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DELIE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno i ' T) 8 XCI — Num. "opia lira 30 1 ABBONAMENTI I Ero: L. 1.300 per Tlmemo [ L. 1.800 per l’eatero Eco e La Luce; L- 2.00Ú per l’intemo L. 2.800 per l’estero Spedi*, «bb. postale - 1 Groppo Cambio d’indirizsu lira 50 1 TORRE PELLICE — 2 Giugno 1961 1 Ammin. Claudiana Torre Pellice • C.CaP. 2-17557
______LA OHmSA
CHE vìve kA PENTECOSTE
Perseveranti
nella comunione fraterna
E' probabile che, alla prima Pentecoste. non si parlasse del problema dell'« incontro »; ma qnest’incontro lo vivevano! Erano perseveranti nella comunkme fraterna.
Quando si riunivano — ed avveniva, ogni giorno, ogni sera — per ascoltare insieme l’insegnamento degli apostoli, non costituivano un « uditorio »
ma realizzavano visibilmente la loro
comunione fraterna. Non riusciamo ad
immaginarci, dopo quelle riunioni,
due partecipanti congratularsi quasi a
vicenda, come talvolta facciamo:
« Oggi c'era proprio una bella assemblea, in chiesa »... Riunirsi era per
loro naturale e spontaneo come per
una famiglia sedersi insieme a tavola,
all’ora del pasto, tornando dal lavoro.
Certo, venivano per ascoltare, per
udirsi 'rivolgere la Parola di Dio, ma
questo li saldava l’uno aH’aUro, nella
comunione che fonde uomini che credono nella stessa salvezza, che sentono umilmente la stessa fame e sete di
giu.siizia, che hanno nelle difficoltà
delia vita quotidiana la stessa speranza. E insieme si univano all’Israele
che ancora non aveva conosciuto il
Crisio. nell’adorazione deH’Iddio dei
padi'i.
Questa comunione era così forte,
cosi poco « ecclesiastica » e così profondamente radicata, che non la smettevano, come si posa l’abito della dornenica, usciti dal luogo di culto, Qpel-.^.
la era la prova che la loro comunione
era vera, costantemente vera, che la
parola di Cristo dimorava in loro, che
lo Spirito Santo pervadeva, nelle molte membra, quelli che erano diventati
un unico corpo in Cristo.
Così poteva succedere che i vincoli
familiari, i vincoli del sangue — non
rinnegati, certo — non fossero più il
valore assoluto, capace di drizzare
una comunità familiare contro l’altra,
nelle grandi lotte e nelle piccole beghe: la famiglia era il nucleo naturale fondamentale in cui TEvangelo.
giungendo. Suscitava la fede di essere
salvati con tutta la propria casa e
■ l’impegno di una testimonianza particolarmente diretta e costante; ma
non aveva diritto di cittadinanza quell’esclusivismo per « i nostri » che invece noi ben conosciamo.
Così poteva succedere che non disprezzassero nè abbandonassero a sè
stesso il loro popolo-chiesa duro di
cuore, ma sentissero ardente la propria missione di testimoni in mezzo
ad esso; e la dolorosa scissione, poi
avvenuta, non sarà loro iniziativa
Così poteva succedere che chi più
talenti aveva ricevuto dal) Signore, anche nel senso più preciso, non sentisse più la « proprietà » come un tabù
^indiscutibile. La loro comunione faceva sì che avessero ogni cosa in comune. non solo pensieri e sentimenti,
programmi e lotte e speranze, dolori
e gioie, ma il pane e la minestra, il
portafoglio e i titoli, le case e i campi.
Coloro che avevano imparato dal Signor Gesù a pregare insieme: « Pa
dre nostro..., dace/ oggi il nostro pane
quotidiano, rimettici i nostri debiti...,
non esporci alla tentazione... », non
sapevano più dire « mio » e « tuo »,
ma solo « nostro ». Il modo con cui
attuarono questa comunità di vita resta evidentemente legato ai limiti e
agli errori di ogni attuazione umana;
non è questo modo che rimane come
LE CONFERENZE
DISTRETTUALI
Le Conferenze distrettuali avranno tutte luogo nei giorni 1 e 2 giugno :
per il I" Distretto a Villar Pellice; per
il li» a Torino ; per il III» a Livorno ;
per il IV» a Campobasso e per il V «a
Palermo.
Fra l’altro le Conferenze nomineranno le loro deputazioni al Sinodo,
in questa misura: I» Distretto, delegati 15; II“ Distretto, delegati 7; III"
Distretto, delegati 4; V" Distretto, delegati 2 ; VI" Distretto, delegati 2.
Ricordiamo che a Villar Pellice la
conferenza del I» distretto è convocata per le ore 9 del 1" giugno.
esempio-tipo dell’unico atteggiamento
cristianamente possibile. Ma bisogna
essere gravemente ottusi nella propria
sensibilità umana per non restare profondamente sconvolti ogni volta che
si torna a quelle sobrie pagine del libro degli Atti : « Il vento soffia dove
^ vuole,,e tu ne odi, il rumore, ma non
sai nè donde viene nè dove va; così
è di chiunque è nato dallo Spirito ».
L’altro giorno, in una delle assemblee di chiesa che. nelle varie
comunità, chiudono l’anno ecclesiastico e ne tentano un giudizio, un
fratello si è alzato, affermando che il
problema più urgente, oggi, nelle nostre chiese è quello della comunione
fraterna, dell’incontro, anzi già della
conoscenza e comprensione reciproca.
Già. lutto questo è. fra noi, diventato
un problema!
Fra noi... si giunge talvolta a dire
che « ci si conosce troppo »1 e che
proprio questo rende talvolta difficile
la comunione e la fraternità. Può essere umanamente vero, ed è un grave
richiamo a tutti il fatto che nelle nostre chiese questo possa essere detto e
pensato. Ma forse allora i membri del
corpo di Cristo non erano uomini tanto migliori di noi; avevano però un’altra fiamma, in cuore, e si gnarciaràno
a vicenda con occhi diversi : come dei
redenti dall’amore di Cristo.
Ovvero, specie nelle comunità più
grandi e più disperse, non ci si conosce neppure. Si può durante mesi, anni talvolta, conoscere « di vista » un
fratello o una sorella, incontrarsi sul
sagrato o sedersi nello stesso banco,
salutandosi con un cortese cenno del
capo, e non sempre, e non sapere nulla lino dell’altro... Ci sono comunità
in cui le classi sociali rappresentano
in misura abbastanza considerevole
dei veri e propri compartimenti-stagno,
o in cui r« immigrato » non riesce a
sentirsi a casa, o in,cui, ancora, la diversità di atteggiamenti politici scava
fossati profondi di sospetto se non di
disprezzo. In queste condizioni, anche
quello che si può « sapere » uno dell’altro sono tutt’al più chiacchiere, pura esteriorità.
Realmente, è difficile oggi incontrarsi. anche se mai tome oggi si è
parlato tanto di « incontro », e nella
chiesa in modo particolare. E’, spesso, oggettivamente difficile, perchè si
vive in ambienti diversi quasi tutta la
settimana, perchè si è topograficamente lontani. Pure, se abbiamo il nostro
« ambiente » fuori della comunità dei
credenti, vuol dire evidentemente che
la nostra fede non è il centro e il supremo interes.se della nostra vita. E
d’altra parte se. conoscendoci, non abbiamo comunione gli uni con gli altri,
vuol dire che ci conosciamo - per
dirla con Paolo «secondo la carne » e non « secondo lo Spirito », che
ci consideriamo a vicenda lasciandoci
dominare dalle nostre naturali simpatie e antipatie, anziché dalla lieta e riconoscente certezza della vocazione
comune. Per non parlare della scarsa
considerazione in l Ui tanti e tanti tengono queU’elemento pur essenziale
della comunione fratèrna che è la diaconia. sia diretta —, e la più «umana » — sia indirciia tramite i consigli
di chiesa, ecc. ^
Eppure, non ci può essere potenza
missionaria, forza d'attrazione
che là dove si pos.sa dire: «’Vedete
come si amano!*». La Chiesa vive dove prende sul serio, lietamente, questo buon annuncio che le è rivolto,
anche oggi : « Noi tutti abbiamo ricevuto il battesimo di un unico Spirito,
per formare un unico corpo ». Così è:
così sia. Gino Conte.
Un incontro di studio ad Agape...
SPIGOLRTURe ITflLIflne
A KlaseiifurI iCarinzia) si è avuto un
tnconlro ilafo-austriaro sul problema alIoalesino. L’imonlro è stato correlto ma
non pare aver fatto procedere molto verso la soluzione; Kreitsky Ila cliiesto un
plebiscito e Segni lia rifiutato. Ci si riunirà ancora a Zurigo. Intanto è stalo distrutto da nazionalisti fanatici il monumento ad \ndrea Hofer - l’eroe tirolese
__a Mantova: il sindaco lui espresso la
sua severa deplorazione e a.ssicuralo che
il monumento sarà ricoistruilo : e si è avuto
un attentalo iSudliroJer Volkspartei? I sulla linea ferroviaria llalia-Carinzia, fra
Udine e Villaeb.
—L'On. Mtlrtzzo hn dfìtn le sue dimissioni. "ferme mn non ireevocabili". e l .ds-“
semblen siciliana le ha accettale. Quali
sorprese ci riserverà ancora il trasforniismo
di Palazzo dei Normanni? La crisi Sicilian-i si trascina da quasi tre mesi, e il rinnovarsi dell’equivoco connubio tentato fra
destre e sinistre è indice di una confusione mtalornale.
Al Parlamento — a parte un dibattilo
ricco di spunti comico-tragici (le ’’mucche
vaganti”, éec.l sugli stanziamenti per la
Calabria, votati dopo iU viaggio di Fanfa
ni __ si sono avute alcune importanti deci
sioni: è stato approvato, con l’opposizione delle sinistre (PSl e PCli ¡1 « P>am> verde 11, del cui carattere parziale e angusto
abbiamo pubblicalo un autorevole giudizio, economic-j-agrario e non « politico ».
