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Riguardate alla roccia onde foste tagliati !
(Isaia LI, 1)
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SwtMiaradBinal«» «faella ;Ct»i«»»«i Vcal«l«»s«» ' ^ Nulla sla piò forte della vostra fede t .
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ABBONAMENTI
Italia e imperò . . . . Anno L. 15 ~ Semestre L. 8
Parrocchie dei Primo Distretto , » »12 — » » 7
Estero . . . . . » » 25 — » » 15
.‘■'rgr''.Ì»fW».
DIralÌtoras Prof. älNO CÒSTABBI.
AMMINISTRAZIOKE: Via Cario Alberto, 1 bis - Torw Pkxioì
R E D A Zi O N E : Via Arnaud, 27 - Toriib Pbluce
Ogni camblàmeaito d’indirizzo costa una lira
Cent. "SO la copia
Mai più
« L’Eterno vi ha detto ; « Non
rifarete mai più quella via».
Deut. 17 : 16.
Non rifaremo mai più la via percorsa
nel 1940. Tale convinzione ci dà un
senso di tristezza e un senso di sollievo.
Un senso di tristezza. Quella tristezza
che si prova neU’ora conclusiva d’un
periodo della nostra vita che ci ha posto in contatto con uomini ed ambienti
ai quali siamo ormai legati da vincoli
d’affetto e senza i quali la nostra vita
par quasi inconcepibile.
La fine d’un anno nel quale abbiamo
vissuto come la fine d’un’amicizia cara
o di uno strumento di lavoro o di un
animale che ci ha fedelmente servito,
come la fine d’ogni cosa bella ed utile
è motivo di tristezza per ogni anima
sensibile.
Ma alla tristezza inerente alla fine
delle cose s’aggiunge per noi che seppelliamo un altro anno deUa nòstra
vita la tristezza relativa alla fugacità
del 'tempo. Mesi ed anni si succedono
con vertiginosa rapidità e la corsa dèi
tempo appar sempre più veloce man
mano che invecchiamo ; il tempo fugge
e non senza rapirci la nostra giovinezza, la nostra maturità, il vigor della
nostra mente e del nostro braccio, la
nostra vita stessa. Vorremmo fissare
stabile dimora qui sulla terra ove forse
ci sìam fatto un bel posto al sole e
con noi vorremmo trattenere i nostri
cari, ma il tempo travolge ogni cosa.
Per il credente v’è ancora un altro
motivo di tristezza : l’anno è stato
lungo ma il progresso spirituale è stato
scarso. Paragonandoci a quel ch’eravamo al principio dell’anno non possiamo dire di essere migliori e di avere
una fede più profonda. Qualche illusione di meno, sì, forse un po’ di pessimismo, ma non una speranza più vivida, una carità più concreta. Ed allora,
abbiamo vissuto in vano dal punto di
vista spirituale? Qualunque sia la nostra risposta, nessuno di noi può nè
deve essere soddisfatto di sè e questa
insoddisfazione aggiunge un elemento
di tristezza alla mestizia che già proviam,o per la fine di un altro anno della
nostra vita.
D’altra parte la certezza di non rifar
mai più la via di quest’anno ci dà un
senso di sollievo. Sollievo per chi nel
corso del 1940 ha fatto esperienze praticamente dolorose per malattìa o lutto
o altri motivi ; sollievo per chi s’è reso
colpevole d’un peccato particolarmente
grave e desidera allontanarsi dal tempo
che gli ricorda la sua colpa ; sollievo
per chi ha portato il peso di responsabilità pubbliche o private. E molti fche
non pensavano di veder la fine dell’anno salutano questa con quella soddisfazione che prova il soldato in prima
iinea quando viene la mattina perché la
vita gli è stata risparmiata ancora nella
notte pur densa di agguati e dì incognite.
Un senso di sollievo lo proviamo tutti
per la fine di quest’anno, testimone di
tante sofferenze fisiche e morali. Indietro non si torna più. Com,e la goccia
d’acqua non risale la corrente del fiume,
casi non possiamo risalire la corrente
della vita, ma da questa siamo inesorabilmente portati verso la foce ove la
vita terrena entra nell’oceano della vita
eterna. Non siamo stazionari sulla terra
ma una forza misteriosa ci spinge
senza posa sulle vie dell’esistenza che
non rifaremo mai più.
Mai più. Quale valore acquista pertanto ogni singolo minuto della vita?
Mai più. Quale sollievo, pur soffuso
di nostalgia, per chi dalla vita ha più
dolori che gioia!
Mai più. Ricordiam,olo nel momento
di iniziare un’altra tappa della vita, ri>r
cordiamolo non per esaurirci in sterili
rimpianti ma per camminare più spediti e con maggior coraggio sulla via
che ci rimane da percorrere, ricordiamolo, discepoli di Colui che dice :
« Ecco, io fo ogni cosa nuova ».
ALE. R.
De Amicis
e il suo dallonlsmo
Non so quale libro di Edmondo
De Amicis sia piaciuto ai clericali, cioè
ai cattolici intransigenti, e settari ; settari ed intransigenti anche in un’epoca
In cui non si parla più di clericalismo
ed ih cui si parla di setta solo quando
si allude a non cattolici.
Si sa la. canea clericale che accolse
l’apparire di Cuore di Edmondo De
Amicis. Si conosce l’attacco che fece,
al libro più bello e commovente del
grande scrittore, L’Unità Cattolica per
mezzo del suo stesso direttore, il Margotti. « Oh, se i padri di famiglia, scriveva, il 14 Novembre 1886, il Margotti, amano la mente e il cuore dei
loro figli, non mettano nelle loro mani
il Cuore dì Edmondo De Amicis ». Perchè? Per il motivo che il libro non è
come quello « bellissimo » (sic!) del
P. Ventura, allora ristampato in Palermo dal Vicario generale dei Teatini,
sul Santissimo Cuore di Gesù. Per il
Margotti l’apparizione del celeberrimo
fra i libri del Nostro è, nè più nè meno,
che il solo e puro sintomo che « si
mette in derisione il Cuore Sacratissimo del Redentore del Mondo... ».
E il Margotti continua prendendosi
burla dei racconti del De Amicis, ove,
secondo lui, si esalta chi « studia poco »,
si nota o si ride di un « gabbino gracile », si commemorano gli uomini che
« si piantano un coltello nel cuore », o
si lascia andare tant’oltre la fantasia o
la falsità da volerci far credere che il
« figlio di uno spaccatore di legna, là
carichi e scarichi nella bottega e studi
in pari tempo la lezione », o sì dà prova
di tanta aridità di cuore da far dire da
un maestro morente al proprio figlio
gueste sole parole di conforto (?): « Io
ti lascio, e tu vedi di fortificarti nelràrìtmetìca ».
