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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Prof. ARMANO HUGON Augusto
Via Beckwith 10
10066 TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 108 - Num.
Una copia Lire 80
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TORRE PELLICE - 10 Settembre 1971
Amm. : Via Cavour 1 - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
Abbiamo chiesto al Moderatore Neri Giampiccoli
Dopo l’assemblea mondiale di «Fede e Costituzione», a Lovanio
Ouve va la aostra Chiesa? Ricerca di autenticità
Resa generale la rappresentanza diretta delle chiese locali
nel Sinodo - In via di ampliamento il concetto di ministero
Nel corso del Sinodo 1971 una
parte considerevole dei lavori dell’assemblea è stata dedicata alla
discussione e alla votazione di una
lunga serie di norme regolamentari, dietro le quali stanno però sostanziali questioni di vita ecclesiastica. Può dirci quali le sembrano
i punti di forza di questo lavoro e
quali le prospettive future a scadenza più immediata e più lontana?
Si è fatto un ulteriore passo
avanti nella redazione della nuova costituzione; continuo a chiamarla cosi perché il Sinodo non
ha avuto il tempo di prendere in
considerazione la proposta di intitolare l’intero documento « disciplina generale o unitaria », Il passo è stato modesto quest’anno: solo alcune rettifiche e alcuni articoli del regolamento generale del
Smodo. Ma ormai non manca più
che il capitolo sui ministeri per
avere completata la costituzione e
speriamo che ciò possa avvenire
l’anno prossimo. Il fatto sarà di
notevole importanza, per definire
in modo stabile i rapporti tra i
due rami della Chiesa Valdese, in
Europa e nel Sud America.
Il nuovo regolamento sinodale
per la zona italiana è assai rivoluzionario e innova non poco. Si deve sottolineare il fatto che il principio, già approvato dal Sinodo
1970, per cui la « base dell’ordinamento sinodale è costituita dalle
deputazioni delle Chiese » ha trovato ulteriore conferma nelle proposte della commissione, con una
vasta estensione a tutte le chiese.
Si tratta di una modifica notevole: fino ad oggi erano le Chiese autonome a venire a formare il Sinodo con le loro deputazioni, cui
si aggiungevano le deputazioni distrettuali; ora invece tutte le Chiese costituite vi contribuiscono, sia
pure in misura diversa secondo
l’entità numerica. Dovremo in
conseguenza rivedere il concetto
di Chiesa autonoma?
La revisione del cap. Vili dei
regolamenti, quello sui ministeri,
conduce avanti un discorso che da
varii anni si va precisando. Non è
possibile qui entrare nel merito
dei singoli articoli e delle innovazioni che essi comportano, come
la distinzione tra ruolo disciplinare e ruolo amministrativo e il ripristino della categoria dei pastori in missione, meglio definita.
Quel che appare più importante è
il fatto che il concetto stesso di
ministero è stato allargato, non
considerando più soltanto il ministero pastorale. In quel capitolo
trova posto anche quello che provvisoriamente avevamo chiamato
« ruolo diaconale ». E’ un riconoscimento importante del fatto che
anche i servizi tecnici sono .visti
nell’ ambito della testimonianza
della chiesa come veri e propri ministeri. Qualcuno, forse non a torto, avrebbe preferito usare il termine « diaconi » anziché « ministri », riferendo a tutti i doni di
servizio che lo Spirito suscita nella Chiesa, ministero pastorale
compreso. Ma quel che più conta
mi sembra essere questa nuova e
promettente comprensione della
diversità dei doni e dei servizi,
che tutti insieme concorrono alla
edificazione della comunità dei
del Segretariato di « Fede e Costituzione », pastore Lukas Vischer, che
non ha esitato a riproporre alTassemblea il problema delTunità della Chiesa che per essere autentica non può
consistere solo nel superamento delle
differenze confessionali tradizionali:
deve procedere da « un rinnovamento
ben più radicale ». Si rende dunque
necessaria « una nuova descrizione
della natura dell’unità »; dopo oltre
mezzo secolo di indefesso lavoro ecumenico, bisogna in qualche modo riprendere le questioni da capo, a cominciare proprio da quella delTunità;
le descrizioni che dell’unità della Chiesa sono state sinora date, compresa
quella di Nuova Delhi, non bastano
più. È un fatto molto positivo che le
comprensioni delTunità cristiana via
via maturate e acquisite in seno al
movimento ecumenico, siano rimesse
in questione, nuovamente saggiate ed
eventualmente rettificate e superate.
L’ecumenismo continua a essere un
cammino, un movimento: ogni traguardo raggiunto diventa un punto di
partenza. Non ci si è insediati, si procede per una via sovente diffìcile ma
di cui si sa che non è un vicolo cieco.
Senza trionfalismi e vani compiacimenti, si va avanti con sobrietà e
umiltà perché la situazione cristiana
odierna è critica, e con speranza perché le crisi passano e Cristo resta.
Un altro indizio positivo proveniente dall’assemblea di Heverlee, anche
esso contenuto nel rapporto del pastore Vischer, è l’osservazione che in
questi anni le chiese si sono troppo
préoccupate di loro stesse e troppo
____________________________________________ poco delTEvangelo, col risultato di vi
^ ^ vere più in funzione di se stesse che in
Vi partecipano rispettivamente il mod. N. Giampiccoh^; il past. C. Gay funzione dellEvangelo. «Negli ultimi
^ ^ anni le chiese si sono forse occupate
troppo di loro stesse. I loro problemi
sono stati: cosa significa essere Chie
credenti ed alla testimonianza dell’Evangelo.
Il Sinodo ha preferito per ora
non pronunciarsi su una nuova
forma del ministero della predicazione, quello dell’anziano con funzioni pastorali, attendendo una
più ampia sperimentazione. Nello
stesso tempo ha incoraggiato le
Chiese, le Commissioni Distrettuali e la Tavola a riflettere su questo
tema, a riconoscere i doni ove essi si manifestano, a prevedere la
preparazione necessaria per questo servizio. La prospettiva, tenuto conto di quanto si è già sperimentato, è indubbiamente incoraggiante.
Neri Giampiccoli
1. Sovente si muove al Consiglio
Ecumenico delle Chiese l'appunto di
essersi fortemente istituzionalizzato e
appesantito, così da servire più alla
conservazione. delle chiese che al loro
rinnovamento. La scarsa consistenza
di questa come di altre analoghe critiche risulta dalla valutazione d’insieme di una manifestazione ecumenica
qualihcata come Tassemblea mondiale
di « Fede e Costituzione » (che è la
commissione propriamente teologica
del CEC), svoltasi un mese fa a Heverlee, vicino a Lovanio (Belgio), alla
quale ho avuto la ventura di partecipare. L’impressione generale che ne
ho ricavato è che il movimento ecunico, così come si esprime attraverso
gli organismi e le iniziative del CEC,
è ancora un movimento, caratterizzato
da una capacità critica e autocritica
notevole, da una vivacità spirituale indubbia se pure occasionalmente accompagnata da certi sbandamenti teologici peraltro non irrimediabili, se
continua a rimanere desta quella fondamentale coscienza evangelica che finora non è venuta meno! Lo attesta,
tra l’altro, il rapporto del Direttore
iiiiiiiiiiiiiiiiMiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiimimiiiiiiiiMiiiiiiiiMmnimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiii
SI RIUNISCONO A BRUXELLES
II
Comitato ammioistrativo e la Cooimissioae
teologica deirAlleanza Riformati Mondiale
Ginevra (spr) - Il Comitato amministrativo e la Commissione teologica
della Regione europea dell’Alleanza
Riformata Mondiale terranno le loro
assemblee annuali a Bruxelles, dal 17
al 20 settembre.
La Chiesa protestante e la Chiesa riformata del Belgio accoglieranno i delegati di quattordici paesi delTEuropa dell'Est e dell’Ovest.
Le riunioni della Commissione teologica (ne fa parte il past. Carlo Gay;
tr.d.r.) saranno presiedute dal prof. J.
K. S. Reid dell’Università di Aberdeen
(Scozia), quelle del Comitato amministrativo dal Moderatore della Chiesa
Valdese, il past. Neri Giampiccoli.
La mattina della domenica 19 settembre i partecipanti si suddivideranno in varie chiese belghe.
In precedenza queste sessioni erano
state previste a Madrid, ma il governo
spagnolo non ha accordato la sua autorizzazione. Infatti, siccome la Chiesa evangelica spagnola non ha chiesto
il riconoscimento legale al Ministero
della Giustizia, il governo non poteva
accettare che questi incontri si tenessero nei locali di detta Chiesa.
iiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMim
Secondo un "remonstrant" irlandese
Bibbia, tra cui cinque milioni di Bibbie e dodici milioni di Nuovi Testamenti.
Se si confrontano queste cifre con
quelle del 1969, si noterà come la diffusione della Bibbia sia notevolmente
aumentata in Asia (da 9 a 13 milioni)
ma diminuita nelTAmerica Latina (da
12 a 7 milioni).
Le Società bibliche cercheranno di
concentrare i loro sforzi sul continente più popolato del mondo dove il lavoro missionario è relativamente più
debole.
I più grandiosi progressi si sono registrati in Giappone, a Hong-Kong, a
Taiwan e nel Vietnam.
sa. come si può fortificare e rinnovare
la Chiesa, cosa deve dire e come deve
agire la Chiesa. Sempre di nuovo, tutto sembra cominciare e finire con la
Chiesa. La Commissione “Fede e Costituzione’’ subisce la stessa tentazione. Il fatto che essa si occupa, com’à
necessario e inevitabile, del tema dell'unità della Chiesa, la induce troppo
facilmente a una malsana concentrazione sulla .Chiesa. Non è forse essenziale per la Commissione cercare di
indicare come possiamo esvrimere insieme la speranza deU’Evangelo? »
Dalla Chiesa alTEvangelo! Questo spostamento di accenti e interessi, auspicato dal principale responsabile di
iiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiimiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiMmiiiiimiiiiiiiiiiiiiiii
Lettera di un| “obiettore”
al Capo dello Stato
Pessimismo sull'Ulster
Amsterdam (spr) - Non c’è differenza fondamentale fra l’atteggiamento
dei cattolici e quello dei protestanti,
in Irlanda: questa l’opinione del pastore W. Me. Millan, moderatore del
Sinodo « Remonsti'ant » delTUlster, il
quale fa parte della « Non-subscribing
Church of Ireland », Chiesa dottrinalmente indipendente che comprende 34
comunità. Il past. Me Millan ha presentato le sue impressioni all’assemblea generale della Fraternità dei "Rimostranti”, nei Paesi Bassi.
Ognuna delle parti in conflitto - ha
detto il McMillan - cerca di dominare
l’altra per ragioni puramente politiche,
sotto pretesto religioso. Tutti i dialoghi non hanno, finora, portato gran
che di più di una riflessione utopica,
artificiale e senza portata pratica.
Il past. McMillan è pessimista circa
il ruolo che cristiani appartenenti a
comunità indipendenti potrebbero avere in questa situazione; a suo avviso i
principi di libertà e di tolleranza sono
« fuochi d’artificio nella nebbia ».
iiiiiiiiiiiiimKiiiiiiiiiMiiiiiiniiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Diffusione della Bibbia
nel mondo nel 1970
Ginevra (hip) - Le Società-membro dell’Alleanza biblica universale Tanno
scorso hanno diffuso circa 32 milioni
di evangeli ed altri libri separati della
Come i lettori sanno, recentemente il
Senato italiano ha votato una legge sull’obiezione di coscienza. Un « obiettore », attualmente detenuto nel carcere
militare di Peschiera e in attesa di giudizio, ha scritto la seguente lettera al
presidente Saragat, lettera pubblicata
su L’Unità del 2 settembre scorso:
« ...Mi chiamo Daniele Rizzi. Avrei
preferito rivolgermi a lei assieme ad altri miei compagni, ma questo non è
consentito dall’attuale legislazione militare. Infatti Tari. 180 del codice penale militare di pace dice: « quando io
o più militari... presentano una stessa
domanda o uno stesso esposto q un reclamo, ciascuno di essi è punito colla
reclusione militare tino a un anno.
Se esso è presentato da 4 o più militari
mediante pubblica manifestazione, la
pena è della reclusione da 6 mesi a 3
anni”.
E l’articolo 42 del regolamento di disciplina militare dice al 1° comma: “I
reclami o le domande... devono essere
presentati da un militare solo ed essere strettamente individuali”.
Come lei certamente sa, viviamo in
tempi di contestazione, in cui cioè la
generazione alla quale appartengo si
ribella più o meno in tutto il mondo a
ingiustizie secolari e alTautoritarismq
— anch’esso secolare — della società,
della famiglia, ecc. Comunque, fra noi
e gli antimilitaristi in genere c’era chi
ancora non aveva del tutto perso fiducia nel dialogo, anche colle massime
cariche del potere costituito.
Ora le assicuro che, dop>o la votazione al Senato della legge sull’obiezione
di coscienza, ogni fiducia è persa. Per
tutta la stesura della legge non ci si è
minimamente preoccupati di tener conto, o almeno di conoscere, l’opinione
dei diretti interessati, gli obiettori. Il
giornaleradio e la stampa cosiddetta
“indipendente” concordano colTaffermare che con questa legge "Tltalia si
allinea colle democrazie più avanzate
del mondo ”. In realtà con questa legge l’obiettore viene punito per le sue
convinzioni e deve fare otto mesi in
più del normale servizio di leva. Deve
egualmente sottostare alla disciplina
militare dell’esercito secondo la quale si deve solo obbedire agli ordini e
mai partecipare alle decisioni di quanto deve fare. Inoltre è classista perché
per essere ammessi al servizio militare non armato bisogna dimostrare davanti ad una commissione le proprie
convinzioni religiose, morali, filosofiche; cosa che il meno abbiente, che
non ha potuto studiare, anche se sinceramente contrario al servizio militare armato, difficilmente saprà fare.
Anche a proposito di questa legge, è
più che mai attuale la frase del Gattopardo: “Tutto deve cambiare perché
tutto deve rimanere come prima”. All’obiettore progressista e coerente fino
in fondo colle proprie convinzioni rimane, ora come sempre, la galera o
l’esilio ».
Colla suddetta legge, in effetti l’obiezione di coscienza viene scoraggiata in
tutti i modi, con discriminazioni e limitazioni contrarie alla libertà di pensiero e di opinione, pur sancite dalla
Costituzione. Non ci rimane che augurarci (ma siamo molto pessimisti) che
la Camera, che dovrà a sua volta votare
la legge, presenti tali emendamenti da
renderla veramente giusta e democratica. R. P.
« Fede e Costituzione », potrebbe caratterizzare positivamente il prossimo
futuro del movimento ecumenico o almeno della sua commissione teologica.
2. Il tema generale dell’assemblea
era « Unità della Chiesa e unità dell’umanità ». Un tema relativamente
nuovo nella storia del movimento ecumenico e di cui non è ancora possibile scorgere tutte le implicazioni; un
tema avvincente e suggestivo, proprio
sullo sfondo delle profonde divisioni
tuttora presenti sia nella Chiesa che
nell’umanità; un terna fecondo per lo
sviluppo futuro del pensiero ecumenico, pur coi rischi che comporta: un
tema quindi al quale vale la pena di
ueüicare. ampio studio e sostenuta riflessione. Ora si è appena agli inizi e
Í Heverlee si è soltanto tracciato ly
schema di un discorso ancora quasi
tutto da svolgere. Il compito non è facile: mentre infatti si ha (o si pensa
di avere) qualche idea più o meno
esatta di quel che siano l’unità della
chiesa e l’unità dell’umanità prese ciascuna per sé, è tutt’altro che agevole
precisare se e in quale rapporto stiano tra loro. Fatto sta che al termine
dell’assemblea di Heverlee un ortodosso greco manifestava il suo disappunto
in quanto, a suo dire, non si era parlato abbastanza delTunità della Chiesa,
mentre un protestante francese esprimeva il parere opposto dichiarando di
partire senza aver capito gran che di
quella unità dell’umanità di cui pure
si sarebbe dovuto parlare. In effetti
non si è andati molto a fondo né nella
esplorazione delTunità della Chiesa né
in quella delTunità delTumanità, e neppure in quella del loro ipotetico rapporto. Lo stesso inquadramento teologico della questione è parso lacunoso,
e la discussione generale vi ha ovviato solo in parte. Da segnalare, nel corso di quest’ultima, un intervento quanto mai pertinente del vescovo anglicano Newbigin che ha osservato come
non si possa parlare delTunità della
Chiesa e delTumanità se non nella
prospettiva della croce. Purtroppo
questo richiamo alla croce è rimasto
pressoché isolato, insieme a quello
identico fatto dal metodista argentino
Miguez-Bonno nel suo ottimo commento critico alla presentazione del
tema fatta dall’ortodosso statunitense
John Meyendorff. La natura del rapporto tra unità della Chiesa e unità
delTumanità deve ancora essere chiarita. Intanto gli ortodossi hanno ripetutamente segnalato il fatto che la salvezza del mondo non è mai disgiunta
dal giudizio del mondo: c'è una divisione tra gli uomini che TEvangelo
giudica e trasforma in unità e c’è una
unità tra gli uomini che TEvangelo
rompe creando divisione. Il tema, comunque, dovrà essere approfondito:
ciò che conviene sottolineare è che esso sia stato formulato e proposto alla
riflessione delle chiese. È la prima volta che « Fede e Costituzione » tratta
delTunità della Chiesa non in sé ma
in rapporto alTunìtà delTumanità. È
dunque una primizia; nulla di strano
che sia ancora un po’ acerba. Essa indica però il superamento di una certa
concezione inti eversa delTunità cristiana. D’altra parte bisognerà badare
a che il discorso sull'unità delTumanità non venga impostato e svolto in
chiave di teologia naturale, come è av''enuto ancora al Vaticano IL Se aceadesse anche in seno a « Fede e Costituzione », sarebbe mortale per tutto il movimento ecumenico.