E’ stalo poi decisa l’unificazione delle tai-ilfe elettriche in tutta Italia, con canoni
un po’ superiori nelle metropoli iTorino,
Milano, Genova. Roma, .Napolii; ci riserviamo però di dare un giudizio sulla bontà
di tale decisione, dopo aver capilo se della
unificazione beneficeranno gli utenti o gli
industriali ; positiva coiìiunque la norma
dell’obbligatorietà deU’allacciamento, quan,do richieglo. Infine, silenziosamente, è sta' t.T approvala a maggiora’^a (a scrutinio segreto) la previdenza invalidità e vecchiaia
al clero cattolico e acattolico: dobbiamo
pensare che le intese del ministro Sceiba
con il Consiglio Federale siano state ullranipide? E, in tal caso, i Sinodi non avrebberd dovuto essere consultali? 11 problema
investe questioni di fondo su cui le vedute
possono divergere assai.
Si è riunito a Roma il congre.s.so del Partito radicale, che malgrado la sua esiguità
(segue a pag. 2)
...un pranzo del 17 Febbraio: e poi
Per Castro un prete (e
vale meno d
L'infeUte tentativo di controrivoluzione
cuhana ha cosliUiilo un grave colpo per il
prestigio degli S. U. e per ramministrazione Kennedy, che aveva iniziato il suo
mandalo circondata da tante speranze. La
deplorazione per Tappoggio americano ai ^
ribelli aniicaslristì era stala generale, e
non solo da parte « avversa »: parecchi occidentali avevano criticato la mancanza di
reali>smo nel considerare il favore popolare
da cui Fidel Castro è circondato. Evidenieirenle, ramiiiinislrazione attuale eredita le
conseguenze di gravi errori passati, ma in
questo caso si è lasciala pericolosamente
prendere la mano dg interessi parlieolari.
Che anche una parte delLopinione pubblici americana sia di questo avviso, lo dimostra questa lettera aperta ohe 108 professori di 41 università e colleges americani
lianno indirizzato al presidente Kennedv
(la riportiamo dall’ultimo numero de //£
sffre.sso] :
"Caro .signor presidente.
noi firmatari, storici appartenenti a -fi
università e facoltà di collegi, desideriamo
manifestare la nostra seria preoccupazione
di fronte all'aperto tentativo mes.so in atto
dal suo governo di creare artificiosamente
l'unanimità nazionale per sostenere una politica verso Cuba di cui rimangono oscure
future prospettive.
I/infelice intervento a Cuba è terminato.
iSon dovrebbe essere ritentalo nè operitimente, nè con accorgimenti più o meno
camuffati. Mei peggiore dei casi un simile
intervento porterebbe il mondo un po’ più
vicino ad una guerra generale ed in ogni
modo ne uscirebbe indebolita la posizione
degli Stati Uniti in quei paesi che si sono
avviati rerso il proprio libero sviluppo,
soliraendo.si al controllo delle grandi potenze.
Lei luf iniziato la sua pre.ddenza su di
wt tono di promesse. Gli Stati Uniti avrebbero promosso un incontro di menti per
evitare un urto armato. In meno di cento
giorni però. nelVàffare cubano, il no.stro
governo è ritornato al vecchio cliché ”Tunico linguaggio che comprendono è q'uello
della forza". Ricorrere alla forzo vuol dire
chiiulere le porte alla comprensione, vuoi
dire minorala fiducia nella buona fede del
nostro paese.
Subito dopo aver, usato la forza a Cuba,
lei ha invitato la .stampa ad esercitare un
autocontrollo nell'interesse nazionale. Eppure, se non fosse stato per Vobiettiva esposizione dei fatti nella .stampa, il popolo
americano ignorerebbe ancora oggi le dimensioni del nostro fallimento a Cuba.
Non è il modo veritiero di riportare i fatti
(he ha causato il disastro cubano, nè sarà
l'appello (dVunanimità politico a riscattarci. Ij^interesse naziomde. specie in questa
critica congiuntura, può essere servito solo
da una franca discussione. Il concetto delViìitcre>-s*' nazionale non doirebbe essere
irr*piegato come uno slogan per soffocare il
pubblico dibattito.
Ulteriori interventi a Cuba sono pericolo.si come è pericoUfso il lentatit'o d erigere una facciata dVunanimità nazionale sul
fronte interno. Facciamo appello a lei affinchè conduca VAmerica su di un sentiero
di pace ottraversi negoziati e una costruttiva politica d'azione socude ".
Comunque, il fallito tentativo di rovesciare Castro ne ba, se mai, rafforzati la
posizione e 11 prestigio, e accresciuta la
baldanza. Ha fallo chiasso, nei giorni scorsi. la sua ricbiesla agli Stati Uniti di
{.< scambiare » 1,200 prigionieri, presi durame gli scontri, contro 500 trattori: in caso di rifiuto essi sarebbero stali rostretti
ai lavori forzati. Si può discutere, indubbiamente, la liceità giuridica di una simile ricbiCvSta: è un fallo però <die. non essendo stala dichiarala la guerra fra l’Avana e Washington, gli uomini catliir. t’ non
possono a rigore esigere di essere trattali
come prigionieri di guerra. Gli S. U. hanno comuiTque deciso di accondiscendere al
(« cinico ricatto » castrista, e Cuba avrà i
suoi trattori: meglio che dei carri armali!
Alla sua offerta dì scambio Castro aveva
|»erò aggiunto con ironico disprezzo: « I
preti ve li manderemo gratis! w, non valgono un trattore. Com’è noto, è cominciato da Cuba l’esodo di sacerdoti e monache
cattolici di origine straniera e in parlìcolure spagnola, accusali di essere stati sostenitori del passato regime e dichiarati indesiderabili; sarà concesso ringreetìo nelTisola solo a preti favorevoli alla rivoluzione;. numerose scflole cattoliche sono pu
pastore?)
’un trattore
re stale confiscate dallo Stalo. La situazione per il Cattolicesimo cubano sì fa grave,
perchè Cuba è la terra cattolica dove le
\(>cazioni religiose sono più esigue, e il
cifro indigeno è assai poco numeroso, al
lavoro in un popolo che, nella sua niasisa,
di cristianesimo cattolico — come altre popolazioni latine e specie latino- americane
«i pensi al Brasile) — ba solo un’infarinatura assai esteriore, mescolata a residui cospicui di paganesimo e superstizioni.
Ora, in una corrispondenza deir.Avaua
del S.OE.P.L, giunge notizia che il decreto di nazionalizzazione delle scuole privale ha colpito pure 22 istituti metodisti,
che avevano 5.000 allievi, e in particolare
l’Università di Candler, all’Avana. Si ignora ancora se questa misura ba colpito pure
la scuola agricola e industriale di Mayari
c il seminario protestante unito di Matanzas. Non sì ha invece notizia che le Chiese
evangeliche in quanto tali siano state attaccate dal governo castrista: in una recente dichiarazione comune esse avevano
affermalo il loro lealismo verso il governo, ricordando però come il marxismo aggressivo da esso praticato non poteva che
esser rifiutalo da un cristiano.
Quali che siano i precedenti che possano giustificare il sospetto fidelìsta nei con
fronti della Chiesa — vista in modo generalizzalo e preconcetto come bastione dell.i conservazione e nemica della rivoluzione —- ci pare che qui. come in tanti paesi
a regime marxista, la lotta, e in certi casi
la persecuzione nei confronti della Chiesa
di Dio rappresenti quel superamento dei
limi!’ voluti da Dio, da parte dello Stato
totalitario, che il Nuovo Testamento condanna, e che è stato puntualizzato così bene, ad esempio, in un’opera come il « Dio
e Cesare » del Cullmann. Una rivoluzione
che non tenga conto di ciò non può essere
« benedetta'».
Beninleiso, anziché esalare esecTazione,
la Chiesa deve chiedersi se è a motivo dell’Evangelo o per meno degne ragioni che
un sacerdote (verrà la volta del pastore?)
viene messo alla porta e valutato meno di
mezzo trattore.
2
JJnfd
L’ECO DELIÆ TALLI VAIARSI
2 gii^o 1961 — N. 22
!/.v Aasroi.Tgie
Saulo,
perchè
aoiOJS*! S«ßOT
Atti 9 : 4
mi perseguiti
La conversione di San Paolo è uno dei segni più evidenti della realtà storica della risurrezione di Gesù.
Sappiamo come quest’uomo, Saulo da Tarso, Fariseo molto istruito,
sia stato uno dei più feroci persecutori della primitiva comunità cristiana; nel suo zelo cieco e fanatico, credeva di far cosa grata a Dio perseguitando a morte i discepoli di Cristo; egli perseguitava la Chiesa perchè
non poteva credere che Gesù fosse il Figlio di Dio e che Egli fosse risuscitato dai morti; nonostante la sua cultura e la sua conoscenza della
« Legge e dei Profeti », un velo rimaneva sulla sua ménte che gli impediva di comprendere il vero senso della Parola di Dio, e di credere alla
straordinaria notizia che i discepoli annunziavano con tanto coraggio,
che Cristo era risuscitato dai morti. Questo ai suoi occhi appariva un
assurdo, uno scandalo, una pazzia: uno scandalo, adorare un condannato a morte come Figlio di Dio, in quanto che, per la mente umana,
è inconcepibile che un Dio possa essere crocifisso dagli uomini; se gli
uomini hanno potuto mettergli le mani addosso e ucciderlo, è segno che
Gesù è stato un uomo come gli altri, incapace di, difendersi, un debole,
-un vinto; se fosse stato quello che i suoi discepoli dicono essere stato,
il Figlio di Dio, sarebbe sfuggito alla croce. Gesù invece è morto e sepolto! Di questo Saulo è convinto, troppo convinto; e fare di Gesù crocifisso un Dio è uno scandalo, un inganno; e coloro che diffondono la
notizia che Egli è risuscitato sono degli impostori, degni di morte.
Questo spiega lo zelo di Saulo nel perseguitare i cristiani, tanto che
andava a cercarli anche fuori di Gerusalemme, fino a Damasco, dove alcuni avevano probabilmente cercato rifugio.
E noi sappiamo come Saulo ha dovuto arrendersi, ricredersi, riconoscere di essersi sbagliato. Sulla via di Damasco egli è improvvisamente
atterrato da una grande luce e ode una voce che gli dice; « Saulo, Saulo,
perchè mi perseguiti? ». Saulo riesce appena a balbettare: «Chi sei Signore? » — E il Signore: « Io son Gesù che tu perseguiti; ma alzati, entra nella città, e ti sarà detto quello che devi fare ».
Questa esperienza è stata decisiva. Saulo ha creduto allora che Gesù
è veramente risuscitato, che i suoi discepoli dicevano il vero, e -si è affidato a Lui, il Vivente Signore, ha riveduto tutta la sua fede religiosa e
si è impegnato con Lui, mettendo tutta la sua vita al suo servizio, e. da
persecutore di Cristo è diventato il grande « Apostolo dei gentili ».
