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Roma, 18 Gennaio 1008
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Si pabbli@à ogni Sabato
ANNO I - N. 3
Propugna gHiiteressi sociali, morali e religiosi in Italia
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ABBON AMBENTI
Italia ; Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — « . 3,00
Un numero separato Cent. 5
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SOMMARIO
Gli avvenimenti del giorno — Un menu
mento sprecato, di V. Garretto. — Cronaca
del movimento religioso — Il dogma, di A.
Chauvie — Reminiscenze'bibliche nella « Nave »,
di E. Rivoire. — Ratti e idee. — Leggendo
1 Evangelo. — Problemi di educazione e
d’istruzione-; Chi deve insegnare la religione ?
— Guestioni sociali e morali : La ricerca della
paternità, di E. Meynier — Attacchi e difese : Ancora « hanc petram », di U. Janni
Pagine di Storia : Pietro di Bruj^s, Enrico di
Losanna e Arnaldo da Brescia, di G. Jalla
La dottrina cristiana spiegata al popolo:
L autorità della Scrittura, di U. I.- — Informazioni. — Bibliografìa.
le somme pazze spese per avere un posto, non ci
rallegrano.: sono cose che non depongono in favore
del nostro senso morale, che in ultima analisi, tutto
ciò prova e mette in evidenzaidl dominio che questo
apostolo al contrario (per par|^e decentemente) ha
sulla moltitudine.
E vi pare che sia bello, che* sia onorevole essere
dominati da cotestui ?
*■>
Per abbonamenti, inserzioni ecc. rivolgersi al signor Antonio Rostan, Vìa Nazionale J07, Roma.
LA LUCE imbblicìierci in apposita colonna le iniziali del nome di tutti coloro,
i quali avranno pagalo l’abbonamento. Ciò
terra luogo delVinvio di ricevuta.
L’ Amministrazione.
GLI flOilEHIIIIIENTI DEL GIORNO
Dolorose constatazioni — La spada di Dàinocle.
Roma ha decretato il trionfo a Gabriele D’Annunzio ; la sua Nave ha avuto all’Argentina un successo
grandioso.
Troiipo lieti non ne siamo, perchè il D’Annunzio
è un autore il quale fa sempre più male che bene
quando si presenta al publdico. Ma questa volta dobbiamo pur convenire, in certo modo, con l'opinione
pubblica, 0 almeno capirla nel suo delirio, giacche
un’idea nella novella tragedia c’è ed ed è idea di natura
molto diversa dalle consuete che il D’Annuuzio sostiene in teatro.
L idea patriottica lo ha salvato, è innegabile, che
altrimenti la tragedia, coma 'tale, non si sarebbe
sostenuta in gambe. Si sa che il poeta di tutte le
melodie non ha il senso teatrale, e la critica unani-.
memente afferma, tutte le volte ch’egli presenta sulla
scena un dramma, che il capolavoro non è venuto
ancora. Questa volta non è venuto nemmeno, anzi è
venuto fuori un coso con due teste: Basiliola e la Nave;
una specie di minestrone in cui il poeta ha messo'
al solito, il picc.ànte e in uose non lieve. Comprendiamo il successo, dunque; ma ciò non di meno l’interesse morboso della gente, l'affollamento incredibile,
_ ¿pende sul capo deH’Europa tutta, minaccia continua
di guelfe di discordia tra' popoli civili, l’Affrica
orrenda," reterna nostra spada di Damocle, che non si
stanca mai dbipreparare sorprese, che non è sazia
mai di stragi e mai addolcisce la sua ferocia antiqua.
Un giorno una nazione, un giorno l’altra è colpita
repentinamente da un disastro affricano ; ciò che ieri
pareva pacificato e accomodatq torna oggi a sommoversi e ad apparecchiar ruine, come fa il Marocco :
non si finisce più, e forse per Aunghi secoli ancora
gli eventi in quella terra saranno quali ora li vedilo
e li abbiamo visti per lo passalo.
Ecco, noi italiani abbi,am dovuto scrivere in questi
giorni , un .usuavo elenco de’ nostri
poveri soldati, periti lunge dal-ia patria, in servizio
della civiltà, gloriosamente. L’ultimo caduto è stato
travolto dalla furia selvaggia, di un’orda, briaca di
delitti e imbestialita nella rapina. Il capitano Buon*
giovanni, giovane e valente, non era andato in cerca
di avventure (con l’esercito minuscolo di cui disponeva, non si va in cerca d’avventure militari in quei
luoghi!); ma dovea opporre la nostra bandiera all’invasione degli immiti abissini, furatovi e predoni,
parassiti, da rimoto tempo, a danno di povere genti
laboriose, che si sono rifugiate tremanti sotto il nostro
vessillo, sperando tutela dalla nostra forza. Ed egli è
caduto, perchè la nostra bandiera non era custodita
abbastanza ; l’intrepido milite è caduto da eroe, poetico cavaliere in difesa di deboli. Onore sia alla sua
memoria e al suo sacrificio volontario ; possa almeno
la sua mòrte essere occasione di pace e^di tranquillità per que’ poveri somali, sempre schiavi e sempre
incerti del dimane ! Il petto del nostro concittadino
fu muro troppo tenue; diventi dunque il suo sangue
barriera efficace per que’ miseri, costringendoci ad
occuparci di loro condizione e a renderla sicura una
buona volta.
Sappiamo che questo nostro linguaggio farà arricciare più d’nn naso antimilitarista; ma noi non
abbiamo ancora imparato a chiudere i battenti del
nostro cuore con una teoria sia pur bella, buona e
generosa. Davanti alla tomba d’nn uomo,trafitto dal
ferro di un predone, trarremo noi di saccoccia il
fazzoletto, ovvero la predicuccia filosofica contro il
militarismo ?
Noi ci sentiamo salir su il singhiozzo, con cui la
pietà per il concittadino ci stringe la gola ; noi, riflettendo, non sapremmo questa volta dove sia la
colpa del militarismo, anzi ci domandiamo se questa
volta esso non si illumini piuttosto di luce simpatica.
Tutto è da Dio : la vita e la morte, la gioia e il
dolore, il buon evento e la sciagura. La famiglia
umana è ancora nel periodo della formazione : alcuni
popoli sono maturi, altri sono giovani, altri sono
fanciulli. I fratelli maggiori debbono pure ammaestrare i minori, giacché il Padre stesso lo vuole ed
Egli li costringe a farlo. Or colui che ammaestra soffre al pari di colui che è ammaestrato, come tutti
sappiamo.
G.
Un momiinento sprecato
Tutta Italia sa oramai che Lecce prepara un monumento a G. C. Vanini (o Lucilio
Vanini, come sì vuole) ; e tutta Italia sa
anche che questo Vanini.... non è conosciuto. E allora perchè un monumento? Monumento vuol dire ricordo : che cosa ricorderà l’effigie di Vanini ? Oh bella ! Ricorderà
che egli fu bruciato in Tolosa perchè ritenuto eretico pericoloso. Non basta, dunque,
che uno sia stato bruciato per meritare
l’onore del marmo o deBbronzo ?
E poi.... e poi ricorderà, l’effigie di Vanini, che egli fu ateo, che si vantò d’esserlo, che insegnò. |^|Ksmo, che vituperò
Orlato mentre lo coa^oevano al .supplizio....
cose grandi, 'come si vede71t-ioofderà Teffigie in Lecce ! ! !
Ahimè, miseria nostra e, nostra vanità
di fatui !
Noi che lasciamo nell’oblio i forti, i fortissimi, i potenti di intelletto e di coscienza^
i viri che onorarono e illustrarono la patria pervertita e schiava, i grandi che farebbero dal piedistallo arrossire ogni prete,
non meno di Giordano Bruno ; noi che abbiamo bisogno di formare le nostre coscienze,'pur sempre rimaste allo stato di nebulosa ; noi che non sappiamo scerglierci
una strada e avremmo bisogno di guide
savio ed esperte per incedere con piede
sicuro nel nostro cammino ; noi eleviamo
sugli altari un, mi si passi l’espressione,
clown 'Iella fllosofii)., un mattoide die non
seppe essere briccone abbastanza, nè abbastanza ingenuo, un misero die non
ebbe il coraggio delle proprie idee, se non
quando la finzione gli divenne impossibile.
Allora non più coraggio ei mostrò, ma
cinismo, il cinismo dei volgari e degli abbietti. Impaurito, davanti al giudico si umiliò, si disdisse, aflermò ciò che non pensava, cercò di sfuggire alla morte.
E prima deirultima viltà, quando, essendo libero ancora, gli parve che si sospettasse di lui, volle gabellarsi per quel che
non era, scrivendo im’operaccia adulatrice
del clero ed esaltatrice del cattolicismo romano, nella quale si vantava di aver cer-
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cato per la fede il martirio presso gli eretici
d’Inghilterra ! Per buona sorte gli eretici
10 capirono e non la presero sul serio ; lo
rimandarono a fare i conti con la paterna
inquisizione.
Ebbene, questa specie di incosciente,
11 quale non • iu abbastanza geniale per essere ateo, uè abbastanza furbo per essere
prete, questo compassionevole aborto d una
terra illustre madre di filosofi, si vantò più
coraggioso di Cristo davanti alla morte !
Che differenza da quel granitico intelletto
che fu Giordano Bruno ! L’austerità e la
fermezza nobile di questo come contrasta
stano con la leggerezza pulcinellesca del
Vanini !
Capisco che Vanini è un pretesto qual
siasi per gridare, per scrivere, per sciorinare grossi spropositi ; i nostri bravi giu
lianini han pur bisogno di appigliarsi a qualcosa 0 a qualcuno per distruggere le
superstizione religiose ; ma, dico io, almeno
si sappia scegliere.
Scegliere ?
Per la propaganda atea, rabbiosamente
atea, la scelta non è facile ; tutte le menti
altissime si son levate fino a Dio.
Non restano che i Vanini y bisogna approfittarne tanto più che c’è il contorno
d’effetto : il fuoco.
Vito Oappetto
Cronaca del JUloVincnto rotigioso
ché mandino la loro adesione prima del 20 Gennaio
al Sig. Ernesto Giampic'coli, Via Pio V, 15.
Una conferenza dell’ on. Fradeletto.
La sera di Domenica, 12 Gennaio. 1’ on. Fradeletto
tenne a Milano una conferenza di carattere religioso
nel salone del Liceo Beccaria. Il titolo della Conferenza
era; « La psicologia del movimento religioso ».
Dopo avere rilevato 1’ inconsulto metodo tenuto dagli anticlericali, che si contentano di gridare senza
mai approfondire le teorie e il pensiero degii avversarii, r oratore parlò a lungo della crisi sopravvenuta
nel mondo dell’ intellettualità, crisi che ha costretto
le menti a rivolgersi a ciò che pareva superato.
