1
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PREZZO DM«SOOAZIOXE
(i domieilio
Torino, per un anno L. 6,00 I L.7,00
— per sei raesi » 4,00 ( » 4,50
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai contini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, « 5,20
AÌH0EÙOVTSC Sé ÈJ iya/rn
Seguendo la verità nella carità
Efes. IV. 15.
La Direzione della BUONA NOVELLA è
in Torino, casa Bellora, a capo del Viale
del Re, N"12, piano 3».
Le associazioni si ricevono iu Torino dal
sig. GIACOMO BIAVA libraio viaCarlo
Alberto in faccia al Caffè Dilei.
Gli Associali delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
Mansuetudine dei clericali (continuazione e fine). —Il matrimonio oriitiano III.
Due risposte air.^rmonta. — Notizie religiose, —Cronachetta politica.
AVVISO IMPORTANTE
Cominciando col primo venerdì del Novembre venturo l’anni)
terao della Buona Novella, preghiamo caldamente i signori Associati a rinnovare per tempo la loro associazione. Il mezzo più acconcio
per gli abbuonati delle provincie, è un Vaglia postale, mandato
franco al sig. Giacomo Biava libraio, via Carlo Alberto, rimpetto al
Caffè Dilej in Torino. —In Torino le associazioni sì ricevono alla
medesima libreria evangelica di G. Biava.
Il prezzo seguiterà ad essere come per lo passato.
Preghiamo allresi quei signori Associati che ancora non hanno
pagato a farlo quanto prima.
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MAi\SUETLDL\E DEI CLERICALI.
(Continuaz. e fine)
Iq un altro formolario più empio, riportato dallo stesso autore, il papa o vescovo pronunciava le !più orribili imprecazioni nella chiesa, e il clero a ciascuna
di esse rispondeva amen : eccone alcune.
« Che i loro figli divengano orfani, le
loro mogli vedove, e i figli deboli e tremanti sieno da per tutto scacciati e ridoni a mendicare il loro pane: sieno
scacciati dalle loro abitazioni ; l’usuraio
divori le loro sostanze: gli stranieri godano il frutto dei loro travagli. Fa, omio
Dio, che tulti coloro che vogliono possedere ii tuo santuario come una erediti
(il clero chiama le sue ricchezze santuario di Dio!), fa che sieno agitati come
una ruota, o come fuoco di paglia dissipato dal vento! R. Aìuen».
ir Perseguitali nel tuo furore come il
fuoco che distrugge la foresta, e come la
fiamma dei vulcani : cuopri la loro faccia d'ignominia acciò arrossiscano, sieno
confusi e periscano! R. Amen».
Il Ricadano su di quelli che usurpano
le terre di san Pietro le maledizioni che
Dio per la bocca di Mosè ha lanciate sui
figli d’isdrael; siano maledetti nella citlà,
siano maledetti nei campi e in tutti i
luoghi! R. Amen«.
« Le loro dispense sieno maledette,
sia maledetto il frutto del loro ventre e i
frutti delle loro terre! R. Amen».
* Sia maledetto tutto quello che gli appartiene ; sieno loro stessi maledetti nel
loro entrare e nel loro uscire! R. Amen ».
n Li percuota il Signore colla fame,
colla sete, colla miseria, col freddo, colla
febbre fino a che interamente soccombano ! R. Amen n.
« Il Signore li faccia cadere in mano
dei loro nemici, e sieno uccisi innanzi
agli occhi dei proprii padri! R, Amen ».
« Possano i loro cadaveri essere pasto
degli uccelli dell’aria, e delle bestie della
terra ! R. Amen ».
« Li percuola il Signroe di piaga orribile, dì scabbia, di rogna, di follia, di
acciecamento! R. Amen».
« Per la potesià concessa a S. Pietro
ed a suoi successori, noi chiudiamo a costoro il cielo, e gli neghiamo la terra per
servir loro di sepoltura, acciò sieno ingoiali neirinferno inferiore, e puniti eternamente dei loro delitli! R. Amena.