♦ sts *
La conversione improvvisa di San Paolo è veramente straordinaria
ed ha avuto un’importanza capitale nella formazione e nella diffusione
della fede cristiana. Ma come spiegarla? Non è certo il voltafaccia improvviso di un uomo senza scrupoli, di un furbo calcolatore che ad un
certo punto si renda conto che è conveniente passare all’altra parte del
campo di battaglia! Al punto in cui era, passare al cristianesimo, significava rischiare la vita, senz’altro! E non è neppure pensabilecome alcuni hanno sostenuto —che S. Paolo abbia soltanto avuto un’allucinazione. Le allucinazioni sono il sintomo di un grave squilibrio psichico e
conducono al manicomio, ma non hanno mai fatto di un peccatore un
Santo ed un Apostolo della statura di S. Paolo. Tutte le spiegazioni che
sono state date della sua conversione, sono del tutto insufficienti. Vi è
una sola spiegazione; Gesù Cristo è veramente risuscitato ed è veramente apparso a S. Paolo sulla via di Damasco, così come egli stesso ce lo
racconta.
La conversione di S. Paolo rimane allora una chiara testimonianza
della risurrezione di Gesù Cristo. E tale ha da essere anche la nostra conversione e la nostra vita di credenti. Oggi non appare chiaro al mondo
che Gesù è risuscitato, ma la conversione e la vita dei discepoli di Cristo
rimane oggi ancora' un segno della risurrezione del Signore. Questo ci
invita a riflettere sulla autenticità della nòstra conversione, sulla responsabilità che abbiamo come credenti nel mondo, e sulla vocazione che
abbiamo ricevuto. La Chiesa di oggi ha bisogno soprattutto di credenti
la cui conversione non possa essere spiegata altrimenti che come un segno che Cristo è veramente risuscitato ed opera potentemente col suo
Spirito e con la sua Parola nel cuore degli uomini.
Cipriano Tourn.
DiemiTO REIIGIOSO
k:
alla Camera dei lords
Londra. — La Home of Lordi ha consai
crato parecchie ore ad un dibattito sui « recenti incontri fra dirìgenti di Chiese ».
Lord Arran, anglicano, lia avviato la discussione presentando una mozione che approvava questi incontri. Solo lord Alexander of HiUsborough, battista eminente, si
è opposto a questo teslo, denunziando quello che giudica « uno scivolamento continuo della Church of England verso Roma
d.i 40 o 50 anni ». Ha rivolto queste critiche all’arcivescovo di Canterbury, che aveva affermato ihe la sua recente visita al
papa Giovanni XXIII faciliterebbe le discussioni fra le Chiese anglicane e cattolica. La discussione fra teologi delle due
I.liiese, che hanno a lungo avuto un carattere ’furtivo’, possono ora aver luogo alla
Ilice del giorno; le nostre divergenze dottrinali, che rimango^» serie, continuano
certo a dividerci — dice l’arcivesicovo —
ma non sono inBormqntabili.
Si trattava dell’ultijna seduta della House of Lords a cui doveva assistere l’arcivescovo Q, F. Fìsher prima del suo ritiro, il
31 maggio; e numerosi oratori gli hanno
espresso la loro approvazione. Era la pri11111 volta, da molti anni, che la Camera
dei Lords consacrava un così lungo dibattilo ad una questione religiosa. .Al termine
della seduta lord Arran ha ritirato la mozione che non aveva presentata, secondo
l'uso, se non per provocare il dibattito.
S.OE.P.I.
i
La Federazione! evangelica degli studenti in Germania lig lanciato un appello
per aiutare i 116 studenti algerini, nella
Repubblica federale. La Federazione assicura che, per ragioni politiche, i servizi
governativi ufficiali possono aiutarli.
--------------------ì------------------
sulla richiesta della Chiesa russa
di entrare nel C.E.C.
Il S.OE.P.I., nei suoi ultimi numeri pubblica una ricca messe di citazioni della
stampa ecclesiastica e non, nel mondo. Riportiamo, fra queste citazioni, quelle della stampa cattolica straniera, che fanno
sintomatico contrasto con il silenzio osservato finora dalla stampa italiana.
Mons. C. J. Dumont, O. P., direttore
del Centro dì studi ’Fstina’, presso Parigi,
scrive su La Croix, quotidiano cattolico
parigino: «11 fatto, senza dubbio, susciterà molti commenti in cui è da temere che
la passione polìtica o religiosa non sia'
sempre assente. E’ evidente che il governo sovietico dà luce verde’ alla Chiesa in
questo cainpo ecumenico, perchè attende
un consolidamento della ’pace’ come esso
la concepisce e con i vantaggi che ne ritrae. Ma non è meno evidente, d’altra parte, che la Chiesa ortodossa debba trovare
essa stessa un interesse in questa partecipazione che inaugura ». Dopo aver notato,
poi. l’irrigidimento del Patriarcato di Mosca nei confronti di Roma, « in concomitanza con un rincrudire della lotta antireligiosa nell’Unione sovietica », Mons. Duniohl conclude: « E’ nella logica delle cos:: che l’ingresso del Patriarcato nel Consiglio ecumenico porti, in un avvenire più
o meno prossimo, quello delle altre Chiese ortodosse dietro la cortina di ferro. Sarebbe pure logico che influisse altresi sul
Falteggiamento del' patriarcato nei con
f’ionli di Roma ».
Commoifiveal. settimanale americano
pubblicato da laici cattolico-romani, considera la candidatura della Chiesa russa
come « un nuovo grande passo verso l’unità » e « un sintomo dello straordinario
progresso del movimento ecumenico ». « Si
stenta ad esagerare la importanza di questo progresso. L’ammissione (del patriarcato di Moscai permetterà ai cristiani di
Occidente di comunicare e collaborare con
quelli dell’Unione sovietica. Modificherà
certo l’iso'amento e il nazionalismo di cui
dava segno finora la Chiesa russa. Senza
dimenticare nè diminuire le difficoltà... è
impossibile non sentirsi toccati e incoraggiati dalla decisione ortodossa russa ».
In un articolo assai ben documentato
sui rapporti fra il Patriarcato di Mosca e
il C.E.C., fin dall’origine di quest’ultimo,
le t nf ormntinni Catholiques Internationales dichiarano : « L’adesione del Patriarcato di Mosca — il più importante fra quelli
che finora non hanno aderito al C.E.C.
non potrà che essere feconda per entrambe le partii. La Chièsa di Mosca, uscendo
infine dal suo isolamento, si porrà in contatto vivo con le comunioni cristiane e, per
quanto concerne il C.E-C-, la presenza nel
suo seno della Chiesa ortodossa russa modificherà il suo aspetto poiché fino ad ora
appariva un po’ come un movimento panprotestante ».
L’olandese mons. J. G. M. Willebrands,
segretario del Segretariato cattolico per l’unione dei cristiani, pensa che la presenza
cleila Chiesa ortodossa russa in seno al
Consiglio ecumenico può contribuire aH'iinità cristiana, permettendo al Consiglio e
alle Chiese membri di meglio conoscere « i
caratteri essenziali dell’ortodossia ».
ANGOLA
Anche .1 missioDarì
contro lil regime di
cattolici
Salazar
Alcune settimane or ' sono abbiamo dato
notizia delle perdite di uomini e di istituti
delle missioni e dellé chiese evangeliche,
n.etodiste in particolàre, nell’Angola settentrionale, zona di disordini assai gravi, al
confine con il Congo.'* Ed avevamo scritto
che la repressione salàzariana contro l’insurrezione angolose sembrava aver dato occasione a indégni réglemiénis de compte cuttolici nei confrpnti dfe protestanti.,
Se'ntiàimo ora il dio^ere di rendere merio
univoco talé giudìzioif ubbiamo letto infatti su L’Esprèsso (28-5hl) — quasi tutta la
PERSONALI A
Ai figli e ai faniiliari della Signora
Sofìa Marnilo Rèedtz, mancata la
scorsa settimana a Torre Pellice, esprimiamo la nostra più viva simpatia
cristiana. Il pensièro particolarmente
affettuoso dei cotleghi e degli alunni
del Collegio valdese — con le loro
famiglie —oltre che nostro, accompagna la figlia, Prof. Anna Marnilo,
in quest’ora di separazione e di ferma
speranza.
Corrispondenza da Villar Pellice
Festa dei catecumeni. ■— Ogni anno le
nostre Unioni femminili organizzano questa festa dì benvenuto invitando, con pensiero gentile anche le mamme dèi catecumeni ammessi e accogliendoli in un’atmosfera fraterna ed affettuosa.
La no.stra Corale conta ormai una trentina dì membri e sotto la guida dei coniugi Ciesch, ha fatto grandi progressi. La sera del 22 aprile ci ha dato una ottima serata dinanzi ad una bella assemblea. Dopo
un cordiale benvenuto del Pastore e un
breve messaggio del Presid. sig. Stefano
Rambaud, si sono uditi alcuni inni reli
giosi poi degli spiritual negros », de
canti giovanili ed infine parecchi canoni
oltre a due atti unici che hanno rivelalo
la bravura dei nostri artisti. La serata
stata replicata con successo il 23. Alla no
stra Corale l’augurio di poter sempre me
glio servire il Signore col talento del canto
Giornata dell’amore fraterno. — Per lo
devole iniziativa delle nostre Unioni fem
minili, il 16 aprile abbiamo avuto la gioia
di accogliere fra noi 44 veterani prove
nienti dalla Casa di riposo di S. Germano
dal Rifugio e dall’Asilo dei Vecchi d
S. Giovanni. Appena sono giunti col tor
pedone, abbiamo offerto loro una tazza d
caffè, poi hanno partecipato ai culto uden
do il messaggio e il canto di « frère Ja
cob » tornato fra noi per l’occasione. Alle
12 pranzo con « menu » adatto a veterani,
quindi, visita alla Miramonti. Alle 14,30
ci si ritrova nella sala con le nostre sorelle
delle Unioni femminili. Le giovani eseguono un breve pro'gramma poi la vice direttrice, sig.na Fiorella Coroba, ci dà un
apprezzato messaggio parlandoci degli ideali e delle difficoltà della vita comunitaria
e ci presenta parecchi veterani che con
spirito d’amore cercano di rendersi utili,
malgrado gli anni e gli acciacchi scopando, sbucciando patate, lavorando in giardino. Per es. «tante Marie», che ha la
bellezza di 83 anni e il volto caratterizzato
da un radioso soirriso, è la commissìoniera
di molti e sempre pronta a correre dove
la si chiama. Rivediamo con piacere la
nostra cara Nelly Ohanforan e alcune vecchie conoiscenze. Alle 16 si prende tutti
insieme una tazza di tè e poi ci si laiscia
con una certa emozione.
