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ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 3; semestre L. 1,50. *
Estero : anno L. 5 ; — semestre L. 3. — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
DlPettoie e Hmmlnistiatoie : Bcovcnuto Celli, Via magenta 18, ROfflfl
Homo, 9 (Biugno ](9^0 = anno ^ = H. 2<\
protesta contro il VaVOIIIIIICIEIU ♦ ticano — Gli Evangelici e le
jjj Feste Cinquantenarie — Scienza e Religione —
e^' Gioventù frolla — Discorrendo di fideismo — Su
J te veglia il Signor — I nostri morti — Conferenza distrettuale delle Valli — Cronachetta Torinese — Inaugurazione del tempio
di Genova — Nella città dei fiori — Gli han rubato
il cuore! — Cronachetta Romana — La festa dello
Statuto — La persecuzione contro gli Evangelici alla
Camera — L’on. Ellero e la delinquenza dei minorenni — Sang Valdais — Corriere Siculo — Conferenza distrettuale sicula — Oltre le alpi e i mari —
Calunniate, calunniate, qualcosa resterà - Francia e
Vaticano — Gesù Cristo e il popolo — Vaporetti-templi evangelici — Museo biblico a Stoccarda — Parole
di Guglielmo II — Processione danzante — I socialisti inglesi in Belgio — Un giudizio di Fairbanks
su le missioni — Congresso mondiale delle scuole domenicali — L’ebraico non è lingua morta — Un matrimonio contrastato — Roosevelt in Uganda — Si
dice che l’Evangelo è sterile! — Nel paese ove si onora
Budda — Contro i piedi storpiati — Leggendo e annotando — Moody — Libri e periodici ricevuti —
Sotto l’incubo.
VOCI DI PROTESTA CONTRO IL VATICANO
A Roma vive ed insegna nei seminari eminenti il
gesuita De Luca ; egli è, se non il sole, un faro nel
mondo cattolico ; è intimo di Mery del Val e di Pio X.
Nel suo manuale di diritto ecclesiastico, pubblicato
nel 1901 sostiene in favor della Chiesa il diritto della
spada, il diritto cioè di uccidere gli eretici.
Lepioier è professore di dogmatica alla propaganda,
consultore della Congregazione di propaganda, della
Congregazione dei Sacramenti, della Congregazione
degli studi ; è rettore del Collegio di S. Alessio Falconieri e membro della Commissione Biblica; Pio X
lo ha chiamato ad unirsi ad altri dotti per ordinare
e pubblicare, sotto i suoi auspici, il diritto canonico.
Lepicier gode la fiducia incondizionata dei suoi superiori. Egli ha dato alla luce nel 1909 un libro intitolato; De stabilitate etprogressu dogmatis (immutabilità e progresso del dogma) ; in questo suo scritto
insegna tra l'altro : « l’eretico è peggiore di una bestia feroce; come ucciderla non è peccato, anzi atto
meritorio, così non è male, anzi è opera benefica uccidere l’eretico che, vivo, sarebbe essere nocivo » (pag.
174 e ss). « La Chiesa ha il ditltto di uccidere l’eretico e chi non la pensa così nutre idee perniciose ;
gli apologeti del cattolioismo romano errano quando
sostengono ohe la condanna ù morte degli eretici ; e
la loro esecuzione, debba attribuirsi all' inquisizione
dello stato e non alla chiesa, quando concedono vilmente che la Chiesa, condannando gli eretici a morte,
abbia subito lo spirito del tempo, oltrepassato il suo
diritto » (pag. 183 e ss). Egli ritiene che gli eretici e
gli apostati si debbano ricondurre alla fede colla
violenza (pag. 190 e ss).
Nella università gesuitica di Roma insegna il professore Billot, stimato piissimo e dottissimo tra i pii
ed i dotti della Chiesa docente; egli ha pubblicato
poco fa un libro intitolato De Ecclesia Christi,meni
il padre Lepioier ritrova (così almeno afferma in un
suo recente opuscolo di difesa del suo manuale) quelle
medesime dottrine ch’egli ha esposte e sostenute.
Non sarebbe il caso di mettere sotto speciale sorveglianza questi dotti professori e i loro giovani alunni
che bevono simili sovversivi insegnamenti i quali sgorgano proprio dalla cattedra di S. Pietro? Che cosa
può mai venir fuori di buono da ambienti così saturi
di odio e di fanatismo? Il papismo invoca la tolleranza dagli eretici là dove è in minoranza, ma la rifiuta barbaramente tosto che si sente in maggioranza !
Preti e frati, massimamente a Roma, professano pubblicamente che è un principio indiscutibile ed essenziale della Chiesa romana la necessità di restituire
Roma al papa. Hanno aperto recentemente ricreatori
militari; domandano pei soldati italiani là « libertà
religiosa » affin di attirarli indisturbati in questi ricreatori ed innestare in loro c convinzioni politiche »,
contrarie all’intangibile unità dell’Italia;e mandano alte
grida se il governo non li asseconda e parlano di. sacre libertà conculcate ». Il papista domanda ai liberali la libertà in omaggio ai loro principi liberali,
ma la rifiuta loro, appena si sente maggioranza, in
omaggio ai suoi propri principi assolutisti !
I cattolici romani inglesi hanno domandato che,
dalla formula tradizionale che il re d’Inghilterra pronunzia quando sale sul trono, vengano tolti quei termini crudi e veristi, che suonano offesa al loro sentimento religioso. E sta bene ; siamo con loro. Il valore di una religione non lo si stabilisce con affermazioni ed aggettivi; lo si deduce dai fatti, dalla
storia : il valore del confucianismo è la Cina, il valore
di Brama è l'India, il valore del papismo è la Spagna,
il valore della Riforma protestante sono la Germania,
l’Inghilterra, l’America del nord. Comunque, noi ci
aspetteremmo a che la deferenza, che i cattolici invocano verso di loro in Inghilterra, venisse da loro usata verso le altre confessioni religiose là dove dettano essi la legge.
Niente di simile. Non abbiano mai potuto conoscere
con precisione la formula di . abiura politica » imposta dal Vaticano alla Regina Elena; però tale formula non dovette essere mite pei genitori suoi, per
la fede sua privata, per la grande sua famiglia slava,
poiché sappiamo che, compiuto l’atto di abiura, Elena
si gettò nelle braccia del padre e pianse. Ma conosciamo la dichiarazione religiosa che dovette fare Vittoria Eugenia quando, per ragioni politiche, entrò nel
cattolicismo affin di diventare regina di Spagna; eccola : • Con la mia conversione al cattolicismo dichiaro che ritengo caduti nell'eterno anatema tutti coloro che combattono questa (mia nuova) fede, le loro
dottrine ed i loro usi speciali. E quando osassi io
medesima approvare o confessare cose contrarie a questa (mia nuova) fede, dichiaro di sottopormi a tutte
le pene della legge canonica. »
I papisti domandano il rispetto alle loro sacre convinzioni, se sono la minoranza, ma lo rifiutano alteramente alle convinzioni altrui, altrettanto sacre, tosto
che si sappiano maggioranza.
Un prodotto genuino del cattolicismo romano è l’ultima enciclica papale (26 maggio). Ecco come il papa
nell’enciclica si esprime a riguardo della Riforma e
dei Riformati.
«... Fra questi mali insorgevano uomini orgogliosi
e ribelli, nemici della croce di Cristo, uomini di sentimenti terreni, il Dio dei quali è il ventre. Costoro...
moltiplicavano i disordini, allargavano a sè ed agli
altri il freno della licenza... e certo sprezzando la
guida autorevole della chiesa... ne rovesciavano la
dottrina, la costituzione, la disciplina. Indi, imitando
quegli iniqui a cui è rivolta la minaccia : guai a voi
che chiamate male il bene e bene il male, quel tumulto di ribellione quella perversione di fede e di
costumi chiamarono Riforma e se stessi Riformatori.
Ma in verità essi furono corrompitori... prepararono
le ribellioni e l’apostasia dei tempi moderni, rinnovarono... le lotte cruenti delle prime età, indi la peste domestica delle eresie, infine, sotto il nome di libertà evangelica, corruzione di vizi e perversione
della disciplina »...
L’enciclica è stata comunicata a tutti i cattolici romani mediante la gerarchia, quindi al popolo tedesco
mediante gli arcivescovi ed i vescovi. Pio X non è
nè diplomatico, nè dotto ; non ha frequentato università ; non ha la minima idea del metodo storico obiettivo magnificamente iniziato dal von Ranke ; ignora
la storia di Roma dal 1870 in poi ; non sa capire in
qual modo i principi, i presidenti di repubbliche, i
re, gli imperatori che vengono a Roma, non tremino
ai suoi fulmini... non obbediscano ai suoi cenni, non
si arrendano ai suoi desideri.... Egli ripete semplicemente, docilmente la lezione che gl’insegna la curia
vaticana spadroneggiante. Benonchè le odiosità, le calunnie da lui lanciate contro agli evangelici di tutto
il mondo, hanno specialmente urtato i tedeschi della
Germania ove esistono leggi severe contro chi offende,
cogli scritti o colla parola o colle azioni, una delle
religioni riconosciute dallo Stato. Perciò tutti i protestanti tedeschi, affin di reprimere lo scandalo pubblico causato dal papa, domandano al loro governo
di richiamarlo energicamente, non già all’imparzialità storica, (chè sarebbe troppo esigere) ma agli elementari principii di educazione moderna; di giudicarlo secondo lo spirito delle leggi germaniche; di
punirlo o coll’ottenere da lui direttamente ritrattazioni e scuse, o col colpire i divulgatori dei suoi giudizi scandalosi (l’episcopato tedesco) o col ritirare il
ministro prussiano accreditato presso il Vaticano.
Potrebbe il moro mutar la sua pelle ed il pardo le
sue macchie? Potrebbe altresì il papismo, assuefatto
all’intransigente fanatismo medioevale, intendere il
mondo moderno ed unirsi fraternamente a tutti coloro che lavorano per la elevazione dei popoli ?
Da quanto più sopra abbiamo esposto, risulta chiaro
il compito di noi uomini moderni, uomini di libertà,
di scienza, di religione e d’operosità: allontaniamoci
dal papato, il quale non sente che cinque secoli lo
separano da noi, e uniamoci compatti intorno alla bandiera del Vangelo che è bandiera di alto Cristianesimo, di sublime moralità.
________________ G. Grilli
II Corriere della Sera dice che si suppone da alcuni
che il documento vaticano sia stato contraffatto in
Germania ! ! ! Attraente l’abboccamento con un cardinale, pubblicato nel Giornale d’Italia : al prossimo
numero {N. d. D.)
(1)
Gli EBangnllci > le Feslt [ìngnantenarie
Memoranda rimarrà per gli Evangelici di Sicilia
la giornata del 27 maggio. Secondo la decisione delrnltima Conferenza distrettuale valdese essi presero
parte ufficialmente al grande corteo patriottico con
una grande rappresentanza. Il gruppo evangelico
era fra quelli più numerosi. Era preceduto da due
stendardi : uno di raso bianco con ricami gialli della
(1) Questo artìcolo ci giunse troppo tardi per l’altro
numero. Rammentiamo ai nostri Collaboratori ohe i
loro scritti devono giungere a Roma non più tardi del
martedì mattina. (N. d. D.).
2
LA LUCE
Società di Matuo Soccorso fra gli Evangelici di Palermo, ed il secondo nuovissimo, di raso celeste, ricamato in oro, con la scritta :
Gli Evangelici di Sicilia al Municipio di Palermo
27 Maggio 1910 »
di vago effetto e che più d’ogni altro àttiràvà gli
sguardi dei centomila spettatori schierati sul lungo
percorso del corteo dalle mille bandiere degl’innumerevoli sodalizi, il quale dalla Porta S. Antonino doveva recarsi al monumento commemorativo in fondo
al Viale della Libertà, impiegando a tal fine circa
tre ore. Dovremmo scrivere a lungo se volessimo
riferire gli svariati commenti, le espressioqi di meraviglia, di sorpresa, di benevolenza, di simpatia e
talvolta anche di mal celata rabbia, suscitate dai nostri vessilli e che udivamo cammin facendo. Certo
è stata questa per noi una affermazione solenne della
nostra esistenza e dell’alta, nobile missione che compiamo a pro dei nostri connazionali, ed è stata pure un segno dei tempi nuovi in cui viviamo. Quale differenza tra
questa e la ricorrenza del centenario dei Vespri Siciliani nel 1882 quando dal corteo che percorreva
la medesima strada si elevavano voci d’insulto alle
signore valdesi, che dal balcone di palazzo Cutò si
godevano lo spettacolo : « Prntestantazzi infami * !
