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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/96 ■ Filiale di Torino.
In coso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord
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Anno IX - numero 17-27 aprile 2001
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■ BIBBIA E AHUALITÀB
«SEGUIMI»
«Mi ami tu?»
Giovanni 21,15
Nel tempo tra Pasqua e l’Ascensione, la scelta più immediata
che viene in mente ai discepoli è di
andare a pescare. Ma Gesù ha poca
voglia di scherzare. E al tempo stesso
ha poca voglia di umiliare. Così, dopo aver assecondato la pesca e aver
rinfrescato le idee ai discepoli dalla
memoria corta, dopo averli incontrati
proprio nel luogo della dimenticanza
di Pasqua e dopo aver spezzato il pane e il pesce, dice: «Adesso parliamo
di cose serie». La cosa più seria è la
domanda sull’amore. «Mi ami tu?».
Abbiamo celebrato in modo creativo
un «sacramento» (Gesù non sapeva
che si chiamava così, ma nel 2001 noi
glielo possiamo insegnare), hai pescato abbondantemente. Ma ora dobbiamo inettere sul piatto il problema
dell’amore del Signore. «Mi ami, sì o
no?». Mi hai rinnegato, ti sono apparso, hai pescato oltre ogni misura, ma
adesso di’ chiaro: mi ami?
PIETRO risponde di sì. Risposta
da prendere a schiaffi, umanamente. Per Gesù, risposta da prendere sul serio. «Pasci...». Il mio perdono
non è una pietosa copertura dei tuoi
sbagli, dei tuoi peccati. Il mio perdono è un incarico. Sei la persona meno
affidabile, ma io ti affido il compito
più impegnativo e delicato di questo
mondo. Nessuno può farsi scudo del
proprio peccato per scantonare di
fronte agli impegni: non si può dire
«Non ne sono degno»: non ne sei degno, ma lo devi fare lo stesso. Le comunità che ti saranno affidate diranno di te che hai rinnegato Gesù, (gli
altri lo hanno abbandonato, ma tu lo
hai addirittura rinnegato) ma devi essere pastore lo stesso. Diranno che
mancava solo che arrivasse da loro
Giuda, il peggiore dei pastori possibili, ma tu devi essere pastore lo stesso;
e se Giuda non si fosse impiccato, dovrebbe farlo lui. Gesù sa che come
suoi pastori non può pretendere al
meglio, anzi, dice chiaro che si affida
al peggio; piuttosto, crea dal peggio
un peccatore riabilitato e graziato, e
quindi ne fa il meglio. Per dirla con
Bonhoeffer, il tempo tra Pasqua e
l’Ascensione è il tempo in cui ti accorgi di avere rinnegato Gesù, e al
tempo stesso in cui Gesù ti riagguanta e ti dà un incarico superiore alle
tue forze. Questo è il perdono. Pietro
diventa triste al perdonofquando capisce dalla triplice domanda di Gesù
.che c’è un’allusione al suo rinnegauiento. Lo capisce solo alla fine. Una
delle tante parole di Gesù che si capiscono solo alla fine, o addirittura
«dopo». Ma intanto c’è il perdono e il
rinnovo dell’invito: «Seguimi». Si ricomincia daccapo, col discepolato
come alla prima ora. Gesù non ha
paura di ricominciare come se non
avesse fatto nulla nemmeno dopo che
^ Riorto e risorto. Noi abbiamo paura
di dover ricominciare anche quando
abbiamo fatto molto meno.
/yT ^ principio era la parola», dice
'■i. Giovanni ( 1, 1 ). E alla fine? Alla fine ti accorgi che la parola è amore. Gesù, avendo amato i suoi, li amò
sino al compimento (Giovanni 13,
1). 11 compimento non è quando lat'u 1 piedi ai discepoli, ma quando li
riprende, tra Pa.squa e l’Ascensione, e
1 coinvolge come se loro lo avessero
sempre amato e come se fossero stati
sempre fedeli.
Claudio Tron
uovmmÊÊmmm ■■■villaggio globali
ir Congreàdf^ernstuìta Seven Vivere io Zambia
diNOCOLA ROCHAT di FRANCO TAGLIERÒ
co DELLE VALUI
SiaemihgnarimiPineniese*
Il documento sottoscritto a Strasburgo fra cattolici, protestanti e ortodossi europei
Firmata la Carta ecumenica
Le conferenze episcopali cattoliche d'Europa e 124 chiese protestanti e ortodosse
aderenti alla Kek si sono impegnate a operare per l'unità della chiesa di Cristo
PAOLO NASO
A Strasburgo il tempo cambia repentinamente: e così una giornata di pioggia torrenziale può improvvisamente lasciare spazio a un
caldo sole primaverile. La variabilità
del clima della città dell’Alsazia che
ospita il Parlamento europeo è una
buona metafora della fase ecumenica che stiamo vivendo. Dopo il freddo di settembre, quando la dichiarazione Dominus Jesus creò serie difficoltà alle relazioni tra la Chiesa cattolica e le altre confessioni di fede, il
sole di aprile ha portato all’approvazione, proprio a Strasburgo, della
Carta ecumenica, una «piattaforma»
che impegna la Chiesa cattolica,
quelle evangeliche e quelle ortodosse
dell’Europa a operare «per l’unità visibile della chiesa di Gesù Cristo». A
conclusione di quattro intensi giorni
di analisi, discussione e preghiere in
comune, domenica 22 aprile la Carta
ecumenica è stata solennemente firmata nella chiesa luterana di Saint
Thomas dal presidente della Conferenza delle chiese europee (Kek), il
vescovo metropolita ortodosso Jérémie, e dal suo omologo del Consiglio
delle Conferenze episcopali dell’Europa (Ccee), il cardinale Miloslav Vlk,
arcivescovo di Praga.
Un lungo cammino
La firma è stata il punto di arrivo
di un lungo processo durato oltre
due anni in cui le diverse chiese che
aderiscono alla Kek (124 tra protestanti e ortodosse) e le conferenze
episcopali dell’Europa hanno discusso una prima bozza ed espresso
le loro critiche: quindi una commissione congiunta dei due organismi
promotori, assumendo i diversi pareri, ha elaborato una seconda versione del testo, quella pcesentata e
firmata a Strasburgo. «È stato un
lungo lavoro - ha dichiarato don Aldo Giordano, segretario della Ccee in cui abbiamo imparato a conoscerci e a parlarci con franchezza». «Rac
cogliere tanti pareri e cercare di costruire il più ampio consenso attorno alla Carta è stata una grande avventura ecumenica - gli ha fatto eco
Keith Clements, pastore battista e
segretario della Kek - ma è chiaro
che la firma di Strasburgo non è un
punto di arrivo; è la tappa di un
cammino che ora deve impegnare le
chiese locali: saranno loro a decidere
se la Carta è uno strumento valido
per la ricerca dell’unità e la testimonianza cristiana nel nostro tempo».
Basilea, Graz
e ora Strasburgo
E così dopo Basilea nel 1989 e Graz
del 1997, anche Strasburgo è divenuta per qualche giorno capitale europea dell’ecumenismo. Quella degli
organizzatori non è stata una scelta
casuale: la storia di questa splendida
città alsaziana che vanta una significativa presenza protestante rimanda
agli scontri sanguinosi tra Francia e
Germania: ma oggi è la città che ospita il Parlamento e il Consiglio d’Europa, l’alta Corte per i diritti umani e altre importanti istituzioni. Strasburgo,
città di Gutenberg, è stata anche la
città di Albert Schweitzer, una figura
che ben esprime la profondità spirituale, la passione culturale e il dinamismo «missionario» che ancora oggi
segnano il protestantesimo di questa
regione sviluppatasi quasi a cavallo
tra Francia e Germania.
Scegliendo Strasburgo gli organizzatori della Conferenza ecumenica
hanno quindi voluto sottolineare il
bisogno, anche per il movimento
ecumenico, di un confronto con le
istituzioni europee, la cultura laica e i
valori democratici che esse esprimono. «Come protestanti francesi diamo una valutazione molto positiva di
questa carta e del processo che ha
portato alla sua realizzazione - ha
detto Jean-Arnold De Clermont, presidente della Federazione protestante di Francia -. Un testo in cui si coglie tra l’altro una maggior modestia
delle chiese, che non pretendono più
di essere “l’anima dell’Europa’’, ma
partecipano insieme ad altri alla costruzione della casa comune europea. Come protestanti abbiamo
avanzato molte critiche sulla prima
versione della Carta, e quindi apprezziamo ancora di più gli sforzi che
hanno portato a questo testo finale».
E scorrendo i titoli del documento,
emergono le grandi sfide poste di
fronte all’Europa di oggi: «Sul fondamento della nostra fede cristiana - si
legge - ci impegniamo per un’Europa umana e sociale, in cui si facciano
valere i diritti umani e i valori basilari della pace, della giustizia, della libertà, della tolleranza, della partecipazione e della solidarietà».
La presenza dei giovani
Belle parole, si potrebbe dire, ma a
Strasburgo sono risuonate come un
solenne impegno assunto di fronte a
Dio, certamente, ma anche di fronte
a testimoni attenti ed esigenti: i circa
100 giovani che costituivano «l’altra
metà» dell’assemblea, anch’essi delegati ufficiali e quindi partecipanti a
pieno titolo del processo che ha portato alla firma della Carta. I giovani,
cattolici, ortodossi e protestanti sono stati la grande novità di questo
incontro, il «sale» che ha dato sapore
a una convention che altrimenti
avrebbe rischiato la ritualità degli incontri di vertice. Il cuore dell’incontro alsaziano sono stati infatti i «tavoli di discussione» in cui a piccoli
gruppi giovani e leader ecclesiastici
si sono confrontati sulle sfide ecumeniche di oggi: ogni tavola rotonda, ogni cerimonia liturgica, ogni relazione era costruita a due voci,
quella dei giovani e quella degli
adulti. E cosi abbiamo visto una giovanissima pastora luterana di Romania confrontarsi con il cardinale Karl
Lehmann, presidente delta conferenza episcopale tedesca, proprio
sui contenuti del processo ecumenico in atto; così come a un altro tavolo alcuni evangelici giovani italiani si
confrontavano con il cardinale Velko
di DAVIDE ROSSO
■■■ L'OPINIONE
FARE I CONTI
CON IL PASSATO
Tra la storia delle chiese e quella
d’Europa c’è un punto in comune e di
forte attualità che collocherei tra il 19
aprile, anniversario della rivolta del
ghetto di Varsavia («Yom ha Shoah»),
e il 25 aprile, anniversario della Liberazione del nostro paese. È rappresentato da quella «riconciliazione delle
memorie», che per il popolo ecumenico nasce nell’Assemblea europea di
Graz (1997), che richiede alle chiese di
riesaminare con coraggio la storia delle loro colpe prima di chiedere perdono le une alle altre. Il perdono pronunciato prima di avere messo a fuoco i
fatti rischia di trasformarsi in un perdonismo generico che non aiuta a fare
chiarezza delle responsabilità, ma rinvia sine die l’esame storico documentato dei fatti criminali che hanno sfigurato la vocazione all’amore delle
chiese cristiane.
Ma il processo critico e autocritico
del passato riguarda anche la società.
Il caso di questi giorni, dell’anziano
nazista responsabile di eccidi di decine di persone che vive indisturbato da
oltre cinquant’anni in un quartiere
borghese di Amburgo, è un insulto vivente alle democrazie europee nate
dalle macerie di quella guerra voluta
dal nazifascismo. Da un lato noi italiani e tedeschi auspichiamo un rapido
processo internazionale sui crimini di
guerra di Milosevic e di tutti gli altri
signori della guerra dei Balcani, e
dall’altra constatiamo che, mezzo secolo dopo fatti documentati, ancora
non si tiesce a portare davanti a un
giudice un criminale il cui nome compare anche sull’elenco telefonico. E
non c’è solo il signor Friederich
Wilhelm Konrad Siegfried Engel, ce ne
sono ancora tanti altri che vivono oggi
indisturbati tra l’Austria, la Germania,
il Canada e l’Australia. Sono quasi una
ventina i paesi democratici che ospitano dei criminali nazisti. Tra un po’ il
conto verrà comunque azzerato da
madre natura. Ma ogni processo mancato per crimini contro l’umanità è
un’occasione perduta di conoscenza di
dove possa condurci la follia umana.
Trincerarsi dietro al «Befehl von
oben», l’ordine dall’alto, non è più un
alibi che possa reggere. Gli ufficiali nazisti e fascisti che si ribellarono a ordini di sterminio sono quelli che hanno
ridato dignità al loro paese. Certo fu
un coraggio di pochi. Ma oggi noi viviamo di quel coraggio di chi, credendo nell’umanità e non nella sua distruzione, seppe dire un chiaro no alla violenza e al terrore del nazifascismo. Per
questo sarebbe importante processare
Engel e tutti gli altri «angeli sterminatori» affinché le giovani generazioni
riflettano, anche in termini storici, su
dove può condurci la logica del capro
espiatorio. Fin dove la paura del diverso, intrecciata al delirio del potere,
può precipitarci. Più che di retorica
resistenziale, dei buoni contro i cattivi, occorre fare chiarezza specie là dove si hanno prove, documenti e testimoni ancora viventi. Prima che tutto
si trasformi in un pittoresco museo
degli orrori. La riconciliazione delle
memorie nasce sul terreno della verità
storica e dell’ammissione delle proprie responsabilità. È un itinerario
tutt’altro che facile, ed è spesso voluto
solo dai parenti delle vittime. A molti,
infatti, serve di più guardare al futuro
e dimenticare per sempre il passato.
Ma dopo Auschwitz non si può più
avere la memoria corta.
Giuseppe Platone
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
«'Esorto dunque
gli anziani che
sono tra di voi, io
che sono anziano
con loro e
testimone delle
sofferenze di
Cristo e che sarò
pure partecipe
della gloria
che deve essere
manifestata:
^pascete il gregge
di Dio che è
tra di voi, sorvegliandolo, non
per obbligo, ma
volenterosamente
secondo Dio; non
per vile
guadagno, ma di
buon animo; ^non
come dominatori
di quelli che vi
sono affidati, ma
come esempi del
gregge. quando
apparirà il
supremo pastore,
riceverete la
corona della
gloria che non
appassisce»
(I Pietro 5,1-4)
«'Perciò, avendo
noi tale ministero
in virtù della
misericordia che
ci e stata fatta,
non ci perdiamo
d'animo (...).
^Noi infatti non
predichiamo noi
stessi, ma Cristo
Gesù quale
Signore, e quanto
a noi ci
dichiariamo
vostri servi per
amore di Gesù»
(Il Corinzi 4,1; 5)
# Errata corrige
Nelle note omiletiche
del n. 15 del 13 aprile
scorso, siamo incorsi in
un errore nella traslitterazione di due verbi greci. La grafia corretta era
«egèegertai» (passivo
passato per indicare la
risurrezione di Cristo) e
«òphthee» (apparve). Ce
ne scusiamo con l’autore e con i lettori.
IL GOVERNO DELLA CHIESA
C'é un modello di chiesa che risale al Nuovo Testamento, fondato sulla collegialità
del ministero degli anziani che governano, guidano e servono ma non comandano
EMANULELE HUME
Qualche volta siamo portati a pensare che le chiese
siano organizzazioni più o meno complicate e burocratiche,
con un sistema di assemblee,
commissioni. Concistori, che
gestiscono e soprattutto complicano la vita della chiesa. Dalla
parte cattolica invece c’è una
persona che comanda, il vescovo, o ancora più in alto il papa, e
tutti gli altri che obbediscono o
che almeno dovrebbero obbedire. Ora, molte volte i cattolici invidiano gli evangelici perché
«sono più democratici»; altre
volte sono gli evangelici a invidiare i cattolici perché non si
perdono in chiacchiere. Ma l’organizzazione della chiesa non è
un’entità variabile. Non risponde a criteri di funzionalità o di
democrazia, ma ai soli criteri
della parola del Signore.
Un governo collettivo
DIO ha stabilito un governo
collettivo per la sua chiesa:
gli anziani, che svolgono il ministero, cioè l’incarico che ricevono da Dio per governare la chiesa. In primo luogo la parolina
«anziano» significa anziano di
età, significa essere più o meno
Preghiamo
Crediamo in Dio Padre,
che ha creato il mondo intero,
che riunirà tutte le cose in Cristo
e che desidera che tutti gli uomini vivano insieme
come fratelli in una sola famiglia.
Crediamo in Dio Figlio,
che si è fatto uomo, è morto ed è risuscitato in gloria,
riconciliando il mondo intero con Dio,
spezzando tutte le barriere che separano gli uomini,
le barriere di religione, di razza, di cultura
o di classe, per creare un’umanità unita.
Egli è il solo Signore che ha autorità su tutto.
Egli chiama tutti: il singolo e la società,
la chiesa e lo stato,
alla riconciliazione, all'unità, alla giustizia
e alla libertà.
Crediamo in Dio Spirito Santo,
che è la promessa del Regno che viene,
che ci dà il potere di annunziare il giudizio di Dio,
il suo perdono per gli uomini e le nazioni,
che ci dà di amare e di servire tutti gli uomini,
di lottare per la giustizia e per la pace,
e di portare il mondo intera a riconoscere
il Regno di Dio, qui ed ora.
Chiesa presbiteriana dell’Africa del Sud, 1973
(tratto da Quando è giorno, della Cevaa, p. 74)
sulla settantina. Com’è che questa parola passa a indicare un
ministero della chiesa? Perché
gli anziani sono normalmente
più ricchi di esperienza e di saggezza, perciò principalmente a
loro era richiesta la responsabilità di governare la chiesa? Da lì i
ministri che governavano la
chiesa sono stati chiamati «anziani», anche quando non lo
erano. Timoteo, amico e collaboratore dell’apostolo Paolo, era
un anziano giovane. Giovane di
età, anziano per la responsabilità e il ministero che ricopriva
nella chiesa. Gli anziani nella
chiesa antica solitamente non
predicavano e non amministravano i sacramenti, ma avevano
una funzione di governo del
gregge e dovevano badare ai
membri di chiesa che erano loro
affidati con il consiglio e con la
preghiera. Avevano anche l’incarico di mantenere la disciplina cristiana nella chiesa e controllare che i credenti non frequentassero cerimonie pagane e
non prendessero parte a divertimenti violenti e sanguinari come il circo e l’arena dei gladiatori. Gli anziani stavano anche attenti che la predicazione e l’insegnamento fossero conformi
alla parola di Dio e che non provocasse divisioni e deviazioni.
Ancora, il ministero dell’anziano c’è perché è un ministero
costituito sul ministero di Gesù
Cristo. Gesù è il buon pastore
che dà la sua vita per le pecore:
gli anziani governano il gregge
per il quale Gesù Cristo ha dato
la vita. Governare il gregge significa portarlo e mantenerlo su
terreni sicuri, nutrirlo della parola del Signore e fortificarlo
nella speranza e nella preghiera.
Il governo della chiesa riguarda
anche le situazioni dell’amministrazione, che oggi sono diventate molto complesse, ma che riguardano comunque il benessere del gregge. Per esempio, nelle
valli valdesi, la responsabilità
delle scuole elementari sparse
nelle borgate era stata affidata ai
Concistori, quindi agli anziani.
Gli anziani dovevano fare il giro
delle famiglie della borgata a
spiegare che si voleva costruire
la scuola lì dove c’è il campo.
Questo costava la perdita di un
campo con cui campava una famiglia, in tempi in cui non c’era
da scialare. Così le scuole sono
.state costruite grazie alla cura e
alla saggezza degli anziani dei
Concistori, ed è merito loro il
fatto che i contadini valdesi non
sono semplicemente sopravvissuti, ma sono sopravvissuti come contadini istruiti.
La chiesa secondo Pietro
POI stupisce e quasi meraviglia che queste parole siano
firmate con il nome dell’apostolo Pietro. Il presunto primo papa
evidentemente di conduzione
gerarchica ne sapeva poco se lui
mantiene una concezione della
chiesa basata sulla collegialità
del ministero degli anziani e si
definisce egli stesso un anziano
di chiesa. Una lunga serie di
presunti successori di Pietro
hanno creato e blindato quella
scala di poteri conferiti a se stessi e ai vescovi che prende il nome di gerarchia. Pietro non conosceva questa caserma. Pietro
conosceva le chiese organizzate
con un predicatore e un Concistoro di anziani che curavano il
gregge che Dio aveva loro affidato, senza che nessuno si considerasse il capo supremo della
chiesa. Pietro evidentemente
non conosce primato e gerarchia; conosce invece i suoi anziani, il suo Concistoro. Perciò la
chiesa evangelica si costituisce
sul modello della chiesa dell’
apostolo Pietro più di quanto lo
abbia fatto la chiesa romana. E
ancora, gli anziani sono chiamati a occuparsi del gregge non secondo Pietro ma secondo Dio. I
ministeri non rispondono a un
ministero superiore o a un capo
in terra, ma a Dio solo. Pietro lo
sapeva bene. Una larghissima
parte di nostri concittadini non
lo sa più o non lo sa ancora.
Due grandi insegnamenti
Da questa parola della Scrittura possiamo trarre due
grandi insegnamenti. In primo
luogo, non tutte le chiese sono
uguali e il modo in cui una chiesa è organizzata non è questione
indifferente sull’essere veramente chiesa di Gesù Cristo. Sentiamo sovente dire che una chiesa è
uguale all’altra, che tra l’avere un
vescovo o un Concistoro non c’è
nessuna differenza rilevante, ma
la differenza, ed è rilevante, esiste e consiste nel fatto che c’è un
modello di chiesa che risale al
Nuovo Testamento, fondato sulla collegialità del ministero degli
anziani, che governano, guidano
e servono, ma non comandano.
Queste erano le chiese fondate
dagli apostoli.
Poi c’è il modello medievale e
feudale: uno sta sopra e comanda, sotto via via gli altri ad obbedire al di sopra e a comandare al
di sotto. Questa caserma è il modello romano, il modello che gli
apostoli non hanno conosciuto.
Perciò è chiaro che il metro di
costruzione e di riforma della
chiesa non è l’adeguamento alla
modernità o alla democrazia, ma
alle chiese del Nuovo Testamento, le chiese fondate dagli apostoli di Gesù. A quel modello ci
siamo riformati e vogliamo essere fedeli. La «Cristocrazia» delle
chiese cristiane si attua formalmente secondo la Scrittura con
un governo collegiale di ministri
di Cristo eletti e incaricati dalla
chiesa locale. Questo governo risponde a Dio e alla chiesa del
proprio operato. Anche nei secoli XVII, XVIII e XX, in cui la democrazia non andava sempre e
dappertutto di moda, le chiese
evangeliche hanno lottato per
mantenere questo modello e
questa struttura che non erano
indicati dalla volontà generale
politica, ma dalla parola di Dro.
Attualmente l’ecclesiologia è un
campo minato ecumenico, ma
di fronte alle pretese irrinunciabili della chiesa romana sta la
pretesa di Cristo, ancor più irrinunciabile, di essere l’unico ascoltato Signore della Chiesa.
Questo dà alla Scrittura il diritto
di proporre un modello di chiesa
autorevole per tutti.
Secondo, la denigrazione è
sempre uno sport facile, purtroppo anche all’interno delle
chiese. La critica va sempre accettata, ma chi ha mormorato e
chi mormora contro il Concistoro della propria chiesa conosce
la fatica e la cura che hanno i
suoi anziani per il gregge del Signore? Conosce i pesi, il tempo,
la responsabilità, le preoccupazioni, i mali di testa e le notti insonni che i suoi anziani singolarmente e il suo Concistoro collettivamente accetta per governare il gregge di Gesù Cristo?
Perciò chi ha in canna le cartucce della denigrazione facile, prima di tutto si informi e poi si ricordi che l’anziano della sua
borgata o del suo gruppo è stato
sempre disponibile per lui. Ricordi anche che l’essere anziano
non è avere una poltrona in
Consiglio d’amministrazione
della chiesa, ma è un ministero
di governo e di servizio per la
chiesa di Gesù Cristo.
(seconda di una serie
di tre meditazioni)
VENERDÌ 27
®200l
Note
omiletiche
I testo di I Pietro t
.. 'Mostra
già una chiesa costituita
livello ministeriale e fo*
male. La prima domandi'
dalla quale dipende"
' tutta
,'interpretazione, èseqj
sta costituzione ministeri
le collegiale rappresela
un passaggio storico evo
lutivo della forma di chie!
sa oppure se rientra cr^
mosomicamepte nella ria
tura dell'istituzione stessa
In altre parole, la chiesa di
Pietro rappresenta uno da'
modi di essere chiesa
¡'unico modo descritto da|.
le Scritture fin dai caplto|¡
Pa
¡\lloO
un
degli Atti successivi alla
Pentecoste? Noi propen,
diamo per la seconda ipo.
tesi: il modello di governo
della Chiesa nel Nuovo Te
stamento sta sulle duepa.
role «ministeriale» e «co|.
legiale». Il ministero è conferito secondo le indicazioni dell'assemblea
credenti e ad essa ne risponde, la collegialità allontana la tentazione dell'individualismo e della ge
rarchia e riconosce il pr|.
mato sulla chiesa al solo
Signore Gesù Cristo.
Pertanto le chiese esercitano la loro libertà cristiana conferendo ad alcuni loro membri un incarico
di servizio (ministero)dì
cui renderanno conto al
Signore e alle chiese stesse. Il servizio comporta responsabilità, rispettoe
agisce per il bene della
chiesa tutta e di ciascuno
dei suoi membri. Pascere il
gregge di Cristo significa
appunto vedersi affidato
un servizio di saggezza e
di autorevolezza per governare la chiesa e difenderla da pericoli e insidie
esterni e interni.
La Riforma, soprattutto quella calvinista, ha ristabilito questo modello
biblico di governo della
chiesa con notevole successo storico, tanto da sopravvivere a momenti particolarmente travagliati
della storia della chiesa.
Questo modello ha costituito un esempio di governo dello stato nel momento di passaggio tra assolutismo e liberalismo nel
vecchio continente e nella
costituzione di nuovi stati
nel nuovo mondo. Nella
realtà delle valli valdesii
Concistori (e non i soli pastori) hanno rappresentato il punto di riferimento
della vita religiosa escolástica della popolazione.
Questo modello di chiesa petrina non può essere
messa a confronto con la
confessione cristiana che
più si richiama ad essa; la
Chiesa cattolica romanaAlla luce del testo bibllcoe
assai difficile trovare una
continuità tra il modello
collegiale petrino e il niodello monarchico papaleAttualmente questo è uno
dei grandi nodi irrisolti ue
dialogo ecumenico, fori®"
più grande. Il problerna
esiste, e va comunque or
chiarato e non taciuto sei'
vuole prendere sul serio'
dialogo ecumenico.
In conclusione, il moo®
lo di chiesa del Nuovo m
stamento è stabilito dal
Bibbia stessa e rispondea
esigenze di servizio colle
tivo nei confronti di tu«
la chiesa. Questo servizio
comandato dalla
Dio ed è svolto a benetiti
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'SMERDI 27 APRILE 2001
PAG. 3 RIFORMA
La prima Pasqua del millennio è stata celebrata lo stesso giorno da tutti i cristiani
Pasqua: verso una celebrazione comune?
00 Consultazione di Aleppo nel 1997 è stato ipotizzato un tipo di soluzione che comporterebbe
un cambiamento per entrambe le tradizioni 25 chiese hanno espresso il proprio assenso
Le chiese cristiane, tanto
pelle di tradizione orientale
die quelle tii tradizione occidentale, hanno iniziato il
nuovo millennio celebrando
ouest’anno la Pasqua nello
stesso giorno, il 15 aprile;
una felice coincidenza e un
dono prezioso, ma bisogna
andare oltre nel lavoro per
l’unità dei cristiani, ha affermate) Tom Best, segretario
esecutivo della Commissione
Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), in una recente intervista rilasciata all’agenzia ecumenica Eni.
I noto che le date di celebrazione della Pasqua differiscono a seconda del diverso
calendario a cui si fa riferimento: le chiese di tradizione
occidentale utilizzano il calendario gregoriano, introdotto nel 1582, mentre le
chiese orientali calcolano il
giorno per la celebrazione
della Pasqua in base al calendario giuliano. Non si tratta
evidentemente di una differenza di carattere teologico e
anehe per questo motivo, soprattutto negli ultimi anni, si
sono intensificati gli sforzi
per giungere a celebrare la
Pasqua ogni anno insieme: se
Itìistiani dell’Est e dell’Ovest
sono uniti nel credo della Resurrezione, ci si chiede, perché continuare a celebrare la
Pasqua in date diverse?
«Una pietra miliare negli
Anche le chiese ortodosse studiano la possibilità di adottare il nuovo
sforzi verso l’unificazione
delle celebrazioni - spiega
Tom Best, di Fede e Costituzione - è costituita dalla Consultazione di Aleppo (Siria)
nel 1997, in cui rappresentanti delle diverse confessioni cristiane hanno ipotizzato
un tipo di soluzione che
comporterebbe un cambiamento per entrambe le tradizioni». La proposta consiste
nel mantenere il sistema stabilito al Concilio di Nicea del
325, calcolando la data dell’
equinozio di primavera, «con
i mezzi scientifici più accurati
per eliminare ogni approssimazione, e sulla base del meridiano di Gerusalemme, luogo della morte di Cristo e della sua resurrezione».
Già 25 chiese hanno fatto
pervenire una risposta affermativa alla proposta e molti
organismi internazionali,
informa Best, come la Federazione luterana mondiale
metodo di datazione della Pasqua
(Firn) e il Pontificio consiglio
per l’unità dei cristiani, hanno mostrato forte interesse
verso questa soluzione. Anche da parte ortodossa si sta
studiando la possibilità di
adottare questo nuovo metodo. 11 percorso è ancora lungo ma, afferma Best, una celebrazione comune «sarebbe
un modo importante per rappresentare la nostra unità in
Cristo, centro della nostra comune fede». (nev)
Praga: consultazione annuale promossa dalla Conferenza delle chiese europee
In crescita i rapporti con pentecostali ed «evangelical»
Si è svolta dal 5 all’8 aprile
aPraga (Repubblica ceca),
prèsso l’Istituto teologico
battista internazionale (Ibts),
la consultazione annuale dei
Consigli nazionali di chiese
d’Europa, promossa sotto
l’egida della Conferenza delle
àìese europee (Kek). Presenti una trentina di rappresentanti di Consigli e federazioni
di chiese di altrettanti paesi
europei, insieme a personale
della Kek, del Consiglio ecumenico delle chiese e del
Consiglio delle conferenze
^iscopali europee.
