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Anno IX — N. 20. II SERIE 31 Ottobre 18G0
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
''-A/vxr^^XAArv^
Segueodo la verità nella carità. — £fss. VI. 16.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE / LE ASSOCIAZIONI SI KICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione].... £. 3 00 >. In Toeino airUfflzio del Giornale, via del Principe
Per ta Svizzera e Francia, id. ,
Per l’Inghilterra, id.
Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Nelle Phovincib per mezzo di franco-hoUi p<h
Per la Germania id................... „ 5 50 > stali, che dovranno essere inviati franco al Di*
Non si ricevono associazioni per meno di un anno, s rettore della Buona Novella.
All’eiitero, a’seguenti indiriEzi : PÌrigi, dalla libreria C. MeyrueiB, rue Rivoli;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra per mezzo di franco-bolli
inglesi Bpediti franco al Direttore della Buona Novella.
SOMMAEIO
Bioffrajia cristiana: Il Padre Chiniquy, II (continuaz. e fine. V. il N. ^r&c.) —Meditazione biblica:'-^
Evangelizzazione : Circolare della Commissione di Evangelizzazione — Varietà: Brani del giornale
di un Colportore biblico, II — Notizie religiose : Tirenze, Livorno, Spagna.
BlOGRilFlA CRISTIANA
IL PADRE CHINIQtJY
II
(continuaz. e fine, ved. il num. preced,)
“ Trattavasi ora di far ritorno alla mia parrocchia, onde palesare a
tutti ciò che mi era avvenuto; ma e come fare? in*qual modo venire
a questo passo ? Se dico che il vescovo non volle mia sommissione,
perchè questa era fatta secondo le leggi di Dio, ciò riuscirà incredibile: eppure, diceva tra me, è assolutamente necessario che io faccia
conoscere a’ miei parrocchiani la nuova posizione in cui mi trovo.
“ Fortunatamente però il vescovo venne in mio soccorso, avendo
egli immediatamente pubblicato nella mia parrocchia che io era stato
da lui deposto perchè non avea voluto sottomettermi senza restrizione
alcuna. Ora una tale pretesa del vescovo parve troppo esorbitante a
tutti ; anzi ciascuno giudicò ch’io avea agito assai bene, per cui al
mio arrivo mi vidi circondato da un gran numero di persone che
bramavano sentire da me un’esposizione dellavvenuto. Io però risposi
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loro che amava raccontare il tutto in pubblico, onde ciascuno fosse
in grado di apprezzare la mia condptta. Quindi mi recai al tempio,
e là senza soffermarmi all’altare a farvi la preghiera d’uso, vestito
qual’era, salii il pergamo, e volgendomi all’immensa folla che era
venuta ad ascoltarmi così dissi: “ Eccomi, o fratelli, a dichiararvi
che la Chiesa di Roma non è la vera Chiesa di Gesù Cristo: in conseguenza debbo chiedervi perdono di quanto per lungo tempo vi ho
insegnato, avendovi per isventura insegnato Terrore: e perciò vi dichiaro che, d’ora in poi, non avrò altra guida che la Parola divina. ”
Dopodiché raccontai esattamente l’avvenuto, e terminai dicendo:
“ Io non vi chieggo di seguirmi, ma seguite il Cristo, che ha versato
il sangue suo per voi. Se voi mi condannate, se giudicate che sia necessario di sottomettervi ai vescovi senza condizione alcuna, ebbene
cercatevi un parroco che vi conduca su questo sentiero, dal quale io
mi sono già allontanato: ecco, io mi ritiro, raccomandandovi alla
grazia di Dio. ” A tali accenti, tutti si diedero ad un dirotto pianto
e nessuno fe’ atto di disapprovazione.
“ Allora, dopo un’istante di silenzio, soggiunsi: “ Guardatevi dall’agire imprudentemente e solo per tema di recar dispiacere a me ;
ma guardate soltanto a Gesù Cristo, il quale deve regnare sui vostri
cuori, e dirigere la vostra condotta. Quel Dio che si degnò illuminar
me, può illuminare voi pure; ebbene, se siete convinti doversi obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, e che sia meglio seguir Cristo
che il Papa, alzatevi! ed io resterò in mezzo a voi, onde predicarvi il
Vangelo di Cristo. ”
“ A tali parole tutti si alzarono con un santo entusiasmo, ed il soffio
dello Spirito percorse sull’adunanza: era questa una nuova Pentecoste.
Una gioja divina si sparse in tutti i cuori; ciascuno abbracciava il
vicino; ciascuno benediceva il Signore; e tutti ripetevano ad alta
voce queste sante parole: Gesù ci ha ricomperati, ci ha redenti, e
noi non siamo più schiavi di uomini !
“ La notizia di quanto avvenne a Sant’Anna non tardò a spandersi
ovunque, ed i vescovi si affrettarono tosto ad unirsi, temendo che
quel movimento non si diffondesse: un prelato dotfo e pio venne immediatamente sostituito a quello che mi avea deposto; e questo nuovo
prelato annunciò che sarebbe venuto in persona nella mia parrocchia,
onde ricondurre aU’ovile le pecorelle sviate dall’influenza di un mostro
qual’era Chiniquy: e già col mezzo di una ^astoraZe egli si studiò
persuadere che la Chiesa romana è la vera Chiesa di Cristo, e che la
Bibbia non deve essere letta da tutti i fedeli.
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“ I miei parrocchiani erano al colmo dell’emozione; ma io li esortai
a moderarsi, anzi feci ogni mio possibile affinchè ricevessero il vescovo
con tutti i riguardi a lui dovuti, e venissero ad ascoltarlo, onde fossero
in grado di conoscer meglio la cosa.
