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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spet t.
BIBLICIECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Num. 9
Una copia Lire 4G
ABBONAMENTI / Eco : L. 1.500 per riniterno « Eco » e « Presenza Evangelica » Spediz. abb. postale - I Groppo 1 TORRE PELLICE - 1 Marzo 1963
\ L. 2.200 per l’estero inlerno L. 2.500 - estero L. 3.700 Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Anunin. Clandiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
In servizio negli Stati Uniti
Il tìtolo di questa e di altre corrispondenze die spero di poter inviare
al nostro settimanale non è senza significato. Il viaggio del delegato della
Chiesa Valdese è xm servizio vero e
proprio, non una vacanza o un viaggio turistico. E’ trascorso quasi un mese dal mio arrivo negli Stati Uniti ed
ancora non sono riuscito a trovare
una sola giornata pienamente libera
per dedicarmi al riposo ed alla corrispondenza; anzi, gli impegni aumentano di numero e dovrò tra poco interrompere questo articolo per recarmi in due chiese presbiteriane di
Washington dove sono giunto ieri sera, proveniente da Princeton.
Ho dovuto effettuare un rapido
viaggio dall’Italia a New York, poco
dopo le laboriose sedute Iella Tavola
Valde.se e quelle deirAssemblea del
Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche. In poche ore mi sono trasferito daU’ambiente romano in quello
della grande metropoli americana,
senza poter disporre di alcuni giorni
di distensione e di riposo; perciò la
ripresa del lavoro in questo immenso
territorio è stata piuttosto dura ai
principio per ragioni di stanchezza.
Ho ritrovato persone amiche ed un
ambiente fraterno e comprensivo. Alraeroporto di Idlewild mi attendevano gentilmente i Signori AnnibaliRollior per trasportarmi a casa loro
dove ho trascorso la serata e la notte
ia uu’atmosfera familiare quasi italiana. Il mattino seguente ero già a
New York neirüfficio dell’AWAS con
il nostro fedele amico e segretario
esecuiivo Mr Arthur B. Wiles. Uno
scarnivi) di saluti ed alcune notizie generali ; poi, eccoci a tracciare un primo piano di lavoro, con i primi contatti necessari nel grande edificio che
ospita, gli uffici di molte Chiese Protestanti d’America, l’Inter Churcn
Building, e più di 2000 impiegati. Nei
pomeriggio dovevo già incontrarmi
con i’incaricato di una trasmissione
radio sulla Chiesa Valdese; pochi
giorni dopo, la conversazione veniva
regisirata negli uffici radiofonici delia Rìverside Church.
Ho iniziato il mio programma vero
e proprio nella Chiesa Riformata di
Bronxville (N. Y.) la domenica 20
gennaio. Ho partecipato ai due culti
mattutini con la lettura della Bibbia
e la preghiera, poi ho parlato a due
riunioni di giovani nei pomeriggio.
Sono stato ospite di due cari amici della Chiesa Valdese, i Signori Riggs,
che hanno visitato Plnerolo e le Valli
alcuni anni or sono. Fin da quella domenica e poi alòime altre volte ho
avuto tra i miei uditori i due figli dei
Pastore Eynard di Zurigo.
Dopo alcuni incontri con personalità del Consiglio Ecumenico e della
Chie.sa Presbiteriana Unita, ho rivolto un messaggio ad una numerosa assemblea di signore nella Brick Presbyterian Churcn a New York, dove venne costituita più di cinquant'anni or
sono l’American Waldensian Aid Society. Mercoledì sera, 23 gennaio, ho
parlato nella cappella della Fiftn
Avenue Presbyterian Church a New
York davanti ad un folto uditorio,
nel centro della metropoli, a pochi
passi dal Rockefeller Cenier con i
suoi altissimi grattacieli, e vi ho incontrato alcuni Valdesi oriundi delle
Valli oltre a molti amici americani.
Il giorno seguente ho presieduto due
culti nella stessa mattinata: uno per
il personale della Reformed Church
in America, l’altro nella cappella
principale dell’Inter Church Building
a New York, in ocoasione della settimana di preghiera per l’unità. Venerdì. mattina, insieme al nostro caro
amico Mr. Wiles, mi sono recato a
Ponghkeepsie, nello Stato di New
York; la valle dell’Hudson era per
corsa da un freddo artico e il fiume
era completamente gelato. Ci attendeva un buon gruppo di amici, lieti
di sentir parlare della Chiesa Valde
se e della sua presenza in Italia in
questo momento particolare. Di ritor
no la sera a New York ho ricominciato a rimettere a posto le valigie i>er
un primo viaggio lontano da New
York, con una notevole serie di impegni da svolgere.
« « »
Per alcuni giorni il freddo è stato
particolarmente intenso in una vasta zona degli Stati Uniti. Il territorio era coperto da un notevole strato
di neve, tutti i laghi erano gelati. Sabato mattina, 26 gennaio, uscivo alle
6 daH’albergo a New York per reoarnii all’aeroporto; M termometro segnava 22 gradi (centigradi) sotto zero e non riuscivo più ad abituarmi a
quel freddo pungente.
Verso le ore 8 partivo daH’aeropor
Il Moderatore Rostan ci illustra le prime tappe di un lungo
viaggio per il quale gli inviamo il nostro augurio riconoscente
to di Idlewild alla volta di Binghamton dove mi attendeva il Rev. Michele Frasca, per portarmi subito non a
casa sua ma alla riunione del Presbiterio (pastori e anziani) di quella vasta regione. Dovevo parlare in modo
speciale sul Concilio Vaticano II, argomento che tornerà spesso nelle conversazioni e nei messaggi a causa dei
particolare interesse degli americani
per ¡’attuale momento storico e per
certi aspetti anche ecumenico della
Chiesa Cattolica Romana. Verso sera
raggiungevo la casa del collega Frasca di cui non dimenticherò la calda
ospitalità da me ricevuta per alcuni
giorni. Uno degli aspetti positivi del
ministero pastorale in queste chiese
è la sua durata e lo spirito di servizio
che, in generale, anima i Pastori emeriti. Il Rev. Frasca a 75 anni si occupa regolarmente di una classe biblica
domenicale alla quale ho rivolto il
mio messaggio e la sua signora ha un
uguale impegno della sezione femminile. In questo caso non si tratta di
una classe biblica per ragazzi, ma per
adulti: professionisti (ingegneri, architetti, tecnici di aziende locali) o
iii.iiiiiOHiiiiiimiiaiiiiiiiriiimiriMii
A. I. c. E.
Comunicato
rutti gli insegnanti evangelici sono
invitati a partecipare al Convegno
della sezione Valli Valdesi, che avrà
luogo D. V. a S. Germano Chisone il
19 marzo.
Sarà trattato l’argomento dell’insegnamento religioso. Il programma particolareggiato verrà pubblicato sul
prossimo numero.
Il Comitato Sezione Valli.
impiegati i quali non temono di riunirsi in chiesa ogni domenica mattina alle 10, prima del culto, per un corso di aggiornamento biblico e di storia ecclesiastica; e la loro frequenza
è regolare, incoraggiante. Ho presieduto il culto nella Chiesa Presbiteriana di Binghamton alle ore 11, pei alle
15 ho rivolto un secondo messaggio
in un’altra Chiesa Presbiteriana di
quella città, la Chiesa di John Huss,
costituita in buona parte da oriundi
cecoslovacchi e moravi; infine la sera
alle 18 ho ancora presieduto nella
Chiesa di Endicott alla presenza di
vari italiani: il fratello Muggeo di
Cerignola (se ben ricordo), le signore
Tedeschi e Giordano ed altri ancora
Tre culti domenicali e, il lunedì seguente, un’altra riunione in una terza Chiesa Presbiteriana a Binghamton, malgrado la bufera che soffiava
sul terreno coperto di neve.
Martedì sera giungevo a Providence, nel Rhode Island, città famosa
nella storia degli Stati Uniti sotto il
profilo della libertà di coscienza. Fu
a Providence che venne costituita la
prima Chiesa Battista degli Stati
Uniti. Vi ho trovato subito alcune famiglie italiane o oriunde italiane ed
ho cenato in casa della famiglia Del
Deo, con il Past. metodista Robert J.
Mollar, già studente presso la nostra
Facoltà di Teologia a Roma pochi anni or sono. Abbiamo rievocato professori e studenti romani e la conversazione s’è svolta assai spesso nella nostra lingua. Dopo cena, ho presieduto
un breve culto per un piccolo gruppo
di italiani ed abbiamo cantato i nostri inni; poi ho rivolto il mio messaggio nella Chiesa Metodista locale,
sotto la presidenza del Pastore Mollar. Il giorno seguente ripartivo in
aereo per Hartford nel Connecticutt ;
quivi mi attendevano alcuni impegni
per due giorni consecutivi: una riunione presso le Signore Anthony e
Potter che avevo accompagnato a
Prali nel mese di settembre, una riunione serale per la locale sezione dell’AWAS, il culto nella cappella del
Seminario Teologico di Hartford, una
conferenza nella Chiesa Congregazionalista del Dr. Henry David Gray
preceduta da un buon pasto serale
con lasagne e seguito, alle ore 9, da
un culto in italiano per la numerosa
comunità italiana di Hartford, assistita dal Past. Natale Ricciardi. Era
tardi, ero anche stanco, dovevo ripaitire dall’aeroporto alle undici di sera.
ma sono stato lieto di parlare a quegli evangelici italiani nella bella cappella di Hartford. L’incontro è stato
commovente; una piccola corale cantava alcuni inni ,il Pastore Ricciardi
presiedeva la riunione e mi invitava
a parlare. Ricordo molti volti amici,
fratelli in fede di Bisaccia, di Vittoria, di Priolo e di altre località dei
meridione, nati in Italia o da genitor: italiani; fratelli dae avevano conosciuto l’Evangelo gràzie ad una testimonianza evangelica nella nostra patria o per mezzo deii loro genitori e
che si rallegrarono di sentir parlare
delle nostre chiese del meridione. Vor
rei che la nostra generazione di giovani Pastori e laici sentisse, come
sentivo io quella sera, l’importanza e
il significato di un’opera di evangelizzazione: la perenne attualità della semina della Parola di Dio; prima ed
autentica missione della Chiesa, nella
certezza che i frutti matureranno in
un continente o nell’altro, alla gloria
di Dio.
Quante strette di mano all'uscita
dal tempio e quanti «Il Signore vi
benedica! ». Mi sono avviato all’aeroporto di notte per prendere l’aereo
che doveva poxtanni a Boston; e non
potevo dimenticare quell’tncontro fraterno in terra cosi lontana dalle nostre comunità del Sud.
* ♦
Mezzanotte era già passata quando
scendevo all’ aeroiiorto di Boston
(Mass.) il 1“ Febbraio, accolto ancora
una volta dal Rev. Mollar. La mattina alle ore 10 dovevo parlare nella
Università agli stuifeiti della Facoltà di teologia (Metodista) sulla «Chiesa Valdese nell’attuale situazione ecumenica» con particolare riguardo al
Concilio Vaticano. Ho superato anche quella prova assai impegnativa e
la sera, prima di rivolgere la parala
ad una numerosa assemblea di una
Chiesa Congregazionalista di Boston,
il Rev. Mollar mi ha invitato gentilmente a cena in un bel ristorante italiano. Quanti italiani a Boston e quale fisionomia nostrana si osserva in
molti quartieri della città! Mi faceva
piacere di sedermi a tavola e di poter
ordinare alcuni piatti preferiti, gustosi assai, anche se le abbondanti salse
americane non s’addicano sempre al
mio palato. La vasta sala della Chiesa Congregazionalista dove dovevo
parlare era stipata; c’era una riunione di preghiera e un’atmosfera di
preghiera. Sotto la guida del Pastore
la comunità entrava in contatto con
i diversi campi di missione ed intercedeva per i missionari in particolare
necessità, facendo il loro nome; poi
la comunità rivolgeva il pensiero ad
alcune famiglie o persone gravemente inferme ed ammalate e le affidava
alla misericordia del Signore. Pensavo alle nostre Chiese Valdesi d’Italia,
alla Facoltà di Teologia che ha bisogno di giovani studenti per prepararli
al ministero pastorale, alla necessità
di non sottovalutare, come purtroppo
accade talvolta, lo spirito di pietà e
di comune preghieira, sopravalutando
le esigenze d’ordine intellettuale o organizzativo'. La Chiesa ha bisogno anche di questa benedizione, insieme ad
altre, per cempiere un coraggioso lavoro di testimonianza e per approfondire le radici nel suolo percorso
dalle fonti di acqua viva. Ho seguito
quelle preghiere; non erano lunghe
ed ogni volta, e per ogni caso il Pastore designava una persona invitandola ad innalzare una preghiera al
Signore. Quando mi sono alzato per
rivolgere il mio messaggio sentivo che
c’era neU’assemblea una particolare
sensibilità spirituale.
