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Anno 113 — N. 8
20 febbraio 1976 — L. 150
Spedizione ìn abbonamento postale
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
LA DICHIARAZIONE VATICANA SULL’ETICA SESSUALE
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Molta paura, poca libertà
La ipolemica giornalistica suscitata dalla pubblicazione, il 16 gennaio scorso, di
una Dichiarazione del Vaticano « circa alcune questioni di etica sessuale » sembra
già essersi placata: come un gran fuoco
di breve durata, molta fiamma, poco calore. È il caso però di riprendere il discorso troppo presto interrotto e sottoporre a un esame pacato e attento questo
documento varato, dopo anni di studio,
dalla Congregazione per la dottrina della
fede (l’ex-Sant’Uffizio) e « ratificato e confermato » da Paolo VI, che ne ha ordinato la pubblicazione. Si tratta dunque di
SPECIALE:
Documento preparatorio.
Assemblea delia Federazione
Chiese Evangeliche Italiane
Bari: 30 ottobre-2 novembre 1976
pag. 4/5
un documento indirettamente pontificio:
forse Paolo VI, dopo la non felice accoglienza riservata anche da molti cattolici
alla sua enciclica Humanae vitae (del ’68)
sul controllo delle nascite, ha preferito
evitare un nuovo pronunciamento personale, cioè papale, su questioni attinenti la
vita sessuale, col rischio di suscitare una
nuova ondata di critiche anche da parte
cattolica e così indebolire ulteriormente
l’autorità già abbastanza compromessa
della « cattedra di Pietro ».
Con una serie di articoli, di cui questo
è il primo, tenteremo anzitutto una valutazione generale del documento, mettendone in luce meriti e difetti pregi e limiti.
Nei prossimi numeri si affronteranno le
singole questioni trattate nel documento.
I pregi della Dichiarazione sono, a nostro avviso, essenzialmente due: il primo
è di aver parlato con una certa tempestività, il secondo è di aver parlato chiaro
su questioni concrete.
È un merito, anzitutto, aver parlato.
Perché? Perché sulle questioni del sesso
(come su molte altre questioni, di vita di
tutti i giorni) c’è fra i cristiani (non solo
cattolici) un certo disorientamento, non
è più cosi facile distinguere il bene dal
male e sapere dove passi la linea della
fedeltà evangelica. È una situazione critica, che può essere spiegata in molti modi, ma da cui bisogna cercare insieme,
darsi una linea. Non è possibile che ciascuno risolva i suoi problemi da solo, come meglio può. Se la chiesa ha un senso.
è anche di essere una comunità in cui si
parla, si mette insieme i propri punti di
vista e si cerca una via da percorrere insieme. Ciascuno cammina, certo, ma la
via è comune. Nella chiesa cattolica questa via comune è decisa dall’alto, a colpi
d’autorità con un metodo che in nessun
modo possiamo condividere: non è così
che nella chiesa si cerca e si crea il consenso della fede. Però è a nostro avviso
un merito che, sia pure con una procedura inaccettabile (e con risultati, come vedremo, insoddisfacenti), la chiesa cattolica si sia pronunciata, abbia detto qualcosa, sia uscita dal silenzio in cui, ad
esempio, il sinodo valdese tuttora si mantiene, almeno sulle questioni trattate nella Dichiarazione.
Il secondo merito è di aver parlato chiaro su questioni concrete. Il documento
affronta direttamente singoli problemi
che ogni persona trova prima o poi sul
suo cammino. Questa concretezza è lodevole. È bene non restare nel mondo generico dei princìpi generali e delle « linee »,
e scendere nel vivo di problemi controversi come i rapporti prematrimoniali,
l’omossessualità, la masturbazione. Cosi
facendo si corrono senza dubbio dei rischi: il maggiore è quello del legalismo,
che si ha quando la legge diventa più im
portante delle persone e il comandamento, anziché guidare e orientare le coscienze, le imprigiona e in fondo le annulla.
D’altra parte però la realtà dell’obbedienza cristiana non si misura sui princìpi o
sugli orientamenti generali ma nel concreto delle questioni particolari. Noi crediamo che sia possibile, sul terreno dell’etica cristiana, dare indicazioni precise
su questioni concrete senza per questo
cadere nel legalismo.
I difetti del documento son numerosi e
gravi. Ci limitiamo a menzionarne i maggiori.
II primo è il ricorso continuo e convinto ai « princìpi deU’ordine morale che
scaturiscono dalla stessa natura umana »,
alle « leggi immutabili... che si manifestano identiche in tutti gli esseri dotati di
ragione »: sono i principi e le leggi della
morale naturale, fondamentale per l’etica
cattolica ma estremamente problematica
sia dal punto di vista scientifico che dal
punto di vista biblico. Sul piano scientifico basti dire ohe se è vero che esiste una
natura umana, comune a tutti gli uomini,
è anche vero che l’uomo è fondamentalmente un essere storico (questo anzi lo
Paolo Ricca
(contìnua a pag. 2)
Protéstantedimo portoghese:
quale futuro?__________
di Manuel Pedro Cardoso
La Riforma del XVI secolo non ebbe,
all’epoca, alcun’eco in Portogallo. Varie
possono essere le cause all’origine della
mancanza di interesse, in quest’angolo di
Europa, per un movimento che appassionò allora tutto l’Occidente. L’adesione dei
primi portoghesi al Protestantesimo fu il
risultato dell’azione missionaria di stranieri, non nacque da un impulso interno
di rinnovamento. E il fatto che sorse nel
XIX secolo ha anch’esso la sua importanza.
La predicazione che si ebbe, allora, di
stampo risvegliato, di origine anglosassone, si rivolge, essenzialmente, all’individuo, facendo appello ad una « risposta individuale» e, per condurre l’uomo alla
conversione si avvale in particolar modo
di elementi che fanno presa sul senti
Saggio
di cultura
fascista
Recentemente
il frontespizio della Chiesa valdese
di Agrigento
è stato imbrattato con svastiche e scritte
naziste.
« Gott mit uns » (Dio con noi) e
« Sieg heil » (vittoria):
motti nazisti tristemente rievocati.
1 fascistelli locali hanno così commesso
una bravata e due errori ortografici
f« ii » u/ posto di « u »
e « Sigh » invece di « Sieg
dimostrando una volta di più
che ignoranza e vandalismo vanno sempre
sottobraccio.
(Nostro servizio a pag. 8)
WKGELICA VALDESE
mento. È una predicazione indispensabile
alla chiesa ma che dovrà sempre essere
seguita da una predicazione più serena
in cui le grandi verità del' Cristianesimo,
la sua dottrina profonda sono trasmesse
all’uomo che desidera essere discepolo di
Cristo.
La predicazione risvegliata deve scuotere l’uomo dalla sua apatia e ispirargli
un intenso desiderio di vita nuova. Ma la
nuova vita nascerà soltanto da vm’opera
paziente fatta nell’ascolto dell’Evangelo,
nello studio serio e sereno, nell’umile lavoro che il pastore svolgerà nella sua
comunità.
Ma il problema è che la predicazione
risvegliata sembra essere diventata ima
regola nel nostro ambiente. Ci sono comunità in cui il pastore non dirige mai
sereni studi biblici per approfondire il
senso della fede, in cui non si fanno conferenze, non si tengono mai tavole rotonde o gruppi di studio, perché il pastore si
sente soltanto capace di fare sermoni di
tipo evangelistico.
Ma quale risultato si può ottenere quando la comunità è nutrita, una domenica
dopo l’altra, con prediche che fanno continuamente appello al sentimento, fatte
esclusivamente di parole roboanti, e talvolta perfino senza uno studio preliminare? Il risultato non è necessariamente
cattivo. Ci saranno molte « conversioni »
visto che ci sono tante « chiamate ». Ma
ci saranno anche molte defezioni visto
che c’è un cosìi scarso lavoro di consolidamento. Ci sono pastori che quasi ogni
domenica accolgono nuovi membri (le loro chiese, se riuscissero a trattenere tutta la gente che entra, sarebbero oggi
quasi grandi come il « Coliseu dos Recreios » ! ) ma poi si verifica parimenti
un’emorragia costante. Anche quando in
una chiesa cambia il pastore ci sono molte persone che si allontanano, perché in
realtà c’era solo un legame affettivo nei
confronti del pastore precedente.
Un altro aspetto degno di nota del nostro Protestantesimo è la quasi inesistenza di famiglie protestanti. Nella maggior
parte delle nostre comunità la quasi totalità dei membri è costituita da evangelici
(continua a pag. 8)
Forza
del canto
COLOSSESI 3/16
Dovunque il cristianesimo è vivente, esso si esprime anche col canto gioioso e riconoscente dei credenti; per questo infatti, già molto presto nella chiesa cristiana si
crea il canto di lode. Per questo
cantavano i discepoli di San Francesco, sulle strade dell'Umbria^
per lodare il Signore. Per questo,
le comunità Valdesi e degli Ugonotti sono sempre state delle comunità amanti del canto: anche
sotto la minaccia della morte o
della tortura esse hanno avuto la
forza di cantare i loro salmi. I loro canti di lode avevano una tale
forza di testimonianza, che lo
stesso re francese. Luigi XIV,
proibì loro il canto. E per questo
pure ogni movimento di risveglio
fu accompagnato dalla creazione
di nuovi canti.
Quando la nostra anima è oppressa, quando la nostra fede vacilla, quando le nostre preghiere
sembrano prive di forza, dovremmo provare di intonare un canto
di lode, esso ci permetterebbe di
riacquistare nuove forze e nuova
gioia.
La sorgente che nutre il nostro canto di lode sono le grandi
opere che Dio ha fatto per noi;
quel che ci permette di cantare
con gioia è soprattutto il fatto che
abbiamo incontrato Cristo e che
egli ci ha colmati del suo amore,
che il suo amore ci conduce e ci
comprende.
Un canto negro spiritual dice:
«Tu mi chiedi perché io canto con
tanta forza, è perché l’amore di
Gesù colma l’anima mia ».
Quel che ci permette di cantare
è la ricchezza dei doni di Dio che
noi riceviamo ogni giorno: il pane
quotidiano ch’egli ci dona, la pace
e l’ordine ch’egli ci concede, la sua
protezione dalle forze dell’abisso
e dalla potenza del male.
Tutta la nostra vita, la domenica come gli altri giorni, dovrebbe diventare un canto di lode e
riconoscenza, a questo Dio miséricordioso, dovrebbe diventare un
canto di lode vero e sincero, se le
nostre azioni e le nostre parole
riescono ad armonizzarsi. Allora
soltanto la forza del Cristo ci sarà manifesta e altri potranno conoscere Cristo attraverso di noi.
Così ci incoraggia il salmista nel
salmo 103: ( 1-3).
Qualche tempo fa ho letto questa frase: « Se noi fossimo capaci
di lodare e ringraziare di più il Signore, avremmo meno occasione
di lamentarci ». Certo, non vuol
dire che con ciò le nostre difficoltà e malattie possano essere eliminate, ma d’altra parte, nulla di
più che la lode di Dio riesce a
cambiare qualcosa in noi, quando
la nostra via è angosciosa e osculi. Eiss
(continua a pag. 2)
2
23 febbraio 1976
a colloquio
con i lettori
L’essenziale è predicare
Un lettore di Genova prende spunto dal-,
l'articolo di G. Sbaffi "Libri per costruire
Un paese” (n. 48 del 1975) per fare alcune,
considerazioni generali che non incontreranno forse l’assenso dell'autrice:
Egr. Signor Direttore,
Sono personalmente convinto che nessuno
scrittore sia in grado di mutare la, geografia
economica, ovuncpie la si voglia considerare, nel
inondo, per il fatto che sono- soggettivi e tendenti al proprio utile; e pòi vi' è la’ volontà. Suprema del Creatore il quale ha fatto la natura,
compresa Tumanità, tutta disuguale: le montagne a varie altezze, più o meno ricche; le valli
anch’esse più o meno larghe e ricche; e poh anche le grandi pianure più grasse. Gli scrittori
possono trarre solo convenienti utili con i loro
romanzi come già avvenuto cinquanta anni fa
^a scrittrice Grgzia Deledda, con la sua bella
descrizione della vita brigantesca della sua terra sarda la qutde, perciò, ebbe ü suo premio
Nobel, ma non con questo risulta che quelle
contrade abbiano subito qualche miglioramento
nella vita associafàT ^ '
Il nostro lettore è convinto che la "grande miseria in cui vive il popolo meridionale insieme ad altr^ in terre depresse"
derivi dalla superstizione e ddll’ignoranza,
strumentalizzata dai dirigenti e che si manifesta in una poUtica -demogràfica assurda: avere molti figli per fare braccia da
lavoro e voti. .
