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/xnno IV
numero 28
del 12 luglio 1996
L. 2000
i ;,edizione in abb, postale/50%
lorino
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Bibbia e attualità
SETTIMANALE DEL
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ODISTE,
La vittoria olottorale al secondo turno dolio elezioni russe indebolisce Eltsin
ADORARE L'incerto futuro della democrazia in Russia
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IL SIGNORE
ÌNSEGNA la Bibbia che dove c’è lo
Spirito c’è la libertà, e che la verità ci
farà Uberi. C'è uno stretto legame fra limrtà e adorazione. La vera adorazione
scaturisce dalla libertà, è la dimensione
profonda dell’adorazione. Ogni tentativo di limitare o delimitare, di irrigidire
le espressioni dell’adorazione suppone
una limitazione e un guinzaglio alla libertà. L’altro sostantivo che definisce in
Paolo l’adorazione è l’ordine: ogni cosa
sia fatta con decoro e con ordine. Nelle
nostre assemblee di culto bisogna procedere con ordine, mantenere Vequilibriofra libertà e ordine. Per questo motivo noi a volte chiamiamo ordine del
xulto la disposizione e la durata di ogni
elemento o parte del nostro culto di
adorazione. Perché ogni elemento
dell’ordine del culto è un atto di adorazione a Dio, nello Spirito, attraverso
Gesù Cristo: non è adorazione solo la
preghiera di lode, l’acclamazione, ma
anche l’ascolto della parola, la confessione dei peccati e della fede.
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Tra il prìrno ministro Chernomyrdin e il generale Lebed si confrontano due visioni antitetiche
delia politica, dell'economia e della società. Intanto II paese è sull'orlo della bancarotta
MAURIZIO MASSARI*
ORIGINARIAMENTE i battisti non
consideravano incompatibili la liibertà e l’ordine, ma tentarono di stabilire un ordine del culto fedele alla Scrittura dove la libertà dello Spirito e la libertà del credente fossero garantite sem
za manipolazioni delle emozioni dei
sìngoli e senza sbarrare la strada allo
Spirito. Osservando attentamente il Salmo 122, che fu scritto per essere cantato
dai pellegrini che accorrevano a Gerusalemme in occasione delle grandi feste
annue, vediamo come questi due elementi, libertà e ordine, sono tenuti insieme nell’adorazione dell’Eterno. Questo salmo mette in risalto la gioia della
comunione fraterna nella libertà. Questo potrebbe essere un titolo alternativo
dei Salmo 122. Adorare è celebrare
l’Eterno, Dio di grazia e dell’alleanza,
essergli riconoscenti per tutto ciò che
egli ha compiuto nella storia in nostro
favore; è partecipare insieme ai fratelli e
alle sorelle nella gioia di un doppio incontro con l’altro essere umano.
PER arrivare a Gerusalemme, al
tempio, si va in compagnia di altri
pellegrini, si fa un pezzo di strada insieme ad altri. C’è l’invito dell’amico, del
vicino: «Andiamo insieme alla casa
dell’Eterno». È un invito che porta
gioia, perché insieme accorriamo «ai
cortili di Dio per i quali brama e langue
l’finima nostra» (Salmo 84, 2). Un appuntamento con Dio: accorriamo insieme, per incontrare insieme Iddio nella
sua casa. «Beati quelli che abitano nella
tua casa» (Salmo 84, 4), perché incontrano Dio, stanno dinanzi all’Eterno.
Adorare è questo doppio incontro, in
Cui l’altro viene incontrato alla presèriza di Dio. «Io mi sono rallegrato - inizia
il Salmo 122 - quando mi hanno detto:
"Andiamo alla casa dell’Eterno’’». La
gioia deU’incontro si vive con gli altri,
non è individuale. È la gioia di ritrovare
chi come noi ama il Signore, è la gioia
dell’essere trovati dalTaltro e da Dio.
T f INCONTRO nel tempo e nello spa■tr zio con Dio, che si lascia trovare
da noi, anzi ci cerca e innesca la dinamica dell’incontro con l’altro essere
nmano è il presupposto dell’adorazione. «Dove due o tre si incontrano per
¡invocare il mio nome, io sqno Ti in rnez20 a loro». La radice dell'adorazione
evangelica è l’incontro con Cristo che è
i'incontro con l'altro essere umano.
Aprirsi al mistero e alla trascendenza
lignifica, nel contesto del culto cristiano, riconoscere Cristo nei suoi travestimenti umani, incontrarlo In un'umanità che soffre e che diventa popolo (di
^io), corpo (di Cristo), e tempio (dello
Spirito), cioè chiesa umana e trinitaria,
assemblea di uguali, seme e anticipo
della nùova umanità.
Martin Ibarra
E elezioni presidenziali appena
__i svoltesi in Russia sono sostanzialmente servite a poco, anche sè
Ì’Occidente ha accolto con un sospiro di sollievo la seconda investitura di Eltsin. Da un lato si sottolinea che il fatto stesso che le elezioni abbiano avuto luogo costituisca
in sé un grande passo in avanti verso il consolidamento della democrazia in quel paese; dall’altro si
apprezza il fatto che, con la sconfitta di Zyuganov, il male maggiore è
stato evitato e che la Russia potrà
quindi guardare con fiducia al proprio futuro.
A queste opinioni è però facile
contrapporre i seguenti argomenti:
a) di elezioni in Russia se ne erano
già'svolte almeno due, di cui una
appena sei mesi prima, per cui non
è che vi fosse un impellente bisogno di dimostrare airesternO che
anche in quel paese le tecniche procedurali della democrazia possono
funzionare; b) la vittoria di Eltsin è
stata costruita facendo ricorso a
mezzi che hànno spesso offeso diversi capisaldi della democrazia; c)
Eltsin ha vinto si, ma 11 candidato
comunista ha pur sempre ottenuto
il 40% dei voti, di cui bisogna tener
conto perché in un paese che attraversa una così drammatica transizione come la Russia un’eventuale
applicazione della regola del maggioritario, «chi vince piglia tutto»,
avrebbe effetti sociali ed economici
dirompenti. Le aperture ai comunisti fatte dallo stesso Eltsin subito
dopo le consultazioni sono un segnale della sua consapevolezza che
la vittoria ottenuta è «mutilata».
Tuttavia gli argomenti che sollevano i maggiori punti interrogativi
riguardano i futuri assetti di poteri
e il destino di quella stabilità politica che a prezzo di cannonate prima
e compromessi poi aveva retto dalla fine del 1993 ad oggi. Se l’obiettivo delle elezioni doveva essere.
quello di consolidare definitivamente il governo di «centro» rappresentato dal binomio Eltsin
Stazione dì autobus in una cittadina dì, provincia
Chernomyrdin e dare stabilità al
paese, ebbene quest’obiettivo è fallito del tutto, per almeno due motivi: innanzitutto lo stress della cainpagna elettorale ha reso ancor più
precario lo stato di salute di un presidente che, già privo di una sua solida e autonoma base di potere, appare sempre meno in grado di
orientare la bussola politica della
Russia di fine millennio. A ciò si aggiunga il fatto che, per non perdere
le elezioni, Eltsin è stato costretto a
stringere un’allean;^ con un potenziale «cavallo di Troia» qual è il
generale Lebed.
Risultato paradossale di tutto ciò
• è che la vittoria elettorale ha indebolito anziché rafforzato Eltsin e ha
riaperto i giochi per il controllo delle leve del potere. La contrapposizione principale che sembra emergere è quella tra il partito del generale Lebed e il primo ministro
Chernomyrdin. Il primo, pur essendo anticomunista, interpreta una
visione della politica ptoritaria e
nazionalista in cui ordine, giustizia
e morale sono i valori-obiettivi
principali: il secondo è invece
l’ideatore del capitalismo amorale
dei «clan» affermatosi negli ultimi
anni e che ha in parte modernizzato, ma soprattutto criminalizzato la
Russia odierna. Due visioni antitetiche della politica, deU’economia e
della società che non potranno non
venire a una collisione che potrebbe anche ricondurre prima o poi a
una situazione del tipo di quella
dell’ottobre del 1993 con il confronto armato tra gruppi di potere.
A differenza del 1993, la situazione oggi è però ben più complessa e
incerta. Allora c’era una dicotomia
politica più netta e Eltsin e il campo democratico poterono fare affidamento sull’aiuto dei militari e
del «centro» di Chernomyrdin per
neutralizzare l’opposizione nazional-comunista di Khasbuatov e
Rutskoi. Oggi lo scontro principale
si svolge all’interno dello stesso
campo anticomunista, svuotato
tra l’altro degU elementi democratici, ed è difficile capire chi potrà
contare su quali alleati per, vincere
la lotta al vertice. Con il paradosso
e il pericolo che alla fine, tra i due
litiganti - se saranno Lebecke
Chernomyrdin a litigare - a godere
sia un terzo, in questo caso i comunisti che pur avendo perso le
elezioni potrebbero giocare un
ruolo decisivo nel decidere l’esito
finale del confronto e chiedere in
cambio una presenza significativa
nel nuoVo governo.
Sullo sfondo di queste lotte' di
potere restano pròblemi economici e sociali acuti, tenendo conto
che la vigilanza del Fóndo monetario sarà ben più rigorosa di quella
degli osservatori elettorali.}
* Impegnato nella carriera diplomar
tica. Autore del libro «La grande svolta
- La riforma politica in Urss (19861990)», Ed. Guida, 1990, Napoli.
ì ’
■ :-r'- 'Si è spento nella notte dei 22 giugno scorso
È morto il pastore André Dumas
Il past. André Dumas
si è spento il 22 giugno a
La Roche-sur-Yon, dopo
una lunga malattia. Nato il 7 dicembre 1918 a
Montauban (Tarn-etGaronne), André Dumas
aveva studiato teologia
nelle facoltà di Montpellier, Parigi e Basilea.
Era licenziato in filosofia e dottore in teologia.
«Equipier» della Cimade nel campo di internamento di Rivesaltes (1941-1942), fu segretario generale della
Federazione francese
delle associazioni cristiane di studenti (19431949), pastore della
Chiesa Riformata a Pau
(1949-1956), quindi càppellano universitario a
Strasburgo (1956-1961).
Filosofo e teologo, ha
occupato la cattedra di
etica e di filosofia alla facoltà di teologia protestante di Parigi dal 1961
al 1984. Decano della facoltà (1973-1975). Pensatore molto influente,
ebbe un ruolo di spicco
nei dibattiti sulla contraccezione e sull’aborto. Le sue qualità di teologo e di conferenziere,
unite all’originalità del
suo pensiero etico, furono apprezzate oltre 1’
ambito del protestantesimo francese. Specialista del pensiero di Die-,
trich Bonhoeffer, ex professore deU’lstituto superiore di studi ecumenici, aveva tura passione
particolare per l’arte e la
cultura.
Presidente del Consiglio di amministrazione
del settimanale Réforme
(1976-1983), membro
del comitato di redazione della rivista Esprit
(1952-1975), membro
del comitato d’onore del
«Secours populaire français». Nel marzo scorso
fu insignito del nastrino
della Legion d’onore e,
nel 1994, della Medaglia
dei Giusti dèlie nazioni.
André Dumas è stato
autore di numerosi libri
di successo: La guerre d’
Algérie (1959); Le contrôle des naissances. Opinions protestantes (’65),
tradotto dalla Claudiana: Une théologie de la
André Dumas (da Réforme)
réalité: Dietrich Bonhoeffer (1968); Croire et
Douter (1971): Prospective et prophétie (1972);
Théologies poli-tiques et
vie de l’Eglise (1977), tradotto dall’editrice Claudiana; Nommer Dieu
(1980): Cent prières possibles a982): L’amour et
la mort au cinéma (del
1983), in collaborazione
con la moglie Francine;
Protestants (1987); Marie
de Nazareth (1989); Vertus... encore (1989).
III
UNA «PROTESTANTE» NEL CONSIGLIO
DI AMMINISTRAZIONE DELLA RAI
Diversi mezzi di comunicazione hanno
sottolineato che Federica Olivares, uno
dei 5 membri del nuovo Consiglio di amministrazione della Rai designati dai presidenti delle Camere, è «protestante».
Effettivamente, l'ideatrice del netv/ork
«Donne in carriera» e dell'«European
women's management development network», nonché titolare dell'omonima casa editrice di Milano fa parte della «Prima Chiesa del Cristo, Scientista» di Milano, una delie tremila chiese di «Scienza
cristiana» sparse per il mondo. Si tratta di
un'organizzazione religiosa nata negli
Stati Uniti ad opera di Mary Baker Eddy
(1821-1910) che nel 1892 struttura il suo
movimento con la fondazione della
«Chiesa madre» di Boston. In italiano viene pubblicato un periodico dal titolo
«L'Araldo della scienza cristiana».
Protestante in senso stretto dunque
no, ma certamente non cattolica e nemmeno non religiosa. Probabilmente è
quanto ha interessato di più chi ha voluto prevenire le polemiche dell'opposizione secondo cui il nuovo Consiglio Rai è
interaménte «catto<omunista».
2
PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 12 LUGUO l ^ER
«Davide, avendo
saputo nel deserto
che Nabal tosava, le
sue pecore, gli mandò
dieci giovani, ai quali disse: “Salite a Carmel, andate da Nabal, salutatelo a nome mio, e dite così:
Salute! Pace a te, pace alla tua casa e pace a tutto quello che ti
appartiene! (...) siamo venuti in giorno
di gioia; e dà, ti prego, ai tuoi servi e al
tuo figlio Davide ciò
che avrai fra le mani”. Ma Nabal rispose
ai servi di Davide, e
disse: “Chi è Davide?
(...) Io dovrei prendere il mio pane, la mia
acqua e la carne che
ho macellata per i
miei tosatori, per
darli a gente che non
so da dove venga?".
(...) Allora Davide
disse ai suoi uomini:
“Ognuno di voi prenda la sua spada! ”.
Abigail, moglie di
Nabal, fu informata
della cosa (...) Allora
ueiiu cosa (...y /uiura
Abigail prese in fretta
duecento .pani, due
CC’M'C?
Otri di vino, cinque
montoni pronti da
cuocere, cinque misure di grano arrosti to,
cento grappoli d’uva
passa e duecento
masse di fichi e caricò
ogni cosa sugli asini.
Poi disse ai suoi servi:
“Andate davanti a
me; io vi seguirò”. Ma
non disse nulla a Nabal suo marito. Lei
dunque, in groppa al
suo asino, scendeva il
monte per un sentiero coperto, quando
apparvero Davide e i
suoi uomini che scendevano di fronte a lei.
(...) e gettandosi ai
suoi piedi, disse: (...)
“Ora dunque, mio signore, com’è i/ero che
vive il Signore e che
anche tu vivi, il Signore ti ha impedito
di spargere sangue e
di farti giustizia con
le tue proprie mani.
(...) Ti prego, perdonq
la colpa della tua serva, poiché per certo il
Signore renderà stabile la tua casa (...)
Allora Davide disse
ad Abigail: “Sia benedetto il Signore, il Dio
di Israele, che oggi ti
ha mandata incontro
a me. Sia benedetto il
tuo senno, e benedetta sia tu che oggi mi
hai impedito di spargere del sangue e di
farmi giustizia con le
mie mani »
(I Samuele 25,4-33)
TRA LE DONNE DIMENTICATE
Abigail convinc:e
che più tardi si
Davide a non usare la spada e gli preannuncia la promessa
verificherà, Davide riconosce in lei uno strumento di Dio
MARIE-nUNCE MAURIN CUISSON
Quando un paese conie il
nostro si trova sulla frontiera con paesi in guerra o con una
pace precaria come nell’ex Jugoslavia, gli argomenti guerrapace, violenza-nonviolenza diventano quotidiani. E quando
un millennio si chiude con stragi*apocaIittiche come in Ruanda, o quando la pace finalmente
raggiunta in Israele-Palestina
sembra non voluta da alcqni
che continuano a massacrare,
interroghiamo la Bibbia.
All’epoca in cui Davide era
,stato «promesso-re», mentre
Saul, il primo re d’Israele era
stato rigettato da Dio perché infedele, Davide si deve rifugiare
nel deserto quando Saul, geloso,
lo vorrebbe uccidere. L’hanno
raggiunto tutti quelli che erano
stati emarginati per varie ragioni, e insieme costituiscono una
banda armata. Il racconto realistico di Abigail fa pensare a un
piccolo passo teatrale in tre atti
con tre protagonisti.
li rifiuto
grazie a loro che facevano da
«muraglia» contro altri predoni.
Lo scatenarsi della violenza
bloccato da una donna
PRIMO atto; «il rifiuto» ha
luogo in una fattoria del sud
della Palestina dove ci sono
3.000 pecore. Si fa festa come
sempre per la tosatura di primavera. Il proprietario, che in un
primo tempo fa pensare a Giobbe e ai suoi ricchi allevamenti, è
l’opposto di Giobbe come persona, e non c’è traccia di fede in
lui; si chiama Nabal, cioè stolto.
Rifiuta di offrire qualcosa ai
cdmpagni di Davide, anche se i
suoi greggi sono stati protetti
Preghiamo
Uomini e donne
che Dio sia nel vostro cuore,
come la fiamma di una lampada.
Che Eg^i vi mantenga vi^i,
che vi indichi il vero amico,
la via giusta, il cibo che nutre.
Che Egli tenga lontano da voi
g^i animali feroci,
come la fiamma di una lampada.
Uomini e donne,
che Dio vi rassicuri nelle tenebre del mondo,
come la fiamma di una lampada. ,
Amen!
■ Henri Gougaud
(tratto da Al di là delie barriere, della Cevaa, 1995)
SECONDO atto: «lo scatenarsi
della violenza bloccato da
una donna», è ambientato sulla
china di una montagna: scendono da una parte Abigail in groppa al suo asino, dall’altra Davide
con 400 uomini con la spada.
Davide appare contraddittorio e
impulsivo. Dopo aver augurato
in modo cerimonioso «Pace a te,
pace alla tua casa», davanti a un
rifiuto reagisce esageratamente
volendo uccidere tutti gli uomini prima dello «spuntar del giorno». Ma sentendo le parole pacificatrici di Abigail, si calma altrettanto presto e si emoziona e
i primi pensieri di quest’uomo
di fede sono: «Benedetto il Signore che oggi ti ha mandata incontro a me, ripetendo: Benedetta tu che oggi mi hai impedito di spargere del sangue». Si annuncia già l’uomo che sa pentirsi, perché si sa amato da Dio.
Abigail, personaggio principale, è presentata come «donna di
buon senso e di bell’aspetto».
Non era presente quando il marito ha rifiutato di offrire qualcosa della sua festa ma si sente responsabile, e a questa notizia capisce che deve agire «in fretta»,
la situazione è pericolosa. Prende l’iniziativa per riparare i guai,
fa preparare tante belle provviste da offerire. Dopo, sul suo asino, chissà con quale ansia ripassava nella sua mente quello che
avrebbe detto a Davide. Quando
si getta ai piedi di Davide, si assume la colpa e dimostra la sua
fede; «Il Signore ti ha impedito di
spargere sangue e di farti giustizia con le tue proprie mani».
Con la sua generosità e il suo discorso convincente, lei senz’armi, perché la forza della nonviolenza è un’altra, è vincitrice di
Davide con i suoi uomini armati.
aspetti: la risposta di Abigail alla
richiesta di aiuto, la sua fede, e il
suo intervento pacificatore. Prima, Abigail non ha temuto di
condividere quello che possiede
anche con chi sta vivendo una
vita non regolare, anzi va loro incontro. Molti oggi sono in una
situazione momentaneamente
disastrosa, e ci chiedono aiuto,
come coloro che sono stati colpiti dalla guerra nell’ex Jugoslavia e che là dovrebbero ricostruire i loro beni e la loro convivenza; oppure le immigrate o gli immigrati che sono fuggiti alle sofferenze cercando rifugio da noi.
Sappiamo condividere con loro
le nostre feste, o siamo più pronti a dire, come Nabal; «lo dovrei
prendere il mio pane, la mia acqua e la carne... per darli a gente
che non so da dove venga?».
Spesso, come lui, non ci rendiamo neanche conto che essi partecipano al nostro benessere.
popolo come re), compimento
della promessa. Questo filo rosso
della profezia che veniva rivolta
al popolo d’Israele come parola
di Dio nell’Antico Testamento,
continua ai nostri giorni ad interpellarci: si chiama semplice-,
mente annuncio della parola di
Dio 0 testimonianza, e ciascuno
e ciascuna di noi è'chiamato/a
ad essere testimone dell’amore
di Dio che per noi si è manifestato chiaramente in Cristo.
Portatrice di pace
Abigail, strumento di Dio
N secondo luogo, Davide rico
L'epilogo
Nel terzo atto, cioè l’epilogo,
dopo l’ubriachezza del marito, e la sua morte, Davide ricorderà così bene Abigail che le farà
chiedere di diventare sua moglie. Grazie a questi tre protagonisti ci rendiamo conto che il
movimento della storia si svolge
nel cuore delle persone, le decisioni che ne scaturiscono trasformano la storia d’Israele. Possiamo mettere pin evidenza tre
IN secondo luogo
nosce subito che questa donna è strumento di Dio, le dice:
«Sia benedetto il Signore, il Dio
d’Israele che oggi ti ha mandata
incontro a me!». C’è qualcosa di
molto forte nelle sue parole a
Davide, non solo aveva capito
che sarebbe stato re d’Israele
«quando il Signore ti avrà stabilito come capo sopra Israele», ma
pronuncia la stessa profezia che
rappresenta il punto culminante
di tutta la storia di Davide, cioè
la promessa che il profeta Nathan farà più tardi a Davide; lei
fa già questa predizione: «Per
certo il Signore renderà stabile la
tua casa». E in queste parole non
c’è soltanto la promessa fatta alla dinastia di Davide, c’è molto
di più; dalla discendenza di Davide si verificherà poi la promessa della venuta del Messia. Questa donna debole e insieme forte
diventa profeta.
All’inizio di questo capitolo
25 veniva annunciata la morte
del profeta Samuele. Più tardi,
quando Davide sarà re, interverrà il profeta Nathan. In questo momento preciso del nostro
racconto, nel vuoto profetico tra
questi due profeti, ecco Abigail
che pronuncia lei le parole di
profezia. Questo discorso di Abigail a Davide riveste una grande
importanza, è il punto centrale
del racconto: fiducia della dinastia, protezione di Davide (che a
sua volta sarà poi protettore del
INFINE Abigail si dimostra
portatrice di pace. La sua finezza psicologica guida le sue
parole, in modo che riesce a
convincere Davide a rovesciare
completamente il suo proposito
di violenza, tanto che le ultime
parole di Davide ad Abigail sono: «Risali in pace a casa tua».