L’Italia era rappresentata
dal pastore Luca Negro, segretario della Federazione
delle Chiese evangeliche
(Fcei). Obbiettivo dell’incontro, una rassegna delle attività e delle problematiche
ecumeniche sia a livello dei
singoli paesi che su scala interregionale ed europea.
Due sessioni sono state dedicate rispettivamente al
rapporto, in crescita ovunque, fra il movimento ecumenico e le chiese di orientamento «evangelical» e pentecostali, e alla difficile valutazione del ruolo svolto dalle
chiese e dagli organismi ecumenici durante gli anni della
guerra fredda.
Particolarmente toccanti,
in proposito, le testimonian
ze di due pastori cechi dissidenti: Alfred Kocab e Jacuh
Troyan (quest’ultimo attualmente Decano della Facoltà
protestante di teologia dell’Università di Praga), che
hanno denunciato la mancata solidarietà degli organismi
ecumenici nei confronti della dissidenza dei paesi dell’Est e la difficoltà delle chiese degli stessi paesi a fare i
conti con il passato. Molti
partecipanti, intervenendo
nel dibattito, hanno ricordato la delicata posizione del
Consiglio ecumenico e della
Kek, che hanno sempre cercato di mantenere aperti i
canali di comunicazione con
le chiese dei paesi del Patto
di Varsavia, pur nella consa*
pevolezza dei rischi di strumentalizzazione del movimento ecumenico da parte
dei regimi comunisti. Fra gli
altri temi emersi durante la
consultazione, il disagio diffuso per la recente dichiarazione vaticana «Dominus Jesus», l’urgenza del dialogo
interreligioso e le questioni
etiche che dividono le chiese
le une dalle altre e al loro interno: prima fra tutte quella
dell’omosessualità, a cui verrà dedicata una sessione speciale durante l’incontro dell’
anno prossimo, che avrà luogo in aprile a Parigi. (nev)
In un'intervista al quotidiano «Volkskrant» pubblicata il 6 marzo scorso
Olanda, il cardinale Simonis critica la laicità del governo
Il responsabile della Chiedi cattolica romana in Olancardinale Adrianus Simoha criticato il governo
«landese'accusandolo di
considerare la chiesa come
00a«non entità». Il cardinale
fatto queste osservazioni
® un’intervista pubblicata il
®arzo scorso dal quotidiano Volkskrant. Il primo minilo, Wim Kok, ha respinto la
htlea, dicendo che il cardioyeva esagerato.
«AH’origine, la separazione
® chiesa e stato significava
"6 lo stato non doveva oc..Poesi degli affari della
lesa - ha detto il cardinale
In» cose sono andate così
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teri questo sono i posfabiliti, e non la società
in generale, che definiscono
oggi i valori e le norme sociali. Il cardinale si riferiva al
matrimonio, questione all’ordine del giorno dato che F
Olanda è diventata uno dei
primi paesi ad autorizzare il
matrimonio civile tra persone dello stesso sesso.
Il cardinale ha aggiunto
che la laicizzazione della società olandese ha portato a
un’ignoranza generalizzata
nei confronti della chiesa. Ha
lamentato il fatto che da tre
anni il primo ministro Kok rifiuti di incontrarlo. Il cardinale Simonis ha parlato di
contrasto tra l’apparente
mancanza di interesse per gli
affari religiosi in Olanda e le
vedute del nuovo presidente
americano, George W. Bush,
che ha chiamato ebrei, musulmani e cristiani a ristabilire i valori e le norme. «Questo è un linguaggio che non
sentite più nei Paesi Bassi»,
ha dichiarato.
Interrogato sulla pratica di
alcuni preti cattolici che be
nedicono i matrimoni tra
persone dello stesso sesso, il
cardinale ha espresso la propria meraviglia per quanto
sta succedendo in Olanda.
Secondo un sondaggio realizzato dall’Università di Utrecht in cooperazione con il
giornale Gay Krant, circa
l’80% dei preti cattolici olandesi non rispettano il divieto
della Chiesa riguardante la
benedizione di matrimoni tra
persone dello stesso sesso
all’esterno delle chiese. Circa
il 50% dei preti hanno dichiarato che le cerimonie di matrimoni tra omosessuali fuori
delle chiese non pongono loro alcun problema.
Il cardinale Simonis ha
inoltre respinto la critica,
spesso fatta in Olanda, sulla
rigidità dell’insegnamento
cattolico. «La Chiesa cattolica
nel mondo trova il proprio
fondamento morale nelle
Scritture e nella tradizione.
Possiamo peccare, perché gli
uomini sono peccatori, ma le
regole devono rimanere - ha
affermato -. La Chiesa non
può essere democratica. Siamo chiamati ad essere dei
credenti ortodossi, non c’è
altra scelta; l’ortodossia appartiene all’essenza della credenza cristiana».
Rispondendo a queste critiche, il primo ministro Wim
Kok ha dichiarato che il governo ascolta tutti i settori
della società, ma ha la responsabilità di attuare le leggi; inoltre ha detto che le
maggiori divergenze di opinione tra il cardinale e i
membri del governo rimarrebbero su questioni quali
l’eutanasia, l’aborto e il matrimonio tra omosessuali. Il
primo ministro ha aggiunto
che i membri del governo intendono dibattere con la
Conferenza episcopale. Circa
il 34% dei 15 milioni di olandesi sono cattolici romani;
circa il 27% sono protestanti
e il 3% musulmani, il 2% appartiene ad altre religioni
mentre il 36% non ha alcuna
appartenenza religiosa, (eni)
DAL MONDO CRISTIANO
S Delegazione ecumenica in Terra Santa
La violenza genera «catastrofiche
conseguenze per la popolazione»
LONDRA — La violenza diffusa in Terra Santa non genera
solo insicurezza e paura ma anche povertà, licenziamenti e
disoccupazione allontanando turisti e pellegrini «con catastrofiche conseguenze per la popolazione di Betlemme, Nazareth e Gerusalemme». Così ha riferito al rientro a Londra
una delegazione delle chiese della Gran Bretagna, composta da rappresentanti anglicani, cattolici, ortodossi, metodisti, battisti, riformati. Secondo la delegazione, uno dei pochi segni positivi da registrare è che «nella terra culla delle
tre fedi abramitiche, la religione non è la causa del conflitto
ma anzi spesso motivo di riconciliazione». (nev/eni)
i Chiesa metoiJista argentina
Il governo deve garantire
la pace e la sicurezza del popolo
BUENOS AIRES — «Faremo tutto il possibile per sostenere moralmente e materialmente tutti coloro che subiscono
le conseguenze della tragica situazione economica in cui
versa il nostro paese, ma è il governo che deve garantire la
pace e la sicurezza del popolo». È questa la posizione della
Chiesa metodista argentina (lema) espressa dal suo presidente, Aldo Etchegoyen, che ha chiesto anche ufficialmente
al governo «una politica responsabile che sia più al servizio
del popolo che dei mercati finanziari». (nev/icp)
Dossier su «Minoranze cristiane minacciate»
160.000 i cristiani uccisi nel mondo
nel 1999 a causa della loro fede
PARIGI — Sono stati 160.000 in tutto il mondo nel corso
del 1999 i cristiani uccisi a causa della loro fede. Lo riferisce
Simona Serafini {Avvenire, 10 aprile) presentando «Minoreuize cristieme minacciate», il dossier pubblicato in questi
giorni in Francia congiuntamente dalla Commissione cattolica «Giustizia e pace», dalla Federazione protestante di
Francia e dall’Acat, il movimento interconfessionale di lotta
contro la tortura. Attraverso l’analisi della situazione politica di sette diversi paesi (Cina, Vietnam, India, Pakistan,
Iran, Sudan, Nigeria; ma altre nazioni verranno esaminate
nei prossimi anni) il documento traccia una mappa drammatica delle persecuzioni anticristiane fra oppressione di
stato e violenze fondamentaliste. (nev)
Europarlamento (ji Strasburgo
Approvata mozione contro le violenze
sessuali da parte di sacerdoti cattolici
STRASBURGO — Il 10 aprile, con 65 voti a favore, 49 contrari e 6 astenuti l’Euròparlamento di Strasburgo ha approvato una mozione presentata dalle sinistre sulle «Responsabilità
del Vaticano nella violazione dei diritti umani da parte di sacerdoti cattolici»: un chiaro riferimento ai casi di violenza sessuale subita da numerose suore da parte di sacerdoti cattolici,
specialmente in Africa. La mozione chiede che gli autori delle
violenze vengano arrestati e portati in tribunale. Pronta la risposta del Vaticano che, in un comunicato, ha assicurato che
«i superiori delle congregazioni e i vescovi dell’area circoscritta in cui si è verificato il problema hanno già preso misure atte a scongiurare il ripetersi di fatti del genere». (nev/icp)
Repubblica federale tedesca
Installazione della prima donna
vescovo luterana di Baviera
MONACO — Con un festoso culto nella cattedrale luterana di Monaco è entrata ufficialmente in carica Susanne
Breit-Kessler, prima donna vescovo della Baviera. Teologa,
47 anni, la Breit-Kessler è responsabile della vita spirituale
degli oltre 600.000 luterani della regione. (nev/lwi)
Kansas City (Usa)
Campane contro episodi di razzismo
KANSAS CITY — A mezzogiorno dello scorso 8 aprile le
campane di tutte le chiese evangeliche di Kansas City (Usa)
hanno suonato all’unisono per 18 volte per esprimere la ferma condanna di ogni episodio di razzismo. Il primo scampanio è stato per dimostrare l’unità nella condanna, è stato
spiegato; gli altri 17 volevano ricordare le minacce subite
nell’ultimo mese da chiese, negozi e imprese di cittadini di
colore. Secondo l’Fbi si tratterebbe di una nuova campagna
di intimidazione del Ku Klux Klan, (nev/icp)
Gran Bretagna
I sacerdoti potranno candidarsi
alle prossime elezioni legislative
LONDRA — Una legge vecchia di 200 anni che vietava
l’elezione di sacerdoti al Parlamento britannico sta per essere abrogata. La proposta è stata accettata in seconda lettura.
La legge modificata in tal senso dovrebbe in teoria essere
applicata per le elezioni legislative del maggio prossimo. Dal
1870, i preti anglicani erano eleggibili al Parlamento solo se
avevano abbandonato la loro funzione presbiterale. Il progetto di soppressione di questa legge è stato lanciato quando un prete cattolico ha voluto candidarsi alle prossime elezioni nella lista del partito laburista. (bip/apic)
4
PAG. 4 RIFORMA
venerdì 27
aprile 200|
veneri
Molte novità nel volume Claudiana della Collana della Società di studi valdesi
La Bibbia, la coccarda e il tricolore
La pubblicazione, curata da Gian Paolo Romagnani, raccoglie i contributi di vari studiosi
sui valdesi tra le due emancipazioni, quella del triennio 1796-1799 e quella del 1848
In occasione dell’uscita del
volume La Bibbia, la coccarda e il tricolore*, incontriamo presso il Centro culturale
valdese di Torre Pellice il professor Gian Paolo Romagnani, torinese, da dodici anni
docente di storia moderna
neU’Università di Verona e
membro del Comitato scientifico della Società di studi
valdesi. «11 volume appena
pubblicato dalla Claudiana precisa Romagnani - raccoglie gli atti del XXXVII e del
XXXVIII convegno di studi
sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia, tenutisi rispettivamente nel 1997 e nel
1998. È dunque il risultato di
un grande sforzo collettivo
intrapreso in occasione delle
celebrazioni per il centocinquantenario delle Regie Patenti del 17 febbraio 1848».
- Che cosa hanno rappresentato i due convegni per gli
studiosi di storia valdese e che
cosa può significare ora questo grosso volume per il mondo evangelico?
«Ambedue i convegni storici hanno rappresentato una
eccezionale occasione per ripensare complessivamente la
vicenda dell’emancipazione
dei valdesi fra Sette e Ottocento. Fino a ieri infatti ci si
era limitati a celebrare il XVII
Febbraio, concentrando l’attenzione sul 1848 e sul ruolo
centrale di re Carlo Alberto
“benefattore dei valdesi”, o
del suo consigliere Roberto
d’Azeglio, ponendo in secondo piano la vivace stagione
giacobina e il quindicennio
napoleonico. Negli ultimi anni invece gli studiosi hanno
mutato la prospettiva assumendo come vero inizio del
COuu.'X.’'i4 DElLA DI Ctijjir; VALDsSl ti;
A BIBBIA, LA COCCARDA
E IL TRICOLORE
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1798-1848
Wíáííi»fW6««¡»jW!<L
processo di emancipazione il
cosiddetto “triennio repubblicano” 1796-1799 che vide,
a esempio, il moderatore
Pierre Geymet trasformarsi in
esponente di primo piano del
governo giacobino del Piemonte e poi in alto funzionario dell’amministrazione na-.
poleonica, mentre i cittadini
di religione valdese venivano,
almeno formalmente, resi
eguali a ogni altro cittadino
della Repubblica».
- La Rivoluzione francese e
il Risorgimento italiano sono
dunque le tappe fondamentali del processo di emancipazione dei valdesi?
«Sicuramente. Ma sono anche tappe fondamentali del
processo di costruzione della
moderna civiltà europea e
della stessa identità italiana,
checché ne dicano i nuovi
“revisionisti”. Sottolineando
il legame fra le due emancipazioni, quella del 1798 e
quella del 1848, abbiamo infatti voluto inserire più strettamente le vicende del mondo valdese nelle contempora
nee vicende europee. Alcuni
interessanti contributi sono
dedicati inoltre alla parallela
emancipazione della minoranza ebraica e alla comparsa
in Italia di altre confessioni
religiose non tradizionali come i mormoni, gli avventisti,
i Testimoni di Geova della cui
origine, in genere, si sa abbastanza poco».
- Ho colto un suo cenno polemico all’attuale revisionismo storico...
«Non posso non essere duramente polemico con chi
oggi fa un uso distorto della
storiografia a fini ideologici o
propagandistici. Penso alle
recenti prese di posizioni del
cardinale Biffi e di Comunione e Liberazione da un lato e
di esponenti leghisti dall’altro contro il Risorgimento:
penso alla scandalosa beatificazione di Pio IX; penso a
una storiografia petulante e
improvvisata, di scarso rigore
scientifico ma amplificata
dagli organi di informazione
di massa, che fa ormai della
“controrivoluzione” e del
“antirisorgimento” due parole d’ordine a partire dalle
quali riscrivere la storia del
nostro paese».
- Il volume da lei curato va
in senso contrario?
«Spero proprio di sì. Il suo
essere fmtto di un dibattito a
più voci, opera di una trentina di studiosi italiani e stranieri di diverso orientamento
e di diverso credo religioso ne
fa un prodotto al di sopra di
ogni sospetto. La mia speranza è che possa servire di stimolo a tutte le persone colte
e curiose, di qualsiasi fede religiosa, interessate a meglio
comprendere le complesse e
molteplici radici della nostra
identità italiana ed europea».
- Tuttavia non vi è il rischio
che un volume così complesso
resti confinato in un ambito
specialistico e circoli solo in
ambiente universitario?
«Questo rischio c’è sempre.
Ma il mondo evangelico è
tradizionalmente costituito'
da buoni lettori. Pensi al libro
di Giorgio Spini, Risorgimento e protestanti, che rappresenta un po’ il nostro modello di riferimento. Pubblicato
per la prima volta nel 1956,
ripubblicato e aggiornato nel
1988, è ora giunto alla sua
terza edizione e non ha perso
quasi nulla del suo smalto
originario. Continua a essere
letto e riletto e non solo dai
protestanti. Nonostante la
mole, quasi 600 pagine, anche il volume da me curato
non si rivolge solo al pubblico degli specialisti, ma a
chiunque sia interessato ad
approfondire le vicende del
mondo valdese e più in generale del mondo protestante
italiano tra Sette e Ottocento.
Chi avesse letto con gusto il
recentissimo romanzo storico di Giorgio Tourn, Daniel
un valdese giacobino, pubblicato dalla Claudiana poco
prima di Natale, potrà ritrovare qui molti utili spunti di
approfondimento. Questo è
un invito a non perdere mai
di vista la dimensione storica
e con essa la complessità delle nostre radici». a.c.
{*) Gian Paolo Romagnani (a
cura di); La Bibbia, la coccarda e
il tricolore. I valdesi fra due
emancipazioni (1798-1848). Torino, Claudiana, 2001 (Collana
della Società di studi valdesi n.
18), pp 592, £. 70.000.
Due conferenze d'attualità organizzate dalla Chiesa metodista di Padova
Discutiamo di globalizzazione e della Banca etica
PAOLO T.ANCELERI
OTTIMA è stata l’iniziativa
della Chiesa metodista di
Padova che, in collaborazione
con il Gruppo di attività femminile, ha promosso una serie di conferenze su argomenti di attualità; le prime due in
gennaio e febbraio sul fondamentalismo evangelico e islamico; poi, in marzo e aprile,
altre due su «etica e globalizzazione». Prima dell’estate,
don.Albino Bizzotto parlerà
della propria esperienza nel
Congo in guerra e il past. Fulvio Ferrario introdurrà una
discussione sul tema «20012010: decennio per vincere la
violenza».
Le convjersazioni su etica e
globalizzazione sono state affidate a Damiano Canale (Università di Padova) e Matteo
Passini, direttore della Banca
etica. Canale è partito da un
chiarimento sui termini: globalizzazione, se può significare libertà, ha anche molto
spesso risvolti negativi o
piuttosto discutibili; soprattutto in campo economico e
finanziario, essa può portare
a una sorta di «libertà dall’impegno sociale», nel desiderio di allargare a dismisura
la libertà del mercato, come
unico sovrano universale.
Quanto più la società assume
caratteri globali, tanto più i
localismi si manifestano e,
paradossalmente, l’idea di
confine, che dà la possibilità
di riconoscersi in un'identità, assume un’importanza
sempre più larga. L’oratore
ha ricordato le due facce della globalizzazione, quella
della massima libertà, eguaglianza e progresso, e quella
della inevitabile omologazione di tutti, fino alla cancellazione di ogni differenza. La
conseguente perdita di identità •culturale non può che
provocare angoscia e sgomento. L’etica come comportamento si trova di fronte
all’universalismo, all’accoglimento della globalizzazione
in quanto promotrice dell’autodeterminazione e del
riconoscimento di valori comuni, da un lato; dall’altro a
un atteggiamento apocalittico, che giunge a sostenere la
fine dell’etica stessa; della
storia e della politica.
La conversazione di Matteo
Passini, pur collocandosi nella stessa ottica, ha sottolineato non solo gli aspetti negativi e positivi della globalizzazione, ma ha insistito sulla
necessità di un comportamento individuale capace di
scegliere e di appoggiare le
iniziative volte a ridurre sempre più le ingiustizie sociali.
Ciascuno di noi deve adottare uno stile di vita meno frenetico, più aperto al prossimo, in una parola più sociale:
più famiglia, più comunità,
più associazione. Stare insieme agli altri è un valore evangelico, che si sta purtroppo
sempre più smarrendo.
Passino ha poi ricordato
che sono sorte anche in Italia
le «botteghe» del «commercio
equo e solidale». I prodotti di
cooperative del Terzo Mondo, dove è stata eliminata
ogni forma di sfruttamento,
vengono commercializzati attraverso questa iniziativa priva di intermediazioni
(grandi catene, grossisti, ecc.)
in modo da lasciare il più
giusto margine di remunera
zione ai lavoratori-produttori sul posto. Esiste anche, ha
aggiunto, l’aspetto della «finanza etica», che si rifà al
concetto, già presente al
principio del secolo scorso,
di «credito basato sulla fiducia». Al contrario delle concezioni economiche tradizionali, la finanza etica dà importanza alle persone, alle idee,
ai progetti. Se il rendimento
ha il suo valore, ciò che più
conta è la trasparenza.
NeH’ambito di questa concezione è nata da un paio di
anni in Italia, proprio a Padova, la Banca etica, con lo scopo di sostenere organizzazioni senza fini di lucro, progetti
per l’ambiente, per le emergenze e per il sostegno ai
Un ritratto di Napoleone
paesi in via di sviluppo. Essa
parla il linguaggio dell’uomo
comune, di cui conosce bisogni e problemi. Non pretende
di risolvere tutto, ma vuole
dare un messaggio di tipo
culturale; è nata dal basso,
con pochi finanziatori pienamente consapevoli dell’esigenza di mantenere fede ai
valori di attenzione alla persona umana e di conciliare al
tempo stesso efficienza e
professionalità. Il principio di
responsabilità nella libertà, a
cui si rifà la Banca etica, per
noi protestanti ha un valore
fondamentale, in quanto si
ricollega all’Evangelo nelle
sue proposte di giustizia, di
equità e di rispetto dell’uomo
e dei suoi bisogni.
Un recente romanzo storico
Costantino, presunto
imperatore cristiano
EUGENIO STREHI
Nella Roma medievale, a
pochi passi dal Colosseo,
al Celio, è visibile la basilica
dei Santi Quattro Coronati
con un celebre affresco che
raffigura l’imperatore Costantino a capo scoperto inginocchiato davanti a papa
Silvestro nell’atto di donargli
la tiara pontificia, gesto di
chiara sottomissione del potere temporale a quello spirituale. Come è noto si tratta di
un falso storico smascherato
daH’umanista Lorenzo Valla
nel 1440. Di questo e di altri
falsi storici con un avvincente romanzo storico’* rende ragione Joël Schmidt, studioso
di storia romana e romanziere conosciuto soprattutto in
ambito francofono.
Le supposte memorie del
primo imperatore cristiano ci
presentano Costantino nella
sua umanità e non nell'apologetica tipica dei suoi biografi Lattanzio e Eusebio di
Cesarea. Proclamato Augusto
alla morte del padre Costanzo Cloro (306), Costantino ha
già rivelato doti di stratega e
di acuto politico, con qualche
simpatia verso i cristiani, ereditata dalla figura paterna.
Ma, per delusione dei suoi
biografi che lo vedono già
cristiano prima della battaglia di Ponte Milvio, che segna la sconfitta politica di
Massenzio (29 ottobre 312) e
lo rende padrone definitivo
di Roma, Costantino vince in
nome di Apollo: «Mi apparve
Apollo, in compagnia della
dea Vittoria, mi tendeva due
corone d’alloro all’interno
delle quali era scritta la cifra
XXX: la interpretai nel senso
che mi sarebbero stati concessi trent’anni di regno. Poi
la visione scomparve lentamente e i miei occhi si velarono di lacrime di gioia:
Apollo aveva lineamenti si-“
mili ai miei» (p. 118).
Tuttavia l’influenza della
madre Elena, in un primo
tempo convertita all’ebraismo, di papa Silvestro e del
vescovo Eusebio inducono
l’imperatore a privilegiare, in
contraddizione con l’Editto
di Milano che equiparava
tutti i culti all’interno dell’Impero (313), il cristianesimo e, in particolare, le sue
gerarchie. Su richiesta di
queste ultime, Costantino
punisce con la prigione, l’esilio e pene pecuniarie tutti coloro che avessero abbracciato
l’ebraismo, obbliga alla conversione al cristianesimo la
madre e sovvenziona la costruzione di imponenti basiliche, tra cui quella del Laterano, di Pietro e Paolo. Co
L
Qu
CI
stantino è dunque un pagano
e lo resterà per tutta la vita: la
sua crudeltà verso i familiari
è esemplare. Uccide la moglie Fausta e il figlio Crispo,
autori di una tresca amorosa,
dimenticando che in gioventù aveva tradito il suo imperatore Diocleziano diventando amante della moglie
Prisca. Uccide quanti pensa
possano porre Tine al suo impero, fondato non sull’amore
di Cristo, come poteva apparire sul suo Labaro a partire
dal 317, ma sull’arroganza,
sull’intrigo e la convenienza
politica.
Come valutarne l’opera? La
sua influenza al primo Conci
lio di Nicea (325) mostra un
ruolo improprio, parzialmente giustificato dalle divisioni
tra i vescovi: Costantino presiede e tenta di risolvetela
disputa trinitaria, tramitela
consulenza teologica di Oslo
vescovo di Cordoba: significativo a riguardo è il discor»
che rivolge ai 300 vescoviin
apertura del Concilio (14 giugno); «Io mi proposi in primo
luogo di far confluire in
un’unica forma e idea le credenze religiose di tutti i popoli, in secondo luogo di liberare il mondo dalla schiavitù sotto cui gemeva. Nel
prefiggermi questi due scopi
perseguivo il primo con il segreto occhio del pensiero,
mentre cercavo di concretare
il secondo con la forza delle
armi e degli eserciti. Ero convinto che se fossi stato tanto
fortunato da indurre tutti gl'
uomini ad adorare lo stess”
Dio, questo cambiamento®
religione ne avrebbe prodotto un altro nel governo del
l’Impero» (p. 195).
La reductio ad unurni^'
credo religioso ai fini di un®
pace romana imposta coni*
forza a tutti i popoli del mondo allora conosciuto. Il sogf®
di Costantino non può essere
dunque il nostro sogno: i P®
poli hanno diritto in eguale®^
sura a professare liberantem
religioni e credi nella p®
completa cooperazione cn
garantisca indipendenza e
verni democratici. Costatiti
no, prima del suo discorso
vescovi riuniti a Nicea, co®
pie un gesto significativo: h
eia tre testimoni delle pet®j
dizioni subite dai cristianibacio a quei tre soprawissu
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massacrato.
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memorie del primo impera
cristiano. Milano, Paolinc,
£ 35.000.
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■^venerdì 27 APRILE 2001
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
Nella città toscana è ora nata la rivista di dialogo «CEcumenica civitas»
Livorno, città tollerante e multireligiosa
'Qui ha svolto la sua intensa attività ecumenica un vescovo cattolico come Alberto Abiondi
che ha anche fondato il Centro di documentazione del movimento ecumenico italiano
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tlleranza religiosa e di convenza di varie confessioni e
1 di-varie religioni come il visi' tatot®> girando per la città,
•può ancora vedere: la facciatìlarocca della chiesa arme'-nà, la chiesa dei greci uniti
-%n la sua bellissima iconoi^iasi, la chiesa presbiteriana
Scozzese, oggi sede della
ÌEhiesa valdese, e la chiesa
Anglicana, due edifici degli
Anni 40 dell’800, la chiesa
olandese alemanna costruita
in un punto ben visibile, il
Fosso reale ebe circonda il
vecchio centro, la chiesa greco-ortodossa, la sinagoga ricostruita dopo l’ultima guerra sul vecchio sito a due passi
soltanto dal Duomo, luogo di
culto di una delle comunità
ebraiche più grandi d’Italia.
Con questa eredità non
stupisce che Livorno abbia
avuto per ,gli ultimi decenni
un vescovo molto attivo in
campo ecumenico, cioè monsignor Alberto Abiondi e che
la città abbia avuto una vita
ecumenica molto ricca. Ma,
come lo stesso Abiondi ha affermato, mancava un’opera
. stmtturata sul tema dell’ecumenismo, uno strumento per
raccogliere esperienze, per
produrre riflessioni, mettere
in circolazione idee. Circa un
anno prima della sua emeritazlone, il vescovo è riuscito
' a realizzare la sua idea di dotare la diocesi (i cui confini
vanno oltre la città di Livorno) di un’opera di questo tipo, il Centro di documentazione del movimento ecumenico italiano (Cedomei).
Il Centro, ubicato nel vecchio convento dei Francescani in via delle Galere, è stato
inaugurato il IO gennaio 2000
e ha cominciato a lavorare su
vari fronti: gestisce una biblioteca che raccoglie pubblicazioni e riviste sul tema
dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, sulla storia
delle chiese e delle religioni e
che man mano diventerà uno
strumento sempre più utile
per ricerche su queste tematiche; organizza seminari teologici per lavorare in modo approfondito e accademico sulle
varie tematiche del dialogo
ecumenico e interreligioso e
infine si è dotato, di una rivista
semestrale, CEcumenica Civitas, di cui il 28 marzo è stato
presentato in una conferenza
stampa il n. 0.
Come ha spiegato il direttore del Centro e coordinatore del comitato di redazione, Riccardo Burigana, la rivista cerca di adempiere a
quattro scopi: dovrebbe essere il mezzo che mette in circolazione le riflessioni elaborate nei seminari organizzati
dal centro; dovrebbe dare
spazio alla pubblicazione di
ricerche specifiche; dovrebbe
fare, nella misura del possibile, una cronaca ecumenica, e
infine dovrebbe curare una
bibliografia ecumenica italiana, che tenga conto anche
delle pubblicazioni di articoli
su varie riviste italiane. I due
numeri semestrali della rivista saranno completati da un
numero monografico. Quello
del 2001, come ha annunciato Burigana, avrà per titolo
La recezione ecumenica dell’ecclesiologia del Concilio
Vaticano II (atti del convegno
di Livorno, die. 2000).
Il nuovo vescovo Diego Coletti ha sottolineato il concetto di civitas, illustrato anche
dall’emblema della rivista.
Civitas significa cittadinanza,
ma anche città. CEcumenica
Civitas il sogno di una città in
cui le varie confessioni e le
varie fedi hanno cittadinanza
nel senso pieno della parola.
Certo, forse sarebbe stato
meglio se al posto centrale
nell’emblema non ci fosse,
come in Piazza Grande, la
facciata del Duomo ma un
simbolo più ecumenico: al
tempo stesso questo emblema esprime la realtà dell’ecumenismo italiano.