Una precisazione
In riferiménto a quanto pubblicato su n. 5 de
« L’Eco - Luce » del 30 gennaio, nell’articolo
« Rai-TV, il diritto di accesso », preciso che non
è esatto quanto riferito sul « rifiuto deUa Rai »
di mettere in onda l’interyista fatta a Nairobi col
«: pretesto di motivi tecnici ».
Si è trattato di una scelta consapevole fatta al
momento del montaggio deUe varie interviste e
riprese fatte a Nairobi. Il cronista Rainero La
VaRe ha semplicemente preferito, come mi ha
in seguito spiegato, mettere in risalto nella, trasmissióne televisiva i. rapporti chiesa-mondo, anziché queUi interecclesiastici; -? ■
IV Moderatore: Aldo SbaffI
■ (t. '■ V .a;-;--...
Àncora sul Tinteg^ “
. -'•'T • • . .
Sono uno dei partecipanti a quella assemblea
pastorale metodista che, secondo le puntuaU ma'
incomplete — per non dire altro — citazioni,
del Patto di integrazione fatte da G. Peyrot, non
ha ragione di esistere.
Sono ancóra uno di quelli che hànno « capito
tutto, in tema di integrazione»; proprio perché
ho compreso qualche cosa in merito, e sènza malafede, vorrei ricordare che, secondo il Patto di
integrazione, la costituzione formale del corpo
pastorale unico è in data « non oltre il 1-9-1979 ».
Fino a quel momento rimane intatto il principio
di autonomia deUa Conferenza Metodista, di cui;
fa parte la Sessione Pastorale, che neUo specifico
è stata convocata in assemblea straordinaria — e
aperta ai laici! — ad Ecumene.
Nell’ambito di questa autonomìa trovò difficilmente contestabile la legittimità della Conferenza di assumere iniziative particolari riguardanti il campo di lavoro della Chiesa, quale risulta essere stato l’argomento della riunione sotto
, ¿accusa.
Colgo l’occasione per far rilevare anche, a si
, alto vessiUitero della purezza, e della democrazia
teologica, che per « noi » le assemblee — o sessioni — pastorali non son un magistero ecclesiastico, che « cerca di dettare alle chiese » delle
norme di comportamento teològico e/o poUtico.,
Al contrario queste assemblee sono uno strumento di lavoro della chiesa, formato da coloro
che lavorano a tempo pieno nella stessa, tra altri strumenti di lavoro.
Trovo quindi risibili e ridicole le accuse dì
magistero e dì « integralbmo clericale » rivolte
con. tanta sovrana ignoranza (da ignoro = non
conosco o non voglio conoscere) da G. Peyrot.
C’è tuttavia un punto sul quale sono consem
ziente con l’autore dell’articolo « Integrazione r
integralismo » — che tra l’altro considero il più
pesante intervento antimetodista da parecchi anni a questa parte, spalleggiato da coloro che tanto risalto giornalistico gli hanno dato —: dobbiamo occuparci dì cose concrete.
Sembra tuttavia che il problema della « cultura cattoliea » non sia considerato un fatto degno di figurare nel « concreto »; infatti occuparsene e denunciarla, attraversò analisi, studi,
discussioni assembleari e comunitarie, è ritenuto ambizioso e sproporzionate alle possibilità delle chesè locali. Ma una minoranza in Italia deve
sèmpre tacere o rinchiudersi in un. ghetto o vivere di conformismo? Vi è « sproporzione » solo
nella misura in cui le nostre chie^ sono mute o
timorose del confronto. Oye fóssefo tali, tocca a
chi tocca — per esempio un gruppo dì persone
che si sono Iroèàte-per discùlere,f indipendentemente dalla oonsacrazioùe pastorale '— cercare
spunti di rivitalizzaziozle.''’ - : s i ;
,^,jNon ,si.jè protestanti, ^Mlp perché non si sa
q;rinunciare;p.^(a.;par^); al)^..Itìforma; lotSi è
profeti di.quqLy^c^ ffjLa.¡ycrità viifaiy
liberi ». j^¿,¡,,;pMtprft^GlAWMá«is(; OuMAIi.pi
i'ifìr
(segue da pag. I)
distingue da tutti gli altri animali), e
quindi anche mutevole. Sul piamo biblico
basti ricordare che Gesù non si ,è mai rir
ferito alla morale naturale se non per
modificarla o superarla. Alle tracce di
móralé ‘ « naturale » presenti in certe norme date «agli antiohi » (Matteo 5); Gesù
oppone il suo energico «ma io vi dico».
Il discorso etico cristiano non comincia
dàlia natura ma da Cristo. La Dichiarazione , vaticana è un saggio di morate
stoica, non di morale cristiana.
Della Bibbia che si fa?
J[I secónüd difetto riguarda l’uso sconsiderato delta Bibbia che, nel documento, è doppiamento carente. Lo è perché
alcuni testi sono citati a sproposito, in
base a una loro lettura acritica di tipo
fondamentalista; e lo è perché in generale la parola biblica serve di complemento,
non di fondamento, al discorso. La si cita
sovente, ma non si ragiona a partire da
essa. La Bibbia viene utilizzata soprattutto nella terza parte, che è una specie
di inno, e invito, alla castità. È noto però
che proprio la castità è una nozione che
nella Bibbia ha scarsissimo rilievo. Inoltre, le numerose citazioni bibliche sul peccato contenute nel documento sono fatte
in maniera che si resta con ì’impfessiòne
che il peccato sia fondamentalmente di
natmra sessuale (mentre sappiamo Ohe
non è così, né nella Bibbia né nella realtà). Analogamente il documento parla di
«concupiscenza» in modo da lasciar intendere che la concupiscenza biblica sia
essenzialmente di tipo sessuale (mentre
sappiamo che non è così, tanto più dopo
la spiegazione che Lutero ne ha datoX Ini
somma, nel documento vaticano ci sono
molti versetti biblici ma poco pensiero
biblico. Il discorso morale di fondo è basato sulla legge naturale; il discorso esortativo finale è basato sulla Bibbia, la quale serve non per fondare il discorso mà
soló per concluderlo.
Discorso positivo
Un terzo difetto è l’assenza di uña- parola francamente e lietamente pqsitiva
sutta ‘ses'sualità, ’the ne ihùsVi.' il sigtó
to e la- bóntài -e noÉ soltànto gli àmisi è-i •
pericoli. Nel documento qUalchè’accenno
fuggevole c’è (ripreso dal Goncilio, non
dalla Bibbia), ma non basta a cancellare
l'impressione che la Dichiarazione nel suo
insieme lascia sul lettore, che sessualità e
peccató vadano quasi necessarjamente insieme e che sia quasi impossibilé accedere alla vita sessuale senza peccare.
Manca completamente, nel documento, la
prospettiva del Cantico dei Cantici!-Ep
pure è anche questo un libro della Bibbia! E riteniamo ohe. non sia possibile
parlare cristianamente di sessualità igno
rando del tùttò il Cantico dei Cantici; In
un simile contesto fatalmente ciascuno
vivrà la sua :Sessualità con complessi di
colpa. Ma non . è, ter rork?ando le coscienze che le si rende responsabili. Il fatto è
che secondò il Vatieànó solo il matrimonio inteso come « contratto coniugale; sancito e- garantito dailà- società » rende légittima la pratica della sessualità. Secondo noi invece è vero il contrario: è Tamore coniugale che legittima il matrimonio,
non il matrimonio che legittima Tamore
coniugale. , i
Indagine senza scienza
Un quarto difetto è l’usò insiríficiente
dei risultati dell’indagine scientifica. Questi dati non sono ignorati, anzi vengono
citati e tenuti presenti: ad esempio, a
proposito deH'omosessualità, si riconosce
che si deve distinguere tré omosessuali
occasionali e omossessuali che lo sono
« definitivamente ■ per una specie di istinto innato o di costituzione patologica giudicata incurabile »; così pure a proposito
della masturbazione si dice che dal punto
di vista della psicologia « essa è un fenomeno normale deH'evoluzione della sessualità », mentre si riconosce apertamentache »la Bibbia non ne parla. Ma queste
ed .altre acquisizióni dell’indagine scientifica nón sono valorizzate, in fondo non
vengono prese molto sul serio. Ma allora
che senso hanno i continui appelli, alla ragione presenti nel documento? Non è forse qui che la ragione degli autori del documento avrebbe do-vuto sentirsi interpellata? Se la ragione serve per accettare le
« leggi immutabili iscritte nella natura
umana », perché non dovrebbe servire a
valorizzare i risultati dell’indagine scientifica? L’impressione è che non si instauri
un dialogo ma si sovrappongano di discorso morale e quello scientifico.
Un difetto della Dichiarazione consiste in un cento farisaismo di fondo, in
quanto da un lato si ribadiscono solennemehté certi princìpi niòràli immutabili,
daH’àltro si raccomanda indulgenza verso chi li trasgredisce. Così si è intransigenti da un lato, perrnissivi dall’altro. Si
cita Paolo. VI il iiqpl,e„j(neirHumanae vi|ái«)b4a^íénflte-¿cfe;íiesú¿¿^ certo intransigente èon:- il--male;» ma-misericordioso verso le persóné ». Ora Gesù, a
quanto: risulta, non è stato affatto intrànsigeñte sui : principi, é indulgen Je verso .le
persone. - Al, contrario egli . ha trasgredito
i prinerpi e è-stato intransigente nel- suo
amore verso le persone. Gesù non ha affermato nessun principio, ha violato i
princìpi allora ritenuti indiscutibili (il sabato, ad esempio). Egli non ha cercato —
come cerca di fare da Dichiarazione — di
salvare capra e cavoli, cioè i princìpi e le
pérspne,,Ha. salvàto, solo le persone. E ha
dato un solo comandamento, quello del
\!/
ÌPROTESTANTE«
Jiio'ìi
Giovedì, 12 - II Canale, ore 18,15.
Dopo l’aprile dell’anno scorso, in eui è stata
posta la parola fine ad una delle più crudeli guerre che abbiano funestato il genere umano, una
cortina di silenzio è scesa sul Vietnam e sui suoi
abitanti.
Per iniziare in pace la costruzione di un paese
devastato da 30 anni di guerra, dicevano alcuni,
non è necessario riempire le prime pagine dei giornali; la guerra fa notizia, la pace no, soggiungevano altri più cinicamente; e infine molte voci
sì erano levate ad asserire che i vietnamiti erano
ormai preda di un sistema di repressione poliziesca e di caccia alle streghe senza precedenti; a
questo e solo a questo erano dovute la mancanza
di notizie per l’occidente.
Le illazioni lasciano il tempo che trovano, d’accordo,- però è ugualmente lodevole che la rubrìca. PROTESTANTESIMO del giovedì abbia voluto .chiarirci, attraverso gli occhi dì un testimone oculare,, il pastore Tullio Vinay; aitami dei
dubbi dì questi ultimi mesi.
Abbiamo avuto così modo»di apprendere cerne
il piccolo popolo orientale, finalmente unito,:-stia
ricostruendo da zero un paese. jdiatratlo,. con tenacia,; riponendo nel dimentìoaf oio gli - odi. c Te
diviiiohi di-una guerra. deUa quale molti ùOfi ricordano neppure, l’inizio. : . '
y. Vi e<>n<>,.pofie; ferite da lugriiq Ci vi .soop feritg che;; nqn; guariranno mqi:,più;nft,v<s^:li§ -sou.“
fdb;e;;i;qfei!te ',duramente jp) gQU“!’à,‘3dii)Uflajfflat,ura
yìqlqulaAa dpi ;ferro, p .dri. fuqeq,. jfpqsp, più
bombe, avvelenati dal piombo e dai diserbanti,
resteranno per lunghi anni a testimoniare della
follia omicida dell’uomo, sono la cornice di una
nuova guerra. Una guerra diversa che il popolo
vietnamita ha iniziato per sanare le sue ferite.
Una guerra condotta in nome dell’amore fraterno (anche verso còloro che ieri erano considerati nemici), per i poveri e per gli indifesi; per
coloro che soffrono e per coloro che dovranno soffrire ancora, per i bambini e i giovani che da
sempre hanno conosciute il rombo del cannone.
All’insegna della speranza la trasmissione è
corsa elencando le brutture della guerra e il modo coraggioso con cui un popolo fiero (che anche
in nome di questa fierezza non sbandiera in giro
per il mondo la sua povertà) si batte per poter
vivere in pace. È stato un -piccolo contributo questo perché una trasmissione . di 15 minuti nòn
può fare molto, ma tuttavia molti utile per la
comprensione di ooàei; che;, quanto prima ei interessavano con le notizie: -di. (morti e. stragi, tanto
ora ci sono lontane..''jji'Tr- Sii '. -i'ì;, I ;lO
.•TT.'ij.'Tii' Travet^; Rossella
PROSSIÍÍÍAMENTI’^
■ .tr.fiiìoinj ,;,n! ■Ir-.
