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V Torre Penice? W Agosto 1944*XXt > Torre i^rrpp.
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SiTTIMANALE DELLA
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,, Italia e Impero
Estero , , . V . » » 30— » >15
au Ogni cambiamento d’indtrlzzo costa una lira— La copia Cent. 40
. . ‘ Anno L. 20 — Semestre U 10
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CHIESA VALIDESE
Risrúiirdate alla rpccla.onde foste tagliati
Osala LI'^>
Otrallora t »#«1. OINO COSTAMI.
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE- ' ^
Via Carlo Alberto, 1 bis ~ TOtlRE PEtUCE
Noia Bibliche
lE. DECALOGO /
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1° Io sono il Signore Iddio tuo, non
avere altft dii riel mio cospetto.
2° Non jmti scultura nè immagine alcuna. Non aidctrare quelle cose e non servir loro.
3° Non usare il nome dell’Eterno Iddio tuo invano. ;ì‘\
. 4® Ricordati del giorno del riposo per
santificarlo. Lavora sei giorrti, ma il settimo riposati.
6° Non uccidere,
1° Non commettere adulterio.
8° Non rubare.
9** Non dire falsa testimonianza contro
il tuo prossèno.
10° Non concuplire cosa alcuna che sia
del tuo prossimo.
L’ANIMA DEI COMANDAMENTI
L’anima de'i comandamenti è lo spirito della santità.
Santo è tutto ciò che appartiene a
Dio.
•1° comandamento. Santità dàlia vita.
Il primo comandamento proclama là
santità' di tuÉto il creato. Vieta dìi adorare altra cosa o creatura, che non sia
l’Eterno Creatore.
2° comandamento. La sàrùbibà del
culto.
Il secondo comandamento proclama la
spiritualità di Dio. e vieta l’idolatrìa, il
rendere cioè culto ad immagini.
3° comandamento. Santità del Nome.
Il terzo comandamento proclama la
santità del nome di Dio, e tiieta ogni
parola od atto- che rendano.vana la stia
santità.
4° comandamento. Santitìi det lavóro
e del riposo.
Il quarto comandamento proclama la
santità del lavoro, e vieta dii lavorare
nel settimo giorno appunto per pater
santificare ogrùi op^ ed ogni pensiero.
5° comandamento. Sdhtità della famiglia.
Il quinto comandamenìto proclama la
santità della famiglia. Ordina l’amore
verso i genitori. L’amore è l’aninui dell’onore.
6° comandamento. Santità della vfita.
Il sesto comandamento proclama là
santità della vita ed ordina il rispetto
di essa.
7° comandamento. Santità dei rapporti sessuali.
Il settimo conumdamento proclama la
santità dei rapporti sesàudlfi e vieta l’uso
di 'Bissi or scopo di petrsòniale piacere. Implicitamente è proclamata la santità
della fede matrimoniale.
8° comandamento. SantAtà, della prc^
prietà.
L’ottavo comandamento proclama la
santità della proprietà perchè ogni cosa,
appartiene a Dio, e vieta di consfdèrare
come nostra, cosa alcuna. Noi non siamo che i momentanei ammiriìstraton dì
un bene che a Dìo appartiene.
9° comandamento. Santità dell’onore.
Il nono comandamento proclama la
santità dèli’onore del prossimo, e vieta
di macchiame il diritto con dm falsi giudizi. Il giudizio dell’uomo, non appartiene all’uomo, ma a Dio.
10° comandamento. Santità dell’anima.
Il decimo comandamento proclama la
santità della propria anima e vieta di
deturparla con desideri che la rendono
schiava di un mondo che muore.
CONCLUSIONE
Se la vita è santa - se ogni cosa appartiene a Dio, vivere non sarà conquistare, nrn essere-in rapporto di' giustizia con Dia. Ciò significa che la vita vefa
è atto di adorazione e di servizio.
SOMMARIO DELLA LEGGE
1° Amia d Signore Iddio tuo con tutto
il tuo cuore, con tutta la tua mente, con
tutta la tua anima, con tiMtta la tua forza.
2° Ama U tuo prossimo come te stesto.
tilt Piiin
I Ep. Pietro 1: 6.
