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1 I
ECO
DELLE VALLI VALDESI
Prof.
ARIiAKD mJGON AlSUSTO
Case Ifucve
TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa f aldese
Anno XCII - Num. 20 ABBONAMENTI [ Eco: L. 1.300 per Fin terno « Eco » e a Presenza Evangelica » | Spediz. abb. postale • I Grappo 1 TORRE PEIXICE — 18 Maggio 1962
Una copia Lire 30 i L. 1.800 per l’estero interno L. 2.000 - estero L, 2.800 | Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Ammin. Clandiana 'Torre Pellice • C.CJ*. 2-175S7
Porgi qua il dito
A SUD DEI PIRENEI, E ALTROVE
« Porgi qua il dito e vedi le mie
mani ; e porgi la mano e mettila nel
mio costato; e non essere incredulo,
ma credente » (Giovanni 20: 27).
Queste son parole del Risorto a uno
che ebbe il coraggio di non credere
alla realtà della risurrezione. Meglio
un incredulo serio che un credente
superficiale. Gesù prende sul serio
un incredulo serio come Toma. Ritorna apposta per lui. Accetta la sfida dell’incredulità. Non indietreggia
dj Ironte ad essa. Gesù non teme di
essere smentito. Oh, se la Chiesa
avesse la stessa franchezza di rapporti con gli increduli d’oggi (con quelli jier i quali l’incredulità non è un
alibi per mascherare la propria inerzia spirituale, ma per i quali l’incredulità è una scelta consapevole e forse sofferta), e potesse
dir loro: Porgi qua il dito... Tocca
con la rnano la realtà delle mie opere, (Iella mia presenza nel mondo,
incllimi pure alla prova. Se potesse
dir questo, potrebbe anche aggiungere : E non epsere incredulo, ma
credente. Poiché la Chiesa, secondo
San Paolo, è il corpo di Cristo. E un
coiqio, bisogna pure poterlo vedere,
toccare, provare. 11 corpo del Risórte lo si poteva vedere, toccare, provare.
■H: !l: *
Dobbiamo jiremlere sul serio la risurrezione. Prenderla sul serio significa |»renderla alla lettera. Con l’episodio di Toma, G®sh vuole die pren-^
diamo alla lettera la rìsmrezione.
Per questo due volte, prima agli Undici (Giovanni 20: 20), poi a Toma,
Gesù fa vedere le sue mani e il suo
costato. Avrebbe anche potuto farne
a meno. Non bastava il sepolcro vuoto e la testimonianza di Maria (Giovanni 20: 18)? Avrebbe potuto farne a meno, ma non ne fa a meno. E
non ne fa a meno perchè vuole dimostrare ai discepoli che il Risorto
è proprio il figliuolo di Maria, il predicatore di Nazareth con cui avevano vissuto tre anni. Le mani forate e
il fianco trafitto sono il segno della
storicità di Gesù. Con essi Gesù vuol
farci capire che c’è una continuità
tra il suo corpo inchiodato alla croce e il suo corpo che attraversa le
porte chiuse, una continuità quindi
tra il mio corpo mortale e il corpo
spirituale che mi è promesso, una
continuità tra creazione e risurrezione. F’’ proprio questa continuità che
Toma non voleva ammettere; ma è
di essa che Gesù lo convince. E lo
convince non a parole ma facendogli
vedere il suo corpo trafitto. Pasqua
è avvenuta non per incoraggiare il
nostro disinteresse per le cose materiali ma per riconciliarci con il nostro corpo, con noi stessi, con la natura. Se Gesù predica la risurrezione facendo vedere le sue mani e il
suo costato, ciò significa che la ri■surrezione investe appunto il mondo
fisico e storico, la famosa materia
(ma la Bibbia non parla mai di materia) che tutti disprezzano, anche i
materialisti, tranne Dio che l’ha creata. 'Tranne Cristo che, nascendo uomo, l’Ila assunta. Tranne coloro che
prendono sul serio, cioè alla lettera,
la risurreztione. Tranne Toma che
ha chiesto di porgere il dito. Gesù
ha potuto rispondere materialmente
alla domanda materiàle di Toma.
(Questo vuol dire che il soffio di Pasqua trasforma il corpo ■—■ questo
corpo —i senza sopprimerlo, trasfigura la materia senza negarla.
H= * *
« Porgi qua il dito ». Questa paiola può sembrare brutale nella sua
materialità. Ci si può stupire che dopo la Pasqua si parli ancora di dita,
di mani e di costato. Ma non ci è richiesto di essere tiin spirituali di Ge
sii. Siamo già così raffinati! Siamo
così contenti di non essere legati a
(•ose materiali. Gesù, la sera di Pasqua, è meno raffinato di noi.
Porgi qua il dito. Questo non è un
invito al materialismo, ma alla fede.
Sia il materialismo che lo spiritualismo sono vie sbagliate perchè
partono dall’uomo. La fede sola parte dalla realtà di Dio. Invito alla fede, dunque. La fede sola è beata.
Anche Toma non può fidarsi del suo
dito o dei suoi occhi, ma solo di Cristo. Ma non lamentarti, cristiano, se
a Pasqua la fede di Toma nasce da
una constatazione materiale. Non
lamentarti se per una volta la fede
non viene daU’udire ma dal vedereOnesto non significa che Toma è un
materialista, ma che il corpo di Cristo risorto è tanto reale e concreto
da poter venire incontro anche a una
domanda materiale come cpiella di
q'onia. Paolo Ricca
Matura m nuova situazione, in Spagna ?
Aspetti contrastanti dell’atteggiamento cattolico
Ad Atene Don Juan Carlos di Borbone,
figlio del pretendente al trono di Spagna,
sposa la principessa Sofia di Grecia. A noi
1.1 cosa interessa assai médiocrement», e
per nulla l'abito nuziale della sposa, che
i giornali sono ansiosi di descriverci. Ma
quello su cui i nostri giornali hanno sorvolato è il fatto - notato su Réforme da
A. Bonifas — che il padre dello sposo,
conte di Barcellona, recandosi ad Atene ha
fatto scalo a Cadice con il suo yacht ed è
stato ricevuto con gran pompa dalle autorità cittadine e chiamato apertamente « Vostra Maestà ». 11 declinante Caudillo si preparerebbe a consegnare il potere nelle ma
ni del Borbone, cioè a cercare di assicurare il mantenimento dell’attuale regime conservatore, con appena qualche indispensabile venatura neocapitalista?
Sempre secondo il Bonilas, questa potiebbt- essere iwit delle componenti dell agitazione che scuole la Spagna in queste
ultime settimane: lo sciopero ad oltranza
che dà più di im mese sostengono 100.000
operai, specie nelle regioni settentrionali
della Biscaglia, della Catalogna, delle Asturie (e qui di particolare importanza lo
sciopero di 60.000 minatori), ma anche altrove, ni particolare nei cantieri navali di
Cadice; e d’altra parte le intense manife
stazioni studentesche di Madrid.
Lo sciopero — che è un atto di coraggio, in quanto non è riconosciuto dall’attuale costituzione spagnola, e infatti la
polizia politica ha proceduto a numerosi
arresti — ha indubbiamente come primo
movente la situazione -sociale. Bisogna però
considerare che, rispetto alla bassissimi
inedia iberica di reddito, i minatori asturiani e gli operai delle grandi industrie di
Barcellona, Bilbao, Cordoba e Cadice guadagnano proporzionalmente assai più dei
contadini e del bracciantato agricolo del
centro-sud, in specie dell’-Andalusia : eppu
niiiiiHmimiimiiiiitiimii
iiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiii
ÌTsinodo della Chiesa Metodista d’Italia
Nell’anno 1861 la Società Missionaria della Chiesa Metodista Wesley^a
di Gran Bretagna inviava in Italia i
suoi primi missionari per iniziarci
un’opera di evangelizzazione. Pochi
anni più tardi, nel 1874, quell’oca
fu affianoata da quella della Chiesa
Metodista Episcopale americana.
Dopo 80 anni di lavoro nel nostro
paese le comunità sorte per opera di
quelle due missioni si fusero e, iiel
1946, diedero orighie alla attuale -Chiesa Evangelica Metodista d’Italia, chiesa ohe dottrinalmente si richiama al
risveglio operato da Giovanni Wesley
nel XVIII secolo e amministrativamente è uno dei Distretti facenti parte della Conferenza Metodista di Gran
Bretagna, da cui è diretta per mezzo
di un Comitato con sede a Londra, il
quale disloca a Roma un Missionario
che lo rappresenta e che fa da trait
d’union tra la Chiesa madre e il suo
Distretto.
L’anno scorso, il 1961, aveva segnato
il primo centenario dell’opera Metodista in Italia; il Sinexio era stato un
Sinodo particolare, che aveva condot
to i suoi membri e i suoi ospiti a fare
il bilancio di un lavoro di 100 anni.
Il bilancio era stato espresso in forma
culturale e storica nella lucida e panoramica conferenza tenuta da Giorgio Spini all’Eliseo di Roma e in forma ecclesiastica dai rapporti e dagli
interventi di pastori, evangelisti, delegati di grandi e piccole chiese e opere sociali e gruppi isolati sorti nel corso del secolo. Il bilancio, che può essere ordinaria amministrazione di un
Sinodo, aveva avuto, per i membri di
quel Sinodo, un senso tutto partiiiolare di riconoscenza a Dio per l’aiuto
accordato in 100 anni di lavoro in Italia. Ma la Chiesa Metodista non ha
varcato silenziosamente la soglia del
suo secondo centenario.
li Sinodo 1962 ha preso atto di una
grande svolta nella storia del ramo
italiano del metodismo: la richiesta
della piena autonomia dalla Conferenza di Gran Bretagna, fatta nel corso dell’anno dalla Chiesa Metodista
d’Italia e la risposta cordiale e fraterna della Conferenza britannica:
« La Chiesa Metodista di Gran Bretagna, sicura e consapevo-le che la piena autonomia della Chiesa Metodista
d’Italia è il fine ultimo al quale tutta
la sua opera in Italia ha mirato e che
tale autonomia rappresenta U naturale sviluppo dell’attuale Chiesa italiana, ha volentieri accolto la richiesta
della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia ».
I rappresentanti delle chiese Metodiste di Gran Bretagna e d’Italia a
ciò delegati hanno quindi dichiarato ;
« La Chiesa Metodista d’Italia è una
chiesa pienamente autonoma in collaborazione ma separata dalla Chiesa
Metodista di Gran Bretagna. Il suo
organo fondamentale di governo sarà
una Conferenza annuale in nessun
modo soggetta alle giurisdizioni della
Chiesa Metodista di Gran Bretagna ».
Questi Atti ufficiali ci chiariscono la
situazione nuova in cui viene a tro
varsi ora la Chiesa Metodista (die è
al lavoro con noi in Italia e dei nuovi cximpiti che la aspettano. Ntan nuovi riguardo al lavoro ecclesiastico che
in q'iesto secolo si era già delineato e
aveva prese la sua l&rtlcolare strada,
ma nel senso di una responsabilità diversa. L’Italia — lo voglia o meno —
avrà da quest’anno una Chiesa Metodista e la Chiesa Metodista ha un’Italia. Il lavoro è lo stesso, ma è fatto
dal di dentro, l’impegno è più pres
sante. E’ in fondo, se vedo bene, la
stessa responsabilità che assumono le
Missioni quando diventano! giovani
Ohiese.
Il Presidente Sovraintendente Generale Pastore Mario Sbafa ha espresso
con molto calore la gratitudine conimossa del Distretto italiano al Coimtato Missionario di Londra che 100
anni fa ha fondato e poi ^mpre guidato e sostenuto questa chiesa per un
intero secjolo, e ha espresso l’imiwgno
della nuova Chiesa di mantenersi unita in quella famiglia che Giovanni
Wesley ha voluta. Questo impegno è
nella linea del Patto di collaborazii»
ne studiato insieme dai due Comitati.
