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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Epatb.
Biblioteca Valieae
(Torino)
TOT^TT
Settimanale
della Chiesa Valdese
1 Eco: L. 1.300 per rinterno [ Eco e La Luce: L. 2.000 per l’interno | Spediz. abb. postale - I Gruppo I TORRE PELUCE 20 Alaggio 1960
/ L. 1.800 per l’estero | L. 2.800 per l’estero | Cambio d’indirizzo lire 50 I Ammin. Clandiana Tqyre Pollice • C.C.P. 2-17557^
Anno XC — Num. 21
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Doccia scozzese
Non è la prima volta che Kruscev
sottopone i suoi interlocutori alla
doccia scozzese; ma il clamoroso siluramento della conferenza al vertice ne è un saggio particolarmente
grave. Kruscev è giunto a Parigi senza vera volontà di negoziare; non si
spiegherebbe altrimenti l’aver suscitato. con le sue richieste spropositate,
l’inevitabile reazione di Eisenhower.
Intendiamoci, Io spionaggio è poco
commendevole- ma, a questo propo
sito, quello che Kruscev ha replicato
a Parigi ; « Le mie mani sono pulite
e la mia anima è pura » è ipocrisia
bella e buona. I russi avevano tutto
il diritto di abbattere l’aereo (la spia
sa quel che rischia) e di rivolgere al
governo americano una nota di protesta; ma se Kruscev esigeva le pub
bliche scuse — e il riconoscimento di
una aggressione — da parte americana. Berna sarebbe in pieno diritto
di esigere pari scuse per le spie sovietiche (rimandate in patria) sco
perte su suolo elvetico, e così le cento
altre volte che in questo o quel paese
qualche « informatore » cade nelle
maglie del controspionaggio.
Non è mancato chi ha deplorato
che Eisenhower, a proposito dell’in
cidente aereo, non abbia politicamente negato la propria responsabilità
nei sorvoli aerei del territorio sovietico, spingendo così all’intransigenza
Kruscev, probabilmente premuto in
queto senso anche dairestero (Cina)
e dall’interno (militari e stalinisti ri
gidamente antioccidentali). A noi P-re invece che questo sincero riconoscimento (dopo le esitazioni iniziali)
sia il punto di vantaggio morale degli americani, in questa partita terminata alla prima burrascosa mano.
Pur senza illuderci che accordi sensazionali avrebbero potuto essere raggiunti su tutte le questioni contro
verse, avevamo sperato, come milioni
di uomini, che i quattro « grandi »
avrebbero con buona volontà imboccato la diffìcile e paziente via di un
confronto sincero di posizioni ogget
tivamente diverse e spesso contrastanti. Avevamo anche pregato pe.,
questo. Il diavolo ci ha messo la coda ; e certo ha potuto mettercela per
chè la nostra preghiera non è stata
(e non solo ieri!) abbastanza costante, convinta appassionata, la preghìe
ra della fede e dell’amore. La chiesa
non deve stancarsi di pregare, ma a!
contrario sentire che è impegnata in
una sfida delle potenze maligne dei
Separatore, all’opera nel nostro mon
do. La conferenza è fallita, ma nulla
è perduto, perchè la Pace è nelle ma
ni di Dio, Signore della storia e dei
popoli. Siamo chiamati a riprendere
la via della fe^le nell’attuarsi del Suo
disegno nel nostro mondo distorto e
violento.
E al maestro della « doccia scozze
se » vorremmo ricordare che anche
ruomo che si crede più forte può, una
volta o l’altra, buscarcisi una pohno
nite.
Una letlera ai ’’grandi
Appallo valido anche dopo il temporaneo fallimento dell' incontro alla vette
O. F. Nolde, uno dei -segretari generali associati del Consiglio ecumenico
delle Chiese e direttore della Commissione delle Chiese per gli Affari intemazionali — organo comune del Consiglio ecumenico e del Consiglio intemazio
naie delle Missioni — ha indirizzato una lettera, subito prima della riunione
a Parigi, al presidente Charles De Gaulle. al primo ministro Nikita Kruscev
al primo ministro Harold MacMillan e al presidente Dwight D. Eisenhower.
Ho l’onore, nella mia qualità di di
rettore della Commisisione delle Chie
se per gli Affari intemazionali, di in
formarvi che i rappresentanti di Chiese protestanti, ortodosse e anglicane,
in una dichiarazione ufficiale, hanno
espresso la loro soddisfazione per la
decisione presa, .dalle grandi potenze di iniziare 'delle conversazioni
al massimo livello.
In numerose Chjese di tutti i continenti, cristiani pregano con fervore
per la pace nella giustizia e nella libertà. La domenica 15 maggio vigilia dell’apertura della conferenza di
Parigi, la loro comune intercessione
si esprimerà così;
« Dio onnipotente e misericordioso,
Padre di tutti gli uomini e Signore
Clelia storia, guida sulla via dell’intesa, della giustizia e della verità gli
uomini di Stato ora riuniti in conferenza, affinchè il loro incontro possa giovare all’avanzamento- del tuo
disegno di pace per tutti i popoli, nel
nome di Colui che è il Giudice e il
Salvatore di tutti e il Principe della
Pace: Gesù Cristo, nostro Signore.
Amen ».
Molti si chiedono quale risultato
raggiungerà la conferenza al vertice
L’esperienza del carattere irifiessibile
delle realtà internazionali e degli insuccessi del passato oscura le prospettive d’avvenire; tuttavia l’ardente desiderio della pace sopravvive a
tutte le delusioni accumulatesi. Una
certa speranza sembra, malgrado tutto, dominare, e mi spinge a sugge
rirvi la possibilità di un progresso
su quattro punti di cui abbiamo parlato in modo più dettagliato in pre
cedenti dichiarazioni.
Cessazione degli esperimenti d’armi nucleari. — Nel quadro della conferenza al vertice, i capi dei governi
direttamente interessati dovrebbero
poter risolvere quelle serie divergenz ;
che continuano ad ostacolare un ac
cordo definitivo sulla cessazione degli esperimenti d’armi atomiche. Tutto dovrebbe esser preparato perchè
alla ripresa della conferenza di Gine
vra sul disarmo possa essere elaborato rapidamente un progetto di trat
tato che abolisca ogni esperimento
nucleare ■ ovunque il ccntrollo ne è
attualmente possibile, come una mo
ratoria concernente le esplosioni sot
terranee di debole intensità, unito ad
un programma internazicnale di ri
cerche per giungere a mezzi d’investi
gazione più efficaci.
Disarmo. — La cessazione degli e
sperimenti nucleari può diventare úna
minaccia quanto una benedizione per
l’umanità, se le nazioni continuano
la fabbricazione di armi atomiche
senza sottoporle a controlli sperimen
tali. Ogni accordo di cessazione degli
esperimenti rinforza la necessità d
arrestare la produzione in un piano
più vasto di disarmo controllato. L’at
tuale punto morto impone alla confe
renza ài vertice l’obbligo di dare a-’
« Ccmitato dei Dieci » per il disarmo
direttivé chiare e indubitabili circa
un equo punto di partenza per il disarmo o almeno, se questo fosse impossibile. un serio punto di partenza
per negoziare.
Soluzione di problemi particolarmente gravi. — Il persistere di problemi ardui, fra cui quell® di Berlino e della Germania nel contesto
della situazione intemazionale, esige
non solo una continua attenzione, ma
anche un minuzioso regolamento de^
gli sforzi. Se si vuole che a poco a
poco la tensione si allenti e che si
stabilisca la pace, è indispensabile tener conto delle rivendicazioni di giustizia e di libertà. In mancanza di
soluzioni accettabiM da tutti ih questo momento, la conferenza al vèrtice
segnerà nondimento un notevole prò
grasso se riesce a impedire che la situazione peggiori ulteriormente.
Vivere insieme in un mondo diviso. — Non si può nè si deve prendere
alla leggera le divisioni del mondo
attuale. Tuttavia, in questa età nu
cleare, gli uomini devono scegliere frd
l’intesa e lo sterminio. In queste condizioni, i pericoli della coesistenza
possono essere neutralizzati dalla competizione pacifica e dalla crescente
cooperazione. La conferenza alla vetta avrà fatto fare im gran passo
avanti alle nazioni se riesce a far prò
gredire la competizione pacifica là
dove esistono delle divergenze, e a fai
sviluppare la cooperazione là dove
non compromette alcun principio
fondamentale.
Il fatto che per il momento 1 limiti raggiungibili sono ancora lontani
dalla mèta, può essere .un argomento
a favore di nuove conferenze al massimo livello. Qualunque sia la procedura seguita, bisogna considerarle
non come sostituzione all’azionè delle Nazioni Unite, ma come complemento di essa.
O. Frederick Nolds
fUELU REPCBBLICA DEADOCB/mr.A TEDESCA
Collettivizzazione dell'agricoltura
Nella DDK il gQ.verno di Paukow sta
applicando »ii larga scala la socializzazione
della terra, cc-n gravi contrasti; dopo altre dicbiiarazioni eccles’asticlie il Consiglio della Chiosa ovangelica della U
niome, nella sua seduta a Berlino il 3
e 4 aprile, ha condannato le misure di collettivizzazione non solo deiragricoltura ma
anche dell’artigianato e di altre professioni, senza che il principio della libera decisione sia sempre rispettato. Il Consiglio ha
messo in guardia pastori e collaboratori
ecclesiastici <-ontro un uso abusivo delle
S. Scritture a fini politici particolari. Tale
presa di posizione è una risposta a una
dichiarazione di un certo numero di pastori e di anziani che trovavano una giustificazione della politica di collettivizzazione in questo passo biblico: «Colui che,
messa la mano nell’aratro, guarda indietro,
non è adatto al Regno di Dio ».
D’altra parte « Nene Zeit », quotidiano
di Berlino-Esl, pubblica spesso con rilievo
lettere dj « cristiani progressist' » che approvano questa riforma socialista. Significativa la lettera che otto « contadini cristiani » hanno indirizzato al sinodo della
Sassonia: domanda di rispettare il passaggio dall’aio » al «noi» e di incoraggiare i
contadini su questa via; « a nostro avviso
solo con le cooperative di produzione agricola potremo pienamente applicare il comandamento dell’amore del prossimo, con
tutte le conseguenze che implica ».
Intanto sul « Kristeligt Dagblad » di
Kobenhavn e sul giornale luterano di Ham
burg « Informalionsblatt » il teologo danese N. H. Siie si chiede se bisogna condannare radicalmente la collettivizzazione delle fattorie. Il Siie non discute problemi
specifici di un dato paese, nè della « pressione economica, politica e morale » che
accompagna, come -hanno rivelato i vescovi
della Germania Or., la collettivizzazione
forzala della terra nella DDR; si preoccupa piuttosto della collettivizzazione in
sè, come principio, e comcluide così: « Mettere fortemente l’accento sul diritto di proprietà privala è una solida tradizione occidentale (e il Cattolicesimo ne ha fatto un
ordinamento di diritto divino, ndr.). Ma,
dal punto di vista cristiano, questa posizione non è necessariamente meglio fondata
di quella opposta. Non amiamo il « collettivo »; non è però una ragione per condannarlo senz’altro. Temiamo un socialismo
di Stalo assoluto; ma non ci crediamo obbligati, perchè siamo cristiani, a rigettare
tulle le forme di socialismo. Dio non è
obbligatoriamente un alleato dello stile
di vita e dell’ordine sociale deH’Occidente ». (dal S. OE.P.I.)