Come reazione a questa insana lotta
contro un libro
che tanti petti ha scosso e inebriati
molte e molte autorevoli voci sorsero
un po’ dovunque. E fra l’altre, come
notava Mimi Mosso, armi or sono, sorse
« un focolaio di venerazione per il
Cuore in seno alle pìccole comunità
valdesi e protestanti che fiorivano e
Roriscono in Piemonte » (1).- Nè poteva,
nè avrebbe dovuto essere diversamente, in qualsiasi parte d’Italia, per
un libro che' contiene una delle più
alte apostrofi all’Italia é per un lavoro
dal quale emana tutto un sènso di
profonda umana moralità.
i< Se Cuore fu ricevuto così male, io
non so (perchè non la posso ora compulsare) come L’Unità Cattolica, 'per
esempio, abbia accolto, al suo apparire,
Alle porte d’Italia, quel famigerato liibro in cui si osò scrivere sui Valdesi
i un capitolo « di reminiscenza spartana », « Le Termopili valdesi ».
T
Ma se non ho sotto mano L’Unità
Cattolica, dell’epoca, ho però Fides, la
.rivista della « Pontificia Opera per la
Preservazione della Fede », e non un
numero di allora, ma uno di ieri soltanto, dell’Ottobre' 1940. In esso è una
lunga spulciatura di quel bel libro patriottico di Edmondo De Amicis, in cui
le virtù eroiche sabaude, piemontesi e
valdesi Sono accomunate ed esaltate.
. . L’articolo, dovuto alla penna diG. B.
Ottonello, vorrebbe essere una demolizione critica di De Amicis, demolizione
che forse lo scrittore avrebbe fatta in
ben altra forma e maniera se avesse,
come il Margotti, Scritto mentre ancora viveva il Nostro. Questa demolizione (?) di un trapassato mi fa pensare a Don Chisciotte, Teroico vincitore dei... mulini a vento.
Non è qui il luogo di vagliare le
argomentazioni dell’articolista ,spè|cie
perchè non lo consente lo spazio. Lo
faremo in altro articolo. Basti, per ora,
segnalare lo spirito, tutto contenuto
nelle premesse e nelle conclusioni dell’articolo deU’Ottonello.
Premesse : Edmondo De Amicis era
affetto di daltonismo, cioè vedeva nero
il bianco e bianco il nero quando a
Torre Pellìce ha visto un centro valdese e non una metropoli cattolica!
Perchè, per esempio, non dire che ivi
erano stati parroci don Tarditi, don
Aimone, don Aviena, don Petìtti e don
Barovero ?...
E poi perchè esaltare tanto il valdismo ed i valdesi? Il perchè eccolo. Perchè « l’autore, dice l’articolista, probabilmente non riffetteva in quell’istante,
alle parole di Mons. de Ségur, che tl
cattolioismo è migliore del cattolico e il
protestantesimo è sempre più cattivo
che il protestante ».
Che modo sbrigativo di spacciare la
Riforma che vuol ritornare a Ile fonti
della fede cristiana! Che modo spiccio
di giudicare il Cristianesimo di Cristo,
spoglio della sua tradizioiie!
Conclusioni : Oggigiorno Valdesi e
Cattolici convivono, si tollerano e si rispettano. Giustissimo. Anzi, aggiungiamo noi, essi tutti devono, secondo
l’espressione paolina, essere veramente
e sempre « fedeli alla Verità in uno
spirito di amore ». Ma lo è veramente
fedele alla vetità (anche a quella storica) e lo è veramente in uno spirito
d’amore chi descrive così « le colpe
(1) Vedere : Illustrazione Italiana, 1922, e
articolo di Silvio Pons in II Testimonio, Gennaio 1924.
degli antenati » dei valdesi i quali (secondo l’articolista) « tuffavano le mani
nel sangue degli inquisitori o dei parroci, distruggevano le chiese, calpestavano crocifissi, lordavano i tabernacoli
eucaristici con le loro brutture... violavano i trattati firmati »?.,.
E’ veramente la critica storica o non
è piuttosto un rovesciar le situazioni e
le posizioni reciproche sintetizzare così
le lotte dei Valdesi, le lotte, grazie a
Dio, di un giorno che fu?...
O forse non è daltonismo?...
P. R.
féfliialaziófii
Un artistico, grazioso volumetto, offre, a quanti hanno vivo il senso délTàrtè e deU’ainore delle Valli natie, la
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Società di Studi Valdesi. Sono trentanove illustrazioni, trentanove fotografie, éhe riproducono alcune delle località più famose, che fanno rivivere
scene e luoghi, direi "^quasi fissando
stati d’animo' fuggitivi. Il volume,
dalla suggestiva copertina, è dedicato
alla memoria del signor Enrico Peyrot,
l’appassionato cultore di memorie vai-'
desi, l-abilissimo . fotografo, che parla
appunto a poi con queste fotogpafie^
che sono le sue fotografie. Il prof. A,
dalla vi ha premesso una efficace introduzione storico^eografica, e l’Arti
Grafiche 1’« Alpina » ha dato una accurata ed intelligente collaborazione.
Il volume è in vendita al prezzo di
L. 8 ; Ü ricavato della vendità sarà versato al Rifugio Re Carlo Alberto, in
memoriam del caro Scomparso. Segnaliamo quindi questo che sarà un dono
graditissimo per quanti desiderano alimentare con la visione di fatto, il ricordo nostalgico di luoghi cari.
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INIZIO DI GIORNATA
- E’ buio ancora, ma la famiglia è già
in piedi : nella vasta cucina la inadtè
è intenta alle sue faccènde e ad accendere il fuoco nella cucina econohiieà
che, tra poco, farà sentire il suo calore
in tutto l’ambiente. Il padre è occupato
nella stalla, di dove giunge il calmo
forte respiro delle ' mucche e il loro
sordo ruminare ; dalla camera dei
bimbi giungono le loro vocette argentine, mentre èssi si alzano. Si alza anche il nonno ; l’ora è presta, e fa
freddo : .sarebbe bene che egli rimanesse ancora un poco nel tepore dèi
lètto ; ma egli non rinuhcerebbe a nessun prezzo a compiere quello che considera un suo dovere.
Ecco : tutta la famiglia è ora raccolta iti cucina, intorno alla tavola sulla
quale la madre ha posto già le grandi
ciottole per il latte profumato e fumante dèlia prima colazione.
li nonno prende, lì, sulla credènza, a
portata di mano, la grande Bibbia di
famiglia, consunta per il lungo uso, e
legge ; poi prende il giornale, sì, proprio L’Eco delle Valli, e vi legge la
meditazione del giorno ; infine prega.