Abbiamo apprezzato una volta di
più la maturità spirituale che è alla
case di quella maturità democratica
e civile che spesso abbiamo agio di
constatare in molte posizioni prese
dal popolo inglese.
Evangelizzazione
Il problema della evangelizzazione
è stato fortemente sentito e discusso
anche da questo Sinodo.
E’ stato notato però che discutere
questa questione al centro, in assemDiea sinodale oppure in commissioni
che studino al tavolino il problema e
stabiliscano da lontano txtme l’evangelizzazione deve essere fatta, può
creare un equivoco paternalismo e
spezzare la punta del problema.
Si è parlato di una necessaria nuova strategia nell’opera evangelistica.
Ma la strategia la si studia sul posto,
in questo caso nelle assemblee di Chiesa o riunioni dei circuiti (distretti).
Le Chiese oggi si trovano ad avere
impegnata l’opera loro maggiore nelle comunità cittadine e coltivano per
anni e anni gruppi di persone cne
canno sì bisogno di essere richiamate
dalla Parola di Dio, ma che dovrebbero a un certo punto essere consapevoli che quel messaggio deve anche
sfondare altri fronti. I membri iscritti per generazioni successive alle nostre comunità dovrebbero saper vivere più autonomamente la loro ftóe,
essere più generosi nel lasciare libero il Pastore di raggiimgere le zone di
frontiera del nostro paese, quelle zone della periferia/; della campagna,
dove la religione rasenta ima scristianizzazione, l’ignoranza lascia luogo alla superstizione, la miseria è un con
troluiie del miracolo italiano.
I Pastori più giovani soffrono sensibilmente di questa urgenza, alcuni di
loro hanno proposto di essere mandati — non fosse (5he per un ministero
temporaneo — a predicare l’Evange
lo, come può essere inteso oggi, in
quelle zone e in quelle situazioni.
G. E..M.
In una sua interessante relazione,
ii Segretario della GEM (Gioventù
Evangelica Metodista), il Pastore Sergio Aquilante, ha fatto un quadro della gioventù ;n questi anni, quadro che
è confermato dalla espierienza accad-emica del Prof. Giorgio Spini.
Il quadro prospettate dal Pastore
che è a contatto <x)i giovani membri
di chiesa e dal professore che è a contatto con i giovani studenti, è analo
go : i giovani oggi — essi ditxino e può
sembrarci assurdo — hanno voglia di
pensare, non hanno più voglia di divertirsi. Non si accontentano più di
starsene appartati, tra interessi sportivi e turistici, ma sono ormai impegnati nella vita sociale e politioa del
paese e a questa viti vogliono essere
presenti. Questi giovani sono anche
nelle nostre Chiese, essi sentono il bisogno di uscire dalla impostazione
parrocchiale attuale che crea un abito mentale staccato dalla realtà. Essi
sono alla ricerca di una forma di impegno anche nella vita della Chiesa,
dove cenano di capire, alla luce dell’Evangelo, quale sia la linea da seguire oggi nel mondo.
Un cambiamento di impostazione
rischia di portare a uno sfaldamento
dei quadri e(xilesiasti(ù, ma l’essenziale è trovare rorientamento intorno a
cui graviti l’impegno della gioventù.
Uno degli interessi più fortemente
sentiti è resigenza ecumenica. Come
notava il prof. Spini, sta crescendo
ora una gioventù <ffie ignora i confini
e le barriere (giovani cattoliià e giovani comunisti voglion parlare insieme
e non possono più capire perchè i loro
padri non si parlino); per questo i
giovani evangelici non concepiscono
più un’attività fuori da quella interdenominazionale e sentono il richiamo « a essere uno per servire il Signore della pace e della giustizia».
Roma 8-13 maggio 1962: ultimo Sinodo del Distretto italiano. E’ stato
un Sinodo raccolto e pensieroso chi;
ha lasciato spazia all’ascolto reciproco,
alla riflessione e ricerca. La delegazione valdese era composta cial Moderatore Rostan, dal Pastore Roberto Com
ba, dall’Ing. Giorgio Girardet e dalla
sottoscritta, i quali sono stati accolti
con Tusuale calda fraternità.
A queste poche notizie che, in mezzo ai molti altri importanti argcmientì e discussioni, ci sono sembrate le
più importanti per i lettori del nastro
giornale, aggiungiamo ancora il nostro vivo augurio perchè la Chiesa
Metodista d’Italia possa procedere nel
suo nuovo compito con una chiara
visione di quello che Dio le chiede e
di ciò in cui il nostro paese ha bisogno da lei. Insieme ad essa ci rallegriamo per i risultati delle votazioni;
Presidente Sovrintendente generale;
Past. Mario Sbaffi; Vice Presidente;
Prof. Giorgio Spini; Segretario: Past.
Angelo Incelli.
Berta SubiUa
re è proprio in quelle zone (he si manifesta più violenta l’agitazione. Sembra (piindi evidente che gli scioperi abbiano nn preciso carattere di protesta politica, cni la rivendicazione salariale ha dato la scintilla.
I maggiori sforzi di riforma dell’attuale
governo spagnolo sono stati infatti direUi
a favore dell’agricoltnra : proprio come
aveva fatto il fascismo italiano, la Falange
franchista si appoggia fortemente sulla classe contadina contro la (dasse operaia politicamente più evoluta (qualcosa di simile
si è verificato nel peronismo e nel regime
di Salazar), ed ha tentato una riforma di
tipo corporativistico, combattendo il latifondo, dividendo la terra, creando a villaggi di colonizzazione ». (Questo lato è tanto
più importante — ora che la Spagna ha
cliiesto di entrare nel Mercato Comune —■
in quanto la agricoltura, dati i bassissimi
salari e quindi i costi di produzione, è la
sola branca economica spagnola in cui il
governo di Madrid possa sperare di reggere
vantaggiosamente la concorrenza.
Protesta politica, dmique, accanto alla rivendicazione economica e sociale, lo sciopero in corso si pone nella stessa linea delle manifestazioni di universitari madrileni
contro 1’« Opus Dei », che — secondo il
Bonilas — «con la benedizione del Vaticano, è un’associazione laica gerarchizzata
e disciplinata, emanazione del cattolicesimo integrista » (un’Azione cattolica di ti
po geddiano, potenziata) : « essa ha creato
111 INavarra un’università che rilascia diplomi di Stato, con la sua sola autorità, e
cerca di fare la stessa cosa in tutte le grandi città universitarie di Spagna ». E’ cosa
(la non dimenticare, quando da noi molti
cattolici discorrono del « diritto » della libera scuola contessionale, naturalmente sovvenzionata dallo Stato...
Sono manifestazioni, quelle sopra accennate, di mi fermento che, mai totalmente
soffocato, si è fatto ultimamente sentire con
maggiore intensità e frequenza, specie da
un anno a questa parte. E’ in risposta a
questo che nello scorso aprile si è tenuto
a Roma e concluso a Genova inaluraimente osteggiato dalie violenze missine) un
(( incontro Intemazionale per la libertà del
popolo spagnolo », cui parteciparono rap presentanti di tutte le forze aniitasciste inlernazionai: e delia Resistenza spagnola in
esilio; un incontro che ha portato di fronte all'opinioue pubblica — almeno nella
misura in cui lo ha permesso la stampa
( ontormista — la sofferenza dei popolo spagnolo sotto la dittatura, di lutti gli esuli,
di tutti i detenuti politici che languiscono
nelle carceri franchiste.
Su Adesso (1 maggio), il battagliero quindicinale cattolico laico milanese, V . Ochet- ■
to, il cui sforzo sincero d’obiettività è do
cumentato dal latto die egli deplora l'assenza massiccia, da tale convegno, dei rappresentanti all’estero dei movimenti politici cattolici spagnoli e dei partiti cattolici
europei (DG compresa), lamenta che in
tal modo li convegno abbia assunto « una
netta impronta radical-marxista e ha potuto
tar sorgere l’errala impressione che la lotta contro la dittatura franchista sia opera
che esula dall’impegno dei cattolici politici ». Contestando soprattutto l’intervento di
Ernesto Rossi e il suo attacco alla Chiesa
romana, l’Ochetto sostiene che «sarebbe apparso più rigoroso considerare quale fu il
comportamento deBe organizzazioni politiche cattoliche (...) quello che è stato ed
è il progrzsso dei movimenti politici dei
cattolici, 1 Itinerario spesso tormentalo ed
aspro che il laicato cattolico impegnato politicamenle ha percorso, dagli inizi del
secolo ai nostri giorni, per superare le posizioni (derico-moderate e le posizioni teocratiche, s approdare ad una scliielta visione democratica aperta, nelle punte più
avanzate, al socialismo ».
C’è qualche esagerazione e generalizzazione, in questa « difesa », ma ci pare fondamentalmente giustificata. Non è storicamente corretto far fare blocco al cattolicesimo con la Falange, come non lo è, in
Italia, accusare la Chiesa romana in blocco
di collusione con il Fascio; ci furono e ci
sono indubbiamente larghe responsabilità
in tal senso, in particolare in una parte
dell’alta gerarchia e della diplomazia curiale vaticana ((d’uomo della Provvidenza»,
a cui del resto anche qualche Sinodo valdese Ila pagalo il suo piccolo tributo d’omaggio...), ma non si può certo contestare
il cattolicesimo convinto di molti antifascisti e antifalangistì. L’articolista di
Adesso ricorda Julio Ceron, Jorge Puyol,
Manuel Serra, caduti della Resistenza, torturati dalla Falange; e sia Adesso, sia II
Gallo, sia altri giornali cattolici laici (fra
quelli spagnoli ricordiamo El Ciervo) han(segue in 2« pagina)
2
p»f- *
N. 20 — 18 maggio 1961
Probl#;pttuaIì della Missione cristiana
Veterani e reclute riuniti al Centro Ecumenico di Bossey
D’ora in poi, il centro ecumenico di
Bossey, presso Ginevra, sarà il luogo
d’incontri periodici di missionari In
congedo e di candidati in procinto di
partire .Non vi si gode soltanto d’una
grande tranquillità, fra le « pelouses »
e i prati in mezzo a cui sorge il castella, ma dell’atmosfera ecumenica che
vi si respira, tesa alla ricerca di un
incontro fra uomini di razze, di colori diversi: ricerca di un incontro perfetto in Cristo.
Il quadro delle giornate è stato il
consueto, con i momenti di raccoglimento e di culto nella piccola cappella, o le ore di studio biblico, diretto
dal past. G. Stauffer, sul tema « Cristo risorto». Parecchi missionari hanno dato il loro contributo: la serie di
studi sul laicato (uno dei temi dell’incontro) fu introdotta dal sig. Pflüger. Questi, per otto anni colono del
Madagascar, si senti all’improvviso
posto di fronte al dilemma se attuare
— come glie ne era offerta la possibilità — l’impianto di una ricca concessione, o rispondere alPappello della
Missione; rispose a quest’appello e
mise al servizio della Chiesa le sue
doti di tecnico, di architetto, testimone di Cristo nei contatti con la vita
profana, con l’amministrazione, con
il mondo dei coloni, e alla scoperta di
uomini primitivi, accanitamente impegnati nel costruire una civiltà nuova, equilibrata; uomo in grado di dare una valutazione obiettiva dei lati
positivi l’età coloniale, ormai revoluiuta, anche se un certo ^dirigismo’
bianco si fa ancora sentire qua e là,
con i suoi aspetti positivi e negativi.