Ecco una lettera indirizzata TU marzo
dai vescovi della DDR al presidente Gròtewohl :
'Signor Presidente
Considerando certe misure e metodi impiegati nella socializzazione dell’agricoltura, e preoccupati della sorte dei contadini,
ci sentiamo obbligati ad esporLe quanto
segue: Non tocca alla Chiesa premiere de
cisioni in questioni economiche relative al'n socializzazione. Ma riceviamo continuamente dai nostri pastori e parrocchiani
rapporti così inquietanti circa i metodi
impiegati per costringere i contadini ad
entrare nelle cooperative di produzione
agricola che, per amore degli uomini, non
possiamo tacere.
Descrivere dettagliatameme tali metodi
sarebbe troppo lungo. Il fatto è che i contadini si vedono, per amore o per forza,
costretti ad entrare nelle cooperative di
produzione agricola .sotto una triplice pressione economica, politica e morale, e mediante tutto un apparato giudiziario e poliziesco; poi devono dichiarare per iscritto
che hanno agito ’’volontariamente”. E’ un
attentato alla coscienza e alla dignità dell'uomo. Cosa si può attemlere da uomini
che hanno ceduto alla paura e alla dispe
razione, che si rassegnano alla loro nuova
situazione e si recano al loro lavoro col
cuore pieno d’ammezza? E’ in Suo potere
far cessare tali metodi e mantenere il rispetto delle convinzioni sincere e il principio della libera decisione, com’è slatti
confermato nella 7« sessione del Comitato
centrale del partito socialista unificato
iSEDi (...)
Nel momento in cui la pace internazionale è in gioco. La scongiuriamo di fare
tutto il possibile perchè questa pace non
sia minacciata in seno al nostro popolo.
La volontà di compiere un lavoro costutlivo nel nostro paese non rimarrà viva che
se la dignità umana sarà rispettata.
Una conferenza a Pinerolo
ECUMENISMO CAnOLICO
Che nel cattolicesimo pinerolese si parli
di ecumenismo e che i protestanti siano
invitati — anche se in modo ufficioso —
ad intervenire, non è certo cosa frequente
(anche reciprocamente, del resto): perciò
un discreto gruppo di valdesi di varie comunità è intervenuto venerdì sera, nel
Teatro di Via del Pino a Pinerolo, alla
conferènza die Mons. J. G. M. Willebrands
ha tenuto su: «Il movimento ecumenico.
Sviluppi e speranze ». L’oratore, olandese,
è il segretario della Conferenza Cattolica
per le Questioni Ecumeniche.
L’esposizione voleva porre alcuni principi di ecumenismo cattolico. Dopo aver
affermato che l’unità è dono dello Spirito
Santo ma è pure un compito della Chiesa,
l’oratore ha espresso la sofferenza per tutte
le separazioni consumatesi nei secoli, separazioni in cui egli ha naturalmente individuato delle eresie da condannare — e condannate — ma in cui ha pure riconosciuto
delle domande poste alla Chiesa e a cui la
Chiesa (romana) non ha sempre saputo
rispondere. Questo è stato detto con molta circospezione, e non si è parlato esplicitamente di « colpe » della? Chiesa, ma
piuttosto di scarsa sensibilità glie questioni
deH’ora, in rapporto alle etiesie medioevali, e in modo particolare alla Riforma:
il Concilio di Trento venne troppo tardi
per ricuperare il Nord Europa, come ricuperò il Sud. A questo proposito ci sia
permesso di dissentire fortemente da tale
opinione — del resto antistorica — convinti che il Cattolicesimo tridentino non
abbia risposto — e anche il Willebrands
l’ha ammesso — alla vera domanda rivoltagli dalla Riforma: sola gratia, sola
Scriptura. Concordiamo invece con l’oratore sulla necessità che si superino i punti
morti di posizioni acerbamente polemiche
in uno sforzo sincero di reciproca migliore
conoscenza e comprensione: è quello ohe
il movimento ecumenico, nell’ambito ortodosso e protestante, si sforza di fare da
decenni; è veramente necessario che questi rapporti si r intenaiftebiBO. jmt» "¿émcattolicesimo romano; senza però ripetere
l’errore, fortunatamente superato, che ha
minacciato gli inizi del movimento ecumenico : quello di accontentarsi di un’unità
pratica, di azione, rifuggendo da un vero
e sincero confronto sul piano dottrinale.
Per questo — e sebbene sia stato accennato avremmo forse desiderato che fosse stato più sottolineato — ci pare di importanza essenziale il lavoro biblico comune ohe
viene svolto da teologi cattolici, ortodossi
e protestanti: l’Evangelo di Gesù Cristo
è la potenza, la véra po-ssibilifà sempre
aperta di Dio, per fare quello che, a viste
umane, agli uni come agli altri pare impossibile: ricreare l’unità della Chiesa.
NelFultima parte dell’esposizione ci pare che il tono sia un poco calato : è davvero segno di profondo e vivo ecumenismo
il giro turistico di Roma cattolica (le luci,
ma le ombre?) offerto a pastori olandesi
e culminato in una visita al Papa da cui
hanno ricevuto e accettato una medaglietta della Madonna? la cosa, sulle nostre
colonne era già stala commentata dal nostro L. A. Vaimal, in una delle sue gustose broutilles. Come ci pare poco ecumenico, anche se molto umano, cercare il
dialogo con quell’ala protestante che con
facile slogan chiamiamo « cattolicheggiante » (Taizé, R. Schiitz, M. Thurian, ecc.):
non neghiamo l’apporto ohe quest’ala può
dare ad un ripensamento di certi aspetti
alPinterno del protestantesimo, ma se il
cattolicesimo vuol conoscere il vero volto
della Riforma non è a quella che deve rivolgersi. Ci rendiamo naturalmente conto
che lo stesso vale nella direzione opposta.
Terminando, Mons. Willebrands ha fatto un accenno al prossimo Concilio ecumenico cattolico (Vaticano II), di cui ha
detto con tutta la chiarezza e la sincerità
desiderabile che si tratta di un Concilio
interno cattolico, che tratterà pure della
unità della Chiesa, ma non con le « chiese » in vista della unificazione, oggi per
nulla matura nè nella Chiesa cattolica nè
nel Consiglio ecumenico delle Chiese.
Ci siamo rallegrati di vedere abbastanza
numerosi i cattolici ai quali la conferenza
era particolai-menle rivolta, siamo stati
grati dell’invito rivoltoci, nonché della
possibilità di un breve scambio di idee
offerto, dopo, ad un gruppo più ristretto:
Federazione Femminile
Valdese
// Congr. sso, agosto I960
Ricordiamo a tutte le Unioni Femminili
che, secondo quanto è stato annunziato
neH’ultimo numero del nostro notiziario,
sono vivamente pregate di inviare i nominativi delle loro delegate a Lucilla Santini,
Casa Valdese, Vallecrosia (Imperia) entro
il 15 giugno p. V. onde facilitare i lavori
di preparazione del Congresso.
R'cordiamo ohe, mentre tutte le socie
possono liberamente assistere, solo le delegate elette dalle Unioni hanno diritto di
voto.
Il Comitato Nazionale FFV.
scambio di idee... allietato, ma non facilitato da un generoso rinfresco.
Abituati alla libertà di pensiero e di
discussione deH’ecumenismo protestante e
alla passione con cui è sentito, mossa da
quella ricerca della Chiesa che ha alla radice il senso delle carenze di ogni chiesa
storica •— non abbiamo potuto non notare
la circospezione con cui l’oratore ha affrontato certi temi, e il trasparire, forse
inconscio, di una diversa passione ecumenica, dovuta alla diversa concezione della
Chiesa : per quanto, con gli spiriti più
aperti del cattolicesimo nostrano e soprattutto estero, il Willebrands abbia riconosciuto che al cattolicesimo i « fratelli separati » possono portare in alcuni aspetti
della dottrina e della vita cristiana un
utile arriochimento, era evidente — mi
pare — che le pur lontane speranze ecumeniche erano concepite come il « ritorno » nella vera Chiesa: una resa con l’onore delle armi, ma sempre una resa...
In ogni caso, abbiamo vivamente apprezzato la sincerità dell’oratore, che non
ha taciuto punti dolenti, che non ha minimizzato le differenze, nè sottilmente accarezzati gl’interlocutori. Avremo sempre
•tutti da guadagnare se sapremo incontrarci senza pregiudizi e senza maschere, a
viso aperto. E per gli uni e per gli altri
chiediamo che le nostre chiese possano
sempre di nuovo accostarsi al Cristo: ci
troveremo pljù vicini gli uni agli altri.
' Gino Conte.
I giorni
GIOVEDÌ’ 12
Washingtop replica alle proteste di Mosca per l’incidente aereo, ammettendo la
propria responsabilità ma riconfermando
la Volontà di lavorare alla distensione; in, ih sindaca ^ .BarUBa-Ovesf, Braudt,^
afferma realisticamente la necessità di giungere ad accordi con i sovietici, ad es. per
nn controllo internazionale sullo spionaggio nei due settori berlinesi : questo non
significa che si cederà alle imposizioni.
VENERDÌ’ 13
Mentre continuano le discussioni sul raid
americano, un alto funzionario di Bonn
afferma che sarebbero all’opera nella Germania federale 16.000 spie dell’URSS.
La conferenza del Commonwealth si è
chiusa a Londra con nn monito al SudArica: la comunità è una « associazione
plurirazzLale » ; se non modi ficherà la politica di apartheid, il governo sudafricano
potrebbe essere espulso.
SABATO 14
Kruscev giunge a Parigi, compie una gita in campagna e la sera si incontra con
MacMillan e De Gaulle: atmosfera quieta
e moderatamente ottimista. Adenauer a colloquio con De Gaulle nel pomeriggio evitando accuratamente di incontrare Kruscev. Mentre Eisenhower è in volo per Parigi, timore negli USA di un atteggiamento
rigido di Kruscev.
II Consiglio dei Ministri italiano decide
la diminuzione del prezzo della benzina
e dello zucchero, aumenti delle tariffe poDOMENICA 15
Eisenhower giunge a Parigi : « Sono sicuro ohe rOccidenté incontrerà Kruscev a
mezza strada » ; colloqui con De Gaulle e
MacMillan; Kruscev lamenta con De Gaulle e MacMillan le « mire aggressive degli
USA».
Una nave cosmica sovietica (4,5 tonn.) è
in orbita a 320 km. dalla Terra, nuova tappa verso la realizzazione del volo spaziale
umano.
LUNEDI’ 16
All’inizio della conferenza di Parigi
Kruscev attacca violentemente Eisenhower
e pone condizioni per iniziare i colloqui:
condanna dei voli americani sull’URSS,
impegno a non ripeterli, severa punizione
dei responsabili; Eisenhower si dichiara
disposto ad accettare la seconda condizione, ma rifiuta la prima e la terza come lesive del prestigio degli USA; MacMillan
e De Gaulle teniano di salvare la conferenza con un’opera di mediazione.
MARTEDÌ’ 17
Malgrado la mediazione di MacMillan
e De Gaulle, nè Kruscev nè Eisenhower
mutano atteggiamento, e la conferenza si
chiude prima di aver iniziato i suoi lavori;
gli alleali e i russi si dichiarano disposti
a continuare le trattative, una volta superata Fattuale crisi. Nel ritorno Kruscev si
fermerà a Berlino-Est, ma non per concludere la pace separata. Generale rammarico per il fallimento, anche in Russia.
Inaugurata la diga di Kariba (Rhodesia),
opera in gran parte italiana.
L’0.s,serun/ore Romano pubblica un articolo, « Punti fermi », che è un marcato
monito contro l’autonomia politica dei
laici cattolici.
MERCOLEDÌ’ 18
Pr ima di lasciare Parigi Kruscev, in una
conferenza stajnpa, rinnova volenti attacchi alFoco'detite; Mosca ricorre alle Na
I zioni Unite per il volo americano.
