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lUi',«‘1XXVII - N. 50 ’• '
: ^,^,TORRE PELLICE, 26 Dictimbre 1947
linone in Abbonamento postale - 1 Gr^; i«i
ETTIMANALE DELLA
ile Oli sur i»
è detto che ¿a faxolkà più eledelP uomo è quella di ricordiare.
ff ritìordo è infatti una delle condi;. doni della vita medesima; non poIWirtiUo addirittura vivere se non afìs^ino il rioordo) delle nostr'e passate'espiìrienze.
Epp'tre è stranrdinariai fe ',Jacii$tà
eoa la quale l'uomo è capace (M di-^
■meat/C(ire. Quando andavo a scuola
mi applicavo a stutMaPe una poesia
o.m ik orema, ma il giamo dopo mi
f .évWTgcvo, purtroppo, di aver tutto
.^onentrcatol Oggi So che roblio non
*è sem.pi e involontario. Spesso noi vogliasmo dimenticare, d sforziamo di
dimenticar e, ed è anzi portentoso
quante cose noi effettivamente riusciamo a cancellare dalla nostra maMeria.
Puraate gñ anni di guerra mMaia
'£ pascne, svegliate nel cuore della
ii iiiOfte, si vestivano in fretta alla bell’e meglio e si precipitavano nei riI poi, con il cuore pieno' di an'¿.^cia, t;scoìtavano le esplosioni deile
'"pombe, ora più vicine, ora più tonile. Altri hanno conosciuto degli
. aspetti diversi della guerra, quel,
àIo del terroi'is:!ic: abbiamo tòsto
.degU impiccaci, dei fui dati, de^ìe cu
^.ìe deputate e brt telai e iilorg. tutti
I £ii0vano; anche se rmsciro a- scamS pare e verrà la pace, non sai emo mai
P pt'it gli stessi... come faremo a dif mcsUicaie? Invece abbiamo aJbbor
; stafiza presto dimenticato, e la maggior patte, lieta di averla scampata,
si è rimes.sa ai suoi traffici è alle sue
ahituali occupazioni.
li’ p rpettamente' ¡legittima e comr
prensib.ile che non possiamo vivere
costantemente nel ricordo delle ore
jàà tragiche della nostra vita. Pierò
d dovrebbero esseri' certi insegnar Jtierui del passato, sia degli anni di
I'guerra, come di quest’ultimo anno
[ che sta [ter finire, che non bisognej. tebbe dimenticare. Quando Mosè ebÌ>e coi.'ifotto gli Israeliti sul limitare
del Ih Terra promessa, parlò loro di
‘ qus'l paese meraviglioso nel quale
t stavano per entrare, um U esortò anl;,oAe a non dimenticare il passato;
,1.^ Ricordati di tutto ii cammina
•^ghe P Fiterno,. i? tuo Diojj ti ha fatto
questi quMraiìfunni nel deserto
V ^'r ui.iHiarti e mederti alla prova,
jr.pc.r sapere quello che avevi net cito*
1 fc, e s.i tu osserveresti o no i siud
\c co.0X0! la amenti (Deuteronomio S:
Anche noi, in quest’ultimo anno
- 4i cui è concesso di vedere la fine,
; passUtii t> storcere chiaramente i r.e^giu del giudizio e della misericoriUa
f di Djol
£-'« Gli uomini hanno svoào in questo
4 nlhtiio anno una enorme attività. Sal'^be interessantissimo tracciare «*
i ^ sintesi delle loro realizzazioni.
^ P(K hi sanno quantìe bombe atomiiche
»ttiiidano nei magazzini militari de, gli Stati Uniti e della Gran Breta» La Russia ha trionfalmente anifimziato di avere anche lei scoperto
t.i fide segreto. Si è perfino soo
Ipe, to il modo di far piovere q nevie, naturalmente, si studia
^ modo di valorizzare la sco•^P^rta ai fini di una eventuale
,~e.fiharra. Anche in Italia abbiamo erra
’’banca del sangue" pner assi' lattare il servizio delle trasfusioni del
^*»ngue, e si parta pure di ’’banche
occhi”. L’attività politica
^ attua ovunque incensali si sono ri®ustrui(e molte case e fabbriche e
spenti. Quanti sforzi, quanta persepm'anza per riparare, per conciare
,5 male compkaoi
Malgrado tutto questo, l’anno che
volge al termine lascia un senso' di
insoddisfazione e di tormento. Abbiamo la sensazione che gli uomini
non hanno che in minima parte risolto i toro problemi, se pure H hanno risolti, e, ad ogni modo., hanno
aggravato il sentimento della ¡Miura.
La paìura è quella che domina in tutti i campi dlella vita umana, perfino
nel campo della ricerca scientificu,
la cui missione non- è più oggi rivolta
unicamente ad eDevoTe t'anima umana verso'. la conoscenza della verità.
Gli uomini possono una volta di
più constatare la verità S quel che
Gesù aveva detto; ” Senza di me non
potete far nulla”. Non possono far
nulla, perchè tutte te toro realizzazioni si tisoUvono m nulla se non
hanno prima ristato il problema delle loro relazioni con Dìo.