Egli magnificò 1’ organizzazione cattolico-romana,
che appunto in virtù della sua saldezza può competere con tutte le organizzazioni avversarie ; parlò delle
diverse correnti che si contrastano il predominio nel
seno della Chiesa ; e non mancò di stabilire un paragone tra i due ultimi pontefici. Terminò notando che
oramai il sentimento religioso ha preso posto nell’azione pubblica, come non pareva più possibile dopo
il 1870. . . , .
• E va bene ; ma perchè, osserviamo noi, i nostri
pensatori, anche radicali, non deblmno avere occhi che
per le apparenze? dunque basta che sia bene organizzata
una Chiesa perchè la si ammiri? E lo spinto non vale
nulla? Ed è proprio vera la forza della Chiesa cattolico-romana?
La libertà, la semplicità, 1’ amore per 1
primitivo sono dunque debolezze per 1’ on. Fradeletto.
Lo stupendo pullulare d’idee dal seno del Protestantesimo è un fenomeno incompreso fra noi !
Operai tedeschi che vanno da Pio X
Convegno per lo Svilnp\io della Vita Spiritnale
Si avrà in Torino nell’ ultima settimana di Gennaio
e vi sono invitati tutti i pastori, evangelisti ecc... delr alta Italia, in modo speciale ; ma non sono esclusi
tutti gli altri di altre provincie che volessero intervenire.
I promotori del Convegno hanno diramato una circolare, nella quale spiegano il fine ed il carattere della
«unione, che assurge all’ importanza di un Sinodo e
nasce sotto l'influenza dell’ esempio che viene di fuori ;
in Inghilterra, in fatti, e in Isvizzera simili convegni
sono stati tenuti con vera soddisfazione e con profitto
di tutti gli intervenuti.
Ed ecco il PKOGRAMMA UFFICIALE ;
Mercoledì 29 Gennaio
Via Pio V, 15, ore 9,30 a 12 ;
Argomento ; L’ Opera dello Spirito Santo.
Via Pio V, 15, ore 15 a 17,30:
Argomento -. Il Risveglio.
Via Lagrange, 13, ore 20,30 ;
Adunanza generale d’Appello.
Giovedì 80 Gennaio.
Via Bertela, 53, ore 9,30 a 12 ;
Argomento-. Santificarsi per gli altri.
Via Bertela, 53, ore 15 a 17,30 :
Argomento ; Attività denominazionale e Spirito
cristiano
Vìa Pio V, 15, ore 20,30 :
Adunanza generale d’ Appello.
-Venerdì 31 Gennaio.
Via Lagrange, 13, ore 9,30 a 12 ;
Argomento-, Il Cristiano nel mondo.
Via Lagrange, 13, ore 15 a 17,30 :
Argomento ; « Ora et lahora »
Via Bertela, -53, ore 20,30 :
Adunanza generale d’ Appello
Larga parte sarà fatta alla preghiera ed al canto. |
Nei limiti del possibile sarà provveduta ospitalità ;
a quei pastori, evangelisti, ecc., che interveranno, pur
La Santità di Pio X si è degnata di ricevere in
udienza un centinaio di operai tedeschi, i quali, non
avendo altro da fare ne’ loro paesi. Sono venuti in
pellegrinaggio a Roma.
Questi operai, notate, son giovani ; e però il papa
che molto confida nella gioventù, a quanto parve dal
recente congresso di Roma, li ha accoiti con ®
affabilità e li ha esortati a mantenersi saldi nella tede.
Il che vuol dire ; fedeli alla sede romana.
Gli operai, naturalmente, eran tutti felici!
Nel ij/ »»po q^odcrnista ,
Con vero piacere vediamo sulle Armonie della Fede
una lettera da Genova in cui è ampiamente reso conto
dello stato religioso di quell’ ambiente, nel quale il P.
Semeria è maestro e donno. Lo scrittore della lettera
ci fa sapere che il Semeria, di fronte alla enciclica
precisa e chiara di Pio X, non solo non ritratta nulla,
ma continua, benché prudentemente, a sfidare la pazienza delle autorità ecclesiastiche, emettendo giudizi!
coperti e velati si, ma fra le righe de’ quali si legge
limpidamente la volontà di persìstere ne’ vecchi e cari
errori. , x
Pare, se si ha da credere al corrispondente, che
r ambiente religioso genovese sia carico di elettricità
e che la scintilla sia prossima a scoppiare. Speriamo
frettate a correre al riparo, votando un ordine del
giorno in cui « felicitano il fr.‘. Augagneur per la
sua. attitudine di buon francese, di perfetto massone e
di libero pensatore cosciente (e perchè non anche evoluto?...) per le misure prese rispetto alle Missioni protestanti, che proseguono a Madagascar un opera nefasta dal punto di vista nazionale e da quello filosofico ».
Gli energumeni della demagogia massonica francese
favellanti di... punto di vista filosofico, fanno ridere ; ma non dispiaccia ai lettori dare un occhiata
dal seguente squarcio di... filosofia sdoganata a Madagascar dal Governo della Serenissima. ^
« Può darsi — ha detto il Governatore — che l’elemento morale abbia qualche influenza, ma la storia ci
mostra (s/c) che la civiltà non ha un’ origine idealista,
bensì che essa nasce col progresso materiale. Fra i
missionari e noi — ha proseguito il filosofo, massonico — la divergenza è assoluta. Io non credo ^all azione civilizzatrice delle religioni. La civiltà è figlia
dei progressi industriali e scientifici. Il buddismo è
filosoficamente almeno eguale al Cristianesimo (molto
dotto il sig. Governatore, non c’è che dire), ma i ciistiani hanno una civiltà superiore perchè, indipendentemente dalla loro religione anzi malgrado la loro religione. ebbero la fortuna di uno sviluppo scientifico
ignoto alle altre razze ». Dunque anche la filosofia
- perchè ha detto che il buddismo è filosoficaI mente... — anche la filosofia è contraria alla civiltà.
Infatti Platone, 1’ Aquinate, Dante, Hegel, il divino
Rosmini sbocciarono fra i Pellirosse e gli OttentoHi....
Ma la faccia fresca del signor Governatore ci riserba altro. Udite ; . . .
« Il missionario vuol inculcare all’ indigeno 1 improbabile dei dommi cristiani contro l’improbabile dei
dommi degli antenati. L’ errore sostituito dall’errore.
Tra il cristiano e 1’ adoratore, di una pietra non c e
differenza ». .
Questi ginlianelli poverelli cadranno quanto prima
al soffio di Dio che li spazzerà via come 1’ uragano
spazza via i miasmi; ma intanto povera Francia! Lè
da fremere pensando alla gioventù che cresce in quelr atmosfera còsi priva d’ ogni soffio di vita spirituale.
La Vita Religiosa, figlia, come dicemmo, della
defunta Rivista di Studi Religiosi, ha già iniziate
le sue pubblicazioni in Firenze con redazione laica.
' Ma si capisce che esso continuerà a sostenere le
idee della mamma, mantenendosi in fraterna comunione
con i suoi fratelli: Rinnovamento c Rivista di Cultura.
Che da fare per le pubblicazioni ortodosse!
FRANCIA..
La filosofia di Augagneur
E’ sempre vivissima in Francia 1 impressione per
la politica di nequizia anti-cristiana ed anti-protestante
iniziata in Madagascar dal governatore Augagneur.
Questo messere, che ormai i nostri lettori conoscono
bene, dopo quanto noi abbiamo pubblicato ne numeri
passati, ha manomessa la libertà di associazione, di
riunione e di culto per gli evangelici. Come scrive IL
Cordey nella Liberté Chrétienn» (15 nov.), costui
è un rappresentante perfetto del neo-giacobinismo del
20- secolo. La scelleraggine della sua politica, noi già
dicemmo altra volta, ha provocato l’intervento della
Lega dei Diritto dell’ Uomo a favore dei missionari evangelici ; ma le Loggie Massoniche si sono af
Clemenceau e il Madagascar
L’ on. presidente del Consiglio de’ Ministri, dott.
Clemenceau, ha ricevuto in udienza una delegazione
ufficiale composta; del Consiglio della Federazione
protestante, e de’ rappresentanti della Società delle
Missioni. L’ udienza era stata chiesta per perorare
presso il Presidente del Consiglio de’ Ministri di Francia la causa della libertà di coscienza nell’ isola di
Madagascar ; speriamo che i risultati siano quali giustizia vuole e quali i nostri fratelli desiderano.
L’ adesione della Chiesa d’ Augers
alla Unione delle Chiese Ritorniate.
Dopo la Separazione in Francia, le Chie.se Evangeliche si sono costituite in Associazioni cultuali, secondo la legge; ma si va accentuando adesso un bisogno di concentrazione, che leghi le Chiese particolari in modo da formare un corpo unico, retto e organizzato con unità d indirizzo. ^
La Chiesa d’ Angers, in fatti, ha già aderito all’ Unione delle Chiese Riformate con deliberazione unanime dell’ assemblea.
La fine dell’ « Opera de preti »
Nel 1884 fu fondata a Parigi 1' Opera dei preti,
istituzione che avea per obietto di raccogliere e preparare al ministerio evangelico, o ad altre carriere,
que’ preti cattolici-romani, che uscissero dalla loro
CllÌ6Sfli
Il Comitato Direttivo di quell’ opera con un comunicato a’ giornali annunzia adesso la sua fine, giustificandola con la mancanza di simpatia da parte delle
nostre Chiese.
Registriamo la notizia con dispiacere ; ma non possiamo biasimare la freddezza delle nostre Chiese, le
quali non sempre hanno avuto a lodarsi di gente
troppo plasmata in quelle officine romane (seminarli),
ove il carattere che si imprime è veramente indelebile.
Lo diceva anche Luigi De Sanctis !
INGHIIj terra.
La filantropia nel 1907
Dnninie il 1907 in Inghilterra i lasciti per opere
filantropiche e religiose ammontarono a « sei milioni
di sterline », pari a 150 milioni di lire. La somma
supera di un milione di sterline quella dell’ anno in-
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LA LUCE
Danzi, laddove la media, nei venti anni che precedett*ro il 1906, non superava i due milioni e mezzo di
sterline.
Statìstica consolante
Una recente statistica delle Chiese congregazionaliste ci dà le seguenti cifre : 4928 Chiese ; 498.953
membri di Chiesa ; 729,347 alunni delle Scuole Domenicali ; 3.197 pastori, 299 evangelisti e 5,603 predicatori laici ; 8 collegi con 42 professori e 259 studenti.
SCOZIJ^..