Esperienza vissuta, buona introdu
zione alla ricerca delle prime due
giornate, centrata sul compito del laicato — .sulla traccia delle discussioni
di Nuova Delhi (relatori Legier e
Reymond). Non possiamo conoscere
Dio ohe nel suo mondanizzarsi, nel
suo inserirsi in questo suo mondo, da
Lui creato; ed è in Cristo che questa « mondanizzazione » culmina : in
lui, Dio si manifesta come Dio ’per il
mondo’. Così anche la Chiesa — costituita da Dio non come un’associa
zione culturale, ma come una comunità missionaria — deve mondanizzarsi, farsi al mondo, rompere la propria corteccia; allora essa assume il
suo vero senso, ridiventa veramente
la chiesa: missionaria. In quest,i mis
Spigolature di attualità
Il ragno
nel soffitto
”A memoria d’uomo non si è mai avuto un inverno così crudo come quello testé finito”.
Ogni anno ci viene ripetuta la formolo
”a memoria d’uomo”; la rileggeremo alla
fine della prossima estate.
Di conseguenza, i casi sono due: o i
giornali ci riferiscono delle inesattezze,
o daiwero ogni anno l’inverno diventa più
glaciale e l’estate più torrida; le soluzioni sono lasciate a quanti si dilettano nei
pronostici ed in altrettali piacevolezze.
Comunque, .se le notizie sono vere, gli
esseri viventi dovrebbero concludere il
loro ciclo essiccati da un sole implacabile
o irrigiditi dal gelo. In ambedue i casi si
tratterebbe sempre di rimanere stecchiti
come baccalà.
Per ora, in attesa della prossima estate,
già si è messa in molo la macchina delle
vacanze.
Quest’anno, in virtù del ’’miracolo”
economico, fra gli abitanti della campagna che andranno al mare e quelli delle
regioni costiere che .si recheranno in cam¡lagna, avremo in movimento una massa
numerica da grande esodo, un avvenimento ’’mai visto a memoria d’uomo”.
Poiché l’assillo della ’’evasione” é fenomeno generale, saremo tutti itineranti:
milioni di italiani nomadi lungo la penisola ed oltre i suoi confini.
Non desiderio di ’’interminati spazi, sotrumani silenzi, profoiulissima quiete”,
come dice Leojtardi. ma viva speranza che
dal ruolo di comparsa, o nella migliore
delle ipotesi dal ruolo di comprimario, si
pa.ssi a quello di protagonisti di un’awentura che determini una svolta nella vita:
l’incontro della signorinella col regista, il
’’coup de foudre” della ricca ereditiera
umericami per lo .studente o per il maiuìvnle disoccui»ilo, e vùt dicendo.
Tutti liberi, finalmente, di quella libertà che .si può conquistare soltanto fuori
dalla cerchia delle proprie mura, dove é
lecito andare intorno sbracati e ciabattoni, con cappelloni di ¡Miglia che sembrano
¡Migode, a somiglianza di certi turisti che
vediamo circolare nel nostro ¡Miese, non
si sa se originali oppure un ¡¡o’ ’’tocchi”.
Desiderio di ’’evadere” : ossessione dei
nostri giorni, ragno che .si insedia nel cervello e tesse una tela d’impossibili sogni.
I francesi, molto caustici, chUmuino
’’soffitto” il cervello, che é la zona più
settentrionale del corpo umano, e di coloro che non sono in possesso di tutti i
venerdì dicono che hanno ’’urie araignée
dans le plafond”.
Proprio così: un ragno nel soffitto.
Ailberlo Giiadalaxara
sione di testimonianza, il laicato, il
laico, ogni laico ha il suo posto, in.sostituibile e indispensabile; affinché
snche il non-cristiano viva mediante
Cristo.
In una conferenza, il past. H. R.
Weber — direttore dell’Istituto ecumenico di Bossey — mostrò chiaramente la necessità che il movimento
ecumenico e il lavoro missionario diano, insieme, una risposta a questa ri
cerca del laicato; non si capisce che
cos’è, realmente, la Chiesa, se non la
si vede costantemente in relazione
con il mondo a cui è mandata.
Quando il missionario H. Kraemer
realizzò che la Chiesa d’Olanda dormiva, convocò 80 laici — fra cui v'erano dei politici, degli ingegneri e altri
— ricordò loro che appartenevano a
Cristo, totalmente; durante tre settimane si sottomisero ad uno studio e
ripensamento della realtà della Chiesa: poi, a due a due, se ne andarono
per le comxmità ripetendo lo stesso
studio. E’ cosi, nella presa di coscienza individuale, ohe la Chiesa diventa
viva; ed è così che i movimenti laici,
nella Chiesa, non sono dei movimenti anticlericali ma muovono da ima
riscofjerta di ohe cos’è la Chiesa.
Quando un popolo fa questa riscoperta, allora si ha la semina, la diaspora, ovunque è il credente.
Una visione simile ha naturalmente delle conseguenze nel modo di considerare l’opera missionaria, nel modo
di valutare i «doni» degli uomini e
delle donne che, in ogni luogo, giungono alla fede, nel modo di considerare il sorgere e l’autonòmia delle
« giovani chiese ». Naturalmente, mentre alcune — quelle asiatiche in particolare — si presentano già più mature, in altre (come diverse chiese
africane) si è ancora in una situazione di transizione: ma anche qui i
missionari, finora soli nella direzione
delle chiese, sempre più sono affiancati — e via via sostituiti — da credenti responsabili indigeni. Questo
cammino verso l’autonomia corre per
10 più parallelo al movimento ecumenico, e quasi ovunque sono sorti dei
« consigli cristiani » interdenominazionali, su chiare basi dottrinali, ohe
non di rado oltre alle chiese che si
riallacciano al Consiglio ecumenico
comprendono pure chiese fondamentaliste. Si è parlato in particolare delle situazioni nell’Indonesia, nella
Rhodesia, nel Kenya.
Tali «consigli cristiani» mantengono pure i contatti «ufficiali» con il
mondo: con i sindacati, con i coloni,
con gli uomini politici, e vegliano a
che la Chiesa sia un testimone fedele
nel mondo industriale che sorge anche là, a che vi si costituiscano viventi cellule cristiane. L’Africa infatti (e
l’Asia pure) marcia a grandi passi
verso una nuova civiltà, moderna, secolarizzata; una chiesa chiusa nella
sua vita parrocchiale perderebbe in
partenza.
Appassionante è stato lo studio presentato dalla sig.na M. L. Martin (docente alla Facoltà teologica di Mori j a, Lessuto) .su «La Chiesa di Cristo in Africa, di fronte a movimenti
messianici e profetici » : movimenti
considerevoli nel Congo e che si profilano pure nella Rhodesia. Non di rado, essi si formano per influenza cristiana; ma presto la figura di Cristo
è soverchiata dal Messia nero: Shembe per gli Zulu, Kantangu per milioni di Congolesi. Il Messia negro è alla
porta del cielo; l’apre e la chiude:
guai a chi batte alla porta dei bianchi. Ricalcando il Nuovo Testamento.
11 Messia negro può guarire; muore e
risorge, appare ai discepoli nei sogni.
Talvolta influenze ’bianche’ sono all’origine di questi movimenti, com’è
stato il caso per un gruppo di strani
missionari nordamericani, mentre nel
Congo uno di questi movimenti è stato scatenato dall’Esercito della Salvezza, con la sua musica!
Ma naturalmente, le ragioni politico-sociali sono prevalenti nel sorgere
di tali moti messianici: il Native land
Act, ad. es., (la legge segregazionista
sudafricana), fa riflettere gli africani,
che associano il cristiano a questa
legge discriminatoria. La .speranza di
sbloccare questa triste situazione non
può essere riposta nei missionari... irrimediabilmente bianchi, ma nei cristiani indigeni. Questi movimenti
mesianici sono in un certo senso postcristiani : sono in fondo una deformazione eretica dell’Evangelo, un tentativo di evitare la croce di Cristo; gli
adepti desiderano un Cristo meraviglioso, non quello di Isaia 53. Oggi come allora è vero quel che Paolo affermava: che la Croce è una pazzia
agli occhi del mondo. Accanto alla
Chiesa africana genuina, si sveglia
un’Africa pseudocristiana, che tende
la mano verso l’estasi e la bellezza
del Signore, ma senza la Croce. Resta
sempre, inqiuletante, il problema: i
cristiani sono stati fedeli nel presentare limpidamente, il Signore sofferente e risorto?
Altro tema avvincente : « Tolleranza e fede », presentato dal sig. Rossel,
ora direttore della Missione Morava,
e per molti anni missionario in India.
E’ stata poi la volta di Haiti, con il
suo Istituto secondario metodista, in
pieno sviluppo, i suoi problemi reli
giosi posti da un paganesimo assai
vivo (culto vudù), rinfluenza dinamica della Chiesa pentecostale. Sui 4
milioni d’abitanti della metà occiden
tale di questa perla dell Antille (tutti mulatti e negri), i protestanti sono
circa 1 milione; circa l.(X)0 all’anno
sono i convertiti: forse non c’è altro
paese in cui, in proporzione, si verifichino tante conversioni. Ma quali
problemi di formazione pone alla
Chiese, questo movimento grandioso!
Negli .stessi paesi europei — e nella
Svizzera in particolare — aumenta
continuamente il numero degli studenti africani e asiatici, e di conseguenza la responsabilità di accoglimento e di testimonianza nei loro
confronti; responsabilità che non di
rado la Chiesa ha mostrato di sentire profondamente.
Cosi, le quattro giornate di Bossey
hanno contribuito ad aprirci nuovi
orizzonti, ad approfondire i problemi
attuali; c’erano alcuni missionari coi
capelli grigi, ma molti giovani, di ritorno in Europa per un soggiorno, o
sul punto di partire, come un simpatico gruppo di portoghesi, in attesa
del visto governativo per partire per
il Mozambico, mentre un’altra giovane sta per spiccare il volo i>er la Nuova Caledonia...
In una serata P. Vittoz, l’autore di
« Un autre Himalaya », parlò in modo
assai vivo della revisione del Nuovo
Testamento in tibetano, di cui era
stato incaricato e per cui soggiornò
alcuni anni nel Tibet. Ascoltandolo,
pensavo al compito gigantesco di fronte a cui si sono trovati tanti missio
nari, impegnati a tradurre la Bibbia
in una lingua straniera, in un mondo
totalmente diverso; ripensavo a mio
padre, il missionario Adolfo Jalla, che
come testamento alla nazione Malozi
lasciò la Bibbia in lozi: pure sua preoccupazione fu quella non di tradurre letteralmente l’Antico ed il Nuovo
Testamento, ma di dare al popolo Lozi la Parola di Dio in una lingua che
realmente potesse toccarlo.
In Europa o in Africa, in Indonesia
o nelle lontane isole del Pacifico, ci
accordi il Signore di vivere come cristiani nel mondo, in modo da condurre le anime inquiete e perdute al Cristo, luce del mondo.
Graziella Jalla
Des sentiments modestes
Rom. 12:3
Quand l'apôtre conseille à ses frères de n'avoir pas d'eux-mêmes
une haute opinion et de rester modestes, il ajoute : « dans la mesure
de la foi que vous tenez chacun de Dieu ». On pourrait croire que la
modestie convient moins, d'après lui, à ceux qui ont le plus de foi, et
qu'un frère au contraire devra être plus humble s'il a moins de foi.
En réalité, c'est tout juste l'inverse qui arrive: plus un homme a
de foi, plus il se sent mauvais; les criminels sont rarement modestes,
et tous les saints se croient pécheurs; chaque grâce de Dieu s'accompagne pour eux d'une mesure plus complète d'humilité.
Les vrais savants sont — paraît-il — ainsi : plus ils apprennent et
plus clairement ils comprennent leur ignorance. Mais c'est beaucoup,
pour un savant, que de savoir qu'il n'est rien; ça lui permet de faire
des progrès; ça ouvre à l'esprit de recherche toute la place qu'occupait
l'état stérile de contentement.
Pour le chrétien aussi, c'est beaucoup de se savoir petit. Ça prouve que l'Esprit de Dieu l'éclaire. Car du meilleur au pire, aucun de nous
ne vaut bien cher, mais ceux-là seuls s'en aperçoivent en qui le Maître parle.