3. La commissione « Fede e Costituzione » è Tunica del Consiglio Ecume.
nico ad avere come membri a pieno
diritto un certo numero di cattolici
romani (una quindicina, per ora). « Fede e Costituzione » è dunque la più
ecumenica di tutte le commissioni del
CEC, in quanto tutte le maggiori confessioni e tradizioni cristiane vi sono
rappresentate. A Heverlee ha fatto una
fugace apparizione anche un pentecostale americano. La partecipazione
cattolica è stata particolarmente sensibile (benché sempre molto discreta)
sia per la presenza tra gli oratori ufficiali del cardinale Suenens, primate
lei Belgio, sia perché l’intero incontr'^
s’è svolto, per la prima volta, in sede
cattolica. La possibilità, che « Fede e
Costituzione » oggi già offre, di un incontro ed eventualmente di uno scontro. comunque di un confronto, tra i
rappresentanti di tutte le maggiori
chiese cristiane, costituisce una occasione unica di lavoro ecumenico e pre
Paolo Ricca
(continua a pag. 2)
2
pag. ¿
N. 37 — 10 settembre 1971
Ricerca di autenticità
(segue da pag. 1)
figura, certo in maniera molto approssimativa, quello che potrebbe essere,
in un futuro che nessuno osa precisare, il « concilio veramente universale >'
di cui si parla da qualche tempo (come ipotesi ne ha parlato anche l’assemblea di Uppsala) e la cui eventualità appare sempre meno fantasiosa.
Che dire ora sulla qualità della presenza cattolica in seno a « Fede e Costituzione », così come si è manifestata all’assemblea di Heverlee? In generale si può dire questo: al momento
attuale, tenendo conto della situazione teologica ed ecclesiologica della
Chiesa cattolica e del protestantesimo
in genere, il vero problema non è se
alcuni cattolici debbano o no far parte degli organismi del CEC, ma quali
cattolici sono stati e saranno chiamati
a farne parte. I meedngs ecumenici
confermano puntualmente una constatazione fatta già da tempo, e cioè questa: mentre non pochi protestanti
sembrano oggi irretiti non diremo in
posizioni ma certo in preoccupazioni
e interessi di tipo cattolico, non pochi
cattolici si fanno portavoce se non
proprio di posizioni certo di preoccupazioni e interessi di tipo protestante.
Questo non significa che le differenze
tra le confessioni siano scomparse o
diventate irrilevanti, come alcuni, muniti di buone intenzioni ma di scarso
discernimento, vorrebbero; significa
solo che gli adepti di una confessione
non sono più necessariamente i migliori esponenti della medesima. Appartenenza confessionale non comporta sempre una corrispondente identità
confessionale. E come non basta appartenere a una confessione protestante per essere oggi portatore delle istanze fondamentali della Riforma, così la
appartenenza alla Chiesa romana non
comporta automaticamente disinteresse o sordità per quelle istanze. Perciò
si tratta di vedere che tipo di cattoli
ci entreranno (se vi entreianno) negli
organismi ecumenici, e che tipo di
protestanti vi troveranno. A Heverjee
l’impressione avuta è che la delegazione cattolica fosse, pur con qualche
eccezione, di tendenza moderata, quindi conservatrice nel fondo, cioè più
sensibile alle esigenze della Chiesa che
a quelle della riforma della Chiesa.
4. Un discorso a parte meritano gli
ortodossi. Essi costituiscono un mondo spirituale, teologico e liturgico assai diverso dal nostro, e si ha l’impressione che i cristiani d’Occidente, protestanti o cattolici che siano, non dispongano ancora delle categorie necessarie per capirli fino in fondo. Pochi
decenni di scambi e conversazioni non
bastano a colmare secoli di silenzio e
solitudine. A Heverlee la partecipazione ortodossa, relativamente modesta
sul piano numerico ma molto attiva
come interventi nei dibattiti, ha fatto
emergere con particolare evidenza due
posizioni caratteristiche dell’ortodossia. La prima è una fondamentale riserva nei confronti di tutto il cosiddetto cristianesimo sociologico. È stato motivo di stupore constatare come
tanto gli ortodossi russi quanto quelli
greci, che vivono in contesti politicosociali alquanto diversi, fossero ugualmente riluttanti nei confronti di un
impegno politico-sociale esplicito e
concreto visto come atto di ubbidienza
cristiana nella linea di quella profezia
e diaconia politica di cui tanto s’è parlato e si parla nelle chiese d’Occidente. Una fede che sia anche atto politico, nel senso che noi diamo a questo
termine, gli ortodossi non sembrano
capirla e tanto meno condividerla.
La seconda posizione tipicamente ortodossa (peraltro condivisa e appog,'iiata dai cattolici) è l’insistenza sulla
eucarestia come centro della liturgia,
quindi della vita cristiana, e come luogo di identificazione della Chiesa. Questa insistenza, cara a ortodossi e cattolici, se non viene efficacemente ridimensionata finirà per conferire all’intero cristianesimo ecumenico una
fisionomia essenzialmente sacramentale che, a nostro avviso, non gli è propria. La crisi della teologia della Parola in seno al protestantesimo odierno
pregiudica ulteriormente la situazione.
Si può inoltre considerare allarmante
il fatto che, nel gran parlare che s’è
fatto a Heverlee di eucarestia e sacramenti in genere, l’ultimo libro di
Barth sul battesimo, che contiene e
propone tutta una nuova dottrina dei
sacramenti, non è stato neppure menzionato, almeno nelle sessioni plenarie.
Che dire concludendo? Le assemblee
ecumeniche ci sembrano tuttora importanti crocevia di cristiani, luoghi
di incontro e di ricerca, tappe di un
lungo cammino che non abbiamo cominciato e non terminerà con noi. In
questi incontri più facilmente che al
trove càpita di aprire gli occhi sulle
nostre inutili parzialità e colpevoli um
lateralità e di avvertire allo stesso tempo, al di là dei nostri limiti e delle no
sire angustie, la realtà di una comunione in Cristo molto più grande di
noi e la forza sempre nuova di un
Evangelo che, al di là delle nostre inquietudini e dei nostri cedimenti, continua a suscitarsi dei testimoni fra
ali uomini, traendo se necessario dalle
pietre dei figliuoli ad Abramo.
Paolo Ricca
ECHI SINODALI - ECHI SINODALI
Affrontati vari problemi di strutturazione ecclesiastica
Proseguendo nella relazione sui dibattiti e le decisioni sinodali, presentiamo alcuni dei punti principali concernenti la nostra vita ecclesiastica,
commentando i relativi ordini del giorno votati dall'assemblea.
Il nuovo regolamonto
sinotlalo
I. - Il Sinodo si è dato un nuovo regolamento che prevede, tra l’altro, un
modo nuovo, rispetto al passato, di
costituire l’assemhìlea sinodale. Il principio adottato (già dal Sinodo 1970,
art. 48) è che « la base dell’ordinamento sinodale è costituita dalle deputazioni delle chiese ». Ne consegue che
scompaiono le deputazioni delle Conferenze Distrettuali (le quali invieranno solo più un deputato ciascuna, e
solo con voce consultiva), mentre tutta la parte « laica » dell’assemblea sinodale proverrà direttamente dalle
chiese, in .base a un criterio di consistenza numerica (mezza deputazione
per chiese da 40 a 150 membri: una
deputazione per chiese da 151 a 300
membri; due deputazioni per chiese
da 301 a 1.000 membri; tre deputazioni per chiese di oltre 1.000 membri).
Ogni chiesa avente diritto a mezza deputazione si accorderà con quella più
vicina nelle stesse condizioni in modo
da inviare un deputato comune alle
due chiese, oppure si ricorrerà a un
sistema di deputazione a anni alterni
per ciascuna chiesa. L’adozione di
questa nuova procedura di nomina
della deputazione « laica » del Sinodo
ha conseguenze immediate che è bene segnalare;
a) I Concistori e Consigli di chiesa dovranno procedere entro e non
oltre il 28 febbraio 1972 a una accurata verifica dell’elenco dei membri di
chiesa comunicanti, in modo che esso
sia veritiero e quindi attendibile, corrisponda cioè alla realtà e non sia soltanto approssimativo. Se scrupolosa
accuratezza e rigorosa veridicità erano già prima richieste nel compilare
le statistiche ecclesiastiche, tanto più
devono esserlo ora, data la rilevanza
che esse assumono per la composizione del Sinodo.
b) I Concistori e Consigli di chiesa dovranno, d’intesa con la relativa
Commissione Distrettuale, fissare con
precisione i limiti territoriali delle .singole chiese (là dove essi non siano ben
definiti).
Diaspora e Diaspora
c) I Concistori e Consigli di chiesa dovranno, d’intesa con la Commissione Distrettuale, circoscrivere esatamente le varie Diaspore, associandole più intimamente alla vita della
chiesa più vicina, qualora ciò sia po'-sibile. 'Tutto il problema della Diaspora è tornato a varie riprese nel corso
del dibattito sinodale e certo si ripre
senterà in futuro. Intanto, un o.d.g
sinodale votato quest’anno stabilisce
che i credenti della Diaspora non possono essere inclusi nella lista de.
membri di una chiesa costituita se
non sussiste tra quest’ultima e la Diaspora qualche forma reale di comunione di vita, che non sia il semplice
fatto che entrambe sono affidate allo
stesso pastore. Il Sinodo ha invitato
implicitamente le chiese a stabilire
dei rapporti più intensi con le rispettive diaspore, tanto più che, specialmente oggi, tutta la chiesa è costituzionalmente una diaspora e non è facile indicare quale differenza ecclesiologica sostanziale vi sia tra « chiesa
costituita » e « diaspora ». Una riflessione su questo tema, da parte delle
chiese, non sarebbe fuori luogo. Intanto, comunque, occorre al più presto 1) delimitare le diaspore e 2) decidere quali restano, per così dire, autonome e quali invece vengono integrate (anche sul piano statistico) nella chiesa più vicina, dati i rapporti
organici istituiti tra loro.
d) Resta aperto, sembra, il problema dei gruppi che non raggiungendo
ancora o non raggiungendo più i 10
membri non sono ancora o non sono
più « chiese costituite ». Si ricordi, al
riguardo, che decadono dalla posizione di chiese costituite quelle che per
cinque anni consecutivi hanno un numero di membri inferiore a 40. Occorrerà precisare come questi gruppi (che
i Regolamenti Organici chiamano
« centri di evangelizzazione », ma si
tratta in non pochi casi proprio del
contrario) e le diaspore non integrate
in una chiesa costituita possano non
essere escluse dal computo dei membri di chiesa in base al quale si costituisce la deputazione « laica » al Sinodo.
e) Le risultanze del lavoro ora descritto dovranno essere comunicati entro il 10 marzo 1972 alla rispettiva
Commissione Distrettuale, la quale a
sua volta deve riferire alla Tavola sull’intera questione entro il 31 marzo ’72.
Strutture eiastiche
II. - Il Sinodo, con apposito o.d.g.,
invita le chiese a sperimentare, ovunque possibile, forme di « pastorato
collegiale» c di «strutture di diaspora ». Queste espressioni sono elastiche
e si prestano a svariate interpretazio
ni. In generale, tendono al superamento, là dove se ne ravvisa la possibilità
e l’opportunità, dello schema parrocchiale. Il « pastorato collegiale » può
consistere nella intensa collaborazione
(proprio nel senso di un lavorare insieme) tra pastori in una zona comprendente più parrocchie (come è avvenuto, ad esempio, a Perrero - Maniglia - Rodoretto - Massello) oppure
può significare l’assunzione collegiale
da parte del Consiglio di chiesa delle
mansioni connesse col ministero pastorale (come è accaduto a Riesi).
Quanto all’espressione « strutture di
diaspora », pur essendo alquanto sibillina, sembra alludere alle cosiddette
« strutture leggere », caratterizzate
dalla mobilità e convertibilità, di cui
pare opportuno dotare d’ora innanzi
la Chiesa come le più confacenti alla
sua fisionomia futura, che sarà presumibilmente, appunto, una fisionomia
di diaspora.
Nuove forme di pastorato
III. - In stretto rapporto col precedente è l’o.d.g. sinodale sugli « anziani
con funzioni pastorali ». Attualmente
all’opera ce n’è uno, a Perrero; si tratta di un insegnante di scuola media
che, accanto alla sua professione, esercita il ministero pastorale. Si profila
dunque una nuova espressione o manifestazione o articolazione del ministero pastorale, ancora in fase di sperimentazione, ma che il Sinodo ha valutato positivamente, segnalandola all’attenzione delle chiese. Un punto di
fondamentale importanza è che gli
« anziani con funzioni pastorali » ricevano, localmente e tramite la Facoltà
di teologia, un’adeguata preparazione
teologica e pastorale.
I Concistori e Consigli di chiesa so
no invitati a: 1) illustrare alle chiese
questo nuovo tipo di servizio pastorale; 2) reperire doni e candidati a questo ministero eventualmente già presenti nelle chiese; 3) favorire in tutti
i modi ritenuti idonei il manifestarsi
di tali doni; 4) vagliare le possibilità
concrete di preparazione in sede locale, in collegamento con la Facoltà di
'Teologia e le Commissioni Distrettuali; 5) fornire alle Commissioni Distrettuali dati e indicazioni utili a una visione d’insieme della questione nei vari Distretti e dei suoi possibili sviluppi.
La questione finanziaria
IV. - Il tema delle finanze è di nuovo stato oggetto di un dibattito animat ) ma poco ispirato, con un’unica eccezione. Non entriamo nel merito della
discussione sinodale né del problema.
Ci limitiamo a osservare che ogni chiesa dovrebbe anzitutto avere un’idea
chiara e il più possibile completa di
quello che è il bilancio della Chiesa nel
suo insieme, della sua impostazione,
delle sue voci d’entrata e d’uscita. In
questo settore occorre abbondare nell’informazione. Come è noto, i membri
della Tavola sono a disposizione delle
chiese per visite, informazioni, ■ delucidazioni: bisogna però che i Concistori
e Consigli li invitino! Ci pare molto importante che il discorso sulle contribu
zioni sia preceduto da un discorso sul
bilancio. Il problema infatti non è
solo quello di raggiungere un certo
gettito di contribuzioni ma è anzitutto quello di una impostazione spiritualmente sana del bilancio della
Chiesa. Questo è un tema molto vasto
e anche arduo che va proposto alla coscienza delle chiese, pur sapendo che
occorrerà del tempo prima che giunga
a maturazione.
Intanto il nostro impegno finanziario per Tanno che ci sta davanti si articola come segue:
a) copertura del deficit dell’anno
1970-71, che è di 12 milioni; d’intesa
con la Tavola, le Commissioni Distrettuali lo ripartiranno per Distretti, rivolgendo un appello alle chiese;
b) contribuzioni 1911-12. Le chiese
si sono impegnate globalmente per 180
milioni; ma la Tavola ha chiesto
c) un impegno suppletivo di 10 milioni, per consentire un modesto ritocco all’onorario dei dipendenti, in seguito al sensibile aumento del costo
della vita; il Sinodo ha preso atto della
richiesta e ha chiesto alle chiese di impegnarsi conseguentemente.
Infine un ordine del giorno sinodale
autorizza la Tavola ad alienare immobili che non siano più funzionali all’opera della Chiesa; ai Concistori e
Consigli di chiesa è chiesta una verifica di tutti gli immobili affidati alle loro cure, segnalando alle chiese e alla
Tavola quelli che potrebbero essere
considerati in questa prospettiva.
P. R.
Dagli aiN del Sinodo Valdese 1971
Conseguenza dello spopolamento
montano, la riunificazione delle chiese del Vallone d’Angrogna è stata discussa e decisa in questi termini;
Il Sinodo,
preso atto del lavoro e dei contatti preliminari fra i Concistori di Angrogna,
esaminati gli ordini del giorno
delle Assemblee di chiesa di Serre,
Pradeltorno e Angrogna Capoluogo,
visto il parere favorevole delle
Tavola e della Conferenza del I Distretto,
ritenendo superati i motivi che
a suo tempo hanno determinato la
divisione della originaria « Parrocchia Valdese di Angrogna »,
delibera la riunificazione delle
Parrocchie Valdesi di Angrogna in
una parrocchia autonoma, e
chiede alla Tavola e alla Commissione Distrettuale che siano offerte concrete possibilità e garanzie
di collaborazione pastorale nel quadro del lavoro comune fra le chiese
viciniori.