Quando rApostolo Pieitro prese la
penna per scrivere la sua epistola ai fratelli deir Asia Minore, egli aveva il
cuore pieno di ansie afflettuose per loro
che erano afflitti da svariate prove e
molto tormentati nel corpo e nello
spirito., ^
E queste ansie affettuose dell’Apostolo si rilevano specialm’ente nel periodo col quale la lettera s’inizia, dopo
il saluto e ohe va dal vers. 3 al 9 del
primo capitolo: un periodo lungo, denso
di idée ohe si seguono rapide e tutto vibrante del desiderio di offrire ai lettori
consolazione e incoraggiamento.
La maggior consolazione che egli voleva porgere loro derivava dal fatto
della loro salvezza in Cristo. Non dovevano mai dimenticare che, se anche i
tempi erano difficili e faticosi, essi godevano del maggior privilegio che sia
concesso a creatura umana, quello di
essere stati perdonati e salvati dalla
grazia divina; pensando a questo privilegio, le loro labbra si sarebbero sempre aperte alla lode e all’esultanza, anche nelle ore piu gravi. Così sarà indubbiam,énte sempre per ogni credente.
L'essenziale nella vita è che le nostre
relazioni con Dio siano ridiventate normali, mediante la salvezza che Egli ci
dona; di fronte a questa che è veramente perfètta letizia per l’uomo,, tutto
il resto passa in seconda linea.
Ma ci sono poi nel vers. 6 di questo
capitolo due altri motivi di consolazione
che l’Apostolo presenta di passata,
rnientipnandoli in .due parentesi che si
seguono: sono . evidentemente per lui
delle oonsolazioni meno importanti, ma
che pure meritano di essere mienzionate
e che perciò ..meritano anche di essere
da noi tesoreggiate in quest’ora in cui
tutti abbiamo bisogno di conforto e
d’incoraggiamento.
Il vers. 6 dice: Voi esultate néllcT salvazkme, sebbene ora per un po’ di tempo, se colsi bisogna, siate afflitti. Le
due frasi: per un po’ di tempo le quella:
se così bisogna costituiscono le due preziose parentesi che l’Apostolo offre pel
nostro conforto.
I. Per un po’ di tempo. S. Pietro parla
di cose di cui ha. fatto resperienza. Anche egli ha avuto le sue prove nella vita,
nia ha sempre veduto che c’è nella esistenza umana un movimento continuo
simile a quello del pendolo: dopo le ore
faticose quelle del riposo, dopo le ore
delle difficoltà e della lotta quelle del
successo, dopo le ore tristi quelle serene. Come lo ha detto un poeta, al
margine di ogni nuvola oscura v’è sempre una linea d^argento che preanmmzia giorni migliori.
L’uomo ha talvolta, nelle ore ipiù
oscure, Timpressione che ormai il cielo
rimarrà sempre cupo al di sopra di lui,
ma poi per ognuno, anche per quelli
che sono stati più dolorosamente colpiti, vengono giorni più calmi, giorni di
relrigerio. Iddio stesso ha iposto nella
vita umana questa legge sublime per
cui tutte le prove e le difficoltà sono
per un po’ dii tempo e non hanno mai
carattere permanente. Anche il savio
dell’Ecclesiaste diceva: V’è un tempo per
piangere e Un tempo per ridere ed aggiungeva a mo’ di conclusione: Dio ha
fatto ogni cosa bella al suo tempo (Eocles: 3: 11). '
per parte nostra non dobbiamo lasciarci afferrare dal pensiero delle nostre sventure in modo che tale pensiero divenga ossessionante; bisogna al
contrario tener sempre aperta la porta
Cristo dirà che da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e tutti
i profeti.
Infatti, chi ama ha adempiuto tutta
la legge, poiché l’amore è l’atto perfetto di adorazione e di servizio.
C, Lupo.
4:
della speranza: « Quest’ora passerà; potrà esser lunga, ma passerà e le cose
cambieranno». Così, nella sua misericordia verso di noi, Iddio vuoile.^
II. La seconda parentesi dell’Apostolo
Pietro consiste in questa parola: se cosi
biisoigna. Le prove rappresentano per
l’uomo una necessità, qualcosa per cui
bpogna passare; perciò Iddio le manda
ai suoi figli.
Perchè sia così e- non diversamente
'la Sacra Scrittura non ce lo dice e, per
quanto ci sforziamo dà ' coimiprenderlo,
non lo potremo mai: .per comprendere
questo misterioso perchè,,.,cd vorrebbe
' una sapienza troppo supérione a quella
che po,-!sediamo.
