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LONGO SEItíA
Casa Valdese
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»ELLE VAILT VAL»ESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
/Vano LXXXIX - N. 1
Una copia Li re Ü0
«B^^aA-U A^AAASp^ACI
Gettate lungi do voi tutte le vostre trasgressioni per le quaU avete peccato, e latevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
snx - N. 1 ■■ 1 nnn___________ E*.* . r _ ' ' i ii— — ■ ____________________
ABBONAMENTI \ Tiaterao | Eco e La Lucci L. ti800 per l’interno l Spcdiz abb. posule - il Gruppo
U600 per 1 calerò j L. 2.500 per Testerò i Cambio d’indirizzo Lire S 0
TORRE PELLICE - 2 Gennaio 1959
Ammin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
anno
nuovo
L'anno nuovo ci si schiude davanti, ancora vuoto, in attesa di esser percorso, vissuto. E' una strada
ancora ignota ; dopo, ogni pietra sarà diventata una
tappa sofferta, goduta. Si apre davanti a noi pieno
di promesse, ma solo un breve tratto si distingue
nettamente: presto sfuma nella lontanania sconosciuta, e dietro fa prima svolta ci attende l'ignoto,
l'imprevedibile. Per questo, accanto all'attesa piena di speranxa, c'è in noi pn senso oscuro di incer-*'
tezza e di apprensione. Si^fà sempre così limpido, #
,--Ìl camr»«in©f-,,,4^Ì^i^^,Ji^
L'esperienza ci dice: no,, evidentemente. Vi in
vitiamo, a pag. 2, a riconsiderare la parola di Colui
che è la roccia dei secoli e della nostra esistenza :
vi conceda Egli molte benedizioni nella vostra vita,
ma al di sopra di tutte la grande benedizione, quella di ascoltare e di credere nel nome di Cristo, ogni
giorno: «La mia grazia ti basta », Alziamo gli
occhi ai monti : la meta si leva limpida e salda alI orizzonte; la nostra vita, il corso del mondo hanno un senso,« una direzione: Colui che è il primo e
l'ultimo, lyVivente, Colui che eraii'che è;« che vie'
.ne,, che
intero col silo amore onnipotente e redentore.
À
I DONI DEI MAGI
Motivi di Epifania
Forse perchè i nobili visitatori della greppia di Betlemme sono avvolti
da un velo di leggenda che la storia
non riesce a scostare; forse appunto
perchè la tradizione apostolica non ne
conserva nè il nome, nè il numero (un
antico scrittore cristiano affermò che
essi fossero quattordici!), nè la dignità
regia, poco compatibile con la professione di astrologi, riè i paesi di provenienza, fossero pur questi l’Egitto,
la Grecia o gli altipiani del Pamir;
forse soprattutto perchè il loro primo
introdursi nella storia evangelica è in
relazione con la stella di Natale, cioè
con qualche cosa di sovrumano e di
celeste — per tutto questo, mi pare,
la carovana dei Magi dell’Epifania
non può giungere a Betlemme dalla
deserta pianura di Giudea, così, alla
buona, come vi sono giunti i pastori.
La strada ch'essa ha percorso non è
tortuosa come i sentieri di questo mondo: più celeste che terrena, si attesta
improvvisamente fra gli astri, tracciata da una cometa, e scende dall’alto
della notte stellala. Non è, dunque,
quella carovana, una gloriosa cavalcata celeste?
Di altre cavalcate celesti sanno gli
uomini. Una ve n’è, che particolar-1
mente è destinata ad atterrirli: quella
dei cavalieri dell’Apocalisse, che nel
loro quadruplice manto colorato, bianco, purpureo, nero e giallo, scendono
da un cielo non più clemente nè misericordioso, a squassare la terra e a
seminare su di essa la desolazione, la
malattia, la fame, la morte : estrema,
implacabile rivendicazione di un Dio
per millenni offeso.
Ma la cavalcata dei Magi dell’Epifania ne è lo spirituale contrapposto.
Essi non portano con sè la morte, ma
offrono alla Vita il loro devoto omaggio; non impoveriscono il genere umano, ma portano con sè i simboli della
vera ricchezza; non scendono dallo
zenith per proclamare la loro folle
ambizione, ma si inginocchiano umilmente ai piedi di Colui che ha scelto
l’umiltà come scettro. Cavalcata celeste nel pieno senso della parola: chè
i Magi invero scendono dal cielo di
Dio!
Ogni anno, essi si raccolgono in
qualche invisibile punto deH’orizzonte. radunano la loro gente, caricano
sulle loro pacifiche cavalcature i doni
preparati, e si avviano lentamente. E
come due millenni or sono, ogni anno, aH'umanità stanca, dolente, ma
tesa verso la speranza di quei giorni
migliori che ogni volgere di anno fa
nascere in ognuno, essi offrono l’oro,
l’incenso, la mirra.
Non sembri inattuale e passatista il
dono, nè s’immagini il lettore che alla
umanità del nostro tempo giovi assai
meglio un’altra triplice offerta : quella, poniamo, del petrolio, del grano,
del ferro. I doni dei Magi hanno un
valore simbolico che il volger dei tempi non muta : col dono dell’oro — il
metallo dei re — essi vogliono significare all’uomo contemporaneo che
egli ha pur sempre una sua regalità,
e che le folli depravazioni, i mostruosi
peccati dell’uomo non riescono a cancellare dall’anima l’impronta divina.
Col dono dell’incenso — il profumo
che in antico valeva a propiziare le
divinità — si vuol proclamare il bisogno di credere, il ritorno alla fede,
la fiduciosa accettazione di quell’indicibile mistero dell’amore di Dio che
diciannove secoli di speculazioni teologiche non sono valsi a chiarire, e
J^a grâce nest que toute neuve. La
grâce n est que d’aujourd’hui.
fille est è recueillir chaque jour,
comme ¡a manne. Elle est un pain
vraiment (¡uotidien.
Roland de Piiry
che altrettanti Secoli di negazioni non
hanno potuto eliminare. Col dono
della mirra, infine — la sostanza che
gli egiziani adoperavano nel difficile
processo deH’imbalsamazione, grazie
alla quale venivano salvate dalla putrefazione le auguste salme dei Faraoni e dei grandi dignitari dello Stato viene gridato all’uomo che egli
è inevitabilmente perduto se non cercherà la redenzione in Dio, che nulla
può risolvere i problemi che affaticano l’umanità, nulla può trarla dall’abisso in cui si trova, se non la vita,
la vita piena ed eterna, di cui solo il
nato Messia è il dispensatore universale.
Così, i mistici doni, che duemila
anni or sono dei Magi d’Oriente deposero ai piedi di Gesù, sono deposti
oggi ai nostri stessi piedi, non diversamente da allora. Forse, taluno avrebbe preferito, per questo tempo nostro,
qualche altro dono più « pratico », di
utilità più immediata, fors’anche più
materiale — una vera e propria Befana, insorama : degli apparecchi elettrodomestici, qualche buon libro di
narrativa, qualche biglietto gratuito
per una crociera mediterranea — o
semplicemente uno « scatto » del salario. una modesta vincita al totocalcio. Futilitarissima motoretta a due
ruote... Ma non abbiamo più la mente dei fanciulli, noialtri; e gli anni che
portiamo sulle spalle ci hanno insegnato che i doni più veri sono quelli
che trascendono la realtà quotidiana.
La cavalcata dei misteriosi visitatori
di Betlemme, noi non l’aspettiamo nel
fragore di rullanti tamburi, nel boato
rnostruoso deH’ultimo missile in viaggio per gli spazi galassisi, nella rutilante apparizione di magnifiche, barocche armature, in una coreografia
hollywoodiana di gente venuta dalle
quattro estremità del mondo. L’aspettiamo soltanto più dal cielo. r. b.
Centoundici!
Non è la cifra
che fa misteriosamente cambiare lo
spaventoso e diabolico 666 apocalitt.eo in un fausto e
Denedicente 7 7 7
Icome vogliono alcuni
Ut
ermeneuti dell’ultimo libro della Bibbia).. E’ semplicemente la distanza in anni che ci separa, in questi primi giorni del 1959,
dal primi? numero dcW’Echo des Vmllies Vaudoises, « feuille mensuelle
spécialement consacrée aux intérêts de
la famille vaudoise ».
Non inganni quindi il lettore la cifra della nostra testata, che avverte
esser il 1959 l’ottantanovesimo anno
dalla fondazione. L’Eco delle Valli —
adeguandosi in questo alla nostra epoca dinamica, sportiva, e un tantino
mondana — ha molti anni più di quelli che mostra...