Mentre ero a Boston, mi sono ricordato di un vecchio compagno di studi a Torre Pellice, proveniente da Orsara di Puglia. Cerrato Calesino. Vari lettori di questa mia corrispondenza lo ricorderanno; avevo l’impressione che egli si fosse stabilito a Boston
alla fine dei suoi studi come dottore
ed infatti l’ho rintracciato. Non c’eravamo più visti sin dagli anni del Liceo a Torre Pellice ed abbiamo passato alcune ore assieme non facendo
altro che rievocare vecchi professori
del Collegio, studenti, amici ed... amiche del periodo studentesco!
Poche ore dopo, sabato mattina 2
febbraio, ripartivo da Boston alla volta di New York. Mi attendevano due
culti successivi nella mattinata di domenica nella chiesa di Garden City
alla periferia di Manhattan. Ho avu
Breviario per V unità
suo radio-messaggio del 23 dicembre 1962 il papa disse, jra l’altro:
’’Fra tulli i beni della vita e della storia, delle anime, delle famiglie, dei popoli, la pace è veramente il più impórtame e il più prezioso”. Parole come
queste riscuotono di solito larghi consensi dentro la Chiesa e fuori. Ben si
comprende che il nostro secolo, già dilaniato da due guerre mondiali e minacciato dalla guerra assoluta, sia particolarmente sensibile alla predicazione
della pace. E si comprende anche che
i¡uesio anelito di pace si estenda al settore religioso e che dopo secoli di estenuanti lotte intestine la cristianità nei
suoi vari rami manifesti un diffuso desiderio di concordia confessionale. Non
è un caso che la settimana di preghiera
per l'unità, proposta dal Consiglio Mondiale delle Chiese, avesse quest’anno corni tema: Cristo, nostra pace: tema che
è cristianamente ed ecumenicamente ineecepihile. Solo bisogna vedere — come Calcino ci esorta a fare nel brano
che segue — di quale pace si tratta. Se
la predicazione della pace confessionale
si traduce in un invito ad accantonare
ciò che ci divide e a convergere su ciò
chi ci unisce, bisogna pur dire che un
simile procedimento è fallace e solo in
apparenza ecumenico: adottarlo significa abbandonare ”ìa querelle de Dieu”
(Calvino), non essere più sensibili al
a cura di Paolo Ricca
mordente della verità evangelica e anteporre la quiete della vita alla quiete
dell’anima o, meglio, adattare la seconda alla prima.
Im verità eavngelica, lo si voglia o
no, è una verità polemica, una verità
cioè che non corrisponde alle nostre
tendenze e alla nostra volontà e che per
essere accettata esige il pentimento e la
conversione. Per questo Gesù, il ’’Principe della pace” (Isaia 9: S), dichiara:
’’Non pensate ch’io sia venuto a metter
pace sulla terra; non son venuto a metter pace, nm spada” (Matteo 10: 34).
C’è dunque un aspetto battagliero della
pace cristiana, quindi anche della pace
confessionale, che non può mai essere
una pace a buon mercato e che comunque è data a chi resiste e lotta, non a
chi rinuncia e cede. Occorre insomma
vigilare nei rapporti ecumenici, onde la
pace confessionale non divenga, neppur
lontanamente, un tacito complotto contro la verità.
Il testo odierno è tratto dall’introduzione all’opera ”La vraye façon de réformer l’Eglise chrestienne et appointer
les différens qui sont en icelle”, che
Calvino scrisse e pubblicò nel 1549 contro i ’’moyenneurs” cioè contro i ’’mediatori” che cercavano di accordare cattolici e protestanti sulla base di compromessi dottrinali.
PACE
Sant’llario, nel [suo] libro sui Concili, esordisce dicendo che il
nome di pace è certo un bel nome e che l’unità è una cosa cui si guarda con favore, ma che nella Chiesa non c’è altra vera pace che quella
di Cristo. Ecco un’affermazione degna di essere messa avanti ogni qual
volta si cerca di riportare la pace e la concordia fra i cristiani, e soprattutto quando si tratta di mettersi d’accordo su questioni dottrinali. Infatti, siccome tutti gli uomini tementi Iddio e di buon senso fuggono le discordie e hanno in orrore le contese e le dispute, non appena si parla di porvi fine, un tal proposito non può riuscir loro sgradito. E qual’è qiieH’uomo <a meno che non sia un vero bruto) che, se
si delibera di pacificare la Chiesa cristiana, non presti volentieri ascolto e non dia il suo cuore per questa causa? Poiché chiunque, per poco
timor di Dio che abbia, dev’essere assai tormentato nel vedere una
tale divisione della Chiesa, come se il corpo di Gesù Cristo fosse fatto
a pezzi. Ma siccome vi sono dei nemici della verità, fini ed astuti, che
si insinuano sotto questo manto per imbastardire la pura dottrina cristiana, è necessario discernere bene e con prudenza quale pace essi ci
recano. E proprio come Gesù Cristo ci raccomanda dappertutto la pace, così pure ci insegna che il solo vincolo per mantenerla è la verità
del suo Evangelo. Perciò non bisogna che quelli che cercano di allontanarci dalla pura confessione dell’Evangelo ci ingannino con questo
nome di concordia. Che dobbiam fare, dunque? Dobbiamo desiderare la pace e cercarla fin dove è possibile : ma se per ottenerla dobbiamo abbandonare qualcosa della pura dottrina di Dio, allora è preferibile che il cielo si confonda con la terra.
Questo discorso non è rivolto ai Turchi... che vorrebbero che il
nome di Cristo sia interamente abolito, né ai papisti schietti e leali
che ci chiedono di rinunciare pienamente alla verità, ma a non so
quali costruttori di una concordia fallace, i quali ci lasciano apparentemente la metà di Gesìi Cristo, mentre in realtà non c’è una sola parte
della sua dottrina che essi non oscurino o deformino con qualche menzogna. E per dare un bell’aspetto a questa malizia, la chiamano riforma... Essi sperano che se le Cliiese che hanno ricevuto la pura dottrina di Cristo se ne scostano una volta e si lasciano corrompere in parte,
perderanno facilmente quei che ancora rimane loro. E in questo non
si sbagliano, visto che è una giusta vendetta di Dio, e abbastanza comune, che quelli che consapevolmente hanno consentito che la sua
santa verità fosse contaminata dalla menzogiica, siano privati del tutto
del possesso di un bene cosi grande. .
Confesso che quando non si può fin dal primo giorno ottenere una
riforma completa, è già qualcosa di ottenere i punti principali di essa,
senza per questo smettere di lieereare quel che manca. Ma quando il
Figlio di Dio ci ha fatto questo bene di metterci in pieno possesso del
suo Evangelo, se tosto lo si smembra per ritenerne solo alcune parti,
non è questo un sacrilegio troppo grande?
Quanto a noi .. perseveriamo a glorificare Gesìi Cristo sia con la
vita che con la morte. E qualunque cosa accada, siamo tutti risoluti
a non accettare nessuna condizione di pace die mescoli la verità di
Dio con le fantasticlieric dedi uomini. CALVINO
to una buona accoglienza in quella
Chiesa. Si è trattato di una predicazione più che di un messaggio informativo, ai due culti delle ore 9,30 e
delle 11, tutti e due ben frequentati
da una vasta assemblea. Molti Pastori qui presiedono due culti nella stessa chiesa la domenica mattina e, in
generale, le assemblee sono buone.
C’è un’atmosfera di famiglia che dà
un tono speciale alla comunità; tra
un culto e l’altro c’è la possibilità di
prendere una tazza di caffè nei locali
della chiesa sempre comodi e bene arredati e si scambiano varie conversazioni.
Per ora mi limito a questa prima
tappa, ma spero di trovare un po’ di
tempo per ulteriori corrispondenze.
Ormai sono lontano da New York per
un viaggio di due mesi negli Stati
Uniti e ritornerò a New York soltanto ai primi di aprile, prima di tornare in patria. Ho dinanzi a me lunghi
viaggi ed un ampio programma di lavoro. Domenica, 17 febbraio, sarò D.
v. a Vaidense, nel Nord Carolina, con
i nostri fratelli oriundi delle Valli. Il
Signore conceda a tutti noi, ed a voi
cari lettori, la gioia di un servizio fraterno nella Chiesa e per la Chiesa,
senza dispute vane e senza sterili ripensamenti, in ubbidienza a Colui
che ci ha chiamati « dalle tenebre alla Sua meravigliosa luce».
Ermanno Rostan
2
p<«- >
N. 9 — 1® marzo 1963
chaote des cantiques
Jacques 5: 13.
Chacun a sa manière, pour exprimer sa joie ; la manière chrétienne
consiste à « chanter des cantiques ». Déjà dans les églises primitives on
chantait; le long des routes de l'Ombrie, les compagnons de saint François chantaient la gloire de Dieu ; même sous la menace des galères,
les huguenots chantaient leurs psaumes; tous les réveils de la foi sont
accompagnés d'une explosion de chants et d'hymnes; aujourd'hui encore, à l'Armée du Salut, et partout où le Christianisme est vivant et
joyeux, on c< chante des cantiques ».
Tu peux juger assez exactement de la « température » de ton âme
à ton besoin plus ou moins vif de louer Dieu. Certes on peut Le louer
autrement qu'en chantant; par la prière par exemple; mais quand tu
es joyeux ta prière est un chant; c'est un cantique improvisé.
Les cantiques tout faits sont là pour aider ta prière, pour exprimer
et prolonger l'élan de ton âme vers Dieu. Il ne faut pas y voir avant
tout la musique mais un trésor de foi, d'enthousiasme et de ferveur où
tu n'as qu'à puiser pour prolonger ta joie, enrichir ta prière.
Si souvent tu te plains de la monotonie de tes prières ! As-tu pensé
à les nourrir de la substance des cantiques? Quand ta prière n'a pas
d'ailes, quand ce n'est pas un chant, choisis un beau cantique et prie
ce que tu chantes. Par le cantique et la prière, la joie ailée rentrera dans
ton coeur.
Philippe Vernier
ANCHE A FORANO SABINO
la festa valdese è ben viva
In u!it’atimoniera dii gioia serena e fraterna è stata celeibrata analie nella nostra
comninità di Forano la data del 17 Febbraio.
Un culto solenne ispirato dal Salmo 124
ha dato modo al Pastore di accostare, sia
pure con le debite proporzioni, il popolo
valdese al popolo d’Israele. Entrambi sono passati attraverso il calvario di lotte
durissime e talvolta quasi insostenibili.
«Se non fosse stato i’Etemo che fu per
noi —■ lo dica pure Israele (lo dica pure
il popolo valdese), allora ci avrebbero inghiottiti tutti vivi ». In questo « essere per
noi » di Dio è raccliiuisa la spiegazione
della presenza valdese in Italia e anche la
promessa per il futuro doll’Evangelo in
questo paese.
Subito dopo il culto VAssemhlea di
Chiesa ha rieletto per un nuovo quinquennio il Consiglio di Chiesa, così costituito :
Anziani: Rocco Giuliani e Gilberto Munzi; Diaconi: Arnaldo Scarinci, Mario Pazzaglia, Ferdinando Scarinci, Margherita
Marcucci, Ettore Morresi (per la diaspora Magliano-Calvi), Antonio Paolucci (nuovo eletto). Chiediamo che la benedizione
del Siignore eia con ciascuno di questi fratelli e li guidi ned compiti loro affidati
per il bene della Chiesa.