Si tu n'écoutes que toi-même, tu peux te croire bon; si tu as tous
les jours sous les yeux l'exemple de ton Maître, tu sauras combien tu
es détestable et tu appelleras l'esprit de Dieu dans tous tes recoins vides.
Seigneur, accorde-nous la foi qui rend humble, et l'humilité qui
nous rejette dans la foi I
Philippe Vernier.
Matura una nuova situazione
in Spagna?
{continua dalla l.a pag.)
tio spesso <locumentato la presenza di eattoiiei, accanlo ai « laici », nella lotta contro
1:1 diltatura; per non parlare del famoso
manifesto dei preti baschi (regione limitrofa delle Asturie!), ciie lo scorso anno
fece [-umore e destò viva commozione: ne
abbiamo ampiamente riferito a suo tempo.
Certo, si può dire che si è trattato in
larga misura di movimenti non-conformisti in seno al cattolicesimo, spesso guardali con sospetto o osteggiati dalla gerarchia:
si ricorderà la stroncatura episcopale del
sopracilalo « manifesto ». Tuttavia qualcosa
di nuovo appare anche nelle prese di posizione gerarohiche. (gualche tempo fa un
comunicato dell’ANSA segnalava una lettera pastorale di moms. Pahlo Gurpide, vescovo di Bilbao (uno dei critici del manifesto dei preti baschi!), in cui, fra l’altro.
L’annua festa delle corali
della Val Pellice
Doimeniea 6 maggio: festa di canlto delle
corali valdesi in Valpellice, nel tetopio di
Torre Pellice. Partecipano i cori di Auigrogna, Bobbio, S. Giovanni, Torino (ospite
gradito), Villar e Torre: un insieme di
oltre 200 coristi. 11 pubblico non è molto
numeroso, sebbene, in tribuna, la prima
fila sia fitta. Manoanza d’interesse per il
canto sacro, o eccessive possibilità di distrazioni domenicali? Cbiasà; tutto sommato, si ha l’impressione che per i nostri
membri di chiesa, una volta così attaccati alle loro corali, tutta la faccenda si limiti al desiderio che sia mantenuta una
tradizione, e ohe le funzioni sinora esercitate dalle corali siano da queste ancora
esplicate ed onorale « perchè è decoroso
e conveniente che sia cosi ». E basta. Chi
guarda ai nostri inni come a un « tesoro »,
all’Tnnario cme ad un vecchio amico, ai
cori parroochiali come ad un « servizio
fraterno » compiuto con gioia da fratelli?
Eppure sarebbe questa l’unica via per giustificare l’indispensabile senso di respon
Vi siete abbonati
a
Presenza
Evangelica ?
sabilità che spinge i coristi e i loro direttori a cercare risultati apprezzabili: in una
parola: non si canta solo per spirito esibizionistico; ma non si canta neppure soltanto perchè lo si è sempre fatto.
Le Corali hanno mostralo di aver raggiunto una maggiore maturità appunto in
questa cosciente ricerca di dare il meglio
possibile, anche quando le forze numeriche 0 le capacità tecniche sono scarse. E
.soprattutto hanno mostralo di aver capito
1-ome l’aspetto più importante del loro lavoro sia l’aspetto « sacro », liturgico, che
si esprime nei canti eollettivi. (Juesli (in
numero di 5) hanno dato un’ottima impressione, quasi esaltante, di potenza e di
unità : essi sono stati il momento in cui
veramente non si sente resibizione più o
meno accurata o ricercata della corale X
o Y, ma in cui si è udita la « voce della
chiesa », forte, armoniosa, dove i molli
aiutano i po-chi, e tutti mettono il loro impegno al servizio altrui. L’esecuzione fu
parliicolarmente fusa malgrado che il direttore avesse fatto raggruppare i cantori
per « corale» e non per «voci» (soprani,
bassi, ecr.). Particolarmente efficaci gli in
ni NUOVI « Io sento la tua voce » (344) e
« A Dio cantale un canto nuovo » (357) e
l’inno in francese 63 (Levons-nous, frères).
Converrebbe che molte persone fra il pub
blico seguissero sul loro Innario persona
le i canti eseguili dalle corali, specie quel
li collettivi, in modo da capirli e gustarli
meglio, ed anche per sentirsi più uniti
-.spiritualmenle ai cantori.
Torino esegui l’inno 2 (O Re dei re) e
opportunamente rispettò il « tempo » veloce richiesto dallo stile della melodia ; S.
Giovanni, inserendo una voce .solista nell’ino 276 (Poless’io dirli) ci ricordò l’origine appunto « solistica » di questo come
di molti altri inni del risveglio, non composti per il canto di assemblee ecclesiastiche; 'Torre Pellice proseguì nel suo intento divulgativo, presentando ancora un inno « nuovo », cioè preparalo per il nuovo
Innario, ma non ancora pubblicato (un
inno di Pasqua).
NelTintervallo, la Fanfara sacra di Villar Pellice eseguì un difficile brano classico; ai giovani trombettieri che ricalcano
con zelo le orme dei loro fratelli del Baden, rivolgiamo un saluto ed un incoraggiamento: sarà sufficiente unire una più
sicura preparazione tecnica all’entusiasmo
per ottenere buoni risultiati.
Nella seconda parte, si udirono cori ese.
guili nelle singole comunità per le varie
festività dell’anno liturgico: cori di Natale, in stile pastorale o alleluiatico, cori di
Pasqua, inni di lode. Qualche brano ci
jiarve troppo impegnativo per gruppi poco numerosi, qualche altro eccessivamente lungo e non curato in egual misura in
tutte le sue parti. Buono ad ogni modo
r impegno mostralo da tutti i gruppi e direttori.
Abbiamo udito due proposte: il Pastore
Aime nel corso della festa chiese al Coro
torinese di adoperarsi per recuperare e
aci-oigliere nel suo seno gli immigrali che
abbandonano le loro parrocchie e corali
di montagna per trovar lavoro in città.
Durante il rinfreseo successivo alla manifestazione (e per questa bella oapilalità il
Pastore Aime, a nome della Comm. Canto
Sacro, ringraziò il Concistoro di Torre Pellicel un amico mi proponeva: non potrebbe la festa di canto essere un po’ il riassunto musicale di tutto l’anno ecclesiaeli<o, da Natale a Pentecoste? Le corali si
succederebbero così alla tribuna non secondo la loro anzianità o valentìa o per
ordine alfabetico, ma a seconda del brano
eseguito. Giriamo la proposta agli amici
del Canto Sacro, con tanti auguri per un
lavoro utile e ricco di soddisfazioni.
Ireneo
Al numero prossimo la cronaca delle feste di canto delle Scuole Domenicali.
notando che « la Spegna è uno dei paesi
europei in cui il reddito annuo per abitante è fra i piìi bassi, mentre esso oceupa il
terzo posto fra le nazioni del inondo per
quel che riguarda le spese sunlnarie », al
fermava che « la distribuzione della ricchezza in Spagna fra i diversi gruppi so*
( iali dimostra ineguaglianze sconosciute in
quasi liuti gli altri paesi d’Europa »; « il
salario minimo dev’essere un punto di partenza e non uno s< opo finale)); «ratinosfera die regna nel nostro apparato industriale è un’atmosfera di tensione e di vera
opposizione fra cr.pitale e lavoro ». Nella
stes.sa linea si pone un articolo comparso
snll’ultimo numero di Ecclesias il seiiinia*
naie dell’Azione cattolica spagnola, in cui
viene apertamente difeso il diritto all’aiiuale sciopero e criticalo l’alleggiaincnlo
del governo dì Franco dei sindacati.
Che pensare? La « nrotesia » dei preti
baschi - allora cosi duramente respinta e
giudicata idaU’epTScopato ispagnolo — ha
forse cominciato a trovare un’eco ufficiale
nel cattolicesimo iberico? comincia esso ad
avvertire l’urgere di una situazione non più
a lungo sostenibile? qualcosa di nuovo matura nella cattolicissiinia Spagna? si tratta di
un moto essenzialmente spirituale, o di un
molo prodotto dalla pressione di situazioni politiche che ineluttabilmente maturano?
E’ difficile rispondere in modo univoco. E
lina volta ancora ci si presenta la realtà
a molte facce del cattolicesimo romano:
quel fenomeno della complexio oppositorum — cosi nettamente messo in luce dal
prof. V. Subilia nelle sue analisi del cattolicesimo: quella straordinaria capacità,
cioè, di inglobare nel proprio corpo le più
disparate e contrastanti posizioni, di assimilare e quasi rivendicare a sè una posizione nuova (nella dottrina e soprattutto
nella prasisi), prima combattuta, quando
essa si sia imposta e abbia mostrato la propria vit-alilà e validità.
Esattamente com’era successo con il fascismo, la gerarchia romana ba cominciato
a reagire alla Falange quando ha sentilo
che il suo totalitarismo cercava di legarla
troppo (contrasti sulla libertà dell’Azione
cattolica e dei sindacati e della stampa cattolici) e quando, con la sua sensibilità finissima, ha avvertito che qualcosa di nuovo e
dì profondo maturava, in Spagna e sul piano mondiale: è tempo di abbandonare la
barca franchista. E’ la stessa cosa — in
una situ.tzione (‘oinpletamenle diversa - avvenuta in Italia con il « permesso » dato
(non senza contrasti!) al «centro-sinistra»,
cui d’altra parte la battaglia e la nomina
presidenziale di Segni ha fatto da sapiente
c indicativo contrappeso.
Pensiamo con speranza alle forze vive
(he fermentano nella Ohiesa cattolica; ma
non possiamo che notare quanto sìa cristianamente grave il suddetto fenomeno della savia complexio oppositorum: Roma conosce delle riforme, non la Riforma, deilL
revisioni, non la conversione. Ma anche
nella Cliiesa di Roma Dio si serve delle
(ose pìccole, die sembrano senza peso, per
g. c.
Le famiglie Rivoira e Fraschia, commosse per la dimostrazione di cordoglio ricevuta per la dipartita della
cara
Paolina Marauda
nata Rivoira
nella impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano sentitamente quanti con fiori, scritti o di presenza hanno preso parte al loro dolore. Un ringraziamento particolare rivolgono alle famiglie Alilo e Bruno, al Dott. Pellizzaro, ai Pastori sigg. Toum e Jahier.
Lusema S. Giovanni, 9 maggio 1962
3
13 maggio 1962 — N. 20
PM- 3
Una lettera in portineria
La "supplica,, e l'offerta
L’onorevole Segni stava ritornando
netta propria ’abitazione dopo aver
ascrdtato ta messa in una chiesa vicina (ta sua prima messa di Presidente deila Repubblica) e una piccola folla di amici e ammiratori vecchi e nuovi stringeva da vicino la macchina
che procedeva a passo d’uomo. D’improvviso dalla folla plaudente si è
staccata una donna che è corsa verso
la vettura agitando nelle mani una
lettera con il gesto di volerla consegnare personalmente aH’ormai augusto personaggio. Si trattava di una
’’supplica”: la donna indubbiamente
la teneva pronta da giorni in attesa
che il neo Presidente fosse eletto. Forse in quella lettera non c’era il nome
del destinatario; la mittente l’aveva
scritta non sapendo, neppure lei, in
quali matti sarebbe andata a finire nè
quale personaggio, tra quelli in gara
nel frenetico giostrare delle schede di
Montecitorio, avrebbe letto le sue parole.
La donna aveva scelto bene il momento psicologico: subito dopo l’esito
delle elezioni, nel primo momento di
virtuale ’’presidenza”, nel primo inebbriante ’’assaggio” di un trionfo che
eleva l'individuo alla più alta carica
dello Stato. In un tale momento chi
rifiuta una ’’grazia”? E la donna aveva preparato la supplica tendendola
verso l’uomo che le appariva come
l’unico possibile strumento della Provvidenza destinato a risolvere quel suo
ango.scioso problema. Ma l’uomo della Provvidenza non ha avuto modo di
ricevere la lettera, il tentativo di gettarla attraverso il finestrino neliinterno della vettura è fallito, e la postulante ha dovuto accontentarsi di consegnarla p(KO dopo al portiere dello
stabile dove abita il professore Antonio Segni.