Scherzi a j^rte, la differenza è data dal fatto, che forse soltanto i lettori nati nel secolo scorso potrebbero
ricordare, che per diversi anni l’Eco
si chiamò il « Témoin », ossia il testimonio.
Il giornale che era sorto il 18 luglio 1848, nella elegante forma di un
fascicoletto mensile di 16 pagine, provava, sì, con la sua tempestività che
i Valdesi intendevano subito entrare
nel vivo della vita civica nazionale
(le accuse di aver piemontesizzato il
Risorgimento, vale la pena di notarlo, non sono contemporanee agli albori del RiTOrglmèrito; ma vengono
dòpo, a cose. fatte, e colpscpno un
ritardatari (sarà il
caso di accertarsi
se questa... qualità
sia ereditaria?), ma
soprattutto appunto sul piano del
------ ------------ le idee direttrici
del nostro vecchio
Eco, dello spirito evangelistico che
oggi va nutrito di nuovo alimento e
rinvigorito, della presenza nel mondo,
attiva e mediatrice : in primo luogo
alle Valli, di cui il giornale dovrà
sempre meglio farsi eco e consigliere,
quindi in tutti i campi della testimonianza evangelica della nostra Chiesa
Valdese in Italia, ed infine nel vasto
mondo, dove l’emigrazione ha condotto i nostri fratelli o dove, per relazioni culturali, professionali, sentimentali, il nome di Valdese suona in mezzo all’apprezzamento e alla simpatia
universali.
Il richiamo a 111 anni or sono non
è dunque un tema retorico che si spoU
vera per l’occasione. Per noi àsWEco
è molto di più. E’ un richiamo alla
fede, che questo giornale si è sforzato di tener alta, in cosi lungo tempo,
nei suoi lettori e nel popolo in mezzo
al quale è sorto (e di cui vuol tuttora
esser l’espressione viva, talora bonaria, talora arguta, un po’ semplice, un
po’ contadina, se si vuole, ma sagace
e spesso lungimirante). Il pregio del1 antichità non è soltanto un gallone
di più con cui si vuol adornare la propria uniforme {ma davvero, meriterebbe la pena che la testata dell’Ecì;
portasse questa dicitura: «fondato
nel '1848 ».- Pochissimi giornali, nel
N
■ anzianità!), ma è una legittima cònno
piemòntesizzante; altrimenti, che’còsa
lo avrebbe mai. spinto a tentar l’unità
d’Italia?); ma questa prova, poco dopo la presa di Roma, sembrava non
esser stata sufficiente. E fin dal 1874,
l’Eco era diventato il Témoin, con
queste parole che sono tutt’altro che
invecchiate : « maintenant que, par la
grâce de Dieu, l’figlise Vaudoise n’est
plus renfermée dans l’étroite enceinte
des Vallées, mais a vu surgir, d’un
bout à l’autre de l’Italie des congrégations se rattachant à elle, le temps
est venu de donner à cette Eglise un
organe en rapport avec la nouvelle
position que Dieu lui a fait ». Un programma schiettamente evangelistico,
dunque; mutuandone alcune espressioni, si potrebbe riprenderlo per quello che sarà — dovrà essere — il nuovo periodico unificato dell’evangelisnio italico, e riguardo al quale
molti sono ugualmente del parere
che « le temps soit venu », che il tempo sia giunto.
Piuttosto, le vicende di 111 anni di
vita giornalistica, sotto la testata delVEcho des Vallées, o del Témoin, o del
Vaudoìs (quest’ultimo affiancatoglisi
per breve tempo), descritte, nel 1915,
dall’allora direttore pastore Augusto
Jahier con abbondanza di particolari,
meriterebbero di esser meglio conosciute. Ci proponiamo, di tanto in
tanto, di farvi ricorso per istruttivi
raffronti, non soltanto sul piano del
reclutamento degli abbonamenti, o
della morosità di alcuni irresistibili
, tazione di cui andiamo giustamente
fieri, e che significa —^ per noi e per i
nostri lettori — coerenza, dirittura di
principi!, fermezza di ideali.
A proposito. Questi 111 anni ci dicono due cose che è bene, all’inizio
del 1959, ricordare :
1") Che il nostro giornale è passato vittorioso attraverso tempi, vicende, mutamenti di persone e di istituzioni (quanti mutamenti...), senza aver
mai avuto altre risorse che quelle derivanti dalle borse dei suoi abbonati.
11 vecchio Eco non è mai stato una
iniziativa di speculatori. La sua indipendenza lo rende unico nel genere.
2”) UEco delle Valli Valdesi non è
mai stato un periodico ufficiale, e p»erciò infeudato a una corrente, a un indirizzo amministrativo o teologico (la
designazione « Settimanale della Chiesa Valdese » che da qualche anno si
legge in testata è infatti da interpretarsi cum grano salis, e non dobbiamo
nasconderci che è un effetto delle norme del tempo fascista, che tutti si augurano di non vedere più). E perciò
stiano pure tranquilli coloro che temono le... forbici redazionali. Esse
verranno adoperate soltanto per questioni di... lunghezza. Ma l’indipendenza del giudizio, del pensiero, dell’opinione pubblica e della sua espressione, restano i beni più preziosi che
i 111 anni di Eco abbiano lasciato ai
suoi odierni compilatori.
L’Eco.
Nel mondo cristiano
Sotto il titolo : « Un messaggio d’eternità_ per un continente in piena
transizione » si terrà a Buenos Aires,
nell'aprile 1959, la terza conferenza
luterana nell’America latina.
africana, che già pubblicava un illustrato evangelico in francese; i nuovi
giornali saranno in lingue indigene,
e la loro tiratura iniziale sarà di 50
mila esemplari.
Il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara, in una lettera pubbli
cata sull’organo ufficiale della Chiesa, ha invitato il clero ed i laici a sostenere attivamente una campagna
contro l’armamento atomico, lanciata questo mese dal Consiglio mondiale per la pace.
La Missione della Chiesa di Svezia
nel paese degli Zulù, malgrado l’offerta di eleggere un vescovo indigeno,
ha nominafó'vescovo della Chiesa evangelica luterana zulù un pastore
svedese, per lunghi anni missionario
laggiù.
La pubblicazione di tre nuovi illustrati evangelici per il Congo belga
è annunciata dalla Società letteraria
Duecento esemplari della Bibbia in
armeno sono stafi inviati ultimamente nelTArmenia sovietica dalla Società Biblica di Londra.
2
2 —
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
tWrORMA E IL FONDO
TradizìoÉiì dì Natale
Di tanto in tanto si assiste a una levata di scudi contro « le tradizioni ».
Questa volta è stato il turno delle
feste di Natale. Sembra che un maggiore avvicinamento allo spirito di Natale come festa della Grazia e dell’Evangelo, debba tradursi per forza
in una demolizione delle «tradizioni»
della festa dei bambini. A questo proposito, si possono fare anzitutto due
osservazioni di carattere generale. L i
prima è questa: se siamo mossi du
preoccupazioni di carattere spirituale,
badiamo alla sostanza, al messaggi >.
al significato delle feste di Natale, ed
evitiamo di concentrare i nostri attacchi sulle forme esteriori che di quel
messaggio sono soltanto lo scheletro,
la gruccia. Non è la demolizione dello
scheletro, che può da sola rinnovare
lo spirito; mentre uno spirito nuovo
II(DTI]2]I3
DU aiDOlD®
Più di 100.000 franchi svizzeri sono
stati raccolti dalla Federazione Protestante di Francia in favore delle
vittime delle inondazioni nel sud della Francia. La CIMADE, organismo
protestante francese di soccorso, ha
organizzato in queste zone un campo
di lavoro di due settimane: l’équipe
ha ripulito alloggi, distribuiti vestiario ed alloggi, liberato dal fango fattorie e altri edifici; uno di essi vi è
ancora all’opera con il « bulldozer »
della CIMADE, che è già stato prezioso l’anno scorso nel Queyras.
Per la terza volta in que.sti ultimi
anni le Scuole Domenicali della Svizzera hanno fatto una « colletta per le
minestre ». Organizzata dall’EPEB, ha
permesso di mandare dei sostanziosi
pacchi di minestra in polvere nei paesi d’oltre cortina.
In occasione del suo centenario, che
celebrerà nel 1959, la Chiesa unita di
Cristo nel Giappone ha approvato alrunanimìtà uno speciale programma
di evangelizzazione, che mobiliterà
tutte le chiese.
L’URSS ha rifiutato l’ingresso in
Russia del film americano « I dieci
comandamenti ».