La violenza è stata sconfitta dalla nonviolenza. Le spade pronte
dei 400 uomini sono state inutili, le vite umane sono state risparmiate, l’odio che segue le
stragi non nascerà. Oggi, l’impegno nostro per la pace e la nonviolenza è urgente in un mondo
dove fioriscono le industrie delle
armi di ogni genere e numerose
guerre. Durante la prima guerra
mondiale sono nati movimenti
di donne per la pace, tocca a noi
farli crescere. E siamo tutti chiamati) donne e uomini, ad impegnarci per il disarmo, e a convincere i paesi a non obbligare a
pagare tasse per la difesa armata, ma a creare leggi per poter
scegliere una difesa non armata.
Può sembrare utopico nelle
nostre società in cui la sicurezza
è fondata sulla forza armata e
dove il terrorismo pullula; ma
non è più utopico della spropor’ zione tra una donna sola come
Abigail, che affronta 400 uomini
arrabbiati che hanno la spada in
mano. Il Consiglio ecumenico
delle chiese ha lanciato l’anno
scorso un programma di ricerca
e di azioni sulla lotta alla violenza; è importante parteciparvi,
perché siamo tutti violenti ed è
difficile imparare a gestire i conflitti. L’anno prossimo, a Graz, ci
sarà il 2“ incontro dei cristiani
europèi sul tema della riconciliazione, e la ricerca si sta avviando
nelle nostre chiese. L’amore che
Dio ha manifestato all’umanità
in Gesù Cristo chiede a ciascuno
e a ciascuna di noi di dare dei segni coraggiosi del Mondo nuovo
di Dio che ci è stato promesso.
Note
omiletich
tei
Questa donna, Abiqji
interviene in un mom^
difficiie delia vita di dÌ
de, durante il periodort la
egli non trascorre alla « ^
te: prima, molto giovai,
era stato alla corte del*
Saul (I Samuele 16-17)
alleviare la depressio, A Al
del re suonandogli |'af.
dopo avrà un lungo reo»
(circa dal 1004 al gì
a.C.). Nel nostro pass
Davide ha una vita ei^
bonda nel deserto, con il proce
capo di una banda dU Meirin
belli^emarginati. In seg, ,per le 1
faccia
to, Davide diventerà
modello del re, quello p^é)
importante per il popp) f" i
d'Israele; i re d'Israele'e, £ „
Giuda vengono giudi» ir»»“"
sul suo modello. ^^ure, o
Westermann dice
potrebbe vedere neH'asq
sa di Davide al trono,
punto culminante dellj
storia raccontata nell
tico Testamento. Si
vedere Davide come donò i
di Dio a Israele, da cy jlemil
l'àristo
in favo
cane. (
.'pronui
"confro:
ino Gal
erhergerà il salvatore atto
so per il futuro. Nei quat
tro libri (I e II Isaia, lei
Re) vengono sviluppati
«l'una accanto all'altra!
parzialmente l'una nell'al
tra» due linee: una storia
e una profetica.
Von Rad ci presenta con
il «più oggettivo realismo
il tortuoso cammino percorso dall'ex guerriero al
servizio, di Saul e poi
Filistei fino alla dignità re
gale su tutto Israele, eie
interpretazioni teologiche
posteriori non hanno matato nulla degli elementi
di questo quadro». «La
profezia di Nathan (Il Samuele 7) è diventata in
grandissima misura fonte della tradizione; è stata nelle epoche seguenti
sempre nuovamente intefpretata e attualizzata;
si trova anche l'origine
storica e la legittimazione
di tutte le aspettative messianiche». J- Mco r
Lo storico usa una gran
de libertà nei confront
del re, il che è unico nel
l'antico Oriente. Inizia una
concezione nuova delfi
gire di Dio nella storia;
prima, ad esempio, «n
miracoli, istituzidini sacrai
come la guerra santa; ora^
tutto cambia. Le forze che
agiscono provengono
dai
all'ini:
bro’*, G
e ffutt
Vjeienzi
'iSitario,
condui
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ìematii
ISann
Spini, 1
vi trave
no alj’i
titipeni
E solo
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fino al]
mente
L’opi
chiame
sualcu
teressE
nanziti
àieice
iiieon;
i. in fase
simo I
Toscai
cuim
Soci
le persone. L'agire di Dio
non è più «intermittentet
ma è nascosto e abbraccia
tutti i campi del|a vita,
particolarmente «il cuore
umano».
Ci si può chiedere perché l'autore dell'opera
storica deuteronomistiU
abbia raccontato quest
episodio, mentre ne twe
altri: difatti, Davide ha
avuto molte ntogli, fra»
prima, Mical, figlia del «
Saul, e l'ultima, Bath-Slw
ba per la quale ha uco»
il marito Uria, noaccnia
dosi della più grande co
pa della sua vita, le e
conseguenze ricadrann®
su tutta la sua famig la, "
quanto questa vioien»
chiama altre violenze.
lo di queste tre
(Mical, Abigail,
ba) possiamo legger®
qualcosa della loro v '
conoscerle.
A Hebron Davide
avuto altre mogli: Ain
di Izreel, Maaca, Aggn',;
mò9®
AbitarEgla, ognuna »»
minata madre di uri 9 .
maschio. A GerusalenjiJ
Davide prende «al»^ ,
gli e concubine» (H ’
muele 3, 2; 5, 13).
Per
appro
fondín
zione all'Antico
to, Paideia, 1979
- C. Westermani^-^
stamento, Marietta ^
- G. von Rad, r® «
- G. von nav, • m
dell'Antico Testam
Paideia 1974. pai
- Elizabeth ‘Sree”- ^
silenzio alla pafo ó-tj/a,
di donne nella
Claudiana, 1992
Si
temt
dese
sciei
sann
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Rifoi
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PAG. 3 RIFORMA
L'ultimo libro di Giorgio Spini propone un'interpretazione nuova dei fatti
Perché fu processato Galileo?
[a condanna dello scienziato non sarebbe dovuta tanto al contenuto delle sue
l leorie scientifiche quanto ai giochi di potere dell'ambiente curiale dell'epoca
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CURIOSA vicenda, quella
di Galileo: noi ci ricorliHamo di lui soprattutto per
Recesso che subì da parte
leiriuquisizione romana,
per le torture (pare solo miacciate e mai veramente
lite), per l’abiura alle sue
llee che gli fu strappata, per
¡’esilio cui fu costretto. Ep)ure, come ci ricorda giustamente Giorgio Spini proprio
all'inizio del suo agile liGalileo ebbe una lunga
eftuttuosa carriera come
toenziato e docente univerwario, durante la quale potè
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'hiemi la sua battaglia contro
raristotelismo dominante e
in favore delle idee eoperni'cane. Quando l’Inquisizione
pronunciò la condanna nei
^confronti del copernicanesimo Galileo aveva già 52 anni,
godeva di grande reputazionepresso i Medici (come matematim e filosofo di corte). I
16 anni che seguirono, nota
Spini, non gli causarono gravì traversie; non perse, almeno all’inizio, né incarichi né
^Stipendio né altre prebende.
; E solo l’ultimo atto della sua
; deenda, con il processo del
; 1632-33 e il confino a Arcetri
fino alla morte (1642) è veramente doloroso e avvilente.
L'opera di Spini intende riftiamare la nostra attenzione
su'alcuni aspetti piuttosto inteiessanti della vicenda. Inmpàtutto il ruolo della corte
fflefiieea: negli anni in cui Gaieohasce a Pisa, la città era
di rilancio, sia econoìfflico che culturale. Inoltre la
per la scienza di CoMo I e Francesco I crea in
Toscana un’atmosfera «per
óuiun giovane dal cervello
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)2.
Società di studi valdesi
^ XXXVI
Congresso
Si terrà dal 1° al 3 settembre presso la Casa valdese, con la direzione
scientifica della prof. Susanna Peyronel, il XXXVI
-Convegno di studi sulla
Wfornia e i movimenti religiosi in Italia organizzato
4alla Società di studi vaidesi. Tema prescelto è
«Circolazione d’uomini e
di idee tra Italia e Europa
uelTetà della Controriforma». Ne discuteranno una
serie di studiosi italiani
ffaolo Simoncelli, Achille
Olivieri, Aldo Stella, Simoaetta Adorni Braccasi, Guido Dall’Olio, Silvano Gavazza, Edoardo Barbieri,
Giulio Orazio Bravi, GiamP^°lo Garavaglia, Claudio
Gl Filippo Bareggi) ed esteri come Aart De Groot
¡^fi'ccht), Manfred Welti
JnUschwill-Basilea), Brigit® Schwarz (Ticino), più al^uni nomi familiari come
ideili di Emidio Campi, AlDe Lange, Daniele
hon, Giorgio Vola.
Fra i personaggi affronta Pietro Gelido, Pier Marte yefn^¡g¡¡^ Vincenzo Paivicini, Antoine Léger. La
giornata del martedì si
oncluderà come di condeto con una serie di rela^diii a tema libero prevenyamente proposte al Seg»0 della Ssv.
rii’® t^nrizioni al convegno si
entro il 2(y agosto
ta segreteria della So'età (tei. 0121-932179, fax
^566) dalle 14 alle 16,30.
sveglio, come Galileo, poteva
sentirsi incoraggiato a percorrere la via della ricerca scientifica» (p. 10), e forse anche la
voglia di sfidare un aristotelismo sì dominante nelle università e in certa teologia, ma
ormai sterile e incapace di affrontare le sfide culturali poste dalla società in evoluzione. La stessa adesione al copernicanesimo potrebbe essere stata influenzata da speculazioni neoplatoniche sull’armonia del cosmo e solo
come simbolo di ordine razionale, speculazioni a cui
avevano attinto i Medici nel
dare il nome a alcune città
fortificate alla cui costruzione
aveva lavorato anche Galileo.
Insomma, la corte dei Medici è punto d'appoggio e riferimento forte e costante
per Galileo, ambiente vivace
culturalmente, politicamente
aperto, munifico, con un’in
fluenza ben definita su Roma
papale. Perché allora il processo e la condanna? Su questo tema gli studi sono moltissimi, ispirati a ipotesi varie
e non,sempre convergenti.
Spini mette in rilievo come
non si possa certo accusare
Galileo di essere ateo o anticristiano; ambiguo e a volte
opportunista, questo sì, o per
necessità o per quieto vivere,
ma sostanzialmente in buoni
rapporti con la Curia. Fu veramente il tentativo smascherato di strumentalizzare
il papa da parte di Campanella, unito alla convinzione
di essere stato in qualche
modo deriso nel Dialogo sopra i due massimi sistemi, a
far cambiare l’atteggiamento
di Urbano Vili Barberini, che
prima difende e appoggia
Galileo e poi ne autorizza il
processo inquisitoriale? La
tesi di Spini, ben documénta
ta e convincente, è sostanzialmente questa, con il corollario di una parziale perdita di influenza della corte fiorentina in un periodo di interregno, che non riesce (o
non vuole) difendere il proprio filosofo ufficiale.
Ruolo chiave gioca la Compagnia di Gesù, che oltre tutto aveva il dente avvelenato
con Galileo per molti motivi:
tra questi (ma Spini non ne
parla) sembrerebbe esserci
anche la collaborazione o
l’avallo dato da Galileo quando era a Padova, alla politica
di Venezia contro le scuole
aperte sul suo territorio dalla
Compagnia. Spini sottolinea
con molta chiarezza che Galileo sapeva che il processo e
la condanna non erano causati da fanatismo religioso,
anche perché molti campioni dell’aristotelismo dominante (e che uscì rafforzato
dalla sua condanna) erano
sostanzialmente atei e materialisti. Era conscio di essere
rimasto vittima di giochi di
«potere curiale», cui la sua
persona e le sue convinzioni
scientifiche erano tutto sommato estranee.
L’opera di Spini ha il pregio
di essere chiara e ben documentata. Certo, oltre alla
simpatia dello studioso per
un personaggio di indubbia
grandezza, appare chiara
l’ammirazione umana del toscano e protestante Spini nei
confronti del conterraneo
maltrattato ingiustamente da
Curia e Inquisizione; ma que-,
sto, a mio parere, non fa che
rendere l'opera più appassionata e convincente.
(*) GioftGio Spini, Galileo, Campanella e il «divinus poeta».
Bologna, 11 mulino, 1996, pp 90,
£ 16.000.
Un libro della teologa cattolica Maria Caterina Jacobelli
Riscoprire la Bibbia per onestà verso Maria
GIANNA SCICLONE
La teologa cattolica Maria
Caterina Jacobelli ha
scritto un libro coraggioso su
Maria, la madre di Gesù.
Uscito di recente, il libro* si
propone di ricercare la giovinetta di Nazaret che lo mise
al mondo, spogliandola di
tutte le sovrastrutture che .su
di lei si sono cumulate nei secoli e ne hanno cancellato gli
aspetti umani; «Quasi venti
secoli di veneranda tradizione
ci hanno dato di lei un volto
che forse non è il suo» (p. 12).
L’autrice si propone di cercare quello vero interrogando i
passi del Nuovo Testamento
e indagando sugli scritti della
Patristica del I millennio.
Jacobelli elenca i testi biblici, non numerosi, ma da cui
emergono alcuneAiaratteristiche fondamentali: il rapporto con Giuseppe e con altri parenti (Zaccaria e Elisabetta), un carattere dotato di
coraggio e indipendenza
(viaggi e trasferimenti faticosi), il parto in condizioni disagevoli, l’allevamento di Gesù e di altri figli e figlie, menzionati nei Vangeli di Matteo
e Marco: dal Nuovo Testamento si ricava anclie che
Maria ha creduto in Gesù: secondo Giovanni è stata ai
piedi della sua croce, e più
tardi (Atti) ha atteso la venuta
dello Spinto. La prima comunità dei discepoli la riconosce
come la «madre di Gesù».
A questi dati vengono paragonati i testi dei Padri, studiando ampiamente i loro
commenti ai testi biblici dove
si menziona Maria. L’autrice
rileva come venga trascurato
il motivo della fede per privilegiare il discorso sulla verginità: Vergine e Madre di Dio
saranno i titoli con cui i Padri
la menzioneranno più spesso, riuscendo a ricavare lunghi discorsi sulla verginità
prima, durante e dopo il parto, anche da testi come le
nozze di Cana, dove semmai
si parla della fede di Maria in
Gesù. Quando commentano
il testo in cui Maria e i fratelli
di Gesù lo cercano per riportarlo a casa, i Padri si dilungano a spiegare che i fratelli
sono cugini o fratellastri. E
infine nel testo di Giovanni,
quando Maria viene affidata
al «discepolo che Gesù, amava», i Padri vedono una ulteriore conferma della verginità
di Maria, anzi alcuni insistono anche sulla verginità di
Giovanni, motivo per cui Malia gli sarebbe stata affidata.
Le citazioni dei Padri sono
ampie e costituiscono una
vera miniera per lo studioso.
Un po’ oscura resta tuttavia
la motivazione per cui avviene questo «spostamento di
piani» e la costruzione di una
immensa e splendida cattedrale che ha bisogno della
verginità di Maria per giustificare la sua paura della sessualità, il rifiuto della libertà
di usarla, un giudizio che diverrà sempre più ossessivamente negativo della vita coniugale.
Jacobelli analizza a lungo
l’ancestrale paura maschile
della funzione generatrice
della donna: Maria, immagi
nata dai maschi m gran parte
celibi, deve essere fuori da
ogni materialità che possa insozzarne l’immagine; deve
essere «pensabile senza paura» (p. 195). Da qui la negazione totale di tutti gli elementi umani, che porta ad
annientare non solo la realtà
umana di Maria, ma anche la
realtà dell’incarnazione di
Cristo.
L’autrice nei suoi toni discreti, pur dicendosi grata a
coloro che di Maria hanno
fatto una cattedrale bellissima (ma noi non ci uniamo in
questa gratitudine) di fatto
prosegue sritontando pezzo a
pezzo questa cattedrale, dimostrando per esempio come la citazione di Isaia 7, 14
(ecco, la vergine diverrà incinta) si riferisca alla nascita
di Ezechia dalla giovane sposa del re al tempo del profeta
e come là non ci sia nessun
bisogno di esaltare nessuna
verginità pur parlando di un
intervento miracoloso di Dio.
Soprattutto Jacobelli vorrebbe smantellare la concezione
di fondo che ha creato la cattedrale, e cioè che la sessualità sia frutto del peccato,
mentre invece essa è frutto
della buona creazione di Dio
e ritiene, forse un po’ ingenuamente, che gli odierni
strumenti esegetici e la maggiore conoscenza biblica
possano fondare una rilettura di tutta la figura di Maria.
{*) Maria Caterina Jacobelli:
Onestà verso Maria. Considerazioni sui testi mariani dei primo
miilennio. Brescia, Queriniana,
1996, pp 332, £32.000.
Non fu conflitto fra fede e scienza
Galileo
e l'autoritarismo papale
GIORGIO TOURN
PER gli storici e gli uomini di cultura una svolta
epistemologica sul cammino della scienza, per l’italiano-medio un processo, come tutti i processi italiani,
pieno di omissis. Sull’uno e
sull’altro versante della vicenda tutto è stato detto e
scritto, in dotti volumi e a
teatro (Brecht).
Solo un toscano, assuefatto a muoversi nei labirinti
della politica medicea dalla
Signoria a Palazzo Pitti, e ,distaccato osservatore di
queir altro labirinto, quello
della Roma papale e, ciò che
più conta, conoscitore del
complesso e enigmatico
XVII secolo, poteva pensare
di riaprire un «dibattito galileiano».
Giorgio Spini lo fa in una
settantina di pagine scorrevolissime, rapide e ironiche,
discutibili magari in ambiente accademico, ma per
noi profani divertimento alla lettura, ma assai più che
un «divertissement» quanto
al contenuto. Pagine di storia dell’Italia secentesca che
fanno pensare all’Italia contemporanea. Il grande dibattito, il tragico conflittò e
l’appassionato scontro fra
fede e scienza, che dilacera
il povero Galileo e le tenebrose aule dèi Sant’Uffizio,
si dissolve sotto la penna di
Spini e si riduce a ben più
modeste dimensioni, al gioco miserello della piccola
cucina romana, alla presunzione di un papa che, dopo
averlo lodato e quasi riverito, stronca un buon cattolico quale è Galileo.
Urbano Vili si crede grande poeta e Versifica senza
posa ili latino robetta che
non merita ricordare, e che
molto abilmente Tommaso
CEimpanella aveva lodato in
modo smaccato la liberazione dal carcere. Non sólo
«poeta divino», ma grande
mente si crede papa Barberini, e quando Galileo nel
suo «Dialogo sopra i due
massimi sistemi» ne contesta le tesi in materia astronomica si inalbera e impone una condanna esemplare che né il Sant’Uffizio né i
gesuiti, consapevoli della
sua assurdità, intendono
contrastare.
Galileo vittima di un papa
autoritario, tutto qui? Tutto
qui, basta e avanza; perché
il fatto che il problema non
si situi a livello di conflitto
Giorgio Spini
Tede-scienza, ma a quello di
potere papale in ambito
culturale non significa che
sia di minipia portata. Il caso Galileo diventa forse ancor più simbolico, è il lato
oscuro, tenebroso dell’irresistibile ascesa dell’autoritarismo personal-ideologico
del pontefice romano. Deideologizzata e ridotta a meschina vicenda di palazzi
vaticani, la vicenda galileiana assume aspetti ancor più
tragici e inquietanti. Merita
rifletterci.
I«
1 Interpretazione di Maria
Un «segno» da decodificare
Tra le prese di posizione
più recenti. Maria Caterina Jacobelli cita prima di
tutto Paolo VI, che ha tentato di restituire a Maria la sua
dimensione umana, e vari
scritti del Concilio Vaticano
II nei quali c’è l’apertura al
nuovo studio è alla rielabofazione di «Maria come “segno”
che attende di esser decodificato per gli uomini d’oggi» (p.
275). La revisione dell’immagii\e di Maria porta l’autrice
ad auspicare una revisione
più ampia di tutta la teologia
e dell’etica: un lavoro immenso, ma ineludibile, se si
vuole testimoniare oggi, perché «l’immagine di Dio che la
teologia continua a presentare è diventata un rotolo di
cartamoneta senza più valore
di scarribio» (p. 279).
Innanzitutto deve essere
cambiata la concezione dualistica che contrappone Ip
spirito e il corpo nell’uomo.
V’è un significato positivo
della corporeità, disprezzata
dai Padri della chiesa, ma tenuta in onore nel linguaggio
biblico che racconta come
Dio abbia sempre provveduto ai bisogni dell’uomo. L’insistenza sulla perpetua verginità di Maria viene dall’eresia docetista, che rifiuta di
attribuire a Cristo un corpo
umano nel vero senso della
parola.
Negli ultimi capitoli l’autrice giunge poi a analizzare il
significato profondo del rapporto uomo-donna, per indicare nella loro relazionalità
l’immagine di Dio; fa ricorso
al concetto trinitario per par
lare dell’essere relazionale di
Dio in se stesso; e infine pone
in rapporto il piacere sessuale con il godimento di Dio
nel suo essere. Forse è un po’
troppo. È giusto lo sforzo di
ricupero in positivo della sessualità che il cristianesimo, e
in particolare il cattolicesimo,
hanno troppo vituperato. Però lasciamo pure la sessualità
fra le buone cose create, ^nza rivestirla per forza dì significati teologici, che sono già
stati la trappola dei culti cananei. Che cosa sia l’immagine di Dio resterà ancora a
lungo un mistero che non dovremo pretèndere di risolvere
una volta per tutte.
Nella Postfazione scritta dal
teologo tedesco Bernard Haering vi sono brevi cenni
scritti con ben maggiore calitela, che però si concludono
dicendo: «L’aspetto e il miracolo biologico va radicalmente ridimensionato». Ben venga questo ridimensionamento al quale Jacobelli ha contribuito con efficacia, pazienza e coraggio. Grazie. (g.s.)
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
È morto Roberto Nisbet, un pastore che ha vissuto la storia di questo secolo
Perdono^ la parola della vita in Cristo
/ primi incarichi in Sicilia e poi alle Valli, i difficili anni della guerra e l'attività,
conclusasi solo pochi anni fa, del riordino dell'archivio della Tavola valdese
LUCIANO DEODATO
IL 29 giugn
Roberto Giovanni Nisbet.
Nell’aprile scorso aveva compiuto 92 anni. Con lui scompare uno dei protagonisti della storia recente delle nostre
chiese: personaggio amato e
controverso si è trovato a vivere al centro delle speranze
e delle contraddizioni, degli
slanci e delle cadute di tono
del difficile e appassionante
cammino delle nostre chiese.
Né avrebbe potuto essere diversamente. Non solo perché
nella sua lunga esistenza ha
vissuto la storia di questo secolo e le sue tragedie ma an-:
che perché, come pastore, ha
dovuto leggere per sé e per gli
altri e vivere i fatti e riflettere
su di essi alla luce della Parola di Dio.