Nel quadro del mutamento del regolamento sinodale, si è posto il problema delle, diaspore, gravitanti o meno attorno a chiese più forti; e sono
stati votati questi due ordini del giorno ;
Il Sinodo afferma a titolo di principio il criterio secondo cui i membri di chiesa viventi in diaspora concorrono a formare il totale dei
membri di chiesa di una determinata comunità costituita, soltanto
quando essi abbiano con la detta
comunità un qualche rapporto diretto e personale, diverso da quello
insorgente per il fatto di essere curati dal medesimo pastore, e invita
pertanto le comunità a realizzare
il criterio predetto.
Il Sinodo dà mandato alle Commissioni Distrettuali di stabilire i
limiti territoriali delle chiese e il
carattere delle rispettive diaspore,
e di riferire in merito alla Tavola
entro il 31 marzo 1972.
Ma il problema della diaspora è più
vasto e profondo, come sa ogni Chiesa, oggi, e dovrebbe sapere in modo
tutto particolare la nostra piccola
Chiesa minoritaria; si comprende così il veto di questo ordine del giorno ;
Il Sinodo,
ritenendo che la chiesa nel futuro
possa essere chiamata a vivere in
forme diverse da quelle tradizionali,
invita le chiese a sperimentare
ovunque sia possibile e opportuno,
tipi di pastorato collegiale e di
strutture di dia.spora;
incoraggia le chiese in cui tali
sperimentazioni hanno avuto inizio,
a proseguire con gioia per un cammino che - pur con tutte le sue difficoltà e rischi - può condurre a risultati positivi per il bene di tutta
la chiesa.
Come è stato ripetutamente notato,
questa sessione sinodale ha rivolto
un’attenzione particolare alla questione dei ministeri, e oltre alTo.d.g.
precedente, ne è stato votato un altro che suona;
Il Sinodo,
rallegrandosi per l’inizio di una
nuova forma di ministero pastorale (anziani con funzione pastorale),
invita le chiese, nella linea dell’atto sinodale n. 17 a ricercare e promuovere nuovi esperimenti relativi
a questo ministero;
invita i Consigli di chiesa, le Commissioni distrettuali e la ’Tavola a
lavorare congiuntamente per strutturare e preparare caso per caso
gli anziani con funzione pastorale,
in attesa che un’esperienza più differenziata permetta una regolamentazione.
Come e quando la Chiesa deve parlare pubblicamente? E se - com’è chiaro per noi - soltanto il Sinodo ha l’autorità di parlare a nome della Chiesa,
siamo forzati al silenzio fra una sessione e l’altra? In che misura la Tavola può prendere posizione su determinate questioni di attuaiità che si presentino con carattere d’urgenza? Su
questa delicata questione la discussione non è stata lunga; assodato che
la Tavola parla alle chiese (valdesi)
e non alTesterno (salvo che per questo abbia ricevuto mandato dal Sinodo), le è stato però riconosciuto il diritto, anzi il dovere di richiamare la
attenzione delle chiese sulle loro responsabilità attuali, e in tal senso è
stato votato questo ordine del giorno,
significativo anche se cauto :
Il Sinodo,
considerando che è compito della
Tavola il curare la vita spirituale
della Chiesa,
invita la Tavola a sollecitare le comunità nei casi in cui il rinvio di
una loro presa di posizione significherebbe svuotare di contenuto e incisività una testimonianza evangelicamente doverosa.
È logico che là dove — come nelle
Valli Valdesi — il rapporto fra popolazione ecclesiastica e popolazione civile è particolarmente stretto. Tanalisi delTambiente appaia particolarmente importante; questa l’origine
del seguente voto ;
Il Sinodo, consapevole dell’importanza dei fenomeni sociali che investono la popolazione delle Valli, e
della loro incidenza sulla vita spirituale, invita la Tavola a prestare
ogni assistenza alla Commissione
del I Distretto nella realizzazione
dell’indagine di tali fenomeni, disposta dalla rispettiva Conferenza
Distrettuale.
Da quattro anni le chiese si sono
impegnate a non permettere più alcun accumulo di deficit ; e dato che,
purtroppo, se ne continuano a presentare, si è deciso;
11 Sinodo,
preso atto dell’esistenza di un deficit d’esercizio di lire 12 milioni,
impegna le chiese a coprirlo secondo le indicazioni fornite dalla Tavola in collaborazione con le Commissioni Distrettuali.
Intendiamo ritornare sul problema
finanziario, con tutti i suoi evidenti
risvolti spirituali. Intanto ricordiache si è pronunciato un vigoroso richiamo alla funzionalità degli stabili che in misura crescente vanno arricchendo e appesantendo il nostro
patrimonio immobiliare;
Il Sinodo invita la Tavola ad esaminare la situazione delle Chiese e
Qpere, presentando al prossimo Sinodo concrete proposte per un’eventuale alienazione del loro patrimonio immobiliare o la trasformazione delle singole Opere quando esse
non siano più rigorosamente funzionali o quando il valore dei loro
beni immobili superi di gran lunga
la loro funzionalità.
D’altra parte, via libera e incoraggiamento al decentra-mento amministrativo, con relativo necessario controllò':
Il Sinodo invita la Tavola a proseguire con decisione sulla via del decentramento amministrativo e a
esercitare con crescente precisione
e rigore la funzione, che le è propria, di controllo e di vigilanza nei
confronti dei diversi organismi della Chiesa.
Infine, due ordini del giorno che
concernono questioni pratiche, non
prive però di una certa rilevanza :
Il Sinodo delibera che i termini
relativi alle operazioni attinenti alle designazioni dei pastori per compiuto settennio o per compiuto
quattordicennio di ministerio (di
cui alTart. 32 R.R, O.Q.) vengano anticipati di un semestre rispetto
alla regolamentazione attuale; dà
mandato alla Commissione dei regolamenti di predisporre un testo
di modifica agli attuali RR. QQ.
Il Sinodo invita la Tavola a chiarire la situazione amministrativa
dei pastori operanti all’estero in
modo da prevenire il formarsi di
sperequazioni o di situazioni di favore, nonché per evitare contestazioni e aggravi finanziari a causa di
una imprecisa regolamentazione del
rapporto.
Parecchio strozzata dalTurgere del
tempo la discussione, pur importante,
sull’operato della Facoltà di teologia;
il discorso si è allargato e ha portato
al voto di quest’ordine del giorno ;
Il Sinodo,
constatata l’impossibilità di discutere in modo adeguato la questione dell’insegnamento teologico
solo al momento della discussione
sull’operato della Facoltà teologica,
chiede che si trovi il modo di lasciare tempo adeguato, nel prossimo Sinodo, per discutere questo
punto, vitale per la Chiesa, esaminando anche le varie iniziative locali e settoriali di insegnamento teologico.
Il Sinodo incarica una Commissione, da nominarsi dal Seggio, di
predisporre il necessario materiale
di studio.
I>a commissione è stala cosi designa
ta; G. Tourn, P. Ricca, G. Peyrot, F.
Dupré, V. Vinay, P. Ribet. Ritornere
mo sul problema; e riferiremo ulte
riormente su altri temi sinodali.
3
10 settembre 1971
N. 37
pag. 3
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
luterani; calo del 21, in un annn
Una sana crescita fra i luterani africani, oltre a notevoli aumenti
in Asia e in Australasia, non hanno potuto controbilanciare le
pesanti perdite che il luteranesimo ha subito nel resto del mondo
Ginevra (Iwf) - Una sana crescita fra
i luterani africani, oltre a notevoli aumenti in Asia e in Australasia non hanno potuto controbilanciare le pesanti
perdite che il luteranesimo ha subito
nel resto del mondo: ecco ciò che risulta da un rapporto annuo dell’Ufficio
di informazione della Federazione Luterana Mondiale (FLM).
Il numero totale dei membri di questa comunione è sceso di oltre il 2%
cioè il luteranesimo ha perso in un anno 1.816.736 aderenti; i luterani sono
attualmente 73.307.479, sparsi in tutto il
mondo, ripartiti in Chiese schiettamente luterane (57.886.619; qui la perdita
è stata deiri%) e nelle Chiese unite
(con riformati) della Germania(15.420.860; qui la perdita è statá del
7%).
La comunione luterana è il terzo raggruppamento di cristiani, in ordine di
grandezza, dopo il cattolicesimo romano e l’ortodossia orientale. Ottantadue
delle Chiese luterane e 16 congregazioni riconosciute (con un totale di
53.281.661 membri) fanno parte della
FLM, che ha a Ginevra il suo quartier
generale.
Fra le otto nazioni nelle quali vivono
oltre 1 milione di luterani, l’Indonesia ha continuato a segnare il più forte
incremento: l’l% annuo, con un totale
attuale di 1.381.006 membri, in un paese nel quale un Indonesiano su cento
si richiama alla fede luterana.
Unici mutamenti nell’elenco delle 13
Chiese luterane che superano il milione di membri: il passaggio della Chies:l luterana in America dal settimo al
sesto posto, superando la Chiesa evangelica luterana di Sassonia (Germania
orientale) e la conquista del decimo
posto da parte della Chiesa evangelica
luterana dello Schleswig - Holstein, che
Iti superato la Chiesa evangelica luterana di Baviera.
Il luteranesimo europeo ha patito un
calo superiore a quello registrato lo
scorso anno e conta attualmente 58,4
milioni di aderenti. Circa 3/25 della popolazione del continente sono affiliati
alla comunione luterana.
Le Chiese luterane in Austria, Germania est, Polonia, Romania, Unione sovietica, Svizzera e Germania ovest hanno segnalato diminuzioni oscillanti fra
ri e il 20%; l’Austria, ove il 5% è luterano, ha avuto perdite dell’1%, scendendo a 404.000 membri.' Il luteranesimo polacco, che sinora contava 80.000
aderenti, ne ha perduto un quinto,
mentre la Romania, dove l’l% della popolazione è luterano, ha avuto un debole calo, scendendo a 218.000 membri.
Le statistiche segnalano una perdita
dell’8% da parte del luteranesimo svizzero, e dell'1% da parte di quelio sovietico (valutato a 670.000 aderenti).
Le perdite numeriche più forti si sono
avute da parte delle Chiese tedesche;
quelle della Germania orientale hanno
indicato una diminuzione di 2/25, rispetto allo scorso anno, con un totale
attuale di 9,1 milioni di luterani, cioè
il 53% della popolazione della Germania est. Nella Germania occidentale-dove il 43% della popolazione è affiliato
alla comunione luterana - è stato registrato un calo del 2%, portando il totale dei membri a 26,4 milioni.
Nel Canada e negli USA sono risultate perdite del 2% (9,1 milioni di luterani); un cittadino statunitense su 25
e un canadese su cento si richiama alla fede luterana.
In seguito a un’altra lieve perdita a
Hong-Kong (27.000 membri) e a un Caio del 2% in India (778.000 membri), i
luterani asiatici (2.297.000) sono cresciuti assai modestamente, rispetto albi crescita del 4% segnalata nel 1970.
Se non fosse per la cospicua crescit.i segnalata lo scorso anno da due
Chiese membri in India e in Indocina le quali totalizzano oltre 281.000 membri - la punta costituita dalle 16 Chiese luterane d’Asia avrebbe segnalato
una netta diminuzione.
Invece i luterani sono cresciuti di
vigoroso e sano 6% in Africa, giungen
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiMmiiiiiiiiimii
BERLINO
do a 1,9 milioni. Tuttavia fra le 13 Chiese africane membri della FLM (1,7 milioni di membri) la crescita è stata del
13%, in seguito all’associazione delle
Chiese luterane nel Kenya e nel SudOvest africano che conta il maggior numero di Luterani, una posizione sinora
tenuta dalTUnione sudafricana; i luterani della Tanzania costituiscono il
29% del totale per il continente nero.
La Chiesa evangelica luterana in Tanzania (536.000 membri) ha conosciuto
dai 1970 un aumento del 7%, mentre le
Chiese sudafricane sono cresciute dell’1% (518.000 membri); la percentuale
luterana in Sud-Africa è del 2%.
Crescite minime, in America latina,
non hanno potuto bilanciare forti perdite in altre zone del continente, oscillanti fra TI e il 19%; neH’insieme le
perdite più forti si sono avute nelle
Chiese in Brasile (813.000 membri): il
10% di meno dello scorso anno.
Nell'Australia - dove un abitante su
cinquanta è considerato luterano - si
è avuto un lieve aumento rispetto al
1970: attualmente i luterani vi sono
527.000.
« O dal papa o da noi » dicono i responsabili evangelici romani che
preparano la visita.
Nel maggio 1972 (o 1973) Billy Graham dovrebbe venire a Roma per tenervi una campagna d’evangelizzazione. I responsabili romani hanno però
posto una condizione alla sua venuta:
che in nessun momento e sotto nessuna forma egli abbia contatti con il papa e con la gerarchia cattolica.
llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllilllMllllllllllllllllllilllllll
UNGHERIA
Nella famiglia dell’Alleanza Riformata Mondiale
Quattro nuoie canilidature
3 nuove chiese porteranno
il nome di M. L King
Budapest (spp) - Il Consiglio ecumenico delle Chiese ungheresi ha informato il past. R. D. Abernathy, ad Atlanta, di aver deciso di dare il nome del
past. Martin Luther King a nuove chiese che saranno costruite in tre località
ungheresi entro la fine del 1972: una
chiesa battista a Szeged, una chiesa riformata a Debrecen e una chiesa luterana a Vecses. In quest’ultima località il tempio era stato distrutto dai nazisti e sostituito da una chiesa provvisoria in legno, offerta dall’EPER.
Ginevra (spr). - A fine agosto il Comitato esecutivo dell’Alleanza Riformata
Mondiale era chiamato ad esaminare
quattro candidature di Chiese d’Asia,
d’Africa e d’Europa.
La Chiesa dell’India del Nord si è
costituita lo scorso novembre con
l’unione di sei denominazioni. Una di
queste era la Chiesa unita dell’India
del Nord, che raggruppava diverse comunità di tradizioni congregazionaliste
e presbiteriane e che fin dal 1929 faceva parte deH’ARM. Sicché la candidatura di questa nuova Chiesa non modifica il numero delle Chiese-membro dell’Alleanza. La Chiesa dell’India del
Nord comprende circa 600.000 battezzati, suddivisa in 19 diocesi comprendenti ciascuna 100 comunità, con circa
2.000 pastori in servizio.
Il Consiglio di Hong-Kong della Chiesa di Cristo in Cina conta poco più di
20.000 membri, 33 chiese e 34 pastori.
Dopo l’avvento della Repubblica popolare in Cina, il Consiglio di Hong-Kong
divenne una branca indipendente della
Chiesa di Cristo, della quale un tempo
costituiva un distretto nel Sinodo del
Kuangtung. La Chiesa di Cristo in Cina
è stata fondata sul continente nel 1927
in seguito all’unione di una quindicina
La IX Sessione <di formazione ecumenica, a Napoli
Per quanto tempo ancora ci si può ciliare insieme
del pane della Parola e non di quello eucaristico ?
Goliwitzer se ne va
Berlino (bip) - Si apprende che Helmut Goliwitzer, il noto teologo tedesco
che era stato proposto per succedere
a Karl Barth sulla cattedra di teologia
sistematica all’Università di Basilea, ha
dato le sue dimissioni dalla Facoltà
teologica libera di Berlino Ovest, ove
insegnava teologia sistematica.
In una lettera al rettore della Facoltà egli spiega che il motivo della sua
decisione sta nel rifiuto di abilitazione
di cui è stato oggetto ultimamente il
prof. F. W. Marquardt. Un numero cospicuo di studenti e di professori solidali con il Goliwitzer lo considerano
loro portavoce perché, secondo loro, la
misura che ha compiuto il prof. Marquardt non sarebbe dovuta a sue posizioni teologiche bensì al suo atteggiamento politico.
Circa 200 persone tra cattolici, protestanti, ebrei, mussulmani, ortodossi,
si sono riuniti a Napoli dal 29-7 al 7-8
per la IX sessione di formazione ecumenica organizzata dal S.A.E. (Segretariato Attività Ecumeniche).
Strutturata in due momenti ben distinti, la sessione ha offerto alcune
relazioni presentate da qualificati oratori delle varie confessioni, ed ha lasciato ampio spazio alla ricerca in
gruppi di studio.
Le relazioni hanno sviluppato i seguenti temi: La Parola di Dio nella
Bibbia (due relaz: ebraica e cristiana);
La Parola di Dio nella problematica
attuale delle Chiese (tre relaz.: cattolica, ortodossa, protestante).
Nella ricerca dei gruppi di studio lo
incontro diretto con la Parola di Dio
e i problemi più scottanti della situazione attuale ha rivelato ancora una
volta la validità e la libertà di queste
sessioni del S.A.E., che costituiscono
una tra le più significative esperienze
ecumeniche di base in Italia. Gli otto
gruppi di studio hanno affrontato i seguenti temi:
1) Motivazioni non teologiche di divisione alla luce della Parola di Dio;
2) Parola di Dio e rinnovamento dell'i Chiesa;
3) Parola di Dio e sacramento;
4) Parola di Dio e missione della
Chiesa;
5) Parola di Dio e vita del Cristiano;
6) Presenza della Parola di Dio fuori
della Chiesa?;
7) Parola di Dio; speranza ed impegno nel mondo;
8) Diffusione e studio della Bibbia.