1 poeti pagani non han saputo fìngere nè
Oreste, nè Medea, nè Edipo cosi furibondi,
come lo sono in reallà i pretesi rappresentanti deH’agnello mansueto di Dio. Ma
ancora non basta.
Lo stesso autore riporta un allro formolario nel quale sì scagliano le seguenti
imprecazioni contro coloro che tolgono
qualche cosa di temporale ai preti. «Siano
essi maledetti sempre e per tutto : maledetti la notte ed in (utle le ore del
gioruo, maledetti se dormono, maledetti
se vegliano; maledelti se digiunano, maledetti se mangiano o bevono ; maledetti
quando parlano, maledetti quando tacciono, maledetti in casa e fuori di casa,
maledetli dalla testa fino alla pianta dei
piedi. I loro occhi divengano ciechi, le
loro orecchie sorde, la loro bocca muta :
la lingua gli si attacchi al palalo ; le mani
non abbiano tatto, i piedi non abbiano
più moto. Sieno maledette tutte le membra del loro corpo ; sieno maledetti se
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sono diritti, se sono seduti, se sono a
letto ; sieno maledetti da ora e sempre, e
la loro lampana si estingua innanzi alla
faccia del Signore neH’ultimo giudizio.
La loro sepoltura sia quella dei cani e
degli asini ; i lupi divorino i loro cadaveri, e il demonio e i suoi angeli li accompagnino per sempre». Quanto queslo
procedere dei clericali sia conforme al
Vangelo, ognuno può vederlo, purché
legga uel capo quinto di s. .Matteo al
versetto quaranta. «Se alcuno vuol toglierli la tonaca, lasciagli eziandio il mantello ».
I clericali diranno che abbiamo esagerato , noi li preghiamo dunque a riscontrare le nostre citazioni nell’ opera di
Edmondo Marlene, De Antiquis ecclesice
ritibus, lib. Ili, cap. .4, pag. 454, 453,
440 ; e precisamente guardino il formolario primo, secondo, quarto e sesto, ed
allora saranno convinti che noi anziché
esagerare, abbiamo tralasciato per amore
di brevità molle altre cose non meno orribili delle riportale.
Ma per quali atroci delitti si cade sotto
quesle terribili maledizioni ? Secondo la
dottrina dei clericali vi cadono quei principi sovrani o repubbliche che vogliono
assoggettare i chierici a pagare i dazi
come li pagano i laici senza il beneplacito
del Papa: quei magistrali, notai, esecutori
di qualunque genere che incarcerano o
processano anche un chierico (?) delittuoso
(Bulla in Ccena Domini, § 18 el9): quei
che procarano l’alienazione dei beni così
delli ecclesiastici (Costiluzione di Paolo II
Cum in omnibus) : quei che non denunciano i sospetti di eresia (Costituzione
di Paolo V Romanus Pontifex): chi ardisce percuotere un chierico (Concilio
Lateranense li, c«n. 18): coloro che ardissero impugnare l’istituto dei Gesuiti
cosi caro ai Papi (Bolla di Gregorio Xlll,
Ascendente): e per non tirare più in lungo, vi cadono i novantanove centesimi
dei Cattolici, tauto sono frequenti i casi
nei quali s’incorre la scomunica.
Sono forse esagerazioni le nostre? Venga dunque il più santo fra i clericali, e
mandi a Roma per comprare un Breve
pontificio : apra il suo Breve, e vedrà che
le prime parole sono un’assoluzione dalle
scomuniche, per l’eiretto solo (notate bene)
di poter godere di quella grazia che si è
comprala coi suoi danari : dunque il
Papa stesso confessa che non vi è uno
fra i suoi che non sia colpito di scomunica, se i suoi più cari a cui spedisce
Brevi e concede grazie, non ne sono
esenti. Il primo atto di un Papa, allorché è posto a sedere sulla sua sedia, è
quello di assolvere dalla scomunica tutti
i cardinali : le Bolle d’istituzione canonica dei vescovi, degli abati, dei canonici
dei parroci contengono per prima clausola l’assoluzione dalle scomuniche. Se
dunque i cardinali, i vescovi, gli abati, i
canonici, i parroci sono scomunicati, chi
non lo sarà ?