Dicemmo in altro numero che nell’ estate del corrente anno s’ adunerà a Londra, sotto la presidenza
dell’ Arcivescovo di Cantorhery, la Conferenza Pananglicana. Apprendiamo ora che dal 30 Giugno al 10
Luglio s’ adunerà a Edimburgo il Concilio mternasionale delle Chiese Evangeliche di organamento congregazioualista. 'Ne leggiamo nel British Weeklg il momento.so programma, di cui ci piace indicare alcuni
punti salientissimi:
Dottrina : 11 perdono mediante 1‘ espiazione essenziale al
cristianesimo evangelico. — La persona e la divinità di Cristo — 11 fatto storico fondamentale necessità per la dottrina
cristiana. — La filosofia contemporanea e la teologia cristianaII posto dell' esperienza nella teologia cristiana.
Pericoli moderni. — Pericoli per 1 idea della Chiesa da
parte : a) dell’ indipendenza ; b) dell’ unione con lo Stato ;
c) della democrazia ; d) del socialismo ; e) della cultura e filantropia. E’ la vita ecclesiastica necessaria alla civiltà?
La Chiesa, il Ministero, i Sacramenti. — La Chiesa
e il Regno. — La comunione dei Santi nella Storia. — La
preparazione del Ministro come Predicatore, Pastore e Vescovo. — La dottrina dei Sacramenti. — Lo Spirito Santo.
La Bibbia, la Domenica. — La positiva importanza del
criticismo rispetto alla Bibbia. — Riforma della Scuola Domenicale nell’ uso della Bibbia. — La fondamentale necessità
della Domenica. — Il risveglio dello studio biblico.
Riforme sociali, ecc. — L’ importanza dell’ etica del
Nuovo Testamento per la Famiglia, per 1’ Economia, per le
Relazioni Civili. — L'istruzione elementare in America —
Educazione ed istruzione elementare e secondaria in Inghilterra. — Legislazione sulla temperanza in America, nelle Colonie, in Inghilterra.
Missioni interne ed estere. — La teologia moderna e
l’ ope? a missionaria. — Gli effetti delle religioni comparate
sulla teologia cristiana. — Cambiamento di metodi nell opera
missionaria.
Il Concilio annovererà 400 rappresentanti, di cui
150 dall’ Inghilterra, 150 dall’ America, e gli altri
100 dal resto del mondo.
filippine
Da alcuni anni si è iniziato nelle Isole Filippine un
notevole movimento di riforma nel senso de’ VecchiCattolici. L’importanza di questo movimento a chiare
note risulta da ciò che ne dice un avversario : il Padre A. Bron nella rivista gesuitica Etndes (fascicolo
di Dicembre 1907). Udite il rapporto del reverendo
Padre :
« ...La setta (trattasi della Chiesa vecchio-caUolica)
ha fatto un gran male, ha sedotti molti preti indigeni, ha perdute [sic f) molte anime, f-a città di Vigau è cattolica (leggi papista), ma gli scismatici ('leggi i vecchi cattolici) vi sono padroni dell’ Università.
Il loro capo è un agostiniano apostata, spagnuolo d’ogine, di nome Pons. Egli è Professore di Filosofia.
Nella vicina città di Caudon la grande Chiesa appartiene agli scismatici (leggi vecchi-cattaìici). I cattolici
(leggi papisti) sono ridotti ad una cappella in una
casa privata ». Il .P. Bron aggiunge che « l’eresia
alle Filippine è potente, e che i bei giorni del cattolicismo (leggi papismo) tranquillo e trionfante sono
passati ». Meno male 1
La Reme internazionale de Théologie da cui riportiamo queste buone notizie aggiunge che Koma e i
gesuiti stanno facendo l’occhietto dolce al governo
americano per ottenere eh’ esso scacci i vecchi-cattolici dalle Chiese e dai preshiterii per consegnare quelle
e questi agli ultramontani. Si spera che i giudici americani sentenzino : non potere un prete occupare una
Chiesa ed nn presbiterio se non è approvato dal vescovo, e i soli vescovi riconosciuti esser quelli approvati
dal papa. Ma l’America non è la Francia ; e speriamo
che... ci sieno dei giudici in America!
SVIZZERA.,
L’Ufficio Sociale
Si è aperto a Ginevra e funziona già dal 1 Gennaio
1908. Esso sorse per iniziativa del Comitato di Evan
gelizzazione popolare e sotto l’impulso della pubblica
opinione, reclamante una istituzione di tal genere.
Dall’ enumerazione de’ servizi! che l’Ufficio comprende, si conoscerà la natura del nuovo istituto :
1. « Schiarimenti amministrativi » 2. « Consultazioni
giuridiche » 3. « Pratiche officiali ». Tutto è gratuito ;
non v’ ha, di spesa, che il rimborso delle somme anticipate dall’ Ufficio, il quale è fatto solo per coloro che
sono veramente poveri.
Direttore : A. de Meuron.
Segretario : il pastore Eonsset.
*
* »
Una costituente
I l vista del futuro regime separatista, a Ginevra
si lavora alacremente per dare assetto alle Chiese
Evangeliche con una costituzione che, possibilmente,
le raggruppi e ne faccia un fascio forte e saldo. E
allo studio, per ciò, un progetto importante sulla convocazione di una costituente evangelica, la quale dovrà esaminare e sancire la nuova costituzione, che
reggerà le Chiese della Eiforma dall’ anno venturo
in poi
reclamano la morte in uome appunto del progresso, essi
sono dunque in contraddizione con sè stessi.
Ma accanto al significato etimologico ce n’è un altro
che si riscontra anche nel linguaggio del Nuovo Testamento e della versione dei Settanta : un significato
politico di ordinanza, di disposizione legislativa emanante da una autorità costituita e riconosciuta. Neanche in questo senso si può dire : abbasso il dogma. SarebhSj pei tempi nostri, abolire il codice civile e penale
e commerciale ed ogni qualsiasi legge o regolamento.
Sarebbe un inaugurare il regno delFanarchia. Ora i nemici del dogma non sono soltanto gli anarchici, ma
anche i loro avversari più rigorosi.
Dobbiamo venire fino ai tempi di Atanasio (296 - 373)
0 di Agostino (354 - 430) per trovare la parola dogma
usata per indicare una verità religiosa di ordine intellettuale, che bisogna ricevere sulla autorità dei concili
e dei papi. Qui siamo già sulla strada che conduce al
cattolicismo - romano. Tuttavia, piuttosto che contro .
al dogma stesso, si gridi contro alla pretesa di volerlo
imporre ad ogni costo e di volerne perpetuare la formula per tutti i tempi e tutti i luoghi. Perchè negare
il diritto ad una società, magari ad una chiesa, di formulare quel che esse pensano intorno ad un dato argomento, nel quale l’azione della loro intelligenza s’è esercitata ? *
Dì dogma
Hdolfo Chaavie.
Oggi è di moda combattere il dogma, si parla della
necessità di abolire il dogma, anzi si è tentato persino,
qualche tempo addietro, di inaugurare una lapide alla
morte del dogma.
Ma sapete che è’un dogma? — Voi intendete con
questa parola una affermazione, per lo più contradicente
alla ragione ed al buon senso, dinanzi alla quale, senza
discutere, conviene, soffocando ogni velleità di ribellione,
curvare ineluttabilmente la fronte.
Ebbene, dato e non concesso che tale debba essere il significato della parola, noi, evangelici, siamo con voi.
Si, certo, la- ragione, il buon senso vanno rispettati
nei loro inalienabili diritti, e, se il dogma lede in
qualche modo cotesti diritti, diciamo ancor noi con tutta
la forza dell’anima nostra : A^bssso il dogma 1 Ma abbasso per davvero e non solo per ridere, abbasso qualsiasi dogma di questo genere ! — Ma, dite una cosa,
a voi nemici del dogma, strillanti su pei giornali antireligiosi, basta l’animo di unirvi al nostro grido ? Io
vi sfido a ripeterlo con coscienza, con convinzione, sopratutto con coerenza.
— Sappiamo bene che non è tanto aon noi che ce 1 avete — oramai si comincia un poco a capirla — e piuttosto il vostro bersaglio è la setta papale tiranna delle
coscienze e del pensiero libero ; ma permettete una osservazione e tollerate un richiamo. Voi abbattete il
dogma deU’avversario per sostituirlo col vostro, e cosi
incosciamente lavorate al consolidamento dell abborrito
dogma. SI, signori, è proprio così. — Quando voi spiattellate le vostre affermazioni materialistiche sull’origine
« sul destino del mondo e dell’uomo, enunciate semplicemente nn dogma, e guai a chi non l’accetta 1 Ho assistito, io, a qualcuna delle vostre enunciazioni dogmatiche, e quando un uomo neU’assemblea si levò per
domandarvi semplicemente di voler provare quel che
affermavate, non fu ascoltato, fu ricevuto col grido : A
bas la calotte 1 e per poco non lo si buttava dalla predella. Che lo vogliate o no, è il prete che vi ha edu
cati, e educazione di prete non si cancella. Dogmatici
nello vostre affermazione, intolleranti e settari, non sapete che cosa significhi l’ossequio razionale, non potete dare che il servo ossequio e quello solo domandate. Abbasso il dogma del prete, ma viva il vostro !
Ora, noi diciamo, dato che dogma significhi quel che
vi immaginate, abbasso il dogma del prete ed abbasso
anche il vostro. Largo alle investigazioni del buon senso e della ragione!
Ma un richiamo non basta ; vi vogliamo illuminare.
Che cosa significa la parola dogma ? quale è la sua
origine ?
Dogma deriva dal verbo greco dohein, visum est, mi
pare. Etimologicamente un dogma sarebbe una opinione,
un principio che caratterizza una scuola, una società, una
setta ; opinione non avente nulla dì imperativo e dì
obbligatorio pecchi a tale scuola, società o setta non
intende fare adesione. Chiaritone il significato, chi potrebbe mai dire : abbasso il dogma ? Sarebbe come dire :
abbas.so ogni opinione; sarebbe un instaurare il regno
della negazione sistematica, dello scetticismo, nemico
di ogni progresso. Ma siccome i nemici del dogma ne
Reminiscenze Mbliche nella ” Nave
1)
La « Nave » di Gabriele d’Annunzio, lungamente
attesa, è stata varata felicemente all’Argentina di
Eoma. Non della tragedia intendo occuparmi, non
avendola nè udita nè letta ; del resto mi mancherebbe la competenza. Nei pochi brani fin’ora pubblicati su pei giornali e in qualche rivista, una cosa,
nuova per il pagano scrittore abruzzese, mi colpì e
di questa brevemente voglio dire.