La problematica di fondo che ha suggerito la scelta del tema e da cliì è scaturita, in particolari momenti di confronto, una tensione tra le varie sensibilità ecclesiologiche affiorate nei partecipanti, deve essere ricondotta ad una
fondamentale domanda: la lettura della Scrittura, come è fatta nelle Chiese
oggi, è fede o cultura, conversione o intellettualismo, disponibilità o limitazione, sottomissione o strumentalizzazione della Parola di Dio? Bisogna evitare l'equivoco di spacciare per Parola
le nostre parole, perché la Parola non
è mai strumento di imposizione, bensì
di liberazione dell’uomo nella sottomissione a Dio.
Essendo impossibile in questa sede
una esauriente relazione, basti ai lettori qualche cenno ai problemi che ci
sono parsi di maggior significato.
Con insistenza è risuonata la nota
di una maggiore accentuazione della
spiritualità piuttosto che della teologia
speculativa fine a se stessa; la liturgia
della Parola, celebrata ogni mattino da
un gruppo in modo corale, creava spesso un’atmosfera spirituale di reminiscenza revivalistica, pur senza le sdolcinature di un pietismo deteriore.
La rottura con ogni dogmatismo preconcetto ha caratterizzato la sessione;
il confronto con la « Parola » è stato
libero e sincero senza falsi pudori o reticenze calcolate.
Si è affermato che la Chiesa deve
essere al « servizio » della Parola e non
dominare su di essa; per la prima volili pubblicamente sono stati positivamente valutati i « gruppi spontanei »
quali « segni » nei quali, anche se « una
frangia di paranoia e di semplicismo
si mescola al profetismo dei giovani »
è pur sempre possibile « scorgere dei
"segni” dei tempi, delle “voci” in cui
Dio manifesta se stesso nel cuore della creazione, negli avvenimenti e negli
uomini che pur vivono fuori dell'orbita cristiana, ma voci che però vanno
vagliate con il solo vero criterio: la
Parola di Dio ».
I limiti della costituzione dogmatica
« Dei Verbum », punto di partenza per
una ulteriore riflessione e non solo
punto di arrivo, sono stati precisati,
mentre rifacendosi ad essa si ribadiva
l’autorità della Scrittura, regola suprema della fede, per la Chiesa che, al di
là degli aspetti strutturali, è e deve essere comunità di uomini chiamati da
Dio a seguirlo.
Sulla necessità di intendere la vita
come risposta ad una divina vocazione
ha magistralmente insistito E. Masina
in una applauditissima relazione. « Bisogna - egli ha detto - che evitiamo di
ipnotizzarci con delle belle parole, noi
che dobbiamo essere attenti alla Parola che tutte le contiene. Dobbiamo imparare la castità delle parole per non
cadere nell’autolesionismo della vanificazione dei contenuti e nelle acrobazie
avvocatesche degli alibi del nostro peccato di ingiustizia ed egoismo ». .
La Parola di Dio, ha ricordato il noto giornalista, è « creatrice di eventi
storici »; la Chiesa sotto la pressione
della Parola deve uscire dalle sue «se-'
di stanziali », spogliarsi di ogni appesantimento di ricchezza, ed essere disponibile nel cammino.
Particolarmente denso di contenuto
il confronto avvenuto sul problema Parola di Dio e sacramento. Alla tradizionale contrapposizione tra Chiese
evangeliche e Chiesa romana, identificate con le due unilaterali quanto recise definizioni di « Chiese della Parola »
e « Chiesa del sacramento », si va sostituendo oggi una più matura e dialettica rivalutazione da ambo le parti
della Parola e del Sacramento e dei loro rapporti di interdipendmiza, sia pure con diverse accentuazioni; e, pur
ne! riconoscimento cornune della « sacramentalità » della Chiesa nel suo insieme, le chiarificazioni necessarie delle motivazioni di fondo cui soggiace la
difficoltà di un incontro al tavolo della
medesima eucarestia, non sono mancate.
Da parte evangelica si è ampiamente
sottolineato che la S. Cena protestante,
in alcune denominazioni almeno, è
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Edizione completa in 70 volumi
delle opere di Karl Barth
Zurigo (bip) - Provenienti dalla Gep
mania, dalla Francia, dai Paesi Bassi,
dagli Stati Uniti, dalla Svizzera, 35 amici e discepoli del celebre teologo protestante Karl Barth hanno deciso di costituire un comitato avente per meta la
edizione, in collaborazione con una casa di Zurigo, dell’opera integrale del
teologo morto nel 1968.
Una grande quantità di corsi, di conferenze e di lettere è ancora rimasta
inedita; aggiunti ai testi già pubblicati, in particolare la celebre dogmatica,
essi porranno essere raccolti in non
meno di 70 volumi.
aperta a tutti in quanto fondata sulla
Parola di Dio predicata e sulla fede suscitata dallo Spirito nel singolo credente, e che quindi l’invito rivolto alla comunità ad avvicinarsi alla mensa del
Signore non è discriminante, dato il
costante riferimento al « provare se
stessi » dinnanzi a Dio.
Da parte cattolica si è ribadito che
l’eucarestia, celebrata nel contesto della messa è indissolubile da una particolare visione ecclesiologica ed implica, pena l’invalidità del sacramento
stesso, una specifica concezione del ministero vincolato alla ordinazione sacerdotale che, in quanto essa stessa
sacramento, conferisce un carattere
particolare e definitivo al ministro. Il
problema della intercomunione è stato
vivacemente dibattuto ed ha costituito per alcuni un reale momento di viva sofferenza.
Se il Dr. G. G. Williams, a conclusione della sua relazione, aveva posto la
domanda: « per quanto tempo ancora
ci si può cibare insieme del pane della
Parola e non di quello eucaristico? », il
Past. Bertolino aveva esternato la sua
profonda sofferenza per la impossibilità di realizzare l’intercomunione ed
aveva quindi proposto un digiuno eucaristico, una terza voce (quella della
comunità di Bose) aveva portato l’eco
di una esperienza di vita comunitaria
in atto, in cui l’intercomunione è già
un traguardo raggiunto in quanto l’eucarestia viene celebrata indifferentemente in quella comunità da un sacerdote cattolico o da un pastore evangelico.
Certo, se si vuole sottolineare sui
vari tipi di presenza reaie e sulla loro
gradualità ammessi neila teologia romana e ricordati nella enciclica « Mysterium Fidei » o sui tre modi in cui
può avvenire la comunione, ricordati
dal Concilio tridentino (sacramentaliter - sacramentaliter simul et spiritualiter - tantum spiritualiter) si potrebbe
addivenire ad una intercomunione. Ciò
però è parso ai più prematuro almeno
fino ad ora, e ciò per motivi sia pure
discordanti che vanno dalla chiara posizione teologica di quanti, con il Pastore Bertalot, hanno convenuto che,
pur nel consenso sulla « presenza reale » del Cristo nella eucarestia, siamo
tutt’ora profondamente divisi sul « come » di questa presenza, alle preoccupazioni di mera prudenza di altri. All'unanimità, sia pure non in assemblea
i partecipanti alla sessione hanno deciso così di non partecipare alla Santa Cena celebrata dai Pastori presenti,
ma hanno seguito con profondo senso
di comunione tutto lo svolgimento del
culto. Il problema però ha lasciato
tracce profonde in quattro mozioni finali, diverse per tono e per contenuto,
che sono state accettate dalla assemblea come documenti di gruppi ed
espressione delle varie posizioni ecclesiologiche affiorate e dichiarate.
La prima mozione, la più « ortodossa », si limita ad auspicare che una
commissione mista affronti ufficiai
mente il problema della intercomunionc con sollecitudine. Una seconda mozione, sottolineando il desiderio da più
parti manifestato, di partecipare al medesimo pane eucaristico, chiede che
già per la prossima sessione del S.A.E.
Giovanni Scuderi
[continua a pag. 6)
di denominazioni e missioni, oltre metà delle quali erano presbiteriane. La
Chiesa di Cristo in Cina fa parte dell’ARM dal 1929.
La Chiesa africana che chiede di
entrare nell’Alleanza è la Chiesa evangelica del Lesotho, con 64.500 membri
comunicanti. Nel suo insieme questa
comunità è di 206.000 membri, in base
alle ultime statistiche. Questa Chiesa
ha 56 comunità strutturate, 470 centri
di evangelizzazione e 36 pastori consacrati. La Chiesa evangelica del Lesotho
— piccolo paese immerso nel territorio delia Repubblica sudafricana — è
stata fondata dalla Società delle Missioni evangeliche di Parigi nel 1833 ed
è diventata indipendente nel 1964.
La quarta Chiesa che presenta la sua
candidatura è la Convenzione missionaria svedese (Svenska Missionsforbundet), forte di 86.000 membri. Questa Chiesa comprende un movimento
giovanile dinamico, di oltre 68.000
membri, 1.300 chiese e circa 700 centri
d’evangelizzazione. E stata fondata in
seguito al risveglio del XIX secolo e faceva parte del Consiglio congregazionalista internazionale (CCI) dal 1891.
Quando nel 1970 il CCI e FARM si sono
fusi, la Convenzione missionaria svedese aveva ritenuto prematuro decidere
di entrare nella nuova organizzazione.
Nel giugno scorso la sua assemblea generale ha votato aH’unanimità la candidatura della Chiesa alTARM.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiii[iiiiiiiiiiiMiiiiiii
La Chiesa presbiteriana
dei Messico prepara
ii suo centenario
Mexico (spr) - I preparativi della celebrazione del centenario della Chiesa
nazionale presbiteriana del Messico
procedono a grandi passi. Un’assemblea « pre-centenario », tenuta la scorsa primavera, ha elaborato un programma in 13 punti che, anziché essere centrato sul passato, si volge allo
impegno futuro di questa Chiesa.
Il Dipartimento di educazione cristiana della Chiesa sta per pubblicare
un corso di formazione comunitaria; il
materiale didattico per le scuole domenicali per adulti sarà totalmente ammodernato. Le organizzazioni giovanili preparano i loro programmi in funzione delle celebrazioni centenarie.
E’ stato lanciato un appello per il
finanziamento di ministeri specializzati, di campagne missionarie ed evangelistiche, nonché della pubblicazione di
letteratura sul centenario. Migliaia di
persone si sono iscritte a un corso per
corrispondenza tendente a mobilitare i
giovani delle comunità in vista della
missione e dell’evangelizzazione.
I primi missionari della Chiesa presbiteriana negli USA venuti nel Messico, sono sbarcati a Vera Cruz nel 1872.
Il primo Sinodo generale si è tenuto
nel 1901 e la prima Assemblea generale
della Chiesa nazionale presbiteriana
nel 1947.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIII
I riformati austriaci davanti al
programma ecumenico
di lotta contro il razzismo
Vienna (spr) - I riformati austriaci
hanno segnato le distanze dall’atteggiamento negativo adottato di recente in
un Sinodo misto della Chiesa evangelica della Confessione di Augusta (luterana) e della Confessione elvetica (riformata). Il rigetto del programma del
CEC si applica unicamente alla branca luterana della Chiesa evangelica in
Austria.
Inoltre il Sinodo si è dichiarato incapace di pronunciarsi categoricamente
e in piena conoscenza di causa sul programma del Consiglio Ecumenico tendente a combattere il razzismo; ha però lanciato un appello alle comunità e
ai pastori affinché studino attentamente il problema del razzismo e in. traprendano qualsiasi azione sembri
loro adatta ad eliminare la discriminazione razziale.
iiiiiiimiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Armamenti e droga
Ecco quanto scrive il bollettino mensile dell'EPER e cioè l'Ente assistenziale della Federazione delle Chiese
protestanti svizzere, nel suo numero
76 del luglio scorso:
« L'Ufficio federale americano per il
controllo delle armi e per il disarmo
annuncia risultargli che le spese per
l’armamento militare in tutti i paesi
del mondo hanno raggiunto la cifra di
circa 204 miliardi di dollari (e cioè circa 130 mila miliardi di lire). L’anno
precedente, queste spese erano ammontate a 199 miliardi di dollari.
Qual’è il valore dell’esportazione di
armi svizzere nel 1970? Dove sono state pubblicate ie cifre relative?
Tanta indignazione in Svizzera contro la droga, contro la pornografia,
contro le manifestazioni della gioventù, ma così poca contro il nostro commercio d’armi. Perché? ».
4
pag. 4
N. 37 — IO settembre 1971
Notiziario Evangelico Italiano
Chiesa Evangelica
del Nazareno
Il Pastore Alberto Ricchiardino della chiesa di Torino esprime nel ciclostilato « Missione Evangelizzazione »
la necessità di evangelizzare. Egli dice
che oggi, per molti, il cristianesimo è
solo un accessorio della vita e non può
saziare la nostra sete di Dio. Abbiamo
bisogno delTentusiasmo di Cristo, quell’entusiasmo che, il giorno della Pentecoste, fece credere agli uomini che i
discepoli fossero ebbri. Oggi nessuno
pensa niù che i cristiani siano ebbri,
ma forse che siano morti.
« Determiniamo-dice il pastore Ricchiardino - di predicare soltanto Cristo, predicare l’Evangelo nella sua integrità e potenza, perché questa è la
sola speranza per quest’ora ».
La Chiesa del Nazareno ricorda le
sue riunioni a Torino (ore 16) in Via
Frinco 26; a Cuneo (ore 17) in V. Sobrero 2; a Moncalieri (ore 9,30) in Via
Saluzzo 26, la domenica.
Chiosa dei Fratelli
Leggiaino ^ sul p6riodico « Il Cristiano » un ^ invito ai credenti a non con
frequentato la Scuola Biblica di Firenze.
Capodistria - Programma radiofonico
La commissione direttiva di Radio
Capodistria deve dare una risposta se
ci sarà un programma radiofonico. La
comunità di Vicenza si è assunta la responsabilità di realizzare quest’opera
eyangelistica lungo la costa Adriatica.
Ricordiamo a questo proposito che la
Chiesa di Cristo attua il sistema congregazionalista; ogni comunità è autonoma e prende le sue decisioni liberamente senza dipendere dalle altre.
Genova - Editrice Lanterna
La Editrice Lanterna della Chiesa di
Cristo (Genova, P. Alimonda 3/2) pubblica, di autori vari. La 1“ Lettera di
Pietro (pp. 176, L. 1500), nella collana
« Sacra Scrittura ». Questa collana si
prefigge di toccare i problemi critici,
esegetici e teologici di maggiore interesse e attualità. È rivolta agli studiosi, ma, è accessibile a chi si interessa
alla Parola di Dio.
A ForVi due famiglie hanno iniziato
un lavoro evangelistico, con distribuzione di dépliants. A Verona si sono tenute nella primavera delle conferenze.
«derarsi un serbatoio della grazia di Qui i giovani hanno iscritto 108 perso
Dio, ma piuttosto un canale di irriga- ' ............. " ~
zione attraverso il quale il torrente della grazia possa correre verso il mondo
desolato. Gesù infatti disse: «Chi crede in me fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno ». (Giov. 7: 37).
Perciò la Chiesa deve essere evangelista e missionaria.
L Agape per i Fratelli consiste in un
incontro di una giornata in una località campestre o in una città. Il raduno
inizia di solito con un culto di adorazione. Poi c’è il pranzo in comune, che
può essere al sacco oppure offerto dalla comunità locale. Nel pomeriggio si
tengono messaggi di edificazione e di
evangelizzazione.
Il 29 Agosto c’è stata un’Agape a
rondi, il 19 settembre ce ne sarà una
^ Foggia nel podere di un fratello di
Chiesa.
A Termoli, dove i Fratelli hanno acquistato un nuovo grande locale, l’opera di evangelizzazione si svolge in modo molto incoraggiante, non solo per
la città ma anche per le località circonvicine. Termoli è un punto importante per lo sviluppo dell’opera in tutta
la regione.
Chiesa di Cristo
Vicenza - Campo Koinonia
In questa città risiede una tra le più
simpatiche e attive comunità della
ne al corso biblico. A Mestre il Corso
biblico per corrispondenza ha molto
successo: alla chiusura del mese di
aprile gli iscritti erano 6.630. A Roma,
in giugno, vi è stato un ciclo di conferenze presso la comunità di Montesacro.
Assemblee di Dio
I Pentecostali di Campobasso, nella
tarda primavera, approfittando del bel
tempo, hanno iniziato a tenere culti di
evangelizzazione all’aperto, nelle piaz
ze, sia della loro città che di comuni
vicini del Molise. Migliaia di persone
hanno invitato i fratelli a recarsi nelle
loro case per approfondire l’insegnamento della Parola. Coll’aiuto del Signore e la collaborazione fraterna,
questo lavoro continuerà.
Nel mese di giugno la Comunità si è
riunita ogni giorno, mattina e sera, per
dedicarsi alla preghiera, al fine di avere un risveglio spirituale, mediante lo
Spirito del Signore.