Un solo fallo citeremo ad esempio; incorrono nella scomunica maggiore tulti
quelli che comunicano cogli scomunicati:
1 Protestanti, a cagion d’esempio , sono
tutti scomunicati secondo il Dritto Canonico : dunque un Catloliuo che comunica
coi Protestanti è scomunicalo come loro.
Ma in che consiste la comunione cogli scomunicati ? Sentiamolo dallo stesso Dritto
Caaonicu. Nullus cum excomunicato tn
oraiione, aut cibo, aut potu, aut osculo
comunicet, aut ave ei dical ; quia qui-
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cumque in his vel aliis prohibitis scien*
ter excomunicatis comunicaverit, et ipse
simili excomunicationi subjacebit (d).
In un paese dunque ove sodo Protestanti
e Cattolici, guai a quei Cattolici che ardissero mangiare alla stessa mensa con
un Protestante: se vi attaccano amicizia,
se persino gli rendono un saluto, saranno
anch’essi scomunicati. Buon per ia Società che niuno più crede a tali scomuniche, altrimenli in grazia dei clericali il
mondo sarebbe un inferno. Però tali scomuniche non sono ritrattate ; esse sono
là nel Dritto Canonico e nel Bollario
come documento sempre parlante della
mansuetudine « della tolleranza clericale.
IL MATR1510M0 CRISTIANO
III.
La Chiesa romana ammette quindici
impedimenti che essa chiama dirimenti,
i quali rendono uullo il matrimonio, ossia
impediscono di contrarlo, e conlratto che
sia lo sciolgono. Quesli impedimenti sono
espressi nella teologia romana ne’seguenti
barbari versi :
Error, conditio, votum, cognatio, crimen,
Cullus disparitas,vir,ordo, ligamen, ho
nestas,
Amene, a/finis, si clandestinus et impos,
Si mulier sit rapta, loco nec reddita tuto:
Ucec facienda vetant connubio; facta rétractant.
Noi non vogliamo rigettare interamente
quesla dottrina solo perchè viene dai teologi romani, ma seguendo il precetto dello
(^) Vid. in Corp. jur. cap. Excomunieatoi et
ctf. Excomunicantet 17, cans. 2, q. 5, cap.
Nuper per 29 — cap. Quod in dub. 30 de seot.
ficom— cap. SignificaviHS, de >ent. ejeoin.
Apostolo (1. Tessal. v.21} di provare ogni
cosa e di ritenere il bene, troviamo in questa dottrina 1° alcuni impedimenti cbe son
legge di natura; 2“ alcuni che sono dalla
dalla legge divina; S^alcuni che potrebbero
essere posti giustamente dalla legge civile; 4“ allri che sono invenzione puramente umana; b” finalmente troviamo
mancarne uno stabilito dal Nostro Signor
Gesù Cristo. Esaminiamo di volo questa
dottrina.
Il diritto di natura stabilisce tre generi
d’impedimento ai matrimonio; quelli
che impediscono la libertà del contratto;
2° quelli che ne rendono impossibili i
doveri ; 3" quelli che si oppongono al pudore naturale.
Nel primo genere sono l’errore sostanziale della persona, ovvero, a meglio dire,
l’inganno: come, a cagion d’esempio, se
Tizio è in contratto di sposare Maria che
ama, e nel punto del matrimonio gii si
presentasse per inganno e senza che egli
la vedesse un’altra persona ch’egli non
ama, e con la quale non avrebbe mai condisceso di accoppiarsi. Impediscono parimenti la libertà del contratto, la violenza,
la pazzia, e la mancanza di età per poter
contrattare; il quale ultimo impedimento
non è contemplato dai teologi romani.
