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RELIGIONE' E MORALE
Beoti i puri di cuore, perchè
essi vedranno Iddk).
Matteo 5: 8.
Faccio ogni giorno di più la triste esperienza che anche nel nostro anrbiente religioso si tende a scindere religione
e morale. II mondo, in verità, è più logico: non vuole nè Tuna nè Taitra. A
modo suo esso ci fa cioè osservare che
religione e morale sono inscindibili. Si
è creata tutta un’arte di sottili distinguo, e di restrizioPi mentali che ha finito
con lo stabilire una specie di divorzio
tra la moralità privata o pubblica, e il
formalismo della pietà. Ma noi dobbiamo reagire vigorosamente a queste tendenze e lasciare a queste coscienze il
triste privilegio di quella diabolica ela
sticità che le caratterizza.
ifS
Mi si dice che certe grandi aziende
delle nostre metropoli hanno, nei loro
bilanci, una voce significativa: furti eventuali, e che le somme preventivate
per questo articolo di bilancio sono
tutt altro che indifferenti. E queste somme non vanno, come si potrebbe supporre, ad aumentare il capitolo profitti
e perdite, perchè gli oggetti messi in
vendita subiscono già una maggiorazione in connessione con questa previsione:
.< .....
Dal punto di vista economico, la cosa
può essere più o meno interessante e
normale; dal punto di vista morale dà
un’idea per lo meno curiosa della pubblica moralità.
Del resto, che vi è di straordinario,
quando si noti come troppo spesso, in
seno alle stesse comunità cristiane si
tollera la presenza di uomini dei quali
è arcinota la scandalosa condotta? Che
dire di quei discepoli di Cristo i quali,
adducendo a pretesto la carità, permettono che degli adulteri o dei gaudenti
occupino, in seno alle attività cristiane
stesse dei posti d’onore, dove rimangono
magari per lunghi anni, malgrado una
vita irregolare? E’ questa una concezione, del cristianesimo per lo meno curiosa, e mi sono spesso domandato come
si potesse e si possa conciliarlo, per esempio, con la concezione di quel grande organizzatore e teorico del Cristianesinao primitivo che fu San Paolo.
* «
E indiscutibile, d’altra parte che ogni
peccatore è in diritto di aspettarsi dai
credenti la mansuetudine, la compassione; è itìdiscutibile che, deve essèire
compiuto il possibile e l’impossibile per
attirarlo a noi: è il dovere elementare
di ogni cristiano, è dell’evangelizzazione
elementare. Ma^la verità stessa è dovuta
al colpevole. Noi siamo dei testimoni,
non d^li attori. Non abbiamo il diritto,
di fronte al peccato, di essere più tolleranti di quanto non lo sia statoli
Maestro. Non veliamo mai la giustizia
con una carità che non sarebbe che debolezza; non faremmo con ciò altro che
servire la causa del diavolo che si compiace della nostra debolezza più ancora
che delle anime stess<e che egli attira e
conquista.
E poi. sopratutto, non mettiamo troppo in vista coloro che noi sappiamo corrotti e guasti e bacati: ciò significherebbe conservare rinterde|;to, e la‘ Chiesa
tutta, o il gruppo cristiano ne soffrirebbe. Vi sono dei casi in cui l’amore deve
nutrirsi di santo sdegno, e impugnare,
qualora ciò fosse necessario, anche la
sferza che colpisce e purifica. L’onore
di Dio, troppo spesso compromesso da
una falsa carità, esige delle decisioni
severe nell’interesse stesso della comu
dire: austero come
-ugonotti si poteva
’^ìtn protestante.
Sii-E’ possibile, oggi, in questi tempi di
inondano abbandono che questa ^'affer
nità intera.
Altre volte, quando, si parlava degli
jnazione trovi ancora un po’ di credito
’opinione pubblica? Oppure non ayrebbe essa più altro significato che
quella di una dolce connivente ironia?
.dmttato da un articolo di A. JaiagvÀer.
I
M2 305 - a DIO CHE áraNTo CI am
Non è un nuovo venuto quest’inno !
E anzi uno dei più vecchi della nostra
Raccolta. Ne ha sempre fatto parte, dai
tempi dei tempi, tanto che il nome dell’Autore ha finito per perdersi nella
notte dei secoli. Ed è un bene questo !
In tal modo, un cantico diventa davvero la voce della Comunità, respressione dello stato d’animo dell’Assemblea, i
Così è stato per molti capolavori dei |
grandi Maestri primitivi, fiamminghi e I
italiani: essi non firmavano le loro Opere, perchè pareva loro di esserne gli
esecutori materiali soltanto: quelle Opere erano il prodotto dell’Epoca in cui
vivevano, il frutto maturo e bellissimo
del loro Tempo.
(Allora, perchè firmate i vostri arti- I
“eofirmi dòmanderà quàlcùnò.* Rispon^’^'-^'’
do. Perchè ...non sono dei capolavori!)
La melodia è di un illustre ignoto forestiero: una di quelle melodie facilissimamente orecchiabili e che perciò s’imparano subito: prima condizione questa
perchè un Inno - di qualsiasi specie - diventi rapidamente popolare. Una di
quelle melodie, però, che ci perdono ad
essere cantate troppo presto.
Non v’ha dubbio che il nostro canto
religioso ha guadagnato un tanto ad essere un poco e, in talimi casi, molto accelerato. Si cantava - ima volta - davvero troppo lentamente! Ed è un bene che
gli sforzi del bravo Eugenio Revel (benemèrito del canto nelle nostre Valli)
e di altri ancora siano stati coronati da
così felice successo. Ma bisogna badare
a non troppo generalizzare e più ancora
è necessario stare attenti a non esagerare. Non tutte le melodie si prestano
al tempo di marcia e l’aria del nostro A
Dio che tanto ci amai è fra quelle. Cantato troppo presto incomincia a saltellare e... (con tutto il rispetto dovute alla
sua veneranda età) potrebbe anche trasformarsi in un qualsiasi volgare ballabile. Cantiamolo dunque andante un po’
moderato.
potrebbe e come dovrebbe - corretta
^dàlla « testimonianza dello Spirito San
ytO».