A Verona, un servizio battesimale ha
visto scendere nelle acque del Mincio
ben ventun credenti, da Verona e da
Brescia, nel mese di giugno.
Ad Augusta i neofiti battezzati nel
mare sono stati cinque e i membri di
quella comunità « hanno fatto festa insieme agli angeli del cielo ».
A Matera i battezzati sono stati sette.
Questi hanno affrontato molte volte il
pericolo di morte per recarsi al culto,
perché dovevano attraversare il fiume
Sinni, spesso in piena: erano spinti
dallo zelo del Signore.
Battesimi anche a Licata (Agrigento)
a Poggiomarino (Napoli), a Cagliari.
Da Mussumeli e da Lucerà giunge la
notizia di due guarigioni miracolose.
La prima è avvenuta per il fratello Pietro Cacciatore, ridotto in fin di vita da
un avvelenamento. Egli sentiva una
gran gioia di andare col Signore, « ma
— egli dice — forse i miei avevano ancora bisogno di me e perciò Dio mi ha
prolungato la vita ». Il secondo, Antonio Giordano, vede l’intervento miracoloso di Dio nella sua conversione
(era un ubriacone e bestemmiava) e
nella guarigione dai suoi molti mali.
« In chiesa, egli dice, ho testimoniato
che Gesù Salvatore ha guarito la mia
anima e il mio corpo ».
IL 4 e 5 SETTEMBRE IN VAL GRANA
L’XI Rescountre Piemonte-Provenza
e l’assemblea dell’Escolo don Po
Il 4 e 5 settembre è avvenuto nella
frazione Santa Lucia a Monterosso in
Val Grana l’undicesimo rescountre (incontro) Piemonte-Provenza. Qgni anno
questo incontro, che ha una parte cui
turale e una parte folcloristica, è organizzato in una valle di lingua d’oc
del versante delle Alpi occidentali che
dà verso il Piemonte, dalla Escolo dou
Po, un’associazione che promuove lo
studio e l’uso della lingua e della cui
tura d’oc o provenzale in queste valli.
Fra i partecipanti venuti d’oltre frontiera c’erano esponenti del Felibrige,
con il loro capo o capoulié M. Jouveau, attivisti occitani, che ritengono
superato il felibrige con i suoi interessi prevalentemente letterari, e un
gruppo folcloristico in costume proveniente da Aix-en-Provence. Dal Piemonte erano presenti, come sempi-e, i
Brandé, che da decenni si dedicano al
rinascimento linguistico piemontese.
Oltre ai nostri montanari, tra cui il
Prof. Teofilo Pons che con tutta la sua
vita rappresenta la continuità di questi interessi, c’erano molti altri curiosi ed appassionati, tra i quali il Prof.
Ernst Hixsch, lo studioso dei rapporti
linguistici tra i Valdesi del Wurttenberg e i Valdesi delle Valli.
La preparazione dell’incontro si e
scontrata con qualche difficoltà dovuta a una crisi di crescita dell’Escolo
dou Po, ma alla fine, con un leggero
ritardo, rincontro è stato organizzato
con successo dall’energico Prof. Sergio
Arneodo, animatore di gruppi e del
battagliero giornale Coumboscuro.
Nuoce, a parere nostro, la combinazione con cerimonie religiose. Non che
non si voglia che chi si interessa ai
Inda Ade
iiiiiiiimiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimmmiimiiiiiii imiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Esperienze alla
Cronaca delle Valli
Seuela Media Statale
Prima della riapertura delle scuole
ho pensato che potrebbero forse interessare i lettori alcuni appunti sulla
attività svolta nella media Statale di
Torre Pellice durante l’anno scolastico
trascorso, in quanto presentare delle
esperienze dovrebbe essere sempre
un’occasione per offrire e ricevere
suggerimenti e indicazioni.
All’inizio dell’anno gU insegnanti
delle classi prime hanno preso contat
.- . . --- -------- ----to con i maestri da cui provenivano
chiesa di Cristo, composta in preva- alunni, ritenendo che potesse esselenza di famiglie giovani di operai e utile la conoscenza che già essi aveimpiegati. Una delle iniziative più in- vano dei ragazzi, per evitare errori initeressanti della comunità, iniziata quat- di comportamento da parte della
tro anni fa, è il campeggio estivo alni- nuova scuola di cui venivano a far
nn TiiOo lo 00,0,,- :__ \
no. 'Tutta la comunità si è impegnata
per il buon funzionamento di questo
campeggio, che si chiama campo Koinonia (in greco, il termine significa
comunione). Il direttore di quest’anno
è Guido Michele.
Il campo vuole essere una vacanza,
ma impostata in senso evangelico, cioè
vuole essere un riposo spirituale, al fi
ne di riprendere forza per proseguire
sulla via di Cristo; vuol essere un incontro comunitario al fine di comprendere e amare meglio i fratelli; vuole
infine impegnare delle ore nello studio
parte e per realizzare un rapporto di
continuità tra i due periodi della scuola delTobbligo (cosa resa possibile anche durante tutto l’anno scolastico dal
la fruttuosa collaborazione con la Direzione Didattica, e che ha portato,
tra l’altro alla prosecuzione nella media dei corsi di ginnastica correttiva).
Il grosso impegno della scuola si è
poi rivolto all’impostazione del doposcuola di cui già si è detto su queste
pagine mesi addietro. I ragazzi hanno
partecipato nella quasi totalità, secondo le loro preferenze, ai vari gruppi
della Bibbia, testimoniando agli altri, occupavano di attività molto
iimìr-i a o i T-v-1 •»-» r. f ÍFT + i . 41 HlVf*ì“QP* Hallci r*i o o 1 ì^1 J_i
amici e simpatizzanti: il campo infatti è aperto a tutti.
Il campeggio si svolge per ora sotto
tende, ma la comunità sogna di iniziare la costruzione di un edificio ed attende le offerte e la collaborazione dalle Chiese.
Roma - Campo Speranza
Il campeggio di Campo Speranza sta
sorgendo per iniziativa della comunità di Roma - Cinecittà. La località scel
ta è presso Nepi, a circa 40 chilometri da Roma. Si sta lavorando alla costruzione di edifici, strade, campi da
gioco e di un pozzo per l’acqua. Più di
cinquanta credenti hanno dedicato giornate delle loro ferie per quest’opera.
Firenze - Scuola Biblica
Il Comitato della Scuola Biblica si è
riunito per esaminare il programma
per l’anno prossimo. Tre nuovi insegnanti saranno impiegati presso la
scuola: Earl Edward, Gian F. Sciotti,
Frank Buk.
Milano - Facoltà Biblica
È sorta a Milano una Facoltà Biblica
che si prefigge lo scopo di approfondi
re la conoscenza delle Sacre Scritture
servendosi di insegnanti di solida preparazione. La Facoltà non offre una
laurea economicamente proficua, ma
« un incontro libero da scelte dogmati
che aprioristiche, con i temi più vivi
sgorganti dall’attenta lettura del Vecchio e del Nuovo Testamento ».
Questa Facoltà è aperta a tutte le
comunità cristiane che hanno bisogno
di persone che conoscano la Bibbia.
In aprile hanno.avuto luogo gli esami sotto la cura dei professori Fausto
Salvoni, direttore; A. Agnoletto, docente di Storia del Cristianesimo presso
l’Università di Milano; Earl Edwards,
di Firenze.
Tra gli esaminati vi erano due sacerdoti cattolici; inoltre i fratelli Berlendis, Caddeo, De Benedetti, che avevano
diverse: dalla cucina all’inglese, dal
giardinaggio al disegno tecnico alla fotografia, dalla recitazione alla redazione del giornalino (sono usciti due numeri del « Parlatutto », contenenti tra
l’altro i risultati di due inchieste su
problemi locali compiute in collaborazione anche qui con la scuola elementare: una di esse riguardava i pendolari di Torre Pellice.
Solo per le lezioni di « ricupero » la
scelta non era operata dagli alunni,
ma suggerita dagli insegnanti.
Per l’interscambio di insegnanti ed
alunni (ovviamente i gruppi non coincidevano con le classi) e quindi per le
più numerose, occasioni di socializzazione, di iniziative, ecc., penso che la
esperienza sia stata positiva. Sono poi
nati infatti, accanto a questi, alcuni
gruppi spontanei ed autogestiti che si
sono occupati di persone anziane e sole o di compagni che avevano bisogno
di aiuto per lo studio. Il gruppo di recitazione ed un coro istruito nelle ore
di educazione musicale hanno rallegrato più volte gli ospiti degli Istituti locali per malati ed anziani.
Purtroppo si è constatato ancora
una volta che i ragazzi di alta montagna o in condizioni familiari difficili usufruiscono meno di queste possibilità di inserimento nella comunità
scolastica (nonostante fossero organizzati mensa e trasporto). Ciò dimostra ancora una volta che il fenomeno
dell’emarginazione permane una triste realtà perché originato da fattori
che la scuola può solo in parte neutralizzare. Certo, un lavoro paziente a livello di contatti personali con alunni
e familiari e la collaborazione preziosa del Servizio Sociale del Consiglio
di Valle e di un’assistente sociale dello C.S.Q.S. a nostra disposizione una
volta la settimana, hanno ottenuto
qualche risultato, ma ci rendiamo conto sempre di più della necessità che
nella scuola delTobbligo operino, in
collaborazione con gli insegnanti, il
medico, lo psicologo. Tassistente sociale, per rendere meno pesanti le conse
guenze della diversità di condizioni
tra alunno ed aiunno.
Sia nell’ambito del doposcuola che
delle tradizionali materie di studio sono stati trattati e liberamente discussi argomenti quali il fumo, la droga,
l'alcool (non è anche questa una droga « nostrana » che non cade sotto le
severe sanzioni delle altre?), i fumetti
(ed i loro contenuti ideologici), la famiglia, i problemi della preadolescenza, il sottosviluppo ecc., nell’intento
di legare la scuola alla vita, agli interessi immediati e concreti dei ragazzi.
Queste lezioni (ma il termine è improprio perché si è trattato piuttosto
di ricerche per gruppi) sono state precedute e seguite da scambi di idee e
di esperienze tra gli insegnanti che
trattavano gli argomenti stessi.
Oltre le normali gite di istruzione
(di cui una a Roma con oltre sessanta
ragazzi partecipanti, alla quale, grazie
all'aiuto del Patronato e di altri, nessuno ha dovuto rinunciare per motivi
economici) gli alunni delle terze hanno visitato il Museo Valdese ed ascoi
tato, unitamente alla classe parallela
del Collegio Valdese, una valutazione
della Resistenza presentata da due
esponenti che Thanno vissuta personalmente.
Grazie all’iniziativa del locale Centro Culturale sono stati pure proiettati per le scuole dei films sulla Resi
stenza, i quali hanno fornito lo spunto per successivi dibattiti nelle varie
classi.
Nel convincimento che la scuola deve promuovere la formazione di personalità libere, critiche e responsabi
li, e che il rapporto educativo deve
consistere in un reciproco e continuo
arricchimento (...anche gli insegnanti
possono imparare dagli alunni; quante loro esperienze di vita sono fuori
dal nostro orizzonte quotidiano?) abbiamo invitato le classi seconde (si
trattava di un primo esperimento) a
presentare agli insegnanti una relazione scritta (previo approfondito scambio di idee tra gli alunni senza la presenza diretta degli adulti) in cui espri
messere francamente le loro considerazioni sulla scuola, gli insegnanti, i
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiimii
Bando di concorso a borse
di sludio per l’anno scolasMco
1971-72 desfinafe a studenM
del Ginnasio Liceo Valdese
di Torre Pellice
È bandito il concorso per Ta.ssegnazione
delle seguenti borse di .studio per studenti del
ginnasio liceo di Torre Pellice :
1) Borsa Fontana-Roux (L. 120.000);
2) Borsa Arturo Long (L. 100.000), con
preferenza per studenti originari di Pramollo,
Pinerolo e Rorà.
3) Borsa Anonima (L. 100.000).
Gli interessati devono presentare domanda
i l carta libera al Preside del Liceo-Ginnasio
di Torre Pellice, corredandola di una situazione di famiglia, pure in carta libera e di
una attestazione del pastore.
La domanda e i documenti debbono essere
presentati entro il 15 ottobre 1971.
Il Moderatore
(Past. Neri Giampiccoli)
di Torre Penice
metodi, i contenuti ed eventuali richieste e proposte.
Ne sono emerse indicazioni preziose che ci hanno aiutato a meglio comprenderci e a meglio esser compresi
e ne sono seguiti incontri tra gli insegnanti della classe e la classe stessa.
È stata ad esempio chiesta da una
classe, a grande maggioranza, la sosti
tuzione dei voti con giudizi; esperimento che è stato attuato per un periodo, senza rimpianti o ripensamenti
da parte di alunni ed insegnanti e trovato positivo.
Le pagelle sono state intercalate da
schede di valutazione in cui, accanto
alle voci tradizionali (profitto, condotta ecc.) ve ne erano altre come « solidarietà con i compagni », « capacità
di organizzazione » ecc... perché i genitori potessero avere un quadro più
completo della personalità del ragazzo come lo vedono non solo gli insegnanti ma anche i compagni, in quanto tali schedine venivano compilate
da tutta la comuni !:;-classe.
La scuola era ed t; affiancata validamente da un circolo di genitori non
molto numeroso, purtroppo, ma consapevole cd attivo (troppi pensano ancora che gli insegnanti debbono « fare
il loro mestiere » e non disturbare, o
sono convinti di non poter dare alcun
valido contributo).
Con loro e con le Direzioni dei Convitti abbiamo discusso dui-ante Tanno
vari problemi, soprattutto dal punto
di vista formativo ed educativo (anche dopo la creazione degli organismi
ufficiali, quali il Comitato Scuola-FamigUa e il Consiglio dei Genitori, si
è convinti che l’assemblea di tutti rimane il luogo più idoneo per dibattere e approfondire le idee).
Grazie al Circolo Genitori e al Servizio Sociale del Consiglio di Valle e
con la collaborazione della scuola si è
potuto infine effettuare un corso estivo di preparazione per gli alunni rimandati o deboli in qualche materia,
dietro segnalazione degli insegnanti,
eliminando così per le famiglie il problema delle lezioni private.
AlTapprossimarsi degli esami di licenza media è stato distribuito agli
alunni delle terze un questionario riguardante le loro decisioni circa il loro futuro professionale, ai fini di consigliarli ed anche aiutarli praticamente nelle loro scelte. A questo è seguito
un incontro dove un esperto dei problemi delTorientamcnto professionale
ha parlato a genitori ed alunni.
Queste note non vogliono essere
trionfalistiche, ma come detto alTinizio, intendono presentare tentativi ed
esperienze che d’altra parte non sarebbero state possibili senza la cooperazione di insegnanti, alunni e dei
molti altri cui ho accennato nel corso
dell’articolo.
Sappiamo che molto resta da fare:
non è sempre facile, per ragioni soggettive ed oggettive, rinnovare i metodi di insegnamento. D’altra parte
nuovi metodi presuppongono nuovi
contenuti c viceversa, ed i contenuti a
loro volta scaturiscono dallo scopo
che l’insegnamento si prefigge e che
dovrebbe essere a nostro avviso una
presa di coscienza della necessità di
vivere impegnandosi concretamente
per un mondo più giusto ed umano.
Mireu.a Brin Argentieri
culti si interessi anche a questa rinascita. Anzi. Ma si vuole una più netta
distinzione fra attività civili c attività
religiose, tra società civile e società
religiosa, sicché le prime non appaiano così subordinate e condizionate
dalle seconde. È una questione di rispetto. Coincidendo il rescountre con
la festa patronale locale un certo tem
po è stato preso dalle sue manifestazioni, sia pure patoisantes da una
messa musicata dal Maestro Federico
Ghisi, ben noto nelle nostre valli.
Durante la sessione culturale si è tenuta l’Assemblea annua delTEscolu
dou Po, centrata sulla discussione del
nuovo statuto. Breve e acceco il dibattito che vedeva affermarsi la tendenza
a un rinnovamento dell’associazione
tenuto conto di esigenze ora chiare e
di nuove possibilità politiche, con la
estensione alle preoccupaz’oni urbani
sliche e l’apertura agli studi economici e sociali. Tra i più impegnati in
questa tendenza sono un gruppo di
giovani della Val Varaita, che han preso l’iniziativa di un nuovo giornale:
Lou Soulestrelh. Positivi gli interventi
del Prof. Paul Pons, di Gap, Sendi del
Felibrige, e dello scrittore occitano
Peire Pessamessa. Ma il tempo era
corto e si è ritenuto opportuno di rirnandare la continuazione della discussione e l’approvazione dello statuto a
un’assemblea straordinaria da tenersi
entro sei mesi. G. M.
iiiiiiiiiiMiiiiiiiiiimiMiiiiiiiiiiiiiiinimiiiiiiiiiiiiiiiiiiniM
Ancora Israele-Palestina
Chiedo ospitalità per una breve replica, dovendo precisare il mio pensiero. Il prof. Gino Costabel, nella sua
« postilla redazionale » al mio intervento (Eco-Luce n. 32-33 del 6-8-71) mi
accusa di « insinuazione gratuita e maligna » per aver scritto: « il sempre
compiacente Eco-Luce ». Ritengo infatti che l’atteggiamento della direzione delTEco-Luce, in questo caso, ncn
sia stato esente da una cer'ta « compiacenza verso una delle parti. Pei'
questi motivi;
1) All’atto di pubblicare (con titolo vistoso su 3 colonne) uno scritto
contenente pesanti accuse alla Commissione Claudiana, la direzione del
TEco-Luce avrebbe potuto e dovuto
assumere informazioni sulla loro fondatezza, offrendo alla parte chiamata
in causa Io spazio per una risposta o
rettifica contestuale. È sintomatico
che, mentre tutte le risposte di una
parte (la mia, quella di Aldo Comba
e dei due autori) sono state più o meno pesantemente « postillate », la di
rezione non abbia ritenuto di dover
esprimere alcuna riserva, o almeno di
doversi in qualche modo distanziare
nel pubblicare lo scritto del prof. Soggin! Nell’ultimo numero del settimanale il direttore scrive: « ritengo sarebbe stato preferibile sorvolare più
rapidamente su alcuni aspetti più limitati e personali ». Ma sono riserve
tardive.