Giovedì 19 1 sempre ! su¡. • jl * canale, .alle 118,15
notiziario su trq digefsjij arg^nenji- . , ' , iC.
Presentazione,dèL .^oeumepto., ptepmatoaiiO ; 4®}'
^Assemblea drila,^ederazimip:.delle Gbie?ei%at?'
geliehe-,(Rafi},.3P; ottg^pÉrii.aqyeinbre ,uq
tizie sulla cr)feLdqR’q5gè^le,-;i),'lLaml»^^^^
ca): a,,1,8, t^i,4aila. qmrte.di, A. .%bweitzer,,-qq
^^;|apite iLpane .pey,,^.p9mà^ chpila tizie-sqlle celfùrazioqij dpi XV^ :fehbraio cqav,m
l’amofe, che non è un princìpio ma un
rapporto.
, Che dire in conclusione?,, Diremo che
nèllq,iPichiarazione •yatioanà,:.iqapca l’imp,Qsta?ione e in buona - piisura anche il
contenuto evangelico,. Alcune -co^e sono
giuste ma il quadro -generale in cui sono
poste è infelice. L’etica cristiana non è né
repressiva né permissiva, è un’etica di
libertà fondata sulla responsabilità. Il documento vaticano sembra scritto più da
spiriti apprensivi che da spiriti liberi e
destinato ad aumentare i sensi di colpa
più che il livello della responsabilità.
Forza del canto
(segue da pag. 1)
ra. Ed è perché, il fatto di LODARLO, ci
pone in Comunione con il Signore; LODANDOLO, sperimentiamo in noi la presenza di Dio e sappiamo che abbiamo al
fianco COLUI che, anche nella più profonda oscurità non ci lascia Soli e che alla
fine sarà il grande vincitore.
Conosco delle persone che, proprio nei
momenti più difficili della loro vita hanno dato testimonianza di pace e fidùcia,
proprio perché la lode di Dio era una
parte fondamentale della loro vita.
Chi di noi si trovi proprio nella disperazione, deve cercare di lasciare da parte il lamento e deve cominciare a lodare
il Signore, allora egli vedrà pure una via
d’uscita alla sua situazione, perché Dfo si
trova al termine di tutte le nostre vie, anche di quello che ci sembra essere un vicolo chiuso.
Chi è capace di lodare Dio, non Solo dimentica il suo lamento, ma anche si
preoccupa de-Ua sofferenza degli altri esseri umani. L’amore di Dio ci preserva
dall’egoismo e ci apre il cuore alla ricerca del nostro prossimo.
Gli Atti degli Apostoli ci raccontano come Paolo e Sila lodassero nel profondo il
Signore.e come ne conseguisse l'aiuto del
Signore (16, 23: 26).
libri ’ recensioni
PAOLO SANFILTPPO, Vita di Manfredi Ronchi, c/o
l'Autore, via Rupinaro, 21, Chiavari (GE), 1975
(opuscolo fotocopiato da originale dattiloscritto) L. 1.500.
Appunti scarsi e purtroppo stampati con poca
cura tipografica, lavoro realizzato nella povertà,
ecco, che cosa, sono le note biografiche che il pastore emerito Paolo Sanfilippo ha voluto dedicare
all'amico e al collega. Il carattere più evidente di
questo breve scritto è la malcelata commozione dell'Autore, animata dall'ansia di chi non vuole che
la memoria di un uomo, memorabile sìa travolta
daH'incalzare furioso degli eventi.
Non si tratta dì un' lavoro scientìfico. Mancano
troppe còse che i lettori vorrebbero o sapere o
veder ricordate di Manfredi Ronchhi. Alcuni cenni
fuggevoli all'opera sua celano polemiche, instancabile lavoro, precisazioni, tratti interessantissimi
del suo carattere e soprattutto manca un sia pur
schematico esame dei nessi storici. Parlare di Ronchi senza scendere nei particolari — ad esempio •—
della storia del movimento battista in Italia dal
1934 al 1970 è impossibile, tanto la sua personalità e fa sua opera avevano influenzato gli eventi
del nostro battismo.
Nella pubblicistica evangelica si allarga ogni
anno dì più II vuoto sul movimento battista — segno di una grave e prolungata crisi. E in questo
vuoto sono sepolte personalità notevoli, appunto
come Aristarco Fasulo, Lodovico Paschetto, Manfredi Ronchi ed altri.
L'opera scarna, in forma di note, redatta dal
Sanfllippo, con suo esclusivo sacrifìcio personale, è
solo un grido di rabbia contro un silenzio ingiusto, che dovrà pur conoscere la sua fine. In attesa
dei tempi migliori, quando altri raccoglierà la
sfida del Sanfllippo, questi appunti servono bene
a non dimenticare.
P. Spanu
FRANCO BARBERO, Le comunità dì base: I Salmi,
Tempi di Fraternità, Torino, pp. 315, L. 2.000.
L'autóre, già noto per il volume edito dalla
Claudiana, una fede da reinventare, offre qui un
ricco rhateriale per incóhtri comunitàri/di preghierà',‘'segnàlazìohe di'caòtici, ^dosióìbgiè' éVc.' oltre alla traduzione dei salmi. ‘ ' '
-rr? ■ -ri.. - '.1 ì.ìvUì:''.:-'
FLAMINld MU-SA, Così''iì ifìglie-'divéhne pedre, pre■C; serttéziòne' di' AttiMo BetloIbcci/’Uà-'Pitòttà, Parii'ma. 'U
6'' '\;hà' raccolta di’ jóoesiié,'’ ¿crrtfe 'dà' un"'poeta
non ’pròfé5sfohrsta,*yijì téftirri'^dssflà ^àtsteòza'. Non
hriàncanó ’tbttàvià-sguBi^r 'èìW VeàWà ^ì£f’etti/àlé ' có-iVie' bèlle''poesie 'dédìcàte^ *à"^'Ì*^la\F^rucfà^^ a
■^^azrà-7 della LÓgìgÌa"'. ^'f''fibtò à* ¿èfrVéidktCJ Con
'feéHé'^LriuàtràzIoni ■ di Hlocera/^^'**^
ih m ¿KffigA »b cniae- Ufi-.
GREGbiRiO or ■|Ò'AZIAWzb?kpàéflirìfèèa^AookrStV^^
-•:(ìiR^.8‘i.,P?r>iyV:rlfi(959(LleQÌ99Ìq?:-T’-fJ^vr -■
3
23 febbraio 1976
Con un
dentro e
fuori...
Le risposte di don Barbero alla nostra intervista sono degli interrogativi aperti per tutto
l’evangelismo italiano - La Riforma resta tappa obbligata per un rinnovamento della fede
— La ricerca di una libertà evangelica
è realizzabile nel contesto della comunità
cristiana o impone, Come spesso si dice,
una rottura con questa?
—In questi ultimi mesi — dopo le recenti dichiarazioni dei vescovi Italiani e
delle Congregazioni per la dottrina della
fede — molti di noi vedono ridursi ulteriormente gli spazi della libertà evangelica all’interno della comunità cristiana.
Sembra davvero che nella chiesa prevalga la diffidenza sistematica, costituzionale
contro la libertà. Si ripete il dramma di
sempre : « Gerusalemme, Gerusalemme,
che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti
sono inviati....» (Mt. 23: 37).
Come discepoli di Gesù esperimentiamo una appartenenza alla chiesa sempre
più problematica e paradossale: siamo
«chiamati alla libertà» (Gal. 5:13), ma
le nostre chiese non si trovano, se non
in piccola parte, sul fronte della liberazione. La lettura della Parola che sta diventando in noi il primato della Parola
si scontra con padroni fuori e dentro la
chiesa : « Signore nostro Dio, altri padroni, diversi da te, ci hanno dominato, ma
noi celebreremo solo te, il tuo nome »
(Isaia 26: 13).
Andarsene? Emigrare da questa chiessa? Potrebbe anche essere una chiamata
di Dio e allora non rimarrebbe che obbedirgi.
Ma non si rischierebbe in questa maniera di dare ancora troppa importanza
alle nostre chiese? Se la chiesa è là dove
ci si apre al dono di Dio e ci si rende disponibili con altri fratelli e sorelle alla
sua chiamataa, allora le nostre appartenenze ecclesiali diventano molto relative.
Ciò che conta è la nostra appartenenza a
Cristo : « questo significa essere beati,
che Dio governi la nostra vita e noi siamo
il suo regno» (Lutero).
Certo la chiesa vorrebbe che noi fossimo « suoi », ma noi sappiamo dalla Parola che siamo di Cristo e di nessun altro : « ...tutto è vostro ! Ma voi siete di
Cristo e Cristo è di Dio,» (1 Cor. 3: 23).
L^Su questa -stradá per il: [discepolo che
solo della ’grazia .di ,ì>ip-,:J[^tsi:curamente vita difficile anche dà* parte’ della
sua stessa chiesa. È capitato al pastore
Rainer Kessler nella chiesa Evangelica tedesca, capita sovente nella chiesa cattolica. Forse credere che esista una chiesa
in regola con la libertà evangelica è una
illusione. Per questo molti di noi oggi
vivono nella chiesa con un piede dentro
e l’altro fuori, come cittadini e stranieri
insieme..., con il presentimento che Cristo
può chiamare anche a seguirlo nella « terra di nessuno ». E quando Cristo chiama
non c’è santo che tenga: tutto, proprio
tutto diventa « spazzatura ». Mi domando
sempre se ci incamminiamo verso quella
libertà evangelica che l’apostolo Paolo
proclama nella lettera ai Pilippesi : « Quelle cose che erano per me un guadagno, le
ho reputate una perdita a causa di Cristo. Che anzi, tutto ormai reputo una perdita a causa della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù» (Fil. 3: 7-9). Diversamente, se non gettiamo tra la « spazzatura » qualche nostro tesoro dogmatico, ecclesiale, teologico, temo proprio che
saremo come gente che fugge dall’Egitto,
ma porta con sé i faraoni.
— In che misura ia presenza e la testimonianza degli evangelici italiani ha contribuito alla battaglia per le libertà civili
e religiose in Italia?
— Non dispongo di un quadro sufficientemente documentato per rilevare Tincidenza degli evangelici in queste battaglie.
A me è parso particolarmente significativo il vostro apporto in occasione del referendum, e delle elezioni politiche come
blocco contro la D.C., anche se mi lascia
perplesso certo « moderatismo evangeli-.
co » che potrebbe denunciare un ancor
scarso radicamento nelle «lotte proletarie ».
Anche il modo con cui avete impostato
l’attuale dibattitp suH’aborto potrebbe offrire alla chièsa cattolica elementi preziosi che dovrebbero essere presi in considerazione.
Positivo mi è parso anche il vostro intervento per, vdemistificare tutte le manovre dell’anno santo. Ho soprattutto apprezzato il lavoro teorico di Gioventù
Evangelica su « Marxismo e (Cristianesimo » in upa rassegna ininterrotta da parecchi anni di dibattiti, seminari, esperienze ed'interventi. Peccato che non si
sia riusciti a diventare ima voce più popolare, di base,, e, à iare, per esempio,
del centro di Agape un punto di riferimento evangelico,, pef le nostre valli.
— Nella società Consumiàiicà e Còhfor
mista di oggi quali sono i caratteri essenziali di una identità cristiana?
— I discorsi sull’identità cristiana sono
sempre pericolosi e ambigui quando ci si
deve limitare a poche righe. Mi va bene
parlare di identità cristiana, ma preferisco parlare di chiamata. « Essere cristiani significa allora essere uomini della vocazione : uomini che accettano il programma di Dio che si rivela loro giorno
per giorno» (G. Bouchard). Per quel poco che mi riesce di capire è ancora valida la proposta di Bonhoeffer « pregare e
fare ciò che è giusto tra gli uomini » : un
binomio che va attualizzato e concretizzato ogni giorno. In più mi pare che ci
competa di vivere con libertà profetica
all’interno dei successivi « quadri » di società, con quella parresia, quel coraggio
che è dono e fatica quotidiana.
Se smarriamo questi connotati ci sarà
il rischio di sacralizzare i nostri impegni
storici o di fare del marxismo o della ri
voluziorie la nostra fede, anziché assumerli e viverli come scelte politiche di uomini storici.
— Che valore può avere nella ricerca
attuale dei cristiani il riferimento aila Riforma protestante dei XVI secolo?
— Poche parole, quelle che « posso »
scrivere. La Riforma, mi pare, deve fare
cadere qualche trono per insediare la Parola, per dar Le davvero il primato. La
Riforma potrebbe ancora aiutarci a superare certo clericalismo, certo « monopolio sacramentale », certe mediazioni sacerdotali che impediscono alla comunità
cristiana di diventare chiesa fraterna.
Finalmente restituirci alla gioiosa libertà
dello Spirito.
Se voi farete della Riforma un dono
del Signore da vivere e ricomprendere
ogni giorno e non un vostro vanto o una
vostra medaglia, noi saremo aiutati a coglierla più in profondità.