^‘E valga il vero, senza fare statistiche
.-^■senza allontanarmi molto dal Cantico
1805, diamo un’occhiata ai Numeri che
immediatamente lo precedono e lo ser
tguono. Vediamo un po’:
N. 302: Là nel del, qui sulla terrai Pel
mio cor fervente e grato.
303: Di nuovo deh ! cantatemi...
304: Poni in Dìo la tua fidanza...
1^.:306: Io voglio questa sera, offrirti, o
mio Signor...
^-307: Oh! quanto mi sei cara, O spuodel Signore.
Io, to, io!...
esperienza religiosa. Egli si rende conto
della propria debolezza e domanda a
Dio di fortificarlo.
Per questo invoca un’effusione dello
Spirito Santo: la guida, il consolatore,
l’eterna fonte deH’immortale speranza.
La nostra debolezza _ Sorreggi Tu, Signor; ’ (
Si tu per noi fortezza - SU tu liberator.
Il tuo divino Spirto - Ci guidi, ci conforti,
Ed a sperar ci esorti - In Cristo Redentor. •
Rinfrancata da tale invocazione, tutta
l’assemiblea riconferma con entusiasmo
il suo atteggiamento di consacrazione alla volontà del Signore, riprendendo il
popolare ritornello:
A Dio che tanto ci ama - Noi ci vogliam
sacrar;
Se il nostro cor lo chiama - Conforto Ei
sa recar.
E così sia!
Giovanni E. Meille.
A Forano, 2 aprile ’43.
.:ì.
FESTA DI CANTO
La festa delle Scuole domenicali ha
avuto luogo quest’oggi di nuovo a S.
Germano: tempo ottimo, larga parted^‘terto, ci sono molti Cantici al plura- di bambini delle 5 Scuole do
e;‘ma““cTne sono parecchi di qìù
Prarostino, Pinerolo, S. Secondo e Pramollo. Il tempio era letteralmente gre
^ le; ma ce ne sono parecchi di più al sin
ii gelare. E' vero però anche un altro fat: to che attenua in parte questo piccolo
■’> inconveniente. Anche se ogni fedele
canta le parole al singolare, c’è d’altra
parte, il canto in comune, il quale fa si
che tutti i singolari finiscono per divenni are un plurale. E- quivi appunto sta la
lugione profonda del grande refrigeirìo
, spirituale dato dal culto pubblico.
* *
Non credo di sbagliarmi dicendo che
il nostro Cantico è piaciuto a molte generazioni evangeliche anche perchè... è
al plurale, perchè rispecchia, cioè, un’esperienza collettiva. L’eccessivo individualismo di cui ha sofferto in passato, e
soffre oggi ancora, il nostro protestantesimo si rispecchia anche nella nostra
innologìa. Forse la spiegazione di questo fenomeno è molto semplice: in generale, i credenti che preparano una poesia religiosa, non sanno - o non si renden conto - che quella poesia' sarà un
giorno musicata e diventerà un Inno
della loro chiesa. Ma - a parte questo è un fatto che il principio del libero esame ih materia di fede ha portato tra
noi ad una affermazione forse un po’
eccessiva delle singole personalità, la
quale affermazione non è sempre - come
Torniamo al nostro Cantico. Se è
^ tanto piaciuto da tanto tempo è anche
perchè è un Inno - uno dei pochi Inni
'della nostra Raccolta - che esprimano
un sentimento di completa consacrazio'^ne al Signore;
A Dio che tanto ci ama - Noi c vogliam
sacrar;
' Se il nostro cor lo chiama - Conforto Ei
sa recar.
> E subito dopo viene quello che, in linguaggio teologico, si chiama ima « dos'sologia »; una piroclamazione fervida degli attributi,divini. Qui, viene esaltata
l’Onnipotenza di Dio e glorificato il suo
amore:
Ei tutto può, Ei solo - Signore è dei s.igncyr;
Ei diede il suo Figliuolo - In dono al
peccator.
La seconda strofa costituisce uno sviluppo dei pensieri accennati nella prima. Il Figliuolo dato dal Padre in dono
al peccatore costituisce un pegno datoci da Dio in garanzia del suo amore. Per
questo appunto il nostro cuore si riposa
in Lui e per questo ancora sgorga spontanea la preghiera dall’anima nostra.
Sicuro del suo amore - Un pegno Iddio
ci dìè;
In lui trangugilo il core - Riposa la, sua
fè.
Ardente la preghiera - A Luti si leverà,
Ed Egli mane e sera . Dai del risponderà.
Dopo esserci così lanciati in volo
ardito e sublime suUe ali della fede e
della preghiera, lo spirito del credente si
raccoglie nell’intimo santuario della sua
mito di bambini, mentre il pubblico
intervenuto aveva preso posto nella tribuna. Ogni scuola domenicale ha ¿seguito due cantici dell’innario (a sua
scelta), e, come ha osservato il pastore
Bertin al termine della festa, tutte
quante le Scuole domenicali hanno eseguito questi cantici con palese, lodevole
preparazione. Molto suggestivi i canti
d’insieme (di cui 3 presi dalla raccolta
italiana e uno dalla antica raccolta dei
P. et C. con parole italiane): anche
qui non si può che lodare i direttori
delle varie Scuole domenicali per il coscienzioso lavoro compiuto per insegnare questi inni.
Il pastore locale, sig. Bertin, ha iniziato la festa con un breve culto di circostanza; verso la metà della festa il
pastore sig. Luigi Marauda si è rivolto
ai bamibini ed ha narrato loro una interessante storia il cui insegnamento è
che i bambini devono aibituarsi a cantare i loro inni non solo con la bocca,
ma con tutto il cuore, per dar lode e
gloria al Signore che non disdegna mai
l’offerta, per quanto umile, della lode
tributataGli dàlie voci argentine dei
bambini.
1 cantici d’insieme sono stati diretti
dal maestro sig. Enrico Jahier, in qualità di direttore di canto delia Scuola
domenicale ospitante; ed infine il pastore sig. P. Marauda ha concluso la
festa con una preghiera e con la benedizione. X.
!|S ifC l|t
Le nostre feste d' conio interessano
indubbiamente'^ U nostro pubblico, ed
una riprova ne è offerta dalle osservazioni che esse suscitano. Dopo Galp, diamo la parola a y per alcune nette in
margine:
In quanto alla festa dei bambini, si
potrebbe fare questa oéservazione che
non vuol essere una critica poco benevola: si è notato che in più di una scuola domenicale vi è una forte spropor-
2
A*
V.