“ Spuntò finalmente il giorno designato: io stesso avea dato ordine
perchè venisse preparata una tribuna, vicino a cui feci spiegare la
bandiera americana, la quale è simbolo di libertà, sembrandomi che
questo simbolo sarebbe stato favorévole alla nostra causa. L’affluenza
delle persone era straordinaria: alla fine il vescovo si avvicina, e
pomposamente sdrajato nella sua carrozza, attraversa la folla; ma
nessuno si mette a ginocchio per riceverne la benedizione, come porta
l’usanza. Tale accoglienza non era punto atta ad incoraggiarlo; tuttavia egli sale la tribuna, e parla: ciascuno lo ascolta in silenzio, ma
senza dare alcun segno di simpatìa. In vano egli si sforza di provare
ciò che avea assunto, essere cioè la Chiesa di Eoma la Chiesa di
Cristo, egli non ci riesce: anzi accorgendosi del poco effetto prodotto
dalle sue parole, incomincia ad agitarsi ; si arresta, e poi volgendosi
di nuovo al popolo, così lo interroga con un tuono d’amarezza: “ Sembrami che voi vogliate resistere al mio invito ; ebbene, ditemi dunque
quale sarà l’aiitorità che vi debba guidare se non seguite la mia?”—
Qui ancora si arresta quasi attendendo che gli venisse risposto ; e nel
medesimo istante un contadino gridò: “Noi rinunciamo alla vostra
autorità per quella del buon Dio!”...... E subito cinque mila voci
ripeterono di comune accordo: “ Amen! Amea! ”......
“ Questo fu pel vescovo il segnale della partenza, conoscendo che
non potea sperare cosa alcuna da chi tanto apertamente avea dichiarata la propria fede; quindi se ne ritornò come era venuto, senza
ricevere alcun insulto, ma eziandìo senza trovare neppure una persona
che cercasse di rattenerlo. Partito ch’ei fa, un Avvocato prese la
parola, e volgendosi ai suoi compatriotti, disse loro: “ Ora voi avete
riacquistata la vostra libertà; ebbene, che Dio benedica la colonia
di Sant’Anna divenuta la tomba della tirannìa dei vescovi di Eoma
nellAmerica! ”.... E tutti nuovamente ripeterono: ‘ Amen! Amen! ”
“ Mon crediate però che questo avvenimento, da me or raccontatovi,
sia stato un semplice atto di opposizione, o l’effetto di uno spirito di
proselitismo, no; giacché noi abbiamo agito appoggiati alla divina
Parola, non avendo altro desiderio che di sottometterci a questa
Parola; anzi potrei citarvi molte circostanze, molti fatti, i quali ben
palesano essere stata questa non già l’opera degli uomini, ma bensì
di Dio. E sono dispiacente di dover esser breve nel racconto che vi
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faccio, cliè altrimenti nou la finirei sì presto: tuttavia eccovi fra i
molti altri un fatto, il quale è ben idoneo a provarvi la mia asserzione.
“ Un anno or fa, una donna — fervente cattolica — fu costretta
recarsi al Canada: prima però di partii'e fece ai figli le più calde
raccomandazioni, dicendo loro: “ vi proibisco di audare alia chiesa
dell’apostata, e di leggere il libro ch’egli diffonde e distribuisce a
tutti. ” I figli promisero obbedienza, ed ella rassicurata e tranquilla
se ne partì. Ma poco tempo dopo il primogenito avendo ricevuto da
un amico un Nuovo Testamento, non seppe rattenersi dall’aprirlo;
e tosto i suoi occhi si portarono su questo passo del Vangelo di San
Giovanni (xv, 15): “ Io ìion vi chiamo più servi, perché il servo non
sa ciò cìte fa il padrone. Ma vi ho chiamati miei amici, perchè vi ho
fatto conoscere tutto ciò che ho udito dal Fculre mio.” Queste parole
producono aH’istante una forte impressione sul giovinetto, il quale
così dice tra se: “ E che ? i preti ci proibiscono di leggere questo
libro in cui il Figlio di Dio si degna chiamarmi suo amico ! ”... —
Tale considerazione lo indusse a leggere e rileggere di nuovo, e
durante tutta la notte, per ricominciare ancora dopo le occupazioni
dell’indomani, quel Santo libro, chiedendo a Dio d’illuminarlo ; e lo
Spirito Santo non tardò a compiere l’opera sua, per cui quando la
madre ritornò, fu altamente sdegnata al vedere che le sue raccomandazioni erano state disprezzate, e dichiarò che il libro dovea scomparire dalla sua casa. — Ma, rispose umilmente il Figlio, questo
libro è la Parola di Dio, e prima di condannarla, non sarebbe meglio
leggerla ?
La povera donna consultò il suo confessore, e questi tosto la consigliò a cacciare il figlio immediatamente, e senza pietà, se non avesse
obbedito col dare alle fiamme quel Libro.
“ Il consiglio viene seguito : una lotta terribile si avviva nel cuore
del giovinetto, il quale prendendo il sacro volume, se lo stringe al
cuore, e piangendo esclama: “ oh Gesù, vieni in mio soccorso!”... Poscia volgendosi alla madre; “ Addio, le dice con tenerezza; io mene
vado, giacche non mi è più possibile restar qui senza abbandonare
la parola di Dio!...” — e si allontana singhiozzando. Allora la madre
non sa più contenersi: il suo cuore è spezzato dal dolore, e correndo
a! tìglio: “ Ritorna, ritorna, grida essa, mio caro figlio: conserva pure
il tuo libro e non abbandonarmi !...”
“ Il giovinetto rientrò dunque nella casa materna, per cui il Vangelo compiè tosto l’opera sua, giacché ora la madre e tutta la famiglia
si sono convertiti al Signore.