Dobbiamo convenire che oggi si è progredito, che
c’è maggior libertà e maggior tolleranza ! Ed eccone
la riprova*
Non potevamo pretendere, di ottenere dall’autorità municipale una udienza, per la presentazione
del no.stro labaro, durante il periodo assorbente delle
feste. Ma non appena terminata la baraonda, l’udienza
venne e nel modo più degno che potevamo attendere.
In assenza del Sindaco, personaggio di Corte, il
quale dopo la corvée dei giorni passati, aveva ben
diritto ad un po’ di riposo, fummo ricevuti nel Gran
Salone (detto Sala Rossa) dall’Assessore alla Pubblica Istruzione cav. Princitore, con squisita cortesia.
Nel rimettergli il nostro ricordo il pastore L. Rostagno, a nome degli Evangelici, gli,rivolse le aeguenti parole : .■>:
« Questo modesto labaro, che abbiamo desiderato
offrire al Municipio di Palermo in occasione del Cinquantenario del 27 maggio 1860, dice quale parte
vivissima abbiamo presa alla grande commmemorazione patriottica. Gli Evangelici sono tutti buoni
patriotti : religione e patria è il motto che reca
la loro bandiera e che si leggerebbe in fondo ai loro
cuori se ciò fosse possibile. La famiglia evangelica
esulta al glorioso ricordo della liberazione della Sicilia dall’aborrito giogo borbonico, e lo dimostra il
numero dei nostri correligionari accorsi - da molte
città e paesi dell’Isola a Palermo per partecipare
a queste feste. .
Invero nissuno di noi dimentica che uno dei beni
più preziosi che si possa godere quaggiù è quello
della libertà ; non solo della libertà politica, ma ancora
delta libertà di pensiero e di coscienza.
Nissuno di noi dimentica che, dopo Dio, è a Garibaldi, alla falange eroica dei suoi valorosi, alla rivolnzione siciliana che andiamo debitori della nostra
esistenza a Palermo e nell’Isola, poiché fu soltanto
dopo il 27 maggio 1860 che, sotto l’egida del vessillo tricolore, abbiamo potuto inalberare il nostro
vessillo, quello dell’Evangelo, che è vessillo di vera
libertà, e qui fissarci, per poi estendere ài nostri
connazionali, mediante una propaganda pacifica, i benefici morali e religiosi che godiamo.
Questa circostanza ci reca tanto maggior letizia
inquanto sappiamo di offrire il nostro modesto ricordo ad un’Amministrazione popolare, liberale, conscia delle sue responsabilità e dei suoi doveri, desiderosa di tutelare a pro di tutti, nell’ambito delle
sue attribuzioni, il diritto e beneficio comune della
libertà ».
Il rappresentante dell’autorità cittadina rispose con
molta benevolenza dicendo che, alla prima occasione,
si sarebbe fatto l’interprete presso il Consiglio Comunale della nostra elevata e gradita manifestazione.
Alla Delegazione Evangelica composta dei signori
R. Wigley, G. Colombo, L. Rostagno, A. Cntrera,
A. Riina, F. Mendola, venne quindi servito un sontuoso rinfresco.
Segui la visita alle splendide sale della Sede municipale, alcune delle quali possono gareggiare con
quelle d’nna reggia, quindi il commiato improntato a
sensi di reciproca gratitudine.
Una parola di speciale gratitudine vada al fratello
Riina 1^ cui intelligente attività in tutta questa faccenda ci .è stata assai preziosa.
Uno della Delegazione.
SCIENZA E RELlplONE (1)
CO[<C»LIAZ»OHEì
Tre opinioni.
Le opinioni dunque sono tre.
Per amor di chiarezza, sarà bene fissarie di nuovo
qui innanzi alla nostra mente. Prima opinione : L’uomo non è in grado di oltrepassare i confini cLxe rinserrano d’ogn’intorno il gran mondo dei fenomeni.
Solo la Scienza è possibile; o (jl che torna allo stesso) solo la Scienza è fonte di sapere. La Metafisica è
un sogno. — Seconda opinione : L’uomo è in grado
di oltrepassare i confini del gran mondo dei fenomeni. La Metafisica è possibile. Ma la Metafisica dà risultati negativi ! — Terza opinione : L’uomo è in grado di oltrepassare...... La Metafisica è possibile. E la
Metafisica dà risultati positivi.
Dn po’ di confutazione delle due
prime opinioni.
Affermare che la Scienza sola sia fonte del sapere,
della conoscenza, equivale ad affermare un solennissimo preconcetto.
La Scienza non si occupa che di fenomeni.. lo
sappiamo.... a memoria ormai !! Ora, dire : soltanto la
Scienza mi può procurare delle cognizioni, soltanto
la Scienza è fonte del sapere, è come dire: non esistono che fenomeni. Per dimostrare che non esistono
che fenomeni, voi incominciate dunque da lo stabilire che. non esistono che fenomeni !.... ♦ Non esi
stono che fenomeni ; » codesta è una delle vostre tesi, o Signori della prima opinione. — Ebbene coraggio ! — vi si grida — favoriteci un cencino di dimostrazione. E voi solennemente, ripetendo la tesi : « Non
esistono che fenomeni. Infatti.non esistono ohe
fenomeni ! • All’esame di licenza ginnasiale vi boccerebbero. O tapparsi la bocca — come vi dicevo più
su — o divenir metafisici : non c’è via di mezzo.
È semplicemente assurdo di sostenere che la Scienza sia la sola fonte del sapere. La Scienza si fa (e l’ammetterete io spero) applicando all’esperienza, ossia ai
fenomeni, certune facoltà di cui siam dotati. Resta da
dimostrare, o Signori, che le altre facoltà dell’uomo
non servano punto ad acquistar conoscenza (2). Attendo questa dimostrazione. E, nell’attenderla, continuerò
a credere che voi siate vittime d’un pregiudizio. I sensi, l’intelligenza, ecc. ci aiutano — voi asserite — a
procacciar tutto quanto il sapere di cui siam capaci.
Avete, ahimè, dimenticato la cosa più importante, avete
cioè dimenticato di provarmi che solo i sensi e l’intelligenza, ecc. (ossia solo una parte dell’uomo, della
psiche umana) sia mezzo o strumento di conoscenza.
Lo so, or ora ho fatto male a parlar di « facoltà. »
Le facoltà non esistono, e se lo sanno tutti da lo
Herbart in qua : l’anima è una ; e, se nel conversar
comune e fin nelle scuole e nei libri si ragiona di
« facoltà, » se ne ragiona, cosi, perchè fa comodo e tanto per intendersi ; ma l’anima è una e inscindibile, e
le facoltà non esistono : i sensi non sono che l’anima
in quanto sente ; la memoria non è che l'anima in
quanto rammenta o ricorda, e così via. Ma. appun
to! Se le facoltà non esistono e se l’anima è una, oh,
perchè mai vi siete voi messi in testa d’andar alla
scoperta del sapere con delle facoltà che. non esi
stono P Alla scoperta di ciò che si può conoscere andateci dunque con.. tutta l’anima) senza però (e
quest’è sottinteso) far inutiie spreco di forze. Se per
acquistar conoscenza dei fenomeni, o (come si potrebbe anche dire) se per far la Scienza, vi basta (e basta
infatti) l'anima in quanto l’anima è senso, intelligenza, ragione, volontà, coscienza (ma non coscienza morale, veh I), benedite Iddio, e lasciate che l’anima serbi le altre sue forze per qualche altra cosa.
L’anima, in quant’è coscienza morale non ha nulla
(1) Continuazione V. numero precedente.
(2) Si leggerà, con molto frutto il libro di E. Boutrous :
« Science et Religion » ; come pure la recensione che di questo libro fa un altro illustre filosofo francese, il Fillon, nell’< Année philusophique, » Paris, Alcan, 1909, sotto il titolo :
« Un onvrage récent sur les rapports de la Science et del a
Religion. » Segnalo anche un ottimo recentissimo articolo del
prof. P. Lobstèin, comparso nel Protestant del 7 maggio 1910.
che vedere con la Scienza, se non per assicurarne —
come direbbe Gastone Frommel — la sincerità. L’uomo non può fare in minuzzoli l’anima propria — lo
comprendo benissimo — non può dirle, per esempio :
• Tu sei, tra altre cose, anche coscienza morale : ebbene, poiché ora io devo occuparmi di Scienza, non
abbisogno di coscienza morale ; e quindi tu, come coscienza morale, puoi andartene a fare intanto una passeggiatina. » L’uomo è coscienza morale anche allorché
se ne sta curvo su le sue storte o tutt’affaccendato
tra i suoi lambicchi, lo so, e ci vuol poco a capirla.
Ma a ohe gli serve l’anima, in quanto è coscienza morale, in quel momenti lì ? Gli servirà forse come di
strumento, come di mezzo per eseguir nuove scoperte,
per conquistar nuovo sapere? — No, di certo. E còme potrebb'essere altrimenti ? Lo scienziato cerca
studia soltanto ciò che è, la quésta flééiéà, In questo
Studio di ciò ohe è, a ohe mai gli potrebbe giovare
la coscienza morale che gli parla di ciò che deve essere. Tra essere e dover essere ci corre una voragine.
Dunque la coscienza morale non ha che vedere con
la Scienza, non serve punto alla Scienza nell’acquisto
di quelle cognizioni che alla Scienza premono. Mutilate l’anima d’uno scienziato. Lasciatele il senso, l’intelligenza, ecc. ; ma toglietene via la coscienza morale
(per non riaccennare che ad essa solamente) e lo scienziato, con l’anima conciata in tal modo,, non sarà più
un uomo, ma sarà ancora uno........scienziato, e potrà
continuare tranquillamente a investigare 1 fenomeni
esterni ed inverni, salvo, s’intende, quelli dip^'^ndenti
da la coscienza morale stessa, la quale — secondo l’ipotesi — sarebbe sparita.
L’anima è strumento di conoscenza. Una parte sok''
dell’anima? Oh, perchè una parte sola? Chi lo dice?
Chi l’ha dimostrato? Chi l'ha fissato ? Come fissarlo?
Tutta l’anima è strumento di conoscenza, tutta. —
In quanto l’anima è senso del dovere, a che si applicherà ? Ai fenomeni ? alla Scienza ? — Ma la Scienza
non sa che farsene del senso del dovere ! A che dun que ? — A ciò che eccede il mondo della Scienza, a ciò
che eccede il mondo dei fenomeni. La coscienza, il
senso morale è un piccolo spiraglio aperto sul mondo ultrafenomenico, ecco tutto. Poi che esiste uno
strumento inutile alla Scienza, ne deriva, mi pare, che
la Scienza non debba considerarsi come tutto il sapere umano ; che ci possa esser dell’altro oltre ai fenomeni ; il quale dell’altro si colga, non con l’occhio,
non con l’orecchio, non solamente con l’intelligenza
(mi esprimo alla buona), ma si colga e si apprenda
con quella potenza dell’anima umana, che a nulla serve in scienza, cioè si colga e si apprenda con l’anima
che — grazie a Dio — non è soltanto senso, intelligenza... ma coscienza morale e coscienza religiosa.
La Metafisica ha diritto a un po’ di posto sotto il
bel sole di Dio quanto la Scienza. La Metafisica è
fonte di conoscenza come la Scienza. La Metafisica
è la scienza di ciò che non è fenomeno tl).
Sbaglia chi nega la legittimità della Metafisica ; ma
sbaglia del pari chi afferma la Metafisica dover essere negativa. L’errore del metafisico che asserisce non
esservi nulla oltre ai fenomeni, l’errore del metafisico
negativo consiste — io credo — in questo : egli ha
continuato ad applicare, oltre la sfera dei fenomeni,
lo strumento adatto soltanto pei fenomeni. Come la
coscienza morale è inutile nella costruzione della
Scienza, e così ì sensi e l’intelligenza sono insufficienti
oltre il dominio della Scienza. Coi sensi e l’intelligenza avrete la Scienza, ma non avrete mai una Metafisica che valga. L’Intellettualismo da sè è impotente ad assorgere sopra i fenomeni. Quanto al Sensismo ha il... buon senso di non occuparsi nemme
no di Metafisica.