2) Pubblicare una « lettera al di
rettore » contenente ampie citazioni
di una lettera personale senza accertarsi del consenso dell’autore di quest’ultima (ed era sufficiente una telefonata!) non mi sembra atteggiamento irreprensibile. Lo stesso direttore
delTEco-Luce — in una conversazione
privata — ha accolto questo mio punto di vista. Il fatto che la lettera fosse
scritta su carta intestata e destinata
all’ispezione della Commissione d’esame non muta il carattere personale
della stessa. Se tutte le lettere che
pervengono in visione alla Commissio
ne d’esame venissero pubblicate sui
giornali assisteremmo di certo a conseguenze spiacevoli!
Al prof. Soggin debbo ricordare che
il direttore della Claudiana è membro
della Commissione editoriale con voce deliberativa e non mero esecutore.
Prima di rispondere ho consultato verbalmente i pochi membri della Commissione che ho potuto rintracciare
(dato il periodo di ferie). Nella sostanza, se non nella forma, il mio intervento è perciò da considerarsi la presa di posizione di alcuni membri della Commissione Claudiana. Ancora
una volta debbo osservare che il modo di procedere del prof. Soggin non
è corretto. Egli afferma che il mio intervento è « così pieno di contraddizioni, inesattezze, pettegolezzi e spiritosaggini... », senza indicarne uno solo.
10 lo invito ora pubblicamente a farlo
o a rinunciare ad affermazioni troppo
comode per la loro genericità.
Non è possibile dichiararsi disposti
ai dialogo senza stare contemporaneamente alle regole del gioco, come non
è possibile chiedere un sereno dibatti
to con gli autori del volume accusandoli contemporaneamente di « mala
fede » e di « falso ». Personalmente mi
auguro che il dialogo continui perche
l’argomento lo impone, ma sulla base
di un maggior rispetto per le idee, le
prese di posizione e — non ultime —
le persone della controparte.
Cari.o Papini
N. d. r.: Sempre compiacenti, pulr
buchiamo ancora e, convinti che i lettori hanno avuto ampio modo di farsi
un’opinione sulla controversia (in cu
11 problema Israele-Palestina si fa sempre più evanescente), avvertiamo che
non pubblicheremo altro al riguardo.
5
10 settembre 1971 — N. 37
pag
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
Assemblea del XV agosto
Un’occasione di rifiessione
sui probiemi delia testimonianza
A cura degli « Amici del Collegio »
Il tradizionale concerto di mnsica sacra
Quest’anno la valida manifestazione è stata organizzata a favore dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice
La riunione del 15 agosto ha certamente un carattere di incontro popolare che si ripete di anno in anno, indipendentemente dai temi dei discorsi
e dal tipo di programma che l’inventiva degli organizzatori ha saputo mettere in piedi. La cucina pastorale cerca
di preparare ogni anno dei piatti nutrienti, presentandoli nel modo più attraente. Anche l’ultimo 15 agosto, che
sì è svolto a San Secondo, per tutte le
valli, è stato fatto uno sforzo per dare un buon numero di informazioni e
per stimolare la riflessione dei presenti: il tema centrale della giornata era
la testimonianza; su questo tema è stata centrata la predicazione del pastore Arnaldo Genre (Atti 3: 1-26) e si è
svolta una « tavola rotonda », con la
partecipazione di Daniel Attinger, pastore a Torino e membro della Comunità ecumenica di Bose, Vincenzo Buso, anziano della Comunità pentecostale di Venaria, Edoardo Aime, presidente della CIOV, e Renato Malocchi, del
servizio stampa della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia.
Nel pomeriggio il Prof. Augusto Armand - Hugon ha tenuto una conversa:zione sulla testimonianza dei colportori valdesi, nel medioevo, e i pastori Gustavo Bouchard e Franco Davite hanno
presentato rispettivamente l’opera della Società Biblica e della Missione
Evangelica contro la lebbra. E’ intervenuta anche la corale pentecostale di
Venaria, con canti molto semplici e popolari, che sono stati ascoltati dal pubblico con evidente soddisfazione.
Tuttavia la partecipazione a questa
che, nell’intenzione degli organizzatori,
è la parte essenziale del programma,
ha dei gradi diversi, che si riconoscono anche dalla disposizione esteriore
delle persone: attorno al palco c’è lo
uditorio più attento e consapevole, formato dai fratelli più impegnati nella vita della chiesa; più lontano, in posizione periferica, le persone per cui più
conta, forse, il ritrovarsi all’aperto in
una bella giornata di festa, che non il
contenuto dei discorsi, che giunge loro
in modo piuttosto frammentario.
Converrebbe allora prendere atto di
questa situazione, e pensare il programma per quelli che effettivamente vi partecipano, che sono poi coloro
che leggono ì nostri giornali e partecipano alle assemblee; per questi fratelli, i temi dibattuti nella chiesa non
sono nuovi e non si tratta di prenderne
coscienza, ma caso mai di approfondirli.
In questo senso la « tavola rotonda »
del mattino conteneva persino troppi
spunti, e sarebbe forse stato meglio
concentrare il dibattito su un argoment.) più preciso. Infatti i quattro intervenuti hanno toccato campi di attività
molto diversi, ognuno dei quali avrebbe meritato un dibattito; quindi, più
che di una « tavola rotonda », si è trattato in realtà di quattro brevi conversazioni informative. La « tavola rotonda » è un altra cosa: è un dibattito tra
più oratori, che rappresentano diverse
posizioni su uno stesso problema. Sarebbe stata un’idea molto buona, ma
purtroppo quest’anno non si è realizzata, perché i quattro oratori si sono limitati a esporre i loro pensieri ciascuno per il proprio campo di attività, senza intervenire nei temi degli altri, tranne per un chiarimento a proposito del
Servizio stampa della Federazione.
Ma anche cosi si sarebbe potuto dire qualcosa di più, portando più esempi e più dati concreti, che avrebbero
potuto interessare anche i periferici.
Comunque sia, sarebbe stato utile sottolineare certi punti, discutere alcune
affermazioni, .sviluppare altre, ma cera
troppa carne al fuoco, e non è stato
possibile. Per esempio, sarebbe stato
importante (e, per alcuni, salutare) di
scutere l’affermazione del Pastore Attinger, che per testimoniare bisogna esser chiesa, e che lo si può essere soltanto costruendo insieme ai cattolici
un nuovo tipo di comunità. Sarebbe
stato utile sentire qualche eco all’appello del Pastore Aime per un servizio
nei nostri istituti. Sarebbe stato saggio
non ascoltare soltanto passivamente lo
invito di Renato Maiocchi alle comunità delle valli a non essere diffidenti
verso il nuovo tipo di testimonianza
che si tenterà alla radio e alla televisione, ma prendere sul serio l’invito di
Renato Maiocchi, ascoltando altri pareri sul miglior uso di questi mezzi di
comunicazione.
Si dirà che il XV agosto non è convegno di responsabili, e che l’importante non è discutere, ma attirare l’attenzione su ciò che è di interesse per l’attività delle nostre chiese. Però questo
anno si è veramente ecceduto in questo senso, presentando ben sette argomenti diversi. Per il futuro, converrà
limitarsi maggiormente nella scelta dei
temi.
I vari servizi di parcheggio, buffet,
ecc., sono stati perfettamente organizzati dalla comunità di San Secondo, ricorrendo addirittura alle radioline rice-trasmittenti per disciplinare l’accesso al luogo dell’incontro attraverso
una strada stretta e tortuosa; il traffico si è così svolto senza ingorghi, in
modo esemplare.
L’incontro si è concluso con un simpatico fuori-prograrrima: i membri
sparsi di varie corali valdesi si sono
raccolti sul palco e, sotto la direzione
del Pastore Aime, hanno eseguito alla
perfezione una serie di inni. Visto il
successo, e dato che è sempre più problematico trovare una corale che sia
disposta a venire a cantare al XV agosto, si potrebbe proporre che l’anno
prossimo i coralisti presenti si ritrovino un quarto d’ora prima del culto e
si mettano a disposizione dell’organizzazione per partecipare in modo diretto al programma.
Bruno Rostagno
iiiiiiiMiiiiiMiiiiiiiMiiiiMiMiiiiMiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiMimiiiiiiiMiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiimimimiiii
Una gita della C< E. Arnaud » di Torre Pellice
Il Querrás, valle sorella
La Società E. Arnaud ha terminato
la sua attività con una gita molto interessante e veramente riuscita in tutti i sensi per l’amichevole affiatamento degli ottanta partecipanti; gita a
S. Véran in Queyras.
S. Véran a 2040 metri di altitudine
è « la plus haute commune d’Europe le plus haut pays où Ton mange le
pain - le village où les coqs picorent
les étoiles ».
Il Queyras è una regione delle Hautes Alpes, formata dai comuni di
Abries, Aiguille, Arvieux, Château
Queyras, Ville Vieille, Molines, Ristolas e S. Véran. Nel 1831 contava ben
7637 abitanti, oggi sono soltanto 1673
di cui appena 220 a S. Véran. È una
vasta zona che offre aspetti vari e pittoreschi campi di sci, prati ^osnar'-i
di fiori in primavera, limpidezza di
cielo, purezza delTaria e clim-' salubre; montagne piene di guglie e piramidi ricche di quelle caratteristiche
forme dovute alla erosione delle roccie, come le caratteristiche « demoiselles coiffées », una diritta, l’altra arroccata alla parete che si sfalda ogni
anno all’epoca delle piogge.
Due comodi autopullman trasportano i gitanti di Torre Pellice, Luserna
S. Giovanni, Pinerolo, Pomaretto. Sono
con noi il pastore Gustavo Bertin con
la sua gentile signora e il pastore Adolfo Schmiat di Langenfeld (Rhenania),
un grande amico delle Valli. Giunti a
S. Véran, percorrendo la valle della
Durance e costeggiando le impressionanti profonde oscure gole del Queyras, troviamo una piccola comunità
commossa e felice di rivedere tanti
cari amici incontrati varie volte presso la Foresteria di Torre Pellice. Un
gruppo di bimbi canta, dandoci il benvenuto nel minuscolo tempio che si
riempie all’inverosimile. Ci sentiamo
profondamente uniti dal vincolo della
fede comune, uniti nella meditazione,
uniti nella preghiera, uniti nella Santa Cena.
Consumato il pranzo al sacco nella
accogliente sala delle attività, cantiamo a lungo sul terrazzo, di fronte ad
una imponente cerchia di monti. Si
uniscono a noi i membri della Comunità locale, molti villeggianti ed una
coppia pastorale proveniente dalTAlsazia.
Segue un interessante scambio di
idee sulle condizioni attuali della zona: spopolamento, difficoltà di lavoro, matrimoni misti, opera pastorale
ridotta. Il pastore viene una volta al
mese a S. Véran, abita a Briançon ed
ha molte altre parrocchie da guidare,
coadiuvato egregiamente da alcuni
membri del concistoro, che tracciano
insieme ogni mese un piano di lavoro.
Al ritorno attraversando l’imponente, pittoresco e selvaggio Colle d’Izoard alto 2360 metri, scendiamo su
Briançon, quindi eccoci a Clavière,
Cesana e Sestrière. Alle ore 23 siamo
a casa.
Esprimiamo la nostra riconoscenza
al presidente della E. Arnaud, ing. Giovanni Pontet per la positiva, impeccabile organizzazione e speriamo che Tanno
prossimo, a Dio piacendo, egli possa
organizzare un’altra gita altrettanto interessante e gradita come questa.
Lina Varese
La sera del 21 agosto, nel Tempio di Torre
Pellice alla presenza di un pubblico molto numeroso, si è svolto il tradizionale concerto di
musica sacra per cori ed organo organizzato
degli Amici del Collegio, quest’anno non per
il Collegio Valdese ma a favore delle opere di
restauro e di ammodernamento dell’Ospedale
Valdese di Torre Pellice e le offerte che abbiamo ricevuto con riconoscenza, hanno dimostrato quanto sia grande l’interesse per i nostri Istituti ospitalieri.
Dirette dai maestri Ferruccio Rivoir e Ferruccio Corsani, hanno cantato le icorali di Luserna S. Giovanni e di Torre Pellice con alcuni membri della Corale di Torino, che ringraziamo vivamente.
Il programma presentato dal dott. Enrico
Gardiol comprendeva dei brani per organo
scelti con l’intenzione di dare un breve qua
dro della musica organistica dell’epoca di G. S
Bach, cinque cori della Corale di Torre Pel
lice e Torino e tre cori delle corali riunite.
All’organo il M.o Ferruccio Corsani: di
Krebs, due piccoli Preludi e Fughe, assegnati
per lungo tempo dalla tradizione a G. S. Bach
Giovanni Krebs nato nel 1713, fu alunno di
Bach; i suoi preludi non privi di finezza sti
listica, sono però lontani dalla profondità del
le opere bachiane;
di Giovanni Pachelbel « Vater unser in
Himmelreich » (Padre nostro che sei nei
cieli). G. Pachelbel di Norimberga compose
molti preludi e variazioni su corali e trasmise
il suo senso mistico a Bach;
di Giovanni Walther « Ein leste Burg ist
unser Gott ». (una forte Rocca è il nostro Dio)
preludio corale sulla notissima melodia composta da Lutero sul Salmo 46;
ancora di Krebs, dai piccoli Preludi e Fughe il n. 7 in la minore;
di Buxtehude, le variazioni sul corale « Auf
meinen lichen Gott » (aU’amato mio Dio); la
prima variazione è più lirica, la seconda intitolata « Doublé » e la terza « Sarabanda » sono
forme di danza in stile brillante e fiorito;
di Ignoto l’ultimo bellissimo brano di organo che tratta in maniera lirica fiorita la melodia del corale « Es ist das Heil uns kommen
her » (è giunta per noi la salvezza).
La Corale di Torre Pellice ha eseguito due
Salmi Ugonotti che i Valdesi rientrati alle Valli nel 1689 con E. Arnaud cantarono nel vecchio Tempio di Frali, ora Museo storico, nel
primo culto celebrato da Arnaud stesso. La
Complainte di Salbertrand è la rievocazione di
uno scontro, che a Salbertrand assicurò ai Vaidesi l’ingresso nelle loro Valli. La melodia
ha un tono epico ma triste, rievoca una vittoria ma ricorda un massacro. La Complainte
di Michelin è una canzone autobiografica in
cui Davide Michelin Salomon di Bobbio Pellice, colportore vissuto nel 18° secolo, parla
iiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiimiimiiiimiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Amici dii Coilegio a convep
I lettori ci scrivono
Nella selva
deirevangelismo
italiano
Egregio Pastore Milazzo.
Rispondo a quanto Lei scrive in « I lettori ci scrivono » sui nostri periodici
«L'Eco-Luce» del 27/8/1971. Sono io
clic curo il Notiziario Ev. It. c mi scuso
per le inesattezze scrilte. Però vorrei precisare qualche cosa. Per quanto Lei dice
nel paragrafo 1. Le posso dire che io vedo
S])C.SS0 il Suo nome, e Pho anche letto nel
foglio ciclostilato « Verità Evangelica »
(N. 60 gennaio 1971). Li leggo il Suo articolo « Dalla credulità alla fede » e poi
il Suo nome come oratore nei culti annunciati nella Chiesa Cristiana Indipendente
di Roma. Via Brilannia. Se Le e possil)ile
e se non Le chiedo tro])po, mi spieghi Lei,
magari su « L*Eco-Luce ». cos’è questo mi*
stero dì questa chiesa che Lei dice inCvSistente.
Paragrafo 2. Mi pareva che. es.seiido il
giornaletto « Evangelizzazione totale » un
foglio di divulgazione dì notizie ad uso
__ credo — di tutto PEvangelismo. fosse
bene specificare le cose, perché una chiesa
conosca meglio l’altra. È un po’ il mio intento. nel notiziario, farci conoscere reciprocamente. Ammetto quindi che nella
mia frase : « non c detto chi fossero i convenuti » era implicita una forma di rimprovero. Domando scusa.