Prega a mani giunte, sicuro che Dio
ascolterà le sue parole, esaudirà le sue
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i’ÜCO DÈLEHEiVALXil VALDESI
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quasi scQjjiparsi, abbiamo pensato'=che'*^ ‘
forse ci doveva essere un equivoco
linguistico. ^
Perchè veramente la parola monitore
è molto antica! Già ai tempi di Cicerone bisognava fare attenzione a non
equivocare ; infatti si chiamavano monitores nell’antica Rom,a i giurisperiti
che dinnanzi al tribunale suggerivano
all’oratore i princìpi del diritto ; e monitores si chiamavano pure (o nomenclátores) gli schiavi i quali, quando i
loro padroni uscivano, specialmente
con lo scopo di acquistare una carica,
dicevano loro il nome di coloro che incontravano. Poi cambiarono gli usi, gli
istituti si trasformarono, e monitori divenne un termine scolastico : l’alunno
cioè che avendo ricevuto una lezione
dal maestro, riceve l’incarico d’istruire
un certo numero di suoi condiscepoli.
Compito questo, di evidente importanza ; non una sem,plice funzione meccanica, ma tale invece che implica una
completa assimilazione dell’insegnamento ricevuto, per farne altri compartecipi. E così vi è stato, si dice almeno, un tempo nella Chiesa Valdese
in cui vi erano dei giovani i quali,
dopo aver ricevuto una preparazione
speciale, avevano alle loro cure affidato un gruppetto di bimbi cui essi
spiegavano i versetti della lezione biblica ; almeno così supponiamo. Poi il
vocabolo campiò ancora il significato.
Monitore infatti, sempre stando ai vocabolari, significa anche colui che ammonisce, che rimprovera ; e così ì
monitori diventarono qualche cosa di
simile a dei funzionari di pubblica sicurezza ecclesiastica, dei questurini,
che avevano il solo compito di sorvegliare la quiete dei ragazzini, minacciarli e, perchè no, magari tirar loro
gli orecchi ; la qual cosa evidentemente non è una sinecura!, ma non è
forse neppure il miglior modo di valorizzare una istituzione. Comunque una
cosa è certa ; oggi, alla porta del maggior numero delle nostre scuole domenicali strapopolate, si potrebbe affiggere un manifestino : Cercansi monitori ; ed il manifestino potrebbe rimaner fuori un bel po’ di tempo.
Colpa del vocabolario?
Forse sarebbe meglio dire : di noi che
non sappiamo prendere una via decisa
nella confusione, affrontare il problema.
A meno che non ci adattiamo alla
realtà dura ; in questo caso siamo onesti e cancelliamo la parola — monitori —, per adottare unicamente il suo
feminile — monitrice — ; e non tem,ano i puristi, perchè la parola è perfettamente corretta ; anzi, secondo un
vocabolario, è questo l’unico caso in
cui la donna può essere — monitrice —
grammaticalmente parlando, s’intende.
Cl.
richieste ; 'prega f per i, iwoi, vicini e
lontani, prega per la Chiesa, prega per
tutta l’umanità sofferente.'e bisognosaì'
4.' '
di luce e di verità.
Gli altri seguono le sue parole, raccolti, e quando egli tace, essi coronano
la fine con un « am.en » convinto ; poi
mangiano, si scambiano le buone care
parole che sembrano un’eco della preghiera e finalmente ognuno se ne va
alle sue faccende, sentendo che la giornata, principiata così, sarà benedetta.
4:
Il marito ha un po’ bisticciato con la
' moglie, per un nonnulla e se ne è andato nel campo, senza un saluto. La
moglie, stizzita, se la prende con la legna che non vuole accendersi, col
fuoco che non vuole bollire ; i bambini, prima di andare a scuola, trovano il tempo di piangere, di litigare
tra loro, di farsi prendere a scapaccioni dalla madre, m,a non quello di
ripassare la lezione. Il figlio maggiore
se ne è andato già al lavoro in fabbrica, canticchiando un melensa canzone alla moda.
Nel fondo di Un cassetto, la Bibbia
attende invano* che qualcuno la tiri
fuori e la legga ; VEco, con le sue meditazioni quotidiane ha già servito, fin
dal lunedi, ad accendere il fuoco.
* * *
Due famiglie : due mondi : eppure
runa e l’altra si dicono Valdesi. A
quale dei due tipi assomiglia la tua famìglia nel principiare la giornata?
I. LOMBARDINI.
I ViIlKi il Oniiì
Non sappiamo se sarà una cosa molto
facile, ma siamo convinti che sarebbe
una cosa molto interessante, se, nel futuro, quando si dovrà ampliare il Museo nostro di Torre Pellice, si potrà
consacrare una sala ai Valdesi della dispersione: dati, bibliografia, quadri e
fotografie; dovrebbe essere qualcosa di
molto suggestivo; basti pensare all’impressione profonda che suscitano nei
visitatori per esempio le fotografie dei
Templi nelle varie « colonie » valdesi.
♦ * «c
Per i Valdesi in Germania un’opera
sistematica si sta compiendo, con l’accuratezza e l’entusiasmo dei ricercatori
tedeschi. Sotto gli auspici della Lega
degli Ugonotti Tedeschi, che pubblica
mensilmente un giornale: « L’Ugonotto
Tedesco », ricco di documentazione
della storia dell’emigrazione dei Rifor- „
mati in Germania, dopo la revoca dell’editto di Nantes, e, saltuariamente, dà
pure informazioni sull’attività delle
comunità Valdesi, si sono iniziate delle
ricerche intese a chiarire le origini e
le vicende dei vari gruppi di immigrati, per causa di religione. Si è così
iniziata una raccolta di volumi, composti di 9 o 10 quaderni, dèi quali ciascuno è consacrato ad una particolare
comunità.
Vediamo cosi sfilare tutti i nomi che
il Pellegrinaggio ci ha reso cari: I voi.,
quad. 3: Waldorf; III voi., quad. 5 e
6: Pérouse; quad. 9: Dornholzhausen;
IV voi., quad. 1 e 2: Rohrbach e Wembach; IV voi., quad. 3 e 4: Pinache;
VII voi., quad. 3: Serres; quad. 9:
Mörfelden; IX voi., quad. 1: Schönenberg; XII voi., quad. 4-6: Waldensberg,
ecc. Ed accanto a questi quaderni, altri
vengono che riproducono i documenti
originali. Un’opera poi merita una speciale menzione: un ponderato e poderoso lavoro del prof. D. Bonin, tre
grossi volumi di 840 pagine: Documenti per la Storia della Comunità
Valdese del Pragelato, in crii viene
fatta la storia delle comunità Valdesi
del Pragèlato prima dell’eolio (I volume); il duro pellegrinare alla ricerca
. di una nuova patria (Il volume); lo
svolgersi delle trattative fra Tamba
sciatore olandese e ì principi tedeschi,
^.jn vista di una colonizzazione valdese,
iU'sorgere diquesta colonizzazione.