Così, il metafisico negativo è in realtà caduto nello
stesso errore di chi addirittura nega la legittimità
della metafisica: ha dimezzato anche lui l’uomo. Questo è il massimo errore comune a tutte le filosofie
negative (2). Questo errore massimo non sta nel fat
(1) I lettori penseranno ; Il problema concernente la Metafisica richiederebbe ben più amgio e profondo STolgimento. —
Rispondo : Ma certissimamente. Qui non è che un cenno fugacissimo, e come un vago addentellato per un futuro lavoro.
In attesa che qnalcnno ponga mano a questo futuro lavoro,
m’è caro raccomandarvi specialmente il quinto volume postumo delle opere di G. Frommel ( c La vérité humaine, > St.
Blaise, 1910) ; poi, del medesimo autore, il sesto volume ehe
sta per vedere la luce ; quindi, di Georges Pulliquet, 1’ « Essai
sur l’obligation morale », Paris, 1898 ; e infine « La notion de
valeur » di Georges Bergner <Genòve, Ì908) ; il quale tien
conto di tutto ciò che di veramente importante è stato scritto
sino a due anni or sono su la Coscienza murale, nelle quattro
principali lingue d’Europa. Il Berguer, scrivendo, non aveva
sott'occhio • La vérité humaine » del Frommel, che non era
ancora pubblicata, ma conosceva tutto il pensiero di lui, per
esser stato discepolo di questo grande maestro.
(2) Intendo di dire, non già che le filosofie negative fingano addirittura di non veder nell’uomo la coscienza morale;
ma che non la tengono'per quelli gran cosa che è veramente
il ehe equivale a ignorarla o negarla.
3
LA LUCE
to che siasi negato Dio, ma nel fatto che si è negato
l’uomo, riconoscendo in lui una parte soltanto di quel
ch’egli è veramente.
Dimostrato che l’uomo è fornito di coscienza morale e che questa coscienza morale non trova la sua
applicazibne nella Scienza, ne risulta dimostrata Tesi,
stenza di tutto un mondo che eccede la Scienza e
quindi i fenomeni. Eiconoscete quel che l’uomo è, ammettetene la coscienza morale, e non vi sarà più difficile l’ammetter Dio.
Se poi vorrete riconoscere in Gesù Cristo una coscienza morale, non diversa da la vostra, ma più pura della vostra (e non occorrerà molto sforzo a riconoscer questo) e vorrete affidarvi ad essa, voi avrete una vera e propria rivelazione. « I puri di cuore
vedranno Iddio » ha detto Gesù. Queste parole sono
vere di lui specialmente.
Nella sua coscienza pura, come nello specchio limpido d'un’ acqua di sorgente, si riflette l’imagine di
Colui che Gesù — senza tema di sacrilegio — chiamava « Padre suo. » In grazia della coscienza di Gesù,
il velo si squarcia innanzi ai nostri sguardi commossi, e noi possiamo spinger l'occhio della fede oltre i
fenomeni, in quel mondo ultrafenomenico, ove divien
« vana », come direbbe Keplero, ogni scienza di qua
giù. Quel Dio, che sentivamo confusamente nella nostra coscienza, ci si rivela per mezzo della coscienza
in Gesù Cristo, mostrandosi a noi come un Dio santo e come un Dio d’amore. L’esperienza di. Gesù Cristo : ecco la rivelazione. La rivelazione è anch’eàsa
un’esperienzaj di altro ordine da quella scientifica,
ma un’esperienza.
(Al prossimo numero poche altre parole per finire).
GIOVENTÙ FROLLA
In quella parte della nostra gioventù, la quale non
rinvigorisce le membra negli sports, quando pure non
s’imbestialisca nell’eccesso, si osservano segni di decadimento tale da impensierire seriamente per l’avvenire
della stirpe. E’ decadenza fisica e morale, che si manifesta nel numero sempre crescente degli scarti davanti ai Consigli di leva e dei suicidi.
Tale fenomeno allarmante si produce soprattutto fra
gli abitanti delle città, operai, studenti e impiegati, e
trova la sua ragione di essere nelle condizioni della vita
moderna, sempre più anormale, febbrile e corrotta. Il
fisico è indebolito dagli eccitamenti, alcool, tabacco,
caffè e dai vizi precoci, che i moralisti di nuovo conio
gabellano per bisogni fisiologici, dalle tare ataviche trasmesse da genitori già bacati e dal regime di vita che
è il più antinatnrale che immaginar si possa. Il morale è fiaccato dal pessimismo, dalla mancanza d’ideale...
e di morale.
Buona parte della nostra gioventù, soprattutto nelle
scuole la cui popolazione cresce in modo spaventoso
e tale da formare uno dei più seri problemi sociali, non
è più atta a sostenere fatiche nè fisiche, nè intellettuali ; qualunque sforzo alquanto continuato la prostra ;
si lamenta del caldo e del freddo e dei programmi di
studio, bestialmente Imbastiti, a dir vero ; è subito stanca,
si ammala con grande facilità e si lamenta di tntto e
di tutti. La generazione che cresce sarà forse più colta,
ma sarà una generazione di fiacchi e di nevrastenici,
e in buona parte lo è già.
Peggiore è l’infiacchitaento morale. Quello che più
colpisce nella gioventù odierna è il carattere della senilità, il quale si manifesta non solo nella noia o nel
disgusto, ma persino nell’andatura curva e stanca. Molti
giovani sono vecchi prima di essere stati giovani. Essi
sanno tutto, hanno esperimentato tutto nella vita prima
di avere vent’anni ; quando dovrebbe sorridere la primavera, essi camminano sotto le grigie fredde nebbie
dell’antunno. Sono stanchi prima di aver cominciata la
loro giornata; dalla vita non aspettano che noieo dolori. Non hanno più illusioni, nè speranze, nè ideale ;
sono sazi oraùiai, disgustati, pessimisti, blasés su tutto.
Oppure sono degli arrivisti, i quali si cacciano in mezzo
alla folla e vanno avanti a furia di gomitate, preoccupati solo di sè e dei loro interessi materiali. Mors tua,
vita mea, è il loro motto.
La gentilezza, il rispetto, la buona educazione vanno
pure rapidamente scomparendo, insieme con ogni profumo, che faceva della gioventù l’età più cara. Si dice
ehe sia un portato della democrazia : io la chiamo
zoocrazia.
Anche l’allegria, chiassosa e spensierata, ma sana,
scomparisce. I giovani si risentono anche loro dell’universale musoneria, si atteggiano troppo presto a uomini
maturi e non sanno più divertirsi onestamente. Visi
accigliati, annoiati o torvi tu vedi spessp, quando invece dovrebbero essere illuminati dal sorriso dell’au»
rora, dalla gioia di vivere ; e, giova riconoscerlo, è la
nostra vita sempre più difficile, affaticata, turbinosa e
triste che li fa così.
L’amore pure ha perso il suo profumo di poesia ed
è diventato volgare e impudico. La donna non è più pel
giovane un essere misterioso e sacro, ma è uno strumento di piacere o un essere spregevole. Gli affetti romantici, timidi e sospirosi, ma puri, con relativo contorno di chiaro di luna, di mormoric di ruscelli e di
canti d’usignolo, sono roba antica, da museo. « Attendre
tous les soirs une robe qui passe — baiser un gant
jeté », è romanticismo ridicolo, tramontato da tempo. I
giovani, ora, sono più pratici e... più dissoluti. L’amore
per essi non ha segreti, ed hanno ancora il latte sulle
labbra che già sanno tutto. Basta sentire i loro discorsi 0 vedere i disegni che deturpano gli ambienti
scolastici per essere edificati in proposito ; la nausea
vi piglia alla gola. Per compiere l’educazione, viene poi
la caserma. Alla « mente sana in corpo sano » dei Latini, si è sostituito la mente corrotta in corpo frollo.
Esagero io forse ? Vorrei che così fosse. So che ci sono
molte e belle eccezioni, ma i caratteri, che ho accennati
soltanto, sono pure molto sparsi e allargano del continuo la loro azione deleteria.
Non passa settimana che non si legga del suicidio
di qualche giovinetto o di qualche ragazza ; e parecchi
scrivono che si uccidono perchè stanchi e disgustati
della vita. Stanchi e disgustati, quando si è appena cominciato a vivere ! Sono sintomi molto gravi. A Palermo, mesi fa, un alunno di quarta ginnasiale tenta
suicidarsi ; e 1 altro giorno un compagno del primo, ammazza prima il professore, troppo buono, e poi fa giustizia di sè, m classe ! Gli assassini dell’impiegato telegrafico di Udine, non hanno vent’anni ; e gli autori
della strage commessa in Francia tempo addietro
contano 18 e 15 anni ! Sono cose inaudite che si ripetono con una frequenza che colpisce ; ed io non ricordo che alcuni fatti ultimi e più caratteristici.
Tutti questi fatti sono segni di decadimento, sono
sintomi di una malattia profonda, che rode il corpo sociale e ne sarà la rovina se non vi si appresta il rimedio.
La causa principale di tanto malanno è l’allontanamento da Dio, vale a dire dal sentimento del dovere,
dalla forza vittoriosa, dal solo freno efficace nell’irrompere delle passioni e degli appetiti. Senza Dio , vale a
dire senza speranza, senza conforto, senza mèta, senza
ideale. Ci sono altre cause ai mali lamentati ; ma la
prima e da cui le altre dipendono, è 1’assenza del divino, nella vita. Nella mancanza del divino, l’umano
s imbestialisce e il male cresce in proporzione geometrica deH’allontanamento da Dio : la famiglia si sgretola, il principio di autorità sparisce, ogni freno si
spezza e l’uomo, fin da fanciullo, non segue più che i
suoi istinti, non cerca più che il suo piacere o il suo
interesse, oppure butta via il peso della vita quando
gli viene a noia.
I giovani « forti » sono quelli che vincono se stessi,
che « vincono il male » e in cui « la parola di Dio
dimora ». Santarelli alla S. Luigi e chierici e colli
torti non ne vogliamo, perchè sono forse tanto e più
frolli di quegli altri. I giovani forti secondo il
Vangelo sono una santa milizia, sorbente come dal
« seno dell’aurora » e preparata a vincere nella vita
le più nobili battaglie.
Enrico Rivoire.
Discorrendo di fideismo
Una domanda ingenua.
Con la speranza di mettere gli antitideisti in un
grandissimo insuperabile impiccio, un difensore del
Fideismo ha rivolto loro questa domanda : « Mi sanno
dire gli antifideisti quali fossero le credenze della
doùna cananea, una pagana? eppure Gesù non dubita punto di esclamare: O donna, grande è la tua
fede ! ». (Matt. 15i28).
Oh, sicuro che glielo sappiam dire!
Definizione della fede.
Che cosa s’intende per fede ? — Il surricordato difensore del Fideismo la definisce così: c un atto di
fiducia, di amore, di speranza ». — E sia!
11 Credo della Cananea.
La donna cananea ha fede. Sostituendo al vocabolo
€ fede » i! suo valore, che ci è stato or ora indicato
potremo dire : « La donna cananea fa un atto di fiducia, di amore, di speranza ». — Qual è l’oggetto verso
cui la Cananea fa atto di fiducia, di amore, di speranza ? Il passo citato lo rivela : l’oggetto è Gesù, che
la donna, certo, già conosceva per fama e che ora ella
ha l’ineffabile privilegio di aver lì innanzi a sè vivente e presente. — Noi potremo dunque, comple
tando, esprimerci così : < La donna cananea fa un atto
di fiducia in Gesù, di amore per Gesù, di speranza
fondando la sua speranza in Gesù ». — Nè basta, chè,
invero, il passo citato, riferendo parole di Gesù, ci
dà chiaramente a intendere che la donna, non solo
possiede una fede, ma una fede * grande ». Noi potremo dunque completare ancora la nostra proposizione nel modo seguente : « La Cananea fa un atto di
grande fiducia, di grande amore, di grande speranza
rispetto a Gesù ». Questo atto suppone una cosa : suppone che la Cananea abbia, con meravigliosa intuizione, capito che la persona di Gesù è degna di fiducia e
di fiducia grande, di amore e di amor grande, di speranza e di speranza grande. Degna di amor grande,
perchè immensamente buona, santa, amorosa, e quindi
disposta a qualsiasi sacrifizio, chè chi dice bontà grande, amore grande dice sacrifizio e sacrifizio grande.
« Mi sanno dire gli antifideisti quali fossero le credenze della donna cananea ?» ci domandava quel difensore del Fideismo. Eccolo servito. Il Credo della
donna cananea comprende questi quattro articoli : 1)
Credo nella persona di Gesù, il quale è vivente e presente.— 2) Credo che la persona di Gesù sia degna di
i grande fiducia — 3) Credo che la persona di Gesù sia
grandemente amabile, perchè grandemente santa, buona, amorosa — 4) Credo che la persona di Gesù sia
alimentatrice di grande speranza : Gesù è la mia speranza.