Nozze. — Il 15 aprile si sono uniti in
matrimonio Rachele Catalin con Daniele
Durand Canton. Alla cerimonia, che è stata abbellita da un canto dei catecumeni,
era presente la famiglia dell’ing. Rostan
' venuta appòsitamente da Milano), presso
la quale la sposa ha trascorso ifari anni.
Dopo la cerimonia, i parenti e gli amici
si sono ritrovati a Bobbio, patria dello
sposo, ove ha avuto luogo un rinfresco.
Il 29 aprile Marisa Grand dell’Arlusol e
Daniele Geymonat di Bobbio hanno pure
pronunciato il loro si nel tempio olezzante
di fiori e il 6 maggio è stato la volta di
Olga Durand di Rorà e di Giorgio Geyinel del Ciarmis che sono stati uniti dal
Pastore Cipriano Tourn. Entrambe le cerimonie sono state abbellite dal quartetto
d’archi della Corale di Eissen, nostra ospite alla Miramonti. Inviamo a queste tre
gentili coppie i nostri auguri di vita serena e benedetta dal Signore.
Dipartenza. — Il 10 maggio il Signore
ha richiamato a sè la nostra sorella Giuditta Baridon ved. Piene di anni 81 di Subiasco. Madre di 11 figli dei quali 9 viventi era bello vedere di quanto affetto
questi la circondavano insieme con i numerosi nipotini. Le esequie sono state presiedute dal Pastore Giovanni Bertinatti e
un gran numero di amici e conoscenti sono accorsi per dire agli afflitti la loro simpatia. Voglia il Signore lenire il dolore
dei nostri fratelli e fortificare la loro fede
nella Vita Eterna.
Ringraziamento. — Siamo grati ai Pastori Teofilo Pone, Cipriano Tourn, nonché
allo studente di teologia Ro‘berto Coisson
e ai nostri anziani Umberto Pascal e Stefano Cairus per le loro predicazioni.
Feste di Canto. — La nostra risorta corale ha partecipato alla festa di Canto delle Corali Valdesi fiancheggiata dalla Scuola di Musica Sacra dello Hessen (Germania) che, ospite della Miramonti, rappre
sentava pure in un certo -senso la nostra
comunità. La nostra Scuola Domenicale invece non potè — e lo fu con vivo,rammarico — partecipare afla consueta adunata,
per svolgervi i-Ì programma appositamente
preparato. L’-imprevedibìle malattia di alcuni Monitori, l’assenza di altri e del pastore stesso impegnato in una missione
evangelistica, la costrinsero all’ultimo momento alla defezione.-)
I
Pentecoste. — Il nqslro tempio ha visto
quest’anno un culto Ài Pentecoste significativo. Sul pulpito, dopo che il Pastore locale ebbe presieduto^la parte liturgica, sali
il* pastore Jean Métraux della Chiesa di
.St. Laurent Pontaise in Losanna, venuto,
per quel giorno, con alcuni parrocchiani
al Villar; e, dopo di lui, il pastore Lierse
della Chiesa di Lorra-ch in Germania, ospite della Miramonti, con un campo lavoratori. Presente ancora nel tempio, un gruppo femminile della Westfalia, diretto dal
pastore -sig.na Watsciher. Circondarono l’armonium per la guida del canto alcuni
trombettieri villaresi e germanici. Distribuirono la Santa Cena tre Pastori di nazionalità diverse ripetendo a ciascuno dei
comunicanti dei passi biblici nella loro lingua. Ebbe pure luogo, nel corso del culto,
l’in-sediamento dell’anziano Stefano Geymonat del Bessé e del diacono sig.ra Francesca Charbonnier in Dalmas.
A mezzogiorno, nella Miramonti venne
celebrata un’Agape di circa 60 commensali
rappresentanti il Concistoro, il gruppo
Germanico e quello Svizzero, con lo scopo di dare il benvenuto ai nuovi membri
del Concistoro e agli ospiti Svizzeri e Germanici. Durante tutta la giornata fu un
incrociarsi di parole italiane, francesi e
tedesche e un parlar di amicizia e di unione dei cuori in Gesù Cristo. Qualche cosa
che sembrava naturale e opportuno in un
giorno di Pentecoste. La sera, dopo «he
nel pomeriggio gli ospiti avevano fatto un
pellegrinaggio aÜa « ghieisa d’ia tana » di
Angrogna ebbe ancora luogo una riunione
con proiezioni luminose offerte dal gruppo
Lierse.
stampa italiana lia ignoralo, una volta di
più, questo aspetto della questione — un
equilibrato e informato articolo di Carlo
Falconi (« Anche i missionari contro Salazai »), che espone come l’atteggiamepto
dell’alta gerarchia cattolica portoghese e
quello della gerarchia, del clero e dei missionari operanti nell’Angola (indigeni ed
europei) sono assai differenti. Mentre l’eIiifcopato portoghesè ha sostenuto e sostiene .Salazar, nella . sua;, politica interna ed
èstera, larga parte del clero angolose gli
¿qiponeva invece molte riserve, e talvolta
un’aperta opposizione : nel 1958 i vescovi
deH’Angola avevano pubblicamente deplorato la violenta repressione di moti di proti sta, e « il clero missionario aveva appoggiato i primi segni d’una volontà di riscossa nazionale da parte degli indigeni, e
aveva pubblicato una pastorale nella quale
si denunciavano i -sistemi di sfruttamento e
di lavoro forzato in vigore nelle fattorie
dei coloni bianchi e dei negri più evoluti,
e si rivendicava per gii indigeni il diritto
di scegliere essi stessi il genere di occupazione e la località dove esercitarla, per non
togliere loro il diritto di non allontanarsi
dalie loro famiglie ». La repressione dei
moti di -Luanda dello scorso marzo era stata severamente giudicata dal cardinale Teodosio Clemente de Gouveia, arcivescovo di
Lourenco Marquez (Mozambico); e per
prevenire una simile presa di posizione nell’Angola era stato arrestato e deportato
Mons. Manuel joaquim Mendes das Neves,
vicario generale della diocesi di Luanda,
uno dei più aperti oppositori a Salazar: è
da due mesi agli arresti in una prigione
presso Lisbona. Dopo questi fatti l’episcopato angolose pubblicava, in aprile, una
pastorale che, un po’ equivoca, condannava ugualmente i nazionalis.i e il governo
cintrale di Lisbona.
La preoccupazione del clero angolose è
più che comprensibile, poiché la Chiesa
cattolica ha, in quel paese, ancora una
stiultura missionaria e piuttosto fragile:
« eccetto quella di Luanda, le altre quattro
diocesi sono tutte di fondazione posteriore
ai 1940. Le parrocchie sono solo 121, i preti
128 fra portoghesi ed indigeni. 1 pagani
sino oltre la metà della popolazione del
paese e, contro 1.400.000 cattolici, vi sono
almeno 500.000 protestanti », Là dove,
mancando l’anestesia del « benessere », il
regime salazariano scricchiola più pericolosamente, è più che logico che la Chiesa si
sferzi di segnare il suo distacco. Né é giusto pensare che si tratti di una pura mossa
lattica, per cercare di evitare il ripetersi
di quanto, ad esempio, sta succedendo a
Cuba : una visione chiara dei problemi
odierni'« un rispetto impegnato della giustizia sociale e della dignità di ogni uomo
sono certamente assai vivi in molti cattolici. E siamo molto lieti di poter così « sfun-are » il giudizio che avevamo dato; purtroppo esso rimane in parte giustificato.
Incontro di donne
evangeliche
Dal 1» al 4 giugno avrà luogo ad Agape
un incontro di donne evangeliche, sotto
1(1 direzione delle Sig.re Delia Bert e Marita Girardel. Saranno tenuti alcuni studi
biblici, e studi su ” Il mito del benessere”
(Sig.ra Delia Bert) e ”ll denaro al servizio della società” (Sig.ra Ketty Comba).'
In programma, discussioni a gruppi e generali, culti, gita al Pian dell’Alpet, con-'
versazioni. Invito cordiale anche a chi può
salire a Frali un giorno solo.
Razzismo
Sembra impossibile, ma il razzismo
non è morto ancora in certi Stati del
Sud (USA); come due anni fa nell’Arkansas (Little Rock), ecco ripetersi nell’Alabama, in particolare a Montgomery, disordini razzisti, che hanno
fatte vittime (un negro è stato bruciato vivo). Originati da una manifestazione antisegregazionista, la « Carovana della fraternità », hanno condotto pure ad un nuovo violento attrito fra le autorità dello Stato dell’Alabama e quelle federali. Lenta è
la via della verità e della riconciliazione; sarà percorsa a tempo? Non
avvertono, i razzisti bianchi americani, il sorgere di un razzismo negro di
ritorsione? Aucune settimane fa Réforme aveva, pubblicato una grave inchiesta sù questo movimento che, in
certi casi, giunge alFaspirazione ad
una vera secessione e alla costituzione di Stati negri. Non le pubblicano,
a Montgomery, corrispondenze sul
processo Eichmann?
SOSTITUZIONI
ESTIVE
La Tavola, nelle sue
ira l’altro stabilito le
del ministero pastorale
munilà; Bergamo: S.
ultime sedute, ha
sostituzioni estive
nelle seguenti coRicciardi (luglio
agosto); Trieste: S- Ricciardi (settembre);
Gcnova-Sampierdarena : studente metodista (luglio-agosto); Livorno: E. Pecoraro
(luglio); Forano: B. Bellion (luglio); Roma: M. Ayassot e A. Sonelli (luglio-agosto); Napoli; E, Del Priore (luglio); Messina; E. Del Priore (settembre); Agrigento; P. Giunco (agosto); Vittoria: A. Sonelli (settembre); Trapani: T. Magri (settembre); Palermo: T. Magri (luglio-agosto); Bari; P. Giunco (agosto); Firenze;
M. Ayassot (ago.sto).
SPIGOLQTURe
iTRLinne
(continua da pag. 1 )
niinierica si batte ’per un raggruppamento
delle forze della sinisliu laica e socialista
una politica d’autonomia dello Stato nei
confronti dlla Chiesa, la lotta ai monopo
li, alla corruzione, al sottogoverno, la di
fesa della .scuola pubblica”. / convegni de
gli "Amici del Mondo”, all’Eliseo di Ro
ma, hanno mostrato come questo program
ma non resti parola vuota.