Si apprende dalla Scandinavia che
la Chiesa luterana del Sandalistan
(India), fondata dalle missioni nor
vegesi, danesi e americane, sarà indipendente con l’inizio del 1959.
ed un contenuto più evangelico possono essere dati anche alle recite, ai dialoghi e alle poesie « tradizionali ». La
seconda osservazione generale, è: non
esauriamo le nostre energie nel distruggere delle forme, perchè rischieremmo,
dopo aver giostrato contro dei mulini
a vento, di non avere più nè forza nè
entusiasmo per l’altro compito, che è
invece fondamentale: quello di rinnovare il contenuto, di rendere più evangelica la sostanza.
Fatte queste premesse, vorrei venire
alla questione vera e propria delle récité di Natale. Si ode di qua e di là un
vento di opposizione a queste recite
« tradizionali ». Ma andiamo piano,
prima di condannare genericamente!
Intanto, non è fose vero che uno dei
mezzi pedagogici più moderni per impartire un insegnamento o trasmettere
un messaggio che rimangano impressi
nella mente e nel cuore dei bambini,
è proprio la drammatizzazione? Da
ogni parte si cerca di introdurre la
drammatizzazione, anche spontanea,
immediata, embrionale, come « metodo di lavoro » per l’insegnamento, anche religioso, dei fanciulli. E allora,
mentre faticosamente si cerca di fare
penetrare questo concetto, noi vorremmo buttar via a suon di tromba uno
dei pochi esempi di drammatizzazione
che abbiano trovato cittadinanza nelle
nostre chiese?
In secondo luogo, si parla di soft'erenza dei bambini, costretti, loro malgrado, a faticose e snervanti esibizioni... In realtà, nella maggior parte dei
casi, i bambini sono naturalmente portati alla recitazione. Essa costituisce
uno sforzo per l’adulto, ma il bambino è portato per natura a mettersi nei
panni del suo personaggio, anzi, arriva a identificarsi con esso con molta
più facilità e immediatezza che non
l’adulto, per cui si assiste al fenomeno
che quei poveretti, « costretti » a quella « fatica » della recitazione, sono alla fine più contenti e felici ancora di
quelli che li hanno guardati!
A volte si pensa che i bambini potrebbero essere più contenti di ricevere
in dono una recita, fatta da altri, per
esempio dai giovani delle nostre unioni. Forse : ma è ancora da dimostrare.
I bambini ammireranno forse il maggior lustro scenografico di una recita
messa su con i criteri delle filodrammatiche giovanili o adulte e con quella
perfezione che il pubblico esige dai
grandi e non dai piccoli. Ma che proprio ricevano di più e godano di più;
non è detto! E poi, se dotiamo una
recita di grandi scenari, costumi e
giochi di luci quasi perfetti, perchè
non daremmo altrettanta soddisfazione ai piccoli, quando recitano loro?
In fondo quelli che recitano possono farlo addirittura con un senso di
missione, o vocazionale che dir si voglia : cioè facendo loro capire che essi
« fanno » qualche cosa per i loro compagni e per la loro chiesa. E’ un servizio, che essi sono chiamati a rendere in quella forma particolarissima.
E vi è un’ultima considerazione: se
demoliamo la tradizione della recita
natalizia dei bambina noi priviamo le
nostre Unioni e le nO^ésComunità di
un vivaio di attori per il domani. H
declino delle filodrammatiche non comincia forse da lì: dal declino delle
feste dei bambini, per tante ragioni?
Se a queste tante ragioni : organizzative, economiche, ecc. ecc., ne aggiungiamo ancora di quelle dogmatiche, le
conseguenze si faranno sentire poi fra
qualche lustro nelle comunità.
Con questo non vogliamo intonare
il « tout va très vien, madame la marquise » : evidentemente ci sono delle
cose da perfezionare. Ma secondo me
continuiamo pure a celebrare le nostre
feste tradizionali! Rinnoviamo però il
loro spirito, il contenuto delle recite, il
messaggio delle poesie e dei dialoghi,
Avviciniamoci sempre di più all’Evangelo, portiamo sempre di più lo spirito
di Cristo al posto dei sentimenti mondani e umanistici che hanno prèso tanta parte del nostro Natale di oggi. E
le nostre feste « tradizionali » acquisteranno così un nuovo « sapore » nel
senso di Matteo 5: 13.
Bruno Corsan i
NÀTALE :
o
festa
2
E’ possibile che un periodo di festa e di celebrazione gioiosa come
quello del Natale trascorra senza che
il fatlo storico che gli ha dato origine sia rivissuto e rimeditato con vero e totale impegno da parte nostra?
Certamente sì ! E lo dimostrano appunto le tradizionali celebrazioni
natalizie. L’atmosfera gioiosa, ricca
j)er i pili di serenità familiare, rallegrata da doni più o meno vistosi e
originali, che è propria del Natale,
è un tipico esempio di come ci si
possa rallegrare e si possa far festa
trovandosi ad essere discretamente
contenti senza sajjer bene perchè, o
almeno senza sapere che cosa Natale significhi esattamente.
La nostra Chiesa dal canto suo, celebra il Natale con un culto plenario solenne. Inoltre la Scuola Domenicale dà ogni anno la sua « Festa
dell’Albero ». Così un povero abete
c divenlalo il, sipibols del JXatale,_,
forse perchè tra i ricchi ornamenti
(il cui è adornato, porta in punta una stella cometa che dovrebbe ricordare la storia della notte di Natale.
1-, il pur simpatico Babbo Natale,
che c’entra? Comunque quello clu(onta per i bambini è la festa, l’abbaglio delle luci del palcoscenico, il
tremolio delle candeline dell’albero,
c, finalmente, i doni, tanto attesi
anche da chi prima non si era mai
fatto vedere alle lezioni!
Certo, in mezzo a tante altre cose,
la figura di Gesù è immancabilmente rievocata, ma con molto tatto, in
modo da non urtare la suscettibilità
degli uni o la gioia e la credulità
degli altri.
Sembra che del Natale si sia capita una sola parola, la parola « dono ». Quindi si tratta di celebrare la
festa del dono. Si deve imparare a
dare e a ricevere con gioia dei doni.
Forse se grandi e piccini — ma in
quei giorni tutti ridiventano gioiosamente come bambini — comprendes■sero la entità e la natura del dono
di Dio nel Natale, cesserebbero di
scimmiottare graziosamente il Buon
Dio, cercando affannosamente di fare a loro volta dei doni da ogni liarle, col segreto desiderio di « riceverne il contraccambio », e muti di siu.4>or.e_ e, (li jijeraviglia celebrerebbeni^
i! Natale nella stessa atmosfera raccolta della Santa Cena, forse meno
rituale, ma gioiosa e carica di signi
Reato e di presenza spirituale.
Ma come fare a meno di luci, di
abbagli, di colori, di doni? In mancanza d’altro occorre colmare la lesta con qualche cosa!
Enrico e Giuliana Pascal
“ L' Eterno vi benedica e vi guardi „
Num. 6; 24-25 — 2 Cor. 13:13
Quante volte abbiamo udito risuonare queste parole!
Tante volte, che quasi esse si sono ridotte ad una formula tradizionale, a poco a poco svuotata di senso, consumata dall'uso... Eppure no,
non del tutto consumata : quante volte abbiamo sentito che queste parole erano davvero l'ultimo annuncio pieno di grazia, l'ultimo dono di
Dio prima di ritirarci dal Suo cospetto, dopo l'incontro del culto!
Come ogni elemento della nostra liturgia, la benedizione, nelle
mani del Signore, può rimanere — ed effettivamente rimane viva, perchè è una parola sua, non nostra; e come ogni sua parola è carica di
senso e di potenza. La Parola di Dio è sempre creatrice, anche la sua
benedizione. La Scrittura ci annuncia che quando Dio benedice la terra
questa si fa feconda di frutti ; quando Dio benedice un uomo il suo
lavoro produce un'opera durevole; quando Dio benedice una famiglia
questa prospera. La vita stessa è il dono giornalmente rinnovato dalla
benedizione dell'Iddio misericordioso.
AAa, da che Dio si rivela a noi, la sua benedizione tutta particolare
è quella con cui non dà soltanto agli uomini delle grazie, ma la grazia;
tutte le ben concrete benedizioni di Dio non sono che segni, grandi e
piccole parabole quotidiane della grande benedizione: « lo sono l'Eterno, il tuo Dio ». L'Iddio che nel suo amore si vincola a noi con un patto:
la benedizione della sua divina pazienza (cfr. Gen. 9), la benedizione
della sua divina elezione, in vista dell'universale redenzione (cfr. Gen.
