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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
venerdì 7 LUGLIO 1995
ANNO 3 - NUMERO 27
LOTTA ALLA MAFIA
VUOTI
DI MEMORIA
GIUSEPPE PLATONE
T e rivelazioni della faXVI ^ miglia Siino, mafioso
anche lui ma esasperato dalle
ferocissime vendette compiute contro i suoi congiunti,
hanno fornito alla polizia prima e alle autorità giudiziarie
poi elementi preziosi; in
seguito alle rivelazioni dell'
ex mafioso sono state così indiziate ben quattrocento persone». La notizia citata non è
di questi giorni. La ricavo da
.«L’ora» di Palermo dell’S
maggio 1900. Come si vede il
pentitismo non è fenomeno
nuovo anche se oggi è così
accreditato: molti fatti di mafia sono già successi altre
volte, anni fa; solo che si tende a dim,enticare. Più volte i
grandi capi, i «re dei re» sono
stati individuati, decapitati,
ma poi si sono inspiegabilmente riprodotti. Da dove
viene questa impressionante
capacità della mafia di autoriprodursi malgrado i colpi
mortali che pure le vengono
periodicamente infetti?
La risposta a questa domanda l’ho cercata a Palermo nello studio dell'avvocato Michele Costa. 1 suoi editoriali
sul nuovo quotidiano di Palermo «Il Mediterraneo», le sue
prese di posizione che in un
.certo senso continuano l'impegno del padre Gaetano,
procuratore a Palermo (ucciso
dalla mafia nel 1980 perché
tra i primi a indagare sull'intreccio mafia-politica) fanno
di Costa un interprete, non
dogmatico, del fenomeno mafioso: «La mafia - mi dice
Costa - è un fenomeno complesso intanto perché tutti parlano la stessa lingua, cambiano solo le intenzioni. Il termine chiave è: rispetto. La sua
forza sta nella capacità di mediazione tra criminalità e società civile. In sostanza il mafioso non si contrappone allo
stato, è lo stato esso stesso».
La storia della mafia è anche storia di volute dimenticanze; i media poi hanno
«magna pars» nel sensazionalismo: la gente vuole il
mostro, vuole i riti misterici,
le storie di passione, di sangue e di morte. Anche la vicenda delle donne di mafia
che rinnegano i figli in nome
del patto d'onore non è una
novità. I fari si accendono
sul pentitismo, sulle grandi
sttagi, sulle mogli del boss e
si dimentica il passato anche
molto recente.
Facciamo un esempio di
come sia corta la memoria
quando si parla di mafia: tra
il 1978 e il 1983 in Sicilia numerosi magistrati, politici,
niilitari vennero uccisi perché
indagarono sulle infiltrazioni
mafiose negli appalti e nelle
pubbliche amministrazioni.
Quegli uomini sono stati tutti
uccisi: parlo di Terranova,
Mattarella, Basile, Costa, La
Torre, Dalla Chiesa, Chinni
ci... tutti delitti impuniti. In
quelle indagini e in quegli anni c'è la chiave per capire la
capacità autoriproduttiva della mafia che succhia la sua
linfa vitale dalle pubbliche
amministrazioni e dalla politica. E semplicemente ridicolo pensare che i vari Riina,
Bagarella e parenti vari siano
gli unici responsabili delle
stragi di mafia senza avere
usufruito di collusioni con le
istituzioni e varie coperture
politiche ad alto livello. Si
dirà che ci vogliono le prove.
Benissimo: allora perché non
si indaga più su quegli omicidi tuttora impuniti? Conosciamo i criminali, le loro storie, i
loro rifugi, le loro mogli
(stranamente sempre a piede
libero) ma non si conoscono i
veri mandanti. Il livello criminale, che è il più appariscente, diventa cortina fumogena sulle cause scatenanti
che aspettano ancora di trovare nomi e cognomi.
Ragionando sull'impegno
civile contro la mafia, che pure è cresciuto grandemente in
questi anni, trovo di grande
interesse l’iniziativa «Libera»
che tende, attraverso l’adesione di singoli e associazioni,
ad organizzare un'«antimafia
dei diritti»; non solo, ma propone di utilizzare per fini socialmente utili i beni confiscati in questi anni ai mafiosi.
Speriamo che questa proposta
diventi presto legge dello stato e si estenda anche ai reati
di corruzione. Sono queste
iniziative concrete, più che la
SEGUE A PAGINA 11
Statistiche
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La storia di Abramo ci spinge ad essere disponibili alla chiamata del Signore
Un viaggio... di fede e per fede
PAOLO POGGIOLI
«Or l'Eterno disse ad Abramo: vattene
dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla
casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò: e io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo
nome e tu sarai fonte di benedizione:
Abramo se ne andò, come l'Eterno gli
aveva detto: e Lot andò con lui. Abramo
aveva settantacinque anni quando partì
per Charan»
(Genesi 12, 1-4)
Imponente e carismatica ci appare la figura di Abramo nella Bibbia. Ormai di
lui non ci sorprende più nulla: uomo
semplice ma dalle idee chiare, osservante
della parola del suo Dio e obbediente alla
sua volontà. Abramo si mette a completa
disposizione. Ogni qualvolta Dio si serve
di lui. Abramo è lì, sempre pronto a dire:
«hinenni» (eccomi). Neppure l’avanzata
età lo spaventa; Dio gli dice: lascia tutto
e tutti e vai... e lui, non chiedendo né il
perché, né il percome, né il dove, decide
di andare. È il Signore che glielo ha detto
e tanto gli basta. Non avrà paura di immolare suo figlio Isacco, sempre su richiesta del suo Dio, figurarsi se tentenna
ad iniziare un viaggio, anche se non sa
nulla e se non sa dove. Spirito di sacrificio, obbedienza e cieca fiducia in'Dio,
sono le uniche cose che Abramo ha.
Se da un lato lo ammiriamo e lo apprezziamo, dall’altro ci fa un po’ rabbia
questo Abramo che per i nostri gusti
moderni sembra un po’ incosciente. Sì,
perché anche se credenti e fiduciosi in
Dio, chi di noi farebbe quello che Àbramo ha fatto? 'Ve lo immaginate: tu, Mario Rossi, io ti dico di andartene in un
paese che ti indicherò. Che rivoluzione
in casa Rossi: figli che protestano perché non vogliono abbandonare il luogo
dove sonò cresciuti e al quale si sono
abituati, dove hanno i loro amici e nel
quale vogliono crescere; la moglie, che
pur sapendo di dover seguire il marito,
ma magari riluttante per le stesse ragioni
dei figli, si chiederà e chiederà al suo
gentile consorte se magari quest’ultimo
si senta bene o non abbia avuto un improvvisò colpo di sole... e poi, perché?
La religione
e gli studenti
Sono statil28.376 gli allievi che durante l'anno scolastico ’94-95 non si sono avvalsi dell’insegnamento della
religione cattolica (Ire) «assicurato» nelle scuole pubbliche. Coloro che hanno frequentato iTrc sono stati invece 5.541.670. Percentualmente il 94,4'%- ha frequentato
l’Irc mentre il 5.6% no. Questi dati si desumono dall’Annuario 95 sull’Ire recentemente pubblicato dalla Settore Ire della Conferenza episcopale italiana (Cei) e si riferiscono a 188 (83,2'%-} diocesi
su un totale di 226. E quindi
un dato molto indicativo.
Se si guarda la suddivisione
per scuole la percentuale dei
non avvalentisi passa dal
3,5% delle scuole materne al
2,S% delle elementari, al 4*%:
delle scuole medie, al 9,1%
delle scuole superiori. La percentuale maggiore dei non
avvalentisi si ha in Piemonte
(13,9*%:) seguito da Toscana
{\3,1%) e Emilia-Romagna
(11,3%) mentre la percentuale più bassa si ha in Calabria
(1,1%), Campania e Basilicata (1,2%). Gli allievi che non
frequentano l’Irc per il 15,6%
frequentano le materie alternative, per il 12.1% effettuano studio assistfto. per il
22,9% effettuano studio non
assistito, e infine quasi la
metà esce da scuola il 49,4%
(ma questo dato diventa il
57,6% se riferito ai soli studenti delle superiori).
Il 66,4% degli insegnanti di
religione è costituito da laici
(45,4% donne, 21% da uomini), il 27,8% da sacerdoti, il
2,4% da religiosi, il 3,4% da
religiose. L'orario medio di
ciascun docente è di 13,5 ore
la settimana e solo il 32,9%
degli insegnanti ha un orario
completo di 18 ore.
Per gli insegnanti di reli' gione è in arrivo il nuovo
contratto che prevede meno
precarietà del passato, l'introduzione del part-time e anche
r aggiornamento.
Il testo più avanti ci dice: «Per essere
fonte di benedizione». Forse è questo il
vero scopo della chiamata di Dio ad
Abramo: dare agli altri e a se stessi
quanto di positivo e di bello abbiamo ricevuto dal nostro Dio; vivere sapendosi
nella sua grazia e nel suo amore e consapevoli di dover ripartire tutto questo
con gli altri e adoperarsi affinché questo
avvenga. Dio ci chiede di «partire» verso queste finalità. Per farlo non abbiamo
bisogno di andare chissà dove. A volte
basta guardarsi attorno con attenzione
per scoprire che questa richiesta si può
concretizzare nel piccolo mondo in cui
noi viviamo.
Oggi più che mai c’è bisogno di amore, di solidarietà, di comprensione, e le
nostre sole forze non bastano; c'è bisogno di intenti comuni e di comune inte- ‘
sa. Dio ci parla attraverso tante situazioni e in tanti modi; con obbedienza e fiducia nella sua Parola possiamo metterci in viaggio, così come fece Abramo,
sapendoci benedetti e di dover essere
una benedizione. Questo è l’augurio che
dò a tutti noi.
Ecoiexe
Chiesa dì Scozia
«General Assembly»
pagina 3
A’ita Delle
Chiese
Un passo per l’unità
degli evangelici
pagina 4
All’Ascolto
Della Parola
Perché, Signore?
pagina 6
2
PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 7 LUGUO 1995
Il fenomeno, simile a quello del Sud America, è meno accentuato in Costa Rica
Centro America: forte crescita dei protestanti
Nel contesto della profonda
crisi economica e politica che
colpisce tutta la zona centroamericana, le chiese protestanti
stanno vivendo una «tappa di
crescita e di forza che implica
immense sfide attuali e future». E quanto ha affermato
Gustavo Parajon, pastore battista e presidente del Consiglio per l’alleanza delle chiese
evangeliche (Cepad). «Vogliamo che questa crescita inglobi tutte le dimensioni, e
anche una visione di servizio
alla comunità e al popolo^
che si capisca che la chiesa,
in quanto corpo del Cristo,
deve rispondere alle esigenze
della pastorale integrale. Le
dimensioni etiche e la giustb
zia sociale sono aspetti essenziali del nostro compito evangelico» sottolineà con forza.
Poche settimane fa, il Cepad ha pubblicato un messaggio pastorale critico chiedendo alle autorità dello stato nicaraguese di riavvicinarsi e di
risolvere le contraddizioni
che dividono il governo e il
Parlamento. Questa situazione fa temere una totale paralisi istituzionale del paese che
vive oggi con due Costituzioni sovrapposte e opposte.
Questo tipo di problema,
spiega il pastore Parajon, aumenta la delusione della gente e sconcerta gli amici e le
fonti di finanziamento esterno, che temono di venire in
Nicaragua, dato che il paese
non dà più alcuna garanzia;
ma questo tipo di situazione
si ritrova in tutti i paesi centroamericani. Si avvertono gli
effetti disastrosi dell’aggiustamento strutturale, causato
dal modello neoliberale in atto, che condanna i popoli alla
miseria.
Con alcune sfumature, gli
altri paesi della zona sono
confrontati agli stessi problemi, anche se la dinamica di
produzione risulta un po' migliore in Costa Rica e nel Salvador. «In Nicaragua, il 65%
della popolazione della zona
del Pacifico si trova disoccupata. cifra che raggiunge il
90% fra le minoranze etniche
della costa atlantica. Secondo studi seri e recenti, il 74%
della popolazione sta vivendo
una situazione di povertà e il
45% vive una situazione di
estrema povertà», afferma il
pastore Parajon.
Per quanto riguarda l’influenza delle chiese protestanti, si ritiene che in dieci
anni il numero dei membri sia
passato dal 15% al 25% in
Nicaragua. Si verifica lo stesso fenomeno in tutta la zona,
eccetto in Costa Rica dove la
crescita è più debole. Tra ragioni di questa dinamica. Parajon sottolinea in particolare
«il lavoro di base, specie nelle campagne; mentre la Chiesa cattolica romana, che in
Nicaragua rappresenta il
70% della popolazione, conta
a malapena 300 preti e religiosi, noi abbiamo almeno
2.000 pastori che dirigono
100 chiese distinte raggruppate in seno al Cepad». Questa crescita pone alle chiese
protestanti grandi sfide, riconosce Parajon. Di fronte a
tanta povertà, una delle opzioni è di intensificare il «lavoro collettivo. Ci sono esperienze positive», insiste, come
ad esempio «una cooperativa
di pescatori messa su da delle
donne alla “Laguna delle
perle". sulla costa atlantica,
il che ha permesso loro in poco tempo di migliorare fortemente le condizioni di vita
della comunità».
Circa l’impegno e la partecipazione dei protestanti, il
presidente del Cepad segnala
«la grande delusione nei con
fronti della politica, espressa
dalla grande maggioranza
dei protestanti e del popolo in
generale». Rispetto al decennio precedente, durante il
quale tutta la zona viveva «un
forte entusiasmo», i giovani
pagano oggi il prezzo dell’
apatia. «Uh riflesso concreto
di questa situazione è l’aumento dei casi di suicidio fra
i giovani. In questi ultimi
giorni, abbiamo registrato 7
o 8 casi di adolescenti, vicini
o membri delle nostre chiese,
che hanno imboccato questa
strada», rileva Parajon con
preoccupazione.
Nelle circostanze che sta
vivendo TAmerica Centrale,
il ruolo principale del messaggio cristiano deve essere
quello della speranza. «Pensando all’esperienza biblica
di Abramo e di Sara, dobbiamo fare comprendere che la
fede deve manifestarsi oggi
condividendo la speranza,
malgrado le grandi difficoltà.
Questo è forse la nostra sfida
, più grande, alla quale si aggiunge quella di trasmettere i
valori della soluzione collettiva, come la cooperativa della
Lagurut delle perle.
Più che mai, sentiamo il bisogno di ottenere l’appoggio
e la cooperazione dei nostri
fratelli del Nord, anche se
constatiamo che esiste una
grande disinformazione. Di
recente mi trovavo nei Paesi
Bassi e mi hanno detto che il
governo va dicendo che
l’America Latina non ha più
bisogno di appoggio esterno
perché è in piena crescita e
che la cooperazione deve essere rivolta soltanto verso
l’Africa». Visione parziale e
scorretta, deplora il pastore
Parajon, per il quale «sapere
che fratelli del Nord continuano ad essere sensibili alle nostre difficoltà e ai nostri bisogni è sempre un segno supplementare di speranza». (eni)
La Chiesa evangelica tedesca ha nominato il pastore Curt Stauss
Un cappellano per le vittime
della Stasi nelPex Germania Est
Per la prima volta la Chiesa
evangelica della Germania
(Ekd) ha nominato un cappellano incaricato dell’accompagnamento pastorale delle vittime della politica del partito
comunista dell’ex Germania
dell’Est nei confronti della
chiesa. Si tratta di Curt
Stauss, un pastore di 46 anni,
in servizio a Lauchhammer.
All’epoca della caduta del
muro di Berlino nel 1989. la
Stasi (polizia segreta) impiegava 100.000 persone a tempo pieno e 109.000 informatori. su una popolazione di 16
milioni di abitanti. In questi
ultimi anni, è emerso che alcuni responsabili di chiesa
erano informatori o agenti
della Stasi. Curt Stauss, che
era pastore a Halle prima di
andare a Lauchhammer, non
vuole considerarsi come una
vittima della Stasi ma, dopo
aver letto un dossier sul suo
conto compilato dalla Stasi, si
dichiara inorridito dalle macchinazioni che puntavano a
rompere le sue relazioni e a
macchiare la sua reputazione.
Fra i membri di chiesa che
sono stati vittime delle azioni
della Stasi, molti hanno trovato conforto nella chiesa, ha
precisato il pastore Stauss. altri invece «non si sentono
trattati bene» dalla stessa.
Stauss ha riconosciuto che la
sua nomina era stata decisa
«tardivamente, ma non troppo», e ritiene di essere stato
nominato perché l’Ekd voleva una persona accettata sia
dai responsabili di chiesa sia
da coloro che ritengono di essere stati vittime della Stasi.
Al pastore Stauss spetterà il
Manfred Stolpe, oggi primo ministro dello stato del Brandeburgo
compito «di avere incontri
approfonditi con le vittime e
di favorire incontri con responsabili di chiesa», nonché
di aiutare alcuni di questi responsabili a «presentare le
loro scuse» alle vittime per il
modo in cui sono state trattate
dalla loro chiesa.
I responsabili di chiesa della ex Germania Est hanno
avuto a volte difficoltà a rispondere alle persone che affermavano di essere state vittime della Stasi, ha spiegato il
pastore Stauss, perché erano
totalmente impegnati in un
altro compito, quello della ricostruzione delle loro strutture secondo il modello della
Germania occidentale. La rivelazione della collaborazione di un certo numero di alti
responsabili di chiesa aveva
scosso altri rappresentanti
della chiesa, tanto che alcuni
di loro si erano interrogati sui
propri contatti con il regime
comunista.
La pubblicazione degli ar
chivi della Stasi aveva rivelato che la Stasi sceglieva sistematicamente come bersagli
dei membri di chiesa. Queste
■rivelazioni hanno provocato
in Germania un grande dibattito pubblico sul ruolo della
Chiesa protestante in quel periodo. Il caso più noto è quello di Manfred Stolpe. ex presidente aggiunto della Federazione delle chiese protestanti
della ex Ddr. oggi primo ministro dello stato del Brandeburgo. Stolpe ha ammesso di
avere intrattenuto rapporti con
la Stasi, da lui ritenuti necessari per proteggere gli interessi della chiesa. Nel marzo di
quest’anno, una commissione
ecclesiastica ha concluso che
Manfred Stolpe aveva mantenuto la sua «integrità» durante i contatti che aveva stabilito in quanto «rappresentante
della chiesa», ma ha aggiunto
che l’ampiezza di questi contatti non era compatibile con
la sua carica di responsabile
di chiesa. (eni)
AL Mondo Cristiano
Costa d-Avorio: prima visita di
un segretario generale del Cec
ABIDJAN — In occasione della sua visita alla Chiesa metodista locale all’inizio dello scorso mese, il pastore Konrad Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), è stato accolto calorosamente a Abidjan, centro economico della Costa d’Avorio, e a Yamoussoukro, capitale del
paese: era la prima volta che un segretario generale del Cec si
recava in Costa d’Avorio. Nel tempio del Giubileo di Cocody,
in presenza di moltissimi membri di chiesa, il presidente della
Chiesa metodista, il pastore Lambert Akossi N’Cho, ha espresso la sua profonda gioia di accogliere per la prima volta il pastore Raiser e i membri della delegazione del Cec. Il giorno dopo, la delegazione si è recata a Yamoussoukro, città natia
dell’ex presidente Houphouèt-Boigny. situata a 230 km a nord
di Abidjan. Il rettore della basilica «N6tre-Dame-de-la-Paix» si
è detto «molto onorato» di accogliere il segretario generale e la
delegazione del Cec. Nelle due città, il pastore Raiser non ha
nascosto la propria gioia e la propria commozione di fronte a
tanto calore umano e fraternità manifestati dai cristiani con i
quali ha auspicato di stabilire legami viventi e multiformi
aU’intemo del movimento ecumenico. (eni)
Dialogo tra Chiesa avventista
e Esercito della Salvezza
LONDRA — Alcuni dirigenti della Chiesa avventista del
settimo giorno hanno incontrato a Londra il generale Paul A.
Rader, nuovo presidente mondiale dell’Esercito della Salvezza.
I colloqui si sono soffermati su vari aspetti dell’ecumenismo e
della missiologia, nonché sulle radici comuni della Chiesa avventista del settimo giorno e dell’Esercito della Salvezza nella
tradizione metodista. Riassumendo i colloqui il direttore del
centro avventista di studio sull’Islam, Schantz, ha sottolineato a
che punto la Chiesa avventista apprezza l’opera dell’Esercito
della Salvezza e ha inoltre segnalato che gli scambi hanno mostrato le inevitabili tensioni che stanno vivendo i cristiani,
preoccupati sia dell’impegno sociale sia della predicazione
deU’Evangelo. I partecipanti si sono dichiarati convinti della
necessità di una struttura di dialogo tra la Chiesa avventista e
l’Esercito della Salvezza. (sppj
I protestanti belgi contrari
a ogni forma di beatificazione
BRUXELLES — La Chiesa protestante unita del Belgio si è
dichiarata ostile ad ogni forma di canonizzazione in quanto non
conforme alla testimonianza biblica. «Si cercherebbe invano
nella Bibbia una qualsiasi esortazione ad onorare dei santi, a
invocarli o a canonizzarli» ha precisato la Chiesa protestante in
un comunicato diffuso qualche giorno prima della visita di
Giovanni Paolo II in Belgio, durante la quale il papa ha beatificato padre Damiano, missionario belga che dedicò la propria
vita ai lebbrosi. «Pur riconoscendo la qualità dell'opera di padre Damiano, ci rincresce che nel puntare i proiettori esclusivamente sulla sua persona si lascino neH'ombra molti altri cristiani e uomini e donne di buona volontà che. in modo altrettanto
intenso, si sono impegnati sia a titolo individuale sia tramite associazioni nella lotta contro il flagello della lebbra». (sppì
Verso i 400 anni della Facoltà
di teologia di Montpellier
MONTPELLIER — Erede delle accademie riformate di
Montpellier e di Montauban. la Facoltà di teologia protestante
di Montpellier festeggerà il suo quarto centenario il 10. 11 e 12
maggio 1996. Le manifestazioni previste per l’anniversario saranno presiedute da un comitato d’onore composto da una quarantina di personalità francesi ed estere del mondo accademico,
ecclesiale e politico. In una serata pubblica, e in presenza del
sindaco della città, verranno consegnati dottorati honoris causa
a quattro teologi protestanti di fama intemazionale. Varie comunicazioni indicheranno le prospettive della teologia protestante in diversi campi. Inoltre mostre, dibattiti, un concerto e
un culto celebrato con le chiese riformate di Montpellier dovrebbero dare a questo quarto centenario un’ampia eco e manifestare la vitalità della ricerca teologica oggi. (sppl
La «Compagnie des pasteurs
ha un nuovo moderatore
»
GINEVRA — Il pastore Daniel Barraud è stato eletto moderatore della «Compagnie des pasteurs» della Chiesa nazionale protestante di Ginevra con decorrenza dal 1° luglio: subentra al pastore Pierre Herold. Nato nel 1957. Daniel Barraud
è uno dei titolari della chiesa di Bernex ed è anche editore e redattore responsabile del mensile VP Genève (Vita protestante
Ginevra). (^PP^
Norvegia: Gunnar Staalsett
membro della giuria del Nobel
OSLO — L’ex segretario generale della Federazione luterana mondiale, Gunnar Staalsett, è stato nominato membro delw
giuria per il Premio Nobel della pace. Subentra a Kaare
stiansen, ex ministro, che si era dimesso dopo l’attribuzione de
premio a Yasser Arafat. (m'o
3
■ í. venerdì 7 LUGLIO 1995
PAG. 3 RIFORMA
; L'Assemblea generale si è svolta a Edimburgo dal 20 al 27 maggio scorso
La «General Assembly» della Chiesa di Scozia
Qualche tempo fa è apparsa sullo scrittoio del moderatore della Chiesa di Sco•I zia una lettera indirizzata «Al■ la Seconda persona della Trinità». Sorpresa generale: è lo
scherzo di un buontempone?
Una breve inchiesta ha rivelato che un funzionario governativo britannico era stato incaricato di invitare a una
qualche cerimonia ufficiale il
«capo» della Chiesa di Scozia. Ignorante di cose religiose si era rivolto a un collega
che è anziano della Chiesa, e
questi gli aveva spiegato che
secondo il catechismo il capo
della Chiesa di Scozia è la seconda persona della Trinità. E
}1 nostro funzionario, diligente
ma forse un po’ ottuso, aveva
indirizzato la lettera nel modo
che si è detto.
I ’ Gesù, solo re e Signore
Nelle preghiere, nei discor•isi, nelle allusioni, risuona
spésso la nota: «Gesù Cristo,
solo re e Signore». La regina,
che in Inghilterra è capo della
Chiesa anglicana, in Scozia è
una laica a cui è riservato (a
lei 0 all'Alto commissario
che la rappresenta) un tronetto speciale... nella galleria del
pubblico, fuori dal recinto
dell’Assemblea generale, formata solo da pastori e anziani. La regina suole inviare
' una lettera di congratulazioni
e auguri all’Assemblea (che
corrisponde al nostro Sinodo)
ma quando il moderatore,
cioè il presidente dell’Assemblea. la riceve, chiede: «L’Assemblea desidera ascoltare la
lettura della lettera della regina?>k La risposta è ovvia, ma
la lettera non è letta se prima
non c'è stato l’assenso dell’
Assemblea generale.
Formalismi? Forse: ma non
inutili, perché aiutano a imprimere nella mente di ciascuno la realtà dei rapporti empirici e giuridici. La Chiesa di
Scozia è la chiesa della nazione, del popolo scozzese, ma è
del mtto libera e indipendente
dal potere politico. «
Chiesa nazionale
0 chiesa militante
Quella scozzese si considera ancora chiesa della nazione, ma perde 15.000 membri
Tanno e vede restringersi le
siie possibilità finanziarie. Un
pastore mi ha detto: «Dovremmo cessare di voler essere la chiesa del popolo per diventare una chiesa di militanti». Parole che ho già sentito
qualche mese fa da un altro
collega... a Ginevra. E quando
ho parlato dei problemi finanziari della Chiesa valdese
qualcuno mi ha detto: «Hai
fatto bene, perché noi in Scozia ci lamentiamo come se noi
soli avessimo tali difficoltà».
Mi pare che la gran parte
delle chiese europee si trovino di fronte alla questione di
trasformarsi da chiese di massa in chiese di militanti; ma i
problemi culturali, giuridici,
persino immobiliari, sono
enormi. Per non parlare di
quelli assistenziali. La Chiesa
di Scozia è il maggior fornitore di case di riposo per anziani del paese, ma le sovvenzioni governative sono scarse. Se la situazione finanziaria non cambia, fra tre anni la
chiesa dovrà chiudere metà
delle sue case di riposo.
Alcuni dibattiti teologici
Tra le molte questioni amniinistrative sono emerse alcune discussioni teologiche di
un certo interesse: sulTantise^roìtismo, sulla sessualità (in
pagina a cura di
ALDO COMBA
Vista parziale dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia. Si nota il moderatore, che dà le spalle
all’Assemblea per ascoltare l’alto Commissario (in questo caso una donna, lady Frazer) che rappresenta
la regina e che parla dal tronetto situato nella galleria del pubblico. Nel quadrato dei notabili, il personaggio con la grande parrucca è, secondo il costume britannico, il consigliere giuridico
particolare sull’omosessualità) e sulla questione di ammettere alla Santa Cena i
bambini non battezzati. Un
lungo rapporto di un comitato
teologico cerca di individuare
le radici e le implicazioni teologiche dell'antisemitismo.
La posizione classica di Karl
Barth viene esaminata e trovata insoddisfacente; le cause
dell’antisemitismo sono numerose: tra le altre, una lettura fondamentalista delle Scritture. per cui le invettive e le
minacce dei profeti, come pure certe espressioni del Nuovo
Testamento, vengono lette di
solito come definizioni dogmatiche della malvagità di
Israele anziché (come sarebbe
più giusto) quali appelli, formule omiletiche o esagerazioni retoriche, che vanno intese
come esortazioni, ma non come definizioni. Il trionfalismo
della chiesa imperiale latina
ha naturalmente accentuato
T antisemitismo. Oggi riconosciamo. con l'apostolo Paolo,
che reiezione di Dio nei riguardi di Israele è senza pentimento. ma in pari tempo
confessiamo che non vi è salvezza se non in Gesù Cristo.