Potessimo alrrieno prestare attenzione all ultimo messaggio che U
1947 ci lascia come un avvertimento
solenne: Rioordìati di tutto il cammino che PEtemo, l’Idclio tua, ti ha
fatto fare per umiliarti e per metterti
alla prova”.
Non inutìlmetite avremmo trascorso un attro mino di vita, non imitil«wremn
se le esperienze passate ci facessero
rientrare in noi stessi, per esclamare
col profeta -, ’’ Sappi dunque e vedi
che mala' ed amarai cosa è abbandonare l'Eterno,, U\ tuo Dio, e il non
aver di me alcun timore, dice il Si
• Spett. Biblioteca Val^ ’
Ì torre peluce ,
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éRicoivciti ^i 'tu't't'o' /t'C cctfyifiviuo cU-c
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tetno U jxa fatto fa&o„. ' £teut. 8: 2
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CHIESA VALDESE
gnore, l’Eterno degli eserciti ” (Ger
2: 19), ; ' ’
Ma sopratutto pon invano avremmo vissuto ’’ancora quest’anno^
(Luca 13: 8), se avremo saputo scorgere in qpest’ultimo perìodo flelbi
nostra tòta i segni della grande bontà di Dio. i
Bontà di Dio nplla Chiesa, sojnatutto nella nostra. Chiesa VaMese.
Quando pensiamo, alla sua fragilità,
alle difficoltà finanziarie in cui si dibatte, alla insuffiflenza dei suoi struTÙenti, di fronte alla immensità ed
alla urgenza del compito, possiamo
feewi dire che è staio per un miracolo
di Dio, se abbiamo potuto sussistere,
fin qui. E non è stato anche un segno della bontà di Dio il nuovo spirito ecumenico che si afferma, sempre di più nella Chiesa, che ha avuto
una sua prima rnanifestaiòone nella
Conferenza giovanile di Oslo, e ne avrà una àeconda nel grande Concilio
Ecumenico di Amsterdam la prossima estate? Per questo spirito ecumenico si afferma sempre di più t’i
fbiffa SoM^rietà del
cimpo della Chiesa di Cristo e si stat
bilisce uno scambio vittdo di lalpri
spirituali fra le varie Chiese storiche.
La nostra Chiesa Valdese, che è sempre vissuta nello spirito ecumenico,
è stata potentemente rinvigorita da
questi rinnovati contatti.
Dire che la bontà di Dia si è manifestata verso la Chiesa, è to stesso
che dire che si è manifestata verso il
mondo. Questo mondo così refrattario a comprendere queUa che è per il
suo vero bene, continua adj essere egualmente l'oggetto dell’amore di
Dio, finché rimane in mezzo ad' lesso
la testimonianza deMa Chiesa.
E ciascuno di noi potrebbe ancora aggiungere la sua personale esperìenzOi, anno ohe finisce ci ha veramente provato la realtà deWamore
dì Dio. Lo abbiamo visto nélle sue
lihpraziopi, nel suo consiglio, nel pane quotidiano, e nelle lacrime asfòugate e consolate.
I
Così, sia ohe consideriamo l’anno
passato sotto il suo aspetto di giudizio di Dio o della maniifi^tazione
deMa sua bontà, noi possiamo' chiù- ,
dere il nostro bilancio spirituale non
solo in pareggio, ma in rmUegrante
attivo. Il nostra capitale è aumentar
to: è costituito dal ricordo della
presenza di Dio nei giorni Ued, come in quelli più oscuri. Da questo
ricordo noi ricaveremo la forza per
procedere verso l’avvenire,
Rteordati di tutto ij cammino
cìie l’Eternoi, l’Iddio tuo ti ha fatto
ftwe” — così Mosè esortava gU antichi Israeliti. Ma noi, che abbiamo
conosciuto M. Cristo, abbiamo fatto e
ancora faremo T esperienza dei discepoli. di Emmvius ; ” Ed avvenne
che mentre discorrevano e discutevano insieme Gesù stesso si accostò
e cominciò a comminare con loro’^
(Luca 24: 15),
Roberto Nisbet
La lezione e gli scolari
era
li
Qualche anno fa, mentre
nel colmo della guerra, imo diegl
uomini più in vista fra i valdesi —
Ernesto Comha — ebbe a tenere,
i-petendola in vari luoghi © iaceoigliendbla dopo in opuscolo, certa
oonfei-enza sotto il titolo « Ma ora»,
preso da uji versetto del Salmji np.
Per chi non Pavess© nè udita nè
letta, basti saper©, ai fini di quanto
verremo dicendo, che preoocupando81 degli effetti della grandè conflagrazione per la fede dei credènti e
per la vita della Chiesa, asseriva
alla sua vocazione” (1). Tale una
voce pure dlaU’Olanda, paese ohe,
peggio dèi nostro, spasimava in quei
giorni nel crogiuolo ardènte del
mondiale conflitto.