12); la benedizione che fu alla radice del contrasto così umano di
Esaù e Giacobbe (cfr. Gen. 27); la benedizione per cui Giacobbe lottò con Dio, fiinch'Egli non si lasciò vincere (cfr. Gen. 32): eredità,
greggi e campi erano solo un piccolo segno della elezione di Dio; e
così, l'episodio tipico della guarigione dei dieci lebbrosi indica chiaramente il rapporto fra le grazie e la grazia: furono guariti tutti e dieci,
ma uno solo fu salvato, quello che riconobbe e adorò il Cristo (Luca 17: 11-19).
Dalla Scrittura risulta chiaro che la benedizione di Dio non rende
tutto facile e roseo sulla via dei benedetti: Abramo, Giacobbe, AAosè,
Samuele, Davide, i profeti... esempi eloquenti ! E quando venne il compitore della promessa di benedizione, colui di cui si cantò: « Benedetto colui che viene nel nome del Signore! » sappiamo bene quali ombre velarono, ad occhi umani, la benedizione incarnata e vivente in lui.
Da allora, per quanti credenti la benedizione di Dio si è nascosta nella
prova ! Poiché la sua benedizione è la sua presenza nella nostra vita ;
e se Egli è la nostra vita, può anche essere tremendo cadere nelle mani
dell'Iddio vivente.
Alla soglia dell'anno nuovo, abbiamo tutti molte richieste, pronte
per essere presentate al Signore. Richieste legittime, per il nostro lavoro, per la nostra famiglia, per la nostra salute; richieste profonde
per la pace nel mondo, per la comprensione fra gli uomini, per la distensione degli animi. Possiamo con tutto il cuore presentarle al Signore:
Lui stesso ci ha detto di chiedergli il pane quotidiano, e molte cose sono
il cibo quotidiano di cui vive non l'animale uomo, ma l'uomo figliolo
di Dio.
E voglia il Signore che la sua grazia misericordiosa si mostri anche
fisicamente in tutte quelle grazie piccole e grandi che desideriamo perchè la nostra vita sia piena, intensa, in pace. Ma ricordiamoci che non
di pane soltanto vive l'uomo; non confondiamo la parabola di queste
grazie divine con la realtà da esse indicata: la grazia del nostro Dio,
che è la grazia del Signor nostro Gesù Cristo, l'Emmanuele.
E' Lui la vera, perfetta benedizione di Dio; in Lui abbiamo pienamente tutto (Col. 2: 9) ; è Lui l'Iddio che ci benedice e ci guarda e ci
volge propizio il suo volto santo (Num. 6: 24-25); è Lui la Parola
dettaci da Dio, parola creatrice, piena di grazia e di verità (Giov. 1);
è Lui che al suo ritorno glorioso dirà a coloro che avranno saputo aspettarlo cercando il suo volto in quello del fratello: «Venite, benedetti
dèi Padre mio...» (Matt. 25: 34). E' Lui; ed è sempre con noi con il
suo Spirito Santo, i cui frutti sono amore, pace, allegrezza, generosità,
bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza (Gal. 6: 22). Non necessariamente, dunque, la salute, la ricchezza, la casa comoda e calda, una
iouona tavola, uno stipendio soddisfacente, l'automobile o il televisore.
Alla soglia dell'anno nuovo, dopo il buon annuncio gioioso del
Natale, risuona grave l'avvertimento di Gesù Cristo: «Cercate prima
il Regno e la giustizia di Dio, e tutte le altre cose vi saranno date irt
soprappiù » (Matt. 6: 33). « Beati gli affamati ed assetati di giustizia
— la giustizia di Dio, e solo in secondo luogo, come segno ora tangibile, quella degli uomini — perchè saranno saziati » (Matt. 5: 6). Vogliamo avere il coraggio di provare, di prendere Dio in parola?
La benedizione, nella Chiesa del Signor Gesù Cristo, è la benedizione apostolica (2 Cor. 13: 13), che rende compiuto il senso dell'antica benedizione sacerdotale (Num. 6: 24-25): «La grazia del nostro
Signor Gesù Cristo, l'amore di Dio, la comunione dello Spirito Santo
siano con tutti voi ». Ciò che Dio dice, è; ciò che Dio benedice, è benedetto. Cosi è stato in passato, da ogni eternità; così è oggi, e per
sempre.
Come rispondere, se non benedicendo il Suo nome?
Gino Conte
lei, notre bon
vieux français!
23. Vivre en autrui.
« Je ne vis qu’en autrui. Je ne vis
tout à fait que quand je vis en autrui.
Sa douleur devient ma joie, et sa joie
aussi est ma joie. Il faut pour que je
gagne en force, que je sois ainsi aspiré
du dehors. Sinon je retombe et je me
replie dans cette immobilité du dedans dont je suis incapable de me délivrer de moi-même ». Ces mots sont
de C. F. Ramuz.
11 est donc certain que ce que nous
appelons l’homme, n’est pas un être
immobile, statique, en parfait équilibre de forces. Cette condition, c est
celle des animaux, des plantes. Le
roseau en est l’exemple le plus frappant.
L’homme digne de ce nom est un
être dans lequel cet équilibre est ccinsîamment troublé. Ramuz dit « aspiré
du dehors ». C’est juste; mais ce n est
pas tout. On n’est pas homme seulement en sortant de soi-même; on 1 est
surtout en rentrant en soi-même. Les
deux mouvements sont complémentaires. L’homme qui ne sait pas rentrer en soi-même est un drôle superficiel; l’homme qui n’aime pas à sortir de soi-même pour vivre en autrui,
est un égoïste. La maladie du premier
est le gaspillage, celle du second la
neurasthénie.
24. Le choix.
Ce mot de Jésus, touchant le choix
que Dieu fait de chacun de nous (« ce
n’est pas vous, qui m’avez choisi, c est
moi, qui vous ai choisis ») et que je
me suis toujours refusé d’inter prêter
d’une façon restrictive, comme si Dieu
jupeait dignes de choix seulement les
hommes qui sont appelés à un ministère chrétién, et n’appelait pas aussi,
par exemple, un chaudronnier, un cheminot, un écrivain, un avocat... ce
mot de Jésus indique çlairernent:
a) que nous ne pouvons ni savons
faire un vrai choix. Nous n’avons pas
la liberté de choix. Jésus est le seni
qui .sache et puisse choisir!
b) pas-choisir,..
Nous aimons la duplicité, la mauvaise foi, le double jeu. Nous nous exhortons à choisir notre chance, mais nous
.sommes pleins de sottes réserves.
c) par conséquent, si Jésus nous a
choisis,, il a choisi ceux qui ne .s’y attendaiént point, mais surtout ceux qui
ne méritaient point de l’être!
25. La tentation.
11 n’y a pas que les tentations matérielles. Les plus graves, ce sont celles de l’esprit. Et voici la plus dangereuse entre toutes: lorsque le mal
s’insinue en nous par l’entremise du
jugement avec lequel nous l’avons auparavant condamné.
Tu dis d’une action condamnable:
c’est honteux, c’est abject, et tu t’imagines l’avoir éloignée de ton coeur,
t'en être immunisé. Mais la poussée de
cette action a déjà pénétré en toi, a
faussé ton raisonnement par ses trompe-l’oeil. Tu n’est plus qu’un aveugle!
Ne nous jugeons pas: sagesse incalculable de cet avertissement! Souvent, notre jugement est-il autre chose qu’un alibi que nous nous sommes
fabriqué inconsciemment, tandis que
nous commençons à céder dans notre
for intérieur à l’enchantement du mal?
26. L^enfer.
Cette pensée est d’Aldous Huxley:
« L’enfer est l’incapacité où nous sommes, d’être autres que la créature à
laquelle nous sentons d’être pareils
dans nos actions». {Tiré de Eyeless
in Gaza). Petit Valdo
I liimEHiidLiuiiiTimnuiii |
COMUNICATO
E‘ in corso di ristampa L’INNARIO
CRISTIANO senza musica.
Questa nuova edizione si presenterà con due tipi di rilegatura: in tela
con diciture in oro ed in cartoncino.
Allo scopo di regolare la tiratura di
detto Innario Cristiano, si pregano
caldamente gli interessati a voler con
cortese sollecitudine, far pervenire a
questa Casa Editrice Battista le loro
ordinazioni, servendosi del conto cor
rente postale n. 1/3379 intestato al
Dr. Roy Starmer ed indicando il tipo
di rilegatura che si gradisce.
Prezzi: Innario Cristiano senza musica religato in tela nera L. 500 cadano; Innario Cristiano senza musica
rilegato in cartoncino L. 300 caduno.
l
ì
3
L'ECO DELLE VALU VALDESI
— 3
Une définilion
de l’église
Idéalement, l’église est une communauté de chrétiens repentants.
