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ECO
DELLE VALLI VALDESI
prof.
ARIÌAND HUGON AUGUSTO
Case Wucve
TORRE PBLLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCII - Num. 33 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.300 per I’interno a Eco » e « Presenza Evangelica » Spedi», afab. postale - I Grappo 1 TORRE PELUCE — 24 Agosto 1962
Una copia Lire 30 1 L. 1.800 per l’estero interiKi L. 2.000 • €Äiero L. 2.800 Canffùo d’indirizzo Lire SO 1 Ammin. Chmdisna Torre Fellice - C.C.P. 2-17557
Sinodo Valdese 1962
Segni rallegranti di una apertura sociale, che non deve
scadere in attivismo, in cui si dà molto ma non l’essenziale
Cominciamo a riferire, con una
certa ampiezza, sui lavori della recente sessione sinodale: le ferie della
tipografia ci costringono a limitare,
ancora questa settimana, tale cronaca; ma forse non è male che i molteplici temi proposti al Sinodo vengano presentati gradualmente all'attenzione dei nostri membri di chiesa e di
tutti i nostri lettori.
"E' stato un buon Sinodo": frase
usuale, eppure nel complesso veritiera; giornate fitte di rapporti e discussioni: frequenza discreta, salvo la gran
fuga del venerdì pomeriggio, e malgrado il caldo piuttosto opprimente;
temi numerosi e di ampio respiro, affrontati con molto impegno e passione; risultato di decisioni non indifferenti. Molto merito ne va ai protagonisti di queste giornate: oltre che alla
Tavola, alla Commissione d’esame
(Pastori Giorgio Bouchard e Franco
Sommimi. Dott. Renato Giantpiccoli,
Prof. Roberto Jouvenal), che ha presentato un rapporto di alto livello spirituale e al tempo stesso di un’invidiabile e circostanziata precisione,
spina dorsale dei lavori sinodali; al
Seggio del Sinodo, e in particolare al
Presidente Past. Umberto Bert e al
Vice presidente Dott. Daniele Rochat,
che si .sono alternati nel compito spesso arduo e sempre faticoso di dirigere le discussioni e guidare l’ordine dei
lavori. E’ proseguita la buona iniziativa di distribuire il testo ciclostilato
dei principali ordini del giorno, in
modo che i membri del Sinodo li avessero sottocchio man mano che si discutevano.
Tuttavia, si è constatato una volta
di più quanto .sia difficile il lavoro di
un Sinodo che si è fatto sempre più
numeroso (166 membri, quest’anno),
che non sempre è preparato, nel suo
complesso ( e non soltanto per cattiva volontà): perdita di tempo, silenzio ostinato di molti, discussioni interminabili e non tutte di alta qualità.
Naturalmente, neppure questa volta
si è avuto tempo di discutere (come
Sotto i castagni e... un po^ di pioggia
LA FESTA DEL XV AGOSTO
all'Diverso di Tillar Pellice
del resto di molti altri temi) circa la
revisione dei lavori sinodali; ma la
Commissione d’esame ha presentato
interessanti proposte, che desideriamo
pubblicare in uno dei prossimi numeri, perchè ci pare che valga la pena
meditarle e discuterle. Vari temi di
ordine generale hanno ancora dovuto
esser rinviati. Un momento di particolare interesse è stato il dibattito sui
rapporti con il cattolicesimo: ne è
scaturito un Me.ssaggio alle Chiese,
che pubblicheremo.
Non potendo subito riferire su tutto, notiamo comunque che fra le ’’novità" di questo Sinodo è stato il riconoscimento — sia pur molto discusso
e non unanime — del pastorato femminile; la nomina del Past. Bruno
Corsani a titolare della cattedra di
Nuovo Testamento presso la nostra
Facoltà di Teologia; una rinnovata
volontà di integrazione e non solo di
collaborazione con la Chiesa Metodista, che accede quest’anno alla piena
autonomia; è .stato lungamente dibattuto il problema della nostra stampa
periodica ; la fusione, di fatto, di LUCE e ECO è .stata nel complesso approvala, anche .se non .si poteva non
notare che non rispondeva, come del
resto la creazione di PRESEJSZA
EVANGELICA, alle decisioni sincdali degli anni scorsi; la situazione finanziaria, relativamente al bilancio di
quest’anno è discreta, ma continuano
a pesare i debiti del passato.
Su tutti questi punti daremo più
ampi resoconti, e così pure sulla situazione dei nostri Istituti di Istruzione e di Assistenza, e su varie altre
questioni, come la presenza evangelica alla radio e alla televisione italiana, l’attività del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d’Italia.
Facciamo notare che, nei nostri resoconti, citeremo ampiamente i due
documenti che costituiscono la trama
dei lavori sinodali: il Rapporto della
Tavola {R.T.V.) e la Relazione della
Commissione d’esame (R.C.E.).
La l(K-alilà dal nome grazioso di Fìenminuto scelta per la festa del XV d’ago«to
airinverso di Villar Pelliee, sotto maestosi castagni, vicino ad una comoda strada
carreggiabile e ad un freechissimo e vivace ruscello non poteva essere migfiore;
nè migliore ^teva essere l’organizzazione
dell’infaticabne pastore Geymet e dei suoi
validi collaboratori, che si manifestava sin
dairingresso alla zona jcon frecce indicative situate nei punti strategici, e con opportuni parcheggi per mezzi motorizzati;
e poi man mano in vari altri modi: il
palco degli oratori riccamente ornato di
fronde; gli altoiparlanti efficaci; il huffet
guernitissimo situato nei vasti ambienti di
una casa in costruzione, che semlwava sorgere apposta per Toccasione; i banchi di
libri della Claudiana ; le lotterie fatte secondo un sistema modernissimo, tanto più
attraente quanto più incomprensibile a
prima vista; i giovani per il servizio d’ordine. Molti giovani, tutti gli zelanti unionisti di Villar Pellice sempre pronti ad
im^pegnarsi per la loro chiesa, tanto è vero
che sono riusciti persino a formare un
complesso strumentale di trombe loro pro.
prio, il quale si rivela assai utile, soprattutto in occasione di feste aU’aperto, per
raccotupagnamento dei cantici.
Ogni cosa era perfetta, dunque; anche
l'affluenza in massa di una grande quantità di gente da tutte le parti della valle,
in auto, in motorette, a piedi; famiglie
intere, liete comitive, tutti in festa, tutti
sorridenti, avendo dimenticato, per un
giorno almeno, gli alfannì e le ansie della
vita per la gioia dell’incontro fraterno
sotto lo sguardo del Signore.
Assai meno perfetto, invece, il tempo
che in breve ora, da liuninoso qual era
al mattino, a poco a poco s’incupi, diventò grigio e stizzoso, mandò una spruzzatina di pioggia inopportuna sulla gente seduta ed attenta sotto i castagni; e poi in
ultimo, vedendo ohe malgrado i suoi sforzi, non riusciva a disturbare la grande assemblea nè a distrarne il raccoglimento,
si fece collerico; sospinse nella valle folate di vento che squassarono i vecchi alberi, sconvolsero chiome e gonne, fecero
volare ombrelli e tendaggi imdwowisati,
rotolare bottigliette di birra messe al fresco nel ruscello, stemutire le signorine
esposte alle correnti d’aria nei cameroni
del buffet, e provarono persino a disperdere lontano la voce del predicatore...
Cosi, infine, fu necessario rassegnarsi e
sospendere la riunione mattutina per pranzare in anticipo. Ma l’assemblea, che si
era dovuta sciogliere tanto a malincuore.
Dm Duova strategia p la nostra Chiesa
« Nella relazione di quest’anno e soprattutto nelle relazioni delle ohie^ e
delle Conferenze distrettuali colpisce
un tono profondamentte mutato nei rispetti delle relazioni degli anni precedenti — cosi il rapporto della C. E. —
Mentre in queste dominava un cOTto
senso di scoraggiamento e di pessimismo, quest’anno la relazione è caratterizzata dalla nota dell’ottimismo e
della gioia. Ci si chiede cosa vi sìa di
così profondamente mutato nel corso
di un anno e se non si debba ascrivere questa oscillazione di tono e di valutazione della vita della Chiesa a fattori psicologici collettivi. Non crediamo.
«... ora, in molti settori della Chiesa, si sta delineando una nuova vitalità : una esigenza di e^rimere la propria fede mediante un impegno di carattere sociale, aderente alle necessità
del popolo in mezzo al quale siamo
chiamati a vivere. Si potrebbe dire che
giunge ora sul piano delle nostre
comunità quel desiderio di usci
tr tiiMumuuiiiiiiiiHiMm
COMUNICATO
La Tavola Valdese proclama la vacanza della chiesa di Rorà. La nomina del nuovo Pastore titolare dovrà
farsi ai termini degli articoli 14 - 15 16 - 17 - 25 e 26 dei Regolamenti
Organici.
Ermanno Rostan
Moderatore della Tavola Valdese
Torre Pellice, 17 Agosto 1962.
re dagli schemi classici della vita parrocchiale, che si era mostrato anni fa,
talvolta in modo un po’ ix>lemico, fra
la gioventù che partecipava alla costruzione di Agape. La comunità si
apre sul mondo circostante e si impegna con svariate espressioni di vita
sociale. Se l’opera di Riesi, iniziata da
pochi mesi, ne è un esempio caratteristico, vediamo con meraviglia e con
gioia fiorire le opere sociali di Palermo, Messina, Orsara, Cerignola, Firenze, Verona e altre ancora... Questo
nuovo slancio è ciò che c’è di più caratteristico nella vita delle nostre
chiese in questi ultimi tempi e si comprende che le relazioni lo annotino
con gioia e con speranza per il futuro.
« Mentre anche noi partecij>iamo alla gioia per questi segni promettenti,
vorremmo proporre all’attenzione di
l'utti il pericolo a cui questo genere di
attività si presta: cioè un attivismo
sociale in cui si dà molto, ma non si
dà l’essenziale, il me^aggio della Parola. Questo non lo diciamo certo per
la situazione presente, ma piuttosto
per il prossimo futuro. Ogni azione
della vita della Chiesa e del singolo
credente dev’essere mossa e diretta da
una chiara fedeltà alla Parola di Dio.
Detto questo, sottolineamo l’importanza di questa nuova e preziosa manife
stazione della vita della nostra Chiesa e vogliamo sperare ohe quello che
vediamo oggi sia il principio di una
fioritura di opere benedette che siano
l’espressione viva della presenza della
nostra Chiesa nel nostro popolo e testimonianza umile e fedele a Comi
che è Signore della Chiesa e del mondo» (R. C. E.).
La stessa nota di allegrezza e di ammonimento si trovava nel rapporto
Gruppi raccolti sotto i castagni di "Fien minuto .