FRANCO ÌSÀRÌSERO^
¿li
Nato a .Sàvigliàno,. (.Io} trentasette anni fa, Franco Barbero, compie i suoi studi di teologia presso il
seminario di Pinerolo.
Fino al 1967 è assistente del
Movimento Studenti Cattolici per
la zona del pinerolese.
Dal 1968 all'ottobre 1975 don
Franco lavora come parroco .presso la parrocchia di S. Lazzaro a Pinerolo.
Attualmente ha posto al servizio
delle « comunità di base » del Piemonte, in particolare della comunità di corso Torino a Pinerolo, la
sua preparazione biblico-teologica.
Il suo impegno nell'ambito delle « comunità di base » è approvato ma seguito con occhio critico da
parte della gerarchia.
FELONICA PO
Nel corso della giornata comunitaria
del XVII febbraio verrà presentata la recita di G. Tourn su « Luterò » dalla filodramatica locale. Il carattere tradizionale della festa del XVII verrà conservato
perché, comè' osserva la circolare della
comunità, « Siamo persuasi che una giornata come questa, per la quale ringraziamo il Signore, non abbia effetti devianti
nello nostra ricerca e nel nostro impegno
attuali per la libertà di tutti, in tutto il
mondo ».
S. FEDELE INTELVI
Domenica 22 febbraio alle 19.30 inizia
presso il Centro Evangelico di S. Fedele
il X Convegno teologico, f”1 tema « La
Teologia Pastorale in D. Bcniioeffcr », introdurrà il dibattito il past. Paolo Ricca.
Il Convegno durerà tutto il lunedì 23 sino alle ore 13 di martedì, 24 (pranzo e saluti).
Per iscriversi al Convegno, organizzato
dalla Federazione regionale Lombardia e
Piemonte Or. e dalla Comm. Esecutiva del
II Distretto, telefonare al più presto al
pastore S. Briante, Via T. (Trossi, 17 22100 Como - tei. 031/273.440. Le prenotazioni sono aperte sino a venerdì 20 febbraio. —
Sono previsti rimborsi e contributi alle W CIPCLlÌtO
spese di viaggio, vitto e alloggio. wi
che anche questa giornata veda una partecipazione ampia, così come invitiamo
tutti a seguire le varie attività della nostra comunità.
SANREMO
• Domenica 15 febbraio il culto è stato
presieduto, in assenza del pastore, dal
diacono Ugo Tomassone.
• Il programa per il, XVII febraio è il
seguente: domenica 22, ore 10.30 culto
con Santa Cena e colletta di « rinunzia » ;
ore 12.30 àgape fraterna. Chi desidera parteciparvi è pregato di avvertire il pastore
entro giovedì 19. Non è stata fissata alcuna quota ma si accettano le offerte; ore
14 pomeriggio comunitario con proiezioni,
canti e un thè.
Già il 18 gennaio ha avuto luogo un
incontro fraterno, nel corso del quale il
pastore ha proiettato magnifiche diapositive sulla Valle d’Aosta. Ci auguriamo
Il primo incontrò dell’anno ecclesiastico
per predicatori si terrà presso la Casa
Valdese di Borgio Verezzi. Esattamente
dalle ore 16 di sabato 6 marzo alle ore
17 della domenica 7. È previsto l’intervento di un docente della Facoltà Valdese di
Teologia, un culto comunitario con discussione sul testo della predicazione, una coiiveréEtóonq generale' sui problèmi
che la predicazione dell’Evangelo pone
oggi ai credenti ed infine lo studio della
strutturazione degli incontri periodici dì
questo tipo. All’incontro son pregati di
partecipare tutti i pastori ed i predicatori laici del Circuito naturalmente insieme ai membri di chiesa interessati. Costo
complessivo: L. 5.000. Prenotazioni presso Casa Valdese di Borgio Verezzi (Sv).
TORINO
GENOVA
Navigare senza vele
L’incontro che un nòstro redattóre, G.
Platone, ha avuto domenica 15 c.m. con la
comunità valdese di Genova si è articolato
in due momenti. Uno cultuale e uno di dibattito.
La predicazione ha sviluppato l’aspetto
della comunicazione; il dibattito, dopo
una relazione introduttiva sui problemi
de} nostro settimanale, ha sottolineato le
aspettative dei lettori. Il giornale costituisce un punto di riferimento significativo per la comunità genovese; si tenterà
ora, in via sperimentale, la vendita in
edicola. Verrà data maggior tempestività
all’invio di notizie alla nostra redazione,
e si cercherà di allargare "in loco” l’area
dei lettori.
La precarietà nella quale si opera (mancanza di locali, non c’è telefono né macchina da scrivere che siano della redazione; i membri del comitato redazionale
danno ritagli di tempo in mezzo a molti
altri impegni, difficoltà connesse con il
decentramento della sede tipografica di
Torre Pelice) ha suscitato qualche stupore.
Il vostro — è stato detto è « un navigare senza vele », perciò siamo solidali
con il lavoro che svolgete;
l'partèicipanti al dibattito, durato oltre
due ore, hanno condiviso il «taglio» attuale dell’EcorLuce^ qbe bòlmà; è detta di
alcuni, un esigenza informativa indispensabile per gli evangelici'italiani.
Si è poi scesi nel dettaglio,'proponendo
àicune modifiche; ' come lo "spostare ' la
stariipa dell’EcovLuce a Torino chè ne fàvorirèbbe la' spedizìptte è là'spròvincializzéfebbe. Adeguare l'àbbotìàmèùto ài costi
réali, e avvalersi di una 'reite ;di cfistribuzitme naziònale...'Al''di Ta' tìèr jittìbleirii
tecnici, la comunità, ha VolUtó 'stìttdllilèà
re, con la presenza e la viva partecipazione al dibattito, l’importanza del periodico
valdo-metodista il cui «veleggiare» è seguito con attenzione fraterna.
• Ottimo l’esito finanziario della mostra
di pittura presentata dall’O.I.D.A. (organizzazione internazionale divulgazione arte) nei locali di Via Assarotti. Il ricavato
verrà destinato alle giornate della Bibbia
che si terranno nella prossima primavera.
• Continuano le riunioni mensili della
Unione femminile. Nell’ultima riunione il
past. Marauda ha presentato uno studio,
molto seguito, sull’episodio della conversione di Zaccheo (Luca 19 sg.).
• « A che punto siamo con l’obiezione
di coscienza » è stato il tema di incontro
nella riunione della comunità valdese all’inizio del mese. Dopo aver illustrato la
posizione dei non-violenti in Italia, il
past. Marauda ha esaminato l’iter della
legge che istituisce il servizio civile con
le sue lacune e il suo carattere punitivo.
Ne è seguito un vivace dibattito che ha
dimostrato l’interesse del tema.
• Domenica 29 febbraio alle 16 s’incontreranno nei locali di Via Curtatonè le
Scuole Domenicali delle Chiesè Valdesi
di Genova e Sampierdarena, della Chiesa
Battista di Sampierdarena e della Chiesa
Metodista di Sestri. Mentre i ragazzi svolgeranno il loro prdgrammai i genitori si
incontreranno con* le' monitrici per uno
scambio d’idee sulla questione 'hnportant© delia preparazione biblica'del ràgazsd e
sulla' òòllabotrazione tra * ohieèe evangellcliè nel' èànqjò' 'deU’istruziòne religiosa.
ìFtlttf 1 genitori sono caidainente''invitati.
Il gruppo giovanile evangelico che si
ritrova tutti i sabati dalle 17.30 alle 19.30
in Corso P. Oddone 7, organizza per domenica 22 febbraio un viaggio a Milano
(dal mattino alla sera) per partecipare
ad un incontro allargato, presso i locali
della chiesa valdese, di giovani evangelici
di diverse città. Prenotazioni per il viaggio presso G. Platone (6505287) o segreteria chiesa (682837).
• Domenica 15 febbraio il past. Aldo
Comba ha presieduto il culto, seguito da
un’agape fraterna a cui hanno preso parte un centinaio di persone. Nel corso del
fraterno incontro è stato presentato l’opuscolo del past. L. Santini in occasione
del XVII febbraio. Si è poi passati all’assemblea di chiesa che ha riconfermato
con reiezione ì membri del Concistoro.
L’incontro è terminato con una conversazione di Fernanda e Aldo Comba sulla recente assemblea ecumenica di Nairobi;
che ha suscitato un vivissimo interesse.
CREMONA
Recentemente si sono avuti nel saloneteatro « Zaccaria » vari incontri con affluenza di numeroso e attento pubblico in
prevalenza giovanile. Il 21 gennaio ha parlato il pastore Renzo Bertalot, direttore
della Società Bìblica sul tema « Ecumenismo e Bibbia oggi »/ Il 6 febbraio don
Sirio Politi, prete operaio, ha dato un’appassionata presentazione del tema: ì Chièsa e classe operaia».
Sabato ,14/2 il pastore Mario Sbaffi ha
illustrato la situazione ecumenica dopo la
Conferenza di Nairobi.
Altri incontri Sòno‘ 'fn' preparazione' da
parte del griipltó' M'àréati"catfòlici,'"dal
Centro ecumènidtì' dàlia; nostra Comunità
é da grùppf'di baSé sùii temi dellà '.preghiè'rà ■ (28-29/2'é di àtttialità). '
4
23 febbraio 1976
ASSEMBLEA DELLA FEDERAZIONE
Il Consiglio della Federazione ritiene urgente iniziare in questi primi mesi del '76 una riflessione sui
temi che dovranno essere discussi
nell'Assemblea della Federazione del
prossimo ottobre-novembre. In estate le attività ecclesiastiche sono sospese; la primavera sarà occupata da
convegni, assemblee di chiesa, regionali, distrettuali e simili; i soli momenti in cui la “base", cioè le chiese
locali, potranno discutere veramente
i problemi della Federazione sono i
mesi invernali, tra gennaio e Pasqua
1976.
Appunto per permettere alle chiese locali di prepararsi in tempo alV Assemblea della Federazione, il
Consiglio desidera fornir loro fin
d’ora questo documento. Non si tratr
ta del rapporto ufficiale che sarà
presentato a suo tempo alle chiese e
ali Assemblea, ma di un semplice
strumento di lavoro per la discussione:una serie di informazioni e una
lista di problemi aperti, in particolare il problema del futuro della Federazione.
Questo documento in una prima
parte darà una succinta descrizione
di come lavora attualmente la Federazione e quali problemi solleva; in
una seconda parte toccherà la questione del futuro della Federazione,
ponendo infine alcune domande agli
evangelici e alle chiese.
Federazione
delle Chiese
Evangeliche
Italiane
La Federazione, costituita nel 1967,
nasce in realtà dal Congresso Evangelico
del 1965 come momento e strumento
unitario di tutto l'evangelismo italiano:
il motto del Congresso è infatti « Uniti
per l'Evangelo ». In un'epoca come la
nostra, in cui il tema dell'unità dei cristiani si presta a interpretazioni molto
diverse, occorre qualificare il tipo di unità che gli evangelici italiani cercano.
Non si tratta di una unità fine a se
stessa ma — come appunto dice il motto del Congresso — di una UNITA' PER...
per l'Evangelo, appunto. In altre parole quello che si cerca non è l'unità strutturale, non è la grossa organizzazione
che racchiude e dirige tutti e che presenta se stessa come fondamento di credibilità.
Si tratta invece di mettere al primo posto la predicazione dell'Evangelo e di lavorare in comunione per l'Evangelo,
coordinando gli sforzi e mettendo in comune le risorse e i talenti delle singole
comunità, opere e chiese al fine di una
più chiara ed incisiva predicazione nel
nostro paese.
Questo è stato, ed è il presupposto
fondamentale del nostro lavoro.
Perciò la Federazione non ha voluto
né vuole essere una « superchiesa », ma
d'altra parte essa deve individuare — e
le chiese stesse devono individuare —
più chiaramente che in passato lo scopo
centrale,' le modalità ed eventualmente i
limiti della collaborazione e della « comunione dei doni » che si possono e vogliono realizzare nella Federazione. Da
questo punto di vista, quando si sia al
chiaro su come deve configurarsi oggi
una predicazione evangelica in Italia, rimane il problema di individuare secondo quale modello dovrà organizzarsi in
futuro la Federazione.
I servizi: una presentazione di
queiio che é stato fatto
Studi
La Federazione opera essenzialmente
attraverso i propri Servizi. Alimentare insieme la propria fede, per rispondere insieme alle domande e alle slide del mondo in cui viviamo, è l’esigenza cui ha cercato di venire incontro la Federazione attraverso i convegni promossi dal suo
Servizio studi.