De fait, elle est toujours menacée
par la tendance à se croire la communauté des "sauvés”; ramenant ainsi
le sens de la vie à une autre conclusion prématurée. Le danger pour elle
est de s’imaginer être une communauté
de justes, qui demandent à Dieu de
les faire triompher des injustes et même, ce qui est pire, qui croiént représenter la cause de Dieu par effet de
leur propre justice.
C’est par là que l’Eglise perd le
véritable amour du Christ, en se targuant d’en avoir le monopole, alors
qu’il reste uniquement le fruit de l’humilité de coeur.
... ’’ les portes de l’enfer ne prévaudront point contre elle ’’ meus l’église
qui a cette garantie n’est pas une église particulière, constituée d’un mélange d’orgueil venant de telle nation ou
telle culture et de grâce venant du
Christ. L’Eglise qui est hors de toute
atteinte est réellement la communauté
(les saints, connus et inconnus, dônt la
vie se renouvelle sans cesse parce
quelle est constamment inspirée par
la parole divine.
(Reinhold Niebuhr: Foi et Histoire)
L. M.
Un carcere modello
In occasione del Sinodo regionale
di Arles ho incontrato due Pastori ed
un collaboratore laico, impegnati nell’opera di evangelizzazione tra gli abitanti della Corsica e soprattutto tra i
carcerati. Si tratta dei Pastori Schmid,
Feuillet ed il loro collaboratore Schwab
che stanno compiendo a prò’ dei detenuti francesi, dislocati nel carcere
di Bastia e presso la popolazione locale un'opera di particolare interesse
sul piano evangelistico. A Bastia sorge
sorge un carcere modello, frutto della
Riforma penitenziaria francese e unico in tutta l’Europa per i criteri che
ne informano l’organizzazione, la disciplina, e particolarmente il metodo
per ricuperare creature ritenute perdute per sempre dalla società degli
uomini. I carcerati sono liberi per uno
spazio di 2000 ettari e questa libertà
seppure limitata nello spazio è messa
a buon frutto dai responsabili del carcere modello perchè con metodi pedagogici nuovi si possa riammettere
nella società umana creature totalmente cambiate. Mediante contatti
personali, nonché per corrispondenza
un gruppo cospicuo di carcerati è stato condotto alla conoscenza di Gesù
Cristo dall’opera pastorale e laica, a
tal punto che i neo-convertiti si .sono
organizzati nel carcere medesimo con
riunioni di preghiera, corsi di catechismo. culti presieduti normalmente
dai carcerati. 1 Pastori hanno insegnato a leggere e scrivere soprattutto perchè potessero scoprire anche da soli la
notizia della loro salvezza in Cristo.
Molti detenuti appena liberati dal
carcere modello anziché ritornare in
patria preferiscono continuare la loro
vita in Corsica perchè nell’isola non
ci sono pregiudizi verso i carcerati, e
possono compiere la loro opera di testimonianza in modo più sereno.
Il gruppo protestante è limitato ad
alcuni funzionari con le loro famiglie
e recentemente s’è cominciato un lavoro di evangelizzazione in un villaggio, con riunioni che si protraggono
fino all’una di notte, segno della passione che afferra i neofiti per l’Evangelo che apre orizzonti nuovi e li li
bera da un mondo, da un carcere di
superstizioni, forme magiche paganeggianti. Gli esempi delle conversioni
soprattutto tra i carcerati sono commoventi: un polacco condannato a
20 anni di carcere alcuni anni or sono
ha conosciuto l’Evangelo per corrispondenza, s’è convertito con entusiasmo alla Parola di Dio, è stato graziato recentemente e accettato nella
vita militare come ufficiale. Ringraziato sia Iddio che nella Sua grande
bontà fa sorgere dei testimoni tra i
carcerati e rimette in corso delle monete ritenute fuori corso dagli uomini, rimette nel consorzio umano i resti d’un naufragio; come Cristo ha
rivalutato una donna perduta, un ladrone in croce, il briccone Zaccheo,
così oggi Pastori e laici di Francia rivalutano sul piano spirituale e morale i carcerati di Bastia. Queste creature assieme « ai ladri ed alle meretrici precederanno i presunti credenti
nel regno dei cieli ». L’opera che un
gruppo di credenti e di Pastori compie anche in Italia è lodevole, degna
della nostra collaborazione e del nostro impegno a loro beneficio ed in
ubbidienza all’invito della lettera agli
Ebrei : « ricordatevi dei carcerati ».
Settimana Universale di Preghiera
.41 principio di un nuovo anno, gravido di problemi di somma importanza
per la Chiesa e per il mondo, noi rivolgiamo nuovamente ai Cristiani del mondo
intero l’appello ad unirsi in questa settimana nella lomune ricerca e nella intercessione.
La Chie.sa Primitiva è nata in un luogo di preghiera, ed ha continuato a trovare in quel luogo il rinnovamento della sua visione, del suo coraggio e della sua
sapienza, l’investitura di spirituale potenza.
La Chiesa, in ogni paese, ha bisogno di sperimentare sempre più la potenza
dello Spirito Santo, e il mondo ha disperatamente bisogno di conoscere le benedizioni di Dio che possono essere date soltanto mediante il ministero della Chiesa.
Dedichiamoci dunque, durante questa Settimana di preghiera, ad una invocazione
di Dio, sincera, unita ed efficace.
Lunedì, 5 Gennaio
L.4 CHIESA ED IL SUO CAPO
Letture Bibliche: Matteo 16: 13-20; Efesini 1: 15-23.
Meditazione
La Chiesa è il Corpo di Cristo. La sua autorità, il suo ministero, la sua vita,
derivano da Lui. 1 piani e le risorse umane hanno il loro posto nella struttura della Chiesa, ma non possono sostituire la presenza di Cristo e la conoscenza della
sua volontà. Se la Chiesa vuole essere coerente e fedele alla sua vocazione nel
mondo, deve essere prima di tutto fedele a Cristo.
Confessione
Perchè la Chiesa, preoccupata dei suoi problemi amministrativi, finanziari e
sociali, conosce troppo poco la libertà e la gioia di Cristo.
Perchè le Chiese hanno perso la visione delle cose eterne ed invisibili, e si
interessano principalmente a cose di minore importanza.
Perchè i cristiani non hanno manifestato nella loro vita e nella loro condotta
il carattere e le disposizioni del loro Capo.
R ingraziamento
Per Cristo stesso e per la meraviglia del suo amore per la sua Chiesa.
Per il prezzo che Egli ha pagato per la nostra redenzione e per i disegni di
gloria che Egli ha formato per coloro che lo amano.
Per la pace e la sicurezza di ciascun membro del Suo Corpo e per la presenza
del Suo Santo Spirito in tutti loro.
Intercessione
Affinchè le Chiese» ovunque, possano ricevere una nuova visione di Cristo.
Affinchè i Cristiani che hanno perduto il loro « primo amore » per Lui si
puntano e Lo ricerchino nuovamente.
Affinchè l’immagine di Cristo si possa scorgere più chiaramente nell’inflenza
morale e sociale dei popoli cristiani.
Martedì, 6 Gennaio
LA CHIESA E I SUOI MEMBRI
Letture Bibliche: Salmi 133, 134; Giovanni 17: 13-26.
Meditazione
L’unità della Chiesa è il dono di Dio. Essa viene dall’alto, come l’unzione
spirituale, come la rugiada. E’ l’unità dello Spirito ed è nostra in Cristo. In quanto siamo più strettamente uniti a Cristo, saremo più vicini gli uni agli altri.
La Chiesa è una in Cristo Gesù e noi scopriremo la nostra unità mediante la
nostra fedeltà a Lui.
Confessione
Perchè vi .sono divisioni così profonde nella dottrina e nella pratica della
Chiesa.
Percliè le Chiese conoscono troppo poco l’amore di Dio nelle loro relazioni
le une con le altre.
Perchè vi sono dei Cristiani che sono fuori della comunione degli altri credenti.
Ringraziamento
Perchè, malgrado la sua debolezza, la Chiesa è stata così misericordiosamente
preservata attraverso i secoli.
Perchè Dio salva il suo popolo mediante la « adozione di figlioli » e pertanto
i Cristiani appartengono tutti alla famiglia di Dio.
Perchè Cristo conosce ed ama individualmente ogni membro del Suo Corpo
cd ha lavoro per ciascuno di loro.
1 nlercessione
Affinchè la Chiesa possa « d’un sol animo e d’una stessa bocca glorificare Iddio » (Rom. 15: 6), con la sua testimonianza nel mondo.