Sarà combinazione, ma i due brani da me letti,
sopratutto il vaticinio della diaconessa Ema (ahi quanto
diversa da quelle del Nuovo Testamento 1 ), sono cosi
pieni di sapore biblico, non solo, ma di frasi e citazioni
tolte di sana pianta, da costituire quasi un plagio.
Chiunque abbia una qualche dimestichezza co’libri sacri se ne convincerà facilmente. I profeti, le epistole di
S. Paolo, l’Apocalisse e altri libri ancora sono messi
a -requisizione ; e negli endecasillabi d’Annunziani
si sente il soffio potente della grande poesia ebraica,
anzi se ne ode il suono stesso. Quel suono torna
oltremodo gradito agli orecchi che vi sono stati
abituati ; i pensieri e le immagini dei vecchi profeti costituiscono ancora gli squarci di poesia più
bella nell’opera del grande artista nostro.
Ne giudichi il lettore da queste poche citazioni:
« Ogni giorno io mi_ stetti alla vedetta,
Mi stetti in piè nella mia guardia tutte
le notti... » (Is. 21i8)
« Città, ti fonderò sopra i miei cedri,
e farò d’oro il colmo de' tuoi tetti,
e farò le tue porte di zaffiro
e tutto il tuo recinto di diaspro ;
e ti farò compiutamente bella »
(Is. 55ìll ss)
« Ecco, gli adunerò da tutti i lidi
dove gli avrò scacciati nel mio cruccio,
e gli farò venire in questo luogo ;
e con loro farò quel patto eterno
che feci co’ lor padri ». (Ger. 32i37)
E, per finire, questo brano che è tolto di peso da
Apocalisse 18i22 :
« Snon di ceteratori nè di musici
nè di flauti e di trombe non sarà
più udito in voi ; nè più sarà trovato
artiere alcuno in voi che intrida il pane ;
e non s’udrà più in voi suono di macina
nè lucerà più in voi lume di lampada... »
Che ve ne' pare ? Più fedeli (usiamo questo eu.
femismo) di cosi non si potrebbe essere. Si vede
che il poeta ha letto la Bibbia e, se non erro, l’ha
letta nella nostra versione diodatina. Ne avesse
almeno ricavato qualche altra cosa che imagni
poètiche, squarci di eloquenza e fiori di lingua ! Al-
4
LA LUCE
meno egli, il superuomo, lo spruzzatore del Cristianesimo e il glorificatore della « gran luce di
Grecia », ha trovato nella vecchia cara Bibbia nostra
una fonte altissima di ispirazione e nobilissima materia d’arte ; mentre la gran turba dei nostri saputelli continuerà a schernire quel libro che non ha
mai letto e a gridare asinescamente in coro come
una volta i rappresentanti della nazione : « Ma che
blbbiaaa ! » Anzi, c’è da aspettarsi di veder citati
fra i migliori, e come prova dell’alta ispirazione
poetica d’annnnziana, questi brani tolti di peso e
fedelmente imitati da quei profeti d’Israele e da
quegli Apostoli del Cristo, tenuti in nessun conto
dai moderni dottori tanto più evoluti. Ammettiamo
pure che a copiare I4 Bibbia 0 a trarne ispirazione
il D’Annunzio fosse portato dallo stesso suo argomento ; quello è pur sempre un omaggio, sia pure
indiretto' e puramente artistico, al grande libro che
solo rifà la gente.
E di questo non possiamo non compiacerci. Per
lo meno, non si potrà più dire che la Bibbia non
serve a niente.
Enfico Ì^ivoipc
FjMTI E IPEE
I cattolici-romani nei paesi protejtanti
Spesso si legge nei nostri giornali che il cattolicisrao-romano fa strepitosi progressi nei paesi protestanti e naturalmente, molti credono che ciò sia
a danno del protestantesimo. Ora la verità è un
pò diversa.
Se il cattolicismo-romano aumenta di numero in
quei luoghi, ciò non è dovuto a conquiste nupve,
ma semplicemente all’emigrazione colà di milioni e
milioni di cattolici-romani. Ma con tutto eiò non
sempre vi è aumento proporzionato al crescere continuo della popolazione. Cosi, ad esempio negli Stati
Uniti, nel corsodel secolo XIX, il cattolicismo
romano non ha fatto quei progressi numerici che
si potrebbe supporre abbia fatti ; anzi ebbe delle
perdite sensibili, che si calcolano a venti milioni di
anime.
E’ un fatto per altro che il cattolicismo-romano
si presenta più rigoglioso e prospero nei paesi protestanti che in quelli propriamente papalini. Perchè ?
Evidentemente il papismo nelle sue varie manifestazioni di religiosità e di intellettualità ha subito
l’influenza dell’odiato protestantesimo. E questo fatto
è stato già T\otato da alcuni scrittori nostri, come
il Mariano e il Labanca.
Cotali pensieri si sono affollati alla mia mente,
leggendo una conversazione che un giornalista cattolico-romano ebbe recentemente con l’arcivescovo
di Qnébec (Canadá). Questo prelato affermò che, pur
essendo il paese in maggioranza protestante, i cattolici-romani progrediscono e le loro istituzioni sono
fiorenti. « Le condizioni religiose e morali delle
nostre popolazioni sono eccellenti ; la domenica è
rigorosamente rispettata ; tutti vanno in Chiesa. Ed
è veramente bello vedere, nei giorni di festa, le
nostre grandi Chiese piene di popolo, di signori, di
nomini di tutte le classi sociali. » Certo non può
dirsi cosi ad esempio dell’Italia e specialmente di
Roma, centro del romanesimo e sede del papato ! I
buoni cattolici - romani dovrebbero, dunque, essere
riconoscenti al protestantesimo per la buona infiuenza
da questo esercitata sulla loro Chiesa in quei paesi,
in cui essi non sono che la minoranza !
Un altro particolare da notarsi :
I clericali se potessero, negherebbero qualunque
libertà ai loro avversari, e specialmente ai protestanti. Or bene, l’arcivescovo di Qnébec riconosce
che lo Stato lascia piena libertà d’azione ai cattoliciromani.
Un ultimo particolare che ha grandissima importenza noU imminenza della discussione parlamentare
suU’insegnamento religioso nelle scuole elementari :
« Le nostre scuole sono : 0 cattolico-romane 0 pro
testanti ; noi non conosciamo l’insegnamento neutrale.
In tutte le scuole viene insegnata la religione ! »
e. m.
Ve.cchi-cattolici c njo^eriiisti.
E’ noto che il Congresso internazionale dei vecchi'
cattotici, tenuto in Aja nello scorso settembre, rivolse un appello a’ modernisti, esortandoli ad organizzarsi in Chiesa autonoma e ad unirsi co’ vecchi,
cattolici stessi. L’autorevole appello è ora con molto
calore discusso dalla stampa ultra-montana (papista)
e da quella modernista tedesca.
Il dott. K. Gebert, in nome 4ella Società Kraus
di Monaco (Baviera) respinge l’appello con questo
ragionamento superficiale : « poiché la riforma deve
essere cattolica, essa deve operarsi dentro la Chiesa
Cattolica, ma i vecchi-cattolici sono usciti da questa
Chiesa, dunque non possono riformarla ». Ma il
Katholilc di Berna e la Bevue internationale de
Théologie dànno al bravo dott. Gebert il fatto suo,
attaccando la maggiore e la minore del suo sillogismo. Dimostrano che i vecchi-cattolici non sono
usciti della Chiesa Cattolica, ma hanno respinto il
Vaticano, il papa e i suoi vescovi, appunto per conservare la fede cattolica professata dapper
tutto e da tatti. I Concili ecumenici che hanno anatematizzato dei papi — domanda il prof. Michaud
— non erano forse cattolici ?
E l’eminente cattedratico conclude dicendo che il
Modernismo nqp può riuscire efficace che a condizione di imitare i procedimenti energici del vecchiocattolicismo (e, aggiungiamo noi, quegli altri non
meno energici de’ protestanti del secolo XVI). L’ascesso è maturo ; più non basta l’acqua dolce ; ci
vuole il ferro chirurgico. I nostri lettori sanno bene che da un pezzo noi sosteniamo cotale tesi ;
siamo lusingati di trovarci in cosi autorevole come
pagnia ; ma, dobbiamo aggiungere, pare che i modernisti da qneH’orecchio non sentano.
Pio X, per altro, è valente medico : li costringerà a sentire, come costrinse la Francia alla operazione non lieve che tutti conoscono.
La conferenza dell’on. Ferri
sullo spiritismo
Venerdì sera, nel grande salone deH’Associazione
della Stampa, l’on. Ferri tenne l’annunciata e aspettata conferenza sullo spiritismo. Si sa che Fon. Ferri
è anti-spiritista accanito e coraggioso ; ma non è
per tale sua qualità che il pubblico accorse a sentirlo,
piuttosto per la simpatia ch’egli gode come oratore
e come apostolo del socialismo.
Noi che non facciamo professione di spiritismo
ci sentiamo perfettamente illesi dopo il fervoroso
attacco dell’on. Ferri ; la nostra fede non poggia
sul ballonzollare di tavolini e sulla stranezza e la
teatralità dei fenomeni medianici : su basi ben più
solide poggia la nostra fede.
Ma pure ci pare che egli non sia stato perfettamente coerente quando, affermati i trucchi e la
poca sicurtà dal controllo, si lasciò scappare l’asserzione che molti fenomeni innegabili rimangono
pur sempre misteriosi per chi non voglia accettare
l’ipotesi spiritica-.
E difatti erano li, freschi freschi, davanti all’oratore e all’uditorio i mirabili avvenimenti di Ancona, su cui i giornali si son trattenuti in questi
giorni, citando nomi e circostanze da far sbalordire.
Un’altra osservazione : quel pistolotto finale sulla
scienza che cosa voleva significare ? Non diciamo
tutti che la scienza deve occuparsi della cosa e
deve risolverla? Non abbiamo tutti fiducia nella
competenza della scienza ? Parrebbe, per contro, ed
è la sola conseguenza logica del pistolotto, che Fon.
Ferri abbia voluto dire alla scienza di trincerarsi
nelle conquiste fatte, sole sicure ora e in eterno,
e di tralasciare i sogni e le fantasie degli isterici.
Ah, no ! Onorevole, voi dovete sapere meglio di
noi che la scienza tutto ha da vagliare e da stu
diare attentamente. Tutte le volte che ha voluto
costruire dopimi e sistemi indiscutibili, enormi colpi
dal di fuori hanno rovesciati i suoi castelli e l’hanno
costretta a tornare sulla strada de’ fatti e talora
a rivedere i propri conti e a trovarli sbagliati completamente.