Inglese da parte degli ascendenti paterni (il nonno
partì missionario per le lontane isole Samoa), valdese da
parte di madre, parente di
queir Augusto Coìsson missionario nello Zambesi fu,
spiritualmente parlando, figlio del «Risveglio». Nacque e
crebbe a Genova (il padre era'
capitane e armatore); frequentò la Facoltà di teologia
a Roma, studiò a Edimburgo,
iniziò il pastorato a Vittoria
(1929-30) poi passò a Riesi
(1930-32) e dopo ad Angrogna (’32-40). Nel ’40 gli fu affidata la direzione del Convitto maschile di Torre Pellice,
che tenne fino al ’48. Dopo
l’8 settembre ’43 il Convitto
fu occupato dalle truppe tedesche. Nisbet all’epoca era
vicemoderatore e archivista
della Tavola. Riuscì a nascondere in luògo sicuro i preziosi
documenti dell’archivio, ma
non potè sottrarsi alle lacerazioni di quel drammatico periodo. Davanti alla pistola
Spianata dell’ufficiale tedesco
che gli ingiungeva di rivelare
il nascondiglio di Francesco
Lo Bue disse: «Lei spari pure,
ma io non glielo posso dire».
Ai partigiani che gli chiedevano di fare pressione sui pastori perché si schierassero
ufficialmente a favore della
Resistenza scrisse: «In queste
tremende situazioni in cui
spesso le nostre borgate sono
prese sotto il fuoco di due opposte formazioni, noi rivendichiamo solennemente il diritto dei vecchi, delle donne e dei
bambini ad essere rispettati e
protetti. Per tutelare questa
povera gente (...) sono rimasti
i Pastori. (...) Abbiamo supplicato perché le azioni belliche
risparmiassero le Chiese e le
popolazioni. E quando i Pastori hanno ricevuto l’invito
di mettere davanti alle popolazioni il dilemma perentorio:
0 la consegna dei giovani o la
distruzione dei paesi e la deportazione delle popolazioni,
i Pastori si sono preoccupati
di a^re per il meglio, in vista
di tutelare per quanto possibile la sorte di donne, vecchi e
bambini inermi e indifesi».
Dopo la guerra Roberto Nisbet andò a Venezia (’48-52),
poi tornò a Torre Pellice per
dirigere la Claudiana (’52-59),
infine per un anno lavorò
nella nuova parrocchia di
San Secondo, Le tappe successive furono Sampierdarena e Sestri Ponente (’59-63),
Vallecrosia (’63-69), Sanremo
(’69-75). In questo ultimo periodo inventò con successo
«telefono amico». Pensionato
e finché gli riuscì di fare i tre
piani di scale della Casa valdese, riorganizzò l’archivio
della Tavola, mettendo dunque ordine nella memoria
storica delle nostre chiese.
Numerosissimi i suoi incarichi nella amministrazione:
Il pastore Roberto Nisbet neH’archivio della Tavola valdese
per 14 anni membro della
Tavola, per 7 vicemoderatore, presidMite della Ciov, della Commissiotie regolamenti
e anche della Casa delle diaconesse: «Io - diceva con humour, sbottando in una delle
sue omeriche risate - che non
capivo niente delle donne!».
Ebbe un incredibile successo
con un famoso libello di acuta e graffiante polemica, «Ma
l’Evangelo non dice così», che
conobbe decine di edizioni e
revisioni. Documento di un’
epoca di dura contrapposizione confessionale in cui era
lecito ragionare in bianco e
nero; ma documento anche
di una profonda passione per
la verità dell’Evangelo.
In questo verità il «risvegliato» Nisbet toccò il mondo
del rigore «calvinista». Inflessibile per sé e per gli altri, a
volte anche duro, senza cedere a mediazioni. Una passione e inflessibilità che lo
condussero negli anni intorno al ’68 a tenere la politica
lontana dalla chiesa e nel ’75
a dare vita al movimento della Tev (Testimonianza evangelica valdese). Qualunque
sia il giudizio che la storia
darà su quegli anni, fu comunque un momento di crisi
per tutti: la chiesa rischiò la
spaccatura, ma riuscì a mantenere la coesione perché in
ognuno prevalse il senso di
responsabilità.
Ma vedrei lo spessore dell’
uomo e la profondità della
sua fede non solo negli anni
dell’impegno e deile battaglie
Amicizia ebraico-cristiana a Venezia
La letteratura yiddish
NOEMI LA FATA
TJ avvenuto, quindi può
accadere di nuovo:
questo è il nocciolo di quanto
abbiamo da dire». Così scrive
Primo Levi ne / sommersi e i
salvati nel 1986. E con questa
citazione la pastora Laura
Leone ha aperto la conferenza sulla letteratura yiddish tenutasi a Treviso sabato 25
maggio e organizzata dalla
Chiesa valdese e metodista di
Venezia. Relatrice era Adele
Salzano, segretaria del gruppo diocesano di ricerca sull’ebraismo, impegnato da
trent’anni nel dialogo interreligioso nell’ambito dell’
amicizia ebraico-cristiana.
La presenza di testi di letteratura in lingua yiddish risalenti al secolo scorso e
all’inizio del nostro documenta senza ombra di dubbi
resistenza di una grossa comunità ebraica nelle regioni
dell’Europa orientale (tra
Germania e Polonia soprattutto). Questo smentisce le
tesi dei revisionisti storici,
negatori della Shoà e dei
campi di sterminio, argomentate sostenendo che In
quelle aree geografiche non
esistevano ebrei da sottoporre a «soluzione finale».
Oltre a questo molo, la letteratura yiddish svolge una
funzione di conoscenza di
una cultura particolare, nata
dall’incontro tra il popolo
ebreo e le zone del suo inseditunento. Lo stesso yiddish è
un crogiolo di influenze linguistiche diverse. Nato come
sorta di dialetto tedesco con
una matrice di ebraico, si è
evoluto nel tempo come una
lingua volgare, usata dal po
polo nella vita di tutti i giorni
e aperta alle altre lingue secondo gli spostamenti forzati
a cui erano sottoposte le comunità ebraiche. L’ebraico
continuava ad essere usato
per le cerimonie sacre ma
sempre meno persone lo studiavano e conoscevano al di
fuori delle preghiere e dei
passi biblici imparati a memoria. Ai contrario si diffondeva lo yiddish, parlato insieme con la lingua ufficiale del
luogo in cui la comunità
ebraica era insediata.
Nel secoli) scorso di sentì
l’esigenza di elevare questa
specie di dialetto a vera e
propria lingua compiuta, con
tanto di grammatica. Gli
scrittori che per primi usarono lo yiddish in letteratura si
posero l’obiettivo di «istruire» le persone, cercare di trasmettere loro non solo un po’
di cultura ma anche insegnamenti morali, nell’ambito di
quel risveglio del misticismo
ebraico conosciuto come
hassidismo. 11 risultato sono
testi letterari ma anche teatrali, sempre intrisi di quell’
autoironia che è tipica del
mondo ebraico.
Testi tra l’altro non sempre
facilmente reperibili, considerando che pochi sono in
grado di tradurli. Di quella
comunità di 11 milioni circa
di persone che negli anni ’30
pensava che tutti gli ebrei,
per essere tali, dovessero conoscere lo yiddish, pochi
esponenti sono sopravvissuti
alla follia nazista. Nella speranza che questa testimonianza non venga persa per
sempre, sarebbe auspicabile
promuoverne la conoscenza
anche in Italia.
ih cui Nisbet ha dato ii meglio
delie proprie forze, ma in due
contributi giunti in questi ultimi mesi alla nostra redazione. Il primo è una meditazione pensata per il 2 novembre
e pubblicata sul n. 40 del 27
ottobre ’95. Con lucidità Nisbet considera il problema
della morte (della sua morte?
diceva spesso di essere un
«sopravvissuto» e di attendere l’ultimo appuntamento).
In quella pagina egli la sfida e
si unisce al grido di vittoria
dell’apostolo: «O morte, dov’è
la tua vittoria?». Quando già
i’ombra della sera si allungava ormai sulia sua esistenza,
egli esorta i fratelli e le sorelle
in fede a riconoscere in Cristo
la vita eterna.
Il secondo è più recente
(cfr. Riforma n. 20 del 17
maggio ’96): è su Priebke e
suila parola di perdono pronunciata dal rabbino Elio
Toaff. Riemergono i fantasmi
del passato - dice Nisbet - in
un secolo di violenza e di
odio. E conclude: «Odio e
vendetta sono le parole d'ordine dell’umanità di ieri e di
oggi. Ma da quando il Crocifisso ha pronunciato la parola “perdono”, sta sorgendo la
nuova umanità di coloro che
sanno perdonare».
Per tutta la vita Nisbet ha
certamente predicato il perdono; ora però un rabbino
ebreo glielo ha fatto capire. E
insieme gli ha indicato la
nuova umanità che sta «sorgendo». Come il vecchio Simone (Luca 2, 29) Roberto
Nisbet può ora «andare in
pace» perché i suoi occhi
«hanno veduto la salvezza»
preparata per i popoli.
M Matera
Lidentità
evangelica
ELIZABETH GREEN
COME aiutare i giovani
provenienti da tradizioni
evangeliche diverse a sviluppare un senso delle loro comuni origini? Come creare un
senso di identità evangelica
in chi vive immerso in una
cultura cattolica? Queste sono le domande che si sono
poste le due responsabili del
neonato gruppo Fgei della
chiesa battista di Matera,
Paola Barbaro e Margherita di
Lecce. Così è nato un vero e
proprio gmppo di ricerca sulla figura di Lutero che ha lavorato per l’arco di un anno.
Ogni sabato i ragazzi e le ragazze hanno consultato testi
diversi alla scoperta della figura di Lutero e i risultati del
loro percorso sono stati presentati a tutta la chiesa nel
culto domenicale del 2 giugno quando, attraverso un testo da loro redatto, hanno illustrato la storia di Lutero: gli
studi teologici, la svolta avvenuta attraverso la lettura di
Romani, le 95 tesi, la polemica contro le indulgenze, la
rottura con Roma, il matrimonio con Caterina von Bora
e la traduzione della Bibbia in
tedesco. Con l’uso non solo
dei cartelloni ma anche della
lavagna luminosa e di un sottofondo musicale ne è risultato un culto diverso, informativo e molto partecipato. Infatti la ricerca dei giovani, che
è stata condotta con grande
entusiasmo, ha anche aiutato
la chiesa, unita nel canto di
«Forte rocca è il mio Signor» a
ricordare le sue origini e le essenziali della fede evangelica.
VENERDÌ 12 LUGUOioog
M Incontro pubblico a Ivrea
Quale rapporto è possibile
fra la fede e Teconomia?
CINZIA CARUGATI VITALI
T A fede ha un’economia?». Con questo titolo la Chiesa valdese di Ivrea
ha organizzato il 23 maggio
scorso un incontro-dibattito
pubblico per riflettere sui
rapporti tra fede ed economia e per cercare una lettura
cristiana dei problemi economici del nostro paese. Sono
intervenuti l’on. Giorgio Gardiol in qualità di moderatore
e, come relatori, il pastore
Sergio Ribet e il dott. Giorgio
Guelmani.
Giorgio Gardiol ha presentato il documento di studio
dei Consiglio ecumenico delie chiese del 1992, distribuito
a tutti i presenti, e ne ha sottolineato le caratteristiche
principali: la partenza dal Padre Nostro, il problema della
disponibilità delle risorse, il
rapporto tra economia e natura e il rapporto tra economia e dono. Giorgio Guelmani ha scherzosamente capovolto il titolo della conferenza
in «L’economia ha una fede?»
spiegando che il linguaggio
degli economisti spesso scivola nel linguaggio religioso
per cui si parla di «leggi economiche» e di «miracolo economico». Ha poi dato un flash generale della situazione
economica italiana, una situazione che può essere considerata di partenza, dato
l’attuale momento politico.
Guelmani ha quindi preso
in esame la situazione
dell’economia mondiale in
questa fase di rinnovamento
e si è soffermato sui cambiamenti prevedibili secondo diversi economisti: 1) fine del
lavoro perché la crescita economica non porta automaticamente all’aumento di posti
di lavoro e le disuguaglianze
all’interno del campo di lavoro sono sempre più grandi. 2)
fine dello stato-nazione perché lo stato non è più funzionale all’economia e le imprese non si sentono più legate
al territorio. 3) fine della bella
vita perché forse quello che si
è vissuto nel dopoguerra è
stata solo una parentesi e non
si sta andando verso un nuovo equilibrio, ma verso un periodo in cui i diritti sociali
vengono messi in discussione. La fede, ha concluso Giorgio Guelmani, non è muta rispetto a queste cose anche se
non dà risposte inequivocabili o ricette precise: infine, nel
corso del dibattito, ha chiarito il suo pensiero di credente
al riguardo: cercare di avere e
chiedere in preghiera di avere, un occhio lucido per vede
jieasc
jlinitt«
L'EdItoi
Idiritto
re le cose deH’eConomia nelk
corretta luce, un orecchio
sensibile per sentire il gri^ji
di chi è schiacciato dalfeco.
nomia e una bocca pronti
per denunciare ciò che nos
va, quando si avverte che si
dà troppo peso al mercato j
all’economia.
Il pastore Sergio Ribet all’inizio del suo intervento ha
ricordato che, malgradola
chiusura del mondo ecouo^
mico e del mondo teologiej
qualcosa comincia a muova
si e in alcuni ambiti è comina
ciato un dialogo per intenoa
garsi reciprocamente: ci som
dei criteri etici per l’ecoiwj
mia? e le chiese con la lotoì
ecclesiologia possono intet
venire per appoggiare o con.
trastare l’economia? In queslt
studi interdisciplinari nei
quali non può esserci^premi-:
nenza di una parte suU’altra
né alcun dogmatismo, le
chiese vengono interrogate
da parte degli economisti riguardo il loro ruolo di «croce
rossine» delle difficoltà deli fi;
economia. Questo può essere^
un problema per le chiese
perché il loro compito principale è l’annuncio di un messaggio e non solo una posizione etica e un supplemento
di solidarietà.
Un’altra domanda per le
chiese riguarda il loro esseie
anche forze economiche che
dispongono di capitali, impiegano lavoratori e sono impegnate nel servizio alle persone. Come gestiscono tutto
ciò le chiese? Per contro la
teologia deve chiedere cotito^
all’economia della sua pretesa di vivere su delle leg^ che
sono considerate quasi divine, mentre sono umane e
quindi relative e modificabili. E inoltre che cosa nella na-,
tura risponde alle leggi di Dio;
e che cosa invece è conse»
guenza del peccato? Le chiese devono interrogare l’economia sul concetto di profitto, sul denaro, sulle grandi
disuguaglianze economiche,
sul senso della vita e sul senso del limite. Sergio Ribet ha
poi preso in considerazione
come la Bibbia tratta l’eco-s
nomia e si è rifatto al concetto di economia accoppiato
alla giustizia, al giubileo biblico, la grossa occasione di
giustizia economica perii
restituzione delle terre e pei
il nuovo inizio di vita per tutti. Sulla radicalità del giubileo biblico, con la difesa della
proprietà e la salvaguardii
della possibilità di vita, il P®'
store Ribet si è sofferma»
anche nel corso del dibatti
che è stato molto vivace.
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SAN BENEDETTO DEI MARSI — Con un pullman
Campobasso più di 40 membri delle chiese vddesi e
ste del Molise e Abruzzo si sono riuniti domenica 16 gì
per un incontro con la locale Chiesa battista e i yj.
della Chiesa metodista di Villa San Sebastiano. Dopo i
to presieduto dal pastore Tullio Saccomani la
proseguita in allegria. È stata quella anche una jgiio
casione per salutare il pastore Thomas Elser e ringr^ ,
del lavoro che egli ha svolto negli ultimi cinque anni p
chiesa di Villa San Sebastiano.
Nelle ultime settimane la vita
dal matrimonio di Lilia jai
dalla nascita di Matteo, di D
SAN SECONDO
nità è stata rallegrata dal matrimonio
con Silvano Allasia e
Claudia Fornerone. A questi fratelli e sorelle e
miglie rivolgiamo i nostri auguri e per loro invocò
miglie rivolgiamo
benedizione del Signore.
PRAROSTINO — Il 29 e 30 giugno la nostra chiesa ha
sei partecipanti ai lavori dell’assise Cevaa, prove j-jg.
paesi africani ed europei. Li ringraziamo per la parfe
teresse che hanno suscitato in noi. Domenica han v.
cipato al culto e alla predicazione portandoci e
nianze del lóro servizio nelle chiese che rappt®
nell’ambito della Cevaa. iun«^
• Il 1° luglio ci siamo stretti attorno alla
Parisa, che ha perso la vita in un incidente, pio'®
finché Dio vogli sostenere la moglie e le figlia m
così grande.
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in ceso di mancato recapito si prega restituire
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' L’Editore si impegna a corrispondere
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Fondato nel 1848
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Delle Yaui
■ C’è chi ha cura della memoria del proprio passato a chi
no; così recentemente sono state rinvenute nella discarica
comunale di Torre Pellice alcune fotografie veramente interessanti della costruzione deH’edificio dell’ex convitto di
via Beckwith, oggi Centro culturale valdese. Insieme alle
foto anche un progetto iniziale dell’opera in cui la torre era
sepsibilinente più bassa e senza il terrazzo. Grazie all’attenzione di un operaio del Comune, Ivan Ballada, le foto
sono state recuperate e date al Centro culturale. Con l’augurio che in futuro chi si troverà a svuotare il solaio, prima
i di buttare i vecchi materiali si ricordi che ci sono in zona
enti e istituti che invece su quei cimeli possono condurr^
un’appassionata ricerca storica...
venerdì 12 LUGUO 1996
ANNO 132 - N. 28
URE 2000
m
Visi sorridenti che esprimono fratellanza; mani
scure che stringono mani
chiare; abbracci; occhi che
guardano lontano; voci che si
innalzano in canti comuni.
Nelle due settimane di assemblea della Cevaa nei locali e
nei giardini della Foresteria e
della Casa valdese si respirava un’aria diversa. Se ci si lasciava coinvolgere in modo
pieno non sembrava neanche
di essere a Torre Pellice: si è
parlato, con persone provenienti dai quattro angoli della
Terra che il Signore ha voluto
che si incontrassero qui per
due settimane, persone provenienti da culture diverse ma
con lo stesso Dio, quasi sempre in francese; si è discusso
di evangelizzazione, di for
L'ASSEMBLEA CEVAA A TORRE PELLICE
['«ACCUEIL»
MILENA MARTINAT
mazione pastorale, di scambi
di persone in modo globale,
coinvolgendo tutti: ognuno si
sentiva arricchito dagli interventi degli altri. Mi è parso di
vivere in una casa comune di
tutti i popoli dove ognuno ha
gli stessi diritti degli altri, dove non sono solo i soldi che
contano in prima battuta.
Un vivere gomito a gomito,
mangiare insieme, ascoltare
racconti da persone che vivo
no in modo diverso dal nostro, imparare a conoscere le
pene è le gioie di qualcuno
con il quale si è instaurato un
rapporto più stretto. Vivere
insieme la quotidianità andando ad acquistare un maglione di lana per ripararsi dal
freddo un po’ pazzerello del
mese di giugno o, comprando
mezzo chilo di ciliegie perché
ci si può permettere di essere
anche un po’ golosi! Cercare
di spiegare al fratello o alla
sorella che consistenza ha la
neve e com’è fatta quando
scende dal cielo. Piccole cose
che possono sembrare banali
ma che sono l’insieme che
unisce, che ti fa cambiare
verso l’altro.
.Un’esperienza certamente
molto arricchente per le persone italiane volontarie nel
gruppo- di «accueil»; persone
che non hanno partecipato in
modo diretto a tutte le riunioni ma che hanno potuto vivere un’esperienza indimenticabile. L’incontrarsi è fondamentale nella vita di ogni uomo e di ogni donna, incontrarsi con l’animo aperto e
con in mano lo stesso Evangelo, incontrarsi per imparare
q vivere in modo nuovo.
Val Pellice
Handicap
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Un importante accordo di
isjrogramma per l’integrazione
•^Melle persone portatrici di
handicap è stato firmato il 1“
luglio presso la Comunità
montana vai Pellice dalla pre„sidente della Provincia di Torino, Mercedes Bresso, dai
presidenti della Comunità
montana vai Pellice e del Distretto scolastico, dal Provveditore agli studi di Torino, dal
direttore del distretto generale
della Usi 10 e dai sindaci della vai Pellice. «L’accordo siglato - dicono in Provincia apre la strada a una serie di
'intese che, una volta stipulate, potranno garantire il massimo delle opportunità alle
persone con handicap».
Le finalità dell’accordo
■concluso prevedono che, da
nna parte, si metta a punto
nna strategia di collaborazione Tra tutte le forze interessate a garantire e facilitare l’integrazione, nella scuola e nella società, delle persone con
handicap e dall’altra che si
promuova l’adozione di un
metodo di lavoro interdisciplinare,, che favorisca il dialogo tra le istituzioni in vista
nel perseguimento di obbiettivi comuni. Inoltre l’accordo
prevede che si agevoli la diftiisione di una politica sociale
orientata a considerare l’intervento a favore delle persone con gravi difficoltà come
prioritario per i programmi
nei servizi pubblici.
«Ci sembra doveroso sottolineare - ha detto la presidente dell’Anffas, Mirella Antotiione Casale - che gli accordi
®tglati in vai Pellice sono i
primi di questo genere ad es*6re firmati nella Provincia di
lorino, e questo grazie all’impegno di operatori locali, delia disponibilità degli enti interessati e deU’Aftffas. Si può
parlare di questi accordi come
elementi indispensabili per fal'orire l’integrazione scolastica e sociale dei disabili».
I risultati contraddittori della produzione non scoraggiano le ipotesi di collaborazione
Luci e ombre sulla cooperazìone agrìcola
PIERVALDO ROSTAN
Eia cooperazione agricola
la prospettiva deU’alIevamento animale e della coltivazione nelle valli? In questa direzione si è puntato molto a
partire dagli anni ’70 e inizio
’80; oggi si può dire che i risultati non sono entusiasmanti
anche se qualche esperienza
positiva c’è e qualcun’altra si
sta affacciando.
Il settore economicamente
più significativo è quello
dell’allevamento bovino in
funzione della produzione lattiero-casearia; pochi anni fa
si era ipotizzato un collegamento fra le tre realtà esistenti (Bobbio Pellice, Prarostino e vai Chisone) con la
prima cooperativa in grado,
grazie agli importanti investimenti effettuati sulle strutture, di trasformare buona parte
del latte prodotto non solo dai
suoi 80 soci ma anche da
quelli delle altre due cooperative. Così non è stato anzi,
negli ultimi tempi la Latteria
sociale Alta Val Pellice denuncia grosse difficoltà al
punto che il latte viene in
gran parte conferito ad un ca
La Cooperativa agrìcola a Bobbio Pellice
seificio della pianura pinerolese, la ditta Pezzana, a cui
viene conferito anche il latte
della vai Chisone..