2
pag. 2
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 21 — 20 maggio 1960
confessa la sua fede
Ed ecco, ora, il Credo nella paraira-’
si esplicativa, lievemeoiite abbreviata,
che Lutero ne ha dato nel suo «Piccolo catechismo» (1529). La tripartizione in tre articoli (Creazione — Redenzione — Santificazione) segue na
turalmente lo schema trinitario del
Simbolo apostolico, ed è una esposizione delia fede « spiegata molto sem
piioemente. come vm capo di famiglia
deve insegnarla ai suoi ». Si avvertirà
certo chiaramente quale vivezza e immediatezza Lutero ha saputo trasfondere nella parafrasi delle secolari espressioni, il tono gioioso di conviuzione personale con cui la fede è confessata; certo, un «credo» come questo» con tutta la sua bellezza, deve
pipe essere accompagnato da una
;c<Mifessloné di fede in cui sia sottolineato il carattere universale della
creazione, della redenzione, della santificazione. che non si esauriscono in
funzione della mia piccola persona.
Come la rivelazione di Dio, così
pure la confessione della fede sì muo
ve sempre su queste due linee: da
una parte, Dio si rivela a me, qui e
ora, e vuole la mia personale conles
sione, è il mio Dio; dall’altra, Dio
mi si rivela come colui che crea, redime, santifica il mondo intero, e vuo.
le che questo io confessi con ferma
fede e lieta speranza.
ÈL CREDO DI LUTERO
^ redo che Dio mi ha creato, come tutte le creature. M¡ ha dato e
mi con.servà il corpo con le sue membra, lo spirito con le sue facoltà. Mi dà ogni giorno liberalmente il cibo, il vestito, la casa e tutto quel
che è necessario al mantenimento di questa vita. Mi preserva in ogni
pericolo, mi protegge e mi libera da ogni male; e tutto questo senza
alcun merito da parte mia e senza che ne sia degno, per la sua pura
e divina bontà e misericordia paterna. Per questi benefici devo rendergli grazie e lodarlo, servirlo e ubbidirgli.
Questo credo fermamente.
^ redo che Gesù Cristo, vero Dio nato dal Padre da ogni eternità, vero
uomo, nato dalla vergine Maria, è il mio Signore. Mi ha riscattato,
me che ero perduto e condannato, liberandomi da ogni peccato, dalla mor.
te e dalla potenza del diavolo, non a prezzo d’oro e d’argento, ma col suo
sangue prezioso, con le sue sofferenze e la sua morte innocenti, affinchè
gli appartenga e viva sotto il suo potere, nel suo regno, per servirlo eternamente nella giustizia, nell’innocenza e nella gioia, come egli stesso
risuscitato dai morti, vive e regna in eterno.
Questo credo fermamente.
^ redo che non posso, con la mia ragione e le mie forze, credere in
Gesù Cristo mio Signore nè venire a lui. Ma è lo Spirito Santo che
mi chiama mediante l’Evangelo, mi illumina con i suoi doni, mi santifica e mi mantiene nella vera fede, come chiama, raccoglie, illumina,
santifica tutta la Chiesa cristiai>a sulla terra e la mantiene, in Gesù
Cristo, nell’unità della fede. E’ lui che, in questa chiesa cristiana, mi
rimette ogni giorno pienamente tutti i miei peccati, come a tutti i
credenti; è lui che, all’Ultimo giorno, mi risusciterà, con tutti i morti
e mi darà, come a tutti coloro che credono in Gesù Cristo, una vita
eterna.
Questo credo fermamente. Amen.
Vincenzo Minutoii
La vita del vero autore della ‘‘Storia del Rimpatrio,,
Dopo aver constatato come sia da
considerarsi autore della Storia del
Rimpatrio il Minutoii, anziché l’Arnaud, qualcuno dei venticinque lettori di manzoniana memoria si sarà
chiesto: «Vincenzo Minutoii, chi era
costui? »
Nonostante accurate ricerche, sono
poche le notizie finora rintracciate
sul nostro autore, che pur fu, nella
Ginevra del .suo tempo, un personaggio di notevole importanza nel campo deU’insegnamento e delle lettere.
Égli fu infatti oltre un trentennio insegàante di lettere e di storia all’Accademia ginevrina (ove scrisse diverse opere ed altre ne tradusse dall’italiano, dal tedesco e dal fiammingo),
ed ove si legò di amicizia con alcune
personalità di cultura europea di quelperiodo.
Così egli fu amico e tessè l’elogio
di Giacomo Spon_ medico ed antiquario francese di gran valore, morto a
Vevey nel 1685; fu pure in fraterna
corri.spondenza col celebre teologo ed
ardente polemista Pietro Jurieu, che
morì a Rotterdam ove si era rifugiato prima della revoca dell’Editto di
Naiites e dove, per più di trent’anni
insegnò teologia e scrisse le sue opere famose di controversia, fino alla
sua morte, avvenuta nel 1713.
Ma è soprattutto con Pietro Bayle
che fu legato di cordiale amicizia e
col quale ebbe una attiva corrispon
denza, essendosi anche lui, dopo dui
anni di soggiorno svizzero, a Le Coppet, trasferito prima a Parigi poi a
Sedan ed infine a Rotterdam, ove fu
professore apprezzatissimo di filosolia ed ove lavorò assiduamente al suo
celebre « DICTIONNAIRE HISTORIQUE ET CRITIQUE » : che ebbe una
rapida divulgazione e che contribuì
non poco a far considerare il Bayle
come uomo di larga cultura e contrcversista vigoroso.
La corrispondenza del Minutoii col
Bayle fu assai intensa per un trentennio circa (dal 1673 al 1706) e di
essa si servì ampiamente il Des Maizeaux, per compilare la interessante
vita del Bayle, che aocomimgna la 4»
edizione del Dizionario critico del fi
losofo francese, che terminò i suoi
giorni in Olanda, nel 1706, quattro
anni prima della morte del Minutoii,
Il quale, come altri illustri personaggi della Ginevra del XVII secolo
(i Burlamacchi, i Diodati, i Turrettini, ecc.). era di origine lucchese. Nel
XVI secolo infatti un ramo della famiglia Minutoii si era trasferita, per
motivi di coscienza, in Svizzera e da
essa discese Vincenzo Minutoii che,
negli anni della sua giovinezza, dovette sentire pulsare violento il caldo
sangue degli antenati toscani. Ci risulta infatti che quella sua irruente
vitalità italiana gli giocò un brutto
tiro.
Dove il Minutoii compisse i suoi
studi non sappiamo: ma ci consta
che nel 1662, al sinodo olandese di
Campen, egli chiese di essere ammesso all’esame preparatorio nel sinodo
successivo. Ciò gU venne concesso e
nel settembre 1663 infatti egli fu bene
accolto ed accettato come candidato
alla chiesa deH’Oliva, ove però fu installato solo nel mese di dicembre.
Nel frattempo, una delle chiese protestanti di Middlebourg gli rivolse
una vocazione, che venne debitamente approvata e convalidata dal sinodo di Bois-le. Due, del sett. 1664. Ma
dopo due anni e mezzo di ministerio
in tale chiesa, ecco scoppiare la bomba, al sinodo del maggio 1667, tenuto
ad Amsterdam.
Il Minutoii venne accusato di vita .
scandalosa, in due ben specificate cir • '
costanze: a) di essere stato, con altro
complice, Francesco Renart. di Limoges, trovato per le strade della città,
la notte dal 12 al 13 agosto 1666, con
una pierlpatetica e con prave intenzioni, come da sua confessione; b) di
essere stato, una seconda volta, il 1»
marzo 1667, sorpreso a casa con ima
donna sposata, non seria, nascosta
in un armadio.
Il sinodo rimproverò la sua chiesa
che non solo non lo aveva privato
della Cena e del pulpito, ma che gli
aveva conciso, dopo il mese di marzo, im congedo per Ginevra. Pertanto
il sinodo, applicando senza debolezza
la disciplina ecclesiastica, lo sosi>ese
da ogni funzione pastorale e dalla
Cena. Prese inoltre la decisione di
scrivere a Ginevra perchè di là s’informasse l’Olanda delle decisioni prese dal Minutoii, ove lo si trovasse in
quella città.
Nel sett. del 1667, ü Minutoii scrisse al sinodo, riunito a Leida, di soprassedere al giudizio sul suo operato, scusandosi di non aver potuto, per
varie ragioni, presentarsi al sinodo
stesso Gli si concedette la sua richiesta, osservandogli però che l’art. del
sinpdo era nel frattempo in pieno
vigore e che lo si applicherebbe, se
egli non comparisse prossimamente.
Nel sinodo di Plessinga dell’anno successivo (apr. 1668) si ritornò
sul caso Minutoii; dopo maturo esame, si giudicò fondata la sospensione
decretata dal sinodo di Amsterdam
(magg. 1667) ed il Minutoii venne intanto deposto da ogni funzione del
sacro ministerio e continò ad essere
tenuto sospeso dalla S. Cena, fino a
ravvedimento evidente.
L’accusa della sua Chiesa era invero assai grave. Essa parlava di «vie
désréglée, desbauchée, libertine, profane. souillée d’yvrognerie, paillardise, adultère, parjure et autres vices
scandaleux » ed in più recidivo a malgrado degù ammonimenti e delle sue
promesse: i principali capi d’accusa
contestatigli erano stati dal medesimo confermati.
Nell’autunno successivo, al sinodo
di Naerden (sett. 1668) si presentò
personalmente il Minutoii per chiedere la riammissione, dopo due anni
di sospensione, alla S. Cena, e più
tardi la reintegrazione nei suoi diritti di pastore, fuori dei confini olandesi. Il sinodo non accolse la domanda del Minutoii perchè troppo poco
tempo era trascorso dal misfatto e
perchè il pentimento pareva ancora
poco convincente. Ma sei mesi più
tardi, nel marzo del 1669, il sinodo di
Dordrecht «ayant oui le bon témoignage de l’Eglise de Leyden» autorizzò la chiesa a togliere, quando essa lo
riterrà opportuno, la sosi>ensione dalla S. Cena.
Il Minutoii intanto era tornato in
patria, nella città di Ginevra, e per
cinque anni nulla più sappiamo di
lui. Ma nel sinodo di Delft (apr. 1674)
si legge una lettera dei Magistrati e
dei Pastori di Ginevra, i quali richiedevano di potersi servire dei « bei doni » riconosciuti nella persona del sig.
Vincenzo Minutoii di cui conoscevano il passato nella città di Middelbourg, ma della condotta del quale i
pastori di Ginevra davano buona attestazione; mentre con una sua lette
ra il Minutoii esprime il suo profondo pentimento per le sue colpe passate. Perciò il sinodo, «examiné et mûrement pesé le tout en la crainte de
Dieu», date le buone testimonianze
ginevrine, «remet en leur prudence
d’en user en leur édification et consolation... hors de c^ provinces».
L’anno seguente infatti, il Minutoii
fu fatto professore di storia e di belle
lettere all’Accademia di Ginevra, nonostante la Compagnia dei Pastori,
(che aveva per mezzo di Louis Tronchin protestato contro la pretesa dei
Consiglio di imporre il proprio candidato ad un posto di pastore) e a
condizione che non esercitasse le fimzioni pastorali. Ma per la sua condotta esemplare successiva, quattro
anni dopo, cioè nel 1679, quattordici
anni dopo il latto commesso, gli fu
concesso il desiderato nconoscimento
come pastore, e più tardi, nel nov.
I‘683, fu anche nominato Rettore.