Gl’impedimenti che rendono impossibile la esecuzione dei doveri matrimoniali
sono altresì una cagione di nullità del matrimonio : colui che non può assolutamente
soddisfare alle condizioni del contratto,
non può contrattare; quindi l’impotenza
è un impedimento di diritto naturale.
Il matrimonio fra ascendenti e discendenti in linea retta, tra fratelli e sorelle è
contrario al pudore naturale; quindi é
vietato dal diritto di natura.
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11 diriUo divino vieta il malrimoDÌo fra
parenti, come di sopra è stato spiegato;
vieta la poligamia ed i matrimoDii clandestini. Equi dobbiamo fare un’osservaziooe. I teologi romani per nnalrimonio
clandestino intendono il matrimonio celebralo senza la presenza del proprio paroco, sebbene vi sieno tutte le condizioni
che richiede la legge naturale, la legge
divina e la legge civile: noi per matrimonio clandestino iniendiamo il matrimonio
fatto di nascosto e senza il consenso dei
parenti, allorché I figli sono sotto la patria potestà: è questo il matrimonio clandestino che noi cred iamo vietato dalla legge
divina.
Oltre questi impedimenti noi crediamo
che la legge civile possa anche porne degli
altri, e, purché non sieno in opposizione
colla legge di Dio, ogni crisliano sarà obbligato per coscienza ad uniformarvisi : e
questo è quello che avevamo detto da
principio, accennando alia terza nosira
osservazione sugli impedimenti, che cioè
alcuni sarebbe desiderabile che fossero
posti dalla legge civile per impedire ehe
il santo contratto del matrimonio non divenisse alcune volte premio al delitto. Sarebbe desiderabile, a cagione d’esempio,
che la legge civile non solo annullasse,
ma punisse severamente il rapimento delle
fanciulle, sia con forza, sia con inganno ;
i matrimonii frutto del delitto, e simili.
Dicemmo in quarto luogo che fra i quindici impedimenti posti dai teologi romani
ve ne sono di propria invenzione, che non
appartengono nè possono appartenere nè
al dirilto naturale, nè al diritto divino, nè
al dirilto civile; quesli sono, a cagione di
esempio, l’impedimento di condizione,
voto, ordine, cognazione spirituale e pub
blica onestà: diciamo qualche cosa separatamente di ciascuno.
Per impedimento di condizione si deve
intendere lo stato di schiavitii dì uno dei
coniugi; se un uomo libero sposa una
schiava senza il consenso del padrone di
essa, il matrimonio è nullo secondo i clericali. È persino vergogna di trattenersi
anche un solo istante a far conoscere quanto una tale legge sia iniqua.
Il preteso impedimento di voto è una
invenzione clericale. La parola di Dio non
autorizza un voto imprudente, ed in molti
casi empio, che si oppone alla primitiva
istituzione del matrimonio, e dichiara migliore uno stato anormale, condannando
quasi quello stato che Dio ha benedetlo.
Ma se l’impedimento di volo è un’invenzione dei clericali, l’impedimento di
ordine è una manifesla violazione della
Parola, la quale proclama queste memorande parole; bisogna che il vescovo sia
irreprensibile makito d'una sola moglie,
che governi bene la sua propria famiglia,
che tenga i figliuoli in soggezione con ogni
gravità. Afa se alcuno non sa governare
la suo propria famiglia, come avrà egli
cura della Chiesa di Dio? ( 1 a Tim. iii,
2, 4, S).
Non vi è chi non veda la cogmziont
spirituale essere uno dei più insulsi impedimenti inventati dai clericali : se io ho
tenuto ul battesimo il figlio di Berta, non
potrò essere buon marito della medesima
sedivien vedova, senza aver prima pagato
delle centinaia di franchi alla curia romana?