I temi,, trattati negli ultimi due anni
sono stati :
EVANGELIZZAZIONE
E GRAFICA
Uno sforzo di parlare di evangelizzazione non in astratto ma in relazione a uno
degli strumenti moderni di comjinicazione;
ATTUALITÀ’ DI VALDO
Si trattava di vedere Valdo, nell’anno
del centenario, non come fondatore di
una chiesa particolare, ma come credente
la cui protesta e conversione ha un significato e un appello molto attuale per tutti
i cristiani d’oggi;
«CHI DITE VOI CHE IO SIA?»
LIBERAZIONE DELLA DONNA
E SUO RUOLO NEL
RINNOVAMENTO DELLA CHIESA
Azione
sociale
Il Servizio di azione sociale ha cambiato direzione e composizione nel corso del
triennio a causa di trasferimenti e altri
mutamenti di situazione personale che
hanno toccato l’uno o l’altro dei suoi
membri. Attualmente è diviso in due sottogruppi ; uno centrato a Firenze, che si
occupa dei problemi degli istituti di assistenza, l’altro ubicato nel meridione e
incaricato dei problemi dell’emigrazione.
L’attività del gruppo fiorentino si è esplicata essenzialmente nell’organizzazione del convegno di Firenze dell’aprile ’74
sul tema « Diaconia evangelica e riforma
assistenziale » e nella pubblicazione di
Diakonia, con documenti riguardanti le
questioni dell’assistenza. Il gruppo emigrazione ha mantenuto i contatti con gli
organismi europei, ha assecondato l’opera
del CESE (che peraltro è organizzativamente indipendente dalla Federazione) ed
ha previsto l’organizzazione di una conferenza sui problemi degli emigranti di
ritorno.
siderare che il Servizio svolga un lavoro
più ampio, ma in tal caso devono anche
prevedere come ottenere il personale —
volontario o no — e i finanziamenti necessari.
Esaminando le più significative interpretazioni teologiche di Gesù nel nostro
secolo ci si è chiesti chi è Gesù per noi;
La discriminazione della donna nella
società trova delle analogie anche nella
chiesa; qual’è al riguardo una posizione
consona all’Evangelo?
Questi convegni tenuti a Santa Severa,
a Torre Pellice e a Ecumene, sono stati
seguiti da un pubblico che variava, secondo le occasioni, tra le 40 e le lOO persone ;
presenze sufficienti per un interessante
dibattito, ma quasi insignificanti se paragonate al numero complessivo dei protestatiti italiani.
Va inoltre osservato che ben poche
proposte o richieste sono giunte dalle
chiese affinché si studiasse un tema piuttosto che un aitro. Inoltre non risulta che
nessuna chiesa abbia cercato di far confluire i suoi convegni tradizionali in quelli del Servizio studi per realizzare insieme con gli altri questa attività di studio;
ciascuno ha fatto per conto proprio i
suoi incontri e convegni abituali a cui si
sono semplicemente aggiunti — con un
pubblico relativamente limitato— quelli
della Federazione.
Nel valutare questa situazione occorre
chiedersi se essa deriva da carenze organizzative del Servizio, da scarso interesse
dei temi scelti, da indifferenza delle chiese rispetto a questo strumento di lavoro
comune, o da quale altra ragione. Poiché
è inutile mantenere in vita dei doppioni
la scelta é tra sopprimere il Servizio o
far confluire in esso im certo numero di
attività che ogni chiesa fa separatamente
ma che potrebbero meglio essere fatte
insieme.
Nel valutare l’opera del Servizio di azione sociale e soprattutto nel formulare dei
progetti occorre tener conto delle possibilità reali e non tracciare dei piani troppo ambiziosi.
Un collegamento generale tra tutti gli
istituti di assistenza, come pure la preparazione di personale, sono probabilmente
fuori delle possibilità reali di un Servizio
che è sostanzialmente un comitato di persone volontarie e di per sé già largamente occupate. Occorre essenzialmente valutare se il tipo di conferenze organizzate
dal Servizio e il materiale pubblicato su
Diakonia sopo di effettiva utilità ai nostri
opèratori sociali, ai nostri istituti, asili
eccL, e sé quindi è desiderabile mantenere
o allargare il lavoro in quella direzione.
Per quanto riguarda il gruppo sull’emigrazione va valutata la convenienza di collegarlo strettamente alle Federazioni regionali del Meridione, che non possono
non operare sullo stesso terreno, pur senza farne un problema esclusivamente meridionale, dato che la responsabilità di
questa materia è nazionale per non dire
europea. È tuttavia opportuno rendersi
conto che le spese e difficoltà dei viaggi
rendono necessario « regionalizzare » o
« localizzare » per quanto possibile gruppi
e comitati. Sarà impossibile chiedere al
gruppo sull’emigrazione di gestire direttamente delle cooperative o altre iniziative di carattere economico per facilitare
il rinserimento di emigranti di ritorno;
sarà invece opportuno indicare quali iniziative o quali attività del gruppo sono
di maggiore utilità per le chiese locali e
per coloro che vogUòno impegnarsi in prima persona nelle suddette imprese cooperative.
Istruzione
Educazione
Naturalmente le comunità possono de
È quasi inutile soffermarsi a descrivere
in dettaglio il lavoro svolto dal Servizio
istruzione ed educazione perché esso sta
cambiando decisamente in quest’anno
’75-’76 con l’assunzione di quell’« uomo a
pieno tempo » auspicato dall’Assemblea
di Bologna (Atto 19). Occorre da un lato
che le comunità si rendano conto del
grosso aumento di lavoro richiesto dalla
semplice preparazione del materiale per
la Scuola Domenicale, dato che in questa
materia non possiamo più dipendere dall’estero nella stessa misura che in passato. Questo è uno dei motivi principali
che hanno indotto il Consiglio ad assumere un « uomo a pieno tempo » anche
in anni di crisi economica: non è parso
possibile lasciare le chiese senza materiale per le Scuole Domenicali.
Sarà opportuno che le comunità valutino le ultime annate della rivista « La
Scuola Domenicale » da cui emerge l’impegno, la consacrazione e l’intelligenza
con cui il Servizio ha lavorato; occorre
inoltre che le comunità cerchino di seguire attentamente il lavoro che sarà svolto
dal Servizio istruzione ed educazione nel
1975-76 ( dopo l’assunzione dell’« uomo a
pieno tempo ») per poterlo valutare o
presentare all’Assemblea i suggerimenti
del caso.
Stampa
Radio - Televisione
L’operato del Servizio stampa radio televisione è per cosi; dire, sotto gli occhi
di tutti. Le trasmissioni radiofoniche e televisive sono offerte settimanalmente agli
spettatori e ascoltatori che — in vista dell’Assemblea — potrebbero utilmente raccogliersi in « gruppi di ascolto » per formulare valutazioni e suggerimenti non
individualistici, ma nascenti da una riflessione comunitaria.
Due considerazioni ci sembrano essen
ziali.
Prima di tutto va ricordato che le trasmissioni sono sostanzialmente per il pubblico esterno. Anche quando vengono collocate in orari infelici, che limitano al
massimo l’ascolto, rimane il fatto che il
numero degli ascoltatori-spettatori non
evangelici supera enormemente quello degli evangelici. Di questo va tenuto conto
nel chiedersi se la trasmissione è sufficientemente «evangelica» e «comunicativa»; ci si trova (davanti al microfono o
alla telecamera) in una situazione di «evangelizzazione» e non di «edificazione
della comunità » ; una evangelizzazione
che deve in qualche modo trovare il suo
punto di aggancio nella situazione reale
della gente e non calar loro addosso con
un linguaggio e dei riferimenti dottrinali
e culturali a loro estranei.
sabile, se non altro mettendo in funzione
i « gruppi di ascolto », discutendone in
modo approfondito nelle proprie assemblee, coscientizzando laici, pastori e futuri pastori sulla natura e possibilità delle
comunicazioni di massa, senza limitarsi
a un atteggiamento eccessivamente vicino
alla pura e semplice « delega » a un gruppo ristretto di persone.
Per quanto riguarda la «stampa» il
Servizio mantiene i necessari contatti con
i giornali italiani e alcuni organi ecclesiastici esteri, senza poter per il momento ampliare il proprio iavoro oltre questo
limite.
La regolamentazione del « diritto di accesso » prevista dalla legge di riforma della Rai-'Tv potrebbe determinare dei fatti
nuovi, attualmente imprevedibili, e non
privi di conseguenze per l’attività del Servizio: occorrerà che le chiese seguano tali sviluppi per potervi eventualmente far
fronte in modo adeguato in sede di Assemblea.
In secondo luogo va ricordato che un
lavoro di questo genere richiede un grosso impegno, sia in termini di riflessione
e autocritica, sia in termini di tempo. Le
nostre chiese e i nostri pastori (in larga
misura anche i laici) sono orientati da
decenni verso l’interno e non verso l’esterno delle comunità. Trovare quindi un linguaggio radiofonico e televisivo rappresenta un lavoro di « invenzione » nel quale tutto il protestantesimo italiano dovrebbe sentirsi più solidalmente respon
E urgente e importante che le Federazioni regionali siano attente e preparate
a usufruire delle occasioni che si aprono
e si apriranno nei programmi regionali
con l’applicazione della legge di riforma
della Rai. È un modo di raggiungere quel
pubblico che ascolta i programmi regionali.
Non paragonabile ai Servizi, ma pure
operante nell’ambito della Federazione, la
Commissione giuridico-consultiva è luogo d’incontro tra chiese federate e non
federate per la trattazione di problemi e
orientamenti relativi ai rapporti con lo
Stato. In tempi recenti' la questione su
cui si è dibattuto è l’abrogazione della
legislazione fascista sui culti ammessi.
L’utilità di mantenere operante questa
Commissione è evidente.
5
23 febbraio 1976
I
BARI : 30 ottobre - 2 novembre 1976
Problemi e rapporti ecumenici
Le Federazioni regionali - Rapporti col cattolicesimo - Partecipazione delle donne « Una persona a pieno tempo » per il servizio istruzione ed educazione
Esaurito il quadro dei « Servizi » occorre tener presente una serie di contatti
nei quali la Federazione si qualifica. Si
tratta in primo luogo delle Federazioni
regionali. Rimaste a lungo limitate a due
(Lombardia e Puglia-Lucania) sono recentemente passate a cinque (con Liguria,
Triveneto e Calabria-Sicilia). Hanno statuti leggermente diversi, hanno formule
operative diverse e cooperano con comunità non collegate con la Federazione
« nazionale ». Tra quest’ultima e le Federazioni regionali non esiste nessun vincolo organico di dipendenza, tuttavia si sente da una parte e dall’altra la necessità di
miglior coordinamento e stimolo reciproco. È stato suggerito di istituzionalizzare
stabilmente le occasionali partecipazioni
consultive dei segretari delle Federazioni
regionali alle sedute del Consiglio. Oltre
a ciò, e in considerazione del fatto che la
maggior parte della collaborazione interdenominazionale può avvenire su base regionale, potrebbe essere opportuno stabilire effettivamente più intensi contatti
tra Federazione « nazionale » e regionali,
pur senza venire a dipendenze organiche.
Per quanto riguarda i rapporti con le
chiese non federate si può dire quanto
segue: i rapporti con singole comunità
avvengono soprattutto nel quadro delle
Federazioni regionaii e in quella sede andrebbero potenziati; il Consiglio da parte
sua mantiene cordiaii contatti con diverse dirigenze denominazionali ; infine l’intero problema andrà rivisto secondo che
si sceiga runa o i’aitra -delle ipotesi di futuro delia Federazione, di cui si parla negli ultimi paragrafi di questo documento.
Importanti anche i rapporti con il Consiglio Mondiale delle Chiese. Tra le chiese federate solo la valdese e la metodista
sono membri del CMC al momento attuale, mentre la Federazione è catalogata tra
le organizzazioni « aventi un rapporto di
coilaborazione » con ii CMC. In generale
però i rapporti del protestantesimo itaiiano con il Consiglio Mondiale delle Chiese sono piuttosto di tipo passivo : si ricevono gii aiuti ecumenici e i documenti
sui quali si discute a posteriori, ma c’è
poco sforzo per intervenire attivamente
nel momento e nei luoghi in cui si prendono ie decisioni e gii orientamenti di
fondo. Il fenomeno ecumenico — lo si
voglia o no — coinvolge e influenza ormai tutte le chiese, anche quelle che ri
mangono ufficialmente fuori del movimento. Si tratta di sapere se si vuole
esercitare, nella modesta misura delle
nostre piccole forze, un’influenza positiva,
0 se si vuol semplicemente essere trascinati. Nelle discussioni sull’unità della chiesa, per esempio, c’è una forte accentuazione dell’episcopato, e le chiese non episcopali sono guardate come prive di qualche cosa di importante. Vogliamo accettare questo ritratto che gli altri fanno di
noi? vogliamo solo elevare sterili e tardive proteste? o vogliamo presentare e sottolineare in tempo e motivatamente il nostro rifiuto di ogni mediazione gerarchica in quanto corruttrice dei rapporti tra
uomo e Dio e tra uomo e società. E questo un compito da lasciare alle sole chiese-membro o da affrontare in quanto Federazione?