VALDESI
^one fra il namàro ‘‘ delle Monitricl
e quello dei bambini (e vogliamo
credere in buona fede che le. persone adulte eh© abbiamo sentito cantare coi bambini fossero talmente delle monitrici e imn semplicemente degli
elementi pjjesi in prestito alla corale).
E’ giusto ■<^ 1© monitrici dopo essersi adoperate per tutto l’anno a sostenere il canto con le loro voci più esercitate, più sicure, cantino anche alla festa delle Scuole domenicali: d’altra parte noi crediamo che ad una festa di
bambini riescano più simpatiche quelle
esecuziom, a volte molto semplici e
quasi -rudimentali, fatte dai bambini
che cantano con le loro voci pure ed
argentine, piuttosto che le. esecuzioni
più Q meno complicate con primo e secondo contralto o con gorgheggi che
hanno la loro ragion d’essere in una
corale di adulti, ma che ad una festa di
bamibini sanno un pochino di artificioso. Noi crediamo che chi si reca ad una
festa di bambini preferisca sentire la
voce pura e limpida, anche se non g^mpre tecnicamente perfetta, dei bambini.
Concediamo pure un contralto,, ma temiamo che col volgere degli anni e con
l’accrescersi dei perfezionamenti le nostre feste di scuole domenicali giungano ad essere qualcosa di ibrido, in cui
non sentiremo più la voce ingenua - e
potremmo dire, simpaticamente incolta dei bambini, ed in cui non si potrà dire
nemmeno di trovarsi di fronte a corali
propriamente dette
Altra considerazione o consiglio per
l’avvenire: nelle località ove hanno luogo le feste di canto, sarebbe molto opportuno di istituire un buon servizio
d’ordine compiuto da monitori o da anziani di quella Chiesa: queste feste di
canto non sono manifestazioni teatrah
più o meno perfette, ma dovrebbero
avere il significato di ^'eri e proprii culti; ed è sempre poco edificante il vedere che mentre qualche oratore rivolge
un messaggio, ovvero mentre una Corale o una-Scuola domenicale canta, o
durante l’esecuzione degli inni d’insieme -vi è troppo spesso chi disturba sia
con la hngua che - almeno in Chiesa sarebbe bene di tenere a posto, sia con
f.'equenti andirivieni sulle tribune o
a] fondo della Chiesa, e sia ancora con
lo sbattacchiar di usci. y.
Per onorare la memoria dell’eroico
Generale Giulio Martinat è stato deciso
di costituire una Borsa di Studio intitolata al nome di lui, in favóre di studenti
valdesi delle parrocchie delle valli Germanasca e Chisone. L’amministrazione
del fondo che sarà raccolto per questa
benefica iniziativa sarà assimta dal Concistoro Valdese di Perrero-Maniglia,
luogo di nascita del Generale. Un apposito Comitato si è formato con lo scopo
di raccogliere il fondo necessario alla
Borsa Chi intende contribuirvi con una
generosa offerta è pregato d’inviarla al
dott. Oreste Peyronel, pastore valdese
di Perrero, prendente del Comitato; oppure a Torre Pollice al cav. uff. av\^.
Stefano Peyrot, al cav. prof. Attilio
Jalla, o presso la Libreria Claudiana; a
Luéerna S. Giovanni al sig. Ernesto Benech, reggente della Cassa di Risparmio;
a S. Germano Chisone al sig. Alberto
Bleynat; a Pinerolo al Magg. aw. Cesare Gay, Via Cittadella 8; a Torino al
sig. Luigi Martinat, Strada di Superga,
28.
___ PRIMA LISTA DI DONI.
Martinat Maria, L. 100 - Martinat
Emma, 100 - Martinat Luigi e Maria,
500 - Montignani Emma vedova Martinat, 600 - Montignani Andrea e Pia, 150
- Garibbo Federico e Elsa, 300 - Bertalot Enrichetta, 50 - Senatore, Giovanni
Agnelli, 1000 - Generale Lorenzo Barco,
500 - Maggiore Gastone Vedovelli, 500
- Peyran Adele, 8 - Pascal Francesco,
CaÉellano
A misura che scorrono i mesi, la
guerra assume aspetti nuovi e drammatici. Le dolorose vicende attraverso le
quali i popoli sono costretti a passare,
in misura più o menoi grave, non possono non incidere, oltre che sulla vita
materiale, anche sulla vita interiore di
ogni singolo individuo.
Non è soltanto la visione degli msanguinati campi di battaglia, il pensiero
dei nostri cari dispersi, feriti o prigionieri, l’ampiezza di un conflitto sempre più lungo e cruento, quello che oggi
ci turba e ci addolora; neppure, in primo luogo, le sofferenze, le difficoltà, le
ristrettezze e le limitazioni inerenti ad
ogni vera guèrra, sotto tutti i cieli.
V’è un pensiero che talvolta m’assale
e profondamente mi turba, senza per
questo farmi perdere di vista l’immane
peso materiale e morale che le - icende
della guerra pongono sulle spalle e sul
cuore di tanti individui, nostri fratelli.
Un pensiero determinato non tanto dalla visione, in sè già così triste, delle
umane sofferenze di queste tempo di
guerra, quanto dall’osservazione del
modo ,’n cui l’umanità cammina in mezzo alle sofferenze e reagisce interiormente all’avversità.
Non v’è egli mai accaduto di riflettere su questo pensiero e di domandarvi con quale animo noi accettàmo le
diverse prove della guerra, quelle che
ci toccano più da vicino, nei nostri affetti 0 nella nostra carne, come quelle che
sembrano non doverci interessare affatto, con quale atte^iamento interiore
affrontiamo noi la vita, così com’è oggi.'^
ricolma di doveri e di responsabdità,
quali utili insegnamenti sappiamo noi
trarre dalle solenni lezioni che la vita,
in tempo di guerra, ci offre e da quali
sentimenti è ispirata la nostra, condotta,
come la nostra cristiana testimonianza ?