(foto R. Jabier)
della Tavola : « Non c’è presenza reale se manca il senso della vocazione e
della missione. Diceva un cristiano
giapponese a New Delhi: ’Le Chiese
debbono aprire gli occhi e gli orecchi
per discernere ciò ohe Cristo sta compiendo in questo mondo in trasformazione per restaurare una vera umanità. Il nostro compito non è di aggiungere un’altra luce umana, per quanto
risplendente essa sia, alle luci che già
brillano nel mondo; ma di additare
oggi, nella totalità del corpo di Gesù
Cristo, la LUCE DEL MONDO in tutti i campi della nostra vita’. L’essenziale per la nostra Chiesa non è di sopravvivere alle difficoltà e agli avvenimenti della storia, ma di far risplendere la luce di Cristo con i doni
che il Signore riraiova di generazione
in generazione» (R.T.V.).
Ed ecco ora alcuni punti, particolarmente proposti all’attenzione del Sinodo dalla T. V. e dalla C. E., e su cui
i! Sinodo si è fruttuosamente soffermato.
Le vaiti valtlesi
La T. V. esprimeva «l’esigenza di
una strategia evangelistica che tenga
conto delle trasformazioni sociali avvenute o in corso di sviluppo in certi
settori della nazione»: e le Valli sono
esemplari in tal senso.
La C. E. ha dedicato un ampio paragrafo della relazione a questo tema,
e ci pare buona cosa riportarlo ampiamente:
« Da molti anni, ormai, si parla con
insistenza della necessità di adeguare
le nostre strutture alla mutata situazione del primo Distretto. Allo scopo
(continua in 2.a pag.)
non s’allontanò molto: eravamo venuti
per stare insieme e non volevamo lasciarci così presto; rimanemmo vicini gli uni
agli altri, a gruppetti, tra grida gioconde
di bimbi, richiami, brevi acquaz/.oni, letizia e sereno conversare.
♦
Quando il culto ebbe inizio alle ore 10
con un inno accompagnato dalle trombe,
si potevano contare nell’aescsublea ben
diciotto pastori, tre diaconesse, due anziani evangelisti della Chiesa Valdese, noncliè due nostre missionarie; nel pomeriggio poi giunse anche il Moderatore. Forse
questa festa del XV agosto ha battuto il
record per le presenze dei pastori valdesi.
Vi erano inoltre alcuni pastori e diaconesse della piccola comunità tedesca ospite della Miramonti, ed alcuni pastori e
missionari francesi.
Il pastore di Genova Aldo Sbaffi e il
pastore di Luserna S. Giovanni Roberto
Jahier svolgono la parte liturgica del culto; quindi il pastore Geymet ci dà un messaggio su queste due parole della Scrittura: « (Juanto è bello e piacevole che fratelli dimorino insieme » e « Non temere,
0 picco] gregge ».
La vita del credente non è esente dal
timore: noi abbiamo timore delle cose che
accadono nel mondo, guerre rumori di
guerre disgrazie ecc.; abbiamo timore di
dare la nostra testimonianza evangelica;
abbiamo timore e sollecitudini ansiose per
la -vita nostra. La Scrittura però ci dice
chiaramente: « non temete », e questa parola è apportatrice di benedizione, è incoraggiamento, è bene prezioso che Ita
sempre aiutato e sorretto molti credenti.
1 momenti in cui il Signore ci è stato vicino e ci ha confortati sono come gemme
sul nostro cammino, da conservare gelosamente. L’inno « Forte Rocca è il nostro
Dio » viene cantato una prima volta dall’assemblea, e jona seconda volta in tedesco dalla comunità della Miramonti.
C’è appena il tempo di udire alcuni
brevi messaggi di saluto e poi ecco la
pioggia ed il vento...
* « *
Ma non passa molte tempo che siamo
già tutti nuovamente seduti di fronte al
palco degli oratori, in attesa: si può dire
che la giornata è veramente sotto il segno
dell’amore fraterno e del desiderio di rimanere uniti, malgrado le piccole contrarietà meteorologiche; e se alcuni si alzano, si spostano, scrutano dubbiosi il cielo,
ciò non disturba, pereliè l’attenzione di
ognuno è ben desta e tesa ad ascoltare.
Il primo oratore del pomeriggio è il
pastore Renzo Bertalot, tornato l’anno
scorso dal Canadá, il quale ci intrattiene
su quello che si può definire rargo.inento
del momento: «I cattolici e noi». Egli ci
invita ad un dialogo con i cattolici che
non sia basato nè sulla superficialità, nè
sulla polemica, ma su di una ricerca di
maggiore comprensione.
Udiamo ancora un coro di tedeschi diretti dal pastore Fritz Allinger di Pforzheim (nel Baden), membro del Comitato
dei V'aldesi di (Jermania e uno dei fondatori della casa d’ospitalità Miramonti;
quindi il pastore Alfredo Janavel della
chiesa di Nuova York sale sul palco, accolto da un caloroso applauso, per recarci
il saluto delle comunità sorelle degli Stati
Uniti. 11 pastore Janavel ottimisticamente
c’invita tutti a restituirgli la visita a Nuova York in occasione di una grande fiera
die vi sarà laggiù fra due anni. Il suo ottimismo sulla nostra possibilità di realiz
zare un viaggio simile proviene dal vedere tante automobili nei parcheggi all’intorno: i Valdesi delle Valli godono oggi
di un benessere mai conosciuto negli anni paissati, e il pastore Janavel ci lascia
un’esortazione di cui dovremmo fare tesoro : « Non dimenticate il Signore nel
tempo della prosperità ».
Vi è un vecchio inno valdese che ripete
il nostro motto « Lux lucet in tenebrie »
che i tedeschi hanno imparato dai valdesi emigrati nel 'Wurlemberg, e che oggi
essi ci riportano alle Valli, con la sua antica semplice melodia, simile ad un grido
di battaglia, ad un appello alla testimonianza. Sottovoce rassemblea cerca di seguire il coro tedesco nel ritornello « Lux
lucet in tenebrie»: è un canto nostro,
forse solo sopito nel cuore, ma che già
conosciamo. Ed ecco ora il pastore Tullio
Vinay, molto atteso, che viene a parlarci
dell’opera di Riesi. La pioggia vuole ricoiminciare a darci noia, ma che importa?,
nessuno le bada, nessuno si muo-ve; l’oratore ci trasporta con lui in un mondo lontano, arido come il Sahara, sconsolato, tragico, fatto di « carusi » chiassosi ed indisciplinatissimi, abbandonati per le strade
tutto il giorno tra l’immondizia, di miseria, di violenza, di lutto continuo, ove
l’amore di Cristo, l’agape, è sconosciuto.
Un mondo ove il pastore Vinay ed il suo
piccolo gruppo di « zelanti nel Signore »
lotta eroicamente per fare conoscere un
raggio almeno di questo meraviglioso
amore.
Il pastore Vinay a noi che Tascoltiamo,
rammaricandoci di non poterlo aiutare
più validamente nella difficile opera intrapresa, porge subito un conforto ricordando che egli ed il suo gruppo sono a
Riesi gli inviati della Chiesa Valdese. Cosi
infatti pregava il pastore di Massello l’anno scorso al momento del commiato da
queste truppe di punta della nostra chiesa: « noi li mandiamo a Riesi, essi saranno i nostri rappresentanti laggiù »; di poi
le parrocchie delle Valli hanno sempre
cercato di collaborare fattivamente all’opera riesina con numerose offerte.
La Sicilia è una zona depressa nella
quale non vive un popolo primitivo, ma
un popolo sul quale sono passate tutte le
civiltà del Mediterraneo lasciandolo stanco, senza speranza, senza entusiasmo, cupamente rassegnato, molto più difficile da
scuotere e da far risorgere che non un popolo veramente primitivo. La Chiesa di
Cristo non può lasciare la gente senza speranza in situazioni di vita impossibile.
A Riesi vi sono circa 20.000 abitanti
( 4.000 uomini sono partiti nel 1061 per
lavorare in Germania), che vivono con una
media di 5 persone per stanza; i ragazzi,
come gli adulti, agiscono per impulso non
per ragionamento; non hanno nessun orario nè per i pasti nè per il sonno, nessun
sistema di vita, nessun controllo, nessuna
educazione. Gli operai guadagnano poco,
i minatori un po’ di più, ma il loro lavoro è talmente pericoloso che le donne
dicono : « andare in miniera è come andare alla guerra ». La vita politica ed amministrativa della regione è molto difficile
e complicata. Il 61% della poipolazione è
analfabeta per povertà, per mancanza di
responsabilità dei genitori, per tradimento
della classe media; gli insegnami non fanno il loro dovere, mancano le aule. In
tutti i circoli cittadini, siano di operai,
di minatori o di intellettuali, si fa soltanto
e sempre una medesima cosa: si gioca a
carte. Manca l’assistenza medica efficiente.
(continua in 4.a ¡tag.)
2
pag. 2
N. 3S — 24 iHSoeto 1962
Sacàipcostituita alle Valli
comunità: Villar Perosa
Esigenza vocazionale e
impegno di forze laiche
(Ma non facciamo soltanto una ‘‘^parrocchia,, di più !)
(segue dalla l.a pag.)
di chiarire lo stato della questione, la
C. ha svolto una breve indagine statistica, in base ai documenti disponibili; per avere dei dati omogenei, abbiamo scelto come termini di raffronto gli anni 1873 e 1961, e abbiamo poi
suddiviso le Valli in due zone, per motivi iacilmente inttiibili: fascia delle
alte Valli (Borà, Bobbio, VlHar Penice, Angrogna Serre e Oapoluogo, Pra
rostino, Pramollo, Chiotti, Ferrerò.
Massello, BodOTetto, Prali) e fascia
delle basse Valli (Torre P., S. Giovanni, S. Secondo, Pinerolo, S. Germano,
Pomaretto).
« Orbene, nel 1873, 8227 Valdesi risiedevano nella fascia delle alte Valli ed
erano curati da 11 pastori, nella ragione di 747 membri per ogiìi pastore.
Nelle basse Valli vivevano 4.270 Vaidesi, con 6 pastori (711 membri i>er
ogni pastore). Come si vede, si trattava di una distribuzione piuttosto equilibrata delle forze ecclesiastiche. Nei
1961 il quadro è radicalmente cambiato; nelle alte VaUi risiedono solo più
5.084 Valdesi, ma ora essi sono curati
da 12 pastori, in ragione di 423 membri per ogni pastore. Viceversa i Vaidesi delle basse Valli sono saliti a
6.195, ma sono curati da soli 8 pastori,
in ragione di 768 membri per ogni pastore. L'equilibrio ottocentesco è crollato, e i pastori delle basse Valli hanno ora un carico di cura d’anime quasi doppio rispetto a quelli delle alte
Valli; e, com'è noto, questo squilibrio
si va aggravando di anno in anno.