Nqn^ c’è chi non veda che questo Credo, nella sua
brevità, è completo quanto qualsiasi altro fra i migliori. La >fiducia implica l'accettazione dell’inaegnamento di Gesù: paternità di Dio, ecc.; Fampre di Gesù
implica il suo darai, il suo sacrificarsi; Gesù come speranza ci apre l’avvenire e ce l’assicura. Non possiamo
dilungarci, ma questo Credo implica, quanto quello
d’Atanasio e meglio e in forma meno fredda e più
viva, tutto l’Evangelo ; il quale — come ognun sa —
si accentra in una persona, nella persona di Gesù.
— Certo, la donna, che possedeva le accennate splendide credenze, non avrebbe saputo formularle; ma
questo non prova che non avesse credenze ; prova solo
ch’ella non era una teologhessa, per fortuna.
(Continua)
Su tc veglia il Signor
La mamma ha spento il lume e la bimbetta ha un
po’ di paura a restarsene sola al buio. Ma ecco ch’ella
vede splendere fuori della finestra la luna, e allora
domanda: — Mamma, la luna è la lampada di Dio?
— Sì, cara — risponde la mamma — la luna e le
stelle sono le sue lampade.
— Il Signore — domanda di nuovo la piccina —
spegno anche Lui i suoi lumi e se ne va poi a letto ?
— No, carina mia, ì lumi del Signore stanno sempre accesi.
— Allora, mamma — conclude tutta lieta la bimbetta — poiché il Signore sta sveglio, io non ho più
paura. {The Sunday at home).
J nostri morti
(1) Contin. vedi num. prec.
Al momento di andare in macchina, ci giunge la
tristissima notizia della morte della signora
Maria Maggiore-Longo
madre del prof. cav. Giovanni Maggiore, preside del
Liceo di Torrepelliee, e sorella del pastore cav. Paolo
Longo di Nizza. — A questi Amici nostri, alla figlia
signorina Maria Maggiore, agli altri congiunti della
Defunta, signori Longo e Courdin, le nostre più affettuose condoglianze.
VALLI VALDKSI
Torrepelliee. — UEcho fa notare che tra le delegate
al Congresso delle Unioni a Berlino è anche *la signorina E. Meynier.
— Nel giorno in cui il congresso universale delle
Scuole domenicali era radunato a Washington, i 250
alunni delle Scuole domenicali di Torrepelliee hanno
avuto anch’essi il loro... congresso nel tempio principale.
— Domenica scorsa (come apprendiamo da VAvvisatore alpino) la gloriosa spedizione dei Mille fu
commemorata anche nella Ginevra italiana. Oratore,
il prof. avv. Davide Jahier.
Pinerolo. — Ci scrivono : « Domenica scorsa, sotto
la presidenza del sig. F. Grill, segretario della commissione esecutiva di questo distretto, l’assemblea
elettorale ha rieletto il suo pastore sig. Eurico Pascal
con 65 voti su 72 votanti e su 94 elettori iscritti ».
[rniferenza distrettiiale dtlla Valli
La conferenza si apre in Torino il 1. Giugno alle
ore 10 col culto e la predicazione fatta dal sig. B. Gardiol di Bobbio-Pellice sopra Atti IX, 34.
Il seggio provvisorio, presieduto dal sig. Daniele
Gay di Prarostino, decano dei pastori in attività di
servizio nel distretto, fa la verifica dei mandati e prepara la lista dei membri della conferenza, composta
di 70 membri effettivi con voto deliberativo e due
con voto consultivo.
4
LA LUCE
È assente il moderatore, sig. B. Léger, che rappre*
Henta^ attualmente la Chiesa Valdese in Iscozia- À lui
ranno i nostri saluti ed auguri.
Il seggio definitivo riesce composto dei signori Enrico Tron, pastore a Villar-Pellice presidente, Leopoldo Bounous di Torino vice-presidente e F. Grill
segretario.
Il pomeriggio è consacrato alla lettura ed alla discussione delle relazioni delle 17 chiese del distretto
e della relazione della Commissione Esecutiva sull’andamento dell’opera in genere. Principale argomento
della discussione : l’istruzione religiosa e l’insegnamento biblico nelle nostre scuole in rapporto col progetto di legge Daneo-Credaro.
Il sig. Davide Peyrot reca alla conferenza un saluto
a nome del distretto Piemonte-Liguria-Nizza. Insieme
col sig. Giampiccoli, il medesimo è pregato di rapprepresentarci presso la conferenza del 2. distretto che
sta per radunarsi in Genova.
La conferenza esprime la sua simpatia fraterna al
collega sig. Giraud malato ed alla famiglia di lui.
Il giovedì, dopo il culto, il sig. Enrico Pascal, pastore a Pinerolo, legge un lavoro da lui preparato
sul < matrimonio ». Dopo un interessante scambio di
idee intorno a questo soggetto, si passa allo studio
delle proposte ed alle votazioni. Vengono eletti 31 deputati laici al prossimo Sinodo. La nuova Commissione
Esecutiva è eletta nelle persone dei signori Giampiccoli presidente, L. Rostagno, insegnante a Maniglia,
vicepresidente e F. Grill segretario.
La conferenza si chiude, alle ore 12, colla preghiera,
un canto e la benedizione, dopo aver emessi parecchi
voti di ringraziamento alla Commissione Esecutiva
il cui mandato scadeva, al seggio e alla chiesa dì To
vino, che Tha accolta con una cordialità ed una libe
ralità veramente principesca.
La ventura conferenza sì radunerà, a Dio piacendo,
in Torre Pellice. A predicatore d’ufficio è stato nominato il sig. Giovanni Bonnet di Perrero.
Ipsilonne
CROW?tCt1Em TORINESE
— La passeggiata primaverile fu, a quanto pare, discretamente contrariata da la pioggia, ma una sessantina di persone trovaron modo egualmente di passare
una bella giornata insieme nell’allegra intimità dell’amicizia cristiana.
— Martedì, 31 maggio, la chiesa di lìngua francese
ricevette la visita della Commissione esecutiva (pastore B. Soulier pres., past. Alessio BaÌmas, sig. Giuseppe Long).
— Domenica prossima, festa di chiusura della scuola
domenicale e della scuola del giovedì.
Inangurazione del tempio di Genova
Al posto del « gabbione » come veniva chiamato
dai * poco benevoli il nostro antico Tempio di Via
Assarotti, sorge ora un bell’edifizio, il più bello probabilmente di tutta la Via, per le sue linee eleganti
e sobrie, il quale fa onore all’Ingegnere Big. Rutelli;
che lo disegnò. A pian terreno, coll’entrata in Via
Assarotti, si apre il nuovo Tempio, elegante e certo
meglio adatto dell’antico per la nostra opera di evangelizzazione.
Quando alle 10,30 principiò la cerimonia, il Tempio
era gremito da un’assemblea imponente e raccolta.
Salirono sul pulpito il Presidente del Comitato di
Evangelizzazione signor Muston, il Pastore della
Chiesa Signor Rostan e il predicatore d’ufficio Signor T. Gay. Erano presenti, oltre al pastore di Torino Sig. Giampiccoli e al Pastore Comm. Bert, quali
rappresentanti delle loro congregazioni, i diversi pastori di Genova e di Sampierdarena e il Pastore della
Chiesa Tedesca.
Il sig. Muston apre il culto deponendo sul pulpito
la Bibbia e pronunciando una fervida e commovente
preghiera.
Il Pastore di San Giovanni T. Gay, prendendo il
suo testo nella dichiarazione di Gesù a Pietro: « Tu
sei Pietro e su questa Pietra io edificherò la mia
Chiesa », pronuncia un discorso incisivo e caldo dì
ispirazione cristiana.
11 Pastore della Chiesa Sig. Rostan chiude la cerimonia rivolgendo, con commozione ben comprensibile in quel momento in cui vedeva coronate le sue
fatiche, un vibrante appello ai presenti, invitandoli
a non contentarsi della consacrazione d’un locale;
ma a voler consacrarsi essi stessi al servizio di Dìo.
Un coro, ben cantato da alcune Signore e Signorine e diretto con maestria dal Cav. Goetzlof, lasciò
una buonissima impressione.
Alle 17 il Pastore di Torino Sig. Giampiccoli teneva una interessantissima conferenza, che fu vivamente apprezzata dall’uditorio, sul tema veramente
attuale : < La nostra ragione dì essere nell’ora presente >.
Che il ricordo di questa inaugurazione serva di
sprone a nuova energia per la Congregazione di Genova e che la benedizione di Dio ne sia la vera consacrazione dall’alto.
__________________ F. .B.
All’ultimo momento àbbiamo ricevuto un’altra relazione dal sig. rag. Giovanni Teppex, Grazie, ma
troppo tardi !
La Direzione.
Nella città dei fiori
(L. M.) Sotto al loggiato del palazzo Salviati, ha avuto luogo una nuova festa per i bambini ; festa di
chiusura dell’educatorio Valdese per quest’anno scolastico. V’intervennero, oltre ai bambini e ai genitori,
le persone che in modo speciale si sono consacrate
all’ opera di istruzione e dì educazione nell’educatorio stesso e molti amici. Iniziò la festa il pastore G.
E. Melile rivolgendo alcune parole di consiglio agli
alunni ed ai genitori. Seguirono recite, canti, scelta
musica; così che due orette passarono quasi inavvertite non solo per i bambini ma per tutti quanti.
Svolto che fu il lungo programma," si procedette
alla distribuzione dei premi agli alunni più meritevoli
per diligenza o per buona condotta.
— (X.) — Domenica 29 Maggio ; una rappresentanza
degli ex-alunni dell’Asilo professionale evangelico Comandi si è recata dal prof. cav. Enrico Bianciardi
(che per oltre trent’anni dedicò e mente e cuore alla
vita dell’Asilo, riuscendo così di valido aiuto al compianto Dr. Comandi) per rendergli spontanea manifestazione di affetto e di riconoscenza a nome di tutti
gli ex-alunni. Al caro maestro furono offerti una pergamena e un albo bellissimi.
Grandi furono la commozione e la gioia del signor
Bianciardi. Un inno e una preghiera chiusero la simpatica riunione.
Gli han rubato il cuore !
Dei ladri si sono impadroniti di un ostensorio contenente un po’ del cuore di S. Giuseppe da Leonessa.
I tribunali faran bene a punire severamente quei
signori che si sono appropriata la roba altrui. Ma il
fatto ha egualmente dell’ameno. Un santo patrono che
non riesce neppure a far da patrono al proprio cuore ! — É vera sciagura che, per colpa del popolo e di
chi in passato lo guidava, il Cristianesimo di Gesù
Cristo, che è la religione spirituale per eccellenza,
la religione del ravvedimento, della conversione, della nuova nascita, della purità, della carità (ossia dell’amore) sia stata ridotta nei paesi latini ad una riproduzione senz’efficacia morale del decrepito materialismo pagano antico. Che doloroso stato di cose ! E
intanto le anime periscono per mancanza dì atmosfera spirituale.
gronachetta Romana
L’assemblea generale della chiesa valdese (Via Nazionale 107) adunatasi domenica scorsa, dopo il culto
antimeridiano, elesse a suo delegato presso il Sinodo,
che si terrà il venturo settembre a Torrepellioe capoluogo delle Valli Valdesi, il signor Arturo Mingardì; a delegato supplente, il Cav. prof. Introna.
L’assemblea elesse del pari i suoi delegati alla conferenza distrettuale, in persona del.Cav. R. Piva e del
dottor R. Prochet.
— Martedì scorso all’Associazione cristiana dei giovani (Via della Consulta, 67) il dott. Gualdi tenne
una conferenza destinata ad esporre il metodo di
ginnastica « igienico-fisiologica », praticato nell’Associazione stessa.
— I Cattolici romani liberaleggiano. In questi
giorni la banda degli alunni salesiani, la quale rompe
tutto l’anno il tìmpano a tanti pacifici cittadini, si
è sfogata suonando a più non posso la marcia reale.
La conciliazione tra Vaticano e Quirinale è dunque
imminente li
— L’episodio della « processione e baruffa » ha avuto
un lungo strascico, dando a divedere che clericali e
anticlericali a Roma non dormono. Non abbiamo spazio per continuare a parlarne. Del resto i Lettori ne
saranno già informatissimi per mezzo dei fogli quotidiani.