Il paragrafo 3 non mi è ben chiaro perché non ho più il giornaletto, ma credo di
aver voluto mettere in risalto che la vostra
debolezza vi ha spinto a fare uno sforzo,
secondo la parola deH'evangelo: «...quando sono debole, allora sono forte » (2 Corinzi 12. 10).
Signor Milazzo, Le chiedo scusa se ho
travisato qualche cosa e mi permetto, se
Lei ha teinjio. ma so che i Pastori ne hanno poco, di mandarmi qualche informazione sulla Chiesa Mennonita. sulla vostra
attività e sul mistero della Chiesa Indipendente (che esiste!).
Gliene sarei molto grata perché io vado
appunto cercando tutte le Chiese Evangeliche per parlarne sul nostro giornale.
Con molti fraterni saluti.
I^^A Ade
L'incontro annuale degli Amici del Collegio
è ormai diventato una simpatica consuetudine
che segue le intense giornate sinodali di fine
agosto.
Occasione preziosa per ritrovarsi, per ricordare vicende scolastiche più o meno lontane,
per passare alcune ore in fraterna comunione.
Quest’anno poi la data del 29 agosto segnava una tappa dì particolare importanza considerato che l’Associazione entrava di fatto
nella maggiore età dopo venti anni di laboriosa esistenza dalla data della sua fondazione.
«• Venti anni al servizio del collegio » avrebbe potuto essere la scritta scelta a simbolo del
convegno se la spartana sobrietà e la naturale
inclinazione dei dirigenti non aves.sero voluto
distinguersi dall’andazzo pubblicitario dominante le diverse manifestazioni popolari.
Uno stesso entusiasmo animava le persone
più avanti negli anni, quelle più giovani ed
anche i giovanissimi. H tempo galantuomo
permetteva Ìl regolare svolgimento dei giuochi organizzati al mattino nel campo sportivo
a tutto vantaggio di quegli studenti che sono
riusciti a vincere un posto gratuito al pranzo
comune.
Proprio negli ampi saloni delle Seggiovie
Vandalino ci si poteva rendere conto della favorevole accoglienza riservata all invito del
presidente a tutti gli iscritti e racchiuso nel
bollettino dì informazione trimestrale.
Ben diieccnto persone erano assise attorno alle tavole imbandite in attesa del via alle
portale del giorno, contenute per altro in un
« menù » di giuste proporzioni
Una breve preghiera dell amato Pastore Roberto Jahier e poi più nessun intervento fino
alla frutta. Libero campo alle chiacchiere dei
commensali e via libera ai ricordi del cuore
dei verdi anni!
Dobbiamo riconoscere che anche al levar
delle mense non ci furono discorsi pesanti,
sempre pericolosi per la normale digestione,
ma rapide e per questo tanto più applaudite
allocuzioni.
Particolarmente apprezzata la lettura di un
messaggio del decano degli Amici del Collegio il venerando avvocato Stefano Peyrot che.
dall’alto dei suoi novantaquattro anni voleva
esternare una imperitura riconoscenza verso
uì'i Istituto nelle cui aule era stato accolto
all’uscita della Scuola Latina e gli aveva
permesso di percorrere una lunga carriera fra
codici e pandette al servizio della popolazione valligiana.
L’invito dell’avv. Peyrot a rivolgere un pensiero di particolare gratitudine al Reverendo
William S. Gilly (la cui opera infaticabile a
della sua cattura in Val S. Martino, della prigionia, dell’interrogatorio a cui fu sottoposto
e della inaspettata liberazione. La Notte sul
testo di Giovanni Niccolini che insegnò al
Collegio Valdese di Torre Pellice è una melodia popolare di origine tedesca.
Le Corali riunite hanno alla fine cantato
sotto la direzione del M.o Ferruccio Rivoir
l’inno 4 della Nuova Raccolta « La parola antica di Giovanni Criiger e « Jésus aujourd’hui
m’appelle » melodìa piana e ricca di luminoso
raccoglimento tratto da un’opera giovanile di
Mozart. Conclude il programma l’esecuzione
del corale della Cantata 72 di Bach col testo
francese di un inno di Pasqua « Jésus triomphe de la mort ».
Il pastore E. Aime, presidente della CIOV,
ringrazia e parla con vivo interesse per alcuni
istanti dei nostri Istituti ospitalieri.
Lina Varese
lllllllllMllllilllllllllllilllllMlllllllllllllllllllllllllllllllllllll
La vivace collana
di opuscoli della Claudiana
favore delle valli è stata magistralmente messa in luce in un recente scrìtto dì Enrico Peyrot) trovava unanime consenso tanto più che
un grande ritratto del canonico anglicano era
stato collocato proprio al di sopra della tavola
d’onore.
Molto gradita la partecipazione del ViceModeratore dott. Enrico Corsani, ex alunno
del Collegio, presente con la sua gentile consorte.
Non meno animata e non meno numerosa
la riunione pomeridiana svoltasi nell’aula sinodale dove i presenti seguirono con interesse la relazione morale del presidente dott. Enrico Gardol e quella finanziaria del tesoriere
professore Augusto A. Hugon. Il susseguirsi
delle due relazioni stava a dimostrare che non
si faceva vana retorica ma le parole erano sostenute da cifre, indice sicuro di uno sforzo
costante teso a mantenere in vita una preziosa
istituzione.
La recente decisione sinodale di affidare al
Comitato del Collegio anche la Scuola Latina
di Pomaretto non poteva passare sotto silenzio e la presenza al convegno di stimate persone della Val Germana.sca sottolineava da sola la necessità di una più stretta collaborazione fra le genti delle due valli sorelle.
Vorremmo poterli menzionare tutti gli Amici che abbiamo avuto il piacere e la gioia di
salutare sotto gli ombrosi pini del giardino
della Casa Valdese quando giovani studenti e
studentesse servivano il thè con dolci contorni
preparati ed offerti a beneficio della cassa scolastica.
Ma come è possibile?
Basta (lire che ve ne erano di Bari, dì Napoli, dì Foggia, dì Bergamo, di Venezia, di
Firenze (fra cui i fedelissimi coniugi Messina),
di Trieste, di Roma, di Milano, di Genova per
non parlare delle rappresentanze estere formate in parie da Amici residenti negli Stati
Uniti, in Francia, in Svizzera, nel Lussemburgo. in Germania.
Una giornata in sostanza utile, serenamente
distensiva e ricca di nuovi impegni per il futuro; il Collegio vive, è vero, ma non per questo sono svanite le difficoltà inerenti alla sua
gestione né sono del tutto spente le speranze
di coloro che sognano la sua chiusura. Tentativi di sabotaggio, se pure occulti e intelligentemente meschini, non sono mancati e for,se non mancheranno. Lo sanno coloro cui c
toccato il pesante compilo di amministrare il
Collegio e la Scuola Latina. Ma se da una parte vi è un plotone di avversari daH’altra vi è
“Attualità protestante”
nuova serie
Torino - (NEV) La libreria editrice Claudiana ha annunciato la prossima pubblicaziom della quinta serie della collana « Attualità
protestante », della quale 40 volumi sono già
in distribuizione. Come sempre, coloro che sono interessati a queste pubblicazioni, possono
ricevere a casa i dieci numeri della nuova serie facendo un abbonamento. Cioè versando
la somma di L. 1.200 (anziché 1.500) sul conto corrente n. 2/21641: essa darà diritto a ricevere tutta la nuova serie (vale a dire gli
opuscoli dal n. 41 al 50 compreso). Ecco alcuni titoli; S. Ricciardi: La preghiera; M^
Wagner : Il terzo mondo e la Chiesa; R.
Eynard: Pro contro le classi differenziate?;
B. Rostagno: Il battesimo; G. Bouchard:
Cristianesimo e storia.
iiiiiiiiiiiiiiniiiinmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiim
Rorà
Ringraziamo i Pastori C. Tourn e R. Nisbet
i quali hanno presieduto culti domenicali e
ci hanno dato messaggi biblici tutto particolari.
La prima domenica di agosto il Culto con
Santa Cena ha avuto l’apprezzato apporto della Corale diretta dal Sig. G. Albarin al quale
va la nostra riconoscenza. La domenica dopo
h-i avuto luogo il bazar : ringraziamo tutti coloro che vi hanno collaborato; la sera il Pastore C. Tourn, che pure ringraziamo, ci ha
proiettato un film molto interessante.
Numerosi nostri fratelli in fede, e dall’estero e da città italiane, sono tornati quassù per
Testate e in vari modi sono stati di valido
aiuto a questa Comunità : siamo loro riconoscenti e li seguiamo con auguri e con la
preghiera : menzioniamo il Pastore G. Appio
di Parigi sempre fedele a Rorà e a questa
Chiesa; il Pastore J. Wynne e famiglia di
Belfast il quale già anni fa, sostituto del Collega A. Rutigliana, aveva retto questa Chiesa
per qualche settimana e ad essa aveva fatto
dono d’un harmonium elettronico; il Pastore G. Bogo e famiglia di Zurigo al quale
siamo riconoscenti per tutto quello che ha
fatto per questa Chiesa in tempi di emergenza durante il suo ministero a Luserna San
Giovanni.
AVVISI ECONOMICI
TORRE PELLICE. Cascina giornate 6 circa,
ottima esposizione, affittasi a famiglia pratica coltura viti. Rivolgersi geometra Geymonat. tei. 91.437. Torre Pellice.
CONIUGI desiderano Signora o Signorina tuttofare possibilmente Valdese anni 40-48
massimo, disposta recarsi cinque mesi Londra poi Bordighera. Ottimo stipendio e
trattamento. Indispensabile referenze. Rivolgersi Cleudiana - Torre Pellice.
FAMIGLIA di Torre Pollice, con due bambine, cerca persona di servìzio fissa. Telefonare al numero 91907 di Torre Pellice.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiioiiiiiniimiiniiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
la nutrita schiera di coloro che hanno creduto e continuano a credere nella utilità del
Collegio. Questa è la constatazione che conta.
Gli Amici del Collegio ne sono persuasi e perciò continueranno a sostenere una liatlaglia il
cui esito finale conta molto sul piano locale
ma non c trascurabile neppure a livello nazionale.
Se l’appoggio morale è largamente scontalo
non mancherà neppure quello finanziario e
PAssociazione continuerà ad essere un canale
(li primaria importanza per l affius.so dì quella
linfa vitale costituita dalle generose offerte di
coloro che. avendo un giorno ricevuto un beneficio. considerano loro dovere il conlraccaiubìario.
Loris Bein
6
pag. 6
N. 37 — 10 settembre 1971
I NOSTRI GIORNI
UOMINI, FATTI, SITUAZIONI
Berlino
Mentre il mondo continua ad andare « avanti » in mezzo ad eventi quanto mai sanguinosi e crudeli, quali la
guerra indocinese, i massacri dei palestinesi, l’odio feroce degli irlandesi,
la tragedia del Pakistan, i processi politici con relative condanne a morte, e
tanti altri gravi fatti ancora, registriamo con compiacimento e soprattutto
con speranza il recente accordo quadripartito che regolarizza la situazione
di Berlino.
Già verso la fine di agosto gli ambasciatori deirUnione sovietica, degli Stati Uniti, della Francia e della Gran Bretagna, nel corso della loro 33a riunione
avevano raggiunto un accordo sulla
città tedesca. Non staremo qui a dilungarci sui lati tecnici deH'operazione,
relativamente ai quali tutti i giornali
sono stati assai ricchi di particolari.
Quello che ci preme invece sottolineare è il fatto che l’intesa su Berlino
apre la via a positivi sviluppi in Europa e gioverà ulteriormente alla distensione internazionale. Questa è anche la
dimostrazione che, quando esiste veramente una seria volontà di negoziato,
si possono superare tanti problemi che
in un primo momento appaiono difficili e quasi insolubili.
Un altro fatto positivo che emerge
da questo accordo è che la «Ostpolitik»
del cancelliere Willy Brandt riceverà un
vigoroso impulso dato che egli aveva
a suo tempo annunciato che la ratifica
dei trattati conclusi a nome della Repubblica federale tedesca coll’Unione
sovietica e con la Polonia sarebbe avvenuta da parte del parlamento dopo
che si fosse appunto giunti ad un accordo sulla questione berlinese. E probabilmente proprio per questo motivo — pur permanendo l’elemento negativo del « muro » — che i sovietici hanno deciso di attenuare le loro esigenze
e di facilitare la conclusione dell’accordo.
Anche le consultazioni per un progressivo disarmo in Europa — a detta
degli esperti — dovrebbero registrare
progressi di rilievo e ne dovrebbe venir
rafforzata una maggiore autonomia europea nei riguardi delle super potenze.
Qra, dopo la solenne sanzione da parte degli ambasciatori dei « quattro
grandi » si sono avviate (mentre scriviamo questi appunti) le trattative fra
i diretti interessati e vale a dire fra i
tedeschi occidentali e quelli orientali.
Vi saranno certamente ancora varie
diffiicoltà e diffidenze da superare; saranno comunque èssi a dover trovare
di comune accordo le soluzioni pratiche che liberino Berlino e i suoi abitanti da un isolamento che dura da un
quarto di secolo.
“Coesistenza pacifica,,
fra Cina e S. Marino
Come ognuno sa, la politica e la diplomazia si reggono quasi sempre sugli incerti pilastri delle convenienze,
dell’insincerità, del dire in un modo
e del fare in un altro, della cieca tutela dei propri interessi, ecc. A volte
Diminuisce
(non in assoluto)
Tanalfabetismo
nel mondo
Secondo un’indagine e i relativi dati
resi pubblici dall'organizzazione educativa, scientifica e culturale delle Nazioni Unite. rUNESCO. la percentuale
mondiale delle persone che sanno leggere e scrivere sta nettamente aumentando. anche se. in assoluto, il numero degli analfabeti continua a crescere.
Il miglioramento, secondo il .suddetto organismo mondiale, è stato particolarmente rimarchevole in America Latina. dove in pochi anni Timpegno educativo nei riguardi dei bambini e degli
adulti è riuscito a ridurre l’analfabetismo nella ])opolazione dal 32,5 al 23,5
per cento. ¡/.America Latina è anche
l’uniea zona sottosviluppata del mondo
dove il numero degli analfabeti c diminuito non solo in percentuale, ma anche in assoluto, malgrado il forte incremento demografico.
Al polo opposto si trova invece
l’Asia, dove la percentuale degli analfabeti sul totale della popolazione è del
•18 per cento, e i pae.si arabi, dove il
78.3 per cenlo della popolazione adulta
è analfabeta, nonostante un lieve miglioramento ri.spetto al 1950.
però queste formalità nelle relazioni
fra paesi diversi sfociano addirittura
nella parodia, come lo dimostra un
caso recentissimo.
Nei giorni scorsi i sanmarinesi hanno solennemente festeggiato il 1671° anniversario della fondazione della repubblica del Titano e, fra i numerosi messaggi di felicitazioni, ne hanno pure
ricevuto uno del capo del governo del
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
la Cina popolare, Ciu En-lai, il quale, a
nome della Cina comunista (750 milioni di abitanti) tratta da pari a pari il
tanto glorioso quanto innocuo staterello di San Marino (18 mila abitanti).
Ciu En-lai, nel suo messaggio si dichiara « profondamente convinto che
con l’istituzione di relazioni ufficiali fra
Cina e San Marino i rapporti fra i due
paesi Si svilupperanno sulla base dei
cinque principi della coesistenza pacifica ».
Con questo, non intendiamo per nulla « disprezzare » il piccolo stato di
S. Marino: tutt’altro. Sarebbe però più
consolante apprendere che simili messaggi vengano scambiati — con sincerità — fra Cina e Russia, fra Russia,
Romania, Jugoslavia e Albania, fra
America e Vietnam,, fra Israele e Federazione araba e tanti altri popoli ancora.
Roberto Peyrot
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiimiiiiii
India: il 15% della
popolazione mondiale
Il 15% della popolazione mondiale (valutata a circa 3 miliardi e 710 milioni di abitanti) vive in India. L’ultimo censimento, effettuato nell’aprile 1971, ha permesso di registrare 547.000.000 abitanti, dei quali 283
milioni di sesso maschile e 264 milioni di sesso femminile.
L’insegnamento in Alaska
nell’era dei satelliti
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
Tip. Subalpina s.p.a. • Torre Pellice ^Torino)
GUERRA DEL VIETNAM
E DROGA
« Un maturo soldato americano,
certo Peter Lemon, ha recentemente
confessato d'esser stato in condizione
di “abbrutimento" da marijuana, durante un combattimento contro i vietcong: combattimento nel quale egli
s'è comportato eroicamente, tanto
eroicamente... che il presidente Nixon,
in persona, lo ha poi decorato nel corso d’una cerimonia alla Casa Bianca.
Ciò accadeva l’anno scorso. In seguito, l'uso degli stupefacenti fra gli americani dislocati nel Vietnam ha preso
le dimensioni d’una tragedia. (...)
Nel 1969, 250 soldati americani sono
stati arrestati nel Vietnam per uso o
possesso di eroina. Nel 1970, il numero di tali soldati è aumentato: 1146
soldati sono stati arrestati, e 103 sono
stati uccisi da questa droga. Un altro
salto in avanti nel 1971: 1084 arresti e
35 vittime NEL SOLO PRIMO TRIMESTRE!