« La C. si rende ben conto ohe questi nudi indici statistici non esprimono ohe l’aspetto più superficiale della
realtà. Dietro queste dire sta infatti,
fra l’altro, la crisi ddle nostre parrocchie: è questo un punto sul quale
siamo da tre anni divisi : chi vede del
tutto superata questa struttura, chi vi
SI aggrappa vedendovi una garanzia
di solidità, di continuità con il passa
to e di efficacia del ministero pastora
le. Ma quello che è fuori discussione
è il fatto ohe la maggior parte delle
parrocchie delle Valli erano nell’Ottocento comunità a misura d’uomo (sia
per i membri, sia per il pastore) ed
ora non lo sono più: alcune si sono
talmente hnpoverite da essere solo più
dei monconi di comunità; le altre si
sono talmente gonfiate da essere ormai un conglomerato di comunità, o
una semplice raccolta di famiglie non
più inquadrate nel sistema parrocchiale ereditato daU’Ottocento e contenute più o meno bene nei limiti di convenzionali circoscrizioni ecclesiastiche. Un altro fatto nuovo rispetto al
l’Ottocento è che un buon quinto dei
Valdesi delle basse Valli vivono ormai in situazione di minoranza (Bricherasio, S. Secondo, Porte, Villar Porosa e molti comuni della pianura) e
nanno perciò bisogno di una cura pastorale molto più intensa.
«La C. è dei parere ohe una parte
del disagio di cui soffre il 1« Distretto
sia dovuto a questa situazione di squilibrio, avvertito da tempo: per es. la
controrelazione del 1954 chieaeva « più
pastori alle Valli». Quei desideri sono
stati esauditi: la parrocchia di S. tìecondo è stata creata, e un secondo pastore stabile è stato concesso prima a
Torre Pellioe e p>oi a tì. Giovanni. Si
tratta dunque semplicemente di procedere sulla stessa strada, il pnmo
passo da compiere è, come la ’lavoia
stessa ha chiaramente veduto, la creazione della parrocchia di Viiiar Perosa. Il nucleo essenziale della futaira
comunità sarebbe costituito aai quartieri di Villar Perosa e Ohenevieres,
attualmente appartenenti alla parrocchia di S. Germano, dal quartiere di
Vivian 6 dalla zona del Dubbione, attualmente appartenenti alla parrocchia di Pomaretto. Nell’insieme si
tratta di circa 300 membri di chiesa,
con un contributo alla Cassa Centrale
di almeno 600.000 lire. Se si tiene conto ohe 2/3 di queste persone vivono in
una situazione di minoranza, con famiglie prevalentemente miste, l’opportunità di creare una parrocchia al Villar appare fuori discussione (tanto più
che in questo modO' le due grosse parrocchie confinanti verrebbero un poco alleggerite) ».
Biconoscendo la probabile impossibilità, per la Tavola, di destinare fin
da quest’anno un pastore a Villar Perosa, la C. E. chiedeva tuttavia che
« questo intervallo venisse utilizzato
per studiare il miglior modo di risolvere il problema di Villar Porosa; appare ormai chiaro che il lavoro non
comincerà con la costruzione di un
tempio, e ciò è bene ; una comunità in
formazione deve convogliare tutte le
energie in vista della sua interna
strutturazione spirituale, e non polarizzarle su problemi edilizi e finanziari. Ma ci domandiamo se non si potrebbe procedere oltre in questa via:
la Tavola e la Commissione distrettiaale dovrebbero studiare, eventualmente in collegamento con la Comm.
Perm. Ministeri, la possibilità di reincamare in forma nuova a Villar Perosa il vecchio sistema quartaerale e parrocchiale, stimolando quella chiesa a
darsi nuove forme di vita comunità
ria, adeguate alla diversa situazione
sooiol(^ca. In tal modo l’esperimento
di Villar Perosa potrebbe avere il valore di xm esi>erimento-pilota in vista
della soluzione dei problemi ecclesiastici del I® Distretto.
« Infatti altri problemi analoghi si
presenteranno anche altrove, e a breve scadenza, ad es. nella zona intermedia fra le due parrocchie-giganti di
Torre Pellice e S. Giovarmi (AppiottiPralafera) e, più tardi, nella zona industriale e residenziale della pianura
pinerolese. Occorre comrmque che nella soluzione dei problemi locali si tenga presente la necessità di una politica generale i>er l’intero I® Distretto,
che è sempre il più importante della
nostra Chiesa. In questo senso le indicazioni emerse daH’ultima Conferenza Distrettuale, nonché dalla relazione della Commissione distr., sono
estremamente preziose; ravviamento
verso una soluzione tii» «presbitèri»
cl pare debba essere incoraggiata a
fonido. Nel quadro dei tre naturali
presbiteri valligiani (Val Germanasca,
Val Pellice, Val Ohisone) va studiata
non solo la creazione di nuove comunità, come Villar Perosa, ma anche la
soluzione dei problemi jwsti dalle vecchie, gloriose parrocchie di alta-montagna, ohe sono state stroncate da una
massiixìia emigrazione. Per quanto
tempo ancora la Tavola potrà, in coscienza, dedicare un uomo a pieno
tempo a chiese che hanno si e no 200
membri comunicanti? e quando .si
giungerà alle conclusioni ohe sono imposte dalla logica dei fatti, le piccole
parrocchie verranno semplicemente
abbinate ad ima chiesa maggiore, e
perciò automaticamente trascurate
dai pastori incaricati del doppio servizio? ». Occorre preparare « un piano
per giungere ad una nuova ripartizione delle forze pastorali dalle Valli, in
modo da non avere nè sprechi di energie né chiese ridotte allo stato di cenerentola... Certo, nessun ridimensionamento potrà essere imposto dall alto, ma i previsti incontri di Concistori potranno fornire una buona base
democratica e di controllo alle eventuali decisioni; le parrocchie più deboli dovranno ricevere le dovute garanzie ».
Se, sulla scia della C. E. e del dibattito sinodale, dedichiamo tanto spazio
a questo problema, è perchè si tratta
dell’aspetto particolare di un complesso di problemi generali, connessi fra
loro: la profonda trasformazione interna di tante nostre comunità; lo
scardinamento di fatto — dietro la secolare facciata — della struttura parrocchiale con le sue « attività », facente perno sul pastore più che sulla Parola di Dio ( sono due cose diverse);
l esigenza, ancora non sufficientemente chiarita nei suoi termini e nelle sue
prospettive, di un rinnovamento di testimonianza e di vita comunitaria che
si manifesti pure in un coerente rin
novamento di strutture. La discussione sinodale è stata lunga e accalorata, rivelatrice di quella ’divisione’ cui
accennava la C. E. Ora, se è vero, come parecchi hanno fatto notare, che
la futura chiesa di Villar Perosa non
sarà una chiesa «nuova» ma semplicemente la risultante di una nuova
ripartizione territoriale, se è vero ohe
non è ben chiaro che cosa si intenda
per nuove strutture, e che non si deve
dare alia costituenda comimità la
spiacevole impressione di trattarla come cavia da esperimenti, è però rallegrante che molti avvertano intenso il
desiderio di non riprodurre semplicemenite una nuova «parrocchia» proprio nel nostro tempo che vede profonda la orisi della parrocchia. Sia
dunque questo-, cwne i futuri, un anno di studio e di ricerca volenterosa
e fiduciosa, non di strutture per le
strutture, ma di nuove vie di vita comunitaria cosciente, responsabile, stimolante ad una testimonianza efficace nell’ambiente. E’ stato *sottolineato
come la nuova comunità avrà una particolare coesione sociologica, in quanto le sue famiglie graviteranno, in misura più o meno completa, intorno ad
un grande complesso industriale; una
delegata faceva notare il grave problema della scristianizzazione, forse
particolarmente marcato neU’ambiente operaio, e ricordava che «operai
della Tavola» e «operai della fabbrica» vivono in due mondi totalmente
diversi; agli operai bisogna mandare
gente del loro stesso mondo: ecco un
meraviglioso programma di testimonianza per tutti i credenti operai della futura comunità!
Al termine del dibattito è stato votato quasi aH’unanimità il seguente
o.d.g. :
Così la Tavola nel suo rapporto:
« Nella nostra Chiesa il discorso sui
ministeri contìnua ad essere vivo e
attuale. In ottemperanza al deliberato sinodale dell’anno scorso la Tavola ha incaricato un operaio qualificato di dirigere il Centro preparazione
ministeri (Agape). L’attività di quel
Centro è per ora soltanto agli inizi;
perciò non possiamo ancora valutarne tutti i risultati, ma ci auguriamo
che essi possano essere fruttuosi e benedetti per la Chiesa nel suo insieme.
La vocazione al servizio dev’essere vista in un quadro anche più ampio come un rinnovamento della nostra ubbidienza a Oisto, neila riscoperta dei
doni dello Spirito, per il servizio di
Cristo, nella Chiesa e nel mondo. C’è
una dottrina dei ministeri che è indispensabiie alla Chiesa ma ci dev’essere anche la gioia e la buona volontà
di servire il Signore, col cuore oltre
che con la mente, secondo la varietà
dei doni ricevuti».
Per parte sua, la C. E. : « Avendo visto ancora una volta quante possibilità e necessità urgenti stanno davanti
all’opera della nostra Chiesa, vorremmo esortare la Tavola ad essere più
coraggiosa neU’assumere delle forze
laiche al suo servizio in certi settori
deH’attività della Chiesa. Abbiamo
notato delle incertezze a questo riguardo nel corso dell’anno passato. E’
utile che queste forze laiche, ohe si offrono alla Chiesa, siano impiegate secondo i doni specifici, affinchè questi
doni , che sono la ricchezza della
Chiesa, non vadano perduti e i pastori possano consacrarsi interamente alla predicazione dell’Evangelo ».
E’ però un fatto ohe c’è, fra noi, una
forte carenza di spirito di senrizio;
due segni abbastanm sintomatici: la
grave scarsità di vocazioni pastorali,
in questi ultimi anni; e U silenzio di
tomba in cui è caduto l’appello dia
conale per im servizio anche temporaneo nei riostri Istituti. E’ tempo, per
tutti, di far silenzio davanti all’^erno e, cessando il nostro chiacchiericcio « vocazionale », di ascoltare veramente quando il Signore ci chiama; e
poi aprire larga la porta aUe forze laiche che avranno davvero risposto.
RICHIESTA
fotografia
Ancora una volta mi permetto di
rivolgermi agli amici della Chiesa Valdese sollecitando, se possibile, l'invio di alcune fotografie aH'Ufficio della Tavola Valdese. Interesserebbero
soprattutto le fotografie in bianco e
nero, o le diapositive a colori, della
inaugurazione del Tempio di Prali,
dell'apertura del Sinodo e delle riunioni del XV Agosto. A quanti vorranno collaborare in questo servizio
utile alla Chiesa, esprimiamo la nostra riconoscenza. Le spese verranno
rimborsate.
Indirizzare a : Past. Ermanno Rostan - Casa Valdese - Torre Pellice
( Torino ).