Prarostino invece conferisce il proprio latte alla ditta
Darò, sita in analoga area
geografica. Sostanzialmente il
progetto di trasformare in loco il latte, valorizzandolo e
creando un vero e proprio
marchio di qualità è al momento fallito: eppure i 2.400
quintali di latte di Bobbio, insieme ai 3.900 della vai Chisone e ai 1.300 di Prarostino
oltre a rappresentare comunque nel 1995 un giro di affari
superiore al miliardo, sono lì
a dimostrare che una maggiore capacità imprenditoriale,
una più elevata capacità di valorizzare i prodotti locali puntando sulla qualità e sulla tipicità, potrebbero dare a questo
settore dell’agricoltura montana ben diverse prospettive.
Si era parlato di centri di
vendita dei prodotti locali,
che funzionano in modo altalenante a Bobbio come a Prarostino o in vai Chisone; per
tre anni si è discusso della
possibile apertura di un centro
di vendita a Lusema San Giovanni, sulle «ceneri» del negozio della cooperativa agricola locale chiuso da alcuni
anni a causa di forti difficoltà
economiche. Ora il progetto è
in fase decisamente più concreta e nel prossimo autunno
ci sarà l’apertura; l’operazione è stata possibile con la costituzione di un consorzio fra
le cooperative dèlia vai Pellice: hanno aderito la Cantina
sociale di Bricherasio, il
«Frutto permesso» di Bibiana
e la Cooperativa Terranova di
Lusema San Giovanni.
Proprio all’ultimo si è tirata indietro la Latteria di Bobbio, a ulteriore testimonianza
di un disagio persistente; nel
negozio di prossima apertura
si potranno trovare frutta e
verdura, confettura e miele,
vino, formaggio e burro, carne, probabilmente pane e pasta e altri prodotti provenienti
da produzioni controllate.
Purtroppo per i formaggi 1’
.offerta arriverà da singoli
agricoltori e non dalla potenzialmente più importante
cooperativa della vai Pellice.
In Questo
Numero
Sabato 6 luglio si è tenuta a Toire Pellice, organizzata dal Coro alpino vai
Pellice, la sesta rassegna di canto popolare che prevedeva la partecipazione del
Coro Nigritella di Torino e del Coro
Monte Alben di Lodi, che hanno eseguito un repertorio di canti di varie tradizioni e provenienze.
Nel repertorio dell’uno e deH’altro Coro, nel finale, erano previsti due brani
della tradizione popolare dei negro spiritual. Sono persuaso che il canto e la scelta dei «pezzi» rappresenti in qualche misura anche un assimilare, o per lo meno
porsi in dialogo, in dialettica, sia con la
fraseologia musicale, sia con il testo del
canto stesso. E, nello stesso tempo, un
invito agli spettatori a partecipare a questa dialettica. È dunque cosa di cui ci si
può ampiamente rallegrare, tenendo conto del contenuto fortemente umano e anche evangelico che da quei canti emerge.
Una nota tuttavia vorrei fare, e cioè
che la lettura di tali testi non sfugge alla
IL FILO DEI GIORNI
GLI SPIRITUAL
BRUNO BELLION
caratteristica della cultura italiana di tradurre ogni cosa nei termini della teologia
più diffusa da noi, cioè quella cattolica
romana. Così, annunciando il canto Ride
thè chariot, peraltro eseguito con molta
sensibilità e profonda partecipazione dal
Coro Nigritella, la presentatrice ha affermato che esso era la testimonianza di
quella domanda che ognuno si pone sul
suo futuro, sulla sua salvezza. Nel fare
questo il tono, almeno così l’ho percepito
io, era decisamente orientato verso l’interrogativo, quasi a dire: «Sono pronto?,
sono degno?». In realtà credo che questa
sia una lettura che esula dalla sensibilità
dei negro spiritual. In essi si avverte invece prepotente quella certezza della salvezza che è una caratteristica di un filone
essenziale della teologia riformata. La
certezza cioè che non nella bilancia delle
opere meritorie che uno ha compiuto o
non ha compiuto sta la possibilità di vita,
ma nella certezza che il Signore Gesù ha
compiuto ogni cosa e che chi si affida a
lui non è respinto.
Ritengo che solo rileggendo in questa
chiave gli spiritual ne possiamo cogliere
appieno la forza di canto non solo religioso, ma anche e squisitamente sociale.
Come afferma Paolo Ribet nel suo libro
edito alcuni anni or sono dalla Claudiana, «Lo spiritual e la religione che lo
esprime non sono (...) solo una consolazione che ti permette di sopravvivere in
un mondo abbrutente ma, col riferimento a colui che dà liberazione ai prigionieri e ha sconfitto la morte, permettono
di resistere per non essere trascinati in
questa brutalità».
Diaconesse
inizieranno quest’autunno i lavori di ristrutturazione alla Casa delle diaconesse di Torre Pellice. La
Casa, attiva da 50 anni,
aveva bisogno di una serie
di adeguamenti strutturali
per migliorare il servizio e
rispettare le ultime norma-,
rive. Nel periodo necessario ai lavori, anziani e personale saranno ospitati alr Hôtel du Pare. ,
. Pagina li
Carni italiane
In seguito alle chiacchierate vicende della cosiddetta «mucca pazza», alcuni parlamentari piemontesi
hanno scritto al presidente
del Consiglio per esprimiere le richieste dì coltivatori e allevatori. Quésti
ultimi, oltre £Ù contributi
che dovrebbero bilanciare
in parte la caduta del mercato delle carni bovine,
chiedono T istituzione di
un «certificato, dì origine»
per le c^i stesse.
« PÀGINA a
Barbero candidato?
Alla Pinerolo che dovrà
dtóggere B proprio sindaco
serve soprattutto che le
candidature si esprimano
di.-pari passo con i prograuiùni. È quanto afferma
Alberto Barbero, Pds, attualmente assessore alla
Partecipazione,’ uno dei
possibili candidati.
PÀGINA III
San Secondo
Un quartiere intero costruito in adiacenza alla
nuova piazza a anfiteatro.
San Secondo guarda al fiituro e cerca di togliersi la
brutta immagine di «dormitorio dì Pinerolo» che si
è ritrovata addosso: ne parliamo con il sindaco Luciano Martin^.' " ^
, - Pagina III
6
. X
PAG. JI ^
I
MONTOSO: IL PATRIMONIO DELLA RESISTENZA
-- Il Comitato intercomunale per la valorizzazione del patrimonio della Resistenza organizza a Montoso, per sabato
Ì3 e domenica 14 luglio, l’annuale manifestazione unitaria
della Resistenza, che fin dagli anni successivi alla Liberazione ha sempre costituito un importante punto di incontro
e di intesa tra le forze democratiche per l’affermazione dei
valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana. La manifestazione si svolgerà presso il monumento del Montoso, costruito nel 1952, a ricordo dei 287
caduti partigiani e civili della zona. Sono in programma, tra
l’altro, una grande gara alle bocce che prenderà il via alle
14 (U sabato 13; alle 21,30, sul piazzale, serata di musica e
poesia latinoamericane con Miguel Acosta; alle'22,30 fiaccolata. Domenica, a partire dale 9,30, ricordi e orazioni ufficiali presso il monumento ai caduti; la giornata prevede
poi il concerto di Bandamania alle 15 .
DIFENSORE CIVICO IN REGIONE — Bruno Brunetti è
^ il nuovo difensore èivico della Regione Piemonte. Lo ha
eletto a maggioranza qualificata (46 voti favorevoli su 55
votanti) il Consiglio regionale nella seduta del 30 maggio.
Bruno Brunetti, 73 anni, coniugato, tre figli, è laureato in
giurisprudenza e in lettere moderne.
COMITATO PER LA RESISTENZA — Si è riunito giovedì
20 giugno a Palazzo Lascaris il Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei
principi della Costituzione repubblicana presieduto dal vicepresidente del Consiglio regionale, Andrea Foco. Si è fatto il
punto sull’attività dei primi sei mesi di quest’anno: un bilancio positivo, soprattutto se riferito alle tante attività promosse tra i giovani e nelle scuole. Al concorso edizione ’95-96
hanno preso parte ben 1.554 ragazzi di 86 scuole superiori, e
tra questi 260 hanno partecipato a viaggi in Austria, Germania e luoghi italiani della Resistenza. Gli insegnanti impegnati nel ciclo di lezioni su «Deportazioni, spostamenti di
popolazione, pulizie etniche» sono stati 128 dalle province
di Torino, Cuneo, Novara e Vercelli. La rassegna cinematografica itinerante ha interessato 20 città del Piemonte. Per il
futuro il Comitato per la Resistenza si propone in autunno
un convegno sul tema «Religiosi italiani nel lager di Dachau», fnitto di una ricerca più generale avviata dal 1982.
GIUNTA PROVINCIALE: TRE DONNE ASSESSORE —
La presidente della Provincia, Mercedes Bresso, ha annunciato di aver integrato la giunta con la nomina di 3 donne:
Silvana Accossato (assess. Turismo, sport e tutela della fauna), Maria Pia Brunato (Solidarietà sociale e politiche per i
giovani) e Anna Ferrerò (Risorse umane e organizzazione).
POLIZZA ASSICURATIVA ALPEGGIO 1996 — La Regione Piemonte, assessorato all’Agricoltura, ha deciso di
sostenere finanziariamente l’assicurazione per tutti i capi
bovini, equini e ovicaprini alpeggiati nel corrente anno, indipendentemente dalla domanda di premi comunitari relativi. La copertura assicurativa prevede un contributo di £
550.000 a bovino o equino deceduto in montagna e £
50.000 per ovino o caprino (con franchigia di tre capi) nel
periodo che va dal 20 giugno al 31 ottobre 1996. Al fine
della validità della suddetta assicurazione, completamente
finanziata dalla Regione Piemonte, è indispensabile compilare la scheda di adesione e farla pervenire alTApa di Torino. Altre informazioni saranno fomite dalle organizzazioni
professionali agricole o tramite il Servizio agricoltura della
Comunità montana vai Pollice.
Vn EXPO-QUEYRAS — A Ristolas si svolgerà domenica 14
luglio la settima edizione delTExpo del Queyras, alla quale
parteciperanno oltre cento espositori sia provenienti dalla
valle francese che dai paesi limitrofi. Tema centrale di questa manifestazione sarà la marmotta e la sua reintroduzione
nel Parco nazionale del Queyras. All’Expo del Queyras sarà
présente una rappresentanza del Comune di Bobbio Pellice,
il cui coro alpino si esibirà nel corso della giornata.
RACCOLTA DIFFERENZIATA DELLA CARTA — La
presidente della Provincia, Mercedes Bresso, e il presidente del Comieco, Giuseppe Bardini, hanno presentato in
Provincia un’intesa per promuovere la raccolta differenziata della carta su tutto il territorio provinciale. In questo
senso le imprese aderenti al Comieco si impegnano a ritirare e riciclare tutta la carta raccolta in modo differenziato
da Comuni e Consorzi; ai Comuni viene riconosciuto un
prezzo minimo per il ritiro; la Provincia, avvalendosi anche del sostegno delle associazioni ambientalistiche, promuoverà iniziative per promuovere la raccolta differenziata della carta, avvalendosi dei fondi della legge regionale
59/95. L’obiettivo minimo in questa prima fase è quello di
raccolta e riciclo del 20% di carta da macero di provenienza domestica, commerciale o terziaria (circa 60.000 tonnellate l’anno). La Provincia inoltre dedicherà particolare
attenzione alla sensibilizzazione nelle scuole, con l’iniziativa «Cartascuola», per far conoscere ai ragazzi e alle loro
famiglie i vantaggi della raccolta differenziata.
Va 0.1 moESi
VENERDÌ 12 LUGLjO io, ''
Casa delle diaconesse di Torre Pellice
In autunno il via ai lavori
I
CARMELINA MAURIZIO
Da oltre cinquant’anni la
Casa valdese delle diaconesse ha sede a Torre Pellice, in viale Gilly, e seppure in
questo lungo arco di tempo
abbia mutato più volte le sue
caratteristiche resta uno dei
luoghi più tipici e caratteristici delle valli valdesi.
Da circa trent’anni, cioè da
quando la Casa non ha più
avuto allieve novizie, si è andata gradualmente modificando in Casa di riposo per anziani fino a diventare a partire
dal 1992 una residenza assistenziale per persone autosufficienti. «Attualmente - dice
Judith Elliott, direttrice della
Casa da circa due anni - abbiamo venticinque ospiti, soprattutto donne, in età compresa tra i, 76 e i 94 anni, autosufficienti o quasi, provenienti in gran parte dalle Valli, ai quali offriamo non solo
il servizio mensa, l’assistenza
sanitaria infermieristica ma
anche diverse iniziative che
consentono loro di trascorrere nel modo migliore questi
anni della propria vita. Tutte
le settimane infatti abbiamo
la ginnastica dolce, la lettura, che viene fatta da alta voce e aiuta soprattutto quegli
anziani che per problemi di
vista 0 per fatica non riuscirebbero più a leggere da soli,
il culto, momento importante
per i nostri ospiti anche se
tra loro non vi sonp solo vaidesi, e momenti di relax con i
giochi di società. Un altro
appuntamento importante è
quello del martedì quando,
nel pomeriggio, abbiamo la
proiezione di diapositive, oppure lo studio biblico, o delle
brevi conferenze o dei momenti di canto».
Attualmente presso la Casa
delle diaconesse lavorano cinque assistenti domiciliari a
tempo pieno, due a part time,
un’infermiera professionale a
tempo pieno e una a part time,
due cuoche, oltre a un amministrativo e una direttrice. Come capita sovente in strutture
analoghe non ci sono posti
vuoti e una lista d’attesa di
circa trenta nomi sta a garantire la richiesta continua e
quindi stimola la ricerca per
migliorare la qualità delle
condizioni di vita per quanti
decidono di trascorrervi la
vecchiaia.
La Casa, che i prossimi 13 e
14 luglio organizza l’annuale
Festa, dedicata a tutti coloro
che vogliono conoscere più da
vicino la struttura e i suoi
ospiti e trascorrere due giorni
tra canti, giochi, bazar e mercatino delle pulci e che vuole
essere anche un’occasione per
raccogliere dei fondi destinati
alla sussistenza di quest’opera, si appresta a vivere un altro momento importante della
sua storia: «Entro il mese di
ottobre - spiega la direttrice
Elliott - dovranno iniziare i
lavori di ristrutturazione, resi
necessari dall’adeguamento
dei vari impianti ormai vecchi
e non più a norma agli standard previsti per opere come
la nostra. Questo significa
doverci trasferire per almeno
un anno altrove. All’inizio,
constatato che era comunque
impossibile che i lavori si
svolgessero con la Casa al
completo dei suoi ospiti, si sono fatte varie ipotesi e quella
che è sembrata a tutti. Tavola
valdese e comitato e ospiti
della Casa, la migliore è stata
quella di un trasferimento
temporaneo; per questo a
partire dalla prima settimana
di ottobre traslocheremo
all’hôtel Du Parc, dove i nostri anziani e il nostro personale continueranno a vivere e
lavorare fino al termine della
ristrutturazione È desiderio di
tutti infatti che la Casa, pur
•^.conservando la sua fisionomia e la sua tipicità, sia più
comoda e sicura: oltre ad
avere impianti nuovi infatti
ogni stanza dovrà avere i propri servizi igienici e saranno
abolite tutte le barriere architettoniche».
Rinasca
In autunno
il palazzotto
dello sport
Dovrebbe essere maugta
in autunno il palazzetto de»
sport in costruzione a Piu»
da quattro anni. Il 27
il Consiglio comunale avej
tra gli altri punti all’ordine^
giorno l’assunzione di uniu
tuo per 525 milioni per
pianto di pratica sportiva
base ma la discussione è sti
rinviata perché pur esseni
stato il mutuo concesso il'
giugno dal Credito sportici
non era stata ancora inviata r
comunicazione ufficiaié.
soldi del mutuo dovrebbe
servire comunque ad acqi
stare le attrezzature intet i
necessarie al palazzetto
che alla costruzione di dà
campi da tennis, quattro
bocce, un impianto di palli
volo e un campo da calcio,
tutto andrebbe a completare!
struttura sportiva che è costai
circa un miliardo e mèzza
«L’idea di costruire tale stni
tura - dice il sindaco di Pi»
sca, Sergio Pera - è partita di
una prima idea della Comi
nità montana valli Chisonei
Germanasca. 1 tempi lunghi i
realizzazione sono dovuti
problemi che abbiamo incoi
trato relativi al progetto originale. Quella che è stata realizzata, a totale carico del Comune di Rinasca, è
una struttura a servizio
valle». L’impianto, (il palazzetto comprende una
bar, servizi, locale custode,
sala incontri) sarà dato in
stione al Gruppo sportivo rinasca con una convenzione
costo zero. Al Comune sono
riservate un certo numero d
giornate nel corso dell’anni ' "*•
per manifestazioni.
Festa della Croce Rossa a Luserna
Ora c^è ¡I pulmino
n tradizionale appuntamento estivo della Festa dei volontari e dei pionieri del soccorso, organizzata a Luserna
San Giovanni dal sottocomitato Cri di Torre Pellice dal 5
al 7 luglio, è stata un’occasione per farsi conoscere ad un
pubblico più vasto. «Il volontariato della Cri - sostengono i volontari e i pionieri - è
un servizio per gli altri che
ha bisogno di essere costantemente sorretto, non solo
con offerte in senso lato ma
con la'stima, lo spirito di collaborazione e soprattutto la
disponibilità a fame parte».
Nell’intenzione degli organizzatori la Festa è stata anche un momento di riflessione sul ruolo della Croce Rossa, sui suoi compiti e sulle
sue funzioni. «La qualità del
soccorso e il diritto dell’
utente di avere una risposta
chiara e immediata saranno
il fondamento dell’attività di
soccorso - spiegano ancora i
responsabili del sottocomitato di Torre Pellice - in questo
senso per esempio va citato il
caso del cosiddetto pulmino,
un nuovo mezzo entrato in
funzione da circa un anno
per i pazienti non barellati.
Può trasportare fino a sette
persone e non è trascurabile
il fatto che persone autosufficienti o deambulanti possano
viaggiare comodamente sedute e non sdraiate in barella: privilegiare l’aspetto psicologico vuol dire tenere in
conto l’incidenza che la modalità del trasporto può avere sul paziente stesso». Il
pulmino, da quando è entrato
in funzione con la targa A
823, ha effettuato fino alla
scorsa primavera circa 80
servizi, percorrendo oltre
7.500 chilometri, a disposizione in giorni fissi per l’ospedale valdese e in tutti gli
altri per le varie case per anziani e per tutti i cittadini.
NeU’immediato futuro della
Croce Rossa c’è un altro importante servizio per il territorio: da gennaio 1997 entrerà
in funzione anche nel Pinerolese il numero unico di chiamata urgente, il 118, e il sottocomitato della Cri di Torre
Pellice è stato identificato come uno dei «punti avanzati»
della zona, dove stazioneranno,le ambulanze medicalizza-'
te, a disposizione degli utenti
dei nove Comuni della vai
Pellice. Questo tipo di servizio non è in realtà una novità
assoluta per il sottocomitato
della Cri torrese, poiché sin
•dal luglio del 1991 collabora
con i servizi di Guardia medica per i casi di una certa urgenza. Tra l’altro va ricordato
che dopo i lavori di ristrutturazione la nuova sede della
Cri presso la ex Caserma Ribet, inaugurata lo scorso anno,
ospita sia i locali per i volontari che quelli della Guardia
medica. Molta attenzione viene dedicata alla formazione
del personale: quest’anno il
corso di aggiornamento si è
arricchito della collaborazione
di uno psicologo, il dottor
Martucci, proprio per curare
l’aspetto dei rapporti tra paziente e soccorritore.
Iniziativa di alcuni parlamentari
Per la tutela
della carne italiana
La crisi della zootecnia italiana, a cui si sono aggiunte le
conseguenze dell’epidemia
della «mucca pazza» con relativa caduta del mercato delle
carni bovine, sta destando
preoccupazione in Piemonte.
In questi giorni alcuni parlamentari piemontesi (il sen. Elvio Passone, gli onorevoli
Giorgio Gardiol, Giorgio
Merlo, Gianfranco Morgando,
Diego Novelli, Sergio Rogna,
Vittorio Voglino) si sono fatti
portavoce delle richieste
avanzate dai coltivatori e allevatori della nostra regione
presso il presidente del Consiglio, Romano Prodi.
«È indispensabile - hanno
scritto al presidente del Consiglio - avviare urgentemente
un intervento di sostegno al
reddito degli agricoltori, sotto
forma di contributo in denaro,
dall’importo minimo di lire
300.(X)0 per i capi presenti in
stalla al 15 aprile scorso, e
una riduzione dell’Iva sulla
carne e sugli animali vivi portandola al 10% e prevedendone il pagamento all’atto dell’
acquisto, anche per evitare le
gravi speculazioni».
Secondo i parlamentari occorre poi l’avvio di un intervento di ritiro da parte dell’
Aima dei vitelli «fuori peso»,
che non rientrano negli standard attualmente previsti per
gli interventi comunitari, utilizzando la possibilità concessa dalla Cee di impegno di ri
sorse nazionali a integraa^
di quelle comunitarie, nónd
l’avvio urgente di una ini#
va promozionale per il conSJ
mo della carne proveniente«
allevamenti in Italia, pr#
dendo un «certificato di on|
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pinerolo verso le elezioni comunali: a colloquio con Alberto Barbero, assessore del Pds
per una lista ben radicata nella città
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Continuando il nostro giro
esplorativo aU’interno
del mondo politico pinerolese
in vista delle elezioni amministrative di quest’autunno a
pinerolo abbiamo incontrato
Alberto Barbero, del Pds, attuale assessore alla Partecipatone della città. Il Pds è entrato in giunta nel ’92 dopo
un anno trascorso all’opposizione: quale bilancio può
trarre da questa esperienza.?
«Sarà bene pensare intanto
al punto di partenza. Quando
siamo entrati in maggioranza
si era in un momento di grossa crisi della società in relazione alla politica, a Pinerolo
si erano appena rifatte le elezioni, ci pareva opportuno
operare perché non si andasse
ad un nuovo sfilacciamento
del Consiglio con una nuova
ripetizione delle elezioni. Siamo partiti avendo davanti una
situazione di rapporti difficili,
c’era il Psi e c’era la De, eravamo all’indomani di elezioni
politiche. Oggi quei soggetti
politici non ci sono più, così
come alcuni partiti dell’opposizione.
Noi in questi anni, proprio
perché siamo stati il partito
che già c’era, abbiamo finito
per rappresentare l’elemento
di staWlità della giunta quasi
che fossimo l’unico partito
che di fatto la sosteneva. Proprio perché c’è la continuità
del soggetto rischiamo, nel
bene e nel male, di essere
percepiti come i guardiani di
questa situazione politica che
^àbiamo cercato invece di vivere coerentemente in relazione ad un programma. Per
. qàanto mi riguarda ho vissuto
L’assessore Alberto Barbero
questa esperienza in un mormento (di forte cambiamento
istituzionale, pensiamo ad
esempio alla legge 142. Questa esperienza comunque mi
ha permesso di acquisire una
conoscenza della macchina
amministrativa: devo dire che
dal punto di vista del “cittadino” Alberto Barbero ho imparato molte cose; ho imparato anche che è difficile fare
corpo con l’amministrazione,
sentirti responsabile e non
sempre demandare la responsabilità ad altri, e questo è un
elemento devo dire anche
educativo, nel senso che ti da
il senso del limite».