Sulla famiglia e l’omosessualità la Chiesa riafferma la
validità del suo insegnamento
tradizionale, ma invita le comunità a discuterne e non
vuole che le inclinazioni
omosessuali diventino un
motivo di discriminazione.
La questione dell’ammissione dei bambini non battezzati
alla Santa Cena è stata rinviata alla Commissione teologica. E apparsa evidente resistenza di due fronti, conservatore e liberale, con in mezzo un piccolo gruppo preoccupato soprattutto degli
aspetti pastorali del problema
più che delle formulazioni
dogmatico-regolamentari.
Dall’insieme di queste discussioni si ricava l’impressione di una chiesa relativamente più conservatrice della
nostra, ma disponibile a discutere teologicamente dei
nuovi problemi che le si presentano.
Apertura ecumenica
Qualche fondamentalista
inalberava davanti al New
College (dove si teneva l’Assemblea) un cartello con una
frase di Lutero che dice più o
meno: «Maledetta l’unità che
si fa a scapito della verità».
Nonostante un certo tradizionalismo, l’Assemblea generale ha ascoltato l’intervento del
card. Thomas Winning (il
massimo rappresentante cattolico-romano che abbia mai
parlato all’Assemblea generale) e ha deciso di entrare in
James Harkness è l’attuale moderatore dell’Assemblea generale
della Chiesa di Scozia. La sua funzione è uguale a quella del presidente del nostro Sinodo ma si prolunga per un intero anno, durante
il quale il moderatore rappresenta la chiesa in patria e all’estero;
non ha però alcuna funzione amministrativa. James Harkness è stato fino a qualche mese fa II «Cappellano generale» dell’esercito britannico: il primo riformato ad occupare quel posto
conversazione con la Chiesa
episcopale di Scozia (che è,
per così dire, l’equivalente
scozzese della Chiesa anglicana) in vista di una possibile
unione. Molti hanno messo le
mani avanti: l’unione non è
per domani e, comunque, rimane l’opposizione al cosiddetto «episcopato storico».
Nel quadro ecumenico va
pure inserita la molteplice attività della Commissione per
la «Missione mondiale» che è
in sostanza un comitato per i
rapporti e l’aiuto alle chiese
del Terzo Mondo.
Finanze
Le finanze sono il termometro rivelatore dello stato di
salute di una chiesa. La responsabile del Comitato per la
missione mondiale si è lamentata che solo il 3% delle entrate della chiesa fosse destinato
al suo lavoro. D’altra parte
l’Assemblea generale ha nettamente respinto la proposta
di ridurre di 400.000 sterline
(oltre un miliardo di lire) le
somme destinate alla missione per aumentare il salario pastorale. I pastori avranno comunque un’integrazione, ma
non a spese del lavoro per il
Terzo Mondo. Se lo fosse stato, hanno detto alcuni, la
Chiesa avrebbe completamente perso la faccia.
Un italiano alla General Assembly ha l’impressione che
si adottino delle procedure
estremamente formali (inevitabili, d’altronde, in un'assemblea di 1.200 persone);
uno scozzese al nostro Sinodo
avrebbe probabilmente l’impressione di un gran disordine. In realtà in un caso come
nell’altro i credenti si sforzano (attraverso diverse forme
giuridiche e culturali) di lavorare per l’opera del Signore.
Questo fatto crea un vincolo
capace di superare tutte le diversità di lingua e di cultura.
Particolarmente commovente,
nella seduta conclusiva, è stato il momento in cui sono stati
presentati al moderatore i
missionari che lasciano il servizio, alcuni dopo una vita intera spesa in qualche disagiato
paese del Terzo Mondo: un
caloroso applauso ha detto loro la gratitudine della chiesa.
Nel paese dei castelli
e degli ex minatori
La «WaldensianMission
Aid Society» (Wmas,
Società per l’aiuto alla missione valdese) invita ogni
due anni un pastore valdese
a visitare chiese e gruppi
suscettibili di interessarsi al
nostro lavoro in Italia. L’invito di solito coincide con
la data in cui si tiene la
«General Assembly» (ossia
il Sinodo) della Chiesa di
Scozia.
A Edimburgo, George
Street 121, ci sono gli uffici
centrali della Chiesa di Scozia. Mi presento dicendo
che sono un pastore della
Chiesa valdese e vengo subito accolto come amico e
fratello. La nostra chiesa è
conosciuta e amata; da più
di 100 anni moltissimi pastori valdesi hanno trascorso nelle facoltà teologiche
scozzesi il loro anno all’
estero e d’altra parte sono
numerosi gli scozzesi che
sono stati alle valli valdesi,
a cominciare di pastore Ray
Sawers e dall’avv. David
Lamb (rispettivamente presidente e segretario-tesoriere della Wmas).
Edimburgo e dintorni
Nei giorni che precedono
l’Assemblea della chiesa di
Scozia il visitatore italiano
percorre una determinata regione per tenervi culti e
conferenze: quest’anno si
trattava di Edimburgo e dintorni. Un programma abbastanza carico con due o tre
culti per domenica e vari incontri infrasettimanali. Tra
questi ultimi mi piace ricordare il culto di Santa Cena
celebrato con una piccola
comunità metodista: un culto familiare, intimo, estremamente edificante. Il comitato valdese di Edimburgo ha preso buona nota
dell’integrazione valdesemetodista e ha saggiamente
inserito questo incontro nel
mio programma.
Castelli e abbazie
La Scozia è molto ricca di
castelli e abbazie, spesso in
rovina. Sulla frontiera tra
Scozia e Inghilterra le guerre del passato hanno causato molte distruzioni, ma alcune delle chiese sono state
salvate e in parte ricostruite;
mi è toccato predicare parecchie volte in questi antichi luoghi di culto. L’interesse per la Chiesa valdese
è dappertutto evidente: alcune comunità ci conoscono
da tempo ma il comitato
scozzese ci tiene a inserire
nel programma di visite alcuni luoghi e gruppi nuovi.
Anche in questi casi le persone si interessano alle vicende di una chiesa protestante come la nostra, che
ha un passato di tutto rispetto e dei problemi attuali che
ci accomunano alle altre
chiese protestanti europee.
Ogni tanto si hanno delle
sorprese; molti sono stati in
Italia, alcuni come militari
durante la seconda guerra
mondiale, altri come turisti.
Un invito particolarmente
gradito ci è giunto da un anziano gentiluomo, ex diplomatico britannico, che nel
lontano 1928 aveva trascorso un anno al Convitto valdese di Torre Pellice.
Intensi rapporti
Nei culti e nelle riunioni
ho spesso sottolineato l’estensione e l’intensità dei
rapporti che uniscono la
Chiesa di Scozia e la Chiesa
valdese. Non ne farò l’elen
co, che sarebbe lungo, ma
non posso fare a meno di ricordare che a Livorno la comunità valdese si riunisce in
quello che era stato l’edificio della chiesa scozzese. E
a Ginevra, da anni, la comunità valdese e quella scozzese tengono il culto nello
stesso luogo, l’«Auditoire de
Calvin», in cui Calvino insegnava teologia e in cui aveva predicato John Knox, il
riformatore della Scozia.
In questi ultimi tempi, ancora nella recente Conferenza del I distretto, si è parlato
di gemellaggi tra chiese: c’è
da chiedersi se non sarebbe
opportuno cercare di stabilire un rapporto di questo genere con qualcuna delle
chiese scozzesi.
La gallerìa dei minatori
La Scozia era un tempo un
paese di miniere di carbone:
dappertutto si vedevano le
caratteristiche collinette formate dal materiale inerte eliminato dalle gallerie; nel
sottosuolo c’è ancora carbone per dei secoli, ma le miniere sono state chiuse perché il carbone è troppo inquinante e il gas naturale è
meno costoso. Nelle case
private i tradizionali caminetti sono stati sostituiti da
apparecchi a gas o elettrici
che simulano il fuoco; le
montagne di detriti delle miniere sono state appianate e
piantate ad alberi.
Dell’antica attività mineraria due cose rimangono:
una è la subsidence, ossia il
fatto che dove sono state
scavate le gallerie il terreno
tende a riassestarsi e provoca in superficie degli avvallamenti e delle crepe nei
muri delle case. L’altra è
una curiosità storica. Due o
tre secoli fa l’aristocrazia
fondiaria e gli agricoltori
guardavano con estremo dispre'zzo i minatori. Abbiamo
visitato a Newton una chiesa
costruita nel 1712: ai minatori era proibito entrare. Dopo anni di richieste venne
loro concesso di costruire
nella chiesa (a loro spese)
una galleria da cui si vedeva
solo il pulpito ma da cui non
si poteva vedere né essere
visti dalla comunità. L’accesso alla galleria avveniva
per una scala esterna in modo che la gente «per bene»
non dovesse incontrare i minatori. Ai loro figli era proibito farsi vedere a meno di
300 metri dalla chiesa. Solo
la costituzione dei sindacati
(Trade Unions) ha finito per
abolire queste forme di discriminazione: anche in questo caso ci si domanda come
delle autorità ecclesiastiche
cristiane abbiano potuto tollerare un simile apartheid.
La storia
Le nostre peregrinazioni
ci hanno anche condotto a
vedere, non lontano da Edimburgo. i resti di accampamenti romani situati molto più a Nord del celebre
«Vallo di Adriano» e di
quello di Antonino Pio. Pur
essendo italiani, e quindi in
qualche modo partecipi delle vicende dell’impero di
Roma, in realtà ci siamo
sentiti solidali con i vari
clan scozzesi che seppero
resistere all'espansionismo
imperiale romano. La cosa
non è strana: anche noi, come valdesi, siamo tra quelli
che hanno resistito nei secoli alla prepotenza romana
e alla sua pretesa di dominio universale.
4
PAG. H RIFORMA
Vita Delle Chiese
venerdì 7 LUGUO 1995
Dal moderatore della Tavola e dai presidenti Opcemi e Ucebi
Un altro passo sulla vìa
dell^unità degli evangelici
Dal 1° al 3 settembre prossimi sono convocate a Torre Pellice la sessione straordinaria del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste e l’Assemblea straordinaria dell*Unione
battista, in seduta congiunta.
In primo luogo desideriamo ringraziare
tutti coloro che hanno lavorato e lavoreranno
per il buon successo di questo evento. Le cose non sono semphci come si potrebbe forse
pensare. Oltre agli enormi problemi logistici
per la sistemazione delle centinaia di delegati, delegate, deputati, deputate a cui si dovrà
far fronte anche con la generosa disponibilità
di famiglie delle Valli, ci sono problemi organizzativi, giuridici, procedurali e, soprattutto, problemi di contenuti.
I documenti e le mozioni della precedente
sessione congiunta sono stati adottati come
materiale preparatorio dell’Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee
(Kek, Praga, 1992) e sono rimbalzati in molti ambienti sia denominazionali sia ecumenici. La particolare situazione del protestantésimo italiano e, al suo interno, dei rapporti
bvm viene dunque riguardata (talora anche
con accenti critici) come un laboratorio finora pressoché unico, nel quale la salvaguardia
deU’identità denominazionale è perseguita in
un contesto religioso e culturale che ci spinge, quand’anche già non coltivassimo in noi
un forte spirito unitario, a riconoscere la comune vocazione nel nostro paese.
Questo vasto interesse intemazionale, ribadito anche in un recente incontro con responsabili del Consiglio ecumenico delle
chiese, fra cui il segretario generale Konrad
Kaiser, sta a dimostrare che la dimensione
numericamente limitata delle nostre rispettive chiese non significa affatto un cammino
dei rapporti bvm più facile o meno approfondito. Ogni passo avanti è frutto di
una densa riflessione teologica, di una comunione maturata lungo decenni di con
fronto e di collaborazione, e di un po’ di coraggio ecumenico.
All’appuntamento di settembre dovremo
valutare il cammino percorso, punteggiato
forse più di consenso sui principi che di realizzazioni pratiche, dovremo individuare i ritardi sul terreno che abbiamo già dissodato
(riconoscimento reciproco e collaborazione
territoriale) e al tempo stesso dissodare un
terreno nuovo (l’ecclesiologia). Inoltre, gli
esecutivi si faranno portatori di proposte di
maggiore integrazione della componente
battista nella gestione di strumenti, come la
Facoltà di teologia e la Claudiana, che di fatto già svolgono e ancora di più possono
svolgere un servizio per tutte le chiese bvm.
È una grossa sfida, sia rispetto alla brevità
della sessione congiunta, sia rispetto alla dimensione e alle implicazioni dei temi che
dobbiamo affrontare. Invitiamo dunque tutti,
le chiese che discutono i documenti preparatori, i deputati, le deputate, i delegati e le delegate che animeranno la sessione congiunta, le sorelle e i fratelli che lavorano e lavoreranno per il suo svolgimento, a un grande
sforzo comune.
L’Assemblea e il Sinodo congiunti non sono l’ennesima scadenza, quinquennale, che
si aggiunge alle tante altre che disseminano
il nostro ciclo ecclesiastico. Sono Topportunità più preziosa che abbiamo di crescere insieme nella comune testimonianza all’Evangelo di Gesù Cristo.
Renato Malocchi
presidente del Comitato esecutivo
deU’Ucebi
Claudio Martelli
presidente del Comitato permanente
dell’Opcemi
Gianni Rostan
moderatore
della Tavola valdese
Verso l'assise delle chiese battiste, metodiste e valdesi - 3
Palermo: Punìformìtà
non è Pessenza delPunìtà
Le chiese di Palermo Noce
e di via Spezio hanno studiato
insieme il VI documento bmv.
L’assemblea della chiesa di
Palermo Noce ha poi discusso e votato il seguente documento.
«1) Con animo grato al Signore e con gioia accogliamo
la possibilità di dare “la mano di associazione” alle chiese battiste, che da oltre un secolo, insieme a quelle metodiste e valdesi, si sono impegnate nell’evangelizzazione
in Italia. Il Sinodo congiunto
di quest’anno a Torre Pellice
segna il termine di un cammino di alcuni anni di confronto e di collaborazione e
può rappresentare l’inizio di
un percorso importante verso
la piena comunione. Sappiamo tuttavia che esistono divergenze varie e importanti,
quali ad esempio il ministefio, il battesimo, il Sinodo
ecc. Esse testimonilo dell’
esperienza di fede di ciascuna chiesa lungo l’arco di secoli e ne costituiscono l’originale identità, vissuta sotto
la signoria della Parola.
2) Ravvisiamo nell’esperienza di fede e nelle note
della chiesa (una, santa, apostolica, universale) il criterio
e la base della ricerca di
unità. Siamo ben consapevoli
che tale ricerca avvenga nel
rispetto della diversità, da cui
nasce il reciproco riconoscimento, condizione indispensabile per l'edificazione vi
Rio Marina: nasce il Centro culturale
Uno strumento per la
presenza protestante
Chiesa valdese di Pachino
La testimonianza
di Elena e Eva
MARCO RICCA
L? idea è maturata l'anno
scorso a Rio Marina,
durante i lavori del comitato
della Casa valdese: valutando
la buona riuscita delle iniziative culturali promosse le ultime estati dalla direzione
della casa, e desiderando realizzare a Rio Marina uno strumento di promozione culturale che coinvolgesse direttamente. oltre alla parte protestante, componenti espressive
della realtà sociale e culturale
locale, si è pensato di dar vita
a un Centro culturale protestante, con sede in Rio Marina ma finalizzato a tutta la
realtà elbana, operativo in tutto l’arco dell'anno e non soltanto nel periodo estivo.
Il progetto ha trovato largo
consenso nella Chiesa valdese di Rio Marina, qel comitato della Casa e nella cittadinanza di Rio Marina, per cui,
dopo un lavoro preparatorio
di alcuni mesi, giorni fa è stato costituito ufficialmente (e
cioè notarilmente) il Centro
culturale protestante «Giovanni Cignoni», dal nome del
comandante marittimo che
per primo portò all'Elba la
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popolazione, con sede in Rio
Marina, piazza Mazzini 1.
Lo statuto del Centro culturale dell'Elba ricalca per molti aspetti quelli di Roma e Firenze, ma se ne diversifica
per la composizione del Comitato direttivo: in quest'ultimo infatti si prevedono, accanto a tre membri evangelici, fino a due membri non
evangelici (agnostici o di altra fede religiosa), per rimarcare l'apertura verso l'estemo
e sollecitare le più ampie collaborazioni, in una prospettiva laica intesa nel senso migliore della parola.
Il Centro culturale inizierà
la sua attività fin da questa
estate e, almeno per un certo
periodo, si prevede una stretta
collaborazione con i Centri di
Roma e Firenze; certamente
contribuirà a rinsaldare rapporti e buona collaborazione
tra la comunità di Rio Marina
e la Casa valdese, costituirà
un rilancio dell'iniziativa
evangelica su tutta l'isola e si
porrà, in virtù del suo carattere laico e aperturista, come
uno strumento di promozione
culturale per il Corriune di
Rio Marina e, forse, anche
per il comprensorio elbano.
AU'atto della costituzione
del Centro culturale protestante «Giovanni Cignoni» si
è proceduto alla nomina del
Comitato direttivo che risulta
così costituito: Mario Cignoni, presidente; Lorenzo Marchetti, vicepresidente; Luciano Barbetti, tesoriere; Omelia
Rovelli Grein, segretaria; Anna Mary Tognetti, membro.
LEONARDO MAGRÌ
Giornate come quella vissuta qui a Pachino la domenica di Pentecoste sono
importantissime per la vita
delle nostre chiese. Con voce
resa flebile dall'emozione.
Elena Caruso e Èva Valvo.
due giovani sorelle della nostra chiesa, hanno letto le loro
confessioni di fede che avevano allegato alla domanda di
ammissione presentata al
Consiglio di chiesa. In quell'occasione avevano detto e
manifestato in più modi non
solo la gioia che provavano
nel fare questo passo, oltre
che la consapevolezza delle
responsabilità che si sarebbero assunte, ma anche la particolare emozione che provavano e che le avrebbe accompagnate per tutto il culto, e così
è stato: durante la lettura delle confessioni di fede la commozione era generale.
Eravamo profondamente
colpiti dalla maturità dimostrata da Elena e Èva, che con
le loro parole ci hanno dimo
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cendevole e ambiente favorevole per rendere dinamiche le
divergenze. In questo contesto è da non confondere l'unità con la diversità: la prima
tende a salvaguardare la diversità, la seconda persegue
l’assimilazione e l’inclusione-annullamento dell’altro.
Pertanto il raggiungimento
dell'uniformità non appartiene all'essenza dell'unità.
3) Avvertiamo che il modello sinodale, così come è
definito nel nostro ordinamento, possa costituire un
punto di difficile confronto.
Pensiamo perciò che si debba
considerarlo con grande libertà. convinti come siamo
che esso non appartiene alle
prescrizioni di diritto divino
(res juris divini). Al riguardo
Karl Barth afferma: “L'esistenza di un organo speciale
di mediazione, di un'istituzione che favorisce e salvaguarda
l'unità di comunità localmente separate, non è esclusa, ma
essa non potrà mai essere parte integrante dell'essere chiesa...” (IV voi. 11. pag. 33 ed.
frane. Labor et fides, Ginevra
1967). Siamo d’altra parte
portati ad affermare che la diversità e la separazione della
comunità locale non possono
viversi come estraneità, in
questo contraria all'unità e
universalità della chiesa».
Chiesa valdese di Taranto
Occorre superare
la disparità tra ì sessi
strato come lo Spirito di Dio
continui ad agire, nonostante i
nostri dubbi e le nostre esitazioni. Nella predicazione chi
scrive ha esortato non solo le
confermande, ma tutta la comunità a saper vivere concretamente la propria fede, e non
solo idealizzarla, nell'amore e
nel perdono, ponendoci al
servizio di Dio. colui che desidera essere chiamato «Abba». Padre, non solo da noi.
ma da tutta l'umanità.
Nel pomeriggio ci siamo ritrovati per festeggiare le neoconfermate e trascorrere dei
momenti di gioia e di divertimento. partecipando a una
«caccia al tesoro» biblica.
Forse non se ne renderanno
conto ma con la loro confermazione, con la loro testimonianza, Elena e Eva hanno
dato maggior forza alla nostra fiducia e alla nostra speranza: è per questo che vogliamo ancora una volta ringraziarle per la gioia che abbiamo provato, e ringraziamo
Dio per il dono della fede dato alle nostre sorelle.
EVANGELINA CAMPI
11 19 giugno la Chiesa valdese di Taranto ha avuto
la gioia di ospitare nei propri
locali i membri della commissione nominata dalla Cec
che stanno visitando diverse
nazioni in occasione del Decennio delle chiese in solidarietà con le donne. Si tratta di
Juhani Ràsànen, professore
di religione laico della chiesa
ortodossa della Finlandia;
Moïse Sagbohan, presidente
della Chiesa metodista del
Benin; Nicole Fischer, segretaria del Wcc. della Chiesa
protestante svizzera a Ginevra; Daniela Di Carlo, pastora, impegnata nel gruppo di
donne Cassiopea.
La comunità valdese tarantina. durante l'interessante e
partecipato dialogo, ha vissuto insieme a questi fratelli e
sorelle, venuti così da lontano. intensi momenti di condivisione e di speranza per la
chiesa che desideriamo costruire. È emersa la chiara
volontà, apprezzata dai membri della commissione, di voler attuare il completo riscatto delle donne, per una pari
corresponsabilità nelle chiese. affinché siano finalmente
superati i pregiudizi che ancora sussistono e causano la
disparità fra i sessi.
E stato opportunamente ricordato che Gesù, mentre
parlava alla samaritana, aveva già abbattuto ogni muro di
separazione fra le persone; altrettanto opportunamente è
stato rilevato che non basta
leggere l’Evàngelo con fede.
ma occorre metterlo in pratica. osservando uno stile di vita che testimoni il mutamento
avvenuto. È per questa ragione che anche noi della chiesa
di Taranto riteniamo di dover
lavorare con impegno insieme ai bambini della scuola
domenicale, ai giovani catecumeni e a tutta la comunità
affinché, attraverso lo studio
della Bibbia e degli aspetti
storico-culturali della condizione femminile, si riesca a
rimuovere gli ostacoli che di
fatto ancora oggi impediscono la realizzazione delle pari
opportunità tra uomini e donne. Un grazie e un augurio di
proficuo lavoro ai membri
della Cec e alla pastora Di
Carlo che li accompagna.
Vendesi
a Mentone
Privato vende ap'
parlamento alture
di Mentone (Costa
Azzurra), vista mare, termo autonO'
mo, tre camere, cU'
cinotto, bagni sepa'
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gersi alla Casa Valdese
di Vallecrosia telefono
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5
VENERDÌ 7 LUGLIO 1995
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
LA TAVOLA VALDESE INFORMA
Più attenzione
alle finanze
La Tavola ha fissato il calendario delle sue prossime
sedute come segue: 5-6 settembre (Torre Pellice), 1314-15 ottobre (Roma), 1718-19 novembre (Roma).
Seguirà il calendario delle
sedute del 1996.
La Tavola ha anche deciso la sistemazione di alcune
situazioni pastorali nelle
chiese, nominando il past.
Salvatore Ricciardi pastore
a Bergamo a partire dal 1°
settembre 1996, confermando l’assegnazione delle
chiese di Torrazza e Chivasso alla cura del past.
Gregorio Plescan (pastore a
Ivrea), confermando l’assegnazione della Chiesa di
Biella, per il prossimo anno
ecclesiastico, al 4° circuito,
nominando la pastora Dorothee Mack pastora delle
chiese di Ferentino e Colleferro dal 1° settembre 1995,
prorogando di un anno il
ministero del past. Giovanni
Lento a Messina, dal 1 ° settembre 1995 (il past. Lento
vi ha già prestato servizio
per 14 anni), affidando per
il prossimo anno la cura
delle chiese di Udine e Gorizia al past. Claudio Martelli con la collaborazione
del 7° circuito. Rimangono
ancora alcune sedi «scoperte», e si spera di potervi far
fronte nelle prossime sedute, anche in funzione degli
esiti degli esami o delle tesi
di alcuni vicari tedeschi, e
di alcuni candidati e candidate italiane. La Tavola presenterà all’approvazione del
prossimo Sinodo una convenzione con la Chiesa di
lingua italiana del Wiirttem
berg (Chiesa di Stoccarda),
giunta alla fase definitiva
degli accordi.
Si richiama l’attenzione
delle chiese sulla situazione
finanziaria, sia perché i ritardi nelle contribuzioni
(pii) di 200 milioni alla data) stanno mettendo in serio
pericolo la liquidità della
cassa specie per i mesi di
luglio e agosto, sià perché
potremmo ricevere l’ingiunzione a pagare centinaia di milioni di contributi
in più per il Fondo speciale
Inps (pensioni per i pastori),
con gli arretrati 1994: la sistemazione del sistema pensionistico italiano, di cui
tutti leggiamo da tempo sui
giornali, non poteva non
coinvolgere anche la gestione del «Fondo speciale». La
Tavola, insieme agli esecutivi di tutte le altre chiese
evangeliche, appartenenti
alla Federazione o meno,
sta attivamente cercando di
limitare le richieste addizionali (i contributi dovrebbero
essere moltiplicati per 3,4
volte!).
Infine una buona notizia:
la Tavola ha avviato l’acquisto di un locale multifunzionale di culto a Perugia,
che è da subito disponibile
per gli evangelici, italiani e
non, presenti in quell’area.
Il progetto sarà prossimamente illustrato su Riforma,
e sarà oggetto di un appello
speciale per il finanziamento dell’acquisto.
Si ricorda a tutti i cassieri
che devono inviare copia
delle «ricevute» per la defiscalizzazione agli uffici della Tavola a Roma.
Ricordo di un'amica moglie di pastore
Lìllìna Quattrini
ELSA ROSTAN
Ancora una volta mi accingo a scrivere il necrologio di una mia collega e ne
sono particolarmente addolorata, perché a Lillina mi sentivo proprio tanto vicina, non
solo per una lunga amicizia
ma anche per tante vicende simili della nostra esistenza. Le
nostre date di nascita differiscono solo di pochi giorni:
stesso mese, stesso anno.
Lillina apparteneva, come
me, a quel gruppo di mogli di
pastore per cui sposare un pastore era anche accettare un
ministero accanto alla persona amata; non c’era nulla di
straordinario in questo: a quel
tempo era così e ci pareva anche bello che fosse così. E
questo ministero Lillina l’ha
svolto per lunghi anni con
dolcezza, con serenità, con
perseveranza; è stata veramente «l’aiuto convenevole»,
per cui, come dice l’Ecclesiaste, «due valgono più di uno
solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Poiché se uno cade, l’altro rialza
il suo compagno» (4, 9-10).
Le vicende della vita di
Lillina sono state spesso anche le mie vicende. I nostri
compagni avevano frequentato insieme il Collegio di
Torre Pellice, poi la Facoltà
di teologia, l’anno all’estero
a Edimburgo, poi furono insieme alle Valli per un primo
tmnistero, l’uno a Angrogna
l'altro a Pramollo. Poi era
venuto il turno delle città;
Napoli per i Deodato, e sono
gli anni in cui sta per scoppiare la guerra che separerà
le famiglie. Dopo la guerra
sono di nuovo alle Valli, poi
si succedono nella moderatura e alla guida della chiesa di
Pinerolo.
Quando Lillina rimane sola
affronta con molto coraggio
questa situazione dolorosa
aggravata ancora per lei da
una malattia di cui conosciamo la gravità. I pinerolesi
erano soliti farle visita e
sempre li accoglieva con
riconoscenza e con quella serenità che riusciva a infondere anche agli altri.
Per il suo compleanno alcune sorelle di Pinerolo avevano r abitudini di passare il
pomeriggio con lei. Non potremo più farlo quest’anno
ma ci rimane nel cuore tanta
gratitudine verso di lei come
un soave profumo quale
quello dei suoi ciclamini, che
non mancavano mai nel piccolo vasetto posato sul tavolo del suo soggiorno.
Non ho potuto essere presente al funerale, per una mia
temporanea lontananza dalle
Valli, ma mentre questo si
svolgeva mi sono tornate in
mente le parole di quel cantico della raccolta francese
«Psaumes et cantiques» che
dicono: «Ils ne soni pas perdu; ils nous ont devancé».
Siamo in tanti ad essere addolorati con voi, cari Tuni,
Luci e Giò, ma ci conforta il
ricordo di tutto quello che vostra madre ci ha dato.