I doveri, le difficoltà materiali, i servizi gravosi e pericolosi, i dolori più veri sono certo una dura necessità del
tempo di guerra; ma aj>punto per questo è necessario vegliare per rimaner
cristiani e credenti nel caos materiale e
morale della guerra, per non essere sopraffatti dal disordine e dal disorientamento degli spiriti, per non perdere il
senso e la visione di Dio in mezzo alle
tenebre d’im mondo che, per seguire le
proprie vie, cammina verso la rovina
e la morte.
A tener desto nell’animo dei. nostri
militari il senso della vigilanza cristiana e ad alimentare in essi la fiamma
della fede, tende la nostra opera di assistenza, per quanto modesta; nella spe
If
ranza che essa non abbia ad esser vana, ma serva a preparare per i compiti
-ly^i domani, nella famiglia, nella chiesa,
^ Patria,-dei giovani che sappiano
^credere ed operare con lo sguardo .rivolto verso Cristo, il Signore.
Ho cercato di visitare, nel periodo
‘ precedente e seguente la festa di Pasqua, il maggior ninnerò piossibile di
militari Valdesi dislocati nella zona
fmneese occupata. Con un viaggio di
circa 1500 kilometri, compiuto interamente in quella zona, ho potuto r sggiungere i nostri soldati nei loro accantonamenti o sul loro posto di servizio e
fermarmi a parlare con loro vicino ad
una postazione, presso il loro confando
di reparto, a guardia di un deposito di
materiali o di un campo d’aviazione.
Oltre ai gruppi più numerosi di alpini già altre volte menzionati, ricordo i
nomi di alcuni militari Valdesi isolati
con i -quali ho potuto avere, oltre ^Ua
solita conversazione, alcuni istanti dedicati al culto nel silenzio d’una qual- .
sì una cosa normale, per quanto non
priva di valore; e non ha certo somma
importanza l’avere o il non avere..iUn
tempio ohe ci ospiti, in tempi cosxte
questi in cui gli edifici consacrati all'adorazione di Dio possono crollare per
effetto ' dei bombardamenti, senza ' che
la chiesa, com,unità di credenti; vtìcilli,
si sgretoli e cada.
Poiché'la’Chiesa vera ed eterna non
è quella che poggia su fondamenta
umane, ma su Cristo Gesù, la pietra
«angolare, eletta, preziosa» (Is. 28: 16);
e la Chiesa vera è là ìlove due o tre sono riuniti nel nome di Cristo, là, dove la
Spirito di Cristo regna ed opera nei
cuori, là dove la Parola di Dio è proclamata per la salvezza di uno o più credenti.
Il culto, giovani militari Valdesi, non
è una pura cerimonia religiosa; ma innanzi tutto l’atto ed il luogo in cui,
con una particolare potenza, Iddio vi
viene incontro ,vi parla e vi ama e vm
25 - Boimous Silvia, Irene e Renata, 50
- Jaime Giuseppe, 50 - Cappellano Ermanno Rostan, 50 - S. Ten. Botturi Guido, 50 - Dott. E. Quattrini, 100 - Ferrerò Maddalena, 10 - Geom. Tosel Cav.
Paolo, 25 - Genre Arnaldo, 100 - Unione Giovanile Pralì, 200 - Tron Clotilde
vedova Gay, 200 - Gay dott. Matilde,
100 - Gay Enrico, 100 - Gay Giovanni,
100 - Poet Luigi e Susanna, 100 - Chiesa dì Perrero-Maniglia, 1000 - Unione
Madri e Giovani, Perrero, 1000 - Unione Giovanile, Perrero, 100 - Peyrónel
Oreste e Alina, 500 - Martinat Enrichetta, 50 - Ferrerò Emilio, 100 - Jahier
Roberto, 50 - Pons Luigi, Maniglia, 50 Comm. Alessandro Berutti, 500 - Berutti Delfina, 20 - Berutti Rosso Clara, 20
- Berutti Franco, 10 - Berutti Giorgio,
10 - Berutti Sandro Arnaldo, 10 - Pellegrini Cav. Fernando, 1000 - Cleanthe
Rìvoiro-Pellegrini,. 500 - Rivoiro Ugo,
500 - Lena Prino, 50 - Ribet Giosuè e
Ester, 15 - Pons G. Abramo, 10 - Poet
Alberto e Rita, 25 - Ribet Pietro Saretti, 5 - Pascal Edmondo, 25 - Micol Adelaide, Massello, 50. — Totale della prima lista, L. 10.668.
Un gruppo di alpini Valdesi, con il Cappellano Rosfan,
in zona d’occupazione, dopo il cullo
che cameretta. Essi sono quelli dei fanti Chanforan Enrico e Souiier Alfonso,
degli artiglieri Rivoira Emilio e Gaydou
Giovanni, del geniere Rovara Umberto,
degli alpini Charbonnier Guido, Long
Enrico, Reymond Q ulio e Gönnet Ernesto, addetti ad una infermeria quadrupedi, del soldato Giv.siano Luigi, guardia alla frontiera, dell’autiere Bonjour
Italo.
Non ho potuto trovare, pur essendomi recato presso i loro rispettivi reparti,
sulla costa mediterranea, gli artiglieri
Bouchard Bartolomßo e Martinat Clemente, ' nonché l’autiere Bambinello
Francesco, assenti per causa di licenza.
Complessivamente m’è stato dato di
presiedere venticinque culti, due dei
quali con la S. Cena, celebrata la prima volta nel tempio protestante d’una
cittadina francese e la seconda volta in
, una stanza messa a nostra disposizione,
il giorno di Pasqua, dal comando di un
Battaglione Alpino. Nel periodo pasquale, in modo particolare, la mia attività è stata favorita dai comandi di
reparto i quali hanno disposto affinchè
diversi militari Valdesi, dislocati in varie località, venissero raccolti in imo
stesso centro ovvero io li potessi raggiungere con un mezzo di locomozione.
Oltre a ciò, ho potuto interessarmi
anche di alcuni militari evangelici non
appartenenti alla nostra famiglia ecclesiastica e di un nucleo di Valdesi, non
militari, privi da qualche tempo dell’assistenza religiosa a motivo delle circostanze in cui sono venuti a trovarsi per
l’attuale stato di guerra.
Dopo circa tre anni di lavoro in mezzo ai nostri militari, i culti con una o
due o dieci o trenta persone non costituiscono più per me una novità, ben
siete posti di fronte a Lui p>er ascoltarlo
e per servirlo.