— L’on. Enrico Ferri ha sostenuto l’utilità della
Monarchia innanzi alla direzione del partito socialista. Opportunismo?... — C’è una parola che fa molto
comodo adesso : la parola < evoluzione ». Una volta
chi mutava parere con troppa facilità si chiamava
banderuola, girella, ventarola. Ma adesso qualunque
mutamento di pensiero, anche repentino, è scusato ;
e il soggetto si difende, dicendo : * Ho fatto un’evoluzione, mi sono evoluto in questo nuovo senso » e
buona notte.
— All’Accademia dei Lincei l’illustre prof. Fano —
presenti il Re e la Regina — proferì, domenica scorsa,
uno splendido discorso in senso prettamente spiritualistico.
La festa dello Statuto
Noi cristiani evangelici l’abbiamo celebrata, perchè
è la festa della patria ; quantunque quel primo benedetto articolo dovrebbe — secondo noi — aver già
ceduto il posto a quest’altro ; « Tutte le religioni sono
eguali innanzi allo stato, che tutelerà con equanime
giustizia la libertà religiosa di tutti i cittadini ».
Salvo la forma, l’idea dovrebbe esser questa ; ma in
Italia, prima di fare un cambiamento, ci sì pensa per
anni ed anni e non ci si risolve mai !
La persecuzione contro gli Evangelici alia Camera
Togliamo dal Messaggero di Roma :
* L’on. Podrecca deplora il ritardo dell’istruttoria
contro i preti e i clericali di Fioridia per la selvaggia aggressione di cui fu vittima un pastore evangelico; come deplora che non siasi proceduto contro gli
autori di aggressioni simili compiutesi a danno del
pastore evangelico dì Noto.
Il sottosegretario di Stato, on. Ouarcino, dice ohe
a Fioridia, in seguito a disordini pubblici, fu iniziato
procedimento penale contro parecchie persone, alcune delle quali furono prosciolte durante il perìodo
istruttorio. Anche a Noto il procedimento penale fu
iniziato, ma non fu possibile identificare gli autori
dei disordini.
Podrecca, — La gravità della cosa deriva dalla sua
frequenza. Avemmo precedenti persecuzioni contro
evangelici a San Benedetto de’ Marsi, cessate solo per
l’intervento diplomatico degli Stati Uniti : avemmo
l’assalto della folla di Noto a quella chiesa evangelica, poi i fatti di Fioridia ed ora altri a Bisaccia in
provincia di Avellino.
L’oratore espone come ai svolsero i fatti a Noto
nei settembre 1909. Un pastore evangelico, il professor Fasulo, uomo venerando, scrive un opuscolo
sulla vita di San Corrado, patrono della città, facendo la critica delle invenzioni che vi si contengono.
Era un legittimo diritto. Il clero di Noto diviene
furibondo. Si lanciano manifesti, nei quali è detto
che non devesi tollerare la presenza dell’eretico in
città; si parla dal pulpito contro di luì, si fanno
processioni, portando in giro una pretesa urna del
Santo, che (fra parentesi) è piacentino, collega dell’on. Raineri {si ride) e quando la folla è satura di
odio la si lancia contro la chiesa evangelica, che i
preti qualificarono ♦ magazzino •, se ne incendia l’uscio, e il pastore deve sottrarsi con una figlia alla
furia popolare.
'Butto ciò non trovò ostacolo alcuno nell’opera del
delegato di P. 8. Navarra. E poiché l’opera fanatica
fu indisturbata ne presero tanto incoraggiamento i
clericali della vicina Fioridia, che lanciarono manifesti violentissimi e prediche dal pulpito contro
quel pastore Chìminellì.
L’eccitante sortì l’effetto voluto: la chiesa fu assediata dalla folla ed il pastore vi rimase bloccato per
sei ore tra urli di morte, finche non fu liberato dalla
truppa, chiamata dal cancelliere di Fioridia, Antonino
Romano.
Ebbene, egii fu, per tale suo atto, traslocato ! Il procuratore del re di Siracusa gli disse : « Così imparerà
a far l’evangelico! » (Vivi commenti).
E sapete chi girò per far firmare una petizione per
l’espulsione degli eretici ? La moglie del sottoprefetto!
(Ilarità). Ed organizzatori delle dimostrazioni di Noto
furono un figlio di un canonico (oh ! oh !) e un figlio
di vescovo, funzionario pubblico. (Uh ! uh !)
A Bisaccia quel parroco dal pulpito eccitò la folla
contro il pastore Berio, che dovè fuggire. Ora la popolazione invigila r arrivo della corriera per vedere
se vi si recano nuovi pastori.
Due viaggiatori di commercio, scambiati per tali,
dovettero fuggire ! Gli evangelici battisti, intendono
insediarvi il loro confratello, ma il sottoprefetto di
Sant’ Angelo dei Lombardi si dichiara impotente a
mantenere l’ordine. A Noto e ad Acireale in questi
giorni sì fecero pure dimostrazioni contro il cinquantenario dei Mille. E’ enorme però che a Bisaccia il
governo non possa garantire gli evangelici. Se si attenta alla proprietà il governo trova baionette per
proteggerla. 0 non deve farlo quando una setta toglie o minaccia la più alta delle proprietà ideali, la
libertà del pensiero? (Vive approvazioni all’estrema) ».
Come mai altri deputati non han chiesta subito la
parola prò Evangelici ? Mistero !
N. d. D.
Il DFtf. 9. Clot
ti alla Luce.
(86, Romeyn St., Rochester N.
Y., America) riceve abbonamen-
5
LA LUCE
L’on. Ellero e la deiinpenza dei minorenni
Veramente splendido il discorso proferito da l’on.
Ellero alla Camera su la delinquenza dei minorenni.
I riformatorii dovrebbero divenir case di educazione
familiare. Si apran gli occhi su que’ genitori iniqui
che cacciano i figlioli in un istituto correzionale semplicemente per liberarsi dal peso della prole. É indi
spensabile fare un’opera di previdenza ; moralizzando
la strada ove tanti fanciulli trascorrono buona parte
della giornata; infrenando l’alcoolismo, fonte di degenerazione e di morbosità nella riproduzione della
specie. Uno statista svedese, interrogato come mai la
Svezia spendesse tanto per la protezione dell’infanzia,
rispondeva : perchè non possiamo permetterci il lusso
di mantenere dei delinquenti.
Ottima l’idea espressa da l’on. Ellero sul concetto
assurdo della semiresponsabilità. Esagerata — secondo
noi — l’importanza che l’on. Ellero dà alla scuola
(eom è ora) qual mezzo di educazione. Evangelo oi
vuole! Occorrono insegnanti morali della moralità in
segnata da Gesù.
Al discorso dell’on. Ellero ha fatto bel riscontro
quello proferito da l’avv. Tosti al Circolo popolare
sui « Pigli che espiano > le colpe dei genitori. Risparmiamo — concluse l'oratore — ai nostri figliuoli il
dolore dell’espiazione. Il nostro dovere non può essere che uno solo : quello cioè di acquisire una coscienza morale tale, che valga ad allontanarci dal male »
— E per questo — diciamo noi — è necessario l’Evangelo.
Sang Valdals
Annunziato in buon italiano e in un francese non
troppo ortodosso ( « Sangue Valdese » ; in francese
« Sang Valdais >!) un curioso episodio.. di storia val
dese è stato ammannito in questi giorni ai frequentatori d’uno dei magni cinematografi di Roma, sotto
i portici dell’Esedra. Un Valdese (in lingua gallica:
• Valdais ! >) al tempo delle persecuzioni è catturato
e gittato in prigione. I parenti vanno da un farmacista e si fanno preparare un narcotico, che introducono in un pane. Offrendo qualche moneta al secondino, riescono a far pervenire il panino.imbottito al
loro povero carcerato ; il quale mangia e s’addormenta
tranquillamente. È creduto morto. Lo si seppellisce. Ma,
a notte fonda, i parenti vengono, disotterrano il....
morto, che incomincia a riaversi tra la gioia di tutti.
— Un po’ a effetto, non è vero?
Corriere Siculo
Riesi — (Avv. O. Debilio). L’Unione cristiana femminile, durante quest’inverno, ha cucito parecchi capi
di biancheria e di vestiario, che ha posti in vendita
ricavandone una discreta somma. Abbiamo potuto osservare con piacere che gli oggetti erano utili e ohe
il bazzar riuscì gradito a tutti. Auguriamo alle gentili signorine che, continuando nell’ opera altamente
umanitaria, l’anno venturo facciano ancor meglio. Alle
signorine che, con tanto zelo ed abnegazione, lavorano
per sollevare le miserie nel nostro ambiente, vadano
i nostri ringraziamenti e le nostre simpatie.
CDHfEHEHZa DISÌjmflLlTM
La Conferenza Distrettuale si aprì mercoledì 25 u. s.,
nella Chiesa Valdese di via Macqueda a Palermo. Il
culto (ore 10) fu presieduto dal sig. Corsani di Vittoria, che prendendo a testo del suo discorso le parole di Gesù : Che fate di singolare ? (Matteo V, 47)
le applicò al lavoro compiuto durante l’anno che
volge al suo termine, e fece voti, affinchè tutti ritornassero ai loro campi di lavoro decisi a fare qualche
cosa di singolare per l’opera di Dio. Terminò augurando che Dio, come nel 1860 fece sorgere un novello
Gedeone, che, a capo di un manipolo di mille uomini,
venne a dare la libertà politica alla Sicilia, voglia
oggi farne sorgere un altro, che porti la libertà spirituale a questa isola tuttora immersa nella schiavitù del peccato.
La Conferenza, sotto la presidenza provvisoria del
pastore anziano, sig. Rostagno, assistito dal sig. Foderò delegato della Chiesa di Catania, procede quindi
alla sua costituzione e alla nomina del seggio definitivo, che risulta composto dei signori Enrico Corsani presidente; Notar Emilio Giardina, vice*preBidente, Enrico Tron, segretario e G. Moggia vice-segretario.
Il vice-presidente della Commissione esecutiva, signor Pasulo, leggo la relazione del lavoro da essa
compiuto, dall’ultima conferenza ad oggi. Degno di
nota il giro evangelistico del relatore stesso, che visitò le Chiese di Siracusa, Pachino, Vittoria e Licata,
Grotte, Caltanissetta, dando in ognuna due o tre cCn
ferenze grandemente apprezzate sia dai fratelli che
dai numerosi estranei. In detta occasione, il conferenziere, nella sua qualità di vice-presidente della
Commissione esecutiva, si occupò anche di quanto ogni Chiesa faceva ed è lieto di poter dire, che tutti
gli Evangelisti hanno adempito al loro dovere.
^ La prova ben riuscita di quest’anno suggerisce al
sig. Fasulo l’idea di raccomandare alle Chiese la contribuzione per la Cassa Distrettuale, allo scopo di poter fare nell’anno venturo un lavoro più vasto.
Infatti, quest’anno, le Chiese di Messina, di Riesi,
di Trapani, non furono potute esser visitate come le
altre, per la prolungata assenza del presidente della
Commissione stessa, sig. Rostagno, che si era riservato
di visitarle.
Il signor Rostagno, riferisce poi, oralmente e bre
vernante circa all’operato suo prima della partenza,
dolente che la mancanza di tempo dopo il ritorno, gli
abbia impedito di attendere alle promesse visite.
Si ricevono due telegrammi da Fioridia: uno firmato Mezzatesta ; l’altro, firmato Chiminelli. Ad entrambi risponde il presidente, e si spedisce pure un
telegramma al venerando sig. G. Appia che fu il primo
Evangelista Valdese di Palermo. Si decide pure di
spedire un saluto al presidente del Comitato sig. Muston, il quale aveva mandato a dire di esser dolente
di non potere, per le sue molte occupazioni, trovarsi
in mezzo a noi in questa circostanza speciale.
La lettura delle relazioni delle varie Chiese, fatta
dai presidenti dei Consigli, dà luogo alla conferenza
di riconoscere un progresso, se non numerico in tutte,
in tutte però spirituale. In certe chiese, per circostanze
speciali, i risultati dell’opera evangelica si sono quasi
raddoppiati.
La Chiesa di Messina quest’anno, per la prima volta
dopo la terribile catastrofe, presenta la sua relazione
scritta, sul lavoro compiuto dal nuovo pastore, signor dalla. Pur troppo i fratelli non hanno ancora
un locale di culto ; ma il sig. Rostagno ci fa conoscere
tutti gli ostacoli incontrati per poter avere un’ area
nella quale edificare una cappella, e come tutti questi ostacoli sian dipesi dal fatto che la cappella dovrà servire al culto evangelico. Ora però si è sul
punto di raggiungere lo scopo e fra breve sorgerà
in Messina un grazioso luogo di culto con l’ abitazione del pastore (il tutto in legno, s’intende).