Quel che la Sacra Scrittura invece
esplicitam,ente afferma è: Beato l’uomo
che tu correggi (Sai, 94: 12); beato
l’uomo che Dio castiga (Giobbe 5: 17);
prima che fossi affUttq andavo errando
ma ora osservo la tua parola (Salmo
119: 67).
Le prove della vita sono una necessità dalla quale Iddio vuol trarre tanti
fru*^ti benefici per noi, se le accettiamo
con sottomissione, ricordando che non
un capello cade dalla nestra testa senza
il volere di Dio: Ogni credente sa qué-'
sto e ogni credente può contemplare
nella sua vita certi frutti benefici che
egli ha raccòlti nel giorno dell’aifliz’orie: ifiodificazioni nel suo carattere,
maggiore simpatia verso il lorossimo che
soffre, accrescimento della fede, rafforzamento della sua sottomissione a Dio.
_Di fronte alle prove della vita è follia ribellarsi e passare il proprio tempo
a lamentarsi; ci si fa così soltanto' del
male Bisogna aooettarle come cose che
ci sono necessarie e dalle quali può
sgorgare per noi un bene.
Accettare ! Senza brontolìi e con sottomfesiohe; ecco il segreto d’ogni bene
è d’qgni progr^ào. Andare avanti con
fiducia, appoggiandoci sempre sulla promes-a di Dio; Io l’Eterno ti prenderò
per la mano e ii custodirò (Is¡aáa 42: 6).
Davide Bosio.
XV XCOITO
1 6 8 9. Il 15 agosto, venerdì, è per
tutta la Svizzera giorno di digixmoi,
-consacrato alla penitenza ed airadórazione. La calnia non regna però nella
regione di Nyofi; circolano rumori strani. Si dice che delle figure poco rassicuranti sono state viste per la strada;,
delle pattuglie federali hanno pOTcorsp
in tutti i sensi la foresta: di Prangins.
Degli informatori zelanti è bene informati riferiscono al « bailli » di Nyon
che gente arriva che ha una parlata
strana. Anche in alto loco si è preoccupati. Le loro Eccellenze di Berna « cnt
donné advis que les PiedmontcùLs suivent leur opiniàtre dessein de rentrer
dans leur patrie... ».
E’, per i 'Valdesi, che di Germania,
d’Olanda, di Svizzera si accingono a
tornare in patria, il giorno decisivo: il
giorno deirìncontrp, della décisione; un
giorno in cui bisogna stare nascosti
« nei cespugli, sotto il ponte d’Allamand», per partire durante la notte,
dopo che Arnaud avrà igwidiato gli animi in prejghiera. La grandi© avventuras’inizia, dopo che questi uomini che non,
■sono dei santi, hanno piegato il ginocchio sulle rive del lago.
tori cercano di' difendere tutti i loro
privilegi, e, si direbbe, cerchino di riesumare tutte le più odiose ed inefficienti disposizioni, sènza rendersi conto
che questa loro affannosa ricerca di documenti che autorizzino le loro vessazioni è la confessione più evidente delia
loro impotenza contro lo spirito, nuovo,
e della illegittimità delle loro rivendi- <
caziom.
* * *
E la data gloriala, 15 agosto, rimane
nella storia, viva indubbiamente, ma,
si direbbe, senza una risonanza ufficiale
e solsrme; ^ gli anni passano, ed i
secoli.
1 8 3 4. La situazione nelle ValU è
piuttostó'confusa, dal punto di vista religioso. Politicamente ed economicamente, le cose vanno discretamente.
Nel 1830 notiamo la fondazione diella
Scuola Latina, a Pomiairetto; nel 1831
quella del Collegio a Torre Pellice;Carlo Alberto è salito sul trono nel 1831
e sembra promiettere un regno in cui
libertà non sia parola vuota dì significato. In realtà Monsignor Charvaz esercita un’ influenza notevole sull’ animo
sempre esitante del principe sabaudo,
che autorizza pure in questo p>eriodo la
fondazione dell’Ospizio di Pinerolo, che
potrà accogliere i giovani Valdesi, desiderosi dii convertirsi al cattolicesimo,
anche senza il consenso djei genitori,
purché abbiano, raggiunto l'età della ragione, « cioè dodici anni i maschi e dier
ci anni le femmine ». E’ noto come una
delle prime ospiti di questo ospizio sia
stata Enrichetta Arnaud, undicenne,.
ciecai, discendeintB di Enrico Arnaud, il
pastore condottiero.