- Guardando alle elezioni
di quest’autunno è possibile
una coalizione come quella
dell’Ulivo a Pinerolo, cioè
una coalizione che veda il
Pds allearsi con forze che sono ora all’opposizione?
«Come c’è stata unità ad
aprile può esserci oggi. Il fatto è come si guarda al passato. Nessuno può fare l’arbitro
per giudicare chi aveva ragione, ciascuno avrà avuto le sue
ragioni per stare nella maggioranza o per stare all’opposizione e quelle ragioni hanno
portato a vivere coerentemente entrambe le posizioni, dopo di che ognuno non deve
essere condizionato dal proprio passato; questo vuol dire
dialogare sulla prospettiva
politica e su quella amministrativa. Oggi penso che deve
esserci una coalizione unica
di centro-sinistra, indipendentemente dal fatto che questa
sia unitaria nel senso che confluisca in un’unica lista o che
ci siano più liste che confluiscano verso un unico sindaco.
Comunque trattandosi di elezioni amministrative non si
deve fare la trasposizione metodologica delle elezioni politiche. Mi pare auspicabile invece che venga conservata la
linea strategica, la linea politica. Una convergenza delle
forze di centro-sinistra su un
unica candidatura».
- Tra i nomi che si fanno
per i possibili candidati a sindaco di Pinerolo c’è anche
quello di Alberto Barbero.
Conferma la sua candidatura? che cosa pensa sul metodo, cioè l’avanzare prima un
nome e poi un programma? o
preferisce individuare dei criteri ed eventualmente un programma e quindi esprimere
la candidatura?
«È necessario un programma. Viviamo in una realtà
dove fortunatamente ci si conosce, si vedono le prospettive e potremmo dire le possibilità elettorali. Bisogna trovare delle modalità nuove e
delle sedi rispettose per coinvolgere i partiti ma anche i
movimenti, per creare i programmi e per discuterli. Ritengo che la candidatura e il
programma siano abbastanza
contestuali. Credo molto in
una lista che deve avere il radicamento nella città (e da
questo punto di vista deve essere civica) ma che non sia
localistica o campanilistica.
Per quanto mi riguarda sono
disponibile alla candidatura.
Credo di essere una persona che ha un radicamento in
una parte della società, aderisco a un partito, non mi maschero, ritengo che se c’è ancora gente che pensa che chi
aderisce a un partito di sinistra non possa amministrare
una città come Pinerolo viva
nel passato; penso sia legittimo dirlo, ma ritengo invece
che da sinistra si possano interpretare le esigenze di tutti
e si possono soprattutto valorizzare delle esperienze e anzi che nell’arricchimento generale di una città ci sono
queste cose. Mi sentirei onorato di fare il sindaco ma non
mi sentirei frustrato di non
farlo. Per me la politica è servizio, è esigenza civica».
Comunità montana Chisone e Germanasca
Contributi «caldi»
ma senza minoranza
LILIANA yiGLIELMO
Due soli punti all’ordine
del giorno sono stati discussi il 5 luglio nella seduta
del Consiglio della Comunità
montana valli Chisone e Germanasca: si trattava, comunque, di argomenti importanti,
tant’è vero che la minoranza,
in palese disaccordo, ha preferito non presentarsi in aula.
Il numero dei presenti ha tuttavia garantito l’approvazione
sia della bozza di regolamento di accesso all’impiego, sia
dell’erogazione di contributi
ad enti e associazioni che
operano sul'territorio della
Comunità montana.
Questi contributi sono ormai tradizionali, ripetendosi
ogni anno; soltanto due hanno
superato i dieci milioni: uno
di 15 milioni è andato alla
Cooperativa agricola per l’acquisto di un nuovo automezzo
per la raccolta del latte, l’altro, di dieci milioni e mezzo,
per gli uffici turistici di Prali,
Pragelato e Fenestrelle, è stato giudicato' insufficiente per
promuovere la loro funzione
di supporto all’attività turistica e ne è stato richiesto l’aumento. Inferiori: ma sostanziosi, i contributi per il miglioramento della pista di fondo di Prali e per il rifacimento
di una struttura ad uso turistico a Grandubbione.
Altre sonarne sono state der
stinate ad attività culturali: 6
milioni per l’Alidada, associazione che organizza spettacoli nel periodo autunnale e
invernale, un milione ciascu
nuovi progetti di San Secondo di Pinerolo nelle parole del suo primo cittadino, Luciano Martinat
Il sindaco deve poter scegliere i propri funzionari
PIERVALDO ROSTAN
San Secando: 3.000 abitanti con lo sguardo alla pianura ma radici ben salde in
collina dove forse batte il
iCuore della maggioranza degli abitanti storici. Lo stile
deU’amministrare è vicina alla concretezza montanara, il
collegamento con gli altri
paesi della Comunità montana Piinerolese pedemontano
non sempre è naturale. «Purtroppo l’anima di San Secondo è quella di dormitorio di
Pinerolo - dice un po’ amaramente il sindaco, Luciano
Martinat - molto si è costruito negli anni passati e rriolte
persone hanno trovato la casa
nn po’ fuori, a San Secondo e
poi lavorano a Pinerolo».
~ Si è costruito un quartiere intero, quello che di fatto
si affaccia sulla nuova piazza
realizzata ad anfiteatro; vuole essere questo un luogo di
aggregazione e di incontro
per tutto il paese?
«Vorrebbe essere il centro
del paese con l’area verde che
si sta completando sia per gli
abitanti che per i ragazzi della
scuola che è vicina. Sono in
fase di organizzazione già diverse manifestazioni, di tutti i
generi e con buon successo di
pubblico».
- Un centro nuovo per il
paese, ancora da inventare,
un piano regolatore in corso
di revisione...
«Entro il prossimo mese
porteremo in Consiglio una
variante che abbiamo già dibattuto con la popolazione;
cerchiamo di semplificare le
possibilità di intervento con
una netta priorità alle ristrut
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COMUNE DI TORRE PELLICE
PROVINCIA DI TORINO
AVVISO PER ESTRATTO DI VENDITA
IMMOBILIARE CON INCANTO
IL SINDACO
. RENDE NOTO
ohe il giorno 30 luglio 1996 presso la sede comunale, con apertura delle buste alle ore 10.00, si procederà mediante il metodo delle
offerte segrete alla vendita di un fabbricato di proprietà comunale
sito in via Repubblica n. 3.
Cauzione provvisoria £. 42.000.000.
f-'aggiudicazione verrà disposta a favore del concorrente cne
avrà presentato l’offerta più vantaggiosa sul prezzo minimo e massimo stimato in perizia.
Le offerte dovranno essere redatte ai sensi del bando di gara e
^avranno pervenire improrogabilmente entro e non oltre le ore
'2d0del29luglio 1996. .. , ...
Per eventuali chiarimenti, copia del bando e visita ddl immobile
avolgersi agli uffici di Segreterìa. Tel. 0121-953221-953035.
IL SINDACO (Armand Hugon doti. Marco)
La piazza a anfiteatro di San Secondo
turazioni. Vorremmo anche
risolvere alcuni problemi di
viabilità creando una zona di
rispetto di fronte alle scuole
(oggi la provinciale è davvero
pericolosa), costruendo alcune rotonde, alcuni sensi unici
nel concentrico, portando il
traffico pesantè fuori dal centro abitato. È stata anche individuata una zona artigianale
che si aggiungerà alla fascia
lungo via vai Pellice, nata in
anni in cui non c’era un piano
regolatore e si è costruito in
modo un po’ improvvisato».
- Fra i problemi non nuovi
ma indubbiamente importantk
per San Secondo c’è la questione delle fognature e del
depuratore...
«Per dieci anni si è discusso
all’interno del consorzio fra
Osasco, San Secondo e Prarostino sulle scelte da adottare;
l’impegno finanziario era
considerevole per i tre comu
ni. Finalmente, dopo lunghe
trattative, abbiamo coinvolto
l’Acea che ha effettuato uno
studio; come consorzio dei
Comuni lo abbiamo valutato
positivamente e ora siamo alla
fase di progettazione. L’Acea
costruirà il collettore anticipando i costi che verranno
gradualmente restituiti dai tre
Comuni; verrà anche ampliato
il depuratore che già c*è ad
Osasco: posso dire che questa
sarà davvero la realizzazione
di un sogno».
- Al di là delle proposte di
accorpamento, fra San Secondo e Prarostino esiste una
concreta collaborazione...
«Ritengo che non sia opportuno rinunciare al Comune
montano visto come presidio
sul territorio; viceversa nel
nostro caso c’è effettivamente
più di un’occasione di collaborazione: la questione della
rete fognaria è una ma^c’è anche la scuola media, la scuola
materna che verrà ampliata a
Prarostino. Insomma consideriamo i due paesi come un
unico territorio alla luce dei
servizi da erogare».
- Luciano Martinat non è
nuovo all’amministrazione
locale ma per la prima volta
è sindaco; è cambiato qualche cosa? Le numerose leggi
sulle autonomie locali hanno
contribuito a snellire la burocrazia locale e a riavvicinare
i cittadini alla macchina pubblica?
«C’è ancora molto da fare:
l’unica cosa che si è fatta è
stata quella di dare più responsabilità al sindaco. Bisogna che il sindaco abbia anche la possibilità di. scegliere
i funzionari che possano portare in porto i progetti individuati dall’amministrazione».
Usato garantito
Sviluppo e stampa
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Servizi fotografici per cerimonie
Apparecchi delle migliori marche
PUNT
ITA
Via Buniya 27 -10064 PINEROLO (IO) - Tel. Fox 0121/795223
na alle bande musicali di Pomaretto, Villar Perosa, San
Germano e Inverso Pinasca.
Si sono anche finanziate manifestazioni locali, sia sportive che culturali. Un piccolo
contributo, elargito per la prima volta, è stato assegnato ai
club di alcolisti in trattamento
che svolgono un’attività poco
appariscente ma utilissima sul
piano sociale per il recupero
di chi vuole liberarsi dalla
schiavitù dell’alcol.
Il regolamento per le assunzioni del personale, che si è
reso necessario dopo l’approvazione della nuova pianta
organica, è stato illustrato dal
consigliere Giancarlo Faletti,
-presidente della commissione
che ne ha curato la stesura.
Con questo strumento si potranno bandire i concorsi che
daranno un assetto definitivo
alla collocazione in organico
dei dipendenti della Comunità montana.
m CIRCUITO: RIUNIONI QUARTIERALI ALL’
APERTO — Domenica Ì4
luglio si terranno due riunioni
quartierali all’aperto con inizio alle ore 15 a La Torre e in
località Paure.
AGAPE — Dal 7 al 17 luglio si svolgerà il campo adolescenti (14-17 anni) dal titolo
«Il gioco delle perle di vetro»,
sull’arte, i suoi linguaggi e il
suo valore politico.
BOBBIO PELLICE — È
in corso (dal 10 fino al 20 luglio) il campo adolescenti
presso la Casa vacanze
dell’Esercito della Salvezza.
RORÀ <— Domenica 21, alle 12,30, un pranzo comunitario; le prenotazioni si ricevono
al 93118 entro giovedì 18.
TORRE PELLICE —
Daini al 14 luglio alla Casa
delle diaconesse si svolgerà
dalle 15,30 alle 18 il mercatino
delle pulci: in vendita opettistica, stoffe, comici, libri, mobili, cartoline, vetro. Sabato 13
si aprirà, alle 15,30, fa mostra
di scultura di Susanna Alineri
e di suor Ermellina Pons, seguiranno il bazar, la pesca e altri giochi; alle 16 merenda per
tutti; alle 18 canterà il coro
«La draia» e dalle 19 sarà allestita una grigliata. Domenica
14, alle 15,30, apertura degli
stand e esibizione dei balleriiii
del Panda Club; seguhanno la
merenda per tutti e l’estrazione
della sottoscrizione a premi.
Sabato 13 luglio, alle 21,
nella biblioteca della Casa valdese in via Beckwith 2, conferenza dell’ing. Davide Valente, collaboratpre del Museo
egizio di Torino. Domenica 14
al culto sarà ospite Alfredo Janavel che predicherà sul tema
«Le tre parole di guida sulla
diritta via». Domenica 14 luglio, alle 15, riunione quartierale all’aperto a Inverso Roland!. Martedì 16 luglio alle
15, alla Casa delle diaconesse,
presentazione di diapositive a
cura del past. Franco Davite.
VILLAR PELLICE — Domenica 14 luglio, dalle 9 alle
18, giornata «Pro Miramonti»
presso la Casa stessa. Il programma prevede a un breve
culto che avrà luogo nel giardino della Casa alle 11,30,
servizio di buffet, banco dolci,
vendita oggetti vari, vendita di
prodotti agricoli locali, pesca,
sottoscrizione a premi, possibilità di pranzare o di portare
piatti singoli a casa (su prenotazione al 930900).
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12
PAG. IV¡
50 anni dopo, a Villanova
I campeggi Ymca
del dopoguerra
Il gruppo «storico» del campisti a Villanova
Ritrovarsi, dopo 50 anni, a
Villanova in alta vai Pellice;
è questo il progetto su cui sta
lavorando da un po’ di tempo
Roberto Prochet di Torre Pellice. L’idea è nata ripensando
ai campeggi organizzati subito dopo la seconda guerra
mondiale, appunto a Villanova, sotto la sigla dell’Ymca.
«C’era appena stata la votazione al referendum su monarchia e repubblica - ricorda
Prochet - e il prof Ernesto
Bein aveva avuto una bella
intuizione per coinvolgere il
gruppo di ragazzi valligiani
che eravamo: ottenuta la casermetta che si trova a valle
della cascata di Villanova il
prof. Bein l’attrezzò per il
campeggio. Aiutavano nella
preparazione i ragazzi più
grandi: Franco Sappè, Arnaldo Eynard, Paolo Monti. Su
dei ripiani in legno era stata
messa della paglia costruendo
così i nostri letti. L’iniziativa
coinvolse una quarantina di
giovani dagli 11 ai 16 anni,
per alcune estati».
Con la buona volontà di
i»
Iniziata la rassegna «Pinerolo estate»
Musica e teatro
per tutti i gusti
È iniziata con buona presenza di pubblico Pinerolo
Estate (la manifestazione di
spettacoli dell’assessorato alla Cultura e della Pro Pinerolo), un’iniziativa che vede
l’allestimento, nel cortile di
Palazzo Vinone, di uno spazio più accogliente delle scorse estati grazie all’intenso lavoro dei giovani della Pro
Loco che con idee e manualità sono riusciti a rendere lo
spazio spettacolo gradevole e
funzionale.
Questa settimana gli appuntamenti sono di grande stimolo e curiosità: venerdì 12, per
la musica classica, il gruppo
«Gli Architorti» presenterà il
nuovo repertorio musicale; il
gruppo, ormai conosciuto dagli appassionati di musica,
conta su un vastissimo repertorio die va dalle sinfonie
rossiniane ai tanghi di Piazzolla; sabato 13 le due attrici
comiche «Le sorelle Suburbe» presentano il loro nuovo
spettacolo «Le sorelle Subur
Sm
arredamenti
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - « 0121/201712
ABBADIA ALPINA • PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
E K» Delle Yaui moESi'
tutti si raccoglieva la legna,
c’era chi cucinava, chi scendeva a Bobbio per acquistare
il pane: «Erano le prime esperienze di campeggio per noi
giovani appena usciti dalla
guerra, talvolta provenienti
da zone assai diverse. Facevamo ovviamente molte gite
in montagna, magari fino al
Granerò, si giocava, si sono
cementate delle amicizie».
Così oggi è venuto voglia
a qualcuno di ritrovarsi...
«Molti sono rimasti in zona continua Roberto Prochet altri sono andati lontano,
qualcuno addirittura in America. Abbiamo pensato di ritrovarci il 4 agosto a Torre
Pellice per poi salire a Bobbio e a Villanova; con le opportune ricerche siamo riusciti a metterci in contatto con
quasi tutti: manca all’appello
un gruppo di fiorentini di cui
si sono perse le tracce. Speriamo che qualcuno di loro
magari leggendo questa pagina abbia la voglia di mettersi
in contatto con noi e partecipare alla “rimpatriata”». ..
be straparlano d’amore, ovvero se loro entrano dalla porta
l’amore,esce dalla finestra»
un’esilarante pièce di personaggi e letture sul tema dell’amore, uno spettacolo da
non perdere per chi ama l’ironia e la comicità grottesca
delle Suburbe; domenica 14
sarà la volta della musica
scozzese con la Rory Campbell Band, un’occasione musicale unica in quanto lo stimato gruppo scozzese è per la
prima volta in Italia. Le serate avranno luogo nel cortile di
Palazzo Vittone (piazza Vittorio Veneto 8, Pinerolo) alle
ore 21,30 e il costo del biglietto sarà di lire 10.000
(8.000 i ridotti); in caso di
pioggia gli spettacoli saranno
rappresentati presso l’Auditorium di corso Piave. Entrata
gratuita invece per la serata di
Pinerolo in palcoscenico (ovvero le serate dedicate ai
gruppi locali): giovedì 18 luglio sarà di scena il rock dei
Big Marna.
SKIROLL — Domenica 7 luglio si è disputata la gara di skiroll in salita «1° Cros d’oc de skiroll» da Limone Piemonte
al Colle di Tenda (per l’antica strada) per un totale di 11,5
chilometri, con un dislivello di più di 700 metri. Lo sport
Club Angrogna ha ottenuto buoni risultati: nella categoria
Seniores maschili ottime posizioni per Danilo Negrin (3°) e
Andrea Bertin (4°), mentre Eric Charbonnier è giunto quindicesimo. Nelle Seniores femminili Miriam Avondet è
giunta al 5° posto. Davide Coucourde è risultato al primo
posto negli Juniores maschili. Nei Master I maschili ha ottenuto il secondo posto Alfredo Chiavia seguito al quarto
posto da Enrico Coucourde. Vittoria per Giulio Chauvie nei
Master 11, mentre al quinto si è classificato Carlo Vergnano,
al 7“ Franco Chauvie e 13° Sergio Cerini. Luca Gay e Antonella Chiavia hanno ottenuto il terzo posto tra gli Allievi.
Nei Cadetti maschili al quinto posto è arrivato Marco
Bonjour e all’ottavo Stefano Volpe. Tra le Cadette Elisa
Codino è giunta terza, Manuela Catalin quarta. Negli Esordienti maschili Stefano Davit si è aggiudicato il secondo
posto, Simone Pastre il quarto e Luca Bonjour il quinto. Tra
le Esordienti secondo posto per Katia Di Biase e terzo per
Federica Breuza. Nei Giovani maschili ancora una vittoria
per Davide Ricca e secondo posto per Davide Giusiano.
Nelle giovani femminile secondo posto per Elena Volpe e
terzo per Astrid Charbonnier.
TENNIS TAVOLO — Ancora una volta Malano si conferma
il migliore: al torneo sociale a cui hanno preso parte 18
pongisti su un totale di 24 iscritti alla Polisportiva Valpellice, dopo.i turni eliminatori si sono ritrovati in semifinale
Rosso contro Malano e Sergio Chili di fronte a Gay. Malano eliminava Rosso per 2 a 1 e Gay con lo stesso punteggio
superava Chili. In finale Malano al termine di tre combattuti set ha superato Gay per 21-16, 13-21 e 21-17. Il prossimo
fine settimana vi sarà un torneo a Bobbio Pellice a iniziare
dalle 14,30 di sabato con gli under 14 e 18, domenica torneo amatori; non si disputerà il torneo assoluto.
CAMPIONATO DI PESCA — Disturbate dalla pioggia si sono svolte nel Pellice e nell’Angrogna le gare di campionato
italiano di pesca con premiazione a Torre Pellice; il savonese Marino Oliveri si è aggiudicato la gara davanti a Giovanni Richiedei di Brescia e Davide Poletti di Milano; quarto
posto per il valligiano Morris Rivoira.
Tradizionale concerto estivo il 20 luglio
Ritorna a Salza
Enrico Roggeri
Sabato 20 luglio alle 21,30
ritorna a Salza, dopo sei anni,
Enrico Roggeri, già applaudito da oltre 3.500 persone nel
suo primo concerto del 16 luglio 1990. La scelta di Roggeri è stata motivata dagli organizzatori, sempre alla ricerca
di nomi famosi per l’esigente
platea di Salza, sia dalla richiesta di un nuovo concerto
di Roggeri e sia dalla curiosità per le cose nuove che il
cantautore ha prodotto negli
ultimi anni. L’ex cantante dei
«Decibel», un gruppo che
qualche «giovane» degli anni
’70 ricorderà senz’altro, ha
saputo sviluppare uno stile accattivante e personale, dagli
album «Peter Pan» del 1991,
«La giostra» del 1992 e «Oggetti smarriti» del 1994, al
successo al Festival di Sanremo nei ’92 senza contare l’ultimo brano presentato a Sanremo ’96 (dove Roggeri è arrivato grazie a un «ripescaggio» dopo là squalifica di Ornella Vanoni) e la novità assoluta dell’ultimo disco «Fango e stelle». In tutti questi an
ni .poi intensa è stata l’attività
concertistica di Roggeri, il
che gli ha sicuramente consentito di raffinarsi e arrivare
ad esprimersi al meglio, in
questa che è una delle attività
preferite del cantautore.
Salza dunque da appuntamento a tutti gli appassionati
di musica italiana per sabato
20 con l’invito ad arrivare sin
dal pomeriggio, magari con
tenda e chitarra, e a fermarsi
anche dopo il concerto per
continuare a stare in compagnia, mentre si smonterà il
palco e si ripulirà l’area del
concerto.
I biglietti sono in prevendita a 22.000 lire presso: Magic
Bus, via Virginio 36, Pinerolo; People’s choice abbigliamento, via Roma 24, Perosa
Argentina; Rogirò dischi, via
Trieste 34, Pinerolo; Gelateria Oasi, via Nazionale 27,
Villar Perosa; Britannia Pub,
corso Lombardini 22, Torre
Pellice; Daniela giocattoli,
via Carlo Alberto 46, Pomaretto; Agriturismo La Miando, b.ta Didiero, Salza.
UAP
GRUPPO UAP ITALIA
Abeille Assicurazioni
Agenzia generale di Torre Pellice
Arncddo Prochet
C.so Gramsci, 2 - Tel. 0121/91820 - fax 932063
VENERDÌ 12 LUGUO 199fi
11 luglio, giovedì — PINEROLO: Alle 21,30, a Palazzo
Vittone, esibizione degli allievi
della scuola comunale di danza
diretta dalla Fondazione del
Teatro Nuovo di Torino.