Per sentirci in piu stretta comunione
con i Valdesi delle Valli, il Pastore ha
dato lettura di una bella lettera scritta dal
figlio della nostra sorella in fede di Pomaretto che ha recentemente compiuto il
secolo di vita, in risposta agli auguri che
la nostra comunità Le ha inviato nel giorno del suo centesimo anniversario. Il Pastore ha poi letto anche una lettera di un
fratello isolato della nostra diaspora, che
vai la pena di riportare per la freschezza
evangelica che ne scaluriste e per il bene
che essa può fare:
« II: fratello in fede Sterpone Enrico,
salvato per la grande misericordia ihe mi
è stata concessa dall’Iddio onnipotente e
dalla grazia infinita del suo amato Figliuo.
lo nostro Signore Gesù Cristo, Salvatore
di tutti quelli cbe si iconfìdano in lui e
che temono il suo nome e tutti quelli
che glorificano il nome del Signore.
Fratelli cari c sorelle care nel Signore,
vi dico tutto come siamo nella fede comune davanti a Dio. Io mi trovo così isolato, ho la moglie non credente; mi devo farmi tutto da per me, perchè lei non
vuole fare niente. Io non posso assentarmi e venire al culto perchè la gente dice
subito: Vedi come fanno, e poi dicono
elle sono buoni! Noi però ben sappiamo
cbe il mondo ci giudica subito e noi siamo corretti dal nostro Signore Gesù. Dio
dice: Se il marito è credente e la moglie
no, non la ripudi purché lei sia contenta
di albergare insieme, perchè la moglie c
santificata nel marito e il marito nella
moglie. Per cui vi ripeto: figuriamoci'
quanto sarei contento di stare in mezzo ai
fratelli in Cristo, l’unica mia gioia e contentezza nel cuore. Mi tocca lavare i panni, lavare i piatti, il Signore mi vuole
così, io faccio tutto ben volentieri, perché ripenso che i figliuoli del Signore maino lutti inaneueti. Come il Signore ci ba
rinnovato la mente e il cuore, ci ha rinnovati dalle schiavitù del mondo. Noi
eletti dal Signore non temeremo mai ciò
che ci potrà fare il più grande uomo del
GITA A ROMA
E’ in preparazione, per i giorni dal 18
al 23 aprile p. v., una visita alla Chiesa
Valdese di Roma, toccando all’andata Firenze e Assisi e al ritorno Pisa (per la Via
Aurelia). La gita si svolgerà a mezzo di
moderno autopulbnann. Il costo del viaggio si aggirerà sulle L. 8.500; viaggio più
alberghi L. 22.000, a cura dell’Agenzia Malan Viaggi. Prenotarsi versando L. 5.000 al
.Sig. Silvio Rivoir, Via Repubblica 3, Torre Pellice; richiedere a lui informazioni e
il programma dettagliato del viaggio.
mondo. Mi scusate del mio mal scritto e
mal composto. Io amo e penso a voi in
ogni preghiera mi ricorderò sempre dei
fratelli e sorelle e tutti quelli die amano
il Signore. Vi saluto e vi bacio a lutti
con un santo bacio della carità. Il Signore
vi benedica a tutti e tanta prosperità vi
abbondi nella diiesa dei santi. firmo
e sono il fratello in Cristo Gesù Sterpone
Enrico ».
Con la lettura di queste due lettere, una
dalle Valli e una dalla diaspora, la nostra comunità si è posta in comunione spirituale con tutta la famiglia evangelica
italiana, nel ricordo riconoscente per il
passato e con lo sguardo volto all’avvenire.
Nel pomeriggio, PUnione giovanile con
a capo il noiSlro Pastore ha presentato un
bel dramma imperniato sul problema razziale: «Piangi, o terra amata», di Alan
Paton. Tutti gli attori hanno impersonato
bene i ruoli loro affidati. I 4 atti sono
stati seguili con attenzione da un folto
pubblico e gli applausi non sono mancati:
Si rinnova così una bella tradizione dell’Unione Giovanile di Forano. Dopo la
recita, la comunità si è riunita intorno a
un bel falò, mentre sui campanile della
Chiesa veniva accesa la croce luminosa,
visibile a molti kilometrd di distanza. Col
canto del « Giuro di Sibaud » ha avuto
termine la giornata.
Rocco Giuliani
PRAMOLLO
Giornata di gioia
e di riconoscenza
La ricorrenza del XVII Febbraio è stata
una giornata di gioia e di riconoscenza per
lutti i membri della nostra chiesa, che, con
slancio e con spontaneità, hanno ricordalo
la libertà ricevuta con le Lettere Patenti
del 1848.
11 tempo piuttosto imbronciato e minacciante altra neve s’è rimesso ai bello la sera della vigilia e così s’è rinnovato il meraviglio.-.o scenario del nostro vallone lutto
illuminalo dai tradizionali « falò » che ventiero accesi un po’ dovunque sidle allure
dei vari villaggi; a causa della troppa neve
forse non hanno avuto la durata che si e
soliti dare loro, però non sono stati meno
numerosi degli altri anni.
Al mattino, con una giornata di sole
splendente, un grande numero di membri,
die, con coccarde e bandiere, s’è mosso
dalla sala della gioventù, s’è recato fino a
« Ciastel » dove è stato cantato il « Giuro
di Sibaud » e quindi s’è riunito nel tempio per il culto di adorazione e di ringraziamento. Presenti anche i bambini della
Scuola Domenicale. 11 culto s’è svolto secondo la liturgia del giorno. 11 Pastore ha
sottolineato l’importanza deUa libertà che
ci viene data da Gesù Cristo, la quale non
può venir scalfita o resa inoperante da alcuna forza o volontà umana e che è essenziale anche per vivere in un periodo di
relativa tranquillità come il nostro; il nostro Liberatore ci chiama a vivere con la
nuova dignità di Suoi servitori. Al termine del culto l’assemblea lia ancora cantalo
i 1 piedi il « Giuro di Sibaud » ed i bambini hanno ricevuto un piccolo dono.
Verso le 12,30 una cinquantina di commensali si sono ritrovati in un’aula della
ex-scuola elementare per il tradizionale
pranzo in comune, ottimamente preparato
dai Sigg. Alma Menusan e Gustavo Beux
con la collaborazione del valente cuoco
Sig. Eli Beux, e gentilmente servilo da un
gruppo di Signore e Signorine. Al levar
delle mense hanno preso la parola il Sindaco Cav. Isidoro Rosia, il Vice-Presidente del Concistoro Anziano Alexis Sappé eil
il Pastore, i quali con brevi discorsi hanno
sottolinealo vari aspetti e significali deirincontro, elle si è protratto per tutto il
pomeriggio in una simpatica comunione
traterna.
La giornata si è . conclusa con una serata
ricreativa preparata ed offerta dalla gioventù. 11 numeroso pubblico ha vivamente
apprezzato il messaggio della recita e con
la sua presenza ed i suoi calorosi applausi
ha ricompensato i nostri bravi artisti della
loro fatica non lieve.
Ringraziamo simferamenle tutti coloro
che in diversi modi hanno dato la loro collaborazione alla riuscita della commemorazione della bella giornata che ba lasciato
nel cuore di tutti un buon ricordo insieme
aH’invilo a perseverare nella fede.
— In queste ultime settimane i malanni
della stagione, quest’anno veramente assai
fredda e capricciosa, hanno colpito non
pochi membri della comunità; a tutti porgiamo il fraterno augurio di una pronta
e completa guarigione.
SAN SECONDO
Un richiaiiio alla [e$|ion$abililil
tinmiiiiiiiimiii!i
La nuova Comunità di Villar Porosa
celebra ii suo primo 17 Febbraio
Il Signore ha concesso alla nostra comunità di celebrare il suo primo 17 febbraio neüa serenità e nella gioia, col sentimento di superarvi come un felice collaudo delle sue varie attività al servizio
de! Signore.
I falò della vigilia furono numerosi ma
nascosti gli uni agli altri da una nebbia
fittissima. A quello centrale di Viano Marino giunse, sul finire della cerimonia dopo un viaggio ricco di peripezie e un
transito pericoloso nella notte sulla passerella di fortuna del Chisone — stile soldati di Arnaud — una comitiva di 50 fratelli della Chiesa di Corso Vittorio in To.
rino che con atto gentile volevano far la
sorpresa di una visita alla comunità neonata. I pochi villaresi ancora sul posto si
raccolsero allora con gli Oispiti nei locali
del Ristorante Olivero allomo ad una tazza di caffè. Resta nei cuori il rimpianto
di non aver potuto meglio sfruttare una
visita cosi cara e l’augurio che un prossimo ritorno dei Torinesi vi ponga riparo.
II cullo principale venne celebrato in
un salone del Ristorante Vinçon, alle
ore 10 e vi parteciparono circa 200 fratelli e sorelle.
Dopo il cullo, i presenti si racco-lsero
attorno ad alcune « Mappe » della comunità nell’intento di meglio conoscerne i
singoli appartenenti.
AUe 12,30, agape fraterna nel medesimo
salone e vi partecipano 130 fratelli e sorelle. La gioia è viva in lutti i cuori : è la
prima Agape della nuova comunità! A
luelà del pranzo giungono due gruppi di
giovani die, in macchina, han recato dei
messaggi alle Agapi di San Germano e di
Pomaretlo e ne ricambiano qui il fraterno saluto- Seguono alcuni applauditi discorsi: Dino Gardiol della Riv, Costantino Dino, il Dr. Maniganaro della Beloil,
il sig. Coucourde vice-sindaco ; vengono
pure letti e molto applauditi i messaggi
di Suor Dina Costantin e del Prof. Griset.
Nel pomeriggio, e sempre ancora nel
medesimo salone, un pubblico numeroso
segue un breve programma di recite svol
lo dai bimbi ed un concerto offerto dalla
fanfara dell’Inverso tornala in quel momento dalle prestazioni tradizionali date
a Pomaretto. In questa sede, il Pastore
consegna ad alcuni messaggeri che li Tedieranno immediatamente ai vari istituti
delle due valli, i doni in denaro offerti
per un ammontare di L. 455.500 dagli operai e dalla Direzione della Riv. Un applauso cordiale è tributalo ai donatori e
in particolare al fratello Beux che, all’opera, ba dedicato cure particolari.
La sera, nel salone del Ristorante Olivero, la gioventù villarese offre ai numerosi intervenuti la sua prima redta. E’ veramente una primizia perchè quasi nessuno dei presenti ha mai recitato, ed è
anche un’impresa difficile organizzala com’è con anezzi di fortuna con un palco costruito su casse di birra e tende lolle a
prestito qua e là che sul più bello precipitano e recano lo scompiglio... Ma è però
un debutto trionfale poidiè gli attori si
rivelano ottimi interpreti e superano di
gran lunga lutto quanto si osava sperare
da loro. Le pause della recita isono occupate dalla Fanfara dell’Inverso che offre
essa pure agli uditori un programma musicale ottimo.
— Viva gioia ha recato nella comunità
come tra gli operai valdesi della Riv la
notizia ohe la festività del 17 febbraio è
ora regolarmente e definitivamente iscritta
sul calendario della Riv e non è più soggetta alla concessione volta per volta come fino ad oggi.
Il telefono al Presbiterio. — Finalmente, dopo mesi di attesa, è giunto al presbiterio rappareochio telefonico! Il suo
numero è come già annunziato: 8748 e
può esser chiamalo direttamente da tulli
gli apparecdii del distretto di Pinerolo.
Per chiamate non automatiche, a mezzo delle centrali telefoniche, o per chiamate dall’estero, rendiamo attenti i nostri
interlocutori al fatto die il nostro numero appartiene al comune di Pinasca e non
a quello di Villar Perosa. Deve quindi
esser richiesto il N. 8748 - comune di Pinasca, provincia di Torino.