;. Tutto' questo è ricostruito in base a
lunghe ricerche, e le conclusioni si appoggiano a liste ufficiali di registri di
Battesimo, ecc., ecc., che presentano un
indiscutibile interesse per chi voglia
studiare da vicino la fortuna di certi
nomi valdesi.
Nè dimenticheremo, in questo incompleto cenno, ü contributo che a questa
storia ha recato e reca tuttora il D.
Waldenser, - il Valdese tedesco -, l’organo di collegamento tra le famiglie
Valdesi di Germania, e più particolarmente del Würtemberg, sorto per l’impulso animatore del pastore Zeller.
Siamo lieti di sapere che di tutte
queste opere la Società di Studi Val- ^
desi sta facendo sì da poterne avere la
raccolta completa nella Biblioteca sociale.
Nota marginale! Il Deutscher Huaenot cita la famosa lettera di Sandrart
e la raffronta con una di un pastore di
Heidelberg da cui risulta che il piano
dettagliato del Glorioso Rimpatrio era
già in discussione fra i più lontani
esuli, quindici mesi prima che i vari
progetti venissero messi in opera, con
l’aiuto degli Orange.
* * *
La giornata dei Guyot ! Ne parla
il già citato Deutsche Hugenot; ha
avuto luogo a RohTrbach nell’Odenwald; 150 erano i presenti: una giornata radiosa di sole e di intima gioia
Nella semplice chiesetta che sola ha
conservato il più rude stile della chiesa
valdese, si sono riuniti, recentemente, i
discendenti degli antichi rifugiati nostri, che hanno come capostipiti dei
Guyot. Sono venuti a Rohrbach, dai
vari villaggi dell’Onderwald, e li ha
accolti il pastore Hofmann, fraternamente, come accolse i pellegrini, ricordando loro parole di vita: Luca XII,
32; Salmo CXXIX, 2-4.
Poi, nella sala dell’albergo Lanthelme, il Convegno, presieduto dal professore Giorgio Guyot, di Darmstadt;
primo oratore, Adamo Guyot, di Rohrbach, il più anziano dei Guyot, che con
semplici parole, saluta i convenuti. Poi,
una rievocazione brillante del Rimpatrio e della visita dei ^120 Valdesi, fatta
dal prof. Guyot, e l’annunzio che un
archivio delle famiglie Guyot si è costituito.
♦ ♦ *
Ed ora, dalla storia passiamo alla
rievocazione letteraria ed alla sua interpretazione; dalla realtà alla poesia...;
e qui il trapassare è veramente facile!
Ecco Max Ginolas che narra la storia
della fattoria ereditaria della famiglia
Ginolas: Una fattoria Valdese - 1688938. Prego notare che siamo a Fredersdorf U\M!l E per terminare ecco una
Storia dei Valdesi di Carlo TalmonGros.
^
Culto di memorie, rifiorire di tradizioni, esaltazione di cornimi destini e di
profondamente sentita ìntima fraternità, sublimati nella permanente certezza della sensibile realtà che è veramente per i Valdesi - forte rocca il nostro Dio. Cl.
Neterelle filologiche
Monitori
La ripresa delle scuole domenicali,
se ha dimostrato la vitalità delle
scuole stesse, ha d’altra parte permesso
di constatare ancora una volta quanto
il nostro linguaggio ecclesiastico sia
inadeguato, o meglio sia arretrato, rimasto sulle posizioni di almeno cinquant’anni fa. Cioè sì continua a parlare di monitori e monitrici ; abbiamo
cercato i primi nelle feste di Torre Pellice, di San Germano : ne abbiamo
chiesto notizie ed informazioni : monitori? Mah! Visto dunque che essi sono
Consigli di un maestro
Uno studente dell’università di Lipsia si recò un giorno a Berlino per
consultare Hengstenberg, il dotto autore della Cristologia dell’Antico Testamento, la cui fama era grandissima.
« Io vorrei - disse lo studente - portare a vostra conoscenza alcuni dubbi
che mi tormentano, e, per maggiore
chiarezza, io ho dato loro una formulazione per iscritto ».
« Non ce n’è bisogno, - rispose il
dotto maestro, - leggete solo la vostra
Bibbia ».
« Ma, l’ho letta! ».
« Ebbene, allora, leggete in modo
particolare il Vangelo di Giovanni »,
- consigliò Hengstenberg.
« Anche questo l’ho fatto » - riprese
lo studente che era visibilmente interdetto, e forse deluso.
« Allora solo più una domanda, - aggiunse il maestro con profonda serietà - ; avete voi pregato prima dì
leggere la vostra Bibbia, e durante la
lettura? ».
Lo studente dovette confessare che
la cosa non gli era. mai passata per il
cervello!
« Caro amico - disse allora il savio
con^ paterna dolcezza - ritornate a casa
vostra, inginocchiatevi e supplicate Dìo,
affinchè Egli rischiari la vostra mente
e vi sia Lui stesso maestro, quando leggete la Bibbia ».
Ritratto deiraomo spiritoale
ASPETTO ESTERIORE
Gli occhi : I miei occhi hanno visto
l’Eterno, il Signore degli eserciti.
(Isaia 6:5).
La bocca : D’un medesimo cuore e
d’una medesima bocca glorificate Iddio che è il Padre del nostro Signor
Gesù Cristo. (Romani 15 : 6).
Le labbra,: offriamo adunque per
Lui a Dio un sacrificio di lode, cioè il
frutto di labbra che confessano il Suo
nome. (Ebrei 13 : 18).
La lingua : Allora la mia lingua parlerà continuamente della tua giustìzia
e della tua lode. (Salmi 35 ; 28).
Gli orecchi : L’orecchio dei savi ricerca la dottrina. (Proverbi 18: 15).
Le mani : Popoli, battete le mani, alzate grida di gioia a Dio con canti di
trionfo. (Salmo 47 : 1).
I piedi : Egli ha assicurato i nostri
piedi sulla roccia. Egli ha reso sicuri i
miei passi. (Salmo 15 : 2).
VITA INTERIORE
Intelligenza : Noi sappiamo che il
Figliuol di Dio è venuto, e ci ha dato
l’intelligenza per conoscere il vero Dio.
(I Giovanni 5 .• 20).
Spirito : La pace di Dio che sorpassa
Ogni intelligenza’custodirà i vostri cuori
ed i vostri spiriti in Cristo Gesù (Filippesi 4:1).
Cuore : Certamente il nostro cuore
si rallegrerà in Lui, perchè abbiamo
riposto la nostra fiducia nel Suo santo
nome. (Salmo 33 : 21).
Coscienza : Quanto più il sangue di
Cristo, che per lo Spirito eterno s’è offerto a Dio, immacolato, purificherà la
vostra coscienza dalle opere morte, per
servire l’Iddio vivente. (Ebrei 9: 14).