Né sono da trascurare infine i rapporti
con i cattolici. Se si vuole che l’Assemblea
eviti di dire delle banalità su questo argomento, occorre che nel corso del 1976
le chiese studino l’evoluzione del cattolicesimo italiano di questi ultimi dieci o
venti anni per identificare esattamente la
sua posizione attuale e per precisare in
che cosa il protestantesimo italiano si differenzia da questo cattolicesimo e quali
proposte avanza (se ne ha la forza) che
costituiscano un’alternativa ai reali progetti cattolici di oggi e non a un’astrazione astorica di cattolicesimo. Il n. 35-36 di
Gioventù Evangeglica può costituire un
buon punto di partenza per tali riflessioni, senza che ne ripetiamo qui le argomentazioni.
Roma, Teatro Eliseo,
1965.
Qui furono prese
le prime
iniziative concrete per
l’attività
della Federazione.
L’assemblea di Bari
dovrà verificare
il cammino percorso
ma soprattutto
guardare avanti
alle molte cose da fare.
tratto — occorre orientarsi decisamente
verso di essa. Ciò significa un delicato
e attento lavoro di scelta dei delegati/delegate all’Assemblea. Tale lavoro va condotto con attenzione perché di molte donne non si conoscono i doni e le capacità
perché non ci si è mai curati di prenderli
in considerazione. Non si tratta, ovviamente, di mandare all’Assemblea ed eventualmente di eleggere al Consiglio delle
donne solo perché tali; si tratta di aprire
finalmente gli occhi sulle loro capacità ed
eleggerle in base a queste, senza operare
quella esclusione automatica che ci viene
spontanea perché ci è imposta da una
lunga e sbagliata tradizione di predominio maschile. Su questa via occorre impegnarsi decisamente parecchi mesi prima dell’Assembiea se non si vuole essere
ancora una volta trascinati da retrivi
tradizionalismi.
Un altro problema di fondo, solo apparentemente organizzativo, è emerso nel
corso degli sforzi per trovare l’«uomo a
pieno tempo » per il Servizio istruzione
ed educazione secondo le indicazioni dell’Assemblea di Bologna. In due occasioni
il Servizio riteneva di aver trovato la
persona idonea e per due volte la rispettiva direzione ecclesiastica ha /opposto
un veto dichiarando non disponibile il
candidato. Finalmente, trovata la persona
con l’approvazione generale del Servizio,
tutto il progetto rischiava di naufragare
un’altra volta per le difficoltà finanziarie
avanzate da altre direzioni ecclesiastiche.
L’episodio mostra come il Consiglio della
Federazione, pur rispondendo del suo
operato all’Assemblea, è in realtà largamente dipendente dagli organi direttivi
denominazionali quando sono in gioco
questioni di personale e di finanze. Su
questioni di un certo peso, che necessariamente coinvolgono personale e finanziamenti, l’Assemblea non potrà improvvisare delle iniziative ma dovrà preventivamente assicurarsi che vi sia un consenso sufficientemente largo tra le chiese.
Chi sono
i membri
del Consiglio
dello
Federazione
Consiglio della Federazione:
PRESIDENTE: past. Aldo Comba
VICEPRESIDENTI : past. Piero Bensi,
dr. Sergio De Ambrosi.
CASSIERE: past. Mario Sbaffi.
SEGRETARIA: sig. Elena Girolami.
MEMBRI : i pastori Giuseppe Mollica, Massimo Romeo, Valdo Benecchi, Alberto Saggese, Franco Giampiccoli. Salvatore Ricciardi, Aldo
Sbaffi, Alfredo Sonelli, Sergio Ribet; il dott. Daniele Rochat.
Presidenti o segretari
delle Federazioni regionali :
LOMBARDIA: past. Thomas Soggin
APULO-LUCANA: past. Bruno Colombo.
TRIVENETO : Past, Giuseppe Tuccitto.
LIGURE: past. Paolo Marauda.
CALABRO-SICULA: past. Arrigo
Bonnes.
Segretari
del Servizio della Federazione:
SERVIZIO STUDI : past. Paolo Spano
SERVIZIO STAMPA-RAOIO-TV : pastore Aldo Comba.
SERVIZIO DI AZIONE SOCIALE:
past. Franco Sommani.
SERVIZIO ISTRUZIONE ED EDUCAZIONE : past. Salvatore Ricciardi.
Il futuro della Federazione
dipende dalle nostre scelte
Alcune altre questioni sembrano essenzialmente organizzative, ma rispondono in
realtà a decisioni di fondo.
La prima riguarda la presenza delle
donne nel Consiglio e in genere negli organi della Federazione. È chiaro che una
soluzione correttamente evangelica dovrebbe vedere in tutti gli organi direttivi
delle chiese e quindi anche nel Consiglio
della Federazione, uomini e donne in numero pressocché uguale ; è altrettanto
chiaro che — se anche questa situazione
ottimale non può essere raggiunta d’un
Il problema principale rimane: che cosa si vuole che sia in futuro la Federazione? Ci sembra che si possano elencare almeno quattro ipotesi diverse:
1 ) linea di « estensione interdenominazionale »: consiste nel volere una Federazione che effettivamente ricomprenda
tutte le denominazioni che parteciparono
al Congresso Evangelico e che allora si
dichiararono disposte ad operare « unite
per l’Evangelo ». Naturalmente non basta
affermare che questa linea « sarebbe giusta », occorre vedere se e come è realizzabile nei fatti. Ciò implica almeno due
riflessioni: una riguarda i compromessi
che questa linea richiederebbe tra posizioni abbastanza diverse in materia di
lettura biblica, di rapporto fede e società
e di ecumenismo: si possono e si vogliono fare tali compromessi o accomodamenti? L’altra riguarda una valutazione
precisa di quali sono le denominazioni
che effettivamente vogliono una linea di
questo genere. È la linea di ecumenismo
evangelico.
2) linea di concentrazione efficientista:
parte dalla considerazione che gli uomini
e i mezzi sono pochi, che la vera unità del
protestantesimo si fa piuttosto con strumenti sinodali che federativi e quindi « ridimensiona » la Federazione assegnandole pochi compiti precisi ed essenziali, per
esempio: radiotelevisione, educazione e
istruzione, appoggio alle Federazioni regionali; puntando tutto su queste sole
cose, cercando di realizzarle in maniera
eccellente e stabilendo tra loro una precisa scala di priorità. Naturalmente l'esempio menzionato può essere variato e
i compiti essenziali stabiliti in altro modo, ma è comunque indispensabile indicare un numero limitato e preciso di compiti essenziali. Occorre anche valutare se
questa linea non produce qualche « delusione » o non genera sentimenti di « esclusione » in chi si aspettava una Federazione diversa. E una linea di praticità.
3) linea di impegno unitario: parte
dalla considerazione che la Federazione è
l’organo attraverso cui si favorisce e si
realizza la comunione dei « doni » e delle
forze se non di tutto il protestantesimo
italiano, per lo meno delle denominazioni
federate; questa linea implica che le chiese non solo facciano insieme quello che
comunque non potrebbero fare separate,
ma facciano insieme anche delle cose che
potrebbero fare da «ole, ma che appunto
vogliono fare insieme. Occorre verificare
di quale parte della loro « sovranità » le
chiese denominazionali sono effettivamente disposte à privarsi per esercitarla collegialmente attraverso la Federazione
(es.: studi e convegni, messa in comunione di risorse umane e materiali, rapporti
con l’estero, ecc.). È una linea di rilancio
federativo.
ritti umani, delle migrazioni, della formazione alternativa dei giovani, di xm uso
degli strumenti di comunicazione per dar
voce a quelli ohe non hanno voce nella nostra società.
Queste quattro linee sono qui indicate
in modo sommario ma non insufficiente,
anche se andranno a suo tempo meglio
precisate. È chiaro d’altra parte ohe sono
realmente alternative l’una rispetto all'altra e che quindi non si possono semplicemente accumulare; occorre effettivamente scegliere.
QUESTIONARIO
4) linea « di lotta »: parte dalla considerazione che la testimonianza rivolta
all'uomo d'oggi va vissuta all'interno dei
suoi problemi e delle sue lotte. Ciò significa una rinnovata riflessione sui criteri
della lettura biblica e quindi un serio confronto con i fondamentalisti (esterni e interni alla Federazione) e con i cattolici,
una più chiara presa di posizione sul conflitto di fondo della nostra società, un
maggiore impegno nelle questioni dei di
II Consiglio della Federazione, nel diffondere tra gli evangelici italiani questo
documento in vista deH'Assenablea di Bari prega i credenti, i gruppi, le unioni
femminili e giovanili, ma specialmente le
Assemblee di chiesa di voler rispondere
a queste domande:
1) ritenete che occorra cercare tra le
chiese evangeliche una unità istituzionale
oppure una comunione di doni e risorse
In vista della predicazione?
2) quaie delie quattro ipotesi sul futuro della Federazione ritenete di appoggiare?
3) vorreste per favore indicare le motivazioni di taie scelta?
4) avete delle indicazioni pratiche sul
come meglio realizzare l’ipotesi da voi
scelta?
Il Consiglio prega di indirizzare le risposte per lettera a via Firenze 38, 00184
Roma, entro il 20 aprile.
Wà,.'
6
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alle vbUì oggi
Slalom
ecumenici
« Forse è urgente confrontare, discutere e tentare di fare il punto sull'ecumenismo nel Pinerolese » ha scritto qualcuno
su «Il Giornale di Pinerolo e Valli», un
quindicinale di Pinerolo ancora poco conosciuto per la sua scarsa diffusione ma
ben noto per i problemi che solleva.
E vero che nel pinerolese vi sono « diverse linee ecumeniche,. diversi ecumenismi », come : sostiene l'articolista; molte
forme di capire, di organizzare, di vivere
ciò che ciascuno intende con la parola
« ecumenismo >>. Ormai il termine « ecumenismo », entrato anche nel dizionario
cattolico ufficiale col Vaticano II, ha assunto una gamma di significati, di esperienze tra loro addirittura qontraddittorie. A che serve prendersela: i fatti sono
quelli che sono e non li si smentisce neppure con agile dialettica.
Se proprio si vuole entrare nel concreto, la settimana di preghiera per l'unità
dei cristiani (fine gennaio) ci offre lo
spanto per evidenziare come ognuno ormai si fa le cose sue, nel pinerolese.
Proprio il vicedirettore dell'Eco de Chisone, che ha cercato più volte il dialogo
con noi, che ci ha rimproverato di non
prendere abbastanza sul serio il dialogo
ecumenico col cattolicesimo diocesano, ha
invitato nella sua parrocchia nientemeno
che le suore di Darmstadt, discepòle di
Basilea Schlink, certamente più ispirate
ad un viscerale anticomunismo che al
protestantesirno. Un pastore, della vai Pellice ha avuto occasione di intrattenersi
brevemente durante la loro sosta al priorato mauriziano di Torre e ne ha riferito
su queste colonne due settimane or sono.
Si può capire che ogni tanto don Trombetto (ed altri con lui) resti deluso dai
valdesi locali, ma l’ecumenico consolarsi
con queste suore ci pare quantomeno paradossale. B ancor più ci stupisce la difesa che don Trombetto rie hà fatto sull’Eco
del Chisone prendendosela con S. Lazzaro
che ha denunciato la poca serietà di questa scelifL
A noi certo si può rimproverare di stare
troppo fermi, di non assùmere motte iniziative. Ma c’è da chiedersi se l’invito alla settimana di preghiera per l’unità dei
cristiani, dopo tutti gli usi ed abusi che
se ne è fatto conservi ancora credibilità;
non è forse tempo ài fare della scelte più
chiare, uscire dall’ambiguità di questo
procedere a zig zag evitando gli scogli che
fanno problema?
Ci sono pure altre possibilità, e non tutte da inventare. La via aperta dal Collettivo di -ricerca biblica formato da valdesi
e cattolici sul terreno comune della Scrittura non è un’alternativa equivoca, è l’unica seria. È un’esperienza non solo da incoraggiare ma da moltiplicare. Occorre un
po’ di buona volontà, dalle due parti s’intende.
L’impressione che se_ne ricava a livello
generale è che si sia meamminati sì a piccoli passi, ma a marcia indietro. Le suore
di Darmstadt sono la cartina di tornasole.
Eppure le proposte, anche da parte nostra non sono mancate: a cominciare da
quella presentata al véscovo Giustetti'di
discutere insieme i documenti preparatori
di Nairobi. Perché non se ne è fatto nulla?