Non si tratta quindi di un periodo di
persecuzione, ma di uno di questi periodi di transizione in cui i con^rva
E’. un periodo propizio .alle angherie
di ogni sorta, alle- vessazioni piccole e
glandi, in cui i problemi non vengono
affrontati con decisione, ma si ricorre
alle pratiche lunghe e tediose, in cui il
buon diritto non viene negato, ma sapientemiente, come dire. ...incartamentato ! Da un ufficio si è rimandato alTaltro, sempre con promésse, mai con
una decisione: un clima propiziò alla
viltà, grande e piccina.
Per andare avanti, per poter compiere i propri affari, basta naisoondere
un’etidietta compromiettente. C’è proprio bisogno di insistere sul fatto che
si è Valdesi, quando si ha da, commerciare con i proprietari della pianura? E
quando si ha da trattar^ con i signori
di Torino, è proprio opportuno di mettere bene in vista, subito, la pregiudiziale dèi diritti della coscienza, il fatto
che si è disoendenti di quei Valdesi che
tante seccatura han dato alla corte Sabauda? Non è forse meglio di girare
la posizione, di essere accomodanti, di
trattare? Valdiesi si è e si rimane anche se si devono osservare 1© feste di
S Madre Chiesa; che bisogno avevano
i nostri padri di importunare continuamente Vittorio Amedeo II per essere dispensati diall’imposizione tassativa che
prescriveva che non si ipotesse lavorare
nei campi o comunque-all’aperto, di domenica 0 quando si celebrasse qualche
festa della Chiesa Romana? Vuol dire,
che si lavora in casa, anche la domenica naturalmente, che non è pi-oprio festa di Romana Chiesa ! L’importante è
di salvare le apparenze e di lasciare in
pace la nostra coscienza; di non ostinarsi a voler andare contro lo spirito
dei tempi, contro, iper esemplo la Ragione.
E di mettiamo la erre maiuscola a
Ragione, perchè nel 1834, essa, se proprio non è più una dea, più o meno vestita di trasparenti veli, a cui inneggiano i sanculotti, pontefice massimo
l’incorrotto incorruttibile Robespierqe, è
pur sempre un mito col piuale bisogna
fare i conti. La"Rivoluzione francese infatti è stata sepolta dairimpero di Napoleone; e. rìmpero europeo NapoliÈone è stato soffocato dalla Restaurazione. Ma le idee sono rimaste; i principü anche. Anche nelle Valli sono aip
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w '■-rivati,'ed un,pastore, iT àii^^or Davide
... . Mondon, di Luserna' San^ Giovanni, ne
è diventato il - banditore. NeM7ftl un
su? discorso tv
^ vòiussiQ'ne-' Io na^lsitò .M3peiT4èrè^®^'i®
Site funzioni, Poi i.grandi a
■s‘ - si sono succeduti, ; le Valli n» hànno sen^ tito ?.i contraccolj^, led, i f prìndpii sono'
stati archiviati ! Le idee però hanno la-é
vogato; il pastore D. Mondon è rintasto a Luspma San Giòvaimi, ed ha rinunaàato a prcmuiiziare dei discorsi ri-,
volu^onari. Anzi le Vivoluzioni non gli
piacciono più ; particolarrnente quelle
che sono vere rivoluzioni: quèlle cthe^
sconvolgono gli individui e li trasfor• ' mano. L’Evangelo egli lo predica ancora, si'; ma è diventata una predicazione
Rapionevoie; rannunzk) di una legge
morale; renùnciaziòne di principii che
iicno molto utili alla società che non
vuole degli assassini, dei, ladri, degli
Kcostumati, ma che si preoecupa molto
poco della loro conversione. Ed; il buon
•, Davide Mondon ha conservato di tutto
il suo entUisiaimO'giovanile solo più il>
culto del ragionevole é questo culto è
diventato il culto ufficiale delle Valli.