Ho avuto bisogno della visita di un mio connazionale,
il prof. Reinhard Frieling
(presidente della Commissione studi della Conferenza
delle chiese europee) per
rendermi conto che la situazione numericamente squilibrata del dialogo ecumenico
in Italia assomiglia alle situazioni di molti altri paesi,
mentre la situazione numericamente equilibrata della
Germania è l’eccezione. In
Italia la Chiesa cattolica può
dotarsi di strumenti come il
Cedomei, che noi piccole
chiese protestanti non pos
siamo permetterci. Ma affinché questo strumento del
dialogo ecumenico della
Chiesa cattolica riesca a lavorare nel senso auspicato dai
suoi ideatori, cioè che sia veramente luogo di dialogo vivo e di incontro personale e
sia veramente uno strumento
per lavorare per una città
ecumenica, in cui tutte le fedi
hanno cittadinanza sono indispensabili la partecipazione, la collaborazione, i contributi al dibattito teologico,
la critica costruttiva da parte
di noi non cattolici.
Il Centro e la rivista sono
senz’altro strumenti utili per
il dialogo ecumenico, luoghi
che ci offrono molte occasioni, per conoscere meglio la
teologia cattolica, per presentarci con il nostro pensiero,
per confrontarci seriamente e
nel rispetto reciproco, luoghi
dove andiamo oltre l’ecumenismo del «guardiamo quante
cose abbiamo in comune e
quello che ci separa non lo
guardiamo», dove possiamo
lavorare sulle differenze senza polemiche sterili. Quindi
sono luoghi che andrebbero
utilizzati e valorizzati da parte
delle persone che si muovono
e si lasciano muovere nel movimento ecumenico che non
è un affare cattolico, ma appartiene a tutti coloro che
hanno il coraggio e la pazienza di lavorare e di discutere
molto per fare un piccolo
passo verso Gesù Cristo che è
il Signore di tutte le chiese, la
manifestazione dell’amore di
Dio per tutto il mondo.
Mons. Abiondi
t' Due concerti in due suggestive sale del Castello sforzesco di Milano
Dalle corti rinascimentali al genio di Antonio Vivaldi
PAOLO FABBRI
LPARTE lancia i suoi messaggi nel tempo e nello
spazio e accade talvolta che
questi messaggi si incontrino, anche se molto di rado,
come le code di due stelle comete. Esplode allora l’empatia nella purezza dello spazio,
fra lo scintillio di mille e mille
piccole stelle, mille e mille
emozioni (che povertà questa
parola sola di fronte ai tanti
ineffabili significati!) affollano lo spirito, si scontrano, si
fondono, il logos non basta,
nrge di più, si vorrebbe entrare di soppiatto nella poieds, rubare immagini e metafore per descrivere l’estasi
estetica così intensa.
Nella Sala della Balla del
Castello Sforzesco di Milano
il Cimento dell'armonia e
All'invenzione di Antonio Vi**3ldi inizia a disegnare il suo
affresco sonoro con La pri^vera, e subito la natura inCòntaminata nel suo respiro
Panico, ma anche nel trasporto, che volge lo spirito
^rso Dio creatore, entra nelle grande sala e incontra lo
stupendo arazzo del mese di
™glio, fatto eseguire da Gian
"lacomo Trivulzio nei primi
anni del 1500. Il giovanetto al
centro tiene la cornucopia
traboccante di spighe in una
mano mentre l’altra, alzata a
indicare il sole, pare dirigere
le melodie eseguite dall’Accademia Bizantina, sostituendosi al direttore Ottavio
Dantone, umilmente chinato
sul clavicembalo. Il sentimento cosmico fissato nell’ordito e nella trama dai
maestri tessitori del rinascimento, viene avvolto dai suoni di Vivaldi, entra con loro in
sintonia e tutto pare muoversi sulla stessa partitura.
Quando si, passa a La tempesta di mare, i bastoni snodati alzati a battere le spighe, ritmano le burrascose
onde del mare; la estenuata
voce dell’oboe nel Concerto
op. 8 n. 9 fa invece alzare gli
occhi verso l’alto, a cercare il
sollievo del cielo, incontrando la perfetta struttura del
Bramantino, che cattura lo
sguardo e appaga lo spirito;
l’occhio indugia sulle simmetriche travature dello sfondo
e l’orecchio si delizia delle
fioriture estemporanee dell’oboe di Paolo Grazzi. «Luglio sulle aie risuonanti batte
le messi con sforzo ben gradito ai contadini, le spula, le
mette da parte e riempie i
granai», così recita l’arazzo e
così si esprime L'estate col
suo racconto sonoro prima
languido poi sbigottito davanti al temporale, potenza
terrorizzante della natura,
che si placa nel Concerto n. 8
op. 12 per oboe e archi, nel
dialogo sereno e disteso fra il
solista e gli archi, mentre il
Concerto n. 8 op. 7 sbriglia la
fantasia nel gioco polifonico
fra l’orchestra e il violino di
Stefano Montanari che, con
passione intensa, disegna le
sua spirali sulle geometrie del
Bramantino.
Un ringraziamento dunque
alla Società del Quartetto e a
Sandro Boccardi per avere
aperto il 50“ ciclo di Musica e
Poesia a San Maurizio (chiusa per i lavori di restauro) con
questi meravigliosi paesaggi
musicali.
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Il 24 marzo la «Sala delle
asse» ha ospitato l’Ensemble
Micrologus con la Compagnia Belreguardo, per eseguire rispettivamente musiche e
danze delle corti italiane del
Quattrocento. Entrando nella
sala lo sguardo è subito catturato dallo straordinario affresco leonardesco, che lancia poderosi tronchi di gelsi
[morus, come II committente
Ludovico il Moro) verso il
soffitto in un avvilupparsi di
rami in cui a primo colpo
d’occhio è la natura a trionfare, mentre a uno sguardo più
approfondito si intuisce una
metafora più complessa, forse un riferimento all’impero
di Massimiliano con cui Ludovico il Moro era schierato.
Al suono della ballata di
Zacara da Teramo Ciaramella mea dolce il tempo comincia a indietreggiare, come
sconfitto dalla musica e l’in
canto si perfeziona quando
entrano i danzatori e le danzatrici, in costumi ricavati da
accurata ricerca filólogica sugli affreschi dell’epoca, a interpretare il ballo La figlia
Guglielmino. Il pensiero corre ancora inevitabilmente a
Leonardo, che al tempo in
cui eseguiva l’affresco per il
signore di Milano, stava dipingendo il Cenacolo di Santa
Maria delle Grazie.
Quali erano i pensieri di
quel genio immenso, che
stava creando uno dei massimi capolavori dell’ingegno
umano? Lo possiamo vedere
in piccola parte nella mostra
a Palazzo Reale, sempre a
Milano, dove sono esposti i
pochi disegni preparatori arrivati fino a noi e i dipinti
che, in qualche modo, dal
Cenacolo sono stati influenzati; non bisogna dimenticare peraltro che Leonardo era
anche scenografo, regista e
progettista delle grandi feste
organizzate dal duca e chi ha
letto la descrizione di uno di
questi spettacoli non può
non rimanere impressionato
dall’ingegnosità, dalla creatività, dalla spettacolarità di
questi incontri, che attestano
un animo partecipe alla gioia
di vivere espressa dal Rinascimento.
Allora la canzone En attendant di Alexandre Agricola, il
rondeau Amis tout doux di
Perre de Moulin, la bassadanza Falla con Misaras di
anonimo infondono, come
dice il maestro di danza riprendendo le parole di un
collega dell’epoca, serenità
nell’animo. Forse un po’ di
questa serenità si è riflessa
anche nel Cristo del Cenacolo e, nell’atmosfera incantata
creatasi nella «Sala delle asse» è stato possibile coglierne qualche favilla.
LIBRI
Memoria
Cefalonia
Viene ripubblicato, anche sull’onda delle commemorazioni
ufficiali e della visita del Presidente Ciampi, il romanzo di
Marcello Venturi sull’eccidio dei soldati italiani della Divisione Acqui che ebbe luogo dopo T8 settembre 1943 a Cefalonia
in Grecia. Scegliendo di non arrendersi e di
non accettare le condizioni poste dalle
truppe tedesche, gli ufficiali italiani andarono alla morte. Il libro [Bandiera bianca a
Cefalonia, Le Mani, 1997-2001, con prefazione scritta nel 1972 da Sandro Ferrini,
pp. 248, £ 25.000) è costruito sulla testimonianza del figlio di una delle vittime della
strage. Pubblicato in origine nel 1963, ha
avuto varie edizioni e traduzioni.
Memorie
Vita e Design
Progettista di importanti stabilimenti industriali (la Fiat
Lingotto e poi Mirafiori a Torino, altri a Porto Marghera), Vittorio Bonadé Bottino (1889-1979) aveva preso nota degli avvenimenti della propria vita e di quelli che avvenivano in
un’Italia segnata dalle molte trasformazioni politiche, sociali e culturali, in un cospicuo diario. Ora Laura Lepri ne ha condotto
la cura editoriale, facendone prima di tutto
una scelta. Ne risulta un volume appassionante [Memorie di un borghese del Novecento. L’avventura di un pioniere dell’industria Bompiani, 2001, pp. XII-347, £ 32.000)
soprattutto per le caratteristiche particolari
dell’osservatore di quei fatti.
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,30 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE
Protestantesimo
■g
31 Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federatmmimmli’’ zione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse a
domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 29 aprile,
alle ore 23,50 circa, andrà in onda: «La Carta ecumenica a
Strasburgo»; « I quarant’anni di esistenza del "Servizio cristiano di Riesi’’». La replica sarà trasmessa lunedì 30 aprile alle
ore 24 e lunedì 7 maggio alle 9,30 circa.
L'arazzo del Bramantino ai Castello Sforzesco
6
PAG. 6 RIFORMA
I
M Continua il nostro dibattito sulla situazione politica italiana e le elezioni
Invito alla riflessione prima del voto
Inquinamento, integralismo cattolico risorgente, alleanze preoccupanti: quali garanzie può
offrire la Casa delle libertà? Le delusioni causate dal centrosinistra e la voglia di cambiare
CARLO PARIMI
SENZA fare nessuna polemica vorrei invitare a riflettere quei lettori di Riforma che fossero incerti su chi
votare o che avessero deciso
di dare il loro voto alla «Casa
delle libertà».
Ecologia
Uno dei problemi più gravi
e urgenti del prossimo quinquennio sarà la necessità di
limitare l’inquinamento del
nostro pianeta. È evidente
che non si può continuare
come negli anni passati. Le
conseguenze deH’«effetto
serra» sono ormai evidenti:
abbiamo già inverni piovosissimi ed estati torride, l’aria
delle città è irrespirabile (con
asma e tumori in aumento
esponenziale). Occorrono
provvedimenti coraggiosi e
non parole al vento. Ora, i
partiti di destra sono costituzionalmente insensibili di
fronte a questi drammatici
problemi. Ne sanno qualcosa
quegli ingenui statunitensi
che si sono fidati delle promesse del presidente Bush jr.
rivelatosi strettamente legato agli interessi dei petrolieri. Ma, per restare in Italia,
guardiamo ai fatti.
1) In Liguria la nuova giunta regionale di centro-destra
(Biasotti) non ha ancora saputo risolvere il problema
delle acciaierie di Cornigliano, fortemente inquinanti,
ma ha prontamente accolto i
desiderata dei sindaci delle
cittadine confinanti con il
Parco nazionale di Portofìno
riportandone i confini a quel
diventare sempre più una
«Repubblica pontificia».
E le nostre piccole chiese?
Che spazio possono sperare
di ottenere, in quel clima, alla
radio e alla televisione o nella
società? Temo che dovremo
prepararci a difendere, con le
unghie e con i denti, il piccolo spazio di libertà religiosa
che abbiamo ottenuto.
'-i
V.
li che aveva nel 1935 e dando
così via libera a speculatori e
cacciatori. Una preziosa oasi
naturale rinomata in tutto il
mondo è ora nuovamente in
pericolo.
2) Il famigerato sindaco di
Agrigento che ha sempre dato via Ubera agli abusivi della
Valle dei Templi (di cui era
uno dei primi), e che è stato
di recente condannato dal
Tribunale di primo grado, è
stato mantenuto candidato al
Senato per Forza Italia.
Integrismo cattolico
Berlusconi è strettamente
legato ai settori più retrivi e
integristi della curia romana
(card. Ruini, Sodano, ecc.).
Ha il pieno appoggio di Comunione e liberazione, della
Compagnia delle Opere e
dell’Opus Dei. Il leader di
Forza Italia ama presentarsi
come il vero erede del partito
cattolico e ha fatto alla curia
romana preoccupanti e impegnative promesse. Se diventa capo del governo finanzierà largamente la scuola cattolica a scapito di quella
pubblica. Per quanto riguarda la legislazione in campo
etico (aborto, bioetica, eutanasia, sperimentazioni scientifiche, ecc.) l’Italia rischia di
Alleanze preoccupanti
La «Casa delle libertà» si è
alleata con quel Bossi che
vorrebbe espellere dall’Italia
tutti gli stranieri immigrati,
anche quelli pienamente inseriti nel mondo del lavoro
(per fare quei lavori che gli
italiani rifiutano). Di recente
in Sicilia e in altre regioni del
Sud si è alleata con l’estrema
destra fascista della «Fiamma
tricolore» (cioè con quel partito di Rauti che è responsabile delle bombe che hanno
insanguinato l’Italia negli anni del terrore). Il processo
Dell’Utri a Palermo (interminabile come tutti i processi
italiani che toccano uomini
al potere) ha svelato preoccupanti intese e connessioni
con la mafia... e si potrebbe
continuare. Ma la nostra coscienza cristiana non ha proprio nulla da dire di fronte a
queste alleanze (palesi o occulte)?
Comprendo che il «centrosinistra» dopo anni di governo possa averci deluso e sia
forte la tentazione di «cambiare», ma stiamo molto attenti, l’alternativa può essere
ben peggiore del male. Gli
italiani hanno già fatto un errore del genere nel 1924.
Il gruppo dirigente dell'ex Pei ha svuotato i valori tradizionali della sinistra
Mano libera per l'economia di mercato? No grazie
GIACOMO QUARTINO
CONDIVIDO, in linea di
principio, per il tema e
per la qualità delle persone
invitate a intervenire, l’iniziativa dell’incontro su «Cristiani e democrazia» promosso dalla Chiesa metodista di Roma e svoltosi il 21
marzo scorso. Mi domando
invece se sia stato opportuno invitare anche l’attuale
segretario dei Democratici di
sinistra e candidato a sindaco di Roma, on. Walter Veltroni, per le ragioni che dirò.
Se oggi la democrazia in
Italia e la Costituzione del
1948 sono esposte a così gravi rischi di stravolgimento e
svuotamento sostanziale e
formale, la responsabilità
storica e politica risale in
gran parte al gruppo dirigente dell’ex Pei, che depose con
Formazione Teologica a Distanza
Facoltà valdese di teologia
Seminario locale a Napoli
Fondamenti di teologia sistematica: il Dio trinitario
Napoli, Casa Materna
corso Garibaldi 235, Portici
27'28'29 aprile 2001
27 APRILE
ore 14,30:
ore 15-19:
Programma
28 APRILE
ore 9-12,30
e 15,30-19:
arrivo e registrazione dei partecipanti
introduzione alla teologia sistematica:
Pawel Gajewski: Il concetto cristiano di rivelazione.
La teologia trinitaria
29 APRILE
ore 8,45-9,15:
ore 9,15-12,30:
seminario di cristologia:
Fulvio Ferrano: Il significato del Gesù storico per la
cristologia sistematica. Problemi foruìamentali di una
cristologia .sistematica
breve culto
Pawel Gajewski: Lo Spirito Santo e l’escatologia
Quota di i.scrizione: L. 50.000
Soggiorno a Casa Materna, da cena/venerdì a pranzo/domenica, in
camere a più letti: L. 50.000
Informazioni:
Tutore locale: past. Teodora Tosarti, 081-264510
Coordinatore Corso a distanza: Roberto Bottazzi, 06-3207049
il seminario è aperto a tutti gli interessati
un colpo di palazzo l’ultimo
vero segretario del partito,
Alessandro Natta, per preparare la mai abbastanza deprecata svolta della Bolognina (1989). Tutta intera la tradizione culturale dell’antifascismo e della Resistenza, in
cui hanno le loro radici la Costituzione e le istituzioni repubblicane, è stata nei fatti
posta in liquidazione da
Achille Occhetto e soci. Proprio Veltroni, che ci viene a
promettere, se mai sarà eletto sindaco, di fondare un
«museo della memoria» (senza specificare quale) nell’ex
carcere di Regina Coeli, ha
dato un contributo non indifferente all’opera di demolizione del passato repubblicano e non solo di quello comunista.
Per rincorrere al centro i
voti del ceto medio, i diessini
hanno sputato in quello che
si chiamava lo «zoccolo duro» del loro insediamento sociale. Se oggi i più elementari
diritti di cittadinanza, il diritto al lavoro, alla tutela sindacale, alla salute, all’istruzione
vengono rimessi in discussione dalla più arrogante e reazionaria destra che ci sia in
Europa, i lavoratori italiani
sanno chi possono ringraziare. La sinistra italiana, politica e sindacale, è diventata
tanto moderata e pavida da
avere quasi smarrito le ragioni della sua esistenza.
Tutto va bene per loro,
fuorché la ripresa del conflitto sociale e la sua visibilità:
degli scioperi per i contratti
non si deve più parlare, se
non di quelli nei servizi per i
fastidi che arrecano, dei cortei operai non si devono più
vedere le immagini, delle lotte degli studenti universitari
contro la triplicazione delle
tasse neppure. Che sinistra è
mai questa? Che difesa seria
e convinta della democrazia
e di quel poco che resta dello
stato sociale possiamo aspettarcene? Possiamo aspettarci
davvero una reale politica di
redistribuzione della ricchezza prodotta nel paese negli
ultimi 15 anni, dal 1985, anno
del referendum, perduto per
poco, contro il blocco della
scala mobile voluto da Craxi,
fino a oggi?
I profitti delle imprese in
questo lungo periodo sono
stati altissimi, sino a decuplicarsi, mentre salari e pensioni scendevano a uno degli ultimi posti, se non proprio
l’ultimo, nell’Unione europea. Ma ai padroni della
Confindustria non basta ancora: nella loro recente assemblea di Parma il loro presidente D’Amato ha rivendicato mano libera su quasi
tutto: lavoro, tempo libero,
salute, ambiente, istruzione,
giustizia, cultura, ricerca. E
Berlusconi, intervenendo
dalla stessa tribuna, ha dichiarato che il suo programma coincide con quello confindustriale e che lui e D’
Amato potrebbero scambiarsi i ruoli. Chi vorrà opporsi?
Un Veltroni, campione di revisionismo? Ma via, non ce lo
venga a raccontare...
Per tutto ciò non era secondo me opportuno invitarlo. Non era meglio chiamare un costituzionalista di
autentica fede democratica
come Stefano Rodotà o Domenico Gallo, anziché farci
coinvolgere direttamente,
con l’invito a Veltroni, nell’opinabile attualità politica,
in un ruolo che come chiesa
non ci compete?
VENERDÌ 27 APRIlj2(^
La democrazia non è a rischio
Discutiamo, ma senza
demonizzare l'avversario
VINCENZO RIBET
E senza dubbio vero che
come evangelici possiamo dire (e fare) qualcosa per
le prossime elezioni. E sicuramente la prima cosa per la
quale potremmo efficacemente adoperarci è di non
essere portavoce di quelle
forze che cercano di condurre il tono del confronto che
riguarda il governo e l’amministrazione dello stato su di
una china devastante. Dobbiamo quindi evitare di cadere in quell’imbarbarimento
del dibattito, nel quale la prima preoccupazione, di entrambe le parti, è la delegittimazione deU’awersario.
Nel suo approfondito e documentato articolo. Paolo Naso sottolinea come le minoranze debbano essere assai
presenti nel segnalare qualsiasi cosa possa essere di scapito alla libertà individuale.
Ciò posto, afferma di non essere schierato completamente
alle posizioni dell’Ulivo dopodiché, purtroppo, comincia
una sistematica demolizione
della Casa delle libertà. La domanda iniziale, alla base delle
argomentazioni di Naso, è:
«Esiste qualche rischio per la
tenuta democratica del nostro
sistema istituzionale in caso
di vittoria della Casa delle libertà?». Giova quindi rilevare
che questo sistema, sostanzialmente invariato dal dopoguerra ad oggi, ha retto alla
legge truffa all’insurrezione di
Genova degli Anni 60, al ’68,
ai veri o presunti golpe di De
Lorenzo e altri, all’assalto delle Brigate rosse al rapimento
di Moro e a infinite altre crisi
(di alcune delle quali, vedi
Ustica, forse non sappiamo
neanche nulla).
nistra in questi anni, se ritie
ne che essa avrebbe pot^.
fare di più e meglio, è libe!
di votare chi gli aggrada, 04
non votare affatto. Vicevem
se taluno ritiene che l’Ulj^
abbia ben amministrato ij
cosa pubblica, abbia miglìQ,
rato e reso più efficiente lo
stato, giustamente non avrà
dubbi nel rivotarlo.
La campagna elettorale
Oggi l’Italia è uno degli 8
paesi più industrializzati, fa
parte dell’Unione europea, la
sovranità sulla moneta non
dipende più unicamente dallo
stato, la legislazione stessa
non è più totalmente appannaggio del Parlamento ma risponde alle direttive europee,
il funzionamento stessodella
macchina statale può essere
soggetto al controllo dell’Alta
Corte di Strasburgo. E il mercato, si sa, è globale.
Ne consegue che le nostre
istituzioni, come hanno retto
a urti ben più gravi, non si
squaglieranno davanti a un
governo del Polo il quale peraltro, anche se per pochi
mesi, ha già governato nel
1994. E ne consegue altresì
che tacciare l’avversario politico (Rutelli 0 Berlusconi, a
scelta) di essere, o di voler diventare, un dittatore di stampo sudamericano, non è una
tesi seriamente sostenibile.
Del resto, accanto dell’articolo di Paolo Naso, il prof. Spini
rileva che «la democrazia
non è contestata seriamente
né dall’Ulivo né dalla Casa
delle libertà». Si consideri
inoltre che già alle scorse elezioni politiche gli osservatori
rilevarono la sostanziale affinità dei programmi di governo, a cui oggi si aggiunge anche la sovrapponibilità dei
manifesti di propaganda.
L’unica conclusione seria
che se ne può trarre è che la
rispettiva delegittimazione
dei due schieramenti non è
né vera né reale, ma è solo
frutto di una barbara e incivile campagna elettorale. Il
quesito da porre realmente
quindi è: «Perché anche noi
evangelici dovremmo piegarci a tali bassezze?». Popper
diceva che l’essenza della democrazia è la possibilità di
rimuovere chi sta al potere.
In altri termini se qualcuno
non è contento dell’operato
del governo espresso dalla si
venerdì
U
Ti
sta
Il senso dello stato
In Italia, se ancora non
ste a livello diffuso il «senso
dello stato», ciò assai proba,
bilmente deriva dal fatto che
con il «Non expedit» la Ghie,
sa cattolica, vietando l’elettorato attivo e passivo ai cattolici, negava la legittimazioni
stessa del nascente stato italiano. E tale intrusione
portato effetti devastanti nella nostra cultura. Peraltro anche nel primo dopoguenail
Pei faceva deliberatamente
riferimento a uno stato estero sia per le istituzioni che
per le alleanze. Pertanto, ciè
che era sopravvissuto dell'
idea di stato, dopo il massacro operato dal Vaticano, ne
è uscito ancor più malconcio,
Oggi, in Italia, vedere le
elezioni politiche coment
importante, ma consueto,
fatto amministrativo-istituzionale, è un modo di pensare considerato quasi irreale,
se non addirittura banale: è
assai più facile immaginare
scenari apocalittici, di scontro tra Bene e Male. Ma ciò
impone una riflessione: pei
quale motivo coloro i quali
dovrebbero avere la mentalità più europea (noi evangelici) non si adoperano pei
diffondere il senso dello stato? per una giusta e sana amministrazione della cosa pub
blica? Esiste una sinistra seria, non «forcaiola», non demonizzante dell’avversario
(cosa che peraltro, elettoralmente si è visto che non paga). Allo stesso modo nella
destra vi sono personalità altrettanto serie e oneste.l
quindi doveroso tesserei!
dialogo con queste persone,
ed evitare gli atteggiamenti
belluini che ci sono propinali
Le «scelte di campo»
chiese protestanti a cui fanferimento Paolo Naso ci sono
state, con tutte i loro meritie
con i loro errori. Tuttavia,
quanto esse siano state giuste
anni or sono, è un dato difat'
to che il pianeta di oggi sia totalmente diverso rispettoa
quello degli Anni Settantao
Ottanta. Ciò impone di ripensare se stessi e il modo di essere credenti. Anche fare una
«Teologia del 13 maggio»
pare fuorviante: suppongo
che nessuno creda che votando Berlusconi sarà dannatOi
ma votando Mastella o Castagnetti avrà la vita eterna.
La politica come servizio
Lasciamo quindi stare 1 jnicuse reciproci, che sembrano
la dialettica oggi imperanti
nell’ambito politico. Alle pn®;
sate elezioni diversi evangeli
si sono presentati con la sim
stra; non so se il 13 1—.
qualcuno si presenterà con»
destra, ma me lo auguro vi®
mente. E mi auguro anct>
che, ove qualcuno lo facci*
gli altri fratelli e le sorelle nP
prezzino questa sua sceu
come è stata apprezzata qu«
la di chi si è presentato con
sinistra. E mi auguro inn®
che in entrambi i casi i fm*®
e le sorelle aiutino il can
to a portare nel mondo poi'
co la serietà neU’amminisff
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Vita Delle Chiese
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Svolto a Santa Severa il Congresso della Federazione giovanile evangelica italiana
Una Federazione viva ma anche fragile
Tante idee e tanta progettualità, ma diminuisce il numero di coloro che partecipano
stabilmente alla vita dei gruppi locali. I temi: economia e testimonianza, scienza e fede
NICOLA ROCHAT
Dal 13 al 16 aprile si è
svolto il XIV Congresso
della Federazione giovanile
evangelica italiana (Fgei)
oresso il Villaggio della gioventù di Santa Severa. E stato
un appuntamento denso di
relazioni collettive e personali, idee, emozioni; il dibattito
è stato ampio, talora serrato,
in un clima sereno di ascolto
^rispetto reciproco tra tutti e
tutte i circa 90 partecipanti.
Molti i temi in discussione, a
partire dallo stato della Fede^ione, la formazione e l’aggregazione giovanile, i rapporti con le chiese, con i centri giovanili, con l’estero, il
capire chi siamo e che cosa,
come e con quali priorità siaipo chiamati ad agire qui e
ora nel mondo.
Il Congresso ha ascoltato la
relazione del Consiglio useente e la controrelazione
.irevisori, strumenti entrambi preziosi per una anaItsidel lavoro svolto e per
l’identificazione delle linee
guida del prossimo mandato.
Visorio Stati interventi di saluto fraterno da parte della
Tavola, dell’Opcemi, dell’
Ucebi, della Fcei e dell’Ugei
(Unione giovanile ebraica
italiana). Abbiamo avuto un
prezioso contributo esterno
sul tema scienza e fede, un
concerto serale dal vivo, balli,
canti, momenti di culto e lode al Signore. Un’inedita e
apprezzata liturgia pasquale
accompagnato i diversi
momenti dei lavori. Il Congresso ha prodotto molto,
approvando 22 mozioni, che
quel
ot>l
più volte cito nel presente articolo: per un maggior grado
di dettaglio e informazione
rimando al prossimo numero
speciale del Notiziario Fgei
inserito in Riforma, limitandomi a segnalare alcuni dei
temi trattati.
La Fgei è debole nei nuineri, il calo delle iscrizioni è
marcato, f gruppi locali e le
regioni sono in forte difficoltà. Una delle immagini
usate per dire questa realtà è
quella di coloro che hanno la
percezione di custodire un
tesoro in vasi di coccio. Siamo fragili, vulnerabili, ma la
Fgei non è in crisi, non mancano idee e progettualità:
l’attenzione deve essere puntata sul non disperdere le forze in troppi rivoli.
Abbiamo (ri) parlato delle 4
lettere che compongono il
nome Fgei. La forma federata
come espressione di libertà e
autonomia, l’essere giovani
come elemento comune e
come valore aggiunto, rincontrarsi e il riconoscersi tra
evangelici come punto di
partenza dato per capire come indirizzare la nostra comune vocazione verso il
prossimo, qui e ora, nel paese che abitiamo. Uno dei nodi del Congresso è stato
quello della riflessione sul
senso di dirsi evangelici oggi,
e sulle forme in cui si esprime la comune vocazione di
credenti che fonda il lavoro
della Federazione.
Si è parlato di accoglienza
come una delle parole chiave, accoglienza verso il diverso e il simile, accoglienza come primo passo per una rea
Rolf Rendtorff
Teologìa dell’Antico Testamento
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Collana Strumenti n. 5
Questo primo volume ripercorre e «rinarra» il
testo sesuendo l'ordine canonico alla luce della critica biblica moderna, rispettando «l’intenzione» desìi autori biblici. Il frutto dell'esperienza quarantennale dell'autore. Seguirà un secondo volume di «sviluppo tematico».
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a cura di G. P. Romagnani
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atti del 37° e 38° convegno di studi per
?150° anniversario dell’Emancipazione. Le
'Vicende italiane ed europee che hanno
portato alla transizione da monarchia assoiata al regime perlamentare e alla concessione della libertà civile a valdesi ed ebrei.
Alessandro Galante Garrone
Padri e figli
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Collana Libertà e Giustizia
Il libro si apre con l'adolescenza di Piero e
Ada Gobetti e si conclude con la morte di
Carlo Casalegno, fraterno amico dell’autore. La
vecchia Italia liberale, fascismo e antifascismo,
nazismo e furore antisemita, la Resistenza come l'autore li ha sentiti nel corso della sua vita.
m mmeditrice
Claudiana
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TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
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le condivisione e in definitiva
strumento base per rilanciare
il lavoro a livello locale. Uno
dei campi formazione avrà
questo argomento come tema portante. In questo quadro si è riconosciuta in una
sempre più fertile collaborazione con le chiese a tutti i livelli (non solo quello istituzionale, e non in un meccanismo di delega reciproca a
seconda dei temi) una delle
sfide per un rilancio delle attività della Federazione.