Alla casa per anziani «Il Gignoro»
A scuola di diaconia
GABRIELE DE CECCO
In questo «anno scolastico»
il Gignoro è stato impegnato in un lavoro di formazione del personale che ha
fatto nascere, in tutti noi che
ci lavoriamo, numerosi spunti
di riflessione e buoni propositi (che manterremo?). Coordinati da Gianluca Barbanotti e
Nedo Baracani, i corsi si sono
articolati in una parte generale, comune a tutti, in una parte specifica per i vari settori e
in una serie di incontri con i
coordinatori dei servizi.
Obiettivi: l’ottimizzazione
dell’utilizzo delle risorse economiche, il miglioramento
della qualità del servizio e
dell’integrazione tra settori,
la modificazione degli atteggiamenti lavorativi, l’aggiornamento professionale.
Molti i frutti già visibili, a
livello di organizzazione, di
capacità di autovalutare il
proprio lavoro in relazione al
progetto globale, di interesse
da parte di chi lavora a contribuire a questo progetto,
modificandolo e integrandolo. Importante la voglia di
partecipare e di essere informati anche di quanto si viene
facendo nei settori diversi dal
proprio, che ha portato alla
programmazione di una griglia di incontri periodici di
settore, con inviti a coordinatori di diverso settore. Un allargamento in pratica delle
corsie sulle quali viaggiano le
comunicazioni (che non bastano mai), permettendo a
chiunque di incanalare critiche e suggerimenti, sapendo
dove e quando saranno valutati e conoscerne poi gli esiti.
In particolare il coordinamento, che garantisce la comunicazione primaria tra i
settori e aiuta il direttore nelle
decisioni allargando la visuale ai diversi punti di vista, ha
avuto un’ulteriore maturazione, rendendosi capace di valutare più professionalmente
la qualità del servizio, attraverso specifici indicatori.
Non vogliamo fingere con
noi stessi: molte cose che abbiamo fatto, anche a livello di
corsi di formazione, si fanno
anche nelle aziende che cercano il profitto, anzi spesso
ciò è usato per aumentare la
produttività a favore di chi ne
intasca l’utile.
Non siamo i soli a considerare l’insieme del personale
come soggetto che partecipa
attivamente al progetto globale che l’opera persegue. C’è
chi prima di noi ne ha scoperto la «funzionalità» legata al
profitto ma questi lo fanno
appunto a partire da una «razionalità» già prestabilita e
orientata a quella finalità. Per
noi evangelici invece il coinvolgimento è irrinunciabile (e
sincero) perché consideriamo
la diaconia in una. logica in
cui nessuno è puro mezzo
estraniato dal fine, dove servitore e servito sono liberati
insieme nel loro mettersi in
relazione e dove i valori di riferimento non sono calati da
un magistero ma rimandano a
una fede viva e che interroga
tutti indifferentemente. Tutti,
residenti (utenti?) e personale, evangelici e non.
Se là dove l’aspetto tecnico
aziendale è più forte, cioè
ovviamente nelle opere, si
riesce a far operare una «critica» evangelica, cioè non
un’ideologia quanto un punto
di vista critico sulla realtà da
dentro la realtà stessa, si può
veramente sperare di fare
qualche passo nel difficile lavoro di ricucitura tra le chiese e le opere.
La diaconia che tende a subire lo stesso processo di par
cellizzazione funzionale in atto nella società (i locali di
culto per la funzione domenicale, gli istituti per la funzione diaconale...) ricalca poi al
suo interno la parcellizzazione per professionalità e ruoli.
Di fronte all’uomo integrale
da coinvolgere nel processo
diaconale (come «servito» o
«servitore»), questa parcellizzazione rivela la sua radicale
contraddizione interna. Lavorando su questa contraddizione è lecito sperare che la diaconia si muova verso la concretezza ricomponendo, in
funzione appunto dell’uomo,
professionalità e ruoli, doni e
comunità. Anzi, più che di
una ricomposizione, si tratterebbe in realtà di una critica a
come sono state composte,
perché ritagliate per finalità
diverse da quelle che si pone
la diaconia. Un cammino,
questo, che non può che coinvolgere le nostre comunità,
chiedendo a loro di restare
costantemente protagoniste
della diaconia che da esse è
scaturita.
C’è dunque una possibile
specificità evangelica nell’approccio all’organizzazione e
alla formazione del personale? Risponderei di sì se per
specificità non si intende una
ricetta, ma una particolare
tensione nella gerarchia degli
obiettivi e nel concretizzare
quanto in genere si preferisce
tenere sull’astratto: la realtà
dell’alienazione, la specificità
di ogni persona che contribuisce al lavoro complessivo, il
desiderio reale di porre in relazione tutti i soggetti coinvolti nel processo diaconale,
cercandone la razionalità in
fondo e non dettandola all’
inizio. Se siamo in grado di
prendere su di noi la non facile responsabilità di gestire
tutto ciò in modo diverso, anche la formazione sarà veramente trasformazione reale e
non abbellimento e ammodernamento funzionale di un «sistema» il cui solo scopo è
l’equilibrio e la creazione di
margini di profitto.
Cronache
VENEZIA — Il senso della famiglia: è stato questo il centro
della predicazione di domenica 11 giugno del pastore
Gianni Bogo, basata sul capitolo 5 della Genesi e sul capitolo 3, 31-35 dell’Evangelo di Marco, nel tempio valdese
di Venezia, in occasione di un raduno avvenuto nell’accogliente Foresteria di quella chiesa, dei discendenti di Caio
Bogo, una delle pietre miliari della Chiesa valdese di Venezia. Abbiamo, in questa occasione, sentito quanto è vera
l’affermazione dataci dalla Scrittura con il salmo 133, dove è scritto: «Quant’è buono e quant’è piacevole che fratelli dimorino assieme, poiché quivi l’Eterno ha ordinato
che sia la benedizione». È stata una giornata di riconoscenza al Padre celeste per questo incontro nella luce di
una fede comune, tramandata di generazione in generazione, che ci ha fatto comprendere la ricchezza di essere suoi
figli e sempre maggiormente radicare nella volontà e promessa di essere al suo servizio nel clima dell’agape che discende dalla croce.
FELONICA — Per impegni dei vari «protagonisti», le confermazioni non si sono potute tenere la domenica di Pentecoste. Si sono fatte perciò domenica 25 giugno con grande
partecipazione e con l’apporto della corale. I cinque nuovi
membri di chiesa sono Sabina e Serena Grechi, Martina
Trazzi, Luca Negri e Maurizio Vassalli. Molto belle e incisive le loro testimonianze e molto ben nutrito e festoso il
rinfresco offerto dopo il culto a tutti i partecipanti.
PRAMOLLO — Ci ha lasciati, a soli 68 anni, il fratello Gustavo Long dei Pellenchi. Ai familiari giunga l’espressione
della solidarietà cristiana e della fraterna simpatia di tutta la
comunità.
FRALI — Il Concistoro e tutta la coinunità ringraziano Elda
Grill per i suoi 15 anni di servizio in qualità di anziana
svolti con impegno nella chiesa. La comunità, partecipando
al dolore della moglie e dei famigliari di Pietro Grill, deceduto all’età di 81 anni il 24 giugno, esprime loro la sua più
fraterna e affettuosa simpatia cristiana.
SAN GERMANO — Ai figli e ai familiari tutti di Guido
Vinçon, che ci ha lasciati dopo un periodo di sofferenze,
vada l’espressione della solidarietà cristiana della comunità
sangermanese.
DECENNIO DI SOLpARIETÀ — Si è svolta dal 15 al 23
giugno la «visita ecumenica» in Italia di una delegazione
del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) venuta per
ravvivare l’interesse e raccogliere dati sull’impegno delle
chiese evangeliche italiane nel «Decennio ecumenico delle
chiese in solidarietà con le donne», un programma lanciato
nel 1988. La delegazione era composta da Nicole Fisher,
responsabile del «decennio» al Cec, dal past. Moïse Sagbohan, presidente della Chiesa metodista del Benin, da
Juhani Ràsànen, insegnante finlandese e ortodosso, e dalla
pastora Daniela Di Carlo. In gruppo ha visitato chiese e
opere alle Valli, a Torino, in Puglia e a Roma dove ha incontrato i comitati esecutivi delle chiese battiste, metodiste e valdesi e quello della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. L’impressione, ha detto Nicole Fischer, è
che le donne in Italia siano pienamente inserite a tutti i livelli in tutte le chiese visitate, tuttavia le iniziative per il
«decennio» sono soprattutto realizzate dalle donne. Un dato questo che evidenzia un certo disinteresse delle chiese
alle questioni poste dal «decennio» stesso. Anche la produzione teologica delle donne italiane è, secondo Nicole
Fischer, di «altissimo livello».
La Chiesa battista di Bari si interroga sull'immigrazione
La morte di Daniel Guiraou
MARISA MASTROTOTARO
Aveva uno sguardo dolcissimo che arrivava
dritto al cuore, Daniel Guiraou. Lo hanno trovato morto
sabato 10 giugno sui campi
vicino all’azienda avicola
presso cui lavorava. Un arido
comunicato stampa ha diffuso la notizia: morto un extracomunitario mentre bruciava
delle sterpaglie. A noi, sopraffatti dal dolore e dalla
rabbia, riesce difficile credere che si tratti proprio del nostro fratello Daniel, giunto a
Bari dalla Costa d’Avorio
circa tre anni fa e diventato
ben presto membro della locale chiesa battista.
Daniel aveva dei progetti,
amava il suo lavoro e cercava
continuamente di migliorare;
aveva deciso di sposarsi a
settembre con la sua fidanzata Marie Paule, una ivoriana
di origine cattolica che recentemente ha chiesto di essere
battezzata nella chiesa evangelica (pentecostale) della
cittadina in cui si erano trasferiti. Era una persona schiva, di poche parole, non amava sparlare degli altri perché
considerava la pace tra fratelli e sorelle come il dono più
importante. Chi lo ha cono
sciuto sa che ha sempre lottato per la giustizia, nel tentativo di vivere una vita consacrata al Signore.
Così è stato ricordato anche dall’assemblea dei cittadini ivoriani che si è riunita
domenica 18 giugno nei locali della chiesa battista per capire ciò che appare incomprensibile, per ricordare chi
non si vuole dimenticare e
soprattutto per affrontare con
coraggio la situazione e chiedere che si faccia luce sulla
sua scomparsa.
L’associazione dei cittadini
ivoriani ha nominato un legale per indagare sulle circostanze della sua morte, niente
affatto chiare. Una perizia e
l’autopsia hanno stabilito che
è deceduto per asfissia provocata dal fumo sprigionato
dalle sostanze che stava bruciando; le ustioni presenti sul
suo corpo sono infatti troppo
superficiali per aver potuto
causare la morte. Tuttavia
numerosi interrogativi restano insoluti; non si spiegano
alcuni segni lasciati sui polsi;
da un sopralluogo sembra
impossibile che non sia potuto sfuggire a un rogo così
piccolo. Cosa stava bruciando, in realtà? E chi gli aveva
ordinato di farlo, visto che
ciò avveniva appena al di
fuori della proprietà del suo
datore di lavoro? Quest’ultimo rifiuta di prendersi le proprie responsabilità, giungendo ad affermare che Daniel
lavorava solo saltuariamente
presso di lui mentre, al contrario, dal fatto che egli possedesse tutte le chiavi dell’
azienda risulta essere stato
una persona di fiducia. L’ambasciata, interpellata dai cittadini ivoriani, ha risposto
molto seccamente lasciando
intendere di non avere nessun
interesse a tutelare dei cittadini che, come Daniel, sono
dovuti diventare clandestini a
causa delle leggi italiane assurdamente restrittive.
E a causa di queste leggi
che i lavoratori stranieri devono entrare in un mercato
del lavoro forzosamente nero, adattarsi a vivere nella totale invisibilità e talvolta anche a morirvi. Forse la morte
di Daniel è stata un incidente, forse no, ma se potrà diventare un ulteriore monito
alla lotta comune di tutti i lavoratori per uscire dall’illegalità, per esigere più sicurezza nei posti di lavoro e per
chiedere le garanzie del diritto, forse non sarà stata del
tutto vana.
6
PAG. 6 RIFORMA
Della Parola
VENERDÌ 7 LUGLIO 1995
PERCHÉ, SIGNORE?
PIERO bensì
Capita di tanto in tanto (e
troppo sovente nei nostri
tempi) di dover accompagnare al cimitero qualche nostro
caro deceduto in età giovanile oppure nella piena maturità, ancora molto lontano dal
sentirsi «sazio di giorni». Il
dolore dei genitori, del coniuge, dei figli è straziante e si
esprime spesso con la domanda: «Ma perché il Signore ha permesso questo? perché il Signore non è intervenuto? perché? perché?». E la
stessa domanda sale dal nostro cuore di fronte àlle sofferenze di fratelli e sorelle che
sembrano accumulare su di
sé un numero incredibile di
malattie. Perché?
Un grido che attraversa
tutta la Bibbia
V
E un grido che attraversa
tutte le pagine della Bibbia. È certamente il grido di
Eva di fronte al cadavere di
suo figlio Abele. È il grido
che tormenta il cuore di Àbramo durante quegli interminabili tre giorni di cammino per
raggiungere il monte Moria
dove deve sacrificare suo figlio Isacco. E il grido di Davide alla morte del figliò Absalom, figho ribelle e crudele,
ma pur sempre suo figlio. Soprattutto è il grido che sale
poderoso dal libro di Giobbe,
quando quest'uomo giusto si
vede privato dei figli, dei beni
e infine della propria salute. È
il grido che sale dal cuore di
Paolo a causa della «scheggia
nella carne» che gli impedisce di lavorare come vorrebbe: «Tre volte ho pregato...».
È un «perché» che rimane
sempre senza risposta.
È il grido che ritroviamo,
alla fine della storia umana,
nell'Apocalisse, quando i
martiri della fede lanciano a
gran voce quel loro interrogativo terrificante (e per molti versi sconcertante): «Fino
a quando aspetterai, o Signo
re Santo e verace, per fare
giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?... Fu loro detto che si riposassero
ancora un po ' di tempo, finché fosse completo il numero
dei loro compagni di sennzio
e dei loro fratelli, che devono
essere uccisi come loro».
Non’è risparmiato nulla ai
credenti. Si può dire quindi
che dalla prima all’ultima pagina della Bibbia, questo angoscioso «perché?» risuona
senza risposta.
Un grido che sale
dalla storia
Non solo dalle pagine della Bibbia, sale questo
grido angoscioso, ma da tutta
la storia degli uomini. Oggi
come non mai lo sentiamo salire dalle popolazioni sottoposte alle distruzioni e ai massacri in cento località: Cecenia,
Jugoslavia. Ruanda, Somalia,
Messico e tante altre. Già
nell'antichità un poeta pagano cantava: «In tempo di pace
i figli seppelliscono i loro genitori, e questo è gradito agli
dei; in tempo di guerra sono i
genitori a seppellire i loro figli e questo non piace agli
dei». E una poetessa dei nostri giorni ha scritto a proposito della fame nel Terzo
Mondo: «Fratello mio,/la tua
immagine/ giunge fino a me;/
tu appari sul video / per pochi istanti,/ mi mostri il tuo
corpo/: provato dalla care- \
stia! C’è ancora segno di vi- \
ta/ nei tuoi grandi occhi/ e
forza nel tuo sguardo; / ma tu
non hai più fiato/ per gridare
al mondo/ la tua fame!/ Tu mi
guardi profondamente,/ io ti
guardo.../ diventa amaro il ;
mio boccone...».
Non si tratta di grida solita- i
rie, ma due terzi dell’umanità
vivono nella guerra, nella carestia, nello sfruttamento: il ;
loro grido, il loro «perché?» è
un boato immenso che talvolta ci fa tremare, perché sappiamo di essere in parte responsabili di quella sconfinata sofferenza.
Perché Dio permette
la sofferenza?
Nella Bibbia, tuttavia, il
problema è più grave
perché al dolore espresso da
questo grido, si aggiunge il
senso dello scandalo. Se Dio
è amore, perché permette la
sofferenza dei suoi figliuoli?
La Bibbia è ricca di affermazioni come: «Dio è il nostro
alto ricetto», «L’Eterno è il
nostro aiuto e il nostro scudo», «Dio è per noi un aiuto
sempre pronto nella distretta». «I giusti gridano e
¡’Eterno li ascolta e li libera
da tutte le loro disgrazie».
«L’Eterno è vicino a quelli
che hanno il cuore afflitto e
salva gli umili di spirito».
«Molte sono le afflizioni del
giusto, ma l’Eterno lo libera
da tutte. Egli preserva tutte le
sue ossa: e non se ne spezza
neanche uno...».
Gli amanti delle statistiche
affermano che vi sono nella
Bibbia oltre cinquemila pro
«E verso Fora nona Gesù gridò a gran
voce: Elìf Eli, lenta sabactanì? Cioè:
‘‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”»
(Matteo 27,46)
messe per il credente, che
fanno da supporto a una teologia secondo cui i credenti
sono in qualche modo preservati dai mali di questo mondo. Gesù stesso ha detto: «Se
due di voi sulla terra si accordano a domandare una
cosa qualsiasi, quella sarà
loro concessa dal Padre
mio». Quante volte ci siamo
accordati (e ben accordati)
per chiedere la guarigione di
un fratello o di una sorella
ancora giovani, ma la guarigione non è venuta?
È il grande problema di
Giobbe, il quale lancia a Dio
il suo terribile «perché?», non
tanto per. il fatto delle prove
che lo hanno colpito, quanto
per il fatto che Dio non sia intervenuto a suo favore. In favore di un credente sincero e
innocente, che non ha mai
fatto male a ri’essuno. Perché?
perché? ma Dio non risponde
su quel piano, Dio non scende a discutere con noi sui nostri perché. E come potrebbe
Dio discutere con noi, sul
piano dei nostri ragionamenti? Quando risponderà a
Giobbe, sarà su un piano
completamente diverso.
Il salmo 73
C? è un salmo, uno dei
più belli e drammatici
di tutta la raccolta, il Salmo
73, dedicato al problema che
nasce da questo scandalo.
L’autore è Asaf, il capo cantore del re Davide, un uomo
abituato a guardare in faccia
la realtà, senza la cortina fumogena delle illusioni religiose. Parlando appunto dello
scandalo provocato dalle sofferenze dei giusti e dalla prosperità degli empi, Asaf esclama a un certo punto: «Ho
voluto riflèttere per comprendere questo, ma la cosa mi è
parsa molto ardua, finché
non sono entrato nel santuario di Dio...».
Ecco: il santuario di Dio!
Per noi credenti in Cristo non
è qualche luogo nascosto in
qualche chiesa, protetto da un
altare, ma il santuario di Dio
è il cuore stesso di Dio e cioè
Gesù Cristo, la rivelazione di
Dio, la sua Parola per noi. E
allora, osservando bene que- ;
sto nostro Signore, udiamo
quello stesso «perché?» che
sale come un grido spaventoso dalla croce; «Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbondo-,
nato?». Perché? perché? è lì
forse che incominciamo a
comprendere veramente che
cosa significhi T incarnazione,
che cosa voglia dire che il Figlio si è fatto in ogni cosa come uno di noi, fin nella nostra
disperazione. Dio non risponde e non interviene neppure a
difendere il suo Figliuolo dalle ingiurie dei nemici: «Ha
salvato altri e non può salvare se stesso...»; «Se sei Figlio
di Dio, scendi giù di croce...», «Si è confidato in Dio:
lo liberi, ora!». Ma il cielo rimane chiuso. «Dio mio, Dio
mio, perché...». È un grido
piantato come un pugnale nella carne viva del mondo. Un
grido senza risposta. Rimane
un corpo senza vita nella tomba di Giuseppe d'Arimatea,
chiusa da un pietra sigillata.
L’intuizione del profeta Isaia
(63, 9) si verifica alla lettera:
«In tutte le loro distrette, egli
stesso fu in distretta». In
mezzo ai nostri perché senza
risposta. Cristo stesso è insieme con noi con il suo «perché?» senza risposta.
L'annuncio
della Risurrezione
La croce tuttavia non è
l’ultima parola di Dio.
Entrare «nel santuario di Dio»
significa anche vedere la risurrezione di Cristo. Anzi, significa soprattutto questo: la
chiesa primitiva, più che la
croce, annunziava la risurrezione del Signore. «Dio ha
fatto e Signore e Cristo quel
Gesù che voi avete crocifisso»
esclama Pietro davanti alla
folla di Gerusalemme il giorno della Pentecoste. «Gesù
Cristo è morto, e più che questo, è risuscitato dai morti»
scriverà l’apostolo Paolo. Cristo risorto! È la grande speranza che anima tutte le pagine del Vangelo, è la speranza
con la quale tutti i martiri cristiani, da Stefano fino ai giorni nostri, hanno affrontato la
morte senza timore.
L’apostolo Paolo, che pure
si è visto respinto il suo grido
d'aiuto quand’efa ammalato e
al quale Dio non eviterà il
martirio, dichiara tuttavia:
«Tutte le promesse di Dio
hanno il loro “sì” in Cristo;
perciò per mezzo di lui noi
pronunziamo l’amen alla gloria di Dio». È chiaro il riferimento al Cristo risorto, che
rappresenta l’esaudimento to
tale e definitivo ai miliardi di
preghiere rimaste inevase nel
corso della storia della fede,
la risposta alle domande che
sovente angosciano il nostro
cuore di credenti.
«lo sono la risurrezione
e la vita...»
Dio non risponde ai nostri
.«perché?», non scende
in polemica con noi. E come
potrebbe farlo senza distruggerci? Ma ci indica Gesù Cristo risorto, unica sua risposta,
unica speranza della nostra
vita e della vita del mondo,
unico spartiacque irriducibile
fra la fede e l’incredulità. Alla domanda: «Credi in Dio?»
si può rispondere affermativamente 0 negativamente, ma
si può anche dare una risposta
a metà strada: credo in un
Dio creatore e reggitore
dell’Universo, non in un Dio
personale ecc. ecc.
Peraltro fronte alla risurrezione di Cristo non si può
«credere un pochino». O si
crede o non si crede. «Io sono la risurrezione e la vita...
credi tu questo?» chiede Gesù a Marta, la sorella di Lazzaro. Sì 0 no: non esiste altra
strada, non esiste altra alternativa. Questa è la risposta di
Dio ai nostri perché. Cristo è
risorto! Come con Giobbe:
Dio non risponde ai suoi infiniti «perché», ma gli dice:
«Dov’eri tu quand’io fondavo
la terra? Chi ne fissò le dimensioni? Chi chiuse con
porte il mare?... Hai tu mai,
in vita tua, comandato al
mattino? o insegnato il suo
luogo all'aurora?... Sei tu penetrato fino alle sorgenti del
mare? hai tu passeggiato in
fondo all’abisso? Le porte
della morte ti sono esse state
scoperte? Hai tu veduto le
porte dell’ombra di morte?
Hai tu abbracciato con lo
sguardo l’ampiezza della terra?... Sei tu che a suo tempo,
fai apparire le costellazioni e
guidi l’Orsa maggiore insieme ai suoi piccini?... Vuoi tu
proprio annullare il mio giudizio, condannare me per
giustificare te stesso...». Dio
non risponde, ma si mostra a
Giobbe nella sua gloria e in
tutta la sua maestà, per cui
Giobbe è costretto a dire: «Io
riconosco che tu puoi tutto...
ne ho parlato, ma non lo capivo: sono cose troppo meravigliose e io non le conosco...
, Il mio orecchio aveva udito
parlare di te, ma ora l'occhio
mio t'ha veduto...».
Dio non viene a discutere
con noi, ma ci indica il Cristo
risorto, unica risposta a tutti i
nostri «perché». Se riusciamo
per fede a scorgere questa resurrezione, questo punto luminoso. non abbiamo bisogno
d’altro. «Tre volte - dice Paolo - ho pregato il Signore...
ma il Signore mi ha risposto:
la mia grazia ti basta». «Se
Cristo non è risuscitato - dice
ancora Paolo ai Corinzi ...vana è la vostra fede. Ma
ora Cristo è risuscitato, primizia di quelli che dormono...
Come tutti muoiono in Adamo. così in Cristo saranno
tutti vivificati». E l’Apocalisse fa eco: «Il suo volto era come il sole quando splende in
tutta la sua forza e mi disse:
Non temere, io sono il primo
e rultimo, e il vivente. Fui
morto, ma ora sono vivente
per i secoli dei secoli...». E la
conseguenza finale di questa
resurrezione sta nella visione
dei nuovi cieli e della nuova
terra e della nuova Gerusalemme: «Ecco il tabernacolo
di Dio con gli uomini! Egli
abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli... Egli
asciugherà ogni lacrima dagli
occhi loro e non vi sarà più
morte né cordoglio, né grido,
né dolore...». Milioni di credenti in duemila anni, con
queste parole nel cuore, hanno affrontato sofferenze, torture. martirio. Lì è la risposta
di Dio al nostro grido: risposta<definitiva. radicale, totale.
Preghiera
Signore, Dio nostro! Ti rendiamo grazie di
essere un Dio la cui grandezza, santità e misericordia superano ogni intelligenza. Quando noi, uomini, abbiamo respinto, condannato e messo a morte il tuo caro Figlio, tu in
realtà eri all’opera per darci la pace per
mezzo di lui. Quindi lo hai risuscitato dalla
morte e dal sepolcro per attestare che tu sei
il Creatore e Signore di tutte le cose, non
contro di noi ma in favore di tutti noi, povere creature umane insensate, malvagie e afflitte. Ti ringraziamo per questa testimonianza della tua potenza che non abbiamo
meritato e per la grazia di poterla annunziare... Guidaci tutti insieme verso di te e gli
uni verso gK altri, affinché possiamo amarti
con cuore sincero, come tu ci hai amati, come tu ci ami ed essendo così rinnovati possiamo rimanere nell’umile ubbidienza e nella fiducia gioiosa. Te lo chiediamo nel nome
di Gesù Cristo. Amen.
Karl Barth
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spedizione in abb. postale/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
ai mittente presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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Il Brio Bude visto dal versante francese. È ormai tempo di escursioni e ii giro del Bucie è un percorso interessante
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VENERDÌ 7 LUGLIO 1995 ANNO 131 - N. 27 LIRE 2000
Con l’orario estivo è ricominciata la sofferenza
dei pendolari sulla Torino-Pinerolo-Torre Pedice. Sono ricomparse le soste a Pinerolo
che tante polemiche suscitarono negli anni 1986-87: a
quell’epoca erano più lunghe;
ora si associano al trasbordo
da un convoglio all’altro, e il
quarto d’ora a cui alcune di
esse giungono è sconfortante.
Poi, sull’orario, c’è la quasi
«istituzionalizzazione» del ritardo: il treno in partenza alle
8,10 da Pinerolo dovrebbe arrivare a Torino alle 8,55, come in inverno: ma parte 4’
prima, e da Torre Pedice ben
11 minuti prima.
In realtà poi il treno, abbastanza puntuale fino a Lingotto, arriva a Porta Nuova
DISAGI IN FERROVIA
VELOCITA...
ALBERTO CORSAMI
tra le 9 e le 9,05 (come in inverno ma partendo prima). Il
rientro a volte è uno strazio.
Lasciando Porta Nuova alle
18,19 (quasi sempre, va detto, in perfetto orario), si scopre a Pinerolo che il treno
«piccolo» arriverà con 15’ di
ritardo da Torre Pedice (km
della tratta: 17). In questo
modo (è accaduto due volte
nel giro di tre giorni lavorativi) non solo si rientra tardi in
valle ma si costringe chi va da
Pinerolo a Torino ad aspettare. Pare sia colpa dei comandi
dei passaggi a livello.
In compenso ha fatto la sua
comparsa su alcuni treni un
mezzo vagone di prima classe, ora del tutto vuoto dopo
che i primi giorni è stato occupato da chi pensava a un errore, a uno scherzo, allo scollamento di un foglietto che
indicava il consueto «declas
Regione Piemonte
Definita la
nuova giunta
Ade 15 di giovedì 29 giugno Enzo Ghigo ha tirato respiro di sollievo: era stato finalmente eletto presidente
della giunta regionale del
Piemonte e la coalizione di
centro-destra aveva votato
compatta. Non era andata così due settimane prima per
l’elezione del presidente del
Consiglio regionale, Rolando
Picchioni: alla prima votazione Picchioni era stato
«impallinato» per contrasti
suda distribuzione delle deleghe assessorili. La cosa era
stata portata a Roma, a Berlusconi e Casini, che avevano dato il loro responso: «La
giunta in Piemonte si deve
fare, costi quel costi». Così si
era poi eletto, la settimana
successiva, il presidente e
l’ufficio di presidenza del
Consiglio regionale.