Altre volte si è chiesto l’incontro sul problema dei matrimoni misti, sul Concordato. Dì nuovó tutto fermo. Ma allora è
proprio vero che per « bloccare » l’ecumenismo basta fare proposte concrete,
impegnative?
L’impressione che se ne ricava è questa.
Ma è questo vero ecumenismo? Non
pare. Gli óstacoU non si evitano, si affrontano nel comune confronto. È proprio
questo confronto sui problemi scottanti
del nostro tempo cHe manca nel pinerolese.
Ma la realtà del pinerolese va avariti.
Un esempio: VII febbràio diverse scuòle
non hanno fatto vacanza, molti ragazzi sono andati a scuola. Magistrati,, preti, pastori hanno discusso insieme a ragazzi e
professori il probfemà del Coricordato, le
sue conseguenze per la vita politica è’religiosa italiana, per la scuola, in una Scuòla come la nostra, in cui si sciopera ánche
per cose poco"señé, andare a scuola VII
febbraio e lezióne móràle, di serietà, dì
impegno, di vot^tà di cambiaré le còse.
Questa linea di impègrió fiori sembra però
godere buona accoglienza nella diocesi
pinerolese, né suite pàgine dell’Eco del
Chisone che non ha jpeso^, uña riga suUq
ricorrenza dèlVlI -fÓBb^àìÓ.
In compenso il òtÓàHo' cùpitoiare néóeletto ha inizìàto là dtfésd'dei documentò
della CongregàaphéÒepisCÓpdle ’ÌhI sesso!
Anche ÓtÌèStop'signifìcaiii/o e's'èrvé, u fa^'c
il punto ÓuU'kctìnÌénilt0"'piffèròleóe' hkl-.
POMARETTO
COME U ORGANIZZIAMO
questi ^rvlzi
Giovedì, scorso 12 febbraio vi è stato
presso il Municipio una riunione congiunta tra amndinistratori, componenti della
commissione « Servizi sociali e occupazione », della « Commissione istruzione », della « Pro Loco » con operatori sociali, scolastici e cittadini interessati.
Scopo della riunione, fare il punto sul
lavoro portato avanti dalle commissioni,
con particolare riguardo al tema dei servizi sociali da attuarsi sotto l’egida della
Comunità Montana e con l’appoggio del
Comune: Servizio di visita domiciliare,
servizi di aiuto domestico e infermieristico, apertura di un centro di incontro e costituzione di una biblioteca comunale, È
stata una occasione per allargare ad altri il nutrito dibattito che ha caratterizzato sinora le commissioni. Ne è nata la
sensazione che i problemi da affrontare
per la buona riuscita di questi servizi siano tanti, ma contemporaneamente che
possono essere superati con un continuo
dibattito fra tutti coloro che oltre agli
amministratori incaricati, hanno dimostrato di essere interessati e disponibili.
Si è inoltre ribadito che non vi è solo
il problema di mettere in piedi i servizi
ma anche quello di ricercare e preparare
delle persone adatte a condurre queste
iniziative, creando intorno a loro una
collaborazione sempre più ampia, tale da
poter rispondere alla fiducia della popolazione. Il dibattito naturalmente non è
stato conclusivo ma proseguirà nelle sedi appropriate (le commissioni); per praticità verrano unificate le serate di convocazione in modo da permettere un allargamento del dibattito, se questo sarà ritenuto necessario. Al termine della riunione si è fissata la data di mercoledìi 25
febbraio per una assemblea pubblica sul
tema dell’occupazione, da tenersi nei locali del municipio alle ore 20.30.
Mercoledì scórso 11,2.76 i genitori degli alunni della scuola dell’obbligo e della scuola materna si sono riuniti in assemblea per discutere il piano di medicina scolastica. Ha introdotto il Dr. Macear!, presidente della Comunità Montana,
esaminando i vari servizi previsti, indicandone gli obbiettivi ed i tempi di realizzazione.
Il piano di intervento era già stato pubblicizzato in precedenza con un programma dettagliato distribuito a tutte le famiglie. La discussione che ne è segixita si è
sviluppata soprattutto sul concetto generale di prevenzione delle malattie e sul
come affrontare le cause che portano agli stati di malessere. Si è parlato dell’impostazione del libretto sanitario individuale, della possibilità di discutere il quadro
generale dei dati che si ricaveranno dalle
visite fatte, dei rapporti con i medici locali, con le mutue.
Í; venuto in luce quanto sia importante
che accanto ai servizi si affianchi una
precisa presa di coscienza della popolazione che la salute è un bene insostituibile, della cui salvaguardia ciascuno è responsabile.
In questo quadro tutti possono e devono partecipare alla formazione di una
coscienza sanitaria, che partendo dal dibattito fra la popolazione ed i vari operatori sanitari, sociali e scolastici, possa
analizzare criticamente i limiti ma anche
le prospettive delle azioni intraprese, affinché i) programma del prossimo anno
possa “agganciarsi sempre meglio alle esigenze della vallata.
La Comunità Montana coordinerà queste iniziative. In questo senso è stato programmato per giovedì p.v. un altro incontrp tra genitori della scuola materna ed
elementare con l’igienista dentale che presenterà il piano di prevenzione che sì
adotterà nelle scuole.
SAN SECONDO
Conferenza Distrettuale
l’iuìùùle sftiiaZiàri'Ó 'pólltictf 'generale. ' ‘ ‘
E. Getft^ '
La Conferenza Distrettuale era stata
convocata a S. Secondo per l’esame del
documento ecumenico sul battesimo, l’eucaristia ed i ministeri. Questo è stato perciò il tema dei lavori, dalle 14.30 alle
16.30, suddivisi in tre gruppi di lavoro, i
delegati hanno discusso, e nella seduta finale è stato votato un documento che esprime il pensiero di tutti, le preoccupazioni delle chiese e le loro riserve.
Assemblea non eccessivamente numerosa, diretta, dal seggio della precedente
conferenza, in modo spedito, ma che ha
confermato la validità della suddivisione
in gruppi di lavoro.
La seconda parte deH’incontro è stata
invece consacrata ad un problema che anticamente si sarebbe detto di « discipl^
na», cioè di regolamentazione nella vita
della chiesa. Si è verificato infatti nel
corso delle ultime settimane che alcune
coppie di giovani valdesi o miste, abbiano richiesto a dei pastori di avere una
qualche cerimonia di benedizione per
dare veste legale al loro matrimonio, che
non possono contrarre perché la nuova
legislazione prevede per gli sposi l’età
maggiorenne di 18 anni. Non si tratta naturalmente di celebrare dei matrimoni,
che sarebbero impossibili ed illegali, ma
di benedire in certo modo una imione
esistente in attesa di poter celebrare il
matrimonio legale.
La conferenza è stata lungamente informata, si è discusso, si sono sentiti molti
pareri ed alla fine si è votato un Ordine
del Giorno che esclude in modo categorico questa proposta. Il problema è però
molto più ampio e merita che se ne parli anche sul nostro giornale, perché si
tratta di un modo di pensare e di vedere
là vita matrimoniale, la vita sessuale, la
religione ecc. su cui bisogna dare chiarimenti. Eccó comunque il testo del documento:
La Conferenza, , .
infbrmata dell’esistenza di riepieste tendenti ad ottenere per dcT minorènni una
cerimonia nuziale nelVatpbitò,.4flle Cfiie^
sq,\jp aftesa.:di ^regolàrtzgq^re c^yllrnerite la
loró,pqsÌzignc,,fattidiare,^^,.,; ,
decidé*''i^i ràccómàndàré ¿B ‘’Cò'ócìSt'óti
trìÓtìà'’prudenza nella cura d’anirrté"da
-Wonaca
Quando
gli studenti
fanno ie cose
usare in questo caso, tenendo conto delle
deficienze educative e sociali che provocano il verificarsi di queste situazioni,
esclude in modo tassativo che possa venir celebrata in qualunque forma una
cerimonia che abbia una qualche apparenza di celebrazione nuziale.
Rinvia alla prossima Conferenza distrettuale ordinaria una discussione più approfondita di questo problema.
In ricordo di Manuel
In occasione della morte di Elmanuele
Malano, avvenuta il 9 febbraio 1976 a
. Torre Peliice.
Ora che ci ha lasciato per una vita migliore, voglio ricordare a coloro che troppo presto hanno dimenticato quello che
Manuel è stato per noi, collaborando con
generosità e coraggio alla stampa clandestina diretta a Torino negli anni della
Resistènza.
Lo vedo ancora con i famosi bidoni a
doppio contenitore a sistemare il materiale da noi stampato e riempire con acqua colorata affinché non si vedesse il
secondo bidóne interno. Lo vedo ancora
quella sera del ’44 quando stavamo sistemando gli stampati nei bidoni e qualcuno, non ricordo più chi, venne ad avvisarci che stavano arrivando i tedeschi; gli
chiesi, COI! un po’ di tremarella, méntre
il titolare della tipografia se la dava a
gambe : « Manuel, che facciarpoi ». E lui,
con tutta calma e sangue freddo : « si finisce quello che abbiamo cominciato»; e
cosi si fece, Questo lavoro Manuel lo fece
fino al gtonio^JHifqiui jl .fuo cainiop. vfgine
mitragtiàtdre' rifltìrtù una bhitta ' feritsit
Ed è in conseguenza' di questa ferita che,
dopo 31 anni, ci ha lasciato. . in,
Speravo che qualcuno più "qualificato”
di me ricordasse Manuel durante il suo
funerale.-'Sir vede “molti mettono- in
pratica quanto pii disse un giorno qualcuno, che blso^a Jjeràònare e «dìniènt^
care». Per me hóh'ìà'còsì. Possó pèrdo
to. Perciò KiùiitìéÌ’ riihatìrà per sèmpre
nel mio cuore. Eiizo
Pinerolo
Festeggiare la data del Concordato in
classe anziché sciando o passeggiando in
giro per Pinerolo è una forma di contestazione che dovrebbe piacere a molti insegnanti e genitori, perché andare a scuola
quando si potrebbe fare vacanza è piuttosto insolito. .
L’assemblea del liceo scientifico del 5
febbraio ha invece ritenuto poter e dover fare questa proposta agli studenti dell’Istituto e ci dobbiamo rallegrare del
fatto che il consiglio d’istituto abbia autorizzato l’uso dei locali scolastici per rincontro che gli studenti hanno programmato per la mattina dell’ll.
Intervenuti aH’incontro Franco Barbero, Marco Gay e Giorgio Tourn ed un
numero notevole di studenti, tale da confortare gli organizzatori. Il dibattito noa
è stato un confronto di tesi contrapposte
ma una analisi effettuata da diversi punti
di vista dello stesso problema ; sia gli
studenti presenti che i tre « adulti » presenti al dibattito erano sostanzialmente
su posizioni affini, nessuno se l’abbia a
male, evidente dunque che le conclusioni
a cui si è giunti fossero simili.
Rifiutare il Concordato come cittadini
e come credenti questa la conclusione del
dibattito. Come cittadini perché si tratta
di una forma insoddisfacente ed equivoca
di rapporti, un condizionamento della vita civile da parte dell’istituzione ecclesiastica. Rifiuto come credenti perché si tratta di un tragico equivoco in cui la chiesa
perde la sua libertà senza acquistare una
reale udienza nel mondo.
Le azioni concrete da fare nel prossimo futuro sono in campo scolastico molto semplici e consistono essenzialmente
nella richiesta di esonero da parte degli
studenti che non intendono partecipare
alle lezioni di religione. Se questo vale
per dei credenti cattolici questo deve valere tanto più per, gli studènti valdesi. ^
Sotto questo prófllò è neCèssàrio'ché si
verifichi la situazióne e che si svolga una
azione puntuale di « pastorale » perché i
ragazzi valdesi non partecipino in nessun
modo all’ora di religione, sia essa dottrina
cattolica o, come spesso avviene oggi, conversazione libera o dibattito di educazione sessuale.
La battàglia contro il Concordato è ancora aperta e va combattuta con perseveranza.
Luserna San Giovanni
Al Biennio Sperimentale di Luserna S.
Giovanni TU febbràio, giorno di vacanza
per le scuole, alami studenti (circa il 30
per cento) hanno preso parte ad un dibattito sul tema del Concordato.
Presentato da un magistrato, un sacerdote della comunità di S. Lazzaro (Pinerolo), un pastore valdese ed alcuni professori del Biennio, la questione del
«Concordato» tra chiesa-e stato ha suscitato, proprio per la presentazione articolata, vivo interesse.
L’iniziativa del Biennio non è l’unica
nella Valle e nel resto d’Italia;, sempre
di più si allarga il dibattito su questa
« alleanza » siglata negli anni più bui del
nostro secolo. Non c’è stata quindi vacanza per alcuni studenti del Biennio, ma
presa di coscienza di una eredità amara
che in fondo non la si vuole neppure
edulcorata con un giorno di vacanza.