Dopo una preghiera innalzata a Dio dal sig. dalla
per ringraziarlo di quanto ha concesso che si facesse
durante quest’anno e chiedergli le sue benedizioni
per l’anno venturo, il sig. Arias legge un suo ben
elaborato lavoro su « Le nostre opere sociali », studiando quanto la Chiesa nostra potrebbe fare ; e, appoggiandosi sulle parole di Pietro (Fatti X, 38) :
« Gesù andava attorno facendo beneficii », si ferma
più specialmente ad una opera che potrebbe essere di
grande utilità e potrebbe far penetrare l’Evangelo in
molti cuori, cioè gli ambulatori medici, nei quali oltre a curare i mali del corpo verrebbero pure curati
i mali dell’anima.
Questa relazione è accolta favorevolmente da tutta
la Conferenza, ma pur troppo si riconosce che i tempi
non sono abbastanza maturi per poter attuare un
simile magnifico programma. Ciò non vuol dire che
venga messo da parte ; viene solamente rimandato ad
altra occasione.
La Conferenza ha quindi il piacere di accordare la
parola al pastore' sig. Wigley, il quale esterna il suo
compiacimento di trovarsi in mezzo a noi, in questa
isola detta del fuoco, si augura che l’opera compiuta
da tutti gli Evangelici possa progredire e accender
fiamma di Spirito Santo nel cuore di tutti i Siciliani.
Gli risponde con acconce parole il presidente.
Si riconferma la Commissione Esecutiva (signori
Rostagbo presidente ex-ufficio, G. Fasulo vice-presidente e Ep. Navarria segretario).
Deputati al sinodo vengono eletti i signori Giuseppe Greco, Gaetano Debilio e Passalacqua Gennaro.
A supplenti i signori Emilio Giardina e cavaliere
Eynard.
La prossima Conferenza avrà luogo a Siracusa e il
sig. Enrico Tron è nominato predicatore d’ufficio.
Si votano quindi ringraziamenti alla Chiesa di Palermo e ai pastori, per l’accoglienza veramente fraterna fatta a tutti i membri della Conferenza, e questa si scioglie col sentimento di aver fatto qualche
cosa sotto lo sguardo di Dio.
Aggiungo che la sera di giovedì il signor Fasulo
diede, innanzi a un uditorio relativamente numeroso
una magnifica conferenza dal titolo: < Sicilia redenta ».
0. Cerni.
OLTRE LE ALPI E I flRRI ^
Svizzera
Ginevra — Le radunanze d’evangelizzazione sotto
una tenda, eretta all'angolo del boulevard Carl-Vogt
e della rue de l’Ecole de-Médecine, procedono bene.
Alla prima presiedette il pastore Sauvin. Vi parlarono
di poi i pastori Chenevière, Chamorel, Dubois, Joseph,
Poulin, Thomas ed i laici signori Favre, Fermaud e
de Meuron.
Morges — I Corsi religiosi, che si facevano a Chexbres, si faranno da qui innapzi, come a suo tempo
annunziammo, a Morges (luogo più centrale). Il prossimo Corso incomincerà il 15 agosto e terminerà il 3
settembre. Seguirà un convegno, dal 5 al 9 settembre.
Il Comitato ordinatore bramerebbe sapere prima del
1. luglio il nome delle persone che intendono intervenire, per tutta la durata o per una parte dei Corsi
e del Convegno. Scrìvere semplice cartolina postale
al pastore H. Couvreu, Vevey (Svizzera) oppure al
pastore R. Saillens, 1 Avenue de La Liberté, Courbevoie (Seine-Francia) indicando se si desidera che la
Commissione provveda alloggio e vitto (L. 3 per giorno)
o se si preferisce invece scendere a qualche locanda
di Morges o dintorni.
Francia
Parigi — L’ingegnere Luigi Sautter sta per pubblicare la versione francese della vita di Sir Giorgio
Williams, il fondatore delle associazioni cristiane della
Gioventù. Il volume costerà franchi 2. Rivolgersi prima
del J5 giugno al « Comité National Français, 14 rue
de Trévise, Paria ».
j^ìmes. — Monsignor Duchesne, che — secondo la
« Spaine religieuse » — è ♦ un po’ sospetto di liberalismo teologico », è stato eletto membro dell’ Acca4?mia di Francia al posto lasciato vacante dal defunto
cardinal Mathieu. Il Duchesne, già membro dell’ Accademia delle Iscrizioni e Belle lettere, è noto per i
suoi lavori di storia ecclesiastica.
Frussia
Il principe Federigo Enrico di Prussia è passato
alla Chiesa romana. Pare che non avesse la coscienza
pulita e che gli occorresse celarsi in fondo a un chiostro. Così almeno, la « Semaine religieuse » di Ginevra.
Belgio
Brusselle — Il pastore E. Houter di Marsiglia ha
tenuto, dal 19 al 23 maggio, nella capitale del Belgio,
conferenze di risveglio sui temi : 1) E’ il Cristianesimo
un impedimento al progresso ? 2) le anime morte; 3)
l’azione di Dio nell’opera della salvezza; 4) l’azione
dell’uomo nell’opera della salvezza; 5) le anime viventi.
Scozia
Edimburgo — Il nostro moderatore, sig. B. Léger,
ha avuto calda accoglienza da le assemblee delle Chiese
evangeliche di Scozia, presso le quali ha proferito
discorsi. Da Edimburgo si è recato a Dijon (Francia)
per assistere al sinodo generale della Chiesa Riformata
francese (convocato il 7 corrente).
Calunniate, cjlunniat^^ resterà
Il Courrier de Genève, che è l’organo magno del
Cattolicismo romano nella Svizzera francese, pigliando
occasione dal fatto annunziato da la Semaine Religieuse e da noi pure riferito (ammissione di 9 nuovi
membri nella chiesa italiana di Ginevra diretta dal
pastore Carmagnola, eco.), richiama c l’attenzione delle
persone oneste sul proselitismo del signor Carmagnola
e delle zelanti che l’aiutano nell’opera sua economicamente ». Segue la solita sfilata di calunnie (compra
d’anime accontanti, eoe.), che a noi evangelici d’Italia
non fa^più effetto, perchè conosciamo i Clericali meglio dei nostri Fratelli di Svizzera. Se sapessero questi
nostri cari Fratelli che siamo spesso e accanitamente
attaccati in Italia da una certa persona ohe chiese di essere ricevuta in una congregazione evangelica, ma che
non fu accettata perchè le informazioni non erano...
buone 1... Se i nostri accusatori fossero cattolici seri e
pii, si potrebbe degnarli di un poco d’attenzione, ma
per solito gli accusatori valgono poco poco poco. Inutile occuparsene : sarebbe far loro troppo onore. —
Ultimamente noi abbiamo ammesso nella nostra Chiesa
Valdese di Roma il notissimo gesuita prof. Giorgio
Bartolì. Quanto crede il Courrier che sia stata pagata
l’anima del Bartoli?
Francia c Vaticano
SvEtE pagato l’abbonainento 7
SvizzBPa, Eemiiia, Scaniliaagia
Luce, rivolgersi al pastore Paolo Calvino, presso il
Big. C>. Wanner, Königstrasse 35, Stuttgart (Germania).
Luigi Lafon direttore della « Vie Nonvelle » dipinge cosi le relazioni presenti della Francia con la
Chiesa romana : « Le ultime elezioni hanno completata
la disfatta del partito clericale. Tutti gli immani sforzi
dei vescovi contro la scuola laica e i loro tentativi di
raccogliere sotto il vessillo della Chiesa gli elementi
variamente conservatori dei popolo francese sono fai-
6
6
LA LUCE
liti tra l’impassibilità della nazione. Per la seconda
volta e in modo definitivo, la separazione della Chiesa
da lo Stato è stata sanzionata da gli elettori. Si pnò
da qui innanzi considerarla come fatto compiuto ; le
ire del Vaticano non riescono più a commuovere 1 anima
francese ».
Qesù Cristo e il popolo
Il convegno cristiano di Parigi (da noi annunziato)
è andato benissimo : molta gente — dice VEvangéliste
— ed inni pieni d’entusiasmo. — In una delle radunanze, i pastori Boissonnas e Saillens hanno parlato
l’un dopo l’altro sul tema : « Gesù Cristo e il popolo »
palesandosi pieni d’amore verso il popolo e verso il
Salvatore. Gesù Cristo è per il popolo ; dei preconcetti
purtroppo allontanano il popolo dal suo migliore Amico; nelle radunanze popolari il posto di Gesù Cristo è vuoto ; a crear que’ preconcetti hanno concorso
i cristiani stessi, sui quali pesa grave responsabilità;
occorrono nuovi apostoli, che percorrano il paese e
facciano concscere il Cristo disconosciuto e distruggano i preconcetti ».
Taporettì-templi evangelici
Come i Lettori già sanno, su certi fiumi di Francia
naviga un vaporetto, il quale serve ad adunanze di
evangelizzazione. Si ferma qua e là presso le rive, ove
sia un borgo, un villaggio ; la gente accorre a vedere
e poi, all’ora indicata, sale a bordo e assiste a una radunanza evangelica. Ultimamente il vaporetto si è fermato a Digoin al punto di congiunzione del canale
del Centro col canale laterale alla Loh-a. Ed ecco che
ne |dice un giornale quotidiano francese : «Inmenche
non si dice, parecchie centinaia di persone si affollarono su la banchina, e restarono meravigliate di
vedere a un tratto spuntar su un campaniletto in
mezzo al magnifico battello a vapore. Di lì a poco i
curiosi leggevano questa scritta c « Conferenze intorno
all’Evangelo tutte le sere ». Era un tempio ambulante
della religione evangelica. Il vaporetto-tempio, che
porta il nome di « La buona novella », resterà più
giorni a Digoin ».
La Croix (foglio cattolico romano) reca anch’essa
questa notizia e propone che l’apostolato cattolico
imiti l’idea cristiana evangelica. •
Secondo un periodico evangelico, le radunanze a
Digoin vanno benone. La prima sera il vaporetto fu
preso d’assalto. C’è un altro vaporetto-tempio in Francia (* Il buon messaggero ») che si trova presentemente
a Pontoise.
Museo biblico^Stoccapda
I,a • Società biblica di Stuttgart » ha fondato un
museo ; in cui sono esposte le S. Scritture in 300 lingue ; copie di S. Scritture in in folio ; copie miniate;
un’edizione della Bibbia del secolo di Lutero in caratteri gotici; un Vangelo di S. Marco in lingua «cañara » e scritto a mano su foglie di palmizio ; un esemplare della Bibbia per uso dei ciechi in 62 volumi
che occupano un palco lungo 5 metri ; volumi del libro sacro appartenuti a uomini celebri, ecc. ecc. (Da
VEvangéliste di Courbevoie).
Valerio Hénault, che « insistè sui principi di tolleranza, i quali reggono il partito operaio e che dànno
modo a tutti gli uomini, di qualunque fede religiosa
o filosofica, di unirsi per combattere il presente cattivo stato sociale ». —Come a Lilla, parlò anche Keir
Hardie, che affascinò 1’ uditorio con la sua voce potente, col suo gesta energico da lottatore, con la sua
bella faccia di vecchio apostolo, per dirla con parole
del Chrétien Belge. •
Un giudizio di Fairbanhs su la missioni
Fairbanks, ex vicepresidente degli Stati Uniti, interverrà all’imminente Congresso mondiale delle missioni che s’adunerà a Edimburgo. E’ già noto del
resto il suo giudizio su l’opera delle missioni cristiane
evangeliche, da lui visitate nell’Estremo Oriente. Lo
ha manifestato a un giornalista, che l’aveva interpellato. « Quel che mi meravigliò di più è il lato pratico
dell’opera missionaria. Non solo si predica l’Evangelo;
ma si insegnano agli indigeni ogni sorta di lavori industriali ; e le fanciulle imparano a dirigere la casa, a
renderla attraente e igienica, e i giovanetti si addestrano ad un mestiere utile oppure all’agricoltura ».
Congresso mondiale delle scuole domenicali
Il Congresso Mondiale delle Scuole Domenicali si è
adunato a Washington D. C, nella magnifica capitale degli Stati Uniti, dal 19 al 24 maggio. Più di 5 mila delegati regolari erano presenti e rappresentavano 53
nazioni diverse. Anche 10 mila altre persone vennero
a Washington per l’occasione unica.