Ribadendo l’importanza
dei Centri giovanili nella vita
della Federazione, per la formazione dei fgeini e igeine e
per l’elaborazione di contenuti, il Congresso ha anche
deciso una modifica allo Statuto dando diritto di voto in
sede Congressuale a uno dei
rappresentanti eletti dal Congresso stesso per ciascuno
dei comitati dei Centri giovanili (Agape, Ecumene, Adelfia. Santa Severa).
Prosegue l’impegno della
Fgei nei Balcani e nello scambio con i giovani croati, nello
spirito di rendere più condivise possibile queste esperienze che hanno visto spesso la Fgei in prima linea in situazione non facili e nell’ottica di salvaguardare anche le
stesse persone impegnate.
Un gruppo tematico ha riflettuto sul binomio autorità-potere e sul binomio identitàgenere. Linguaggio, sapere,
memoria comune, differenza
di genere sono tutte categorie
con cui si può dire e agire la
dialettica autorità-potere che
è presente nelle nostre relazioni, nel nostro retroterra
culturale e religioso, nel
mondo di uomini e donne
che ci circonda. Il prossimo
campo studi verterà su queste problematiche.
Sull’onda della riflessione
in corso sul binomio economia-testimonianza, il prossimo vertice dei G8 è stato argomento di discussione congressuale e oggetto di un documento che recita: «Nel mese di luglio si terrà a Genova il
vertice degli otto paesi più industrializzati del mondo per
concertare le nuove linee
economiche e finanziarie che
determineranno la vita delle
popolazioni. Il XIV Congresso
della Fgei individua in questo
momento paradigmatico un
luogo dove manifestare il dissenso nei confronti delle attuali tendenze neoliberiste e
dove proporre la possibilità di
un discorso alternativo più
attento ai diritti dei più deboli
alla giustizia sociale e alla salvaguardia del creato». La Fgei
ha quindi deciso di aderire alle iniziative di mobilitazione
del controvertice e parteciperà in modo non violento alle manifestazioni di protesta.
Uno dei gruppi tematici ha
lavorato sul tema del rapporto tra scienza e fede, partendo anche da un intervento di
Sylvie Dupré e dal successivo
dibattito; il Congresso ha
constatato «la necessità di
uno spazio di elaborazione
sui rapporti tra scienza e fede». Si tratta di una riflessione che è solo agli inizi, un
nuovo filone di ricerca che
ha suscitato interesse e passione. Uno dei campi formazione di questo mandato la
Iniziativa a Riesi nel tennpo di Pasqua
Quaranta giovani riuniti
per superare la violenza
Circa 40 giovani, di età
compresa tra i 15 e i 30 anni,
si sono lasciati coinvolgere in
una «quattro giorni» particolare. Provenivano dalla Svezia (Avesta), dalla Germania
(Dortmund), dal gruppo residente del Servizio cristiano di
Riesi e da Riesi stessa. Il loro
intento non era in primo luogo quello di assistere alle
processioni del piccolo centro nisseno, quanto di riflettere insieme su come «Superare la violenza», sulla scia
del Decennio ecumenico.
Il percorso per il quale sono stati condotti partiva in
effetti dalle migliaia di esperienze da Venerdì Santo nella nostra vita quotidiana:
dalla vittoria delle persone
più forti, dalla violenza dai
mille e uno volti. Punto culminante di questo primo avvicinamento al tema è stata
la produzione di piccole
sculture in creta che rappresentassero le forme di violenza che i giovani conoscevano dal loro ambiente vita
La lettura «internazionale» del
Vangelo di Pasqua nel tempio
le. Il secondo passo fatto insieme è iniziato con il culto
internazionale e plurilingue
della Pasqua nella chiesa valdese. Proprio partendo dalla
confessione di peccato, basata sulla presentazione di
alcune sculture sulla violenza quotidiana si è cercato di
annunciare il superamento
della violenza da parte di Dio
in Gesù, vittima eccellente
che poi supeiò la violenza e
persino la stessa morte. Prima di condividere insieme la
cena del Signpre, il sermone
ha esortato così la comunità
riesina: «Il Signore è risorto!
Credetevi e agite di conseguenza; infrangete il giogo
delle violenze, acclamate la
vittoria di Dio sulla morte, in
parole, canti, e con la vostra
vita! Dio ha posto una luce
anche nella nostra vita che
noi possiamo riflettere. Riflettiamola!». Il discorso pasquale è poi continuato nel
giorno di Pasquetta nel Centro evangelico giovanile di
Adelfia a Scoglitti. È stato
molto importante, soprattutto per i giovani maschi presenti, dover sentire in quante
occasioni le giovani donne si
sentono esposte a minacce e
a diverse forme di violenza e
si devono preparare mentalmente a difendersi.
L’intero incontro giovanile
internazionale, che faceva
parte del programma preparato per commemorare 40
anni di presenza del Servizio
cristiano a Riesi, è stato arricchito da una gita ad Agrigento e da serate in cui ogni nazione partecipante si è presentata agli altri attraverso
giochi, cibi e informazioni.
Un momento di lavori in un Congresso Fgei
vorerà specificatamente su
queste problematiche.
A proposito di finanze, «il
XIV Congresso, letta la parte
finanziaria della relazione del
Consiglio, preso atto che l’attuale bilancio copre le attività
ordinarie delle Federazione,
considerata la presumibile
diminuzione degli aiuti Ica
provenienti dalle chiese estere, riafferma la centralità
dell’autofinanziamento come
impegno di responsabilità
concreta da parte di tutti gli
iscritti/e. IIXTV Congresso ritiene inoltre indispensabile
una discussione collettiva
sulle possibili forme di richieste di finanziamenti per
progetti». Verrà quindi istruito a cura del Consiglio un dibattito che proseguirà anche
nei gruppi sulll’eventualità
che la Fgei faccia delle richie
ste di finanziamento per singoli progetti, tenendo conto
delle reali necessità economiche, delle potenziali conseguenze sul modo di lavorare e delle diversità interdenominazionali che costituiscono la forza e la specificità della Federazione stessa.
La mia impressione finale a
caldo è di una Federazione
viva e fragile al tempo stesso,
che risente della crisi delle
strutture dell'agire collettivo
che abita il nostro tempo, che
è conscia dei suoi limiti e ne
fa una sincera confessione di
peccato, ma che da questo
Congresso esce rilanciata,
ricca di idee, serena e determinata, probabilmente più
umile, consapevole di dover
comunque camminare su
crinali trasmettendo la bellezza dell’osare.
Firmata la Carta ecumenica
Puljic, arcivescovo di Sarajevo, sui temi della pace e
della riconciliazione. Qualcuno ha osservato che a Strasburgo il «testimone dell’ecumenismo» è passato ai giovani: «No, noi giovani ci assumiamo delle responsabilità ha però commentato Sandro
Spanu, segretario della Federazione giovanile evangelici
italiana, anch’egli presente a
Strasburgo - ma l’ecumenismo è un impegno che spetta
a tutti, senza distinzione generazionale e senza che Io si
possa delegare a qualcuno».
I simboli della spiritualità
ecumenica
Giovani e adulti sono anche
stati invitati a proporre dei
simboli della loro spiritualità
ecumenica: e così un giovane
ragazzo romeno, greco cattolico, ha mostrato e condiviso
con l’assemblea i suoi sandali
consumati da centinaia di
chilometri di marce e pellegrinaggi per vivere con altri
ragazzi la sua fede e la sua testimonianza. Gli ha fatto eco
il cardinale Etchegaray, il presidente del «dicastero» vaticano per l’ecumenismo, il quale
ha simbolicamente offerto
«sia pure per qualche istante
soltanto» la sua croce episcopale come gesto di condivisione di una grande «responsabilità»; infine una pastora
luterana, Margarethe Isberg,
che da una piccola brocca ha
versato dell’acqua «con cui ci
laviamo quotidianamente,
l’acqua che ci ha battezzato.
l’acqua che rende possibile la
vita della terra, l’acqua che
sprechiamo, l’acqua che condividiamo con chi è assetato».
Simboli che «raccontano»
storie di fede diverse, lontane
che nella storia si sono contrapposte anche violentemente. A Strasburgo queste
storie si sono intrecciate, come le strisce colorate di un
tappeto appoggiato sul tavolo della chiesa di Saint Thomas sul quale è stata firmata
la carta ecumenica.
La sfida inizia ora; nei paesi
a più lunga e solida tradizione ecumenica come in quelli
in cui il dialogo è più recente
e forse difficile, come ad
esempio in Italia. Eppure la
presenza del presidente della
Conferenza episcopale, cardinale Camillo Ruini, e del
segretario della Consiglio
della Gei per l’ecumenismo e
il dialogo, mons. Vincenzo
Savio, sembrano indicare
una precisa volontà di impegno. «L’ecumenismo è uno
dei campi in cui noi italiani
dovremmo diventare un po’
più europei e imparare dal
dialogo, dai rapporti e dalle
discussioni che ci sono negli
altri paesi - commenta Gianni Long, presidente della Federazione della chiese evangeliche -. E credo che lo potremo fare, anche se l’Italia è
un paese speciale, proprio
sulla base di questa Carta
ecumenica». Il cielo dell’ecumenismo, anche in Italia,
sembra volgere al sereno.
Paolo Naso
I sandali «ecumenici» donati da un giovane
(foto Alabiso)
8
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 27 i
Un convegno organizzato a Karlsruhe dairAssodazione dei valdesi in Germania
In ricordo dell'opera di Tullio Vinay
La testimonianza di un gruppo internazionale di persone che lo hanno conosciuto e anche
di giovani che ne hanno sostenuto soltanto l'opera. Le critiche per il suo impegno politico
SUSANNE LABSCH
KARLSRUHE — Più di 60
persone, donne e uomini tra
i 17 e 83 anni, hanno partecipato al convegno su Tullio
Vinay organizzato dall’Associazione dei valdesi in Germania. L’incontro è stato voluto da Jürgen Hanssmann e
da altri che in gioventù sono
passati da Agape o Riesi e sono stati formati dal pastore
Vinay. Molti di loro hanno
assunto compiti di responsabilità nelle chiese tedesche:
Werner Rostan, oggi responsabile per i contatti con
l’America Latina presso l’organizzazione «Brot für die
Welt» (Pane per il mondo),
che conobbe sua moglie 40
anni fa durante un incontro
ad Agape, ha detto: «Tullio
Vinay è stato molto importante per il mio impegno a
causa del suo concetto di
diaconia politica. Aveva già
pensato globalmente e agito
localmente come diciamo
oggi». Hans Peter Held, oggi
direttore di uno dei tre Centri di incontro della chiesa
del Baden, passò a Riesi, subito dopo la fondazione del
Servizio cristiano, con un
gruppo di allievi e legge da
allora le notizie di Riesi: «Sono stati importanti per il mio
lavoro in una comunità di
Pforzheim - ha detto -, città
totalmente distrutta nella seconda guerra mondiale, nella
quale bisognava costruire
una vita nuova delle chiese»
Tutti hanno raccontato le
loro esperienze ad Agape e
Riesi ed è stato impressionante constatare quale influenza queste opere abbiano
avuto sul loro cammino come credenti. Jürgen Hanssmann, laico e direttore di
una banca, si è impegnato
dal 1955 per il lavoro di Agape: nel 1958-59 è stato residente di Agape e poi ha sempre continuato a chiedersi:
«Come posso vivere questo
concetto di Agape in Germania, nel mio lavoro?».
Il gruppo dei relatori era
internazionale: i più anziani
di loro si ricordano direttamente di Vinay, avendo lavorato e vissuto con lui ad Agape o Riesi. I più giovani non
l’hanno mai conosciuto ma
sono legati agli attuali Centri.
Il pastore Giorgio Bouchard
ha ricordato alcuni punti salienti della vita di Vinay: da
pastore pietista e tradizionale
a pastore impegnato nella
politica e conosciuto in tutta
Italia per il suo impegno contro la guerra del Vietnam. Jolanda Schenk, di Merano, ha
raccontato il periodo della
costruzione di Agape dove
passò quasi tutte le sue vacanze da giovane insegnante.
Elisabeth Blank, di Friburgo
in Svizzera, residente per
tanti anni a Riesi, ha raccontato il conflitto tra l’impegno
per le singole persone e la visione di una società più giusta, più libera in Sicilia. Molto commovente il suo ricordo
degli altri residenti come
Rocco Alabiso e Ines Long,
che non sono più tra noi.
Piera Egidi ha parlato soprattutto di Fernanda Vinay.
Per molti del pubblico tedesco si è trattato di un altro,
nuovo punto di vista. Piera,
infatti, conobbe i coniugi Vinay solo alcuni anni prima
della loro morte. L’assemblea ha poi ricordato il loro
figlio Giò Vinay, mancato a
Roma due giorni prima del
convegno.
Tullio Vinay non ha lasciato
testimonianze personali. Gli
archivi della Tavola valdese
hanno solo la sua corrispondenza «ufficiale» e la «meda
Un momento dell’incontro di Karlsruhe
(foto Herbert Temme)
glia dei giusti» conferitagli
daRo Stato d’Israele per il suo
impegno per gli ebrei di Firenze durante la persecuzione
nazifascista. Questa medaglia
si vede adesso nella mostra
allestita sulla vita e sull’opera
di Tullio e Fernanda Vinay nel
Museo valdese di Schonenberg, sede dell’Associazione
dei valdesi in Germania.
I più giovani dei partecipanti all’incontro hanno reagito in modo un po’ critico
riguardo ad alcuni contributi un po’ agiografici. Hanno
espresso il loro legame ma
anche la loro visione critica
su Agape e Riesi. Gabriella
Costabel, pastora valdese nei
dintorrii di Stoccarda, e Silvia
Diether, per due anni residente di Agape negli Anni 80,
hanno parlato delle difficoltà
di Agape di diventare «una figlia adulta» dopo la direzione
di Vinay, delle difficoltà di
tradurre l’idea dell’agape nella società odierna. «Che cos’è
che mi lega al pastore Vinay?»
si è chiesto Stephan Mùhlich,
per alcuni anni pastore a Riesi insieme al pastore e direttore a quel tempo del Servizio cristiano, past. Giuseppe
Platone, e si è risposto: «Ho
dormito nel suo letto, perché
Fernanda lo aveva lasciato in
regalo alla casa pastorale di
Agrigento».
L'impegno politico di Vinay
Un punto è stato discusso a
lungo: il rapporto molto diffìcile tra Tullio Vinay e alcuni
rappresentanti del protestantesimo tedesco negli Anni 70.
Dopo il 1976 Vinay è stato
per due decenni quasi una
persona «non grata» nelle
chiese tedesche, soprattutto
quelle tradizionali del Sud.
Hanssmann ha raccontato
una storia emblematica e tragica del suo pastore, Kurt
Hennig, che lo aveva portato
nel 1955 ad Agape. Hennig
era stato soldato della Wehr
macht in Italia, amava l’Italia
e parlava bene l’italiano. Dopo la guerra fece amicizia
con Tullio Vinay, divenne
una persona di spicco nel
protestantesimo tedesco come membro della Commissione sinodale nazionale per
la gioventù. Sostenne Agape
per molti anni e la fece conoscere in tutta la Germania.
Nel momento in cui Tullio
Vinay divenne candidato della sinistra per il Senato, Hennig mppe l’amicizia con Tullio con l’argomento: «Un cristiano non può essere comunista, chi è comunista non è
più cristiano». Non riusciva a
vedere la differenza tra comuniSmo tedesco e quello
italiano. 11 suo amore per
Agape si mutò in persecuzione, usò la sua forte influenza
nel protestantesimo tedesco
per screditare il lavoro di Vinay che per anni non potè
parlare nella Germania del
Sud senza suscitare proteste.
Vinay ne ha sofferto molto
dato che il suo impegno era
diretto verso la riconciliazione. I più giovani dirigenti, pastori e laici delle chiese in
Germania del Sud, come
Carl-Christoph Epting, Jürgen Hanssmann, Werner Rostan e altri cercarono di rimediare con articoli e visite.
Vinay, poco prima della sua
morte, chiese a Hanssmann
di attivarsi affinché il libro
L’amore è più grande per i 40
anni di Agape potesse uscire
in tedesco. «Ero sempre fedele all’idea dell’Agape - ha detto il partecipante più anziano
dell’incontro, un ingegnere di
83 anni di Stoccarda -. Sono
felice di questo incontro, perché mi dimostra che l’impegno di Agape e di Riesi porta
frutto anche nelle generazioni più giovani di me».
M Iniziativa ecumenica a Messina
Nel periodo pasquale
le chiese si riawicinano
LUCIANO SIGNORINO
Lunedì 9 aprile è una data
da considerare «pietra mi
liare» per chi, a Messina, ha
sempre creduto con fermezza che l’ecumenismo debba
proseguire il suo difficile
cammino nonostante le «pietre d’inciampo» poste lungo
la tortuosa strada da regole,
tradizioni, fondamentalismi,
dogmi, pregiudizi, scetticismi, emarginazioni. Questa
data sarà certamente ricordata perché in un’agape fraterna vissuta dal gruppo ecumenico di Messina per commemorare insieme la Pasqua nei
locali della chiesa valdese, si è
assottigliato il diaframma che
separa le estremità del tunnel
nel quale cercano di ricongiungersi e riabbracciarsi in
Cristo, unica via e verità, i fratelli cattolici e protestanti.
Spesso la «roccia» impedisce questa ricongiunzione,
spesso ci si sente tanto distanti da pensare di desistere
dal continuare a scavare,
spesso le parole e i dictât di
uomini che non vogliono sicuramente quell’abbraccio ci
scoraggiano e ci amareggiano; ma potrà Dio che è morto per riscattare questa indegna umanità, rendendoci liberi dal peccato e donandoci
il suo Spirito, impedire che
ciò si avveri?
Il 9 aprile scorso la componente cattolica del grupjto
ecumenico di Messina, in
aperta disubbidienza alle re
gole che non permettono ai
fratelli protestanti di accostarsi all’eucarestia, ha proposto la condivisione della
celebrazione eucaristica adattando la liturgia in modo
che venisse accettata e condivisa, in buona parte, dai
fratelli delle altre confessioni.
La parte cruciale della commemorazione eucaristica è
stata vissuta e consumata da
ciascuno dei presenti nel rispetto delle proprie convinzioni religiose ma il culto o
celebrazione in toto, preparato con oculata prudenza
nei minimi particolari da don
Visalli, coadiuvato da CarmeIo Labate, responsabile del
Sae di Messina, e dal pastore
Jens Sielmann, dopo un attento esame e una generale
condivisione da parte dei numerosi presenti, ha creato
un’emozionante atmosfera di
calore fraterno. Certamente
Cristo era veramente fra noi!
1 canti che hanno accompagnato la celebrazione sono
stati eseguiti con profonda
partecipazione facendoci
sentire fratelli e figli dì un solo Padre. Il dialogo ecumenico sarà, da oggi, certarnente
più proficuo per riconciliarci
sotto la suprema autorità del
nostro Signore Gesù Cristo,
punto finale d’incontro di
tante semirette religiose i cui
angoli che li separano, speriamo diventino sempre più
piccoli fino a formare un sola
linea che ci conduca, tutti insieme, a lui.
» In Sardegna, nel Sulcis-lglesiente
Dialogo interreligioso
e intracristiano
GIUSEPPINA MOLA
SABATO 31 marzo e dome
:
__ nica 1“ aprile si è svolto
presso la biblioteca di Sant’
Antioco un convegno ecumenico interreligioso promosso
dalla Chiesa battista del Sulcis-lglesiente e organizzato
dall’associazione «Terza età»
di Sant’Antioco. Il convegno
si è aperto sabato pomerig^o
con le relazioni del past. Giuseppe Miglio su «Implicazioni e prospettive nel dialogo
ecumenico interreligioso» e
del docente di filosofia Gianni Cancedda su «Le varie espressioni della religione», ed
è poi terminato la domenica
con le relazioni del prof.
Maurizio Teani, preside della
Pontificia facoltà teologica
della Sardegna su «Il papa
chiede perdono. Purificare la
memoria», del prof. Paolo
Ricca, teologo valdese, su
«Pensieri e riflessioni su Graz
e sul giubileo cattolico», e del
prof. Ali F. Schutz, responsabile della comunità islamica
in Italia, su «Prospettive e posizioni ecumeniche all’interno del mondo islamico in
Italia». All’appuntamento,
per motivi familiari, è mancato il prof. Amos Luzzatto,
presidente dell’Unione comunità ebraiche italiane, il
quale ha fatto pervenire la
sua relazione, di cui si è data
lettura, su «Progressi e regressi nel cammino ecumenico interreligioso».
L’iniziativa, che ha riscosso
un grande interesse di personalità politiche di Sant’Antioco, della Provincia di Cagliari
e della Regione sarda, ha visto la partecipazione di molte
persone del luogo, di docenti,
di rappresentanti della Chiesa awentista e della Chiesa
cattolica fra i quali il vescovo
di Iglesias, mons. Tarcisio
Pillolla, che ha aperto il secondo giorno di convegno.
^ Chiesa battista di Torino
Due lutti che pesano
nella vita della comunità
FRANCESCO CASANOVA
IL 14 marzo un folto gruppo
di credenti di chiese evangeliche di Torino e della provincia ha dato l’estremo saluto alla sorella in fede Dina
Monti ved. Albanesi, di 86
anni, ospite della Casa di riposo Villa Grazialma di Avigliana. La predicazione, pronunciata nel giardino della
Casa, è stata ispirata al versetto biblico di Apocalisse 14,
13 («Beati i morti che da ora
innanzi muoiono nel nome
del Signore. Si, dice lo Spirito,
essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li
seguono»). È stato ricordato
tra l’altro che là vittoria di
Gesù Cristo sulla morte rende beati coloro che muoiono
nella comunione di fede con
Dio, che chiudono il ciclo
della vita nella serena fiducia
di aver vissuto ogni tappa
della propria esistenza davanti a lui e con lui. Al figlio
Tullio e alla sua famiglia van
no ancora la solidarietà e l’affetto della chiesa battista di
via Passalacqua, Torino.
A distanza di poco meno di
un mese dalla morte di Dina
Monti Albanesi la Chiesa
battista di via Passalacqua
(Torino) ha perso un altro
carissimo fratello in fede. Renato Zardo, di 87 anni. Numerose persone si sono raccolte intorno al suo corpo
mortale per manifestare solidarietà ai familiari e per
ascoltare la Parola della vita
ispirata al testo di 1 Corinzi
15, 58: «Perciò, fratelli miei
carissimi, state saldi, incrollabili, abbondanti sempre
nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica
non è vana nel Signore». Alla
moglie Liliana, al figlio Luciano, alla nuora Cristina e ai
nipotini Umberto e Anna
Carla affermiamo con serena
certezza che il grande amore
che ha caratterizzato Renato
gli ha dato il diritto di passare dalla morte alla vita.
9e
gioventù evangelica
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sostenitore............................ 100.000
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versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a;
' gioventù evangelica - via P.Lambertenghi, 28 - 20159 Milano
Il pastore Miglio, riven*
cando l’uso dell’aggetti,,
«ecumenico» anche per il d
logo interreligioso e non sS
nel dialogo intracristiano,^
enfatizzato la necessità di ai
largare il dialogo anche a|
parte laica nonché di ricer^
re la ragione principale chej
spinge oggi a chiedere und
logo più aperto e una riap^
cificazione delle parti, eh
posto il quesito se la ricetij
di dialogo fra le varie religioj
sia «solamente una questioni
squisitamente di estetica
litica, culturale, sociale... m,
questione di modernità, o
coscienza, o altro ancora».
Il prof. Ali F. Schutz haciiticato chi sostiene l’equazio.
ne musulmani-integralistii
affermato che «atti come 1'®.
fibulazione non sono pa
niente prescritti dal Corano,
che è contrario alla pratici
della poligamia, mentre si|
questioni dell’uso del veloce,
corre sapere usare una seni
di mediazioni culturali
prof. Paolo Ricca ha rilevato !
che «l’ecumenismo nonsico*
venerdì
Nell
loco
sabattisi
te le pers
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«aria, si
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14,6 («le
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lui Gusti
un frate;
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past. Fra
lerendoi
«Io sonc
vita», ha
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lo devoi
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^ore è
imposte
Hanno
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anche di
Signif
[
Con
c
struisce aggregando semplcemente un altro a un pio
gramma a cui non ha parted
pato, ma significa preparati
insieme un evento. Il Giubi,
leo non è stato ecumenico,!
differenza dell’Assembleal ìMàrcella
Graz, nella quale nessun! trappresi
aveva trovato tutto pronto m ¿.valdese
cattolici, evangelici e orlo .fianco p
dossi avevano lavorato insii gio),' Sa
me». L’ecumenismo è insom tcircuito
ma coralità. Il prof. Teani li ^Giacomo
ricordato che «il papali sevaldei
chiesto perdono il 12 mais tmetodi:
del 2000, prima domenica Í |Cottàrdi
Quaresima, per i peccatiJldistadi!
tutti i membri della Chies sloyCor
cattolica, ovviamente anch dese di (
per il passato» e ha inciti íMppresi
confessato le colpe neirap tótista
porti con Israele, chiedendi ytio sotto
perdono al Dio di Abramo,i i di fiouc
Isacco e di Giacobbe. Trai dènte la
tando il problema del Un- b sobrie
guaggio la relazione del pio ; rapacità
fessor Amos Luzzatto inveci
affermava: «Sul terrenodd
linguaggio e della reciproci
comprensione abbiamo pt
hábilmente i compiti più inmediati e, forse, urgenti. Noi
parliamo solo delle parole!
della sintassi. Parliamo and!
del linguaggio della gestì
e della simbologia visiva,
sono tanto importantind
mondo mediático di oggi.
È in questo senso che debbi!
mo giudicare negative aii®
del dialogo fra le religioni*'
. cune manifestazioni edf
spressioni della Chiesa catte
fica della seconda metà d^
l’anno giubilare. Prenderò
esempio le beatificazioni
Pio IX e di Pio XII, non!» «Vodell
sottovalutare altri episodi,*
per paradigma. ■ nu
Non entro nelle motivar* . ™anr
ni della Chiesa cattolica p* d
ché non me lo permette* ‘ duati
mai e perché non sono co* _ * 2()C
petente in materia. MiP*. P^bedi
metto invece di rilevate tecip^
inevitabile lettura del messi . Il C
gio, laddove il ricevente no* .
cattolico ma ebreo. È inev* ,
bile che la lettura sia prò» «Want
damente diversa, in qu® . tà d
caso negativa, preoccup»
piena di interrogativi suri®
ro». Paolo Ricca ha poi P®
il problema della scolla'
tra quello che dice il p*r
gli eventi stessi che la CW
cattolica produce. H
Cancedda ha infine
ziato come la dichiarai
Domimis Jesus di fatto sia «embi
ta un passo indietro nel d' s'
go ecumenico e confli" , {«* f*
su\ piano della ricerca coi| "brodi
ne di un nuovo linguagg'a
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9
LE 205,
WFNERD127 APRILE 2001
— Vita
PAG. 9 RIFORMA
Chiese -/t.x--''
‘Vendi,
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Cora»,
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veloce,
na serie
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rilevai)
onsicosempl.
un pio.
. paited.
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Il Giubi.
L'il aprile si è svolto a Chiavari il funerale del pastore Gustavo Bouchard
Un fratello amato e stimato
Nella suo vita è stata sempre evidente la fedeltà all'Evangelo, la sobrietà negli interventi
¡0 capacità di farsi capire da tutti, anche dai più semplici La Bibbia con lo copertina rossa
ERMINIO PODESTÀ
Troppo piccola è risultata
la sala di culto della chiesa battista di Chiavar! per tutte le persone che, provenienti
¿alle diverse chiese della Ll
^ledì 11 aprile a rivolgere
Fultlmo saluto terreno al pastore Gustavo Bouchard. La
presenza di tutte queste sodile e fratelli ha fatto capire
quanto fosse stato stimato e
^ato. Sia gli inni sia la lettura dall’Evangelo di Giovanni
14,6 («Io sono la via, la verità
e la vita»), erano stati scelti
dalla moglie Elsa e dal figli.
Dopo avere ricordato che per
lui Gustavo Bouchard è stato
un fratello, un collaboratore
prezioso, discreto e umile, il
past. Franco Scaramuccia, riferendosi al testo evangelico
«Io sono la via, la verità e la
tìta», ha detto che queste injàicaziohi, come sono state
uri programma per Gustavo,
lo devono essere anche per
tutti noi, convinti che il Signore è andato a preparare
imposto per tutti.
Hanno poi espresso la loro
ienico,iìtestimonianza e solidarietà
nbleai Jtìàrcella Giampiccoli Bogo, in
|.rappresentanza della Tavola
|;^ldese (riportiamo qui a
fianco parte del suo messag.gip), Saro Solarino per il 5“
,|Ìfeuito valdese-metodista,
Acomo Quartino delle chiepapa hi se valdese di Sampierdarena e
2 mara Ímetodista di Sestri, Sauro
renicad Attardi per la Chiesa metoeccatil Idistadi Savona, Teodoro Fana Chies r lo y Cortés per la Chiesa valdese di Genova, e chi scrive in
àppresentanza della Chiesa
fettista di Genova. Tutti hanno sottolineato che nella vita
si sono ritrovate mer
lessuni
rontoiii
i e ortO'
Ito insit
è insoB
Teani
due messaggi. Il primo del past. Giorgio Bouchard, nipote
di Gustavo, che ha detto di
avere letto qualche giorno fa
un articolo su un quotidiano
che a Cinisello Balsamo era
stato accordato di celebrare
una cerimonia per gli zingari
con la modalità valdese: il
giorno dopo gli giungeva la
notizia che Gustavo era morto. Se c’era stata la possibilità
di quella cerimonia degli zingari il merito era anche di Gustavo, che aveva sempre apprezzato e seguito gli zingari.
Il secondo è stato della figlia
Daniela, che ha affermato di
avere con sé la Bibbia a ricordo del padre, una Bibbia con
la copertina rossa che gli era
stata donata da lui stesso perché egli non amava le Bibbie cqn la copertina nera. Un
giorno, ha raccontato Daniela, un operaio si è avvicinato a
Il pastore Gustavo Bouchard predica in una riunione ail’aperto ai
Bric di Rorà ali’inizio degii Anni 50
suo padre chiedendogli una
Bibbia, e aggiungendo: «Però
la vorrei con la copertina rossa, perché il rosso è segno di
gioia e di amore». Gustavo entrò in casa, prese una Bibbia
con la copertina rossa e gliela
regalò, dicendo «Ecco la Bibbia che desideri». In questi
due messaggi è racchiuso il
messaggio che il pastore Gustavo Bouchard ci ha lasciato.
te anck
a inoltr
nei rap
liedeni
Dramo,il I di Bouchard è risultata evi
be. Trai
del Ha
I del pioto invM
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■eciproii
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ti più illenti. "
parolee
Tio and*
gestii!