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“ Iddio che si degnò tnauifestaro la sua miscricoi dia nella mia parroccliia di sant’Anna, ora la manifesta eziandìo nel Canada, giacché
egli si prepara colà un gran popolo, in mezzo al quale io mi recai a
predicare due volte, malgrado i pericoli da cui venni minacciato per
parte dei nemici della verità. Si tentò anche togliermi la vita, ma
neppur questo potè arre.starmi, essendo [lienamente con\'into che ove
giungessi a spargere il mio sangue, questo sarebbe ben [)iìi eloquente
che tutte le mie parole.
“ Verso la fine del Gennajo 1859, arrivando io a Monreale nel più
fitto della notte, vidi ncH’abbandonare la strada ferrata una folla
immensa: ora, sapendo che era atteso da persone mal disposte contro
di me, mi avviluppai nel mio mantello di pelliccia, risoluto di attraversare la moltitudine senza farmi conoscere; ma tosto udii una v'oce
a me vicina la quale domandò: “ Non avvi dunque il Padre Chiniqny?”— L’istessa interrogazione si ripetè più volte; per cui sembrandomi commettere una viltà se avessi taciuto più a lungo:—“Eccomi,”
risposi, “ che si vuole da me? ”— Allora fui in un istante circondato
da un dra{)pello di 60 giovanotti ben armati, i quali mi attestarono
i più delicati riguardi, dicendomi essere venuti per proteggermi ; e
così potei sfuggire alle insidie che mi aveano tese i miei nemici. Il
clero avea proibito di venire ad ascoltarmi sotto pena discomunica:
tuttavia nei cinque giorni che passai a Monreale, la folla non cessò
di convenire e di empiere la sala in cui io predicava, e di assediare
il mio albergo per farmi visita.
“ A Quebec ci fu la medeshna affluenza: il locale in cui teneva le
mie adunanze, sebbene fosse vastissimo, non bastava a contenere
tutti quelli che desideravano ascoltare la predicazione del Vangelo.
L’arcivescovo pubblicò una severissima circolare, onde impedire chc
si assistesse ai miei discorsi, ma tuttofa inutile. Allora una cinquantina di uomini fanatici giurarono uccidermi, dandosi appuntamento
per la notte. Ma i miei amici che aveano scoperta la trama, non mi
abbandonarono ee non quando fu giorno, ben decisi di difendermi.
Appena però questi amici eransi allontanati, ecco entrare verso le
otto del mattino, que’ fanatici, i quali invadendo in un subito la mia
abitazione giungono sino a me, facendomi intendere minacce sanguinarie, e spezzando tutto ciò che trovano nella mia stanza; per il che
non potei trattenermi dal dir loro: “ Se volete la mia ^ ita, a che infrangete questi mobili che non vi arrecano alcun male?”—“ Dovete
partire, gridano i congiurati, o noi vi uccidiamo!”--“ Vi ringrazio dplla
scelta che mi offrite, giacché preferisco partire; siccome però non ho
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per anco mangiato cosa alcuna, così spero mi consentirete di prendere un po’ di cibo avanti cli’io parta. ” — Allora essi mi seguono
nella sala da pranzo, dove io mi pongo a tavola: ma eccoli tosto rinnovare le loro grida insistendo ch’io me ne vada prontamente ; il
perchè veggendo che non potea calmarli, chieggo una vettura, che
tosto mi è fatta venire; ci entro, do ordine che mi si conduca presso
il magistrato di polizia; là io protesto energicamente contro la violenza che mi vien fatta, e dichiaro che nella mia qualità di cittadino
degli Stati-Uniti, avrei reclamato contro di essa presso il mio governo,
il quale senza dubbio non avrebbe lasciata impunita una simile iniquità. Tale protesta produsse il suo eifetto, giacche potei ritirarmi
in un filtro quartiere, e tenervi la sera istessa la conferenza, già da
me annunciata, sul dii’itto che ha ciascuno di leggere la Parola di
Dio.
Tre mesi or sono, ritornai di nuovo al Canada, e malgrado le più
vive opposizioni, potei predicarvi la verità, e diffondervi una gran
quantità di Bibbie. Lo ripeto, in quel paese avvi un gran popolo pel
Signore, ma è necessario illuminarlo, mandandovi dei predicatori
della Buona Novella. Ne parlai nel mio tempio, e dopo aver ricordato lo stato triste di quelli che sono ancora sotto il giogo della
schiavitù, e nelle tenebre della superstizione, chiesi se non ci fosse
alcuno che volesse recarsi a portar l’Evangelo ai fratelli del Canada.
Dopo alcuni istanti di silenzio, alzossi un giovine: era desso precisamente colui, di cui vi bo pocanzi raccontata la conversione ; bentosto
un secondo, un terzo, ed altri ancora si offrirono; e al presente ho
30 giovani che dietro il consenso avuto dai loro genitori, desiderano
compiere quegli studii che sono necessarii a renderli ministri di
Cristo. La mia parrocchia è povera ; ha dovuto far delle spese superiori alle sue forze ; ebbe altresì scarsezza di raccolti, quindi le è impossibile il compiere altri sacrifici, anzi avrebbe bisogno d’essere
piuttosto soccorsa che di soccorrere. Il perchè faccio appello a tutti
gli amici deU’Evangelo, onde chiedere il loro concorso in quest’opera
eccellentissima e santa ; e voi che avete la consolazione di conoscere
il Signore, pensate a quelli che non godono per anco del medesimo
privilegio. Ginevra, dopo la Riforma, fu sempre la città situata sulla
montagna, e che non può rimaner nascosta: ohi che la luce divina
risplenda sempre in mezzo a lei, e che questa luce si diffonda e si
spanda nelle più remote contrade, onde ovunque sieno dissipate le
tenebre dell’errore! ”
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MEDITAZIONE BIBLICA
« Non temere, o picciola greggia; perciocchÌ!
n al Padre vostro è piaciuto di darvi il
« regno. »
Ev. di S. Luca xii, 32.