Oggi dunque, annunzia la Scrittura,
« se udite la sua voce, non indurate i
vostri cuori ! » (Ep, Ebrei 3: 15).
Nei tempietto evangelico di Novara
ho presieduto un culto con alcuni nostri
militari ,tra i quali ricordo il Serg. mag.
Longo Giuseppe, il sergi. Borione Elio,
i fanti Rivoira Albino, Hugon Aldo e
Laurenzio Stefano; la domenica delle
Palme ho rivisto e riunito ad Arquata
Scrivia un gruppo di alpini Valdesi dd
quali menziono pochi nomi soltanto:
Long Attilio di Inverso Pinasca, Bouvier
Bartolomeo di S. Germano, Béllion
Edoardo della Val Pellice, Rosabrusin
Severino di Coaeze. Ad Aosta un gruppo di membri di Chiesa si è unito ai
militari Valdesi in occasione di una
adunanza nel tempio locale.
Non ci è dato dì saper nulla, purtroppo, di un certo numero di soldati Vaidesi, già combattenti sul fronte russo e
ultimamente su quello tunisino. Per
óra, in base alle informazioni che ho
potuto personalmente assumere, tutta
la squadra di alpini Valdesi del Batta- '
glione Monte Cervino, alla .quale' il
compianto Generale Martinat era sinceramente affezionato, deve essere considerata dispersa.
Ai cari giovani lontani inviamo, in
pensiero, Ü nostro saluto ed il nostro
fraterno incoraggiamento. Più alto dei
monti e più ampio delle sterminate pianure della Russia, al di sopra delle umane ansietà, e di ogni terrestre pericolo,
sta l’amor di Dio per i suoi figli. In
questo amore si fonda la nostra e la vostra speranza, famiglie Valdesi, alle
quali diciamo la nostra simpatia; nell’attesa del ritorno di quelli che vi sono
3
¡m
.V
L’ECO DELLE VALLI VAIJ>B8I
«tati presi^ per un temipo e che le tristi
vicende guerra vi hanno insegnato ad arpare ancor di più.
Dagli altri, però, cioè dal grande numero di quelli che servono, la Patria su
tutti i fronti, quanti e quali messaggi !
In disposta a settecento lettere da me
spedite in occasione della Pasqua, contenenti ciascuna diversi passi biblici,
alcune preghiere ed alcuni inni ed un
messaggio di circostanza, ho ricevuto
numerose lettere e cartoline alle quali
è veramente impossibile poter rispondere. Mi servo tuttavia del giornale per
comunicare ai lettori alcuni stralci interessanti,
« Lo mMtiTiata qui è come tutte le
..altre»,: scrive il giorno di Pasqua un
ufficiale Valdese dalla Corsica, il S. Tenente degli alpini Bein Loris; « eppure
sentiarno in noi qualcosa che ci dice che
oggi è festa... Gli alpini Valdesi del Battagl. s; rituniscono per celebrare la Pasqua. Il Comandante del Battaglione,
Ten. Col. Talmone Michele, Valdese pului, ha diisposto che tutti gli evangelici scendano presso il Comando. Ecco
fi Cap. m. Favatier Giuseppe; gli alpini
Charbonnier Enrico, Rivoira Emilio,
Mourglia Adelchi, Costabel Luigi, Beux
Emàlio, Peyrot Emilio, il S. Ten, Tainietti Corrado ed aUti ancora. Il Comandante accoglie gli alpini con l’abiJituüe, cordiale sorriso e formula, per loro e per le loro famiglie, i suoi auguri.
Quindi il S. Ten MelU Giovanni presiede il culto leggendo, dopo il suo messaggio, la benefica lettera pasquale del
Cappellano da tutti regolarmente ricevuta e apprezzata. Grafie per l’inpo
dell’Eco delle Valli sempre gradito apportatore di notizie. Per mezzo del giornale, Tío? del XXII Battaglione, inviamo
a tutti gli am{ ci Valdesi i nostri affettuosi saluti ».
E per mezzo dello stesso giornale noi
pure contraccambiamo i saluti a voi,
alpini, con raugurio migliore per le voe per-4a vostra fede. í—.
•a Ho spesso trascurato il nostro Signore », scrive un artigliere, « ed ho
cominciato a riflettere soltanto da quando mia moglie, prima d’ essere richiamato, mi ha messo il Nuovo Testamento
nella valigd. Una sera ero talmente scoraggiato da non poter prendere sonno;
apersi la, valigia e presi il Nuovo Testamento; ne lessi due capitoli, cosi a coso.
s dopo sentii un immenso bisogno df
ringraziare Iddio d’aver dettato a mia
moglie quel pensiero, perchè provai e
provo ancora una grande consolazione
nel leggere quelle pagine... »
^airartigliere Di Patti Vincenzo e
dal suo compagno Zuffarìfii Giuseppe
ricevo queste parole scritte mentre sul
fronte tunisino infuria la battaglia:
X Oggi mi sento p cino a voi per pregare '
il Signore con fede; malgrado le tristi
condizioni dei tempi, mi sento calmo;
ho conservato gelosamente i vostri schemi; di culto e attendo Vora in cui, nelle
nostre chiese, i fedeli si presentano davanti al Padre Celeste. In quell’ora,
ñamo con loro tutti, perchè i rintocchi
ddlhe campane sono giunti nei nostri
cuori e preghiamo. Sentiamo nell’animo qualcosa che pulsa più del sòlito e
che ci costringe ad abbassarci per confessare i nostri peccati. Teneteci presenti nelle vostre preghiere ».
_ Ignoriamo il destino attuale di questi
giovani; sappiamo però che in vita od
in morte essi hanno sperimentato la potenza della fede.
Il maresciallo di marina Massa Francesco così scrive: « Con sommo piaceri
ho ricevuto il vostro messaggio di Pasqua. Mi trovo in una zona molto isolata
e mi sento aricor più solo perche da tanto tempo lontano dalla Chiesa; ma ho la
gig a di avere con me la Bibbia ed ho la
convintone che il grande Antico mi è
costantemente al fianco ».
L’artigliere Codino Wilfrid ideila, P.