— La festa del 17 febbraio è stata celebrala come sempre nell’atmosfera tradizio
r.jle con il solenne e dignitoso corteo per
le vie principali del paese, il Culto commemorativo con richiamo alla nostra re.sponsabilità di valdesi nell’ora in oui viviamo, il canto della Corale sempre molto
apprezzato, l’agape fraterna alla quale hanno partecipalo un centinaio di persone.
Ospite gradilo il pastore Emilio Ganz
cbe ha rivolto al Culto un convincente messaggio di fede.
Malgrado la nebbia, i falò della vigilia
hanno avuto luogo nei soliti... punti strategici ed b.cnno rallegrato i numerosi presenti che non hanno avuto paura dell’in
clemenza del tempo.
All’agape, oltre ai pastori Genre e Ganz,
ha parlato a nome della comunità l’Anziano Remigio Pons, mollo applaudito.
A lutti vogliamo dire il nostro grazie sincero: a chi ha avuto la responsabilità della
giornata, al sig. Rostan ed ai suoi collabo
calori per l’ottimo iwanzo, a dii ha preparato i falò, alle gentili signorine in costume valdese cbe hanno dato la nota tradizionale alla nostra Festa.
Voglia il Signore fare in modo che il 17
febbraio non sia passato come una bella
lesta sulla quale è sceso il sipario senza
lasiiar traccia alcuna, ma che ognuno di
noi .abbia potuto veramente sentire la propria responsabilità di una rinnovata conisacrazione al Cristo, attraverso una continua
vigilanza nella preghiera, una partecipazione attiva alla vita di Chiesa, un amore
più intenso verso il nostro prossimo.
— Dopo lunga malattia è deceduta ai
Brusiti Godine Adelina ved. Odino di an
n- 79. I na folla numerosa ha preso parte
al suoi funerali.
Tragico incidente stradale ha causato ve
nerdi scorso la morte della nostra sordi,
in fede Giulia Davit, di anni 63. Essa la.
scia, il ricordo di una vita vissuta neil’u.
mil:à e nella fede in Dio ed i suoi funerali, svoltisi domenica pomeriggio e presieduti dal pastore eig. Peyrot di Prarostino^
sono stali una sincera testimonianza deb
1 affetto che circondava la cara Estinta.
Ai familiari in lutto la chiesa rinnova
I espressione della sua sincera simpatia.
— Ringraziamo sentitamente il Pastore
Achille Deodato di Pinerolo per aver presieduto domenica scorsa il Culto in sostituzione del pastore Genre in missione a Ginevra per le manifestazioni del 17 febbraio.
Il Culto di domenica 3 marzo sarà pre•sieduto da uno Studente della nostra Faccllà Teologica in visita alle Valli. Gli porgiamo fin d’ora il nostro ringraziamento ed
il saluto fraterno della diciottesima parrò«-,
lina delle Valli.
— Il nostro Anziano onorario signor Giotanni Vicino è da alcuni giorni ricoverato
presso rOspedale Civile di Pinerolo. La
(omunilà è con lui in questo momento di
piova con il suo affetto e con le sue preghiere it .Signore affinchè Egli, nella Sua
bontà, sjccorra questo nostro fratello con
le ricchezze inifiniie della Sua grazia, d.g.
Per mancanza di spazio siamo costretti a rimandare varie cronache
e corrispondenze. red.
musica
Ai Oonservaiorio Verdi,,
di Torino
Concerto di antichi
canti valdesi
Al Conservatorio ”G. Verdi” di I urino,
giovedì 21 febbraio, è stato presentato un
concerto inconsueto: una serie di antichi
canti valdesi, e precisamente tre ’’complaintes” bibliche, tre canti d’amore e quattro di storia, trascritti in armonizzazioni
moderne per voce e dieci strumenti dal musicologo Federico Gitisi, il quale ha pure
illustrato al pubblico il quadro etnico e storico nel quale sorse e si sviluppò questa
tiadizione musicale che, sebbene geograficamente assai circoscritta, racchiude tuttavia in sì; componenti assai disparate, cosi
come molteplici furono, nei secoli, i contatti che il molo prima e il popolo valdese
poi ebbero con ambienti popolari e culturali diversissimi.
Indubbiamente, si trattava di un rifacimento culturale, ”da concerto”: i vecchi
canti, pur senza perdere la fondamentale
linea melodica, sono apparsi diversi da quel
che dovevano essere in origine; tuttavia le
’complaintes’, quali ancora pochi vecchi
delle Valli valdesi conoscono, non avrebbero, nella loro forma originaria, mai varcate le porte di un Conservatorio musicale;
c perdo molto grati si può essere a Federico Gitisi per l’amore di studioso e il gu
sto sicuro di armonizzatore con cui ha dato veste catturale a questi antichi (quasi
tutti) canti popolari; e grati al Circolo Musicale Toscanini di Torino che si è fatto
promotore di questa manifestazione; ottimi gli interpreti, fra cui spiccava il mezzosoprano Rosina Cavicchioli che, malgrado
una dizione jrancese non impeccabile, ha
reso con vigore e calore, a tratti con una
punta di intonata malizia, il sapore di questi canti popolari, gli uni immersi in una
atmosfera di leggenda, altri — come l’Histoire du mineur de talc — ricchi di contenuto umano e sociale, e altri ancora — come le complaintes iniziali — efficaci parafrasi di testi biblici.
La Stampa del 22 febbraio ha dedicalo
litui nota a questo concerto, da cui stralciamo questi giudizi: ’’L’estetica moderna ha
superato pregiudizio deU’inespressività
del canto popolare. Anche in esso è possibile riscontrare vibrazioni liriche o dram
maliche, che sono il riflesso di una personalità per lo più rimasta o divenuta anonima, e che assumono quindi caratteri e
valori espressivi, cioè di bellezza (...}. Un
nuovo contributo in questo campo, interessante anche se circoscritto ad una limitata
regione, è quello recato ieri sera, per iniziativa del Circolo Musicale Toscanini (..■)■
Le canzoni presentate sono spirituali manifestazioni di una popolazione, che ebbe a
sostenere lunghe lotte e dure persecuzioni,
ma che conservò sempre, con l’originaria
lingua francese, particolari tradizioni di educazione civile • e religiosa (...). I testi
poetici, pur nella loro semplicità, rivelano
doli di finezza; la linea melodica è fresca,
un po' ingenua, e per lo più grave e austera”.
Oltre alla stampa quotidiana anche il
’’Gazzettino padano” ha dato fiotizia ai
radioascoltatori, con rilievo, di questa manifestazione musicale.
Per la cronaca, i canti presentati erano i
seguenti: Complainte de Joseph vendu par
se: frères — Vision du Golgotha (prière
avant de mourir — una delle più belle ed
intense) — Complainte de Venfant prodigue. / Chanson de la jeune Isabeau — Chanson de la prise de Besançon — Chanson
de la Malmariée / Histoire du mineur de
talc Histoire du Diable — Histoire d’un
libertin (dite de la ’’Carcasse”) - Histoire du vieux soldat.
Abbiamo appreso con piacere che questi canti saranno in un futuro assai prossimo riprodotti su un disco microsolco.
La Scuola Domenicale
Grata sorpresa è «tata il ricevere ¡1 n. 11963 deUa rivista «La Scuola Domenicale»: la veste tipografica è stata infalli no.
tevolmente mutata e modernizzata, e anche il contenuto è risultato più ricco e
diversificato, par lenendo sempre ben presente lo scopo preciso -di questa settantenne « rivista di educazione religiosa », scopo e compito che il nuovo direttore, Sergio^ Ro-stagn-o, inquadra nell’editoriale:
eira Bibbia e bambino)).
Segue uno studio di Ella Mann: « Come
ho studiato la questione sinottica ». Giorgio To-urn inizia un esame dei problemi
del catechismo: « Quale Bibbia si insegna
al catechismo? »; riguardo a questo precatechismo biblico egli pensa: « Ci sembra che attualmente il nostro insegnamento abbia un carattere troppo poco teologico e conduca in sostanza il ragazzo ad
avere unta visione frammentaria) episodica
della Biibibia, una visione conlusa a sfondo moralistico o narrativo: gli rimane
cioè 1 ìnipreissione di un insieme di storie lontane, senza nesso, slegate, di cara itere religioso e morale, ohe si susseguono e Sii affastellano in un libro »; avvio ad una seria discussione.
Sergio Rostagno recensisce quindi aiiipiamente Fultiano 'Catechismo, edito dalla
Claudiana (Io sono il Signore, il tuo Dio,
di R. De Pury); imentre Giorgio Bouchard
presenta « Un libro di guerra per i nostri
ragazzi », recensendo « Il sergente nella
neve » di M. Rigoni Stern.
tin vista della ’Domenica dei bambini
di tulio il mondo’, ecco « Parliamo del
Madagascar», dì Roberto Coisson.
Infine, prima della sezione contenente la
preparazione alle lezioni domenicali del
irìmeslre, disposta in modo da sfruttare al
massimo lo spazio, due simpatiche rubriche: Tuna di recensioni («Fra i libri»)',
ralira di notiziàrio (« Italia nostra »).
Ricordiamo che rabbonamenio annuo è dii L. 800 per l’interno e di L. 1.000
per l’estero ; i versamenti possono essere
effeiiuati sul c.c.p. 2/24532 intestato a
Sergio Roslagno, Coppieri, Torre Pellice.
PERSONA LIA
Apprendiamo con gioia che il presbiterio valdese di Carunchio è stato
allietato dalla nascita di Grazia. Al
Pastore Giulio Vicentini e alla sua
compagna il nostro augurio fraterno
per la loro secondogenita e per tutta
la loro famiglia.
E’ stato celebrato a Susa il matrimonio della Sig.na Graziella Coisson, figlia del Past. Lamy Coisson, e del SigPaolo Giuliano, dì Aosta. Un augurio
assai cordiale agU sposi.
3
X« marzo 1963 — N. 9
Jazz, bianca anima
di negro
VÍLLASECCA
Dn 17 Febbraio “missioDario,,
/ nostri lettori, leggendo questo titolo, avranno una impressione sfavorevole e si chiederanno se sia opportuno, in un giornale cotne il nostro,
trattare rargomento del jazz; parola,
questa, che richiama l’immagine di
alcuni suonatori esagitati che si accaniscono in musiche sincopate tra un
fracasso di piatti e colpi di grancassa.
Ma il jazz ha le sue radici in un terreno molto più lontano e assai più
profondo di quanto si possa credere
quando se ne ignorano le origini.
Per rintracciarle bisogna risalire addirittura al 1619, allorché 14 negri
del Congo furono venduti come schiavi a certi coloni della Virginia. Catturati e trasportati sulla nave negriera, nuU’aliro portavano con sé della
loro Africa lontana, che il linguaggio
e le usanze del culto a divinità esotiche. Così il negro in catene, prima di
imparare la lingua dei padroni, (gli
olandesi prima, poi francesi e inglesi) non ebbe altra risorsa, per soddisfare la struggente nostalgia, che ripetere ancora nelle estasi magiche
create dalla ripetizione instancabile
degli stessi motivi ritmici, le antiche
danze ancestrali.
Tre secoli saranno necessari per il
lento sviluppo della musica originale
che SI trasformerà a poco a poco nel
jazz moderno, ma fin dall’epoca antica della schiavitù questa musica fu la
inanijestazione più schietta e spontanea dello spirito religioso negro.
La libertà concessa dalla religione
protestante di celebrare Dio secondo
il loro modo intimo di sentirLo e di
confessarsi a Lui, permise ai negri di
cantare salmi e preghiere in perfetto
accordo con la voce dello spinto. Dio
veniva così adorato in un linguaggio
comune a lutti, e non in una lingua
morta come il latino. Nacquero allora quei poemi stupendi di fede e di
umanità che sono i ’’canti spirituali”.
Sotto la spietata schiavitù il negro
non aveva altra speranza di conforto
se non la Fede. Questo suo anelito
disperato verso un mondo migliore
senza più catene animava i corali della liturgia svolti in forma dialogata
tra il pastore e la folla dei fedeli. Attraverso la domanda e la risposta scaturiva una melodia austera dai contrasti ritmici che assurgeva a canto
vero e proprio. ’’Avete fatto pensieri
cattivi:'” chiedeva il pastore. ’Sì, Signore, e noi li respingiamo...”.