Che cosa è questo incitare la scienza a spiegare
con ciò che sa le cose che ancora non sa ? E’, ci
pare, una specie di preoccupazione 0 di paura, frutto
di un preconcetto materialistico fortissimamente radicato nel cervello dell’illustre professore. E d’altra
parte è un cattivo consiglio che si dà alla Scienza.
Lasciamola fare ; lasciamo che le idee girino liberamente per il mondo ; lasciamo che le opinioni
si incontrino, si correggano, si fissino chiaramente:
la verità dovrà pur venire a galla !
La forza del Qiudaesimo
Con questo titolo la Bourse Egyptienne, giornale che si pubblica a Cairo, pubblica un capitolo
delle Memorie che Elisabetta, Regina di Romania
(Carmen Sylva), si prepara a pubblicare.
Tutto il capitolo è un inno alla forza di coesione,
mirabile e straordinaria, del popolo ebreo, l’unico
popolo, dice la Regina, che non conosce la decadenza e che si è conservato uguale a sè stesso attraverso i secoli. Da ciò trae argomento per magnificare la potenza ordinatrice e guidatrice di Mosè,
il re di tutti i sovrani, che con una sapienza non
sorpassata seppe creare questo popolo unico. « Des
peuples de géants, des civilisations considérables
ont disparu, le peuple de Moïse existe toujours ! »
esclama la augusta scrittrice. E conclude :
« Le christianisme de notre religion est plein
de superstitions et de fétichisme, dont le judaïsme,
grâce à Moïse, s’est à jamis libéré. Ce n’est pas
le Christ qui les (le superstizioni) lui a donnés
(cioè : alla nostra religione), mais le contact avec
les peuples païens... ».
Questo riconoscere l’imbastardimento del Cristianesimo nel Cattolicesimo romano e greco fa onore
alla sapienza di Carmen Sylva ; ma ci dispiace che
Ella abbia trattato l’argomento più con penna d’artista che con penna di filosofo. Chè, in quest’ultimo caso, avrebbe posta davanti a sé la domanda :
Come si spiega questo fenomeno del popolo ebreo ?
Sarebbe dunque vero che esso è il popolo eletto ?....
LEGGENDO L’EVANGELO
« Sia fatta la tua volontà come in cielo
cosi in terra ».
Matt. VI, IO
Che cosa è la volontà di Dio ì
È necessario, prima di tutto, conoscere
il significato preciso di tale espressione :
procederemo quindi più speditamente.
# *
La volontà di Dio ha due aspetti, vale
a dire si palesa à noi in due maniere : per
un verso, essa ci appare concretata nelle
massime generali che la rcndoilo organicamente intelligibile (Legge) ; per l’altro verso, essa ci si rivela nello impulso con cui
move e governa le forze naturali, in mezzo
alle quali noi viviamo e siamo.
Senonchè cotesti due aspetti, profondamente esaminati, vengono poi a fondersi
in una cosa sola, però che la Legge altro
non sia se non la volontà di fiir convergere
verso fini morali e spiintuali le energie,
poste nelFuomo o intorno alFuomo turbinanti
ciecamente.
Volontà di Dio è dunque tutto ciò che
Iddio ha stabilito e con la sua virtù fa agire nel mondo dello spirito e nel mondo
della materia.
5
LA LUCE
Di fronte alla volontà <li Dio, cioè di fronte
a Dio, è l’uomo ; e, come Tuonio, sono tutti gli esseri.
Quale sarà la condotta dell’uomo ?
Per gli altri esseri il concetto direttivo
sta nella sottomissione inconscente e il problema non può essere nemmanco posato ;
ma per l’uomo, ciipace di ribellione perchè
personalità cosciente, un concetto direttivo
è necessario, indispensabile.
Gesù consiglia aU’uomo la sottomissione
tranquilla e ragionata, che è fonte di felicità e di benessere. Ragionata, dico, in
quanto l’uomo si deve rendere conto che
il sottomettersi è la cosa migliore ch’ei
possa fare. Alcuni dicono che è privilegio
dell’uomo la ribellione ; Gesù insegna essere privilegio dell’uomo la rassegnazione basata sulla riconosciuta bontà del volere di
Dio (come risulta dallo esempio che ci offrono gli esseri celesti, più evoluti).
Ora la ribellione è sterile, pervertitrice ;
la male a noi nello spirito, che ne resta
accecato e conturbato, e non cambia la volontà dell’Eterno. La sottomissione, per contro, è feconda di bene per noi e dà al nostro spirito lucidità d’intendimento ; la sottomissione impara e tesaurizza l’esperienza, che è maestra sapiente, consigliera fida,
generatrice di letizia.
E la letizia è la migliore filosofìa della
vita.
V. o.
Problemi di educozione e d'istruzione
Clii deve inisegniiare la
i-eligione ?
cipì di morale universale in cui tutti convengono, morale che per noi sarebbe sempre la cristiana, essendo
cristiana nelle sue basi fondamentali la nostra civiltà ;
dall’altra parte, alla madre rimarrebbe il compito geloso e stupendo di iniziare i propri nati ne’ principi
specifici della propria religione positiva.
Chi potrebbe non chiamare savia tale soluzione, che
non abolisce l’imperio della morale, e nello stesso tempo non lede la libertà delle coscienza?
Cosi è intitolato un mirabile articolo di donna Paola
la nota scrittrice, che si professa atea, ma che, si vede,
sente la dignità della religione più e meglio di tutti
quei bigotti, i quali si contentano solamente della ipocrisia delle formalità senza senso e senza costrutto.
Il maestro laico non ha preparazione, non ha convincimento ; egli deturperebbe i .principi, che non intende perchè non li possiede e non li vaglia in sè
stesso. Insistere per ottenere che il maestro laico faccia
da catechista è semplicemente assurdo e sciocco. Oli
stessi credenti dovrebbero avere interesse ad eliminare un cosi grave inconveniente.
L’insegnamento della religione a chi spetta, dunque ?
Spetta alle madri, dice donna Paola, e dice benissimo.
« Sono esse - scrive - che debbono trarre dalle proprie
anime credenti il calore della pietà, per fare sbocciare
nel cuore appena palpitante delle loro creature l’amore di Dio, la speranza nella sua giustizia. Sono esse
che debbono dinanzi agli occhi appena dischiusi, mo.strare le mi.stiche visioni e le pure gioie della virtù
cristiana ».
Parole .savie e commoventi, che mettono su un terreno nuovo il problema, che si dibatte nel momento
presente in Italia; parole che schiudono unaviasolutrice veramente diritta e larga, per la quale incamminandosi potrebbero, lo Stato e 1 cittadini, non più avere a bisticciarsi e ad annoiarsi continuamente.
E la scrittrice pro.segue affermando che è diritto, non
solo, ma dovere sacrosanto per la madre credente di
inculcare ne’ figli la propria credenza, qualunque essa
sia ; e che la madre, la quale rinuncia.sse ad un tal diritto, 0 trascurasse un tal dovere, sarebbe indegna del
nome di donna e si metterebbe al livello di una qual.siasi femmina d'animale senza intendimento e coscienza.
Coordinando queste idee belle e sublimi con la pratica proposta del prof." Labanca, si avrebbe il seguente
risultato : da una parte, il maestro insegnerebbe i prin
Un buon consiglio
Consigliamo i nostri amici delrestero, che desiderano abbonarsi
al nostro giornale, di farlo per mezzo dell’ ufficio postale della città ove
risiedono. Il prezzo di tale abbonamento postale è di L. 2,50 annue
(invece di L. 5).
QUESTiom socmu e noR^u
La ricerca della paternità
E’ questo, senza dubbio, uno dei più importanti problemi morali e sociali che aspetta ancora la sua soluzione. Già si ricomincia a parlarne ; ed è bene che
la quistione venga dibattuta, finché non sia risolta in
modo tale da soddisfare pienamente il diritto e la
morale.
Desidero pertanto, presentare ai nostri lettori alcune brevi osservazioni che mi pare possano dilucidare
un tantino la quistioue, confutando le obbiezioni che
generalmente sono mosse al principio della ^ricerca
della paternità.
vi:
• •
La prima parte dell’ articolo 189 del Codice Civile
cosi si esprime; « Le indagini sulla,, paternità non
sono ammesse ». La seconda parte ammette una '^sola
eccezione ; i casi di ratto o di stupro violento, quando
il tempo di essi risponde a .^uello del concepimento.
La massima obbiezione che si muove al principio
della ricerca della paternità con.siste in questo : che
il divieto è fondato sopra la tranquillità delle famiglie,
sopra la tutela della riputazione dei cittadini contro
imprudenti assalti, e quindi esso non ha altro scopo
che quello di impedire clamorosi scandali, i quali sorgerebbero certamente dalle indagini sulla paternità,
qualora fossero ammesse dalla legge.
L’ obbiezione, come vede il lettore, pretenderebbe
avere una certa quale apparenza di moralità; ma non
riposa su salde basi. Si avrebbe paura dello scandalo,
0 per meglio dire, di molti scandali !. Ma è questo un
motivo serio per vietare quello che il diritto eia morale con tanta insistenza reclamano ?
No, certamente. Se, invero, si teme lo scandalo, in
molte altre materie dovrebbesi negare ai deboli ^e ai
disgraziati ogni diritto contro i potenti del mondo. E
allora non più processi per far reintegrare il diritto
là dove fu offeso. Ma del resto, riguardo a questa materia, lo scandalo non è già stato dato da quelli, che
si sono messi nella brutta necessità di vedersi processare, quando fossero ammesse le indagini sulla paternità? E non si riflette che quando questa giusta
riforma sarà penetrata nel nostro Codice, vi saranno
meno scandali, perchè è lecito sperare che _diminuiranno gli abbandoni colpevoli con tutto il loro corteo
di infauticidii e di orribili drammi.
Del resto alla pubblicità degli scandali si potrebbe
ovviare — almeno in parte — coll’ interdire severamente la pubblicità dei processi che ne scaturirebbero.
Ma la riputàzioue dei cittadini non soffrirà mai alcun attentato, se essi con la loro .stessa condotta sono
già al riparo dagli assalti da parte di donne e di fanciulle tradite.
Dunque la morale e il diritto insieme si uniscono
per reclamare sia tolto l’iniquo divieto. E il problema ci sembra ancora di una semplicità indiscutibile, quando si pensi al fatto che 1 articolo 190 del
Codice Civile dichiara ; « Le indagini sulla maternità
sono ammesse ». Perchè questa disparità nel modo di
trattare 1’ uomo e la donna? Se è lecito a quelli che
sono nati fuori del matrimonio di fare indagini perchè vengano a conoscere la propria madre, perchè poi
non deve essere loro concesso lo stesso diritto per
quanto riguarda colui che li ha generati?
Basta enunciare questa ovvia osservazione, perchè
lo stesso buon senso dichiari assurdo il divieto della
ricerca della paternità.