Ancora la voce del buon Pastore! Ancora una parola di conforto;
e qual parola 1 come tenera !
Piccola, debole, timida è la sua greggia; ma amata dal Padre,
che trova in essa il suo compiacimento, che presto l’avrà glorificata,
raccolta nel celeste ovile e posta per sempre in sicuro nel suo regno !
E comc acqueta il buon Pastore i timori e le ansie delle sue pecore ?
Quando Ei le scorge che salgono affannose e stanche il pendìo del
monte, addita loro, colla sua bacchetta, le porte risplendenti del
regno della gloria, dicendo loro: “ E’ volere del vostro Fadre che lo
possediate !”'Ei come rallegrano queste parole! Qual beata prospettiva
esse ci schiudono ! Misericordioso Salvatore, è mia grandezza il tuo
amore !
È appanaggio dei fedeli il regno di Dio, e ciò in virtù di una
carta che non può alienarsi, nè essere revocata. “ Siccome il Fadre
ha disposto del regno a mio favore, dice loro Gesù Cristo, cosi io ne
dispongo a pro di voi. ” 11 possesso di quel regno è altrettanto assicurato, quanto è sicuro l’eterno amore e l’onnipotenza di Dio. Può
Satana, il gran nemico del regno, infonderti nell’animo dubbj, diffidenze, timori, atti la tua pace a conturbare, ma non può spogliarti di quello che è tuo. Converrebbe ch’ei strappasse la corona
dalla fronte di Colui che siede in sul trono, prima di poter menomare
od alterare in qualsiasi modo una promessa tanto sicura. Se il Signore
ha stimato bene di colpire il pastore della greggia, egli vorrà altresì
impartire allegrezza al popolo che si è riscattato. S’cgli ha detto
alla spada di^destarsi contro all’uomo ch’è il sito prossimo, quando
la greggia era dispersa, certamente Egli si compiacerà altre.sì,
per amore al buon Pastore, di volgere con amore la sua mano
sopra ipiccioli di quella greggia. (Zacc. xiii, 7).
Cristiani, badate a questa parola : E piaciuto al vostro Fadre. Il
buon Pastore, mentre vi conduce attraverso i monti che ancora vi
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dividono dal celeste ovile, vi addita ovunque, per via, segni e testimonianze dell’amore del suo e vostro Padre. Egli può, ne convengo,
introdurvi in patria per una via a voi sconosciuta. Come, infatti, introdusse Egli il suo popolo nel paese promesso, tratto clie l’ebbe
dalla schiaviti^ d’Egitto? Non fù egli attraverso quarant’anni di
prove e di privazioni ziel diserto? E così spesso egli opera ancora.
Ma non venga meno, o credenti, la fiducia che in Lui avete riposta !
Non lo disonorate coi vostri dubbii e colpevoli timori. Non guardate
agli oscuri sentieri, al cuore capriccioso e vaccillante, ma piuttosto '
guardate alla meta che vi sta innanzi. Con quale ardore non vuole
Iddio la vostra salvezza! Quante parole, non meno di queste affettuose e tenere, non v’ha Egli indirizzate! L’Evangelo rassomiglja un
palazzo dall’interno del quale Iddio manda a noi la sua voce, dichiarandoci in tutti i modi possibili, ch’Ei non vuole la morte del peccatore, ma bensì che ai converta e che viva.
Vi ripeta la soave voce del buon Pastore, che è piaciuto al Padre.
Io vi ho dato, pare «che ci dica, la migliore testimonianza che tale è
ancora la mia v'olontà, avendovi, a costo della mia vita, aperto le
porte del regno; ma tale è altresì la volontà del Padre: “ Siccome il
pastore ricerca la sua mandra, qualora è in mezzo delle sue pecore
disperse, così ricercherò le mie pecore, e le riscuoterò da tutti i luoghi dove sono state disperse nel gi<yrno della caligine e deWoscurità.”
Ezech. XXXIV, 12. Non temere adunque, o piccola greggia! Quantunque ti tocchi, per alcuni giorni ancora, di camminare su per un
monte pietroso ed arido; quantunque abbia forse il tuo velo da essere
fatto lacero dalle spine della via, e insanguinato il tuo piè dalle
pietre taglienti, non temere, io ti ^ico, perciocché la volontà del vostro
Padre che è nei cieli, è, che nemmeno uno di questi piccoli perisca.
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EVANGELIZZAZIONE
A dimostrare a chiunque, in quale spirito e con quali intendimenti
si attenda, per parte della Chiesa Valdese, all’opera dell’Evangelizzazione in Italia, stimiamo ottima cosa il mettere sott’occhio ai lettori
la seguente circolare, che la Commissione di Evangelizzazione di
detta Chiesa indirizzava, nello scorso agosto, ai suoi dipendenti.
CIRCOLARE
DELLA COMMISSIONE DI EVANGELIZZAZIONE DELLA CHIESA VALDESE,
AGLI EVANGELISTI DELLA MEDESIMA
Signore e carissimo fratello.
Eletti dal nostro ultimo Sinodo per comporre la Commissione incaricata
di diriggere l’opera d’Evangelizzazione che la Chiesa Valdese prosegue in
Italia, noi sentiamo il bisogno di porci in comunicazione coi nostri cari
fratelli, gli Evangelisti, che sono collocati sotto la nostra direzione.