Infine si è Continuato a parlare mollo di
scuola pubblica e privata. Mentre si moltiplicano le dichiarazioni episcopali e i convegni cattolici che sostengono la doverosit;i del finanziamento statale almeno parziale delle scuole private, ’’per garantire la
libertà di scelta dei genitori”, il ministro
dell’Istruzione, Ermini, ha depositato alla
Camera la relazione al piano decennale
della scuola, da cui risulta ohe il governo
fa apertamente proprio il famoso progetto
Fianceschini (presentato e poi ritirato),
progetto in appoggio al quale si sono tenuti nei giorni scorsi due convegni a Roma.
L’opposizione dei partiti di sinistra é scontata ; è sommamente desiderabile che il
partito repubblicano — membro della
’■( onvergenza” governativa — ricordi qui
i suoi precisi impegni per la difesa della
• scuola di Stato. Ed è rallegrante che nel
rícenle convegno degli univeràitari italia'ni( a Himini, l’Intesa universitaria (cattolici • sìa stata solidale con l’Unione Goliardica Italiana (sinistre) in un ordine del
giorno che suona sfiducia e opposizione
alla politica scolastica del governo attuale.
3
2 giugno 1961 -1^.. N. 22
L’ECO IMSLLE VALU VALDESI
I««. 3
Ortodossa nei secoli
Il Boulgakoff, eminente personalità ortodossa, diceva un giorno a chi
gli domandava di definire in pochi
tratti la Chiesa Ortodossa; «Vieni e
vedi». Con questo egli voleva sottolineare come fosse quasi impossibile di
definire con poche frasi ben architettate tutta la carica spiritualmente vitale di quella chiesa: era necessario
vederla nella sua vita concreta. La
Chiesa Ortodossa, afferma l’Evdokimov, è « essenzialmente Vita, va al di
là di qualsiasi definizione». Proprio
per questa difficoltà di affelrare non
già nella sua pienezza ma almeno
r.elle sue linee essenziali la spiritualità ortodossa, questa chiesa d’Òriente è rimasta e rimane praticamente
sconosciuta a molti di noi. Non si va
molto lontano dal vero dicendo che
l’arrivo di alcuni ortodossi alle Valli
ha suscit ito in molti una vera e propria curiosità dovuta alla completa
novità della'cosa. Ora che l’importante ramo russo di questa chiesa ha
voluto porre fine ad un certo periodo di isolamento chiedendo di en
trare a far parte del Consiglio Ecumenico, vogliamo fare úna conoscenza un po’ più approfondita di questa
grande comunità di credenti. A tal fine cercheremo di situarla nel tempo
e nello spazio con alcuni succinti
cenni storici.
Anatemi in Santa Sofia
Quando, il 16 luglio 1054, i cardinali
Umberto e Federico di Lorena e l’ar
civescovo Pietro d’Amalfi, legati di
papa Leone IX, deposero sull’altare
di Santa Sofia in Costantinopoli la
bolla di scomunica che indicava nel
patriarca Michele CerUlario il fautore di molteplici eresie, fa rottura tra
Chiesa d’Oriente e ¿’Occidente era
già avvenuta. Quest’ultimo atto clamoroso non faceva che sanzionare
una situazione di fatto per la quale
gii anatemi di papa Leone contro il
Cerulario ed i suoi seguaci cadevano
ormai nel vuoto. Gli orientali, ohe
non avevano mai riconosciuto al vescovo di Roma più di un primato di
onore, anatemizzarono a loro volta
quanti si mostrarono disposti a porsi
sotto la giurisdizione di quest’ultimo.
Inutile dire che motivi politici non
furono estranei a questa rottura, non
ultimo la crescente potenza politica
del vescovo di Roma.
Tuttavia non bisogna sottovalutare
rimportanza decisiva assunta dalla
cosidetta controversia del Filìoque.
La Chiesa Ortodossa non ha infatti
mai riconosciuto la validità ^ quella
affermàzioiiè della OohfèSslòiiè' di fède di NiCea-Costantinopoli (381) secondo la quale lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. ISsa ha
invece sempre sostenuto la necessità
di distinguere tra retema effusione
dello Spirito Santo da parte del Padre e ¡’azione temporale,dello stesso
Spirito attraverso il Piglio.
La Chiesa Ortodossa
e la Chiesa
Si sa che la Chiesa Ortodossa nori
ha mai ammesse che la sua data di
nascita debba cercarsi in questa o
nuella data della storia della^ Chiesa.
Dire che rortodossia è sorta, ad esempio, nel 1054, sarebbe fare un’affermazione che nessun ortodosso convaliderebbe. Ogni ortodosso degno di tal
nome vi dirà chiaramente che la sua
chiesa rivendica ner sè la qualità di
unica Chiesa di Cristo fedele allo spirito ed alla forma della chiesa degli
apostoli, e che considera il grande
scisma avvenuto nel 1054 e le altre divisioni avvenute più tardi come delle
divisicni operatesi nel sue seno. Tuttavìa è indiscutibile, almeno ai nostri occhi, che la Chiesa Ortodossa
'COSÌ come la conosciamo oggi ^si è
andata affermando in Oriente a partire dalla data che abbiamo indicata
all’inizio.
I metodi ;
di Innocenzo III
Uno dei fatti ohe maggiormente
contribuirono ad approfondire la frattura tra i due tronchi del cristianesimo fu la quarta crociata bandita da
Papa Innocenzo III, con la quale Co^
stantinopoli venne conquistata, il clero
espulso ed i templi distmtti, la chiesa
latinizzata (12(M). A questo proposito
il metropolita Seraphim scrive : « Si
rinuncia a capire come il papa Innocenza III abbia mai potuto sperare
che riuscirebbe a restaurare con questa crociata l’unità tra Chiesa d’Oriente e d’Occidente ». Abbattuto l’impero
latino d’Oriente, nel 1261, la dinastia
Si preoccupò*di ristabilire Tumtà della Chiesa, spinta sopratutto dal
d^o di offrire un fronte comune dinanzi alla minaccia dei turchi. Il tentativo di Giovanni Vili Paleol^o il
quale si recò personalmente a Firenze nel 1439, onde concorda.re Tumone
ecclesiastica coi latini, non ottenne
che in modo effimero i risultati sperati. Nè c’è da stupirsene, qu^do una
questione di questo genere vieim trattata dallo Stato alla stregua di una
qualsiasi alleanza. Le stesse automa
religiose ortodosse si affrettarlo, a
sconfessare l’azione deirimperatore e
la caduta di Costantinopoli nel lew
mise fine ad ogni tentativo unionisti
Chiese autocefale
Sin dalla separazione da Roma e fino ai giorni nostri esistono nella chiesa ortodc^a quattro patriarcati che
godono di un primato non giuridico
ma morale sulle varie chiese autocefale (cioè autonome) comprese nel
territorio circostante. Il metropolita
Seraphim paragona con tristezza la'
passata pmtenza di questi patriarcati
con la situazione attuale e conclude
«dell’antico splendore e della grandezza passata dei patriarcati non rimangono che miserevoli resti». Effettivamente i patriarcati di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme hanno perso gran parte del
loro potere effettivo, in seguito alle
conquiste dei turchi e degli arabi ed
in seguito all’indipendenza di alcune
chiese tra le quali quelle di Serbia.
Bulgaria, Grecia, Cipro, delle quali ci
è impossibile di tracciare, anche molto schematicamente, la storia tormentata.
Mosca, la ‘‘•terza Roma,,
(dopo Costantinopoli)
Dopo la caduta di Costantinopoli,
che avvenne, come abbiamo visto, nel
1453, la città di Mosca divenne il maggior centro spirituale dell’Oriente ortodosso. Tuttavia il cristianesimo
russo sorse assai prima, negli ultimi
anni del X» secolo. Sembra che il
fatto determinante sia stata la conversione ed il battesimo del principe
Vladimir. Missionari venuti da Bisanzio su richiesta di questo principe
svolsero un’efficace missione a Kiew
e nel territorio circostante. In un
« servizio speciale » sulla Chiesa Russa pubblicato recentemente dalla rivista Le ìWissioni CattoUche si leggono à questo proposito queste parole:
« al battesimo segue immediatamente
un rifiorire meraviglioso di civiltà e
santità, perchè allora Bisanzio era
unita all’albero possente della Chiesa
(siamo noi che sottolineamo) e trasmise quindi alla Russia un cristianesimo pieno di linfa vitale che non
poteva restare senza frutti » e si sottolinea che « il Vangelo dirozza i costumi, insegna ai reggitori umiltà e
senso di responsabilità dinnanzi a
Dio, al semplice popolo il senso della
propria dignità ».
Con l’invasione mongola del secolo
XIII il centro politico-ecclesiastico si
spostò da Kiew a Mosca. Qui nel
1328 fu fissata la sede del metropolita
e qui fu proclamata l’autocefalia della Chiesa Russa nel 1448.
E’ interessante confrontare le affermazioni di un autore cattolico e di
uno ortodasso a proposito degli avvenimenti del secolo XVI. L’uno vi dirà
che « Dalla fine del secolo XVI fu avvertita fino ai confini della Russia
quella oossente manifestaztone di vitalità del Cattolicesimo che si chiama Controriforma (sic!)». L’altro vi
parlerà di una vigorosa azione dei gesuiti, volta a « riannettere », alla Roma di Gregorio XIII le popolazioni
che, in seguito alla guerra russo-polacca del Ì579-1582 si erano venute a
trovare setto la dominazione polacca. I secoli XVII e XVIII vedono un
periodo di crisi' di questa chiesa, sempre troppo esposta all’intervento deb
10 Stato nella sua vita interna. Vedansi per questo le riforme autoritariamente attuate da Pietro il Grande.
Nel corso di questo periodo avvenne
'o scisma interno dei « vecchi credenti», contrari all’introduzione di elementi della liturgia e del rituale greco in seno alla tradizione russa.
Nel 1800 si manifestò uno slancio
missionario, che diede vita, tra l’altro
alle missioni in Cina e Giappone.
Non vale forse molto la pena di tenere conto della Missione per la Cina
e la Mongolia organizzata da Pietro
11 Grande un secolo prima più che al
tro per fare da contrp altare ad una
missione di Gesuiti.'