Non sappiamo se la lettera è giunta
all'e.dmio destinatario, se è stata letta
e, quel che più conta, se ha avuto successo. Ci soffermiamo soltanto sul
particolare così umano e patetico, e
triste, anche, della donna che si slancia sulla strada con quella supplica
nella quale ha riposto forse l’ultima
speranza, prima della disperazione.
Si usa ancora fare così; quando la fiducia nella giustizia e nella legalità,
nella comprensione e nella solidaìretà
è crollata, quando più forte è il convincimento che il diritto non serve a
niente se non c’è una buona raccomandazione, allora si compie il gesto
ultimo e audace. L’usanza è antica come il mondo; è un elemento delle relazioni umane così radicato nel costume, che è entrato a far parte, della
storia. La ’’supplicd della povera donna o del poveruomo al principe, al
potente, a Traiano stesso che .scese da
cavallo per rendere giustizia alla vedova. Ma resempìo del magnanimo
imperatore si è diluito nel tempo. ”La
.supplica” oggi è ancora di moda ma
è vincolata a particolari schemi organizzativi. E’ meno di effetto, insomma. di quanto non lo fu al tempo in
cui Traiano non chiese alla vedova
quale te.ssera di partito avesse in tasca, se il figlio fosse un sovversivo, se
il parroco poteva testimoniare della
buona condotta. Questa constatazione
ci rende alquanto tristi. Sono molti
quelli che, per urgente bisogno, come
ultima speranza, attendono al passaggio l’e.ssere mortale che un colpo di
fortuna ha innalzato tra le alte sfere,
il personaggio che ignoravano poco
prima che venisse eletto dalla .sorte
{anche .se la .sorte è rappresentata da
un’urna e da qualche centinaio di uomini che per ragioni tutte particolari
mettono un nome dentro quell’urna)
e che un’ora dopo riceve la ’’supplica”
e può esaudirla o trascurarla. Sappiamo che è così, pressappoco, in tutti i
governi, in tutti gli stati, ma è demo-^
ratizzante. Perchè l’esempio non si
ferma qui. Vi sono malati e poveri
che scrivono le lettere a sant’Antonio,
a .santa Rita ad altri personaggi più o
meno quotati alla Borsa Valori della
suggestione taumaturgica. Le lettere
hanno sempre avuto un grande ascendente sui bisognosi. Lettere ogni giorno: deposte sopra un altare, vicino ad
un tabernacolo, nelle mani di un prete, di un sacrista, di una beghina incaricata di adempiere al pio ufficio
di postino del cielo. Lettere di bimbi, di vecchi, di adulti, lettere scritte
dalla vicina compiacente che ha sco
perto un santo nuovo o conosce una
monaca che è in diretto contatto ”postcde” con santa Filomena. C’è un numero infinito di portinerie del cielo
dove le lettere sostano in attesa che
il santo di turno dedichi un’ora alla
corrispondenza terrena. Si è complicata di molto la manifestazione della
’’supplica”. Quasi duemila anni fa
una donna, al passaggio di un Uomo
pressato dalla folla pensò con Fede
profonda: ’’Solo che io tocchi la Sua
veste e sarò salva”. E l’Uomo sentì
quella Fede. Ma non era un polìtico,
non era nemmeno un potente, nè lo
avevano eletto ì suoi compatrioti.
Forse Dio ha deciso che ci siano i
potenti e i ricchi, i re e i presidenti,
perchè tra l’altro, governando con saggezza e onestà, tendano l’orecchio e
il cuore ai bisogni del popolo, non
con il largo gesto del magnanimo che
si commuove ma con il senso del dovere che è chiamato a compiere. L’Uomo che sentì la Fede della spettatrice
in attesa procedeva a piedi, non aveva l’aeroporto nè guardie d’onore. Lo
aveva mandato Dio e finché fu sulla
terra gli uomini non lo elessero. Sì
scelse un trono sul monte; da allora,
e sono passati duemila anni. Egli è
veramente il Re. Ma il rapporto con
i Suoi sudditi è capovolto: perchè essi siano confortati e sperino in qualcosa dì vero e di consolante perchè
trovino la soluzione a tutti i loro problemi la lettera, la grande lettera l’ha
mandata Lui. Non ci rimane che leggerla ogni volta che la speranza vacilla e la fiducia si spegne. Marco
agape, 26-27 MAGGIO
La famiglia
neiie strettoie
deiia vita moderna
Agape invila i eomugi a passare
un u fine settimana » in un'atmosfera serena e fraterna, eonsiderando
insieme in c-lie modo si possa vivere da cristiani la situazione spesso
cosi nuova in cui si trovano le nostre famiglie.
Relatori: doti. Daniele Rocliat,
pasl. Giorgio Girardet). Inizio: sabato 26 ore 16,30; chiusura: domenica 27 Ole 17,15.
Per gli orari dei trasporti, vedere
in questa pagina il programma delr«In<ontro per Menrftri di Chiesa».
Quota di parieiipazione: L. 1.200.
Iscriversi al più presto presso la Se.
greteria di Agape, FRALI (To).
doppio
taglio
L’O.AS sta intensificando la sua sanguinaria attività in Algeria. Sotto i snoi colpi
cadono sempre più numerose le vittime, e
sembra die bersaglio preferito siano adesso le donne. La situazione sa fa di giorno
in giorno più grave e non soltanto è difficile poter comprendere come possa risolversi. ma v’è principalmente da temere la
violenta reazione dei musulmani, reazione die, anche se deprecabile, si deve riconoscere provocata. E’ anzi chiaro che è
proprio ciò a cui vuol giungere l’O-AS, in
una incosciente e irresistibile azione, perseguita con tanto accanimento, e che dovrebbe essere universalmente condannata,
proprio in nome di quella civiltà che sta
tanto a cuore ai nazionalisti europei, nostrani compresi. Riprovevole quindi andie
certa nostra stampa di destra, che si proclama altresì tanto cattolica da accusare la
democrazia cristiana di non essere abbastanza cattolica, così impegnata a difendere l’DAS, a presentarla ai suoi lettori
come la parte migliore e più sana della
Francia, a volerla far passare per vittima
anziché rea. E sono per noi alitresì da biasimare tutti coloro che traggono dagli
odierni avvenimenti in Algeria motivo di
Tullio Vinay parla a Parigi
del "Servizio Cristiano, a Riesi
t'enerdì 11 maggio, nel grande anfiteatro
della Facoltà di Teologia protestante di
Parigi, il pastore Tullio iVinay ha tenuto
una conferenza sul lavoro avvitito a Riesi,
con una piccola équipe comunitaria.
Così presentava la cosa il B.I.P {agenziastampa protestante) : ’’Dopo aver fondato,
più di 15 anni fa, il Centro e la Comunità
ben noti di Agape, il pastore Tullio dnay
si è ora installato con una piccola équipe
comunitaria nel centro della Sicilia, a Rmsi. Nel quadro della Chiesa xValdese italiana. Vinay .vuole mostrare che uomini e
donne che vivano nel nome di Gesù Cristo possono lottare vittoriosameiue contro
la fame, l’ignoranza, la miseria e l’oppressione di un popolo. Installata 'in uno
dei luoghi più diseredati di una delle regioni più sottosviluppate d Europa, la co
munità sorta da Agape é al lavoro da quasi un anno, sotto la direzione di Tullio
I inay”.
Il /msl. T. Vinay ha pure già illustrato
in qualche comunità italiana il lavoro ovviato ; avremmo voluto più d’una volta farlo anche noi sulle nostre colonne, ano sobriamente Vinay ha invitato ad evitare
ogni propaganda, a lasciarlo prima radicarsi bene, con la sua équipe, nel suolo
riesino. Comunque, coloro che volessero più precise informazioni, possono richiederle direttamente; e quanti desiderassero sostenere con la loro offerta questo
nuovo servizio ■—■ che ha da essere diaconia” di tutta la nostra chiesa •— possono
farlo versando la loro offerta sul c.c.p.
7/4093, intestato a Tullio Vinay, Via Paraci 79, RIESI {Caltanissetta).
iiiimiiiiiiiiitimmiiinii
inuiiniiinmiHiiimiiMiiMiii
Corrispondenza dalla Chiesa di Agrigento
Honvegno interdenaminazìunale - Conferenze cattoliche sol Concilio faticano Il " Dalli ai protestanti! ~ Anche l’on. Lanza... ce I ha con i proleslanti.
Plel suggestivo quadro della valle dei
leinpli agrigentini, la mattina del lunedi
di Pasqua, Ita avuto luogo ila prima grande adunata interdenominazionale di Vaidesi, Pentecostali, Avventisti e Chiesa dei
Fratelli di Agrigento, Ribera, Grotte, onde testiimoniare deU’amor fraterno ohe
unisce gli Evangeliei delle dette denominazioni e festeggiare questo incontro di
fraterna solidarietà cristiana.
L’adunata ha risposto ad un desiderio
di unione che si è sentito da tempo nelle
comunità evangeliclie di Agrigento e provincia: amiclievoli relazioni infatti si erano avute negli anni passati tra d fedeli e
i conduttori delle stesse, tradottesi in comuni testimonianze e culti e oampaigne
evangelislielie, findhè il santo desiderio
ispirò il 14 aprile una riunione dei consigli delle chiese locali coi loro pastori, nei
locali della Chiesa Valdese in Via E.sseneto. Uno spirito di gioiosa fraternità ha
dominato la riunione: i presenti si sono
impegnati per una concordata azione di
testimonianza, nella città e provincia, pur
non venendo meno, ciascuna delle chiese
rosi fraternamente unite, alla lor 'particolare vocazione. L’adunata del lunedi di
Pasqua è stata la prima delle concordate
manifestazioni : nella verde campagna smallala di fiori le famiglie fraternizzarono in
una colazione al sacco conksumala insieme
e seguita da giochi e canti caratterizzali
della più serena e sana allegria cristiana.
Grande la curiosità delle numerose comitive convenute in occasione della tradizionale scampagnata di dopo Pasqua; così si
è potuto seminare largamente, lasciaindo
al Signore che Egli benedica c faccia fruttificare.
numero di . persolic. ’Putti gli evangelici
fedeli e condultori di tre Chiese, sono
stati completamente ignorati.
Un ciclo di conferenze, tenute dai cattolici di Agrigento nei mesi di marzo e di
aprile, non poteva non occuparsi dell’atteggiamento dei protestanti; eosì nella conferenza del 1® marzo, nel gran salone sottostante alla basilica deirimmacolala, il
Can. Prof. Don Giuseppe Di Marco, non
si seppe astenere dal riferire il pensiero
di Lutero « quanto mai irrispettoso e volgare » verso il pontefiee, e dopo un rapido accenno ail Concilio Vaticano I del
1869-70, verso il quale i ■protestanti mantennero le loro posizioini, aggiunse che
oggi non è il >0380 di pensare al passato,
oiggi che la figura paterna di Giovanni
XXIII campeggia sull’imminente Concilio,
e l’atmosfera è rischiarata dalle visite al
papa dei rappresentanti ufficiali della
Chiesa Angli-cana, di quella Episcopale di
America, e d’altre. L’oratore poi in una
sintesi storica « sull’origine dei Protestanti » astendosi sempre dal notare le condizioni della Chiesa Cattolica in quel seco'lo e la necessità sentita universalmente
di una Riforma, accennando all’opera di
Lutero, se pur non ripetè le solite banalità, relegò il grande Riformatore (o meglio, l’ex frate agostiniano) con benevola
indulgenza, tra gli psicopatici violenti.