Qualche annoi dopo ancora, nel 1700,
tu eletto Bibliotecario. Mori nel 1710.
Si era formata pure una famiglia
e sappiamo ohe nel 1683 gli era nato
a Ginevra un figlio, Joachim Federico che vi studiò teologia. Ma per cattiva condotta (i Vizi dei padri spesso
ricompaiono nei figli) egli ne fu allontanato e più tardi passò al cattolicesimo tornando in Italia e dandosi a studi giuridici. Cercò di giustifl
care la sua conversione con un opuscolo intolato «Motifs de la conversion de noble Joachim Frédéric Minutoii», stampato a Modena, 4 anni
dopo la morte del padre.
Non abbiamo trovato altri dati biografici del Minutoii, che circostanze
particolari spinsero a diventare, come
si è visto, storiografo ufficiale del
Rimpatrio dei Valdesi nelle loro Valli ,in quel fatidico 1689.
T. G. Pons
Per un nuovo “ponte,,
Pforzheim - Palermo
— Non ba&ta conoscere la Chiesa Valdese soltanto attraverso alle sue Valli —
avevamo ripetuto le taqte volte ai nostri
amici germanici ospiti estivi di Villar Pellice: le Valli sono interessanti per la loro
storia passata e perchè oggi costituiscono
come un’isola protestante in mezzo ad
un vasto ambiente cattolico ; ma il loro
valore attuale oggi, è altrove e precisamente nella loro opera di testimonianza
che si stende con una fitta rete di comu
nità evangeliche da un capo all’altro del
l’Italia. E’ quest’opera che vi deve iute
cessare e che dovete cercare di conoscere
Ora è stato fatto un passo in questo sen
so. Per iniziativa privata, sia pure col con
senso delle rispettive autorità, tre amici,
di qua e di là dei confini hanno percorso
a proprie spese oltre 5.000 Km. in poco
più di dieci giorni per vedere più da vicino qualche dettaglio della presenza Valdese in Italia.
Viaggio interrotto da tappe pittoresche
ed estremamente diverse:
Anzitutto: Villar Pellice dove si svolge
un campo di quaranta responsabili della
Westfalia con i quali la gioventù villarese
dimostra come sa fraternizzare con i fratelli in Cristo suoi ospiti, anche se non
li ha mai conosciuti prima e se la loro
lingua è molto diversa dalla propria.
I viaggiatori che ricordano i primi difficili iincoutri di vari anni or sono, constatano molti progressi, ammirano i giovani
Villaresi che anche senza essere studenti
maneggiano abilmente i piccoli dizionarietti sbucati fuori miracolosamente dalle
tasche ed esprimono le loro entusiastiche
felicitazioni.
Seconda tappa: Roma. Il nostro Moderatore, sorpreso mentre presenzia al sinodo Metodista in via Firenze 38, accoglie
gli ospiti con squisita gentilezza e li accompagna seduta stante a visitare alcuni
monumenti del Foro vicino. Ammirando
i mosaici dei santi Cosma e Damiano, si
parla pure, naturalmente, dell’erigendo
asilo per i vecchi a Vittoria e del deficit
del nostro prezioso Collegio di Torre;
dei vari problemi insomma della nostra
ineffabile situazione finanziaria... Dopo il
Moderatore, visiteremo la nostra Facoltà
di Teologia dove, insieme con i cari giovani Operai della Chiesa di domani, non
è possibile non diventare oiltimisti e
gioiosi. Tra una cosa e l’altra abbiamo
pure consacrato un po’ di tempo all’Albergo del Popolo Salutista che ci ha mostralo le splendide possibilità dell’attività
sociale evangelica, eppoi, perchè no?, anche San Pietro con la sua fisionomia di
sempre, che non invecchia più perchè più
che vecchi non si può diventare e perchè
il povero ditino di quella statua è sempre logoro lo stesso... E’ sempre utile per
noi di visitare San Pietro con i suoi cimeli
arcani e con tanti ricordi delle Situazioni
che provocarono il sorgere della Riforma.
Ritroviamo in San Pietro la genesi de]
Protestantesimo e ne nscivamo più protestanti di come vi entrammo!
Terza tappa: Palermo, è qui le visioni
cangiano : da un lato mille fastosi edifici
dominati dall’alto dal tempio di Monreale, sorto ai tempi di Pietro Valdo, capolavoro dei capolavori del Medio Evo,
con i suoi mosaici meravigliosi che contengono 18 quintali d’oro e ricoprono migliaia di metri quadrati su tutta la superficie interna del tempio illustrando tutta
quanta la Storia Sacra. Monreale dove assistiamo all’apertura di una settimana musicale col complesso corale bandistico della Rai Televisione di Roma diretto dal
“IN MEMORIAM,,
del Past. Paolo Bosio
Da varie parti ci sono giunte delle
richieste circa il modo migliore di suscitare e quindi di assegnare a qual
che op-era particolare le offerte alla
memoria del caro e compianto Pastore Paolo Bosio.
Non poche persone hanno pensato
ad un progetto che il Pastore Paolo
Bosio aveva molto caldeggiato negli
ultimi anni della sua vita : vale a dire
la costruzione di una « Casa di Ripo
so» per pensionati evangelici. Quel
progetto era connesso con le celebra
zioni del primo centenario della Ghie
sa Valdese di Genova, le cui offerte
avrebbero costituito un prezioso im
pegno per l’avvenire
A causa delle circostanze, la Ghie
sa di Genova ha dovuto concentrare
i suoi sforzi localmente. La Tavola
Valdese, pur coltivando il progetto di
una « Gasa di Riposo », ha ritenuto
che una nuova costruzione sarebbe
attualmente troppo impegnativa sul
piano finanziario. L’idea accarezzata
dal Pastore Bosio non è, però, accantonata'.
La Tavola Valdese, pertanto, inforna il pubblico che attualmente le of
ierte alla memoria del Pastore Paolo
Bosio possano essere concentrate su
due obiettivi precisi:
1) l’istituzione di una borsa di studio per uno studente della Facoltà di
Teologia a Roma, dove il Pastore Bosio ha consacrato al servizio del Si
gnore le sue migliori energie;
2) in favore di «VUla Olanda», diventata ima delle opere della Ghie
sa Valdese a benefìcio dei profughi,
ma che in avvenire potrà rendere
nuovi servizi intestando ima parte
dell’edificio stesso alla memoria del
Pastore Bosio.
I donatori possono scegliere fra l’u
no e l’altro dei due scopi indicati,
con la certezza di operare in vista di
un risultato concreto. Già più di un
mezzo milione è stato raccolto a Roma; non si può che attendere con fiducia e da parte di molti un atto di
generosità, nel ricordo di un credente la cui testimonianza ha lasciato
una traccia profonda nei cuore di
molti uomini e nella vita delle comunità alle quali ha annunziato il messaggio dell’Evangelo.
I doni « in memoriam » possono es
sere inviati con la necessaria indica
zione al Gassiere della Tavola Valdese — Pastore Guido Gomba - Via
IV Novembre 107, Roma - c, c. p. m1/13986 — Roma, oppure anche ai Pa
stori delle Ghiese i quali provvede
ranno ad inoitrare le offerte ricevute
A quanti vorranno ricordare in
questo modo il Pastore Valdese P^lo Bosio giunga sin d’ora il ringraziamento della Tavola Valdese.
Ermanno Rostan
Moderatore
» MIRAMONTI „
di Villar Pellice
La casa evangelica di ospitalità della
Chiesa di Villar Pellicie è stata testé restaurata e ingrandita. Essa offre in un ambiente evangelico ed ecumenico incantevole, a
modico prezzo, tutti i benefici di una villeggiatura riposante e edificante.
Numerosi gruppi svizzeri e tedeschi si
sono già prenotati per quasi tutta la stagione estiva. Restano tuttavia libere alcune
camere (10-12 letti).
Inviare le prenotazioni il più urgentemente possibile alla Miramonli, Villar Pellice.
M.o Previtali, presente l’arcivescovo cardinale di Palermo al quale un pubblico distinto fa corona e bacia tratto tratto l’anello... Aspetto sfarzoso e brillante della
vita sicula... Poco lontano invece, nel cuore della splendida città, a Cortile Ca ino,
lurido basso fondo, nel quale fac(:.:no
pure un lungo e triste pellegrinaggio, osserviamo uno spettacolo di miseria e di
abbiezione come di rado avevamo veduto
in vita nostra...
Curioso, nei due ambienti scopriamo degli amici nostri. Lassù, nel personale di
servizio, che caldamente approva le nostre
considerazioni protestanti e volgendo attorno uno sguardo sospettoso ci sussurra all’orecchio: « Se sapeste quel che ci tocca
di vedere...! ». Quaggiù invece, foUe di
donne e bambini che subito fan ressa attorno a noi : « Nessuno ci vuole aiutare,
noi non esistiamo per le autorità, non c’è
posto nelle scuole per i nostri bimbi...
Venite a vedere come piove attraverso al
tetto della mia staimberga... ». E il Pastore
Panasela che in mezzo a questa gente ci
sembra arieggiare la figura di apostolo, va
dall’uno all’altro, chiede notizie, attacca
discorso, esorta, incoraggia, ripete ad ogni
passo la parola: « Evangelo »... Così come
farà con gli operai di quello stabilimento
che è stato chiuso per crisi di lavoro ai
quali nessuna autorità civile nè religiosa
ha dato retta ed ai quali egli è riusi-ito
a dare in modo efficace il conforto della
fede.
Ma Palermo Valdese non è qui, questo
è soltanto l’ambiente. Palermo Valdese la
troviamo nel nostro tempio di via Spezio
41 dove sia nei giorni festivi che in quelli
feriali è sempre un fervore di movimento:
Visite per il Pastore o la sua Signora, predicatori laici che vengono a prendere le
consegne per una riunione, macchine che
vengono a cercare le assegnazioni di viveri
assistenziali per questo o quel gruppo del
vicinato e macchine che vanno a raccogliere o riportare gli alunni delle nostre scuole
nei vari punti della città.
Le scuole sono forse il vanto maggiore
della nostra Chiesa di Palermo: quelle
del centro con i loro alunni intelligenti,
vispi ed... ecumenici perchè sono in parte
Valdesi ed in parte Cattolici e tra gli uni
e gli altri scoprite dei norvegesi, dei tedeschi e vari altri ancora... E son proprio
essi, tutti insieme, la spina dorsale della
Chiesa. A mezz’ora di distanza c’è un'altra scuola valdese, sorta da soli tre mesi
in modo provvidenziale e che già raccoglie oltre cinquanta alunni vispi e intelligenti anche quelli da non si dire. In dodici settimane, oltre al loro lavoro scolastico, hanno studiato i nostri inni e ne
hanno imparato una ventina e li cantano
a voce spiegata e li intonano da soli ioti
la voce sicura di una bella bimba dai capelli biondi. Mentre li ascoltavamo, in un
momento di euforia abbiamo esclamalo:
« Che peccato che non poissiate esser presenti domenica prossima alla Festa di canto
delle Scuole Dom. delle Valli! Non sfigurereste certo in mezzo alle centinaia di piccoli cantori delle Valli...! ». Utopia, sogno, eppure sarebbe tanto bello ed utile
di poterli avere quassù una volta!
L’esperienza centrale però, è stata quella del culto domenicale nel tempio. Avevamo sentito dire che il tempio di Palermo s’era fatto piccolo e lo abbiamo constatato con i nostri occhi: occupati tutti
i posti a sedere, in piedi una lunga fila di
persone in fondo al tempio, non era proprio più pensabile di aggiungerne alire.