Or che avvenne di poi?
2). C. doversi interpretare i calamitosi
di
aw€iiiiiij0!nti in conso <t com^ un,n
quelle lezioni eh© o si comprendono
e si imparano ovvero si è perduti».
Kitonii il lettore col pensiero a quella tregendja di morte e di rovine, si
fermi a riflettere sul latto eh© l’Onnipotente non voU© impedirla e rioonoscera senza dubbio che l’oratore
non esagerava e che la questione aveva ben dbnd© di venir posta in tei'^
mini cotanto di’amniatici e recisi.
Il suo allarme' d’altronde esprimeva sicuramente io stato d’animo
comune — allora — ad una moltitudine di credenti, come vien provato
da parecchi consimili e contemporanei allarmi.
Se noi ftensiamo come cristiani,
noft vi è nulla di più spaventevole a
immaginarsi una Chiesa la qpale uscisse da questo perìodo senza interiore cambiamento. Veramerue non
si saprebbe trovare quali mezzi più
draconiani ancora che i mezzi attuali Dio potrebbe impiegare per svegliare la Chiesa dal suo torpore e da
quella sodtbsfaidone di sè che nel
passato r hanno resa così infedele
Prière pour l'hiver
et notre Dim, maintenant que commence la stdscn où
le froid domine dans touté la nature et la paralyse souvent de fctcon
a ce quil semble qu’eile ne pourra phàs sortir de son engourdissetrient, nous te supplions d’empêcher au gel de s’insinuer dans nos
coeurs, et de fmre de nous des flambeaux ardents qui dans la rigueur
et dans les tenebres de l’hiver parieront la chaleur et la lumière à
nos freres.
En ce temps où les souffrances physiques de tes enfants se multiplient et deviennent plus aiguës, apporte-heur Td-même le baume
de ta grâce et le soulagement de ton amour. Sois, mainterumt plus que
jamais, auprès des pauvres, des délaissés, des chômeurs, et acootde-leur ton secours, afin que l’avalanche de Ifépreuve ne les entraîne
lias irrémédiablement loin de Toi.
Lorsque la neigp couvre ta terre comme un linceul, bientôt les
pus des hommes qui ta foulent en courant à leurs besognes coruamineiit cette pure blancheur ; mais Toi,, ne permets point qu’il en soit
de même pour nos coeurs, et conserve-les purs efe toute souillure terrestre. Ne ^rmets pas que notre foi se raidisse à la façon d’un arbrisseau ^emprisonné par lai glace, et feds en sorte que tous les égoïsmes,
toutes les rancunes, toutes tes haines soient brûlés par le feu de notre
]Tye!^ les/beps ei les branches sèches qui pétillent dans notre
Pour un bon nombre de nos frères, l’hiver représente un fépnt
force, ou tout au moins un ralentissement de leur labeur quotidien;
que ce surplus de recueillement dont ils peuvent disposer soit^ par ta
f^ràôe^ salutaire à leurs âmes!
Nous le supplions de protéger des dangers de i'kiver ceux qui
imt leurs demeures sur les hautes montagnes et ceux qui paroouretü)
la mer insidieuse, et de même nous te demandons de garantir nos
coeurs cte tous tes périls et de toutes les tourmentes que nous renoon*twns si souvent au cours de notre pèlerinage. Lorsque la neige, les
ébloule^nts, les inondations contraignent tes enfants à Tistkement,
fais qu ips ne se sentent januùs abandonnés de Toi. Eloigne nos pi^
de I abîme de fe tentation, dont les bords sont glissants comme le
verglas, et éclaire not^ par ton Esprit de vérité et de sainteté, au
nom de l’amour de Jésus! _____ Amen. ’
Compresero 1© chiese ed i singoli,
ed’ impararoioo forse quanto l’Eterno
aveva ragione di attendersi da nu«
sì terribile pedagogia?
L’interiore cambianieuto s’è egli
realizzato?
S'iaimo noi ascesi — per rìoopiar
r© d Comha — « da un prima insufficiènte © deficiente ad un dopo
miglior© e superiore? ».
S’è prodiottio, qual’era da supporsi
con un terremoto di quella fatta, il
ravvedimento ohe dopo il terremoto
di Filippi aveva suscitato dalle viscere del carceriere di quella città l’angoscioso: che dèbbo io far© per essere salvato ? (Fatti 16; 26, 29).
Non risponderò dS mio a queste
gravi domande.
Chiunque abbia occhi per vedere,
guardando intorno e ih sè può farlo.
Molti già lo han fatto.
Lo ha fatto un altro valdese di primo piano, il prof. V. Vinay, scrivendo a vari mesi dalla fin© del
macello che a i milioni di morti della prima e della- seconda guerra
mondiale... non hanno servUo a
nuBay) (2). Lo ha fatto U notis&imo
K. Barth, rilevando anche lui in
una sua conferenza tenuta al principio del corrente 1947 che; ai coUpi
sono venuti, le bornio, -'adute, i giudizi riversati in tutto il 'irò orrore,
la gente s'è gettata a terra eppoi si
è rialzata continuando il suo ctenimino come prima. Io non parlo —
prosegue egU — dei non cristiani
.soltanto; parlo ugualmente e soprattutto dS mondo cristiano y> (3),
Così stando la realtà, è mai sperabile ebe una lezione riuscita vana
Tindomani in cui venne impartita,
sanguinanti tuttora le ferite e fumanti gli incendi, debba venir appresa e debba fruttare più tardi?