Vocazioni missionarie
« Il Sinodo invita la Tavola, la
Commissione Distrettuale e i Cloncistori interessati a curare la creazione della nuova parrocchia di
Villar Perosa entro il prossimo anno ecclesiastico e in particolare incarica la Commissione Distrettuale
di studiare congiuntamente con la
Tavola le solurioni più idonee per
creare forme adeguate di vita comunitaria ».
Sul problema gènerale viene quindi
proposta alla Tavola la seguente raccomandazione :
« Il Sinodo, consapevole della necessità di adeguare le strutture ecclesiastiche alla mutata situazione
sociale delle Valli Valdesi, invita
la Tavola a studiare, d’intesa con la
Commissione Distrettuale, una
nuova ripartizione delle forze pastorali del I® Distretto nel senso
che i pastori delle parrocchie meno numerose abbiano un impegno
concreto nelle parrocchie appesantite dairimmigrazione ».
Il Sincdo si è soffermato un momento, non senza emozione, sul fatto
che la vocazione missionaria è stata
di nuovo udita, ultimamente, nella
nostra Chiesa. Anche se neppure quest’anno ha potuto riferire la Commissione sinodale incaricata di studiare
la posizione giuridico-ecclesiastica dei
pastori vaidesi che partono per campi missionari, e se non ha potuto essere approvato l’o.d.g. presentato nel
corso della discussione, secondo cui il
pastore missionario dovrebbe restare
nei ruoli delia Chiesa Valdese e a suo
carico arwjhe finanziariamente (si è
fatto notare che il missionario...
avrebbe due padroni: la Chiesa Valdese e la Società missionaria; anzi, il
Missionario B. Coisson ha sottolineato ohe i padroni... sarebbero tre! in
quanto ormai in quasi tutti i campi i
missionari sono alle dipendenze delle
giovani Chiese, che via via assumono
la loro piena autonomia); malgrado
ciò è stato commovente sentire che il
Sinodo avvertiva il valore di un rinnovato e più intimo legame fra la nostra Chiesa e la Missione, e votava
con calore il seguente o.d.g.:
gnorine Laura e Paola Nisbet per
un servizio nel campo delle missioni evangeliche in Africa,^ invoca su
di loro e sulle loro famiglie le divine benedizioni.
Espressamente è stato unito in que
sto pensiero fraternamente solidale il
Fast. Bruno Tron; ed è auspicabile
che si trovi presto il modo di mante
i.ere con questi missionari, che parvono di mezzo a noi e a nome nostro, dai
vincoli che non siano puramente affettivi ma sottolineino la loro appartenenza alla nostra Chiesa.
CULTO RADIO
Il Sinodo, profondamente grato
a Dio per la vocazione rivolta al
Pastore Giovanni Conte e alle Si
li Servizio Culto Radio del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d'Italia comunica che a partire
da domenica 26 agosto il Culto Evangelico sul programma nazionale della
RAI verrà trasmesso alle ore 7.40,
per la durata di 15 minuti esatti. Siamo lieti di questa comunicazione e ci
auguriamo che la trasmissione non
subisca ulteriori continui spostamenti.
IL SINODO IN BDEYE
PENSARE AGLI ALTRI
Sebbene diciamo spesso e volentieri che più felice cosa è dare ohe ricevere, in
pratica noi preferiamo assai ricevere che dare... Ma questa esigenza di offrire è
stata avvertita dal Sinodo: su invito della Tavo-la, è stato votato per aoclamazioine
il seguente o.d.g.: - 1
li Sinodo, nella riconoscenza a Dio per tutte le sue grazie e in particolare
per il dono della riscoperta della solidarietà concreta della Chiesa Universale, invita tutte le comunità ad attuare in misura sempre maggiore questa
solidarietà; in questo spirito, invita la l'avola a istituire una colletta da
inviarsi alla Chiesa Riformata di Francia in favore della ClMiADE per la sua
opera di soccorso in mezzo ai rifugiati algerini.
LA MALATTIA DEL RINVIO
Da anni i nostri Sinodi sono afflitti da un male ohe sta diventando cronico
queUo del rinvio. Infatti, uno degli aspetti più importanti dei lavori sinodali
dovrebbe esser quello della discussione delle relazioni di commissioni ad referendum, incaricate dal Sinodo di studiare temi di particolare attualità; ma passano gli
anni, e molte commissioni invecchiano senza aver potuto presentare il proprio rapporto. Diamo qui l’elenco di queste commissioni, fra parentesi la data della loro
coetiluzione : 1) Commissione di studio sulla situazione dei pastori in missione e dei
missionari (1959); 2) Comm. sui problemi della diaspora (1959); 3j Comm. sul riordinamento distrettuale (1960); 4} Comm, sulla rijorma dei lavori sinodali, per commissioni (1960); 5) Comm. Ecclesiologica (1961); 6) Comm. sulle contribuzioni
(1961); 7) Comm. sulla Costituzione Unitaria della Chiesa Valdese (Italia e SudAmerica) (1961); 8) Comm. sui battesimi cattolici di bimbi evangelici (1961). Forse
mettiamo troppa carne al fuoco, ma è un vero peccato ohe il Sinodo non riesca ad
affrontare con snificiente rapidità e tempestività i temi d’attualità che gli si presentano; mai come quest’anno si è sentito come urga la riforma dei lavori sinodali.
SERATE SINODALI
Oltre la serat-a della Società di Studi Valdesi — di cui abbiamo riferito sul
numero scorso — e oltre a due serale di lavori: una dell’assemblea sinodale e una
del Corpo pastorale (durante quest’ultima i delegati laici si sono riuniti per conto
loro), si sono avute due serate pubbliche: nel corso della prima hanno parlato il
Itasi. Pierre Bourguot e il past. E. Ayassot, intorno all’attualità ecumenica e in particolare ai limiti dell’aecumenismo» cattolico; nel corso della seconda è stato offerto,
a Villa Olanda, un ricevimento fraterno ai delegati esteri.
AUTONOMIA RINVIATA
li ricono-scimento deU’autonomia della Chiesa Valdese di .Napoli è stalo rinviato, in attesa che si risolva la crisi che ha travagliato quella comunità — e la pacificazione è bene avviata; il Sinodo, raccogliendo l’invito della Tavola e della Commissione d’esame, ha rivolto un appello solenne alla riconciliazione in Cristo.
RAPPORTI AMMINISTRATIVI
« Grazie alla ricchezza di contatti e al relativo prestigio di cui gode attualmente
la nostra Chiesa, si presenta con una lerta frequenza il caso di pastori valdesi che
vengono richiesti di assumere determinati incarichi da parte di altri enti. Si tratta
indubbiamente di un fatto positivo, ma perchè lutto avvenga con la dovuta chiarezza, sarà bene che questi impegni vengano sempre assunti con il benestare della
Tavola, e che la contropartita amministrativa e finanziaria venga considerata di
competenza esclusiva della Tavola stessa; perciò appoggiamo la Tavola nell’azione
che ha già intrapreso in questo senso e, salvo controprova, riteniamo che questa
approvazione sia condivisa dal Sinodo » (C. E.).
LA DATA DEL SINODO
Negli ultimissimi minuti della sessione sinodale si è accesa un’accanita dieciis
sione relativamente alla data in cui tenere il Sinodo. Risultato: per l’anno prossimo
si manterrà l’inizio di agosto, l^a prossima sessione sinodale si aprirà dunque, a Dio
piacendo, domenica 4 agosto 1963, con un culto presieduto dal past. Ernesto Ayassot.
Interessante la duplice proposta della C. E.; « che il Sinodo sia convocato l’ultima settimana di agosto, periodo da considerare ancora di ferie per tutte le categorie di cui fanno parte i delegati laici; 2) che il problema dei trasferimenti dei
pastori sia trattato dalla Tavola indipendentemente dai Sinodo. Più precisamente
proponiamo che la Tavola proceda allo studio dei trasferimenti necessari nel periodo
maggio-giugno e tali trasferimenti siano effettuati nel periodo luglio-agosto, in modo
che nel mese di settembre ogni pastore si trovi pronto ad iniziare il suo lavoro di
ripresa autunnale ».
LE PROSSIME COMMISSIONI D’ESAME
Commissione d’esame sull’operato della Tavola e della Facoltà di Teologia.
Pastori Pier Luigi Jalla e Gino Conte, Doti. Guido Ribet, Sig. Teo Ben. Commfcsione d’esame snll’oi>erato della CIOV : Pastori Roberto Jahier e Lorenzo Rivoira,
Sig. Mario Sereno, Doti. Lionello Gay.
ELEZIONI
La Tavola Valdese è stata rif:onfermata in bloci o: Past. Ermanno Rosta«, Morieratore; Past. Alberto Ribet, Vicemoderalore; Pastori Carlo Gay, Pietro Valdo Pana
scia, Aldo Sballi, Aw. Ettore Serafino, Doti. Ugo Zeni, membri.
Nel Consiglio della Facoltà di Teologia, accanto ai quattro docenti ordinari, sono
stati eletti i Proff Mario Alberto Rollier e Mario Miegge e il Past. Neri GianipiccoU.
Nella Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi, in sostituzione del Geom. Giulio Gönnet, dimisisionario, è stato eletto l’ing. Claudio Decker.
L’ANGOLO DELLA RICONOSCENZA
E’ consuetudine doverosa e cortese, fraternamente sentita, elte il Sinodo esprima
la sua riconoscenza a quanti hanno iportato. nell’anno decorso, particolari responsabilità; ai membri della Tavola Valdese, del Consiglio della Facoltà di Teologia,
della CIOV, ai titolari degli uffici di segreteria (Past. Roberto Comba), di cassa
(Past. Guido Comba), legale (Doli. Giorgio Peyrol) e tecnico (Ing. Vittorio RavazZini), aUe dipendenze della Tavola Valdese; e si possono aggiungere lutti coloro
che in molti modi preziosi collaborano umilmente, ignoti ai più, al migliore andamento della nostra macchina amminislr.itiva.
Una parola di vivo ringraziamento pure alle Commissioni d’esame che hanno
fornito il nerbo dei lavori sinodali con le loro analisi accurate, e al Seggio del
Sinodo <1 per il modo distinto » (sono le parole d’uso) con il quale ha curalo e
diretto lo svolgersi dei lavori.
Dispiace di dover concludere con una nota che ci fa profondamente vergogna,
lo spettacolo indecoroso che ogni anno si presenta man mano che si svolgono le
elezioni si è fatto quest’anno parlicolarmente indegno; varie votazioni hanno dovuto
esser ripetute ,in quanto mancava il numero legale, e anche coisì la legalità è stata
quanto mai elastica. Bisogna dire cliiaro e forte che è una vergogna, e che dopo
aver parlato molto di impegno ai d.ì così un esemplo assai poco edificante di disimpegno.