A poco a poco la concessione e la
preghiera assumevano il tono dell’invocazione accorata che risentiva di
un lontano collegamento ai canti collettivi africani. Il canto pieno, aperto, dall’ondata larga e ricorrente metteva le ali aH’anima del negro, il sermone si trasformava in inno, i fedeli
accompagnati daH’organo battevano
le mani e rispondevano al pastore con
una specie di sete religiosa aspettando dalla parabola evangelica la rivelazione della Terra Promessa.
Si entrò così nella fase dei canti
spirituali, gli spirituals, canti religiosi
in funzione di salmi che venivano interpretati da almeno un quartetto. Accanto agli spirituals abbiamo i gospel
song, canti similari che raccontano ai
fedeli un passo delle Sacre Scritture
e sono destinati ai solisti evangelici.
C’è dunque una evidente affinità tra
coro e solisti nello spirito religioso di
un popolo che come ogni altro popolo della terra sa trovare i suoi motivi di espressione e di preghiera. I
gospel song rivestono carattere di notevole suggestione, in essi alita l’atte,w dei fedeli che attendono la fine del
canto ritmandone il motivo con l’oscillare delle teste, seguendone ispirati il contenuto in una vibrante adorazione.
Il jazz nacque così dalla nostalgia
degli esuli, dal dolore degli schiavi,
dalla speranza dei credenti. Questa
musica al pari di ogni manifestazione
artistica, anche la più genuina e nobile, subì un processo di trasformazione nel tempo, cambiò significato e
stile, ebbe sul suo cammino personaggi divenuti celeberrimi i quali le dettero ciascuno la propria impronta.
Ma il jazz rimase pur sempre la
espressione deH’anima negra: cantò in
ogni tempo la storia della gente di colore, parlò all’uomo bianco, schiavista di ieri e padrone di oggi, un linguaggio inascoltato ma profondamente veritiero.
C’è una canzone che i negri cantano in America ricordando la cantante Bessie Smith. Fu scritta nel triste
autunno del 1937 quando Bessie morì
dissanguata dopo un incidente automobilistico perchè gli ospedali si erano rifiutati di accettarla a causa della
sua pelle nera. Forse nessun canto,
come quello composto per Bessie
Smith, scandisce il destino della gente di colore. Un’altra drammatica e
commovente canzone jazz è Strange
Fruii, scritta sul linciaggio.
L’antica musica che sollevava le
anime stanche dei negri nelle povere
chiese delle piantagioni, l’armonia dei
cori liturgici e dei solisti evangelici
entrò in seguito nella vicenda quotidiana, nei sentimenti del popolo negro, nella vita squallida e multicolore, gaia e dolente delle notti di Harlem.
...E forse non saprà mai l’uomo bianco
che questo tuo cantare
è il tuo modo di piangere.
Sono versi della lirica ’’Canto di
negro” della poetessa Giulietta Pellegrini, vincitrice, con questa poesia,
di un concorso internazionale. E forse
il destino vuole così: che il canto dell'uomo negro brilli soltanto davanti
alle ribalte e sui banchi delle orchestre ma rimanga linguaggio sconosciuto quando egli ne fa musica dell’anima e ne canta, lacrima per lacrima, tutte le note. Mai un modo di
piangere fu così fecondo
poesia.
Vita
di arte e di
Marco
Quando la nebbia ed il nevischio die
avevano insistilo tutta la giomaU sulla vaib sono scomparsi appena un quarto d’ora
prima deirateensione dei falò per lasciar
apparire un liel cielo stellato, abbiamo avuto la certezza che anche quest’anno i festeggiamenti del 17 si sardibero svolli nella tradizionale letizia e gioia.
Infatti alle 20 in punto, al segnale dato
dall.a campana di (biotti, in ogni borgata
si è acceso il falò e poiché la nebbia ci
aveva impedito di notare i preparativi die
gli altri facevano, vi è stato quest’anno un
gioioso demento di sorpresa, anche se lutti conoscono da decenni il luogo dove si
preparano i fuochi.
La mattina del 17 abbiamo quest’anno
ripreso la tradizione del corteo e delle
bandiere che era andata scadendo dal tempo della guerra. Ogni scuola ha ricevuto
dinuovo la bandiera tricolore con il nome
della scuola e. come avveniva nei tempi,
i> primo di ogni scuola ha avuto l’onore di
portarla a Villasecca, mentre il secondo
Dia riportata a Chiotti. Ai catecumeni è
stata consegnata la grande bandiera valdese preparata dal Pastore su stoffa offerta
gcndlmente dal Sig. Pezzetti di Perosa che
ringraziamo. 11 Pastore con il Concistoro
.•.privano il corteo assai numeroso e nel
quale spiccav.ino numerose cuffie e costumi valdesi.
Ambe nel tempio di Villasecca vi erano
delle novità con il ri.scaldainento assicurato dalla grande stufa proveniente dai
Cbiolli e la « bussola » di ingresso montala dall’Anziano Vigliehno con elementi
l icuperali dal vecchio ingresso del tempio
di Cliiolli. Ringraziamo il nostro Fratello
per questo lavoro coinpiuto come pure le
Sorelle di Villasecca che con la Sig.ra Leger Sguazzoni hanno addobbato il tempio
e montalo l’albero della libertà con le rose
sul sagralo. .
Simpatico il programma presentalo dai
ragazzi delle scuole dopo il cullo. Esso era
articolato con poesie c dialoghi intorno ad
un certo numero di canti e di rondes presentati dalla scuola di Chiotti. Ringraziamo sentitamente le Insegnanti dei quartieri; Anita Pascal, Marta Baret, Rosa Cardiol e la Sig.na Marina Genre.
11 nranzo fraterno ha contalo un notevole numero di partecipanti, quasi 90 ed e
stato preparato, come è abitudine nella nostra Comunità, da un gruppo di Anziani e
Diaconi nei locali stessi della Chiesa, dolati di conveniente attrezzatura; ringraziamo questi nostri FralelU per il ^rvizio
reso con spirito fraterno: Armando Viglielnio, Lorenzo Clot, Filiberto Peyronel,
Enrico Clot e gli altri collaboratori: Giancarlo Giraud, Aldo Clot e Piera Clot. Una
menzione particolare alle « cuffie » che
hanno servito il pranzo: (Metta Peyronel.
Ines Barai e Piera Clot.
Un plauso alla corale che ha cantalo a
Villasecca ed al pranzo fraterno.
In occasione del 17 abbiamo pure avuto
la gioia di vedere in mezzo a noi il
Pasl. Roberto Coisson, missionario nello
Zainbesi, che ci ha rivolto un messaggio
mettendoci al corrente di alcuni attuali
problemi delle Missioni e delle Chiese m
digene. La coUetta che i partecipanti a
pranzo dedicano ogni anno ad una opera
speciale è stata offerta per la costituzione
di una biblioteca circolante pastorale nel
Gabon ed ha fruttato L. 20.000.
Domenica 24 il Culto ai Chiotti è stato
presieduto dalla Studentessa in Teologia
Gianna Sciclonc (accompagnata dalla slu
dentessa tedesca Lorenz), la quale ha pure
tenuto l’Unione delle Madri ai Chiotti nei
pomeriggio intrattenendo le Sorelle su van
aspetti della vita ecclesiastica e sui proble
mi ecumenici odierni. La ringraziamo sen
tilainente per il suo messaggio e le augu
buona continuazione dei suoi
del servizio reso al Si
al
riamo ima
studi in vista
gnore nella Sua Chiesa. lai stesso pomerig•MO è anche stata tenuta l’Unione delle Ma
dri al Trussan.
niiiiiiuiuimmiiliiiiiiinii
valdese
e nella
ad Agrigento
diaspora
Non possiamo dare inizio al notiziario delle nostre attività di Chiesa, senza rivolgere il nostro pensiero ed un memore
saluto al Pastore Aldo Riiligliano, che per
ben due anni ci ha diretti e guidali nel nostro lavoro di evangelizzazione, lasciandoci
net settembre scorso per raggiungere la
nuova sede del suo lavoro a Rorà, dove
vogliaiiio far giungere a lui e alla famiglia
un augurio di sempre più abbondanti grazie dal Signore.
— L’ottobre scorso è giunto da noi il
nuovo pastore, il giovanissimo signor Odoardo Lupi; nello stesso mese, il 27 per
essere precisi, abbiamo avuto la gradita
sebbene rapidissima visita del nostro Moderatore, di passaggio per Vittoria per la
inaugurazione dei nuovi locali dell’Asilo
dei Vecchi Evangelici.
— Il 25 nov. abbiamo avuto nei nostri
Iscali un cullo interdenoiiiinazionale diretto dai ire pastori, il nostro e poi il Pasl.
Barbera per i Pentecostali, ed il Pasl. Catalano per gli Avventisti, con gran concorso di fedeli delle tre chiese e con gran calore fraterno. Tali culti si sono poi susseguili nei locali delle altre due chiese e con
programmi di servizio sociale comunitario
iti progressivo sviluppo.
— Il culto di Natale quest’anno è stato
rallegrato da musica sacra eseguila dai coniugi F. e H. A. Clirist, svizzeri ospiti e
fedeli della nostra Chiesa da circa due anIT, che ci hanno fatto ascoltare una sonata
per flauto e harnioniuin di Benedetto Marcello.
1 culti domenicali si sono seguiti regolarmente, con la particolarità che due di
essi, mensiliuente, saranno celebrali con
predicazione laica. La cosa per noi non è
nuova, avendo avuto per molti anni culti
e predicazione laica. Altri culli abbiamo
inaugurali, culli faniiliari e quartierali di
evangelizzazione ogni mercoledì, e culto liturgico di intercessione,, ogni venerdì, lutti sempre ben frequentali.
Notevole nelle riunioni quartierali il sempre crescente interesse di conoscerci mostralo da parte di elementi cattolici.
— Nel nuovo clima l’unione giovanile,
quasi a rifarsi dì anni di inattività e di aissenza, ha ripreso con ritmo acceleralo; le
riunioni si tengono il sabato, ma non limitano a questo solo giorno la loro funzionalità ed il servizio di cui van prende.iida sempre più coscienza. Anche qui è da nolaro
la presenza di giovani studenti cattolici
che si accompagnano ai nostri a discutere,
a proporre studi in un’aria di crescente
simpatia e comprensione. Frequenti le agapi Iraterne e le gite insieme al pastore.
— Nuovo incremento si è dato al canto
corale e allo studio della musica per preparare successori e collaboratori per il suone deirariiionium: infatti sin’ora abbiamo
trullo dell’opera della Frof. Aralo, insegnante di filosofia nell’lslitulo Magistrale
della città c dell lng. Sig. Clirisl, l’uno c
1 altra solo temporaneamente fra noi.
— Un doposcuola per alunni delle eie
menlari si è finalmente potuto realizzare
con sacrifizi non indifferenti ma colla ge
nerosa collaborazione, in denaro ed in ope
ra, dei fra.elli di chiesa, per cui è stato
passibile procurarci l’occorrente per le al
liezzalure necessarie. I ragazzi vengono ac
colli dietro domanda delle rispettive fami
glie. Abbiamo per quest’anno dovuto limi
tare a 15 il numero dei ragazzi assistiti in
attesa di poter far meglio in appresso. Il
dopo-scuola curalo dalla ncslra giovane sorella, insegname Giovanna Di Falco, con
GROTTE
Anche questa chiesa, che ha conosciuto
epoche benedette, pur ridotta qualche
volta al silenzio per una nmiierosa emigrazione di evangelici all’estero, vive oggi tra difficoltà e coulrasli in un clima
nuovo di ripresa. Abbiamo notato con
viva gioia il ritorno alla testimonianza e
all’allivdtà evangelizzatrice di qualche
membro della chiesa, ohe pare voglia rifarsi del silenzio passato.
I culli domenicali, mai in verità trascurati in passato, hanno ripreso con un fervore nuovo e promettente. La piccola comunità è sempre presente quasi al completo nei locali rimessi a nuovo per la generosità del pastore italo-americano, siig,.