*
* *
E’ ormai tempo, dunque, che si finisca di considerare la donna come un essere moralmente e socialmente inferiore all’ uomo ; il che pur troppo è riconosciuto e .sancito dalle leggi e dai costumi.
Un solo diritto e una sola morale siano per l’uomo
e per la donna: tale deve essere il nostro principio
di fronte alle ingiustizie sociali. E questo principio non
poirebbe essere più conforme agli insegnamenti del
Vangelo.
Enpieo fi/Ieyniep.
¿¿fr^jccì¥lE^ire
Ancora “ Nane Fctram,,
NelPentasiasmo che il presbitero coratense... m’ispirò per la verità delle sue premesse circa il valore Itane petram, caddi — per inganno della
memoria — in una picciola inesattezza che, sebbene
innocua, va rettificata subito. Dissi che Giov. 1,42
ci dà la prova che petros e petra sono zuppa e
pan bagnato. Ed è proprio cosi. Aggiunsi che qui
il greco ha petra a chiare lettere, e ciò è inesatto:
il gteco ha petros. Ecco fatta la rettifica. Ma questa
nè tange la mia interpretazione, nè attenua gli argomenti che la sostengono. Difatti, Giov. I, 42 riferisce le parole del Signore ; « tu sei Simone ;
tu sarai chiamato Cefa » ; donde emerge che Gesù
è quegli il quale ha dato a Simone il soprannome
di Cefa. L’evangelista spiega poi tra parentesi questa parola in greco aggiungendo : « che significa
Petros ». Ora non è la traduzione greca della parola adoperata dal Cristo che deve determinare il
senso di questa ; ma è invece il significato della
parola aramaica Cefa pronunziata dal Signore, che
deve determinare 1 senso della traduzione petros.
Non è la parola di senso elastico che deve influire
sull’interpretazione di quella che ha senso preciso
ed unico, ma viceversa. Se no, guardiamo il mondo
alla rovescia e sovvertiamo il senso.... raro. Gesù •
chiamò Simone Cefa. Gesù disse a Simone : « tu sei
Cefa e sopra questa Cefa.... » Queste parole, per
chi non si compiace nei cavilli, negli scherzi, hanno
un senso solo: Pietro (Cefa) é la Cefa (petram)
del testo. Che Cefa sia roccia lo dicono i competenti, e il nostro Godei comentando Giov. I, 42
dice : < Con questo nome Gesù caratterizza Siinone
come uomo abbastanza coraggioso e deciso per diventare il principale punto d’appoggio della società
novella ch’ei stava per fondare ».
Dimostrai all’evidenza, l’altro di, che il fondamento — nel senso del nostro testo — è l’apostolato che Pietro esercitò in modo eminente ma
non esclusivo. « Fondò la Chiesa — dice il pastore
Frank Thomas — prima presso i Giudei nel giorno
di Pentecoste, poscia presso i pagani col battesimo
di Cornelio... » Qui non c’è posto per l’episcopato di Pietro a Boma, non per la trasformazione
dell’idea di apostolato in quella di pontificato, non
per l’infallibilità dommatica : tutte gherminelle di papismo che hanno da fare con X'hanc petram come
i soliti cavoli con la • non meno solita merenda.
Perciò — dicevo l’altro di — il presbitero coratense
è servito. Ma gli avevo promesso — e promissio
boni viri est obbligatio — un piccolo supplemento
patristico :
Secondo Ambrogio la petra del testo è la fede
che Pietro ha confessata. Lo stesso dice un preteso papa, il vescovo romano Leone. « Sopra la
pietra della ferma confessione della fede io edificherò la mia Chiesa », cosi spiega il testo S.
Epifanio. E il Crisostomo aggiunge ; « edificherò
la mia Chiesa su questa pietra, cioè sulla fede espressa dalla confessione ».
Queste e consimili numerose testimonianze combaciano con l’idea che la petram è l’apostolato di
Pietro, perchè l’apostolo implica il confessore. E
6
-m
M
6
LA LUCE
di fatti Ambrogio, dianzi citato, è a tal riguardo
di una chiarezza meravigliosa nel passo seguente:
Pietro non è un fondamento e Gesù un altro, perchè Pietro è un membro di Gesù Cristo. Cristo è
dunque il fondamento di tutti gli Apostoli, come
questi (udite !) sono il fondamento (udite !)
di tutti quelli che per loro mezzo hanno creduto (ed ecco Vapostolato-fondamento !). Non v’è
insomma che un solo fondamento, il Cristo, il quale
in sè contiene tutti i fondamenti ecc. » (Ambr.
Exp. sept. vis. Apoc. t. 17, col. 949. Ediz. Migne).
Altri Padri sostengono, nella interpretazione del
passo, che la petram è Cristo.
Il dotto de Lanoi ha fatto il calcolo dei Padri
ed autori ecclesiastici che hanno interpretato il
passo di cui stiamo discutendo. Sedici riferiscono
Vhanc petram a Cristo, quarantaquattro lo riferiscono alla fede in Gesù con la testimonianza della
quale {apostolato) Pietro fondò la Chiesa, e 17 lo
riferiscono a Pietro, senza dedurne alcuna conseguenza... papale. Anche quest’nltima interpretazione
•si riferisce, con altre parole, aH’«/?os/(?/tf/o di cui Pietro -fu investito e che esercitò nella maniera che
sappiamo.
Ora, se il prebistero coratense non ignora che,
secondo i canoni della sua Chiesa, le Scritture vanno
interpretate secondo la tradizione dei Padri... tiri
le somme e concluda.
Sanremo.
Ugo Janni.
PflQlhE PI STORIfl
Pielit di I[D|S, lrti|o, Itnalde da Itaacia.
Dopo l’anno 1000, rautorità di Roma è tale e
tanta é la sua intolleranza di ogni contraddizione,
che chi preferisce obbedire a Cristo, anziché al suo
sedicente vicario, deve stare in guardia e cercare un
asilo sicuro. Quell’asilo fu precisamente la giogaia
delle Alpi Cozie, dove riparavano, tanto dalla Francia
quanto dall’Italia, i banditori della libertà evangelica.
Ben lo sapevano i Papi ; e, sin dal 1057, Vittore II
spediva una bolla all’arcivescovo d’Embrun, richiamandolo al dovere d’invigilare sugli eretici di quelle
parti. Da quelle contrade, e dal seno del clero stesso,
dovea sorgere, mezzo secolo più tardi, Pietro di
Brugs, che si diede a percorrere il Delfinato, la Pro"
venta e la Lingnadoca, combattendo la pregherà pei
defunti, la venerazione della croce, la presenza corporale di Cristo nell’Eucarestia, e riparando nelle native
Alpi ogniqualvolta s’addensava troppo fosco il temporale provocato dai prelati idolatri. Nella perorazione
dei suoi focosi discorsi, egli invitava sempre i suoi nditori a raccogliere le croci, le reliquie ecc, che venivano arse pubblicamente sopra un rogo. Erano ben
venticinque anni dacché aveva cominciato quel pericoloso ministerio itinerante, quando, un giorno del
1140 a 1142, mentre avea già acceso a S. Gilles,
nel Gard, il rogo destinato alle croci, egli stesso vi
fu precipitato dalla plebe, eccitata dai preti, interessati a mantenere la superstizione nel popolo.
Pietro ebbe per collega Arrigo l'Italiano, che
gli sopravvisse. Anche più radicale, Arrigo non
ammetteva altro luogo di culto che il maestoso
tempio della natura. Scacciato da varie città francesi^
erasi riparato a Losanna (onde viene anche detto
Arrigo di Losanna), quando nel 1116 si diede a
percorrere la Francia meridionale con Pietro. Tanti
furono i loro discepoli, che Roma se ne preoccupò,
ed Eugenio III mandò un legato per combatterlo,
d’intesa con S, Bernardo, finché Arrigo potè essere
preso e rinchiuso nell’abbazia di Chiaravalle fino
alla morte.
Arrigo era manifestamente cataro. I suoi discepoli
e quelli di Pietro, detti Petrobrusiani ed Enriciani
trovarono un refugio protettore taluni fra gli Albigesi
della Linguadoca, altri fra i catari delle Alpi. Contemporaneamente, dal 1137 al 1153, scoppiava nell’Italia
Settentrionale, per essere quindi continuata in Roma
stessa, la protesta, più politica che religiosa, di
Arnaldo da Brescia. L’ardito tribuno dalla parola
infiammata, fu catturato ed arso vivo, quale pegno
della riconciliazione tra il papa e l'imperatore Federico Barbarossa, nuovi Erode e Filato ; ma i seguaci del nuovo martire, col nome di Arnaldisti,
volarono, come la colomba del salmo, verso le fide
roceie alpestri, fra le quali dovevano tosto raggiungerli i discepoli di Valdo.
Oiov. Jalla
la Dottrina Cristiana spiegata al popola
L’autorità della Scrittura
D. — L’ autorità esteriore alla coscienza del credente risiede ella essenzialmente in un libro ; nella
Bibbia ?
R. — Essenzialmente, no. L’ autorità essenziale esteriore alla nostra coscienza risiede in Cristo. Ma la
Bibbia è mezzo per entrare a contatto col Cristo reale
e storico, nel quale trovasi la sola fonte della verità
e quindi dell’ autorità per noi. È dunque Gesù Cristo quegli che conferisce autorità alla Bibbia, in
quanto che questa contiene la rivelazione divina progressiva che Dio diede all’ uomo ó di cui Gesù è il
centro e il culmine. Per questa ragione ed in siffatto
senso, la Bibbia è rivestita per noi di autorità religiosa e dev’ essere la regola della nostra fede e della
nostra vita.
D. — Che cosa è canone delle Scritture ?
R. — Canone è parola d’origine greca che significa regola. Il canone delle Scritture è appunto l’insieme di quegli scritti sacri che possiedono 1’ autorità religiosa cui abbiamo accennato, e che perciò
costituiscono per noi la regola della credenza e dei
costumi.
D. — Da qual criterio deriva per noi ta canonicità dei libri che compongono la Bibbia ?
R. — Per 1’ Antico Testamento noi abbiamo la testimonianza di Cristo. (Vedi Matt. IV. 4 ; Giov. V. 39)
Per il Nuovo Testamento noi abbiamo un criterio
storico-scientifico infallibile.
D. — Il criterio per la canonicità dei libri del
Nuovo Testamento non è desso V ispirazione ?