3
62
r
M agosto 1962 — N. 33
ì
Dio sta a guardare
NELL’ANNO ECCLESIASTICO 1961-1962
Gli astronauti russi sono ritornati
sulla terra. Questa volta l’impresa assume un aspetto ancora più grandioso e le distanze che ci separano dal
volo definitivo sono di gran lunga
accorciate. Oramai si parla, come di
cosa prossima, della base di partenza
che verrà costruita nello spazio e dalla quale altri uomini spiccheranno
l’ultimo balzo per la conquista della
luna. Ma sarà quello il volo definitivo. il balzo ultiiììo deU’audacia umana? No, certo. Che cos’è mai la luna
considerata nel sistema infinito di
niondi, rispetto a milica-di e miliardi
di corpi celesti i cui rapporti e cifre
stordiscono anche i più esperti scienziati? Un nulla, meno assai della tradizionale goccia del mare, perchè dmeno il mare, pur nella sua immensità ha una dimensione finita e calcolabile.
Conquistata la luna l’uomo guarderà ancora in alto e una volta di più
si accorgerà quanto inadeguato sia
ogni prodigio della meccanica davanti al miracolo della natura.
Donde proviene questa sete di altezza e di conquista, questa frenesia
di raggiungere altri mondi, di toccare
mète deserte sulle quali il vincitore
arriva solo, in un silenzio assoluto,
privo di clamori, di applausi, solo vivente che ascolta dentro l'involucro
spaziale il battito del proprio cuore?
For.se, nel subcosciente, Fuomo si ricorda di essere stato angelo e ritorna
a cercare le strade dell’infinito di cui
una sconosciuta memoria conserva
più deH'immagine, lo struggente desiderio.
Due. tre, dieci uomini saliranno ancora oltre i confini fino a ieri irraggiungibili, la scienza seguirà il loro
volo, appresterà ossigeno per i loro
polmoni, assicurerà le condizioni di
vita anche lassù, fino al momento in
cui la luna dei poeti e dei sognatori
non sarà più che una stazione capolinea con una bandiera sul tetto e un
codice turistico alla porta. Allora, se
il mondo non sarà finito, la gara ricomincerà per andcu-e oltre, verso
nuove conquiste.
Si direbbe che lo spazio astrale, pur
rimanendo immobile e infinito abbia
una misteriosa proprietà elastica che
non abbiamo ancora saputo scoprire.
Infatti, più gli uomini si avvicinano
al più alto dei cieli, più rimangono
lontani da Dio.
Il contrasto al quale' assistiamo è
dei più stridenti e assurdi. Il progresso ha camminato in una sola direzione; quella della meccanica, della fisica, ma non è riuscito a risolvere uno
solo dei problemi che travagliano l’umanità depauperata di pensiero e di
sapienza, anzi, di saggezza. Noi saliremo .sulla luna, se non saremo noi
saranno i nostri figli, e lassù si formerà una civiltà nuova a immagine
e misura della civiltà attuale terrena,
così que.sta sarà la vera conquista, il
vero volto della vittoria; quello di
aver esportato dai confini del basso
mondo, entro i confini di un mondo
finora addormentato, serenamente silenzioso, tutti gli errori, i contrasti,
le storture del nostro "modus vivendi”. Non paghi di aver riempito la
terra d’ogni sorta di calamità con
l’ostinato egoismo e l’inesauribile ambizione, dopo tanto studio e tanti calcoli, sfileremo trionfanti per le vie del
cielo e cercheremo, per prima cosa,
di cdzare muri divisori, armare sentinelle, piazzare armi. Ci serviremo dello spazio non per contemplare la
grandezza del Creatore tm per intercettare e disturbare l’attività di una
nazione o minacciare l’integrità di
un’altra. E in ogni angolo della terra
popoli interi alzano la testa aspettando un pezzo di pane per lo stomaco
e un messaggio di giustizia per il
cuore.
Poteva, l’uomo, conquistare sulla
terra tutte le altezze, realizzare, in casa propria, un mondo nuovo, percorrere le numerose strade disseminando ricchezze per il benessere e la redenzione dei popoli affrettando il Regno di Dio con un volo damore e di
carità, ma l’impresa non l’ha affascinato abbastanza.
Dio sta a ffurdare, non di lassù solamente. ma (Biche dì qut^iù, intorno e sopra dì noi. Voglia FEterno che
questa folle gfBo, questa corsa tdle altezze inacces^bili, non ritmavi la confusione di Babele e non disperda gli
eroi che dentro le fusoliere di acciaio
continciano a sentirsi sempre meno
mortali, sempre più anali a Lui.
Pone è l’Eterno che ha già tutto
predisposto per un Suo inesplorabile
scopo; può darsi che un giorno quando più vicina stuà Fultima meta,
quando ogrd barriera ioró prossima a
spezzarsi e con essa ogni legge di natura sembrerà defirùtivamente superata lo squillo che saluterà Fultimo
volo, il più trionfale, non uscirà dagli
altoparlanti delle bctsi spaziali ma sarà il clangore delle trotnbe apocalittiche risuoruBUi agli angoli dell’universo dove l’uomo ritroverà se stesso, dopo tanto tempo e per l’ultima
volta.
Marco
Abbiamo acquistato
e costruito
« Nell’anno ercle«ia«tiee 1961-62 la Tavola ha segnilo da viciiio la costniaionc di
alcune opere di partioolare interesse. Il
nuovo ’empio di Prati con arnessa aala per
le attiviià è stato reeeoteoMote inangnrato
e potrà essere im utile attninento di tenti
ironianz.-! all'Evangelo dì Cristo, se la parloechia locale saprà servinsue con senso di
viva responsabilità. Ne^ Abnizzi, a S.
Giovanni Lijàoni, è stalo adjnislato il terreno .su cui dovrà sorgere la nuova ritiesa,
il cui progetto è già stato approvato. La
cappella prefabbricata, destinata ad essere
luogo di culto per la ooliranità di Ferentino, è pronta da vari mesi; la sua posa in
opera «ni iioetro terreno è stata ancora una
volta ritardata dall’oppoeizione delle antorilà comunali, le quali, dopo averci costretti ad una lunga attesa, hanno condizionato
la loro risposta al partre favorevole della
Sovrintendente ai Mouauisrali del Lazio.
Ad Agrigento la Tavola, dia acquistato un
alloggio per il pastore. A Vittoria è stata
portata a termine la costruzione del nuovo
padiglione dell’Asilo dei Vecchi. Il finanziamento di quest’opera, compresi l’arreda
mento e l’acquisto di una striscia di terreno che permetterà l’ampliamento dri giardino, è stato conqdetamenle assioorato. La
sopraelevazione di una parte dello stabile
della Facoltà di Teologia è stata ultimata e
Talloggio è pronto per il quarto profeasore. Se le circostanze lo permetteranno, dorante l’estate verranno eseguili i lavori per
ranipliainento della biblioteca e per l’impianto di riscaldamento nelle stanze degli
studenti. E’ stato firmato il contratto d’appalto per la costruzione di un complesso
edilizio, mediante permuta di terreno, a
Catania, costituito da uno scantinato, un
pianoterra destinato a chiesa, quattro piani
sovrastanti il tempio per abitazione civile,
il lutto su progetto controllato e riveduto
dai tecnici incaricati dalla Tavola. Infine
sono stati acquistati in queste idtime settimane i nuovi locali di culto di Caltanissetta ». a Infine il totale rinnovamento interno dei Convitto di Torre Pellice (grazie alla generosità di un ex-studente) e le notevoli opere clic verranno costruite all’esterno,
faranno si elle quell’islituto diventi uno dei
meglio attrezzati in Italia » (¡R.T.V.).
Impegni evangeiìsiici
Alcune linee per un’azione evangelizzatrice attuale ed efficace
Anche Quest’anno rapporti di chiese e relazione della Tavola fanno notare le pt^ibilità evangelistiche che
qua e là ci si offrono. « Nell’Italia meridionale alcune città conoscono attualmente imo sviluppo economico
considerevole e sarebbe un errore sottovalutare le possibilità che si offrono ad una testimonianza evangelica;
citiamo ad esempio le città di Bari,
Taranto e Catania. In non poche località, anche della diaspora, ci sono
dei segni di ripresa, soprattutto dove
SI riesce a svolgere un’attività sociale
accanto alla normale vita ecclesiastica. E’ certamente difBcile che la gente accorra a migliaia per udire d'annunzio delTEvangeJio; tuttavia 'l'esigenza delia predicazione evangelisti
ca non è tramontata e oggi ancora è
valida l’invettiva profetica del Savonarola per un rinnovamento delllta^
ila operato mediante la conoscenza
di Cristo. Dobbiamo vegliare affinché
la nostra predicazione sia intesa dagli uomini del nostro tempo e la nostra testimonianza non risulti ostaco
lata dalla presenza di comunità chiuse in sè stesse, isolate nel tempo e
nella società, mentre il Signore ci precede e ci addita la via di un multiforme servizio. A Torino la Chiesa ha
già da tempo sentito l’esigenza di una
strategia evangelistico nella città; anche a Roma si avverte questa esigenza e c’è, da parte dei Consigli di Chiesa, il tentativo di aprire un luogo di
culto nella vasta periferia della città» (R.T.V.).
Fa eco ia C. E.: «Volgendo il nostro sguardo oltre le Valli Valdesi, un
vasto panorama di possibilità di azione, di presenza e di testimonianza appare dinanzi alla nostra Chiesa e dobDiamo riconoscere òhe tali possibilità
sono certo sujieriori alle nostre risorse. Si tratta perciò di procedere ad
una scelta, di avere un piano d’azione, di dirigere le nostre deboli forze
in una direzione piuttosto che in
un’altra, di studiare l’impiego più razionale e più efficace delle attuali dispanibilità di uomini e di mezzi. Queste scelte e questa organizzazione di
lavoro sono cose complesse e tutt’altro che facili ; inoltre si .tratta spesso
di prendere decisioni impopolari perchè urtano contro certi sentimentalismi ecclesiastici, o contro dei tradizionalismi, o chiamano effettivamente alcuni settori della Chiesa a fare
dei sacrifici. Troppo spesso accade che
ai nostri Sinodi il capitolo sulla
« evangelizzazione » si riduce ad una
vaga quanto lunga discussione, mentre la Tavola deve poi prendere decisioni concrete ». E la C. E. propone,
riprendendole in parte dal rapporto
cella Tavola, le seguenti linee d'azione;
1) Testimonianza evangelica fra i lavoratori italiani all’estero.
« Fra i fenomeni sociali più notevoli del nostro tempo v’è certamente da
annotare la massiccia emigrazione degii italiani, specie del Sud, nei paesi
centro-europei; essa assume di giorno
in giorno proporzioni più vaste e pone molti gravi problemi fra cui quelli
di un’assistenza morale e religiosa a
gente spesso sbandata, sola, impreparata alla vita nuova nella quale si è
trovata immersa improvvisamente. Vi
sono due problemi essenziali:
al cojiaborare con le Chiese dei paesi in cui queste masse d’italiani si
trovano al fine di svolgere fra essi
un’opera assistenziale a cui le Chiese
aell'estero sono particolarmente sensibili;
b) portare efficacemente il messaggio aeii'Evangelo fra questi operai
italiani, i quali qu^i sempre per la
prima volta entranb in contatto con
Il mondo protestante e sono spesso
interessati vivamente al messaggio
evangelico. L’esperienza di Zurigo e
di Ginevra ci mostra quali vaste possibilità ci sono in questo campo e quale responsabilità abbiamo nel oomprenaere le mdicazioni dell’ora presente. lieiie ha fatto ¡a Tavola a inviare un nostro i»store per alcuni
mesi in Germania, su ricniesta del
Landesbisohof del ,Baden, J. Bender.