Proviamo sopratutto vivamente cotesto bisogno por la ragione, così almeno
ci piace credere, che dalle medesime corrispondenze nelle quali entreremo,
e dal fatto ch’elleno ci forniranno occasione di mettere in comune i lumi
chc il Signore ci avrà impartiti e le forze che ci darà, ne risulterà per gli
uni e per gli altri un’accrescimento di coraggio e di vigoria che ci permetterà di avanzare con zelo sempre maggiore verso lo scopo glorioso che il
Signore propone alla nostra attività cristiana.
Da più di dieci anni il Signore ha tolto le barriere che segnavano limiti
ristretti all’azione della nostra Chiesa. Cotesta azione ha potuto d’allora
in poi estendersi a differenti luoghi delle nostre antiche provincie. La
parola di vita risuonò agli orecchi di molti nostri concittadini che non
l’avevano mai udita, e sotto gl’influssi dello Spirito Santo, la promulgazione
di quella parola è stata salutare per non poche anime, in guisa che fissando gli occhi alquanto addietro, o lasciandoli cadere su ciò che si fa
attualmente in proposito nelle suddette contrade, noi possiamo esclamare
con rendimenti di grazie al Signore, e dando gloria al suo nome: Qwslo è
atato fatto dall'Eterno ed è una cosa ammirahile agli occhi nostri.
Ma l’Eterno non limita a ciò l’opera sua; Egli ci apparecchia più gi-andi
cose ancora. Non possiamo dissimularcelo , caro fratello, noi siamo in
tempi assai solenni. Gli avvenimenti si urtano, si precipitano, e ci annunziano colla potente lor voce, che il Signore sollecita il compimento de’
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suoi disegni dì misericordia verso i figli degli uomini. Dovunque i popoli
si scuotono e sì agitano ; dovunque nuovi bisogni si fanno sentire. La
nostra Italia è lungi dal rimanere estranea a questo generale fermento; e
sebbene le preoccupazioni politiche e sociali pajano essere oggidì il solo
pane di cui scntansi affamate le nazioni e gli individui, Colui che tiene
in man sua i cuori degli uomini per inclinarli a suo piacimento, come altrettanti ruscelli d’acqua corrente, saprà, in momento favorevole, da queste
preoccupazioni medesime, cisterne screpolate che non possono contener
l’acqua, far sorgere nelle anime de’ bisogni più reali, meglio sentiti, che
potrà soddisfare la Parola rigeneratrice di Dio Salvatore proclamata dai
messaggeri della Buona Novella in tutta la sua purezza, sotto l’azione del
Santo Spirito.
Di fronte alla presente situazione ed a simili eventualità, non ci sentiremo
noi spinti in primo luogo, caro fratello, dal bisogno di umiliarci gli uni e gli
altri al cospetto di Dio, nel sentimento della nostra propria indegnità, raffrontata colla grandezza dell opera a noi affidata, e d’implorare, con raddoppiato fervore, la misericordiosa fidanza in Colui che confonde le cose
forti per quelle che sono deboli, domandandogli che voglia condurci e dirigerci senza posa colla sua grazia, e fare così di ognuno di noi, collo Spirito
suo abitante neUe anime nostre, altrettanti vasi eletti che spandono in tutti
i luoghi il buon odore del Vangelo del nostro grande Iddio e Salvatore
Gesù Cristo? »
In oltre sarà egli necessario il dire che voi godete di tutta la simpatìa
della Commissione ? — Ella riconosce e valuta sino ad un certo punto le
difficoltà d’ogni specie che dovrete incontrare nel compimento dell'opera che
vi è addossata. Indipendentemente dall’ostilità naturale del cuore umano
contro il Vangelo, ella sa che avete a lottare contro ben altri ostacoli, i quali
per la più parte, sono i tristi risultamenti della superstizione, del fanatismo
e di. mille passioni diverse eccitate dalla perversità umana. — Siate dunque
sicuro, caro fratello, che le vostre pene saranno le nostro, come nostre saranno le vostre gioje. Chi custodisce il bagaglio dee avere, sotto questo
aspetto, la medesima parte di quello che cammina alla pugna, Non perderemo giammai di vista che la causa da voi difesa è la nostra; o meglio
che voi e noi camminiamo ad un medesimo fine, la gloria del nostro comune
Maestro sul quale in ogni cosa gli occhi nostri esser devono rivolti.
Dirigendo così del continuo gli sguardi verso un medesimo Salvatore ;
progredendo gli uni e gli altri in uno stesso spirito, ad uno stesso scopo, lo
scopo glorioso di condurre delle anime a Colui solo che le ha conquistate,
una sincera e mutua confidenza, quell'abbandono cordiale che caretterizza
i fratelli che si amano e si stimano, sarà il possente legame che unii'à la
Commissione agli Evangelisti e questi alla Commissione — Cotesta è la via
nella quale vogliamo entrare, avuto ad essi riguardo. Il Signore ci ajuterà
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a eamininarvi ; ed 6 pur cotesta, ne siamo convinti, ch’eglino seguiranno,
rispetto a noi, e sulla quale saremo lieti di scontrarci.