Ed è -sempre benefico lo spettacolo di un
tempio troppo piccolo; ma qui allo spettacolo s’univa il vigore dei canti intonati a
piena voce da tutta l’assemblea, del Padre
Nostro e del Credo, detto forte da tutti e
degli « Amen » sgorganti con spontaneità c
convinzione da ogni cuore. Benefica anche
bt predicazione, semplice e sincera, priv-a
di ricercatezze ma profondamente evangelica e perciò utile per tutti...
Dopo il cullo, sul sagrato della Chiesa,
saluti e conversazioni per lungo tempo.
Gli ospiti vennero come presi d’a-ssalto dai
Palermitani. Lingua o non lingua riuscivano^ a capirsi lo stesso. Il Pastore .Allinger,
specialimeftte, dovette distribuire indirizzi
ed autografi a tutt’andare e riempire di nomi i suoi taccuini. Era stato detto che eravamo fratelli ed amici, non poteva essere
una convenzionalità, doveva essere ed era
la verità... ^
Altre visite ed altri culti dovevano avere
luogo nei giorni seguenti, ma il cronista
costretto dai suoi doveri pastorali dovrà
rincasare prima degli altri. Il commiato
avverrà un pomeriggio, nel giardino di una
cara casa ospitale in mezzo a un piccolo
gruppo di fratelli in preghiera... Commiato
espresso con la parola : « Anfwiederseben »
da parte degli italiani e con la parola: «Arrivederci» ostentata dai tedeschi... Col sentimento soprattutto col quale si sigilla la
prima pietra di un nuovo edificio.
E quello che intendiamo costruire, caro
Allinger, con umiltà e senza mandati uffiCialii è proprio un ponte tra voi e la nostra
opera di evangelizzazione. Un ponte di solidarietà e di amore fraterno per essere
sempre più realmente « Uno in Cristo ».
Cominciammo pure così cinque anni or
sono, quando ci ihcontram.mo per la prima volta ed avevamo attorno solo ostacoli
e difficoltà. Pure un pónte si fece tra voi
e le Valli e ì fratelli vi son passati sopra
a centinaia e le benedizioni in gran copia.
Ora comprendiamo che il ponte deve portare più lontano. Gli .ostacoli e le difficoltà
sono ancora pesanti, ma abbiamo fede...
Anche quelli di Palermo ora vogliono il
ponte e questo è per noi <x)ine un annunzio di vittoria, come una benedizione che
passa sul ponte come se già esistesse.
Ne ringraziamo Dio, ringraziamo i Palermitani per la loro bella ospitalità e ringraziamo te, caro amico Allinger per essere
venuto e per il messaggio fraterno che ci
hai recato da parte del raro Dr. Render, il
capo della tua Chiesa.
Enrico Geymet
3
[■
20 maggio 1960 — N. 21
L’ECO DELLE VALU VALDESI
pag.
BERLINO fra oriente
Il problema di Berlino è già stato
al centro delle discussioni della conferenza di Ginevra tenutasi, con interruzioni, dal maggio all’agosto 1959 :
nel corso di tale conferenza scoppiò
la «bomba» della dichiarazione Kruscev, che minacciava la conclusione
di un trattato di pace separato con la
Germania orientale, il che equivarrebbe al conferirle la piena sovranità, e tra l’altro il «diritto» di chiudere i suoi cieli anche al ponte aereo
che unisce Berlino ovest all’Occidente : in tal caso la situazione della città si farebbe insostenibile. La minac
eia non ebbe seguito, allora.
Città di rifugio
La maggior parte dei profughi provenienti dalla zona orientale della
Germania e riparati in quella occidentale sono passati attraverso Berlino: mentre la frontiera che taglia
in due il suolo tedesco è diventata
ben presto una cortina di ferro che
- è - praticamente impossibile superare
clandestin^ente, la larga possibilità
di circolazione fra la zona sovietica
della città e Berlino ovest, divenuta
oggi sì può dire libera, ha permesso
a centinaia di migliaia di persone di
passare inavvertite nel settore occidentale della città e di lì, chiesto asilo politico, mediante il ponte aereo
(nel centro di Berlino Ovest sorge
l’aeroporto di Tempelhof) hanno potuto essere avviate ai campi di raccolta della Germania di Bonn: fra
2,5 e 3 milioni di rifugiati hanno così
varcato la cortina di ferro dopo il
1945; ora sono quotidianamente 300
400, soprattutto giovani. Valido e aperto portavoce della Berlino Ovest
è il suo sindaco. Willy Brandt, protestante, socialdemocratico.
Due mondi
Negli ultimi mesi la tensione fra le
due Germanie si è acuita. Nella Germania federale, il permanere al potere, malgrado opposizioni, di Adenauer ha impresso alla politica tedesca un lento ma continuo irrigidimen.
to : riarmo, nell’ambito di una NATO
in cui la Repubblica federale con il
suo straordinario sviluppo economico e tecnico ha presto riassunto ima
po.sizione di primo piano; rinascita
non indifferente del nazionalismo e
del militarismo, tanto che senza forti
reazioni in patria Adenauer ha potu
to parlare, nella sua visita a Roma,
nel gennaio scorso, del « destino provvidenziale » della forte Germania qua.
le baluardo deH’Oocidente ; inoltre il
successo della politica liberalistica di
Erhard, con il «miracolo» delTecono
mia tedesca ha contribuitoi ad accen
tuare il divario del livello di vita fra
i due tronconi tedeschi. Intanto, nella
Repubblica democratica tedesca
(DDR) si è avuto negli ultimi mesi
un irrigidimento della lotta contro la
chiesa, mentre ultimamente hanno
provocato larga inquietudine — e un
rincrudirsi del flusso dei profughi —
le misure di collettivizzazione delle
campagne. Le due Germanie si fanno
poi reciprocamente il processo per gli
ex gerarchi nazisti che l’una e l’altra
hanno riammesso nei più alti posti
direttivi
Chiesa^ponte ?
Parallelamente agli sviluppi politici si è svolta la vita della Chiesa tedesca ai due lati (EKD). Anch’essa
guidata da un vecchio resistente al
nazismo come Adenauer, ma comi
lui erede di una visione superata della grandezza tedesca e del connubio
Cristianesimo - Occidente, il vescovo
Dibelius, l’EKD mostra però una maggiore apertura: ancora ultimamente,
a flne gennaio, nel Sinodo regionale
della Chiesa di Berlino-Brandeburgo
(di cui 2/3 dei membri sono nella zona sovietica) e in febbraio nel Sinodo generale, pure a Berlino, dell’EKD
molte voci si sono levate — pur riconoscendo l’opera compiuta in passato
da Dibelius — a richiedere una posi
zione meno pregiudizialmente chiusa
contro il regime comunista; ferve in
tutta la Germania la discussione sulla concezione cristiana dell’« autorità» dello Stato. Forse la resistenza
ecclesiastica più forte al totalitari.smo comunista si è manifestata, in
.'luesti anni, nella DDR. Ricordiamo
a questo proposito «Le combat de
l’Eglise dans l’Allemagne de l’Est »,
di Johannes HAMEL (Genève 1958) e
« Lettre à un Pasteur de la République Démoeratique Allemande » dì
Karl BARTH con la risposta (Gene
ve 1959). E’ naturale che là la Chie
sa senta più acutamente la pressione
totalitaria, dalle « caricature » soc’a
liste del battesimo, del matrimonio e
del funerale, al ben più grave problema della « consacrazione socialista
della gioventù », alla difficoltà della
istruzione religiosa aggravata dalla
impronta antireligiosa dell’insegnamento scolastico, aH’ostruzionismo op.
posto alla ricostruzione di templi,
nonché all’esercizio della diaconia;
censurate la stampa e le radiotrasmissioni ecclesiastiche ; numerosi i
pastori tuttora detenuti. Questa situazione crea per riflesso una reazione ecclesiastica talvolta di nobile
fierezza ma talvolta pure di una « giustizia» sufficiente e poco umile.
In una Germania divisa, l’unità
della Chiesa tedesca è un bene ine
[stimabile, per entrambe le parti: pcs
m essere preservata.
IL CONFINE
c
orriamo in quello che un tempo fu il
pià^riccOf elegante quartiere della metropoli, in uno strano paesaggio di alberi ueri e di desolate rovine: è il Tiergar.
ten. Si intravedono, lontani nell*ombra, isolati in una squallida radura, come torri di un
medioevale presente, alti palazzi appena finiti di costruire, e un bianco edificio, biancheggiante di cemento, della forma di un
cappello rovesciato, con Vaia piegata a
onda, un recentissimo palazzo americano
per conferenze e riunioni. Abbiamo passato hi colonna delle Vittorie, e per il
grande viale deserto proseguiamo nel buio.
Sulla destra, in uno sterminato campo di
macerie, un modesto cumulo è quello che
resta del bunker di Hitler: fi sotto, il suo
T T na viva interpretazione, molto
1/ personale, della vita tedesca
in varie regioni è c< La doppia
notte dei tigli » di Carlo Levi {Einaudi, Torino 1959, pp. 146, lire
1.000); il noto scrittore vi presenta
vivide impressioni di un suo recente viaggio in Baviera, nel fVurtemberg, nell*Assia, e a Berlino; da
quest*uhima. che è forse la parte
più avvincente, riportiamo alcune
pagine, che stimolino alla lettura di
questo bel saggio.
La porta
di Brandeburgo
corpo introvabile fa parte della terra. Sulla
sinistra, dei fari iproiettano la loro luce
sui cannoni brandeggiami dei carri armati
sovietici: è il monumento all*armata rossa. Subito dopo si leva la mole delle rovine del palazzo del Reichstag. Sul vago
chiarore del cielo notturno si profilano gli
scheletri delle statue dei cavalli, alti sul
fastigio. Sono le armature di ferro delle
statue distrutte, rimaste lassù, come astratte ossa, come gli infernali cavalli di un
trionfo della morte. Eccoci alla porta di
Brandeburgo, al confine. Dopo un momento di fermata per riprendere la carta
rosa, che chi viene dalVEst deve depositare quando esce, corriamo in quello che
fu VVnter den Linden. (p. 106s)
BERLINO-EST
Corriamo ora coll’automobile per diUoinplri e chilometri, attraverso le strade. della città. ” Sotto questo terreno
dove passiamo — mi dice, un amico mentre
attraversiamo una piazza — vi sono venti
mila corpi umani, morti sotto un bombardamento'”. Oh, i morti si sentono! Qui
non sono nascosti sotto nessun ’’miracolo .
Arriviamo infine a un’immensa strada nuova, larghissima, diritta, uniforme, fiancheggiata da enormi, pesanti
, edifici, che sembrano una
. replica, rigorosamente ac
cademica, delle costruzioni sovietiche dell’ultimo
periodo staliniano : è la
Stalinallee, il Kurfiirstendamm dell’Est. Da un lato
si leva, in mezzo agli immani palazzi, coacervo di
cornici, di pe.so, di pinnacoli, di torrette, di fioche
vetrine, il solitario monumento a Stalin.
(p. 112)
La Stalinallee
e occidenie
Pieno delle immagini e dei racconti del ” miracolo tedesco ”,
della sontuosa, straripante ricchezza tedesca, questi quartieri
attorno alla Kantstrasse, fino al Kurfùrstendamm, danno al
cuore il senso della polvere del tempo e della fragilità del passato.