I grandi argomenti dottrinali vengono
accantonati. Infatti è ragionevole di discuteñe di fede, di sola fede, di elezione, quando urpono tanti problemi pratici come rirrigazione della collina, o
il mercato a Luserna'? E’ rapìoneuoie di
parlare ancora dello Spirito Santo,
quando qualche bello spirito volterriar
no ha pronta qualche boutade sullo Spirilo Santo che viaggia, rinchiuso in’una
valigia, alla volta di un quàlchie concilio ecclesiastico? E’ foigionevole insomma parlare, di convefsione quando quel
che importa è insegnare ai -bambini, al
catechismo, agli uomini al culto, i principii morali di Una vita associata?
E così Davide Mondon trasforma il
suo pulpdto in una cattedra di pedago- »
già; e poiché lo spirito ha bisogno di disi ensiohe, egli non ha alcuna diffioo.ltà.
,_ad annunziare dal pulpito che il pomeriggio avrà luogo la festa tradizionale del taulas; il tiro a segno, con qUel
- che gsgue e suon di banda'.
Ecco un pastore ragionevóle :flnalinente !
Quando c’è i’ordine e il decoro, che
volete di 'più?
Félix Neff che giunge nelle Valli nel
1825 vuole qualcosa di fki^f In sostanza vuole la rivoluzione, il disordine, il
■Risveglio.
Di questo Risveglio che fu purtroppo
limitato nel tempo e nello spazio non
possiamo parlare qui a lungo. Vogliamo soltanto notare come ad esso si debba un rinnovamento nella vita della
Chiesa Valdese, un rinnovamento 'nella
predicazione e neUa testimonianza dei
singoli e non è esagerato il fare risalire ad esso il fervore evangelistico <àie
animò la Chiesa nella seconda metà del
se:olo XIX.
Un gruppo di credenti però rimase
diffidente di fronte a quest’attività in
seno alia Chiesa; nato fuori di essa,
una parte del movimento rimase dissidenie. Anche su questo punto non possiamo soffermarci ; spio un particolare
, dfsideriamo sottolineare.. Diffidenti nei
cenfronti delle assemblee ecclesiastiche,
del culto ufficiale che raccoglie assemblee numerose, ma che dà rimpressione
di freddraiza e di una scarsa partecipazione della comunità, i dissàdenti ricorsero alle riunioni aU’aperto, e nei locali non ecclesiastici. Una data parve
■ loro particolarmente acconcia per adummze di testimonianza: il 15 agosto,
sulle alture d’Angrogna: una data ricca
di risònanza. ,
I padri, nella loro debolezza, avevano dato la loro testimonianza. Cosa
fanno i figli che non osano più confessare di essere Valdesi?
♦ • *
II successo di queste adunate fu innegabile e nel 1853 la Chiesa Valdese celebrò ufficialmente il 15 agosto con adunate airapeftb, seguendo l’eeiempio dèi
dissidenti.
♦ ♦ *
Da allora la festa del XV agosto si è
celebrata regolarmente, segnando questi ultimi anni un crescendo spettacolare, come concórso di masse. Le centinaia dì uditori hanno lasciato il posto
alle migliaia; si è avuto un programma
per il mattino ed un per il pomériggio;
si è cercato di destare e di alunientare
l’interesse dtei partecipanti. Poi è giunto l’anno 1943; la guerra sempre più ha
fatto ;^ntire la sua violenza opprimente in tutti i campi della vita umana, in
tutlie le località della nostra patria. Anche le valli alpine, anche gli angaUni
più romiti hanno conosciuto la violenza; la morte ha affermato la sua pre
, potenza nei più pacifici qiuaTtieri, ® la
feste del XV agosto è stata «■ archi-^
'.‘/inala»;:' * * ’
■ L<^csamente/ia naturalmente, pèrche »
, nella grande angoscia "dellé no^e par-(tì
rocchi© non si può neanche immaginare
che della gente voglia radunam in
grahidi assemblee, su per iiHwnti, per la
tiadizionale scampagnata che aveva il
suo clou nel culto mattutino e nei pla-oevóli conversari pomeridiahi. Perchè,
diciaiholo francamentiej d'era il culto, ài
XV ago®tq;ma c’era la« scampagnata,
c’era l’allegria chiasso^, il sacco da
montagna pieno di provviste, la bottiglia (anche al plurale) di 'vinoj c’erano
insomma tutte le cafatteristiche di una
bella festa popolare di ferragosto, a cui
'ni culto ctercava di dar© un tono spirituale che pol©^ essere tollerato da tutti: dal popolo Valdese; qiiel popolo che
non ama molto i templi è le prediche,
cha è lassmte ostinatamente la domenica, ma che veniva in massa al XV
agosto, per upa ripresa di contatto con'
la Storia Valdese. Brava gente, simpatica quànt’altra mai, che conosoe perfettamente là topografìa delle .Valli, e
sa i luoghi delle battaglie dei Padri,
f—' : •' ...............