Affinchè i Cristiani acquistino un nuovo senso della loro responsabilità verso
Cristo, e per mezzo di Lui, gli uni verso gli altri.
Affinchè la Chiesa, riscoprendo la sua unità in Cristo, possa godere della benedizione jtromessa di una vita perennemente rinnovata.
Mercoledì, 7 Gennaio
LA CHIESA E LA SUA GUIDA
Letture Bibliche: Giov. 14: 15-27; Romani 8: 1-17.
Meditazione
Il nostro Redentore benedetto, prima di darci il suo ultimo saluto, ci ha lasciato in eredità una Guida, un Consolatore, che dimori con noi.
Lo Spirito Santo è « l’altra faccia » della personalità stessa di Cristo. Egli
dimora con quelli che confidano in Cristo. Egli riproduce nei cristiani l’immagine del loro Maestro. Egli guida la Chiesa con la Sua verità, la riempie della
Sua pace e la ravviva col Suo amore e la Sua potenza.
Confessione
Perchè lo Spirito Santo è cosi trascurato nell’adorazione e nella predicazione
della Chiesa.
Perchè i Cristiani non ricercano abbastanza il ministero del Consolatore per
se stessi e per le loro Chiese.
Perchè cosi spesso dimentichiamo che la prerogativa dello Spirito è di glorificare Cristo.
Ringraziamento
Perchè lo Spirito Santo è stato dato ed è all’opera nel mondo.
Perchè Egli dimora per sempre nella Chiesa e perciò in ogni vita cristiana.
Perchè il frutto dello Spirito è la somiglianza spirituale con Cristo.
Intercessione
Affinchè la Chiesa conosca la potenza dello Spirito Santo mediante una nuova
irruzione deH’amore e della santità di Dio.
Affinchè i Cristiani, ovunque, siano ripieni della presenza e della potenza
dello Spirito.
Affinchè per mezzo di una Chiesa investita dallo Spirito Santo, il mondo possa
essere convinto della verità dell’Evangelo di Cristo.
Giovecfì, 8 Gennaio
LA CHIESA E LA SUA NORMA
l.etture Bibliche: Salmo 19: 7-14; 1 Pietro 2: 13-25.
Meditazione
La norma della Chiesa è la Parola di Dio. Dio ha parlato e la sua Parola è
una lampada al nostro piede e una luce sul nostro sentiero. « Non di pane soltanto
vivrà l’uoino, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio ». Dalla Parola
di Dio. data per mézzo della Scrittura ispirata, la Chiesa è illuminata, purificata,
fortificata e guidata.
Confessione
Perchè la Chiesa si è lasciata troppo spesso guidare dalla tradizione umana e
troppo poco dalla Parola di Dio.
Perchè la Parola di Dio non è spiegala dal pulpito nella sua completezza e
autorità, come dovrebbe esserlo.
Perchè, come Cristiani, noi non regoliamo interamente la nostra vita secondo
la luce delle Sacre Scritture.
Ringraziamento
Per la Bibbia e il suo messaggio.
Per l’influenza della Bibbia su quanti la leggono con sincerità e fede.
Per la stampa e la distribuzione della Bibbia in tante lingue diverse.
l nlercessione
Affinchè sia dato alla Bibbia quel posto che le compete in ogni Chiesa e nella
vita di ogni Cristiano.
Affinchè la benedizione di Dio riposi su tutte le agenzie che si occupano della
distribuzione della Sacra Scrittura.
Affincbè le nazioni si volgano alla Bibbia e diano ascolto al suo messaggio.
l enerdi. 9 Gennaio
LA CHIESA E IL SUO MINISTERO
¡.etture Bibliche: Romani 12: 1-21; Efesi 4: 1-16.
Meditazione
La Chiesa è chiamata ad essere una testimone di Cristo. I suoi ministri ed i
suoi membri sono ambasciatori di Cristo. La Chiesa parla al mondo nel nome del
suo Maestro, e lo serve al Suo comando. Essendo il Suo Corpo, essa partecipa al
Suo ministerio messianico presso i peccatori, i caduti, i feriti e gli afflitti.
Confessione
Perchè il ministero della Chiesa non segue abbastanza fedelmente l’esempio
aimstolico.
Perchè i Cristiani sono spesso animati da uno spirito di critica, piuttosto che
di compassione, da un desiderio di signoreggiare piuttosto che dalla volontà di
servire.
Perchè le Chiese non sono sempre il rifugio dei peccatori e degli oppressi.
Ringraziamento
Per il dono del ministero e per tutti i pastori e i ministri che adempiono a
questa alta vocazione.
Per i vari ministeri dei cristiani e per la loro parte nel servizio della Chiesa.
Per lo Spirito Santo, la cui unzione dà vita e potenza al ministero della Chiesa.
I nlercessione
Affinchè tutti i vescovi, pastori c ministri rimangano fedeli all’appello di
Cristo.
Affinchè le varie funzioni del ministero — evangelistico, pastorale, dottrinale —
possano essere pienamente esercitate.
Affinchè mediante il ministero della Chiesa « ogni carne possa vedere la salvezza di Dio ».
Sabato, 10 Gennaio
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE
l.etture Bibliche: Salmo 67; Matteo 28: 1-20.
Meditazione
La Chiesa è la portatrice della Buona Novella di Dio per ogni creatura. Il suo
compito è di insegnare alle nazioni tutto quello che Dio ha comandato. Per il suo
aiuto ed incoraggiamento essa gode della continua presenza del suo Signore: e il
punto centrale del suo messaggio è la Sua morte redentrice e la Sua risurrezione
trionfante.
Confessione
Perchè a volte la Chiesa non ha centrato il suo messaggio sulla Croce di Cristo.
Perchè in ogni paese vi sono moltitudini che non siamo ancora riusciti a
raggiungere.
Perchè i Cristiani non sono desti come dovrebbero all’urgenza ed alla responsabilità delia predicazione del Vangelo.
R i ngraziamento
Per la semplicità e purezza dell’Evangelo di Cristo .
Per la grazia di Dio rivelata nel messaggio del perdono e della vita eterna.
Per la dignità e il privilegio del compito della Chiesa nel proclamare il Re
ed il Regno dei Cieli.
Intercessione
Affinchè la Chiesa possa avere una visione rinnovata delle compassioni del suo
Maestro per le anime degli uomini.
Affinchè essa riceva quello spirito di preghiera senza il quale ogni suo lavoro
sarebbe vano.
Affinchè nel compimento del suo ministero evangelistico essa sia animata da
uno spirito di sacrificio e di coraggio.
Fra i Valdesi
di Marsiglia
Sulla via del ritorno dal Sinodo di
Arles ho desiderato conoscere i fratelli e le sorelle valdesi di Marsiglia:
nella comoda ed accogliente sala acquistata per vivo interessamento della
famiglia Poét Enrico, presidente dell’Unione Valdese, ho potuto incontrare un buon gruppo di correligionari
della « Val Soupata », Ferrerò, Pomaretto, Massello, Frali, S. Germano,
Chiotti, Prarostino, mentre risulta
pressoché assente la rappresentanza
valdese della vallata del Pellice. La
grande sala è particolarmente preziosa per le varie occasioni dell’anno, soprattutto per la giornata del XVII
febbraio ed è un ottimo punto di incontro per mantenere un legame tra
loro, nonché con le comunità delle
Valli. La sera del mio arrivo i Vaidesi avevano stilato uno statuto che
sulla falsariga degli statuti precedenti
teneva conto della nuova sala, acquistata a beneficio della comunità valdese di Marsiglia, poi l’ing. Vidal aveva proiettato alcuni interessanti documentari. Dopo il messaggio dell’Evangelo s’é cantato assieme i vecchi inni
dell’innario francese, abbiamo pregato assieme e poi terminato con un
canto « in patois » che ricorda il lieto
tempo passato in cui « la diamengio
a la priero lu bun vaudois po’ pas
manca et la matin e peni la sero de
l’Alp lu del deimentio pas ».
Ed é bene che i nostri buoni Vaidesi di Marsiglia possano in ogni incontro cantare di più alla gloria di
Dio, leggere sempre un brano dell’evangelo mantenendo quel clima fraterno che ho trovato nella mia visita
a Rue Benoit Malon.
Ho molto apprezzato l’opera sociale compiuta dai Signori Poet a beneficio dei Valdesi e la viva preoccupazione di creare un maggior legame
tra i fratelli di quella zona nonché
l’amore per la ricerca di famiglie purtroppo disperse per qualunque chiesa. Ritengo che le visite dei Pastori
Valdesi sono quanto mai preziose per
quei fratelli, allo scopo di collaborare con i responsabili della piccola patria valdese di Marsiglia a mantenere
quei valori dello Spirito che hanno
costituito la caratteristica preminente
dei nostri Padri. In fondo una maggior cura spirituale da parte della chiesa madre tornerà a beneficio delle comunità protestanti marsigliesi.