12 luglio, venerdì — TORRE PELLICE: Alle 21, nel salone Adi, via al Forte 9, Bruna
Peyrot, assessore alla Cultura
della Comunità montana, presenta «La scelta popolare» di
Giorgio Merlo, edizioni Esperienze, e «La religione non è
una fiaba» di Lorenzo Tibaldo,
edizione Kosmos, alla presenza
degli autori.
12- 14 luglio — BRICHERASIO: I volontari della Croce Verde organizzano da venerdì a domenica tre giorni di
festa per la seconda edizione di
«Allegramente insieme».
13 luglio, sabato — ANGROGNA: Alle 21, presso la
Sala unionista, a cura del Comune in collaborazione con
Acu e Coap, proiezione del video «Un grillo in testa», la trasmissione di Beppe Grillo censurata dalla Rai.
13 luglio, sabato — TORRE PELLICE: Alle 21 in
piazza Muston concerto della
banda municipale con il gruppo
delle majorettes; le offerte raccolte saranno devolute agli alluvionati della Toscana.
13- 14 luglio — PRAMOLLO: Sabato 13 e domenica 14
festa campestre a Pomeano.
13-14 luglio — PRAROSTINO: «Prarostino in fiore»
presenta una mostra floreale fotografica «Prarostino, i suoi fiori, i suoi bimbi»: serata danzante, pranzo fiorito, gara di bocce.
13 luglio, sabato — PINEROLO: Alle 21, alla Sala
unionista a cura della Coap,
proiezione dello spettacolo
«Un grillo per la testa», con
Beppe Grillo, recentemente
censurato dalla Rai.
13 luglio, sabato — PINEROLO: Alle 21,30 a Palazzo
Vittone spettacolo teatrale comico con Tiziana Catalano e
Luisella Tamietto in «Le Sorelle Suburbe straparlano d’amore»; regia di Richi Ferrerò. Ingresso lire 10.000.
13 luglio, sabato — ROCCA SBARUA: In occasione
del 70° anno dalla fondazione
della sezione Cai di Pinerolo, a
partire dalle 17,30 presso il Rifugio Melano, concerti di musica classica: si comincia con
gli Architorti, seguirà poi la
musica occitana alle 18,30 con
Lou Magnaut, alle 21 suonerà
il trio Gerardo Cardinale e di
nuovo Lou Magnaut. Ingresso
gratuito.
13 luglio, sabato — PEROSA ARGENTINA: In piazza
1° maggio giornata dell’aquilone a cura dello Zefiro Club di
Torino con atelier di costruzione aquiloni per bambini, stage
di volo, esibizione di aquiloni
acrobatici.
14 luglio, domenica — PINEROLO: Per «La musica
d’oltre confine», a Palazzo Vittone alle 21,30, per la prima
volta in Italia concerto del
Rory Campbell Band, trio
scozzese che interpreta brani
tradizionali con arrangiamenti
propri. Ingresso lire 10.000.
14 luglio, domenica — RINASCA: La Pro Loco e il Comune organizzano la Festa a
Giborgo.
14 luglio, domenica — SAN
SECONDO: La Pro Loco organizza la Festa campagnola a
Cappella San Sebastiano.
14 luglio, domenica — ANGROGNA: Pomeriggio di festa a Pradeltorno organizzata
dalla trattoria «La tàcula».
14 luglio, sabato — TORRE PELLICE: L’Associazione commercianti organizza, a
partire dalle 8, una caccia al tesoro in bicicletta. Il ritrovo è in
piazza Pietro Micca, la partenza è alle 8,30, la fine della gara
è prevista per le 12,30 in piazza Muston dove sarà possibile
fare uno spuntino. Alle 15 sem
pre in piazza Muston spettacolo musicale, alle 17 premiazione. Il gioco viene effettuato a
coppie; informazioni e iscrizioni entro il 12 luglio presso il
negozio «Fantasy», via Caduti
per la Libertà 12.
14 luglio, domenica
TORRE PELLICE: Presso il
circolo Mûris festa d’estate con
gare e giochi a premi e pranzo
con assado. '
14 luglio, domenica —
PRAGELATO: Fiera nazionale del tartufo.
14 luglio, domenica —RORÀ: II Raduno trattoristico
al Parco montano.
18 luglio, giovedì — PINEROLO: A Palazzo Vittone alle
21,30 concerto del gruppo rock
«Big Marna». Ingresso libero.
20 luglio, sabato — MASSELLO: Alle 15,30 sarà inaugurata nella scuola di Campolasalza la mostra su «Gli alpeg
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Guardia medica:
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Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 14 LUGLIO
San Germano Chisone:
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Fenestrelle: Farmacia
-Via Umberto I 1, tei, 83904
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa; tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei, 201454
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VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiv
telefono 932433
Guardia farmaceutica;
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Bricherasio: Farmacia Ferra* '
ris - via Vitt. Emanuele 8314,
tei. 59774
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355 ,
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
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PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza: ” X.
Croce Verde, tei. 322664 r.
TORRE PELLICE — H cinema Trento ha in programma, venerdì 12 e sabato 13, aUe^
20,30, lo spettacolo unico In
viaggio con Pippo (cartoni
animati) di Walt Disney; sabato 13, alle 22,10, spettacolo
unico. City Hall, thriller coU
Al Pacino; domenica 14, ore 20
e 22,10 e lunedì 15 luglio ^le
21,15, Diabolique, commedia.
BARGE— Il cinema Comunale per tutto il mese di luglio
è chiuso per ferie.
PINEROLO — La multisala Italia ha in programma, alla
sala «5cento», fino a domenica
14, Prima e dopo, feriali e testivi 20, e 22,20, sabato 20 «
22,30; da lunedì a mercoledì,
Terrore dalla sesta luna; alia
sala «2cento» è in ptogramm
Dead man; feriali e festivi 20
22,20, sabato 20 e 22,30.
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salubre, la buona cucina e
l'ottimo vino bianco. Dietro
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¿ontana di Papa, ha sede del
¡991 la locale chiesa battista,
[a prima settimana di giugno, un gruppo di volontari
»ordinati da Gabriella e Gui^ Campoli, ha organizzato
an momento di testimonianpubblica sfociato nelle
^ornate comunitarie dell’S e
gdugno. Una decina di parto hanno distribuito a Ponto di Papa e nella limitrofa
Cocchina 1.500 opuscoli di
evangelizzazione e di invito
ad un bazar di beneficenza,
organizzato per il fine settimana del 9 e 10 giungo. Una
radio locale e il «Giornale dei
Castelli» hanno pubblicizzato
l’iniziativa e presentato la
chiesa evangelica e il mondo
'ivangelico italiano e internazionde. 11 ricavato del bazar è
stato interamente devoluto
aBa comunità per attività di
carattere diaconale. Alla buona riuscita dell’iniziativa, che
ha coinvolto oltre 300 persone, hanno contribuito le parrocchie cattoliche, la comunità pentecostale di Cecchina, la rubrica Protestantesimo, lo Spav, la rivista Confronti e alcuni donatori privati. Momento fondamentale di
comunione è stato il culto domenicale, al quale hanno partecipato, condividendo la
Santa cena, battisti, cattolici,
péntecostali e valdesi. Toccante la testimonianza di
Rossana Di Passa, che ha ricordato l’attività battista in
Cocchina, con doposcuola,
della metà degli anni ’60. La
predicazione su Isaia Ile
Marco 10:45 ha sottolineato
in chiave ecumenica la figura
di Gesù diacono, futuro instauratorc dell’era messianica. In tale occasione sono stai
annunciati battesimi che
avranno luogo, Dio volendo,
domenica 8 settembre nelle
acque di Castel Gandolfo.
n A Torre Pel lice, 20-22 settembre
Valdesi, metodisti e Fratelli
proseguono un fitto dialogo
GINO CONTE
Cy È anche Cpie fra le innumerevoli sigle enigmatiche presenti anche nel
mondo evangelico, e fra i
quasi innumerevoli comitati,
anche il Comitato promotore
iniziative evangeliche: incaricato di gestire l’eredità spirituale delTòpera interdenominazionale «G. Comandi», costituito in modo paritetico da
membri delle chiese dei Fratelli e da membri delle chiese
valdesi e metodiste. Il nome,
un po’ enfatico, indica però
quail è il suo compito centrale: organizzare convegni nei
quali queste due ali dell’evangelismo italiano si incontrino, si presentino e si «spieghino» reciprocamente, si conoscano meglio e si confrontino in modo schietto e fraterno circa le rispettive comprensioni dell’Evangelo e
della vita cristiana, e vivano
pure la gioia della comunione profonda che ci unisce,
nell’ascolto della Parola e
nell’adorazione come pure
nel riconoscimento di peccato e nell’appello’vocazionale.
Dopo sei convegni, vissuti
or qua or là nei nostri centri e
nei quali ci si è confrontati
nella rispettiva lettura dei testi biblici, nei modi in cui
cerchiamo di vivere la nostra
fede, nelle nostre prassi ecclesiastiche, e dopo un momento di stasi 0 di moratoria
dovuto a qualche tensione
fra le nostre due «aree» denominazionali, siamo lieti di
poter annunciare il VII convegno, indetto presso la Foresteria valdese di Torre Pellice dal 20 al 22 settembre.
Sono stati proprio i «Fratelli»,
fra noi, a caldeggiare forte
ÌK Due lutti ravvicinati per le chiese dell'alto Vástese
L'eredità dei fratelli e delle sorelle anziani
ENOS MANNELLI
N
EL riro di due, tre giorni
le chiese dell’alto Vastehanno dovuto separarsi da
Sfcuni loro cari.
Saba Rusi Loreto. La sua
lasa è stata per molti, pastori
6 non, in servizio a Carun•tóo 0 di passaggio, un luogo
confortevole di generosa
ospitalità dettata dall’amore
«Cristo. Senza voler smentic® quanto afferma l’autore
Afilla lettera agli Ebrei 13, 2 si
pub dire che gli «angeli» che
SI vedevano entrando nella
pfisa della Rusi Loreto erano,
® Primo luogo, Saba ed Elifio. Da un po’ di tempo «Sainella» (così chiamata da
^anti l’amavano) era soffente a causa di malattie do^Ifi anche all’età, ma era
porosamente assistita dal
uo Wmpagno con vero spiro di dedizione. Anche chi,
. lo scrivente, non aveva
isrJi° privilegio di cono'ta ti pieno della sua vi. poteva percepire ih lei
«dignità evangelica»
Dio dalla Parola di
n ° ® oon da una apparteoonfessionale) fatta di
rii maldicenza e litiL Permeata di mitezza,
Del h ^ la facevano maestra
«rovam^.r’’
''ani ad amare i propri
TRASJLOCin
P'^ventM a richiesta
0D^®^arora con autoscala
'Wnte all'esterno fino a 43 mt
Sala ciijLio
''e Belfiore 83 - Nichelino (TO)
tetefond 011/62.70.463
—^Iluiare 0336-210807
mariti, le proprie mogli e i figli (Tito 2, 1-4). Fino all’ultimo giorno della sua vita, il 4
giugno, è rimasta aggrappata
al suo Signore, nella consapevolezza che egli l’aveva
unita a sé fin dai lontani anni
’30. Al funerale, che ha visto
una folta partecipazione dei
paesani della nostra sorella
in Cristo, abbiamo ascoltato
la predicazione dell’EvangeÌo
sul testo «il salario del peccato è la morte, ma il dono di
Dio è la vita etqrna in Cristo
Gesù nostro Signore» (Romani 6, 23). Il passo era stato
scelto proprio da Sabinella.
Vogliamo ancora manifestare ad Eliseo Loreto la'nostra
simpatia cristiana nel lutto,
così come alle figlie e al figlio, ai generi e nuore, nonché ai nipoti tutti della nostra cara Saba.
Antonio Di Carlo. Per qualche decennio nella sua casa,
frazione Valli a Schiavi d’
Abruzzo, dovè era sorto un
nuovo gruppo di credenti, si
tenevano periodicamente i
culti. Tutto questo fin quando l’emigrazione definitiva
dei.giovani verso le città e
quella «pendolare» degli anziani, che andavano a svernare dal propri figli, non riduceva, complice anche,Tetà
avanzata, il gruppo a poche
unità. Nonostante questo i
mente la scelta delle Valli vaidesi, questa volta; è augurabile quindi che l’incontro con
quelle chiese e quelle viciniori sia particolarmente nutrito.
Il tema scelto per questo
VII convegno è vecchio e attualissimo; «L’evangelizzazione - storia, contenuti e forme»; presentato cqme sempre da relazioni a due voci.
Siamo grati fin d’ora agli
oratori che hanno accettato
di trattare il tema e introdurre il dibattito, e a coloro che
animeranno in vari modi rincontro, alle corali che interverranno la sera del sabato.
Venite, dunque! Le chiese
hanno ricevuto dal segretario
del Cpie copia del programma e dei moduli d’iscrizione:
non lasciateli dormire e arrivederci a Torre Pellice il 20
settembre.
La prima relazione, tenuta
da Marco Brunacci (Fratelli)
venerdì 20 alle ore 17,45, e la
seconda, tenuta da Franco
Sommani (valdometodisti)
sabato 21 alle ore 9, sono sul
tema «L’envagelizzazione
nella storia italiana ieri e oggi»; la terza, tenuta da Fares
Marizone (Fratelli) sabato 21
alle ore 11, e la quarta, tenuta
da Giancarlo Rinaldi (valdometodisti) sabato alle ore 15,
sono invece sul tema «L’evangelizzazione: contenuti,
forme e problemi».
L’incontro inizia alle ore 16
del venerdì; il costò del convegno è di £ 150.000, l’anticipo è di £ 30.000 da inviare
con la prenotazione. Le prenotazioni sono da inviare entro e non oltre il 31 agosto ’96
a Nicola Picciani, via Colonnetta 80, 66013 Chieti Scalo
(Ch), tei. (0871) 563378. Ccp
n. 11642667.
pastori e i predicatori locali,
tra i quali Armando, figlio del
nostro fratello defunto, si recavano nella buona stagione
(in inverno è più difficile a
causa degli oltre mille metri
di altitudine) a presiedere i
culti. Anche Antonio sarebbe
dovuto tornare tra breve a
Valli, dopo aver trascorso
l’inverno a Roma presso i figli, ma la sua vita si è spenta
dopo una dura lotta con il
male il 6 giugno. I funerali,
nella, chiesa vddese di piazza
Cavour, sono stati presieduti
dal past. Franco Sommani e
nel cimitero di Schiavi d’
Abmzzo da chi scrive queste
note. Alla vedova Lina Cimili,
ai figli, alle nuore, ai nipoti
tutti (un pensiero particolarmente affettuoso alla pastora
Daniela Di Carlo) giunga anche da queste righe la nostra
solidarietà in colui che attraverso Cristo Gesù ci ha insegnato a vivere una vita «saggia» (Salmo 90,12).
A volte un senso di tristezza ci coglie per un po’, esso
ha il sopravvento sul nostro
vivere l’Evangelo: la constatazione che i credenti anziani ci lasciano dopo aver compiuto la loro «corsa», e di
questo benediciamo il Signore, mentre non vediamo altri
raccogliere il «testimone» caduto dalle loro mani...
M Bollate,
Un nuovo
linguaggio
per il culto
GUIDO GABALDI
IL 2 giugno, nella chiesa
battista di Bollate, c’era
qualche volto nuovo, l’atmosfera liturgica era un po’ elettrizzata e non c’erano più sedie libere ma, a pensarci bene, non abbiamo fatto nulla
di veramente nuovo o di diverso. Il cosiddetto «culto di
evangelizzazione», oggetto
delle discussioni e delle raccomandazioni delTultima Assemblea-Sinodo, meriterebbe
di rientrare a pieno titolo nella programmazione dell’anno
ecclesiastico in ogni chiesa
evangelica.
Il 2 giugno abbiamo visto
che vale la pena di organizzare una liturgia un po’ più
aperta, senza stravolgimenti,
ma anche senza paura di
cambiare la solita formula.
Abbiamo visto che il linguaggio mimico, e una predicazione che sa provocare e invitare direttamente a fare i
conti con Dio, può dare linfa
e stimoli nuovi a tutti, dal
credente al simpatizzante,
dall’ateo all’agnostico. Il pastore della chiesa di ’Varese,
Mario Ciotola, i credenti che
hanno cantato e i piccoli attori che hanno dato vita alle
scene di mùno ci hanno visitato per ricordare che «chi
crede vede», e che c’è bisogno di farsi aprire gli occhi
da Gesù.
Non sappiamo che cosa^
sarà del seme che è stato gettato, ma certamente abbiamo
ricevuto un incoraggiamento
importante e un’indicazione
per il futuro.
Agenda
NAPOLI — Nella sala della chiesa battista
di via Foria 93, alle ore 19 si tiene un concerto di solidarietà sul tema «La testimonianza evangelica attraverso la musica e la liturgia». Il coro «Ipharadisi», diretto dal maestio
Carlo Leila, eseguirà brani della tradizione
ecumenica mondiale. Per informazioni tei. 081-295775.
CO AZZE — Alle ore 21, nel tempio valdese di via Matteotti, il dottor Francesco Ciafaloni e il pastore Gianni Genre parlano sul tema «Crisi dei valori e convivenza civile in
una società pluralista». Per informazioni tei. 011-6508970.
COAZZE — Alle ore 21, nel tempio valdese di via Matteotti, concerto di ottoni e organo: all’organo Paolo Guardiani e agli ottoni
giovani neodiplomati del Conservatorio di
Torino. Per informazioni tei. 011-6508970.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal móndo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di atmalità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle
ore 9,30. Domenica 14 luglio (replica lunedì
22 luglio): «Tra il non più e l’ancora. Percorso tra la vita e
la morte». Intervista a Massimo Rocchi e Maria Bonafede.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quìndici giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
Facoltà valdese di teologia
..IP.
, ‘, V Iscrizioni al«or^ di laitrea
Per llmitfatricolàzbiie el cotso di fàiirba va presentata'doriianda alla segreteria erttfo e non oltre il 15 selternbre. jSi richiede la mafejrità classica d'altro titolò di secondaria superiore giudicato equipollente con l'obbligo di esami integrativi.
Un anno di studio integrativo viene richiesto a coloro òhe
non hanno fatto 5 anni di scuola secondaria superiore. La
frequenza è obbligatoria. '
Il segretario è disponibile per un colloquio (vivaniente raccomandato) durante il Sinodo o in altro momento. ,1
Anno accademico 199é-97 >
L’anno accademico 1996-97 inizierà sabato 12 ottdore ^96.
.. "'S 1
Sessione d’esami cN ottobre
La sessione d’esami di ottobre si terrà nei giorni 10-11-J2.
Borse di Studio
Gli studenti che intendono richiedere una borsa di studio
per l’anno accademico ’96-’97, sono pregati di inoltrare la
loro domanda alla segreteria della Facoltà, entro e non oltre
il 15 settembre (con acclusa fotocopia della dichiarazione
dei redditi relativi all’anno ’95). .¿iì
Tasse accademiche . ; H
Le tasse accademiche sono fissate, a partire dall’anno accademico 1996-97, nella seguente misura:
^ . -j.
Corso di laurea:
- immatricolazione, £ 200.000 ;Ì
' r- frequenza per i quattro anni regolari, £ 200.000 a semestre
- iscrizioni fuori corso, £ 200.000 l’anno,^.
Gli importi vanno versati sul ccp n. 40252009 intestato alla
Facoltà. #|i
I programmi dei corsi sono disponibili in segreteria.
Facoltà valdese di teologia, via Pietro Cosse 42 - 0,0193
Roma, tei. 06-3210789 (segreteria telefonica), fax 06r
32pl040. La segreteria resterà chiusa durante i mesi di luglio e agosto; riaprirà a settembre.
Il Segretario: pmf. Émanno Gerire
Per I vcètrf acquisti, par gli abbonaménti al periodici evangelici
Librer|ë ,
CLAUDIANA
Mn.ANO:
via Francesco Sforza, ÌÌ'À
tei. 02/76021518
TORRE PELLICE:
piazza della Libertà; 7;
tel.0121/91422
TORINO:
\ria Principe Tommaso, 1;
tèi. 011/6692458
ROMAf. " =
Libreda di cultura religiosa
piazza Cavour, 32;
tei. 06/322S493
14
PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 12 LUGUO 1
Impressioni di un viaggio del pastore Giorgio Bouchard in Inghilterra
Un paese che vive il senso della storia
La consapevolezza della propria identità spinge i credenti a vivere la f&de
con entusiasmo e a impegnarsi nelle battaglie per i diritti sociali
ALBERTO CORSAMI
UN viaggio in Inghilterra
su invito della Waldensian Church Mission è occasione di una. conversazione
ad ampio raggio con il pastore Giorgio Bouchard.
- Pastore Bouchard, qual è
l'impressione ricavata dal
viaggio?
«Folgorante. L’Inghilterra
è.'completamente diversa da
come me l’ero immaginata
leggendo i giornali. Anzitutto è una società dotata di
straordinaria compattezza
nazionale e di un forte senso
della storia, espresso da due
tipi di edifici. Il più importante è queUo del Parlamento. che con ogni evidenza è
l’edifîcio centrale di Londra.
E poi le grandi cattedrali, che
in larga parte risalgono
all’epoca normanna e che
esprimono questo senso di
continuità nazionale. È interessante leggervi le lapidi dei
monumenti funebri, come a
Westminster: c’è tutta la storia dell’Inghilterra. Certamente il paese porta delle vistose cicatrici dell’«era Thatcher», che ha particolarmente colpito certe zone e i settori più poveri del paese. Per
esempio Liverpool, città devastata da forme di ristrutturazione selvaggia dell’economia. Non posso dimenticare
d’aver visto nel porto le navi
scaricare il carbone americano, mentre a poche decine di
chilometri avevo visto le miniere chiuse».
Una chiesa nazionale
di maggioranza
- Qual è la situazione delle
chiese?
«La Chiesa anglicana non è
come la descrive la stampa
italiana. È la chiesa nazionale, come i luterani nella Germania del Nord, e ad essa fa
Tiferimento la grande maggioranza della popolazione. A
sinistra e a destra, diciamo
così, della chiesa nazionale ci
sono una forte minoranza
evangelica, composta soprattutto di metodisti, battisti,
riformati e pentecostali, e
una minoranza cattolica,
composta in maggioranza di
immigrati irlandesi».
- A questo proposito, la situazione in Irlanda condiziona le chiese?
«Un esempio significativo è
quello di Liverpool, il porto
in cui da 150 anni arrivano gli
immigrati poveri dall’Irlanda.
Il vescovo anglicano David
Sheppard, forse la personalità più forte che abbiamo incontrato, ha condotto un
brillante programma ecumenico nella città, allo scopo di
impedire che diventasse un’
altra Belfast. Anche se qualche cattolico conservatore si
lamenta per l’eccesso di ecumenismo, che scoraggia le
“conversioni”».