I •>’ V
,ma che ha perso la fede.© non sa più
I perchè i Padri sono morti.' ^
Perc'ò quando la prova è venuta nelle
l'nostre Vdli((ìa festa dfel XV agosto è .
Astata rimediata in attèsa dì tem|à ràitgliori: di tempi in cui si potranno di
'nuovo riempire i sacchi da montagna,
, prendere qualchi© bottìglia, e oantére ì
lieanti allegri'’della picc A'patria.
Perciò a qualcùno rincresce die la
à«-festa del XV agosto » sia stata riroanf'data à tentpi migliori. Qualcuno si è
Ìdomandiato se non lera questo, per avi-ventura, il tempo migliore per pU^.gesT© sulle colline: di Sion. E’ vero ohe
non siamo provati per causa della no/stra fede, ma anche questo non ,è forale^
.una Con'danna, deRà: hostra tiepid^a?
Non era forse questo il tempo migliore
per riunirci, il XV agosto, nelle nostre
f chiesie e pregare perchè Dio, ci perdoni
ririfedeltà individuale e collettiva nella
testimonianza? Non era forse questo U
tempo migliore per ritornare alle origi^ni, ridare ai 5^V agosto la sua viera tonalità spirituàìe; proclamarlo contro la
voluttà di godimento die! ferragosto:
giornata di penitenza della Chiesa, nella
penitenza dei credenti,, che piegano i
ginoechi? CI.
dommi^^ìone degli Ospitalieri Valdepi
Agli Amici sostenitori dei nostri Istituti Ospitalieri esprimiamo la più viva
riconoscenza per il valido aiuto ed il costante appoggio che ci danno nell’opera di assistenza agli ammalati, agli orfani, ai poveri, ai vecchi, ai soli ed abbandonati Non potendo più pubblicare
sul giornale 1'« Eco dèlie Valli » 1© liste
dei doni, dato che il giornale esce tre
sole volte al mese ed in formato ridotto,'la Commissione ha deciso di stampare un apposito bollettino, per la
pubblicazione dei doni che le vengono
trasmessi, onde sia resa nota la liberalità di coloro che, in circostanze liete o
tiisti, vog’iono'beneficare il loro pros
simo pel tramite delle nostre istituzio,i.ni ed hanno a cuore il buon andamento
delle Opere di asristenza della Chiesa.
La Comm,issione fa, più che mai, affi-.
damento sxilla loro generosità nei tempi difficili che attraversiamo.
Comimichiamo intanto i doni ricevuti per gli Osi>edali e .per il Rifugio Carlo Alberto, dal 1° Luglio 1943 al 30
giugno 1944; i doni per gli .altri Istituti, gli Orfanotrofi Pemminile e Maschile e l’Asilo San Germano, nonché i
doni in natura, saranno pubblicati su
altro bollettino.
Il Presidente:
Pastoie ARNALDO COMBA.
IL DRAGO
Reminiscenze di gioventù
A voi giovani lettori di questo caro
giornale dedico quest© reminiscenze, le
quali, come frutti tardivi della memoria che incomincia ad indebolirsi, come
il giorno verso rimbrunire, lascia ancora uno spiraglio che illumina certi
fatti di vita vissuta, un dieci o dodicilustri or sono, con la speranza che possano in un certo qual modo inter^sarvi
e tornarvi utili.