L’Ortodossia degli zar
e del Soviet
Non mancano coloro che accusano
apertamente la Chiesa Ortodossa Russa di essere oggi una delle tante pe
dine usate dal Cremlino per la sua
prcpaganda mondiale. E’ bene comunque ricordarsi che, Itìn dai tempi di
Pietro il Grande (1700) la Chiesa russa è stata una Chì^ di Stato, nel
pe-ggior senso della parola. E non è
deito che questo sia avvenuto per sua
volontà. Certo è che quando, nel 1917,
i soviet! si impadronirono del ptotere
la Cfiiiesa si trovò di' fronte ad un violento cambiamento,'- legata com’era,
nel suo'stesso ordinamento (Il Santo
Sinodo istituito dallo zar più sopra
citato) al regime zarista. Il primo
passo compiuto dalia Chiesa Russa fu
quello di eleggere uh nuovo patriarca, nella persona dèi metropolita Ti-'
cene, tornando all’ahtico ordinamen:'
to Gli avvenimenti che seguirono
fanno parte della storia contemporanea. Cercheremo di accennarvi brevemente in un prossimo articolo.
Intanto prepariariKiCi a seguire da
ora in poi più da vicino la vita di
questa Chiesa dalla quale molti dogmi ci dividono ma la quale confessa
pur sempre il nome del nostro stesso
Signore e lotta per essergli -fedele.
Giovanni Conte
Nous verrons face à face
/ Corinthiens 13 : 12
La douleur est la grande maltresse de l’âme.
Elle veut posséder, elle appelle et réclame.
Au milieu d’une équipe de petits bourreaux.
Le droit d’un souverain cruel sur ses vassaux.
Sur la mer du destin, qu’on soit chétif ou brave.
Chacun est ballotté comme une errante épave.
C’est en vain qu’on rejimbe aux coups de l’aiguillon.
Adieu logique! en vain on lui parle raison.
Le malheur se présente au détour de la route
En poussant devant soi la terreur et le doute.
Tout notre être éploré croit pouvoir émousser
Ce glaive, avec un cri... Mais au lieu d'atténuer
Sa force, en l’exprimant il en aiguise encore
Beaucoup plus le pouvoir que notre chair déplore...
Oh! la triste leçon!... mais l’on peut concevoir
Ùn moyen supérieur qui rehausse l’espoir...
Il consiste en deux mots; c’est surseoir et attendre.
Contre un rival plus fort, ne pouvant se défendre
L’âme cherche un secours dans la paix d’un haut lieu
Au delà du présent, et se raccroche à Dieu.
Dans ce contact divin son esprit se dédouble...
Sous l’égide du Père il sent passer son trouble...
Soulagé d’un fardeau, il acquiert un soutien,
. Un doux poids qui, greffé, devient son propre bien
Et condamne au néant la fureur destructrice.
Saisi d’un grand secret ; la force créatrice
Qui, sans braver le ma! dont le contact nous nuit.
Recherche le Grand Jour qui efface notre nuit
Giovannino Tron
Détourne-toi du mal, et fais le bien (Ps. 34; 15).
Riunioni evangfeliche a Bari
Una conferenza, suU’unità della chiesa - Un convegno giovanile intevdenominazionale
li 9 maggio in pieni festeggiamenti per
ii Santo Patrono di Bari, S. Nieola, una
simpatica manifesta-iione di comunione fraterna e di fede si »volgeva neH’ampio e
accogliente Oratorio <lelila Oliiesa EvangeJk-a Pentecostale di Corso Mazzini.
Oltre cinquecento gli intervenuti, in gran
parte evangelici di tutte le denominazioni
e quanti fra amiici ed avversari furono attratti dall’invito fatto a mezzo di manifesti murali die invitavano la cittadinanza
ad ascoltare ii dott. Carpirlo Inguanti, Pastore della Oliiesa Batòsta di Milano su
un argomento di graiide. attualità: I Protestanti e l’unità della ’Chiesa (Ritorno a
Cristo o a Roma ? ). ,
Eccoci innanzi tutto a|ln Chiesa del no.slro Signore Gesù Cristi^ che seppe restare
unita findiè ascoltò la «rpee del-Suo Signore ed essere rivestita dei doni dello Spirito
.Santo. La Chiesa di 4stti' 2 - 4-subì per via
di un eccessivo apiritq autoritario tutt’altro che consono allo girato del Vangelo le
due grandi fratture o scismi, quella del
rundiresimo e quella <^el sedicesimo seco
lo. Mediante il Concilio di Trento la Chic
sa di Roma si arrocca in questa posizione
di autoritarismo e di' disdegno, anzi ac
centua le distanze fino; a formare un vero
abisso e rendere impossibile il colloquio
con gli altri cristiani.
Coi dogmi dell’Immacolata Concezione
dèi 1854 e quello del'l’infallibilità del Papa del 1870, con quello deU’Assunzione di
Maria del 1951 un colloquio diviene sem
pre più impossibile.
Finché si giunge all’avvento sul soglio
pontificio di Papa Giovanni XXIII che da
vero Pastore della Chiesa si sente chiamato
ad aprire il colloquio. Il conferenziere che
ha parole di ammirazione per l’attuale
Pontefice cerca documentandosi, di esporre tuttavia il punto dj vista che si può
desumere circa l’atté^iamento romano:
una santa esigenza di unità verso i fratelli
separati non più considerati eretici e scismatici e un’altrettanto deludente intransigenza quando si' afferma che col prossimo Concilio non sarà àssolutamente intaccata l’integrità del dogma cattolico. Non
sarebbe dunque un ritorno a Cristo da
parte cattolica mentre da parte protestan
te signiificlierebbe una Canossa più o meno addolcita.
A questo punto l’oratore fa rivivere
quella ohe fu la posizione di Lutero a
Worms, posizione d’intransigenza con la
Scrittura alla mano, verso la stessa Chiesa
Romana ma di sottomissione all’unico Signore della Clidesa: Gesù Cristo.
La discussione die segui vide avvicendarsi una dozzina di persone dal cattolico
al marxista, airanticlericule, fino al geovista, e servì certamente a sottolineare,
(pianto la conferenza avesse saputo appatssionare.
Approipriato ci sembrò l’intervento di
quel professore che dopo aver fatto professione di cattolicesimo esortò tutti i credenti ad intendere la fede come amore
giacché Dio è amore, per raggiungere su
questa via una autentica unità, e altrettanto appropriata ci sembrò quella di un altro cattolico il quale rifacendosi all’insegnamento della niadre credente che lo
aveva educato al rispetto degli evangelici
esortò a camminare su questa via. Agli
interventi cercò di rispondere in maniera
appropriata il sottoscritto.
La riunione, che fa aperta con l’invocazione dell’Anziano Pentecostale R. Pignone, cui segui la lettura del brano di S. Giovanni 17: 21-28 fatta dal Pastore Battista
R. Baglieri, fu chiusa con la recitazione
del Padre Nostro e col Canto dell’Inno 29
mentre canti appropriati furono cantati
dalla corale della Comunità ospitaiite.
Ci auguriamo «he l’Evangelismo barese
forte di questa prima esperienza positiva
di servizio in comune della fede, non si
fermi su questo cammino, della testimonianza evangelica nella città di Bari.
G. E. Castiglione.
Strana coincidenza: mentre per le vie
della città si .svolgeva la festa del 1" maggio, neirampia ma raccolta Chiesa Pentecostale di Corso Mazzini, oltre duecento
giovani delle Unioni Giovanili delle Chiese Bauiste, Metodiste, Pentecostali e Valdesi delle Puglie e della Lucania, si erano
dato Convegno per ascoltare il Segretario
CONVEGNO GIOVANILE A POMARETTO
Ho invano cercato qualcuno che mi sostituisse neU’ingralo compito di stendere
la cronaca del convegno giovanile di Pomaretto del giorno di Pentecoste minacciando, sia pur con un sorriso esteriore,
di scrivere, se non trovavo nessuno disposto a farlo, un articolacelo. Ma, a ben
pensare, un atticolaccio di commento sarebbe opportuno solo se fosse necessario,
cioè se potesse servire a smentire una situazione apparentemente felice ; ma nel
nostro caso bastano tre numeri a dare una
idea del convegno: i presenti erano 14
compreso l’oratore; e precisamente c’erano 9 unionisti di Pompretto e 5 di Massello. I./a sede era stata fissata a Pomaretto affinchè potesse partecipare all’incontro
l’intera Val Sonpatta. Era il giorno di
Pentecoste, anniversario del giorno in cui
tremila persone avevano creduto.
L’argomento deUo studio del Pastore
Tourn era, come è noto — o non lo è —
Prospettiva delle nostre Unioni in vista del
piassimo Congresso F.U.V. Le due dire
zi ani possibili e più opportune sono l e
cumenismo e l’impegno politico dei gio
vani evangelici. La prima deriva dal fe
nomeno di impazienza che si verifica nei
giovani di alcune chiese di fronte àlla
lentezza delle stesse nel consolidare rapporti con le altre confessioni, che ha sboccato, lo scorso anno nell’intercomunione
alla Conferenza di Losanna. Un fenomeno
analogo potrebbe verificarsi in Italia, se.
per esempio, i giovani decidpsero di unificare i loro movimenti battisti, metodisti
U Mste epilogo
di una annata poco teiice
e valdesi prima che le chiese abbiano posto fine ai loro dissensi : a quelli fondati
c a quelli di pignoleria.
La seconda vorrebbe essere un contributo alla ricerca che si nota abbastanza di
fiequente negli ambienti- giovanili nel campo della politica. E’ fórse, questo, l’argoiiiento che si dibatte di più oggi, quello
(he è di maggiore attualità, quello che asserbe la maggior parte delle discussioni,
come capitava, qualche anno fa. per il
problema di Agape.
Nella discussione i presenti sono sembrali più favorevoli al secondo argomento, pur essendo sensibili anche al primo,
majgrado sia meno scottante qui alle Valli.
Come incontro fra le due unioni rap
presentate, è stato simpatico, ma come
convegno, ai può considerare fallito, come l’intera annata delle attività di gruppo Le due uniche cose che rimanessero,
erano i convegni e le visite alle Unioni.
Quest’anno, per sveltire le cose, anziché
interessare singolarmente ogni unione, si
era chiesto sull’Eco, ripetutamente, che
esse fissassero la data della visita e la comunicassero ai membri del Comitato di
giuppo. Non una si e fatta viva. Negligenza dei dirigenti? Delusione ricevuta dalle
visite degli scorsi anni? Forse; ma nessuno aveva chiesto che esse venissero fatte
in altro modo. Va, inoltre, notato che nemmeno tulle quelle che erano state diretta
mente interessate, perchè più a portata di
mano, si sono, poi, degnate di fissare unr
data per la visita.