Sentenitt brevi
L’uomo propone e Dio dispone. I sacerdoti supgellarono il sepolcro di Cristo per servire di testimonianza ; e testimonianza fu, che Egli è veramente
risorto!
sf: :f! *
Cristo che predicò l’amore, fu tradito con un bacio.
* * *
E’ veramente commovente, la Domenica mattina, durante il sermone, udire
che Cristo è stato in compagnia di peccatori e di pubblicani ; ma il Lunedì
mattina è un delitto il parlare con la
gente del popolo, o con una domestica.
Si dice : è impudente cosa e stolta di
ostentare la compagnia di simile gente,
invece di tenerla a distanza. Quale
sciocchezza dunque, quella di Cristo.
* * ♦
Dìo è certamente amore, ma non
amore dei peccatori, chè tale Egli è solamente in Cristo, cioè nella redenzione.
Kierkegaard.
Quattro regole pratiche sempre attuali : Ricevere ogni uomo con benevolenza ; parlargli brevemente ; congedarlo consolato ; non abbandonargli il
proprio cuore. (Antico proverbio).
Sappiate che la nostra più grande
gioia non proviene dalle cose create,
ma dal Creatore stesso, che ci dà questa gioia che nessuno ci può togliere.
Ad essa paragonate le altre gioie non
sono che torménto ; le cose dolci,
amare ; gli splendori, meschinità.
San Bernardo.
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
p. a. M.
Il Cappellano Valdese
Abbiamo riferito, nella ultima Circolare della F. U. V., una interessante
corrispondenza del Cappellano militare
Valdese per il territorio metropolitano,
Tenente Ermanno Rostan. La sua opera
presso i soldati evangelici è stata veramente benedetta e santa. Ha potuto
portare la predicazione dell’Evangelp
presso gruppi consistenti di reparti alpini e presso isolati. Ci scriveva già,
pochi giorni dopo Vinizio del suo ministero, di aver fatto diversi buoni
culti e riunioni. Egli poteva vedere ad
uno ad uno quei nostri fratelli ed essere il loro pastore. Ultimamente avevamo riferito le sue parole :
Tra gli Ufficiali ed i soldati Valdesi
mi sono ritrovato quasi in casa mia,
come in una qualsiasi delle nostre par rocchie montane. Il Valdese, in genere,
non è molto espressivo, non espande
l’animo suo in lunghi discorsi ; eppure
dallo sguardo, dal sorriso, dalle poche
frasi pronunziate, ho sentito quanto la
mia visita fosse apprezzata e quanto
essi fossero rallegrati dalla venuta di
un Pastore, giunto in mezzo a loro per
annunziare l’Evangelo eterno, che è un
messaggio di vita nuova e di salvezza
per tutti quelli i quali lo ascoltano con
fede.
Dal giorno in cui ho iniziato il mio
lavoro, ho potuto presiedere ima ventina di culti, quasi tutti ai piedi di una
imponente catena di monti, poi all’ombra di alti e robusti larici, quindi sotto
annosi e nodosi castagni, infine nel silenzio d’uno dei nostri templi.
Appena giunto nella località ove dovevo presiedere il culto, mi occupavo
senz’altro della ricerca del luogo piu
adatto al raccoglimento ed alla predicazione ne avvertivo quindi gli Ufficiali Valdesi, assai numerosi in alcuni
reparti alpini, talché, al mattino oppure la sera dopo la libera uscita, si
vedevano giungere sul posto, a gruppi,
giovani alpini ed artiglieri Valdesi provenienti da quasi tutte le parrocchie
delle Valli.
E ancora :
Ricordo con emozione il primo culto
celebrato dinanzi alle vette nevose dei
monti, nella pace della natura. L’uditorio era assai numeroso, avendo vari
reparti potuto adunarsi nello stesso
luogo. Predicai sulla affermazione del
Salmo>.84 : « Un giorno nei tuoi cortili,
o Dio, vai meglio che mille altrove »,
ricordando ai miei fratelli in fede
quanto sia meglio trascorrere un’ora di
comunione con Dio, piuttosto che mille
ore là dove Dio non c’è nè nel pensiero
nè nelle azioni dell’uomo. Un’ora in cui
udiamo una voce diversa da quelle del
mondo, per dare poi alla nostra vita
quotidiana una intonazione più elevata,
più cristiana.
Dopo il culto ho stretto la mano a
quei montanari, molti dei quali avevano il volto incorniciato da una bella
ed abbondante barba! L’uditorio d’un
Cappellano Militare non è sempre,
però, cosi numeroso. Talvolta eravamo
in tutto una ventina, tal’altra volta in
quattro soli e tutti in una sala d’albergo messa a nostra disposizione, a
causa del cattivo tempo. Non per questo siamo stati impediti di leggere
l’Evangelo e di pregare per noi e per
le nostre famiglie!
Non c’è veramente al mondo alcun
legame più forte di quello della fede
cristiana e non c’è alcuna potenza che,
quanto quella, ci sorregga e ci ispiri
quaggiù!
Non sempre, però, i militari Valdesi,
hanno saputo cogliere le occasioni che
erano loro offerte mediante la visita del
Cappellano! Le esperienze fatte nell’ambito della Chiesa si rinnovano su
per giù nell’ambiente militare, ove s’incontrano di nuovo giovani apatici dal
punto di vista spirituale. Per questo,
non sempre gli sforzi del Cappellano, il
quale altro non vuol essere se non il
Pastore e l’amico dei soldati Valdesi,
sono stati coronati dal successo!
Penso con simpatia a tutti quei militari Evangelici, dispersi in varie zone
di combattimento, i quali ben vorrebbero udire la proclamazione della Parola di Gesù Cristo, ma non v’è alcuno
che la possa loro recare! Pure anche
nel campo più difficile ad arare, può
sempre crescere, per la potenza di Dio,
del buon grano alto e rigoglioso. Quel
grano crescerà, lo voglia Iddio, anche
nel campo dove ho ultimamente lavorato!
Certo nel suo ministero, come in
quello di ogni pastore, ci sono ore felici e ore- tristi date dai frutti abbondanti o magri del loro lavoro.
NeU’ultima corrispondenza così ci
scrive:
Uri giorno ero seduto lungo un sentiero con alcuni alpini ; insieme leggevamo il Salmo I e cercavamo di afferrarne il significato. L’autunno aveva
profuso abbondanti e vivi colori sulla
campagna silenziosa. Ed ecco un giovane, di princìpi essenzialmente evangelici e animato da una limpida fede,
prendere la parola per esprimere con
semplicità le sue convinzioni e per
narrare in quale modo egli sia stato
corivertito dal mondo a Cristo, di cui
egli si sforza dì essere un discepolo.
Poi, avvicinandosi a me, mi dice a
bassa voce ; « Signor tenente, vorrei
dare qualcosa per la Chiesa X», e mi
consegna la somma di 40 lire per quel
nobile scopo! Anche durante il servizio
militare, chi vuole può non dimenticare
la sua Chiesa ed amarla, sia pure a
prezzo di qualche sacrifizio.