Dappertutto, tra le belle case imperiali e burocratiche, dai grandi
atrii e dalle scale diritte di marmo, tra i palazzi della vecchia
classe dirigente della capitale, col viso in qualche modo decaduto,
non trovi che rovine. Vere rovine, ancora attuali, con l’erba che
cresce .nelle screpolature dei muri rotti e coperti di scritte: e
rovine utilizzate per installazioni provvisorie di uffici o di artigiani. (...) Questo mucchio di macerie, dove restano ancora gli
architravi e le cornici delle finestre eleganti, era la villa di uno
dei più grandi banchieri: ora vi corrono attorno studenti e ragazze
in pantaloni; più avanti, in mezzo alla vasta piazza, nel cerchio
delle automobili sfavillanti, la grande chiesa fatta dall’imperatore
per il culto privilegiato dei ricchi, è ridotta a una gigantesca
rovina. Era, pare, una orrenda e pretensiosa architettura neogotica; ora. annerita, privata della sua pelle e della sua struttura,
ha preso la rispettabilità drammatica del tempo, e si leva oscura
nell’aria asciutta, frizzante eccitante, che avvolge e fa viva la
città e le sue rovine. Di qui inizia il Kurfùrstendamm, in gran
parte ricostruito, con nuovi palazzi al posto di quelli famosi sbriciolati dalle bombe, nuovi alberghi, nuovi negozi, nuovi caffè,
nuove vetrine, in fila lunghissima ai due lati dei contro-viali.
E’ uno dei luoghi più illustri del mondo, ma (...) la sua ricchezza ha qualcosa di malinconico e di funebre, di costruito sul
vuoto o sulle ossa dei morti.
(C Levi: La doppia notte dei tigli, p. 104c.)
La Kaiser-Wilhelm-Gedadhtnis Kirche,
si-mbolo di Berlino-Ovest
Festa di canto delle Scnole Domenicali
A Rodoretto
I bambini deH’alta Val Germanasca si
sono trovati quest’anno a Rodoretto il 15
Maggio per la loro festa di canto.
Erano presenti Villasecoa, Ferrerò, Massello e Rodoretto, assente soltanto Frali.
II Fastore Dayite, membro della Commissione del Canto Sacro ha presieduto
l’incontro e diretto i cantici d’assieme ed
il Fastore Teo-filo Fons di Rodoretto ha
curato la lettura biblica e la preghiera.
Ogni Scuola Domenicale ha inoltre presentato uno o due cantici preparati per
conto proprio : Rodoretto ha cantato il
302 ed il 289 delTlnnario Cristiano, Villasecca il 196 e Ferrerò ha presentato a due
voci il 77 ed il 296 del medesimo Innario
mentre Massello, fedele alla sua tradizione francese ha cantato il Salmo 25 (n. 2
degli Fsaumes et Cantiques) ed il cantico
176 della medestima raccolta.
Un buon numero di adulti ha circonda
to con attenzione e con interesse i nostr
bambini il cui numero di circa 130 ha se
guato ancora un progresso sugli anni pas
sati ed ha riempito letteralmente il tempio
Molto cordiale l’aocoglienza di Rodo
retto che ha offerto una sostanziosa me
renda ai bimbi, in un locale allietato da
grandi mazzi dei primi anemoni alpin
e viole di montagna sbocciate sui prati
ancora innevati di Galmount. Alla Signo
ra ed al Fastore Fons nonché alle loro
gentili collaboratrici un grazie sincero
per questa cosi cordiale accoglienza!
Sulla strada del ritorno una spruzzata
di pioggia, calata dal Barifreddo e da
Roccabianca ha incitato i ragazzi ad una
corsa degna di un qualche campionato ed
ha alimentato dei sentimenti di riconoscenza verso lo sconosciuto proprietario
della baracca lasciata aperta al Rivet e che
ha risparmiato una bagnata di prim’ordine.
Non vogliamo terminare senza notare
con soddisfazione che, nei cinque anni da
quando si è cominciato ad organizzare le
feste di canto per la parte alta della nostra valle, ogni incontro ha fatto registrare
un miglioramento rispetto a quello precedente e possiamo ormai affermare che il
canto, ha fatto dei veri progressi fra i nostri ragazzi: basterebbe constatare l’andamento dei canti di assieme cJie hanno
costituito all’inizio un grosso problema e
che a Rodoretto hanno invece dato una
buona prova sia per la facilità con cui sono stati « messi assieme » sia per l’esecuzione definitiva.
Una parola, quindi, di incoraggiamento
e di plauso per quanto piccoli e grandi
hanno fatto e continueranno certamente a
fare in questo campo. F. D.
e i genitori possono fare vacanza ; se si
trattasse almeno di una recita oppure del
canto degli adulti vale la pena di disturbarsi ma il canto dei bimbi è cosa di chiesa, di sacrestia ed i gorgheggi sono più
semplici, più spontanei perciò meno attraenti di quelli dei « grandi »... In altri
termini dove non c’è spettacolo il pubblico
diserta perchè i gusti sono raffinati, troppo
raffinati da non più afferrare la profondità
del canto dei bimbi nella nota di gioiosa
fede con cui cantano e di spontaneità con
cui fanno salire al Signore le lodi riconoscenti.
Il canto nelle nostre assemblee si prepara sin dall’infanzia e dal catechismo:
non si stanchino i responsabili delle varie
attività di consacrare un quarto d’ora almeno al canto e di obbligare i bambini a
mandare a memoria un certo numero di
cantici: forse dimenticheranno la spiegazione pastorale ma ricorderanno le parole
dei cantici nei quali v’è pure il messaggio
dell’Evangelo e dell’amore di Dio. Non
sono le corali degli adulti a dare il tono
al canto a motivo delia loro limitata presenza al culto, mentre tutta la massa dev’essere preparata per rendere più vivo,
più dialogato il nostro culto. Don Milani
insegna nel campo della cultura in genere
e noi cominciamo con il canto...
Rimane nei nostri cuori un ricordo benedetto del pomeriggio pinerolese per cui
diciamo grazie alla comunità che ci ha accolti. G. B.
A Torre Pedice
Dopo aver accolto, la domenica precedente, le Corali della nostra valle, il nostro tempio si è riempito, domenica pomeriggo, di bambini delle nostre Scuole
domenicali, riuniti per la loro festa di canto: Angrogna, Bobbio F., Rorà, S. Giovanni, Torre F. e Villar F. La festa è stata un
poco sotto il segno della fretta, poiché alcuni pastori erano poi impegnati nelle rispettive parrocchie da servizi funebri, ma
questo non significa die non sia riuscita.
Raccolti nell’Aula sinodale per l’ultima
prova dei canti in comune, sotto la dire
zione del Fast. E. Aime, i bimbi si sono
poi recati in corteo, simpatico e allegro
quanto disordinato..., nel tempio, che hanno riempito quasi completamente, mentre
genitori e « pubblico » (invero pochini) si
erano disposti nelle gallerie.
Dopo Un rapido e forte messaggio del
Fast. Aime, le varie Scuole domenicali si
sono avvicendate nel canto: Angrogna 260
(fr.) e 280 (it.); Bobbio 23 (it.) e 179 (fr.);
Rorà 180 (fr.) e « Inno di Natale » ; S. Giovanni 188 (it.) e 29 (fr.); Torre F. Appiotti 274 (fr.). Asilo 237 e 321 (it.). Centro
167 (it.). Coppieri 180 (it.); Villar P. 32
(it.) e «Dei padri o vivida fede immorta!»:
la Scuola domenicale di Villar ha cantato i
suoi due inni con l’aocompagnamento delle
trombe, e anche quest’anno ci chiediamo
fino a che punto siano al loro posto in una
festa di canto e facilitino il canto dei ragazzi.
Le varie Scuole domenicali erano ben
preparate, e questo si è sentito anche nei
canti d’insieme: 153 (it.), 38 (fr.), 187 (it.),
168 (fr., il più debole...) e 201 (it.); nel
canto di alcuni, i più conosciuti, si senti-va la gioia di cantare dei bimbi, ed anche
per chi li ascolta è una gioia di sentirli
cantare così, con entusiasmo; a poco a jwco i piccoli imparano pure l’alegrezza non
solo di cantare con slancio ma di cantare
bene, e nell’un senso come nell’altro le
Scuole dom. sono una scuola preziosa, poi
jcbè anche in questo caso le famiglie hanno per lo più dimissionato dal loro compito.
Siamo stati lieti dì vedere numerosi i
bimbi, e di molte comunità, di sentirli
cantare con slancio, di notare che il francese è sempre in onore anche se dopo, fra
i nostri giovani, sembra spesso misteriosamente perdersi; e ci auguriamo che anche
e soprattutto ai bimbi (è la loro festa) sia
rimasto un lieto ricordo del pomeriggio
non isolo per la paisseggiata, i giochi nell’ospitale campo del Convitto e ...il gelato
(quest’anno le carte sono andate disciplinatamente nelle apposite cassette!), ma per
la gioia di ritrovarsi numerosi insieme e
cantare le lodi del loro Signore. C.
A Pinerolo
Qnattro corali di bimbi si sono incontrate a Finerolo la domenica 15 maggio:
Fomaretto, San Germano, San Secondo e
Finerolo; un buon gruppo di monitrici faceva corona intorno ai cantori in erba completando il quadro simpatico delle singole
corali. Inni della raccolta italiana e francese nonché « Gian Fortuna » sono stati
cantati alternativamente dalle singole scuole domenicali oppure tutti assieme. La direzione generale dei canti era affidata alla
sig.na Tiirck di Finerolo mentre il Fastore
Deodato ha presieduto la festa religiosa
dando un messaggio particolarmente adatto alla circostanza. La direzione dei cori
singoli era affidata alla Signora Tron Tildina. Signora Bert Delia, Fastore Genre
e Sig.na Tiirck.
L’accoglienza della chiesa pinerolese è
stata molto fraterna con la tazza di thè e
contorno alle monitrici e la brioche alla
schiera dei bimbi. I giochi d’insieme nel
superstite verde intorno agli edifici della
chiesa hanno completato felicemente il bel
pomeriggio. Feccato di non aver potuto
incontrare i piccoli di Frarostino, trattenuti da un grave lutto e quelli di Framollo.
L’uomo della strada che ha dato uno
sguardo all’assemblea degli adulti è rimasto deluso per la modestissima presenza
dei genitori degli alunni: la cosa si riitete
ormai da qualche tempo e Finerolo non fa
eccezione. I bambini sono nelle mani sicure del Fastore e delle sue collaboratrici
La
GianavelLa
Un mistero
Non Si tratta di un mistero che riguarffi la vecchia casa di Gianavello
ma si tratta di sapere cosa è successo
ai molti amici vicini e lontani che
sono stati larghi di approvazione e
di promesse alla Pro Valli, per l’iniziativa presa di riscattare la Gianavelia, e che ora non danno pàù segno
di vita
Hanno dimenticato il numero del
conto corrente postale intestato al
cassiere della Pro Valli Dott. Bosio
E.? (il numero è 2/36094). Hanno
smarrito l’indirizzo di tutti i membri
della Pro Vaili? Oppure sono stati pre
si da un irresistibile amore per il loro denaro tanto da non potersene pili
distaccare? Questo è il mistero!
Per quanto riguarda la Gianavella
due cose da segnalare: la Commissio
ne appositamente nominata per am
ministrarla e per valorizzarla si è
messa con entusiasmo al lavoro ed ha
in mente parecchie cose molto interessanti ohe si potranno realizzare
più o meno presto secondo l’aiuto eh 3
potremo dar loro.
La seconda cosa da segnalare è che
la Pro Valli deve pagare tasse di registro, bollo, eco. per U trapasso della
proprietà in misura superiore al pre
visto per cui deve fare nuovamente
appello agli amici di cui si è detto
più sopra.
