studio, per la preparazione dei pastori e degli
evangelisti versati regolarmente.
Anche il debito della gestione
1980 è stato quasi completamente coperto e sarà certamente fi
nito di colmare nei prossimi
mesi.
Accanto a questi fatti positivi
due elementi hanno assai preoccupato il Consiglio.
Situazione africana
Abbiamo già dato notizia, nel
corso dell’anno, della gravissima
situazione in cui vivono la chiesa
evangelica ed il popolo del Lesotho. Qra abbiamo sentito dalla
viva voce del Fratello Ben Masilo
non la storia delle sue vicissitudini e del suo rapimento (questo
non è nello stile riformato, né in
quello di Ben Masilo) ma la documentazione del contipuo aggravarsi della situazione in quel
Paese. Ritornando dal Consiglio
ho letto su « Le Monde » dell’8 luglio la notizia della uccisione di
un altro rappresentante della opposizione democratica in Lesotho.
Ma anche in altri Paesi in cui
vivono chiese della CEvAA la situazione si sta aggravando. Per
es. nel Gabon, dove la repressione
poliziesca aumenta ed i diritti
dell’uomo, pur sottoscritti da
quel Governo, sono sempre maggiormente ignorati.
Abbiamo avuto notizia, tramite
Amnesty International, dell’arresto di un membro della chiesa gabonese, ex ministro di Stato e
membro del comitato delle borse della CEvAA. Non si conosce
ancora il motivo ufficiale di questo arresto a qualche mese dal
suo imprigionamento.
Anche in Madagascar la situazione si va aggravando e l’opera
della chiesa per riuscire ad ottenere una maggior giustizia senza
che vi sia il ricorso alla violenza si fa sempre più difficile.
Dove andare?
Qltre agli impegni già assunti e
regolarmente )Dortati avanti anno dopo anno il Consiglio ha individuato un tipo di azione da
potenziare nel prossimo futuro.
Gli impegni « regolari » sono
quelli del sostegno delle azioni
comuni come a Kaputa in Zambia, della preparazione dei pastori e degli evangelizzatori in ognuna delle 25 chiese che ne abbia
bisogno, il finanziamento del lavoro degli « inviati » da una chiesa all’altra (gli inviati sono quelli che una volta si chiamavano
« missionari », ma ora sono direttamente inviati da chiesa a
chiesa — anche dall’Africa in Europa — con la collaborazione tecnica dell’ufficio parigino della
CEvAA).
Il lavoro da potenziare è quello della maggior conoscenza fra
le varie chiese. Per sostenere
una chiesa in difficoltà non è sufficiente inviare lettere ufficiali ai
Governi (naturalmente anche
questo è stato fatto dal Consiglio), ma occorre che queste chiese siano conosciute dalle altre e
viceversa.
Per questo non è necessario
spostare molta gente e fare del
« turismo ecclesiastico » che non
serve a nulla: per l’europeo i problemi veri sono coperti dalla bellezza del paesaggio e dalla novità
del viaggio, per l’africano dalla
seduzione della tecnologia e dal
livello di benessere.
Ma è possibile, per mezzo di
contatti diretti fra chiesa e chiesa, per mezzo della corrispondenza, di scambio di diapositive,
di cassette di magnetofono ed altri mezzi non onerosi migliorare la conoscenza fra le chiese,
anche quelle europee e vivere in
rnodo più concreto questa fraternità che la fede comune stabilisce fra noi tutti e che la CEv.AA
cerca di portare avanti per il potenziamento della testimonianza
cristiana ed il sostegno dei più
deboli.
Franco Da-\fite
Rappresentante della Chiesa
Valdese nel Consiglio CEvAA