Indirizzi dei militari
Per poter assolvere con cura il compito che mi è stato affidato di Cappellano Militare, ho assolutamente bisogno, specie per quanto concerne i militari provenienti dall’Italia Settentrionale, della collaborazione dei Pastori e
delle famiglie dei militari stessi.
Tale collaborazione consiste sopratutto nell’inviarmi con precisione il
loro indirizzo e nel tenermi al corrente
di ogni loro eventuale cambiamento.
Con questa necessaria, preziosa collaborazione, sarà facilitato il compito
del Cappellano il quale potrà :
1 visitare i soldati nei loro reparti ;
corrispondenza con
quelli più isolati ;
3° dar loro giornali ed opuscoli.
So che ci sono, qua e là, in diversi
reparti, parecchi militari Valdesi che
nessuno ha mai creduto di dover segnalare aU’unico Cappellano Militare attualmente in servizio. Da ora innanzi,
le Chiese, le famiglie oppure i militari
stessi lo facciano, scrivendo al seguente
indirizzo :
Tenente ERMANNO ROSTAN
Cappellano Militare Valdese
Divisione Alpina Taurinense
POSTA MILITARE 200
PICCOLA POSTA
G. B., Orsara : Ricevuto. Grazie.
QRON/IC/1 VALDESE
BOBBIO PELLICE. Un lutto grave
ha colpito la nostra comunità con la dipartenza dell’anziano Davide Pontet.
Si era pià rimesso da un’operazione
subita, quando improvvisamente è stato
richiamato dal Signore.
Cordiale, aperto, ottimista, il signor
Pontet lascia un vuoto sensibile non
solo nella sua famiglia, ma nella Chiesa
tutta.
I suoi funerali, svoltisi il 21 corrente,
sono stati una dimostrazione della simpatia di cui godeva l’anziano Pontet
nella nostra comunità.
Alla vedova, alla figlia, al genero e
ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione
della nostra simpatia fraterna e cristiana. R
Le famiglie PONTET e PROCHET,
commosse per la dimostrazione d’affetto
e di stima data al loro caro
PONTET DAVIDE
ringraziano tutti coloro che presero
parte al loro grande dolore.
Bobbio Penice, 22 Dicembre 1940-XIX.
■ ,, V.;- 7
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedi Lettura: Salmo 112.
30 Dlcem. « Ed Egli entrò per rimaner con loro ». S. Luca 24.; 29.
Questa parola : « rimanere » è la piu
beUa dì tutto il racconto dei discepoli
sulla via di Emmaus. Essa mi parla
della fedeltà con la quale il mio risorto
Signore vuole occuparsi dei suoi crédenti ; dopo essersi lasciato trovare da
loro. Egli vuole rimanere con loro. Ed
io, ho tanto bisogno della sua compagnia!
Le visite del mio Pastore son sempre
così brevi! ed anche i miei più cari
amici non indugiano mai troppo a
lungo con me, ciascuno va per la sua
, via ed io me ne rimango solo... Specialmente di fronte ad un avvenire
ch’io non conosco, io pavento la solitudine. Chissà quali separazioni potrà
portare il domani con sè, chissà per
quale via desolata o per quale valle
d’ombra di morte dovrà muovere il
mio piede!
Ma, in mezzo a tutte queste incertezze, io son certo d’una cosa ; ch’Egli
resterà con me sempre, in qualunque
circostanza, per tendermi la sua mano
ed aiutarmi. Io non sarò mai più solo.
Dal giorno in cui Egli si è lasciato trovare da me, la mia solitudine è stata
rotta per sempre.
Martedì Lettura: Salmo 121.
31 Dlcem. « Amen! All’iddio nostro
la benedizione e la gloria e la sapienza
e le azioni di grazie e l’onore e la potenza e la forza, nei secoli dei secoli!
Amen». Apoc. 7 ; 12.
Quest’anno che termina e che chiude
irrevocabilmente una porta sul passato, non è desso, fratello, sorella, un
presagio della nostra prossima fine,
quando scenderà sul nostro capo stanco
l’ultima sera? Hai già pensato alrestrefno messaggio che vorrai rivolgere ai tuoi cari ed al mondo, al momento di partire? Qualche parola che
riassuma questa tua vita preziosa, con
le sue lotte, i suoi travagli, le vittorie,
i giorno di sole e quelli di tempesta, le
ore così belle dell’alba e quelle piene
di tristezza della sera, l’esperienza
atroce del peccato e quella sublime
della salvezza...
Se ci hai pensato, sarai forse giunto
alla stessa conclusione di tanti'altri credenti, che il miglior suggello per la tua
vita, «ia ima parola di lode all’Eterno
come quella di questi vegliardi dell’Apocalisse. Oh! com’è bello dU concludere un passato che fugge, od una
vita che muore, salutando la gloria di
Dio per risvegliarci nella eternità ed
unire ancora le nostre voci a quelle
delle legioni celesti che cantano la sua
lode attraverso ai secoli.
Mercoledì Lettura : Salmo 90.
1 Genti. « ...Gesù Cristo, il quale
ci è stato fatto da Dio sapienza, e giustizia, e santificazione, e redenzione ».
1 Cor. 1 : 30.
Intendi tu queste parole?
C’è lassù in montagna un giovane
che sognava di istruirsi ed a cui la povertà impedì d’uscire dal villaggio. Si
ridusse a leggere la vecchia Bibbia di
famiglia e trovò in essa una conoscenza e una consapevolezza della verità, più preziosa di quella che si attinge nelle aule dell’università.
C’è una donna, in una chiesetta non
lontana dalle Valli, che fu già coperta
di fango nei bassi fondi della città.
Oggi, è circondata di stima e di considerazione da tutta una comunità evangelica che riconosce in lei un’anima
giustificata da Cristo.
C’è un gran peccatore, qui vicino a
me, che anela alla santità. Malgrado la
sua debolezza di fronte ad ogni tentazione, riesce — e se ne meraviglia egli
stesso — a fare continuamente nuovi
progressi verso la meta, per la virtù e
per la forza che Cristo gli dà.
C’è tutto un popolo, assai più numeroso delle stelle che sono in cielo in
una notte d’inverno, il quale, dai luoghi profondi d’una valle d’ombra di
morte, cammina verso le sponde solatìe
dell’eternità. E’ il popolo dei redenti dì
Gesù Cristo.
Intendi tu che possa essere per te il
nuovo anno vissuto alla luce di queste
parole?
Alleluia!
Giovedì Lettura : S. Gi\ida 1-Ù.
2 Oenn. ...tutti hanno .peccato... e
son giustificati gratuitamente per la
sua grazia, mediante la redenzione che
è in Cristo Gesù... ». *
Rom. 3: 23-24.