Perciò, rivenendo al princìpio,
appare chiaro, se il Comha ha visto
giusto, che le Chiese (e il mondo
con esse e, un poco almeno, per loro
colpa) si avviano a nuovi, maggiori
disastri e ohe la perdizione loro deve ritenersi fin d’ora ineluUahile.
Una soluzione diversa e migliore non
saprei dove cercarla’. Il dìlmmna del
Comha la esdude in ogni modo.
Salvo che non vi sia talimo il quale
leggendomi, pensi di osservare ed
obiettarmi che, malgrado tutto^ non
è il caso e non giova essere troppo
pessimisti nè troppo lesti a pronosticare rirreparabiìe, visto che l’Eterno è invece lento all’ira e di gran
benignità (Salmo 103), non che paziente non volendo ohe alcuni periscano ma che tutti giungano a ravvedersi (2 Pietro 3: 9).
Opponendomi inoltre che, in fin
dei conti, il Figlìuol dell’uomo non
è venuto per perder© le anime degli
uomini, ma p^ salvar]« (Luca 9:
56). A, costui, se esih© oome certo
esiste in legione, mi affretlerò a rispondiere che tutto questo è vero perchè è scritto od è scritto nerchè è
vero. Vero ohe l’amore di Cristo
sorpassa ogni conoscenza, compresa
quella del Comha e qudla, tanto
più, dell’autore di questo articolo
(Efesi 3: 19X
Vero ch’egli — il Signore — in
lercedette afl^chè il fico improdnt
tivo fosse lasciato sussistere un altr’auno (Luca 13: 6, 9).
^’ei prolunga, nella sua
bontà, l'intervallo fra il « ravvediti»
indlirizzaito alla decaduta Chiesa di
Efeso e il «se no, verrò a te, « rimuoverò il tuo candelabro dal suo
poeto, se tu non ti ravvedi» (Ai>.
2: 5).
Tuttavia rivolgerò subito appresso all’interlocutore l’apostrofe fii
Paolo, vera anch’essa perchè scritta
e scritta pierohè vera, e gli dirò:
”... spreaeti tu ¡0 ricchexzie iMMu kb-
2
L'ECO DELLE VX|jUvV:AU)Egt
niginità dì Dio, deUa sua pazienm e
delia sua tmganimità, non riconosc&ido che la benignità di Dio ti trae
a ravvedimento, accumulando quindi la durezza del tuo cuore imperniente, un tesoro dira per il
giorno dell’ira e Mda ritrazione
del giusto giudizio di Dìo? ” (Rom.
2:,4, 5).
” Vedi dunque —• continuerò —
di tenere in conto la benignità si ma
anche la severità di Dio, meditando
precisamente la sorte deH’afhero
delia parabola, cioè di Gerir
salemme e del suo popolo, recisi
alla fine”, (Matt. 23; 57, 58; Rom.
11: 22).
«E ricordiati, concluderò, che,
\
presto o meu presto, sì va comrmqae
tutti quanti verso il giorno degli ©sami celesti e che questi bau da
minciare dalla casa di Dio, composta
dal'e Chiese di cui anche tu sei membro» (Atti 17: 31; 2 Tim. 4: 1; 1
Pie’^ro4: 17, eco.). '
Basta: chi ha orecchio ripassi ser
riamente la tremenda lezione della
trascorsa guerra e ascolti con timore
e tremore, ciò che lo spirito dice alle Chiese, D. Argentieri
(1) Riportato nel n. 9 della Rivista <(Protestontesimoi), pag. 74,
(2) (( La Luce » 30 marzo 1946, articolo
di fondo.
(3) Vedi " Les Caliiers Prot s nts» feb
braio.
cCe prime noiìzie dei Vaidesi
in Çermania
Coloro che ebbero la ventura di partecipare nel 1939, ad un mese dall'inizio del conflitti mondiale, al Primo
Pellegrinaggio Valdese in Germania,
leggeranno con piacere la lettera che
abbiamo ricevuto in questi giorni e che
ci portéle prime notizie, dopo la fine
della guerra, dei nostri jratelli Valdesi
delle Colonie del Wurtemberg, dell'AsSiU, del Baden.