Alle conferenze seguitesi tra la generate indifferenza del pubblico, fu solo,
una volta o due, un’unica evangelica, la
sorella Rosa Castiglione, maestra nelle
scuole della città, la quale si trovò tra una
folla di seminaristi ed uno sparutissimo
Non ha ta>oiuto il Rev. Can. Prof. Don
Francesco Messana (insegnante di filosofia nel liceo di Agrigento): chiedendo ai
suo! parrocchiani che lo aiutassero con
qualche sacriifizio « piccolo o grande, non
importa » ad arredare la Chiesa che egli
si era impegna.to a far costruire in un popoloso quartiere della città, infestato di
protestanti, nella sua lettera a stampa così
si esprimeva: « Un .grave pericolo minaccia rinlegrità della nostra fede: la propaganda protestante, che ha preso d’assalto, in maniera violenta, particolarmente
la nostra parrocchia. Nel nome di Gesù
Vi ; esorto ad essere saldi e decisi nel difendere il sacro patrimonio della nostra
fede, per 'la quale i nostri padri soffrirono
persecuzioni e diedero anche la vita. Verranno a voi lupi rapaci in veste d’agnelli,
che con modi gentili e persuasivi cercheranno di persuadervi ad accettare la stampa protestante o dì agganciarvi con conversazioni o d’invì'tarvi alle loro riunioni.
NON ACCETTATE NESSUNO SCRITTO,
NON ASCOLTATELI, NON LASCIATEVI
SEDURRE! Custodite i vostri figli, non
lasciateli atlrarre sotto il pretesto del divertimento lite i nemici della Chiesa poissono loro offrire. E’ l’ora della prova:
stringiamoci attorno alla Vergine santissima, Regina delle vittorie, e giuriamo
eterna fedeltà alla Chiesa di Gesù, Una,
Santa, Cattolica, Aipoetolica, Romana e
giuriamo che con Lei vogliamo vivere e
morire ».
11 Rev. Messana curò di far avere la
suoritala lettera non solo ai suoi fedeli,
ina anche a noi, ohe per il censimento
recentemente formulalo, per essere le nostre chiese Avvenlisla e Valdese site nelle
vie CalUcralìde ed Bssenelo, apparteniamo
di diritto alla sua parroccliia ! E quindi
ha tenuto che tutti la leggessimo!
Lo stato d’animo dei conduttori cattolici piccoli e grandi di tutta Italia è chiaro ed inequivocabile e noi non ci illudiamo : serenamente c fiduciosi in Dio conlinueretno con impegno a testimoniare la
nostra presenza cristiana nella città e ■provincia, contro ogni depressione.
giornale, non ci si aspellava una cosi aperta reminiscenza di discriminazione sul terreno religioso. Ed è -in effetti caso singolare che si protesti per un finanziamento
di selle milioni a favore di una chiesa —
il primo del genere nella storia dell’autonomia — non cattolica, dopo clic per le
oliiese cattoliche, e solo per esse, sono
siali ero.gati diecine e diecine di miliardi,
non sempre secondo O'culati ■criteri di necessità. L’on.le Lanza non se ne dà per
inteso e manifesta la sua intenzione di
eaprimere la sua protesta in forme clamorose. Per i nostri lettori diciamo, a chiarire di cosa isi ■imiti, che l’onorevole Lenlini, deputato socialista di Favara, pare
abbia chiesto ed ottenuto dall’Assemblea
Siciliana lo stanziamento di sette milioni
per una chiesa da erigersi a Milena per
degli evangelici, numerosi e poveri, ohe
erano sprovvisti d’un locale di culto. Contro rOn. Lenlini si minacciano severi
provvedimenti. L’On. Lanza Ita voluto alzare il suo grido di protesta e di allarme,
per interessi .suoi non precisali, ma forse,
da huoin cattolico, si è detto: se dovessimo aprire il portafogli della Regione a
tutti .gli Evangelici di cui letteralmente
pullula la provìncia di Agrigento, staremmo freschi.
Non vogliamo chiudere queste note di
cronaca senza accennare al compimento
dei nostri voli per una casa del Pastore,
che abbiamo aiquislalo con la benevola
cooperazione della Tavola Valdese, che
vogliamo ringraziare, ed il valido co.ncorso dì alcuni fratelli Svizzeri, ai quali
siamo molto riconoscenti. C.A.S.
intima soddisfazione, riconoacendoli come
conseguenza deU’aver tolto all’Italia le «e
colonie, avendo coà indebolito tutto il
sistema. E poiché anche la Francia de è
responsabile, è bene che anch’esea paghi
le conseguenze delle proprie colpe! Ma, se
la Francia ha avuto le sue colpe, anche noi
abbiamo avuto le nostre. Citi non ha colpa
a questo mondo? In ogni caso, però, dovrebbe sempre valere il precetto evangelico di guardare la trave nel proprio occhio
prima di guardare il fuscello nell’occhio
altrui. Il die non vuol dire che noi si abbia una trave e gli altri un fuscello, ma
che, per la nostra coscienza, le nostre colI>e, rispetto a quelle degli altri, debbono
essere considerale come una trave rispetto
a un fuscello.
Su un piano cristiano, anche i rei meritano pietà, ed è dei cristiani altresì non
giudicare. Puroliè, ben inteso, non ci si
faccia correi, correspoasabili. In questo
difficile equilibrio di umana comjM’ensione
verso tutti, dì remissione a Dio della suprema funzione di giudice, e di assunzione a un tempo, con chiarezza ed energia,
delle proprie reaponsabilità, sta la vera e
unica posizione del cristiano.
Ma, per ritornare all’Algeria, un fatto
è irH'onleslabile: che laggiù si sparge copioso sangue umano. E die sia cristiano o
musulmano, è una distinzione die non do.
irebbe avere alcuna importanza. Per conto nostro, una sola cosa vorremmo, per
l’Algeria come ovunque: che non si uccidesse più. Ma... andiamo cauti con certe
dicliiarazioni di «non uccidere», se non
vagliamo incorrere nelle conseguenze della censura!
Il Governo di centro-sinistra continua,
nonostante le più calaslrofidie previsioni.
Contrari e fautori di esso ve ne saranno
senz'altro anche tra noi, die cristiani evangelici ci pro-elainiamo. Del resto, il protestantesimo, in ogni paese e in ogni tempo, ha ed ha sempre avuto tra le sue fila
conservatori e progressisti. Più diflficile,
sul piano puramente cristiano, è poster stabilire un giudizio sulle nazionalizzazioni,
come quella dell’energia elettrica, che il
centro-sinistra avrebbe nel pro‘prio programma. Fautori o avversari dì questa nazionalizzazione, ritengo che siu un punto
si dovrebbe essere tutti pienamente d’accordo: che in Italia vi sono problemi che
debbono essere considerati urgenti e d’interesse primordiale. Di questi, ne cito due,
i più gravi, per i quali più urge far qualcosa : le condizioni dei nostri OiSpedali e
(|ueIlo delle aule scolastiche. Ministri die
l i governate, che siate o no del oenlro-isinislra, prima di redigere un programma vi
invdtiaiino a una visita accurata (e non
preannunciala) nei nostri ospedali e nelle
nostre scuole. A meno che una tale visita
non vi sia troppo scomoda, dati anche i
vostri molteplici impegni.
La SpSgna è in agitazione e, come il solito, si accusano la Russia e i comunisti
di favorire, di proimuovere o addirittura
di organizzare tali agitazioni. Anche senza
esdudere tutto ciò, resta il fatto die il
regime di Franco è un regime che ha oppresso ogni libertà. Ci sono ben note, tra
l’altro, le condizioni dei protestanti spagnoli. Per questo, un protestante che simpatizzi per Franco è un assurdo, anche se
molti di questi assurdi si verificano.
La guerra di Spagna è costata molto e
non ne vorremmo certo una seconda. Ma,
per amore della libertà, della pace, del
benessere per tutti i popoli, auspiddamo
■ •he, come la Francia possa ritrovare presto la pace, così la Spagna trovi ailfine la
libertà e che il suo libero popolo entri a
far parte di una nuova Europa senza frontiere.
Si è iniziato a Cannes quel Festival del
Cinema, che non costituisce soltanto una
manifestazione d’arte, ma (e forse principalmente) una manifestazione di vanità
umane, di esibizionismi più o meno decenti, e che in un mondo sconvolto da follie d’ognì genere rappresenta l’aspetto lus.
surioso della follia. E nessuna garanzia ci
dà, sul piano morale, la disposizione che
« se qualche fotografo sarà sorpreso in flagrante reato di incitazione al fine di scattare foto « spinte » sarà espulso dal festival ». Anche senza fo-to « spinte », l’atmosfera del Festival di Cannes resterà quella
che è sempre stala, quella che è Falmosfera dei Festivais del Cinema o della Canzone: una atmosfera, per lo meno, poco
seria, poco dignitosa, poco edificante.
E. V.
Leggo nel quo^tidiano L’Ora del 28 aprile, in prima pagina sotto il titolo: « Il comitato regionale della D.C. deciderà il 7
maggio sulla crisi di Governo ». L’onorevole Lanza tra le tante cose che rimprovera al governo D’Angelo interro^ga l’Assessore ai lavori pubblici se risponda al
vero (gli pare tal cosa da non credergli)
la notizia relativa ad un finanziamento di
7 (dico sette) milioni ^per una chiesa protestante, da costruirsi a Milena (Agrigento). L’On.le scandalizzato chiede che detto finanziamento venga immediatamente
annullato ; il provvedimento solleverebbe,
dice, fra i cattolici un sentimento di viva
critica, al quale non potranno restare insensibili i deputati d.c. dell’Assemblea. Il
tono minaccioso della conclusione e la
sostanza stessa dell’interrogazione ha suscitato una sfavorevole impressione negli
ambienti sociali'Sli, dove, commenta il
1 ministeri e la vita della Chiesa
Incontri per membri di Chiesa
Nei giorni 31 maggio (Ascensione) 1, 2 e 3 giugno avremo ad Agape un
incontro per lull'i coloro che sentono la necessità di un rinnovaimcnto della vita
delle nostre chiese. Ai dibalititi su « Diakonìa » e ai diversi corsi di preparaziouc
che hanno avuto luogo ad Aga'pe e in diverse cliiese segue ora lo studio comune
su un tema essenziale per. la vita delle nostre chiese.
Queste giornale si propongono di offrire alla nostra chiesa un luogo di
incontro e di consultazione per tulli coloro che si sentono responsabili per la
sua vita; la stia importanza può essere decisiva per il suo rinnovamento.
PROGRAMMA
31 MAGGIO - Ore 16,30 circa : Arrivo.
Ore 17,30: ■Presentaz'ione di un questionario sulla vita nelle nostre
comunità.
1® GIUGNO - Studio del pasl. Giorgio Toum su « Gli Anziani » • Discussione.
2 GIUGNO - Mattino: Discussione e sintesi sulle risposte al questionario.
Pomeriggio: Studio del past. Franco Giampiccoli su « Ministero
.pastorale e sacerdozio di tulli i credenti » - Discussione.
3 GIUGNO - Mattino: Culto con la comunità di Frali.
Pomeriggio: Conclusione deU’incontro e partenza.
La quota richiesta per la partecipazione è dì L. 900 al giorno + L. 300 d iscrizione.
COMUNICAZIONI
Per l’arrivo: servizio autobus Torino-Perosa; partenza da Torino, Piazza
Carlo Felice ore 14,30. Arrivo a Perosa, ore 15,45. A Perosa sarà predisposta in
coincidenza una corsa speciale di auto o dì pullman, soltanto per coloro che ci
avranno fatto sapere che intendono venire con tale corsa.
Per la partenza: servizio Prali-Perosa-Torino, in partenza da Prali alle 17,45,
arrivo a Torino ore 20.
4
p*f. 4
N. 20 — 18 mag^o 1961
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
VILLAR PELUCE
La cappella del Ciaríais
K* un monumento venerando che ita più
di 4 secoli! attualmente necessita di alcune riparazioni urgenti e gii unionisti del
quartiere, che sono animati dalla migliore
buona volontà, hanno avuto l’ottima idea
di organizzare un tè pomeridiano a beneficio delle suddette riparazioni.