D’altra parte, pare che il far parte de!
(Comitato di gruppo abbia l’arcana virtù
di paralizzare anclie il giovane più serio
e più attivo delle nostre comunità, sicché,
un po’ per puntiglio, un po’ per negli
genza forse più per questo che per
quello —, neanche quelle autorità si sono
mosse e, d’un tratto, ci .si è accorti che
era arrivata la primavera e che nulla era
stato fatto...
Abbiamo davanti a noi l’estate; credo
che l’Eco non ci rifiuterebbe di ospitare
un dialogo su questi argomenti durante
Testate. Vogliamo approfittarne o preferiamo ricominciare l’autunno prossiiro con
lo spirito con cui abbiamo chiuso ora?
Intanto organizzeremo. D. v., un convfgnp estivo ai tredici laghi. La vostra
presenza o la vostra assenza sarà una testimonianza eloquente delle vostre intenzioni. Non è nemmeno necessario ripetere — ma come faranno a saperlo quelli
(he non Io leggono? — che per sapere la
data e l’argomento della giornata, bisognerà leggere l’Eco.
Intanto ringraziamo TU.G.V. di Pomaretto per la calda accoglienza, tanto più
lodevole in quanto una buona parte dei
giovani era impegnata per un’altra attività parrocchiale. c. t.
Generale della FUV Franco Giampiccoli
venuto da Roma per approfondire insieme
ii tema dell’Ecumenismo fra le denominazioni.
Strana ed opportuna coincidenza cotesto
dei due avvenimenti, come fece giustamente notare il Pastore Castiglione nel breve
Culto, col quale si dette inizio al Convegno. Lavoratori del braccio e della mente
cercano giustamente l’unità al fine di una
maggiore giustizia sociale e adoperano come mezzo al fine il diritto, noi evangelici
viceversa l’unità l’abbiamo già, come dono
in Cristo che col Suo Sangue prezioso ci
ha uniti a Padre e ci ha fatto scoprire l’uomo come prossimo e come fratello. Ma questa unità ha rischiato di esaurirsi in un
vago misticismo, nel desiderio della propria ' salvezza e nella fuga da questo mondo
di peccato, mentre dobbiamo cercarla e realizzarla sempre di più. abbandonando le
posizioni di orgoglio, di autosufficienza e
di sicurezza. Prendendo le mosse dal brano di S. Luca 22: 24-34 in cui si parla, dei
discepoli insensibili ed orgogliosi, di un
Pietro che ricusa fìnanco la preghiera del
suo Maestro e Signore... alla vigilia del
rinnegamento, il Pastore Castiglione fa rivivere la scena sublime e .sconvolgente del
Maestro che addita in Sè il servitore dell’uomo e non il padrone che se ne sta a
tavola. Soltanto in questo spirito di amore
e di servizio .saranno trovate le vie per una
efficace unità nel servizio e. nella testimonianza.
Eletto il seggio nelle persone del Pastore
E. Na.so coadiuvato dai prof.ri Nico Pantaleo e Lilly Franca Castiglione, è la volta
di Franco Giampiccoli il quale notando come il messaggio dej. Culto gli avesse appianata la strada per una introduzione circa
lo spirito dell’Ecumenismo come vittoria
dell’amore di Cristo sui particolarismi, fa
una breve e vivace panoramica dell’Ecumenismo Evangelico: delle tappe, delle esitazioni e delle soste, soffermandosi sull’apporto e contenuto di ognuno dei Congressi
a /mrtire dal primo, che fu quello del 1“
maggio 1951, fino al quinto Congresso che
avrebbe dovuto essere tenuto quest’anno
ma che ha dovuto essere rinviato per una
certa insufficenza di preparazione e di entusiasmo in seno alla gioventù. E per tastare il polso alla gioventù pugliese viene
accolta la proposta di dividersi in gruppi
{l'ampiezza dei locali consentendolo) per
rispondere ad un questionario che il nostro solerte Segretario Generale ci propone sulle seguenti linee: quali le esperienze
di un lavoro interdenominazionale sul piano locale e regionale, quale i suggerimenti?
Dalle risposte abbiamo apprezzato la buona volontà di tutti ed anche la sincerità di
arrivare attraverso un lavoro di contatto, di
concrete realizzazioni, di incontri, di studi
in comune a trovare te vie di una più efficente azione sul piano della testimonianzu
all'interno e all’esterno delle nostre Chiese Laddove sarà possibile, sul piano sociale come assistenza ai bisognosi, reperimento di occupazione ai disoccupati delle
nostre Chiese, organizzazione di Colonie
Marine per bimbi bisognosi.
Si è parlato anche dell’unità della stampa evangelica ai Uni di potenziare Gioventii Evangelica di cui .si sottolinea la vivaci
ta che sta assumendo e anche dei Campi
che dovrebbero essere aperti ai giovani meritevoli delle Chiese del Sud.
Infine quello che ci è sembrato molto
pos-liivo è la conclusione cui si è giunti :
costituire comitati unitari nelle città dove
lavorano le vtirie denominazioni onde tradurre in pratica le aspirazioni di una più
efficente testimonianza.
La giornata le cui ore volarono fu veramente ricca di ispirazione e la consideriamo come una prima tappa sul cammino
della fedeltà a Cristo per raggiungere altre
mele con la grazia del Signore.
L. Fr. C.
4
ir-'
pag. 4
L’ECO DELLE VALU VALDESI
2 giugno 1961 — N. 22
DUE SAGOi STORIOO^IMTERPRETATIVi
Il Movimenlo Ecumenico
La .prima opera, di maggiore estensione,
è dovuta alla penna del rattoliro D. Alberto Bellini, professore nel Seminario
Vescovile di Bergamo e noto esperto di
problemi ecumenici, e fa parte della collezione « Quaderni del clero ».
La prefazione l ow-iamente non dovuta
all’A.i sforna le solite inesattezze circa- la
presunta sete del mondo cristiano non cattolico di una riunione con Boma. Non è
inutile .perciò ricordare qui le recenti affermazioni di Pierre Bourguet apparse nella Revàe Réformée, tendenti a combattere
il malinteso secrtndo. il quale «il Movimento ecumenico non sarebbe per i suoi
aderenti che un palliativo o, se si preferisce, Tanticamera della riunione con-Roma... La Cliiesa greco-ortodossa ha o deve
avere la nostalgia dell’unità della Chiesa
di Cristo. Le Chiese episcopali hanno o
.devono avere la nostalgia dell’unità della
Chiesa di Cristo. Le Chiese protestanti
hanno o devono avere la nostalgia dell’unità della Chiesa di Cristo. Ma questo
non significa, nel pensiero delle une e del.
le altre che si debba identifi.care la Chiesa
di Cristo con la sola Chiesa romana. E se
la Chiesa romana crede di doversi considerare malgrado ciò come la sola Chiesa
di Cristo, che almeno non si inganni sui
reali sentimenti delle chiese rappreséntaté
nel Consiglio Ecumenico ».
Ma veniamo al contenuto dell’o.pera. Subito si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un autore non superficialmente informato in campo ecumenico e che,. diremmo, ascolta con simpatia la vo'ce delle
chiese non romane.
1 primi quattro capitoli del libro rifanno, concisamente ma con accuratezza e
precisione,. la storia del movimento fino
alla Conferenza di Evanston. In altri capitoletti l’A. delinea brevemente le caratteristiche della Chiesa Anglicana (citando le
conversazioni di Malinesi e di quella Ortodossa (a proiDosito della quale anticipa
l’entrata nel ’ Consiglio Ecumenico della
Chiesa Ortodossa russa, con previsione azzeccata). Forse la trattazione si fa un po’
frammentaria quando si viene a parlare
del significato del Consiglio Ecumenico e
delle varie direzioni nelle quali si sta ricercando l’unità della Chiesa. D’altra parte è proprio qui e a propoisito della posizione cattolica nei confronti dell’ecumenismo ohe si hanno le pagine più interessanti del libro e che si sente inequivocabilmente la posizione dell’aùtore. Il profondo bisogno cattolico romano di vedere
dinanzi a sè una struttura qerarcliico-eccle.
siastica ben definita traspare più volte nel
corso del libro, insieme all’opinione che,
appunto, il Movimento Ecumenico eluda
la questione facilitando in qualche modo
la ricerca di una piuttosto vaga comunione di chiese, tutte più o meno riconoscentisi come Chiesa. « L’ecumenismo, dice il
nostro, è volontà di comunità, è rendere
la Chiesa più Chiesa, ossia più comunità
di vita, nel presupposto die tutte le chiese
sono vere e che ad -esse manca solo una
maggior comunità ed unità » tp. 74l. 11
che ci pare un po’ poco come definizione
ed anche in contrasto, con quanto affermato dal BeUini nella sua introduzione, se
La bibtiogrufia sull’ecumenismo è, lo si può dire senza tema di sbagliare,
sterminata e, per forza di cose, multilingue. Persino organismi ecclesiastici finora
rimasti ufficialmente al di fuori del Consiglio Ecumenico, come la Chiesa di
Roma, hanno impegnato il tempo e la mente dei loro uomini migliori per studiare il ’’fenomeno” dell’ecumenismo. Tuttama le opere in italiano su questo argomento non ..sono certo molte, anche in campo evangelico, Ponto più ci ha rallegrato di vedere uscire due scritti di diversa mole e carattere, che, .senza pretendere alcuna qualifica di grande originalità^ sono volti ad informare il lettore italiano sul fatto ecumenico. Se poi si tiene conto che si tratta di studi presentati da
due) confessioni che a tutt’oggi non fanno parte del Consiglio Ecumenico la cosa
è anche più rallegrante; la conoscenza dei problemi è un primo importante passo
verso la decisione di affrontarli.
condo cui vi è un « profondissimo senso
di .pentimento che oggi pervade il mondo
ecumenico per la situazione - anormale di
divisioni in cui la Chiesa si trova» (p. 8).
Altrove ¡1 Nostro asserisce che « il dialogo ecumenico testimonia una incertezza
ed insicurezza nelle chiese attuali, non
più asso’utamente sicure della bontà {noi
pieferiremmo dire dell’assolutezza) delle
proprie confessioni e chiese particolari.