M. 104, scrive: « Vi giungano i miei più
senllitii ringraziamenti per l’Eco delle
Valli. Leggendolo, il ntio pensiero correva come una rondinella verso quei
lontani luoghi ove i nostri antenati lottarono per la loro fede... »
Dall’Albania, ü geniere Natali Emilio
così si esprime;,« Woit ho parole sufficienti per ringram’airvi di quanto fate
per me e per i nostri frcdetli sparsi su
tutti i fronti. Ricevo regolarmente La
Luce ed i vostri me^aggi, tra j qncdi
quello pasquale che mi ha portato la
parola del Signore, Vorrei che twtti i
nostri fratelli sentissero che quella sola è la via che conduce alla salvezza
e che tutti i nostfi fratelli credessero
in Lui ».
E ancora queste parole del Serg. Perra Efisio: « Vi ringrazio dal profondo del
cuore per il messaggio pasquale. L’ho
a lungo meditato e l’inno 66 mi ha dolcemente condotto accanto al nostro Padre Celeste... » e quest’altre del sottocapo cannoniere R voira Adolfo: « Ho
ricevuto con grande piacere il vostro
messaggio, tanto più che quest’anno a
Cagliari, il giorno di Pasqua, non ci è
stato possibile uvj'rci ai fratelli evangelici nel tempio locale... »
Dal fronte tunisino, in data 19 aprile,
l’autiere Ccw;ÌTJiato Vittorino ringraziava
ed esprimeva la certezza che Iddio veglia e veglierà su di lui; dalla P. M. 70,
rartigliere Paolucci Antonio ci manda
una buona cartolina, dicendo: « Oggi
giorno di Pasqua, mi sentivo solo e pensavo a tante cose... quand’ecco il postino porgermi la vostra lettera; nell’aprirla, le mani mi tremavano e vidi con
gioia che c’era lo schema di culto per
noi, con i cantici che non potrò mai dir
menticare »; dalla Francia occupata il
gio v ane Peyronel Q ovanni Luigi di Villar Pellice scrive: « Sono l’unico Valdese del battaglione, non per questo mi
perdo di coraggio; ho con me la Parola
di Dio e sono contento di farla conoscere a tanti miq compagni.’ Ho spesso
detto a me stesso con S. Paolo: Io non
mi vergogno dell’Evangelo; perchè esso
è potenza di Dio per la salvezza di ogni
credente ».
Dalla lontana Russia, in data 23 aprile, l’art. Bertalot Alfredo ringrazia e
poi aggiunga: « Vi dico subito che sia
fra i superiori sia fra i compagni, la
mia anormahità religiosa, se ha destato
un po’ di curios tà al principio, non mi
ha mai attirata la minima diffidertza e
il Cappellano cattolico condivise talvolta con me la provvidenziale isba... » A
questo proposito è quanto mai interessante citare alcuni brani di una lettera
dell’art. Di Toro Domenico: « Giorni or
sono ho avuto l’opportunità di parlare
col Cappellano cattolico del Raggruppamento. Egli venne a conoscenza della mia fede in questo modo: si fece l’adunata di batteria ed il Cappellano ^informò qrca la nostra vita in genere e
la. nostra salute. Risposi che tutto andava bene per grazia di Dio. Alcuni però
si Umientarono per un po’ di disagio e
non si astennero dal bestemmiare. Il
Cappellano raccontò allora di aver dovuto chiudere talvolta la bocca con le
proprie mani a. chi bestemmiava; ed io,
volgendomi verso il sergente, gli dissi:
Sentite sergente ? queste parole sono
per voi !
Il sergente mormorò alcune parole
contro di me, talché/I Cappellano se ne
accorse e disse: Scommetto che tra voi
c’è qualcuno che non bestemmia.
Il sergente, volgendosi verso di me,
disse: E’ lui, signor Cappellano, che non
bestemmia mai, però è evangelista !
Il Cappellano s’avviq nò a, me, chiedendomi a quale denominazione appartenessi, mi parlò di Pietro Valdo e dell’unione delle chiese cristiane. Poi mi'
disse: Sai che c’è anche un Capitano
Cappellano Valdese ? Io risposi subito
dicendo che ero in corr spondenza con
lui, che c’erano altri due Cappellani
Valdesi e gli parlai del Generdi-e Martinat.
Dopo avermi domandato di dov’ero,
si meravigli'ò che in un paese della provincia di Campobasso ci fosse una chiesa Valdese, Anche in altri paesi della
penisola, gli dissi ,oi sono delle chiese
Valdesi, anzi ve n’è una,,vic:no a noi,
a Pachino. Poi egli esortò tutti a preparare ì cuori’ per ricevere la buona semenza del Vangelo. Quindi mi disse:
Sviando rientterò al raggruppamento,
parlerò di te ai superiori e cercherò di
fa^i avere un permem> per poter celebrare la Pasqua nella tua chiesa di Pa
cMno ».
Il permesso fu concesso e, mentre ne
rinig|raziamo il Cappeilllano, diciamo a
tutti i Valdesi il nostro incoraggiamento alla cristiana, testimonianza, resa con
la parola e con la vita.
Mi limito infine a citare alcuni nomi
di militari i quali ringraziano dell’assistenza avuta ed inviano il loro saluto
alle'chiese: geniere Bouchard Stefana,
Capit. Valerio Emild, aviere Orlandelli
Rosolino, carab. Rovo: Davide, fante
Montabone Walter, carab. Gardiol Erminio, Capit. Luzzani Angelo, T. Col.
Rivoir Adolfo, marin. Griglio Carlo, legion. Berardi Domenico, art. Marchini
Danilo, aut. Tancredi Francesco, cairab.
I^oira Aurelio, aut. Genre Aldo.
’ ’Mi sono dilungato a trascrivere per i
lettori alcuni stralci di lettere dei nostri'militari; l’ho fatto nella speranza
che essi possano interessarli e servano
anche a consolidare in mezzo a noi il
vincolo cristiano delTamore, confortandoci a vicenda, come dice S. Paolo, mediante la fede che abbiamo in comune,
vói ed io (Rom. 1: 12).