Per compiere il suo mandato in modo corrispondente aU’aspettazione
della Chiesa che glielo ha affidato, e soddisfacente nel medesimo tempo alle
esigenze della propria coscienza in faccia al Signore, la Commissione
dev’essere posta in grado di poter abbracciare nel suo insieme, ed anche
nelle varie di lei parti, l'opera della evangelizzazione di cui le è affidato
l’addLrizzamento. Ella dunque aspetta dai signori Evangelisti, sull'opera cui
attendono, che indipendentemente dalle relazioni ch’eglino crederanno doverle indirizzare quando stimeranno opportuno, ciascun- d'essi voglia fargliene giungere una regolarmente alla fine d’ ogni trimestre. La prima
relazione do\Tà esserle trasmessa verso gli ultimi del mese d’agosto. Importa
alla Commissione che le relazioni sieno bene particolareggiate ; che non
si limitino ad alcuni cenni generali, ma che racchiudano quanto può concorrere a dare un’idea esatta sullo stato dell’opera iniziata.—- In tal maniera
cUa stessa potrà alla sua volta, per mezzo delle communicazioni che sarà in
caso di fare, eccitar vieppiù l’interessamento a prò dell’Evangelizzazione
italiana, sia in grembo alla Chiesa nostra, sia presso Comitati stranieri o
benefattori privati, i quali, da molti anni, non cessano di darci iu proposito
testimonianza non dubbia della cristiana loro simpatìa.
Noi chiudiamo, signore e carissimo fratello, implorando su voi e sul vostro
lavoro la benedizione del Signore — Possa il Capo supremo della Chiesa
essere sempre a voi, col mezzo del santo di Lui Spirito infuso nell’anima
vostra, lume, guida, sostegno — E possiate voi, anzi noi tutti, estendere il
di lui regno di pace, per la sua grazia promessa alle nostre preghiere. —
Imperocché « beati sono coloro che ne avranno condotti molti alla giustizia ».
llicevete coi nostri cordiali saluti, 1’ assicurazione del nostro affetto
cristiano.
Vostri fratelli in Cristo
I membri della Commissione d’Evangelizzazione.
Heguono le firme.
VARIETA
URANI DEL GIOnXALE DI UN COLPORTOIIE BIBLICO
II
(continuazionc, vcJl il num. prec.)
Giovedì '2‘2 giugno. — A M... un signore del paese, entrato neU’albergo
dove io era alloggiato, comperò due trattati, dicendo d’avere di già la Bibbia
in casa. Era dopo pranzo; vennero colà alcuni operai; vi si trovavano pure
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duo forestieri insieme alla famiglia dell’albergatore. Quel signore dopo aver
scambiato con me alcune parole sulla sana dottrina, rivolgendosi agli astanti,
con voce calma e dignitosa, fece loro un lungo ragionamento intorno alle
tante dottrine insegnate dai preti contrariamente all’Evangelo ; parlò contro
la confessione auricolare, contro il culto delle immagini, corroborando ciò
ch’ei diceva con grande abbondanza di passi scritturali ; al culto formalistico della romana chiesa oppose il “ culto in ispirito e verità ”, che dev’essere il distintivo della vera chiesa ; disse dei caratteri di questa ; disse in
che consistesse e si compendiasse la fede cristiana, il tutto con tanta chiarezza ed in pari tempo con tanta calma e dignità, che io me ne stavo li
tutto orecchi, soggiungendo solo, di quando a quando, qualche parola, a
maggior conferma di quanto egli asseriva. Finito ch’egli ebbe di parlare io
proseguii, esponendo la dottrina della salvazione per grazia, ed alle obbiezioni che i presenti facevano, un poco io un poco quel signore rispondevamo; ed è stata questa una buona conversazione di cui si mostrarono assai
soddisfatti quelli che l’udirono.....
In altra casa, una donna già aveva comperato il Nuovo Testamento, poi
volle scambiarlo colla Bibbia per avere, come diceva, anche il A'‘ecchio, e
mi fece molte interrogazioni, dicendomi che aveva un gran desiderio di
trovare e conoscere la pura verità. Mi disse di aver già letto il libro del
Desanetis, ed essersi convinta da questa lettura, che la confessione al prete
non ò cosa buona, nè conforme all’E vangelo. Vide il Ritratto di Maria, e
dopo avermi fatte alcune interrogazioni su quello eh’ io credevo della iladonna, comperò anche questo, e si mise a leggere ; e leggeva assai bene ;
ed io non uscii da quella casa se non dopo averle fatto conoscere quello
che cercava col cuore, cioò il Signore, il Salvatore dell’anima sua ; ed ella
manifestava una gran gioja di quanto le dicevo, e mi assicurò che nissuno
le avrebbe rapita la sua Bibbia; e con questo mi accomiatai, dandole ancora
due trattatelli, il Serpente di rame e la Via della salvazione.
**** 24 Giugno. — Oggi mi sono portato neH’alta città, e andando attorno nelle botteghe e nei cafiFè m’imbattei in molti signori ed ufficiali che
mi dissero essere già muniti di Bibbie e Nuovi Testamenti. Uno però comprò la Bibbia da due franchi, poi passando ai trattati scelse le Romagne e
la Donna, quindi mi disse in presenza di tutti ; « Sono forse in favore dei
proti, questi due libri ?» — Io dissi di no ; anzi essere scritti i medesimi
secondo lo spirito del puro Evangelo — « Benissimo, egli rispose, perchè so
fossero stati scritti in favore dei preti e dei papi, gli avrei immantinente
gittati via». Un capitano diceva la Bibbia tradotta dal Diodati essere la migliore traduzione, e soggiungeva, la diffusione di un tal libro essere necessariissima in Italia, a far conoscere il vero spirito del Cristianesimo, e distruggere tutti quei pregiudizj seminati uel popolo dal Gesuitismo. Un’altro
capitano prese VAddio al Papa, un’altro ancora il Padre Clemente, poi mi
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lasciai'ono dicendomi : a Andate, e fate in modo di diffondere pili chc potrete di questi libri, chè così farete un gran bene ». Ed io, per riposarmi
un momento, venni sotto alle piante della passeggiata, dove presto fui raggiunto da sei militari coi quali ebbimo uua lunga conversazione. Vedendo
gli Evangelii, uno mi disse che aveva avuto in suo possesso la Bibbia,
avendogliela gl'inglesi regalata nella guerra di Crimea; che iìuo all'anno
scorso (che perdette il suo sacco, nella campagna d’Italia, e cou esso la sua
Bibbia), l’avea sempre conservata, trovando uu grandissimo piacere in
quella lettura. Leggemmo e meditammo assieme il Cap. ix di S. Giovanni
dove narrata la guarigione del cieco nato, dopo di che, due comprarono il
Nuovo Testamento, e due altri la Vita e martirio di Pomponio Algieri.