Dunque in sul fare dell’axmo 1878,
era tornato dal suo servizio militare di
settie anni neH’arma di cavalleria, e più
precisamente dei dragoni (Nizza Cavalle,ria o Genova Cavalleria) un giovane
del paese, ej)iù precisamente, della nostra borgata, a cui colla vite mihtere
era andato scemando il gusto per il lavoro; e quel po’ di terre avuto dai genitori egli trascuraya, frequentando le
bettole, andando a pesoaate, giuocaxe
alle carte, attaccar briiga al primo pretesto, ecc. Una delle sue occupazioni era
pure il narrare a suo modo della sua
vite di soldato. Gran parte diei suoi uditori era composte di giovani dai 12 ai
18 anni, che le sue rodomontate entusiasmavano. Anch’io fili lasciai trascinane a sentirlo. Sì metteva per narrarle
a sedere su d’un muricciuolo poco distante da casa sua. Ma oltre al suo alito
che puzzava di acquavite o branda di
cui faceva un forte uso, tra il fumare
e ü masticare tabacco, i suoà racconti
boeeaceschi, il suo turpiloqvùo intercalato di bestemmie, mi stomacarono ben
presto e più non mi si vide fra i suoi
ascoltatori. Fra gli altri erano pure ragazzi di buona famiglia che continuavano a intervenire, ma ben presto in
famiglia trasparirono gli effetti venefici ! Stupiti, i genitori, ed allarmati, si
fecero spiattellare dal più ingenui l’origine di tale e teli’altra espressione e
pensarono subito a correre ai ripari e
scongiurare i funesti effetti sull’anima
e sul morale di quella gioventù !
Alcune madri energiche si diedero appuntamento in un orticello confinante
al suddetto muricciuolo e poterono constatare quanto di vero avevano detto i
loro figli e testimoniare al sindaco , Il
modo di comportarsi del dragone che per
)^militudìne avevano chiamato « il ebra
' go », paragonàndolo al tevolòso aiùmàLe
che dicono gettasse fuoco e fumo dalle
sue fauci. Il sindaco, che era un buon
padre di famiglia, pensò giustamente di
ammonire il nostro uomo ■'sugli effiettì
deleterii diel suo parlare e sui risultati
nocivi del suo ozio, ammonendo che in
caso di recidiva si sarebbe presentato il
caso all’autorità giudiziaria.
Il dragone promige di chiudere la sua
bocca ad un parlare nocivo alla gioventù, e di riprendere lina "vita più on^a
di lavoro e più profittevole anche per
liii
Io non me ne sono più occupato, ma
spero che così fu per il bene della gioventù del paese !
Perchè tante mamme aggi non sono
un po’ più energiche? Peirchè magari
sorridono compiacenti per qualche
espressione grossolana dei loro figli, come se fossero sintomi di virilità?
Il nonno.
Cronaca Valdese
SAN GERMANO CHISONE
Sabato 29 luglio, ha avuto luogo nel tempio il servizio funebre dal dott. Carlo Cordon. che ha terminato la sua carriera terrestre in età di anni 65, dopo lunghe sofferenze sopportate cristianamente.
Alle sorelle esprimiamo la nostra sincera
simpatia. , „ ^
— Sono state distribuite le buste delle Con*
tribuzioni per il primo sem^tre d^ll anno eC“
clesiast'ioo 1944-4S. I membri dt chiesa sono
pregati di deporvi le offerte di due buste
trimestrali, tenendo anche conto dell attuale
valore del denaro.
— Il culto di domenica scorsa è, stato presieduto dal nostro Sovrintendente, il pastore Roberto Nisbet, il cui messaggio, In un
momento di particolare ansietà, ci ha fortlflcati nella fede in Cristo e nella speranza
del Regno di Dio.
____ Martedì mattina, 8 corrente, è tragicamente perito Valdo Jalla, di anni 20, da
Torre Pellice. Il Pastore ha potuto assisterlo prima e durante il trapasso, e accompagnare la salma al cimitero. MoÉi cuori hanno pianto colla, famiglia lontana.
TORINO
Partecipiamo al dolore del nostro fratello
prof. M, Aurelio Roselli e della sua figliuola per la improvvisa dipartita della loro consorte e madre Lina KoscUi Lanino, ^>«ntasi ad Andorno Micca, il 21 giugno, in età
di 43 anni.
L’8 luglio veniva oeletorato, nella nostra
, ,
Ciidesa'.’dl’ a»«QiV vitìoi;Io, fi funerale" 'dèi ‘
freteUo Onorato ,Cfozzelii>a.
\ Rinnoyifjno ai»eongluntl od In particolare
au9 figlia ed al' i^auero Paoi^ Castagnole la
nosfea prc^nda lèin^atla.
Torre pellice
Il 7 lùglio u, s, ha avuto luogo te sepoltura del aignor Giomniit Dontelc Armmd
Base, dieceduto aU’Ospèdale dopo breve Boalattia. Egli aveva 47 aiml.