La consolazione della fede in Cristo
e il sentimento della comunione fraterna,, al di là d’ogni barriera terrena, sono
il .miglior rimedio contro la solitudine
i^irituale, di cui molti soffrono In questi tempi turbati. E’ anche il mezzo migliore per prepararci ad edificare sulle
rovine accumulate daU’odio una vita illuminata dalla luce deiramore.,
.¡ Fa dunque del bene di sentirci uniti e
di sapere che, nel mondo che ora è nell’angoscia, non siamo soli a credere, a
pregare, a soffrire, a sperare. Con queiti sentimenti salutiamo tutti i militari
Valdesi »dovunque si trovino; stringiamo loro spiritualmente la mano, ripetendo lóro le parole del Salmo 73: Ma
pure, 'o resto del continuo con te; tu mi
hai preso per la man destra; tu mi condurrai col tuo consiglio, e poi mi riceverai in gloria. Chi ho io m cielo fuori .
di te? E sulla terra non desidero che te.
La mia carne g il mio cuore possono venir meno, ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte h eterno. , ^
ERMANNO ROSTAN
Cappellano Militare Valdese.
F. U. V.
L’ASCENSIONE (3 GiogQO)
alla BALZIGLIA — a SIBAUD
Il Comitato di Gruppo ha organizzato per questo giorno di cristiana festività duè Convegni per le due Valli, affinchè tutte le Unioni abbiano la possibilità di partecipare ad un raduno giovanile.
I luoghi storici che videro la fede
eroica dei Padri daranno lo spunto alPimportante argomento che sarà trattato da alcuni Unionisti:
GLI UOMINI E LA CHIESA
Se i giovani sono particolarmente interessati in questa questione, le Unioniste avranno anche la loro parola da dire, e perciò speriamo vivamente che,
coll’aiuto di Dio, per numero, raccoglimento, discussione animata e per i risultati pratici questi Convegni siano veramente benedetti.
Tutti coloro che potranno giungere a
Bobbio e a Macello sin dal mattino si
uniranno alla comunità locale per il
culto deU’Ascensione nei rispettivi templi alle ore 11.
Avvertenze. I Convegni hanno inizio
alle ore 15. La località precisa sarà indicata a Bobbio e a Massèllo.
In caso di pioggia nella naattìna dell’Ascensione, i Convegni non avranno
luogo. In caso di tempo incerto o freddo
i Convegni avranno luc^o nei templi di
Massello e di Bobbio.
SkMì llniwli ^ Po M Im
Davanti a numeroso pubblico, la Society Missionaria « Pra del Tomo », da
tutti ormai ben conosciuta, ha tenuta
nell’Aula Sinodale, la sua LX* seduta
anniversaria. Eraai presenti tutti i componenti di essa, sotto la presidenza del
presidente, lo studente liceale Bruno
Corsani. Alle ore 21 U Presidente apre
la seduta con l’invocazioné e il canto di
un inno. Legge quindi il Salmo 27 e una
parte del cap. 8 dell’epistola ai Romaiù.
In una fervida preghiera viene ringraziato il Signore dell’aiuto largito in
quest’anno eccezionale, e Gli chiede di
voler continuare a benedire i giovani
che si occupano della grande questione
delle Missioni, opera che nonostante le
prove che passa va pure sempre avanti.
In una orazione eloquente e ben presentata il Presidente parla dell’origine
delle Missioni e della loro importanza.
Risponde a coloro che affermano le Missioni non 'esser più necessarie. Dimostra che hanno sempre la loro ragione
di vivere, e il diritto all’esistenza, esistenza sempre assicurata loro da Dio,
in quanto esse ubbidiscono aU’ultimo
ordine dato dal divin Maestro ai suoi
discepoli prima di salire al cielo. Il bel
discorso termina con la 2^ strofa del
Corale di Lutero.
Legge quindi la relazione morale dell’anno 1942-1943, s'essantesimo di vita
della Società. Durante quest’anno furon
tenute nelle diverse parrocchie delle
' Valli ben 99 riunioni, per le quali lavorarono tutti i membri effettivi. Ito
tutte le riunioni furon fatte le solite
collette, e si è potuto constatare che nonostante il momento critico, esse sono
state superiori a quelle dell’ultimo esercizio. Altre riunioni furon tenute in alcune sezioni fuori delle Valli, e tutte
con-buon esito.
Il Vice-Presidente-Cassiere studente
Franco Rollier legge il resoconto finanziario, che conferma quanto era stato
detto nella relazione morale fatta dal
Seggio.
Data la parola al pubblico, il prof.
Miegge sente il dovere di congratularsi
deU’opera fatta da questa Società, composta di giovani che pure in mezzo ai
loro studi, trovano il tempo di servire
il Signore. E’ sempre- con piacere che
si partecipa a queste sedute ,che risvegliano nel cuore di tanti che vi avevano
appartenuto bei ricordi. Parlò pure
dell’opera delle Missioni sempre necessaria, non solo nei paesi pagani ma anche negli altri.
La seduta fu chiusa con la preghiera,
col canto e con... un’abbondante colletta.
Uno del pubblico.
CRONAC/I VALDE5E
ANGROGNA (Serre)
Martedì 18 corrente nel Tempio di
Pradeltorno sì sono uniti in matrimonio
Buffa Emilio (Anchioccia) e Chauvie
Amelia (Pradeltorno).
R Signore circondi ed accompagni
con la Sua grazia questo nuovo focolare.
e. a.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Martedì 11 corrente un lungo corteo
di parenti e conoscenti rendeva gli ultimi commossi doveri alla spoglia mortale della Sig.ra Maddalena Bertìnat vedova Bonnet, addormentatasi serenamente nel Signore, agli AiraU, in età di
anni 64.
Alle figlie, al genero, ai parenti tutti
rinnoviamo l’'espressìone della nostra
viva simpatia.
Poche ore dopo un altro corteo accompagnava al campa) del riposo, i resti mortali del sig. Bartolomeo Benech,
dei Benech, deceduto al Rifugio in età
di anni 68.
Alle sorelle ed ai loro congiunti le nostre sentite condoglianze.