E’ stato un esperimento estremamente interessante, e va considerato co
I Delegati
delle Chiese sorelle
Andiamo dunque sulla luna; partiamo tutti qucmti alla ricerca delle
galassie, forse l’impresa è piu facile
perchè non impegna l’anima o la Fede ma soltanto carburante e muscoli.
Anii’be quest’anno molti sono stali i de.
ti italiani e stranieri che ci hanno
portalo l’espressione della solidarietà di
Chiese sorelle o di opere e movimenti
evangelici:
Right Rev. Jan Miller, Moderatore della
Chiesa Presbiteriana d’Ingliilterra.
Past. Pierre Bourguei, Presidente della
Chiesa Riformata di Francia e dell’Alleanza Riformata Mondiale; egli ha pure tenuto un’interessante conferenza serale sull’« attualità riformala », specie
di fronte aU’ecumenismo cattolico e al
Concilio Vaticano II.
Dr. Julius Benda-, Vescovo della Chiesa
Evangelica del Baden.
Past. Günther Brandt, Sovrintendente della Chiesa Evangelica di Berlino-Spandau.
Past. Charles Freundler, Segretario dell’BPER.
Past. Edouard Pichal, Presidente della
Chiesa Nazionale Protestante del Belgio.
Past. Jean-Samuel Javet, della Chiesa del
Cantone di Neuchâtel, della Federazione delle Chiese Romande e della Fede
razione delle Chiese Proleslanli della
Svizzera.
Past. fVilfred Hoyois, della Chiesa Cristiana Missionaria Belga.
Past. Marc Donadille, della Chiesa Riformata di Francia.
Dr. Bernard Rivers PUt, della W.A.S. di
Londra.
Frau Renata Kraizsch, del Freundeskreis
di Düsseldorf.
Past. Rudolf Uardmaier, della Chiesa Riformata di Basilea città e campala.
Sig. Eugenio Maag, del Beirat di Zurigo.
Past. Guido Miegge, della Società Biblica
Britannica e Forestiera.
Past. Enrico Paschetto, dell’Associazione
Missionaria di La
Col. Paul Tzaut, dell’Esercito della Salvezza.
Sigg. Poet, deirUnion Vaudoise di Marsiglia.
Inoltre abbiamo avuto la gioia di avere con noi, con voce consultiva, la delegazione metodista, cosi composta: Past.
Sergio Carile, Past. Samuele Carrari, Sig.
Massimo Tara, Prof. Emilio Tron.
me l’inizio di un’opera assai vasta che
va studiata attentamente e attuata secondo le nostre possibilità, ceno, ma
il più tempestivamente possìbile».
Questo punto ha sollevato una larga discussione; si è notato con lieta
riconoscenza che sempre più le Chiese evangeliche straniere prendono coscienza delle loro responsabilità nei
confronti degli immigrati, ma questo
si risolve In un’esigenza più urgente
del nostro apporto, specie per superare le difficoltà della differenza di
lingua; si prende atto con gioia di
quanto è stato fatto da parte evangelica, valdese e non, in Svizzera, in
Germania (Baden) e mediante il Cen
tro di servizio per gli emigrati istituito a Verona; il past. Bertalot ricorda
l’importanza di questo servizio pure
nei grandi centri nordamericani.
2) Presenza della nostra Chiesa nel
Centro internazionale di Ispra.
« A Ispra, centro di studi atomici, c
dintorni si sta costituendo una comunità europea e ecumenica. Già molte
famiglie provenienti dall’estero si sono stabilite nel Varesotto, molte altre
v’erranno a breve scadenza. Tutta la
zona è evidentemente in piena espansione in modo originale e del tutto
nuovo nella nostra Italia. Una Scuola
Intemazionale è stata aperta a Varese e da Milano e da COmo i nostri pastori vi si recano per l’insegnamentc
religioso. In quella zona è prevista
una colonia relativamente forte di famiglie evangeliche, luterane e rifor
mate, soprattutto provenienti dall’Olanda. Un pastore tedesco luterano
si trova già sui posto per assumere la
cura pastorale e ci risulta ohe da parte della colonia riformata si avrebbe
piacere che la Chiesa Valdese iniziasse una sua presenza pastorale nella
zona» (C. E.).
3 ) Impegno evangelistico nella zona litorale della Romagna e delle Marche.
« La Tavola ha discusso a lungo, nel
corso di quest’anno, sull’opportunità
di indirizzare uno sforzo evangelistico nella zona litorale della Romagna
e delle Marche che fa perno su Rimini. La O. ritiene che il Sinodo dovrebbe incoraggiare la Tavola ad attuare in questa zona il tentativo del
quale si è spesso parlato, ma che non
abbiamo avuto modo di sperimentare,
di un ministero itinerante. La difficoltà più grave ci pare quella di trovare
l’uomo adatto. La zona indicata sembra particolarmente adatta a questo
tentativo i^rchò vi si manifestano vivi interessi al messaggio dell'Evange
lo e d’altra parte alcuni problemi
d’impianto potrebbero essere risolti
con una certa facilità col sostegno c
l’aiuto delle chiese luterane tedesche,
che hanno un vìvo interesse per quella zona in cui un numero notevolissimo di tedeschi trascorrono le vacanze» (C. E.).
Al termine della discussione di questi punti è stato approvato all’unanimità il seguente o.d.g. :
Il Sinodo invita la Tavola a dirigere gli sforzi della Chiesa sul piano evangelistico nelle tre direzioni
seguenti:
— im^gno particolare verso gli
emigrati italiani nel Centro-Europa;
— presenza nella zona di Varese,
con particolare riguardo alla colonia di Riformati che vi si sta
costituendo ;
— ministero itinerante nella zona
litorale della Romagna e delle
Marche.
I lettori
ci scrivono
Il mosaico ahsMalo
tisi nuovo tempio
$ll Proli
Ho leUo su « La Luce » le pagine dedicate alFinangiirazione del
teaupio di Prati. Nell’articolo di
fondo, in cui sono riferite le parole del pastore Aldo Comba, si
parla del mosaico quale oipera di
«c w architetto tedesco ». A scanso
di malintesi ritengo quindi indispensabile precisare:
1. Che gli elementi' strettamente
architettonici della parte absidale,
costituita da pilastri triangolari in
mattoni e l’intersezione di cavità
orizzontali sullo sfondo di una parete in pietra, (elementi p>ure decisivi per l’effetto luminoso) non
vanno confusi con l’opera assegnata
dall'aroliitetto al compositore del
mosaico, anche se le due opere si
compendiano formando nn « tntt’nno ».
2) Che mai mi sarebbe venuta
l’idea di affidare ad un architetto
un lavoro che esula coanplelameiUe
sia dai cotqpiti come dalle facoltà
di un architetto. L’autore del mosaico, Peter Drelier, non è dunque
architetto, egli è pittore e scultore,
uno dei rarissimi specialisti del
mosaico in muraliira di pietra; come tale egli si è limitato ad inserire nell’architettura absidale una
forma lungamente vagliata in comune.
Desidero quindi evitare decisamente qualsiasi eventuale supposizione che tenda ad attribuire l’arl'hileltura deH’abside di Frali ad
altro architetto. Tanto sia detto per
amor del vero.
bl. Ftizzoni
Ringraziamo Pareli. Frizzoni per
quésta messa a punto, scicsandoci
per l’involontaria imprecisione.
l oontadlnl
non scioperano
Un lettore, da Frauenfeld:
Le discussioni che un tempo non
apprezzavo, su « La Luce », mi stanno interessando e a quanto pare suscitano reazioni. Se si tocca i pastori sono essi a rispondere e a
chiarire le loro ragioni; così gli insegnanti; se si toccassero tutte le
categorie, il giornale dovrebbe uscire a 30 pagine... Siccome questa
volta la discussione è sugli scioperi,
vorrei fare una domanda: cosa succederebbe se scioperasse quella categoria che non conosce ferie (se
non quando gliele impongono le
condizioni atmosferiche): i lavoratori della terra, curvi sotto un peso
continuo per produrre il pane che
mantiene in vita tutte le categorie?
(...) Eppure questa categoria è costretta a disertare il suo lavoro per
trovarne iin altro più lucrativo...
Domenico Di Toro
prima contadino, ora
operaio all’estero
Dojm quella scolastica, la situazione deli'agricoltura italiana è senza dubbio quella che esige più urgenti riforme: anche il "piano verde”, di cui abbUmw qualche volta
parlato, non. pare sufficiente ad attaccare alla radice i mali della nostra agricoltura; è evidente che non
si può trattare di un miglioramento
del tenore di vita di tutti coloro
che ora sono impegnati in questa
attività: l’esodo dai campi ad altre
attività dovrà anzi aumentare. Gli
Stati Uniti — e si sa di quali enormi eccedenze di prodotti alimentari essi dispongono — hanno soltanto
il 12% delltt popolazione lavorativa
impegnata nelTagricoltura, intensamente meccanizzata: lo scorporo ___
parziale ~ del latifondo italiano ha
s/tes.so prodotto soltanto una classe
di proletari della terra, con una
proprietà frazionatissima e. senza
formazione nè attrezzature tecniche.
Pensiamo che, senza giungere alla
collettivizzazione e statalizzazione
che hanno dato cattiva prova ad
Oriente (sebbene le notizie dalla
Cina non siano forse così negative
come quelle dall’URSS), sia necessario Timpianio su .scala nazionale
di un sistenui largamente cooperativo, parallelamente ad un più serio
controllo dei mercati: nel percorso
del prodotto dalla mano del contadino al tavolo del consumatore,
troppi parassiti ci bagnano il pane,
E tuttavia, rifuggendo da ogni retorica poesia, diciamo una volta ancora che l’agricoltore sul suo campo, di fronte alla sua messe, può
avere altra gioia, nel suo lavoro,
che non Timpiegalo alla sua addizionatrice o Voperaio nel suo mondo d’acciaio.
Abbiamo rloovuiOm»m
...per la famiglia Bianco Prevot di
Meana di Susa: N. N. (Torre Pelliceì L. 1.000, trasmesse. Grazie.