Rimaneva lo scoglio della
giunta. Per far posto al Ccd e
ai Federalisti qualcuno doveva star fuori. Così alcuni consiglieri che si «sentivano» già
assessori (Ettore Rachelli,
Caterina Ferrerò, Deodato
Scanderebech di Forza Italia
e Renato Montabone del
Ccd) non hanno gradito molto la soluzione romana e hanno votato solo «per disciplina
di partito». I malumori di
Forza Italia vanno di pari
passo con i nuovi appetiti dei
«miracolati romani»; così il
federalista Roberto Vaglio,
neoassessore alla Montagna,
non fa mistero che chiederà
un «allargamento» delle deleghe. Gli altri aspetteranno
che il Consiglio cambi lo Statuto regionale e con esso il
numero degli assessori. Assessori sono stati eletti Gaetano Maiorino.(An) vicepresidente; Antonello Angeleri,
Giovanni Bodo, Giuseppe
Goglio, Pier Luigi Gallarmi,
Matteo Viglietta (FI), Franco
Botta (Ccd), Antonio D’Ambrosio, Antonino Masaracchio (An), Ugo Cavallera,
Giampiero Leo (Popolari di
Buttigliene) e Roberto Vaglio (federalisti).
Gli alpeggi, con l'aiuto anche di nuovi servizi, si popolano di greggi per l'estate
Tempo dì gite al suono del campanaedo
PIERVALDO ROSTAN
C on Testate le nostre montagne tornano a popolarsi
di greggi di pecore e mandrie
di bovini: i campanacci aggiungono un tocco di «colore» alle gite e alle escursioni.
In più di un caso Comunità
montane e Comuni hanno negli anni rimesso a nuovo le
baite, talvolta costruito nuove
stalle secondo le normative
del settore. L’installazione'di
piccole centraline idroelettriche garantisce agli alpigiani
di poter avere a disposizioni
gli elettrodomestici essenziali
e la possibilità di conservare i
formaggi secondo le norme di
igiene pubblica.
Il patrimonio bovino e ovicaprino delle Valli si è via via
consolidato, registrando positive punte di incremento; nello stesso tempo la creazione
dei servizi essenziali ha fatto
sì che un buon gruppo di allevatori giovani continui T attività. Sul piano sanitario la vigilanza è affidata ai 17 veterinari delTUsl 10, coordinati
dal dott. Giuseppe Marmo.
«Attualmente le malattie tipiche degli allevamenti, la tu
Bestiame all’alpeggio
(foto Michele D’Ottavio-Paola Fracchia)
bercolosi e la brucellosi - dice
il dott. Marmo - sono quasi
completamente debellate; tuttavia se si registra un anche
minimo focolaio in un allevamento la monticazione viene
bloccata. All’allevatore può
sembrare un fatto eccessivamente penalizzante ma da un
lato dobbiamo considerare la
qualità del latte e della carne
rispetto alla salute dei consumatori, dall’altro si cerca di
intervenire su un determinato
allevamento evitando il dif
fondersi del contagio. Ripeto
comunque che la situazione è
globalmente buona grazie
all’azione di prevenzione condotta nelle Ussl locali».
I controlli dunque vengono
effettuati con una certa regolarità, durante l’inverno e
appena gli animali ridiscendono dall’alpeggio; ulteriori
verifiche a campione vengono compiute sugli animali
provenienti da fuori Usi 10.
Ma qual è l’entità del fenomeno monticazione? «Si può
Di antica data e in fondo mai sopita
una certa concorrenza-rivalità tra i
due Comuni principali della vai Pellice:
dalla discussione su dove far terminare la
ferrovia alle corali valdesi. Molto interessante, a tal proposito, un opuscolo riemerso da vecchie carte in attesa dì sistemazione al Centro culturale valdese intitolato «Della convenienza e giustizia di
conservare Torre Pellice a preferenza di
Lusema come capoluogo di mandamento». Anno 1865. Autore il sindaco di
Torre, Amoulet.
Il testo fa riferimento alla prima proposta fatta dal governo ai Consigli provinciali del Regno di Sardegna, nel 1850,
per riordinare e ridurre i «mandamenti»
(come non pensare alle Usi?). Già allora
si era preferito mantenere quello di Torre, sia pure con rincrescimento per Lusema, in ragione dei numeri e dei migliori collegamenti con l’alta valle. Nel 1865
si ripropone il discorso, e vai la pena
riassumere gli argomenti vantati da Ar
IL FILO DEI GIORNI
TORRE
0 LUSERNA?
MARCO ROSTAN
noulet a favore della sua municipalità.
Torre ha aumentato ulteriormente la popolazione dal 1850: «Ha un collegio cui
accorrono numerosi studenti, ha inoltre
l’Educantato superiore femminile, ha un
Ricovero per ragazze povere, tre asili
d'infanzia, mentre Luserna, sempre stazionaria, ha un solo asilo e difetta di ogni
altro stabilimento. Torre Pellice consuma
5/7 dei sali e tabacchi, contro i 2Í7 di Luserna. È la sede della Tavola valdese, del
Catasto distrettuale, di una ricevitoria
doganale, di una stazione dei Carabinieri, cose di cui Lusema difetta senza che
abbia altre analoghe istituzioni. Torre ha
pure un circolo letterario numeroso, una
fiorente Società Operaia, una Cassa di
risparmio e un 'agenzia di assicurazioni,
elementi di civiltà e progresso di'cui
manca Luserna. Torre ha due stabilimenti per la seta, due fabbriche da panno,
carderie e usine, mentre Lusema ha solo
Pralafera, per di più alle porte di Torre.
Torre paga per la ricchezza mobile ben
4.621 lire contro le 3.782 di Luserna,
Torre dà introiti postali e doganali. Torre ha tre volte al giorno un regolare servizio di vetture ed omnibus con Pinerolo,
in media non meno di 1.200 forestieri visitano Torre annualmente...».
Mi immagino che i lusemesi, già allora, non saranno stati troppo soddisfatti di
vedersi messi così in second’ordine di
fronte a Torre e a una sua certa «prosopopea» che, in parte, dura anche oggi...
fare anzitutto una considera- '
zione - spiega il dott. Marmo j
in vai Pellice, zona con un
maggiore patrimonio zootecnico, salgono all’alpeggio in
maggioranza animali provenienti dal territorio. In vai
Chisone accade invece esattamente il contrario. L’anno
scorso in vai Pellice salirono
all'alpeggio 1.162 bovini e
6.000 ovini (la zona di massima provenienza, dopo il territorio dell’ex Ussl 43, è TUsl
di Chieri); in vai Chisone furono 4.200 i bovini e 15.000
gli ovicaprini a raggiungere
gli alpeggi con forti immigrazioni da Saluzzo, Savigliano,
Asti, Collegno».
. Al momento il numero di
autorizzazioni non ha ancora
raggiunto le cifre dell’anno
scorso; può aver inciso il clima bizzarro che solo la scorsa
settimana ha visto la neve
scendere fino ai 1.700 metri.
Certamente anche i meccanismi di assegnazione dei premi agli allevatori che salgono
in alpeggio, radicalmente mutati e complicati nell’ultimo
anno, finiranno per disincentivare questa antica quanto
importante attività.
samento» e che poi suo malgrado ha dovuto ricredersi.
Di fronte a queste «novità»
spesso il comportamento degli utenti non è migliore: è
inutile imprecare all’indirizzo
del singolo macchinista o
controllore, reo solo di indossare la divisa blu. Serve, invece, presentare i reclami
scritti e circostanziati a Porta
Nuova; serve cercare di individuare precise responsabilità. Servirà, soprattutto, sensibilizzare chi di dovere a non
pensare a un’alta velocità «di
punta», destinata cioè a pochi
soggetti e a una linea di «eccellenza». L’unica alta velocità che ha un senso è quella
calcolata su un abbassamento
dei tempi di percorrenza per
gli utenti delle linee regionali.
Numero
Villar Pellice
Mentre si prospetta la ristrutturazione di una parte
dello stabilimento Crumière per utilizzo museale, a
Villar si incrementa l’attività agricola. Di questo e
della futura metanizzazione del paese parliamo con
Sergio Davit, sindaco che
succede a Paolo Frache.
Pagina II
Inchieste
L’ex procuratore della
Repubblica di Pinerolo,
Rosario Cutelli, sarebbe
indagato in relazione alla
vicenda della fuga di Nuccio Candellero, famoso per
l’affare dei container.
Pagina II
Perrero
Nel corso della sua prima seduta il Consiglio comunale di Perrero ha approvato il conto consuntivo 1994. Nel corso della
seduta si è parlato anche
del problema del segretario comunale. Non è più
ritenuta soddisfacente la
modalità della convenzione con Massello per un segretario a tempo pieno per
i due Comuni.
Pagina II
Lingue strabiere
È attivo da circa due anni a Torre Pellice un centro di incontro per insegnanti di lingue straniere:
è infatti forte l’esigenza di
poter mettere a confronto
le esperienze didattiche.
Pagina II
Festa d'estate
Per due giorni Pomaretto
si è animata grazie alle associazioni e ai gruppi presenti sul territorio, che
hanno dato vita alla «Festa
d’estate»: concerti, danze e
mostre hanno coinvolto
tutte le fasce d’età.
Pagina III
10
PAG.
Il
E Eco Delle vaï.i.t ^desi
venerdì 7 LUGUO 1995
Lo stabilimento Crumière di Villar Pellice
Cronache
ESAMI DI LICENZA MEDIA — Sono terminati gli esami di
licenza media in tutte le scuole di Pinerolo e dintorni. Come
ormai avviene da molti anni la percentuale di promossi è
molto elevata: su un totale di circa 650 allievi che hanno sostenuto le tre prove d’esame scritte più il colloquio orale interdisciplinare i respinti sono meno di 15, e salgono a una
ventina contando anche gli scrutinati non ammessi a sostenere la prova. La maggioranza di loro frequenterà una scuola secondaria di durata pluriennale; sono pochi quelli che
spérano di entrare nel mondo del lavoro con la licenza me<ha e possono quasi sempre contare su aziende medio-piccole gestite dalla propria famiglia.
SAN SECONDO AFFITTA L’EX SCUOLA ALLA FINANZA — Durante il Consiglio comunale di giovedì 29
giugno, con un solo voto contrario è stato deciso di concedere in affìtto alla Guardia di finanza l’ex scuola elementare
di Miràdolo. Con un mumo di circa 400 milioni lo stabile
sarà messo in condizione di poter ospitare il comando attualmente di stanza a Pinerolo; il contratto durerà 9 anni e
porterà nella casse comunali circa 6 milioni al mese.
«LA BEIDANA»: NUOVO COMITATO DI REDAZIONE
— D nuovo comitato di redazione de «La Beidana» presenta la sua impostazione della rivista nel n. 23 (giugno). Il
gruppo è formato da Marco Fratini (coordinatore), Marco
Fraschia, Daniele Gardiol, Milena Martinat, Tullio Parise,
Ines Pontet, Mario Ratsimba. Nel numero della rivista compaiono nuove rubriche e fotografie; fra gli articoli segnaliamo quello sul materassaio ieri e oggi (Parise), i ricordi delle
maestre di 40 anni fa alle Valli (Rostan e Armand Hugon)
una rievocazione di Lombardini (Fraschia e Fumerò) una ricerca sul paesaggio delle valli valdesi fra realtà e rappresentazione storica (Fratini). La rivista è disponibile per abbonamento o presso il Centro culturale valdese a Torre PeUice.
RISORSE IDRICHE — Dopo la convenzione tra i Comuni
di Campiglione, Fenile, Bibiana, Bricherasio e Cavour per
la gestione delle acque ad uso irriguo del torrente Pellice
l’Associazione pescatori riuniti della vai Pellice auspica
che ciò apra la strada ad un miglior utilizzo delle risorse
idriche, sia dal punto di vista della manutenzione dei canali
e della diminuzione degli sprechi e sia soprattutto per garantire meglio di quanto è stato sin qui fatto le condizioni
minime per la sopravvivenza del torrente. L’Associazione
si augura inoltre che vengano evitate le asciutte periodiche
del basso corso del Pelhce, con la conseguente morte biologica del torrente.
UNIVERSITÀ ESTIVA — Dalla prossima domenica Torre
Pellice ospiterà la prima edizione dell’Università estiva organizzata dal Centro culturale valdese e dal Centre culturel
français di Torino. Grazie al sostegno della Comunità montana e di alcuni Comuni della valle 40 insegnanti elementari
italiani e francesi seguiranno un seminario residenziale sul
tema degli scambi come pratica per l’insegnamento della
lingua straniera. Dal 10 al 13 luglio seguiranno alcune lezioni di ispettori ministeriali e docenti universitari dei due
paesi; particolarmente interessante l’illustrazione del programma «Socrates» da parte del prof. Paolo De Marchis
nella mattinata di martedì 11. All’inaugurazione del corso
interverranno il Provveditore agli studi di Torino e il console di Francia.
Intervista al neosindaco di Villar Pellice, Sergio Davit
L^ìndustrìa è in crisis si ritorna
alPagricoltura montana?
PUBBLICATO EL DECRETO SUI MONDIALI DI SCI —
Sulla Gazzetta ufficiale del 21 giugno sono state pubblicate
le variazioni al decreto riguardante i campionati mondiali di
sci del Sestriere del ’97 e i giochi del Mediterraneo di Bari.
In tutto per il Sestriere saranno disponibili 21 miliardi ( 2 sul
’94, 13 sul ’95 e 3 per il ’96 e il ’97). Fra le opere non prioritarie sono state anche inserite la viabilità della vai Chisone
e il completamento dell’autostrada Torino-Pinerolo.
SANTIANO ANCORA PRESIDENTE DELL’ACEA? — È
in discussione in queste settimane la nomina del presidente
dell’azienda Acea, che gestisce nel Pinerolese i servizi legati all’ambiente, all’energia e all’acqua; Pinerolo come Comune capofila e di maggiori dimensioni detiene il 40% delle quote azionarie e condiziona nel bene e nel male ogni decisione. Gli altri Comuni infatti, in virtù di quote assai basse, potrebbero incidere veramente sulle decisioni solo trovando una autentica unità di intenti. Da Pinerolo vengono
segnali contrastanti: il Pds, primo partito in città, reclama
per sé la presidenza (si fa il nome dell’arch. Giulio Blanc)
ma da altre parti si preme per una conferma dell’attuale presidente, Santiano, ex De e ora Ccd. Più di un sindaco, anche
di area progressista, sembra avere interesse a congelare gli
incarichi alla situazione attuale.
PIERVALDO ROSTAN
D opo 35 anni Villar Pellice ha un nuovo sindaco;
il maestro Paolo Frache, festeggiato venerdì scorso, in
piazza Jervis, praticamente da
tutto il paese, è stato sostituito
da Sergio Davit, «giovane
pensionato», consigliere dal
1970. Dunque una scelta di
continuità, come afferma Davit: «Abbiamo lavorato in
questi anni per predisporre
una serie di progetti di intervento; la mia amministrazione
si pone quindi in una linea di
continuità».
- Quali sono i principali
progetti in cantiere ?
«Da un anno sono appaltati
i lavori al depuratore e abbiamo qualche problema a completare l’opera; collegato a
questo intervento ci sono alcuni tronchi di fognatura. In
bilancio sono stati inseriti circa 500 milioni per interventi
su strade esterne e i lavori so-,
no ora da appaltare. Un altro
grosso intervento riguarda la
metamzzazione; in un primo
tempo pareva fossimo legati
alla realizzazione della rete
alla frazione Ghabriols di
Torre Pellice. Proprio recentemente TItalgas si è dichiarata dispombile a portare le
tubature fino ai confini di
Villar Pellice e di conseguenza, grazie al sostegno per la
metanizzazione dei Comuni
montani, si potrà realizzare la
rete di distribuzione sul territorio comunale».
- Prevedete interventi sulla
tutela del territorio?
«La Regióne Piemonte ha
finanziato un mtervento di pulitura del primo tratto del torrente Rospart; avremmo bisogno di poter tagliare gli arbu
sti che crescono nel letto del
Pellice ma non sempre i rapporti con il Magistrato del Po
sono così semplici. Da poche
settimane abbiamo riscontrato
un problema serio alla scarpata sotto il distributore, dove
dovremmo costruire un muro
dai costi molto alti».
- Fra le risorse dirette del
Comune avete sicuramente un
buon patrimonio boschivo...
«Effettivamente ogni anno
riusciamo a vendere un buon
numero di lotti di legname: ci
sono stati anni in cui abbiamo
introitato 70-80 milioni (una
resa paragonabile all’entrata
dell’Ici, ndr), altri in cui la cifra è inferiore. Negli ultimi
anni abbiamo venduto degli
importanti lotti di abete bianco e prevediamo anche di tagliare dei larici per lasciar
crescere altri abeti bianchi
altrimenti destinati a seccare;
periodicamente vendiamo anche ai privati dei lotti di faggio con una resa economica in
questo caso assai maggiore».
- Fra le risorse del territorio vi sono anche gli alpeggi
comunali; qual è il loro grado di utilizzo?
Il bilancio comunale di Perrero
Troppo pochi i soldi
ma qualcosa avanza
Il primo Consiglio comunale di Perrero, successivo a
quello dedicato all’insediamento dei neoeletti, ha trattato due argomenti importanti:
l’approvazione del conto
consuntivo 1994 e la proposta di scioglimento della
convenzione per le funzioni
di segreteria comunale che
Perrero e Massello hanno in
forma associata. Il consuntivo relativo all’esercizio 1994
supera globalmente i 3 miliardi, ma in questa cifra sono
compresi i mutui tra i quali fa
spicco quello destinato alla
metanizzazione, di 1 miliardo
874 mihoni e rotti, che viene
riportato da un anno all’altro,
in attesa dell’inizio dei lavori
La relazione del sindaco,
Riccardo Léger, è stata comunque improntata a un cauto ottimismo, al contrario del
clima catastrofico dei precedenti Consigli: è anche vero
che sui piccoli Comuni sta
sempre sospesa la minaccia
dello scioglimento e questo
non allieta resistenza degli
amministratori. Mandare
avanti una gestione stringatissima (con il modesto avanzo di amministrazione di 118
milioni) è il massimo che il
Comune di Perrero si può
permettere.
L’altro punto, che certamente causerà qualche discus
sione tra il Comune di Perrero
e quello di Massello, riehtra
in questa linea di risparmio
che il sindaco ha illustrato al
Consiglio; un segretario a
tempo pieno tra i due Comuni
è troppo costoso, ma più che
altro non assicura le prestazioni desiderate. Si tratta quasi sempre di funzionari all'inizio della carriera, che desiderano soltanto andarsene al più
presto e che fanno esperienza
a spese dell’ente che li ospita.
In alternativa, sia Perrero che
Massello dovrebbero usufruire di un segretario «<a scavalco». con una buona pratica
amministrativa, che potrebbe
dirigere gli uffici con competenza e professionalità.
La questione finanziaria,
per il sindaco, è stata messa
in subordine all’efficienza,
ma forse non lo è poi tanto,
visto che da anni il Comune
di Perrero si lamenta perché
gli altri Comuni della valle,
con i quali è consociato in
vario modo, sono sempre in
ritardo nel pagare le loro
quote, o del tutto inadempienti. Di accorpamento nessuno vuol sentir parlare e il
contenimento delle spese
espresso in una forma quasi
brutale è la soluzione che
Perrero mette sul piatto della
bilancia in alternativa allo
scioglimento del Consiglio.
«Sul territorio di Villar ci
sono sei alpeggi: due sono
abbandonati mentre gli altri
quattro sono ben utilizzati: a
Caugis gli alpigiani hanno
messo a posto le baite e la
stalla e vi salgono circa 45
mucche, e oltre 300 ovicaprini; c’è anche una piccola
centralina idroelettrica. Alla
Gianna è entrata in funzione
l’anno scorso la nuova stalla,
c’è una centralina per l’energia elettrica e quest’anno saliranno circa 110 bovini e 600
ovicaprini. Alla Ciabraressa le
baite sono da ristrutturare e vi
salgono solo ovini e caprini
mentre a Chiot la Sella è stata
realizzata una nuova stalla
che sarà utihzzata quest’anno
per la prima volta, con_ una
cinquantina di bovini».
- Le scorse settimane è stato presentato un progetto di
recupero della parte più vecchia dello stabilimento Crumière in base alle opportunità
di finanziamento previste dal
regolamento Cee 2081 del
’93; può illustrarci le linee
principali del progetto?
«È un- progetto di massima
che prevede il recupero della
parte più vecchia dello stabilimento, posto su tre piani; al
pian terreno si farebbe un museo per le vecchie e pesanti
macchine del feltrificio, al
primo piano si farebbe il museo, dei documenti, mentre al
secondo piano delle sale di
riunione utilizzabile anche per
manifestazioni pubbliche. Il
progetto è stato realizzato dalla Crumière mentre il Comune l’ha proposto alla Regione
per il finanziamento».
Si tratterà, se realizzato, di
un importante recupero di un
vecchio sito industriale a scopi turistici; un notevole salto
in avanti che comporterà anche forti investimenti; in attesa del museo, l’amministrazione ha in programma
l’ampliamento del parco Flissia, oggi assai utilizzato dai
gitanti del fine settimana dove
è possibile sostare con un
camper (5.000 lire) o con
l’auto per un pranzo nella natura (2.000) grazie all'installazione di alcuni servizi.
Pinerolo
Ex procuratore
indagato
GIORGIO GARDIOL
Molto scalpore ha suscitato in città la notizia
secondo cui l’ex procuratore
della Repubblica, Rosario
Cutelli, sarebbe indagato per
favoreggiamento nella «fuga»
di Nuccio Candellero, autore
di una colossale truffa nei
confronti di alcuni piccoli risparmiatori. A mettere nei
guai l'ex procuratore della
Repubblica è stato il maresciallo della finanza Rinaldi,
ex comandante del nucleo
della Guardia di finanza di
Pinerolo e autore dell’arresto
di Candellero.
Rinaldi è oggi indagato per
il reato di corruzione e nell’
ambito di questa inchiesta è
saltata fuori una vecchia storia mai chiarita: Candellero,
imprenditore di parquet ed
esponente di primo piano del
Partito liberale di Pinerolo,
aveva escogitato un ingegnoso metodo per far soldi: vendeva sulla carta container.
Ogni acquirente comprava un
container (o una sua parte),
ne riceveva una certificato di
proprietà e anche una fotografia, e poi lo affidava in gestione allo stesso Candellero
che lo faceva fruttare. Candellero dava rendimenti superiori del 50% a quelli dei
maggiori fondi di investimento. Con questi soldi Candellero era diventato un personaggio eccellente in città:
politica, sport, editoria (il
quotidiano di Pinerolo «Il
corriere alpino») e grande
elemosiniere sponsor di gare,
mostre. Alla sua corte si erano messi in molti.
Ovviamente la sua attività
intrecciava rapporti con le altre autorità: Guardia di finanza, giunta comunale, giudici,
curia vescovile e altri. Quando un giornalista di «Panorama» scopri il bluff dei container, Candellero sparì. Pare appunto che questa sua sparizione sia stata «favorita» dal maresciallo Rinaldi e indirettamente anche dall'ex procuratore della Repubblica. Candellero avrebbe chiesto un po' di
tempo per raggranellare soldi
da restituire ad alcuni acquirenti. amici degli amici: così
quando Candellero ritorna in
Italia ad aspettarlo al valico di
■Ventimiglia trova il suo amico
maresciallo Rinaldi.
Candellero è stato processato e condannato e ora vive
«in affidamento» al servizio
sociale e svolge un lavoro come impiegato di una ditta di
legnami. Richiesto dalla Procura antimafia di Torino si è
deciso a parlare. Da quelle
sue dichiarazioni sono partite
le indagini sul comportamento dell'ex procuratore Cutelli
E gli amici degli amici, colo
ro che avevano retto negli anni ’80 la politica e gli affari in
città, ora tremano.
FERRAMENTA
«VERONESI»
CASALINGHI
UTENSILERIA
HOBBISTICA
GIARDINAGGIO
MATERIALE ELETTRICO
e altro ancora...
viale De Amicis 145-149 - tei. 901540
LUSERNA SAN GIOVANNI
11
venerdì 7 LUGUO 1995
I risultati del censimento 1991
II Piemonte in 35
carte tematiche
E Eco Delle Yalu mLOESi
I L'iniziativa avviata a Torre Pedice |
Un centro per lo
studio delle lingue
PAG. Ili
H Piemonte in 35 carte tematiche, un atlante su base
geografica che illustra la
struttura e l’attività e le abitaàoni dei piemontesi, è l’ultimo lavoro dell’assessorato
regionale alla Programmazione e alla Statistica, che mette
in evidenza i risultati del censimento del 1991. Dai dati
raccolti dairistat. risulta evidente la perdita di abitanti
che ha subito la città di Torino (meno 155.000 abitanti rispetto al 1981) e invece il
saldo positivo registrato dalla
sua area metropolitana, con
reccezione di Moncalieri e
Nichelino, mentre crescono
gli abitanti a Rubiana, Vaigioie e Giaveno e nei Comuni orientali dell’asse TorinoAsti, che raccolgono la popolatone in fuga dal capoluogò, dando vita a un fenomeno
,di suburbanizzazione più che
a una vera e propria deurbanizzazione. E un fenomeno
che vale, sia pure in misura
meno accentuata, anche per
gli altri capoluoghi di provincia, esclusa Vercelli. La fa' scia montana, invece, tranne
qualche centro turistico, perde popolazione, sia come sal■ dò naturale che migratorio.
' H numero medio di componenti per famiglia è tra 2,5 e
3^rsone sulla linea TorinoCuneo e in parte verso Asti e
diminuisce a 2-2,5 nel resto
M Piemonte. Come è prevedibile, l’indice di vecchiaia
è molto elevato nelle zone
montane (in particolare nell’
Appennino alessandrino e
nelle province di Torino),
mentre a Cuneo e a Novara
abitano più giovani che nelle
altre città. Così nell’area me
tropolitana torinese, nei capoluoghi di provincia e a
Ivrea e dintorni si concentra
la percentuale di studenti (tra
i 14 e i 18 anni) più numerosa, mentre per quanto riguarda il tasso di attività emergono le aree industriali di Torino e cintura, il Biellese e
l’Albese, dove il tasso supera
il 45%. La disoccupazione invece colpisce le circoscrizioni
di Torino e Venaria (tra il 12
e il 14%), Sùsa, Ciriè, Cuorgnè, Moncalieri, Orbassano,
Rivoli, Settimo, Chivasso, il
Verbano-Cusio-Ossola e gran
parte dell’Alessandrino (1012%). Solo Alba si distingue
per un tasso inferiore al 5%.
Le variazioni di attività registrano un calo nell’indù-,
stria, più marcato a Torino e
in parecchi Comuni montani,
mentre gli occupati in agricoltura diminuiscono in tutto
il Piemonte e quelli del terziario sono stabili a Torino,
Alessandria, Cuneo, Verbania
e Biella e in lieve crescita ad
Asti, Vercelli e Novara. Per
quanto riguarda le abitazioni
occupate, la percentuale più
alta riguarda ovviamente la
fascia urbana di Torino; inoltre le case dell’area metropolitana torinese, città esclusa,
sono state costruite in buona
pàrte dopo il 1981, così come
accade a Novara nei comuni
limitrofi, così come nel decennio ’81-91 sono cresciute
le case di proprietà a Torino e
dintorni e negli altri capoluoghi di provincia, a indicare
Taccresciuto benessere economico. Infine, le abitazioni
più vecchie o non dotate di
bagno e doccia si trovano nei
paesi montani non turistici.
Collegio valdese di Torre Peli ice
Scambio con gli
allievi del Queyras
Da circa due mesi è attivo
a Torre Pellice un centro didattico per insegnanti di lingue straniere delle scuole di
ogni ordine e grado delle
Valli e del Pinerolese. Gli incontri che si sono sin qui
svolti presso il Liceo europeo
di Torre Pellice hanno visto
non solo una partecipazione
numerosa di docenti ma anche un interesse crescente,
con il coinvolgimento di circa un centinaio di insegnanti,
presidi e direttori didattici.
«L’idea è nata proprio dalle
esigenze di molti di noi - dice Lucetta Geymonat, insegnante di inglese alle superiori e autrice di testi scolastici dalla volontà di comunicare
tra i vari ordini di scuola e
dalla necessità di avere in zona un luogo dove incontrarsi,
aggiornarsi, documentarsi
senza necessariamente compiere lunghi tragitti o puntare
direttamente su Torino».