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tanti
oggi.
e dobbit
ive ai fi®
ligionidani ode
esa catto
metà del
dènte la fedeltà all’Evangelo,
la sobrietà negli interventi, la
capacità di farsi capire da tutti
anche dai più semplici.
Significativi però sono stati
Una grande capacità di parlare ai giovani
Dal messaggio di Marcella Giampiccoli,
rappresentante della Tavola valdese, al funerale del pastore Gustavo Bouchard, a Chiavari ni aprile scorso.
La perdita di un marito, di un padre, nonché di un fratello, di un amico, di un pastore lasciano un vuoto incolmabile che non
può essere riempito dalle parole umane,
può essere riempito solo dalla parola del Signore, dal suo amore, dalle sue promesse
alle quali possiamo e dobbiamo aggrapparci con tutte le nostre forze.
Io purtroppo non ho avuto la fortuna e la
gioia di conoscere il pastore Gustavo Bouchard, ma ho sentito molto parlare di lui.
Una mia carissima amica mi ha raccontato
come sia stato importante per lei l’averlo incontrato quando si trovava giovane allieva
al convitto di Pomaretto. Il pastore Gustavo
Bouchard insegnava allora religione alla
Scuola Latina ed era pastore a Pomaretto.
Aveva una particolare sensibilità, attenzione
e apertura verso i giovani, aveva un modo
sereno e allegro di parlar loro di Dio e la sua
grande umanità traspariva in ogni momento, ma soprattutto dal suo sguardo si poteva
chiaramente capire che ti teneva in conto,
che eri importante per lui. Sono certa che
come il pastore Gustavo Bouchard è stato
un punto fondamentale di riferimento per
questa mia amica, così lo è stato per tanti altri giovani, per tante sorelle e fratelli.
Circa un mese fa sono stata a trovare le
sorelle dell’Unione femminile di GenovaSampierdarena, ci siamo trovate insieme
per parlare dei loro progetti sui nuovi locali
di culto della loro comunità, ma chiacchierando ci siamo ognuna raccontato un po’
della nostra vita e dei nostri percorsi di fede. Sono stata colpita nel sentire come fosse stata determinante la presenza del pastore Gustavo Bouchard nella loro vita, come le avesse «pescate» una per una, senza
poi più mollarle.
Credo che non possiamo far altro che ringraziare il Signore per tutti i doni che ci ha
trasmesso attraverso il ministero e la persona del pastore Gustavo Bouchard, non possiamo che esprimere la nostra profonda riconoscenza per la testimonianza all’Evangelo che ha reso con amore, gioia e determinazione nel corso di tutta la sua vita.
■ Dalle circolari delle chiese
Come parlare ai membri
di chiesa più sfuggenti?
Il piccolo messaggero, bollettino delle chiese battiste e
valdese dell’area torinese,
marzo 2001, informa che il
Concistoro valdese, nella semderói <Ìuta del 5 febbraio ha preso
lazionii Ha esame il bilancio consuntinonl* ■dell’anno scorso, che prejisodi,® 'Sentaun deficit di 15 milioni.
Ha rilevato, in proposito, che
Bell’annuale re-visione del re^trq del membri elettori, effettuata nella prima seduta
ael2001, era emerso come
parte di essi da anni non partecipano e non contribuisco“a. Il Concistoro ha quindi
approvato la bozza di una
fettera da inviare ai membri
fetitanti, in vista della possiPaità di applicare la norma
Bèl regolamento che prevede
fe cancellazione, dal registro
Pai inembri elettori, di coloro
Pltenon seguano il regolajjjento stesso; senza pregiuaizio, naturalihente, della lo0 appartenenza alla Chiesa
j®‘dase e quindi della loro
frizione nel registro dei
'Painbri comunicanti.
Lo stesso bollettino, nel
successivo, di aprile,
troduce il problema della
tttinuzione del numero dei
.S^fettenti che, circa la delazione dell’otto per mille,
optato in favore della
notivaa«
olicapi
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21.000. La causa di tale diminuzione è stata individuata
nel fatto che in quest’ultimo
periodo si è ridotto considerevolmente il numero dei cittadini tenuti alla presentazione della dichiarazione dei
redditi. In merito a questo
problema il Sinodo ha avviato una discussione sull’eventualità di chiedere allo stato
che la Chiesa valdese sia ammessa a gestire la quota percentuale dei contribuenti che
non fanno alcuna scelta
nell’attribuzione della quota
dell’otto per mille.
(a cura di Susanna Corda)
$ Chiesa battista ó\ Grosseto
Due sorelle battezzate
per la gioia di tutti
DANTE RIVIEUO
Domenica i» aprile la
comunità evangelica
battista di Grosseto ha -vissuto una felice giornata: due
nostre sorelle, Veronika Scoepe ed Eugenia Labangi, hanno chiesto di manifestare la
loro fede mediante il battesimo per immersione dopo un
regolare corso di catecumenato tenuto dal past. Claudio
lafrate. In un’atmosfera particolarmente suggestiva la
comunità ha rivissuto lo scenario del Giordano nelle cui
acque lo stesso Gesù ricevet
, valdese: essi, aumenyiM “3 il 1994 e il 1996 di
20llCll| H 70.000 unità, tra il 1996
1997 sono diminuiti di
NELL'AMBITO dei suo programma organizzativo, la
Diaconia valdese - CSD seleziona giovani disposti/e ad effettuare un percorso di formazione in vista dell'assegnazione di incarichi di responsabilità
nell'ambito della diaconia italiana e/o europea.
Saranno considerati titoli preferenziali la laurea o il diploma universitario, la conoscenza di una o più lingue
straniere, una esperienza pratica (volontariato, servizio civile, etc.) nell'ambito dei terzo settore.
La formazione, personalizzata in base alle competenze
già acquisite e quindi di durata variabile, prevede sia lo
studio intensivo presso Università o altre agenzie formative
sia il tirocinio in Italia o all'estero. Lo stesso dicasi per l'incarico che potrà variare per tipologia e per disiocazione.
Gli/le interessatile possono scrivere per informazioni oppure per inviare il proprio curriculum, a:
Commissione Sinodale per lo diaconia
via Angrogna, 18- 10066 Torm Pollice (Torino)
te il battesimo per mano di
Giovanni Battista.
Subito dopo il battesimo, il
fratello Massimo Tommasini
ha svolto brevi riflessioni suo
battesimo cristiano, mentre la
predicazione basata sui testi
di Matteo 28, 19 e Marco 16,
16, è stata tenuta dal past. lafrate. È stata poi simpatica la
partecipazione dei ragazzi
della scuola domenicale che,
sotto la guida della monitrice
Lisa Saracco, hanno allestito
animazioni raffiguranti le varie sequenze del battesimo di
Giovanni Battista.
Il momento più emozionante si è avuto quando l’anziano della chiesa Vinicio Ciavola ha consegnato alle sorelle Veronika e Eugenia la Bibbia rivolgendo, con toni toccanti loro i migliori voti augurali per il proseguimento del
cammino intrapreso nella
nuova fede. In un clima fortemente emotivo si è così concluso un evento voluto dal Signore, che si spera sarà ripetuto presto come è nelle aspettative della comunità.
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su
AGENDA
27 aprile
SONDRIO — Alle ore 21, al Centro evangelico di cultura, il
pastore Eric Noffke parla sul tema «La letteratura ebraica tra
Antico e Nuovo Testamento».
TORINO — Alle 17,30, nel tempio valdese di c. Vittorio
Emanuele 23, si inaugura la mostra «Filippo Melantone. Lettere per l’Europa», con i saluti delle autorità e gli interventi
del card. Poletto e del prof. Paolo Ricca.
28 aprile
VENEZIA — A Palazzo Cavagnis, per il ciclo «Giovani e musica» patrocinato dal Comune, si tiene un concerto di ex
alunne del Conservatorio Benedetto Marcello.
TORINO — Alle 16, al Centro teologico (corso Stati Uniti
11), per il corso di base di ecumenismo «Le chiese cristiane si
incontrano», il prof. Paolo Ricca, padre Oreste Labbrone e
padre Vladimir Zelinsky parlano sul tema «Il cammino ecumenico delle chiese dagli inizi al 1965».
28-29 aprile
SCOGLITTI — Al centro Adelfia si tiene il 3° week-end di
forrtiazione per ragazzi, sul tema «Essere chiesa insieme».
29 aprile
CUNEO — A partire dalle ore 9, nella sala B del Palazzo della
Provincia (corso Dante 41), si tiene un convegno regionale
sul tema «Scienza e religione. Una possibile risposta al disagio umano». Fra i relatori: Aldo Botto, Giuseppe Pellegrino,
Lino Lantermino, Maurizio Gedda.
30 aprile
BARI — Alle 20,30, nella chiesa di S. Maria Maddalena (v.
Petroni), si presenta la Traduzione interconfessionale della
Bibbia in lingua corrente. Interviene il past. Francesco Carri.
-655278, fax 011-657542
2 maggio
ROMA —Alle 16,15, alla chiesa metodista, il past. Eugenio
Rivoir parla su «Per una formazione alla preghiera».
4 ma|^io
TORINO — Alle ore 18, nella sala conferenze del Centro teologico (corso Stati Uniti 11/h), il teologo e musicista Pier An
gelo Sequeri parla sul tema «L’estro di Dio».
PALERMO — Alle ore 17,30, al Centro evangelico di cultura
«G. Bonelli» (via Spezio 43), per il ciclo di incontri «Da Martin Lutero a Martin Luther King», il past. Carmine Napùlita
no parla sul tema «Il movimento pentecostale». ^
5 maggio
ROMA — Alle 9,30, alla chiesa valdese di piazza Cavour, si
tiene l’Assemblea della Missione evangelica contro la lebbra
che si apre con il culto a cura della past. Bonafede.
8mag^o . .
IGLESIAS — Al Centro giovanile Santa Barbara, a conclusio
ne del corso di aggiornamento per docenti di scuola media
inferiore e superiore su «I nostri consumi e il debito dei paesi
poveri», si espongono i lavori svolti nelle classi di studenti.
ROMA — Alle ore 18, al Centro evangelico di cultura (via
Pietro Cossa 40), il past. Sergio Ribet e il dott. Bruno Ricca
parlano sul tema «Otto per mille: a che punto siamo?».
i È uscito il nuovo numero
Rivista dolciniana
Un. 18 de La rivista dolciniana (dicembre 2000) è dedicata al VII centenario del
martirio di fra Gherardino
Segalello, avvenuto a Parma
il 18 luglio 1300, durante il 1°
Giubileo voluto da Bonifacio
Vili: sono così riportati gli interventi alla giornata di studio indetta nel maggio scorso dall’amministrazione comunale di Collecchio (Pr), in
cui è compresa la frazione di
Ozzano Taro dove nacque,
nella località Segalara, il fondatore degli Apostolici nonché predecessore di fra Dolcino. Gli atti del convegno sono in corso di pubblicazione;
sulla Rivista compaiono le relazioni di Giorgio Bouchard,
Tavo Burat e degli storici Carlo Pomari e Corrado Mornese, tutti rivolti a sottolineare
l’attualità di questo eretico,
uomo del popolo e poeta della simplicitas, che ha riproposto la scelta di Francesco
d’Assisi osando sfidare, con
l’irrisione del giullare e la fierezza del libertario, il potere
civile e religioso.
Vi è poi un appassionato ricordo, a opera di Mornese,
del maestro Ettore Guatelli, scomparso in dicembre,
compaesano di fra Gherardo,
creatore di uno straordinario
museo della cultura contadina, allestito a Ozzano con
amore per i più umili oggetti
della povera vita quotidiana e
con un originalissimo gusto
estetico. Tavo Burat ricostruisce la storia di una comunità pentecostale tedesca,
gli Habe-Dank-Vater, sorta
intorno a un curioso «profeta» popolare, Karl Grosskortenhaus, che ebbe un largo
seguito tra gli operai di una
regione industrializzata quale la Westfalia, nella Germania tra le due guerre mondiali, e quindi anche nel periodo
hitleriano.
La Rivista riporta quindi
cronache dolciniane del secolo scorso e contemporanee, recensioni di testi denuncianti il clericalismo e la
minaccia alla laicità dello stato, nonché l’aggiornamento
bibliografico e lo spoglio dei
periodici riguardanti notizie
su Dolcino, gli Apostolici e
l’attività del Centro studi dolciniani. Abbonamento £
20.000 annue da versare sul
ccp n. 10737286 intestato a
«Magia Libri», via Lagrange
26, 28100 Novara. Il centro ha
il proprio sito Internet all’indirizzo http://fradolcino.interfree.it, curato da Paolo Accomazzi di Novara.
10
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 27
^2061
IL PROCESSO
DI PRETORIA
GIORGIO GUELMANI
1997: il governo de! Sud Africa (il paese col maggior numero
di abitanti che hanno contratto
il virus Hiv dell’Aids, circa 5 milioni), emana la legge denominata Medicines and related substances control amendment act,
al fine di fornire alla popolazione farmaci anti Aids a costi sostenibili. Infatti, essendo tali
medicine prodotte nei paesi industrializzati e protette da brevetti, il loro costo risulta altissimo (può arrivare a oltre 25 milioni di lire l’anno) La legge sudafricana prevede l’utilizzo di
meccanismi quali le «importazioni parallele» (acquisto di un
farmaco a prezzi minori da un
paese terzo, senza bisogno del
consenso del detentore del brevetto) e le «licenze obbligatorie»
(produzione di
un farmaco generico senza pagamento dei diritti di brevetto).
Pur vietate in linea di principio
dall’accordo intemazionale Trips (firmato nel 1996 nell’ambito
della Wto, l’Organizzazione
mondiale del commercio), importazioni parallele e licenze obbligatorie restano permesse in
casi di emergenza sanitaria,
qual è indubbiamente quella
dell’Aids in tutto il continente
africano (dove vivono il 70% degli infetti da Hiv nel mondo).
Di fronte alla prospettiva di
una riduzione dei propri profitti, le 39 maggiori aziende farmaceutiche sudafricane (le «Big
Pharma»), validamente spalleggiate dalle case madri (tutte
multinazionali potenti come
Bayer, Boehringer, Novartis,
Schering), e dal governo statunitense (l’allora vicepresidente democratico Albert Gore, che aveva ricevuto ingenti finanziamenti dalle aziende farmaceutiche
nella campagna elettorale del
’96) hanno denunciato il governo di Pretoria, riuscendo a bloccare l’applicazione della legge.
Le udienze del processo, iniziate
il 5 marzo di quest’anno, si sono
concluse il 19 aprile con l’improwisa resa delle case farmaceutiche, già annunciata da crescenti indiscrezioni nei giorni
precedenti. Che cosa è successo
tra il 5 marzo e il 19 aprile? Semplicemente che la cosiddetta
«società civile internazionale»
(associazioni, con in prima fila
Médecins sans frontières, chiese,
singoli cittadini), si è mossa con
manifestazioni, appelli, raccolte
Contro l'Aids
il Sud Africa potrà
utilizzare farmaci a
basso costo. Sconfitte
le «Big Pharma»
ziative di boicottaggio dei prodotti delle multinazionali incriminate le quali, anche grazie alla
mediazione del segretario generale deirOnu, Kofi Annan, hanno capito che si erano cacciate
in un vicolo cieco.
Ora il Sud Africa potrà importare farmaci a costo da tre a
dieci volte minore da altri paesi
del Sud del mondo (per esempio, dall’India), e molte vite
umane saranno salvate, ma non
finisce qui. È possibile (e anzi
auspicabile) un effetto-domino,
con altri paesi che seguiranno il
Sud Africa, come già fa il Brasile
(il programma brasiliano di lotta al virus ha ottenuto notevoli
_____________ successi sul fronte della riduzione
della mortalità,
ma su di esso
pende un ricorso
aUa Wto promosso dagli Usa). A
casa nostra, il ministro della sanità Veronesi ha
annunciato che il
2 maggio incontrerà i vertici di
Farmindustria per discutere un
ammorbidimento della copertura brevettuale e arrivare a una
sensibile riduzione dei prezzi.
Come si diceva una volta, «la
lotta paga»; la politica, quando
ha delle buone ragioni, può vincere contro i poteri economici
globali: meglio affrontare U conflitto che chiedere elemosine col
cappello in mano.
Ma la lotta ha pagato non solo
perché la posizione delle 39 di
Big Pharma era eticamente insostenibile («Noi avevamo ragione,
ma loro avevano i morti», ha detto cinicamente il direttore generale di Farmindustria), ma anche
perché è stato toccato un nervo
sensibile dell’economia di oggi,
quella che Franco Carlini ha definito «la contraddizione continua e lacerante degli anni a venire: di chi è la conoscenza e chi la
può usare». Da un lato, la libera
e gratuita circolazione della conoscenza è essenziale perché
sorgano nuove idee e invenzioni;
dall’altro, la conoscenza è merce,
e chi la produce ha interesse al
recupero degli ingenti investimenti che spesso (ma non sempre) stanno dietro a un’innovazione. La contraddizione tra
l’ideologia della liberalizzazione
generale, e la pretesa di pochi
grandi colossi economici di lucrare rendite da monopolio è
uno dei punti deboli dell’attuale
processo di globalizzazione: è facile prevedere (come già accade
nell’informatica e nell’agricoltu
di firme anche via Internet, ini- ra) l’esplodere di nuovi conflitti.
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D’Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons,
Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia: ABBONAMENTI: Daniela Actis
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tèi. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. -via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
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ordinario: L. 110.000; ridotto: L. 85.000: semestrale: L. 58.000;
ItBlifI IV sostenitore: L. 200.000.
- . ^ ordinario: L. 175.000; v. aerea: L. 200.000; semestrale: L 90.000;
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valli valdesi) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1 800. Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 16 del 20 aprile 2001 è stato spedito dall'Uffioio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 18 aprile 2001.
2001
Associato alla
Uniorre stampa
periodica Italiana
J Continua il nostro dibattito sulle scelte non espresse dell'otto per mille dell'lrpef
Allo stato le imposte, alle chiese i contributi volontari
In prima pagina, sul n. 15
del 13 aprile, l’articolo «Tutto
per il denaro» sembra dare un
giudizio piuttosto negativo
sull’ossequienza della nostra
civiltà al dio denaro. Nulla da
eccepire, ma come mai allora
tanti fra noi sono a favore
dell’accettazione delle somme derivanti dalle quote non
espresse deU’8%0? Sappiamo
che non sta bene citare la Bibbia a torto e a traverso, ma
quando si sostiene che vale la
pena accettare i soldi non
espressamente destinati a noi
perché li useremo meglio degli altri, come fa a non venirci
in mente Gesù sul monte, che
quando gli sono stati offerti
tutti i regni della terra, li ha rifiutati perché la condizione
era servire un certo signore?
Non avrebbe amministrato
questa terra meglio di quel signore (e anche di noi).
Non solo, eravamo turbate
che la nostra preferenza di
chiedere al Sinodo di attener
ci alla precedente decisione
suU’8%0 ricadesse negativamente sui minimi della terra,
ma ora ci pare di capire che
può addirittura prevalere il
parere di chi ritiene che non è
neppure il caso di porre come
ultimo paletto la condizione
di destinare tutto al Terzo
Mondo, perché tanto sarebbe
una goccia nel mare, mentre
c’è il rischio di chiudere alcune delle nostre opere in Italia.
Se questa tesi dovesse prevalere, come è prevalsa nell’assemblea di chiesa a Pinerolo,
il problema si semplificherebbe perché non si tratterebbe
più di decidere se siamo disposti a sporcarci le mani per
gli altri, ma per noi stessi.
Vorrebbe dire appropriarci
indebitamente di soldi che
nessuno ci ha dato volontariamente per aumentare le
nostre probabilità di assicurarci una vecchiaia più serena
e confortevole. Infatti abbiamo l’una 65 e l’altra 79 anni e
siamo quindi potenziali prossime fruitrici delle Case per
anziani, in cui forse si troverebbe un posto almeno per
Marcella, che ha servito un
po’ come diacona nella chiesa, anche se la sua pensione
non le consente la quota per
non autosufficienti.
Già così ci sentiamo in colpa perché per ora non abbiamo problemi per la vita di
ogni giorno, ma ci sentiremmo letteralmente ladre a non
opporci a che le quote non
espresse vadano in gran parte alla nostra diaconia interna. A questo punto perché
escludere la cassa culto, visto
che questa decisione sembra
legata al previsto minore afflusso di doni dall’estero, dove le chiese protestanti sono
spesso chiese di stato, finanziate con pubblico denaro?
Una domanda precisa: visti
i ritardi dello stato nell’attribuire le quote, c’è il rischio
che se a maggio firmiamo an
Otto per mille e fedeltà evangelica
Dopo che, su richiesta del direttore, sono
stato costretto ad autocensurare il mio precedente intervento sulTOpm nella parte in cui,
con una punta di ironia, citavo alcuni fratelli
particolarmente solleciti a utilizzare per la fame nel mondo e per la diaconia tutto il possibile, vorrei replicare su di un solo punto
all’ampio intervento del pastore Paolo Ribet,
per altro in gran parte condivisibile. Concludendo, Ribet si chiede se per caso il Signore
non ci chieda di mettere in gioco la nostra rispettabilità per dare una mano a chi ne ha bisogno. Come molti altri fratelli e sorelle non
tengo particolarmente alla rispettabilità né
tanto meno aU’immagine della mia chiesa,
preferisco difendere la sua fedeltà all’Evangelo.
Ma soprattutto penso che se il Signore volesse
metterci alla prova ci chiederebbe, come al
giovane ricco, di dare i nostri beni ai poveri,
non parte delle tasse che come cittadini abbiamo già versato allo stato. E sarebbe dura: forse
in tal caso i no vincerebbero. Preferirei perciò
che il Signore venisse lasciato fuori dai nostri
dubbi suU’Opm.
In occasione del primo dibattito sinodale
chi, come me, osò affermare che la scelta per
il sì o per il no era anche una questione di fede o per lo meno di concezione della chiesa,
fu rapidamente zittito dalla commissione di
studio sinodale sulTOpm che nella sua relazione aveva sostenuto fermamente che la
questione era di ordine pratico, di opportunità e di modalità di uso, non di fedeltà evangelica. Non mi sono mai convinto totalmente
di questo, ma non vorrei che adesso la fede
venisse tirata fuori per prendere anche le quote di chi preferisce non affidare alle nostre
chiese TOpm. Se decideremo di sì, ne porteremo la responsabilità, evitando di dire che anche questa, come la presenza alle Olimpiadi, è
una testimonianza.
Marco Rostan - Luserna San Giovanni
C'è più carenza di persone che di soldi
Adesso che si sta profilando una netta maggioranza favorevole alla richiesta della
percentuale delT8 per mille
sulle preferenze non espresse
mi sembra necessario fare alcune cose.
1) Personalmente chiedo
scusa a tutti e tutte coloro a
cui ho presentato le nostre
chiese suscitando simpatia
per le loro scelte in materia
dei rapporti con lo stato. Senza volerlo ho ingannato tutte
queste persone. In particolare chiedo scusa ai docenti e
alle scolaresche che così ho
ingannato nei corsi di cultura
dell’ambiente a Pracatinat.
Aver ingannato dei giovani,
per di più svolgendo il lavoro
legato al ruolo che ricoprivo
nella scuola, mi pesa.
2) Facciamo tra di noi una
scommessa: quando avremo
preso questi soldi in più, comunque ne venga stabilita la
distribuzione, la nostra mancanza di risorse finanziarie
sarà uguale a quella attuale.
Chi è abituato a fare debiti li
fa comunque, qualunque sia
la sua disponibilità economica. Aumentando i soldi non
aumenteranno solo le richiestesoddisfatte ma, e forse più
ancora, quelle che non potremo comunque soddisfare
perché avremo sollecitato
speranze insostenibili.
3) Facciamo un’altra scommessa: avendo dei soldi in
più diremo che facciamo più
diaconia. La risorsa «persone», già oggi inferiore alla copertura di tutte le nostre iniziative diaconali, ci sembrerà
sempre più irrilevante. La
nostra diaconia si fonderà
sempre meno sulla «povertà
della chiesa» come diceva
una volta una persona autorevole tra di noi, e sempre
più sui suoi soldi. Fin dal pri
mo apparire della proposta di
chiedere la percentuale delle
quote non espresse è risultato chiaro che alla sua base
stava la convinzione che la
diaconia si fa con i soldi, indipendentemente dal numero di persone disponibili.
Quest’ultimo aspetto è addirittura stato quasi sempre
ignorato. In altre parole, pare
che pensiamo che la diminuzione dei membri delle nostre chiese sia ininfluente se
è compensata dall’aumento
dei soldi. Non riusciremo a
dare noi stessi, perché saremo troppo pochi, ma daremo
dei soldi (degli altri, santificati dal fatto di aver fatto tappa
nelle nostre cassa). Il mio
professore di pedagogia
all’università diceva che i genitori che sono incapaci di
dare se stessi ai propri figli
danno loro dei giocattoli.
Claudio Tron - Villasecca
I REDO che sia capitato a
(tutti nell’avvicinarsi a
uno sportello pubblico (banche, posta, uffici vari), soprattutto nelle città, di provare uno strano senso di disagio. Non si sapeva mai di che
umore fosse l’impiegato allo
sportello e soprattutto nessuno era mai sicuro di avere
tutti i documenti prescritti.
Da una decina d’anni sembra
che la situazione sia andata
via via migliorando. Maggiore cortesia, maggiore disponibilità e soprattutto meno fiscalità burocratica. Una buona notizia, finalmente. Salvo
eccezioni, è ovvio.
E speriamo appunto che sia
un’eccezione la disavventura
successa la vigilia di Pasqua, a
Fiumicino, a una giovane signora munita di stampelle.
Dopo aver superato i controlli
e fornita di regolare biglietto.
cora per la Chiesa va
metodista contribuiamo a*,
maggior prelievo dalle qyl
non espresse? La risposti
urgente perché se c’è quJ
rischio, oltre a firmare pejli:l
Stato (che farà schifo, tna| |
nanzia l’ospedale civilej, 1
cui, come tutti gli altri ci%
Ad
dini italiani, siamo state r
rate, i mezzi pubblici coti« il
ci spostiamo, ecc.), dovrei |
mo avvertire del mutameli^ *
di situazione anche gli aijjij
non evangelici che sinora | •
mavano per le nostre chi^ 1
Non vorremmo sembr^ ,
un ricatto, ma allo stato mi
riconosciamo il diritto diti,
scuotere delle imposte, a|
nostra chiesa soltanto que|
di ricevere contributi volo|.
tari o rimborsi a fronte disg.
vizi specifici. Firmare peri;
stato rimane l’unico mo4
per tentare di riequilibrare
situazione, almeno in parte,
ÿ'à’i l'J
PIERO bensì
la signora era salita a bordo
dell’aereo che doveva trasportarla a Olbia. Ma è stata fatta
scendere dal fiscalissimo comandante, dopo lunghe discussioni, perché la signora
non aveva con sé il certificato
medico. Ha poi preso l’aereo
successivo che l’ha trasportata a Olbia senza intoppi né
difficoltà. Ciò che più disgusta
in questa vicenda è l’atteggiamento degli altri passeggeri.
Seccati per il ritardo del de
collo, anziché prendere le
parti della giovane donna e
cercare di far ragionare il comandante, hanno incominciato a inveire contro la passeggera con atteggiamento
ostile e insulti anche molto
volgari. Una situazione penosa e vergognosa.
È purtroppo un difetto (che
grazie a Dio è in calo, come
abbiamo detto all’inizio) fortemente latino: l’assenza di
rispetto verso gli altri. Quel
Marcella Gay, GiulianaQm¡
Eynard-Pinerolo
SUI GIORNALI
laRepidiHka
Regista e calvinista
In un’intervista a Paolo
D’Agostini (4 aprile), 0 regista Paul Schrader {Amerkm
llPinei
éepu
DAV
E Olin
gigolò, Affliction fra i suoi^g°™|
film), che è anche sceneggiatore dei più celebri film ^
di Martin Scorsese [Taxi
driver. Toro scatenato], ri- Jjjjajjg (
vendica le sue origini eia Ijgipiu,
sua formazione puritana. Al
giornalista che gli chiede ¿forati
della sua educazione («tanto rigida che le proibiva addirittura di vedere film»), risponde: «Nessun problema, jjjj
sono abbastanza contento ^ ^
di come sono venuto su, in ¿siterai
una comunità calvinista,
Anche se i miei parenti era- jj,
no contadini eravamo sempre impegnati in grandi discussioni. Quando confronto l’educazione che ho ricevuto io con quella dei miei
figli cresciuti a Mtv e videogames, credo che sia stata
migliore la mia. Sono stato allèvato in un mondo
di idee, anche se molto severamente». E più avanti:
«Non puoi fuggire dalla tua
infanzia. Quando sei educato a vedere tutte le cose in
termini escatologici, telo
porti dietro. Nel mio background culturale le idee sono espresse esclusivamente
dalle parole. È l’eredità del
protestantesimo, assolutamente anti-iconografico:
non c’erano decorazioni
nelle chiese. Il mio proble- ueì ¡¡be
ma è stato quello di impara; Ureedep
re che anche le immagini :Nelles<
esprimevano delle ide®*' Ato 3 (/
Del regista sta per uscire in Me otti]
italiano un libro sullo «stila sincìa di
trascendentale» in registi late chi
come Bresson e Dreyer. dell:
provato il
*^,itifras
racco
che interessa è il mio viagS tMone d
il mio orario, i miei affari- dsono t
Siratori, \
Me, in a
iesisteni
Ée anno
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altri, se sono d’impaccio,
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blemi non ci riguardano^Wolese,
invece cortesia e dispon' ^'tore ai
lità non costano nulla e t webb
dono tanto più facili i rapp® Pbvllegiti fra le persone. Gesù, allo ^^ento. P<
gilia della Croce, dopo ^
lavato i piedi ai discepoli, ^jj“"nta n
sì dice loro: «Voi mi chia® , e del
dite Di Smonta:
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ma
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Maestro e Signore, e dite " -‘uonta:
ne, perché lo sono. Sed^^^tifra
ne, perone 10 sono, ^ - “a
que io che sono il Mao^r te «y
Signore v’ho lavato i P'® (j,(
anche voi dovete lavare 1P ne,
di gli uni degli altri».Et ^cato
gli uni degli ami".
quh la nostra vita è una 3 Je PO
taglia, oppure è un se»'
verso il prossimo? 'Ppateti
(Rubrica «Un fatto,
mento» della trasmissione^
diouno «Culto evangelico» , ¡jj
dalla Fcei andata in onda p
nica 22 aprile) *
11
^gRDl27APRILE2001
PAG. 11 RIFORMA
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Pinerolo
Acea: una nuova area sovracomunale
Raccolta differenziata
Finiti i lavori necessari a predisporre l’area, sabato 28 aprile
alle 16 verrà inaugurata ufficialmente l’area sovracomunale
per la raccolta differenziata dei rifiuti Pinerolo Ovest in strada
vicinale di San Bernardo ad Abbadia Alpina. L’area rientra nel
piano predisposto da tempo dall’Acea di incentivazione della
raccolta differenziata dei rifiuti. In questi anni con questo
obiettivo sono già nate le aree sovracpmunali di Torre Pellice e
Pinerolo Est e altre sono in state messe in cantiere. Le aree sovracomunali, dove vengono raccolti in maniera differenziata
svariati tipi di materiali che vengono buttati, sono per altro
uno dei tasselli di quel sistema integrato di smaltimento dei rifiuti che l’Acea intende realizzare entro breve termine.