L’impedimento delto di pubblica onestà è il seguente : supposto che Tizio abbia fatto promessa di matrimonio a Berta
anche nel caso che la promessa venisse
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sciolta 0 per mutuo consenso, o per ia
morte, o per allro caso legittimo, non potrà in seguito sposare nè l’una delle solelle, nè la madre, nè altri parenti ed
aUìni in primo grado, sotto pena di nullità, se ciò farà senza aver pagato per aver
la dispensa da Roma. Tali impedimenti
noi li crediamo pure invenzioni clericali,
che si sono voluti mescolare di quello cbe
non apparteneva a loro.
L’ultima cosa che dovevamo osservare
in questi impedimenti è che mentre abbondano gl’impedimenti capricciosi, manca quell’impedimento che solo scioglie il
matrimonio legittimamente contratto, e
Io scioglie per legge di Gesù Crislo, vale
a dire l’adulterio. Il concilio di Trento
non solaraerite non ha messo l’adulterio
fra gl’impedimenti, ma ha dichiarato
nella sess. xxiv, c. vn che l’adulterio non
scioglie il matrimonio.
Ci resta ancora a rispondere ad una interrogazione che i nostri leltori potranno
farci : Cosa entrano nel matrimonio cristiano i ministri evangelici? Alla quale
questione noi rispondiamo, che essi vi
entrano in quanto piacerà ai contraenti di
farveli entrare: essi uon vi possono entrare per farla da padroni, non per stabilire impedimenti per poi venderne le dispense, non per dichiarar nulli quei matrimoni che essi non benedicono, ma per
consigliare i coniugi cristiani ehe si dirigono a loro a contrarre il matrimonio secondo la parola di Dio, e per implorare
sopra di loro le celesti benedizioni, è santificare cosi colla preghiera l’atto il piii
imporlnnle della vita.
DUE RISPOSTE
hLV ARMONI A.
L'Armonia nel suo N” 125 ci domanda
ragione di una contraddizione, nella
quale, secondo il pio Giornale, saremmo
caduti. Noi riteniamo che «no solo sia il
Mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo, ed ìd conseguenza diciamo che i
santi cbe non sono più sulla terra non
devono essere invocati. A questa dottrina
trova rArmonia contraddittorio quello
che dice miss Cunningham nella sua lettera da noi riportata, quando cioè essa si
raccomanda alle preghiere dei Fedeli su
questa terra. Noi accettiamo tutta la responsabilità per quella lettera, e rispondiamo.
Altra cosa è la preghiera scambievole
dei cristiani viventi : allro è pregare ed
invocare i morti. La prima la troviamo
espressamente insegnala nelle Scritture,
e preghiamo i reverendi ie\[’Armonia a
riscontrare i passi seguenti : i a Timot.
II. I, 2, 3 : Giac. V. 16 : Rom. XV. 30,
51, 32 : Coloss. IV. 2 : Filemon. 22 ; Genes. XX. 7 : Giob. XLIl. 8 : l’altra non
è nella Scrittura. Per quanto diffalti si
voglia cercare in tutta la Scrittura canonica, non si troverà neppur una sentenza nella quale s’insegni l’invocazione
dei santi trapassati ; non un precetto
che ordini d’invocarli ; non una promessa
che dica tale invocazione essere grata a
Dioj non un esempio d’ invocazione di
sanli, se si eccettui l’esempio del ricco
del Vangelo (Lue. XVI), il quale dall’inferno pregava Abramo. Noi non vogliamo
credere che i reverendi dell’armonio vogliano cercare fra’ dannati l’unico esempio serilturale di una loro dottrina. Tanto
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è vero che la invocazione dei santi trapassati non ba per sè la Scrittura, che lo
stesso Concilio di Trento nel suo decreto
sul cullo dei santi non ha potuto citare
neppure un passo della Bibbia. Noi dunque usiamn la preghiera scambievole fra
I viventi perchè la troviamo ordinala nella
Parola di Dio : veneriamo la memoria dei
trapassati che bau vissuto santamente; ma
non li adoriamo, nè li invochiamo; imperciocché adoriamo solo Dio, e preghiamo lui solo per mezzo dell’uNico nostro
Mediatore Gesìi Cristo.