Finora i docenti si sono incontrati per conoscersi, esaminare le varie proposte e dar
vita ad un gruppo di lavoro
motivato e operativo. «Abbiamo potuto constatare spiega ancora Lucetta Geymonat - che la maggioranza
degli insegnanti, soprattutto
quelli delle elementari, nuovi
all’insegnamento della seconda Lingua, sentono fortemente
l’esigenza di confrontarsi e
come al tempo stesso sia poco diffusa l’esperienza associativa, anche tra docenti di
medie e superiori». Tra i progetti del gruppo c’è quello di
darsi una forma organizzativa
che favorisca la partecipazione di un numero sempre più
; ampio di insegnanti e che sia
riconosciuta come punto di
riferimento qualificato.
«Vorremmo realizzare un
giornalino, contenente il lavoro che svolgiamo nelle
classi - spiega Magda Glauco Jahier, insegnante di inglese nel circolo delle scuole
elementari di Perosa Argentina e ideatrice tra gli altri del
centro didattico - in modo
che ciascuno di noi, in qualunque tipo di scuola insegni,
possa avvalersi dell’esperienza altrui». Durante l’ultimo
incontro, che ha chiuso il ci- i
do per quest’anno scolastico, |
tutti i presenti si sono espres- '
si a favore di un collegamento con il gruppo Lend (lingua |
e nuova didattica), operativo
a livello nazionale da molti
anni nel campo della didattica della lingua italiana e delle
lingue straniere, pur conservando la possibilità di scelte
autonome.
A partire da settembre gli
insegnanti si ritroveranno per
concretizzare le proposte, per
organizzare degli incontri di
aggiornamento con interventi
di esperti esterni e di autoaggiomamento, puntando anche
I sulla creazione di una biblio^ teca multimediale. «Il fatto di
potersi ritrovare presso il li! ceo europeo - spiega ancora
! Lucetta Geymonat -, oltre a
darci la possibilità di avvaler' ci di una strattura significati! va nel panorama delle scuole
i superiori del Pinerolese, ci
j consentirà di poter contare su
I interventi di insegnanti di altri paesi europei, in costante
collegamento con il liceo»,
i Si tratta senz’altro di un’iniziativa al passo con i tempi
i in ambito scolastico.
Gruppi e associazioni d\ Pomaretto hanno animato la «Festa d'estate»
Due giorni per incontrarsi e per collaborare
PAOLA REVEL
Una festa all’insegna della
collaborazione, dell’amieizia e della solidarietà, nelle
giornate di sabato 24 e domenica 25 giugno, ha visto coinvolti grappi e associazioni del
Comune di Pomaretto. Persone che lavorano in campi diversi e che danno vita a ben
13 associazioni: Alidada. Antincendi, Ana, Anpi. Avis,
banda musicale. Cai. Centro
anziani. Consorzio viticoltori
per la tutela del Ramie. Grappo pace. Grappo sportivo Gsp
’80, Società pescatori sportivi, Pro Loco.
Come è nata l’idea di una
festa d’estate, con il coinvolgimento e la collaborazione
di tutti i grappi che operano
sul territorio comunale?
«L’anno scorso - risponde
Olga Bleynat, segretaria della
Pro Loco - la nostra Pro Loco ha festeggiato i 30 anni di
attività organizzando alcuni
spettacoli; il programma è
piaciuto, la gente ha risposto
partecipando numerosa».
Per questo motivo, durante
l’inverno, con la collaborazione di altri membri della Pro
Loco e del Consiglio comunale a Pomaretto si è lavorato
per riproporre alcune manifestazioni, tra cui il mercatino
delle pulci con la partecipazione dei ragazzi delle scuole
elementari e medie; «Non è
stato facile chiedere la collaborazione dei vari gruppi
COMUNE DI TORRE PELLICE
PROVINCIA DI TORINO
AVVISO DI CONCORSO PUBBLICO
PER TITOLI ED ESAMI
A N. 1 POSTO DI
ISTRUTTORE ADDETTO AI SERVIZI
DEMOGRAFICI - DOCUMENTAZIONI
VARIE. VI QUALIFICA FUNZIONALE
È indetto un pubblico concorso per la copertura del posto
di cui all’oggetto:
Titolo di studio: diploma di scuola media superiore;
Scadenza: 4 agosto 1995
Per informazioni rivolgersi al Comune di Torre Pellice
Ufficio Segreteria - 0121-91365-91383.
IL SINDACO
(Armand Hugon dott. Marco)
prosegue Olga Bleynat -:
spesso ognuno lavora per i
propri obiettivi e non sempre
si rende conto della presenza
e delle attività altrui. Abbiamo così creato un comitato
che si è occupato dei problemi organizzativi e abbiamo
coinvolto anche il gruppo giovani della Chiesa valdese, che
da molti anni si occupa di
progetti di aiuto a popolazioni
del Terzo Mondo».
Durante la festa ci sono
stati concerti, danze popolari,
mostre; la scuola elementare
ha ospitato la mostra «Arte
•I rupestre nelle Alpi occidentali» e un’esposizione di pittori
locali. In un’aula è stata allestita anche una mostra di la, voti che i bambini fanno durante le attività di scienze e
di educazione all’immagine;
è rimasta aperta anche la mo: stra dei modellini di Carlo ed
Enrichetta Ferrerò, «Arti e
mestieri della Val Germanasca», che colpisce il visitatore per la precisione dell'esecuzione di queste piccole
sculture.
Un filo conduttore ha legato tutte le partecipazioni: il ri
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM 91.2DÜ
e
FM 96.51X1
tei. 0121/91.507
SARA POET
STEFANIA FERRERÒ*
Nell’ambito dei progetti
Interreg, dal 17 al 23
giugno è stato possibile realizzare uno scambio tra il
Collegio valdese di Torre
Pellice e quello delle Hautes
Vallées di Guillestre. Gli
aspetti evidenziati nelle ricerche svolte in classe durante
l’anno scolastico dagli allievi
che hanno aderito a questa
iniziativa sono stati essenzialmente quelli storici, economici e naturalistici.
Durante il soggiorno in
Francia è stato possibile effettuare una visita storica al
Château Queyras e un’escursione guidata nel parco regionale francese dove è stato
possibile osservare caprioli,
camosci, marmotte e uccelli
alpini. Grazie a una sofistica
una meridiana sulle facciate
principali.
Lo scambio ha naturalmente portato i ragazzi francesi in
Italia: per loro è stato importante conoscere aspetti della
storia delle valli valdesi visitando luoghi significativi come Sibaud a Bobbio Pellice o
la Ghieisa d’ la tana o alcune
scuolette Beckwith ad Angrogna, le case in pietra di Rorà.
L’escursione al colle Barant
con la visita al giardino botanico «Bruno Peyronel» ha
consentito loro di ammirare
la straordinaria varietà floristica che ha colonizzato il territorio alpino.
Lo scambio è stato importante anche dal punto di vista
linguistico essendo Titahano
e il francese, in entrambe le
scuole, considerati materie di
studio; tuttavia anche questo
aspetto avrebbe potuto essere
Un momento di «lezione» sul territorio
cavato dei prodotti venduti
dai vari grappi è andato totalmente all’Ospedale valdese di
Pomaretto per l’acquisto di
attrezzature. Il nuovo Consiglio comunale ha proseguito
la collaborazione già avviata
e per l’occasione ha prodotto
il primo numero de «Il melo», lettera circolare del Comune di Pomaretto. Questo
foglio vuole informare la popolazione sulle decisioni e
delibere comunali, ma anche
essere un mezzo di comunicazione tra i cittadini e chi ha
assunto l’impegno di guida
della comunità civile.
AlTintemo di questa manifestazione ha trovato posto
anche uno stand dedicato a
Mirabel-et-Blacon, un piccolo Comune francese situato
nella valle della Drôme, che
sta muovendo i primi passi
per stabilire un gemellaggio
con il Comune di Pomaretto.
Inoltre è intervenuta anche la
«Batterie de Marche» di
Lancy, un paese svizzero legato da antichi rapporti di
amicizia con la banda musicale locale e la comunità della Chiesa valdese.
ta apparecchiatura la guida è
riuscita ad individuare la posizione di alcuni stambecchi
introdotti recentemente alTintemo del parco e provvisti di
segnalatore ad impulsi elettrici. Per quanto riguarda l’economia della regione francese
è stato possibile visitare, ad
Arvieux, la fabbrica di giocattoli realizzati in prevalenza
con il pino cembro, specie attualmente in pericolo di sopravvivenza a causa dell’inquinamento atmosferico.
L’ultimo giorno di permanenza oltralpe è stato dedicato al piccolo centro di St. Vé-ran, il Comune più alto d’Europa, che racchiude in sé abitazioni ancora intatte nella
loro secolare e originale architettura e caratterizzate soprattutto dalla presenza di
valorizzato maggiormente.
Gli sforzi nel comunicare in
italiano sono risultati infatti
piuttosto limitati da parte dei
ragazzi di Guillestre vista la
nostra discreta conoscenza
della lingua francese.
L’esperienza ci ha offerto
l’opportunità di conoscere
abitudini differenti, soprattutto sul lato gastronomico ma
anche con ritmi più rigidi di
quelli a cui siamo abituati nel
mondo della scuola. Malgrado
le notevoli vicinanze e somiglianze tra le due regioni si è
dunque confermata la necessità di potenziare i contatti sociali e personali, che spesso
restano ancora difficili e limitati, fra gli abitanti dei due
versanti delle Alpi.
* classi rV ginnasio
e 1° liceo europeo
Dibattito sull'autostrada Torino-Pinerolo
Pedaggio a Bei nasco?
Si sono tenute recentemente due riunioni della Conferenza dei servizi sul tema del
secondo tronco dell'autostrada Torino-Pinerolo, nel cui
progetto è previsto anche di
anticipare a Beinasco la riscossione del pedaggio con
costruzione di relativo casello. La presidente della Provincia, Mercedes Bresso, e
l’assessore alla Viabilità,
Franco Campia, si sono detti
favorevoli al completamento
dell’opera e al pedaggio, nu
MOBILIFICIO
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - » 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
trendo perplessità invece sul
sito individuato per la sua
realizzazione.
«La prima obiezione - hanno detto - è di ordine generale: proprio mentre da più parti si richiede di allontanare
per quanto possibile le barriere dall’anello tangenziale,
la scelta di Beinasco sembra
in controtendenza, anche rispetto a quanto già realizzato
con l’eliminazione del casello di Chivasso sulla TorinoMilano. In secondo luogo,
puntare su Beinasco per riscuotere il pedaggio produrrebbe un duplice danno: gli
automobilisti infatti sarebbero indotti ad aggirare il casello (con il risultato di ridurre
gli introiti) riversandosi sulla
viabilità provinciale dove
provocherebbero proprio
quegli intasamenti che la costruzione dell’autostrada vorrebbe scongiurare».
12
PAG. IV
E Eco Delle Valli \àldesi
venerdì 7 LUGUO 1995
Alimentazione e mangiare sano
La ciotola
d^argilla
VALERIA FUSETTI
La cucina cinese
Molto spesso le ricette
della cucina popolare
cinese hanno tra gli ingredienti, oltre al tofu, anche
un po’ di carne macinata o
tagliata a dadini molto piccoli. Questo perché la carne, soprattutto di maiale,
era (e probabilmente è tuttora) costosa mentre il tofu,
che prende il sapore degli
alimenti a cui viene associato, nelle campagne si fa
in casa da migliaia di anni.
La soia gialla, da cui si ricava il formaggio vegetale
chiamato tofu, oltre ad essere la più diffusa, è anche
la più versatile in cucina.
Con il nome di «ta-teou»
(^ande fagiolo), la si trova
citata in scritti che risalgono al 3000 a.C. ed era tra le
cinque piante sacre con il
riso, l’orzo, il frumento e il
niiglio. Alcune delle ricette
che vi darò, e che sono di
derivazione popolare, come
la prossima che viene dalla
provincia dell’Hunan, hanno perciò sia il tofu che la
carne. Per chi vuole una cucina strettamente vegetariana, consiglio di sostituire la
carne con l’equivalente in
peso di tofu.
Ingredienti: 1 blocco di
tofu (300 gr. circa), 200-250
gr di macinato di maiale, 1
cucchiaio di vino bianco
secco (o vino di riso), 1/2
cucchiaino di zenzero in
polvere, | spicchio d’aglio
schiacciato, 1,25 di di brodo
di polo sgrassato (o brodo
vegetale per chi usa solo tofu), 1 cucchiaio di maizena,
3 cucchiai di salsa di soia, 1
cucchiaio di aceto di vino
bianco, 1/2 cucchiaino di
peperoncino rosso in polvere, 1 cucchiaio di olio di
mais, 1 cipolla tagliata a
pezzi grossi, 1 peperone
verde tagliato a grosse listelle e privato dei semi, riso bollito per 4 persone.
Scola bene il tofu e taglialo
a cubi di 1,5 cm di lato;
metti da parte. In una terrina
mescola il vino bianco, lo
zenzero, l’aglio e la carne
macinata di maiale, e lascia
riposare per 15-20 minuti.
In un'altra terrina piccola
mescola accuratamente il
brodo, la maizena, la salsa
di soia, l’aceto e il peperoncino in polvere e tieni tutto
da parte. In una larga padella antiaderente metti il cucchiaio d’olio, la cipolla e il
peperone tagliati e cuoci a
fuoco medio-alto, mescolando continuamente per 4
minuti. A questo punto versa la salsa tenuta da parte
nella terrina. Cuoci sinché
inizia ad addensare: servono
pochi minuti. Aggiungi il
tofu, mescola bene e lascia
cuocere alcuni minuti in
modo che assorba gli aromi.
Spegni e servi immediatamente con il riso bollito: nel
ristorante cinese dove ho assaggiato questo piatto, mi è
stato servito con un contorno di verdure fresche miste
e un piattino in cui erano
state disposte alcune fette di
arancia, una fetta di ananas
e una mezza pesca sciroppata. Devo ammettere che in
un primo momento non ero,
per così dire, entusiasta, poi
mi sono resa conto che il
tutto è veramente delizioso.
Provatelo, magari per un
pranzo con amici.
Prosegue la tradizione del concerto estivo
Finardi concede il bis
a Salza di Pinerolo
Per Salza di Pinerolo, il pie-'
colo paese dell’alta vai Germanasca con i suoi 90 residenti che d’inverno si riducono a una trentina, ritorna il
momento della celebrità grazie al concerto d’estate. L’avventurosa storia comincia nel
1988 con il primo concerto
estivo, ospite Pierangelo Berteli; da allora alcuni fra i migliori cantautori italiani si sono esibiti nello scenario montano di Salza: Roberto 'Vecchioni, Enrico Ruggeri, Eugenio Finardi, Ligabue, Edoardo
Bennato, Angelo Branduardi.
Quest’anno torna in vai
Germanasca Eugenio Finardi
che nel 1991 ottenne un clamoroso successo suonando e
cantando davanti a 3.000 persone; l’anno scorso Finardi
L’Eco DeaE Valli Valdesi
ViaPioV, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 - 10066
Torre Pellice (TO)
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Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria cod Riforma
non (Miò essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Ftosp. Franco Qiampiccoli
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
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tornò nel Pinerolese, a Torre
Pellice. L’appuntamento è
fissato per sabato 15 luglio,
alle 21,30; il costo del biglietto è di 20.000 lire.
La prevendita è presso Magic bus e Rogirò a Pinerolo,
Gelateria Oasi a Villar Perosa, People’s choice abbigliamento a Perosa Argentina,
Daniela Giocattoli a Pomaretto. Agriturismo La Miando a
Salza, Britannia Pub a Torre
Pellice. La Pro Loco è impegnata ad utilizzare gli eventuali ricavi per finanziare attività del Comune a favore della popolazione o ad opere benefiche (nel ’91 ci fu un sostegno all’Admo). Nell’area
del concerto è possibile campeggiare e usufruire di servizio bar e ristoro.
Un'attività che punta sul vivaio
Il Volley La Torre
alle finali Uisp
Ci sono dei casi nello sport
dove si gioca per il puro piacere di divertirsi, dove denaro non ne circola e dove il
raggiungimento di una finale
nazionale di categoria rappresenta in sé il successo di una
stagione e di una società: parliamo del Volley La Torre
che gioca le sue partite di
campionato Uisp nell’angusta palestra di via Filatoio a
Torre Pellice e che quest’anno ha portato sia la formazione maschile che quella femminile alle finali nazionali
che si sono svolte in due fine
settimana consecutivi a Cupra Marittima, in Provincia di
Ascoli Piceno.
Una grande soddisfazione
per le due formazioni arrivate
alla fase finale attraverso una
prima serie di partite a livello
provinciale e poi in ambito regionale: «Si tratta di due formazioni composte prevalentemente da studenti - dice Renato Peretto, responsabile del
Volley La Torre - e in effetti
due ragazze hanno dovuto rinunciare alla finale in quanto
impegnate con gli esami di
maturità. Ci siamo trovati di
fronte le squadre di Ravenna,
Modena, Messina, Firenze
Bologna che schieravano giocatori che hanno militato in
serie A o addirittura in Nazionale eppure siamo riusciti a
ben figurare; per tutti è stata
un’esperienza indimenticabile. La cosa che ci ha fatto
maggiormente piacere è che
la nostra società, di un piccolo
paese in Provincia di Torino,
è stata l’unica ad avere una
squadra nelle-due finali maschile e femminile».
Il Volley La Torre tuttavia
non è soltanto la prima squadra: «Abbiamo anche un vivaio per le squadre giovanili
che attingono fra i ragazzi e le
ragazze delle scuole medie di
Torre Pellice e partecipano ai
campionati di categoria - continua Peretto -; organizziamo
poi altre manifestazioni (qualche anno fa il beach volley su
sabbia nei principali comuni
della valle) dimostrando quali
siano le potenzialità di uno
sport altamente educativo e
nello stesso tempo che evita
assolutamente il contatto fisico. Noi speriamo di poter
sempre coinvolgere nuovi
giovani nella nostra società e
nella pratica della pallavolo».
Pallavolo che ora va in vacanza, anche se un po’ dovunque fioriscono piccoli tornei di volley, beach volley o
green volley; sono già alle viste nuovi appuntamenti per
La Torre?
«A settembre avremo la nona edizione del trofeo Pro Loco ai giardini di via D’Azeglio - conclude Renato Peretto -; è un momento importante e spettacolare che oltretutto
rappresenta una delle poche
occasioni della nostra società
per finanziare l’attività di tutto l’anno. Con altri gruppi
stiamo pensando di organizzare un torneo all’aperto a cui
possano partecipare tutti
quelli che vogliono divertirsk
con la pallavolo».
La formazione della squadra femminile
GREEN VOLLEY — Seconda tappa la scorsa settimana a
Lusema San Giovanni per il «Cariplo tour» di green volley,
manifestazione organizzata da 3S Lusema e Antares Magic, e
va subito registrato un primo verdetto nella categoria amatoriale; Fabi e Vignetta hanno ottenuto la matematica certezza della
vittoria finale. Nella altre categorie invece tutto è ancora aperto
a ogni soluzione: deciderà la terza e ultima tappa in programma
a Torre Pellice. Alla tre giorni lusemese hanno partecipato 35
coppie. Tra gli amatori maschili, dopo Fabi e Vignetta, secondi
sono stati Imbriani e Bonansea davanti ad Alemanno e Ferrerò.
Tra le donne rivincita di Mensa e Resiale su Caracciolo-Serra e
Baudin-Griotti. Molti nomi nuovi sui podi relativi alle categorie superiori. Tra gli atleti, trionfo di Ricchiardi-Bauducco su
Gemesio-Puggese; terzi Furlan-Rovero. Tra le atlete, vittoria a
Tosello-De Stefanis su Bmno-Accastello e Boni-Paglia.
PALLAVOLO A COPPIE AL PRA — Si è svolta domenica scorsa, nella splendida cornice della conca del Pra, su organizzazione del 3S Lusema, una gara di pallavolo a coppie, categoria unica, che ha visto la partecipazione dei migliori atleti pinerolesi. Hanno vinto Mauro Filippa e Antonella Bmno davanti
a Raffaella Fassone e Davide Armando; terzi sono giunti Roberto Bonifetto e Claudia Amedeo, quarti Gianni Forchino e
Debora Carignano.
ASSICURAZIONI
/lucres Vita
Agenzia generale
POGGIO e GÖNNET
via Trieste, 47 - Pinerolo - tei. 0121 /764Ó4
7 luglio, venerdì — TORRE PELLICE; Alle 21, nel
tempio, il Collegio valdese
organizza un concerto per
violino (Daniele Griot) e pianoforte (Alfredo Castellani);
verranno eseguite musiche di
Beethoven, Brahms, Debussy. Entrata libera.
7 luglio, venerdì — BIBIANA: Alle 21, in piazza, il
Piccolo varietà presenterà lo
spettacolo brillante in piemontese «Col’ antriganta mare
madon-a», di Luigi Oddoero.
7-9 luglio — BRICHERASIO: Per la prima volta la
Croce Verde propone una tre
giorni di festa, musica e
sport; l’appuntamento è in
piazza Giretti. Domenica
verrà inaugurata la nuova ambulanza.
7-9 luglio — TORRE
PELLICE: Il gmppo cinofilo
volontari di Protezione civile
della vai Pellice organizza la
prima manovra del gruppo a
partire dalle 18 di venerdì 7
fino alle 12,30 di domenica 9.
8 luglio, sabato — TORRE PELLICE: Alle 17, presso la sala Paschetto del Centro culturale valdese, si apre
una mostra di Beatrice Appia,
che resterà aperta fino al 25
giugno.
8 luglio, sabato — ANGROGNA: Alle 21, presso il
museo degli Odin, incontro
con il pastore Giorgio Toum:
«Il canto popolare alle Valli e
i “Cahiers des chansons’’».
8 luglio, sabato —■ PINEROLO: Nel cortile di palazzo Vittone, alle 21, si svolgerà un concerto rock e countiy dei «Track 29».
8 luglio, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Dalle 14,30 si svolgerà una
semina organizzata di trotelle
nel torrente Pellice, promossa
dal Consiglio di valle dei pescatori; chi è disponibile è invitato a trovarsi presso l'incubatoio ittico provinciale.
8 luglio, sabato — TORRE PELLICE: Alle 21. nel
salone Opera gioventù, verrà
presentato il libro «Cera una
volta Torre Pellice» di Tullio
Contino; in apertura di serata
proiezione di «Immagini di
ieri e di oggi», angoli suggestivi di Torre Pellice.
8 e 9 luglio — TORRE
PELLICE: Presso i locali
dell’Aula magna del Collegio
valdese, vendita di beneficenza di mobili, ceramiche e bigiotteria a favore del Collegio, dell’Ospedale di Torre
Pellice e della Casa delle diaconesse.
8 luglio, sabato — TORRE PELLICE: Alle 13,30
circa, alla stazione ferroviaria,
arriverà il primo gruppo di
podisti di «Cammina Italia»,
un’iniziativa promossa dal
Cai a livello nazionale che
prevede di percorrere a piedi
l’Italia dalla Sardegna, da cui
sono partiti a febbraio, per arrivare a novembre a Trieste.
9 luglio, domenica —
SAN SECONDO: Alle 5,45
da piazza Tonello parte la gita sociale organizzata dalla
pro loco per Nizza-Costa Azzurra; rientro per le 18, prenotazioni presso Dina Grazzini, tei. 501172.
9 luglio, domenica — BIBIANA; Alle 21, sotto l'ala,
si esibirà il coro polifonico
«Turba concinens» diretto da
Aldo Sacco.
9 luglio, domenica —
FROSSASCO: Alle 21.30,
presso il palatenda alle scuole
elementari, si esibirà il gruppo folk tedesco Hölderlin Express.
12 luglio, mercoledì — PINEROLO: Nel cortile di palazzo Vittone, alle 21,15, si
esibirà «Bandamania» diretta
da Dario Brussino.
SERVIZI
VALU
CHISONE ' GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 9 LUGLIO
Rinasca: Farmacia Bertorello
Via Nazionale 22, tei. 800707
Ambuianze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
teiefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 9 LUGLIO
Lusema San Giovanni: Farmacia Vasario - Via Roma 19
(Airali), tei. 909031
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
Cinema
BARGE — Il cinema Comunale è chiuso per ferie.
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma venerdì, ore 21,15,
domenica, ore 20 e 22,10 e
lunedì, ore 21,15 L’amore
molesto, con A. Bonaiuto.
FROSSASCO — Per la
rassegna «Quattro porte su cinema e musica», presso i giardini della scuola materna, ore
21,30. venerdì 7 luglio verrà
proiettato II mostro di e con
Roberto Benigni: sabato 8
sarà invece la volta del cartone animato La carica dei 101.
1
WiH
Nelle
Chiese
Valdesi
MASSELLO — Dal 9
al 16 luglio le scuole domenicali di Perrero-Maniglia e Villasecca si ritroveranno a Massello per una
giornata di incontri, passeggiate e giochi.
TORRE PELLICE —
Domenica 9 luglio, a partire dalle 15. si svolgerà un
pomeriggio comunitario ai
Coppieri.
INCONTRO COPPIE
INTERCONFESSIONALI — Nell’ambito del 14°
incontro intemazionale, sabato 8 luglio, alla Foresteria di Torre Pellice. alle
20.45, si svolgerà una serata sul tema: «Coppie interconfessionali e chiese locali: quale aiuto reciproco?».
RODORETTO-FONTANE — Con la stagione
estiva riprendono i culti a
Fontane: il primo sarà il 9
luglio.
Montoso— 8-9 luglio
Con inizio sabato alle ore
21,30 (serata musicale), si
tiene il consueto raduno in
ricordo dei caduti partigiani
e civili della zona. Domenica. a partire dalle 10. testimonianze e preghiere da
parte di valdesi, ebrei, cattolici. Alle 11.20 orazione
di Mercedes Bresso. presidente della Provincia di Torino. AI pomeriggio musica
con i «Track 29» e la corale
«Tre valli» di Saluzzo.
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liMERDÌ 7 LUGLIO 1995
PAG. 7 RIFORMA
L’ieisterno della nuova moschea di Roma
Inaugurata a Roma la prima grande moschea per i 300.000 islamici in Italia
Il dialogo interreligioso non esclude l'IsIam
PAOLO NASO
LJinaugurazione della
- moschea di Roma è sicuramente un evento religioso, culturale e politico di
grande rilievo. L'Islam italiano ha oggi il suo simbolo e la
sua «casa»; la società italiana
ha compiuto un altro passo
sulla strada del pluralismo religioso; da oggi, infine, siamo
tutti più consapevoli della
complessità e dell'urgenza
nel confronto tra fedi e culture diverse. Lo ha detto con
parole meditate il presidente
Scàlfaro. ricordando che la
moschea altro non è che la
«realizzazione di un principio
della Carta costituzionale che
' ¡a scritto parole fondamentali sili diritti della persona
umana e ha stabilito l'assoluta eguaglianza dei cittadini
senza distinzione di razza e di
religione, raggiungendo così
una meta fondamentale per la
libertà di ogni popolo».
Chiusa la cerimonia di
inaugurazione, giunge il momento delle considerazioni e
degli interrogativi sulla comunità musulmana nel nostro
paese. L’Islam italiano, che
già raccoglie oltre 300.000
credenti, è ancora molto giovane: non a caso è stato un
.bambino di 9 anni, Ahmed,
ad aprire la cerimonia di
inaugurazione salmodiando
alcuni versetti del Corano.
Una scelta gentile e carica di
significati; in Italia l'Islam ha
il volto di un fanciullo che
crescerà, diverrà adulto, maturerà. In che modo? Con
quali caratteri? Alcune risposte sono suggerite proprio
dalla cerimonia di inaugura' zione dello scorso 21 giugno.
La moschea è amministrata
dà un Consiglio composto dagh ambasciatori dei paesi arabi accreditati in Italia: ha
quindi in sé una funzione «diplomatica» che accompagna e
integra quella «religiosa».
L’Islam italiano ha anime politiche e sociali diverse: dalle
cònfi-atemite senegalesi costitute in prevalenza da venditori ambulanti ai businnessman sauditi delle associazioni degli studenti arabi, a i
sempre più numerosi convertiti italiani.
La moschea, così strutturate, riuscirà ad essere la casa
di tutti i musulmani presenti
te Italia? Non è solo un problema di gestione, è anche e
soprattutto un problema di
^tenuti culturali e teologici.