*
Parliamoci da cuore a cuore, fratello!
Dimmi, quanti anni hai? Da quanto
tempo ti provi a fare la volontà di Dio?
Hai forse fatto un’esperienza simile
alla mia?
Io, vedi, non sono più lontano dai
quarant’anni e da più di venti lotto
con la bestia che è dentro dì me per
vivere santamente. Eppime, fino ad
oggi, ho l’impressione di aver concluso
ben poco e se dovessi presentarmi da
un momento all’altro dinanzi a Dio, il
bagaglio dei miei meriti sarebbe ver. gognosamente piccolo e quello dei miei
peccati sempre molto grave. Non senti
tu, di doverti associare un poco a questa mia confessione?
Perciò, più questó tempo che non
riusciamo ad adoperare come vorremmo ci sfugge e più noi sentiamo che la
nostra sola speranza resta in questa
parola di Dio : « Giustificati per grazia,
per la redenzione che è in Cristo
Gesù ».
E allora, mentre diminuisce di giorno
in giorno l’alto concetto e l’orgoglio
-che aveyam di noi stessi, cresce irresistibile il bisogno di gridare la nostra
riconoscenza e di cantare la lode e la
gloria di Dio.
Venerdì Lettura : S. Giuda 12-25.
3 Genn. « Dio è potente da far ab
bondare su di voi ogni grazia, affinchè,
avendo sempre in ogni cosa tutto quel
che vi è di necessario, abbondiate in
ogni opera buona ». 2 Cor. 9:8.
L’espressione « quel che vi è necessario » suona in greco con la semplice
parola « autarchia » così familiare oggi,
ad ogni orecchio italiano. Il « far da
sè », dunque, per il credente, è un dono
della Potenza e della Grazia di Dio
che ha il fine di fare di noi dei benefattori.
Non dobbiamo quindi mai vantarci
dei nostri guadagni, anche se ci han
costato molta fatica, perchè senza
raiuto di Dio, non avremmo potuto far
nulla — e, d’altro lato, non possiamo
neppure protestare di non avere del
superfluo, per non aiutare il fratello bisognoso. Chi fa da sè fa per tre, dice
persino il noto adagio popolare.
C’è qui tutta una filosofia della vita
che il mondo non conosce : il credente,
pur essendo povero « getta il suo pane
sulle acque » e, ciò malgrado, il necessario non gli manca ; anzi, egli arricchisce a poco a poco. Dio lo benedice
affinchè possa fare un bene sempre
maggiore.
Sabato Lettura : S. Marco 1 ; 1-8.
4 Genn. «Questo è il nostro vanto :
...la testimonianza della nostra coscienza, che ci siam condotti nel mondo...
con santità e sincerità di Dio, non con
sapienza carnale, ma con la grazia di
Dìq ». 2 Cor. 1 : 12.
Rare volte, in verità, la nostra coscienza è disposta a darci una buona
testimonianza e S. Paolo che in questa materia era di una sensibilità massima, ne parla infatti generalmente
coiri,e di una accusatrice.
Ma qui, in fatto di dirittura morale,
di limpidità e di onestà, ci troviamo su
di un terreno particolare sul quale,
grazie a Dio, abbiamo ancora la possibilità di comportarci come vogliamo.
In altri càmpi, potremo forse essere ingrati, cattivi o impuri noi malgrado,
ma nessuna passione interna e nessuna
circostanza esteriore potranno mai veramente impedirci di essere leali, veritieri e diritti.
Ed è questa la prima tappa dì tutti
coloro che passano per l’esperienza
della conversione : incominciano coll’abbandonare tutte le vie tortuose
della sapienza carnale, per essere interamente veritieri. Da quel momento
rialzano il capo e la loro dirittura e
lealtà, diventa il loro vanto. Un vanto
dinanzi al quale anche gli eruditi della
sapienza carnale devono chinare la
fronte.
Non ti pare egli, fratello lettore, che
esso debba essere il primo dei nostri
vanti? ENRICO GEYMET.
Domenica 5 Gennaio
Leggere la meditazione in prima pagina
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro vita al
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse feltei t Un'ideale lungraniente sognato che si può attuare nella
vita delle nostre giovani.
« IH Verità vi dico che in quanto l’avete
fatto ad lino dt questi mici mininii fratelli
f^avéte fatto a me ». (Gesù).
Per informazioni e offerte rivolgersi
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NOTÙIEOGERI
Perrero — Pastore ì Oreste Peyronel.
Pinètolù — Pastore ; Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
p>mli — Pastore : Arnaldo Genre (incaricato).
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bért.
Rielàretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodorettò — Pastore : Arnaldo Genre.
' Rorà — Pastóre : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gui stavo Bertin.
; Torre PelUee — Pastore : Giulio Tron.
i Vtllar Pellice — Pastore : Roberto Ja’ hier.
Prof. Omo Costabel, direttore responsabile
ARTI grafiche « L’ALPINA » - Torre Pellice
Indlriizi di Chiese Valdesi
An^fogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angtagiìa (Serre) — (3and. Hieol.
Edoardo Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Lusérna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Abbazia — « Chiesa di Cristo » - Culto
ore 16 — Pastore : Carlo Gay, da
Fiume.
Aosta — Chiesa : Via Croce di Città, 11
— Pastore : Vittorio Subilia.
Barga —^ Chiesa Valdese (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese — Pastore ; A,
Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa : Viale Vittorio
Emanuele, 4 — Pastore : Mariano
Moreschini - Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella — Chiesa : Piazza Funicolare Culto la 1®, 3®, 5® Domenica del mese
(da Ivrea).
Bordighera — Chiesa ai Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide Pons Piani di Vallecrosia (Imperia).
Borrello — Chiesa Valdese (da Carunchio).
Brescia — Chiesa : Via dei Mille, 4
Pastore : Davide Forneron, ivi.
Brindisi — Chiesa Valdese : Via Congregazione (da Taranto).
Caltanissetta — Chiesa : Via B. Gaetani, 50 (da Riesi).
Campobasso — Chiesa Valdese (da San
Giacomo).
Carema -— (da Ivrea) - 2® Domenica.
Carunchio — Chiesa Valdese — Pastore;
Liborio Naso.
Castelevenere — Chiesa Valdese (^
Ivrea).
Catania — Chiesa : Via Naumachia, 20
— Pastore : Teodoro Balma, ivi.
Cerignola — Chiesa - Valdese (da Or
sara)..
Como — Chiesa ; Via Rusconi, 9 — Pastore : Carlo Lupo - Via T. Grossi, 17.
Coazze — Chiesa Valdese — Pastore :
Francesco Lo Bue.
Corato — Chiesa Valdese : Corso Mazzini, 27 (da Bari).
Cormaiore — Chiesa Valdese — Pastore : Vittorio Subilia.