Nello stesso numero l'Armonia, abusando della buona fede dei suoi lettori,
vuol far credere che la B. N. tassa il
miracolo in genere d’avvenimento irragionevole e stravagante. Ma l’Armonia
calunnia sfacciatamente: noi parliamo dei
/alsi miracoU di cui gli uomini han fatto
mercato, e non del miracolo in genere :
ed in prova che noi parliamo dei falsi mi
racoli citiamo ad esempio i pesci che si
affollano ad udire la predica di un santo;
un giumento che si genuflette ; una immagine che suda.
Nè per ciò veniamo per nulla a derogare alla fede che merita il miracolo narrato nel capo XXII del sacro libro de
Numeri ; questo ha per sè l’autorifà infallibile della Parola di Dio; quelli da noi
accennati non hanno che un’autorità umana contraddetta dalla Parola di Dio. Noi
rispettiamo le credenze di chicchessia,
ma non possiamo fare a meno di compiangere quei nostri fratelli, i quali poro conoscendo il cristianesimo « sono ancora
bambini flottanti, e trasportati da ogni
vento di dottrina per la baratteria degli
uomini, per la loro astuzia aWartifiiio
ed insidie all’inganno » (Efes. IV. 14).
L’Armonia ei ascriverà ciò a peccato?
A'OTIZIE RElilCtlOSE
Piemonte. L’Armonia pubblica un
Breve papale in data dei C settembre, il
quale riduce le feste cosi dette di precetto,
per gli Stati Sardi, alle seguenti : Natale,
VEpifania, VAscenzione, la Concezione,
la Natività, ¡’Assunzione, il Corpus Domini, dei SS. Pietro e Paolo e Ognissanti
sopprimendo tutte le altre.
Fhascu.—Il cardinale Donnei, arcivescovo di Bordeaux, ha trovato un rimedio
sicuro ed eiTicace contro la malatlia della
vigna. In un comitato di agricoltura tenuto ultimamente a Bourg (Gironde) il
cardinale arcivescovo disse queste parole;
«Fra tanti mali che ci affliggono, quello
che mi sembra il più deplorabile è l’ostinazione che si pone a cercare dei rimedii
al di fuori della Provvidenza ». I mali a
cui fa allusione l’arcivescovo sono la scarsezza dei raccolti, la malattia della vigna,
delle palate, ecc. Poscia, per mostrare
quale fosse il rimedio provvidenziale a
cui alludeva, raccontò l’aneddoto seguente: «Pochi giorni sono una madre
sorprese le sue tre figlie che andavano
per la vigna, ed attaccavano a ciascuna
delle viti malate una medaglia miracolosa». Attenderemo il risultato di queslo
nuovo rimedio indicato da sua eminenza.
Gisevba.'Sì è formata in Ginevra una
Società evangelica italiana, e si è riaperta
la Cappella evangelica nello stesso locale
ove prima esisteva. Un servizio regolare
vi si celebra tulte le domeniche a dieci
ore antimeridiane, specialmente destinalo
aglTlaliani residenti in Ginevra.
I Missionari Mormoni. — Togliamo
dal Lien la seguente notizia intorno alle
missioni dei Mormoni.
8
« 1114 settembre 1852 gli Anziani riuniti in conferenza han fatto partire 98
missionari in una volta : 10 sono andati
negli Stati Uniti e nelle colonie inglesi
delle ludie Occidentali, 32 nelle Isole Britanniclie, 8 in Alemagna, 2 a Gibilterra,
1 in Danimarca, 3 in Norvegia, 9 alle
Indie Orientali, 3 alla Cina, 2 a Siam, 3
ai Capo di Buona Speranza, 9 in Australia, 9 alle isole di Sandwich, 1 in Francia.