R. — Come vedremo più giù, detti libri sono ispirati, il qual fatto ha per i credenti un’ importanza
capitale nel determinare i rapporti tra la loro coscienza e il contenuto religioso della Bibbia. Ma la
loro ispirazione non può essere invocata a priori per
stabilire la loro canonicità, perchè invocarla a priori
equivarrebbe ad affermarla gratuitamente, drizzarla
sull’argilla, non sulla roccia. Per concludere che quei
libri fanno autorità, bisogna dimostrare che sono
ispirati. Ora, per dimostrare ciò, non si può partire
dall’ affermazione che essi sono ispirati ; altrimenti
codesta ispirazione sarebbe da dimostrarsi a già dimostrata nell’atto stesso: il che è assurdo. I critici
negativi avrebbero così causa vinta. Per non mettere dunque — secondo 1’ adagio popolare — il carro
innanzi ai buoi, bisogna assidero la canonicità sopra
un altro fondamento. Grazie a Dio, questo fondamento esiste.
D. — Esponetelo.
R. — Abbiamo già detto eh’ esso è il criterio storico. Cerchiamo ora di esporlo chiaramente : La verità religiosa a cui dobbiamo aderire consiste nei
fatti di Cristo e nelle dottrine insegnate da Cristo.
Fatti e dottrine costituivano il deposito della fede
data una volta ai santi, cioè alla Chiesa. La Chiesa
esisteva e custodiva il deposito assai prima che sorgessero i libri del Nuovo Testamento che non furono
scritti subito, nè tutti assieme. Quando la Chiesa di
Cristo si trovò in presenza di scritti narranti quei
fatti ed esponenti quelle dottrine, non usò a tutti il
medesimo trattamento ; alcuni ne approvò ed ammise
nel canone, altri ne respinse. Ammise quelli che
trovò conformi al deposito della fede che ella possedeva e custodiva ; respinse gli altri. La conformità
di quei libri al deposito della fede fu la causa di loro
accettazione nel canone. L’opera non poteva èssere
nè breve, nè scevra di contrasti ; ma essa approdò a
buon fine, poiché la Chiesa, onde accertarne 11 deposito immune da addizioni e sottrazioni, si fece guidare dal criterio infallibile dell’ antichità, universalità e consenso di tutte le Chiese. La fede data una
volta ai santi non poteva non possedere questi tre
requisiti. D’altra parte non è chi non vegga come
qualunque addizione posteriore, ovvero qualunque
elemento estraneo sebbene antico, era impossibile
che rispondesse contemporaneamente ai tre criteri
suddetti. Una novità (per ciò stesso che è novità)
è destituita del carattere dell’ antichità. Un errore
antico, sebbene coevo alla fondazione di una Chiesa
particolare, non poteva ritrovarsi in tutte le Chiese
e fin dall’ origine di ciascuna di esse. Soltanto il deposito della fede, affidato alla Chiesa, poteva rispondere ai tre requisiti dell’ antichità, universalità e
consenso. Ora — dicevamo — la Chiesa Cattolica dei
primi secoli paragonò il contenuto dottrinale dei libri in questione col genuino deposito della fede accertato con metodo così rigoroso, e lo trovò conforme
ad esso. Questa è la base granitica della canonicità
dei libri del Nuovo Testamento e della loro autorità
religiosa : essi sono davvero documenti della rivelazione del Cristo.
D. — Che valore ha questo fondamento della canonicità di fronte alla critica biblica ?
R. — Esso sottrae le basi della fede alle vicende
della critica biblica. Se questa dimostra — per esempio — che il quarto Vangelo non è opera deli’ apostolo Giovanni, che la seconda epistola di San Pietro
non è opera dell’ apostolo di cui porta il nome, òhe
la epistola agli Ebrei non si può sapere di chi sia,
che il passo dei tre testimoni nella prima epistola
giovannea è una interpolazione, e va dicendo, tutto
questo non avrà altro valore che quello di curiosità
scientifico-letteraria, ma neppur sfiorerà la saldezza
basilare delia fede. Poiché quali che sieno gli autori
dei singoli libri, comunqué sieno questi venuti alla
luce e per numerose che sieno le interpolazioni fatte
al testo dello scrittore originale (interpolazioni però
anteriori all’ ingresso degli scritti nel canone), scritti
ed interpolazioni contenevano pur sempre la dottrina
di Cristo, stante la conformità del loro contenuto col
deposito della fede, come abbiamo dimostrato più
sopra.
D. — Dite qualche cosa sulla isgnrazione.
R. La base della ispirazione è la pietà. La differenza tra la pietà e l’ispirazione è una differenza
di grado. Gli scritti che compongono la Bibbia debbono la loro conformità rigorosa con la verità al fatto
che i loro autori erano ispirati fino a quel grado
che era necessario per preservarli dall' errore nelle
cose di fede. L’ ispirazione, dunque, che era im'possibile affermare aprioristicamente, s’impone invece
a posteriori, cioè dopo che è stato dimostrato canonico il contenuto dei libri di cui trattasi ; ed essa è
reale quali che sieno gli autori dei libri medesimi o
di frammenti di essi. La ispirazione è r- lativa ai
fatti della salvezza ed alle verità della fede. Essa lascia integra la libertà morale e l’individualità degli
scrittori sacri.
L’autorità quindi dei libri sacri è autorità religiosa e riguarda solo i fatti della rivelazione e i
grandi principii della fede e della vita cristiana.
Perciò, ed in questo senso, noi possiamo e dobbiamo
dare alla Scrittura il bel titolo di « Parola di Dio ».
U. I.
DIBLlOQRflriA
Facciamo noto agli autori e agli editori che il
nostro periodico farà menzione di tutti i libri
che saranno inviati alla Direzione, e pubblicherà
accurate recensioni delle opere piu importanti.
*
^ îiî
S. Beruatto. — Sermoni e conferenze - Venezia,
Tipogr. dell’ Istituto Evangelico industriale.
Jean Balma. — L’enfer de Dante et celui d’un
poète anonyme. — Torre Pellice, Tipogr. Alpina.
E’ uno studio interessante che porta una pietra non
disprezzabile all’ edificio degli studii danteschi.
Il prof. D' Ancona aveva arrecato un notevole contributo allo studio delle fonti della Divina Commedia
col suo libro : « Precursori di Dante » ; ma il nostro
autore trae dall’ oblio uno scritto anonimo de’ primi
anni del sec. XIV (forse da attribuirsi a un barba
valdese) intitolato Novel Sermon, scritto in provenzale e nel quale ci ritroviamo di fronte ad una di
quelle visioni d’ oltre tomba, colla solita rappresentazione di pene e di Jannati, tanto comuni in quel tempo.
Soltanto qui la visione, o finzione poetica, ha un sapore molto più evangelico.
NUOVA AURORA
Questo volumetto, che ha avuto al suo apparire
unh cosi lusinghiera accoglienza, è posto in vendita per L. 1,75 la copia ; 10 copie per L. 12,50.
I La spedizione è a «iiico de’ committenti.
7
LA LUCE
Informazioni
SOTTOSCRIZIONE AL FONDO
“ MÀTTEO PROCHET „
Nel pubblicare la 21' Lista delle offerte al < Fondo
Matteo Prochet », il Comitato fa viva sollecitazione a
coloro, ehe ancora non hanno trasmesse le loro liste
di sottoscrizioni, di ben volere farlo senza ulteriore
Ì7ìdugio. Sta per compiersi un anno dalla dipartenza di colui che s’è voluto onorare e sarebbe bene
che per questo primo anniversario i più avessero versato l’amìnontare della loro sottoscrizione.
( Ventunesima lista)
iìomuia precedente !>■ 13829,20
Women’s Miss. xVssoc. of thè Jerusalem
Churcli, Hamburg » 125,00
Rev. Alberto Billour, Tarentuir, Fa. » 25,00
Signor Galla Sebastiano, Torrazza • 4,00
Sig. Rasa Giuseppe, Verrua^Savoia » 1,00
Cav. Dott. C. A. Tron, Torre Pellice » 100,00
N. N. Torino » 500,00
Miss Marquiss ' * 12,55
Rob. Miller Esq., London » . 125.60
Chiesa di Vallecrosia, per A. B. Tron » 91,00
Chiesa di Como » 25,00
Sig. Leone Montandon, Ponte Chiasso » 25,00
Signor Giuseppe Silva, Como » 25,00
Signor Pietro Borsalino, Como » 10,00
Chiesa di Pisa » 70,00
(Giovanni Grilli e famiglia 30, Tilde Errerà Polis 10, Elise Kammer 5, famiglia
Steiger 5; Sig.ra Giorgini 5, Italia Senesi 3, E. 1, E. di P. 1, Vittorina Turno
3, F. Arrotini 2, T. B. 2, A. Ricci-Revel
2, R. G. e P. Grilli 1)
Stazione di Tenda : » 23,00
(V. Klett 5, De Giovanni Pietro 1, Cereghelli Giov. B. 1, Beltrando Giov. B. 1,
! r 10)
Chiesa di Ivrea : » 39,90
G. D. Maurin 10, Coggiola Francesco
5, Ferdinando Coggiola 10, Bongo
Giovanni 1, Resburgo Pietro 0,25, Massa
( liovanni 0,25, Voegeli Enrico 5, Giachino
Teresa 0,50. famiglia Monteverdi 5,
Quara Giulia 1,, Ruffino Giuseppe 2)
Chiesa di Aosta: » 38,50
Giacomo Marauda, pastore 20, Broggi
Luigi 5, Carlo Giachino 2,50, A. Vignarolo 1, A. Ansermin 2, Fratelli luvalta
Pi tro Michela 31
anglicano Dott. Morley, il Pastore Scozzese, i Pastori tedeschi di Sanremo e di
Ospedaletti, e il pastore Valdese. Le riunioni furono molto benedette.
Perosa Argentina (Pinerolo). — Il
giorno 9 Gennaio il pastore valdese sig.
Enrico Garrou si è unito in matrimonio
la sig.na Adele Gay.
Ai nostri fratelli ed amici gradito giunga
nostro augurio fervido : si^ la loro unione
sono gli evangelici e
rità cristiana !
qual sia la vera ca
non
il
benedetta dal Padre !
PiedicavaUo (RobuUi). — Due notizie
spigolate in campi diversi : nel papalino e
nel socialista per dimostrare — se non
altro — che anche alla temperatura di
10- e tra la neve (come c’è quassù)
non si spengono i bollori degli spiriti, opeanti alla diffusione di un Vangelo che è
a parodia, per non dir la negazione di
quello del Figlio di Dio.
- Il reverendo di Piedicavallo nel fare un
lanegirico a S. Giovcinni d’Andorno, trasformò il pergamo in tribuna politica, settaria e non risparmiò vivaci invettive al
Governo (non è codesta nera ingratitudine '?). Il Brigadiere della Benemerita —
udendolo — gli troncò la parola subito e
0 fece gentilmente discendere...! Lascio
dai cortesi lettori i facili commenti!