Quelle colonie, che risalgono per la
maggior parte agli esili del 1699 e del
1730, non hanno oggi più nulla in comune con noi, tranne la comunanza
delle origini e la fede protestante; ed
i legami che venivano cosi felicemente riailacciati nel 1939 subivano poi
nel corso della guerra un sensibile raffreddamento, per i motivi che non è
necessario ricordare. Ma oggi, a distanza di oltre due anni e sopratutto in
virtù di quella carità cristiana di cui il
mondo ha estremamente bisogno, noi
siamp pronti a dimenticare ciò che di
brutto ci ha dato il passato per ricordare soltanto il buono ed il bello. In questo spirito io ho risposto al pastore Zeller, ed è con tale spirito che oggi noi
possiamo riprendere le cordiali relazioni con i Valdesi di Germania.
Ecco ora la lettera del Pastore Zeller, che così attivamente si occupa ancora di queUe comunità; vi si legge anche l'ansia di una risposta che non sia
S(4tanto apportatrice di notizie, ma che
abbia un si^ficato più vasto e più
profondo :
Caro Professore,
Un saluto dai nostri cari amici Vaidesi d’Oltralpi è sempre motivo di incredibile e grande gioia fra di noi.
tanto più quando è id primo saluto dopo
un periodo così lungo e pieno di travagli. Ad eooezione di una cartolina
della signora G., giunta in questi giorni, finora non avevamo ancora ricevuto un cenno di risposta ai nostri vari
messaggi, cosicché ci domandavamo
con grande apprensione se le nostre
lettere non fossero giunte a destinazione o se i nostri cari amici non vivessero più. (A questo punto il pastore
Zeller fa iJ inome di alcuni Valdesi e
soi^unge:) Vivono ancora i suddetti
amici deirindimenticabile pellegrinaggio del 1939 ? Questa è la prima nostra ansiosa domanda.
Ed ora concedetemi di stringervi la
mano con antica ed immutata fraternità : siamo riconosoentj jhe la fede che
ci unisce sia più forte d.i ogni potenza
del mondo e perciò anche più forte di
quabiasi sofferenza di questa misterio^
sa guerra che è dietro di noi. Non dubitiamo che voi concordiate con noi,
anche se non abbiamo ricevuto alcuna
risposta ai molteplici messaggi e saluti
che vi abbiamo miandato, e ringrazianjo Dio di aver oggi rinnovati i Contatti
grazie alla sua lettera del 3 novembre.
Ed ora rispondo alla stia domanda
intoimo alle nostre vicende.
Parecchi dei nostri amici Valdesi ohe
si erano occupati con passione del vostro pellegrinaggio, non vivono più :
fra loro, il dottor Hebenstreit di Miihla
cker; il pastore Adolfo Markt, di Pinache; il pastore Schwarz, pure di Pinache ; Lorenzo Pons, primo presidente della Unione Valdese di Walldorf;
e molti altri. Il pastore Zweeker, di
Palmbach, è ancora prigioniero in Russia, il pastore Drommerhauser di ValIdorf è disperso; il più vecchio Valdese di Germania, il signor Vinçon di
Ciross-ViUars, è pure morto. Quanto
a me, sono ancora in vita, sempre al
mio vecchio posto e continuo a dirigere, per quanto h concedono le at
tua'i condizioni, la nostra Uniicne Valdese (Waldenserfereinigung). A questo
si sono anzi unite alcune alkre comunità Valdesi, poiché neH’autunno scorso
(1946) ho intrapreso un viaggio di visite a tutte le comiuuità ohe si stabilirono nel passato nella regione dell’Assia, con le quali noni avevamo finora
stretto adeun vincolo. Sono pertanto 30
le comunità Valdesi d’Assia, de! Wùrt
temberg, del Baden ohe appartengono
alla nostra Unione. Il nostro modesto
foglio «Der Deutsche Valdenscr» (li
Valdese Tedesco) dovette sospendere
le sue pubblicazioni nel 1941 ma si
pubblica ora nuorvamante in formato
ridotto ogni quaittro mesi e vorrebbe
essere un tegame tra tutti coIo-q che
per amore della loro fede emigrarono
in passato in Germania. Ino're, cari
fratelli d’Italia, esso potrà così diare
anche vostre notizie.
Ecco il nome delle comunità di immigrazione Valdese con cui abbiamo
stabilito coniiiaitti ora per la prima volto ; in Ass'a ; Friedrichdorf, Louisendonf, Daubhausen, Graefental, Sohwabendorf, Todenhaussn, Wiesenfe!d,
Frankenhain, Gethsemane, Mairiandorf, Karlsdorf, Shoeneberg presso
Hofgeismar, Gottstreu, Gewissenruh,
St. Ottilien.
Delle nostre comunità sono state colpite gravemente ; Serres, Waidensbe g,
Neureut presso Karlsruhe, ¡Mariendorf
presso Kassel. Anche il nucleo Valdese unito a Diirrmenz-Mùlhacker ha
molto sofferto, ma già si procede alla
ricostruzione.