Salvagigio, ohe dalla lontana America non
dimentica la sua nativa Grolle e la piccola e povera comunità donde egli è uscito.
Anche qui si mira ad allargare il contributo laico alla predicazione. L’Unione
Giovanile, sotto la guida del pastore, ha
ripreso la sua attività riunendosi ogni lunedì, lottando contro i disagi di una zona depressa, in cui la stanchezza e la conseguente indifferenza minacciano di inaridire le più belle idealità.
I culti familiari ogni martedì vanno
tentando i luoghi più discosti della periferia, per vie impervie, ripide e selvag
ge. Non ci illudiamo di far molto e con
fruito, ma .seminiamo largamente, lasciando al Signore di far crescere e fruttare. Un programma di visite ai simpatizzanti
e di campagne di evangelizzazione è in
fase di realizzazione col concorso di volenterosi della chiesa Agrigentina e non
disperiamo di far meglio nella prossima
pritnavera.
Palma Montechiaro, la terra del Gattopardo! Vi ha lavorato Danilo Dolci e poi
recentemente vi si è installata un’opera di
rieducazione sociale del P. olandese Salvinus Duynelee, coadiuvato dalla Segretaria Margaret Stoeckli, una signorina
svizzera ; l’opera cattolica è veramente degna della nobile missione assunta, ma minaccia di essere soffocata dalla reazione
delle autorità civili ed ecclesiastiche al
punto che il Reverendo Frate olandese si
sente costretto a lasciare il campo. Siamo
stati più volte sul luogo col fratello Sig.
Christ per dare il nostro contributo, non
foss’altro, morale, date le difficoltà spesso
insormontabili. Ci hanno preceduto i fratelli Pentecostali e noi vi ritorneremo e
ad ogni modo non lasceremo nulla di intentato per concorrere ad un’opera santa
di ricostruzione civile e religiosa di quel
paese.
FERENTINO
Sabato si sono uniti in matrimonio
Picchi Luigi (di Forma coperta) e Marra
Angela (di Valle Para).
Oli auguri della Comunità di Fereirtino
Bollono questi sposi mentre chiediamo
ancora al Signore di volerli accompagnare sempre e circondarli con la sua grazia.
— Sabato 2 febbraio ha avuto luogo il
servizio funebre della nostra sorella Maria Maliziola n. DeUa Chiaie (di VaUe
Para), deceduta improvvisamente per un
collasso mentre stava per dare alla luce
una creatura che non è mai venula alla
luce.
Comunità, parenti ed amici, nonostante
la neve e il ghiaccio, hanno partecipato
numerosi per esprimere la loro simpatia.
Al marito, ai figli e ai parenti rinnoviamo l’espressione della nostra viva e fraterna simpatia cristiana.
— Domenica 17 febbraio è stata battezzala Piera Picchi di Domenico.
Il Signore benedica quest’agnello del
suo gregge.
MANTOVA
L’Unione giovanile continna le sue riuii'ioni ben frequentate e normalmente ricche d’interesse. Terminato lo studio del
« Padre nostro », sono state lette le « parabole del Regno » (Matteo 13) e c’è stato
uno studio presentato da tre giovani (finalmente!) su 1’« unità della Chiesa». Per
espressa richiesta dei giovani si studierà
ora TEpistcfla ai Romani nelle sue parti
più significative. Venerdì 15 si è avuta la
gradita visita del Capogruppo FUV, sig.
F’rauco Calvelti.
VERONA
la collaborazione del pastore e di altri volenterosi fratelli, tra i quali la sig.ra Chrìsl,
oltre che sorvegliare la esecuzione dei compiti di scuola ne cura e completa l’istruzione, con lezioni supplementari di musica, di disegno, di lavoro manuale e di comportamento in società.
_____ in fase dì attuazione è anche un nostro programma di visite alle varie chiese
valdesi dell’isola con l’idea di stringere relazioni sociali coi meanbri delle stesse, die
spesso ci sono completamente sconosciuti
ed estranei, onde rompere l’isolamento ; il
lutto con scambi di pulpito a regolari intervalli; un primo approccio è stato stabilito con la chiesa di Trapani, finora tra i
due pastori. In questo programma rientra
la gita di alcuni nostri fratelli a Caltauissetta, il 2 dicembre u. s. cui ha fatto seguilo altra a Grotte per l’inaugurazione dei
nuovi locali, il 9 dello stesso mese. A Grotti siamo ternati altre volte per cooperare
con quei fratelli ad una vigorosa ripresa di
evangelizzazione del paese
- Non possiamo chiudere queste note di
cronaca, senza soffermarci con vivo rincrescimento sui casi di una fiera persecuzione,
di cui ci ha faUo, e ci fa, segno il Parroco
della Chiesa della Madonna di Fatima, Can.
Doti. Messana, Insegnante di filosofia nel
Liceo della nostra città. Mosso da uno zelo
irrefrenabile per la purezza della sua fede,
non ci può sopportare entro i limiti del
suo territorio; ha fatto poi traboccare il
vaso della sua sopportazione l’istituzione
del nostro povero doposcuola; questo fatto
ha fatto uscir dai ganglieri il reverendo,
che è corsa ai ripari istituendo anche luì
un doposcuola, e sin qui nulla di male, ma
egli vuol costituirlo addirittura con elementi nostri: è venuto a cercare i ragazzi
dentro i nostri locali, servendosi naturalmente del « braccio secolare », un suo « a
latore », un buon uomo che con alcuni ragazzi è venuto a frugare, a stanare, gli
alunni, che poi sono stati presi di petto
dal Parroco con minacce di ogni genere e
infine con l’ordine perentorio di dichiarargli, nome, cognome, paternità e indirizzo
dì casa; i piccoli, sprovveduti, hanno dato
le loro generalità, dopo di che il Canonico
si è vestito «li autorità ed è andato dalle
mamme, (non dai padri, non si sa mai come questi la fiigliano), e le ha severamen
le ammonite, ed ha loro imposto di ritirare dal nostro doposcuola i loro figli: qualche luailre — cattolica — ha obbedito se
pur di inala voglia, come ci ha confessalo,
c COSI ha potuto salvare, strappandoceli,
quattro agnellini. Dopo dì che non si è dato pace per impedirci altre attività ed ora
< lucciato « tamquan leo rugiens circuii quaicns quein devoret » (1 Pietro, 5: 8).
Non ci sappiamo render conto di tanta
rabies nel dolciastro clima di conclamata
Unità, a meno che non vogliamo intendere
questa unificazione come una operazione riduzione al comune denominatore, imponendoci un silenzio che non laceri le pudibonde orecchie di un gregge supino, 11
pastore è stato costretto ad affrontare il
Parroco Prof, Messana, che ha cercato con
parole melate ed untuose di sfuggire ad un
preciso impegno di uno disturbarci; infatti dopo di aver detto che egli non sapeva
di che il nostro pastore parlasse, è ritornato alla sua opera di inquisizione nei nostri
riguardi.
La più volte annunziata « riunione di
chiesa » del gemnaio scorso, aperta oltre
che ai membri comunicanti anche a catecumeni e simpatizzanti, non ha avuto un
gran successo di partecipazione; eppure
vi sd studiava il k Messaggio del Sinodo
alle Chiese Valdesi », circa i rapporti con
il cattolicesimo romano.
Il 2 febbraio il prof. Roberto Jouvetml,
di Torino, ha tenuto un’interessantissiina
conferenza su « L’ateismo contemporaneo ». Lo ringraziamo molto per aver messo andie a nostra disposizione il frutto
dei suoi studi. La prossima conferenza sarà tenuta dal prof. Giorgio Peyrot, di
Roma.
D 17 febbraio, oltre al culto di S. Cena,
si è avuta, in serata, l’agape fraterna nella
nostra saletla (lo scopo era di « stare insieme » e non di « star comodi »...), segui,
ta da lima riunione fraterna in cui, con
raiiUo di diapositive, sì è dato uno sguardo allo sviluppo dell’opera della nostra
ciliiesa in Italia.
Venerdì 1“ marzo, alle ore 15, avrà luogo nella nostra chiesa, per iniziativa dell’Unione femminile, la riunione di preghiera, in occasione della giornata mondiale di preghiera, in comune con le sorelle della comunità americana. La riunione è naturalmente aperta a tutti. Dobbiamo ancora riscoprire il significato e il valore della preghiera in comune; la preghiera è dono di Dio, il poter pregare insieme è una grazia.
SUSA-COAZZE
Presieduto dal Pastore di Torino signor
E. Ayassot al quale rinnoviamo i nostri
ringraziamenti,ha avuto luogo ultimamente il matrimonio di Graziella Coisson e del
sig. Paolo Giuliano dì Aosta, ora domiciliati a Milano. E’ seguito un modesto rinfresco in un Albergo cittadino presenti parenti, amici e membri delle due Comunità
durante il quale ha ancora parlato il Pastore Ayassot per rinnovare gli auguri agli
sposi.
— Ultimamente ha pure avuto luogo la
sepoltura del nostro Fratello Gioacchino
Fardella dimorante a Meana, deceduto all'Ospedale di Susa all’età di 62 anni dopo
lunga malattia. Rinnoviamo alla vedova, ai
figli, a lutti i parenti la nostra simpatia
cristiana.
— Per la ricorrenza del 17 febbraio le
due Comunità hanno deciso di avere il
Culto con Santa Cena in comune a Susa
(love, all’albergo, Ita pure avuto luogo la
agape fraterna seguita dal tè in casa del
Pastore. Siamo riconoscenti die i partecipanti siano stati numerosi, anche al pranzo
erano cinquantuno, compresi amici e membri di Chiesa di fuori Valle.
— I^ Comunità, riconoscenti, ringraziano del messaggio cristiano rivolto all’Assemblea domenicale i Fratelli signori Cannatella e Pizzo di Torino e U. Tomassone
di Susa.
Le famiglie Tron, Breuza e Ribet
sentitamente ringraziano quanti, in
qualsiasi modo hanno part-ecipato al
loro dolore per la dipartita della loro
cara mamma, suocera e nonna
Maria Tron
ved. Tron
di anni 74
In modo particolare ringraziano il
Dott. Emanuele Quattrini e il Pastore Rivoira.
« L'Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
Salza di Pìnerolo, 11-2-1963
4
pa«. 4
N. 9 — 1® marzo 1963
ECHI DEL XVII FEBBRAIO
BOBBIO PELUCE
Il falò alla diga Cromwell
— Il segnale delle celebrazioni del 17
febbraio è stata dato la sera del 16 dai rintocchi della campana che suonava a distesa mentre, sulla punta del nostro campanile illuminato a giorno, due bandiere incrociate, postevi non senza pericolo, a causa della neve caduta, da due Unionisti, garrivano alla brezza notturna.
La popolazione si era data convegno alla diga Cromwell dove un gruppetto di animosi ragazzi aveva accatastato buon numero di fascine e sterpi. Quivi divampò il
grosso falò tra la gioia dei bambini e degli
adulti mentre scoppiavano mortaretti e petardi e razzi multicolori e scoppiettanti solcavano il cielo. A causa della neve caduta
il giorno stesso non era stato possibile accatastare legna a Sibaud; ma un gruppo di
ragazzi e ragazze vi saliva ugualmente ed
intorno ad un falò improvvisato cantava il
« Giuro » ed alcuni inni.
I.a mattina del 17, alle 9,30, si formava
il corteo (che tra l’altro ci dava modo di
vedere quale forte diminuzione vi sia tra
la scolaresca del Comune!) il quale percorreva l’abitato fino a Subiasc tra lo sventolio delle bandiere e le grida dei bambini.
Alle 10 eravamo tutti raccolti nel tempio
dove il Pastore ispirandosi ad un brano
del Deuteronomio rivolgeva un fervido messaggio ai convenuti che gremivano tempio
e cantoria. Si svolgeva quindi il programma tradizionale: la Corale eseguiva un inno e due cori di circostanza, i bambini della Scuola Domenicale cantavano ben 5 inni; due inni. Giuro compreso, venivano
cantati dairassemblea. Molte le poesie,
molti i dialoghi recitati, alcuni dei quali
ci hanno fatto ripensare alla realtà della
nostra fede e del nostro impegno cristiano
nella Cliiesa e nel mondo. La festa aveva
termine con la distribuzione di un ricco
pacco-dono a circa 180 bambini.