Una settantina di persone hanno raccolto l’invito e nel pomeriggio' delle Palme,
sono state accolte gioiosamente dagli unionisti al suono della campana (che per la
occasione era stata ripristinata!).
Questa Unione è tipica come il suo quartiere che ha le case tutte raggruppate intorno alla cappeUa. Così gli unionisti. Abbandonati temporaneamente dal loro amato presidente, per motivi di salute, si sono
stretti fra loro come una famiglia, giovani, vecchi, adolescenti, hanno detto; «La
nostra Unione deve vivere ugualmente! »
e così hanno fatto, portando ognuno il contributo dei propri doni.
Questo pomeriggio, organizzato da loro
con tanto zelo per la <( loro » cappella, è
stato una rivelazione per la buona volontà che l’ha animato, per lo spirito di famiglia che l’ha distinto, e per i talenti
che abbiamo scoperto nei grandi e nei piccoli attori. 'Diciamo perciò un a bravo »
di cuore a tutti senza fare nomi per non
turbare la modestia di nessuno.
F elicitazioni alla nostra sorella Italia
Cairus che è stata promossa titolare del nostro Ufficio Postale finora gestito dal padre e congratulazioni al nostro Diacono
Stefano per la sua lunga carriera.
Nozze. 11 31 marzo la nostra sorella Elena Garnier si è sposata in Inghilterra col
sig. John Robinson. Abbiamo avuto il piacere di salutare gli sposi venuti al ViUar
in viaggio di nozze e abbiamo formulato
per loro i migliori auguri di benedizioni.
Dipartenze. — Giovanni Peyronel di
anni 73, della Comba il cui funerale venne -celebrato il 18 aprile con un concorso
molto numeroso di fratelli ed amici accorsi per simpatia verso la lamiglia e impressionati dalle lunghe sofferenze sopportate
con eroico coraggio, ma soprattutto per la
fede fervente sempre dimostrata dal caro
veterano. Egli ripeteva spesso e ad alla voce la preghiera del Signore: essa offrì largoniento della meditazione dei convenuti
e di un appello afiincbè le si restituisca il
suo giusto valore nella nostra vita.
Maria Cairus in Charbonnier di anni 56,
della Razana il cui accompagnamento funebre venne celebrato nel pomeriggio di
domenica 28 aprile, con la partecipazione
di un pubblico così numeroso ohe non pota essere tutto contenuto nel tempio. Su richiesta della famiglia venne cantato l’inno
prediletto della Defunta: « J’ai un bon Pere qui m’attend aux cienx » e il vero concetto dì Dio espresso da Gesù con la parola « Padre » offrì spunto alla meditazione.
Ai cari fratelli della Comba e della Razana esprimiamo ancora la cordiale simpatia della chiesa, come pure al nostro fratello Falco Ottavio per la subitanea dipartita della sua cara mamma.
Convegno Giovanile. - La nostra Comu
nità è stata lieta di ospitare il Convegno
Giovanile delle Valli diretto dal Pastore
Taccia che ha avuto luogo, con ottimo esito, il 30 aprile e il 1® maggio. Già se n’è
riferito sul nostro giornale. Ottimo conve
gno che lascia tutti conienti! A quando no
altro?
Gruppo ÌFaschter - Westfalia. - Per la
quinta volta abbiamo avuto il piacere di
avere fra noi a Pasqua la Pastoressa Waschter con un gruppo di allieve che hanno
soggiornato al Castagneto. Invece di go
derai le vacanze, esse hanno dato mano ai
pennelli e ci hanno vemicato l’aula del
nostro Asilo, i banchi, le porte ecc., dando a tutto l’insieme un aspetto festoso,
lindo e piacevole. Grazie, care SoreUe, per
la vostra nobile e gentile fatica!
Un simpatico incontro con i nostri veterani. - .Sono stati invitati il mercoledì santo
dall’Unione delle Giovani per un simpatico trattenimento. Peccato ohe alcuni non
lianno potuto intervenire a causa del cattivo tempo, ci siamo tuttavia rallegrati vivamente per il buon numero dei presenti.
Dopo aver preso posto intorno ai lavobiaino udito un breve messaggio in italiano della Pastoressa Waschter, seguito da
alcuni canti delle sue giovani. 11 sig. Lazier ci Ita pure dato un apprezzato messaggio e quindi, nel corso di una conversazione familiare sono stati applauditi Caterina
Gaydou del Sarei risultata decana delle
presenti e Paolo Rertin risultalo il decano.
Molto applaudita è pure stata la valorosa
coppia Michelin del Palavas per i suoi 50
anni di matrimonio!
Dopo aver proso posto intorno ai tavoli, le unioniste hanno servito un eccellente
tè die è terminato con una generosa distribuzione di agrumi da parte del gruppo
Waschter (pensiero molto gentile!) e da alcune caramelle offerte da una veterana.
E’ seguita ancora una gara gastronomica fra due giovani e poi il fratello Rertin
ha espresso la gratitudine dei presenti per
il lieto incontrò
— Vi raccomandiamo il nostro Bazar: Domenica 20 maggio dalle ore 15
alle 17; Lunedì 21 maggio (giorno della Aera) dalle ore 9 alle ore 13.
mmimi femmmi valdeüe
CONVEGNO
di Vallecrosia
31 maggio - 3 giugno
Tema: Le vie cristiane della pace.
Direttrici: Lucilla Santini e Huguette Bogo.
PROGRAMMA
Giovedì 31 maggio, pomeriggio:
arrivi; sera: culto d’apertura.
Venerdì® pugno, mattino: studio biblico (past. Bogo); pomeriggio: discussione a gruppi.
Sabato 2 giugno, mattino: studio « I movimentì per la pace
nel mondo»; pomeriggio: studio « L’azione dei movimenti
per la pace e le Chiese».
Domenica 3 giugno, mattino :
culto con la chiesa locale; pomeriggio: partenza.
Sono previste gite e serate in
comune.
Norme pratiche
Pensione L. 600 giornaliere,
iscriversi al più presto presso la
Signora Huguette Bogo - Casa
Valdese Vallecrosia (Imperia),
unendo L. 500 di quota d’iscrizione e specificando l’ora dell’arrivo e la durata del soggiorno.
Tutte le sorelle vi sono caldamente invitate.
Diaspora Torinese
ASTI
CHIVASSO
La preannuneiata conferenza del Pastore
Ayassot nel salone del Winter Garden di
Asti ha segnato un punto importante per
la nostra affermazione nella città.
La conferenza organizzata dal C.A.I.C.
(Circolo Aistigiano ludipendente Culturale), agile e giovanile associazione piena d'
iniziative, è stata accolta molto favorevolmente da un pubblico numero'So.
Il Pastore Ayassot ha espo-sto il punto di
vista dei protestanti di fronte al problema
dell'ecumenismo e in modo particolare i
« punti fermi » della fede evangelica dinnanzi al preannunclato Concilio Vaticano... Alcuni persone hanno preso la parola,
dopo l’esposizione del conferenziere, per
chiedere ulteriori informazioni e precisazioni dimostrando rinleresse del pubblico
(80% non evangelici) per il tema trattato.
Di particolare interesse l’intervento di un
noto Professore astigiano, il Prof. Fea, già
Preside di un Istituto Superiore cittadino,
il quale, pur essendo cattolico, ha voluto
rendere testimonianza del giovamento ohe
ha tratto negli ultimi anni dai contatti avuti con la Cliiesa Valdese di Asti, la cui funzione, anche se non si tratta die di un piccolo gruppo, è stala rivelala in modo assai interessante. Anche il Notiziario Piemontese della R.A.l. ha parlato di questa
conferenza.
La Corale di Torino ha nuovamente offerto la sua preziosa cooperazione per una
serata evangelistica a Chivasso.
In parte per il buon numero dei nostri
lantori e in parte per l’interesse che la serata destava anche in parecchi estranei,
abbiamo avuto la gioia di riempire il nostro bel tempietto... purtroppo sempre
troppo grande per la piccola comunità.
La corale ha cantato tutta una serie di
(ùntici, die il Pastore Ira commentato con
brevissime parole, e ci ha così offerto una
bella serata. ('Dobbiamo dire, senza svalutare altre esecuzioni, che la corale ha cantalo particolarmente bene!) A sentire la
impressione dei Chiavassesi ci vorrebbe una
riunione come questa ogni mese!
5i sta preparando in questi giorni una
nuova manifestazione evangelistica con una
conferenza del Pastore Ernesto Ayassot nel
Teatro Civico. Si attende solo dalle Autorità Comunali la comunicazione ufficiale
della serata nella quale il Teatro sarà mes-so a nostra disposizione.
Anche in. questa occasione offriremo alla
popolazione di Chivasso una possibiltà di
conoscerci su di un terreno meno compromettente che quello del Tempio nel quale
molli temono di entrare.
R0RÁ
CASALE
iniiiiimiiu iliimiiiii umilimi
NOVITÀ^
CLAUDIANA
ROLAND DE PURY
Giobbe, l’uomo in rivolta
Trad. Berta Snbilia
Piccola Collana Moderna. N. 3
Pp. 76. L. 500
Il Pastore Ayassot è stato nuovamente
invitato a dare una conferenza nel salone
della Biblioteca Municipale di Casale.
Anche questa manifestazione come le
precedenti, organizzata da un Ente Culturale del luogo, ha dato una chiara prova
dell’interesse che la presenza ed il messaggio della Chiesa Valdese suscitano ovunque, anche dove non esiste nemmeno il
nucleo di una nostra Comunità.
— ET convocala per domenica 20, alle
ore 10,30 l’Assemblea di Chiesa; all’o.d.g.;
relazione annua ed elezione dei delegati
alla Conferenza distrettuale e al Sinodo.
Con la stessa domenica si concluderà
l’anno della Scuola Domenicale.
— Ringraziamo l’Anziano della chiesa
di S. Secondo, il sig. Dino Gardiol, che
ha presieduto il culto del 29 aprile, e il
past. Gino Conte, che lia presieduto il
culto di domenica 13 maggio.
MASSEL
— Diamo il benvenuto alla piccola Lorella Amina die il 28 aprile è venula ad
allietare la casa di Luigi e Medina Tron
del Reynaud.
— Esprimiamo la nostra simpatia cristia
na alla famiglia di Tron Lidia che abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora
terrena il giorno 2 maggio. Voglia il Signore concedere alla famiglia provata dal
lutto la consolazione della certezza della
risurrezione in Cristo. Ringraziamo il pastore Rivoira di Perrero per aver presieduto il servizio funebre in assenza del pa
slore Tourn.
— Domenica scorsa 13 maggio il Culto
è stato presieduto dal missionario Rober
to Coisson, il quale ci ha pure intrattenuti
nel pomeriggio con una conversazione sul
suo lavoro missionario. Lo ringraziamo per
i suoi messaggi e lo assicuriamo che i nostri pensieri e le nostre preghiere lo seguono, anche se, per il cattivo tempo o altro,
l’affluenza di pubblico è stata molto scarsa.
— Ricordiamo per Domenica 27 maggio: 1) L’assemblea di chiesa dopo il Culto per la lettura della Relazione annua, la
elezione dei delegati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo e la discussione di
questioni interne della comunità; 2) L’esame dei catecumeni alla ore 14 al Reynaud;
3 La discussione del programma e la prima lezione di quello che abbiamo presentato come « catechismo per gli adulti » e
che consisterà nell’esame del problemi di
fede che non si possono sempre chiarire a
sufficienza nei corsi dei regolari di catechi.smo. Quest’ultinia attività avrà luogo al
Reynaud dopo l’esame, alle 16.