Manifestazioni popolari e sindacali
Il Primo Maggio in piazza
Anche quest’anno i sindacati confederali e l’Associàzione lavoratori pinerolesi (Alp) per celebrare la Festa dei lavoratori organizzano alle Valli due appuntamenti ormai diventati tradizionali. Il 1“ maggio infatti, alle 10,30, lo Spi-Cgil e TAuser propongono in piazza Muston a Torre Pellice un concerto della
banda cittadina e l’esibizione del coro Auser, a cui seguirà un
saluto del segretario della Lega Spi della vai Pellice e il pranzo
al ristorante Bellevue. A Villar Perosa invece i sindacati Confederali e Alp organizzano una manifestazione che inizierà alle
ore 10,30 a Sant’Aniceto e continuerà, dopo i messaggi e il
pranzo a Prarostino, nel pomeriggio con un concerto. Sarà allestita una mostra sulla storia sindacale delle miniere di talco.
Riforma
Fondato nel 1848
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Con le Olimpiadi del 2006 si potranno realizzare investimenti anche in questo settore
Rinnovamento dei sistemi fognari
Il Pinero/ese potrebbe essere uno dei destinatari di fondi per il miglioramento delle infrastrutture di
depurazione: sono coinvolti l'organismo provinciale, i Comuni e le rispettive Comunità montane
DAVIDE ROSSO
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E Olimpiadi del 2006
_ dovrebbero portare,
jlmeno questo è l’auspi;ió di molti amministraplocali e degli operatoieconomici, investimenti di una certa importanzànelPinerolese. Anche i
etvizi dovrebbero essere
(ligliorati: strade, l’autotrada Torino-Pinerolo,
. irianti per i collegamentmaanche interventi su
iblema, settori. La depurarione è uno di questi,
5 su, m aisiderato che oggi ogni
mista, isjjmie ha uno o più deiiratori, reti a volte vechie, in altre situazioni
desistenti. Fino a qualche anno fa nei piccoli
¡omuni si interveniva
iefognature o sugli acaedottì grazie a mutui a
Itale carico dello stato;
ilo in questo modo nei
Ssipiù piccoli (giova riordare che in Provincia
i Termo ben 182 Comuihanno meno di 2.000
hitanti, 104 sono fra i
e i 15.000 mentre
loto» 20 ne hanno più di
5.000) è stato possibile
ivestire nel settore, con
I rischio di avere interriti poco coordinati fra
ri toro e aree di non sendaria urbanizzazione
Aperte, almeno per
®1 che riguarda fognatee depurazione.
; Nelle scorse settimane
'Aio 3 (Ambito territoiscire ffl ™e ottimale della piolo «s® oncia di Torino, e cioè
rogiti' lente che gestirà tutto il
fcr. ™to delle acque) ha aptevato il primo progetto
JInfrastrutture legate
• «il „Raccolta e alla depu
0 viagff ^one delle acque. Non
,‘*''ffo al momento riricciO’ rse ma proprio grazie
P i,.R®teo olimpico il Piirdaiio. folese, destinato a o® pubblico,
L avere canali
1 i ®8iati di finanzia
fò’ Per intanto ipote
lopo^J ‘^progetti delle Co
*’ il fifontane vai PelPinerolese Pe
• S®'*! Cifra le opere consilaestro .^ie «urgenti, l« lotto»,
0 i P.'^ri,j,fr® quelle della vai
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i».Et jeatodi suscitare ale, sono
a biro ^aafàte fra le opere
Senti, 20 lotto» quindi
Hcoxcf sij.aff a iniziare dopo.
previsti
i^ellice assommano
a 20,5 miliardi, quelli della Pedemontana a 31,6
quelli della vai Chisone si
aggirano sui 35.
Scendendo nei particolari si può vedere che
in vai Pellice si prevede
la costruzione di un collettore di valle, in grado
anche di servire zone oggi prive del servizio come
l’area compresa fra i Teynaud di Villar Pellice e i
Chabriols di Torre Pellice. Importante sarà poi
l’opera di razionalizzazione dei depuratori, essendo quelli attuali troppi e non sempre funzionanti al meglio a seconda dei flussi turistici, e
soprattutto a forte rischio alluvionale per la
loro collocazione lungo il
Pellice. In vai Chisone invece il progetto preliminare presentato a suo
tempo dagli amministratori parla di un collettore
unico che da Pourrières
(appena a valle di Pragelato) scende fino a Pinerolo raccogliendo gli scarichi della valle e passando attraverso 1 depuratori di Pourriere, Perosa e
Pinerolo (i prim'l due
completamente da realizzare, il terzo diventato
scelta obbligata dopo
che l’alluvione di ottobre
ha trasportato a valle il
depuratore di Villar Perosa). Un collettore a cui
in futuro si potrebbe collegare anche una condotta proveniente dalla
vai Germanasca, e preci
samente da Perrero, che
se per ora non presenta
grossi problemi di depurazione in futuro potrà
godere di questo servizio: si parla comunque
per l’intera opera di una
quindicina di anni.
Per alcuni tratti del collettore della vai Chisone
per altro i finanziamenti
sarebbero già stati stanziati dalla Regione (per
esempio vi sarebbero già
alcuni miliardi per collegare Perosa a Villar Perosa e 3 per il collegamento
Roure Perosa); proprio
per questo la Comunità
montana valli Chisone e
Germanasca ha proposto
l’utilizzazione di questi
fondi per cominciare i
primi interventi di costruzione del collettore di
valle anche se ovviamente questi finanziamenti
sono ancora insufficienti
calcolando che nel solo
tratto tra Perosa e Fenestrelle servirebbero una
decina di miliardi e attualmente ne sono disponibili appena 3. In Comunità montana vai Chisone
comunque sono fiduciosi
che le Olimpiadi del 2006
possano portare i fondi
necessari a rendere fattibile l’opera nella sua interezza, diventata dopo l’alluvione sempre più necessaria a una valle che
nel giro di una notte ha
perso molti dei suoi depuratori e che ancora oggi vive in una situazione
di emergenza.
Elezioni comunali il 13 maggio
Massello, quattro
aspiranti sindaco
La tornata elettorale
che si appresta a vivere
Massello in vai Germanasca, i cui cittadini il 13
maggio dovranno (come
quelli di Pinerolo, unici
due casi nella zona) oltre
che esprimere il loro voto per le elezioni politiche anche quello per le
amministrative, sarà sicuramente ricca. Ricca
innanzitutto di candidature, 4 i candidati a sindaco, 49 i candidati alla
poltrona di consigliere
per 13 posti in tutto (9 alla maggioranza e quattro
alla minoranza) ma anche ricca di programmi e
di idee, si spera, che le
diverse liste porteranno
in questi giorni all’attenzione dei massellini.
I candidati sindaco sono: Paolo Ferrerò, membro della segreteria nazionale del partito della
Rifondazione comunista,
sostenuto dalla lista del
partito della Rifondazione comunista; Daniela
Libralon, casalinga, candidata dalla lista «Montagne con quadrifoglio»
(gruppo che nelle passate elezioni amministra
tive aveva ottenuto la
maggioranza dei voti e
che si pone ovviamente in continuità con il lavoro svolto dal sindaco
uscente Willi Micol);
Marco Di Silvestro per la
lista di destra «Massello
rinasce»; e Giordano Pinoia candidato di «Municipalismo, libertà, lavoro,
lealtà» lista che è in continuità con il gruppo Piemonte nazione d’Europa
già in Consiglio nella
passata legislatura come
gruppo di minoranza
Fra i nomi dei candidati
che si trovano nelle liste
molti i volti conosciuti a
Massello ma anche molti
quelli che non si sono
mai visti, molti i giovani
presenti nelle varie liste
mentre non molto nutrì
ta è la rappresentanza
femminile.
Una schiera numerosa
insomma quella che si
troveranno di fronte il 13
maggio i circa 80 elettori
di Massello; per il mo
mento la campagna elettorale ha preso il via, con
le liste impegnate a far
conoscere le loro ragioni
e i loro programmi.
ICONTRAPPUNTOI
GLI INNI
OPPURE IL SILENZIO
AiBBno amsMn
Un celebre regista francese amava dire che soltanto dopo Tawento del «sonoro» U cinema aveva potuto scoprire l’esistenza del
silenzio. Ovvero: soltanto
dopo una successione di
parole, musiche, rumori si
poteva cogliere, per contrasto, lo spessore e U valore
dell’assenza di suono. Stava poi all’au- gnmnniiimi
tore dei singo
altri, come me, che patiscono la reazione della prima
categoria, mal sopportando il cicaleccio in quella sede, tanto più se oggetto
della chiacchiera sono banalità. Esempi? Quest’anno
ho sentito parlare dietro di
me di ri- storanti, quindi di qualità del servizio e
dei relativi prezzi; alcuni
—anni fa sono
stato edotto
li film riempi- Percllé nelle nostre su»® caratte
re quel vuoto
sonoro di svariati e-lementi
come tensione, immagini
più o meno
drammatiche,
primi piani sui
volti e altro. È »
probabile che *“*™**““
questa sensazione fosse più
forte in ragione della novità e del carattere inusitato di quel procedimento.
Oggi sembra invece che del
sonoro abbiamo ormai scoperto tutto, tanto che lasciamo per ore il televisore
acceso, a parlare non si sa a
chi (cioè a quelle stesse persone che non guardano
neanche le immagini) e in
compenso il silenzio non ci
interessa più.
Forse perché le città sono
tutt’altro che silenziose,
forse perché i paesaggi evocativi sono relegati in pochi
giorni di gita l’anno, e
neanche per molte persone,
forse perché silenzio e raccoglimento danno l’idea del
chiostro. Sta di fatto che in
certe occasione risulta
chiara l’incapacità di conservare il silenzio e il raccoglimento. È per questo, e
anche per dare alla cerimonia un carattere più comunitario, che in molte delle
nostre chiese si suole indicare una serie di inni che
l’assemblea può cantare,
con la guida dell’organo o
di altro strumento disponibile, nel corso della cena
del Signore. Si presume
cioè, con ottime ragioni,
che, soprattutto in quelle
comunità in cui la Santa
Cena coinvolge anche 400
persone, il canto dell’assemblea aiuti a mantenere
la concentrazione, lo spirito di fratellanza e di condivisione, in una parola la
partecipazione attiva.
Ma da qualche anno noto con tristezza che la domenica di Pasqua, almeno
a Torre Pellice, la Santa Cena diventa occasione di
sofferenza: per una categoria di persone che forse la
trovano troppo lunga e si
abbandonano a chiacchiere
di argomento vario; e per
chiese si perde
sempre più
l'abitudine al
raccoglimento?
ristiche salienti di tutto
il corpo insegnante di una scuola media: dall’insegnante di matematica che,
se ben ricor™""™**** do, «caricava» di compiti gli alunni, a
quelli che non sapevano
spiegare. Per fortuna chi si
intratteneva in questa discussione, evitò di parlare
della disciplina della scolaresca. Il tutto in dispregio
evidente della dimensione
comunitaria della Cena,
quasi che, una volta accostatisi al tavolo e ascoltato
il versetto, si sia adempiuto
a un compito da lasciarsi
alle spalle.
Ma non ci sarebbero gli
inni da cantare? Si, ci sono,
li accompagna l’organo, li
sostiene la corale, e quest’
anno ci si poteva valere anche del discanto di una robusta tromba del complesso vocale-strumentale inglese che ha visitato le Valli, Torino e Pinerolo. Nono
stante tutto si continua a
parlare di futilità (futilità
rispetto alla sede, intendo)
Allora sospetto che proprio
perché c’è la musica, e tanto più se la musica è poderosa, ci si sente autorizzati
a sproloquiare mostrando
indifferenza per quel che
succede. E mi viene in mente che si potrebbe fare una
proposta provocatoria: per
evitare il riprodursi di questi atteggiamenti di disinteresse, celebriamo la Santa
Cena in silenzio; finunciamo alla musica (e lo dico
con rincrescimento, perché
di musica, come tanti, tut
torà, sono appassionato) e
obblighiamo a uscire allo
scoperto chi ancora inten
da parlare e fare altro
Un solo elemento mi fa
guardare con un po’ di otti
mismo a questa situazione
piuttosto triste: nell’assem
blea non sono certo i giova
ni a comportarsi in questo
modo. Da loro a volte si dovrebbe imparare, sperando
che non siano loro a pren
dere certi esempi.
12
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle va lo Wldesi
VENERDÌ
27 APRii^i
IERDÌ27
CRONACHE
PMT (EX BELOIT): 83% D’ACCORDO — La bozza
di accordo per la Pmt (ex Beloit) di Pinerolo è
stata sottoposta a referendum giovedì 12 aprile:
hanno votato 195 lavoratori su 303 aventi diritto
e 163, (83% dei votanti) si sono dichiarati favorevoli. I punti principali dell’accordo prevedono
un aumento per tutti di 60.000 lire lorde, modifiche sul disagio turni e sull’indennità di posto,
nuovi riconoscimenti in materia di ferie e di
malattia. «Diamo un giudizio positivo - dicono
Firn, Fiom e Uilm - perché si inizia a fare accordi non solo difensivi; certo ci sono ancora persone in cassa integrazione per le quali vanno
trovate soluzioni accettabili».
MAGRO BOTTINO ALL’ALBERTI DI LUSERNA —
Un colpo non particolarmente fortunato per gli
ignoti che sono entrati durante la notte di sabato 21 aprile nell’istituto scolastico Alberti di Luserna San Giovanni. Mettendo a soqquadro gli
uffici, i ladri hanno trovato la chiave con la
quale aprire un distributore di bevande: solo
30.000 lire il bilancio del furto.
PINEROLO: STRANIERI IRREGOLARI — Erano
tutti irregolari i 5 marocchini e i 2 cinesi fermati
dai carabinieri nella mattinata di sabato 21 al
mercato di Pinerolo. La merce sequestrata per
vendita ambulante illegale vale quasi 6 milioni
e tutti sono stati invitati in questura per i provvedimenti di espulsione o di richiesta del permesso di soggiorno.
LAVORI IN CORSO A RORÀ — Sono stati appaltati i
lavori per la costruzione del campo sportivo polivalente e per la sistemazione del campo di calcio
di Rorà. È stata anche nominata una commissione incaricata di redigere un regolamento per la
gestione e l’utilizzo degli impianti, che dovrebbero essere affidati a un’associazione sportiva.
ALLUVIONE: ANCORA UNA PROROGA PER I DANNI AGRICOLI — La Regione Piemonte ha deliberato la scorsa settimana una nuova proroga,
questa volta fino al 21 maggio, per la presentazione dei danni subiti durante l’alluvione di ottobre 2000 da parte di aziende agricole: informazioni e nuove modulistiche presso i Comuni
e le Comunità montane. I danni indennizzati riguardano il ripristino della coltivabilità del terreno, compreso i lavori in economia, gli interventi per terreni non recuperabili, per le piantagioni arboree andate perdute, per le colture poliennali, per i prodotti agricoli immagazzinati e
resi non commerciabili dall'alluvione.
IL GRUPPO TEATRO ANGROGNA IN GERMANIA
— Tournée primaverile per il Gruppo teatro
Angrogna in Germania; domenica 29 aprile il
Gta presenterà «Fort village» al teatro comunale di Fornsbach, mentre martedì 1° maggio il
gruppo parteciperà alla Festa dei valdesi di
Germania, a Schonenberg. Domenica 6 maggio
invece il gruppo sarà nuovamente alle Valli, per
presentare il recital «La storia di Gino» a Pero
sa, alle 15, nella piazza del mercato.
INCONTRO CON I VINI — Per quattro settimane
dal 4 al 25 maggio, l’istituto professionale per
l’agricoltura e l’ambiente di Osasco e l’associa
zione dei genitori degli alunni che lo frequentano organizzano «Incontri con i vini». Si tratta di
quattro incontri serali, strutturati in modo da
consentire ai partecipanti una conoscenza di
massima delle tecniche produttive, seguiti da
una fase di degustazione guidata da un somme
lier. Nell’intento degli organizzatori non vuole
essere un corso per esperti degustatori, ma
un’occasione per accostarsi ai vini dell’Italia, del
Piemonte, del mondo. Si comincia venerdì 4
maggio, dalle 21 alle 23, con «I vini Doc della
provincia di Torino».
QUADRI PER I BIMBI DEL CIVILE — Dono speciale
per l’Asl 10 di Pinerolo; tutti i dipinti su carta e su
tela del liceo artistico «Cottini» di Torino sono
stati donati all’ospedale Agnelli. Con questi paesaggi prodotti da studenti fra i 16 ed i 19 anni verranno arredate stanze e corridoi di ginecologia e
pediatria, allietando così il reparto neonatale.
Appuntamenti elettorati
Prosegue a Torre Pellice il recupero dell'area
La «Stamperia» rinasce
Fra poco sarà completata la parte pubblica dei lavori
con una sala polivalente, abitazioni e spazi commerciali
MASSIMO CNONE
UN bel colpo d’occhio. Prosegue il
progetto pubblico-privato di recupero dell’ex Gor
di Torre Pellice e solamente addentrandosi nel
fabbricato che fu industriale, si scoprono i cambiamenti sostanziali che
hanno coinvolto l’edificio, per anni abbandonato e in condizioni di pesante degrado. «Entro fine maggio la parte pubblica dovrebbe essere
completata - dice il sindaco, Marco Armand Hugon, mentre insieme varchiamo la soglia dell’imponente struttura -: da
quel momento bisognerà
attendere l’approvazione
della Regione della variante urbanistica per dare poi avvio ai lavori coperti finanziariamente
dai privati». Questa prima tranche della ristrutturazione, appalto vinto
dalla Mec di Torino, è durata oltre un anno e mezzo e, scontati alcuni problemi, uno su tutti l’alluvione dell’ottobre scorso,
la ditta sta rispettando i
tempi. Costo: un miliardo
di lire del progetto europeo docup, cioè circa il
70% dell’operazione. Il rimanente è coperto dal
Comune, con un mutuo
di 100 milioni, e dagli
stessi privati proprietari
dell’edificio, che hanno
anticipato la somma per
l’urbanizzazione. «Con
un finanziamento pubblico “limitato” - commenta l’ideatore del progetto e direttore dei lavori, arch. Marco Grand - la
popolazione avrà a disposizione una nuova sala polivalente e una serie
di sale modulabili, per un
progetto pubblico-privato che complessivamente
vale 5 0 6 miliardi».
L’edificio è articolato
intorno a una sorta di
grande «chiostro» centrale, perfettamente illuminato da una cupola a
vetri che chiude il soffitto
al secondo piano, quest’
ultimo alto quasi 6 metri
nel quale, opportunamente soppalcato, troveranno sistemazione alcuni blocchi a uso abitativo
e una serie di spazi commerciali e artigianali. Al
pianterreno sono state
ricavate le salette secondarie e la grande sala polivalente a due navate,
separata dal chiostro da
una grande vetrata.
Completano l’edificio
il parcheggio verso Slancio, l’ascensore panoramico, una nuova «piazzetta» con la copertura
del canale e la passerella
d’accesso che collega
tutta la struttura all’ampio piazzale antistante il
supermercato.
Da 10 anni la Festa primaverili
Barge promuove
la coltura del riso
DANIELA GRILL
espositiva, dove
Immutata per ora la facciata sud della «Mazzonis»
Proposta di legge di alcuni gruppi in Regione
Diritto allo studio in Piemonte
Anche quest’anno a
Barge si festeggia la
annuale «Festa del riso»,
giunta ormai alla sua 5®
edizione. L’apertura della serie di iniziative si è
svolta sabato 21 aprile e
le manifestazioni si protrarranno fino al 1“ maggio, con un’unica pausa
settimanale prevista per
giovedì 26.
«Questa nostra tradizionale fiera-mercato ha
lo scopo di promulgare e
diffondere la coltivazione del riso - spiegano i
membri del Cofaral, il
Comitato organizzatore
fiera agricola del riso e
dell’artigianato locale -.
Questo tipo di coltura è
stata reintrodotta da 10
anni nella provincia di
Cuneo, e sta dando buoni risultati grazie anche
ai terreni vergini e alle
acque pure che contraddistinguono le nostre zone; la coltivazione del riso trova spazi adatti nelle
nostre pianure e viene
utilizzata come alternativa alle colture cerealicole
poco remunerative, anche a causa della stanchezza dei terreni».
Per la «Festa del riso» è
stato allestito un grande
padiglione e nell’area
presenti un centin^
stand, tra le varie ™
Uil
Sulk
tive si segnala atick ‘
gruppo dei «Vecchi '
stieri» che intrattiJ
pubblico con unjj ^tà che
presentazione dei ij ere diffidi
di una volta realij iva lattei'
con utensili d’epoq (alPeDip®'
nerdì 27 aprile, allj in di 'dta
21,30, al palatendaèi in queste i
visto un dibattito su iazione s
ma attuale dei «Ptoi ne. «Coir
biologici, artigiana!, «Cuido
giovani nel mondo
lavoro». ounalett
Per tutta la duratad ®
manifestazione, nel, fouiuniti
saie confinanti i pai ig. Garbe
ni fieristici, ci saraiwatu^® .
mostrazioni dei
di semina del riso.cliJaattro C(
l’altro si effettua uase:
nel mese di aprilefSai^U“^’
realizzata con mezàltudiu
derni, sia seguenK
metodo del trapianti f-on
riso così come venivi
fettuato negli Arni
con le mondine neil
tradizionali costumii P ® “
poca; non manchei
A V MAXWAiVla »1 i
trebbiatura con una! WU"® ** ‘
biatrice degli Anni® staentrc
ancora azionatali i^^uzi
generatore a vapore; orberò
motore «Marshall» opUsa». Li
naie del 1914 che sio
mente attirerà l’attej Kf®bbei
ne degli appassioni
degli intenditori. “
sposta ^
et nella I
Una proposta di legge
sul nuovo diritto allo
studio elaborata dal
Coordinamento studentesco di Torino è stata
presentata in Consiglio
regionale del Piemonte
dai gruppi dei Verdi,
Rifondazione comunista, Comunisti italiani e
Sdi. «Abbiamo deciso di
sostenere la proposta di
legge degli studenti - sostiene Enrico Moriconi,
consigliere dei Verdi oltre che per i contenuti
altamente innovativi e
sui quali concordiamo,
anche per il significato
politico che assume. Il
fatto che i rappresentanti degli studenti abbiano
deciso di studiare ed elaborare una proposta di
legge su un argomento
importante quale il diritto allo studio, ci sembra
una novità estremamente interessante per quanto riguarda il rapporto
fra cittadini e politica».
Il punto di vista degli
studenti che individuano
in modo preciso il significato attuale di diritto
allo studio, che non è solo più la possibilità generale di.accesso all’istruzione di base ma soprattutto la possibilità per
tutti di conseguire le specializzazioni che le nuove esigenze formative richiedono, è estremamente interessante. Sono previsti interventi a
favore tanto degli studenti della scuola pubblica quanto di quelle
private paritarie. Da sottolineare in particolare i
punti 4 e 5 che prevedono la valorizzazione e integrazione delle diversità
culturali presenti sul territorio e quelle di immigrazione. Altro punto sostanziale sono le tematiche relative alla nuova
frontiera del diritto allo
studio, quali l’offerta extra-curricolare a paga
mento e il nuovo fronte
apertosi nelle scuole con
l’autonomia.
La legge prevede anche
l’integrazione delle persone in situazioni di disagio, dovuto a minorazioni
fisiche, psichiche e sensoriali. È poi prevista
l’erogazione di borse di
studio che deve avvenire
solo a fronte di una certificazione delle spese effettivamente sostenute,
per assicurarsi che la famiglia, ricevente la borsa,
la investa realmente nel
percorso formativo del figlio. Come spese documentabili si intendono
tutte le spese che realmente una famiglia sostiene per il figlio; la proposta infatti risponde al
bisogno che il diritto allo
studio sia qualcosa di
complessivo e imprescindibile dal contorno di
servizi di cui ogni studente, anche quello meno
abbiente, deve godere.
Nuove strutture nel Pinerolesi
Sport per amatori
lòeostre
B’asseml
ia con ;
(oitiolai
DAVIDE ROSSO
CI sono novità per chi
ama praticare sport
anche solo a livello amatoriale. Prossimamente il
circolo tennis di Pinerolo
avrà un nuovo campo di
calcetto, novità sono in
arrivo anche per gli impianti calcistici di Riva,
dove sarà realizzato un
nuovo campo di allenamento, ma anche per gli
impianti sportivi di Perrero, Perosa, Pinasca e
Torre Pellice. Tutti questi
interventi sono stati inseriti dalla Regione in una
serie di finanziamenti
che recentemente ha deciso di stanziare (la cifra
complessiva per l’intero
Piemonte è di 56 miliardi) a favore di enti e associazioni per migliorare
l’impiantistica sportiva e
la promozione.
I finanziamenti, che
ammontano al 40% della
spesa totale dell’inter
vento per i privati eal
ca il 2% per gli entìf
blici, nell’area delle!
interessano soprati
impianti sportivi!
se non mancanocel
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interventi sulla riqui J^i^
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che ha già il fondo a ^ P ^
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poco utilizzato».
Discorso differed®
... Angrogna: ufficio corrispondenze
La Posta rimane
Riforma-L’eco delle valli valdesi non effettuerà
ubblicità elettorale a pagamento. La redazione rea; lizzerà .schede informative sui candidati a sindaco
! (lomuni di Massello e Pinerolo e sui collegi per la
j Camera di Pinerolo e per il Senato di Pinerolo-Susa.
ì ■ ubbiicheremo gratuitamente in un apposito spa
I denominato «taccuino elettorale» la segnalazio: di appuntamenti, incontri e dibattiti organizzati
!f> earididati e forze polìtiche. Detti avvisi dovranno
: esclusivamente a mezzo fax (0121
; rapjnin alla nostra redazione enfio le 9 del lunedi
: ri. stri va antecedente l’uscita dol giornale.
Giù le mani; l’ufficio postale non si tocca. Una rassicurazione doverosa, a fronte deil’ailegato ai piano
delie poste diffuso in una lettera dall’assessore regionale alla Montagna nel quale, per quanto riguarda gli
uffici postaii minori, quindi Angrogna, Bobbio e Villar
Peilice per la vai Pellice, si paventava la possibilità di
ridurre il numero degli impiegati a uno soltanto. Applicando questa ipotesi la figura dell’operatore unico
andrebbe contemporaneamente a sostituire il portalettere e l’impiegato allo sportello, a discapito di qualità e continuità del servizio.
La reazione dell’amministrazione di Angrogna è
stata immediata. «Abbiamo scritto ai diret ore regionale delle poste - spiega il vicesindaco ai Angrogna,
Ezio Borgarellc' — e la sua.risposta è chiara per i Comuni delia valle quella dell’operatore un;co è soltanto un'ipotesi, e comunque non si farebbe rulla senza
prima aver con.sultato il Comune». Ma il problema
degli uffici postali di montagna rimane ? ’opportunità dei tagli è sempre' dietro l’angolo. «Ur a soluzione utile ci sarebbe - dite Rorgarello -1 l’esnerimento
è già stato attuato in altr: Comuni: alt uf icio postale
si potrebbero affidare altri semai quali a riscossio-te dei tributi o la tetoreria del Comune».
Luserna e San Giovanni
130 anni di «fusione»
Prove generali di compleanno. Il Comune di Luserna San Giovanni, figlio unico di Luserna e di San Giovanni, nel 2001 compie 130 anni e in queste settimane l’amministrazione comunale si sta adoperando
per l’organizzazione delle celebrazioni, che si terranno a partire dal prossimo 27 ottobre, in corrispondenza della tradizionale Fiera dei santi. Un gruppo di
lavoro è già all’opera per definire i dettagli di un’iniziativa che da quest’anno, se tutto andrà bene, vedrà
affiancare alla fiera una serie di eventi culturali e gastronomici, con la collaborazione di Regione, Provincia, Comunità montana e associazioni del territorio.