Alle 12,50 aveva luogo il pranzo nella
veoohia sala Unionista. Più di 90 i partecipanti che avevano cosi modo di inaugurare i nuovi tavoli smontabili fabbricati
con cura dalla Ditta Charbonnier che ringraziamo. Ottima ralmosfera fraterna re
gnante sia al pranzo che durante tutta la
giornata tra i convenuti. Abbiamo con gioia
salutato ospiti provenienti da Torino, da
Torre Pellice e da altre località ed abbiamo notato un aumento sensibile nella partecipazione dei giovani al pranzo stesso.
Peccato che molti ®i astengano ancora dal
venire non sappiamo per quale ragione! 11
pranzo, ottimamente confezionato dal Signor Paolo Grand di Roccia d’Giors, era
stato preparato e fu servito da un buon numero di collaboratrici e collaboratori Unionisti guidati dalla signora Maria Charbonnier; a tutti il nostro vivo ringraziamento
per il loro lavoro e per l’inappuntabile servizio. Al levar delle mense prendevano la
jjarola il nostro Sindaco il quale ricordava
quanti piur non avendo la nostra stessa fede-, pnre si battono in Italia affinchè una
effettiva uguaglianza di diritti e non solo
di doveri unisca cartolici e protestanìi,
I-rendendo lo spunto da un articolo di Galante-Garrone apparso sulla Stampa di sabato 16 febbraio. Con l’arguzia ohe gli è solita, egli cercava poi di rintracciare l’origine etimologica del nome di una famiglia
che abita ancora oggi Bobbio: la famiglia
Berton, forse di lontana origine araba. Il
Pastore rivolgeva pure il suo messaggio
esortando i Bobbiesi ad essere soprattutto
uniti tra loro onde far fronte con successo
alle difficoltà che soprattutto nel campo del1 agricoltura di alta montagna rendono precaria l’esistenza di troppe famiglie che si
vedono costrette loro malgrado ad emigrare.
Il pomeriggio trascorreva rapidamente in
lieti conversari e canti mentre altri ospiti
sopraggiungevano da Torre Pellice e da Lu
!L MII FiBRAIO
a Sampiei'darena
La comunità ha celebrato l’Emancipazione Valdese con un culto particolarmente affollato. All’àgape, preparata con
spirito di consacrazione dalle sorelle del1 Unione femminile, e a cui hanno partecipato 70 commensali, abbiamo avuto il
piacere di vedere il Pastore Aldo Sbaffi
e la sua Signora, nonché il Pastore della
Chiesa Battista, sig. Santilli. Nel pomeriggio l’Unione giovanile ha svolto un
programma di cauti e recile, con la gradita collaborazione di diversi simpatizzanti. Per l’occasione la sala delle attività era gremita di fratelli e di simpatizzanti, fra i quali molti giovani. Si può
comprendere meglio il valore di questa
affluenza, tenendo presente ohe in quel
pomeriggio si stava disputando il derby
fra il Genoa e la Sampdoria.
II giorno seguente, 18 febbraio, abbiamo avuto a Sampierdarena un incontro dei
Consigli di chie.sa di Genova, Sampierdarena e Sestri, per studiare i quesiti sulla
predicazione cristiana, come ci sono stati
presentati dalla Commissione Ecclesiologica, Il vivo interesse manifestato ha consigliato a proseguire questo studio in una
prossima riunione.
Il diacono Carlo Baiardi ha presieduto
il culto del 3 Febbraio, parlando sulla fede e sulla grazia. I giovani Iranno ripreso
l’argomento nella loro riunione settimanale, appassionandosi in una discussione
che è stata interrotta solo dall’ora inoltrata. R. N.
sema San Giovanni. La sera, una quarantina di persone si fermava alla cena in
cui, per tradizione, si dà fondo ai a rimasugli » del pranzo; ¡poi veniva proiettato
nel nostro cinema il fihu in teclmicolor:
u La leggenda di Robin Hood » davanti ad
ui< numeroso pubblico. Dopo il cinema,
ancora gruppi di giovani si sono ritrovati
in un simpatico spirito fraterno per conversare e per cantare i canti della patria
valdese.
11 nostro vivissimo ringraziamento al signor Paolo Grand, alla sig.ra Maria Charbounier, agli Unionisti ed alle Unioniste
ed a lutti coloro che, in vario modo, con
ottimo spirito di servizio, hanno dato tempo e fatica onde assicurare Tottimo svolgimento e la piena riuscita della nostra fesia; un grazie pure aUa nostra Corale, agli
Insegnanti, per la loro collaborazione. Ni,
vogliamo dimenticare tutti coloro che, con
le loro offerte, ci hanno permesso di offrire anclie in occasione del XVII febbraio a
tutti i bambini della parrocchia un ricco
pacco-dono.
Ci conceda il Signore di avere inteso il
messaggio di grazia ed insieme Tesortazion-o e l’avvertimento che da tale messaggio
scaturiscono, in occasione della nostra festa valdese, e di rispondere per parte nostra al messaggio delTamore di Dio con
una cons.acrazione gioiosa e sempre rinnovanlesi.
— Sabato 16 febbraio al Rifugio Re Carlo Alberto il Pastore Cipriano Toum presiedeva il servizio funebre della nostra sorella Barolin Maddalena del Pidone, ricoverata da alcuni mesi al Rifugio. Purtroippo il tempo inclemente impediva a buon
numero di persone che pure ne avevano
l’intenzione, di partecipare al servizio funebre. La nostra sorella aveva 76 anni. La
sua vita, almeno in questi ultimi anni, non
è stata facile e si è evolta nella indigenza.
Eppure la nostra sorella era sempre cosi
riconoscente a chi le prestava il suo aiuto
e tanto più lo è stata al Rifugio verso le
suore ed il personale che l’hanno così amorevolmente assistita sino alla fine. Non laS(ia alcun parente prossimo dopo di lei;
ma lascia tr,a noi vivo il rimpianto.
Martedì 19 febbraio abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la
spoglia mortale della nostra sorella Bonjour
Maria nata Bonjour deceduta il 17 febbraio
alla sua abitazione in piazza Municipio all’età di anni 46. II nostro tempio era gremito di una folla triste e commossa che con
la sua presenza testimoniava della stima,
dell’affetto dì cui la nostra cara sorella era
stata sempre circondata e del rimpianto vi
vo ohe la sua, a viste umane prematura
dipartenza, lascia in mezzo a noi. Da circa un anno e mezzo ella era ammalala e
lutti speravano che, date le assidue cure
da cui in ogni senso era circondata, si sarebbe rimessa; invece, dopo alterne vicende, le sue forze declinarono rapidamente
ed il male trionfò, malgrado tutte le risorse della scienza che furono impiegate. Ella
affrontò la sua malattìa con spirito di fede
e di pazienza; lascia tra noi il ricordo di
una persona buona, dolce, umile, che sapeva comprendere, dare, beneficare, aiutare
in silenzio, con gioia. Era un fedele membro della nostra Ghiesa e della nostra Unione delle madri le quali perdono in lei un
elemento dei migliori.
Al marito, alla sorella residente nella
lontana Colombo (Ceylon), ai cognati, alle
cognate, ai nipotini ridiciamo la nostra
commossa e fraterna simpatia cristiana in'ccando su loro tutti le consolazioni di Colui nel quale ella ha fermamente credulo e
che ha distrutto la morte e prodotto in luce la vita e rimmorlalità mediante il suo
Evangelo. e. a
LUSEBKA S. 6IDVANH1
La festa a ’’Villa Olanda
‘ POMARETTO
Riuniti i ’’pomarini
vicini e lontani
Anche a « Villa Olanda » è stato celebrato il XVII Febbraio!
Sabato sera, 16 febbraio, il Direttore
della Gasa di Riposo per profughi russi
ha radunato tutti gli ospiti, russi, ungheresi, rumeni; di fede diversa russo ortodossi, cattolici romani, avventisti, luterani, assieme al personale valdese e cattolico, nella grande sala da pranzo.
In questo raduno il Pastore Seiffredo
Colucci Ila fatto una rapida ma chiara
esposizione intorno aUe lotte, alle persecuzioni, alla fermezza della fede dei Vaidesi. Iniziando la sua esposizione ha richiamato l’attenaione sulla figura di Pietro Valdo, sull’inizio del movimento valdese, poi a larghi tratti è venuto giù giù
nel teimpo sino a fermarsi a quanto è avvenuto il 17 febbraio 1848. Riprendendo
poi le mosse dal XVII febbraio 1848 ha
parlato della Chiesa Valdese e delTopera che essa ha compiuto in questi ultimi
15 anni, ohe compie oggi e intende compiere domani e sempre.
Le persecuzioni, il martirio subito da
molti, i molti carcerali per ragione della
fede, i molti uccisi per la loro religione...
tutto questo ha attirato l’attenzione dei
moltissimi presenti.
C’è stalo qualcuno die ha detto: «E’
« bene ohe il Direttore ci abbia parlato
« dei Valdesi, della loro storia, delle pcr« secuzioni avute e so-pportale, della loro
« lede. E’ bene percliè vivendo ospiti in
« questa bella Valle del Pellice, noi coli nosciamo meglio dii sono coloro che
« non solo ci ospitano, ma prendono cura
Il con tanto amore di noi ».
Il discorso pronunziato in italiano c
slato tradotto in- russo, frase per frase,
dalla priii'dpessa Sofia Oibolensky.
Terminato il suo dire il Pastore Coliteli ha invitalo lutti a recarsi sul piazzale
antistante l’ingresso principale di Villa
Olanda, dove alle 2ü è stato acceso un
magnifico falò, preparalo con amore da
un russo, Alessandro Zhigiii.
Sul volto dei presenti si leggeva la gioia
interiore, nel loro sorriso la gralitudine
(li trovarsi tra gente che per la propria
l'elle religiosa ha saputo anche morire.
s. c.
— La celebrazione del 17 febbraio è stata, come sempre, ricca di attività varie e
con una partecipazione di molti pomarini
vicini e lontani: la sera, accanto al falò la
corale e la banda in un ambiente meno rumorcso del solito; la mattina il corteo consueto con molti spettatori cattolici e anche
valdesi; si preferisce essere spettatori anziché attori anche in queste piccole cose;
speriamo in avvenire che tutti si mettano
incolonnati nella ifiducia lohe anche nei
giorni successivi, nel lavoro quotidiano,
si tenga alta la luce della testimonianza
nell’esempio, incolonnati sempre dietro il
carro trionfale di Cristo.
Nel tempio un messaggio biblico-storico,
qualche poesia di circostanza preparale dalla sig.na Beri, i cori dei grandi e piccoli
diretti dalla sig.na Speranza Grill, il saluto ai delegati svizzeri della comunità madrina di Ginevra, Signori Thomas, che han
dato un messaggio aippropriato, Sig.ra Dubois e Sig.ra Prelat, ai sindaci di iPomaretto e Inverso, Andrea Olivero e Rostagno
Arturo, al maresciallo dei carabinieri di
Perosa, al segretario comunale geometra
Perron Cabus, e quale sorpresa lieta e gradita al dr. Ribet Aldo attualmente procuratore della repubblica a Vercelli.
L’agape fraterna ha raccolto 213 convitati oltre il personale volontario e preparata ottimamente dal gerente dell’albergo Superga di Pinerolo sig. Calliero con la collaborazione efficace del personale del Convitto, e Tattrezzatura del Sindaco Andrea
Olivero, Taiuto prezioso di nn gruppo dì
volontari della parrocchia. Per questo rin
graziamo molto la direttrice del Convitto
Ines Castagno e le sue collabo-ratricì, il
Prof. Tron Ernesto, il vice.ipresidente del
Concistoro Valdo Giaiero che ha dato come sempre la sua attiva, inteligenle collaborazione; purtroppo egli si trasferirà a
Torino con la famiglia. Speriamo comunque di poter fruire ancora della sua opera
preziosa e di quella della signora ; ai nostri
parrocchiani elle in silenzio hanno lavorato per il 17 un grazie di cuore.