PRAROSTINO
— Diparlenzp. In questi ultimi tempi abbiamo dovuto prendere varie volte la via
del cimitero per accompagnarvi tre nostre
sorelle clic il Signore ha rii'liiamalo a sè:
martedì 1 maggio si sono svolti i funerali
della sorella Rostagno Marta ved. Avondet,
deceduta ai Fransoi, dopo breve malattia
alTetà di 82 anni; lunedì 7, i funerali delle
sorelle Simondet Leony ved. Codino, della Nida. deceduta, dopo lunghe sofferenze
per un male che non perdona, alla età di
5>) anni, e della sorella Paschetto Clelia,
del Pianot, deceduta, dopo breve malattia,
all’ospedale di Poniaretto, all’età di 83 anni. Rinnoviamo alle famiglie in lutto la
e.spressione della nostra simpatia cristiana.
— Bazar. Domenica 6 maggio, nel pomeriggio con un tempo discretamente favorevole, abbiamo avuto la annuale giornata
di beneficenza, dello qui alle Valli « bazar ». Il risultato della manifestazione è
stato Imono; desideriamo ringraziare tutti
coloro che vi hanno collaborato, specialmente l’Unione delle Madri e alcune ragazze e calecumene.
— Assemblea di Chiesa. Come era stalo
annunziato, abbiamo avuto domenica IS
maggio, nel corso di un culto liturgico, la
Assemblea di Chiesa primaverile 11 Pastore ha letto la « relazione annua » presentata dal Concistoro, nella quale sono state
passate in rassegna le varie attivil.à ecclesiastiche rilevando luci ed ombre del comune servizio dei membri della Comunità. In
particolare è stato rilevato che le mutate
strutture sociali si riflettono sempre più alleile nella vita della Chiesa, e non sempre
favorevolmente... 11 punto centrale della
situazione è però sempre costituito dal vigore più o meno forte della nostra fede!
Non dovrebbero essere le circostanze ehe
determinano la nostra vita, ma la nostra
fede in Gesù Cristo. Vari membri, presenti
in Assemblea, hanno preso la parola non
tanto sulla Relazione quanto su alcuni
aspetti della nostra vita ecclesiastica. La
Relazione è poi stata approvata all’unanimità.
Si è poi proceduto alla nomina dei delegati alla Conferenza Distrettuale nella per.Bona dei fratelli Gay Emidio (dei Gayot) e
Pons Enrico (di S. Bartolomeo), del deputato al Sinodo nella persona del fratello
Godino Ettore (della Giaculinera) e alla designazione del fratello Gay Virgilio quale
deputato da far eleggere dalla Con"ereiiza
Distrettuale per il Sinodo. Infine sono stati
nominati due revisori dei conti nella persona dei fratelli Robert Enrico (del Collaretto) e Gardiol Alessio (del Sarei).
- Festa di canto. La nostra scuola domenicale Ila partecipato, malgrado il tempo
avverso e con un numero non troppo grande, alla festa di canto avvenuta a S. Secondo domenica 13 maggio.
Lo stradone. Ci rallegriamo che lo stradone abbia ripreso, questa volta con decisione, a salire verso l’alto della nostra coi
lina. L’augurio che da parte di tutta la popolazione viene formulato è ohe i lavori
procedano bene e che il traffico, nei punti
di interferenza deUa vecchia strada con la
nuova, non abbia troppo a soffrire specialmente ora nella stagione estiva in cui per
i lavori agricoli e per il modesto turismo
di Prarostino, il traffico si farà più intenso
t inde.'ogabile !
BarfliÉ, gioire di 31 maggio
CONVEGNO DELL’ASCENSIONE
per le Chiese valdesi della Toscana
Ore 10.45 - Culto presieduto dai Pastori G. Bertin e S. Carco.
Ore 14R0 - Riunione pomeridiana presieduta dal Pastore L. Santini.
A Dio piacendo, ci incontreremo a Pian dell’Orta, m. 450 di altitudine, a 2 km. circa sopra Barga, in un sito attiguo alla strada, adatto
a un conveg;no numeroso, .su di un pianoro scoperto, circondato da castagni che offrono ombra e riposo, con vista incantevole su Barga e sulle
Apuane. Famiglie intere possono partecipare al convegno: nessuna fatica per le persone anziane, spazio per i giochi dei ragazzi e della gioventù.
Eventuale gita panoramica a Tiglio c a Castelveochio Pascoli.
Questo Convegno, forse il primo da molti anni, vuol essere : una manifestazione di solidarietà fra le varie chiese valdesi della Toscana, e
particolarmente con l’isolata comunità di Barga; un fraterno congioire;
una testimonianza per quelli che ci vedranno; e, più e prima di ogni
altra cosa, il tributo di lode di tanti credenti riuniti, al Cristo vittorioso,
nel giomti della sua Ascensione gloriosa nell’attesa vigilante del suo
ritorno, per stabilire il suo Regno.
Venite dunque .numerosi dalle città o dallo campagne, dalle chiese
affiatate e dalla diaspora isolata Dobbiamo rivederci, dobbiamo conoscerci 1
(Per ulteriori informazioni rivolgersi al Pastore G. Bertin, tei. 28.566
Via Derna 13, Pisa, o ai Pastori della Toscana).
!
LUSQUiA S. 6I0VANHI
Convitto Maschile Valdese
Torre Pellice
Dal 15 luglio al 20 settembre si
accettano ragazzi dagli 8 ai 15 anni
sia per le vacanze sia per le ripetizioni in vista degli esami di riparazione (durata minima del soggior
no; 20 giorni).
Sono aperte le iscrizioni anche per
il prossimo anno scolastico. Vi saranno subito inviati prospetti illustrati con ogni dettaglio, anche sugli impianti sportivi in fase di realizzazione, dietro semplice richiesta indirizzata a : Convitto Valdese - Torre
Pellice (Torino).
Direttore resp.: Gino Conte
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice . c.c.p. 2/17557
Reg.
al Tribunale di Pinerolo
n, 175, 8-7-1960
Tipografia Subalpina . s. p.
Torre Pellice (Torino)
a.
AVVISI ECONOMICI
CERCASI giovane donna o media età, referenziala, cenlro-aettent.le, disjiosta trasferirsi Firenze per aiuto lavori casalinghi. Preferiscesi sola al mondo desiderosa
di trovare affetto familiare. Miti pretese.
MEÌNAGE parisien, sans enfants, désire
bonne à tout faire Vaudoise, femme ou
jeune fille, eapable. Ecrire à Mjne Marcel Rey 42, Bld Inkermann, NEUILLY S/
SEIN'E (France).
CERCASI giovane evangelico per il periodo estivo (dal 15 loglio), o estivo e invernale per assistenza ai ragazzi presso il Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice.
Vitto alloggio in sistemazione molto con
fortevole più assegno mensile. E’ possibile
avere del tempo libero per lo studio. Scrivere dettagliando studi già fatti, alla Direzione del Convitto.
Le celebrazioni della Settimana Santa
con il Ricevimento di 11 catecumeni e 21
catecumene sono passati, lasciando— speriamo — più che il ricordo di assemblee
eccezionalmente numerose e vibranti, arricchite dai ben eseguiti canti d’occaBione
della Corale, e del Concerto vocale e strumentale offertoci il Martedì Santo dal
gruppo corale di Delmold e degli edificanti
I ulti del Giovedì Santo e della Passione.
Visite benefiche. — La comunità serba
un grato ricordo della visita dei Missionari
Roberto ed Elisa Coisson che ci hanno de.
dicalo luna la domenica 1® aprile, presiedendo fra noi 5 assemblee, e della visita
del pa'slore Seiffredo Colucci ohe ci ha dato, domenica scorsa 13 maggio una efficace
predicazione sul Salmo 116.
Liturgia della morte e della vita. — Alcuni membri della famiglia parrocchiale
sono ancora stati richiamati dal Signore
con la dipartenza del nostro fratello Giovanni Pietro Roman della Lunardera il 9
aprile, in età di .72 anni; Luigia Caterina
Giordan dei EeUonatti il 12 aiprile in età
di 89 anni; Maria Catalin originaria di
Bobbio Pellice il 24 aprile in età di 90 anni e Paolina Rivoira rutta Marauda dei
Nazzarotiti, T8 maggio, in età di 75 anni.
Ridiciamo alle famiglie nel duolo la nostra viva simpatia nel dolore della leiuporanea separazione e nella speranza gloriosa.
Nuovi focolari. — Abbiamo avuto la
gioia in queste ultime settimane di unire
nel sacro vincolo del matrimonio due simpalielle omoniirae coppie di sposi: Aldo
Alfredo Benech e Mirella Gogna il 23 aprile nel tempio dei Bellonatti e Valdo Benech e Maria Luisa Maddalena Malan, il
5 maggio nello storico tempio del Ciabas.
Ai cari sposi e alle loro famiglie rinnoviamo Taugurio di una vita lunga e felice.
Annunzi. — Il Concistoro è convocato in
seduta la sera di venerdì 18 corrente. L’As.
semblea di Chiesa è convocata in seduta
domenica ifiallìna 20 corr. al termine del
mito delle ore 10,30. j.
«Poiché l’Agnello che sta di
fronte al trono sarà il loro pastore, e li condurrà alle sorgenti delle acque della vita »
(Apocal. 7: 17)
E' mancata all’affetto dei suoi cari,
chiudendo serenamente una lunga
carriera terrena sovente visitata dal
dolore
Matilde Luzzani
ved. Balmas
Profondamente addolorati, e pur
sorretti dal conforto della cristiana
speranza, ne danno Tannuncio: i tìgli Silvia e Enea, le sorelle Rosa e
Adele, i cognati, le nipoti Adriana e
Aurelia, i cugini e i parenti tutti.
L’estremo saluto è stato impartito
alla cara scomparsa presso la Chiesa
di S. Giovanni in Conca, in Milano,
il giorno 20 aprile.
Milano, 29 aprile 1962.
Il 2 maggio, dopo penosa malattia,
nel suo 93® anno di vita attiva e laboriosa, si è addormentato nel Signore
Luisa Socci
Addolorati, ma fiduciosi nelle promesse Divine ne danno Tannunzio la
sorella Eugenia, i nipoti Girardet Alberto, Elena, (Giorgio con la moglie
Letizia Rostagno; che le sono stati
sempre vicini.
«Il Maestro è qui e ti chiama »
(Giov. 11: 28)
Le famiglie Meynier e Paschetto,
l'rofondamente commosse per le attestazioni di simpatia ricevute in occasione della dipartenza della loro Cara
Clelia Paschetto
di anni 83
ringraziano in modo particolare la Direzione e il personale dell’Ospedale
Valdese di Pomaretto, il Medico curante, Il Pastore sig. Peyrot e l’Anziano sig. Pugese Piercarlo, e tutti coloro che in varie modo sono .stati loro
vicini nella dolorosa circostanza.
Pianot (Prarostino), il 9 maggio 1962
I familiari della compianta
Lidia Bounous
ved. Cullino
ringraziano vivamente tutte le gentili
persone che hanno preso parte al loro dolore, in particolare i sigg. pastori
Mathieu di Roana, Bert di S. Germano e tutti coloro che l’hanno accompagnata alTultima dimora terrena.
«Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati ed Io
vi darò riposo »
(Matteo 11: 28)
S. Germano Ohisone, 9 maggio 1962
La famiglia del compianto
Oscar Bert
vivamente commossa per le numerose
dirruostrazioni di affetto ricevute in occasione della dipartita del suo caro
ringrazia quanti presero parte al suo
dolore.
San Germano, 10-5-1962
Le famiglie Pons e Pascal ed i parenti tutti profondamente commossi
per la testimonianza d’affetto ricevuta in occasione della dipartita della
loro cara
Adele Micol
ved. Pons
richiamata improvvisamente dal Signore all’età di anni 80, ringraziano
sentitamente quanti in qualsiasi modo hanno voluto dar loro prova di
simpatia nel loro grande dolore.
Saretti e Ribetti di Chiabrano
13 maggio 1962