Pensare che sarebbe per noi suffi
ciente che i valdesi che amano anco
ra le loro Valli ci inviassero quante
spendono per andarsi a divertire (alla partita di calcio, al cinema, in gi
ta, ecc.) in una domenica qualsiasi
dell’anno. Potremmo ridare il suo volto antico alla Gianavella, provvedere
alla difesa di aìtri luoghi per noi in
dimenticabili delle Valli che ora sono calpestati da gente che giunge da
ogni parte per cancellare ogni caratteristica, per renderle uguali alle altre vallate, per far tacere col denaro,
con le varie iniziative tipo azione cattolica, quella voce che in passato non
sono mai riusciti a spegnere.
per la Pro Vali
Carlo Pons
Ringraziamo gli amici che in questi ultimi mesi ci hanno inviato i
loro doni:
Ada Meille. Milano 2.000; Rostan
Nelly, San Germano 1.000; M. Revel,
Montepulciano 2.000; Lidia Piccotti,
Alessandria 1.000; Guido Botturi, Torino 10.000; Guido Decker, Torino
5.000; Ugo Rivoiro Pellegrini, Torino
20.000; E velina Pons, Torino 1.000; La
ris Bein, Torre Pellice 1.000; Aldo Gay,
Torre Pellice 2.000; Stefano Peyrot,
Torre Pellice 1.000; Seiffredo e Elvim
Colucci, Livorno 1.000; Roberto Revel, Lusema S. Giovanni 15.000; Elsa
Cari, Torre Pellice 500; Lisetta Gay,
iTorino 3.000; J. P. Torre Pellice 1.000;
•chiesa di S. Secondo di Pinerolo 10
mila; Rostagno Levi, Prarostino 5.000;
Aleb rione Antonio. Torino 1.000; Bonnet Giovarmi e Letizia. Lusema S.
Giovanni 1.000; Deodato Luigi e Rosa, Lusema S. Giovanni 500; Long
Eugenio, Lusema S. Giovanni 5.000.
I
PERSONALIA
Ci congratuliamo caldamente col Prof.
ÌGiuseppe Casini, docente di matematica al
Collegio Valdese, che ha conseguito con
esito lusìngliiero l’abilitazione all’insegnamento nelle Scuole Medie Superiori.
4
pag. *
L’ECO DELLE ^VALM VALDESI
N. 21 — 20 maggio 1960
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
ANGROGNA (Capol«090)
Nozze. E’ stailo celebrato il matrimonio
del presidente dell’Unione Giov. dei Martels, Giovanni Giacomo Negrin, con la
gentil signorina NMy Bertot, dei Malans
Inferiori. Agli sposi vadano ancora i nostri voti angnrali e le felicitazioni della
comunità tutta.
Ascen&ione. Vedere, lin altra parte del
giornale, l’annuncio della riun'one tradizionale dell’Ascensione, che avrà luogo in
prossimità dei Martels.
Contribuzioni. Per la fine deH’anno amministrativo la comunità di Angrogna-Capoluogo versa alla Tavola il 10 per cento
in più della somma raccolta e versata l’anno precedente. Progresso tanto più note
vele 'n qiuanlo, ahimè, anche ad Angrogna
si sono registrate durante l’anno diverse
emigrazioni...
Scuola Domenicale. La comunità ha tre
scuole domenicali, di cui due sono... feriali, in quanto corrispondono all’ora di
religione delle Scuole elementari dei Jourdans e dei Martels. Tutte e tre hanno preso parte alia Festa di Canto a Torre Pellice. La Scuola domenicale del Capoluogo
ha deciso di devolvere il provento delle
sue collette alle Scuole domenicali di Spagna.
Coro, n Coro di chiesa ha preso parte al.
la Festa del Canto delle Corali, a Torre
Pellice. Per unanime giudizio di intendi
tori, la difficile esecuzione di una composizione mendelssohniana (il Salmo 43) è
risultata degna di elogio'. Bravi i nostri
cantori !
Assemblea di Chiesa. E’ fissata per il 29
maggio, alle ore 11. Si leggerà e diisouterà
la relazione annua; si nomineranno i rap
presentanti laici alla conferenza distrettuale e al Sinodo.
Riunioni quartierali. Chiuse le attività ai
Joiirdàns e ai Martels, per la settimana
prossima anco-ra 'Si avranno rhmionì ai
Prassuils e ai POns. Poi, le riunion verranno tutte sospese.
Dipartenza. E’ stato accompagnato alla
sua ultima dimora terrena, in Torre Pellice, Roberto Benech, di anni 77, deceduto
all’Ospedale Valdese. Ai numero«; familiari, la nostra viva simpatia ^
RORA
Domenica 15 maggio VAssemblea di Chiesa ha preso le seguenti decisioni: a) è sta
la stabilita la fusione dei due quartieri^
del Centro' e di Roucas, constatando che'
Paltuale popolazione non giustifica più la
divisione. 11 nuovo quartiere sarà denominato Centro-Roucas. b) udito il progetto di riordinamento distrettuale l’Assemblea
ne ha approvato le linee direttive augurandosi che il problema venga ulteriormente studiato e chiarito, c) sono stati
eletti delegato al Sinodo Corrado Morel,
BO'St. Aldo Tourn; alla Conferenza Distr.
Dario Gelso e Roberto Morel, soist. Gentile Tourn. d) :1 Concistoro è stato eletto
nelle persane di Aldo Tourn, Oreste Tourn,
Domenico Tourn, Gentile Tourn, Giovanni Benecohio, Leopoldo Rivoìra, Corrado
M'Orel. Ci rallegriamo per questa elezione
che oi permette di avere ancora per molti anni' la collaborazione di questi amie' ;
e) infine è stata data lettura della relazione
annua. Uno solo dei non intervenuti alla
Asisemblea si è curato di inviare una giu
stificazione plausibile. Ringraziamo Lillina
Tourn per aver guidato all’harmonium il
canto deUa comunità.
Nel pomeriggio dello stesso giorno i ragazzi della Scuola Domenicale hanno partecipato con entusiasmo alla Festa di canto; in mattinata avevano fatto visita agli
ospiti di Villa Olanda, accolti molto affet-^
tuoisamente. E’ stata un’occasione di udire
alcuni canti nissi e di cantare a nostra
volta alcuni inni. Ringraziamo assai la Direttrice, sig.ra Nisbet, per la cortesia con
cui ci ha ricevnt; facendoci vie’lare lo sta
bile davvero assai ben adattato alle sua
nuove funzioni.
Domenica 22 avrà luogo il 'culto di ch.u
sura deUa Scuola Domenicale, con intervento dei bambini. Alcune madri parteciperanno aUa giornata di Agape: esse Irò
veranno un puUmainn ad attenderle alle ore
7,20 agli Airali.
I posti P®'' P"
tutti esauriti.
Abbiamo ricevuto da Oslo i salut: affettuosi del prof. Gönnet e della signora pe '
tutta la comunità. Li ringraziamo, ra”e
granduci di vederli quassù in luglio.
ANjOROGNA - MARTELS
Raduno delPiìscensìone
PROGRAMMA:
Ore 10.30: Cullo con predica (Pastore Teod. Balma).
Ore 14: Divertimenti popolari: Gare umoristiche giovanili ■ Bocce - Pallavolo.
— Gruppi corali estemporanei (sopra un coro obbligato. 1 partecipanti dovranno annunciarsi fin dal mattino).
Il Comitato organizzatore predisporrà sul luogo un servizio di bevande analcooliche e di colazione al sacco. Per il pranzo, prenotarsi alla Locanda dei Martels.
Un servizio d’ordine assicurerà il regolare, ordinato svolgimento della manifestazione.
In caso di maltempo, il culto del mattino e la gara di canto avranno luogo
nella Scuola dei Martels. Per il Comitato e per VU.G.V. dei Martels:
Teod. Balma, Pastore
TUTTI AI MARTELS D’ANGROGNA IL 26 MAGGIO !
VILLAR PELLICE
Siamo stati cbiamati in causa dal giornale « Il Pellice » a proposito di una cronaca della recente festa delle Corali a Torre Pellice. La nostra assenza è criticata
come lo avrebbe potuto essere in una Conferenza Distrettuale o come sarebbe stato
autorizzalo a farlo un giornale della nostra Chiesa. Il tono della critica punto
comprensivo e amichevole ci è dispiaciuto.
Se il giornale, tramite i suoi responsabili avesse voluto consultare i responsabili della Chiesa Valdese del Villar avrebbe appreso «he il Villar desiderava e progettava fino all’ultimo di essere presente
in tre modi alla cara festa deUe Corali di
Torre : con una corale maschile, con i
suoi trombettieri e con un gruppo appartenente alle sue attività ecumeniche. Per
motivi di forza maggiore e nei quali
non è in causa la buona volontà delle persone i due primi gruppi non poterono es
sere presenti e rimase solo il terzo il quale
oltre ad offrire il suo canto mostrò anche
«in aspetto di attività di una chiesa tutl’altro che trascurabile. L’assenza dei due
primi gruppi non dimostrano ad ogni modo che l’amore del canto e della musica
sacra siano in declino al Villar. Se anche
la sua corale ufficiale ha subito in questi
ultimi anni una malattia (Apatia Coralina
da virus asiatico?) come a quasi tutte le
corali delle Valli prima o poi può toccare,
in compenso è stato fatto uno sforzo perseverante ed intenso in vista del canto sacro
e tutte le riunioni dell’annata sono state
precedute da un esercizio di canto col risultato che in taluni quartieri ove non si
cantava quasi più ora si canta a piena voce... Dell’attività benedetta delle trombe
poi, abbiamo già parlato molte volte e
più che mai crediamo che esse offrano
non solo alla nostra parrocchia, ma alle
Valli intere, una nuova risorsa per la celebrazione della gloria di Dio con la musica. Ma questa volta, malattie ed altri
guai, ci hanno impedito di essere presenti
e la cosa è dispiaciuta a noi certo più che
a qualunque altro.
Credevamo che « Il Pellice » fosse un
giornale civile e politico e non ci aspettavamo di vederlo interessarsi delle attività
interne delle Chiese. Dovremo da ora innanzi sentirgli dare Fallarmi perchè le
figlie di Maria di tal paese non sono state
presenti a tale processione? Oppure protesterà il caro giornale di voler essere
una vox populi? Molto bene, anche la vo,
ce del popolo ha i suoi diritti. Però, prima di confondere qualche voce di pettegolezzo di strada con la voce del popolo,
ci si informi con una breve telefonata
presso quelli che sono più direttamente in
BOBBIO PELLICE
La Comunità è grata ai Pastore sig. Giovanni Bertinatli che le ha rivolto il messaggio della Parola di Dio la domenica 15
maggio.
Domenica 15 maggio abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la
spoglia mortale ddl;, nostro frateUo Moradon Umberto Davide deceduto al Ciampas
aU’età dii anni 57. Laniedì 16 maggio ha
avuto luogo il servizio funebre diff nostra
fratello Favai Giuseppe deceduto ai GiraU'
dins alla tarda età di anni 83.
Ai familiari ed ai iterenti provat’ da
queste dipartenze ridicóanio la nostra viva
e fraterna simpatia cristiana Invocando su
loro tutti le consolazioni del Signore.
S. GERMANO CHISQNE
Nel corso di queste ultime settimane il
nostro tempio è stato ripetutamente adornato di fiori per la celebrazione di alcuni
matrimoni.
Siamo lieti di rinnovare i nostri migliori auguri a Balmais Franco (Ciampetti) e
Beri Rosalba (Villar); Bouchard Arturo
(Inverso Rinasca) e Galliano Rosanna (Pinerolo); Zaoco Ercole (Rue) e Bouchard
Clelia (Ciabotà); Pons Silvano (Cooperativa) e Ferrerò Giovanna (Asti).