Ili monumento ad Enrico Arnaud, in
Mulhacker, é stato distrutto durante la
occupazione, nètl'aimo 1945. Esso dovrà perciò essere. ricostru'’*'i, possibil
mente con maggiori praporzionii : per il
momrimto non vi è ajnoora nulla di
preciso. La chiesa di Arnaud in Sdhonentibeirg è ancora in piedi, e in totocasione del 300.O anniversario della nascita di Arnaud, nel 1941, si è potiuto
procedere 'ad akumi lavori di restauro,
cosicché ora, a destra e a sinistra della
tomba di Arnaud, sono -scolpite due pa^rote dello stesso Arnaud, nella parete
di pietra. Parecchie flnnst'e della
chiesa sono tU'ttora prive di vetri, sostituiti da legna, ma i culti ha:ino li:ogo
reigollarmeinte. La .casa di Arnaud è
state notevolmente arricchita dopo iil
peileigrinaggio del 1939; essa comprende ora una ^ciale stanza della
Bibbia e della -testimonianza, e, nella
.sua caratteristica Ai unico museo evangelioo dellà reSione, gode anche
della protezione delle autorità, cosicché nessuno abita più nel Museo, come
è stato invece 'il caso per lungo tempo.
Vedete quindi che il nostro lavoro oontinufi a svilupparsi e che d'alla causa
Valdjse e dalla fede Valdese e dalla
testimoniianza Valdese irradia benedizione per tutto «I 0ese. In questi giorni io sto appunto terminando un articolo per il nostro foglio di notizie per
commemorare »1 17 febbraio 1848, ed
abbiamo già fatto fl priimo passo in vista del 250,0 anniversario della immignazione Valde.se in G-ermaima (1699).
Anche noi vi esprimiamo i più fervidi auguri per Taniniversario che <^lebre. ete, e mioltb ci ad'dolora il pensiero che non 'potTemb ottener alcuna aut.;rizzazione per recarci in Itaiia. Se
c’ò fosse possibile, i© arvtrei lasciato
ogn-. cosa e verrei da voi, per raoconlarvi ogni cosa e a portarvi i saluti
delle comunità Vaidesi, più di trenta.
Aia anche voi, da parte vostra, non ne
vedete alcuna possibilità. Ma voglia il
Siignore ohe nel 1949 noi siamo già a
tal punto che possiate di nuovo venire da noi.
Scino a vostra disposizione per qualsiasi richiesta e porgo il mio saluto a
tutti filli amici e fratelli in fede d’Ital'a. Vostro
Ludwig Zeller
Oetisheìm bei MQIhachackerg
WURTEMBERG (Germania)
Noi porgiamo al Pastore Zeller ed
ai Valdesi di Germania per mezzo suo
i nostri auguri più fervidi, mentre attendiamo quelle altre notizie più dettagliate che ci siamo affrettati a chiedere e di cui i lettori dell'Eco delle
Valli saranno informati.
Auguslo Hugon
ÜNE ÀMIE DES VAÜD0IS
Comme notre Eglise a toujours eu
des ennemis, ainsi elle a toujours
eu, dans les siècles passes, des .amis
QÙi lui ont rendu de très grands services et rans lesquels nous n’aurions
pas toujours pu surmonter les difficultés de toute sortes qui ee sont si
souvent trouvées sur notre route.
Ces amis, dont nous gardons les
noms gravés dans nos coeurs et dans
notre souvenir, sont toujours venus
aux moments les plus ci'itique.s de
notre histoire et nous ont chaque
fois secourus avec beaucoup de tact
et d’amour, comme nous avons eu
l’occasion de constater tout récemment encore.
Pas n’esl besoin de rappeler, ici,
tout ce que nous devons aux amis de
hier et d’aujourd’hui de la Suisse,
de rAngleterre, die la Hollande et
des Etats Unis pour les secours collectifs et iiioividuels dont nous avons été l’objet: soit dans les siècles
passés, soit pendant ces toutes dernières années.
Mais nous serions die» ingrats si
nous n’exprimions publiquement
notre gratitude à une amie de récente date, mais qui a déjà fait
beaucoup à l’étranger pour faire
connaître à ses concitoyens notre Eglise et notre histoire, nos idéals et
nos difficultés.
Nous voulons parler de M.lle Mia
van Oostvmn, deg Pays Bas.
Nous ne savons pas avec précision
ce qui nous a valu l’amitié désintéressée de M.lle Van Oostveen; si elle a été émue par l’histoire de nos
pères, ou par la situation critique de
nos Eglises pendiant ces dermers lus
très ; si elle a été éprise par la beauté
austère de nos montagnes ou touchée
par des sentiments de tout autre nature. Ce dont nous sommes sûr, c’est
que nous avons en elle une personne
qiii s’intéressa à notre histoire dh
passé et à notre vie d’aujourd’hui,
aux villages d© nos vallons les plus
reculés et à nos églises d’évangélisation au fond di’Italie. Et cela depuis
quelques années, c’est à dire depui.s
que la Providence l’a inspiré© à notre égard et noiig a placés sur son
chemin.
La paranthèse dé la gueri-c n’a
pas affaibli son sentiment amical
à notre égard : elle les a au eontTalre
raffermis et resserrés ; tant il est vrai
que M.lle van Oostveen, malgré le
peu de temps rpj’eUe avait à sa dSgposition et malgré les difficultés
pour obtenir son pasaeport, a tenu à
nous faire une très courte \ isite à
l’occasion du dcmier Synode.