Un rapporto americano ha concluso,
nel maggio scorso, che i soldati dislocati nel Vietnam sono dediti agli stupefacenti (in particolare all'eroina)
nella misura dal 10 al 15%, cioè (al
giorno d’oggi) in numero da 27.000
(come minimo) a 40 000 (come massimo). (...)
In USA l’eroina ha, in generale, un
tasso di purezza del 5%. Per lo più essa viene assorbita per iniezione. Nel
Vietnam i soldati preferiscono fumare
0 semplicemente annusare questa droga, ma ciò, a causa del suo grado di
purezza, è altrettanto nocivo quanto
l’iniezione al 5%. Inoltre l’eroina, a
Saigon, costa almeno dieci volte meno
cara che sul mercato americano, ed e
anche facile procurarsela. Qualche volta essa viene venduta per cocaina, tanto che molti soldati (fino al 40% degli
amatori) hanno contratto il vizio dell’eroina senza saperlo (almeno agli
inizi).
Per tentar di circoscrivere il male,
l’amministrazione americana ha adottato, negli ultimi mesi, numerosi provvedimenti. È recente quello di sottomettere tutti i soldati ad un'analisi di
urina, prima di tornare in patria. Tre
macchine ultramoderne, importate dagli USA, permettono di scoprire, alla
occorrenza, la presenza dell’oppio o
dell’eroina. Quando il test è positivo,
il paziente è obbligato a seguire una
cura di disintossicazione, prima di
rientrare definitivamente nel suo paese. Ma non viene applicata nessuna
sanzione disciplinare. (...)
Le autorità americane hanno preso
di mira anche una delle sorgenti del
male: la distribuzione e la vendita.
1 soldati americani non hanno più la
autorizzazione a frequentare i negozi
sud-vietnamiti (...), e, a partire dal 15
aprile, si sotto moltiplicati gli arresti,
i cambi dei funzionari, i sequestri e le
distruzioni delle piante di marijuana
e dei depositi di eroina.
L’eroina (in particolare la droga cosiddetta “n. 4 bianco” che contiene il
95% di eroina) viene prodotta da raffinerie situate principalmente nella regione delle "tre frontiere", fra la Birmania, la Tailandia e il Laos. Informatori della CIA americana hanno recentemente riferito d’aver scoperto ben
21 raffinerie di oppio (7 delle quali sono capaci di produrre eroina) proprio
in quel settore in cui la coltivazione
del papavero è tradizionale. Quel settore dovrebbe produrre, quest’anno,
fino a 1000 tonnellate di oppio.
E opinione generale che occorrerà
molto tempo e un vasto programma.
Per frenare il contrabbando, occorrerà urtare contro grandi interessi: le
autorità americane sospettano che varie amministrazioni ufficiali od ufficiose, soprattutto l’aviaz.ione laotiana,
quella sud-vietnamita e la compagnia
Air America, abbiano preso parte ai
traUici, in un periodo o iti un altro ».
(Da un articolo pubblicato su « Le
Monde» del 1.9.’71).
Se dal Vietnam si passasse poi a riflettere su quanto sta accadendo in
tutto l’Occidente, Italia compresa, sarebbe veramente il caso di chiedersi
se gli occidentali non stiano forse pagando oggi solidarmente il prezzo dell’infame guerra dell’oppio (1839-1842) e
delle sue, non meno infami, conseguenze (v. Esodo 20; 5 e 21: 24, Gerem.
31: 29, Matt. 26: 52 ecc.).
Dante Alighieri direbbe; « Così s’osserva in noi lo contrapasso » (v. « Divina Commedia » I, 28, 142).
LO SVILUPPO INDUSTRIALE
DELL’AUSTRALIA
-5^. « Situata in una regione nella
quale i rapporti fra USA, Cina e Giappone sono determinanti, l’Australia è
una delle nazioni direttamente colpite
dalle recenti decisioni del presidente
Nixon.
I numerosi cambiamenti avvenuti,
a partire dalla primavera, all’interno
del governo di Camberra, in particolare la sostituzione di lohn Gorton col
sig. Me Mahon a capo del gabinetto,
sono una dimostrazione della volontà
della coalizione liberale-agraria al potere, di riorganizzarsi per fronteggiare l’offènsiva del partito laburista alle
prossime elezioni generali (1972). (...)
Ma l’albero dell'inflazione e delle difficoltà sociali non deve nascondere la
vista della foresta: quella dell’espansione.
La valorizzazione delle enormi ricchezze minerarie, unita con una rapida industrializzazione, farà dell’Australia, nel corso del decennio ’70-'80, uno
dei più potenti paesi industrializzati
del mondo. A dispetto dei rovesci subiti dagli speculatori di borsa e delle
spettacolari “capriole" a proposito
delle scoperte del nickel ad opera della società Poseidon nella regione di
CalgoorVe (Australia sud-occidentale),
l’Australia si presenta come il printo
produttore mondiale di piombo dopo
rURSS, e il terzo di zinco, grazie soprattutto alle miniere di Broken-Hill
nella Nuova Galles del Sud. Essa possiede un terzo delle riserve mondiali di
bauxite, i cui principali giacimenti (a
Gove all’estremo Nord, e a Weipa nel
Queensland) sono, si può dire, a cielo
scoperto. La produzione dell’alluminio
dell’officina di Gladstone, presso Brisbane, dovrebbe venir elevata a due
milioni di tonnellate all’anno, a cominciare dal 1972. (...) Nell’ultimo decennio, l’Australia ha più che decuplicato
la valutazione delle sue riserve di minerali di ferro (circa trenta miliardi
di tonnellate) e duplicata quella delle
sue riserve di carbone ».
(Queste notizie sono tratte da un
lungo articolo di J. Knecht su « Le
Monde» del 2.9.’71, nel quale sono date molte altre notizie sulle ricchezze
minerarie recentemente scoperte in
Australia e sull’impressionante sviluppo, oggi in atto, delle industrie australiane).
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la IH Sessione di forniaziene ecumenica, a Napoli
« Per risolvere i problemi dell’insegnamento propri all’Alaska, compresi
quelli della formazione deg'i insegnanti, si dovrà ricorrere a programmi educativi studiati con sistemi particolari e radiodiffusi dai satelliti ».
Così, in breve, concludono due esperti
inviati dairUNESCQ (1) per studiare
questo problema. Essi stimano che,
per ora, bisogna attenersi a programmi « visivi » registrati su magnetoscopio, in attesa che future generazioni
di satelliti riducano il costo della ricezione sul suolo,
IL SATELLITE ATS I
CHIEDE DI ESSERE USATO...
Se, dall’altra parte del globo, anche
il governo dell’India, studia la possibilità di ricorrere alla televisione diffusa da un satellite, per divulgare il
sapere nei circa 500.000 villaggi sparsi
nel suo immenso territorio, come mai
anche l’Alaska, che conta solo 290.000
abitanti, ha pensato a una cosa del
genere?
Diremo innanzi tutto che il satellite
ATS I — lanciato dalla Nasa — è tutt’ora in orbita, per quanto la sua prevista durata sia superata da tempo.
Le sue possibilità rimangono dunque
inutilizzate e per questo è venuta
l’idea di servirsene per un esperimento educativo. È noto inoltre che la popolazione dell’Alaska è dispersa su un
territorio montagnoso quasi privo di
strade, in balìa di un dime rude, e i
satelliti sembrerebbero inventati apposta per risolvere le sue difficoltà di
comunicazione. ' ’
Un quinto- della popolazione rurale
dell’Alaska è composta di Esquimesi,
Indiani e Aleutini che conducono una
esistenza precaria di caccia e pesca.
Fin dalla scuola i bambini incontrano
difficoltà di comunicazione, sia perché
l’inglese non è la loro lingua materna, sia perché il tipo di vita che conducono rende inutilizzabili i manuali
usati dagli altri piccoli americani. Un
libro di lettura in uso negli Stati Uniti
si snoda sullo sfondo di una grande
città e non può che precipitare in un
abisso di stupore i piccoli abitanti dei
villaggi dell’Alaska: a che cosa serve
il cane dei bambini di città, se non
lavora? Che cosa può essere « l’ufficio » dove il loro papà va tutti i giorni? Perché impediscono alla nonna di
stare con loro? Come può cucinare la
loro mamma senza accendere un gran
fuoco di legna?
UNA VITA DIFFICILE
Ben altri sono i problemi di bambini e adulti. Nelle zone rurali sono rari
i mestieri che permettano una occupazione più che stagionale. La maggior
parte delle famiglie, ner sussistere, dipende da contributi temporanei, versati dai servizi di assistenza. Ancora
nel 1966 in Alaska la durata di vita
media si aggirava intorno ai 35 anni...
Se il flagello della tubercolosi è finalmente vinto, le ultime epidemie sono
così recenti che ogni famiglia ricorda
un lutto o delle lunghe separazioni per
soggiorni in ospedale. Quando una popolazione è in preda a tali difficoltà,
introdurla bruscamente nel mondo
delle famiglie borghesi stile USA o in
quello dei detectives, è per lo meno
assurdo. Gli abitanti dell’Alaska hanno bisogno di poter comunicare più
facilmente fra di loro e col resto del
loro paese; occorre loro un mezzo per
(1) H, Cassirer del Segretariato dell’Unesco e H. Wigren dell’Ass. Naz. Insegnanti americani.
(segue da pag. 3)
le autorità ecclesiastiche competenti
autorizzando l’intecomunione. Una terza invece, fondandosi sulla reale esperienza di fede che si crea in determinate occasioni ed incontri, sistiene che la
intercomunione è possibile quando si
giunga al riconoscimento reciproco della fede in Gesù Cristo, realtà questa
che si impone al di là di ogni autorizzazione dall’alto.
L’ultima mozione muove dal concetto di chiesa quale « avvenimento ».
Per i sostenitori di questa mozione
l’intercomunione è da farsi perché ed
in quanto si riconosce nell’altro la presenza dello Spirito, non l’unità che ancora non esiste. La Parola di Dio non
si identifica né si esaurisce nella Scrittura o nella Chiesa, perché e Scrittura
e Chiesa sono testimonianza resa alla
Parola da parte di credenti vissuti in
uno specifico momento storico e quindi nei limiti di condizionamenti culturali, ambientali, sociali e politici. Perciò una comunità in comunione di Spirito, come quella che di fatto si « crea »
in occasione delle sessioni del S.A.E., è
una Chiesa vera, creata dalla Spirito;
è un avvenimento che supera la realtà delle singole comunità ecclesiali.
« £’ un preciso impegno che noi sentiamo come da compiere,... non ci sentiamo di dover chiedere permes.si », infatti « è qui che ci convoca la Parola di
Dio non il S.A.E., è qui che la Parola
di Dio crea la Chiesa, è qui che ci domanda di vivere la realtà della Chiesa ». Ciò non vuole essere rottura, ma
indicazione di una linea di fede nella
responsabilità di scelte ed opinioni ben
precise. Per questo - ha concluso il presentatore della mozione - noi non ci
sentiamo di discutere, ma di fare e di
comunicare la nostra esperienza in una
libertà che ci fa liberi per liberare ».
Che i nove giorni di lavoro comune
siano stati improntati alla libertà dello Spirito, appare anche evidente se si
confronta la marcata rassegnazione dimissionaria di molti membri delle nostre Chiese di fronte al problema dei
matrimoni misti, con le parole chiare di un qualificato oratore che in sessione plenaria affermava: « dinnanzi al
diritto canonico vigente ed aU’istituto
delle dispense cui si richiaina l'attuale
disciplina sui matrimoni misti, noi cattolici dovremmo metterci in stato di
obiezione di coscienza per rispetto alla libertà ed alla dignità umana ».
Vivere l’ecumenismo, come lo si è
fatto a Napoli, significa credere che in
2.000 anni (ha detto Mons. Sartori) noi
non abbiamo esaurito la Parola, anche
se l’abbiamo «usurata» con il nostro
uso maldestro; la Parola ha sempre
qualcosa di nuovo da dirci. Noi siamo
coscienti del provvisorio, e l’ecumenismo deve saper realizzare una comunità che sappia vivere tutte le dimensioni della Parola, che sia sensibile alla
sua voce che, come un grido di Dio
lanciato sul mondo, rimbalza .sulle pareti della storia quale fedele eco cui
però non si può a priori determinare
1-1 ultima direzione di provenienza.
Giovanni Scuderi
esaminare e far conoscere i propri
problemi.
L’uso dei mass-media a scopo educativo potrebbe aiutare a risolvere alcuni di questi problemi: bisognerebbe
migliorare i metodi di prevenzione e
lotta contro gl’incendi, dovuti alle abitazioni in legno, aumentare le canalizzazioni dell’acqua che sono rare e
dare necessari consigli di igiene. Sopravvivere è un’arte in una regione
così poco adatta alle automobili, dove
i lunghi percorsi si effettuano in aereO'
o con traini di cani e dove le vaste solit'.idini rendono rischiosi gli incidenti: radio e televisione potrebbero dare informazioni utili.
Ma il compito essenziale dell’educazione in Alaska — constata la commissione deirUNESCO — è quello di
aiutare la popolazione rurale, sia
esquimese, aleutina o indiana, ad assimilare un nuovo modo di vita che te
permetta però di preservare la sua
identità in seno al mondo moderno.
Nelle zone rurali l’insegnamento soffre della mancanza di insegnanti autoctoni. Il rapporto redatto dall’UNESCO nota che i maestri americani debuttano in due sensi, sia come insegnanti, sia come insegnanti in Alaska.
Bisogna invece iniziare, dicono gli
esperti, gli insegnanti che vengono dai
48 Stati al sud del Canada, al modo
di vivere degli abitanti dell’Alaska.
Ecco un esempio; un professore aveva commesso l’errore di lodare il compito di una bambina esquimese davanti a tutta la classe. Qra i giovani
esquimesi sono educati a integrarsi
nella società, non a distinguersi. La
bambina fu talmente confusa dall’elogio che la distingueva dagli altri, da
non osare ripresentarsi a scuola per
parecchi giorni...
UN BANCO DI PROVA
Attualmente l’Alaska non dispone
dei mezzi necessari per utilizzare le
possibilità offerte da radio e televisione in campo educativo. Ma se non
sembra giustificarsi un esperimento di
diffusione televisiva operata da un satellite a scopo educativo, sembra però
possibile operarlo per via radiofonica.
Non sarebbe troppo costoso costruire
sul suolo delle stazioni che captino
programmi radio trasmessi dall’ATS I.
Ne verrebbero indicazioni preziose
sulle applicazioni educative di un satellite, nonché sulle capacità degli insegnanti di adattarsi a tale sistema di
insegnamento.
Quali tipi di programma dovrebbero essere diffusi? Prima di tutto —
pensano gli esperti — le emissioni dovrebbero trattare problemi che interessano le regioni rurali e non solo
gli scolari e i maestri, ma anche gli
adolescenti e gli adulti. Poi sarebbe indispensabile che l’apporto ai programmi fosse bilaterale, cioè che si offrisse
ai rurali la possibilità di partecipare
alla formazione dei programmi, di discutere, di dibattere i loro problemi
per radio e per posta. Questo li aiuterebbe a risolverli da sé.
Gli esperti deH’UNESCO sottolineano che l’importanza di un esperimem
to di questo genere supera i confini
dell’Àlaska, i cui problemi rurali assomigliano a quelli delle regioni settentrionali del Canada e dei paesi scandinavi. L’esperimento troverebbe eco
fra le popolazioni autoctone di tutte
quelle rudi contrade che possiedono
lingue e culture specifiche.
PROBLEMI COMUNI A DIVERSE
REGIONI DEL GLOBO
L’UNESCO attribuisce a questa impresa una importanza di interesse internazionale. Se in Alaska il numero
delie persone che ne beneficerebbero
non è enorme, i paesi per i quali la
televisione tramite satellite risolverebbe molti problemi educativi, contano
a milioni la loro popolazione in età
scolastica. Per esempio, per i paesi del
Terzo mondo l’esperimento dell’Alaska sarebbe una prova, su piccola scala, di esperimenti ben altrimenti vasti.
L’esperimento dell’Alaska inizia in
questo mese di settembre. Può darsi
che sia di breve durata, perché non sì
sa quanto tempo ancora avrà vita il
satellite ATS I. Ma se questo « collo »
tecnologico, che prosegue il suo balletto orbitale in modo così promettente per l’Alaska, camminerà ancona
abbastanza a lungo, potrebbe ispirare
idee da far stupire il mondo.
Antony Brock
(Inf. Uriesco)
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La Chiesa presbiteriana nel Ruanda
ha chiesto al Consiglio missionario, a
Bruxelles, di cessare il suo aiuto finanziario, perché « le condizioni imposte in relazione a questo aiuto non sono più accettabili ».
Il Consiglio missionario protestante
coordina il lavoro mi.ssionario delle
Chiese riformate del Belgio, dell’Qlanda è della Svizzera.
Alla redazione di questo numero
hanno collaborato Claudia e Ro- |
berlo Peyrot, Berta Subilia.