Venerdì 21 "corrente, con larga partecipazione di parenti ed amici, ha avuto luogo il funerale del sig. Giovanni
1
4
' eVí-* S
r: '"’
‘ ■ ■w-'-'i.- ' ' '.■•
deceduto ai Gay in etàéi
AHa T^ova, ai figli, a tutti i pareatìl^
' ?o»^>*a protfon«S:Siav
patia. o ■ . ^
ti «7^ Domenica 25 jnaggip una simpauca, e ben riuscita riunione faaMdliare
' trovava raccolte nella Sala'Albarin le
U?;i- * parrocchia. -? lengraziamo
sentitamente quanti si sono adoperati
-jf.,. con^tanto amore, e zelo alla preparazio, ne di questa bella e gradita adunanza.
\ : rrr Domenica prossima, 30 corrente il
«Utp sarè.iwsieduto dal pastore di Torinp, ^^pit.. Èlio Eynard.
. ■
'ì ^
ptiÀtr ; -
■ - maggio è stato celebrato il matnmol^ di Peyrot Beniamino" di Malzat e'di Pasco! Elda degli Indiritti.
Al vOaro Cassiere della nostra Unione
nK.: -^a compagna, esprimiamo i nostn migliori auguri per una vita lunga
e benedetta dal Signore.
--- Giornata di gioia è stata la domemia 9 maggio per le famiglie Grill Mau-nzio Enrico e Grill Enrichetta, i quali
hanno presentato al S. Battesimo il piecolo Romano. Vivissimi auguri.
PRÄMOLLO
dJ^ celebrato il matrimonio di
B^lot Ermiio (Case Nuove dei Pellenchi) con Lonp Erminia (Ciotti).
Rinnoviamo ai cari sposi i nostri mig lon auguri di felicità e di b«aedizione
da parte del Signore.
■ Ricordiamo ai parrocchiani che domenica prossima 30 maggio avrà luogo
^semblea di Chiesa col seguente ordine del giorno; lettura della relazione
annua; elezione dei rappresentanti di
questa comunità alla prossima Conferma Distrettuale di S. Germano ed al
Sinwo; elezione dei revisori dei contielezione di un anziano per il quartiere
dei Toumim, avendo l’attuale anziano
compiuto il periodo di 5 anni fissato dai
regolamenti; egli però, qualora lo consenta, potrà venire riconfermato nella
sua carica jrer un nuovo quinquennio.
Kicordiamo pure che a partire da
domemea prossima 30 corrente, i culti
avranno inizio alle ore 10.30.
RODOHETTO
in matrimo
mo Pons Luigi della parrocchia PerrefoM^iglia con Genre Lida di Campo del
Ai giovani sposi i nostri miglioiri
auguri di felicità. ^
maggio sono stati presentati
^a fonte battesimale; Bouvìer Ida 'iu
Michele e di Tron Esterina, Fontane;
Pascal Renato di Alberto e dì Richard
Adele, Fontane.
Il Signore prenda sotto la Sua protezione queste tenere creature.
SAN GERMANO CHISONE
Nozze di diamanti, n signor Q ovanm
Guacomo Rivoir e la sua consorte signora^ Giulietta Martelli hanno celebrato
nel secondo giovedì di ^maggio il loro
sessantesimo anno di matrimonio circondati dai loro quattro figli, due dei
quali convenuti per l’occasione dalle loro lontane residenze. La suggestiva cetonia è stata celebrata dal Pastore
della parrocchia nell’intimità della loro
casa ornata dei fiori che molti amici
avevano inviato ai festeggiati in segno
m affetto e di considerazioni. Al signor
Rivoir, per qualche tempo mae^ro valdese e poi per quasi mezzo secolo segretario comunale e alla sua compagna che
ba s^ppe preso parte alle attività della chiesa, auguriamo di cuore le benedizioni dell’Altissimo, la forza, la protezione, l’allegpezza del Signore.
_ ^Domenica 16 corrente nel pomerispo il tempio si riempiva di alunni della Scuola domenicale della nostra Vaile e di molto pubbhco per la tradizionale Festa di Canto. Tutte le Scuole hanno cantato bene e tutti, piccoli e grandi
sono^stati interessati ed edificati da ciò
che hanno udito e visto.
^ Il culto dell"Ascensione avrà luogo
giovedì 3 giugno alle ore 10.30.
forre pellice
I^io ha richiamato da questo mondo
la signora Giulia Jourdan (Costa Tagliaretto) neH’età di 37 anni. Comprendendo che a vista iimana la guarigione era
oramai impossibile e soffrendo molto
specialmente in queste ultime settimane
la nostra sorella sentiva forte il desideno di partirsene da questo mondo, afndando al Padre celeste i suoi cari bisognosi ancora di cure materne. Alla faJ^glia afflitta rinnoviamo l’espressione
i e"a no«!tra viva .simnatfa cristiana.
Borsa GiacomoiPeD^rino
La Cotnraissione Amnùoistrativa de- .
gli I. O. V. nella sua' ultima seduta, ' '
ritenuto che è rimasta vacante per due
anni consecutivi la Borsa Ciacomo Pellegrino, ritenuto ancora che^sia utile invogliare dei nostri giovani aUa importante carriera di Segretario Comunale,
delibera di assegnare una Borsa di Lire 1000 (mille) ciascuna ai primi due
giovani valdesi che conseguiranno il diploma di Segretario Comunale con l’impegno morale di richiedere un posto
nelle Valli. '
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4'm^'
t n '
7",',!' '« .11')i' I »umifeu.-'iiinii
^ ..
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Per la'C. L O.
V.
il Presidente; Ajov. Stefano Peyrot.
ì
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del Serre.
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Proli — Pastore: Arnaldo Genre.
Pràmollo — Pastore ; Paolo Marauda
Prarostino — Pastore ; Umberto Bert
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore ; Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore ; Giulio Tron,
Tonno — Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba: Via Berthollet, 36.
Villar Pellice — Pastore ; Roberto Jahìer.
II DISTRETTO:
Abbozio: « Chiesa di Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chie^; 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare Culto; la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore; Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa, Valdese - Pastore
Lami Coisson. J
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
lv'fK.a: Chiesa Valdese; Corso Botta, 5
Pastore A. Vinay, Casa Ravera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9
Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto prima domenìioa del mese
(da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po), . ™ '
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia).
Campobasso: Chiesa Valdeee: Pastore
P. V. Panasela.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scuderi.
Prof. OtNO CteTABEL, direttore responsabile
•ARTI GRAFICHE L’ALPINA - Torre Pellice ».