4
pa«. 4
N. 33 — 24 agosto 1962
doppio
Le Iratlaliive di Bruxelles per I’ingreaso
della Gran Bretagna nel Men-ato Colmine
sono »tate interrotte e rilaviate al prossimo autunno. Non si può parlare aurora
di fallimento. La Gran Bretagna potrà
entrare andi’essa a far parte del Mereato
Comune, anzi, siamo sicuri che saranno
i sostenitori del suo ingresso die prevarranno alla fìne. E qui non vogliamo dire
dei vantaggi o svantaggi che ne potranno
derivare, ma vogliamo ricordare soltanto
l’ostacolo die vi si è opposto, il quale,
come è noto, sta nei rapporti economici
tra la Gran Bretagna e il Commonwealth.
« Non è un ostacolo insormontabile —
scriveva ”11 Messaggero” del 7 agosto —
sempre che siano messi da parte prevenzioni politiclie o atteggiamenti di prestigio ». Le parole del ’’Messaggero” possono valere anche per la vagheggiata unione politica deH’Europa, so,prattutto per
quanto concerne ratteggiamento al riguardo di De GauUe. Ma possono valere per
ogni e qualsiasi unione, anche per quella
delle Chiese. Nessuna aspirazione ecumenica dovrebbe infatti basarsi su prevenzioni politiche o su atteggiamenti di prestigio. L’unione non è conquista nè sottomissione, ma è certamente « il coraggio
di rinunciare ai vecchi miti », secondo le
parole dell’articolista del ’’Messaggero”;
le quali parole possono avere una estensione maggiore di quella data loro per
roccasione cui si riferiscono.
Ma gli uomini non hanno smesso di sacrificare a Baal! Quale che possa essere il
giudizio di ognuno di noi sul Mercato
Comune, sulla federazione europea, sull’ecumenismo, come su ogni altra unione, è certo che gli ostacoli alla realizzazione di tali proigetti sono sempre gli
stessi, sono dati sempre dall’egoismo, dalla superbia e dall’attaccamento dell’uomo
a vecchi miti.
Suicidio o disgrazia? E’ questo il dubbio che subito si affaccia, quando non si
hanno le prove certe e irrefutabili che si
tratti di un suicidio. Perchè il suicidio è
l’atto più lontano dalla natura umana, più
contrario ad essa. Il suicidio ci appare, in
ogni caso, illogico e inconcepibile. Non è
forse una violenza fatta all’istinto della
conservazione? Distruggere se stessi, ohe
cosa vi può essere di più assurdo?
11 suicidio è un atto che si compie
quando l’anima precipita nel più completo vuoto e nella più assoluta solitudine.
Bisogna non aver più accanto a sè nè Dio
nè i nostri simili, non sentire più nessuno
la Tredicesinia Giarnata
de^ii Amici del Collegio
Tutti gli Amici del Collegio Valdese e
tutti i simpatizzanti del nostro Istituto
sono invitati alla Giornata celebrativa annuale della prossima Domenica 26 Agosto. Come di consueto si inizierà il raduno presso la Foresteria — gentilmente
concessa — con un pranzo che vuol far
ritrovare i compagni e le compagne di
scuola in lieto simposio. Seguirà la seduta sociale presso la Casa Valdese e si ter
minerà con il buffet presso il salone del
Convitto.
Nell’Istituto, col 26 Agosto termina la
Mostra di Arte Moderna che ogni anno
chiude il suo ciclo colla Giornata del Collegio per dare la possibilità agli Amici di
visitarla. Di questa gentilezza ringraziamo
il pittore Scroppo. Così si può dire che
le nostre vecchie aule ne han viste di
tutti i colori!
Confidiamo nel pieno concorso di tutti
gli Amici del Collegio per presenziare alla nostra Giornata che avrà il seguente
programma :
Ore 12.30: Pranzo presso la Foresteria;
ore 15.30: Seduta sociale presso la Casa
Valdese; ore 17: Buffet presso il Convitto
Valdese e film sulle Giornate passate.
taglio
vicino a noi, sentinsi abbandonati da tutto e da lutti. 11 suicidio è sempre frullo
di una disperazione, di una mancanza di
fede. In un suo saggio sul sucidio, ispirato dal frequente verificarsi di casi tra gli
emigrati russi a Parigi, desolatamente soli
nella grande popolosa città straniera e
senza domani, Nicola Berdiacff così scriveva : « E’ in un momento particolare ed
eccezionale che ci si suicida, allorché neri
marosi inondano l’anima, in uno stato di
completa desolazione. Ora, la disperazione
testimonia una spaventevole diminuzione
della coscienza, divenuta cieca alla ricchezza della vita, impermeabile alla luce
degli astri, imprigionata in un istante unico e oscuro e incapace d’uscirne. La speranza aiuta a sopportare le prove più penose, ma la sua perdila spinge al suicidio.
La disperazione deriva dall’impossibilità
di immaginare uno stato diverso dalla falsa continuità del tormento. E’ una anticipazione delle pene eterne di cui l’uomo
crede di liberarsi privandosi della vita.
L’anima intera è invasa da imo stato, un
pensiero, una angO'Scia che, ai suoi occhi,
riempiono l’universo. Confinato in un
punto nero del suo « io », l’uomo non
opera affatto secondo la propria volontà,
ma secondo la metafisica demoniaca del
suioidio ».
Il suicidio di una persona può rappresentare anche un ammonimento, la dimostrazione di una realtà contro tutto ciò
che è aipparente e falso. Cosi è per il suicidio di Marilyn Monroe. Un »uicidio che
ci desta un sentimento di pena, perdiè è
repilogo di una vita triste in una apparenza di fortuna e di felicità, di una vita
senza amore con tanti amori. E’ la rivelazione di un inganno, al quale troppo facilmente si crede. Una stella del cinema
infatti è realmente, agli occhi delle masse, un astro che brilla in uri oscuro firmamento. Pensiamo quante ragazze guardano
sognando alla vita di un’artista del cinema. Chi ha avuto la ventura di conoscere
l’ambiente cinematoigrafico, sa quante illusioni e speranze alimentano masse di persone che si agitano ai margini di quella
vita, sognando di potere entrare a farne
parte in pieno. Eppure, nella stessa pienezza raggiunta di quella vita considerata
da molti come un supremo ideale, cosa
v’è mai se non falsi piaceri e spesso insoddisfazione e angoscia? Che icosa v e
mai nell’esistenza di tante .persone ritenute fortunate e felici solo percliè belle,
ricche e polenti? Che cosa mai può dare
l’effìmiera gloria umana, miraggio del viandante della vita terrena? E allora, dobbiamo anche noi concludere che la vita
non merita d’esser vissuta? No, perchè,
andie se la felicità non è di questa terra,
è su questa terra che ci si prepara a possedere il regno dei cieli. « Beati i poveri
in ispirito, perchè di loro è il regno de’
cieli ». Un messaggio è stato dato all’umanità, ed è un messaggio di vita e di speranza, .non già di morte e di^erazione;
perchè è, essenzialmente, un messaggio
d’amore.
Il « iComitato delle Feste » di Vichy ha
organizzato, per il mese di agosto, una
corrida, facendo venire dalla Spagna tori
e toreri e, naturalmente, ha ritenuto suo
dovere invitare, come primo « ospite d onore », l’ambasciatore di Spagna a Parigi.
Ebbene, con grande sorpresa di tutti, lo
ambasciatore .ha rifiutato l’invito co.si scusandosi : « Io ho orrore di questo genere
di spettacolo ».
Ecco un uomo che, per queste sole parole, ci è riuscito subito simpatico, perchè 'ci è parso fuori d’ogni conformismo,
capace di respingere un assurdo mito. La
Spagna si può rappresentare degnamente
anche senza amare le corride, questo crudele «pettócolo non fatto certo per ingentilire gli animi.
Ogni popoilo, ogni nazione, come oigni individuo, ha sempre due volti, ed è il volto migliore che si deve rappresentare,
perchè esso prevalga alla fine, come la
luce prevale sulle tenebre. E. V.
Lm Corale tedesca diretta dal Past. Allinger.
(foto R. Jahieri
LA FESTA DEL XV A60ST0
all'Inverso di Villar Pellice
(segue dalla l.a pag.)
E’ un popolo che ha bisoigno di essere
aiutato, è un poipolo che vive all’ombra
della morte, non canta, non sorride, è qua.
si sempre in lutto, è Immerso in un letargo scettico, dal quale cerca di sfuggire
con l’astuzia e la violenza.
11 gruppo « .Servizio cristiano » di Riesi
diretto dal pastore Vinay è comnosto da
10-14 persone di nazionalità diverse che
fanno vita in comune; ma ognuno ha il
proiprio compilo e la propria specifica professione. -Tre sono i motivi ohe hanno spinto questo gruppo à lavorare a Riesi:
1«) l’Evangelo deve essere predicato a fatti e non a parole; non si tratta di un’opera umanitaria, a noi tocca incarnare il
messaggio di Cristo e compiere un servizio nel Suo nome; 2®) la chiesa non può
vivere per se stessa, ma deve dare ]a sua
vita per questo mondo, così come Cristo
ha dato la sua vita; la chiesa è il corpo
di Cristo, strumento di servizio, e deve
essere pronta ad essere crocifissa come
Lui; 3») il poipolo di Riesi senza speranza
è allegoria degli altri popoli die sono anch’essi senza speranza, senza il Cristo. La
chiesa deve essere profeta richiamo forza
di rinnovamento verso una speranza nuova presso questi popoli. C’è solo un’alternativa tra guerra e comuniSmo: è la speranza cristiana espressa in azioni concrete
nella vita sociale.
Il proigramma del gruppo cristiano di
Riesi è assai vasto : attaccare la città da
tutte le parti nel settore economico ; costruire un’officina per la preparazione di
meocanioi (i tedeschi hanno promesso un
istruttore a questo .scopo); essere presenti
sul terreno dell’educazione, fondare un
asilo, una scuola, istituire borse di studio
per formare una classe dirigente; avere
una biblioteca ed una libreria, una sala
di conferenze, un ambulatorio, un’infermeria. Tutte queste cose non saranno fatte
come fine a se stesse, ma per staibilire un
contatto, un dialogo con il popolo. 11 con.
tenuto del dialogo è il regno di Cristo.
Il regno di questo inondo è: la tua morte
è la mia vita; ma il regno di Cristo è:
la mia morte è la tua vita, e questo deve
essere annunziato. Questo mondo si salverà se imparerà a donare; non si può
vivere se non nella riconciliazione nell’amore nel dono di sè. Il nuovo sistema
di Cristo deve essere espresso nei rapporti umani. Tutto questo non è un’utopia
per due ragioni; prima di tutto perchè
Cristo è vivente e noi siamo suoi stru
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELLICE
POMARETTÓ
— Sabato 11 agosto abbiamo invocato la
benedizione di Dio sul matrimonio dì
Enrico Paravicino (Torino) e Bonjour Anna Maria (Malpertus). I nostri auguri più
affettuosi seguono gli siposi che si stabiliscono a Torino, mentre domandiamo in
preghiera al Signore di essere l’ospile costante del loro focolare.