Felonica Po — Chiesa Valdese — Pastore : Lami Co'isson.
Firenze — Chiesa : Via dei Serragli, 49
— Pastore : Emilio Corsani, ivi —
Chiesa : Via Manzoni, 21 - Pastore :
Tullio Vinay, ivi.
Fiume — Chiesa : Via Pascoli, 6 e 8
(Culto ore 10) — Pastore : Carlo Gay,
presso Wiltsch - Via Baecich, 5.
Forano Sabino (Rieti) — Chiesa Valdese — Pastore : Enrico Pascal.
Genova — Chiesa : Via Assarotti —
— Pastore : Francesco Peyronel Via Curtatone, 2.
Grottaglie — Chiesa Valdese (da Taranto),
Grotte (Agrigento) — Chiesa Valdese
(da Riesi).
Ivrea — Chiesa : Corso Botta, 5 — Pastore : Arturo Vinay - Casa Bavera Piazza d’Armi.
La Maddalena — Chiesa Valdese (da
Roma).
Lattano — Chiesa Valdese (da Taranto).
Livorno — Chiesa : Via G. Verdi, 3 —
Pastóre : Alberto Ribet, ivi.
Lucca — Chiesa : Via G. Tassi, 18 (da
Pisa).
Mantova — Chiesa : Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Messina — Chiesa ; Via Laudamo, 18
— Pastore : Seiffredo Colucci - Via
Laudamo, 16.
Milano — Chiesa : Piazza Missorì, 3 —
Pastore : Enrico Tron - Via Euril>idé, 9 — Coadiutore ; Cand. Theol.
Alfrèdo Rostain.
Napoli — Chiesa ; Via Duomo, 275 —
Pastore : Achille Deodato - Via Cimbri, 8.
Orsara di Puglia — CJhtesa Valdese —
Cand. Theol. Gustavo Bouchard.
Pachino — Chiesa Valdese.
Palermo
zio, 43
ivi.
Pescolanciano — Chiesa Valdese (da
Carunchio.
Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide
Pons - Istìtutó Femminile Vàldese.
Piazza Armerina — Chiesa Valdese (da
Catania).
Piedicavallo — Chiesa : Via Carlo Alberto - 2® Domenica del mese (da
Ivrea).
Chiesa Valdese : Via SpePastore : Neri Giampiccoli,
Piombino — Chiesa Valdese (da Livorno).
Pisa — Chiesa ; Via Derna, 15 — Pastore ; Attilio Arias - Viale Giovanni
Pisano, 33.
Reggio Calabria — Chiesa Rione San
Marco : Via Possidonià, 4 (da Messina).
Riesi — Chiesa Valdese : Via Paraci, 5
—- Pastore : Eihtìco Corsani.
Rio Marina — Chiesa Valdese (da Livorno).
Rocchènere — Chiesa Valdese da Messina).
Roma — Chiesa di Via IV Novembre,
107 - Pastore : Vii^ilio Sommani, ivi
— Chiesa di Piazza Cavour - Pastore : Paolo Bosio - Via Marianna
Dionigi, 57.
Salle — Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Sampierdarena — Chiesa : Via A. Cantore, 16 — Pastore : Alfonso Alessio Via Milano, 8-8-F - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni — Chieda
Valdese.
Sanremo — Chiesa : Via Roma, 8 —
Pastore : Giovanni Bonnet, ivi.
Santa Lucia di Quistello — Chiesa Valdese (da Felonica),
Santa Maria di Licodia — Chiesa Valdese (da Catania).
Schiavi d’Abruzzo — Chiesa Valdese —
(da Carunchio).
Siena — Chiesa : Viale S. Domenico, 5
(da Firenze).
Susa — Chiesa : Via Umberto I, 14 (da
Torino).
Taranto — Chiesa : Via Pupino, 16-20
(angolo Via Di Palma) — Pastore :
Giuseppe Castiglione - Via F. Crispi, 28.
Torino — Chiesa : Corso Vittorio Emanuele II (angolo Via Principe Tommaso) - Capoella : Corso Principe Oddone, 73 — Pastori : Elio Eynard Via Pio Quinto, 15 — Roberto Comba
- Via Berthollet, 34.
Torrazzo Piemonte — Chiesa Valdese
(da Ivrea) — 2® Domenica.
Tramonti di Sopra — Chiesa Valdese
(da Venezia).
Trieste — Chiesa : Via S. M. Maggiore
— Pastore : Guglielmo Del Pesco Piazza Libertà, 6.
Venezia — Chiesa : Palazzo Cavagnis
(S. M. Formosa) — Pastore : Ernesto
Ayassot, ivi.
Verona — Chiesa : Via Duomo (angolo
Via Pigna) — da Brescia.
Viering — Chiesa Valdese (da Aosta).
Vittoria — Chiesa Valdese — Pastore :
Arturo Mmgardi - Va Garibaldi, 60.
Cappellano Militare Valdese — Tenente
Ermanno Rostan - Quartiere Generale
- Divisione Alpina Taurinense - Posta Militare 200.
Zurigo — Chiesa Evangelica di lingua
italiana (Waldenserwerk) — Bethaus
Wiedikon (Schlossgasse) — Pastore :
Alberto Fuhrmann - Steinstrasse 28.
Addis Abeba (A. O. I.) — Capitano
Giovanni Bertinatti - Comando Presidio Militare.
Altri gruppi di fedeli sono regolarmènte visitati dai pastori delle Comunità vicine.
TJ-fficio di Presidenza della Tavola Valdese — Prof. Ernesto Comba, Moderatore - Pastore Guido Comba, Cassiere — Via IV Novembre, 107 Roma (101).
Facoltà di Teologia — Via Pietro Cossa,
42 - Roma (126) — Professori : Ernesto Comba, Davide Bosio, Valdo Vinay.
Liceo-Ginnasio Pareggiato - Torre Pellice — Preside : Prof. Adolfo Trèn.
Libreria Editrice Claudiana - Torre
Pellice — Direttore : Pastore Paolo
Coisson.
Commissione Pubblicazioni : Prof. Ernesto Comba, Moderatore - Prof. Giovanni Miegge - Pastore Paolo Coìbson.
Convitto Maschile - Torre Pellice —
Direttore * Pastore Roberto Nisbet.
Orfanotròfio Maschile - Pomaretto —
Direttrice : Sig.na Adele Pons.
Orfanotrofio Femminile - Torre Pellice
— Direttrice : Sig.na Lidia Fini.
Istituto Femminile Valdese - Vallecrosia — Direttore ; Pastore Davide
Pons.
Orfanotrofio Maschile (Istituto Gould) Via dei Serragli, 49 - Firenze — Direttore : Pastore Emilio Corsani.
Istituto Evangelico Femminile - Via
del Gignoro, 40 - Firenze — Direttrice : Sig.na Alice Huber.