Mentre ringrazio il signor Poét Enrico e la sua dinamica compagna per
l’accoglienza avuta invio un saluto affettuoso a quanti ho avuto il piacere
di conoscere in occasione del nostro
incontro e domando a Dio di benedirli tutti. Gustavo Bouchard.
P. S. — Nel numero precedente la cifra di 77.000, per un errore involontario, deve leggersi 7.700.
A Vis
La prés'dente des Sociétés «Via Uliva»,
«Uopi-ieri» et « Zambezia» de la Tour
r..mfcrcie toutes ces collaboratrices et
collaborateurs et tous les Amis des
Missions qui ont concouru au beau
résultat du Bazar du 8 Décembre.
Nous avons ainsi pu verser à la Mission L. 73.000. Que Dieu veuille bénir
le Dimanche 11 Janvier que notre
Eglise consacre aux Missions.
Je prie toutes les personnes qui
ont reçu l’avis pour les abonnements
au « Journal des Missions » et au « Petit Messager», et qui n’ont pas encore répondu à cet appel, de bien vouloir le faire au plus tôt: soit en envoyant le vaglia pour l’abonnement
.soit en renvoyant la carte avec la
mention : « Renonce » — Merci.
E. L. Coïsson
PERSONALIA
Esprimiamo le nostre più vive congratulazióni alla Prof. Annida Bounous Pons, già docente di letteratura
francese presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Roma, recentemente insignita dal Presidente della
Repubblica con medaglia d’oro e diploma di prima classe.
4
Sarà Lui che recherà la pace.
Sarà chiamato Principe deila
pace. Mich. 5: 4; Is. 9 5.
L’Eco delle Valli Valdesi
Abbiamo pace con Dio per
mezzo di Gesù Cristo. Beati coloro che si adoperano alla pace.
Rom. 5: 1 ; Matt. 5: 9.
/ LETTORI CI SCRIVONO
Sono perplesso
Sig. Gino Conte,
Sono da molti anni abbonato alla Luce
ed all’Eeo delle Valli. Al momento di rinnovare l’abbonamento, mentre non ho alcun dubbio per la Luce sono indeciso per
quanto riguarda l’Eco, perchè non sono
d’accordo su diversi punti. Gli articoli
scritti in francese mi interessano relativamente. A parte il fatto che io di francese
ne ho imparato quanto basta per essere
promosso a scuola, sono persuaso che i
lettori delle Valli comprendano benissimo
l’italiano. Ho viaggiato e soggiornato in
quasi tutte le Valli Valdesi. Ho sempre
parlato in italiano e sono stato sempre capito da tutti. Lasciamo da parte la veneranda tradizione se questa ci fa perdere del
tempo, visto che il tempo per il cristiano
è un dono di Dio.
Non concordo poi sulla rabbia anti russa
dell’Eco; a volte sembra leggere i bollettini parrocchiali. La prerogativa anticomunista io la lascerei agli aderenti alla seconda potenza finanziaria mondiale. Gli
umili lettori delle Valli per quanto felici
di appartenere al beato mondo di noi capitalisti non credo siano mollo preoccupati di vedersi portar via le loro grandi
ricchezze. E dove sono queste ricchezze?
Non spezzo una lancia in favore del collettivismo perchè disapprovo i regimi fondati sulla violenza. Ma quando vedo gli
evangelici spagnoli essere trattati come degli schiavi, proprio da regimi capitalisti
che vorrebbero insegnare la morale agli
altri popoli, penso che la migliore cosa
che i capitalisti possano fare sia quella di
emendarsi dei loro grandi difetti. Non approvo gli Americani che pensano di difendere la libertà collaborando con il Valicano. 11 concetto che il Valicano ha della
libertà la si desume dalla storia del popolo
valdese. Lottare per restituire 400 mila ettari di terra al cardinale ungherese, non è
amare gli umili come li amava Cristo, e
la libertà non c’entra affatto. Dissento anche su quest’altro argomento : molte notizie pubblicate dalla Luce trovo inutile rileggerle sull’Eco. Tanto più che in linea
di massima chi legge la Luce legge anche
l’Eco. Penso che l’Eco possa benissimo
riempire le sue pagine parlando del notiziario cristiano diffuso nel mondo. Ci sono
tante belle cose da dire — per e.sempio la
futura emittente evangelica di Lugano —
seguire i nostri fratelli in fede che lottano
in tante parli del mondo per la formazione di una società migliore. E le statistiche
evangeliche chi le conosce? 11 Vangelo fa
progressi oppure indietreggia nel mondo?
e chi ne sa nulla. La politica conformista
facciamola fare ai professionisti che ci prosperano largamente.
Mi sono limitato a suggerire qualche
idea che ritengo costruttiva, naturalmente
non intendo obbligare l’Eco a vedere le
cose a modo m'.o. Saluto crisliaiiaraente.
Guglielmo Sellnri.
A TORRE PELLICE
Associazione
Enrico Arnaud
Particolarmente interessante fu la
riunione di Domenica 27 dicembre
nella quale il prof. Armand-Hugon
per il solito studio di storia valdese
prese lo spunto da un articoletto apparso sopra un bollettino parrocchiale cercando di sminuire la personalità
di Arnaud nel Glorioso Rimpatrio. Ci
presentò il duce del Rimpatrio nei diversi aspetti della sua condotta durante tale marcia : come prima di
cgni azione implorava, con i suoi, il
soccorso di Dio ; come fu da Dio esaudito colla miracolosa evasione dalla
Balziglia. Durante quel lungo assedio
fu il sostegno spirituale della truppa
0 più tardi il propugnatore del Giuramento di Sibaud. Quando venne esiliato per la seconda volta, perchè
suddito francese, i colleghi dichiararcno il loro rincrescimento di doverlo perdere augurandogli un « arrivederci ».
Venne poi deciso un invito speciale
per il mese di Gennaio, a chi ancora
ncn frequenta l’associazione, con incarico al seggio di preparare per tale
seduta un programma interessante
Si è deciso, come per il passato, di
pagare un c.affè ai ricoverati del rifugio Re Carlo Alberto per il Natale.
Dalle nostre Comunità
POMARETTO
Le celebrazioni natalizie con il contorno di alberelli sono state occasione di incontri e di comunione fraterna con i parrocchiani vicini e lontani per motivo di lavoro: ricordiamo
il culto natalizio dei bambini e le recite intonate alla data e con la collaborazione deile insegnanti, delle
monitrici, dei giovani, delle mamme;
siamo grati a tutti per questa preparazione nonché a coloro che lianno
faticato, con il tempo proibitivo, per
portare trionfalmente l’albero di Natale verso la Chiesa; e l’albero era
cosi bello che è stato richiesto fier allietare altri bimbi, più verso il piano. AITospedale alla presenza dei medici, delle suore, infermiere e del personale e naturalmente dei malati si
è svolta una festicciola, con un breve
culto, canti ed un simpatico trattenimento fraterno intonato all’ambiente. Anche i malati hanno cosi potuto
gioire del Natale, nel clima d’un conforto spirituale. La scuola Latina ha
pure avuto la sua festicciola al Convitto con la partecipazione d’una folta schiera di alunni e il gruppo direttivo, insegnante della scuola e del
Convitto. Ai Cerisieri, un simpatico
gruppo diretto dalla responsabile della scuola domenicale, in collaborazio
ne con ima monitrice ha svolto un
programma molto interessante, seppure con pochissimi bambini : un
gruppo di giovani della Parrocchia
ha coadiuvato col canto al buon andamento della serata, arricchita da
giochi e premi vari nonché da canti
e poesie recitate dai « grandi »,
Il culto di Natale, seguito dalla ce
lebrazione della Santa Cena è stato
arricchito dal canto della corale diretta dalla Signorina Speranza Grill.
Siamo certi che la Corale sarà sempre più il lievito della Chiesa, atto a
far lievitare altre voci perchè la co
munita tutta possa cantare alla glc
ria di Dio. Il Pastore Marauda ha inviato il suo saluto augurale alla Chiesa in occasione del Natale e siamo
lieti di contraccambiarlo.
Recentemente sono stati celebrati
i servizi funebri di Pons Clotilde di
Giovanni, deceduta all’ospedale, originaria di Maniglia e di Margherita
Costantino ved. Berthalot di anni 91.