Diede il benvenuto ai delegati il Presidente Taft
con uno splendido discorso; terminò chiedendo le
preghiere dei presenti per sè stesso, affinchè possa
compiere il suo dovere quale capo dello Stato.
A rappresentare l’Italia, come delegato speciale del
Comitato Nazionale di cui è segretario generale il
cav. Filippini di Roma, andò il prof. Alberto Clot,
che riscosse gli applausi entusiastici dell immenso uditorio, a quanto dicono i giornali di Washington, che
pubblicarono anche il suo ritratto.
Altri pastori italiani presenti al Congresso erano,:
il sig. Testa pastore a Brooklin ed il sig. Scarito
pastore a Washington.
L’Unione delle Scuole Domenicali novera attualmente 286 mila scuole, 2 milioni e mezzo di monitori
ed insegnanti, 28 milioni di alunni sparsi in tutte le
parti del mondo.
parole di Cujilelmo II
« A me piace leggere e leggo assai spesso la Bibbia.
La tengo sempre vicino al mio letto. Non posso capire, ha soggiunto l’imperatore, come vi siano tante
persone che si occupano così poco del Verbo di Dio.
Quando si tratta per me di fare o di pensare a qualche cosa, io mi faccio questa domanda: Che cosa dine la Bibbia in questa circostanza? Essa è per me
una sorgente, dalla quale attingo la forza e la luce.
Nutro la speranza che molte creature che ora sono
lontane da Dio possano aspirare di nuovo verso di
Lui. Non posso neppur concepire una vita intima estranea al Signore ». (Dal Giornale d’Italia).
L’ebraico non è lingua morto
Processione danzante
Traduciamo dal Christianisme : — « La processione
danzante d’Echternach (Lussemburgo) è stata fatta li
martedì di Pentecoste. Una moltitudine di curiosi assisteva a questa manifestazione epilettica. Precedevano
dei vescovi, i quali — come i laici — movevan tre
passi avanti e due indietro. Le società di strade ferrate francesi avrebbero dovuto evitare l’affissione,
nelle stazioni, dei manifesti réclame destinati ad annunziare queilo sfogo superstizioso ».
I socialisti inglesi in Belgio
I socialisti inglesi, da noi seguiti col cuore commosso a Lilla in Francia, si diressero di poi a Liegi;
ove alla « Popolare » furono presentati al pubblico da
L’ebraico nella sua pura forma biblica va via via ridiventando lingua parlata. Questo avviene da qualche
tempo in Palestina, dove non è difficile di trovare
perfino dei fanciulli israeliti che con la massima naturalezza si servono di questa lingua anche baloccandosi. Si assicura che nelle colonie d’intorno a Gerusalemme il parlare ebraico sia quasi di prammatica.
Così, qualcuno ha già proposto che si pubblichi un
periodico in questa lingua (Da The Snnday at home)
Un matrimonio contrastato
Siamo al Congo. Una fanciulla cristiana indigena
ama un giovane anch’esso cristiano. Si vogliono sposare ; ma i parenti della fidanzata (tuttora pagani) si
oppongono accanitamente: pretendono che lo sposo
paghi loro 900 franchi (in Affrica le mogli tra i pagani si pagano !) ; ma il giovane è poverissimo e non
può sborsare detta somma. Che fare? I promessi sposi
vanno dal magistrato. Qui, ecco la madre che infuria
come un’ossessa: ha avuto già un’offerta: un altro
giovane indigeno le ha sborsato 700. franchi ! Il magistrato interroga la fanciulla, la quale risponde ohe
intende sposare il fidanzato del suo cuore ; e il matrimonio è concluso. La sera la piroga ohe trasporta
i novelli coniugi è assalita da la megera sullodata e
da altri parenti; i novelli coniugi vengono solidamente legati in fondo alla barca, e ohi sa come la cosa
sarebbe andata a finire, senza l’intervento del missionario e di altri uomini vigorosi ! — Ecco la tela per
un romanzetto storico o almeno per una novella. L’abbiam tolta da VEvangéliste.
Tjooseveìf in Uganda
Il periodico « Mercy and Truth » riferisce il discorso che l’ex Presidente Roosevelt pronunziò il 21
dicembre 1909, aU’inaugurazione di un’ala nuova (che
porterà il suo nome) nell’ospedale della Missione Evangelica di Mengo, Uganda. Ne traduciamo alcuni brani
pei i lettori della « Luce » che il titolo solo o la s:
dello-scrivente non consiglieranno a passare oltre.
« Signore e Signori — Vi sono sommamente grato
d’avermi data, l’occasione di vedere questa missione medica. Già prima di venire in Affrica, avevo letto dell’opera compiuta qui ed avevo preso in essa un vivo
interesse. Avete qui una popolazione intelligentissima
che ha saputo prendere un grande sviluppo sia politico che sociale; e la vostra missione è quella d’incoraggiare in modo pratico il popolo di Uganda sulla via
del progresso. Ora il vostro lavoro è il più pratico che
si possa imaginare per raggiungere tale scopo,
Dottor Cook, voi avete or ora detto che prestate gratuitamente i vostri servizi a tutti indistintamente, senza
guardare a nazionalità od a confessione religiosa. Ne
ho riscontrato io stesso la prova. Questa mattina ho
visitato la Missione cattolica romana ed una cosa mi
è stata detta che vi fa onore, che cioè siete sempre
pronti a rendere servizio a quei missionari quando hanno
bisogno di ricorrere a voi od ai vostri colleghi. E quel
che ho detto là, lo ripeto qui : il male è un bersaglio
abbastanza grande perchè tutti possano mirarvi senza •
bisogno di scagliar frecciate gli uni agli altri. Approvo
con tutto Tauimo mio chiunque io veda adoprarsi per
il progresso della giustizia, in un modo o nell'altro,
specie poi stendendosi vicendevolmente la mano.
Non voglio adularvi, ma voglio anche dir la verità
a rischio di parere un adulatore, il che non è, che cioè
ammiro immensamente l’opera che si compie in questo
luogo...
Non è nelle mie attribuzioni il far delle prediche,
ma credo che, se consultate l’Epistola di S. Giacomo
e leggete l’ultimo versetto del capo primo ed il primo
versetto del capo secondo troverete una lezione di teologia pratica, ed è quella teologia appunto che è qui
osservata. Non posso quindi ammirare quanto si meriti la Missione medica ; ci devono essere in qualche
modo, dei frutti visibili nell’opera di chi predica, e i
frutti più visibili e più benefici son quelli che si seminano e si colgono in questo spedale di cui vado altero
che una parte porti il mio nome e che mi onoro di dichiarare aperto per la gloria di Cristo Salvatore.
G. di P.
SI DICE CHE L’EVDMBELD È STERILE!
Or non è molto, in occasione d’una lieta ricorrenza,
si celebrava nella capitale dell’Uganda (Affrica centrale) che cinquant’anni or sono era tutta pagana e
selvaggia e che ora è in buona parte cristiana evangelica, una splendida cerimonia. Nella cattedrale,
quattro re (il re dell’Uganda e quelli di Bunyoro,
di Ankole e di Toro, paesi limitrofi dell’Uganda) facevano il loro ingresso solenne, seguiti da un numeroso e magnifico corteo di condottieri e di capitribù; e tutti si univano come un sol cuore a render
a Dio un culto d’adorazione « in ispirito e in verità »» — Ebbene, i re di quei quattro paesi — prima
d’abbracciare l’Evangelo — s’incontravano, sì, ma
s’incontravano per trucidarsi in guerre continue e
spietate. (Da The Sunday at home).
Nel paese ove si onora Budda
L’esploratore svedese Sven Hedin — leggiamo nelVEvangéliste — ha tenuto una conferenza presso la
Società geografica di Berlino, riferendo, tra le altre
cose, di due curiose sette buddistiche del Tibet, le
quali si scagliano reciprocamente anatemi, perchè
l’una fa girare il molino da preghiere da destra a sinistra e l’altra da sinistra a destra. Verso le scaturigini del Bramaputra, c’è una montagna sacra, intorno
alla quale i pellegrini girano 13 volte. Altri divoti
fan tre volte il giro della città di Lhassa e della residenza del Dalai-Lama rotolandosi sul suolo. Certi
santi trascorron la vita rintanati in fondo ad una caverna. L’entrata della caverna è murata, e per un
« breve pertugio » si sporge al santo sur una pertica
il suo cibo quotidiano mal guadagnato. Uno di que’
bei tipi passò 69 anni nel buio e nell’ ozio perfetto.
Molti buddisti ripetono 999 volte il giorno, servendosi di una corona come quella del rosario, le parole:
« O gioiello nel fango I » Il popolo tibetano è tra i più
perfidi e i più corrotti del globo. E questi sono i frutti
pratici d’una religione che adesso si vorrebbe introdurre nel mondo incivilito ! Meglio il cattolicismo
semipagano, se mai.
Contro i piedi storpiati
Il governo cinese mira a sopprimere i così detti
c piedi fasciati », che si potrebbero meglio chiamare :
piedi storpiati. Libri e opuscoli vengono dispensati
tra le donne e le fanciulle per esortarle a smettere-
7
LA LUCE
la barbara usanza. Si sono fondate anche società a tal
fine ; e le società che ottengono buoni risultati ricevono un premio dal governo. Anche le donne e le fanciulle che si decidono alla grande riforma hanno un
premio consistente in una medaglia d’argento. Le ostinate vanno invece soggette a multa variabile secondo la condizione sociale : per ogni fanciulla di 11
anni almeno, multa di lire cinque, se la fanciulla appartiene a famiglia popolana; di lire dieci, se a famiglia d’impiegati governativi, i quali devono dare
il buon esempio. Ad ogni recidiva, la multa cresce
della metà. (Da The Sunday at home).
Leggendo e annotando
La « Libertà », giornale dell’On. Murri, rileva l’avversione crescente dei clericali al Ministero presieduto dall’on. Luzzatti, e scrive: « Auspice il Oiornaie d’Italia che batte il ehitet parecchi degli origani ed organetti dei partit'i neri si sono messi ad
•ululare alle calcagna del presidente del consiglio del
ministri ». Un vero vespaio, nota quel giornale; « il
vespaio clerico - modero - forcaiolo ». La ragione di
questa avversione si comprende. I clericali non possono perdonare al Luzzatti le dichiarazioni fatte
tempo addietro sulla politica ecclesiastica, e speciali¿(ente il modo con cui egli impostò la questione del
•divo.”ziOi e la promessa ispezione sui convitti indu*striali .cattolici. È vero che i deputati clericali hanno
dato il lorc" favorevole — eccetto l'on. Meda
che si è astenu.*^® ~ °°° dovrà mancare prossimamente l’occasionL aperta ribellione, quàndo
verrà in discussione il disegno.di legge sulle
scuole, in quanto concerne i";’isegnamento religioso.
L’on. Sennino si era accontentato àelì’acleri
ealismo, e perciò i clericali non Se' M allar
mati. Ma ora se il ministero LuzzattÌ-§a^J^‘
dell anti-clericalismo sul serio, vedremo dis'd^fes,.
.più chiara e spiccata la. situazione parlamentare.
bandito, nè assistito dal papa, dovendo esservi giudicato, condannato e deposto. Ora neppure noi vogliamo fare del Savonarola un protestante alla guisa
di Lutero o di Calvino ; ma sarebbe pur un errore
se non lo considerassimo come un precursore, sia
pure lontano, della Biforma. Dicendo precursore si
viene a stabilire tutta la differenza che tra lui esiste
e i riformatori del secolo XVI. Ma i nessi con la Riforma ci sono. Invero egli rivendicò la libertà del
giudizio individuale, che è alla base del Protestantesimo. Inoltre espresse il suo pensiero religioso —
pensiero nettamente evangelico — con queste significanti parole : c Io ti avviso, o Italia, che niente ti
può salvare se non Cristo » E ancora : * Predico la
rinnovazione della Chiesa fondandomi sulla Scrittura. • Finalmente come ha scritto Raffaele Mariano
nella Nuova Antologia (1904) esaminando to questione
sovonaroliana, il grande Ferrarese professò una
massima schiettamente cristiana ed evangelica, contraria diametralmente alla dottrina del Cattolicismo
romano e della Curia papale, cioè la massima della
diretta comunicazione dell’anima cristiana con Dio,
per cui, quantunque dalla Chiesa condannata e maledetta, essa può con fiducia sperare in lui, e rimettersene nella sua divina grazia, e, per la mediazione
del Cristo trovare appo lui giustificazione e salute.