La remarquable activité de Mia
van Oostveen à notre égard s’cst effectuée die différentes façons. Cela a
été en permicr lieu, une série de dessin.s qu’elle à dédié à notre histoire,
eî plus particulièrement à Henri
Arnaud et à la Rentrée, qui sont le
pei sonnage et l’episode Icg pitîg ■ onnus de tout notre passé.
Pendant les années de la dernière
guerre, quand son pays et toute l'Europe occidentale étaient sous l’oppression allemande, elle s’est ocenime à des recherches: d’archives ayant pour but d’éclaircir le premier
séjour de Henri Arnaud en Hollandfe. Le résultat de ce travail a été un
article très documenté qui a paru
dans le Bulletin de la S. H, V. ¿(u
moiis d’octobre 19'48. En outre lorsqu’elle attendait à ce travail, M.lîe
van Ooostveen dhnma quelque chose
conune une centaine de conférences
sur les Vaudois, dans le but d^enoourager ainsi ses compatriotes à lutter
contre l’oppresseur Je son pays, tout
en contribuant à leur faire connaître
l’histoire de nos an'oétreg et leurs
luttes séculaires pour obtenir et sauvegarder leur liberté de conscience
et iesur diroit à professer librement
leur religiop dans c© petit recoin des
Alpes, Ce lieu de refuge où ils avai^t été dirigés par Dieu et où ils se
sont - grâce a lui - maintenus des
siècles durant.
Nous BOimmes reconnaissants à
M.lle Mia van Oostveen pour le travail qu’elle a accompli avec tant de
abnégation et nous lui renouvelons,
par le moyen du journal, notre gratitude fraternelle pour ce qu’elle
vient de faire et pour ce qu’elle continue à accomplir envers notre EfJ se. Car une communauté ne vit pas
seulement de pain, mais aussi de
sympathie, d’amom* mutuel, de connaissance réciproque. Ce qui est le
but que se prop-oso aoluellemei.t no-tre ((amie hollandaise» en écr.vant,
pour nous faire connaître, sur l’orgaoe officiel de l’Eglise Réformée
des Pays Bas, le «Nederlandcchc
Heroormde Kerk», un long article
sur ses ((Contacts avec les Vaudois du
Piémont». Car, écrit-elle, pour la
plupart des pasteum de l’Eglise Nationale hollandaise, ainsi que pour
leurs membres d’église, le mot ((Vaudois du Piémont n’a p'ius, aujourd’hui, que la valeur d’un terme' d’encyclopédie et n’évoque que de vagues souveniis. Et cela parce que la
seule fraction do l’Eglise qui art été
¿ans le récent passé' visitée par nos
rares pasteurs en mission dans les
Pays Bas, est l’Egiis© Wallonne qui
ne constitue qu’un petit groupe dans
ie vaste ensemble du protestantisme
hollandais, qui ne connaît généralement ni l’itaLen ni suffisammeint le
français. Et c’est pour cela que M.lle
Van Oosteven a condensé dans son ar
ticle en hollandais le plus possible
de reiseigiienienls liistorinaes, d.-’aboi’d et actuels ensuite, dans le but
de tâcher de faire revivre aujourd’hui les liens spirituels et historiques qui ont été si grands dans le
pafi,sé et si étroits, entre le peuple
hollandais et celui des vallées.
Nous remercions de tout notre
coeur M.lle Mia van Oostveen pour
sa collaboration précieuse et pour
son inlassable activité visant à vulgariser, avec le pinceau, la plume et
la parole, notre histoire parmi ses
compatriotes et à leur faire connaître l’oeuvre actuelle de nos Eglises
au sein de notre patrie, dans la conviction de contribuer ainsi à réunir
sur la terre les membres éparg du
corps du Christ. T. J. P.
perle^cuoleDoniEniGali
Lezione del 4 gennaio i048
Ingresso trionfale di Gesù
in Gerusalemme
Lettura: S. Luca 19: 28-44. Imparare ;
cap. 19 ; 35-40.
LE CIRCOSTANZE. — Molte volte Cé».
sù lera entrato in Gerusalemme, ma in
silenzio, come perso nella folla; sempre
si era sottratto agli omaggi della tolte. Ora,
ne. suo ultimo viaggio, ordina ©gli stesso
ai suoi discepoli di dare a questo suo ingresso una iparbicolare solennità; una volta
almeno egl,j voleva essere proclamato Re.
Messia in mezzo al suo popolo. Era il momento atteso Impazientemente dai suoi fratelli e dai discepoli; © doveva essere
l'appelilo supre-mo rivolto alla popoiazior.e
di Gerusailemme, Degli avversari, non si
curava più ; sapeva che ,la sua vita' volgeva
a] suo termine, che l’ora sua era venula.