— Ringraziamo il Pastore sig. Felice
Bertinat ed il Missionario sig. Roberto
Coisson i quali hanno presieduto rispettivamente il nostro cullo del 12 agosto ed
il cullo e la riunione pomeridiana del 19
agosto, ai Payant. La colletta al cullo ed
alla riunione del 19 agosto è stala devoluta all’opera della Missione. e. a.
LUSEHNA S. GIOVANNI
Domenica 26 agosto alle ore 15
nella Sala Albarin dei Bellonatti la comunità valdese di Laserna S. Giovanni terrà, Dio permettendo, l’annua VENDITA
DI BENEFICENZA a favore
delle sue attività assistenziali.
Cordiale invito a tutti i membri
ed amici.
— Recentemente abbiamo celebrato i
seguenti battesimi : Prot Gabriella di Renzo e Peyrot Luciana; Vinçon Dorina di
Willy e Gardiol Flora; Borei Marco di
Emilio e Basire Viola; Dario Long di Attilio e Coslabel Elsa; Peyroi Amato di
Luciano e Tron Ornella. Il Signore resti
sempre vicino a queste creature e con*
senta loro di crescere nell’amore del Signore con l’esemipio e la preghiera della
fami glia.
— Durante la settimana del Sinodo abbtanio celebrato i seguenti matrimoni :
Long Elio e Gardiol Iris rispettivamente
del Serre e del dot Inverso; Collet Emilio e Griot Bruna rispettivamente del Serre e di Villar Perosa; Long Gino di Fleecia e Pastre Vilma di Pomarelto; Grill Roberto di Villar Perosa e Vinçon Nadina dei
Rivoira ; Giraud Gino di Bleceia e Bihet
Ida del « Teitas » in Inverso Rinasca. Il
Signore sia l’ospite invisibile d’o.gni locolare che s’è costituito alla Sua Presenza.
Che la Chiesa sia per loro la sorgente della loro gioia e della loro forza spirituale
e morale per oigni tempo.
— Abbiamo celebrato i servizi funebri di
Pons Bruno e Leger Giovanni rispettivamente il lo ed il 12 Agosto. Pons Bruno è
deceduto tragicamente nel fiore degli anni accrescendo le dure prove che hanno
colpito la famiglia nel passato; il ^gnore
vegli sugli altri figlioli e sulla mammà perchè nella loro chiesa possano trovare il
conforto e la rinnovata fiducia in Colui che
TOBRE PELLICE
AVVISI ECOMOMICI
menti; in secondo luogo perchè la comunione de: credenti è una realtà. Noi non
siamo soli, dice il pastó|-e Vinay, ma ci
sentiamo il braccio della .chiesa in quella
zona; Famore dei fratelli ci è vicino e
perciò possiamo lottare.
L’oratore termina il suo dire esortando
le chiese ad entrare maggiormente nel pie.
no della vita del noistro tempo, perchè la
Parola di Dio è una spada che entra nel
vivo e raggiunge la feriti) di questo mondo. Tutta la vita delle nostre parrocchie
dovrebbe essere piena déll’agape del Signore: tengano, dunque, le nostre chiese
gli oct-hi aperti per comp^rendere il tempo
in cui Dio ci visita; sappiano udire il passo del Signore e cogliere l’occasione che
Egli ci dà di servirlo nel singolo gesto
d’amore. Eccolo il tempp pieno di Dio,
il tempo aceellevole in cui Cristo si fa
sentire nella persona del fratello.
« ■!> 4:
Mentre la festa del XV agosto termina
con altri cori e suoni di trombe, noi ci
attardiamo a seguire con il penisiero i piccoli « carusi » siciliani sfrontati ed intelligenti, gli uomini senza lavoro od oppressi da una fatica senza ricompensa e
senza gioia, le donne in lutto; tutti costoro che non sanno nulla del sereno ristoro
fisico e spirituale di adunanze come questa di oggi, che non conoscono quanto è
bello e piacevole che fratelli dimorino insieme nella pace di un incontro di preghiera, di lettura della Parola, di cantici
di lode al Signore. Che il Signore sia sempre vicino a coloro che sono laggiù per
fare conoscere un po’ di queste cose a ehi
le ignora ; e a noi che abbiamo avuto il
privilegio di canoscerle fin dall’infanzia
dia il Signore di rimanere fedeli con una
vita di testimonianza e di servizio.
resta fedele nel Suo Amore e nella Salvezza. Leger Giovanni è deceduto dopo
breve malattìa all’età di 72 anni. Il Signore
consoli la famiglia nel lutto.
- Al culto di domenica 12 abbiamo udito il vibrante messaggio del Pastore di
Agrigento Aldo Rutigliano e nel pomeriggio ai Cerisieri i messaggi ancora del Pastore Rutigliano e del Pastore Baret originario dei Cerisieri e attualmente Pastore
nell’Argentina dove i genitori emigrarono
quasi quarant’anni fa. Siamo lieti di vederlo in mezzo a noi nella sua parrocchia
d’origine. Ringraziamo dì cuore i nostri
ospiti per la loro visita ed i loro messaggi.
Di passaggio a Pomarelto abbiamo salutato
un gruppo dei fratelli metodisti di Bassignana coÌ loro caro Pastore Giuseppe Anziani; hanno sostato la notte al Convitto
valdese e poi sono ripartiti per Frali.
A. I. C. E.
Bando di concorso
per Borse di Studio
E’ bandito per l’anno scolastico 19621963 un Concorso per l’assegn^one
di Quattro Borse di Studio di lire 40
mila caduna, per studenti e sti^entesse evangelici, di Istituto Magistrale o di Scuola Media, residenti in Italia, che s’impegnino ad insegnare alle
Valli per almeno cinque anni. I candidati dovranno presentare entro il
30 settembre c. a. alla Segretaria AICF.
(Insegnante Ethel Bonnet — ai Monne! 53 — Luserna S. Giovanni) i seguenti documenti:
1) Pagella dell'ultimo anno scolastico
o documento equipollente.
2; Certificato in carta libera dell’agente delle Imposte.
3) Stato di famiglia in carta libera.
4) Dichiarazione del padre che gli altri membri della famiglia non possiedono altri redditi.
5) Etomanda in carta semplicse, firmata dal padre o da ohi ne fa le veci.
6) Presentazione scritta di un Pastore o di un Insegnante evangelico.
Il Comitato Naz.le AICE
Offerte oro Borse di Studio (dall’1-11-61
al 31-7-1962): Geymonat Elena (Torre Pel
licei Lino-, Gardiol Yvonne (USA) 15.000;
Ugo e Jolanda Rivoiro Pellegrini (Torino)
lOO.OOiì; Bertalot Emma (Angrogna) 500;
Tourn Flora (Bordighera) 1.500; Ribel Anna ('S. Germano Chisone) 500; Cléanthe Rivoiro Pellegrini (Torino) 20.000; Arturo
Gay (Romal 500; Ribet Liliana (Torino)
800: Due insegnanti rico.no9oenti alla Professoressa Marcella Gay (Torre Peli.) 8.000;
Bopsalino Angela (Como) 5.000; Arnonlet
Fiorentina (Torre PeUice) 1.500; Ofterta
Amici Olandesi 12.420; Peyrot Elena (Genova) 1.000; Peyrot Maria (Genova) 1.000;
Gardiol Frida (Trieste) 2.000; Geymonat
Chauvie Elena (Torre Pellice) 1.000; t^av
Marcella (Pinerolo) 5.000; Giacone Giorgina (S. Germano Chisone) 1.500; Revel llda
(S. Germano Chisone) 1.500; Beili Mirella
(Torre Pellice) 1.000; Beux Maria (Torre
Pellice) 1.000; Meille Ada (Milano) 5(K);
Giordano Emma (Torre Pellice) 1.000; falla Ada Palmery (Ivrea) 500.
Le offerte si ricevono sul c. c. postale
2/40715 intestato al Maestro Dosio l,evi
Trento - S. Secondo di Pinerolo (To).
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot
« Io so che il mio Redentore
vive.
...lo contempleranno gli occhi miei ».
(Giobbe 19: 25-27)
Il Signore ha chiamato nella casa
celeste
Il tempo si è placato, la giornata è tornata limnpida come al mallino, il sole investe a fasci di fogliame dei castagni e
mette chiazze di luce sui prati radi di
Fienminuto: nessuno ha più voglia di
partire, la compagnia dei fratelli sembra
quasi diventare più cara nel dolce tramonto ; tutti si attardano in crocchio, qua e
là...
Chi sa, mi domando, che cosa accadeva là su quel monte o in quel vallone,
anni, secoli fa? qual è la storia valdese
di queste località? E’ più che una curiosità: è un senso della comunione con i
fratelli in fede, che abolisce i confini del
tempo e si estende anche nel passato. Anch’essi lottavano per servire e testimoniare Cristo, e io vorrei sapere come, dove, in quale misura. Questo sarebbe per
me esempio ed ispirazione e motivo di
rinnovata consacrazione, altrettanto come
l’ùdire come si lotta oggi per servire e
testimoniare; e forse anche un po’ di più,
perchè oiggi non so se, per esempio io,
sarei pronta a perdere la vita come fecero
i nostri fratelli del passato per la mia fede. Ma oggi la rievocazione di una pagina
di storia valdese alle nostre due feste vaides! annuali, il 17 febbraio e il 15 agosto, sembra non essere più apprezzata; c
slamo in molti a rammaricarcene.
Edina Ribet
Anno Cori
ved. Gottardi
Lo arirunciano i figli Sauro, con la
moglie Sara Giolitto, e Sergio, con la
moglie Anita Zorovich, e parenti tutti.
Le care spoglie sono state tumulate
al oimitero di Torre Pellice il 26 Luglio 1962, accanto a quelle dell’amata
sorella Elsa.
La presente serve di ringraziamento a quanti hanno partecipato con
scritti o presenza.
La Famiglia Breuza profondamente
addolorata per la dipartita dopo lunghe sofferenze del loro caro
Breuza Filippo
di anni 71
ringrazia sentitamente quanti si sono
uniti al loro dolore in questa triste
circostanza.
Salza di Pinerolo, 7-8-1962,
« Venite a me voi tutti che
siete travagliati ed aggravati io vi darò riposo ».
(S. Matteo 11: 28)
Si fa presente che rieullano non ritirali
due premi della pesca di beneficenza:
lo premio, biglietto n. 4096 (firma illeggibile); 2o premio, biglietto n. 3928 (Lina
Cesana?). Rivolgersi al Concistoro.
CONIUGI SOLI cercano cuo^, ottimo trattamento, massimo stipendio,
inverno Torino e estate Valli. Rivolgersi alla direzione del giornale.
visitate
l’Artivalli
TESSITURA A MANO DI
TAPPETI
ARTIVALLI
• TORRE PELLICE
SCIARPE
TESSUTI MODA
TESSUTI ARREDAMENTO
vi troverete certarnente qualche oggetto interessante
TORRE PELLICE — Corso Fiume 6