- Un avvocato di Biella (socialista-ateo)
tenne quassù una conferenza su « La Re
e il Socialismo ». Tutte le scioc
Caltanìssetta. — Il signor Arias, è
incoraggiato nell’opera sua. Egli tiene ogni
Sabato sera adunanze di catechismo nella
propria casa la quale per il numero degli
intervenienti si palesa troppo angusta. Sono
specialmente studenti delle scuole secondarie i quali volentieri e con vero interesse
discutono intorno alle verità religiose. Il
Pastore poi li rivede tutti ai culti della
Domenica.
Pachino. — Le recenti elezioni amministrative hanno portato al potere il partito popolare nel quale militano molti membri della Chiesa evangelica.
Il nuovo Sindaco avv. Bellonnia è uno
amici. Uno degli asses
migliori
Totale L. 15069,75
Roma. — Domenica, 12 Gennaio^ alle
ore 20, ebbe luogo all’A. C. D. G. una
riunione, in cui si parlò dello scetticismo.
Introdusse il soggetto il sig. C. M. Ferreri,
Segretario Generale, e poi parecchi degli
intervenuti presero la parola, dando luogo
ad una discussione interessante e vivace.
Sanremo (Matuzioj. — La sera dell’E
pifania vi fu un geniale trattenimento letterario nel salone della signora Giuseppina
Astesano - Osculati, 1’ autrice di Evangelismo e Papismo. 11 nostro amico Pier
Emilio Dosi — Capitano dei Bersaglieri
])oeta eletto, caro al Carducci — ci diede
lettura di un suo lavoro drammatico d’im
minente pubblicazione. La base di tutto
lo svolgimento dell’azione è il ridestarsi
della coscienza religiosa del principale personaggio. La parte fllosofìco-religiosa de
dramma è molto importante ed è come
l’anima del bellissimo lavoro pel quale ci
c.ongratuìiamo vivamente con l’amico augurandogli il successo che merita. 11 dramma
del Rosi sarà dato tra non molto a Genova
Le riunioni di preghiera deH’Alleanza
hanno avuto luogo a Villa
Teresa. Vi hanno partecipato il Vescovo
Evangelica
are
dei nostri
sori è il nostro caro fratello anziano della
chiesa, il Notaio Emilio Giardina ; altri tre
consiglieri sono zelanti catecumeni.
Da soli tre mesi è stata aperta una scuola
evangelica a Pachino, ma di -già agli occhi della popolazione ha dato prove così
buone della sua superiorità educativa, che
le famiglie più cospicue del paese vorrebro togliere i loro bimbi dalla scuola comunale per mandarli nella nostra. Digraziatamente il locale è insufficiente per
tutte le richieste. Una delle primarie faiglie del paese assai attaccata alla chiesa
cattolica - romana ha scelto l’evangelista
sig. Trobia quale precettore per l’educazione di una giovanotta quindicenne. Il Vangelo si muove dà frutti buoni e svariati, e a
buon diritto sono circondati di rispetto e
di stima i suoi banditori.
ligione
S. Lucia (Maggi). — Un piccolo anedchezze spifferate dal focoso oratore ebbero j a’lettori non dispiacerà: Se la mente
l’approvazione dell’uditorio, che non capì
un’ acca, naturalmente, delle fritte e rifritte argomentazioni dell’avvocato non anticlemcale ma, mangiapreti ! Se lo spazio
mi permettesse di presentare le sue teorie
a proposito delle dottrine del « peccato
originale » e « del perdono » farei ridere
con gusto anche i più semplici; ma a che
prò? Io non intendo portar vasi a Samo
e sfondare porte aperte ! Sono lieto, invece
di affermare che tuttociò tien desta 1 attenzione intorno agl’interessanti problemi
religiosi-sociali, e di annunziare che prossimamente qualcuno — animato dallo Spirito di ò’erità — batterà il ferro mentre
è caldo per far conoscere ai facili creduloni che non è tutt’oro quel che luce ! 1.
Palermo. — La festa dell’Albero di
Natale per gli alunni dèi nostro Istituto e
della nostra Scuola domenicale riuscì splendidamente. Il nostro locale di Palazzo Cuto
era gremito di fratelli, di parenti dei bambini e di amici. Al pastore sig. Rostagno
.venne pòrta l’occasione di rivolgere un
appello cristiano a oltre 300 persone.
11 sig. Ernesto Senàrega, da poco giunto
in Palermo, ha iniziato il Giovedì sera una
non m'inganna, eravamo nel mese di Maggio p. p., quando mi imbattei casualmente
in un vecchio, che non conoscevo e col
quale mi intrattenni brevissimamente intorno « alle grandi cose del regno di Dio ».
Vedendo che egli dimostrava un certo interesse per quanto io dicevo, gli regalai
un Nuovo Testamento, raccomandandogli
di leggerlo. Ci separammo. Non presentando
il fatto in se stesso nieiite di straordinario
ed avendomi il mio interlocutore detto che
abitava molto lontano dal luogo dove eravamo, non pensai più all’incidente occorsomi.
Una domenica mattina — credo fosse
nel mese di agosto p. p. — mentre stavo
facendo la scuola domenicale, entrò in
Chiesa un vecchio che lì per li non riconobbi. Dalla sua impazienza però mi accorsi tosto che desiderava qualche cosa.
Infatti, terminata la lezione, si avvicinò
e disse :
— E’ lei, l’evangelista di questa Chiesa?
— Sì, e in che cosa posso servirla?
Commosso fino alle ' lacrime, prendendomi le mani, rievocò in poche parole il
nostro primo casuale incontro e disse che
il Nuovo Testamento gli aveva aperto gli
occhi e fatta vedere la verità. E, per parecchio tempo egli continuò, nel suo primo
entusiasmo spirituale, a recitare a memoria passi tolti qua e là dagli Evangeli e
di conferenz scientifico-religiose alle I dalle Epistole. Come aveva studiato quel
spe- I l’uomo !
Ora egli è nostro fratello : la mattina
del giorno 28 Dicembre, dopo una bella
testimonianza, fu ammesso alla S. Cena.
A 77 anni ebbe il coraggio di fare tre ore
di cammino a piedi, quasi sempre sotto la
pioggia, pur di trovarsi .(jon noi quella
mattina 1
sene
quali intervengono numerosi uditori
cialmente, della classe degli studenti.
(ilrotte. — L’Unione cristiana femminile
ha preparato ed offerto per la Vigilia di
Natale un buon pranzo a 65 vecchi poveri
tutti cattolici romani. Ecco un modo pratico ed efficace per far intendere che cosa
8
8
LA LUCE
ïlaimo pagato l’abbonamento :
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La Maddalena - B. F. La Maddalena - G. G. La Maddalena - N.
P. Lucca - B. E. Firenze - 0. F. Fragneto l’Abate - S. C.. F.
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Milano - S. F. Milano - S, C. Milano - G. G. Milano - B. E.
Milano - M. A. Milano - L. B. Milano - S. E. Milano - P. E.
Milano - C. B. Roma- M. V. Ferrara - B. E. Mecklemburg
Schw. - B. B. M. Messina - G. G. Pinerolo - L. E. Pinerolo T. A. Livorno - S. I. Livorno - M. J. Fitzhugh, Miss. - W. B.
O. Roma-S. C. T. Venezia - C. A. Torino-P. G. Firenze- A.
F. Pisa - B. D. San Germano Chisone - 0. L. San Lazzaro
Parmense - M. G. Brescia - B. B. Livorno - C. Z. Roma - A.
P. Vicobellignauo - M. C. Intra - M. A. Maniglia - F. P. Casale Monferrato - U. C. D. 6. Messina - A. P. Casale Monferrato - E. D. Coazze - B. L. Earaello - B. F. Piobesi - B. A. Genova - W. M. Ancona - A. E. Milano - S. H. Livorno - V. F.
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Fii’enze -P. F. Ponte a Elsa - B. G. D. Piani di Vallecrosia
- L. G. Firenze -. B. V. 0. San Remo - B. C. Torino - C. A.
Firenze - P. E. Firenze - V. M. Pordenone - C. E. L. Pordenone - E. L. Palermo - E. S. Lnserna San Giovanni - A. G. Palermo-E. A. Palermo-M. F. Palermo - A. E. Palermo - C. E.
Palermo - S. G. Palermo - C. G. Palermo - G. F. Palermo - M.
G. Palermo - R. P. Palermo - H. G. C. Palermo - P. d. H. Palermo - S. G. Palermo - C. G. Palermo - P. G. B. Palermo W, Nizza- A. E. Napoli - M. A. Firenze - L. G. Milano - C.
E. Livorno - B. G. Omegna - B. E. e F. Argegno - M. F. Firenze -P. G. E. Pinerolo - S. P. Stradella- B. F. Firenze-T.
E. E. Firenze -P. E, Firenze - M. G. Verona - L. G. Firenze
- B. C. Siena - P. D. Napoli -;B. G. Parma - E. E. Savona
H. G. A. La Bave - F. F. Alessandria - G. G. Milano - L. G.
Firenze - G. H. T. Bergamo -L. C. G. Agir - B. C. Champdepraz - S. F. A. Bergamo -P. E. Viterbo - N. G. Barga -M
L. Barga - S. A. Tivoli - B. L. Cicagna - Bureau de Poste
Neuenstein - id. Remagen - G. A. Roma - R. C. Roma - A. B.
M. Torre Pellice - L. A. Torino - 0. G. Sampierdarena - T. E.
Ostuni - M. T. V. M. Pinerolo - B. 6. Ponte Sanino - P. Roma
- T. J. Roma - Z. L. Vito d’Asio - d. R. B. Vigasio - M, H.
Gian Llyn - B. G. Torino - R. F. Hartnm - M. M. Torre Pellice - R. F. Alba - C, d. T. G. Messina - A. M. Borgone - L.
G. Ivrea - R. G. Firenze. L. C. Roma - V. .Roma - B. G. D.
Venezia P. E. Venezia F. C. Pordenone - B. D. Milano.
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
avviso dì 0oncorso
Per l’ufficio di Segretario Generale dell’A. C. D. G
di Rema si richiede un giovane evangelico italiano
che possa provare di avere una certa conoscenza
del movimento unionista e dei suoi sistemi di attività ;
che conasca le lingue Francese e Inglese parlandole e scrivendole correttamente.
Alla domanda, il candidato deve allegare :
flj il certificato di nascita.e di sana costituzione
fisica ;
la propria fotografia ;
c) certificato degli studi fatti :
d) ogni altro documento che attesti della sua cultura e della sua attività.
Il tempo utile per la presentazione de’ documenti è
fissato per il 20 gennaio cor.
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