30 giugno. — Anche in questi giorni ebbi a discorrere a lungo
della Parola di Dio, in diversi luoghi, in botteghe, in case, con soldati, alla
passeggiata, nei corpi di guardia, e perfino nelle caserme dei Carabinieri, e
dovetti constatare ancora come molti e molti sieno già provveduti del sacro
Volume.
Passando davanti ad un'ufficio del Dazio, due impiegati m’invitarono loro
stessi ad entrare: uno preso la Bibbia da 3 franchi e qualche altro opuscolo;
l’altro mi mostrò la Bibbia chc mi disse di aver acquistata sono già due
mesi da un colportore. Già tre volte mi sono recato a trattenermi con
essi e meditare la Parola di Dio, per la quale mostrano un grandissimo intere.ssamento, facendomi ogni sorta di domande, alle quali rispondo coi passi
stessi della Parola che meditiamo. In tal modo furono passati a rassegna,
uno dopo l’altro, i dieci comandamenti della Legge di Dio, ì caratteri della
vera Chiesa, la dottrina della salute per grazia ecc. ecc. Jeri abbiamo letto
insieme tutto il libretto: Vita e martirio di Pomponio Algieri ed esaminato
in tutti i particolari le verità da questi sostenute in faccia ai suoi giudici,
in opposizione agli errori della Romana Chiesa.
*** 8 Luglio. — Oggi un prete venne al mio banco, guardò tutti i libri,
quindi preso in mano il Trivier, chiestomi del prezzo e pagatolo ; « Voglio
un po’ vedere », disse con ironico sorriso e tentennando il capo, « cosa dice
questo matto, matto, matto”; e se ne andò borbottando, e facendo gesta così
curiose, e battendo del libro con tal violenza sulle mani, che dava proprio
a divedere il vero matto essere lui.
Passarono altri tre preti. Si conosceva essere preti di campagna. Dicevano aver fretta di recarsi alla stazione della ferrovia ; ciò nullameno
guardarono tutti i libri, facendo delle risate intorno al titolo. Uno diceva
all’altro : « guarda ! VAddio al Papa ! io piglio questo. » Ad un secondo
piacque il Trivier ; il terzo prese il Padre Clemente, le Romagne ed il Riiratto di Maria; poi mi dissero; « Ne vendete molti di questi libri?» —
Io risposi : « vendo tutto ciò che posso, e da che sono qut a N. ho già venduto
discretamente. L'un di loro toltasi in mano la Bibbia disse: « Questo qui sì
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che è buoBO, molto buono » ; e poi tutti facendo segno di andarsene : «r Addio,
state bene, e fate buoni affari » — Io risposi : « Noi guardiamo di fare buoni
affari; ci affatichiamo per diffondere la Parola di Dio; ma voi preti vi affaticate per levarla dalle mani del popolo acciò non la legga e non venga alla
conoscenza della verità. » — Essi mi risposero; «No, no, no. Ah! noi, no!
non facciamo questo; anzi, fate buoni affari, » e se n’andarono.
Altri preti passavano di sovente e guardavano attentamente i libri; e
quando io diceva loro se voleano farne acquisto, essi mi davano delle occhiate
da leone e se n’andavano senza dir parola. Uno però dopo avermi dato
quella brutta occhiata e fatto due passi avanti per andarsene, tornò indietro
e domandò del prezzo del Trivier e dell’ Impossibilità storica del viaggio di
S. Pietro a Roma e mi disse di avere presso di se solo un quarto di fiorino,
(60 centes.) soggiungendo che avrebbe preso questi due se glie li lasciavo
per questa moneta. Io gli risposi che a me costavano 80 centesimi.— « Non
vi costano niente, esclamò egli, poiché gli avete a gratis dalle Società Evangeliche. yi Io gli risposi: « Ella è male informata; io questi libri non gli ho
a gratis, ma li pago, e quindi non posso darli al prezzo che lei mi dice » —
« Ebbene se vi fidate di me io in giornata ripasserò di qui e vi darò il resto; ì
ed io gli dissi: « faccia pure»; e fu di parola* e mi portò nel dopo pranzo i
venti centesimi. Due individui che erano li presenti mi dissero questo prete
essere un missionario, famoso predicatore; ed io risposi loro che sarebbe
assai più famoso se predicasse la pura dottrina del Signore Gresù Cristo;
quindi entrai in discorso con essi sulle diversità esistenti tra la Chiesa romana e le Chiese Evangeliche, e feci conoscere loro il modo di salvarsi in
Gesù Cristo, e per Lni solo, senza tante invenzioni umane.