Quest’ultima molto affezionata alla
Chiesa di Pomaretto ha chiuso serenamente i suoi giorni senza lame.ii,
pur soffrendo, dando esempio d’una
fede luminosa. Alla famiglia Pons ed
alla famiglia Grill-Purpura che ospitarono la Costantino per anni vada
la nostra simp-atia cristiana.
Il culto del 28 Dicembre è stato presieduto dall’anziano di Rorà, Tourn
Aldo che ha accettato con gioia di
sostituire il suo antico Pastore impegnato al cult.! dell’inverso. Gli siamo riconoscenti per aver accettato
l’invito, lo ringraziamo di cuore e gli
diciamo un arrivederci.
RUD0RËÏÏU
Dopo l’abbondante nevicata dei
giorni precedenti il periodo natalizio,
i; bel tempo ha favorito l’aiBusso dei
parrocchiani al culto ed alle altre celebrazioni di Natale.
Le sere di questi ultimi giorni hanno visto infatti lietamente radunati
ragazzi e genitori attorno al tradizionale abete illuminato. La festa deli’alberc di Natale ha avuto luogo nei
quartiere delle Fontane alla vigilia di
Natale. Dopo un breve messaggio del
1 astore, un ricco programma ai cn
ti, poesie e dialoghi, recitati con il solito zelo dai bambini, egregiamente
preparati dalla signora E. Breuza che
ringraziamo per la sua varia collaborazicne, ha recato alla manifestazioae la nota della gioia e della riconoscenza al Signore per il Suo amore
manifestato a noi nel dono del suo Figliuolo. Al termine i bambini hanntj
ricevuto un pacchettino di dolci.
Il culto di Natale ha trovato raccolto nel nostro tempio un buon uditorio,
fcTse un po’ meno numeroso degli anni passati a causa della neve che ancora ostacolava la viabilità, che ha
ascoltato con attenzione la proclamazione dell’Evangelo. Discreta la partecipazione alla Santa Cena. La nostra
piccola Corale, diretta dall’insegnante sig. E. Tron che ringraziamo sentitamente, ha recato il suo contributo
cantando due inni di circostanza dell’Innario Cristiano.
La sera di Natale i bambini della
Scuola Domenicale del Centro insie
mobili
Qiuiàsppe Qfiim
Strada di S. Secondo n. 4 - Telefono 2344
P I N E R O L O
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
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RICORDATE !
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Portici S. Donato, 11
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me ai loro genitori e ad un buon numero di membri di Chiesa e di amici,
si sono ancora riuniti nel Tempio intorno ad un magnifico abete scintillante di luci. Il Pastore recava ai
bimbi il messaggio di Natale; in seguito si alternavano per circa un’ora
poesie, dialoghi e canti, preparati dai
bimbi stessi sotto la guida dell’insegnante sig. Tron ,a cui va ancora il
nostro grazie. Il tradizionale dono ha
concluso questa bella festa che lascia
nei piccoli e nei grandi che vi hanno
assistito un gradito ricordo nonché un
sentimento di riconoscenza a Dio che
ci ha permesso quest’anno ancora d':
celebrare il Natale.
TURRH PELLICE
Il bel periodo natalizio volge al termine, anche quest'anno.
I culti con S. Cena, sia quello serale
della vigilia, ai Coppieri, sia quello di
Natale, al Centro hanno visto anche
quest’anno raccogliersi una comunità
compatta, nell’ adorazione gioiosa e
nell’ascolto della Parola del Signore.
Rimane un mistero come tanti membri di una tale comunità trascurino
poi cesi spesso il dono che il Si^ore
cifre loro... Ma questo non ha infirmato l’allegrezza del Natale. La Corale al Centro e quella dei Coppieri
hanno arricchito la liturgia con un
bel coro natalizio, e all’una e all’altra
va la nostra riconoscenza.
Doménica 28 dicembre i culti sono
stati celebrati in francese e con viva
gioia la comunità ha rivisto sul pulpito del Tempio nuovo il Pastore Luigi Marauda.
Le feste di Natale si sono svolte come di consueto all’Orfanotrofio, all’Asilo, al PadigUone dell’Ospedale,
nella scuola della Ravadera e in quella dei Simound, alla Casa delle Diaconesse : all’impegno e all’allegrezza con
cui sono state preparate ha risposto
la festosa partecipazione. Così pure
riuscita è stata la festa delle Scuole
Domenicali, svoltasi nel Tempio nuo
vo nel pomeriggio del 26, con imponente partecipazione di bambini: il
ricco programma è stato presentato e
seguito con vivo piacere. Anche ai
Coppieri, nel pomeriggio di domenica
28, ha avuto luogo la festa della Scuola Domenicale, ed anche qui ha raccolto un inaspettato numero di partecipanti. E’ con viva gratitudine che
pensiamo a quanti si sono generosa
mente impegnati nella preparazione
di queste feste (anche a chi ha procurato i begli abeti ! ) ; ed il nostro augurio è che esse abbiano lasciato nei
cuori dei piccoli e dei grandi più che
un’eco sentimentale presto sommersa...
Questo gioioso periodo natalizio, in
cui abbiamo riascoltato l’annuncio del
grande dono di Dio, è stata anche lieta occasione di manifestare la p^ropria riconoscenza con un gesto, umle,
di amore fraterno: è cosi che i giovar
ni dei Coppieri hanno portato agli
ammalati dell’Ospedale, insieme ai loro canti, un dono acquistato con una
colletta particolare fatta per conto loro fra amici di Torre ; che i bambini
dell’Asilo hanno portato canti e dolci
ad alcune persone anziane e agli ospiti della Casa delle Diaconesse; che la
Società di Cucito ha anche quest’anno offerto la sua assistenza particolàre ad alcune famiglie bisognose oltre
a tutti i gesti singoli, nascosti, di se
lidarietà fraterna, che sono sta*:i
compiuti in questi giorni di gratitudine. Teniamo ad esprimere qui la no
stra gioia per questi segni, e la nostra
gratitudine al Signore che con il Suo
amore ha posto nei cuori il volere e
l’operare.
Eugenia, Levy, Elvira, Elda e Nipoti
commossi per le numerose dimostrazioni di affetto e di simpatia ricevute in occasione del decesso del loro
caro papà
Alberto Peyronel
detto Alberto del Sindaco
esprimono un sincero ringraziamento
a tutti coloro che. da vicino e da lontano, hanno voluto unirsi a loro in
questa dolorosa circostanza.
Un ringraziamento particolare rivolgono al Pastore P. Davite per le
sue parole di conforto; al Dr. E
Quattrini per le cure prestate allo
Scomparso e a quanti sono stati di
aiuto nella sua lunga malattia.
« E fattosi sera Gesù disse :
Passiamo all’ altra riva »
Ev. Marco 4: 35
Trussan di Riclaretto, 14 dicemb. 1958
« Io mi confido in te o Eterno,
i miei giorni sono in tua mano »
(Salmo 31: 14)
Il gicrno 15 d'cembre, presso Lugano, il Signore richiamava a sé repen
finamente l’ariimo buono del
PROF. ARCHITETTO
Gianni Monnet
di anni 46
Profondamente addolorati per la
grave perdita, ne danno annuncio: la
moglie Nellina Manzoni; il fratello
Corrado con la moglie Bice Caimmi;
il nipotino Eugenio; la cugina Rita
Pedrali con le figlie Mariella e Donatella; i cugini Thoemi, la suocera, la
cognata e i parenti tutti.
Il Signore ha richiamato a sé improvvisamente
Silvio Menusan
nei suo cinquantesimo anno di vita.
Profondamente addolorati per l’inattesa separazione, ma fiduciosi nella
graz'a del Signore, ne danno l’ar
nunzio la moglie, i figli ed i parenti.
« Vegliate dunque, perchè non
sapete nè il giorno nè l’ora »
S. Matteo 25: 13
Frali (Indiritti), 19 dicembre 1958
Le famiglie Tourn, Peyrot, Goss
commosse per la dimostrazione d’affetto tributata alla loro cara Mamma e sorella
Vittorina Goss
ved. Peyrot
ringraziano tutte le persone che da
vic'no e lontano, con fiori, scritti, colla presenza presero parte al loro dolore .
In particolare modo ringraziano il
Dottor Fattori per le buone cure, i
Pastori sigg.ri Jahier e Tourn, e la
sig.ra Long Giuseppina.
Luserna S. Giovanni, 25 dicemb. 1953
RINGRAZIAMENTO
I coniugi Enrico e Clementina Bui
fa profondamente commossi per le
numerose espressioni di affetto e per
i molti auguri ricevuti in occasione
delle loro nozze d’oro, non potendo rispondere personalmente, ringraziano
di cuore tutti coloro che hanno preso parte alla loro gioia.
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