Domenica 8 Maggio -i bimbi delle nostre S. D. hanno partecipato al culto domenicale in occasione della celebrazione
della famiglia cristiana. Il discorso rivolto dal pastore ai bimbi conteneva anche
motivi di iispirazionè per i genitori accorsi
numerosi per la lieta circostanza.
Sabato 14 Maggio i nostri giovani si sono incontrati con FU. G. di Pinerolo.
Erano presenti due membri del cornila
lo di gruppo : il sig. Claudio Tron ci ha
presentato alcune riflessioni sulla pericope
delFEvangelo che ci parla della riabilitazione di Pietro. Il segno dell’amore di
Dio per noi è la fiducia che egli ci concede affidandoci il preciso incarico della
testimonianza e del servizio-.
Il sig. Genre ci dl®de alcune informazioni sull’attività del Comitato di Gruppo
durante i mesi invérnali.
Il sig. Rivoira, dell’Unione di Pinerolo,
ci ha presentato un quadro delle attività
svolte in seno alla sua Unione.
Ringraziamo i nostri ospiti per la benefica e simpatica sergta.
Ricordiamo agli interessati alcune gite
che verranno effettuate prossimamente.
16 Giugno: gita dei bambini della S. D.
a Bobbio Pellice.
23 Giugno: gita «Ideile signore a Pian
della Mussa nelle VaRi di Lanzo.
26 Giugno: gita Corale a Cogne.
Incontro con la coniunità di Aosta.
Verrà tempestivamente comunicalo dal
pulpito quando avranno inizio le prenotazioni ohe verranno ricevute, come di
consueto, nei negozi di Villa.
causa in modo da potere meglio, se possibile, essere reciprocamente gentili. E’ con
la gentilezza che si costruisce e non con la
fredda critica dei censori di professione.
E, da ultimo, ci sia ancora permesso di
dire che se la presenza di una Corale a
una « Festa delle Corali » è cosa estremamente gradevole per tutti e in primo luogo per gli interessati, è pur sempre una
cosa estremamente secondaria nella vita
di una comunità cristiana che deve anzitutto preoccuparsi del Regno di Dio e del
Signore die viene. Sia i responsabili delle Chiese che i fratelli dotati di una voce
canora faranno bene a dedicare un po’
del loro zelo al canto sacro, ma senza, per
carità, dargli una eccessiva importanza.
Altre cose, molte altre, sono all’ordine del
giorno prima del canto nella vita della
Chiesa.
E con questo salutiamo con un amichevole sorriso il signor « Pellice » e gli promettiamo che, se piace a Dio, Fanno prossimo saremo presenti alla festa delle corali
con la nostra risorta corale, con le nostre
trombe e con almeno due gruppi esteri.
Enrico Geymet.
POMARETTO
Avviso : Domenica 29 Maggio alle ore
10,30 tutte le famiglie della parrocchia dovranno essere rappresentate al culto deRa
famiglia cristiana con la presenza dei
bambini di tutta la parrocchia. Vivian,
Combavilla, Serre, Clolt, Paiola, Flecci,
Perosa e dintorni, Pomaretto, Pons, Paure, Blegieri, Aymar, Masselli, Clott Boulartl, Gilli, Enfous, Forte ecc. dovranno
essere presenti! Quelli che hanno macelline o mezzi vari li mettano a disposizione degli altri per facilitare l’afflusso al
tempio. Che il Signore benedica la giornata del 29 per il bene della famiglia che
in Cristo vuole gettare le sue hasi.
Recentemente sono stali celebrati due
matrimoni nel tempio di Pomaretto: gli
sposi Artero Giovanni e Maggiora Margherita sono stali uniti in matrimonio dal Pastore Franco Davile alla presenza d’un
buon gruppo di parenti ed amici. Gli s>osi provenivano rispettivamente dai Chiotti
e da Perosa Argentina e si stabiliranno nella nostra parrocchia.
Willielm Nino e Genre Rita della comunità pomarina hanno celebrato lo sposalizio
sabato 14 maggio con una larga partecipazione di parrocchiani legati da vincoli fraterni con le famiglie degli sposi. Il Pastore ha loro rivolto un messaggio di circostanza.
Che il Signore benedica le due famiglie
che si sono costituite alla presenza Sua e
fortifichi la loro fede e renda duraturo il
loro affetto mediante la Grazia del Padre
celeste. od.
PRAROSTINO
Assemblea di Chiesa Domenica 8 maggio, dopo un breve culto liturgico, si è
riunita FAssemblea di Chiesa per u<lire la
relazione annua, presentata dal Concistoro, e per la nomina dei delegati alla prossima Conferenza Distrettuale (Bertalot Daniele e Long Enrico), del delegato al Sinodo (Gardiol Umberto), e di due revisori dei conti (Pons Enrico e Gay Emidio).
Dipartenza. La Comunità vive ancora
sotto la profonda impressione prodotta
dalla dipartenza, avvenuta tragicamente
sullo stradale del Ponte San Martino, del
giovane Franco Cóisson, dei Pian, quindicenne. Egli tornava dal lavoro con le
sorelle e la numerosa schiera dì altri compaesani, venerdì scorso 13, quando veniva
investito in pieno da una motocicletta e
gettato in terra. Purtroppo le sue condizioni si rivelarono disperate; trasportato
d’urgenza all’ospedale civile di Pinerolo,
decedeva tra la costernazione di tutti. I
suoi funerali si sono svolti domenica 15,
nel pomeriggio, con la partecipazione di
una folla immensa, convenuta anche da
Angrogna, ove la famiglia Coisson conta
numerosa parentela, da San Secondo e
Pinerolo, nonché da San Germano. Il Pastore, nella orazione funebre, ha parlato
sul testo « Che cos’è la vita vostra?... »
(Giac. 4: 14). La vita nostra è ben poca
cosa, sul piano umano e terreno. Essa ha
un senso solo se vissuta in Cristo, nella
fede sua redentrice.
Rinnoviamo alla cara famiglia Coisson,
cosi profondamente addolorala, l’espressione della nostra viva simpatia cristiana.
Al momento di andare in macchina, ap
prendiamo che è deceduto il giorno 16,
pure in seguito a incidente, dopo vari
giorni di lotta tra la vita e la morte, Borno
Valente, dei Gay, alla età di anni 29. Egli
la-scia, con la giovane vedova, due bimbi
in tenerissima età.
I suoi funerali hanno avuto luogo martedi 17 a Pinerolo.
Alla vedova, ai figliuoli e ai parenti
lutti, la nostra viva simpatia cristiana.
TORRE PELLICE
Per mancanza di spazio siamo costretti
a rinviare la cronaca; teniamo però a ricordare che il giorno delF-4.scen.sione, tempo permettendo, vi sarà un convegno alla
Sea: culto alle ore 14; nel corso della giornata saranno organizzati dei giochi per i
giovani che interverranno, secondo gli accordi presi lassù il l« maggio e confermati
in alcune unioni.
Direttore : Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
inflazione Etenco di doni ricevuti
delle attività
Si è notato in una recente cronaca' da
Torre PeRice il disappunto del cronista
perehè nella stessa serata ebbero luogo
due « attività ecclesiastiche »: una manifestazione del Piccolo Teatro « Lo Bue »
ed una festa della locale Unione Giova-:
nile. Occorre precisare che il P. T. <« Lo
Bue » non è un’attività ecclesiastica, ma
culturale, o civile o laica, come si preferisce. E’ ovvio che ragioni di opportunità,
anche materiale, consiglierebbero di evitare coincidenze simili. Non sempre esse
sono dovute a imprevidenza o cattiva volontà delle parti in causa. Talvolta gli
artisti o conferenzieri invitati hanno a
loro disposizione soltanto un dato giorno.
Altre volte dopo che un ente si è accaparrata una serata, subentra per la medesima
sera un’altra attività, organizzata da altre
persone, logicamente non avvertite. Bisognerebbe creare un organismo superiore
da consultare ogni volta per avere o una
autorizzazione o un parere circa le singole manifestazioni. Esiste la Comm. Distrettuale: chi si cura di interpeRarla?
■ E se la si interpella, la risposta (sollecitata) arriva dopo due mesi! Proporrei che
un calendario delle principali manifestazioni valligiane, continuamente aggiornato
sull’Eco. Dovrebbe assumerne la responsasulFEco. Dovrebbe assumere la responsabilità la Comm. Distrettuale, pensando essa stessa ad interpellare i vari enti ecclesiastici. Gli enti non ecclesiastici avrebbero tutto l’interesse a profittare (di loro
iniziativa) di questo servizio. Si otterrebbe
un quadruplice risultato : minor concorrenza di attività; maggiore pubblicità delle stesse; maggiore interesse della chiesa
e del suo giornale per la vita valligiana;
valorizzazione della Comm. Distrettuale.
F. Corsani.
Dottoressa
Maria Fenoglio
Medico Chirurgo
Via Alfieri, 1 - Telef. 9594
(vicino al Municipio)
TORRE PELLICE
Riceve:
Tutti i giorni ore 17-19
Venerdì anche al mattino ore 11-13
Dottoressa
Iolanda De Carli l/alerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
per il Tempio di Frali
Franze Grilli en mémoire de son père
Filippo Grilli (Ville de Frali) 100; John
GHlli en mémoire de son père 50; Käthe,
riñe Grilli Myer en mémoire de son père
50; Charlotte Grilli en mémoire de son
père 50; Emma Grilli en mémoire de son
père 50; Henry Grill (Villa di Frali) en
mémoire de son frère. Pasteur Pierre Griglio 50; Malvina Long-Rostan veuve de.
en mémoire Jean Etienne Rostan (Ghigo)
de son mari 50; Aldo Rostan en mémoire
de son père 25; John Rostan en mémoire
de son père 25; Philixjpe Berger en mémoire de son père et mère Philippe et Catherine Adroit (de Prali) 25; Henry Berger en
mémoire de son Grand père et Grand
mère 10; Henry Grill jr. (Villa di Prali)
en mémoire de son père et mère 20; Susanne Grill-Peyrot 10; Jolanda et son père
Louis Clot 10; Hélène Peyrot-Bertahnio
en mémoire de son père et mère 20; Susanne Richard-Scaruffi (Villa) en mémoire
de son père et mère 25; Marianne GrillBreuze (Villa di Prali) en mémoire de
père et mèr-c 20; Marie et Antoine Pons
en mémoire de leur frère Jacques 15; Jean
Rostan (Pomier) 10; François Grill (Villa)
en mémoire de son père 10; Marie Peyrot
veuve de Albert Peyrot 500; Mrs Ida Parisoli 1.000; Elda Rostan-Tessore 5.
Total $ 645.
La famiglia del compianto
Umberto Davide Mondon
sentitamente ringrazia tutti coloro
che hanno preso parte al suo dolore.
Iri modo particolare ringrazia il Past.
Aime ed il dott. Coucourde.
Bobbio Pellice, 14 maggio 1960
AVVISI ECONOMICI
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
Il primo e il terzo mercoledì del mese
Ore 14-16
PENSIONE EUREKA direttore sig.
Revel Egidio. Cticina eccellente a
100 metri dal mare, molto familiare. 1400 lire al giomo a bassa stagione e 1600 l’alta. Tutto compreso.
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scuole, come aiuto giardiniere apprendista. Vitto, alloggio, lezioni di
francese e Fr. 40 al mese per il primo anno. Fr. lOO per il secondo
anno. Inviare fotografìa e referenze alla Pouponnière Neuchâteloise
- Les Brenets - Neuchâtel (Svizz.).
AFFITTASI per S. Martino' 1960 cascina 3 giornate vigneto e una giornata prato, vicinanze Pinerolo. Rivolgersi Enrico Rivoira, Regione
Serena 18, Pinerolo.
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
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