- Riguardo all’ecumenismo,
ha notato un impegno particolare delle chiese?
«C’è per esempio un impegno migliore del nostro a impostare il Millennio cristiano
come occasione di testimonianza, più che di affermazione trionfalistica dell’istituzione ecclesiale».
- Le è parso che Vlnghilterra sia un paese secolarizzato?
«Lo è indubbiamente, più o
meno come la Francia, ma
meno per esempio dell’Emilia. In questa situazione mi
pare che le chiese abbiano
sviluppato una “strategia
dell’accoglienza”: chi entra in
una chiesa riformata o metódista o in una cattedrale anglicana, si sente accolto e
Giorgio Bouchard predica alla Methodist Central Hall di Londra
confrontato con una proposta cristiana presentata con
gfande discrezione, ma anche in modo fermo. È usuale
sentir dire: "Il tale è diventato
cristiano l’anno scorso”. Il
che significa che è diventato
un credente professante».
- Dopo il dibattito suscitato
dalla consacrazione delle
donne pastore la nostra stampa ha parlato di crisi della
Chiesa anglicana...
«Il crollo previsto non si è
verificato, anzi. È bensì vero
che 200 pastóri anglicani, su
14.000, sono diventati cattolici, mentre solo 50 preti cattolici diventavano anglicani.
Ma è anche vero che la decisione sulle dpnne sembra
aver posto termine all’egemonia dei cosiddetti “an^ocattolici” durata oltre un secolo».
Un Comitato
che vive il «ricambio»
- In quali comunità ha predicato o parlato deU'evangelismo italiano?
«Ho avuto il piacere di essere intervistato durante il
culto alla Methodist Central
Hall di Londra, una specie di
“via Firenze” grandissima,
davanti a una comunità composta per un terzo di immigrati di colore. A Londra inoltre ho parlato all’Assemblea
generale della Waldensian
Church Mission (Wcm). Il
Comitato, composto di anglicani evangelici, ma anche di
metodisti, riformati e battisti,
è in via di ringiovanimento:
lo-dimostra le presenza di
persone come Erica Scroppo,
del marito Richard Newbury,
.Nicky Raddon, il pastore
Frank Naylor e Peter Meadows, nuovo presidente (bibliotecario alla National Library di Cambridge, dove abbiamo potuto visionare con
grande emozione manoscritti
valdesi medievali salvati dalle
persecuzioni).
Ho parlato dopo il culto di
inaugurazione dell’anno accademico al Westminster
College (riformato) di Cambridge; ancora a Cambridge
abbiamo partecipato a un
bellissimo culto nella Wesley
Methodist Church, dove predicava la vicepresidente della
Conferenza metodista inglese. A Oxford ho tenuto una
conferenza di storia dell’
evangelismo italiano, durante un seminario condotto dal
prof. Tim Maquiban, anch’
egli membro del Comitato
"Wcm nell’immenso Westminster College (metodista).
Ai due poli estremi c’è stata
una bellissima serata con la
Chiesa riformata e battista di
Humstanton nel Nord-Est
del paese, e dall’altra ho potuto predicare in una chiesa
anglicana a Barnet, nella periferia di Londra, dove ho
avuto la sorpresa di avere tra
i miei ascoltatori il Chairman
del Partito conservatore inglese, anche se la mia scheda
biografica di presentazione
non aveva certo nascosto le
mie inclinazioni politiche.
Questo episodio ha confermato una sensazione di libertà che ho percepito nei diversi ambienti di questo paese, per certi aspetti così aulico e tradizionale».
- Come le è parsa la vita
culturale?
«Il livello della cultura di
massa non è molto migliqre
del nostro, almeno a giudicare dai giornali popolari, pieni
di scandali erotici e di violenza. Invece le università inglesi sono imponenti: quando
Enrico Vili sciolse tutti i conventi, donò alle università
parte delle loro terre. In altri
termini le università inglesi
sono entrate nel mondo moderno con una dotazione di
capitali molto grossa e questo spiega l’enorme influenza
culturale e scientifica che
hanno avuto».
La società
e le sue contraddizioni
- L’Inghilterra è compiutamente una società?
«Esiste uria forte presenza
di immigrati di colore, quasi
tutti perfettamente integrati.
Induisti e musulmani hanno
naturalmente organizzato la
loro vita religiosa, di cui tengono conto anche le scuole
pubbliche. Molti africani e
giamaicani sono però pentecostali: le loro chiese crescono vistosamente».
- Allora va tutto bene, non
ci sono problemi?
«Certo, l’evidente compostezza della società britannica non significa che la storta
di questo paese sia stata e sia
priva di terribili tensioni. A
Manchester un pastore anglicano ci ha fatto visitare la
piazza dove nel 1821 l’esercito ha caricato con le sciabole
sguainate gli scioperanti, fa- ■
cendo decine di morti. L’episodio viene ancor oggi ricordato come “Peterloo”, gioco
di parole tra il nome della
piazza St. Peter e la battaglia
di Waterloo: gli operai vollero
dire con triste ironia “avete
combattuto contro di noi come avete combattuto contro
Napoleone”».
- Le chiese sono impegnate
nelle problematiche sociali?
«La Chiesa anglicana mi è
parsa attenta ai problemi generali della popolazione: per
esempio in ogni diocesi c’è
un cappellano per i sordi, e
quasi tutti i miei discorsi sonowstati tradotti in simultanea pqr i sordi presenti. Ma
la chiesa che mi è sembrata
più vicina ai problemi sociali
è quella metodista. Una parte della popolazione è disoccupata e si estende la piaga
dei senzatetto, per cui si cominciano a vedere per le
strade persone povere che
dormono in scatole di cartone: centinaia di giovani metodisti hanno perciò passato
la notte di Natale in scatole
di cartone sulla pubblica
piazza, per protestare e richiamare l’attenzione di tutti su questa scandalosa vicenda. Altro esempio: a Liverpool la Chiesa metodista
sponsorizza un grande progetto di riqualificazione dei
disoccupati, che in grandi
atelier imparano le più sofisticate tecniche di computer.
In questo modo potranno
trovare posto nel .terziario
avanzato. Nella stessa città
abbiamo anche visitato centri sociali delle chiese in collaborazione con i sindacati,
per seguire in ogni necessità
i disoccupati. In più, oltre alle consuete case di riposo, le
chiese organizzano dei veri e
propri residence per anziani,
vicino alle parrocchie e
quindi collegati alla vita delle comunità, come a Cambridge, accanto alla Wesley
Methodist Church, dove le
coppie di anziani o i singoli
vivono autonomamente, con
l’aiuto di un paio di funzionari che assicurano i servizi
essenziali».
- La vita politica è influenzata dalla presenza dei credenti?
«Può essere interessante
notare che una risposta alla
lunga era thatcheriana viene
ora elaborata dal Partito laburista in chiave largamente
cristiana e evangèlica. Tony
Blair è un anglicano che rivendica l’eredità spirituale
del suo predecessore, il presbiteriano John Smith. Al suo
fianco ci sono credenti di varie tendenze evangeliche. Il
socialismo inglese ha sempre
avuto un sottofondo religioso: migliaia di dirigenti sindacali e politici hanno cominciato la loro carriera come predicatori laici nei circuiti metodisti; questa tradizione si era un po’ affievolita,
e sembra ora in ripresa. Certo
la società inglese è una società moderna, cioè laica e
pluralista. Il laicismo non
sembra però avervi molta
presa, al di fuori di alcuni limitati ambienti intellettuali.
Le tematiche religiose sono
di nuovo tornate nell’agenda
quotidiana».
I La Waldensian Church Mission v
Solidarietà di lunga data con
le chiese valdesi e metodiste
ERICA SGROPPO
Quando nei I825 venne
fondato il Comitato inglese in favore delle Missioni
per la Chiesa valdese (Waldensian Church Mission) alle
sue spalle c’era una lunga
tradizione di amicizia nei
confronti dei valdesi. Non è
esagerato dire che senza 1’
aiuto materiale e diplomatico
britannico difficilmente la
Chiesa valdese sarebbe sopravvissuta. Basti pensare
all’intervento di Cromwell al
tempo delle Pasque Piemontesi e al denaro che riuscì a
raccogliere durante la giornata nazionale di digiuno e preghiera in favore dei Santi
massacrati»: 38.000 sterline,
corrispondenti oggi a decine
di milioni di sterline. Una generazione dopo, il Glorioso
rimpatrio fu finanziato in
gran parte da Guglielmo d’Orange, divenuto re d’Inghilterra e campione della causa
protestante europea.
Pressioni diplomatiche
presso i Savoia per la libertà
di culto e aiuti finanziari sotto il patronato di re e regine
proseguirono per tutto il
XVIII secolo fino alle, guerre
napoleoniche. Dopo la Restaurazione ci fu una «riscoperta» dei valdesi da parte
degli inglesi, alcuni dei quali
intrapresero avventurosi e
romantici viaggi per vedere
di persona le Valli e conoscere i discendenti dei «Santi»
del famoso sonetto di Milton.
Uno di questi fu il pastore
anglicano Gilly, che con il colonnello Beckwith non solo
aiutò in maniera determinante la popolazione valdese,
ma diede alla Chiesa valdese
un’impostazione i cui effetti
durano tuttora.
Il Comitato sorse con due
scopi: ripristinare gli aiuti
economici da parte del governo britannico sospesi durante il dominio napoleonico
nelle Valli e far pressione alla
corte dei Savoia per le libertà
dei valdesi. Gilly ne fu il primo segretario, Beckwith ne
divenne membro e ne fu
agente sul posto. Grazie alle
pressioni del Comitato sul
governo, le insistenze di Londra sui Savoia per far abolire
il ghette non cessarono fino
all’emancipazione. Dopo il
1848 il Comitato cessò di essere gruppo di pressione per
concentrarsi sulla ricerca di
fondi per i valdesi. Dopo la
morte di Gilly nel 1855 l’interesse anglicano diminuì poco a poco e quello delle altre
chiese si concentrò verso i
movimenti battisti e metodisti italiani. Tuttavia l’attività
Inocc
,na W(
iteré «
"0taun
litolici
r
lerché (
tórii
mti <■
Àjnmi
no sMti
continuò soprattutto gra^
all’appassionata dedizione 2
tre persone: il colonnei|
Frobisher (segretario per^ 0 di s
anni), la signora HildàNoM tersi- C
(che gli succedette per aniv«herga
più tempo) e il fratello, c^job c’er
tano Richard Stephens. ^ 1 ¿y 24 g
Questi fu tra l’altro il pnjJ jQij avre
a organizzare visite di gru^ te non
alle Valli dal 1926, gite allo;
fatte nei luoghi storici a
so di mulo. La seconda gu(
ra mondiale rallentò i coni
ti, ma lo sbarco alleato li
saldò: man mano che Tei
cito di Liberazione avanzai
trovava chiese evangelici
nello stesso tempo da Ni
venivano le notizie sulla n
stenza condotta dai partid
ni anche nelle valli valdei
alcuni divennero membri d¿|rio comi
Comitato proprio grazia^ |ome B
questi «contatti di guerra», fiesta, pi
Nel dopoguerra i primi pa
stori valdesi andarono a faa
conferenze e predicazioni ij
Inghilterra (Achille Deodato
cominciò nel 1947). Stepheiii
fino alla morte, nel 1967,
cessò di organizzare vii
raccogliere fondi, susciti
interesse. Gli succedette il pastore Ward, poi vescovo, con
cui iniziarono le visite ii
anche nella diaspora valdesi
e sorse la passione del Goi
tato per il Sud. Lo aiutavi
Prescot Stephens,
capitano, e la moglie Pe[
uno degli sforzi più notev^
fu la raccolta di fondi per la
Noce di Palermo.
Nel 1987, mentrejetoa
Cambridge, fui incaricata da
Radio Beckwith di r
il Comitato per un _
dono; venni in contatto coni
cassiere Alee Carter e Rose;
mary Farrer. L'anno dopo
quando il vescovo Ward and
in pensione, Prescot Step
hens, sapendo che mi sard
trasferita in Inghilterra, nil
chiese di concorrere perii
posto di segretario, e così &
venni Executive Secretar^ dd
Comitato (erede di Gilly!).. ;
Ho collaborato alla trobatte
densian Rewiev che ora din
go, continuando l’operadl -------
predecessori nel sostenere If rebber;
chiese valdesi e metodistj^ttó cl
Ora l’Italia è più ricca deftteeniai
Gran Bretagna, ma riusci^Jia reci
mo a contribuire ad alcwwreti ca
progetti, tra cui l'edificaziol^eiia lo
del tempio a Marsala. Abbi?
mo avuto in tournée vari PJ
stori (Platone, Campi. P'
squet, il moderatore Gii
piccoli). Quando abbiai» mo eh
saputo che Giorgio Bouch® Mostra
poteva rispondere affermati ;parere(
vamente a un nostro inviti ®)pco
le aspettative reciproche p®
questa sua visita non son
andate deluse.
mi pio.
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«ilici». (
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Hsfftuz
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Incoi
ni Si ri
lOando
Pace
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ne gius
ta» me
ittanti
ìnza p
' iare
Il vescovo anglicano di Liverpool David Sheppard con IP®*
glo Bouchard e Frank Naylor
15
° grazie
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lo. cató
IS.
il priiijj
1 grupp
te alloi
ci a
dagui
¡Chiese
e istituzioni
m oceasionè del viaggio di
pa Wojtyla nell’ex Germaiaorientale, si sono letti giui2i di stampa alquanto diversi- Così, secondo Guido
ribeba {La Chiesa romana
0ti c'entra, in «La Stampa»
del24 giugno), Vittorio Messori avrebbe asserito che Hitler non sarebbe mai salito al
iteré «se la Germania fosse
un paese a maggioranza
colica» e che «il vero ap
i cont^&®'o religioso al nazismo lo
to li i luterani», e tutto ciò
le TeseAierché questi ultimi, «per teLvanzaìB^flersi lontani dal Papa, hanno
igelichaseinpre fatto a gara nell’avvidaNoSiinàrsi fli principi, ai re, ai
olla res^ienii ài turno». ,
partig^ Ammesso pure che «ci so
valdesi i
pola citato dal suddetto Tiberga) evidenzia «il ruolo
enorme che il Vaticano svolse
nell’aiutare le vittime cattoliche o ebree» nel secondo conflitto mondiale.
Giovanni Gönnet-Roma
Non si può
negare
la storia
mbridd
grazie a
erra».
irimi pa,
to a fan
izioniit
Deodati
stephea
967, noi
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uscitati
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ovo, con
te ingleij.
i valfc
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ricala da
igraziaff
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: e Rose-,
IO dopo,
ardandS
ot Stepmi sarei;erra, mi
re per i
e così di■etaryiè
;Uly!)llaW
ora diri;
ipera
tenere It
no stati protestanti che hanno combattuto il nazismo» come Bonhoeffer o Barth resta, prosegue Messori, che
«sul piano istituzionale furono i protestanti ad appoggiare la dittatura, non i cattolici». Come si vede è la solita accusa, già fatta a suo
tempo dal Buonaiuti, secondo la quale si addebita alla
Riforma la nascita del nazismo. Ma nello stesso numero
della «Stampa», con tono ben
diverso, Gian Enrico Rusconi
affronta il tema più ampio
el Goni^ dei rapporti tra il papa e
lutava^ ristituzione da lui dominata.
Nell’articolo II dialogo imcerca infatti di spiecome le recenti affermaàoni di Wojtyla alla Porta di
Itandeburgo a Berlino, con il
suo identificarsi in modo .totale e incondizionato con
l’istituzione ecclesiale e le
sue dottrine, siano lungi dal
Wrire sia il dialogo ecumenico in generale sia un minore approccio con il dissenso cattolico.
In consonanza con Rusconi si ritrova Marco Politi
Igaando scrive {Quelle ombre
su Pacelli, «La Repubblica»,
24 giugno) che «il perenuegiustificazionismo» della
®esa di Roma, volto a con'iióbattere le accuse che le sono riyolte di atteggiamenti
non sempre coerenti, riceverebbero un duro coipo dal
npi, Pi
re Gii
ibbiam
ìouchai
ffermat
:o inviti
oche pi
lon soni
etodist^ltto che, «nella Germania
ntale, per restare alla sto
----»hn recente, non sono stati i
d alcuf peti cattolici all'avanguardia
ficazion nella lotta al regime comunia- Abbia %» ma, «sul finire degli anni
; varipaj Wanta, sono stati in prevapnm pastori protestanti a ri\miare, aprendo le porte delle
‘loro chiese a dissidenti e diKtostranti», e ciò malgrado il
parere diverso di chi (come lo
borico cattolico Pietro Scop
Leggo con grande stupore,
sulla Stampa del 24 giugno, le
dichiarazioni di Vittorio Messori secondo il quale, nelle
ultime elezioni libere del 5
marzo 1933, «Hitler raccolse
le briciole nei pochi Länder
cattolici». In una sua risposta
al pastore Toum, sulla Stampa del 28 giugno. Messori ripete gagliardamente che «i
cattolici votarono per il loro
partito», cioè per il Zentrum.
Queste, come tutte le altre,
sono semplici asserzioni assiomatiche e conseguentemente in nessun modo corroborate da una seria ricerca
documentale.
Infatti solo il 34% dei cattolici tedeschi votò per il Zentrum, ottenendo sul piano
nazionale l’ll,3% dei voti.
Per chi votò allora il rimanente 66% dei cattolici? Per
gli scomunicati comunisti
(12,5%)? Per i socialdemocratici ben impiantati nel Nord
eretico dei luterani (18,5%)?
Sottace 0 ignora Messori che
nella sola Baviera, in larga
parte di fede romana, i partiti
bavaresi e cattolici fiancheggiatori dei nazisti (popolari e
contadini) ottennero oltre il
27% dei voti?
Non si può cambiare la storia né negarla alla stregua di
un famoso «Abbé» ormai senile e ammaliato da un filosofo camaleonte e ondivago.
Si può invece fare la storia
con slogan e «Schagwoerter»
come la fecero allora il battezzato cattolico austrobavarese Hitler, il suo in tutti i
sensi prolifico propagandista
Goebbels, allevato dai gesuiti, nonché il genocida e capo
supremo degli Ss Himmler,
nativo di Monaco di Baviera,
disinformando e ingannando
ignari e creduloni.
Stranamente, il negazionismo sta diventando di moda
e in recenti esternazioni, riportate nei titoli di tutti i
giornali, si propone genuinamente una riabilitazione del
caudillo Franco, scordando
completamente che questi,
in mancanza di meglio, inviò
una legione di «volontari» sul
fronte russo, in aiuto del suo
grande amico Adolfo. ,
Théo C. Keller-Ancona
.-.■r
Qorjfixxtìd
Chi ha paura di Lutero?
7/8
LUGU0AG0ST01996
Ecumenismo:
verso un concilio ecumenico nel 2000?
La proposta del segretario del Cec
Giubileo:
non sarà ecumenico.
Nostra intervista a Milan Opocenskij
Protenstantesimo:
interrogativi all’Ulivo.
A colloquio col pastore Sergio Aquilante
Islam:
brutti e cattivi. Niente intesa
una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire '
®™tore «re 120.000 con libro in omaggio). VerBan^to eul ^61ZB8Wn
"»testato a coop. Gom Nuovi Tempi, via Firenee 38,00184 Koma.
Pw iiìformasiom: telefono Oé-4820603» fe* . \
(mdiriizo internet: Http://hetk.etm.ittoarlmt)gct/home.ntmt ,
Pagina Dei Lettori
PAG. 7 RIFORMA
^ Lettera aperta all'arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini
L'ecumenismo non serve ad affermare se stessi
SALVATORE RICCIARDI
Caro fratello cardinale Martini,
mi consenta di rubare una piccola
frazione del suo tempo per condividere
con lei una sensazione di grosso tuibamento ecumenico.
Non ho bisogno di premettere che il
mio personale impegno ecumenico è
aperto, disponibile e schietto. Non ne
ho bisogno perché lei mi conosce e
perché più volte abbiamo avuto occasione di incontri per il dibattito come
per la preghiera, in uno spirito di costruttiva fraternità. Né ho bisogno di
sottolineare che tale impegno ecumenico non è mio soltanto ma di numerose sorelle, di tanti fratelli e di molte
chiese evangeliche che vivono in questa città e che, dalia Settimana di preghiera alla catechesi, dàll’Gsservatorio
interconfessionale al progetto di Consiglio delle chiese cristiane a Milano,
non lesinano impegno ed energie nella
fiduciosa speranza del nuovo che per
grazia di Dio può accadere.
Ora, nell’opuscolo Lavorare insieme,
sussidi per l’anno santambrosiano
1996-97, recentemente pubblicato da
codesta arcidiocesi, leggo fra l’altro la
«Lettera apostolica», con la quale il papa conferisce il benefìcio dell’indulgenza plenaria, in occasione dell’anno
santambrosiano, a quei fedeli che svolgano una ò più delle pratiche devozio
nali nunukiosamente elencate (pagine
21-23). Una di queste pratiche*, esplicitamente citata, è la «Veglia ecumenica
di Pentecoste».
' Mi permetta, caro fratèllo, di esprimere il mio profondo sconcerto e il
mio radicale dissenso. Le ragioni sono
le seguenti: ‘»i
1) la concessione deUe «indulgenze»
non può che concernere i cattolici, e di.
«cattolici» sarebbe stato meglio parlare, nella lettera, anziché in maniera ge- V
nerica ed equivoca, di «fedeli»;
, 2) coUegare la concessione delle «indulgenze» a una manifestazione ecumenica quale la Veglia di Pentecoste,
cioè a una manifestazione in cui vogliono trovarsi insieme coloro che proprio la questione delle indulgenze ha
contribuito in maniera non secondaria
a collocare su fronti diversi, denuncia
quanto meno un’incredibile mancanza
di tatto:
3) 'perseverare nella prassi indulgenziale significa riaffermare una visione
della chiesa amministratrice e dispen^,
satrice della grazia di Dio, come se lé?
Riforma non avesse detto nulla e corité ;
se decenni di prassi ecumenica fossero
passati invano. Aveva dunque ragione’
chi sosteneva die Lutero aveva attaccato non il «vizio» ma la struttura e il
cuore di una chiesa tralignante:
4) nellè Chiesa cattolica, molte forze,
c di levatura non secondaria, lavorano
perché l’anno giubilare sia una risco,perta e una, rivalutazione dell’anno
giubilare veterotestamentario, e pCTché
il triennio di preparazione sia incentrato su-una profonda riflessione trinitaria. Schiettamente: hanno qualche cosa da fare; le «indulgenze», con l’amore
" libero e gratuito di Dio che la chiesa ha
da testimoniare?
Lei potrà dirmi, fratello Martini, che(
è buona prassi ecumenick che ciascu„ no dei dialoganti resti quello che è, non
rinunci alla sua identità; e potrà forse
anche ricordarmi la pagliuzza,a la trave. D’accordo: resta il fatto che un ecumenismo in cui ciascuno parte con
l’idea di riaffermare se stesso e noni
metta in conto la possibilità di cambiare, si risolve in una perdita di tempo e
in una giustapposizione di esperienza,
destinata a rimanere sterile.