La follia dei disce'poii che raocotnpagna
Va l’aveva in gran parte seguito dalla Galiliea. Dopo Gerico, ©gli si ferma a Retai,
nia, per un convito, a quaranta miruti di
strada da Gerusailemme; e se ne riparte
seguito da altri molti quivi convenuti per
contemplar© coi 'propri occhi quei Lazzaro
che Gesù aveva risuscitate dai morti. i.a
notizia dei suo arrivo si sparge rapida m
Gerusalemme; dei tolti gruppi si muovono
franti ad incontnario, e la cres.’ente moltitudine dei discepoli e degli ammiratori si
avanza, con lui in testa montato su un umile puliedro d’asina, verso la città.
L’OVAZIONE DELLA FOLI.A,
Quando al corteo, giunto al nemmo della
coHima. Si offre in tutta fa sua magnificenza la vista della città santa, dei Monte
Sion e del Tempio rispìendetue, esplode
ili suo iraefrenaibiil© entusiasmo : te n;< „
tudine agita festosamente d suoi rami '
palma, sparge ‘■ul oammino ded acctar
Re i propri vestiti a guisa di tappeto in
gno dii onore e di completa consacrazio
E'¡grida ad una voce : « Osanna ! (cioè,
salivi !) colui che viene nel nome del Sig
«e;, Pàice in cielo, dov© l’opera 'dei Sa
ione sta per proemiare ipace fra Dio e
u mim Giona nei luoi^fi altissdml, per"
oenzone dei mondo.
E Gesù lascila fare. Egli sa die in
mot tua ne pure pervasa di ilhisioni,
c imaz 11 r isoendbno dS molto le
terrestri speranze messianiche ; e rive
ca aspramente di fronte ai mònmorii del
risei te fom'datezza di una tale prootemaziS
giioconitta. Mja tutto nel suo atteggia
pacifico d ce eh arameinte : Sì, io
ma 111 mio regno non è di questo
IL PIANTO DI GESÙ’.
E mentre te folla si atobandojvi aj
frenetico entusiasmo © deiira di gioia,
piange. Nel oontemplair© .te città tanto an
e votata alia rovina, egli sdnighiozza
mando ; Oh se tu pure avessi cono
in questo giorno quei di’è ¡per la tua p%
ivla ora e nascosto agii occhi tuoi ! Imw'
che tiiberazione © gloria, egiii già vedefì?
quanto vicina, la presa e te distruzione
l aimata città, per opera 'dei Ro'inani, © fj"
crudele dispeirsioine del suo popoio.
INSEGNAMENTI.
Questo racconto, che è un vero gioielh'; ’
Ci Oltre dei preziosi e solenni inse®---
ti. Ci mostra anzitutto un senso
re vele e commovente di comprensione’e'di'si
generoso amore di Gesù verso i sut^ di- ^
soepoli. Ci mostra ii grave pericolo
tacii illusioni religiose. « Non quell
di'cuino : Signore! Signore ! entreranno ^
Legno dei cieJi, ma quelli eh© fanno ìi£l
volontà del Padre». Ci mostra che'
gi'i individui ooim© per i popoli, vi sono i
momenti unici ohe decidono "dei lorostino ; i momenti in cui sono visitati
D o, e Dio parila iwo chiaramente
G. BoN
Associazione Internazionale^
per la lettura quotidiana
della Bibbia
Informiamo i lettori che le solite
per la lettura quotidiana della Bibbia vieh
ràinno stampate anche per il 1948. '
persone che desiderano rice..
come 'in passa'to sono pregate d fame
manda, con iindicazione de] numero d
copie dcEiiderate, ai si'gnor Pastore Da\™
Potte, presso Rieter, Via BelHnzona, 4P
COMO.
Dir. Resp. Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE '‘L’ALPINA,, Ï
Torre Pelliee
Le fam'gle BOUCHARD e GRILL, prò
londaniente commosse e grate, per la il
mostrazione di simpatia e d'affetto dihV
strale loro nella triste circostanza della i
partenza della cara
Luigia
tCconvsceiUi ringrazìmoi tutti cohro il
parteciparono al loro dolore e in modo s^
dale il Signor Widemann e gli Operali
lo Stabilimento, il dr. De-Clementi ¡miffi
premurosa assistenza, il pastore .sfj
Berlin, la Signora Giuseppina Barai e '<
ti , vicini di casa.
S. Germano Chisone, dicembre 19t7
Il 17 dicembre dopo straziante mala
è. tardata al Signore
Maria Susanna Tron nata
Angosciati l'annunciano il marito
prof. GIORGIO, la figlia ELENA col
io pastore ROBERTO COMBA e la
cola Annapaoia insieme alla affeziih
Erminia Croci.
Sia fatta la Tua volontà.
(Matteo VI :.
Artigian
Assume lavori riparos(on€\
mobilit porte» finestre, sedie» ^
divani / Ripulitura, verni/^
datura, smacchiatura pavit^fi
menti Cera / Pulitura tnnf 'M
bienti / Disinfczioni / Ripa/k
razioni scL
YORRE RELLIce
Via Volto, iwrh. 6 (San Cià)’4
Il dr. DANIiLE ROCHAT ;
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