^ In questo rendiconto non si parla dei
missionari Mormoniche sono in Italia:
eppure sappiamo che ve ne sono anche
in Piemonte, e che reclutano persone per
condurle in America. Noi amiamo la libertà religiosa per tutti; ma se è vero
che i Mormoni insegnino l’immoralità e la
poligamia, non crediamo che abbiano il
diritto di essere tollerati.
r.ROSACIlETTA POLITICA
Torino. -- Si dà corae certa la surrogazione deH’avv. Rattazzi al cav. Boncompagni nel ministero di grazia e giù
etizia.
— Lunedi sera ebbe luogo nelle sale
municipali un’adunanza generale di cittadini d’ogni classe per la nomina di un
Comitato definitivo di Beneficenza, all’effetto di venire in aiuto ai nostri concittadini poveri nel duro inverno che si appressa. Vennero nominati a tale funzione
I sigg. Ponte di Pino, conte; Litta Antonio, duca; Delsoglio Marco, neg.; Chiavarina Amedeo, conte; Cantoni Lelio,
rabbino maggiore; Bert Amedeo, pastore
valdese; Rignon Egidio, medico; Fabbre
avv.; Teccliio Sebastiano, avv.; Notta
sindaco; Gay di Quarti, conte; e come
supplenti marchese Alfieri di Sostegno,
dott. Trombetto, marchese Pallaviciiii.
PnociPATi Danubiam. — Dei preparativi si fanno nei due campi ; ed un ufiìziale del genio russo che avea voluto
spingere troppo innanzi le sue ricognizioni, fu ucciso dall’artiglieria turca.
Il giorno 10 ebbe luogo nel campo
russo la consacrazione delle bandiere per
la guerra, e fu impartita la benedizione
alle truppe, il che è cosa solita nell’armata russa avanti che essa vada ad intra
prendere una guerra. Tutti i generali,
eccettuato il principe GortschakoiI, abbandonarono in quel giorno la città per
recarsi al campo, 11 giorno 9 sono partiti
da Bukarest, in differenti direzioni, equipaggi da ponti verso il Danubio.
Fu proposta la fondazione di dieci
nuovi ospedali militari nei Principati Danubiani ; essi ascendono già al numero
di diciassette.
Turchia. — L’ardorguerresco dei turchi è straordinario. Tutta la riserva è
chiamata sotto le armi, cosicché le forze
turche potrebbero essere calcolate in
complesso a 330,000 uomini.
Per procurare risparmio al governo, i
turchi agiati arruolano ed armano volontari e li mettono a disposizione del ministro della guerra per la difesa della patria.
La Porta ha preso circa 15,000,000 di
fiorini dal tesoro delle moschee. Essa
prenderà sotto la sua totale amministrazione i beni ecclesiastici ed aumenterà il
casatico, con che probabilmente otterrà
una somma non lieve per supplire alle
spese della guerra. Gli impiegati diedero
al governo i cavalli delle loro carrozze ed
una parte delle loro cavalcature, e così
si ebbero 2,000 cavalli di più.
At contine greco-turco si forma un
corpo d’osservazione composto della riserva e della leva in massa, che si fa
ascendere a 50,000 uomiui, ed è comandato da Mustafà bascià. Le stesse misure
si prendono al eonfine turco-persiano, ove
comanderebbe Mehemed Rescid, serraschiere di Bagdad.
Uomini di 70, 73 ed 80 anni, porgendo l’esempio ai giovani, si equipaggiano da loro stessi vendendo quanto posseggono e partono per il campo senza far
parole, senza ostentazione, abbandonando
le loro famiglie. Ma v’ha di più ; in un
momento di tanta effervescenza non una
minaccia, non un insulto agli stranieri. 1
russi stessi sono rispettati; È questa una
grande lezione chei barbari turchi danno
alla civile Europa!
■ _____
Direttore G. P. MEILLE.
Giuseppe Mirapel gerente.
TIP. SOC. DI A. PONS E COMP.