L Islam è variegato e poli
L’interno della moschea
centrico; al suo interno vi sono correnti radicali e liberali,
particolaristiche e universalistiche, spiritualistiche e politiche. Tutte le definizioni sono parziali e approssimative,
ma indicano tendenze che si
riscontrano in tutte le comunità islamiche e soprattutto in
quelle di più recente costituzione come quella inglese o
quella tedesca.
Quale sarà il carattere prevalente dell'Islam della moschea della capitale? In occasione dell’inaugurazione la
presenza più numerosa e visibile era quella saudita: del resto re Fahad è stato il più generoso finanziatore della costruzione e la monarchia saudita, politicamente moderata
e filoccidentale, sul piano religioso esprime un Islam «integrale» e a tutt’oggi indisponibile a misurarsi con le sfide
della libertà di coscienza e
del pluralismo religioso.
Tuttavia il tema del confronto e del dialogo non sembra tra le priorità dell'attuale
dirigenza della moschea:
sembra averlo ben compreso
il Vaticano che, inviando una
delegazione di profilo prevalentemente «diplomatico»
(molti hanno rilevato l'assenza del cardinale Arinze, presidente del Pontificio Consiglio
per il dialogo interreligioso),
ha insistito sul tema, tutto politico, della libertà di culto
nei paesi islamici.
Da un altro punto di vista
Tullia Zevi, presidente dell’
Unione delle comunità ebraiche, ha invece rilevato che
nonostante gli anni di dialogo
tra le fedi dei figli di Abramo,
«tra gli intervenuti solo il
presidente Scalfaro abbia citato l'ebraismo»', quanto agli
evangelici, pure presenti al
momento delia posa della prima pietra della moschea, non
erano nemmeno stati invitati.
«Un passo alla volta, un passo alla volta», mi dice bonariamente un esponente del
Centro islamico noto per il
suo impegno sul piano del
dialogo tra le fedi.
Un’altra presenza ben visibile era quella dell’Unione
delle comunità e degli organismi islamici in Italia (Ucoii):
sicuramente costituisce la
componente socialmente più
radicata ma anche quella
SCHEDA
L'IsIam in Italia
Su 925.172 immigrati ufficiali nel nostro paese (dati 1993)
gli appartenenti all’Islam sono 309.843. cioè il 33.5% e questo è sicuramente inferiore alla realtà perché molti immigrati
sono clandestini. A questo dato occorre poi aggiungere almeno 30.000 italiani diventati musulmani per convinzione o.
anche, per matrimonio. Una stima prudenziale porta a calcolare gli islamici in Italia a almeno 400.000. Il culto islamico,
secondo una tradizione attribuita allo stesso Maometto, afferma: «L'Islam è che tu testimoni che non c'è altro Dio che
Iddio e che Maometto è il messaggero di Dio, che tu compia
la preghiera rituale, versi l’elemosina, digiuni nel mese di
■Ramadan e faccia il pellegrinaggio alla Casa, se ne hai le
possibilità». Per questo in Italia si stanno diffondendo centri
islamici con annesse moschee.
Circa il dialogo religioso l’Islam affida a ebrei e cristiani
(detti «gente del Libro») uno statuto speciale non concesso
agli altri pagani. Uno dei problemi del dialogo interreligioso in
Italia è la questione dei matrimoni tra islamici e cristiani, che
viene considerato contrario alla teologia delle due religioni.
Dalla Puglia la richiesta di mutare rotta
Quali politiche
per l'immigrazione?
NICOLA PANTALEO
La Puglia si interroga sul
proprio ruolo di terra privilegiata di approdo, stanziamento e transito di migranti
sempre più soli e disperati, si
fa un esame di coscienza sulle inadempienze personali e
istituzionali e tenta di delincare risposte e soluzioni.
Così, nell'arco di una settimana, si sono svolti due incontri a Bari sui temi antichi
e nuovi dell'immigrazione,
con ottiche diverse ma complementari.
Il primo, organizzato dal
Centro evangelico di cultura
e dalla Federazione delle
chiese di Puglia e Lucania insieme a un ampio arco di forze. dal Cidi alla Cgil, dalla
Caritas a Arci-solidarietà, si è
svolto neha Facoltà di giurisprudenza di Bari il 23 maggio e ha avuto per oggetto i
modi in cui l'immigrazione è
percepita e le risorse che per
tale fenomeno vengono variamente fomite. Il tema, «Politiche dell'immigrazione e
strategie di inserimento», ricalcava il profilo generale
della relazione introduttiva di
Anna Marie Dupré, ma si articolava poi concretamente in
cinque sottosezioni: lavoro,
salute, lingua, intercultura
accoglienza. Tra i numerosi
maggiormente caratterizzata
in senso «radicale» e, per usare un'espressione impropria
ma convenzionale, «fondamentalista». I dirigenti dell’
Ucoii sono fermamente schierati contro il processo di pace
in Medio Oriente; «Ce lo impone la nostra fede, che non
ammette negoziati su AlQuds» [Gerusalemme], ribadisce in privato il portavoce
dell’Unione, che tra l'altro da
oltre due anni chiede l’avvio
di una trattativa per la stipula
di un’intesa «come già avviene per le altre confessioni religiose». Dal giorno successivo all’inaugurazione della
moschea, anche in Italia sono
questi i problemi sul tappeto.
spunti di interesse dell’intervento della Dupré si segnalano i seguenti.
1) L'orientamento verso il
modello della programmazione dei flussi migratori da pre^
ferire risolutamente alla chiusura totale 0 indiretta delle
frontiere come pure all’utopia
delle frontiere aperte;
2) i vantaggi economici e
sociali sia per i paesi ospiti
che sviluppano mercati e consumi e investono in infrastrutture di cui si giovano anche gli autoctoni, sia per i
paesi di provenienza afflitti
da squilibri demografici e alti
livelli di disoccupazione, con
riflessi sull'assetto politico
che non potrebbe più consentire il mantenimento di regimi
autoritari;
3) riguardo all’inserimento,
la preferenza di strategie di tipo misto, equidistanti dal modello francese di piena integrazione, e dunque omogeneizzazione culturale, e da
quello della separazione secondo un'ottica radicalmente
multiculturale;
4) la consapevolezza del
grande ruolo delle donne
emigranti, che assicurano la
sopravvivenza di un'economia di sussistenza, mostrano
un forte senso di responsabilità, rifiutando le lusinghe
dell'assistenzialismo, é hanno
capacità di adattamento, flessibilità e fantasia per nuove
soluzioni, spesso sconosciute
agli uomini.
Le chiese evangeliche appaiono in larghissima misura
disponibili a un discorso pro
immigrati: 200 comunità sono coinvolte in vario modo in
forme di assistenza e sostegno e ben 70 annoverano al
' loro interno membri extracomunitari. Più in generale l'as■ sociazionismo cristiano appa' re profondamente unito e impegnato collegialmente in una
commissione permanente di
confronto con i parlamentari
progressisti e centristi.
■Vinicio Russo, responsabile
del centro leccese di Controinformazione Terzo Mondo, ha ricordato i guasti dell’intervento militare sulle
spiagge del Salento: la sindrome del nemico invasore, la
mancata distinzione tra clandestini e rifugiati politici, la
carenza di servizi primari di
accoglienza. Un intervento in
ogni caso inefficiente perché
incapace di frenare effettivamente il flusso di immigrati.
Isa Bergamini, del Coordinamento insegnanti democratici italiani, ha esposto le questioni connesse all’insegna- ,
mento delle lingua italiana
agli immigrati, mentre il rappresentante dell’ufficio immigrati della Cgil, Tesfai Zemarian, ha posto l’accento sull'
atteggiamento spesso inquisitorio e improntato ad interpretazioni restrittive della legislazione corrente delle questure. a cui è affidata la gestione degli immigrati. Un
appunto polemico è anche
stato rivolto a certa stampa
che riduce la questione immigrati alla cronaca criminale,
avallando le posizioni della
destra politica.
Il secondo incontro, organizzato da «Neroenonsolo»
sul tema «Immigrazione: Bari
città di frontiera», si è svolto
a pochi giorni di distanza nella sala consihare del Comune
e ha avuto un carattere più
marcatamente politico-istituzionale per la natura dei principali interlocutori, sindaco e
consiglieri comunali, provinciali, regionali, oltre al vicepresidente della commissione
affari sociali Vasco Giannotti.
Le dimensioni nazionali
del fenomeno immigrazione,
pur se notevoli, non sono
comparabili con altri paesi. A
Francoforte, ad esempio, il
32% della cittadinanza è costituita da immigrati ma, grazie all'impegno dello speciale
assessorato alla multiculturalità ricoperto dall'ex leader
del ’68 Francés Cohn Bendit,
non si sono mai verificati seri
episodi di segno razzista.
Memori del vergognoso
trattamento riservato agli albanesi nell'agosto del 1991,
tutti sono stati concordi nel
biasimare il ricorso al piantonarriento militare delle coste.
La regolarizzazione degli «irregolari» e, in particolare, la
legalizzazione del lavoro stagionale, che pure era prevista
dalla legge Martelli, la distinziotte tra irregolari e clandestini, l’individuazione dello
status di rifugiati politici, la
sottrazione alle questure delle
pratiche di immigrazione e il
loro affidamento a strutture
civili, il prolungamento dei
termini del permesso provvisorio di soggiorno e una politica di difesa delle condizioni
di vita degli immigrati: sono
solo alcune delle ricette pro-'
poste dai convenuti.
Bari, città di frontiera e di
incontro, di mercanti venali
ma anche di credenti e laici
impegnati nel sociale, ha una
grande occasione: cogliere
l'opportunità offerta dalla
nuova realtà interetnica per
contribuire a costruire una diversa politica del Mezzogiorno, per vincere l'emarginazione e il sottosviluppo, favorire e variegare l'occupazione. inaugurare esperienze di
convivenza e reciproco rispetto e comprensione.
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PAG. 8 RIFORMA
venerdì 7 LUGLIO 1995
: Protestantesimo» in televisione
Le religioni
sul piccolo schermo
MIRELLA ARGENTIERI BEIN
L? argomento della trasmissione di domenica
18 giugno era quanto mai attuale, e particolarmente interessante per noi, in quanto
concerneva l’informazione
religiosa in tv. Paolo Naso ha
cercato una risposta convocando in studio un nutrito
gruppo di persone coinvolte a
vario titolo nel problema. Da
una veloce ricognizione della
situazione attuale risulta che
oltre le numerose rubriche
cattoliche hanno un piccolo
spazio, in ore proibitive,
l’ebraismo, il protestantesimo
e ora anche l’islamismo.
Per Graziella Priulla, esperta di comunicazioni di massa,
è chiaro che la politica
dell"informazione è volta a
assecondare e non a formare i
gusti del pubblico (per di più
nel presupposto, magari errato, che certi argomenti non
possano destare interesse). La
stessa definizione di «tv commerciali» (e non «libere» o
«private») denuncia il fatto
che tutto è considerato merce.
Il caporedattore di Raidue,
F. Scaglia, si è dichiarato orgoglioso, appunto per questo,
di appartenere al servizio
pubblico e di ospitare nella
propria rete la maggior parte
di rubriche religiose. Per questo tipo di trasmissioni la formula idonea è «raccontare
per far riflettere». Clotilde
Pontecorvo di «Sorgente di
vita» ha messo invece in
chiaro che lo specifico dell’
identità ebraica non si esaurisce nel fattore religioso e deve comunque essere presentato in prima persona: tutti hanno concordato su questa esigenza. Mahamud Salem Elsheikh ha spiegato a sua volta
che, la rubrica da lui curata
(«Islam, cultura e civiltà») è
puramente culturale e informativa.
Giorgio Bouchard ha infine
esaminato l'evoluzione di
«Protestantesimo» in questi
anni: la rubrica, inizialmente
volta aH'intemo, ora è maggiormente interessata a far
conoscere il mondo protestante, in quanto «nel contesto ecumenico attuale» la
realtà evangelica «merita di
essere raccontata».
Dopo queste analisi il discorso si è spostato sulla necessità che si possa essere
Un libro sulle modalità del guardare e del vivere gli ambienti
Viaggiatori^ cartografi e artisti alle prese
con i mille modi di rappresentare lo spazio
MARCO FRATINI
«Strada di DeIft» di Jan Vemeer. Secondo alcuni studiosi anche la
discussa iconoclastia del calvinismo avrebbe spinto gli artisti del
XVI-XVII secolo ad affrontare i soggetti di paesaggio
presenti e ascoltati anche in
programmi diversi. Il conduttore della rubrica islamica ha
detto con felice espressione:
«Noi non vogliamo più essere
considerati “gli altri’’». In sostanza non si dovrà ragionare
in termini di «cattolici - non
cattolici».
Orazio Petrosillo, del rotocalco televisivo di ispirazione
religiosa «Settimo giorno» si
è detto convinto che il problema della fede, ossia la ricerca
di un senso della vita, riguardi tutti e sia quindi di largo
interesse conoscere le risposte che a questa richiesta vengono date. La stessa esigenza
è stata avvertita da Graziella
Priulla, che si è detta interessata a conoscere il parere di
protestanti, ebrei ecc. sui problemi esistenziali che ci travagliano, ma ha lamentato di
doverlo fare a notte inoltrata.
Bouchard ha ancora notato
con forza come i protestanti
siano ignorati anche quando,
come nella recente trasmissione sull’eutanasia, si discutono le loro prese di posizione. Alla richiesta ribadita di
una più favorevole collocazione oraria delle rubriche in
questione. Scaglia ha detto di
temere il responso dell’Auditel. Giustamente gli è stato
fatto osservare che un ente
pubblico televisivo non dovrebbe essere schiavo degli
indici di ascolto: altrimenti,
aggiungiamo noi, cade la sua
ragione d’essere.
La trasmissione, pur nella
totale assenza di risorse visive, ha avuto il merito di mettere a fuoco un problema di
vitale importanza in modo
esauriente e vivace.
Alcuni anni fa, nel suo romanzo storico intitolato
1 giorni della bestia (Centro
culturale valdese, 1992), ambientato ai tempi del Glorioso Rimpatrio, Giorgio Tourn
faceva descrivere a uno dei
suoi personaggi il ritorno nei
luoghi natii: «La valle, baratro di tenebra, stava ai suoi
piedi ed egli vi immergeva lo
\ sguardo leggendo come un
libro aperto il reticolo dei
campi e delle strade, del fiume e dei prati...» (p. 166).
Uno sguardo che misura il
mondo, lo definisce, lo decifra, lo riconosce e, attraverso
il lavoro, lo modifica.
Il paesaggio che noi vediamo è allora risultato dell’
azione umana sul territorio,
una serie di modificazioni
prodotte dalla mano dell’uomo, ma anche dall’occhio
stesso.
Il paesaggio, dunque, anche come orizzonte mentale,
spazio reale e spazio immaginato. Sui numerosi modi di
vedere e di cambiare il paesaggio che ci circonda è stato
recentemente pubblicato un
bel saggio di Renzo Dubbini
dal significativo titolo Geografie dello sguardo*.
I metodi di studio sulle
evoluzioni del paesaggio sono da tempo cambiati e non
sono più ristretti alla sola
analisi stilistico-formale nelle
rappresentazioni artistiche.
grazie anche a due volumi ^
fondamentali come gli Studi
sul paesaggio di Giovanni
Romano (Einaudi, 19731991) e Arfe del descrivere di
Svetlana Alpers (Boringhieri,
1984). Nella loro scia si inserisce il libro di Dubbini, che
concentra la sua attenzione
sulle rappresentazioni del
paesaggio prodotte in Europa
tra la fine del ’500 e gli inizi
del ’900.
Le modalità di rappresentazione sono assai numerose e
vanno dalla cartografia al vedutismo, dalla topografia militare alla riscoperta delle rovine dell’antichità classica,
dal paesaggio naturale all’indagine geologica del terreno,
dalla moda del «Grand tour»
alle escursioni alpinistiche,
dall’architettura dei giardini
alla complessità del macrocosmo metropolitano, dal viaggio in treno a quello in carrozza o in pallone, dagli spettacoli del teatro ottico alla fotografia.
Sistemi filosofici, innovazioni tecnologiche, scoperte
geografiche, sconvolgimenti
politici rimettono continua
selezionare é rappresentare,
sulle mode.
Dal tardo ’500 l’esigenza
della riconoscibilità del mondo si riflette sul grande fenomeno della produzione di
carte topografiche per necessità militari, strategiche, eco
nomiche alla base delle gran
mente in causa gli schemi
della rappresentazione, influiscono sull’adozione di
nuovi punti di vista, sui metodi e le tecniche della raffigurazione, sugli oggetti da
di rifofme amministrative. La
pittura olandese del ’600,
grazie all’enorme influenza
delle nuove ricerche nel campo dell’ottica, ha come risultato un’elaborazione realistica nella veduta architettonica
e paesaggistica, in contrapposizione al prevalente simbolismo nella pittura di interni;
grazie alle scoperte scientifiche e geografiche si approda
a quel grande strumento di
rappresentazione del mondo
che è l'Atlante.
La città elabora schemi di
organizzazione degli spazi attraverso l’architettura di giardini e piazze e l’articolazione
del tessuto viario urbano; parallelamente nelle campagne
ci si muove verso una maggiore geometrizzazione del
paesaggio agricolo con le
riforme nelle canalizzazioni,
nella definizione della coltura, nelle grandi opere di bonifica e nella riorganizzazione
della rete di comunicazione
stradale e fluviale. Nuove
esigenze di strategia militare
suggeriscono particolari definizioni dello spazio mediante
la costruzione di cittadelle
fortificate, con il supporto di
teorie geometriche di difesa e
il supporto di specifiche logiche di dominio delle visuali.
La nascita di un turismo
non più elitario si accompagnerà poi alla diffusione delle
guide di viaggio e di opere
d'arte di grande attrazione
come i «panorami»; l’entusiasmo della Restaurazione per
il Medioevo porterà alla rivisitazione dei luoghi e dei monumenti della storia nazionale, che si possono ammirare
nelle immagini di torri e castelli in rovina, riprodotti in
quei preziosi volumi di incisioni che sono i voyages pittoresques. Gli studi scientifici
sulla polarizzazione della luce e sull'ottica condurranno
invece ai moderni sviluppi
del paesaggio impressionista
prima e alla fotografia poi.
Con quest’ultima la visione
dello spazio compie un brusco balzo in avanti verso
nuove frontiere della rappresentazione visiva, in cui rocchio umano non è in grado di
avventurarsi, aprendo in questo modo le vie che conducono al nostro immaginario, costruito, appunto, prevalentemente di immagini.
Presentato a Parigi il «Salterio)
Ripubblicata la «Rivoluzione cristiana)
Uno strumento per
la lode in musica
La giustizia sociale
di Primo Mazzolari
ITALO PONS
"D isogna preparare l’avvenire. Il nostro Sal
terio attualmente contiene
una piccola parte dei Salmi
biblici». Così, in uno studio
tenuto nel 1947, lo studioso
del calvinismo Jean Cadier
salutava la raccolta Louange
et prière: «Un ritorno della
chiesa ai Salmi (...) Perché la
Chiesa riformata abbia nel
suo Salterio cantato il tesoro
liturgico e il libro di pietà che
essa deve poter trovare; per
questo bisogna ricominciare
dalla base, dal testo ebraico,
il lavoro che già fu compiuto
da Clément Marot e Théodore de Bèze»'.
L’invito a lavorare per il
futuro ha portato i suoi frutti;
infatti il 16 giugno a Parigi è
stato ufficialmente presentato
Le Psautier français-, prima
edizione moderna completa
del Salterio ugonotto. Il presidente della Federazione protestante di Francia, pastore
Jacques Stewart, nel suo saluto introduttivo ha detto: «Si
potrebbe pensare che questo
nuovo innario rappresenti
un'ulteriore frammentazione
del nostro mondo protestante.
Invece è un segno di ricchezza che ci riconduce alle origini del nostro patrimonio musicale». Rifacendosi a una re
me questa raccolta sia oggi al
servizio di tutti i conoscitori e
amatori dell’innologia riformata; un ringraziamento particolare per la tenacia e la
competenza poetica è andato
al pastore Roger Chapal per il
suo lavoro di riscrittura in un
linguaggio vivo e moderno
dei testi; Edith Weber, docente emerita di Storia della musica alla Sorbona, ha poi presentato da un punto di vista
storico la genesi del Salterio
riformato. Il lettore troverà
nel volume ampie e documentate parti introduttive a
firma di Daniel Bourguet,
Roger Chapal e Edith Weber,
e Jacques Feuillie.
Corali, cultori della musica
riformata, cori laici, mondo
cattolico dispongono oggi di
questa nuova raccolta innologica. Non si può che augurarsi che questo Salterio (certo
non un monumento ma uno
strumento per la celebrazione
e la lode) possa essere utilizzato in quelle chiese, alle Valli in particolare, dove ancora
periodicamente si celebrano
culti in francese. Sarà possibile un giorno averne uno in italiano? Le diverse opinioni e
sensibilità potranno confrontarsi in un Sinodo o una Conferenza distrettuale?
ROBERTO PEYROT
Antenne paraboliche in costruzione
cente esperienza ecumenica
in Svezia, Stewart ha proseguito: «È necessario lavorare
perché, anche da noi. possa
nascere per la fine di questo
secolo un innario che rappresenti tutte le chiese cristiane».
Il presidente della «Fédération musique et chant», Alain
Costenoble, ha ricordato co
ll) Jean Cadier. «Le culte
réformé», in Etudes théologiques
et religieuses, n. 1. 1947. Montpellier.
il) Le Psautier français. Les
150 Psaumes de la Réforme.
Lyon. Réveil, 1995. Ff 140 (piccolo formato). Ff 160 (grande
formato). Altre informazioni
presso: «Fédération musique et
chant de la Réforme», 53 rue Erlanger. 75016 Paris.
II sacerdote cattolico Primo
Mazzolari (1890-1959) appartiene senza dubbio alla categoria dei testimoni «scomodi» dell’Evangelo. Più volte
richiamato all'ordine dai suoi
superiori, egli rispose per
iscritto al suo vescovo: «Finché mi sarà possibile parlerò
e testimonierò, nei limiti
dell'obbedienza da me dovuta: oltre questi limiti testimonierò coi silenzio».
Perché così tanta «scomodità» da parte sua? Ce lo attesta la ristampa di un suo libro* scritto nel 1943 e pubblicato nel 1945 senza «imprimatur». Il concetto base di
questo scritto è tanto semplice
quanto incisivo: il cristianesimo è decaduto da fede a religione. da cardine a ornamento. da salvezza a consolazione. «La mansuetudine che si
adatta a tutto per non disturbarsi troppo è ben lungi dalla
mansuetudine dell'Agnello
che muore sulla croce». E ancora: «La rivoluzione cristiana fa parte del piano di corredenzione a cui siamo stati elevati per grazia. La sua strada
passa per il Calvario e ci impegna a militare perdutamente per la salvezza dell'uomo,
considerato come figlio di
Dio e fratello nostro (...). Una
rivoluzione che non mirasse
alla piena libertà dell'uomo e
alla sua divina dignità sarebbe insopportabile».
Con queste premesse Mazzolari opta per la partecipazione di tutti alla competizione politica tenendo peraltro
ben presente che non ci si deve presentare con un'etichetta
(*) Renzo Dubbine Geografie dello sguardo. Visione e
paesaggio in età moderna? Torino. Einaudi. 1994. pp XXV/ j
180. lire 45.000.
«cristiana» (ricordo che lo
scritto è del '43) ma semmai
con un modo cristiano di fare
politica: «L'uomo di Stato
cristiano è un controsenso
perché nessuno finora è riuscito a governare secondo il
Vangelo, neanche i papi, ragion per cui tanti hanno preferito come codice politico
"Il Principe"».
Altri problemi vengono affrontati nel libro: la libertà, la
produzione, la proprietà, il lavoro. ecc. Tutti temi di grande
attualità, che già oltre mezzo
secolo fa venivano presentati
con un tono allo stesso tempo
franco e radicale, e straordinariamente premonitori delle
situazioni dei nostri giorni.
Interessanti le valutazioni di
una migliore giustizia sociale:
«Il comunismo russo non e
merce d'esportazione e noi
crediamo che il comunismo
occidentale si darà una sua
fisionomia ed un suo costume». Ma forse lo stesso Mazzolari non avrebbe potuto prevedere che. nell'autunno del
1994. il quotidiano «L'Unità»
avrebbe pubblicato le Scritture per i suoi lettori. Da tanti
questo fatto è stato ritenuto
una semplice operazione editoriale ma proprio nelle ultime settimane il direttore Veltroni. nel partecipare a una tavola rotonda su «politica o
Vangelo», ha definito tale
pubblicazione «una straordinaria testimonianza di un nucleo di valori universalmente
validi, dall'attenzione agli ultimi alla solidarietà».
(*) Primo Mazzolare Ri''®’
luzione cristiana. BolognaDehoniane. 1995. pp 188. m
20.000.
17
venerdì 7 LUGLIO 1995
PAG. 9 RIFORMA
U,n libro di Rosanna Ciappa affronta una figura poco conosciuta in Italia
Alfred Loìsy fra esegesi biblica e modernismo
cesare milaneschi
Il pensiero e il ruolo di Alfred Loisy sono conosciuti
in Italia tramite le valutazioni
di Ernesto Buonaiuti (espresse specialmente in Lettere dì
un prete modernista, Roma,
1908) e di altri studiosi del
modernismo, che spesso hanno ripetuto quelle stesse opinioni (cfr. per esempio V. Vinay, Ernesto Buonaiuti e
ritalia religiosa del suo tempo,Torino, Claudiana, 1956).
In anni più recenti alcuni interventi, fra i quali si possono
ricordare quelli di R. Aubert e
dell'anziana testimone Lidia
von Auw, hanno apportato alcune chiarificazioni, che sono
, “ risultate molto preziose. La
yon Auw, per esempio, ha
1 precisato che il Loisy «per
\ nptura non era né un ribelle
• né un rivoluzionario, ma un
dotto incapace di sacrificare
le sue convinzioni scientifiche
’ if- a una disciplina ecclesiastica». Questo era vero soprattutto nel contesto della pole■^mica che si sviluppò intorno
r ^’enciclica Pascendi dominici graegis (1907) e alla sco’ munica da cui fu colpito in se; pito al rifiuto di allinearsi alfe tesi papali, nel marzo 1908.
j Dopo questi eventi Loisy si
sentiva come liberato di un
peso: era «incapace» di vivei re nell’ambito della tensione
[ creatasi in quel contesto di
controllo sull'insegnamento e
sulle idee dei docenti dei se- tninari, come egli stesso os
servava; allo stesso modo che
«i miei polmoni sarebbero incapaci di respirare in fondo
al mare» (cit. da Vinay, p.
37). Da allora in poi, come
nota Lidia von Auw, «Loisy
aveva abbandonato ogni speranza di un rinnovamento
della chiesa» (Fonti e documenti n. 13, Urbino, 1984).
Il lavoro di Rosanna Ciappa* ripercorre l’itinerario degh studi e il processo di formazione del pensiero di Loisy, che vanno dalle prime ricerche in ambito esegetico fino ai due «livres rouges» in
base ai quali fu ritenuto come
uno dei padri del movimento
modernista, nell’arco del ventennio 1883-1903,
Il questo periodo tentò anzitutto di costruire «un rapporto organico tra storia e
teologia, a supporto di una
solida apologia del cristianesimo in chiave storica» (p.
15). Il lavoro esegetico, come
Loisy affermò nel volume
L'Évangile et l’Églis^ (1903),
tende ad affermare «la continuità storica», la «fedeltà sostanziale della Chiesa al
Vangelo» (p. 175). Ma al
tempo stesso poneva le basi
per una differenziazione fra la
verità rivelata in sé e la sua
formulazione dogmatica, che
è opera della chiesa: «La verità sola è immutabile, non la
sua immagine nel nostro spirito» (p. 177).
L'intento del Loisy era
quello di portare la chiesa «al
passo col mondo contempora
neo», attraverso «un ampio
complesso progetto apologetico» ma proprio a causa di
questo suo progetto egli incorse in un grave provvedimento
disciplinare. Per quale motivo? Per il semplice fatto che
la Santa Sede non gradiva il
progetto apologetico di Loisy.
Questo era volto a dare cittadinanza, nella teologia e nelle
scienze storiche che si insegnavano in ambito cattolico,
ai risultati della ricerca storico-critica. La gerarchia cattolica da parte sua non aveva affatto smentito la sua pretesa,
più volte riaffermata, di possedere senza dubbio la verità
e di essere l’unica custode del
«deposito della rivelazione».