Torre Peliice
L’assemblea studentesca del Ginnasio
Liceo Valdese di Torre Peliice, riunitasi il
31 gennaio u.s., per discutere il testo dei
Patti Lateranensi, si è trovata unanime
nel condannare determinali principi enunciati nel Concordato in quanto inconciliabili, a nostro avviso, con lo spirito della
nostra Costituzione di cui è entrato à far
parte integrante; ed ha così deciso di
astenersi dal considerare .festivo il. giorno
dell’ll febbraio.
5 Coll’aiuto dei prof eài'orì; 'che hanno approvato in blocco l’iniziàtivà Studentesca,
questo giorno, è-stato:dedicato ;ad un prifno tentativo di sperimentazione interdisciplinare. Prefì'ssàto-m^Wgòmento, che è
stato introdotto dallcp relazione di alcuni
professori, gli studenti dèlie tre classi del
Liceo si sono divisi in gruppi eterogenei
per approf ondine’^
M tema scelto per fiót'ñunirái npoyamenté
a relazionare sdite cóhclusioni' raggiunte,
I Questo studio, ¡Jnterdispjplinqte^ verrà
Condensato in'úñ tÍcWstiíám, bài rftòfnenjfo che questo lavóro sarà- sonito da altri
dello stesso generé. sv f
I Gruppo di Base
----GHW»»9i©-feieeo-“Valde9é
7
delle valli
PINEROLO
, • Venerdì pomeriggio ha avuto iuogo a
'Prossasco il funerale deìla nostra sorella
Amalia Armand Ugon, deceduta in tragiche circostanze giorni prima, ai familiari,
ed in particolar modo al marito, rinnoviamo la nostra simpatia fraterna.
• Domenica ha avuto luogo, dopo il culto, l’agape ; ftaterhaJ del XVII, spostata
quest’anno a mezzogiórno per permettere
ad un maggior numero di fratelli di partecipare. Dopo il pranzo, preparato, e servito con impegno e cura dal Convitto e
da un gruppo di giovani, sono state proiettate alcune diapositive su Guardia Piemontese per illustrarne la vicenda nel
quadro dello studio storico che i ragazzi della scuola domenicale hanno condotto nel corso delle ultime settimane. Il
pomeriggio è trascorso in discussioni e
canti.
ANGROGNA
• La zona di Martel-Malan è senza luce
elettrica da 3 settimane. La Cooperativa
Elettrica di Torre Pellice, che serve la
zona, non è ancora intervenuta per le riparazioni necessarie. L’Enel potrebbe intervenire, ma c’è un conflitto di competenza. Intanto la gente rimane al buio.
• Alla scuola di Chiot d’I’Aiga, c’è il
contatore ma manca rimpianto interno
per la luce. Si continua ad insegnare cOn
la luce a gas... Ano a quando?
TORRE PELLICE
Domenica 22 febbraio alle ore 15.30
presso la Casa Unionista (via Beckwith)
su invito dell’Unione Cristiana delle Giovani e dell’Unione Femminile, la prof.
Frida Malan parlerà sul tema « Amarezze
e verità sull’Anno Intemazionale della
donna ».
PERRERO
Sono nati ; Raffaella di Renzo e Giovanni Pons (Ferrerò); Davide di Claudio e
Milena Tròn (Pefrero ) ; Vàldò di Aldo ed
:^colina Ghigo (Éira^a)! ■ o ^ >l.
‘ Ar’piccóTrre àllé"’ Ipf.ò,; fàmiglie,' tìn '^gurio sincero. ...
VILLAR PELLICE
• Sulla provinciale Pinerolo-Torre Pellice, nei pressi di Bricherasio, in un tragico incidente automobilistièo, è perito
Luigi Cordin, di anni 43, di Uciùire, trasferitosi da qualche tempo con la famiglia
a Torre Pellice.
Egli lascia, oltre alla vedova, sette giovani Agli. Una folla di conoscenti ed amici hanno preso parte al suo accompagnamento funebre.
A questa famiglia, così gravemente provata, la comunità esprime ancora tutta
la sua viva fraterna simpatia.
• Domenica prossima l’assemblea di
■chiesa è convocata per la nomina del pastore titolare. Si ricorda che per reiezione è necessaria la presenza del 50% degli
elettori.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA - RORA'
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• ;b oqqii'iii
dii»
VILLAR PEROSA
PRAROSTINO
R1V-8ICF V
eiCVIt Febbraio ' ^ ^
Anche quest’anno la RIV-SKF di Villar Perosa ha voluto festeggiare la festa
dell’emancipazione con una sottoscrizione
a favore degli_ Istituti di Assistenza valdésì'.~'
Dal lontano 1948 in cui ha avuto inizio
la prima, colletta per questo scopo ogni
ahho gli operai, gli impiegati e la direzione di questo Stabilimento hanno aumentato la loro contribuzione volontaria, malgrado la continua riduzione del personale.
Questo fatto è molto significativo per
cui gli Enti beneficati si sentono in dovere
di ringraziare sentitamente tutti i collettóri ed i donatori che, indipendentemente
dal loro crèdo religioso o politico, danno
ad ogni XVII febbraio il loro prezioso
contributo a favore di chi si trova nel
bisogno.
La colletta ha raggiunto la non indifferente cifra di L. 1.406.500 ed è stata così
distribuita :
Asilo dei vècchi - S. Germano 406.500
Asilo dei vecchi - Lus. S. Giov. 300.000
Rifugio Carlo Alberto - L. S. G. 200.000
Convitto maschile - Pomaretto 200.000
Convitto femminile - Torre Pel. 200.000
Scuola Materna - S. Germano 100.000
Elvina Gardiol r Renato Long
Consiglio di Circolo
Nella seduta del 13 febbraio, il Consiglio di Circolo e il Consiglio d’istituto
delle scuole elementari e medie di Villar
Perosa hanno affrontato insieme il problema dell’uso della palestra di Villar,
che era già stato oggetto di discussioni
più o meno accese con vari membri dell’amministrazione comunale; '
La palestra in dotazione alla Scuola
media di Villar, bénché ampia e moderna, è tuttavia insufficiente per le lezioni
di educazione fìsica e per le altre attività (doposcuòla, ginnastica correttiva) che
a Villar interessano Circa 700 alunni, dalla prima elementare alla terza media.
Esiste però una seconda palestra, di proprietà della RIV, che il Comune è disposto ad attrezzare, ma è distante dalla
scuola e, per ora, mólto in cattivo Stato.
La richiesta dei Consigli-è stata di avere
un mezzo^di trasportela disposizione, per
evitare perdite di tempo e altri inconvenienti. Il CòTnùne 'df ■Villar,'” presùmibiF ’
mente, non accoglierà la proposta cop
entusiasmo. . - A: , r i” , ' V
Finora Ta, posizione-^ deila giunta nei
confrónti degli organismi scolastici è stata abbastanza ostile, con lamentele continue a proposito delle spese enormi che
il Comune dovrebbe sostenere. Non si è
ancora risolta la questione della refezione
scolastica per le classi elementari a tempo pieno e già si profilano altri guai all’orizzonte, causati dal superaffollamento
della Scuola media.
L’amministrazione comunale non ha mai
fatto progetti per ia scuola, accontentandosi di tirare avanti alla nieno peggio, e
i risultati ora sono abbastanza evidenti.
Sempre nella seduta del 13 febbraio, il
Consiglio di Circolo ha stabilito che il
giorno 20 marzo sia vacanza in tutte le
scuole elementaii del Circolo. Non è stato invece possibile approvare la convenzione con la Comunità Montana per il
servizio di medicìnà scolastica, a causa di
un cóntfattèmpo burocratico. Il Circolo
di Villar Perosa ha ricevuto per questo
servizio un contributo regionale di cinque
milioni.
Comunità Montana
Val Pellice
L’assessore ai servizi sociali della Comunità comunica che presso la scuola
di Luserna Alta, il giovedì dalle ore 15 alle
16.30 per le elementari e dalle 17.30 alle
19 per le materne, si terrà un corso per
insegnanti sulla psicomotricità. Gli insegnanti interessati sono invitati per uh
incontro di presentazione giovedì 19 febbraio presso la scuola di Luserna Alta
alle ore 15 per le elementari e alle 17.30
per le materne.
AVVISI ECOfÌQjVnCI
/il'.' . ,r..v ,'C. },■■..¡1;- ■ :
CHIESA Valdese acquisterebbe' pfaitófoite d'oc■, cBSixJOe per uso comunitario.'Rrvolgersi al Pali :,store Rostagno, telefooofi 0I3I/8519,r
f Nell’assemblea pubblica, del 14 febbràio, p stato'- dibattuto il problema riguardàktei la costiTlzione, nei prossimi anni, di un edificio scolastico che possa dare la possibilità di eliminare le pluriclassi. Per -xivstìficar^, la costruzioriéj di que^
sto, eémplessÓ/Sl'^obbiamo innanzitupO;
prendere in considerazione due cose:.-la.
prima è che gli edifici esistenti hanno una
certa carenza in fatto di biblioteche e servizi igienici: la seconda è il fatto che le
Scuole di S. Bartolomeo e Roccapiatta
potrebbero, nei prossimi anni, essere chiuse per la mancanza del numero minimo
di scolari. I genitori si sono espressi in
modo favorevole circa rampliamento dell’edificio scolastico già esistente, al Roc,
mentre qualche obiezione è sorta nel riguardo del trasporto di alcuni alunni distanti e verso l’orario, un po’ scomodo,
che sarebbero costretti a fare per raggiungere la Scuola. L’Assemblea si è anche espressa circa il problema del servizio sociale per i bambini, il quale dovrebbe riguardare: le visite consultorie (tipo
medicina preventiva) con il seguirsi di
un’assistenza sociale adeguata.
• Sabato 14 febbraio alle ore 21 si è
tenuta un’assemblea per- la costituzione
di un corpo di Polizia rurale. È stato letto e discusso il regolamento di Polizìa
Rurale che prevede la creazione del suddetto corpo. Un punto importante del regolamento riguarda la raccolta dei funghi. Ricordiamo che la parte di ben cinque cornimi della pedemontana è stata
presentata una proposta di legge regionale su questo stesso argomento. Le aspiranti guardie (32 persone) dovranno, presentare giuramento in Prefettura, Il compito delle guardie sarà, oltre a quéllo di
far rispettare il regolamento di salvaguardia , per i beni naturàli, paesaggistici e
per laTsalvagùardia; dèi frutti,'sìa coltivati che; pendenti, quello di prevenzione' e
di cóntrolló 'degli incendi.
Per la raccolta dei funghi i non residenti e i non proprietari di terreni nel
Comune dovranno ritirare un tesserino,
presso -gli uffici Comunali, entro la .fine
di marzo al prezzo stabilito di L. 5.000.
• Ricordiamo che venerdì 27 fèbbraiò;
al Roc, si terrà un’assemblea pubblica riguardante ir nuovo piano di fabbricazione e il potenziamento deliacquedotto e in
generale il programma dell’amministrazione.
LUSERNA S. GIOVANNI
i ' . ■' ' ' ' ' ' -,
Con una buona partecipazione . al ciilto, al
pranzo, comunitaria e alla serata, si è svolta la
giornata del XVII.
La comunità ha ascoltato con molta partecipazione il messaggio del pastore Sbaffi, moderatore
della Tavola valdese, messaggio incentrato sul significato della libertà che Cristo ci ha portato,
avvertendo del pericolo di non saperla vivere nel
concreto della situazione sociale e politica del nostro paese, a fianco di quanti gridano al cielo perché giustizia sia fatta. Molto apprezzata, nonostante le difficoltà acustiche, la scena di storia
valdese dei ragazzi del precatechismo guidati dàll’inseguante Paolo Gàrdiol. I canti delle Scuole
domenicali e della Corale hanno infine contribuito a dare un carattere veramente comunitario al
culto.
Poco meno di 200 persone si sono ritrovate
per il pranzo comunitario (preparato con là sòlita
cura dall’équipe) nella sala AÌharin, dove il Moderatore ha parlato su alcuni aspetti dell’assemblea ecumenica di Nairobi. Là proiezione di un
film e l’attiva partecipazione della Corale hanno
infine concluso la giornata. ........ .. . >
Doni per l’Asilo
di Luserna San Govanni
Elenco dei doni pervenuti nel mese di, gennaio
1976 per la nuova costruzione:
Dino, Livio Tatiana e Edoardo Bobello in memoria della loro cara marraine Enrichetta Danna
L. 300.000; Albo Davide e Laura, Verona 10.000;
M. R.A. 50.000; L.E.A. 100.000; in mem. di
nonno Elmo, Davide e Stefano Tagliabue (Mi)
10.000; Costabel Aldo in mem. del Pastore Jahier (Mi) 10.000; Alessio Lidia e Luigi (Ge)
10.000; Unione Femminile di Bordighera-Vallecrosia 40.000; