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tosse PEatCE
S e 11 i m a n a 1 •
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVII - N. 10
Una copia L> 30
ABBONAMENTI l 1000 per rinlemo j Eco e La Luce: L. 1.^ per Pintemo | ^ediz. alj. pos^e - H j Pdlice - C.C.P. 2 17557
/ L. 1.500 per l’estero I L. 2.000 per l’estero I Cambio d indirizzo Lire 40,— | Ammm. uiaaoiana _________________________
Valdesi delle Valli a Torino
•Vj.
In questo articolo, uno dei Pastori Valdesi di Torino tratta il problema della
emigrazione dei Valdesi delle Valli e del loro inserimento nella Chiesa di Torino
Si possono fare le stesse riflessioni per altre località, non esclusa ) Pinerolo
Spesso si parla dell’emigrazione
dei Valdesi dalle Valli e dei suoi
problemi, importantissimi per l’avvenire delle nostre antiche comunità; ma non sempre si parla dell’altro aspetto di questo spopolamento:
cioè delle persone che si allontanano e dei luoghi ove si recano, e dei
jn-oblemi relativi. Non c’è dubbio
che uno dei maggiori centri di attrazione dei Valdesi delle Valli sia la
città di Torino, che con le sue infinite industrie, dalle più grandi alle
più piccole, offre delle possibilità
alle persone serie, capaci e intraprendenti...
Alcuni problemi delle persone (o
famiglie) che si trasferiscono a Torino, sono generali e riguardano
cliiunque, anche i non Valdesi. C’è
il problema della casa: gli alloggi,
anche modesti, una o due stanze,
baano un affitto mensile fra le dieci e le ventimila Ure —^ e in più bisogna aggiungere tante altre cose:
acqua, luce, gas, la quota mensile
per il riscaldamento perchè quasi
tutte le case di oggi hanno i termo..
Poi c’è il problema delle distanze:
non sempre si trova casa vicino al
proprio lavoro, e allora vuol direi
spese e molto tempo perduto in
nani o autobus; impossibilità di andare a casa a mangiare, uscire molto presto e rincasare molto tardi;
l;r stessa difficoltà per vedersi con i
parenti e gli amici che si possono
avere in qualche altra parte della
città... quindi isolamento e sentimento di solitudine. Questi sono
problemi generali. Il maggior guadagno procurato dal lavoro in città
è spesso assorbito da queste spese
non sempre ben calcolate prima!
Il problema
della ulta religiosa
Passando a parlare dei nostri Vaidesi, si aggiunge il problema del loro legame con la Chiesa, così necessario perchè la loro vita spirituale
non si perda. E qui si assiste ad una
serie imprevedibile di casi.
C’è il caso di quelli che i primi
tempi vivono con un piede in città
e l’altro al paese. Quasi tutte le domeniche vanno al paese; forse frC'
quentano anche il Culto, certamente nelle grandi feste. Il pastore li
vede e non sa che abitano a Torino.
Poi un po’ alla volta non vanno più
al paese tanto sovente : fa una spesa e la vita in città è sempre più cara; poi viene la brutta stagione; poi
forse si deve vendere la motoretta
perchè in città è più la spesa (garage e tutto il resto) che il vantaggio,
e andare alle Valli in treno costa.
Poi forse problemi di famiglia, bambini piccoli... Finisce che si perde
il contatto con la Chiesa d origine,
e non ci si è fatti cancellare dai registri per farsi iscrivere su quelli
di Torino, non si sa come lare perchè « non si conosce nessuno »... Si
è forse molto isolati alla periferia,
forse ammalati, e i pastori di Torino non lo sanno perchè si è ancora
membri della chiesa di Bobbio o di
Torre Pellice o di Pomaretto...
Oppure c’è il caso di quelli che
non si preoccupavano molto di andare in Chiesa al paese, così non
dicono niente quando p^ono per
l'orino; e una volta in città si sentono soli, vedrebbero volentieri qualcune che li cerchi e li riagganci alla
chiesa, ma... non hanno detto niente partendo, e il loro pastore, alle
Valli, non ha potuto scrivere ai pastori di Torino, dicendo loro di aggirmgere quelle persone alla lista
dei loro parrocchiani...
E ci sono anche — grazie a Dio
—r quelli che arrivando a Torino
vengono in una o nell’altra delle
nostre due chiese, stringono la mano al pastore... ma questo non basta! C’è tanta gente, in città, che
viene in chiesa e stringe la mano
senza essere Valdese! Per essere iscritti, visitati, ricevere il bollettino, ritirare i viveri, è necessario dare il proprio nome e indirizzo, o
farlo scrivere dal Pastore o dai parénti delle Valli...
Un vasto
campo di lavoro
Queste famiglie che vengono dalle Valli costituiscono per noi a Torino un vasto campo di lavoro: ogni
mese diversi nuovi indirizzi si ag
giungono alle liste di .ciascuno dei
due pastori; ed è sempre un piacere poter salutare questi fratelli al
Culto o visitarli; essi sono una speranza per il domani della nostra comunità. Sovente giovani famighuole, fra qualche anno i loro bambini
affolleranno le nostre Scuole Domenicali, i corsi di catechismo... Non
pochi di quelli che avevano comunicato il loro indirizzo possono raccontare di essere stati visitati e invitati alle attività.
Ma come ogni lavoro, questo ha
le sue ombre accanto alle luci : le
« sollecitudini ansiose » che portano a lavorare anche di Domenica;
l’eccessivo amore per l’abbellimentp della casa, nella quale bisogna j
làvorare la domenica perchè gli al- ‘
tri giorni « lui » va in fabbrica,
« lei » a servizio; la « necessità » di
salire al paese tutte le domeniche,
per « respirare aria buòna » a spese della vita dell’anima; la pigrizia
di fare forse un lungo viaggio in
tram, dalla periferia, anche la domenica mattina, quando bisogna
farlo già tutti i giorni per andare
al lavoro... E infine questi problemi e queste ombre si complicano
ancora di più nel caso dei matrimoni misti!
Un invito
Terminando vorrei rivolgere un
invito a tutti;
a quelli che emigrano dalle Valli, perchè diano il loro nome e iudirizzo ai pastori di Torino; perchè
frequentino le attività, specialmente i culti; perchè accettino di collaborare, come sovente gli si domanda, nelle corali, aU’uniune, alle
scuole domenicali;
ai pastori delle Valli, perchè segnalino immediatamente i nomi e
gli indirizzi a loro conoscenza: non
è per togliere i membri alle chiese
delle Valli! Se uno non vuole iscriversi alla Chiesa di Torino, è questione della sua coscienza — i pastori non fanno certo differenze nel
visitare ed assistere anche chi è ancora membro di una comunità delle Valli! Chiediamo nomi e indirizzi per portare o mandare una parola di benvenuto, di solidarietà,
forse di conforto, quando è maggiormente necessaria, nel momento delT'ambientazione e del possibile disorientamento. Posso dire che siffatte richieste dei pastori delle Valli non sono mai fatte in vano.
Bruno Corsani
Il gesto
Quattordici detenuti in un penitenziario degli Stati Uniti hanno compiuto un gesto di alto valore umano
e scientifico: si sono lasciati inoculare delle cellule attive del cancro
ed hanno affrontato le terribili incognite di un tale esperimento.
Il fatto è accaduto otto mesi or sono nel penitenziario di Columbus,
nello Stato dell’Ohio, una delle più
grandi prigioni degli Stati Uniti. Era un giorno di fine primavera del
1956; la vita, nel penitenziario, si
svolgeva secondo il ocnsueto programma, cadenzata dai trilli del fischietto che governa i movimenti dei
detenuti. Ma la sera, sul giornale del
penitenziario, essi poterono leggere
un comunicato di grande interesse. Il
medico capo scriveva che «gli studi
compiuti sulla evoluzione del cancro,
portano a questa conclusione : inoculate nel corpo di una persona già
attaccata dal male, le cellule cancrenose viventi continuano a vivere e
si sviluppano ». Si aggiungeva che un
grande Istituto scientifico cercava dei
volontari disposti a farsi iniettare le
stesse cellule, per poter studiare le
reazioni di un organismo sano e le
sue capacità di difesa all’aggressione
del cancro. Occorrevano venticinque
volontari disposti a sottoporsi all’esperimento mediante una iniezione
nei due avambracci. Una delle due
zone infettate sarebbe poi stata asportata chirurgicamente due settimane
più tardi per compiere i primi studi.
Scopo principale dell’esperienza era
di stabilire:
1) se con una tale inoculazione si
possono scoprire in tempo utile dei
tumori nascosti;
2) se un organismo sano è capace
di difendersi da solo contro il can
cro. .
Il comunicato precisava che i volontari non avrebbero goduto di alcun trattamento di favore, nè di alcuna riduzione di pena; anzi, dopo
l’iniezione, avrebbero continuato la
vita di prima.
Si cercavano 25 volontari, per ridurli poi a 14 dopo un’accurata selezione. Quella stessa sera la direzione
del carcere era già in possesso di 135
domande. Uno dei detenuti aveva
detto; «Non vi è alcuna possibilità
che io possa aiutare i miei simili fuo
ri di qui. Salvo, forse, un’occasione
come questa». Un altro precisava:
«Ma vorrei che nessuno conoscesse
il mio nome e mi prendesse per un
eroe ».
All’alba del 14 giugno 1956, nella
infermeria del penitenziario di Columbus, una medico, una dottoressa,
i loro assistenti e 14 detenuti scrivevano una pagina di storia degna di
essere ricordata nella quotidiana r
grande lotta della scienza contro il
cancro. Ciò che essi facevano interessava tutta l’umanità, ma specialmente l’Istituto Sloan-Kattering di
New York, un immenso edificio dove
200 scienziati, aiutati da 400 assistenti, compiono un imponente lavoro di
studio, di ricerche e di esperienze,
nell’attesa di scoprire con quali mezzi il cancro potrà essere debellato.
Già si sapeva che la cellula cancrenosa iniettata in un organismo minato dal male si sviluppava con straordinaria rapidità. Ma quale individuo sano avrebbe avuto il coraggio di
sottoporsi a un’esperienza del genere?
* • •
A Columbus, la risposta è venuta
ed i risultati della prova sono stati
positivi. Essa ha dimostrato che « un
organismo sano ha la capacità naturale di reagire alla cellula attiva del
cancro, di contenerne l’offensiva, di
contrattaccarla e di annientarla».
L’angoscioso problema posto dalla
esistenza e dalle stragi compiute dal
cancro non è ancora totalmente risolto. Le ricerche degli scienziati proseguiranno: con pazienza, con volontà, con fede. Ma una via nuova
è stata aperta; si tratta di percorrerla, studiando le differenze che esistono fra le cellule di un organismo
sano e quelle di un organismo malar
to di cancro, per scoprire come un organismo malato possa essere messo
in grado di difendersi da solo, visto
che in altra maniera il male non può
ancora essere vinto.
Per lo scienziato Cornelius Khoads,
direttore del grande Istituto americano per gli studi sul cancro, U problema non è più se possa vincersi il
cancro, ma soltanto quando ciò sarà
possibile.
Quattordici volontari hanno accettato di sottoporsi alla prova iniziale.
I loro nomi rimarranno sconosciuti,
in mezzo a tanti altri nomi di assai
poco valore e che pure riempiono oggi le cronache dei giornali. Dodici di
essi erano bianchi e due neri. Li ricordiamo oggi su questo modesto foglio settimanale. E’ forse esagerato
dire che hanno seguito l’esempio del
buon Samaritano?
Ermanno Rostan.
URUGUAY
Concorso per il Centenario
Dalla Commissione per le celebrazioni centenarie dell’emigrazione valdese in America del Sud ci giunge
il bando di un triplice concorso: 1)
per la composizione di un « inno del
centenario»; 2) per un’opera drammatica che in non più di cinque
scene rievochi l’arrivo dei primi coloni valdesi in Uruguay o in Argentina; 3) per un dipinto che si ispiri
alla scena della partenza dei primi
undici emigranti da Villar Pellice,
descritta dallo storico Teofilo Gay.
Il concorso per l’inno scade il 30 giugno e per gli altri lavori il 31 dicembre 1957. Ogni altra informazione
può essere ottenuta dal Pastore Emilio H. Ganz, Ombùes de Lavalle (Dep.
Colonia) Uruguay.
ANOMALIE
DIPLOMATICHE
VATICANE
(Puhblichicano queste notizie della
agenzia ANSA a scopo di informazione e documentazione senza entrare tn
merito al problema delle rappresentanze diplomatiche vaticane). Red.
La lista del Corpo diplomatico presp
so la Santa Sede distribuita in questi giorni a cura della Segreteria di
Stato di Sua Santità mostra che 47
sono gli Stati che hanno ima rappresentanza presso la Santa Sede; così
come sono rappresentati tutti i continenti sono rappresentate anche tut
le le fedi religiose più importanti salvo due : l’israelita e la cristiana « ortodossa», ed è questa ima delle ano
malìe più evidenti. Un’altra è quella
degli Stati che mantengono im proprio rappresentante diplomatico presso la Santa Sede, ma non accettano la
reciprocanza, ossia non hanno un
rappresentante della Santa Sede pres
so di sè; è anomala la situazione de
gli Stati Uniti che non haimo rela
lioni diplomatiche di alcun genere
con la Santa Sede benché si tratti
di un paese in cui i cattolici sono numerosissimi e in cui il regime non è
contrario alla religione; infine ae
non si può chiamare anomala la si
tuazione di quei paesi che hanno
rotto le relazioni con la Santa Sede
perchè sono paesi a regime comuni
sta e quindi in « stato di guerra » con
la Sede apostolica e con la religione
cristiana, può dirsi anomala la situazione della Polonia, della Lituania o della Cina che hanno un diplo
matico presso la Santa Sede, ma esso
rappresenta un Governo in esilio e
non quella che leg^e 11 rispettivo
Stato.
A possibilità di stabilimento di relazioni diplomatiche fra Israele e la
Santa Sede è stato accennato qualche volta in notizie stampa, ma gli
ambienti competenti mostrano di
ignorare l’argomento; probabilmente
la tensione fra Israele e gli Stati arabi, dove i cattolici sono numerosi,
sconsiglia dall’aprire conversazioni in
merito.
Per la Grecia invece qualche tentativo v’è stato. Sembra, da notizie non
ufficiali, che la questione sia stata ao
cennata una volta dall’ambasciatore
di Grecia in Italia, Argyropulos, personalmente al Santo Padre durante
una udienza che egli ebbe come presidente del Comitato per la libertà e
la universalità della cultura; ma è
rimasta allo state di studio preliminare. Infatti il Governo di Atene non
vedrebbe male la cosa e il Vaticano
nemmeno, ma gli alti dignitari della
Chiesa ortodossa si sono dichiarati
contrari per antichi pregiudizi e il
Governo, impegnato nella spinosa
questione di Cipro ,ha preferito lar
sciar cadere per ora la questione delle relazioni diplomatiche come quella di un eventuale concordato che regoli la situazione dei cattolici; questi
sono in Grecia circa 70 mila con 13
giurisdizioni ecclesiastiche riunite
nelle mani di soli sei prelati.
Fra gli Stati che non accettano im
rappresentante diplomatico vaticano
mentre ne hanno uno proprio nella
C.d.V. il più importante è l’Inghilterra che ha a Roma un Ministro Plenipotenziario mentre non v’è un rappresentante vaticano presso la Corte
di San Giacomo; forse ciò è perchè
la convenzione di Vienna assegna al
rappresentante diplomatico il rango
di Capo del corpo diplomatico e a
Londra la situazione potrebbe sollevare qualche imbarazzo. Al contrario
la Svizzera ha accettato la rappresentanza vaticana, ma non ne ha una
propria, cosi che c’è a Berna un Nunzio Apostolico, ma non c’è in Vatica
no un diplomatico svizzero. Quanto
agli Stati Uniti si sa che ogni tanto
viene affacciata la proposta di inviare presso la Santa Sede un rappre
sentante di Washington ma poi tutto
cade per l’opposizione di molti ceti
non cattolici.
A Washington, come a Londra la
Santa Sede ha un Delegato Apostolico, ossia un rappresentante senza
carattere diplomatico accreditato soltanto presso l’Episcopato.
Attualmente del Corpo diplomatico
vaticano fanno parte 27 ambasciatori, 16 ministri plenipotenziari e Incaricati d’affari; essi rappresentano 17
Stati o Governi europei, 19 americani, 9 asiatici e due africanL
(ANSA
2
L’ECO DELLE VAIIJ VALDESI
Î
31 MARZO
Un incontro
a Pinerolo
Le Unioni Femminili del I» Distretto stanno organizzando per il
pomeriggio della domenica 31 Marzo a Pinerolo un incontro al quale
sono cordialmente invitate tutte le
donne che hanno una qualsiasi responsabilità di servizio in seno alla
Chiesa, o che comunque si interessano ai nostri problemi.
L’incontro avrà un duplice scopo:
rafforzare i legami che già esistono
fra i nostri vari gruppi femminili
(Unioni delle Madri, Società di Cucito, Società Missionarie o di assistenza sociale ecc.) e creare un vincolo
di solidarietà fra questi e le responsabili di altre attività nella Chiesa,
affinchè tutte quante, dalla diaconessa che conosce l’ardua fatica del
servizio presso gli infermi a colei
che guida le giovani menti nelle vie
della conoscenza biblica ed a quelle
altre che, con il pastore, condividono la responsabilità della vita parrocchiale, si sentano maggiormente
portate dalla comune sollecitudine
e sostenute da una comune speranza.
Dopo il culto iniziale presieduto
dal Vice Moderatore, verranno uditi
alcuni messaggi atti a far riflettere
su quelli che sono oggi i compiti e
le possibilità offerti alla donna credente.
L’incontro vorrà essere una prima
esperienza ed una prima testimonianza alla quale altre, lo speriamo
vivamente, succederanno in avvenire.
Fin da ora ringraziamo l’Unione
Femminile di Pinerolo che tanto
prontamente ha accettato di riceverci.
VOI, DONNE VALDESI !
Una relazione sul Congresso di Emden
indetto dall'Alleanza Rìlormata Mondiale
Emden è una cittadina nella Germania nord-ovest, al confine olandese, sull’estuario dell’Ems.
E’ per un atto di simpatia e di solidarietà colle comunità riformate del
nord, che l’Alleanza Riformata ha tenuto a Emden l’assemblea della regione europea, dal 16 al 21 Agosto
scorso.
Il soggetto proposto allo studio era :
li problema del culto nelle Chiese riformate. Evidentemente questo culto
si trova ad un punto critico, se i movimenti liturgici, sul continente (specialmente nei paesi latini) e in Inghilterra e Scozia, cercano di rinnovarlo e di renderlo vivente attraver
Con le donne protestanti nella Svizzera Romanda
Qualcuno mi diceva, mentre mi
avvicinavo alla mèta: « Vous allez
à Vaumarcus? Mais n’est-ce pas un
endroit pour les névrosés? » E veramente sembra che, nella mente di
chi l’ha creato, il Campo di Vaumarcus debba avere come scopo di
ritemprare le forze psichiche indebolite e risvegliare le volontà assopite : praterie verdeggianti nella
dolce, tiepida luce autimnale, suono di campanelle rivelanti la bucolica giocondità del luogo, foresta
dai meandri misteriosi eppur acco- '
glienti...
Grazie a Dio, la mia salute non
è per ora compromessa. Sono soltanto giunta a Vaumarcus carica del
peso che, giorno per giorno, si va
accumulando sulle nostre spalle
quando, alla brama di servire il Signore nella concretezza della vita
quotidiana, fanno riscontro tutti
quei fattori ben noti che favoriscono im clima di aridità spirituale, di
ristrettezze conformistiche, di asservimenti umani. Chi di noi potrebbe affermare di non conoscere tale
ansia di liberazione?
A Vaumarcus la liberazione ci è
stata offerta dal tema stesso del cam
DORCAS
Actes IX, 36
Ce nom de Dorcas — ou Tabitha, — signifie: gazelle. II est humble et obscur comme la personne qui le porte. Il ne sera pourtant jamais oublié. Le souvenir de ses bonnes oeuvres s’est attaché à lui
comme le parfum impérissable au cristal qui l’a contenu.
Ce qui nous plaît, dans ce liom, c’est précisément son humilité.
C est celui d’une simple femme, que nous sentons tout près de nous,
celui d une soeur ou d’une mère, qui, à côté de son travail quotidien,
trouve encore quelques heures à consacrer aqx indigents, et qui, penchée sur son ouvrage, semble sourire à la veuve ou au vieillard auxquels elle le destine. Nous sommes remplis d’admiration devant les
prodiges, les victoires des apôtres prêchant aux foules païennes, dans
les villes soulevées, l’Evangile de leur Maître, portant toujours plus
loin, malgré les persécutions et le martyre, le miracle de leur foi et
de leur espérance. Mais Dorcas vient nous rappeler qu’il est « une voie
plus excellente » selon la parole de saint Paul, et que « la plus grande »
de ces choses, « c’est la charité >».
Ce n est pas pour mériter un salut problématique que Dorcas travaille pour les pauvres, c’est par reconnaissance pour un salut certain,
qu elle possède déjà dans sa plénitude, et que jamais elle n’eût pu
payer. Rachetée à grand prix, il fallait bien qu’elle se donnât à son
tour, et qu elle vînt, comme autrefois Marie, briser aux pieds de son
Maître, son vase de parfum. Le Christ n’était plus là, comme à Bétha
nie, corps meurtri destiné aux clous de la croix; mais il est d’autres
croix dans le monde, et il s’est identifié à ceux qui les portent: aussi
Dorcas savait-elle où trouver Jésus.
11 nous est dit, en effet, que Dorcas était entourée de « veuves :>
montrant les vêtements qu’elle cousait, tandis qu’elle était avec elles.
a
Dorcas payait de sa personne. Elle prenait de ses pauvres
le soin qu’une femme attentive prend de son mari et de ses enfants.
Le Christ avait dit: «Vous êtes tous frères!» Et cette parole qui con
tenait en germe toutes les révolutions qui ont suivi, qui se dressait,
dans sa nouveauté, comme la condamnation définitive de la Société
païenne, excitant le rire méprisant ou la colère des privilégiés de ce
temps-là, Dorcas l’avait prise à la lettre. Elle considérait les malheureux comme una famille agrandie, d’autant plus digne de sa tendresse qu’ils étaient plus misérables, et elle les traitait en frères.
__ Paul Gounelle.
(Revue du Christianisme Social)
po: Libertà cristiatia e servitù umane ».
Segni di servitù umane ci sono
stati additati (Sigg.re M. de Palezieux e A. Borie) con riferimento
al ben noto libro di J. Ellul: « La
technique ou l’enjeu du siècle ».
L’uomo è del continuo alle prese
con i progressi della tecnica; si può
anzi dire che in rapporto ad essa è
VAUMARCUS
2t~23 settembre Í956
un inadatto. Ci sentiamo tutti « rimorchiati, sorpassati, spinti », in
una parola asserviti al ritmo della
macchina. E questo si rivela in tutta la sua brutalità fin nei minimi
particolari della vita di tutti i giorni.
Di qui l’esigenza di una tecnica
dell’uomo tendente a liberarlo dall’influenza che, inconsciamente, egli
subisce.
Il punto di vista biblico ci è stato
fornito dallo studio a gruppi, in Calati 5: 1-15, conclusosi sotto la guida del Prof. P. Bonnard di Losanna.
Chiari segni di libertà cristiana
ci sono stati additati dalle Sigg.re C,
Bonnard e J. Panchaud, madri di
famiglia che ci hanno trasportate
nella limpida atmosfera cristiana
che tutte noi possiamo creare in seno alla famiglia ed alla società,
quando abbiamo veramente compreso che cosa sia la liberazione arrecataci da Gesù Cristo.
La Signora Metzel, cappellana
delle prigioni di Francia, in un esposto sconvolgente ci ha lasciato
intravedere una meravigliosa possibilità di liberazione cristiana anche
tra coloro che sono stati messi al
bando della società, e per i quali
la parola « libertà » non ha più un
senso concreto.
Non credo errare se affermo che
al culto di S. Cena della Domenica
25 Settembre, presieduto dal Pastore G. Borei, cappellano degli studenti a Neuchâtel, era manifesta la
gioia della liberazione e la volontà
di servizio nella carità cristiana.
.Alcune notizie sono state recate
sul Congresso di Emden (I. Cottier),
sulla Federazione delle Donpe protestanti (L. Visinand), s(ul lavoro
delle Unioni Fenmiinili in Italia (D.
Bert). ^
Le rappresentanti al campo erano circa 150 e rappresentavano le
più svariate associazioni femminili protestanti della Svizzera romanda, dai gruppi di madri ai membri
della società di utilità pubblica, che
conta in Svizzera circa 50.000 socie.
Tornando iii Italia, vedevo chiaramente per noi, membri di Unioni femminili, l’esigenza di im lavoro meno frazionato e affidato unicamente all’iniziativa personale.
In condizioni ambientali che si
vanno sempre più scristianizzando,
abbiamo bisogno anzitutto di ripensare in comune la nostra fede per
prendere coscienza di noi stesse in
quanto creature salvate e desiderose di recar agli altri il messaggio
della salvezza. Ip secondo luogo sentirci unite, pur nella varietà delle
iniziative, per potenziare la nostra
opera, anche se umile e modesta in
quanto a mezzi.
In una parola, entrare in modo
più concreto a far parte della grande famiglia dei testimoni dell’amore di Cristo. Egli stesso guiderà le
nostre volontà incerte per le vie dell’attuazione pratica. Delia Bert
LA DONNA DEVE MOLTO ALLA CHIESA. Basta paragonare la
situazione della donna in una società pagana e nella civiltà cristiana
per mostrare e far valere tutto ciò
che la donna deve a Gesù Cristo e
alla Chiesa cristiana.
Ma affermiamo anche che LA
CHIESA DEVE MOLTO ALLA
DONNA che Tha aiutata con la sua
presenza e la sua pietà.
Per rievocare il lavoro realizzato
nella Chiesa e per la Chiesa dalla
donna, rendiamo omaggio al ministero di tante monitrici, di tante
responsabili di attività ecclesiastiche, nelle Unioni delle madri e delle giovani, nell’insegnamento religioso. Senza parlare del prezioso
ministero delle mogU di pastore.
so una più intensa partecipazione
delle assemblee; se i laici avvertono
che la predicazione non è profetica,
ma dottrinariamente esegetica.
Questi problemi ed altri,-sempre in
relazione alla vita della comunità riformata e del suo culto, sono stati
esposti, nei diversi punti di vista, dai
laici e dai pastori.
Per la prima volta, dopo la creazione del Dipartimento della donna nella Chiesa, esso era rappresentato nell’Assemblea, e molte donne, delle
Chiese che si riallacciano alla Alleanza Riformata, erano presenti. Molte
delegate di associazioni femminili di
Chiesa, o paraecclesiastiche che hanno da limgo tempo un’organizzazio
ne perfettamente funzionante, molte
anche rappresentanti femminili di
chiese minoritarie, nelle quali il lavoro si compie al di fuori di ogni organizzazione centralizzata, o con em
brioni di organizzazioni.
Abbiamo visto le anglo-sassoni
muoversi con gran perizia fra le lo
ro innumerevoli sigle, presidenti, segretarie, delegate, tutte donne attive
e serene, che nelle loro associazioni
femminili hanno in mano praticamente tutto il lavoro sociale delle
Chiese.
Abbiamo incontrato con gioia le
rappresentanti dei paesi latini, e con
loro ci siamo sentite unite nei nostri
numerosi... e quasi insolubili proble
mi, ma anche nella gioiosa certezza
che, pur con difficoltà, qualcosa si fa
nei nostri gruppi femminili.
Cos’è questo nuovo Dipartimeniu
deH’Alleanza, e quali sono i suoi fini.
Il cap. Io del Regolamento è esplicativo; esso dice:
«Il Dipartimento ha per scopo di
studiare i mezzi con i quali le donne possono servire più efficacemente
la loro Chiesa e l'Alleanza Riformata Mondiale, e di contribuire a rendere più stretti e più forti i legami
che uniscono le donne deile Chiese
Riformate del Mondo intero ».
Questa volontà espressa dalle donne di servire in ogni settore la loro
Chiesa, secondo le possibilità e i do
ni che sono loro dati, e di non essere
più confinate nel settore « assistenza », è stata espressa e chiarificata
nella relazione della Segretaria per
l’Europa del Dipartimento, la Dott.
Marga Bùhrig.
Da tutto l’insieme dei lavori ci ò
venuto un incitamento a rivedere la
vita delle nostre Unioni femminili,
a cercare un approfondimento nelle
nostre Unioni affinchè non siano dei
circoli in cui ci si trova volentieri
per abitudine, ed anche ci si commuove e si lavora per chi è più misero di noi, ma dei centri di formazione di personalità vive, che si occupano dei problemi della loro comunità e della grande Chiesa di Cristo, dove delle vocazioni a ministeri
particolari si possono maturare.
Da questo rinvigorirsi delle nostre
Unioni verrà un gran bene a tutta
la Chiesa. Che il Signore lo voglia!
Lucilla Santini
IN VISTA DI UN CONVEGNO
In tutte le comunità delle nostre
valli esistono già da molti anni varie
attività femminili; esse assumono talora nomi o fisionomie un pò diversi,
ma in fondo esse hanno sempre svolto e svolgono tuttora il loro compito
di raggruppare, di riavvicinare le donne cristiane per esortarle a fortificare
la loro fede e far sì che essa divenga
operante in seno alla comunità di cui
fanno parte e porti i suoi frutti a favore specialmente dei poveri, dei bisognosi, degli ammalati. Questi gruppi
femminili vivono generalmente una
vita serena ed umile fatta in gran parte di gioioso servizio; quante volte nella vita di una chiesa, specialmente per
la parte che riguarda i bisogni materiali, si ricorre all’Unione delle Madri, alle Unioni femminili nella certezza che esse assolveranno quel de
terminato lavoro o troveranno il denaro necessario per quella tale opera!
Questi gruppi intendono continuare
il cammino intrappreso modestamente, anche un po’ nelTombra; non desiderano, io penso, cambiare improvvisamente rotta, ma hanno sentito in
questi ultimi tempi, diciamo pure in
questi ultimi anni, il bisogno di stringere maggiori legami fra di loro, di
sentirsi più vicini onde potersi aiutare
e sostenere a vicenda nella via della
testimonianza cristiana. Nel passato
alcuni di questi gruppi si sono scambiati visite, buone e piacevolissime; in
questi due ultimi anni poi la giornata
passata ad Agape da un numero sempre più grande di sorelle in fede delle
nostre comunità ha rappresentato una
esperienza luminosa sulla via dell’incontro cristiano. Da qualche tempo
una circolare, a guisa di organo di collegamento, unisce fra loro le varie
Unioni. Per questo il desiderio loro è
che tutto ciò non vada perduto ma
possa sempre più essere intensificato
ed arricchito dal concorso e dalla collaborazione di quante, fra le nostre
sorelle in fede, sentono profondamente
il problema della vocazione della donna cristiana in un servizio attivo nella
propria comunità, pur non facendo
parte attualmente di gruppi già costituiti.
In questa stessa pagina dell’Eco i
lettori troveranno annunziato il programma di un incontro femminile a
Pinerolo; esso è stato indetto tenendo
conto di quanto abbiamo esposto. Voglia Iddio benedirlo fin da ora e prepararlo nei nostri cuori secondo i piani della sua volontà. Elsa Rostan.
3
r
L’ECO DELLE VAtlà TALDESt
-t
RICORDANDO IL PASSATO...]
Vecchi divieti
nei riguardi dei Valdesi
UN LIBRO SULL’AFRICA
Il « 17 febbraio » ricorda la emancipazione civile e politica dei Valdesi.
Tale data è celebrata ogni anno ed in
ogni Comunità valdese come il giorno
della loro liberazione, della rottura e
della caduta delle catene che li tenevano legati da secoli, come i servi della gleba al duro lavoro dei campi, come i condannati al remo sulle galere su
cui vivevano senza speranza e morivano senza conforto.
Disgraziatamente, il clima entusiastico in cui effettivamente maturò quel
giorno, non ha avuto una molto lunga
durata. Ed oggi, purtroppo, anche in
clima di federazione europea, non pochi desidererebbero che tutti i Valdesi
e gli acattolici ritornassero non solo
sotto il regime delle leggi concordatarie del 1929, ma addirittura ai tempi precedenti il 1848.
E’ pertanto un dovere dei Valdesi
ed un sacrosanto loro diritto, di rendersi conto che la libertà è un bene
che dev’essere riconquistato da ogni
generazione (come c’insegnano eroicamente gli Ungheresi di oggi); perchè
nel regno dello spirito nessuno può
vivere di rendita e tutti devono prendere la loro parte di responsabilità
nella vita associata.
Ma per ciò è anche necessario rendersi conto di quale fosse la situazione
verso la quale vorrebbero ricacciarli
gli spiriti retrogradi o dittatoriali, che
hanno completamente dimenticato non
solo ii precetto evangelico di « fare
agli altri quel che essi vorrebbero fosse fatto a loro », ma persino il precetto antico che ingiungeva di « non fare
agli altri quel che non si vorrebbe fosse fatto a noi ».
Ecco pertanto quali erario i principali divieti cui erano soggetti i Vaidesi nei secoli passati, fino al 1848,
data della loro parziale emancipazione.
Durante i secoli passati e particolarmente dopo il loro ritorno, armata
munu, nelle Valli avite, era praticamente negato ai Valdesi l’accesso alle
cariche pubbliche dello Stato, sia civili che militari.
Difatti, anche se i duchi Sabaudi
seppero sempre, nei momenti di pericolo, servirsi delle riconosciute virtù
militari dei Valdesi, che difendendo
le frontiere dello Stato difendevano i
propri focolari, non li seppero o non
li vollero poi in qualche modo ricompensare, incorporandoli nell’esercito
regolare. E pur concedendo ai comandanti di quei reparti di miliziani, comandanti eletti democraticamente dai
propri soldati, i gradi di luogotenente,
di capitano e talora di maggiore, li organizzavano sempre e soltanto in truppe speciali che, scomparso il pericolo,
erano senz’altro disciolte, per ricom
parire nuovamente quando si delineava una nuova minaccia per lo Stato.
Ma nessim grado fu mai assegnato ai
Valdesi, da parte del loro principe,
nell’esercito regolare.
Neppure al notariato ed alla medicina poterono dedicarsi i Valdesi per
lungo periodo di tempo : solo più tardi fu tolto quel divieto ed i Valdesi
poterono, con non poche restrizioni e
sempre soltanto nei limiti tollerati, godere di alcune piazze di notedo, esclusivamente destinate ai Valdesi e con
proibizione assoluta di fare qualsivoglia atto riguardante i cattolici (Ord.
di C.E.I. del 25 febb. 1602; Memoriale di C. E. II del 2 giug. 1653 ed altro del 4 giugno).
L’unica eccezione ai divieti fatti ai
Valdesi di accedere ai pubblici uffici,
era quello che permetteva loro di essere nominati consiglieri e sindaci nelle comunità delle Valli. Ma anche qui
la graziosa concessione era accompagnata da varie restrizioni: prima fra
tutte quella dei soliti « limiti tollerati », fuori dei quali tutti gli uffici pubblici erano vietati ai Valdesi, dal momento che neppure l’abitazione era
loro permessa « extra limites ».
Inoltre, nei comuni di popolazione
mista, anche se quella cattolica era limitatissima rispetto alla valdese, e magari non indigena, la maggioranza dei
consiglieri doveva sempre essere di
parte cattolica. E dove la popolazione cattolica era più numerosa, come
nei comuni di Luserna e della Torre,
affacciati al piano, i Valdesi non potevano inviare al consiglio più di due
consiglieri, « salvo che si facessero cattolici » (Mem. di C. E. II del 29 marzo 1602).
Non potendo i Valdesi abitare fuori dei limiti tollerati, tanto meno essi
potevano tenervi botteghe, stanze e
case. Era loro permesso unicamente
di recarsi alle fiere che si tenevano
fuori dei limiti, uscirne temporaneamente per i loro commerci o per lavori agricoli stagionali, aratura e mietitura, ma senza dogmatizzare mai,
senza discutere o parlare di religione,
senza coabitare coi padroni, se in qualità di servi, sempre sotto gravi minacce e nella situazione di chi può vedersi togliere da una mano quel poco
che veniva concesso dall’altra.
Essi non avevano neppure la possibilità pratica di mettersi al servizio
di principi e stati stranieri in tempo
di guerra, perchè ciò era loro espressamente e severissimamente proibito,
« senza licenza in scritto, firmate di
nostra mano, sotto pena della vita, e
della confiscatione dei beni » (Ord. di
C. E. I del 1“ sett. 1620).
Così, avendo dopo il Rimpatrio e
durante il lungo periodo di guerre
successive, alcuni Valdesi acquistato
In Memoria =
dì un Colonnello
Il Colonnello Pilota Roberto Alilo
che il Signore ha richiamato a Sè, oltre che un valoroso soldato, fu anche
un vero credente.
Mi sia consentito un ricordo personale che mi suggerisce una doverosa
testimonianza. Nel 1939, il nostro amico era a Modagiscio, in attesa della sua sposa, la gentile Emilia Ayassot. Qui a Luserna S. Giovanni s'era
celebrato il matrimonio civile, per
procura. Si trattava di celebrare il
rito religioso. S. A. R. il Duca d’Aosta
dispose la mia partenza in apparecchio militare per il lungo volo Addis
Abeba-Mogadiscio. Appena giunta la
sposa, nella commovente intimità, invocai sugli sposi la benedizione del
Signore. Mi trattenni alcuni giorni a
Mogadiscio per visitare parecchi nostri correligionari. Una sera, fu come
una rinnovata invocazione delle benedizioni divine sul nuovo focolare,
quand’esso accolse fraternamente gli
Evangelici — per lo più militari per
la celebrazione della Santa Cena. Serata indimenticabile e benedetta!
Riferisco questo episodio per met
dei beni oltre i limiti tollerati, Viu
Amedeo II con l’Editto e le Istruzioni del 20 giug. 1730, ingiungeva loro
senza ambagi di vendere tutti i loro
beni fuori dei limiti, ^^tro un anno.
Al di fuori di questi ristretti limiti,
di questa specie di « ghetto valdese »,
questi non potevano nemmeno affittare dai cattolici campi, prati o cascine (Ord. di C. E. I dèi 2 lug. 1618) e
prima del 1730 non potevano neanche
comperare od affittare dai cattolici beni fondiari che fossero situati nelle
Valli. Solamente dopò le Istruzioni di
Vittorio Amedeo II dfel 20 giug. 1730
ciò fu loro concesso, pur con la limitazione che ciò venisse fatto « senza
violenza e di buon grado », e con l’invito sovrano al Senato di « procurare
con tutti i mezzi possibili e esperti di
impedire che li beni di cattolici passino nelle mani dei religionari ».
{continua) T. G. PoNS.
Valdese
Se qualcuno scrivesse un libro intitolato,
supponiamo, « Europa d’oggi » e per la
parte riguardante l’Italia dedicasse Ire pagine a Partinico, tre a via Veneto e tre
alla Fiat, diremmo che è un superficiale;
eppure il suo libro potrebbe essere interessante: non certo sufficiente per far conoscere il nostro paese, ma utile come spunto
per ulteriori letture a chi non ci conoscesse
affatto.
Così si presenta andie il volumetto del
Pidoux. L’Autore ha viaggiato per cinque
mesi nell’Africa a sud del Sahara e dell’Etiopia e nella prima parte del libro ci racconta alcune delle cose che ha visto, mentre nelle ultime pagine ci offre qualche riflessione generale su argomenti di particolare interesse (rapporti tra bianchi e neri,
situazione della donna, ecc.).
In un libro cosi piccolo per un argomento cosi vasto sono infinite le t[uestioni che
non sono neppure accennate (per es. le società segrete africane) o quelle che si vorrebbero vedere più sviluppate (per es. la
influenza della visione del mondo — della
metafisica, diremmo — degli africani sul
loro atteggiamento di fronte a problemi familiari, economici ecc.); sono infiniti gli
argomenti che si vorrebbero discutere e
precisare; alcune pagine sono sup^ficiali
(per es. quelle sul Dr. Schweitzer). Ma per
soddisfare la nostra curiosità su un mondo
così vasto e diverso ci sarebbero voluti non
170 pagine, ma altrettanti grossi volumi.
Due cose vorremmo dire a lode di questo libro: è simpatico perchè l’A. non dà
mai l’impressione di trattare gli africani
come degli animali esotici, ma li considera sempre come degli uomini nel pieno
senso della parola, nomini di cui possiamo
arrivare ad essere non condiscendenti benefattori o paternalistici padroni, ma veri
amici. E’ utile, poi, per aiutare a distruggere certi falsi concetti che sono comuni tra
noi riguardo all’Africa, e può così giovare
a comprendere quali siano le difficoltà reali
che africani ed europei, e in particolare i
missionari, debbono affrontare nell’epoca
attuale: difficoltà e problemi ben diversi
da quelli di cinquanta o cento anni fa.
E’ ima lettura che può essere suggerita
ai nostri Membri di Chiesa che vogliano
aggiornare le loro idee sull’Africa con un
libro semplice e moderno. u. c.
Edmond Pidoux — L’AFRIQUE A L’AGE
INGRAT. Delachaux et Niestlé, 1956,
pagg. 170, fr. sv. 5,50.
Notizie dalle Comunità
tere in rilievo il fatto che il Col. Alilo testimoniava francamente della
sua fede evangelica valdese da lui
professata apertamente. Ed io godevo nel vedere in quanta considerar
zione era tenuto presso il Comando
del grande Aeroporto militare che mi
ospitava. Testimonianza leale che mi
ricordava la testimonianza già data
a Mogadiscio, (dove mi trovavo nel
1936) da un altro Ufficiale Valdese, il
valoroso futuro Generale Giulio Martinat. Valorosi soldati d’Italia. Valorosi soldati di Cristo. Onore alla loro memoria!
Ci ritrovammo in prigionia, a Nairobi. Fraternizzammo, confortandoci
a vicenda. Finalmente, ci ritrovammo qui nelle Valli nostre. Il nostro
fratello amava la Chiesa, e ad essa
s’interessava, sia a Torino, sia a San
Giovanni.
La sua memoria rimane viva nei
nostri cuori. E viva è la speranza cristiana che ci unisce ai suoi familiari.
I) dolore, sì, è profondo. Ma ancor
più grande è la speranza nella risurrezione e nella vita. G. Bertinatti.
Angrogna (Serre)
La comunità del Serre si è unita
come già riferito, a quella del Capoluogo per celebrare in comune il XVII
febbraio. Il gruppo di Pradeltorno,
invece, si è raccolto nel Tempio per
il culti: la liturgia è stata in parte
diretta dai catecumeni, alcuni dei
quali hanno pure recitato i Salmi
dell’esilio e della liberazione, che ci
hanno portati immediatamente nella
giusta atmosfera per ricordare con
gioiosa riconoscenza la nostra liberazoine. Al termine, alcune poesie e .e
non meno tradizionali brioches. Ci
è dispiaciuta la poca partecipazione
all’àgape nella sala unionista del Capoluogo, almeno da parte dei nostri
membri più vicini. Quale la ragione?
Speriamo nel futuro. i
Il 9 febbraio è stato celebrato il
matrimonio di Osvaldo Monnet e di
Ottavia Chauvie. Agli sposi, che si
sono stabiliti al Ciambun (Roimc)
rinnoviamo i nostri auguri più cordiali !
Il 23 U.S. un folto gruppo di fratelli
si è riunito intorno alla salma di
Giorgio Monnet, alle Casse, e l’ha seguita fino al cimitero, manifestando
la sua simpatia fraterna ai familiari
Alla famiglia nel dolore dioico accora la nostra affettuosa simpatia,,
nella certezza che « il dono di Dio è
la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro
Signore ».
Luserna San Giovanni
(Cronaca rimandata a questo numero per mancanza di spazio).
Numerose le famiglie, provate dal
lutto. Il 30 dicembre’avevano luogo
i funerali di Ernesto Bastia, per lunghi anni postino, deceduto ai Favout; pure lo stesso giorno, quelli di
Enrico Martinat (originario di Inverso Porte), deceduto ai Nazzarotti.
Il 3 gennaio i parenti ed amici rivolgevano l’estremo omaggio alla
spoglia mortale di Carlo Allio, deceduto in Isvizzera dove si trovava per
ragioni di lavoro. Il 12 gennaio avevano luogo i funerali di Ida Bertalot,
nata Meroz, deceduta a Rocciama
neoud; il 18 gennaio, di Lidia Gaydou vedova Benech; il 26 gennaio oi
Alizia Monnet ved. Ferro, deceduta
all’Asilo dei Vecchi; il 3 febbraio, di
Elena Arnoulet, vedova Mondon, deceduta ai Nazzarotti,. Il 6 febbraio
avevano luogo i funerali di Giovanna Rostan, nata Gay, deceduta alla
età di 44 anni; i sindaci di Bobbio
Penice e Villar Pellice espressero con
la loro presenza la simpatia dei due
Comuni nei quali il signor Eugenio
Rostan, marito della defunta esercita le funzioni di segretario comunale. Il 13 febbraio avevano luogo i funerali di Maddalena Besson vedova
Malan, madre del consigliere comunale Luigi Malan, deceduta all’Ospedale Mauriziano di Luserna. Il 14
febbraio avevano luogo i funerali di
Fanny Rivoire in Bounous, deceduta
all’età di 44 anni; un lungo corteo di
amici, fra cui ufficiali superiori, sottufficiali ed una rappressntanza di
alpini ha espresso al marito, maresciallo degli alpini, ed ai figli, la simpatia nell’ora del lutto. Il 21 febbraio avevano luogo i funerali di Armerina Caccianotti in Gaydou, deceduta all’ospedale Mauriziano di Luserna. Il 21 febbraio, nel tempio di
San Giovanni, aveva luogo il servizio funebre del colonnello commendatore Roberto Allio, deceduto a Torino, all’età di 58 anni; giovanissimo
aveva partecipato alla guerra del
1914-18, dapprima collie alpino, poi
come pilota; nell’areonautica continuò la sua carriera che lo trovò colonnello nell’ultima guerra, in cui prestò servizio in Africa; reduce dalla
prigionia, aveva lasciato il servizio attivo e alla Riv (Torino) aveva iniziato
la sua nuova attività civile. La morte lo ha fermato quando, a viste
umane, la sua comunità e la sua pa
tria sembravano ancora poter contare su lunghi anni di servizio fedéle. Alle sorelle Maddalena, Yvonne
e Netty Jouvenal, a tutti i parenti
rinnoviamo l’espressione della nostra
cristiana simpatia. Gl.
Rodoretto
La sera del 16 Febbraio il nostro
vallone, di solito così silenzioso, echeggiava di grida gioiose e di canti,
mentre la luce di diversi « falò » e
razzi faceva luccicare la neve indurita dal gelido vento dei giorni precedenti. Al mattino del XVII, con
un tempo splendido, il tradizionale
tamburino chiamava a raccolta giovani e vecchi e si formava, come per
il passato, il corteo con bandiera
che dall’alpestre villaggio delle Ri
mas scendeva lungo la Valle ingros^
sandosi ad ogni bivio, cogli abitanti
degli altri villaggi. Attraversato il
Centro e riunitici ai componenti il
corteo che veniva da Fontane e da
Serveil ci recammo nel Tempio affollato dove, dopo un culto di rendimento di grazie e di consacrazione
all’Iddio che ci ha amati e chiamati
alla conoscenza della Sua Parola, i
bambini delle Scuole Elementari di
Rodoretto, di Camplo Clot e di Fontane ci presentarono un nutrito programma di recita, accompagnate da
alcuni inni cantati dalla nostra piccola Corale.
Il nostro grazie a coloro che hanno contribuito alla riuscita della celebrazione e particolarmente agli
insegnanti: sig. E Tron di Rodoretto che dirige pure la Corale, alla
sig.na Jahier di Peiosa Argentina
da alcuni mesi maestra a Campo
Clot ed alla sig.ra E. Breuza delle
Fontane, alla quale, insieme a tutte
le nostre sorelle ed ai nostri fratelli
visitati dalla malattia, esprimiamo
la nostra cristiana simpatia, intercedendo per loro davanti al Signore.
Dalla Chiesa di Genova
I Culti.
La partecipazione ai culti è ancora notevolmente aumentata e ne siamo grati a Dio.
Al culto di Natale la corale ha eseguito
due cori, diretti dal dr. Manlio Gay. La
Comunità è grata sia al dr. Gay come pure
a tutti i membri della corale. Oltre al Pastore Corsani, ha pure predicato nel nostro
tempio il pastore Paolo Bosio e lo ringraziamo.
Abbiamo continuato ogni domenica la
preparazione e distribuzione dei foglietti
con l’ordine liturgico e gli avvisi; ci piace
menzionare a questo riguardo il lavoro
continuo e fedele della signorina Annamaria Deodato.
Siamo pure riconoscenti a chi durante
tutto il mese di Gennaio ha procurato i fiori per il Tempio.
Scuola Domenicale.
Continua ad essere ben frequentata. Le
Monitrici si riuniscono ogni Martedì col
Pastore per preparare insieme le lezioni.
Abbiamo incominciato da qualche tempo
ad avere il nostro breve culto liturgico in
Chiesa. Questa decisione è stata presa onde curare sempre più la parte cultuale della
Scuola Domenicale.
Quest’anno i nostri bambini hanno spontaneamente rinunciato al loro dono natalizio a favore dei bambini profughi Ungheresi.
Unione Giovanile.
Gli incontri dei giovani al Mercoledì sera, anche quando non sono numerosi sono
pur sempre molto simpatici. Si sono alternati studi di vario carattere e vi è stata anche una serata musicale. Si ha l’impressione di un lavoro serio e proficuo,
tega Femminile.
In una riunione particolare è stato dato
il resoconto del Bazar di beneficenza. Alla
seduta era presente anche il Pastore il quale ha ringraziato a nome del Consiglio le
Sorelle della Comunità per la loro dedizione, rallegrandosi per il buon esito della
loro attività. Per caratterizzare sempre di
più questa attività sarà bene che il ricavato
dell’annuo Bazar di beneficenza venga dal
»
le signore medesime distribuito alle nostre
varie istituzioni.
Riunioni Quartierali.
Sono state riprese col mese di Gennaio.
Sono una ottima opportunità per approfondire la mutua fraterna conoscenza e per
trattare in comune argomenti di vitale importanza per la nostra Chiesa. In questo
primo giro di riunioni l’argomento scelto
è quello del significato del nostro Culto.
Consiglio dei Pastori
li ConsigUo dei Pastori della Grande Genova ha ripreso la sua normale attività. Come avete saputo è stata potenziata l’attività
in comune fra tutte le Chiese, e Sabato 9
Febbraio abbiamo avuto una prima Riunione di Appello.
Sabato 2 Marzo, nei locali del SaUor’s
Resi in via Bruno Buozzi 15 v’è slata una
riunione in comune fra tutte le Chiese, per
portare a conoscenza del nostro mondo
evangelico l’attività del Movimento Ecumen.co. E’ stato proiettato un film sulla Conferenza ecumenica di Evanston; lo sviluppo
del Movimento ecumenico è stato illustrato
da diapositive e si sono ascoltati brevi
messaggi da parte dei vari Pastori deUe
Cliiese italiane ed estere.
Colui che ha dato la sua vita per
noi, ci ha insegnato a pregare.... Il
maestro dell’unità e della pace non
ha voluto che ciascuno si limiti a
pregare per sè. Ci ha dato una preghiera comunitaria e pubblica. Quando preghiamo, non è per uno soltanto, ma per tutto il popolo di Dio, poiché siamo tutti uno, Dio ci ha insegnato la pace, la concordia e i’unità.
Ci ha portati mediante una sola Persona: il suo Figlio e desidera che
ognuno di noi preghi per tutti gli
altri. Cipriano
4
4 ^
L'EGO DEUÆ tEftiad'YALDESl
ALTA VALLE GERMANASCA
Proli
Il 12 febbraio spirava a Villa il sig.
Enrico ,Ricliard, in età di 52 anni.
Da tempo sofferente, nulla tuttavia
lasciava supporre che il suo trapasso
dovesse essere così repentino. Alla
famiglia in lutto rinnoviamo le nòstre condoglianze e a tutti i credenti
ripetiamo Tammonimento biblico a
vegliare ed essere pronti.
La festa del 17 Febbraio è stata favorita dal bel tempo. La vigilia sono
stati accesi i tradizionali falò nonostante il vento, e la domenica mat
tina dalle varie borgate sono giunti
i cortei con le bandiere, riunitisi poi
sulla piazza di Ghigo dove la banda
ha eseguito il « Giuro di Sibaud » ed
altra musica. Le bandiere sono state
quindi recate nel tempio che era gremitissimo per il culto durante il quale la corale ha eseguito un inno di
circostanza. Al pranzo fraterno hanno partecipato numerose persone nella locanda della Pace, quindi la banda ha ancora allietato il pomeriggio
con le sue esecuzioni. La riuscitissima celebrazione ha portato molta allegria ai partecipanti ed anche il
monito a perseverare nella fede di
un secolo che non è più di persecuzioni, ma in cui altre lotte aspettano
i credenti.
Il Moderatore ha visitato recentemente la nostra Chiesa partecipando
a una seduta del Concistoro durante
la quale gli è stata fatta ampia relazione di tutte le questioni relative
alla costruzione del nuovo Tempio.
Il Moderatore ha dato la sua personale adesione a questa iniziativa ed
ha avuto parole di vivo incoraggia
mento per la parrocchia ed il Cono
storo, il quale lo ha ringraziato per
la sua visita ed il suo interessamento.
Il forte vento di domenica 24 febbraio non ha prodotto se non danni
insignificanti a qualche tetto, ma ha
minacciato di estendere pericolosamente l’incendio di un camino delle
vecchie scuole. Fortimatamente tutto si è risolto per il meglio, grazie
alla collaborazione di numerose persone.
Lo stesso giorno gli sciatori pralini hanno riportato un lusinghiero
successo al Sestriere, occupando i
primi posti nella gara di fondo e confermando così le doti che avevano
messo in luce il mese precedente qui
a Frali.
4
Massel
Il se convient d’exprimer, en premier lieu, notre reconnaissance à ces
frères qui ont remplacé le pasteur
absent, pendant ce mois de février;
Mrs. le Prof. E. Tron et le Pasteur R.
Nisbet qui nous ont adressé leurs
messages aux services des dimanches
3 et 24; Mr. le Pasteur S. Long qui
acceptant de séjourner parmi nous
pendant 15 jours a desservi régulièrement notre paroisse. Nous le remercions sincèrement de ce séjour et
de ses messages qui nous ont permis
de percevoir de façon plus concrète
la présence de ces frères du VI District.
Un merci à M.me J. Micol qui s’est
occupée de l’Ecole du dimanche.
Le 10 février nous avons reçu la
visite du Prof. S. Baridon qui nous
a passé deux films choisis avec autant de goût que magistralement
réalisés. Le commentaire, dont il a
bien voulu les accompagner, nous a
permis d’en savourer tout le charme.
Nous souhaitons que le public ait su
apprécier cette recontre et témoigner
à Mr. Baridon sa reconnaissance
pour cette visite.
La fête du XVII a constitué, comme partout, le point culminant de
notre activité paroissiale. Agréée
comme de coutume par les x falos »
et les fusées, la fête bénéficiait cette
année d’un temps exceptionnellement
favorable. Le Temple, comme à toutes les grandes occasions, se présentait bondé; la Corale ressuscitée par
le zèle et le talent du Pasteur Long
a donné la mesure de ses capacités,
les enfants de même. Une nouveauté
dont nous nous réjouissons: le dîner
auquel participaient nombreux masselins, qui a eu lieu à la Pension
« Stella Alpina » dans une atmosphère très cordiale.
Guardiamoci attorno
FRANCIA
Cattolici ed Ecumenismo
La rivista cattolica francese «Missi » ha pubblicato in gennaio ad ope4
ra del padre M. Villain im numero
speciale dedicato al Movimento Ecumenico, di cui dà un ragguaglio sto
rico preciso ed obbiettivo, offrendo
al tempo stesso ai cattolici dei sugge-'
rimenti per entrare in contatto con
gli evangelici, senza venir meno a?
propri principi!. « I cattolici, dice la rivista, possono e devono inserirsi nel
movimento ecumenico allo stesso ti
tolo degli altri cristiani ».
'Ci rallegriamo di osservare che ancora una volta dal cattolicesimo
francese ci viene una voce che si
sforza lealmente di comprendere i
[( fratelli separati ». Speriamo che
non venga soffocata dalla gerarchia,
come altre lo sono state in un passato recente e recentissimo.
CINA
Ripresa di contatti
Vi sarebbero in Cina 800.000 protestanti e 3 milioni di cattolici, secondo tre visitatori che l’YMCA ha re
centemente inviato in quel paese per
un soggiorno di im mese. Apparen
temente le chiese cinesi, dopo un
lungo isolamento, desidererebbero riprendere i contatti con gli altri cristiani nel mondo. Recentemente una
delegazione cinese ha visitato le Unioni giovanili in India e tra breve
la visita sarà restituita.
GERMANIA
Un anno di servizio sociale
Diverse Chiese evangeliche in Germania hanno chiesto alle giovani di
consacrare un anno al lavoro sociale
della Chiesa. Esse devono aver 17
aniii compiuti e per un anno lavorare in ospedali o asili o presso famiglie soccorse dalla Chiesa. Nella sola
Renania trenta ragazze hanno già risposto all’appello.
.L’idea di dedicare alla Chiesa un anno o due di servizio prima di impegnarsi in una pofessione è già nota
oltre Oceano. Essa ha molti vantaggi: persone che non possono o non
vogliono impegnarsi per un servizio
di durata indefinita (come quelli d;
diaconessa, pastore, ecc.), hanno co
si la possibilità di farlo per un perio
do breve. Inoltre, invece di esservi
solo un gruppo distretto di persone
che si consacra al lavoro della Chiesa, vi sono molti che, per avervi dedicato uno o due anni di vita, lo conoscono bene e continuano ad amarlo anche dopo essere tornati nella vita « laica ».
« Agape » ha rivolto recentemente
un appello di questo genere a un certo numero di giovani, ma per ora non
si è avuta risposta. a. c.
ÜD annunzio di « Monne ))
« Les Editions Claudiana (Torre
Penice) préparent, sous la direction
du professeur Giovanni Miegge, un
Dictionnaire biblique, ouvrage le plus
important qui ait jamais été publié
en Italie sur cette matière».
Il volume uscirà nel corso di questo mese, e costerà L. 3.700. Prenotatevi subito presso la Claudiana. Que
sto è un volume che non deve mancare in nessuna famiglia evangelica.
Iscrizioni ai campi
di Agape
La stagione dei campi si avvicina
e le iscrizioni dei campisti dalléstero arrivano con ritmo crescente. Vorremmo pregare i campisti italiani di
affrettare, nei limiti del possibile, le
loro iscrizioni, perchè ci piacerebbe
che rimanessero posti pienamen.,e
sufficienti per i giovani delle nostre
chiese italiane. Chi non lo avesse
ricevuto può richiedere il program
ma dei campi 1957: glielo mandare
mo subito. Ricordiamo anche che
ogni iscrizione (anche quelle con facilitazioni finanziarie) per essere valida deve esser accompagnata dalla
quota di lire ICOO. Per facilitare tUi,ti
i giovani, malgrado l’aumen.a.o costo della vita, abbiamo fatto un solo
piccolo aumento nella quota discri
zione, lasciando invariate le quote
regolari dei campi.
Per ogni informazione e per le
iscrizioni, scrivere alla Segreteria
d’Agape - Ferrerò per Frali (Torino).
Attualità letteraria
Les plus belles pages de Luther
L. 800
EDMOND JEANNERET
Le théâtre du monde
L. 800
RAOUL GOUT
William Booth
L. 1.000
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice (Torino) - c.c.p. 2-17557
Un accordo è avvenuto tra ITtalia
e la Francia per la soppressione del
passaporto per i viaggi nell’uno e
nell’altro paese, con relativo soggiorno, inferiore a tre mesi consecutivi.
Commentando la firma dell’accordo, il Sottosegretario di Sfato Badini Confalonieri ha detto : « Cade una
nuova barriera; è xm nuovo impulso
al processo di unificazione dell’Europa, che è tra le nostre più belle speranze e le nostre più urgenti neces
sità ».
Dal 21 marzo in poi, per entrare in
Francia basterà presentare alla frontiera la carta d’identità accompagnata da un foglio aggiuntivo rilasciato
dalla Questura. Questo foglio aggiuntivo sarà valido un anno e il sotto segretario Badini Confalonieri ha dato assicurazioni che verrà rilasciato
con tutta facilità, nel giro di ventiquattro ore.
L’accordo sarà accolto con compiacimento da molti. Speriamo soltanto
che le Questure si attengano alle disposizioni impartite per la sollecitudine necessaria nella concessione del
foglio richiesto.
Dani per I’ [cn delle Velli
Jahier Vitale 200; Revel Susanna
345; Ribet Luigi 200; Long Emilio
100; Prandini Giovanni 150; Flora
Klett 500; Bertalot Levi 100; Bastia
Lidia 200; Avondet Irene 100; Bouchard C. Alberto 200; Balmas Alice
100; Bertalot Luigia 100; Bounous Ethel 100; Balmas Orlina 100; Coel.o
Albertina 150; Genre William 200;
Travers Elena 150; Travers Clemente 250; Peyronel Francesco Enrico
100 ; Revel Fanny 200 ; Rostan Nelly
200; Vinçon Davide 100; Bouchard
Edvico 100; Bounous Olga 150; Ippolito Maria 150; Giaccone Giulio 100;
Long Meynier Ilda 50; Long Alessio
50; Vinçon Aldo 50; Ciarrie Margherita 50.
Personalia
La famiglia del Sig. Enzo Jouve,
direttore tecnico della nostra Tipografia, è stata colpita dal lutto con
la dipartenza del Sig. Giovanni Luigi Bert, padre della Sig.ra Luisa Jouve, deceduto all’età di 73 anni.
Esprimiamo alla famiglia nel lutto il nostro pensiero di simpatia e
di speranza cristiana.
La famiglia del Pastore Franco Davite di Riclaretto è stata allietata
dalla nascita del piccolo Marco. Auguri sinceri al neonato ed ai suoi ee
nitori.
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S. Martino 1957. Rivolgersi geom.
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Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
La famiglia e 1 congiunti del compianto
Federico Forneron
ringraziano sentitamente tutti coloro che con la loro presenza e con
scritti hanno partecipato al loro lutto, e, in modo particolare, i vicini per
l’aiuto prestato in modo così fraterno e cordiale.
Gesù disse: Padre desidero che
dove sono io siano ancora meco
coloro che tu mi hai dati.
Ev. S. Giovanni 17: 20
Prarostino di S. Secondo, 13-2-1957
Le famiglie Pons, Prandini e Bouchard, commosse per le numerose dimostrazioni di simpatia ricevute in
occasione della dipartenza della loro
cara
Paolina Pons
nata Gaydou
esprimono a tutti la loro riconoscenza più viva e sincera. Un ringraziamento particolare alle famiglie vicine che sono state di valido aiuto, al
Pastore Marauda ed al Dottor Peyrot.
Pons di Pomaretto, 18-2-1957
La famiglia del compianto
Giovanni Luigi Beri
nell’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia quanti le furono vicini nella dolorosa circostanza.
Ringrazia il Dott. De Bettini, il
Pastore sig. Sommani, i vicini di casa, le Soc. Operaia, la Soc. Fratellan
za, i compagni di lavoro del figlio;
un ringraziamento particolare rivolgono al sig. Michele Gaggiano e Signora, alle famiglie Davit e Scannavacca.
Torre Pellice, 1 Marzo 1957
I parenti tutti della compianta
Lidia Revei
ved. Bertin
deceduta il 2-3-1957 in età di anni 93,
esprimono i sentimenti della più viva
riconoscenza a quanti furono loro di
aiuto e di conforto in questa dolorosa circostanza. In- particolare ringraziano i pastori Jahier, Bertinatti
e Pascal per l’assistenza spirituale
prestata alla cara Scomparsa.
Luserna S. Giovanni li 4 Marzo 1957
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinwolo
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Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
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Strada per Miradolo, di fronte alla caserma degli Alpini
(Caserma Berardi)
ORAR! DEL PtNEROLESE - S NOVEMBRE 1956
Ferrovia Torino-Torre Pellice e viceversa
Torino 4,28 6,20 8,11 12,23 13,42 15,22 17,26 18,29 18,34 19,23 23,48
Airasca 5,16 7,08 8,50 — 14,30 16,06 18,13 — 19,22 20,08 0,29
Pinerolo 5,36 7,39 9,11 13,— 14,55 16,28 18,40 19,13 19,46 20,31 0,51
Bri.;h. 5,57 7,58 9,27 13,15 15,12 16,50 18,59 19,28 20,07 20,46 1,07
Torre P. 6,10 8,11 9,41 13,33 15,25 17,04 19,12 19,42 20,20 20,59 1,20
Torre
Brich.
Pinerolo
Airasca
Torino
P.
3,48 4,48 5,40 6,38
4,01 5,18 5,56 6,53
4,21 5,31 6,18 7,11
4,39 5,50 6,49 7,27
5,23 6,32 7,38 7,54
Ferrovia Bricherasio-Barge e viceversa
8,35 12,24 13,24 16,32 18,05 19,50 21,04
8,50 12,39 13,39 16,48 18,19 20,06 21,19
9,08 12,58 13,55 17,06 18,37 20,29 21,35
9,25 13,19 — 17,35 18,58 21,02
10,— 14,02 14,16 18,26 19,42 21,55
Brìch. p. 5,07 5,59 8,02 9,32 13,18 15,18 16,52 19,07 20,14
Barge a. 5,24 6,17 8,20 9,50 13,37 15,39 17,10 19,27 20,33
Barge
Brich.
4,40 5,31 6,29
4,58 5,49 6,48
8,27 12,16 14,50 16,08 17,53 19,37
8,45 12,34 15,07 16,29 18,11 19,55
Tramvia Pinerolo-Perosa e viceversa
Pinerolo
Porte
S. Germano
Villar P.
Pinasca
Perosa
P
fer fest fer
4,20 4,35 4,45 6,45
4,47 4,56 6,04 7,07
4,54 5,03 6,10 7,15
5,25 5,20 6,17 7,22
5,35 5,30 6,27 7,32
5,45 5,40 6,37 7,40
fer fest fer
7 — 7,55 8,15
1 8,16 8,34
1 8,22 8,42
7,25 8,30 8,50
— 8,40 9 —
— 8,50 9,10
Perosa
Pinasca
Villar P.
S. Germano
Porte
Pinerolo
fer fes fer fer
4,45 4,50 5,55 7 —
4,55 5,01 6,05 7,11
5,25 5,20 6,15 7,21
5,32 5,27 6,23 7,28
5,39 5,32 6,29 7,35
6,— 5,50 6,45 7,55
fest fer
9,30 10,15
9,48 10,34
9,55 10,42
10,03 11,—
10,10 11,10
10,20 11,20
fer
11,30
11,50
11,58
12,06
12,16
12,25
fest
11,40
11,58
12,05
12,11
12,20
12,30
fer
12.40
13,02
13,10
13.40
13,50
14 —
fest fest
13,10 15,05
13,29 15,22
13,36 15,28
13,45 15,35
13,55 15,45
14,05 15,55
fer
15.05
15,24
15,32
15,40
15,52
16.05
fest fer fer
7— — 8 —
7,10 — 8,n
7,19 7,30 8,21
7,25 — 8,28
7,32 — 8,35
7,50 8 — 8,55
fest fer
8,10 9,35
8,20 9,45
8,30 10,—
8,35 10,10
8,42 10,20
9— 10,40
fer
16,02
16,22
16,29
16,55
17,07
17,20
17,50
18,09
18,17
18,25
18,35
18,45
fest
9,45
9,55
10,04
10,10
10,17
10,40
fer
11,45
11,57
12,07
12,15
12,28
12,52
fest
11,50
12 —
12,09
12,15
12,22
12,40
fer
19,25 20,55
19,47 21,17
19,55 21,25
20,02 21,55
20,11 22,05
20,20 22,15
fer fest
13— 13,25
13,10 13,33
13,40 13,45
13,47 13,51
13,54 13,58
14,15 14,20
fest
14,10
14,18
14,28
14,34
14,41
15 —
16 —
16,10
16,23
16,29
16,36
16,55
fer
16,15
16,55
17,18
fer
— 17,25
— 17,35
16,55 17,45
17,03 17,52
17,11 17,58
17,35 18,16
fer
19— 21,15
19,10 21,25
19,20 21,55
19,28 22,03
19,35 22,10
19,55 22,30
f