L’Évangile et l’ÉgUse conserva in ogni caso il suo valore intrinseco: esso costituisce
«il punto culminante di una
ideale parabola intellettuale»
che raccoglie «i risultati
scientifici della ricerca storico-biblica più rigorosa ed
aggiornata condotta in ambito cattolico» (p. 178).
Rosanna Ciappa nota, al
contrario, «punti di frattura e
di discontinuità» nel secondo
dei «livres rouges»: Autour
d'un petit livre (1903): il rapporto fra il contenuto «inesprimibile e irriducibile del
Vangelo» e la necessità di tradurlo in espressioni comprensibili e provvisorie; la difficile sintesi fra esperienza religiosa e formulazione dogmatica; la separazione fra storia
e trascendenza, e perciò fra
storia e teologia: «Per lo storico (...) la chiesa è stata fondata dalla fede in Cristo; per
la fede essa è stata istituita
da Cristo stesso» (p. 189).
Fra l’altro, Loisy notava
con particolare acutezza la
differenza di metodo e di
obiettivi fra l’esegesi storica
dei testi biblici e quella ecclesiastica: mentre la prima ha
per scopo la «determinazione
dei fatti é" del senso primitivo
dei testi»*, la seconda ha per
obiettivo la continuità dottrinale dell’insegnamento teologico e catechetico (p. 289).
Il lavoro di Rosanna Ciappa permette di conoscere con
puntualità le diverse tappe
dell’itinerario culturale di
Loisy, il quale partendo dall’assunzione del metodo storico-critico in esegesi biblica
e da preoccupazioni apologetiche e pastorali in ecclesiologia, giunse a posizioni di grave contrasto con la gerarchia
cattolica. Si è trattato di una
frattura nata non da posizioni
polemiche, ma del naturale
sviluppo di onesti progetti di
ricerca e da un autentico
amore di un uomo di cultura
per la propria chiesa, per la
quale auspicava un rapporto
positivo con le correnti di
pensiero laico che si erano affermate negli ultimi decenni
del secolo XIX.
(*) Rosanna Ciappà: Storia e
teologia. L’itinerario intellettuale di Alfred Loisy (18831903). Napoli. Liguori. 1993. pp
195. £20.000.
Una mostra antologica a Firenze ripercorre l'itinerario del pittore ebreo
La nostalgìa mistica di Marc Chagall
rievoca con fantasìa la tradizione orientale
ELIO RINALDI
A Firenze, dal 31 maggio
al 1° novembre nel sottoscala dell’Istituto degli Innocenti. potremo ammirare una
parte dell’attività di Marc
Chagall; già nel 1978. sempre
a Firenze, l’artista russo era
presente in occasione del suo
90° compleanno. Nell'attuale
mostra sono state scelte opere
che illustrano i temi più significativi della storia dell'uomo
e^dell’uomo Chagall; ci sembra che l'attrazione di maggior rilievo sia data dal personalissimo modo di esprimere
i suoi sentimenti in una singolare visione fantastica, fuori da ogni riferimento politico
0 di sintesi storica.
In un’apparente discontinuità di particolari che si affondano. come trascendenti
miti sulla terra e nel cielo, c'è
una latente nostalgia mistica
verso la sua terra di origine richiamante i tradizionali rituali
della sua religione ebraica, un
bisogno di rievocare ciò che
non è mai perduto e vive
nell'animo, come avviene
proprio ai nomadi gelosi della
loro razza. Da qui il tema ricorrente della vita del villaggio che appartenne all'infanzia e dal quale non volle mai
staccarsi tanto da cantarlo in
tutta la sua lunga esistenza
con il cuore trasognato, simile
all’aedo popolare.
Questo pittore della favola
moderna è riuscito a sublimare, infatti, i ricordi della vita reale nell’etere di una poesia surreale. Tralasciamo le
importanti tappe stilistiche
della sua produzione e i polemici incontri con alcuni critici
come Apollinaire ed Ensor,
Marc Chagall al lavoro
oltre l'acquisizione di correnti
pittoriche quali quella dei cubisti. dei fauves. dell'orfismo
di Delaunay; appare chiaro
che il substrato spirituale di
Chagall è volto verso storie
meravigliose al confine antitetico tra le raffigurazioni
dell'eros e quelle dei sogni infantili tra le teste di capra e le
vecchie isbe russe; la dimensione mistica affiora quale
pensiero dominante nella sua
sofferta testimonianza di
ebreo perseguitato, come leggiamo nel libro autobiografico Ma vie dove, al pari di tutti
i correligionari, sogna il
«giorno del Signore» in cui il
credente otterrà vera giustizia.
Nel rievocare, ad esempio,
il granduca Nicola che accusava gli ebrei di ogni sua
sconfitta, chiedendo la loro
deportazione e la condanna a
morte, Chagall. vedendo la
popolazione ebraica fuggire
atterrita, scrive; «Volevo farli
trasportare sulle mie tele, per
metterli al sicuro»; è l’ora
della disperazione, della meditazione che genera la nascita delle tele con gli angeli volanti e la serie di vari rabbini
(tra cui il rabbino in preghiera
teso nel pensiero religioso
perché le sue richieste giungano al trono dell’Etemo).,
«Riforma» aveva già evidenziato nell'ottobre del '92 il
misticismo e la libertà fantasiosa dell’artista («La Bibbia
fonte di ispirazione dell’opera
pittorica di Chagall» di Paolo
T. Angeleri); in precedenza,
nel 1987, nella IV mostra intemazionale di grafica era sta-,
to pubblicato un «omaggio a
Partigiani e cittadini attraversano una strada di Genova riaperta dai
soldati americani
Lii
Chagall» dall’Istituto per la
cultura e l'arte.
Ora che Chagall è «volato»
nei suoi cieli di favola alla
bella età di 98 anni, potremmo dire che aveva raggiunto,
come diceva lui stesso, «lo
stadio di bambino di una certa
età». «Tu dipingi quel vivere
pazzo come una epifania»: fu
questo l’omaggio che gli dedicò Louis Aragon in occasione del suo lavoro più
prestigioso, la decorazione del
soffitto dell’Opera di Parigi.
Tutta l’opera artistica e biografica di Chagall si può ammirare nel campo autobiografico spirituale e artistico attraverso la sua fede ebraica-e
cristiana nel «Messaggio biblico» (Joca Book), che rimane il suo vero, ultimo e personale testamento per i posteri.
Fascismi e antifascismi
Fra i diversi libri usciti in occasione del 50° anniversario deb
la Liberazione spicca senz’altro quello di Giovanni De Luna e
Marco Revelli*, che nell’Università di Torino insegnano rispettivamente Storia dei partiti e dei movimenti politici e Scienza
della politica. Le idee, le identità, recita il sottotitolo di Fascismo antifascismo. Il pregio maggiore del libro sta neU’esaminare preliminarmente le diverse forme di antifascismo e di fascismo che si manifestarono lungo il Ventennio: quello «conservatore», legato alla destra storica e al nazionalismo; quello
«rivoluzionario», appannaggio degli «sradicati», che rincorreva
un radicalismo speculare ad alcune forme di bolscevismo; quello infine «mediatore», legato ai ceti medi, «il regime della piccola borghesia» che tende alla «società pacificata», che opera
in vista dell’annullamento di ogni conflitto. Quest’ultimo è un
aspetto che non manca di trovare consensi anche oggi: anzi, la
prospettiva entro la quale si sviluppa il testo è proprio quella di
smascherare le «continuità» tra l’epoca fascista e l’Italia repubblicana, continuità determinate da una «zona grigia» apparentemente non collocata negli schieramenti di allora. Primi sentori
di un atteggiamento compromissorio, prima ancora di Tambroni e di Sceiba, furono le cerimonie del decennale nel 1955, ridotte a un tale vuoto di significato da essere rifiutate anche da
settori partigiani. Si apre la strada così a quello che gli autori
ribadiscono come «clericofascismo». Le ultime pagine, problematiche, gettano uno sguardo sugli ultimi decenni (l’antifascismo militante e Lotta continua, gli anni del terrorismo, gli anni
’80) per trovare poi nella Costituzione un punto di riferimento
in quanto frutto di una mobilitazione dal basso, con la quale si
trattava di «garantire la conquista della democrazia mettendola
al riparo della stessa “volontà popolare’’».
(*) G. De Luna-M. Revelli; Fascismo antifascismo. Le idee, le
identità. Firenze. La Nuova Italia. 1995. pp 167. £ 18.000.
Problema del male
problema morale
Un giudice fallimentare del Texas vede il proprio trantran
sconvolto da tre avvenimenti apparentemente insignificanti:
l’incendio di un porticciolo turistico, la morte di un anziano universitario e l’uccisione di un cane randagio da parte del protagonista. Da questi fatti il giudice muove per^un’analisi sui tre temi
fondamentali di Storia con cane* dello svedese Lars Gustafsson: la caducità del mondo creato (a cui si riferisce anche la citazione iniziale tratta da un’epistola paolina); il problema
dell’esistenza di Dio; il problema del male, strettamente connesso al problema morale, che ricorre nelle domande che si pone il
personaggio. È possibile, per esempio, che un ex nazista, sostenitore della «soluzione finale» diventi docente di Filosofia morale? È possibile che il nazismo programmasse il genocidio degli ebrei e al tempo stesso emanasse severe leggi in difesa dei
diritti degli animali? Il romanzo, articolato in lettere e frammenti apparentemente slegati, è costruito come un giallo, come un
«thriller esistenziale» in cui il più noto scrittore svedese (autore
già di Morte di un apicultore e di Pomeriggio di un piastrellista)
si interroga sulla vita con la sensibilità che gli è tipica.
(*) Lars Gustafsson: Storia con cane. Milano. Iperborea. 1995.
pp 264. £ 26.000.
iTUDI
Shakespeare e hnquisizione
Una recente nota d'agenzia (Adnkronos) ha riferito che il
professor Pulían dell’Università di Manchester è riuscito a stabilire, attraverso una. serie di studi e di raffronti, la concordanza
di alcune opere di Shakespeare con l’ambiente veneziano del
suo tempo. Il prof. Pulían ritiene di poter ricondurre Torigine
de II mercante di Venezia a un processo intentato dal Santo Uffizio e citato nella monumentale opera curata dal prof. Piercesare loly Zorattini (Università di Udine) Processi del S. Uffizio
di Venezia contro ebrei e giudaizzanti (Firenze, Olschky, voi.
XII, 1682-1734, 1994), Con ciò verrebbe provato un soggiorno
di Shakespeare a Venezia. A parte l’indubbia importanza delle
conclusioni del prof. Pulían, che offrono nuove prospettive agli
studi sul drammaturgo, ne deriva un implicito riconoscimento
all’opera di Zorattini, studioso di valore e apprezzato in campo
intemazionale oltre che da quello evangelico (la comunità metodista di Padova Tha recentemente apprezzato in un’interessante conferenza sulle minoranze religiose in Veneto), (p.t.a.)
18
PAG. 10 RIFORMA
Agenda
COAZZE — La Chiesa valdese organizza
una rassegna culturale sul tema «Le culture
e la cultura»; in questo quadro, alle ore 21
nella chiesa di via Matteotti, si tiene il concerto d’organo del maestro Massimo De
Grandis. Per informazioni tei. 011-6508970.
COAZZE — La Chiesa valdese organizza
una rassegna culturale sul tema «Le culture
e la cultura»; in questo quadro, alle ore 2l
nella chiesa di via Matteotti, si tiene una
conferenza sul tema «Una donna sapiente;
Hildegard Von Binzen», con interventi di
Maria Grazia Sibona, Sara Tagliacozzo, Claudio Canal.
Per ulteriori informazioni telefonare allo 011-6508970.
ECUMENE (Velletri) — «Democrazia
questa sconosciuta» è il tema del campo politico del Centro metodista di Ecumene, che
terminerà il 16 luglio. Il campo in particolare si interrogherà sul ruolo che le chiese
evangeliche possono svolgere in una situazione così confusa come quella italiana. Per informazioni
telefonare alla direzione di Ecumene, 06-9633310.
COAZZE — La Chiesa valdese organizza
una rassegna culturale sul tema «Le culture
e la cultura»; in questo quadro, alle ore 17
nella chiesa di via Matteotti, si tiene un dibattito sul tema «1945-1995; dalla dittatura
fascista alla democrazia fragile»; intervengono l'on. Magda Negri, l’avv. Guido Fubini, la prof. Marcella Gay. Per ulteriori informazioni tei. 011-6508970.
PIEDICAVALLO (Biella) — Iniziano le manifestazioni
per il centenario del tempio dei «picapere» (scalpellini)
con, alle ore 17, l'inaugurazione della mostra «I valdesi e il
BieUese» e, alle ore 21, con un concerto della corale valdese di Torre Pellice. La mostra rimarrà aperta fino 30 luglio
dalle ore 16 aUe 19, dal giovedì aUa domenica. Per ulteriori
informazioni telefonare dio 015-590112,
COAZZE — La Chiesa valdese organizza
una rassegna culturale sul tema «Le culture
e la cultura»; in questo quadro, alle ore 17
nella chiesa di via Matteotti, si tiene una
conversazione sul tema «La chiesa evangelica in Ghana e in Nigeria» a cura della Christian Fellowship della Chiesa valdese di Torino. Per ulteriori informazioni telefonare allo 011-6508970.
COAZZE — La Chiesa valdese organizza
una rassegna culturale sul tema «Le culture
e la cultura»; in questo quadro, alle ore 17
nei locali della chiesa di via Matteotti, si
tiene una conversazione sul tema; «Verso
il pluralismo etnico e culturale». Intervengono Alessandro Zanetti e Giorgio Gardiol; per ulteriori
informazioni telefonare allo 011-6508970.
COURMAYEUR — La Chiesa valdese organizza una
conferenza pubblica sul tema «Il senso della vita». Relaziona il pastore Ruggero Marchetti; ore 21. presso la chiesa
valdese in piazza Petigaz 1. Informazioni allo 0165-44345.
COAZZE — La Chiesa valdese organizza
una rassegna culturale sul tema «Le culture
e la cultura». In questo quadro, alle ore 17
nei locali della chiesa di via Matteotti, si
inaugura una mostra su Fra Dolcino che rimarrà aperta fino al 15 agosto. Per ulteriori
informazioni telefonare allo 011-6508970.
PIEDICAVALLO (Biella) — Nel quadro
delle manifestazioni per il centenario del
tempio dei «picapere» il pastore Giorgio
Toum parlerà sul tema «I valdesi e l’Europa»; ore 21 nel tempio valdese. Per informazioni telefonare allo 015-590112.
AGAPE (Prali) — «Silenzi e parole. Le
donne e la politica» è il tema del campo
donne che vuole analizzare la dimensione
politica delle relazioni tra donne. Durante il
campo, che inizia il 29 luglio e termina il 5
agosto, ci sarà la possibilità di incontrare
donne che vivono la dimensione politica istituzionale. Per
informazioni tei. 0121-807514.
SINODO VALDESE; Si aprirà a Torre Pellice con un culto domenica 27 agosto il Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste. I lavori proseguiranno fino a venerdì 1° settembre
quando il Sinodo si riunirà in sessione congiunta con l’Assemblea dell’Unione battista. L’assise di battisti metodisti
e valdesi si concluderà domenica 3 settembre.
CULTO EVANGELICO; ogni domenica
mattina alle 7,30 sul primo programma radiofonico della Rai. predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO; rubrica televisiva realizzata dalla Federazione; delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne da Raidue alle 23,30 circa e. in
replica, il lunedì della settimana seguente
alle 8,25. Replica di lunedì 10 luglio; «Il
26" Kirchentag a Amburgo, 50 anni alla ricerca della pace, evangelici e democrazia».
7 programmi relativi a questa rubrica devono essere inoltrati alla redazione 15 giorni prima de! venerdì di uscita.
I Vita Quotidiana
Esperienza di fede di una handicappata
La sofferenza e Pamore dì Dìo
VENERDÌ 7 LUGUO 1995
ANNA DE MAIO
Mi chiamo Anna. È un
nome di cui sono fiera
per il significato che contiene
perché parla di grazia. La
gente che mi ha conosciuto o
quella che mi incontra anche
una sola volta nota subito un
carattere allegro e brioso, nonostante io conviva con uno
stato di sofferenza fisica e
spesso anche di disagio sociale. Sin da piccola sòno affetta
da tetraparesi spastica, una
patologia neurologica irreversibile che mi accompagnerà
per tutta la vita. La sofferenza, quindi, è la mia fedele
compagna attraverso cui cerco di capire sempre più a fondo il messaggio di Cristo per
vivere così la mia fede con
più serenità. Perciò la mia
condizione di sofferenza la
voglio usare, sfruttare al massimo, per testimoniare agli altri la mia fede in Dio. Con
questo non intendo affatto ottenere il primo posto in paradiso e neanche F ultimo, ma
avere il dono della fede che è
comprensivo dell’amore cristiano che ho ricevuto da
molte persone durante la mia
vita e che cerco di trasmettere
agli altri.
Spesso ho sentito dire, anche da persone colte, che «noi
siamo nati per soffrire». Questa affermazione, che viene
spesso detta con rassegnazione, credo che non esista in
nessun «dizionario fraseologico» del Vecchio o del Nuovo
Testamento. Si indicherebbe
con ciò la sofferenza come
scopo ultimo della nostra vita.
Se fosse così. Dio si presenterebbe ai nostri occhi come un
Dio malvagio e non d'amore.
Secondo me è da questa errata
convinzione che scaturiscono
poi considerazioni pietistiche
del tipo; «Poverina! Che male
ha fatto?».
La sofferenza, anche se ci
sembra qualcosa di ingiusto e
di misterioso, è uno dei tanti
strumenti per appropriarci
della «cultura» dell’amore di
Dio. Io non ci sono ancora arrivata, e non so se sarà possibile riuscirci. È un cammino
di fede difficile e tortuoso
perché, naturalmente, in
quanto essere umano sono
anche dominata da sentimenti
di egoismo. Gesù Cristo ci ha
detto; «Ama il tuo prossimo
come te stesso»; io cerco di
migliorare come persona, sia
a livello fisico facendo continuamente la fisioterapia e
raggiungendo così dei piccoli
traguardi per essere autosufficiente, sia a livello morale,
per poter essere anche di aiuto agli altri.
Gli altri, che stanno fuori di
questa mia condizione di vita,
si rapportano a me e ad altre
persone handicappate in modo abbastanza negativo, perché non riescono àd interpretare questa sofferenza nel
modo più giusto. Ci sono persone che ci vogliono aiutare
troppo e inconsapevolmente
anche male, e questa è la categoria di persone che è convinta che si nasce per soffrire.
Anche le istituzioni non riescono a garantire, almeno qui
in Italia e soprattutto nel Meridione. quel minimo di servizi sociali di cui abbiamo bisogno. C’è poi un’altra categoria di persone che per una
sorta di mentalità razzista o
per radicati pregiudizi, addirittura fuggono o storcono il
naso alla sola vista di un handicappato.
Credo che queste siano tutte interpretazioni sbagliate
della nostra diversità, che non
fanno altro che aggiungere
sofferenze alla nostra sofferenza. Ci sono persone che rifiutandosi di aiutarmi a realizzare anche delle piccole
cose della vita, mi fanno pesare di più la mia condizione
fisica; è questo il comportamento che più mi fa soffrire,
per cui sono presa da momenti di sconforto e solitudine.
Il massimo conforto, oltre
che dalla speranza, lo traggo
dalla fede, dalla parola di Dio
che mi può essere portata anche da un religioso, pastore o
sacerdote, o da un/una credente che viene a farmi visita. In queste occasioni auspico sempre che lo scopo della
visita non sia quello di parlarmi di Dio solo come entità
astratta, ma come entità calata profondamente nel mondo,
nel mondo della sofferenza e
della gioia, non solo mia ma
anche degli altri esseri umani. Il continuo scambio di
esperienze negative e positive mi arricchisce facendomi
capire sempre di più i bisogni
degli altri e. nel limite delle
mie possibilità, agire per loro
con la massima solidarietà.
Ecco, quando raggiungo questa dimensione di soggetto
attivo non sono più handicappata. mi sento alla pari, perché posso esprimere il mio
modo di essere, che credo si
identifichi con le parole del
medico-teologo A. Schweitzer; «Quello che tu puoi fare
è solo una goccia nell’oceano
ma è ciò che dà significato
alla tua vita».
L'importanza della prevenzione dei tumori femminili
Ogni anno 25.000 nuovi tumori
Ogni anno in Italia 25.000
donne scoprono di avere un
tumore al seno; i decessi raggiungono e superano, invece,
quota 10.000, a un ritmo di
circa 30 al giorno, ma non è
tutto. Ai problemi umani si
aggiungono anche quelli sociali ed economici; «Per ottenere la diagnosi - ha affermato la Commissione per le pari
opportunità in un suo documento - la donna deve percorrere molti giri inutili e costosi (1 0 2 visite specialistiche, 2 o più esami strumentali, con un costo variabile tra
le 150 e le 400.000 lire) mentre un’attività ben organizzata
a disposizione delle utenze ridurrebbe la spesa a 60-100
mila lire».
Una vera e propria emergenza. quella dei tumori del
seno, che coinvolge molte famiglie e alla quale bisogna
porre rimedio. La Società italiana di medicina generale e
l’associazione dei medici radiologi, a questo proposito,
hanno presentato un progetto
completo d'intervento. Sul
territorio, hanno spiegato, dovrebbero essere costituite delle «unità funzionali di senologia diagnostica», da attivare
nell’ambito degli attuali reparti di radiologia utilizzando
e razionalizzando, in sostanza. tutto quello che già esiste.
Due gli obiettivi da raggiungere; migliorare la qualità e la
produttività del servizio, con
diminuzioni dei tempi di attesa e un cospicuo risparmio
economico, e in secondo luogo ridurre la mortalità per
questo tipo di patologia.
«Un progetto - ha osservato
Cosimo Di Maggio, professore ordinario di radiologia
presso l'Università di Padova
- non è un corpo estraneo rispetto a tutta quella serie di
provvedimenti che la Commissione oncologica nazionale ha discusso e ratificato.
Nell"attesa che diventino operativi. però, possiamo far funzionare per un numero maggiore di ore i centri che si occupano di fare le mammografie». Ma da solo questo tipo
di intervento non sarebbe sufficiente. «I medici di famiglia
dovrebbero iniziare un’attenta
opera di educazione, di informazione e di prevenzione».
Fino ad oggi solo il 7% delle donne ha effettuato un controllo, periodico del seno.
Un’attenta diagnosi precoce
invece potrebbe far diminuire
la mortalità del 60% ; «Ciò dimostra - ha aggiunto Di
Maggio - come l’attività preventiva in Italia sia modesta
perché non bene organizzata». Il ministro della Sanità.
Elio Guzzanti. medico, pensa
invece che per realizzare questo progetto sia necessario tener conto dei risultati più recenti in campo epidemiologico. «La diagnosi e lo screening - ha osservato - sono
vantaggiosi e funzionano, solo se vengono effettuati per le
donne con età superiore a 50
anni e non prima».
Il tumore, comunque, può
essere combattuto anche a tavola. Secondo il professor
Oliviero Scalati, docente di
scienza deH'alimentazione
dell’Università di Pavia, una
corretta alimentazione è in
grado di ridurre del 35 fino al
Fermiamo
la pena di morte
Come comunità cristiana
internazionale ci siamo sempre occupati della pena di
morte; da anni testimoniamo
e manifestiamo contro di essa. Purtroppo la pena di morte
è stata reintrodotta recentemente in alcune zone vicino
alle nostre comunità negli
Usa; l’anno scorso in Pennsylvania e nello stato di New
York. In Pennsylvania la prima esecuzione capitale ha
avuto luogo recentemente; c'è
stata poca protesta pubblica;
sembra che ci sia un’atmosfera di apatia. Questo ci preoccupa profondamente. Il caso
seguente ci sta particolarmente a cuore. C'è una forte probabilità che il 17 agosto 1995
venga ucciso un condannato a
morte, innocente.
Il governatore della Pennsylvania ha firmato l'ordine di
procedere all'esecuzione capitale di Mumia Abu Jamal.
giornalista e scrittore afroamericano di Filadelfia. Alcuni
di noi hanno avuto una corrispondenza con lui e lo hanno
anche visitato. Questi contatti
e la lettura del suo recente libro «Vita nel braccio della
morte» ci spingono a pronunciarci come comunità. Già nel
1981 egli è stato fatto tacere
mediante la carcerazione. Ci
sono 189 persone nella lista
dei condannati a morte nello
stato della Pennsylvania; il
60% è costituito di neri, mentre solo il 9% della popolazione di questo stato è nero.
Vi preghiamo di mandare
fax 0 lettere, o anche il solo
testo «Please do not kill Mumia Abu Jamal» a; Govemor
Thomas Ridge. Main Capito!
Building, room 225. Harrisburgh. Pennsylvania. Usa
17120. Fax (Usa) 717 783
3369; telefono del governatore 717 787 2500.
Vi preghiamo inoltre di
scrivere lettere di solidarietà
e di incoraggiamento a Mumia Abu Jamal. AM-8335
SCI Greene. 1040 East Roy
Furman Highway. Waynesburg. Pennsylvania. Usa
15370-8090.
Comunità Bruderhof - Usa
60% l'insorgere di queste malattie. «Il "mangiar sano"- ha
spiegato Sculati - può prevenire quelle alterazioni che facilitano la trasformazione di
una cellula normale in una
neoplasica». Ma come mantenersi sani? Per Sculati .sono
da consigliare alcune «regole
d'oro»; limitare quanto più
possibile le quantità di grassi
totali, mangiare invece molta
verdura e frutta di stagione;
non meno di 5 porzioni al
giorno. «Proteggere» i cibi
vegetali dell'impoverimento
in vitamine, prevedere un aumento di legumi, mangiare la
buccia dell'uva e includere lo
yogurt nelle nostri abitudini
alimentari.
Chi sono
le comunità Bruderhof
Le comunità Bruderhof
nacquero in Germania, dove i
fondatori. Eberhard e Emma
Arnold, cercarono di vivere
concretamente l'insegnamento del Sermone sul monte. La
prima comunità nacque nel
1920; sotto il nazismo furono
perseguitati, alcuni di loro incarcerati e tutti espulsi dalla
Germania nel 1937; fin dall'inizio i membri della comunità rifiutarono di usare il saluto «heil Hitler» e dichiararono apertamente la loro
obiezione di coscienza contro
ogni guerra; la loro comunione di beni e vita comunitaria
fu paragonata al comunismo
bolscevico dai loro avversari
nazionalisti.
Forte è stata per loro l'influenza del teologo protestante svizzero Léonard Ragaz.
che nel 1921 aveva lasciato la
cattedra universitaria per dedicarsi al lavoro con la popolazione povera del quartiere
operaio Aussersihl di Zurigo.
Nel 1939 si trasferirono tutti
in Gran Bretagna ma durante
la guerra ci furono persecuzioni anche lì. specialmente
contro i membri tedeschi. Così decisero di spostarsi ancora
e nel 1941 la maggioranza di
loro si stabilì in ParaguayAttualmente esistono comunità negli Stati Uniti, in Gran
Bretagna e in Giappone. Alcune comunità si finanziano
fabbricando giocattoli. appU"
recchi per handicappati, o dedicandosi all'agricoltura.
19
..venerdì 7 LUGLIO 1995
A
PAG. 1 1 RIFORMA
;ta
Il battesimo
.e la chiesa
universale
Caro Direttore.
edificante per i lettori di
Riforma sarebbe il dare un significato, esaustivo alla luce
delle Sacre Scritture, al termine «membro di chiesa cri’ stiana», in particolare «battista», essendo mia opinione
come esso appaia alquanto
nebuloso. Costui è chi, me^ diante l'atto del battesimo, ha
accettato Gesù come Messia
ricevendo il perdono dai peccati e il dono dello Spirito
Santo, diventando così irrevocabilmente (poiché vi è un
solo battesimo istituito da
Gesù) parte del corpo di Cri.;Sto, ed erede delle sue promesse.
Il credente battezzato non è
un socio di una organizzazione fine a se stessa di cui le
varie comunità locali sono
frazioni territoriali nel mondo della realtà visibile, bensì
membro della chiesa universale di Dio (Atti 20, 28) in
modo assoluto e definitivo.
Ciò significa che le singole
assemblee in cui si manifesta
la cristianità ostano a classi„. ficazioni dei suoi componenti
'Vsono prive di registrazioni
Statali, di regolamenti interni
-■"che ne autorizzano resistenza, in quanto la presenza del. la chiesa è ove due o tre sono
riuniti nel nome del Signore,
Sia pure all"interno di un
tempio sorto per l'opera di
evangelizzazione.