Lei sa che io non sarò più a Milano
l’anno prossimo. Proprio per questo,
non voglio «nascondermi dietro un dito» e le dico che, se cj fossi, avrei una
certa difficoltà a partecipare, sic stantibus rebus, alla Veglia di Pentfcoste.
Mi «o proposto di rubme soio’tirig
’piccolá frazione del spo tempo, é inve»'
ce ho ecceduto. Me né rammarico e me,.
Á ne scuso. Però desidero ringraziarla
perché la certezza della sua amicizia“
mi fa sentire libero di dirle apertamente il mio pensiero.
* „ 'La saluto nella fraternità ,che è dono
di Dio in Cristo ‘ ' ...
Evangelici
e politica
Durante la scorsa campagna elettorale i mass inèdia si
sono occupati,con abbondanza del voto dei cattolici
praticanti. Qualcuno, fra il
serio e il faceto, ha protestato
perché non era stata data attenzione analoga al voto laico degli areligiosi. Nessuno,
né sul serio né per scherzo)
ha detto verbo sul voto dei
protestanti. È un silenzio ben
conlijrensibile. A occhio e
croce (mancano statistiche
esatte) gli italiani di confèssione evangelica si aggirano
sui 300-400.000 al massimo,
cioè sono meno dell’1% dei
cittadini. Sono pochi, dunque: e sono privi desolatamente di statue piangenti
della Madonna, di miracoli di
San Gennaro e di trionfi spettacolari da esibire in Tv. È ovvio che ai mass media non
interessino. Sarebbe strano il
contrario.
Comunque alla Camera sono stati eletti cinque deputati
evangelici: al Senato non è
stato eletto nessuno, poiché
nessun evangelico era stato
candidato. È una bizzarria, di
cui non saprei spiegare la
causa: forse potrebbe spiegarmela qualcuno che conosca meglio di me come le
candidature siano state assegnate. Però non è l’unica bizzarria del genere. I cinque
eletti evangelici sono tutti
dell’Ulivo: c’era un deputato
della Lega nella scorsa legi
slatura, ora ripresentatosi
con il Polo, ma non è stato
rieletto. Tuttavia nessuno dei
cinque è del Pds. Due sono
laburisti, due sono verdi, uno
è cristiano sociale. Forse è IL
Pds che ha voluto questo?
Spero proprio che così non
sia stato. Oppure sono gli
evangelici che in politica
hanno trovato più consone
alla loro mentalità certe posizioni critiche di avanguardia,
con forte carica di idealità?
Anche se molti non lo sanno, un buon 80% degli evangelici è dato dal Mezzogiorno
e dalla Sicilia. Sono spesso
(ma non sempre) pentecostali, e in buona parte (ma non
tutti) sono di condizione sociale modesta. Viceversa, dei
cinque deputati evangelici,
due sono stati eletti In 'j’oscana, uno in Piemonte,, uno in
Liguria, uno solo nel Mezzogiorno, nessuno in Sicilia.
Evidentemente, proprio là
dove gli evangelici sono più
numerosi, meno si sentono
invogliati a impegnarsi politicamente:'Anzi, si ha una specie di sciopero degli evangelici dalla politica: colpa degli
evangelici? o colpa di un modo di fare politica, che respinge anziché attrarre certe
coscienze rigorose e certi animi fervidi di fede? Certo è
uno sciopero che anche nel
Mezzogiorno e in Sicilia non
riguarda altro che un 300.000
elettori al massimo.
Nulla di preoccupante, per
carità, in un’ottica di real-Politik ad oltranza. Se si trattasse di 300.000 friulani o lom
Riforma
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DIRETTORÉ: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanueie Pasofietto. REDATTORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Alberto Coreani, Marta D’Auria, Avernino Di Croce, Piera Egidi (responsabile
ai sensi di legge), Fulvio Ferrarlo, Giorgio GardioI, Maurizio Giroìarni, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti,'Jean-Jacques
Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Pienraldo Rostan, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
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EDITORE; Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125Torino.
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zioni: millimetto/colonna E1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
il n. 176 del l’gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono
state registrate con ordinanza In data 5 marzo 1993.
Il numero 27 del S luglio 19&6 è stato consegnato per l’inoltro postale all'Ufficio CMP
Nord, via Reiss Remoli 44)11 di Torino mercoledì 3 luglio 1996. ____
bardi della Val Brembana,
tutti entrerebbero in allarme.
Ma la provincia di Italia con
più alta nensità di chiese pentecostali è quella di Agrigento. Figuriamoci.
Che i terroni siano italiani
di serie B lo sanno tutti, e
quando sono poveri, sono in
serie C addirittura. Però il discorso potrebbe essere un
po’ diverso se certe bizzarrie
venissero considerte in un’
ottica diversa da quella di
una real-Politik ad oltranza.
Per esempio, se ravvisassimo
nello sciopero degli evangelici un sintomo particolare di
un malessere più generale
del Mezzogiorno e della Sicilia. Oltre tutto, si tratta anche della pura verità: magari
un po’ scomoda, come è non
di rado la verità. Forse, alle
forze di sinistra, potrebbe
valere la pena di farci un
pensierino sopra.
Giorgio Spini
San Domenico di Fiesole
p Riforma
su Internet
Come potete notare anche
dalla «manchette» qui a fianco, Riforma è ora su Internet,
la grande «rete» che collega
milioni e milioni di computer
in tutto il mondo. Oltre a facilitare e a rendere più veloce
il nostro lavoro per il reperimento e il controllo delle notizie, potremo anche ricevere
documenti, articoli, posta da
tutti coloro che hanno accesso alla rete.
Stiamo anche predisponendo una «pagina web» di
presentazione del settimanale e delle chiese evangeliche
di cui è espressione e un’altra
pagina in cui inseriremo settimanalmente gli articoli più
significativi che compaiono
sull’ultimo numero. Tramite
il nostro «sito» sarà possibile
collegàrsi anche con altri «siti» evangelici significativi e
viceversa.
Chi ha accesso alla rete
può trovare la nostra «Home
page» al seguente indirizzo:
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_
Notizie evangeliche
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abbonamento annuo L. 50.000
da versare sul ccp 82441007
intestato a Nev - Roma
■ Errata
Nell’articolo pubblicato a
firma di Amos Luzzatto in
Riforma n. 24 del 14 giugno
1996 a pag- 3 è stata erroneamente alterata la frase finale
che quindi va letta così: «Ma,
inevitabilmente al di là di
esperienze soggettive di sintesi, nel convincimento che i
diversi si possano incontrare,
parlarè e anche amare». Ce
ne scusiamo con l’autore.
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore è il mio pastore
nulla mi mancherà»
Salmo 23,1
I familiari di
llda Sappé ved. Sappé
riconoscenti, ringraziano di cuorè
tutti coloro che hanno partecipato
al loro dolore.
Un ringraziamento particolare a
Elvina, ai vicini di casa, al pastore
Pfannkuche e al dott. Broue.
Pramollo, 5 luglio 1996
RINGRAZIAMENTO
I figli del pastore
Roberto NIsbét
rihgraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore per la
perdita dei papà.
Torre Pellice, 7 luglio 1996
RINGRAZIAMENTO
I cugini e i familiari della cara
Elda Geymonat
riconoscenti, ringraziano quanti
hanno partecipato con affetto al
loro dolore.
Un particolare ringraziamento
alla direzione e al personale tutto
di Villa Elisa e dell’Asilo valdese
di San Giovanni, alla dottoressa
Pons e al pastore Berutti.
Lusema San Giovanni
8 luglio 1996
RINGRAZIAMENTO
I nipoti e i familiari tutti del caro
Alfredo Parise
riconoscenti, ringraziano quanti,
con presenza, scritti e parole di
conforto hanno preso parte al loro
dolore.
Rivolgono un particolare ringraziamento alla direzione e a tutto il
personale dell’Asilo valdese di
San Giovanni, al pastore Berutti,
al dott. Peyrot, alle dottoresse Michelin e Peyrot.
Lusema San Giovanni
8 luglio 1996
\
16
PAG. 9 RIFORMA
te: Ecumene
VENERDÌ 12 LUGLIO 19Qft
-‘>¥’.
I delegati delle chiese africane dopo il culto di apertura delle Assise nel tempio di Torre Pelllce
Si sono concluse il 4 luglio le Assise della Cevaa .
Come «discepoli mandàti in mezzo ai lupi»
JEAN-JACQUES PEYRONEL
.. T E Assise hanno cercato
«Lidi
li capire che cosa significa oggi per le chiese essere comunità di discepoli
mandati in mezzo ai lupi».
Con queste parole del messaggio finale si sono concluse
a Torre Pellice le prime Assise
della «Comunità evangelica
di azione apostolica». Nei
prossimi numeri di Riforma
torneremo ampiamente sul
confronto che ha animato
l’incontro di questa singolare
comunità intercontinentale.
Al termine dell’incontro
Emmanuel Njiké, presidente,
Marcel Piguet, segretario generale, e Jean-François Zom,
professore alla Facoltà di teologia di Montpelliér, non nascondevano la loro soddisfazione per l’andamento di
questa prima Assemblea generale che è stata anche l’occasione di festeggiare i primi
25 anni della Cevaa. Quando
subentrò alla vecchia Società
delle missioni evangeliche di
Parigi nel 1971, l’obiettivo
prioritario della Cevaa era di
modificare profondamente le
relazioni tra il Nord e il Sud
nel senso della condivisione,
della solidarietà e dell’uguaglianza. Dopo 25 anni, e alla
vigilia del terzo millennio, era
quindi necessario fare un primo bilancio di questa scommessa, allargato alla base
stessa delle chiese membro.
Per questo ogni delegazione era composta di tre persone, fra cui una donna e un/a
giovane. Per dieci giorni, i
145 delegati, ripartiti in gruppi di dieci persone, hanno
esaminato a fondo le varie attività della comunità: l’animazione teologica (restituire
la parola e la teologia al popolo), la formazione (non solo quella dei pastori ma anche quella di tutti i laici), lo
scambio di persone, la giustizia e i diritti della persona
umana, la comunicazione e 1’
informazione, la politica finaìiaaria. Che cosa va mantenuto? Che cosa va cambiato? Che cosa va sviluppato?
Queste le tre alternative poste all’assemblea plenaria.
Dal dibattito è emersa chiaramente la volontà di proseguire sulla via della traspa
renza, non solo nella gestione delle risorse finanziarie
della comunità, ma anche
nell’insieme delle attività e
della vita de^e chiese.
L’esame dei rapporti Nord/
Sud ha portato l’assemblea
ad esprimere i propri timori
rispetto al fenomeno della
globalizzazione dell’economia e a denunciare, con uria
risoluzione, la progressiva
chiusura deH’Europa nei
confronti dello straniero e il
conseguente sviluppo della
xenofobia. In mezzo a un
mondo scosso da profondi
mutamenti, in cui si sta aggravando lo squilibrio tra
Nord e Sud, la Cevaa ha avuto il coraggio di inventare un
nuovo modello di pratica
missionaria, riconosciuto come esemplare dal Consiglio
ecumenico delle chiese. Non
si tratta di una megastruttura
con le sue inevitabili pesantezze istituzionali, ma di un
piccolo laboratorio a dimensione umana, che ha il pregio
di rispecchiare la realtà e i
problemi di ben quattro continenti, in una visione davvero ecumenica.
I ■ - Conferenza annuale della Chiesa metodista britannica
Una chièsa piena di vitalità e determinata
a tradurre in azione le proprie decisioni
RICHARD GROCOTT
La Conferenza annuale
della Chiesa metodista
britannica si è svolta a Blackpool (Nord dell’Inghilterra),
dal 19''al 29 giugno scorso.
Per l’Italia erano presenti il
pastore Valdo Benecchi, presidente dell’Opcemi, e chi
scrive, pastore della Chiesa
metodista di lingua inglese di
Roma Ponte Sant’Angelo.
Còme le nostre Assemblee,
la Conferenza britannica è
anche un’occasione per i metodisti di ritrovarsi per rinnovare rapporti di amicizia, per
godere momenti di fraternità.
Il pastore Benecchi ha rivisto
alcuni amici che non aveva
più incontrato da quando
aveva trascorso un anno di
studio a Leeds, Wesley College, nel 1959-60. Come la
maggior parte dei delegati,
anche noi siamo stati ospitati
presso una famiglia metodista della città.
La Conferenza è iniziata
mercoledì 19 con la sessione
pastorale. I circa 500 pastori
presentì hanno discusso i vàri
problemi della vita delle chiese, dal campo di lavoro alle
questioni disciplinari. Presenti una trentina di pastori
provenienti da chiese meto
diste di varie parti del mondo,
tra cui Nigeria, Sierra Leone’,
Germania, Svizzera, Portogallo, Finlandia, Hong Kong,
Ghana, Usa, India, Sud Africa.
Venerdì potneriggio, per i
rappresentanti delle chiese
estere, è stata organizzata
una gita a Hepstonstall, Yorkshire, per visitare la chiesa
nella quale da più tempo e in
modo continuativo i metodisti si riuniscono per il culto.
Hepstonstall è stata fondata
da John Wesley nel 1741. Abbiamo potuto vedere il calice
che Wesley usava per la Cena
del Signore, leggere alcune
frasi da lui scritte su una parete, abbiamo cantato gli inni
ispirati a Wesley dalle magnifiche vallate nelle quali si
trova la chiesa. Abbiamo provato la stessa emozione di
quando si visitano per la prima volta le valli valdesi.
Sabato pomeriggio il numero dei presenti alla Conferenza è salito a circa 5.000
persone con l’arrivo dei delegati laici e dei visitatori per
presenziare aU’insediamento
del nuovo presidente, il pastore Nigel Collinson, e della
vicepresidente, signora Jan
Sutch-Pickard.
Domenica mattina, dopo il
culto di apertura ufficiale del
II nuovo presidente della Conferenza metodista britannica, past. Nigel Colllson, e la vicepresidente sig.ra Sutch-Pickard, insieme ai pastori Benecchi e Grocott
m
Si è svolta a Micheisberg la Conferenza internazionale della Missione contro la lebbra
Una missione che iniziò il suo lavoro «per compassione» verso i sofferenti
Dal 24 al 31 maggio ha
avuto luogo la Conferenza
internazionale della Missione evangelica contro la lebbra al Centro conferenze di
Micheisberg, in Germania,
con la presenza di 105 delegati venuti da 50 nazioni
(l’Italia era rappresentata da
Margaret Gould Bertolino e
da Silvano Perotti).
Dopo aver ascoltato il resoconto del lavoro nelle tre zone dove la Missione è all’opera (Sud-Est asiatico. India,
Africa), in cui è stato spiegato
che anche se il numero dei
guariti aumenta sempre purtroppo non diminuisce il numero di nuovi casi, ci sono
state le relazioni mediche in
cui è stato sottolineato che
dato che il «microbatterio
della lebbra» si divìde soltanto ogni 11 giorni (a diflferenza, ad esempio, di quelli che
provocano un terribile mal di
gola in poche ore), e che la
sua incubazione è tanto lunga, dovrebbero passare almeno una decina di anni senza
nuovi casi per poter dire che
abbiamo sconfitto definitivamente la lebbra.
È stato sottolineato inoltre
che le ricerche in laboratorio
e tra gli ammalati continuano sempre per cercare di appurare davvero: a) come si
trasmette la lebbra; b) perché sceglie i tessuti nervosi
umani per moltiplicarsi; c)
come mai cresce dentro le
cellule stesse; d) come evitare danni irreversibili ai nervi
periferici e agli occhi; e) come educare le masse a farsi
controllare ai primi sintomi;
f) come preparare i medici
locali a diagnosticare e curare in modo adeguato.
È stato ricordato che la
Missione iniziò il lavoro «per
compassione» verso i sofferenti di lebbra quando ancora non esisteva nessuna cura,
e la Conferenza ha deciso
aH’unanimità che la Missione
deve continuare su questa
strada dedicandosi alla cura
totale degli ammalati di lebbra nel loro contesto sociale,
familiare e spirituale senza limitarsi a distribuire medicine
ma coinvolgendo maggiormente queste persone stesse
nella scoperta dei modi più
efficaci per sostenerli.
Largo spazio è stato dedicato alla preghiera e allo studio della parola di Dio sul tema «Se il mio popolo, a me
consacrato, si umilierà, mi
pregherà e abbandonerà la
sua cattiva condotta per cercare la mia volontà, io dal
cielo ascolterò, perdonerò il
suo peccato e darò vita al
paese» (II Cronache 7,14). La
giornata cominciava con una
riflessione su questo versetto
così significativo e durante la
giornata vi erano incontri di
preghiera. Particolarmente
commovente è stata la spontanea intercessione per le
persone esposte a pericoli vari mentre svolgono la loro
missione tra gli ammalati, suscitata dal racconto di un
medico che, essendo stato
fuori casa diversi giorni per
cercare ammalati, al ritorno
trova la casa vuota: la moglie
era stata colpita da un forte
attacco di malaria e il figlio
da una malattia infettiva ed
erano quindi tutti e due ricoverati in ospedale.
Anche se il programma era
intenso, c’è stato tempo per
dei profondi contatti umani
tra i partecipanti. Abbiamo
tanto da imparare, infatti, gli
uni dagli altri. È stata particolarmente significativa la testimonianza del vescovo evangelico della Chiesa unita
dell’India del Sud, una chiesa
formata da tante denominazioni che hanno capito che
non possono testimoniare
l’unico Cristo se sono separate tra loro.
Preoccupazione del presidente uscente della Missione
La battaglia contro la lebbra non è conclusa
Il presidente uscente della
Missione evangelica contro la
lebbra, lan Milne, ha espresso la sua preoccupazione in
relazione al comunicato
stampa ufficiale dell’Organizzazione mondiale della sanità riguardo al problema
globale della lebbra. Milne ha
sottolineato che è molto sorprendente che l’ultima ottimistica dichiarazione Oms
non abbia detto nulla dei milioni di persone che portano
deformazioni fisiche permanenti a causa delle lebbra e
che avranno bisogno di cure
per molti anni al di là del fatidico 2000. L’Oms ha fissato
l’inizio del nuovo secolo come data per «l’eliminazione
della lebbra come problema
di salute pubblica» e dichiara
che il numero di persone
avente bisogno di cure di antibiotici è sceso al di sotto del
milione, anche se si riconosce che c’è rholto da fare dove la malattia è ancora molto
diffusa.
Trevor Durston, direttore
internazionale della Missione, che conduce la lotta contro la lebbra da più di 120 anni, ha ricordato ai delegati
che si scoprono quasi 600
mila nuovi casi di lebbra ogni
anno (un numero che non
tende ancora a scendere) e
ha sottolineato che il lavoro
della Missione va molto al di
là della semplice distribuzione di medicinali e che prende
in considerazione un numero
di persone bisognose molto
più grande delle cifi-e pubbli
cate dairOms, perché ha a
cuore non solo la guarigione
clinica ma il benessere totale
della persona: sappiamo bene che le lesioni ai nervi causate dalla lebbra non scompaiono con l’assenza dei microbi nel corpo.
Durston si è rallegrato del
grande progresso fatto in
questi ultimi anni, e ha^lodato rOms e molti governi per i
loro sforzi nella battaglia
contro questa malattia, ma
ha avvertito tutti che dichiarare troppo presto vittoria rischia Fabbassamento della
guardia, con il possibile risultato che la lebbra risorga anche molti anni più in là con le
nuove resistenze alle medicine, come sta avvenendo con
la Tbc e la malaria.
là Conferenza, alla presenta'
di circa 7.000 persone, fra cui ■
sorelle e fratelli provenienti
dalle chiese metodiste vicine
abbiamo ricevuto 80 candii
dati al ministero pastorale e ■
10 candidati al ministero diaconale. Questi candidatilono stati successivamenteconsacrati in dodici chiese
del circuito.
I lavori della sessione pienaria della Conferenza (circa
700 delegati tra pastori e laici) sono incominciati lunedì
24 con la discussione su vati ;
temi etici, fra i quali se sia lecito accettare dallo stato denaro proveniente dalle lotterie nazionali. Un problema
sconosciuto alle nostre chiese in Italia. Molti intervenir
hanno sostenuto di non poter accettare questo denaro
perché significa rendersi
complici del gioco d’azzardo
al quale la chiesa è contraria;
altri hanno preferito lasciare
11 problema aperto. Il 60% dei
votanti si è espresso a favore
della possibilità di inoltrare la
domanda per ricevere denaro
dal fondo lotterie solo per
scopi di beneficenza, ma dopo essere stati autorizzati dal
presidente.
Un dibattito molto interessante si è svolto su un problema sollevato dal distretto;
di Cumbria e cioè se il vice- ,
presidente e i vicepresidetiti;■
della Conferenza (che sono :
sempre laici) possono partecipare all’imposizione delle
mani nel corso della liturga;
della consacrazione. Attuai- '
mente, solo i pastori consacrati vi partecipano. La Ctmferenza, su questo tema tipicamente ecclesiologico, si è
praticamente divisa. 1155%
ha votato a favore dell’attuale orientamento. Comùnque
la questione tornerà certamente alla prossima Conferenza e cercherò in quella sede di spiegare la teologia della consacrazione in vigore
nelle chiese valdesi e metodiste in Italia.
Questa divisione si è manifestata anche quando si è discusso il bel documento sulla
«Toronto blessing». L’ala più
evangelica («low church»)
della chiesa ha ben accolto
questo movimento carismatico, sebbene con qualche riserva circa il suo eventuale
inserimento nel culto metodista. L’altra ala della chiesa
(«high church») ha dimostiàto molto scetticismo e disagio. Il documento su questa
questione è stato ricevuto e
inviato allo studio dei circuiti.
Interessanti dibattiti si sono svolti sul problema della
diminuzione dei membri di
chiesa, sul metodismo in
ropa. Il sottoscritto ha illustrato il lavoro e la situazione
del metodismo in Italia. Abbiamo riflettuto sui corsi di
preparazione delle coppie al
matrimonio, abbiamo votato
a favore deH’autonomìa della
chiesa metodista in Portogal^
lo, siamo tornati sulla complessa questione dell’omosessualità, questione sull
quale i pareri continuano a
essere divisi.
Molte delle nostre serm
sono state occupate da even
speciali fra cui rincontro
vista della prossima Assemblea del Consiglio mondimi
metodista che si svolgerà
agosto a Rio de Janeiro.
Un culto speciale è sta
dedicato alla celebrazio
, dei 200 anni dell’istituzione
del ruolo del
co. Abbiamo lasciato In r;
fetenza stanchi, ma tint
cati dalla vitalità della cm
metodista britannica,
determinata a tradurre.
azione le proprie decisi«^* ,
particolare per
guarda la sua testimoniata
nel mondo.
t'Sv-.
i