NOTIZIE RELIGIOSE
Firenze — Scuola di Teologia. — Professori e studenti sono all’opera
da una quindicina e più giorni. Questi ultimi, da quanto sentiamo, lavorano
con zelo e coraggio, bramosi di corrispondere, come meglio potranno, all alto
privilegio che è loro toccato di iniziare un’opera che tanta e così benefica
influenza potrà esercitare suiravvenire della evangelizzazione in Italia. I
professori recatisi ad ossequiare il Governatore Generale, Barone Ricasoli,
si ebbero da questo distinto uomo di Stato ottima accoglienza e l’assicura ■
zione che la Chiesa Valdese, di cui mostrò di conoscere molto bene la storia,
godrebbe sotto il suo^ governo di quella piena ed intiera libertà, che è giustizia per tutti sotto il regime costituzionale, ma tanto più perchi, negli
andati tempi, ebbe tanto a patire per la coscienza. Così mietono i figli con
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giubilo ciò che i padri seminarono in mezzo alle lagrime ; gloria a Dio che
ci fa segno a tanta benivolenza !
Livorno—Propaganda Evangelica—I preti, come viddcro che colla forza
non potrebbero opporsi ormai alla libera predicazione deU’Evangelo, ricorsero
alla parola. Un predicatore fu chiamato, al quale si diede l’incarico di predicare nel Duomo una serie di conferenze destinate a premunire i buoni cattolici contro l'invadente eresia. A chiamar« più gente, v’intervenivano assiduamente ed in gran pompa il vescovo circondato da tutto il suo clero. Ma
questa misura da cui aspettavasi grande utile alla causa, più che di profitto si
trovò essere di danno a chi l’avea promossa. Imperciocché fra gli uditori trovavasi non meno regolarmente del vescovo e dei canonici il pastore valdese,
il sig. R...e questi, presi gli opportuni appunti, a buona parte dell’uditorio
che si raccoglieva nel Duomo, facea palese, la stessa sera o l’indomani, nella
sua cappella, l'insussistenza e l’erroneità degli argomenti addotti dal predicatore, a sostegno della sua tesi; e così veniva sparsa nelle menti una luce
anche maggiore.
Se non che i preti Livornesi, anziché alla natura della causa che si era
tolto a propugnare, attribuendo alla non .sufficiente veemenza del predicatore
il suo insuccesso, e vergognosi che, con un personale ecclesiastico cosi numeroso qual’è quello di Livorno, si dovesse ricorrere ad un forestiero per
la difesa della fede minacciata, si risolsero a por mano essi stessi ad un
altra serie di conferenze di cui avesse ad essere più proficuo il risultato.
Ma ciò che crasi praticato coll'antico predicatore si ripetè coi nuovi, ed unfoUa compatta non cessa di riunirsi ogni mercoledì e domenica sera, allo
Scalo di porta murata, bramosa di porre in confronto cogl’insegnamenti dei
preti quelli di Gesù Cristo e degli Apostoli. — E ciò che dicemmo per
Livorno, presso a poco, sebbene sopra minoro scala, verificasi anche in Pisa
ove sono sempre numerose le adunanze; non che in due o tre altri siti
rurali. Pitto di Cecina, Pontedera e Calci. Essendosi il sig. R... recatosi tre
domeniche or sono, in quest’ultimo paese ove era da molto tempo sospiratissima la di lui presenza, ebbe ad annunciare l’Evangelo ad un numeroso
uditorio che, uscendo dalla raunanza, accompagnòllo per buon tratto di
cammino, invitandolo colle più premurose istanze a tornare quanto prima.
Non di questo avviso però mostròssi il sig. Prefetto di Pisa, il quale fece
significare, con dispaccio elettrico, al sig. R... che <imentre la Prefettura usa
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tolleranza, nei limiti delle leggi, verso i culti acattolici, non può permetterli
nè a Calci, nè in altre località ntrali, dove possono essere cagione di turbamento. Per buona ventura il motivo addotto dal sig. Prefetto è troppo strano,
nella bocca di un magistrato costituzionale sovratutto, perchè il Governatore
Generale, cui si è ricorso perchè venisse rivocata tale interdizione, non ne
faccia pronta e buona giustizia.
Spagna—Fanatismo clericale.—‘Leggesi nel Messager de Bayonne quanto
segue: « Un bambino baionese, dell’età di 15 mesi, e nato da genitori evangelici, morì, sono tre giorni, a Villabona, vicino a Vittoria in Ispagna. Il
clero spagnuolo rifiutossi a seppellirlo, a motivo ch’egli non apparteneva alla
cattolica religione, e dovette il padre ricondurre in Francia il cadavere del
bambino, perchè si avesse una sepoltura cristiana. Giunto a Irun, il sig. V.
ha dovuto, conformemente ai regolamenti che reggono l’ammessione dei
cadaveri sul nostro territorio, sollecitare presso la superiore autorità, l’autorizzazione d’introdurre in Francia la salma del suo bambino, la quale autotizzazione gli venne immantinente conceduta. Mentre si compievano tali
formalità, il cadavere, chiuso in una doppia bara, era stato deposto dietro una
siepe attenente al corpo di guardia spagnuolo, situato sulla sponda sinistra
della Bidassoa. Quantunque, nelle condizioni in cui trovavasi, non potesse
questa bara recare incomodo veruno, nè il minimo pregiudizio alla salute pubblica, ciò non di meno, il capo del posto, indispettito a cagione
di questa vicinanza, sarebbe prorotto in questa deplorabile esclamazione :
« Se fra un’ora l’autorizzazione di trasportare questo feretro non sarà giunta,
io lo faccio gittare nel fiume 1 » — Fin qui il giornale sovracitato. Al che
noi suggiungiamo : Che dire di questo capo posto, se non che si mostrava
del tutto degno dei maestri in Israël, che l’aveano educato, e che, col fatto
stesso gli davano una lezione d’intolleranza tale da non crederla possibile, ai
dì nostri, che presso i selvaggi Zeelandesi?
Domenico Grosso gerente.
TORINO — Tipogvafia CLAUDIANA, diretta da R. Trombetta.