Si pone la domanda se non si debba abbandonare anche le proprie tradizioni confessionali. Fedeltà alle proprie singole
chiese o alla Chiesa? » (p. 120'. Non bisogna tuttavia dimenticare che più volte
è stato riaffermato in "sede ecumenica che
non si può essere fedeli alla Chiesa di Cristo se non partendo dalla propria, concreta, chiesa particolare. Tuttavia il Bellini ritiene di poter concludere: « il Movimento dell’unità deve concepirsi solo come integrazione nella Chiesa vera ed una
che, in quanto tale, già esiste .(la Chiesa
di Roma. » ip. 121).
D’altra parte possiamo credere all’A.
quando afferma (die, da parte cattolica
non si tratta a di imperialismo, di intolleranza » (p. 130); ma che «soltanto motivi dogmatici tengono lontano la Chiesa
Cattolica dalla partecipazione al Consiglio
E'umenico delle Chiese; ossia è d’impedimento una data dottrina sull’unità della
Chiesa, unità da Roma asserita già integralmente presente nella sua Chiesa, come
realizzazione della preghiera di Gesù »
I p. 1311. E’ bene tener presenti questi fatti, ora che si apiproosima il Concilio Vaticano II, con tutte le false speranze ehe
esso ha fatto e fa sorgere. Nel complesso
po'Ssiamo dire che l’A. ha saputo affrontare il problema dell’esistenza dei « fratelli separati» senza preconcetti o .partiti
presi, pur rimanendo inequivocabilmente
fedele alla po'sizione del magistero cattolico che, per bocca di papa Giovanni XXIIl
ha ribadito che... il dogma non si tocca!
Il secondo scritto, opera di Franco Ronchi, emana dagli ambienti del battismo
italiano. Si tratta di un fascicolo di una
trentina di pagine che non ha la pretesa di
esaurire la questione ma che è «tato pubblicato con lo scopo di « dare una vista
d’insieme d’un movimento religioso certàmente notevole e degno d’esoer volgarizzato anche in .mezzo ai battisti italiani ». Va detto che nel settembre 1960 la
Aseemblea Generale dell’Unione Cristiana
Evangelica Battista ha votalo la .seguente
mozione; « Considerando il progredire
continuo dell’intesa ecumenica fra le varie confessioni cristiane in tutto il mondo,
l’Assemblea dà mandato ai Comitati di
nominare una Coinmiasione di Studio che
riferisca alla prossima Assemblea quale
posizione l’Unione Batt. It. potrebbe assumere nei confronti, del Movimento Ecumenico ». Se dunque lo scritto non è affai,
to riservato ai battisti è altresì vero che
esso deve servire essenzialmente a permettere loro di avvicinarsi ai principi ed ai
risultati dell’ecumenismo.
11 Ronchi, dopo aver spiegato il termine « ecumenico » e dopo aver mostralo
l’estremo fraziònamento del mondo cristiano attuale, presenta il Mov. Ec. come
tendenza a combattere questo frazionaménto. Viene riassunta con chiarezza la
storia delle varie Conferenze Ecumeniche,
sottolineando il graduale svilupparsi della
consapevolezza che Chiesa e missione sono una co>sa sola. Da qui la decisione, che
con ogni probabilità) sarà presa dalla Conferenza di Nuova Defili, di fondere il
Consiglio internazionale delle Missioni e
il Consiglio Ecumenico. Anche il Ronchi,
come l’autore precedente, sottolinea, che
la questione .deU’autorità del Consiglio
Ecumenico « è argomento favorito dei cattolici per dimostrare rimpossibilità del
tentativo ecumenico e il ritorno a Roma
come la sua unica soluzione» (p. 20). Del
resto una certa perplessità, a questo riguardo, è presente anche in seno al battismo, italiano e non. Si sarebbe anzi desiderato una presa dL posizione del Ronchi nei confronti di quel Movimento che
viene descritto con burrettezza, ma questo
gli è .stalo impedito dalla mancanza di
tempo e, forse, dal fatto che si è ancora
alla ricerca di un certo consensus che permetta di prendere una posizione comune
a lutti i battisti italiani.
Comunque sia la fatica del Ronchi porterà senza dubbio buoni frutti per la necessaria cono'Scenza di un Movimento che
ha ormai dimostratj^ abbondantemente la
sua vitalità. Giovanni Conte
Scuola Latina
Pomaretto
Doni e contributi alunni ricevuti fino al
15-5-1961: N. N. (Fontane) riconoscente
all'Eterno ringrazia 10.000; Ribet Marisa
iS. Germano Chisone) 2.000; Sappè Diego
(S. Germano Chisone) 2.000; Molinari Rita (Roma) 5.000;’ Enrico e Rita Pons (.S.
BartolomeoI 2.000; Peyran Ferruccio (Perrero) 6.000.
Alberto Bellini; Il Movimento Ecurhenico, Quaderni del clero; Presbyterium, 1960; pp. 178; L. 6fX).
Franco Ronchi; Il Movimento Ecumenico, cenni storici e principi direttivi - Il Messaggero Evangelico,
1961; p. 33.
OD (Dimana
m BBDiDa
dr Le chiese della Svizzera romanza
domandano 90 missionari per le giovani
Chiese d’oltremare: 25 pastori, 17 insegnanti, 4 medici, 23 infermiere e 21 ’tecnici’ (agronomi, contabili, farmacisti, costruttori, ecc.) per i 18 paesi in cui sono
all’opera le missioni svizzere. Anche il,
Consiglio, missionario della Chiesa riformata (Hervormde) olandese ha deciso di
inviare in Africa dei pastori, dei medici e
dei dirigenti giovanili. Questi aiuteranno
le Missioni di Basilea e di Parigi nell’edificazione delle giovani Chiese del Ghana,
Nigeria, Camerún e -Senegal. Questa collaborazione non concerne .solo i compiti missionari, ma pure Io studio dei problemi
posti daU’Islam in espansione. (Ricordiamo die la quasi totalità dei collaboratori
della Missione olandese si trova in Indonesia).
de 11 Consiglio ecumenico della gioventù
di Danimarca inviterà d’ora iti poi i membri delle ai8So.ciazioni « Giovani cattolici
danesi » a partecipare come oisservatori alle sue sessioni. « Dobbiamo prendere contatto, avere degli incontri e cercare di imparare a conoscerci e comprenderci », anche .se ci vorranno ancora centinaia d’anni
ner realizzare una unione fra Chiese protestanti e caltolico-roracna.
Dalle nostre comunità
BOBBIO PELLICE
•Ir Circa 20.000 partecipanti permanenti
della Germania occidentale e dell’estero
sono attesi a Berlino i>er il ’Kircbenlag’.
11 comitato preparatorio ha cliiesto ai protestanti berlinesi di mettere il maggior unmero possibile di alloggi a disposizione
degli ospiti.
•fr II premier indiano Nehru ha chiesto
agli indù di trattare giustamente i cristiani e i musulmani e le altre minoranze religiose in India, l cristiani sono indiani
come chiunque altro di noi — ha dichiaralo iti lina pubblica manifestazione. Devono godere di uguali diritti; spelta agli
indù vallare su di loro, creando un clima
di fiducia. Le minoranze fanno parie integrante del nostro popolo.
Per la prima volta Ben Gurion, premier i.sraeliano, ha parlato davanti ad un
pubblico cristiano, in occasione della seduta d’apertura, a Gerusalemme, della Conferenza mondiale delle Chiese pentecostali. 2.500 delegati di 28 paesi hanno partecipato a questa conferenza (19-21 maggio),
la più importante assemblea cristiana tenutasi finora in Israele.
Martedì 23 maggio abbiamo deposlo nel
cimitero di Bobbio Pellice la spoglia mortale del nostro fratello Artus Paolo fu Stefano deceduto nel suo 78o anno alla borgata di Malperlus. Da tempo la sua salute
era ma'lferma, ma ultimamente sembrava
che un miglioramento fosse intervenuto a
rassicurare i ¡suoi; purtroppo una trombosi
sopravvenuta domenica 21 nel pomeriggio
non poteva più essere neutralizzata e ne
segnava la fine. Alla vedova, ai figli, alle
figlie ed ai parenti tutti rididamo la nostra viva e fraterna simpatia criistiana in
quest’ora di lutto.
Al nostro culto tli l’émecoste una discreta assemblea è convenuta al culto ed
ha partecipato alla Santa Cena.
Domenica 28 maggio nel corso del nostro cullo è stala letta aU’Assemblea la relazione morale e finanziaria del Concistoro. L’assemblea ha in seguito deciso che
tutte le famiglie della parrocchia, con segnato tra parentesi il numero di' membri
comunicanti che in esse si trovano, compaiono nella relazione finanziaria dhe sarà
distribuita alia ripresa, contribuenti o non
contribuenti. Si è pure deciso, per eliminare vari inconvenienti che di anpo in anno si presentano, di chiudere i bilanci finanziari della Chiesa entro il mese di aprile, quando la popolazione non è ancora
salita ai fourest. L’Assemblea ha poi no
miiialo: i delegali alla Conferenza Distrettuale di Villar Pellice: signora Lina Geymonat e signor Bonjour G. Daniele; il
delegato al Sinodo: signora Grand Anna
(supplente sig.ra Bertinat Maddalena';
due revisori dei conti: i sigg- Mondon G.
Daniele Alberto e Calalin Giovanni.
Le prossime riunioni aH’aperto nel pomeriggio della domenica avranno luogo :
domenica 4 giugno, ore 15: Cruel; domenica 11 giugno, ore 15: Sarsenà; donrenica
18 giugno, ore 15: Rostugni; domenica 25
giugno, ore 15: Pralappia. In caso di tempo incerto o di cattivo tempo le riunioni
non avranno luogo. e. a.
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Fendila di Beneficenza. Sarà allestita domenica 11 Giugno alle ore 14,30 a cura
delle signore dell’U. F. Come in passato
il provento andrà a beneficio della nuova
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verranno ricevuti con riconoscenza al preebiterio. Raocomandiamo anolie di fare una
buona accoglienza alle collettrici che visiteranno i vari quartieri della parrocchia.
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Sottoscrizione in mem. sig. Paolo Rostan
( Pomaretto) : Ettore e Itala Beux (Torino)
2.000; Margherita e Speranza Grill (Poinaretto) 2.000; Mimi Matlhieu (Pomaretto) l.OÓO; Elsa Raima (Pomaretto' l.OOÓ.
A tulli i nostri ringraziamenti.
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