Abbiamo udito all’agape i messaggi del
(Ir. Ribet Aldo, della sig.ra Duboìs di Ginevra, del (Ir. Peyrot e del sindaco di Poiiiarello e salutato i convenuti da varie parti d’Italia e delTEuropa: le due bande benemerite dirette dal Signor Arturo Bernard
e Arturo Coucourde e la nostra corale hanno allietalo il simpatico pomeriggio.
La sera la filodrammatica ha recitalo una
commedia intitolata «Stella Alpina» con
replica la -sera del 24 con la preziosa collaborazione della banda; inviamo un saluto fraterno ai nostri amici svizzeri che ci
hanno portalo il messaggio di Ginevra e un
grazie di cuore alle famiglie Castagno Luigi, Baret Guido e Valdo Giaiero per la loro affettuosa e generosa ospitalità.
'Se questo nostro 17 ha servito per dare
un segno della fraternità olire i ristretti limiti parroochiali, noncliè il senso della riconoscenza a Dio, deUa fedeltà nella vita
quotidiana, allora possiamo essere lieti di
averlo vissuto; se così non fosse la celebrazione non avrebbe senso, se non quello
d’un egoistico incontro, d’uno spettacolo
bello e commovente e nulla più.
Nel mese di gnnaio le riunioni quartierali sono state presiedute dalla missionaria Gay Anita e precisamente: .alla Paiola,
ai Maurini, alla Causa ed a Poniarello; un
culto sulle missioni ha chiuso il ciclo nii-s.sionarlo. Siamo riconoscenti alla sig.na Gay
per la -sua collaborazione atta a suscitare
un interesse sempre più vivo intorno al
problema delle missioni.
Recentemente abbiamo celebrato il nia.-rimonìo di Elsa L-eger figlia del nostro anziano della Faiola e Clapier Italo. Che il
Signora benedica questo focolare perchè
la luce della fedeltà al Signore Gesù Cristo possa sempre splendere nella loro casa;
gli sposi abiteranno a Mentoulles nelle terre dove la fede valdese è sempre stala viva
sino all’esilio in Germania.
Il 3 febbraio abbiamo celebrato il battesimo di Galliano Daniele di Silvio e Cassola Gemma: la luce deiresempio e della
preghiera possa guidare la creatura donala
dal Signore nella Sua Grazia.
— 11 10 Febbraio il maestro Claudio Tron
Ila dato un profondo messaggio alla comunità mentre a'U’Inverso si è potuto celebrare il cullo mensile. Ringraziamo il nostro
collabo-ralo-re per l’aiuto -che dà per la no■stra chiesa pomarina.
— Inviamo un pensiero di calda simpatia cristiana alla famiglia Jahier di San
Germano in occasione della dipartenza a
breve distanza del loro papà, benemerito
insegnante a San Germano e della loro
mamma il cui servizio iniziale è stato tenuto a iPomaretto dove essa -ha trascorso
gli ultimi mesi della sua esistenza.
Un einsodio commovente.
Due russe, madre e figlia, che da 25 aii
ni non avevano notizie Luna dell’altra, si
sono in-conlrate a Luserna San Giovanni, dove la madre vive da Ire mesi ospite
di II Villa Olanda ». Protagoniste dell’episodio sono la signora Olga Truskoft', di 74
anni, e la signora Tamara Balaga, di 40.
Rinchiusi; in due diversi campi di conceiili-amento nel 1938, madre e figlia si perse
IO di vista e non seppero più nulla Luna
deU’altra.
La m.adre finì in Estremo Oriente, mentre la figlia dopo numerose vicissitudini si
slabill in Genna-nia, dove conobbe un sottufficiale americano che la spesò e dal qua
le ebbe tre figli. Per quante ricerche aves
se latto, la signora Balaga non riuscì mai
ad avere nolizie -della madre, che ha vissuto questi vtnlìcinque anni lavorando in diversi paesi orientali. Si ammalò anche gra
vemente, restando cieca da un occhio, con
notevole diminuzione della capacità visiva
dell’altro. Tre mesi fa la poveretta riuscì
a raggiungere Hong Kong, dove chiese ed
cltenne di essere inviata in Italia a cura
dell’Onu
Giunta a ii Villa Olanda », la donna confidò la '.ma pena al pastore Seiffredo Colucci e Io pregò di aiutarla a lintracciare la
figlia. 11 pastore Colucci si mise in contatto con la Croce Rossa internazionale e dopo pazienti ricerche, durale tre mesi, riuscì ad avere l’indirizzo di Tamara Balaga.
PRAROSTINO
I falò ostacolati dalla neve
XVU Febbraio - La Comunità ha ricordalo, con il consueto fervore, la data del
XVll lebbraìo. I « falos » tradizionali sono stali un po’ impediti a causa del cattivo
tempo... ma non sono l’essenziale della nostra festa! La domenica mattina, alle oro
1(1,15, sul viale del capoluogo, si forma il
corto (alunni delle scuole, catecumeni,
unione giovanile, corale e popolo) che poi
muove verso il tempio. Questo si riempie
quasi tolalmente di una vasta assemblea attenta e raccolta. La predicazione verte sul
lesto del giorno « Se perseverale nella mia
parola, siete veramente mici discepoli; e
conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi » (Giovanni 8: 31). La vera libertà, di
cui tulli gli uomini hanno bisogno e diritto non è -soltanto quella civile, econotnica.
religiosa... ma è la libertà dei « figliuoli
di Dio », degli uomini affrancati da ogni
servitù, a cominciare da quella del peccato e del male. Siamo noi capaci di vivere
in questa libertà':' E’ la domanda che si
pone anche a noi Valdesi oggi, come a tulli gli uomini.
La corale, diretta dalla Sig.ra Anna Peyrol. Ila cantato due inni: n. 257 (inno nuovo) e il 299 della raccolta francese. 1 bambini hanno ricevuto una bella brioche. A
mezzogiorno e mezzo, una sessantina di
commensali sì è ritrovala presso l’Albergo
« Tarin » per il pranzo fraterno, consuma
lo in sana allegria e allietalo da alcuni cori della corale.
La sera, la filodrammatica lia offerto una
bella serata, recitando « Mamma », la bella
cemmedia in 3 alti del Past. E. Corsani.
Cile le buone impressioni dì questa celebrazione ci aiutino a essere fedeli e a vivere veramente e con-crelamente « nella gloriosa libertà dei figli di Dio ».
Dipartenza. - 11 10 febbraio lia terminalo
la sua lunga giornata terrena, alla età di
91 anni, il nostro fratello Forneron Lorenzo, originario dì Ro-cca-piatla, ma residenle da vari anni all’Inverso Porte (Garossi
ni) pres.so la figlia Sig.na Rosalia, Insegnante elementare. Egli lascia l’esempio di
un uemo probo e fedele. 1 suoi funerali,
in assenza del Pastore titolare sono stati
presieduti dai Pastori Beri e Genre; hanno avuto luogo martedì 12, partendo dalla
casa del Defunto ai Garossini e proseguendo quindi per il tempio Valdese di Praroslino. Una gran folla vi Ila preso parte.
Che il Signore consoli i figli e tutti i parenti nella afflizione.
avvisi economici
-Appena saputo che sua madre era ancora vi-v.a e che si trovava in ItaUa, la signora
Balaga con il marito e i tre figli si è messa subito in viaggio. L’incontro fra madre
e figlia è stalo festeggiato dalla numerosa
colonia russa di Luserna S. Giovanni. Tamara Balaga inizierà ora le pratiche per
ottenere di portare con sé la madre in Ger.
mania.
Celebrato
Zurigo
a
La
giornata si è presentala relativamente mite, in paragone con il periodo ecrezionalmenlc rigido che Pha preceduta.
Debbiamo dire tuttavia che neppure le domeniche più siberiane, mentre il lago si
congelava e la colonnina di mercurio si
manteneva ostinatamente sui _____12 c ^ 15
hanno visto una flessione nelPairiiieiiza ai
nostri culti: da vicino, da lontano, talvolta
da mollo lontano con un’ora di viaggio, son
vernili i nostri fratelli, anche nel i noie ili
i|ueslo inverno, ed i nosU'i inconiii sono
stali, e sono, permeati dalla gioia della conuinione con il Signore e della comunioni:
fraterna.
-All’ora precisa, (le 9,30: ora orinai... meridionale per noi che eravamo as.,iicfalli.
ab immemorabili, a rilrovarci in cliiesa alle 9) il Tempio è gremito: son vernili tanti nostri amici svizzeri, che ci .seguono nel
nostro lavoro tra gli italiani, clic conoscono la storia valdese e Pamano e vogliono,
oggi ancora, dimostrare la loro i.liclluosa
solidarietà con la Chiesa Valdese il ltalia.
sono venuti i nostri italiani dalli' varie regioni d’Italia, fusi in una sola famiglia, intenta a rievocare con riconoscenza il passato ed a prendere gli impegni del presente, ili vista delle responsabililà l'iitura.
(Nella vasta assemblea i valdesi -u-iuiidi
delle Valli sono soltanto tre, Pasl-arc compreso...).
Profondo raceoglìmenlo, inni carnati con
slancio, vigorosa proclamazione del Vangelo tra la commossa attenzione di liUli.
-Alle 12, in una vasta sala della « Casa
del popolo » l’agape con 80 parici ipanti :
Il i
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desco semiplice, ma abbonda
zato perchè condilo dalla in
sa comunione di membri di
miglia, (he gioiscono di r
Nel pomeriggio, un modesi
tc. inteso ad istruire, ad i
legrare: canto, molto canto di inni.
Zini (deboluccie! ! !) ; a tulli caro I
Sibaud con una fusione sorprentlenl
centi zurighesi, pugliesi, siciliani...
Messaggi del Pastore Eynard, ihc presiede con rigorosa puntualità e lon vigore; del Pastore J. R. Malthey, che, presentando la Val Bregaglia nella sua storia, illustra l’influenza determinante che in essa
ebbero i riformatori italiani del XVI secolo; del Pastore S. Corda che, rievociindo la
storia deirilalia risorgimentale, tratteggia
i lineaiinenli vigorosi di Alessandro Gavazzi (1809-1889), frate barnabita, cappellano
garibaldino, pastore evangelico; del l’iatelIn Tullio Puglisi, die reca i saluti di Palermo e di Eglisan; della sorella Vittoria
Motta, che reca 1 saluti della comunità e
della Casa di riposo di Vittoria (Sicilia).
L.I signora Emilia Maag legge alcune sue
espressive composizioni poetiche, e la si
gnorina Nelda Lardelli eseguisce con maestrìa al pianoforte brani musicali. Mollo
affiatamento, larghissima distribuzione di
pubblicazioni evangeliche e culturali in ila
liano. Ed ancora inni di lode, la preghiera
liliale, la lienedizione... Ed intorno alle
tazze di caffè e di tè le ultime conversazioni, mentre le ore sì involano troppo rapide... S sta giungendo il tramonto, e unti
ormai si affrettano ai treni, alle macchine
l'archeggiale nei (I ntorni, alle carrozze tranviarie che iniTocian.'i nella piazza so-lloMante. Molli saltiti, nella gioia fralenia.
nuovi appunlair.enli per prossimi incontri
in (|uesla .solida famiglia evangelica, nella
(piale lutti si sentono di casa, in famiglia,
anche se a più di 10fl(! km. dal borgo nailo. Viator
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tin. Subalpina s.n.a. - Torre Pellice (To'
RIMETTESl avvialo negozio mercerie e
confezioni nel -centro di Torre Pellice. Rivolgersi alla Claudiana.
PROF. DOTT.
Ü1IBETTA (¡1ÜSEPPE
Docente in malattìe
urinarie e g-enitali
PINEROLO
presso l’Ospedale
Civile « E.
Agnelli » :
— martedì dalle 10 alle 12
— giovedì dalle 8,30 alle 10
— sabato dalle 10 alle 12.
TORINO
Corso G. Lanza 110 (su appimtamento telefonico) tei.
n. 653.563.