Solo Dio può radiare un
membro della sua chiesa:
nessun uomo ha la potenza di
prevaricarlo nei suoi giudizi
(Salmo 75. 7) espellendo o
scomunicando un fratello.
L^evangelico battista, oltre
che essere strumento del Si' gnore risorto, partecipa alla
- chiesa condividendo la Santa
Cena con una qualsiasi comunità di tale denominazione
circoscritta in un gruppo localmente individuato in un
dato momento storico, ma
può anche astenersi dal par
DIBATTITO SULLA QUESTIONE DEL TEAM PASTORALE
A Torino il team funziona
EUGENIO BERNARDINI
V
articolo di Samuele Giambarresi
sul teain pastorale, che Erika Tomassone riprende nello scorso numero
di questo settimanale, ha ricevuto qualche precisazione nella Conferenza del II
distretto del 10 e 11 giugno scorso.
La proposta di costituire più team pastorali in diverse zone del nostro paese
era stata discussa nella Conferenza del
II distretto del 1994 partendo da alcune
esperienze considerate molto positive.
Nella Chiesa valdese di Torino, per
esempio, da diversi anni svolgono il loro ministero quattro pastori e una diacona. Attualmente due di questi pastori si
occupano a metà tempo di due comunità, distanti da Torino una quarantina
di chilometri, a Coazze e a Susa, con effetti benefici soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento delle tre chiese a diverse iniziative che si svolgono
ora qui ora lì. La cura pastorale in città
non è divisa in fasce di età, ma per terri
torio con il relativo luogo di culto. Ogni
famiglia, perciò, sa sempre chi sia il
«suo pastore», e ogni pastore sa sempre
chi siano le «sue pecorelle». Per ttitte le
altre attività, che sono molte, c’è una
suddivisione concordata tra i pastori,
approvata e verificata annualmente dal
Concistoro, che tiene anche conto dei
loro doni particolari. La diacona si occupa delle questioni legate all’assistenza
su tutta l’area metropolitana e in più segue il settore dell’immigrazione extracomunitaria in cui la Chiesa valdese è
particolarmente impegnata. Negli ultimi
anni il numero di visite svolte ^ pastori e dalle diacene oscilla fra le 450 e le
600 all’anno..
In un certo senso, il team pastorale è
da qualche anno allargato ai pastori battisti della città e dintorni: si collabora a
turno nella predicazione presso l’Ospedale valdese e la Casa si riposo di Avigliana, si collabora a livello di ecumenismo, rapporti con vari organismi cittadini e con le scuole. Nel periodo estivo.
alcuni locali di culto chiudono e altri no,
cosicché valdesi e battisti si trovano a
frequentarsi un po’ di più. Inoltre per
365 giorni Tanno è garantita una presenza pastorale qualificata in città, nel
territorio metropolitano, presso le suddette chiese di Coazze e Susa e anche
nel circuito.
Tutto bene dunque? SL soprattutto dal
punto di vista dell’efficacia e della condivisione dei doni e delle forze sul campo, soprattutto se c’è concordia e collaborazione tra pastori/e.
Ma il team pastorale non può essere,
evidentemente, la soluzione miracolosa
per tutti i guai. Per esempio non può risolvere la carenza di vocazioni, sia al
pastorato sia agli altri ministeri locali,
così come non può risolvere la carenza
di impegno che è richiesto a tutti coloro
che fanno parte di una chiesa evangelica. Per queste ragioni la Conferenza del
Il distretto di quest’anno ha incor^giato nuovamente la realizzazione di questo tipo di esperienze.
teciparvi non trovandosi in
comunione fraterna con essa,
senza peraltro decadere dalla
sua qualità di «figlio di Dio».
Pertanto colui che è sceso
con consapevolezza nelle acque battesimali deve sempre
tenere presente la grande responsabilità che lo accompagnerà sino alla morte.
Sia mai che il nome di uno
solo dei figli dell’Iddio nostro padre debba venire cancellato da degli uomini in
uno dei tanti «piccoli greggi», magari con pretesti di
scarsa presenza o di incompatibilità: ciò non sarebbe
tollerabile agli occhi dell'
Eterno, «infatti noi tutti abbiamo ricevuto il battesimo
di un unico Spirito per formare un unico corpo... e
l'occhio non può dire alla
mano: io non ho bisogno di
te... or voi siete il corpo di
Cristo e membra d'esso, ciascuno per parte sua» (I Corinzi 12. 12-27).
Colgo l'occasione per inviarle i più fraterni saluti in
Gesù Cristo nostro unico Signore e salvatore.
Anna Ferravo - Milano
f ' —
Riforma
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
del l'gennaio 1951. responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 26 del 30 giugno 1995 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Ufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledi 28 giugno 1995.
papa
Ho avuto occasione di leggere nella rubrica «Un libro
per voi» di Famiglia cristiana (n. 5, 1° febbraio 1995,
pag. 3) la recensione di A.
Montonati relativa al libro intitolato Un ritratto dei Pontefici dalle origini ai giorni nostri (storia dei papi).
Verso la fine l’autore, dopo
aver nominato i papi della seconda metà del Novecento,
cioè Pio XII, Giovanni
XXIII, Paolo VI e Giovanni
Paolo I, «tutti ancora ben vivi
nel cuore della gente», spiega
il motivo per cui «nessun
cenno è dedicato al pontificato di Karol Wojtyla». Eccolo:
«Perché ancora felicemente
regnante».
Queste ultime due parole
mi hanno fortemente impressionato e fatto riflettere: dunque Giovanni Paolo II è felicemente regnante, cioè non
solo regna, ma anche regna in
modo felice, cioè beato. Lo
so che questa è una trita
espressione plurisecolare,
adottata per tutti i pontefici
cattolico-romani dal profondo
Medioevo in poi; pensavo
però che nel clima ecumenico
che oggi si respira o si tende
a respirare non fosse più opportuno ricordarla e tantomeno usarla. Come si può dire
da un lato che Wojtyla regna
felicemente e dall’altro affermare che egli è il «vicario di
Cristo», di colui che disse: «Il
mio regno non è di questo
mondo?».
Wojtyla, dunque, regna felicemente. Ma dove regna? In
questo mondo. Cristo disse
che il suo regno non è di questo mondo, laddove Wojtyla
regna felicemente in questo
mondo nella funzione di suo
vicario. Non lo dico io. ma lo
dice Montonati. Per poter
parlare di Wojtyla bisogna
che prima muoia o rinunzi al
regno. Ma egli, a quanto pare, non ha nessuna intenzione
di rinunziarvi.
Ma perché mentre ancora
regna felicemente non si può
fare cenno al suo pontificato?
Forse il motivo potrebbe essere il seguente: perché dei
morti si può dire ciò che si
vuole; dei viventi è pericoloso usare la stessa libertà di
parola, poiché il «felicemente
regnante» potrebbe reagire a
qualche giudizio espresso in
modo non benevolo e quindi
punire lo sprovveduto autore.
Comunque è chiara la seguente constatazione; che
cioè il regno di Cristo non appartiene a questo mondo, nel
quale il suo preteso vicario
«regna felicemente».
Bruno Ciccarelli - Catania
Il sacerdozio
universale
L’idea di Erika Tomassone
5ul team pastorale va approfondita, come lei chiede,
non va lasciata cadere. Sto
preparando una tesina di teologia pratica per la Facoltà
valdese di teologia e le cose
che dice Erika le penso
anch’io, ci sto lavorando su.
La scarsità di pastori può
essere un’occasione per le
chiese evangeliche, che per
riprendere lena hanno necessità di riscoprire il sacerdozio universale dei credenti,
non c’è altra strada. Il paese
che con più coerenza ha vissuto il sacerdozio universale
sono stati gli Stati Uniti. I
credenti che andavano coi
carri dei pionieri nei grandi
spazi, pastori non ne avevano: si rimboccavano le maniche, facevano da soli, si inventavano predicatori, -portavano aiuto.
Queste nostre società per
molti versi in crisi, hanno acquisito che ci si impegna nelle cose che coinvolgono gli
spazi di autonomia, di soggettività personale. C’è stata una
dimensione oggettivante della
teologia protestante che è
prevalsa in Europa per qual
che decennio. Non era forse
nelle intenzioni all’origine
ma le scolastiche, si sa, tendono sempre a cristallizzare.
Là nuova teologia pratica torna a riscoprire il ruolo attivo
del soggetto credente, la dinamica del gruppo di credenti
come «soggetto del proprio
agire».
Io credo al ruolo, al ministero dei laici nella cura d’anime, nella diaconia, nella relazione d’aiuto, forse ancora
più che nella predicazione.
Qui va giocato un sacerdozio
universale in forme moderne.
Predicatori, come dice il moderatore Gianni Rostan, non
ci si improvvisa (i pionieri
nel West vi erano costretti);
portare aiuto ai fratelli dovrebbe invece essere compito
di ogni cristiano, per quello
che può; e potrebbe essere un
aiuto, una diaconia, una consulenza circolare, non direttiva, come si dice nel linguaggio della psicologia: vale a
dire tra partner, da apri a pari,
non sacerdotale, arricchente
per chi la dà e chi la riceve.
Le chiese, i gruppi all'interno delle chiese sarà bene che
imparino a fare lavoro pastorale. Il team pastorale, come
dice la Tomassone. potrà assumere altrettanto bene molti
dei ministeri, dei carichi di lavoro che oggi gravano sul pastore, il pastore sarà libero di
fare quello che propriamente
gli compete: la guida spirituale -della comunità. Sarà la crescita di tutta la chiesa ad avvantaggiarsene.
N. Sergio Turtulici
Pinerolo
Non tagliate
l'essenziale
In riferimento a quanto
pubblicato nelle «Cronache»
di Riforma del 16 giugno, teniamo a sottolineare le parti
eliminate dal testo inviato,
poiché quanto accaduto il 28
maggio a Campobasso è il
fmtto di una elaborata, lunga
e sofferta crescita di comunione in Cristo delle due
chiese, battista e valdese.
Con Tatto della confermazione a cui i battisti hanno presieduto ed espresso il loro
«amen!», gli stessi, pur non
potendo riconoscere il pedobattismo (Ass/Si/90), di fatto
si trovano nella necessaria
condizione di non poter disconoscere la professione di
fede compiuta nella confermazione, la quale non è la
confermazione del battesimo
ma dell’unica fede nel Signore. Gesù Cristo rimane l’unico Signore della realtà della
chiesa, della Scrittura, del
battesimo, della Cena e di
tutto il contesto umano. Le
due chiese trovano sulla comune confessione di fede la
base sulla quale realizzare
fattivamente il recifnoco riconoscimento (Ass/Si/90) come chiesa, concretamente
vissuto nel culto domenicale
e nella vita di testimonianza
quotidiana?
Il problema dell'armonia e
del confronto degli ordinamenti (congregazionalista per
i battisti, sinodale per i valdesi e i metodisti) trova un presupposto di fattuale convergenza attraverso la testimonianza di fede in Cristo che.
al di là della forma, unisce i
credenti delle due comunità.
Quanto accade a Campobasso
è nel pieno rispetto di ciascuna identità e dei doni peculiari
del Signore a ciascuna di loro,
nello sforzo comune di testimoniare la nostra fede al di là
delle diversità che costituiscono un patrimonio di arricchimento per ciascuno di noi.
Salvatore Carco, Dario
Saccomani - Campobasso
DALLA PRIMA PAGINA
VUOTI DI MEMORIA
letteratura sulla mafia che sta
arricchendo alcuni autori o i
vari simposi, che possono
lentamente ma progressivamente modificare la cultura
di mafia in cui siamo iminersi. E qui sta il grande problema, quello appunto culturale.
L’ho sperimentato direttamente vivendo da alcuni anni
a Riesi, una delle capitali storiche della mafia.
Anche tutta la nostra recente battaglia per salvare Tuliveto del «Servizio cristiano»
è esemplare. Abbiamo ottenuto promesse, prese di posizione a favore della nostra
posizione, recepita anche dal
nuovo piano regolatore, ma
adesso tutto ricomincia da capo in un eterno gioco al massacro. Mi riprometto prossimamente di informare i lettori sul pirandellismo di questa
assurda vicenda che tende a
rovinare per sempre il villaggio del Monte degli Ulivi, di
proprietà della Tavola valdese. Ma non abbiamo ancora
perso la battaglia.
Sono ogni giorno più convinto che qui regna quasi in
contrastata la regola dell'
omertà, del trasformismo,
della sceneggiata, dell’apparire più che dell’essere; ma per
costruire una nuova mentalità
occorre anche una nuova politica economica che rilanci
l'occupazione, occorre che la
scuola coltivi sul serio (e non
solo a parole) la mentalità
della legalità, che si impari
insomma a dire la verità, che
si impari a partecipare ai problemi e non solo a pensare
agli affari propri.
Quest'ultima è la vera religione che trionfa. Proprio come protestanti, testimoni del
Cristo, abbiamo in questa difficile stagione dove imperano
i disvalori della mafia, espressione di una cultura di paura,
di uccisione quotidiana della
libertà (vedi la tragedia delle
donne di mafia), il compito di
rilanciare l’impegno per la democrazia, per la verità, il dialogo, la giustizia. Non vogliamo dimenticare chi ha dato la
vita per liberarci da questa
tragedia nazionale e a cui non
è stata fatta ancora giustizia.
Occorre continuare ad inda
gare sulla strada mafia-politica-affari sulla quale tanti carabinieri, poliziotti, magistrati
sono stati assassinati; e ciascuno deve portare il proprio
contributo specifico alla rinascita della democrazia, perché
la mafia non è guerra di pochi
ma è questione di tutti. Anche
la piccola evasione fiscale, le
menzogne, il denigrare alle
spalle il prossimo, la chiusura
di fronte ai drammi del nostro
tempo, il culto della famiglia
impermeabile ai problemi sociali non ci aiutano a liberarci
dai tiranni. La cultura mafiosa
cresce sulThumus di una situazione di sudditanza; vogliamo al contrario costruire
una società di cittadini liberi.
Viviamo nel degrado urbanistico. nel disordine amministrativo e morale.
È urgente insomma che
ognuno esprima con forza il
pròprio contributo di onestà,
di libertà, di condivisione
senza aspettarsi che siano gli
altri a muoversi, magari illudendosi che il problema
tocchi solo i magistrati e alle
forze dell’ordine.
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RIFORMA
venerdì 7 LUGUO 1995
Recentemente ha aderito al nuovo partito, il «Movimento di rinnovamento sandinista>
Ernesto Cardenal: «Continuo a credere
nella rivoluzione e nel cambiamento»
Né la situazione esplosiva
del Nicaragua, né le tensioni
profonde che sta attraversando il sandinismo sembrano
intimidirlo. «Continuo a credere nella rivoluzione e nel
cambiamento. Continuo ad
essere cristiano, marxista e
sandinista». afferma con
energia il prete cattolico Ernesto Cardenal, ex ministro
della Cultura durante il decennio rivoluzionario.
Con la sua barba bianca e il
berretto che lo contraddistinguono da sempre Ernesto
Cardenal, uno dei poeti latinoamericani contemporanei
più noti, conferma la sua fiducia nel futuro del continente. Nel 1984, la sua militanza
nel Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln) gli
costò una severa sanzione da
parte del Vaticano. La gerarchia romana non ha mai ammesso che alcuni dei suoi
preti assumessero (come nel
caso di Ernesto, di suo fratello Fernando o di Miguel
d’Escoto) cariche pubbliche
nel governo sandinista.
Di fronte all’attuale crisi
del Fsln. Ernesto Cardenal ha
aderito al «Movimento di rinnovamento sandinista» (Mrs),
diretto dall'ex vicepresidente
Sergio Ramirez. Questo nuovo partito ha tenuto il suo
congresso di fondazione il 21
maggio scorso, a Managua,
con delegati giunti da 90 dei
140 Comuni del paese, il che
è considerato un successo da
parte degli organizzatori.
«Il problema principale del
Fsln è stato la corruzione dei
suoi principali dirigenti, che
lo hanno considerato come il
loro patrimonio personale e
gli hanno imposto uno stile di
direzione autoritario», sottolinea Cardenal. Confrontato
con questa realtà, un gruppo
di militanti ha deciso di «fondare un nuovo sandinismo,
rappresentato dal Mrs, che è
diventato un segno di speranza per il paese. E un ritorno
alle origini, al glorioso sandinismo di una volta».
La crisi vissuta dal sandinismo in questo ultimo anno ha
influenzato in un modo o
nell'altro i principali uomini
di chiesa che avevano simpatizzato con quel movimento.
Alcuni di questi, come Ernesto Cardenal. hanno deciso di
appoggiare la nuova formazione, lo Mrs. Altri, come suo
fratello Fernando, che ha ufficialmente dato le dimissioni
dal Fsln. respingono la possibilità di aderire a una qualunque altra formazione. Un terzo gruppo, che comprende tra
l'altro l’ex ministro degli
esteri Miguel d’Escoto, continua a militare nel Fsln.
Alcuni dirigenti protestanti,
tra cui il pastore Miguel Angel Casco, delle Assemblee di
Dio, occupano posti di responsabilità, come la presidenza della Commissione di
etica, in seno al partito sandinista ufficiale. Secondo varie
fonti, la maggioranza dei
membri delle «comunità ecclesiali di base» continua a
simpatizzare con il Fsln, diretto all'ex presidente Daniel
Ortega. Fra le personalità cristiane impegnate da sempre a
fianco del movimento popolare, le simpatie sono dunque
diversificate. Alcuni dirigenti
laici, come l'ex ministro della
Sicurezza sociale o l'ex ministro della Casa, hanno raggiunto il Mrs.
«La corruzione di certi dirigenti. come Tomas Sorge e
Daniel Ortega, è all’origine
della crisi del partito», spiega
Ernesto Cardenal
Ernesto Cardenal, per il quale
«lo stile autoritario appartiene a un sandinismo condannato a morire». Anche se,
all’interno della società nicaraguese, la polemica riguardante la frattura del più importante dei partiti esistenti
non è conclusa e anche se ci
vorrà molto tempo per chiarire i campi e le posizioni rispettive, le questioni etiche
hanno assunto una grande importanza in quel dibattito. «Il
risorgere di nuovi valori etici, nonché la democratizzazione interna indotta dai rin
novatori, elementi inseriti nel
nuovo programma, sono la
garanzia di un nuovo modo di
fare politica - dichiara Cardenal -. Il pieno esercizio
della democrazia interna servirà ad impedire il ripetersi
delle attività di corruzione,
come quelle che si sono verificate dopo lo smacco elettorale del Fsln nel 1990. In sintesi, dietro questa visione di
democrazia e il tentativo serio di un cambio generazionale, si profila un nuovo concetto etico».
Negli anni ’80, uno degli
slogan principali usati dai settori cristiani progressisti del
Nicaragua, era stato: «Tra
cristianesimo e rivoluzione
non c’è contraddizione». Secondo Cardenal, questo slogan è sempre valido, anche se
oggi è necessario capire che
rivoluzione e rinnovamento
sono termini simili: per lui «il
concetto stesso di socialismo» continua ad essere pienamente attuale, anche se occorre adattarlo ai «cambiamenti fnondiali... ad esempio
tenendo conto del ruolo del
mercato, ma senza perdere di
vista il criterio di equità e di
giustizia sociale».
La distruzione dell'ambiente, che tocca buona parte del
pianeta, e la protesta contro le
costrizioni ingiuste imposte
dalle istituzioni finanziarie
intemazionali (come la Banca
mondiale) sono due aspetti
importanti della pratica politica futura. Senza dimenticare
la difesa della sovranità nazionale che però «non deve
portarci al confronto con un
paese o un gruppo di paesi».
Per il Fsln «ufficiale», che
alcuni giornali chiamano «ortodossi», la scissione non ha
una grande portata. Esso rivendica il proprio processo di
rinnovamento interno, che si
è espresso con l’elezione delle sue istanze alla fine del
1994, elezioni a cui hanno
partecipato circa 300.000
membri e simpatizzanti dell'
intero paese. (eni)
In maggioranza sono favorevoli a una nuova legislazione
I protestanti argentini vogliono
la parità con i cattolici romani
Le chiese protestanti argentine hanno deciso di sostenere
una campagna interconfessionale lanciata per ottenere il
varo di una legge che conceda agli organismi religiosi
non cattolici romani uno statuto equivalente a quello della Chiesa cattolica romana.
La campagna è stata organizzata dalla Federazione argentina delle chiese evangeliche
(Faie). dall'Associazione delle chiese evangeliche d'Argentina (Aciera), e dalla Conferenza pentecostale evangelica (Cep), che insieme rappresentano i quattro quinti dei
protestanti argentini.
A fine maggio, 140 responsabili protestanti hanno accettato all’unanimità che una
commissione mista facesse
campagna a favore di una le
gislazione mirante a «proteggere tutte le espressioni religiose, ad abolire ogni discriminazione e ogni ostruzione»,
ha dichiarato Eliseo Somoza.
vicepresidente dell'Aciera.
«Vogliamo che lo stato ci riconosca in quanto entità religiose con diritti specifici e
con uno statuto uguale a
quello della Chiesa cattolica», ha sottolineato.
Il governo ha introdotto
nuove disposizioni molto rigide riguardanti le attività delle
organizzazioni religiose non
cattoliche romane, dopo il fallimento di una proposta di
legge sulla libertà religiosa,
che era stata contestata anche
dalle organizzazioni protestanti. Queste nuove clausole
si ispirano a una vecchia legge risalente alla dittatura mili
Dati deirUniversità di Gerusalemme
Gli ebrei nel mondo
Secondo le statistiche fomite dall’Università ebraica di
Gemsalemme il numero degli
ebrei nel mondo non ha ancora raggiunto il livello precedente l’olocausto. In tutto il
mondo ci sono circa 13 milioni di ebrei, tre milioni di meno rispetto al 1939, ha detto il
direttore del Dipartimento di
storia moderna dell’Università, Sergio Della Pergola.
Il numero più alto di ebrei
lo si ha negli Stati Uniti (5,6
milioni) e in Israele (4.4 milioni). La terza comunità
ebraica per grandezza si trova in Francia (530.000), seguono la Russia (410.0C)0), il
Canada (350.000) e la Gran
Bretagna (300.000). In Italia
vivono circa 40.000 ebrei.
Non è stato facile compilare
questa statistica, perché a
causa dei molti matrimoni
misti non si può sempre stabilire con certezza chi è ebreo
_£ chi no. (epd)
tare, che mirava à restringere
l'espansione delle chiese non
cattoliche romane. Secondo la
legge argentina, la Chiesa cattolica romana ha «uno statuto
legale naturale», il che significa che le sue attività non sono regolamentate dalle leggi
governative, ma le disposizioni del governo si applicano alle attività delle organizzazioni
non cattoliche romane, considerate non come organizzazioni religiose, ma come associazioni civili simili ai club di
calcio, alle opere di beneficenza e alle organizzazioni
non governative.
I responsabili protestanti
vogliono soprattutto protestare contro le disposizioni riguardanti l'apertura di nuovi
luoghi di culto. I luoghi di
culto non cattolici romani,
considerati dalle autorità allo
stesso modo dei negozi o delle palestre, sono sottoposti alle stesse disposizioni delle attività commerciali. Le autorità esigono informazioni
sull'identità dei pastori e dei
loro collaboratori, sulle cerimonie previste, sui loro orari
e sul numero dei partecipanti.
Chiedono anche precisazioni
sulle contribuzioni finanziarie
ricevute dalla chiesa.
Per i responsabili protestanti. questi regolamenti si iscrivono in una politica di reazione di fronte alla crescita delle
chiese protestanti indipendenti. I protestanti rappresentano circa il IWc della popolazione argentina (che conta
circa 34 milioni di abitanti),
ma il loro numero è raddoppiato in dieci anni. (eni)
Messico: espulsi tre sacerdoti
stranieri dallo stato del Chiapas
CHIAPAS — Il 23 giugno scorso tre sacerdoti stranieri
sono stati espulsi dal Messico per «incitamento alla violenza» nello stato del Chiapas. Si tratta dello spagnolo Rodolfo Izal, dell'argentino Jorge Baron e dell'americano
Loren Riebe. I tre sono accusati di avere condotto «attività
politiche incompatibili con il loro statuto migratorio» e di
avere contribuito a «creare un clima tale da favorire i conflitti tra diversi gruppi indigeni del Chiapas, in particolare
tramite occupazioni di terreni agricoli». Il ministro dell'Intemo ha tuttavia precisato che il vescovo di San Cristobai
de Las Casa, Samuel Ruiz, spesso accusato di collusione
con l’esercito zapatista di liberazione nazionale, «non ha
nulla a che vedere con le attività illegali» dei tre preti e che
il suo ruolo di mediatore nei negoziati in corso con i ribelli
zapatisti non è rimesso in discussione.
Francia: lettera aperta dì Marei le Pereira
al presidente Jacques Chìrac
PARIGI — In una lettera aperta al presidente Jacques
Chirac, Marcile Pereira, figlia di Fernando Pereira, il fotografo ucciso il 10 luglio 1985 nel porto di Auckland, nello
scoppio della nave Rainbow Warrior. esige il diritto di
«conoscere esattamente i fatti che si sono verificati prima
e dopo lo scoppio. Se si è trattato di un incidente, come sostiene la Francia, perché non si vuole dirmi chi era implicato in questa faccenda?». Marcile Pereira conclude: «"Voglio parlare con qualcuno, ma finora nessuno ha avuto il
coraggio di parlare con me».
Cuba: Yndamìro Restano
ha lasciato L'Avana per Parigi
L’A"VANA — Yndamiro Restano, uno dei sei prigionieri politici recenter^ente liberati dalle autorità cubane, ha
lasciato L'Avana per Parigi il 3 giugno scorso. Il suo passaporto recava la menzione «Uscita definitiva». Le autorità
cubane avevano però assicurato che la liberazione dei dissidenti era stata fatta senza condizioni. Secondo un diplomatico francese, Yndamiro Restano avrebbe ottenuto un
visto per un soggiorno temporaneo di 90 giorni.
Irlanda del Nord: eletto un deputato
protestante contrario al piano dì pace
NORTH DOWN — In una elezione legislativa parziale
nella circoscirizione del North Down, ha vinto un protestante contrario al piano di pace anglo-irlandese. Robert
McCartney ha vinto dopo avere fatto una campagna contro
il piano comune di Londra e di Dublino per l'Ulster. Il
neodeputato si dichiara piuttosto «euroscettico» e voterà
spesso con il Labour Party: un voto in meno al Parlamento
di Westminster per il governo di John Major.
La Banca mondiale ha approvato
i prestiti previsti a favore del Messico
NEW YORK — La Banca mondiale ha approvato prestiti al Messico per un totale di 1.5 miliardi di dollari: uno di 1
miliardo per sostenere il sistema bancario. l'altro di 500 milioni per servizi sociali pubblici. Questi prestiti fanno parte
del piano d'insieme preannunciato nel marzo scorso.
Israele: maggioranza favorevole
a un referendum sul ritiro dal Golan
TEL AVIV — Secondo un sondaggio pubblicato dal
giornale Yediot Aharonot. il 58% delle persone interrogate
sarebbe favorevole all'organizzazione immediata di un referendum sul ritiro israeliano dall'altopiano siriano del Golan.
Tibet: nel 1994 è aumentata
la repressione contro ì separatisti
TIBET — Secondo il Quotidiano del Tibet, il numero di
«contro-rivoluzionari» arrestati nel 1994 (164 persone, per
lo più monaci o suore buddisti) è aumentato del 50% rispetto al 1993.
Sierra Leone: epidemìa dì colera
FREETOWN — Un'epidemia di colera ha fatto 57 morti a Freetown. capitale del paese. Lo ha reso noto l'Organizzazione mondiale della sanità. D'altra parte, circa
35.000 persone stanno sfuggendo in questi giorni i combattimenti tra fazioni liberiane nella regione di Tai e cercano
di raggiungere il confine della Costa d'Avorio.
Germania: divieto dì circolare
quando c'è troppo ozono nell'aria
BONN — Il Bundestag ha adottato una legge che vieta
la circolazione automobilistica nei giorni in cui si registra
una concentrazione eccessjva di ozono nell'atmosfera. La
legge riguarda le macchine sprovviste di catalizzatore. Deroghe sono previste per gli autobus, i taxi, le ambulanze, e
per i veicoli di turisti in transito.