Del resto anche Lutero, quando cominciò a ribellarsi al papa, non pensava di doversene poi staccare.
E se Savonarola non fosse stato spento cosi presto
sul rogo, chi può dire fin dove sarebbe pervenuto
nella sua protesta?
rsi
%
• «
La Riforma Laica contiene un dotto articolo su
- Fra Girolamo Savonarola >, del prof. B. Labanca.
L’egregio prof. dell’Ateneo romano discute pure la
questione se il fiero domenicano fu un precursore
della Riforma del secolo XVI. E l’esclude, pur notando che il Savonarola voleva un cattolicismo rinnovato, cristianamente, ossia una riforma senza del
papa, cioè compiuta da un Concilio generale non
Uldea Moderna, in uno studio che occupa tutto
il fascicolo (Maggio-Giugno) fa il processo al Riformismo e al Modernismo, condannandoli ìnesorubiL
mente, mentre esalta lo spirito rivoluzionario, il
tutto dal punto di vista religioso. Spieghiamoci. Il riformismo è privo di qualsiasi idealità religiosa e,
siccome figlio della borghesia, è un movirnenÌO oon,^'jrvatore. Così pùi' dicasi del modernismo. Il loro
progfàmffla è programma minimo, e sono perfettàtìieate d’accordo nei Ìroncare a metà, il primo, la
ri»zione civile, il secefldo* rivoluzione religiosa.
Che iiiàtìa ci vuole AunqUéi freseatemeu.*® 1 anarchia
religiosa* il caos religioso. Il ritìnavamento non può
venire dalla* Chiesk, ma. ab extra, ^isà^Ua ohe le'masse
si creino da sè uii’idea religiosa, che risponda alle
loro aspirazioni è ai loro bisogni. E’ necessària la
creazione di uno spirito religioso modern^^
In verità tutto questo ci sembra molto nebuloso,
e temiamo che si farà un buco nell’acqua. Le masse
sembrano ben lontane ancora dal sentire il bisogno
di crearsi un’ idea religiosa sia pure attinta al sentimentalismo del Vangelo.
*
* *
Dunque Pio X ha, in una sua enciclica ricordato
e glorificato S. Carlo Borromeo, per l’opera sua compiuta contro riformatori del tempo. In verità non
c’è proprio di che gloriarsi. Il Borromeo, arcivescovo
di Milano dal 1562 al 1585, si distinse quale persecutore dei protestanti. In parecchi sinodi diocesani
pubblicò severissimi bandi contro i lettori della Bibbia in volgare, gli scritti dei riformataci italiani e
forestieri e contro quelli ohe conservavano relazioni
di amicizia e di commercio cogli eretici delle Alpi
Retiche. A lui si deve la distruzione della fiorente
Chiesa evangelica di Locamo, dove il Vangelo era
stato predicato fin dal 1540, e il conseguente esigilo
dei Loearnesl (1555-1556). Ecco la gloria di S. Carlo
Borromeo: fu un persecutore accanito dei riformati.
Gloria davvero poco invidiabile.
Enrico fDeynier.
...............M © © i) Y.....................
fl Doston
Eccolo a Boston. Percorre tutta la città, ma non
trova un’anima ohe acconsenta a dargli lavoro. Lasciamo raccontare a lui le vicende e le impressioni di
quel suo doloroso vagabondare, « Non avete voi mai
provato a ritrovarvi soli, senza ohe nessuno si occupi
nè si dia cura di voi ? A me capitò una volta durante
due intermiuahili giornate, e queU’orribìle esperienza
pareva pa’avesse ^uasi spezzato il cuore. Desiderai morire. Ero Solo iü Una città sconosciuta, cercavo lavoro
andando di porta in porta, e sempre una qualche voce
ruvida mi rispondeva : • Non fate per noi 1 » Com’è
terribile di sentirsi inutili e di avvedersi che nessuno
abbia bisogno di noi ». •
“ Delia, baccèllo azzurro, versione di B. M., Tip. Claudiana
Firenze. — Prof. Giorgio del Vecchio della Università di
Messina: 1) Il sentimento giuridico; 2) I presupposti filosofici
della nopone del diritto. — Prof. Giorgio BartoR, Novelle
Orientali. — Il Popolo pacifista, 4nno I, N- 2. - Opera
pacifista italiana. Anno II, N. 4,
bomenico Giocoli, gerente responsabile
^dell’Istituto Gould, Via Marghera 2, fioffià
&OÍÍO VinouBo!
Proprietà riservata — Kiprodózioue proibita
Figliola mia — disse la Signora con voce dolcd
e persuasiva — Dio vede se io avrei mai voluto turbare la quiete del tuo spirito ; ma sai bene che
le circostanze più imperiose mi ci hanno costretta,
e mi ci costringono ancora oggi. Mio figlio è debole, egli non ha il coraggio di dirti ciò che gli pesa
sulTanima. Io, che sono sua madre, io, che ho vegliato
sempre sulla sua felicità, debbo agire per lui e Io faccio
senza ohe lui lo sappia. Non t’ho già aperto il mio
cuore. Maria? Non mi sono affidata alla tua bontà,
alla tua riconoscenza ? Non t’ho detto che, solo per
averti accolta, per averti protetta, il mio povero figliolo s’è attirato l’ira dei superiori... e che sta in te,
in te soltanto il mezzo di rendere la pace ai nostri
cuori oppressi? Oh, Maria, imagino, comprendo la
grandezza del sacrifizio che ti chiedo, ma fallo, te ne
supplico... Dio te ne ricompenserà I
Commossa, agitata, la Signora fissava la fanciulla
> con occhi avidi, ardenti.
Maria era pallidissima; le labbra le tremavano ; ma
nello sguardo, ohe levò in faccia alla Signora, v’era la
calma d’una risoluzione immutabile.
' No — disse — Dio non mi ricompenserebbe, se
io lo rinnegassi. Qualunque altro sacrifizio potrei fare;
questo mai. Sono tanto giovane, e amo la vita, e mi
piace godere, e mi piace imaginare che avrò un avvenire felice; pure, creda. Signora, potrei dare la vita
ora e rinuijziare a tutto con gioia, per amore di loro
■ che m’hanno fatto tanto bene ; ma rinunziare alla mia
fede, ohe è il mio supremo bene, uccidere volontariamente Tanima mia, che appartiene a Dio...
No, no, non intendo questo — interruppe la Signora, quasi spaventata dalla gravità delle parole e
dell’accento di Maria — no, non ti chieggo il sacrifizio delle: tue più intime convinzioni. Ma ohi ti impedisce di pensare a modo tuo, pur accettando certe
nostre pratiche esteriori, che permetterebbero agli
altri di crederti...
— Oh, signora Tilde esclamò Maria; e la sua faccia
s’imporporò fino alla radice dei capelli. — Lei, oh Lei
non può propormi,una simile finzione! Non lo dicai
non lo dica...
— Ma, disgraziata figliola — mormorò la Signora
avvicinandosi alla giovanetta e congiungendo le mani
in attitudine di preghiera. — Tu parli cosi, perchè
non sai ohe cosa sia la vita, e non sai che cosa voglia dire amare, e soffrire per coloro che si amano, e
non imagini le gioie del sacrifizio. Ma io sono vecchia, e sono madre, e ho pianto ed ho sofferto... Oh,
ohe cosa non farei io per mio figlio!... Maria, egli è
infelice per causa tua; egli passa delle lunghe notti
insonni per causa tua. Tu non t’accorgi che di giorno
in giorno le sue guance divengono più infossate, che
i sud? capelli si diradano, che i suoi occhi si cerchiano
di nero; aia idi io me ne accorgo, io ; tu non odi i
suoi sospiri è' i suoi singhiozzi, quando tutti dormono
ed egli crede iSe pure addormentata... ma io li odo, e
il mio cuore ne è straziato, e con la testa sotto le coperte piango, piango, piango anoh’io per lunghe ore...
Maria, Maria, lasciati convincere, lasciati piegare, te
ne supplico.
La fanciulla s’era sbiancata in volto come una morta
e aveva dovuto appoggiarsi per non cadere, tanto le
forze le venivano meno. La Signora notò quella com- i
mozione e intravvide un lampo di speranza. Circondò
con un braccio la vita della giovinetta e reggendola
affettuosamente prosegui con più forza, con più calore :
— Vedi, cara, io non t’ho detto ancora tutto, ma
quando te l’avrò detto... oh son certa che tu non saprai più resistere. Una terribile minaccia pende sul
capo del mio povero figliolo. Se non riuscirà ad ottenere la tua conversione, egli sarà dichiarato indegno
del posto che occupa, sarà scomunicato, sarà scacciato
vergognosamente da questa casa e gli vériànno tolti
i mezzi per vivere... e noi, noi tutti, capirci, dovremo
provare la miseria e la fame. Maria, Maria; pensa a
Don'Angelo; che era il più caro amico di' tuo padre,
pensa ai nostri piccini innocenti, pensa a me così vecchia, che ne morrò di dolore... Tu piangi, cara?;.; Piangi;
piangi e dimmi la buona parola, che il tuo cuore ora
ti detta. Vieni, andiamo insieme a portare a Dofi-Aargelo la consolazione di cui ha tanto bisogho. y
Con dolce violenza ' la Signora fece l’àttò dì trasefinare la fanciulla vèrso rùscio della camera. Ma quella
risolutamente si sciolse dall’abbraccio della vecchia
e si trasse indietro ¿’alcuni passi.
— Signora Tilde — disse in preda ad una commozione estrema io non sose ho compreso bene. Mio
padre mi raccontava qualche volta di crudeltà, di per-^
secuzioni e d’ingiustizie di cui la Chiesa Romana s’era
resa colpevole vèrso pèrsone innocenti e buone, e imagino che di’ un caso simile si tratti ora. Io non voglio
e non posso giudicare. II suo dolore, signora Tilde, e
(Juello di Don Angelo mi commuovono tanto, che,
come le ho già detto, vorrei dare la vita per loro. Ma
l’anima, creda, non posso darla. Senta : mi lascino partire; andrò lontano, nessuno sentirà più parlare di
me. Col consenso di Don Angelo...
— Egli non può darti questo consenso.
— Perchè ?
— Perchè non è in poter suo di lasciarti andar via.
— Non capisco ; ma non importa : c’è forse ancora
un altro mezzo ; venga, mi conduca da Don Angelo;
voglio parlargliene subito. Se avessi saputo qiieste
cose prima d’ora, quanti dolori si sarebbero- forse risparmiati 1
— Che vuoi fare, che vuoi fare? Mio figlio m’aveva
assolutamente vietato di parlarti... di dirti...
— Perchè, perchè? Bisognava bene che un giorno
o l’altro...
— Sì, ma egli rimandava, rimandava...
— A quale scopo ? Avendo accettato verso i suoi
superiori Timpegno di cui Lei m’ha parlato, bisognava pure che presto o tardi...
— Sì, è vero... ma la cosagli ripugna talmente... gli
è odiosa a tal segno che...
— Ah! — esclamò Maria con un improvviso lampeggiar dello sguardo. — Don Angelo non ha accettato volentieri l’impegno ? La cosa gli ripugna ? Egli
agisce contro coscienza ? Ah Dio sia lodato ! allora il
rimedioc’è. Venga,andiamo da lui: andiamo subito.
Ella prese per mano la Signora e la trascinò fuori
nel corridoio, còlta a un tratto da una gioia quasi
fanciullesca, e dalla smania di far presto perchè tutti
potessero come lei uscire di pena. La Signora si lasciò condurre, ma negli occhi aveva una fiamma cupa.
Ella non nutriva speranza alcuna nel rimedio, che la
fanciulla credeva d’aver trovato. Accecata dall’amore
materno e abbagliata, nel medesimo tempo, da quella
manifestazione così calda e sincera d’una fede personale e vivente, la vecchia Signora non si rendeva conto
se in' quel momento più odiasse o ammirasse la creatura per cui il dolore era penetrato nel tranquillo presl^fèj^o. Straordinaria creatura, ohe poteva essere a
vol^'à'volta spensierata e gaia come una bimba, mite
e dolce come un agnellino, assennata e grave al pari
d^ima dònna^ grande e incrollabile nella sua fedo al
pari dei martiri antichi !
(Continua)
(25)
8
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cominceremo, piacendo a Dio, la pubblicazione d’un
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Diplomato in Italia, Svizzera e New Torli
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