Sono stati individuati tre prodotti simbolo de Fin
tera manifestazione: il cioccolato, l’acqua e la pietra,
il celebre gneiss lamellare esportato in tutto il mondo. Si inizia sabato 27 per proseguire il giorno successivo: domenica 28, oltre alle celebrazioni pe " il
centerario, sarà organizzato un convegno suH’agricoltura. Nel palatenda di piazza Partigiani, tutte le
sere fino a sabato 3 novembre saranno servite r.eni
tipiche preparate aai ristoratori della valle. La fiera
vera e propria si terrà venerdì 2 e sabato 3 nella nuo
va area del beisagìio, dove sarà allestita iin’al'r;
.struttura dedicata agli spettacoli teatrali e musicali.
vece per il proge
costruzione di un®
campo di calcio s
qui la necessità era'
la di ingrandire la*
tura per soddisfai®
chiesta deli’assoda
caicistica locale o
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gnate in tornei agff
e la necessità d'j ^
più spazio per gli *
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vai Pellice invece,
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interventi prevedo
una parte la costi®
di strutture nuove
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13
iFRD|27 APRIIi€2001
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PAG. 13 RIFORMA
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La cooperativa rischia di dover vendere la sede
La Latteria verso la chiusura
0 ¡jiiu riorganizzazione delle strutture del Pinerolese è
Jove «wsto una conferenza stampa delle Comunità montane
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tratÜB LI miche
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rpaii ffl latteria sociale «Alta
l’epoÌ 5pellice» diBobbioèin
ile.aS Sai vita da tempo ma
:enda queste settimane la sittitosj ¿onesernbra prec.piei«PMare.«Comeenoto-scri
igian^ re Guido Pontet, presimon lente della Cooperativa,
il una lettera del lOapri
duratajMcorso a Provincia e
ne, nei :&m«tiita montana - il
tiipaÉÌg.Gatbero, già coordi
saraÌ del progetto di
deiWi ¡organizzazione delle
riso,* nattro cooperative latttua pj ero casearie dei Pineroanrl^ iseha dato mandato ailo
tmeza', udio legaie Cappotti di
egueni otiaoper il pagamento
rapiani die competenze restie veni,! “e». Legittimaniente
gli Anni ‘Sita Garberò vuoie esdneneil ^tepagfo perii lavoro
lostutni, ittoe i termine egia
lanche, Wuto. Lo stesso Pontet
on linai dica il 20 aprile come
i Anni 1(1 ata entro la quale «dare
mata da ìàcurazione al legale di
1 vapore orberò per evitare la
rshalkol Ff»- Le conseguenze
1 chesio «rii futuro della latteria
rà l’attei Strebbero essere nefalassiom da caso di mancata
feposta - minaccia Ponet nella lettera - mi veiò costretto a convocare
Le modalità per la stagione 2001
Tempo di funghi
Quando alla Latteria si faceva il formaggio
della Cooperativa, perché
la struttura non è importante solamente per Bob
tori.
)ri
I n’assemblea straordinairOIGSi ia con all’ordine del
jomo la cessazione della
società in quanto l’unica
possibilità di saldare i debiti pregressi è quello di
vendere Timmobile». Il
presidente paventa la
messa in liquidazione del
fabbricato: un’ipotesi
estrema con amministratori e tecnici che giocano
a passarsi la palla, ogni
giorno più pesante: «I
compenso pattuito - sostiene Pontet - è a carico
delle Comunità montane
del Pinerolese e della
Provincia di Torino».
Le Comunità montane
convocano per venerdì 27
una conferenza stampa.
«Risponderemo in quell’
occasione», annuncia il
presidente della Comunità valli Chisone e Germanasca, Roberto Prinzio. «La Provincia di Torino - commenta l’assessore alla Montagna, Marco
Bellion - è l’ente che con
le Comunità montane ha
più creduto nel progetto
bio, ma per tutto il settore lattiero-caseario del Pinerolese».
La storia è lunga, vecchia di qualche anno.
«Nel 1998 - si legge in
una recente lettera di intenti del presidente della
Comunità montana vai
Pellice, Claudio Bertalot,
e mai sottoscritta dal presidente della Latteria sociale - veniva presentato
alla regione Piemonte il
progetto di “Riorganizzazione delle cooperative
lattiero casearie del Pinerolese’’, essendo nel frattempo mutate le condizioni originarie delle singole cooperative, tale
progetto necessita di una
revisione (...) confermando l’importanza che l’intera filiera del latte nel Pinerolese abbia un unico
soggetto gestore».
Freddo fuori stagione
a parte, fra poche settimane sarà di nuovo tempo di funghi e, secondo
quanto disposto dalla
legge regionale 32 dell’82,
le Comunità montane
debbono deliberare modalità e costi della raccolta dei funghi. Questo almeno allo stato delie cose, poiché la proposta di
legge regionale in materia di forestazione attualmente in discussione,
vorrebbe regolamentare
anche la raccolta dei prodotti del sottobosco. Secondo il testo in questione l’autorizzazione alla
raccolta diventerebbe di
competenza della Regione (alla faccia del decentramento) e con le autorizzazioni anche i proventi che solo in parte
verrebbero riversati alle
Comunità montane.
Alio stato delle cose comunque le giunte delle
Comunità montane stanno deliberando i costi
delle autorizzazioni per la
stagione 2001. In vai Pellice è stata confermata la
modalità del 2000
(20.000 lire per i residenti
e 40.000 per i non residenti) senza limiti per le
giornate; la vai Chisone e
Germanasca deve ancora
deliberare (finora c’era
una differenziazione di
costo fra cittadini proprietari di terreni in valle
e non proprietari); in Pedemontana sono stati
confermati i costi differenziati fra residenti
(10.000 lire) e non resi
denti (di 40.000 lire). Va
ricordato che le normative vigenti limitano a 15
gli esemplari di porcini
che si possono raccogliere e comunque per un
peso non superiore ai tre
kg; soprattutto la tessera
non autorizza alla raccolta sui fondi privati adeguatamente segnalati.
Non tutte le zone sono
ugualmente «vocate» e in
questo senso sicuramente il territorio della Pedemontana può vantare in
primato dei funghi raccolti, primato che si ripercuote anche sugli introiti derivati dai tesserini. Cosi lo scorso anno ha
incassato quasi 48 milioni
dai raccoglitori di «bulè»,
mentre la vai Pellice ha
superato di poco, con le
sue 425 tessere, i 14 milioni, con un trend negativo negli ultimi anni, assai forte: nel 1995 avevano pagato la tessera ben
1.264 raccoglitori. Colpa
di stagioni sempre meno
abbondanti? Dello scarso
timore di essere «pescati»
senza autorizzazione?
Presentato il diario a Porosa Argentina, a due anni dalla morte
Il «silenzioso operare» del partigiano Gino
SABINA BARAI
irivatieaf
gii enti]
ea delle!
1 soprattt
ertivi
icano c(
I a Torre,
ostino i 'REMITA la sala conulla riqM Isigliare della Comubientalei montana di Perosa
zinnale! fSfintina, venerdì 20
sportive. In presenta
a - dico» hbro «Tempi di
Pinerol» «tra»* che Gino Rostan
di spinti anni dalla morte ci
qualifici! ‘insegnato. «Un testo
loro inil^P^^?®’ anticelebratilel circoli mstimone di una for- esempi ’imianità e specchio di
la dimin» “ "°mo di parte ma
si eranol ® fazioso - ha sottolimunalftl corso dell’in
a richiesi ’«ro Renzo Furlan,
amoodi' “^cBa scuola meuato. i'i Porosa - un diario
ata quell certamente
uno dell f ® chiaro ciò per cui
5 del Bali ma che allo stesso
Mondo d ®Po ha saputo recupe
; attuaW Barlumi di u
atn» ■ ® fff ffff penodiffer®“ e balordo co
I nrogeti potevano ca
5 di uni* ^^®f'^are anche gli uo
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asa e
raziona
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veda
5 previsti
jmore
muleta'
ire già
iri n'ina
^errerò
mini dello schieramento
opposto».
Ecco che quelle storie
tante volte narrate da Gino Rostan ora prendono
corpo sulla pagina rivelando la forza, il coraggio
ma anche le debolezze di
un valdese di montagna
amante della sua terra,
con quel sottile umorismo un po’ «volteriano»
che nasce dalla contraddizione delle cose, uomo
impegnato in una lotta
quotidiana fatta «non di
grandi battaglie ma piccole fatiche e speranze e
sogni - come ha ricordato
Tavv. Ettore Serafino in
un messaggio inviato per
la serata -, un silenzioso
operare che ha visto tanti
protagonisti anonimi come costruttori della casa
comune». E tra gli schivi
di questo «silenzioso operare» ritroviamo anche la
moglie di Gino, Viola La
geard, e l’amica Laura
Micol, entrambe staffette
partigiane. «Rifiuto le parate e i facili eroismi - dice Viola - quello che abbiamo fatto per me è normale, ci veniva con forza
da dentro, era qualcosa
che doveva esplodere
contro il clima di autoritarismo e violenza di quegli anni», e cosi sembra
essere stato anche per
Lauretta che a scuola
svolgeva i temi di chiaro
stampo fascista con ottimi risultati e intanto sentiva crescere l’avversione
per quella cultura con la
conseguente maturazione di uno spirito votato
alla libertà e alla democrazia. Donne anch’esse
protagoniste con azioni
forse meno visibili o eclatanti ma altrettanto determinanti; azioni fatte di
intelligenza, piccole astuzie, solidarietà con altre.
COMPUTER ED ACCESSORI
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PELLICE
Qtteotti, 4 - 0121932647 www.tpellice.it - mbm@tpellice.it
utili a favorire la comunicazione tra le bande,
testimoni anche loro di
quello che è stato grande
moto di popolo, combattuto e sofferto da intere
popolazioni, sconvolgendo gli interessi e gli ideali
di più di una classe.
E tutto ciò lo si riscontra anche nel cd prodotto
da Valter Careglio, insegnante alTIstituto agrario di Osasco, e dai suoi
alunni, proprio a partire
dallo studio del libro di
Gino. «Un nuovo modo
per comunicare con più
efficacia questa fetta di
storia contemporanea alle nuove generazioni,
sempre più indifferenti
dinanzi a tali tematiche»,
precisa Careglio. Un lavoro senza dubbio straordinario, preciso oltre
che al passo coi tempi
per il suo impatto comunicativo, ma che non mi
esime dal domandarmi
se per mantenerci saldi
alla catena della memoria davvero non bastino
più la prosa scarna, le righe semplici ma non banali di chi ancora sa usare la penna e narrare un
vissuto; se non sia più significativa quella precisione e serietà che Lauretta ripone nell’ordinare
i libri della sua biblioteca
(«Là ci sono i classici, qui
i libri sulla montagna e
sto riordinando anche il
settore Resistenza,...») o
rincorrendoti per qualche annotazione che se
non rimarcata potrebbe
violare la veridicità del
suo racconto.
(*) Gino Rostan: Tempi
di guerra. Diario partigiano in Val Chisone e
Germanasca, Lar editore, Perosa Argentina,
2001, Lire 26.000.
NELLE CHIESE VALDESI
CASO — Il 5 e 6 maggio, il gruppo del Casd (scout
valdesi) si ritroverà per un week-end ad Agape. Per
informazioni o iscrizioni telefonare a Anne 0121-944
418 o Umberto 0121-801 804.
SCUOLE DOMENICALI DEL 1» CIRCUITO — Domenica 6 maggio, a Villar Pellice, festa delle scuole
domenicali del 1° circuito; inizio alle 10 con il culto,
pranzo e pomeriggio di giochi.
BOBBIO PELLICE — Domenica 29 aprile bazar organizzato dall’Unione femminile.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Riunioni quartierali:
venerdì 27 aprile, agli Airali, lunedi 30 aprile, alle
20,30, a Bricherasio.
PERRERO-MANIGLIA — Incontro dell’Unione
femminile, lunedi 7 maggio, alle 14.
PINEROLO — Domenica 6 maggio, alle 10, culto
con assemblea di chiesa, all’odg esame della relazione morale del Concistoro, elezione di due deputati al
Sinodo, votazione di un parere sulla posa di un secondo originale dei monumento di Steyr.
POMARETTO — Venerdì 27 aprile, incontro
dell’Unione femminile dell’Inverso. Mercoledì 2 maggio, incontro dell’Unione femminile. Venerdì 4 maggio, alle 16, culto al centro anziani. Domenica 6 maggio, assemblea di chiesa per l’elezione dei deputati al
Sinodo e alla Conferenza distrettuale.
PRALI — Il comitato del museo cerca disponibilità
per l’apertura del museo durante il periodo estivo,
tei. 0121-807519. Domenica 6 maggio, alle 10, assemblea di chiesa, su otto per mille, carta della diaconia,
relazione annua, elezione deputati/e alia Conferenza
distrettuale e al Sinodo.
PRAROSTINO — Domenica 29 aprile bazar annuale, con pesca, vendita di prodotti artigianali, lotteria,
torte: le offerte di prodotti e manufatti saranno accolte entro sabato 28 aprile, dalle signore dell’Unione
femminile.
SAN SECONDO — Sabato 5 maggio, alle 21, nel
tempio, concerto del gruppo «Fihavanana».
TORRE PELLICE — Lunedi 30 aprile, studio biblico
su Marco 9,2-13. Domenica 6 maggio, alle 15, aUa Casa unionista, seduta mensile dell’Unione femminile.
VILLAR PELLICE — Domenica 29 aprile assemblea
di chiesa, alle 10; all’odg relazione morale, elezione
dei deputati al Sinodo e Conferenza distrettuale, dibattito sulle quote non espresse sull’otto per mille.
VILLAR PEROSA — Domenica 6 mapio, nel corso
del culto, assemblea di chiesa per l’elezione dei deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo.
VILLASECCA — Da domenica 6 maggio riprendono
i culti a Combagarino, con inizio alle ore 9.
A Torre Pellice la fiera diventa «tematica»
Fiori e sapori in bancarella
Con «Fiori e sapori» si concretizza,
sabato 28 pomeriggio e domenica 29,
tutto il giorno, il primo tentativo del
Comune di Torre Pellice di trasformare
le fiere «generaliste» del periodo estivo
in mostre mercato di settori specifici.
Cosi, accanto alle ormai affermate fiere
di Pasquetta e dell’8 dicembre, vi saranno durante l’anno due altri momenti commerciali forti, la rassegna
del settore florovivaistico e dell’enogastronomia locale in primavera e la fiera
autunnale nel secondo fine settimana
di ottobre legata alla castagna; sono
state cancellate le fiere di luglio e di
settembre. «Fiori e sapori», dunque:
per la florivivaistica è il secondo ap
puntamento dopo l’apertura del maggio 2000; quest’anno ci sarà spazio anche per le eccellenze della gastronomia
locale, dall’ormai ricercatissimo «sarass del fen» all’altrettanto nota «mustardela». Ma ci saranno anche altri
formaggi (e le salse per accompagnarli)
le confetture, i mieli della valle, Tartìgianato del legno, i vini, le lumache. I
prodotti tipici saranno proposti in
un’apposita tensostruttura in piazza
Cianavello; la parte vivaistica occuperà
il centro di Torre Pellice. Con l’augurio
che questa manifestazione raggiunga
un successo almeno pari a quello della
recente fiera di Pasquetta che ha visto
affluenze record per tutta la giornata.
Esercitò come «condotto» a Villar e Bobbio Pellice
Alberto Coucourde, medico
BRUNO BELLION
Ipiù giovani tra i lettori del nostro settimanale certamente non ricordano che vi è stato un
tempo in cui non esisteva il servizio sanitario organizzato come è oggi,
con guardie mediche festive e notturne. Esisteva
allora la figura del medico condotto, il quale oltre a prendersi cura dei
cittadini poveri a spese
dell’amministrazione
comunale, operava come libero professionista
applicando le tariffe
dell’ordine dei medici là
dove non intervenisse
una cassa mutua.
In molti casi, tuttavia,
vi sono stati molti medici che hanno adattato le
tariffe alle possibilità effettive di chi ricorreva alle loro cure, non gravando in maniera pesante i
meno abbienti e soprattutto non facendo distinzioni tra le persone che
richiedevano le loro pre
stazioni in base alle disponibilità finanziarie.
Per il medico condotto
non vi erano giorni o
notti di riposo: era sempre pronto a intervenire
là dove c’era bisogno di
lui. Anche se talvolta si
tende a dimenticarlo, in
questa situazione di presenza costante, di giorno
e di notte, dal lunedi alla
domenica, la famiglia
era coinvolta totalmente,
con i disagi che ci si può
immaginare.
Oggi vorrei ricordale
con gratitudine uno di
questi medici condotti
che ha operato a Bobbio
e Villar Pellice dal i 958 al
momento del suo pensionamento, avvenuto
nel 1978. Alberto Coucourde si è spento nella
sua casa di Pinerolo, dove si era ritirato per un
meritato riposo e dove la
malattia non gli ha permesso di poter usare a
lungo nel suo orto, quel
piccolo motocoltivatore
che i cittadini di Villar
Pellice gli avevano donato come segno di riconoscenza quando aveva lasciato la condotta. Lo ricordo per la sua attenzione sempre premurosa
verso chi aveva veramente bisogno di lui, anche
se la nascondeva sotto
una corteccia burbera
che poteva anche incutere un senso di timore a
chi lo incontrava per la
prima volta. Era il suo
carattere. Coucourde è
sempre stato schivo, non
ha mai cercato le luci
della ribalta, ma credo
che abbia saputo esprimere nella sua vita quello che è fondamentale
nella vita di ciascuno: il
servizio al prossimo. In
questo egli è stato accompagnato dalla signora Ines che ha condiviso
con lui le ansie e le fatiche, rendendogli possibile quel ministero importante di dedizione
agli altri, che si preoccupava di curare i malati e
non solo la malattia.
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle "^àlli "^.ldesi
VENERDÌ 27
I Juanita Bertinat ha incontrato alcune comunità
La globalizzazione vista
nell'ottica latinoamericana
In Italia per partecipare al Consiglio esecutivo,
la delegata della Mesa
vaidense alla Cevaa, Inanità Bertinat, prima di
tornare in Uruguay ha
trascorso alcuni giorni ad
Angrogna e con grande
disponibilità ha partecipato a due incontri con
la comunità valdese.
Con l’Unione giovanile
era in programma una
discussione sul tema della globalizzazione e la
presenza di una persona
proveniente dal Sud del
mondo ha permesso un’
informazione di prima
mano. Dalla mondializzazione dell’alimentazione, alla crisi della produzione, dalla crescente
povertà alla spersonalizzazione dei rapporti attraverso Internet: la discussione ha toccato,
seppur senza poter approfondire, tutti questi
aspetti del problema. Il
gruppo ha constatato anche un aspetto positivo
(forse l’unico?) della globalizzazione, cioè quello
della maggiore facilità
deU’incontro fra persone
Juanita Bertinat aita scuoia dei Martei
e culture e dell’arricchimento che in ogni caso ne deriva.
Il secondo incontro ha
coinciso con la riunione
quartierale al Martel, dove Juanita Bertinat ha
parlato della iniziativa
sostenuta dalla Chiesa
valdese del Rio de la Piata insieme alla Cevaa e
altre chiese evangeliche
latinoamericane presso
la popolazione Tobas. La
storia di questi aborigeni
prima scacciati dalle loro
terre e costretti in ghetti
e ora chiamati a un nuovo cambiamento di abitudini in coincidenza
con la restituzione delle
terre, ha profondamente
interessato i presenti. La
serata ha segnato anche
una speciale «inaugurazione» a sorpresa della
scuola, il cui interno è
stato rimesso a nuovo
grazie al prezioso lavoro
di alcuni volontari animati dall’anziana del
quartiere.
SPORT
TENNIS TAVOLO
Nella palestra di Verzuolo, utilizzata solo per
il tennis tavolo, si è svolta
la qualificazione regionale per i giovanissimi (classi elementari maschile e
femminile): ancora una
volta il Verzuolo ha dominato nelle varie categorie
del trofeo Teverino (ex
Topolino). I giovanissimi
pongisti della Valpellice
Paolo Geuna e Matteo
Pontet, della quarta elementare Rodar! di Torre
Pellice, si sono classificati
al 5° posto (1° e 2° a livello di Provincia di Torino).
Al torneo di Moncalieri
Simone Odino e Giuseppe Ghirardotti sono entrati negli ottavi di finale
della categoria Nc; ottima la prova di Andrea
Girardon terzo lunedì 16
a Cambiano e negli ottavi domenica 22 a Moncalieri nei predeterminati
regionali di 4“ categoria.
VOLLEY
Il Body Cisco accede
matematicamente ai
play off promozione nel
campionato di B2 maschile; vincendo per 3-1
sul Sant’Antonio Milano
i pinerolesi sono ormai
inattaccabili sul terzo
gradino, dunque qualificati per i play off.
POSTA
L'autobus valdese
Com’è cambiato, come c^bia,
come cambierà il mondo. È bello
oggi poterci rallegrare per essere
riusciti, attraverso anni di lotte, di
dibattiti e di confronti a costruire
un ecumenismo tra i diversi credi
religiosi. Ormai nel terzo millennio
valdesi e cattolici hanno trovato
punti d’intesa. C’è stata grande
apertura di entrambe le chiese che
ha permesso di affrontare con meno ostacoli di un tempo momenti
comunitari come il battesimo, il
matrimonio (quanta strada è stata
percorsa e quanti risultati sono
stati ottenuti nei matrimoni interconfessionali). Da valdese (di famiglia valdese) credente, fiera della
propria identità, mi devo rammaricare moltissimo della pubblicazione dell’articolo apparso su Riforma-L’eco delle valli valdesi del 13
aprile 2001 intitolato «Con l’immagine del tempio, l’autobus "valdese”». Non potevo proprio immaginare che per i valdesi fosse così importante e motivo di tanto orgoglio
avere delle «immagini» anche se di
templi di culto, ma pur sempre immagini come emblemi della storia
valdese vissuta. È inutile che scriviamo, predichiamo alla nausea e
parliamo negativamente della
Chiesa cattolica poiché ha il culto
delle immagini (della Madonna,
dei santi, ecc.); spesso molti predicatori hanno colpevolizzato la confessione cattolica per questo. I vaidesi di oggi sono così diversi dai
cattolici? A mio parere personale, e
dopo la lettura dell’articolo del nostro «Eco», proprio no! Un punto di
divergenza basilare tra i cattolici e i
valdesi è stato ed è tutt’oggi il culto
delle immagini, forse da oggi non
lo sarà più? Che confusione...
Riusciamo a inorgoglirci così
tanto di un «veicolo» che porta
una nostra immagine e andiamo
tutti ad ammirarlo durante la sua
inaugurazione, forse addirittura
prima p dopo il culto domenicale... Per me tutto ciò è una vergogna! Io dalla Chiesa valdese ho recepito altri insegnamenti, nonostante sia dispiaciuta di quanto
oggi i nostri principi e fondamenti
siano travisati dai valdesi che ci
circondano. Vorrei concludere
con una mia piccola allusione (a
buon intenditore poche parole) rivolta a tutte quelle comunità vaidesi dislocate nel nostro piccolo
territorio che hanno dimenticato
che all’ombra di alcune ditte di
tutto prestigio, e che hanno il mio
pieno rispetto e la mia massima
considerazione, ne esiste anche
una piccina che pur stando in disparte e nel suo angolino perché
non vuole per nulla apparire e trasmettere immagini di alcun tipo.
serba in cuor suo l’umiltà, la semplicità, il «non apparire» che contraddistingue i veri valdesi. Secondo me non è il caso di osannare
un autobus con un’immagine valdese quando porti con riconoscenza un cognome valdese, segno della storia valdese.
Ringrazio qui quelli che mi sosterranno ancora, in modo particolare un pastore che fuori dal
tempio di San Germano, il 17 febbraio di quest’anno, stringendomi
la mano e sorridendo mi ha detto:
«Saluti a chi porta il cognome dei
Bouchard in giro per il mondo!».
Egli fa sicuramente un’azione più
positiva della mia perché porta la
parola del Vangelo al mondo.
Tiziana Bouchard - San Germano
Ci dispiace di aver suscitato la sofferta protesta della nostra lettrice per avere riportato con molta sobrietà una notizia curiosa, quindi senza alcun trionfalismo 0 orgoglio confessionale; né ci pare
di avere incitato al «culto delle immagini»; ma su questo possono giudicare i
nostri lettori andando a rileggere l’articolo (con fotografia) incriminato. La nostra
lettrice ha comunque ragione a essere
orgogliosa dell’attività della ditta di pullman Bouchard di San Germano Chisone,
che non solo porta in giro per il mondo
un cognome valdese, ma offre anche un
servizio qualificato e apprezzato dentro
e fuori il mondo valdese, (e.b.)
Il pastore a Rorà
Lunedì 9 aprile scorso decedeva
a Chiavarl il pastore valdese Gustavo Bouchard e la comunità di
Rorà ha condiviso il dolore dei
suoi congiunti per la perdita di un
personaggio che ha lasciato una
forte impronta, sia spirituale che
personale, nel nostro paese.
Il pastore Bouchard, giunto a
Rorà negli anni della difficile ripresa del paese dopo l’esperienza
bellica appena conclusa, seppe
dare subito un grosso impulso alla comunità soprattutto per la
concretezza e tenacia con cui affrontò ogni evenienza dando così
fiducia alla gente e facendo nascere in ognuno un entusiasmo
particolare nell’interpretare il
nuovo che giungeva.
Voglio ricordare il grande coraggio e convinzione con cui affrontò
negli Anni 50 la costruzione della
nuova scuola elementare delle Fucine, essendo la vecchia andata
distrutta da una'frana. La scuola,
‘con sovrastante alloggio dell’insegnante, fu realizzata in un paio di
anni, con risorse finanziarie e
umane fornite gratuitamente e
volontariamente dalla popolazione e da tanti amici e fratelli di altre comunità evangeliche. Tale
opera si ottenne grazie alla tenacia del pastore Bouchard e alla fiducia e disponibilità che fece scaturire nella gente.
Non ancora ultimata la costruzione della scuola elementare, già
nacque l’idea di realizzare una sala
polivalente con annessi servizi vari
nel capoluogo: anche su quest’
opera il pastore Bouchard seppe
dare tutta la sua passione e un impegno massimo poiché anche in
questo caso dovette reperire braccia volontarie e fondi provenienti
dalle offerte della popolazione e da
molti conoscenti generosi. Furono
due importantissime opere che,
realizzate in un periodo non certo
di «vacche grasse», hanno fatto
epoca e reso un grande servizio alla comunità per ben mezzo secolo.
Sarebbe opportuno che almeno
una di tali opere fosse intitolata al
suo ideatore e in tale senso rivolgo
pubblicamente un appello al Concistoro valdese di Rorà.
Voglio ancora ricordare il pastore Bouchard con il suo «Galletto»
moto Guzzi circolare sulle nostre
strade, spesso carico di libri della
Claudiana che andava a vendere
evangelizzando soprattutto in altri
paesi limitrofi. Dobbiamo ricordare anche quando seppe dotare la
suddetta sala comunitaria del primo televisore giunto nel nostro
paese e come seppe trarre da tale
strumento una nuova forma di aggregazione non solo di giovani ma
di gente di ogni età. Ricordo anche
quando estrapolò dalla famosa e
storica trasmissione di «Lascia o
raddoppia» una edizione rorenga
che vide soprattutto la partecipazione al gioco di tutti i giovani, sottoscritto compreso, evento che segnò il mio avvenire, di cui sono fiero, e per cui non verrà mai meno la
mia riconoscenza al compianto
pastore Bouchard.
Tanti altri importanti episodi e
insegnamenti, ogni rorengo che ha
vissuto gli Anni 50 e 60, coincidenti
col ministerio del pastore Bouchard a Rorà, potrebbe elencare a
meglio esaltare il segno lasciato
nella nostra comunità. Egli ha
mantenuto sempre un continuo e
stretto rapporto con la sua Rorà;
infatti dopo il collocamento a riposo trascorse ogni estate tra noi e
non mancò mai, finché le forze
glielo permisero, di celebrare il
culto all’aperto presso il Eric, istituzione da lui instaurata. Con questi ricordi e con la grande riconoscenza per le opere spirituali, umane e materiali con cui ha arricchito
la nostra comunità e di cui vogliamo rendere edotti i nostri giovani,
ci uniamo al dolore dei suoi congiunti e diciamo grazie Gustavo!
Giorgio Odetto - Rorà
APPUNTAMENTI
27 aprile, venerdì
RINASCA: Nel salone polivalente, serata «Per non
dimenticare».
28 aprile, sabato
TORINO: Fino al 1“ maggio, al Teatro nuovo, XVII
rassegna nazionale delle scuole di danza «Agon», con
la V rassegna di nuove proposte ed esperienze in palcoscenico.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella sala d’arte, alle 17,
dibattito su «Quel che le donne chiedono alla politica».
TORRE PELLICE: Alle 21, nei locali di via Roma 7,
assemblea ordinaria dei soci della Cooperativa operaia
di consumo: all’odg l’elezione del nuovo direttivo.
29 aprile, domenica
VILLAR PELLICE: Festa dell’Aib.
POMARETTO: Nel tempio valdese, alle 16, concerto
con l’accademia musicale sabauda che propone
«Omaggio a Giuseppe Verdi nel centenario della morte»: soprano Cinzia Rizzone, baritono Enrico Marucci, pianista Achille Lampo.
BRICHERASIO: Alle 8,30, ritrovo in piazza Santa
Maria, alle 8,45 deposizione corona al Cippo dei Badariotti, alle 10 formazione corteo, alle 10,15 commemorazione ufficiale di fronte al monumento ai caduti.
30 aprile, lunedì
PINEROLO: Al teatro Incontro, alle 20,45, va in scena «Minetti» di Thomas Bernhard, con Gianrico Tedeschi e Marianella Laszlo, regia di Monica Conti. Ingresso lire 38.000.
PINEROLO: Tradizionale fiera primaverile con
mercato in piazza Vittorio Veneto e nelle vie limitrofe,
macchine agricole e autovetture in piazza d’Armi, luna park in piazza Terzo Alpini.
1“ maggio, martedì
TORRE PELLICE: Alle 10,30, in occasione della Festa dei lavoratori, lo Spi-Cgil e l’Auser, propongono in
piazza Muston (in caso di maltempo al mercato coperto) un concerto della banda cittadina, esibizione
del coro Auser, saluto del segretario della Lega Spi
della vai Pellice, rinfresco, alle 12,30, ritrovo per il
pranzo al ristorante Bellevue (costo lire 38.000).
3 maggio, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 15,30, alla biblioteca della
Casa valdese, concerto con Paola Terenzio, flauto traverso, e Angelo Colletti al pianoforte.