; Il 18 lugifo, Iddio rieUemava da questo
mondo te signora Giulia Charbonnier in Ribotta (Seisvere), afi’età di 63 anni. /•
Dopo breve malattia, lasciava queste ter? '
ra il signea: Énrico Parise, alTètà di 46 ijnTyi,
Il S ago^, dopo lunga malattìa, te «ignora Elisa Thpmann in MiehéHn (Albergo del
Parco) se he tornava a Dio. Sentendo che te
sua carriera terrestre easa ormai terminata.
Il suo vivo desldèrió era di partirsene per
essere còl Signore, che le diede forza di sopportare con miràbile coraggio la prova.
L’8 agosto, lasciò repentinamente questo
mondo il giovane yaldo dalla (Inverso); egli
aveva 20 anni.
Vittima di un incidiate d’aviazione è deceduto il giovane AtèssaTMÌro Chdrhormiér,
all’età di 22 anni (SaSte'Mari^èrlte).
Brevissimo è stato il passaggio a traverso
questo mondo per l’al di^Sa bimba Liliana Albarea (Grant).
Preghiamo il Signore di voler {Spàndere nel
cuori .provati dalla dipartenza- dei loro cari,
la Sua consolazione. ,
VILLASEOCA
Nel mese di giugno, è stato benedetto 11
matrimonio di Emilio Enrico Ferrerò, di^la
parrocchia di Perrero, con Lidia Giacomino,
del Linsardo.
— Il sig. Giuseppe Scarlnci ha presieduto
il Olito deUa domenica 2 luglio.
— A Combacrosa è mancato improvvisamente, a soli 14 anni, Guido Ribet di fu Alberto e di Rosa Incitati. Alla madre ed al
familiari, le nosfre sentite condoglianze.
Il 18 luglio, è'deceduta ai Chiotti, dopo
lunga malattia, Maria Griglio, all’età di 61
anni. La sua vita, caratterizzata da svariate
prove, è stata vissuta umilmente nela' fede
del suo Signore. Ai fratelli' e sorèlle è assicurata la nostra simpatia.
Dopo breve malattia, la sera deU’ll giugno, nell’Ospedale di Tolmeezo, è passato è
miglior vita
Giovanni Polo
Evangelista
all’età di 80 anni
Ne danno il doloroso au'nu'Ficio Io moglie,
i figli e nipoti.
« La siEtIvezza appartiene all'Eterno ».
I parenti del compianto
Doti. Carlo Cardon
ringraziano dal profondo del cuore quanti
hanno preso parte, al loro dolore in occasione delta dipartenza del loro caro.
Un ringraziamento speciale rivolgono ai signori pastori Marauda e Bertin, ol professor
Pinardl che gli prodigò le sue cure, ai premurosi vicini, ogli amici e conoscenti tutti che
lo circondarono con tanto affetto e simpatia
durante la sua malattia.
San Germano Chisone, 3 agosto 1944.
La famiglia MICHELIN, riconoscente per U
tributo di affetto ricevuto in occasione della
diportenzo della suo cara
nata Thomann
ringrazia tutte le persone che con fiori, scritti ed in qualsiasi altro modo, presero parte
al suo grave lutto:
«Fiori» in memoria di MARIA FORNERON:
il fratello Alberto e famiglia:
per te Chiesa di Torino L. SOWi—
:» la Diaconia di Torino » KKK^—
» la Casa delle Diacone®« » 1000,—
» rOrfanotrofio dii Torre Pellice » 1000,—
e « «
« In memoria » del signor CARLO VOLA
sono pervenute al Presidente della Com-,
missione degli Istituti Ospitalieri Voldest
le seguenti somme:
L. 25000 per TAsilo dei Vecchi di San Giovanni; '
» 5000 » l’Asilo dei Vecchi di San Ger
mano Chisone;
» 5000 » 11 Rifugio Carlo-Alberto di Lb?
sema San Giovanni;
» 5000 » l’Ospedale Vèteese di Torre Pel
lifte;
* 5000 » l’Orfanotrofio Femminile di Tor
re Penice;
» 5000 » 11 Collegio di Torre PeUice.
SIGNORINA pratl<® bambini, occupesèbbesi giornata, memi scornata. — Rivolgersi al
giornale. ___________________
Prof. Gino Costabbl, Direttore responeablle
Autorizzazione Min, Culti»a Popolar» N. 10
del ? gennaio l944-XXn
AR% GRAFICHE " L’ALPINA- Torre Pellice