TORRE PELLICE: Nei locali del presbiterio, alle ore
21, incontro del «Gmppo di studio sulla bioetica» sul
tema «hospice» (cioè di quelle stmtture destinate ad
accogliere i malati terminali). «Possono rivelarsi gli
hospice un’opportunità per vivere serenamente gli
ultimi momenti della vita o un luogo di emarginazione, dove il malato va a morire?».
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CINEMA
5 maggio, sabato
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte, alle 21, il laboratorio teatrale per adulti di Spazio giovani presenta
lo spettacolo «Il gioco della vita»; regia Marco Bricco.
TORRE PELLICE: Alle 17, nella sala Paschetto del
Centro culturale, inaugurazione della mostra di Massimo Viretti, dal titolo «Ombre, tecniche miste», aperta fino al 27 maggio.
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presa, di Pupi Avati;do- ' tro Isra.
menica 29, ore 20,1(1(^ „aie
22,20, lunedì 23, o,
21,15, martedì 1° ma
la cosa, serr
ore 20,10 e 22,20 Latiji ajaieressa
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BARGE — 11 cinem rastoriog
Comunale ha in pr) )impressic
gramma, venerdì 27 a[i a è che no:
le, ore 21,15, Il gustoé fcente, m
gli altri; sabato 28, oi ¡muti solai
21.15 La leggenda! fcnibiblii
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29 ore 15,15, 18,30 eoi (opiùsem
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* Cantavalli
I «Triolet»
si esibiscono
a Perrero
Una iniziativa Acea per ragazzi.jmjn]
Raccolta della carta , H7 aprili
Le tradizioni locali sono protagoniste a Perrero sabato 28 aprile, ore
21,15, a Perrero nel centro sportivo culturale con
i «Triolet» che propongono canti in francese e patuà delle valli valdesi e
danze eccitane. Il gruppo esegue in particolare
canti e musiche delle valli Chisone e Germanasca.
Con i «Triolet» siamo
di fronte a un trio di suonatori del Pinerolese che
riprende il corpus di canti e di melodie popolari
raccolto negli Anni 80
dalla Cantarana: testi in
francese e in patuà, danze eccitane, alcune nuove composizioni, un repertorio «di frontiera»
che ha fortemente risentito degli scambi intercorsi con l’altro versante
delle Alpi. Nata come
formazione da ballo nel
1998, «Triolet» (termine
francese che indica sia la
terzina, gruppo di tre note di ugual durata, che
un tipo di trifoglio alpino) ha costmito ne! tempo un concerto che ci fa
riscoprire un patrimonio
espressivo di straordinaria ricchezza e varietà.
Alla parte di concerto segue, come di consueto, il
ballo folk. L’ingresso costa 10.000 lire.
«Gioca la tua carta» è
giunta alla terza edizione. È una iniziativa messa in campo dell’Acea
volta alla promozione
della raccolta differenziata all’interno del Pinerolese. L’appuntamento
di questa edizione è per
le ore 9 di sabato 5 maggio in piazza 3“ Alpini a
Pinerolo: all’insegna del
«nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma», TAcea invita bimbi
e ragazzi a organizzarsi
per conferire la maggior
quantità di carta possibi
Jpersona
le nella zona predispoi no italiai
per la giornata; conp®> Joi 90 an
poraneamente partitali' uta dedi
no i laboratori di diseg» one: l’ec
che porteranno alla # ro del Si
lizzazione di opere » tancabiln
lettive. Nel pomerig^ are, semj
una giuria esaminerà! ua chiesi
elaborati dei ragazzi« orellealk
premierà. Alle 16,30# licà. Attra
sandro Piron presenta lio e il su
il suo spettacolo di ca» ei è cresc
ret «Grammelot». All«' henico di
una conferenza pul’Ì
su «Acea e le nuove s® Siiti. Nel
del mercato». Alle 18amica M
ca un rinfresco chiuda ite presei
la manifestazione.
La mostra internazionale itinerante
Filippo Melantone
Lettere per l’Europa
sarà esposta a Torino, nel tempio valdese
corso Vittorio, dal 27 aprile al 24 magg*|
apertura ore 15-9,30 tutti i giorni feriali.
'anze, par
Stri culti.
Giovanni
*a legate
tuticizia,
ármente
tarlando
Umiche.
Così cc
1 W la sua
Programma:
✓ Saluti delle autorità
✓ Saluto del sindaco di Bretten,
Gerhard Mayer
✓ Paolo Ricca, Filippo Melantone
15
^FR^APRILE2001
S*i
Pagina Dei Lettori
PAG. 15 RIFORMA
I Israele
1948-49
4
)178
ipggo, al ritorno da un soggiorno all’estero, la lettera del
n Giorgio Rochat apparsa
del 6 aprile. In poSca accade spesso che inveTdi discutere con il proprio
nterlocutore si cerchi di
lalificarlo, quasi che que,n confuti automaticamente i
noi argomenti. Sta diventan
Hn fluesto anche il metodo del
„ostro giornale? Ma non voSSno tediare i lettori con diLsioni sulla mia maggiore
rminore ingenuità odisinforL/jone, come afferma poco
Santemente il Rochat.
Giorgio Rochat è un riconosciuto esperto di storia milita« Ci attenderemmo quindi
un’analisi delle varie guerre
lirabo-israeliane, nel contesto
Ma quale si situerebbero uniche le atrocità alle quali fa ri’ »rimento. Ma nulla di tutto
»(lesto: solamente slogan muLtí da gruppi politici, gruppi
>i quali egli stesso riconosce
jicoerenza; fino agli Anni 50,
mando l’Unione Sovietica
jafavorevole a Israele, il pro®P'»'|lema palestinese veniva
inorato poi, quando l’Unio’ ^Sovietica ha fatto proprio il
arso anti-israeliano, anche
’ mesti gruppi si sono rivolti
ptro Israele, usando il proiiema palestinese come uno
™ tei loro cavalli di battaglia. E
bcpsa, sembra, continua.
‘“Interessante è il riferimenm a quella che chiama «nuoinem ira storiografia israeliana»,
t pw ,!impresslone che esso susci17 api' (aè che non la conosca diretstodt piente, ma che ne citi i con18, Od putì solamente da segnalatda I Ioni bibliografiche e da remeniiì iènsiòni. La questione è mol0 eoi (opiù semplice. Tutte le deFomuocrazie e specialmente
21|1S luellepiù giovani riesamina11J,1I no prima o poi criticamente i
toro miti e le loro leggende di
fondazione e giungono in gelere alla conclusione che si
itta di materiali criticamen
:e~
te dubbi e il più delle volte
storicamente insostenibili.
Ciò è avvenuto con il nostro
Risorgimento e con la prima
guerra mondiale, sta avvenendo con il fascismo e persino con la Resistenza: ed è
bene che avvenga. È avvenuto all’inizio del secolo XX anche con la tradizionale storia
valdese. E così sta accadendo
con la storiografia israeliana.
Finiti i tempi delle leggende
di fondazione, si passa a un
esame critico e si scoprono
cose che prima venivano tacitamente soppresse e che evidentemente non piacciono.
Che la guerra del 1948-49 sia
stata teatro di atrocità anche
da parte degli israeliani è cosa
che in parte si sapeva; oggi ne
sappiamo di più ed è bene
che sia così. Sarà interessante
se Rochat vorrà darci esempi
di guerre che non abbiano da
registrare atrocità; ogni guerra è atrocità strutturalmente,
anche quella combattuta con
i fini più nobili.
Che i profughi palestinesi
siano fùggiti in seguito a queste atrocità è tutto da verificare. In alcuni casi sì, in altri sono stati evacuati dalle zone di
operazione (non dagli israeliani), in altri ancora sono
fuggiti senza sapere neanche
loro perché. Si tratta, come
nel caso dei nostri profughi
dall’ex Jugoslavia e dalla Libia, o come di quello dei tedeschi dall’Europa orientale,
di casi tristissimi, ma che in
ogni modo sono avvenuti e
che non hanno creato finora
alcun diritto nelle vittime, come abbiamo del resto potuto
constatare. Chiedere al momento in cui le trattative stavano andando in porto il diritto al rientro, è stato un errore da parte dei palestinesi,
ha fatto fallire le trattative e
arrivare al governo in Israele
un partito molto meno disponibile di quello laburista. Certo, si può dire che si trattava
di un diritto puramente teorico, ma allora a che cosa sa
azzi,
la
Festeggiamenti alle chiese di Livorno
90 anni di Milla Ciampi
mima deH'ecumenismo
nte
117 aprile Milla Ciampi, no1 personaggio dell’ecumeniidispo# no italiano, ha festeggiato i
conte®' noi 90 anni: una vita lunga,
partiif itta dedicata alla sua misidiseg# One; l’ecumenismo. Memallaie|' ro del Sae, ha cercato infere c® Èsncabllmente di sensibiliznerig# are, sempre in prima fila, la
lineràl aa chiesa e tutti i fratelli e
gazziei arelle alla sua causa ecume5,30A1® ica. Attraverso il suo esem■esent® io e il suo affetto, intorno a
‘dica® il è cresciuto il gruppo ecu»• Alle, Bellico di Livorno nel quale
pubb® Ubiamo fatto passi imporlove sS anti. Nella Chiesa valdese
Ile 18® lamica Milla è ancora semchiu® Ire presente a tutte le ricorle. letue, partecipa anche ai no
. ijfl culti. Ai tempi del past.
^'ovanni Scuderi, al quale
*a legata da una profonda
l’^mizia, partecipava regog ermente agli studi biblici
urtando con sé anche delle
amiche.
Così come ha vissuto fin
dese Ì ™ vita, così anche ha
voluto festeggiare il suo 90°
compleanno dedicandolo al
Signore insieme a tutti noi. E
così gli amici «ecumenisti» si
sono stretti intorno a lei per
la sua messa di ringraziamento, celebrata in Santa
Maria del Soccorso dal vescovo Abiondi insieme ai parroci
della sua città e per la festa
con pranzo al ristorante insieme al nipote, il presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con la moglie e
altri famigliari. Anche nella
parte più privata della festa
per Milla non poteva mancare la «famiglia ecumenica».
Grazie a Milla, dunque, per il
suo affetto e per l’emozione
di questi momenti particolari. Aspettiamo il suo 100°
compleanno e saremo felici
di averla in mezzo a noi.
Iris Ehnert Spinelli
per gli amici valdesi
ed evangelici del gruppo
ecumenico di Livorno
rebbe servito? In giurisprudenza veniamo ammoniti a
non cedere mai in questioni
di principio (con la formula
che, tanto, non si applicheranno mai), perché potrebbero essere un giorno ugualmente applicate.
In ogni caso nessuno ha
mai detto che i «buoni» sono
da una parte e i «cattivi»
dall’altra: queste semplificazioni le lasciamo ai politici da
caffè. In situazioni come queste non si può mai affermare
che Luna 0 l’altra parte abbia
ragione e, mi si lasci dire, la
cosa appare irrilevante: importante è che si giunga a una
soluzione che sarà necessariamente di compromesso.
Ma aver fatto saltare le trattative mesi or sono non ha certo
aiutato una composizione negoziata del problema. Certo è
evidente che da ambo le parti
vi sono gruppi che non vogliono la pace come compromesso, ma questo è un altro
problema che non può essere
approfondito in questa sede.
Alberto Soggin - Roma
Esempio di vita
Il caro pastore Gustavo
Bouchard, come ha voluto il
Signore, ha finito le sue sofferenze fisiche e ora gode della
presenza della vita eterna in
Gesù. Gustavo ha lasciato a
noi un grande esempio di vita piena di amore per tutti.
Prego il Signore di non farmi dimenticare mai quanto è
stato importante per me durante il suo servizio pastorale
a Pomaretto. La mia mamma,
degente nel nostro ospedale,
ebbe il meglio dell’assistenza
e tanto amore. Grazie a Gustavo per quanto ha dato nel
nome del Signore: il suo ricordo sarà sempre vivo.
Eunice Biglione- Chiavari
Solidarietà e '68
Leggendo la lettera di Silvana Tron [Riforma n. 16) sulla
scuola nell’anno 1968 (e seguenti) ho ricordato le esperienze di insegnante in quegli
anni, prima al Collegio valdese di Torre Pellice, poi in istituti statali, a Pinerolo e Torino. La protesta dei giovani
presentava secondo me due
aspetti: 1) pochi fra loro erano
realmente avvertiti e fondati
su basi ragionate e serie (non
mi interessa di quale orientamento politico, purché intendessero giungere a risultati
utili) e molti erano quelli che
seguivano o per curiosità o
per il solito malvezzo del
gregge, o per vedere comunque qualcosa di nuovo.
2) La gestione della scuola,
assegnata da loro a se stessi,
Errata
Sul n. 16, a pag. 4, l’articolo
«È importante tornare a parlare di politica» risulta firmato da Giovanni Magnifico,
mentre invece il suo autore è
Luca Anziani.
Sul n. 15, a pag. 15, la lettera di F. Micale dal titolo «Matrimonio e Sacra Rota», dove
si parla di «Traduzione cattolica», leggasi invece «tradizione» e, più avanti, in luogo di
«Continuino le donne a deliberare», leggasi «delibare».
Passatempo
Soluzione del cruciverba del
numero scorso
•illa Ci;
con l'esponente quacchero Davide Melodia alla chie»aldese di Livorno
Appello di vari esponenti di comunità di fede ai leader politici
Per la libertà di culto e religione
È stato sottoscritto da numerosi esponenti di comunità di fede presenti in Italia un
appello al leader degli schieramenti politici,
promosso dalla rivista Confronti, «per porre
con forza il problema della tutela della libertà di culto, del pieno riconoscimento del
pluralismo religioso e dell’approvazione ai
sensi dell’articolo 8 della Costituzione delle
Intese tra lo stato e le confessioni religiose
che le abbiano richieste».
«Siamo convinti - spiegano i firmatari che il pluralismo religioso che si è affermato
anche in Italia costituisca un aspetto sempre più rilevante della vita culturale e sociale del nostro paese; in questa linea riteniamo importante che la pluralità delle opzioni
spirituali e religiose che si esprimoiio trovi
un riscontro nella scuola, nel sistema
delTinformazione pubblica, nelle politiche
degli enti locali, nei servizi sociali. Su questo
piano la scorsa legislatura ha avviato alcuni
progetti che hanno suscitato positive reazioni, pur senza giungere alla conclusione:
ci riferiamo alla legge sulla libertà religiosa
tesa a superare la legislazione sui culti ammessi; alle Intese già firmate con l’Unione
buddista italiana e la Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova e airavvio di trattative con altre confessioni religiose per la
negoziazione di un’Intesa».
«A coloro che si candidano a governare il
paese e a entrare nel Parlamento della prossima legislatura - prosegue Tappello - chie
diamo sin d’ora un preciso impegno a sostenere la pronta approvazione di una legge
che riconosca il pluralismo confessionale e
tuteli la libertà religiosa; ad approvare in
tempi brevi le Intese già firmate dai precedenti governi: a concludere le trattative già
avviate e ad avviare contatti con le rappresentanze delle altre confessioni interessate
ad avere un’Intesa, come Tislam».
«In una società sempre più pluralista e
multiculturale - concludono i rappresentanti delle comunità di fede - che voglia autorevolmente collocarsi in Europa anche sotto il
profilo dei diritti di libertà, la questione del
riconoscimento delle diverse confessioni di
fede costituisce un passag^o importante e
di grande significato democratico».
Hanno aderito aU’appello: Gianni Long,
presidente Federazione delle chiese evangeliche in Italia; Amos Luzzatto, presidente
dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia; Dachan Nour, presidente dell’Unione
delle comunità e delle organizzazioni islamiche in Italia; Mario Scialoja, presidente della
Lega musulmana mondiale (sezione italiana); Franco Di Maria, presidente dell’Unione
induista italiana; Mariangela Falà, presidente delTUnióne buddista italiana; Sergio Rosati, della Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova; Francesco Toppi, presidente
delle Assemblee di Dio in Italia; Lucio Altin,
presidente dell’Unione italiana delle chiese
cristiane awentiste del settimo giorno, (nev)
veniva perseguita certamente
con atti non sempre ispirati
alla libertà invocata; sentii
parlare allora di atti di reale
violenza, per esempio in
scuole superiori torinesi;
posso’ dire che né a Torre Pellice né in altre sedi mi si
trattò con atteggiamenti irrispettosi o addirittura violenti;
è vero che leggere ostentatamente libri (saggi) durante le
spiegazioni della tragedia
greca, rifiutando di ascoltare
la lezione, può essere considerato una violenza, ma è
possibile intendere ciò anche
come una scelta sbagliata,
seppure intelligente, ossia
non intesa a fare lo sfaticato.
Va notato inoltre; a) diversi
dei «contestatori» erano capaci di dedicate il loro fine settimana a lavori di utilità per il
prossimo, svolti gratuitamente (per esempio il ragazzo di
Pinerolo che andò a dipingere
la cucina di una vecchietta a
proprie spese e sacrificando la
propria dometiica; o gli studenti del Collegio valdese che
andarono a spalare fango nel
Biellese durante l’alluvione
del 1969, dichiarando chiaramente al preside la loro intenzione); b) mi capitò pochissimi anni dopo di incontrare ex
alunni che avevano sbraitato
contro il latino e di sentirmi
dire: aveva ragione lei, professore, il latino ci è utile ora che
studiamo all’Università; c) gli
studenti intelligenti hanno ricavato qualcosa dallo scontro
I ‘ Personalia
Andrea, figlio del past. Michele Sinigaglia, si è laureato
a Firenze in Archittetura.
Complimenti da mamma,
fratelli, sorelle e amici.
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con la scuola, ma non solo loro; anche noi professori abbiamo finito per capire che
l’approccio con il sapere doveva e poteva essere organizzato in modo diverso, sia come programmazione, sia come rapporto studenti-professori; e anche certe posizioni
socio-politiche degli studenti,
sia pure esasperate e condotte spesso a conclusioni poco
sopportabili per persone che
avevano un po’ più d’esperienza, hanno portato non
pochi di noi a vedere con occhi più moderni e aperti i
problemi estranei alla scuola.
Il governo istituì forme
nuove e sistemi nuovi (consigli di classe e via dicendo) che
alla lunga finirono per non interessare più granché; ma
l’apertura mentale dei professori che hanno saputo accettare nei giusti limiti le proposte giovanili, temperandone
l’esuberanza (e non fu lieve
impegno) credo abbia lasciato
anch’essa qualche traccia non
priva d’utilità. .
Eerruccio Corsani
Torre Pellice
Cercasi materiale
fotografico
In occasione del 100° anniversario dell'inaugurazione
del tempio valdese di corso
Principe Oddone, a Torino,
cerchiamo del materiale per
organizzare una mostra fotografica. Rivolgersi alla segreteria della Chiesa valdese di
Torino (011-6692838).
PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
« Perché io stimo che
le sofferenze del tempo presente
non siano punto da paragonare
con la gloria che ha da essere
manifestata a nostro riguardo»
Romani 8, 18
La moglie Ines, il figlio Ettore
con Leila e Marta e i familiari tutti
del caro
Alberto Coucourde
ringraziano tutti coloro che hanno
partecipato con presenza, fiori,
scritti e parole di conforto al loro
grande dolore.
Sono riconoscenti al medico
curante dr. Paolo Forneris, ai dottori Mathieu, Ribet, Griso e Boyer,
al personale medico e paramedico del reparto Medicina deH’ospedale di Pinerolo, all’équipe sanitaria Ucp, a Daniela, Paola e Elena.
Un particolare affettuoso ringraziamento alla dott. Gioia Becchimanzi, amica preziosa e tempestiva, a Fausto che con cpmpetenza instancabile e amorevole lo
ha assistito e confortato per lungo
tempo, a Nicolò per la premura e
la forza con cui lo ha aiutato, a
Mirella e Attilio per la grande dispsonibilità e la sincera amicizia,
alla cara Emanuela, alla cognata
Irene, al figlioccio Enrico, ai numerosi amici di Bobbio, Villar e
Torre Pellice che di lui ci hanno
manifestato ricordi intensi e struggenti, ai pastori Ursel Koenigsmann e Paolo Ribet per I messaggi di conforto e le parole di
speranza cristiana. Alle Onoranze
funebri geom. Loris Bounous per
l’assistenza cordiale e discreta.
Pinerolo, 27 aprile 2001
RINGRAZIAMENTO
«Nell’angoscia ho gridato
al Signore, ed egli
mi ha dato ascolto»
Salmo 120
Moglie, figlio e familiari del caro
Guido Ferrerò
di anni 56
nell'impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che
in qualsiasi modo hanno preso
parte al loro dolore.
Un grazie riconoscente a tutti i
soccorritori, ai pastori Ursel Koenigsmann e Giuseppe Platone, a
don Trombottb e ai vicini di casa.
Frossasco, 12 aprile 2001
RINGRAZIAMENTO
A tutti coloro che sono stati vicino a
Gustavo
in quest’ultimo difficile periodo, ai
molti che ci hanno espresso affetto e fraternità dopo la sua morte
vogliamo esprimere un profondo
ringraziamento.
Nel suo lungo ministerio sono
stati innumerevoli I contatti che ha
intessuto e mantenuto vivi nel
corso degli anni. Il suo distacco
avvenuto in modo lento sembrava
voler esprimere il dispiacere di interrompere questi rapporti umani
che tanto avevano arricchito se
stesso quanto le persone incontrate. A Dio vada la nostra lode
per aver potuto peroorrere con lui
una parte del nostro cammino.
Elsa Massai, Eliana,
Marco e Daniela Bouchard
Chiavari, 27 aprile 2001
RINGRAZIAMENTO
«Vegliate dunque, perché
non sapete né il giorno né l’ora»
Matteo 25, 13
I familiari del compianto
Attilio GardioI
commossi e riconoscenti per la
grande manifestazione di affetto
ricevuta, nell’impossibilità di farlo
singolarmente, ringraziano tutti
colo:o che con fiori, presenza,
scritti e parole di conforto hanno
preso parte al loro dolore.
Un sentito ringraziamento all’équipe dei 118, in particolare al
dr. Garrone e all’Infermiere Solavaggione, ai dr. Pastorelli e all'équipe del Dea dell'ospedale Agnelli, al dr. Giampaolo Varalda,
alla sig.ra Santeramo, a Bruna e
Marcello Gandi, al sig. Canale, al
dott. Vivalda, al past. Paolo Ribet,
al prof. Claudio Tron e Milena, a
don Pasquale, al gruppo Ana di
Perrero, ai colleghi e amici di Silvia, Paola e Remo, agli amici e vicini di casa di Pinerolo e Trossieri.
Trossieri di Perrero
18 aprile 2001
I necrologi si accettano
entro le ore 9 dei lunedì.
Telefonare ai numeri
011-655278
fax 011-657542
16
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 27 APRILE 2001
■ Intervista al pastore Patrice Siyemeto, presidente della Chiesa unita dello Zambia
Vivere in Zambia, uno dei paesi più poveri del mondo
FRANCO TAGLIERÒ
IL pastore Patrice Siyemeto
è uno dei nuovi membri
del Consiglio esecutivo della
Cevaa eletto dall’Assemblea
generale di Séte dell’ottobre
2000. In occasione della sua
venuta in Italia per le sedute
del Consiglio gli abbiamo rivolto alcune domande.
- Pastore Siyemeto, quale
informazione ci dà sulla Chiesa unita dello Zambia (Ucz)?
«L’Ucz è stata fondata nel
1965 attraverso l’unione di
quattro chiese che avevano
svolto il lavoro missionario
nel corso di più di 100 anni,
per il tramite delle Società
missionarie di Parigi e Londra, in particolare la Chiesa
riformata di Scozia e la Chiesa metodista britannica. Oggi
la chiesa conta circa un milione di membri e 150 pastori: in dieci anni lo sviluppo
evangelistico, condotto anche attraverso azioni sociali
di peso (due ospedali, quattro dispensari, un collegio
agricolo, sei scuole secondarie, una scuola di teologia), è
stato molto efficace è l’Ucz è
ora la più importante chiesa
cristiana della nazione».
- Le statistiche ci dicono che
lo Zambia è uno dei paesi più
poveri della Terra, nel quale
T86% della popolazione vive
al di sotto della soglia di povertà (meno di un dollaro al
giorno) e la speranza di vita è
scesa dai 37 anni nel 1997 ai
30 anni nel 2000. Che paese è
dunque lo Zambia?
«È vero che il mio è un paese molto povero. Ancora prima dell’indipendenza, ottenuta nel 1964, le risorse principali-erano quelle minerarie
(rame e cobalto), ma la fluttuazione brutale dei prezzi
sul mercato internazionale
ha prodotto, soprattutto nell’ultimo decennio, gravi perdite finanziarie. L’agricoltura, basata quasi unicamente sulla produzione di mais,
dovrebbe essere sviluppata
maggiormente e differenziata
con piani razionali, per rendere il paese autosufficiente,
obiettivo che oggi non è raggiunto. Ne consegue una inadeguatezza dell’alimentazione e uno stato sanitario molto difficile in tutto il paese,
peggiorato dall’allargarsi del
virus dell’Aids».
- In questa situazione qual
è, secondo lei, l’apporto che
può portare la Cevaa, in collaborazione con l’Ucz?
«Le chiese dello Zambia
hanno avuto fin dall’inizio
uno stretto rapporto con le
chiese poi entrate nella Cevaa. 11 layoro comune è stato
essenzialmente quello dell’evangelizzazione. Ma nel
1992 ha preso vita l’Azione
apostolica comune (Aac) del
Nyengo-Makoma-Liuwa, nel
distretto Kalabo, nella regione del Barotseland, nell’Ovest del paese. Questo progetto
voleva rispondere ai bisogni
della popolazione Lozi, sia
dal punto di vista materiale
che da quello spirituale. L’
ampio progetto si è sviluppato su tre assi; una azione di
sviluppo (ricostruzione del
canale navigabile comunemente detto “del Nyengo”,
utile al trasporto di persone e
prodotti agricoli nella regione attraversata dal fiume
Zambesi), un’azione sociale
(aiuto alle popolazioni dal
punto di vista sanitario: è
stato costruito un ospedale a
Kalabo e molti villaggi sono
stati dotati di latrine per contrastare le epidemie), un’azione missionaria (evangelizzazione della regione e
consolidamento delle par^
rocchie). Oggi il problema
più grande relativo al canale
è quello della sua manutenzione, perché le popolazioni
locali, dopo il passaggio delle
mandrie, trascurano di ripristinare gli argini e il canale si
insabbia poco a poco. Dal
punto di vista sanitario la situazione è nettamente migliorata e, infine, se la popolazione del Nyengo ha resistito a lungo all’evangelizzazione, oggi ci sono molti
segni di aumento delle comunità. Insomma, l’Aac del
Nyengo ha avuto sicuramente un esito positivo».
- Queste informazioni sono .
molto incoraggianti, perché
dall’Italia si è guardato con affetto e speranza a questo progetto e sapere che gli obiettivi
si possono dire almeno provvisoriamente raggiunti è qualcosa che ci riempie di soddisfazione. Oggi in che cosa potrebbe svilupparsi una collaborazione tra le nostre chiese?
«L’Ucz ha un debito di riconoscenza nei confronti della
Chiesa valdese. I pastori Luigi
e Adolfo Jalla (1886 e 1889)
furono veramente uno strumento utile a far avanzare il
lavoro dell’evangelizzazione iniziato dal missionario
François Coillard. Il dottor
Voila è ancora ricordato per
gli ospedali a Mubumbu e
Sesheke. E ancora va ricordato Roberto Coisson per l’opera nel sistema scolastico.
Zambia: il canale del Nyengo
Molti uomini e donne di Dio
provenienti dall’Italia hanno
aiutato la crescita della chiesa nell’Ovest dello Zambia.
Oggi la collaborazione può
continuare per esempio con
lo scambio di persone, anche
perché in questo periodo
l’Ucz ha bisogno di pastori e
ho notato che qui in Italia ci
sono pastori anche per piccole chiese, dunque qualcuno potrebbe venire ad aiutarci. L’esperienza dell’incontro
tra le culture è molto arricchente! I nostri progetti poi
sono in difficoltà perché le
nostre risorse sono del tutto
insufficienti. L’Aac del Nyengo sarà, a partire dal 2004, totalmente gestita dalla mia
chiesa e questo ci preoccupa,
ma siamo fiduciosi che la Cevaa, e in particolare la chiesa
italiana, continuerà ad aiutarci, perché quello del Nyengo è un programma missionario molto importante».
Liberi di scegliere
_ _ _ deciso di dare l’otto per mille del reddito Irpef alla Chiesa valdese (Unione
delle chiese valdesi e metodiste) ma fai parte di una di quelle categorie di contribuenti che non
ha l’obbigo di presentare la dichiarazione dei redditi, ecco come devi fare:
1. prendi la copia del modulo CUD 2001 che ti è stato inviato dal datore di lavoro o, in caso di pensione, dall’Inps o da altri enti previdenziali;
2. firma nella casella prescelta senza superare i bordi;
3. firma la copia del modulo dove è scritto «Firma» (dunque sono due le firme da apporre sul modulo CUD 2001);
4. inserisci il modulo in una busta che puoi compilare con le indicazioni riportate qui
sotto;
5. consegna la busta chiusa allo sportello di una banca o di un ufficio postale.
ricorda
- se scegli di firmare non hai alcuna maggiore imposta da pagare;
- se scegli di firmare sei tu che decidi chi gestirà il tuo otto per mille del reddito
Irpef, se no lo decideranno gli altri (infatti viene ripartita la quota otto per mille
anche di chi non esprime alcuna scelta in base alle percentuali delle scelte
espresse);
- se scegli di firmare a favore della Chiesa valdese puoi essere certo che l’otto per mille del reddito Irpef verrà investito in ospedali, scuole, case per anziani, programmi assistenziali e culturali in Italia e all’estero. Inoltre, sarai
sempre informato su chi ha ricevuto il tuo aiuto, quanto ha ricevuto e per
fare che cosa.
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Chiesa evangelica valdese (Unione’delle Chiese metodiste e valdesi)
via Firenze 38 - 00184 Roma - tei. 06-4745537; fax 06-47885308; E-mail: TVmode@tin.it - sito Web: http://chiesavaldese.^
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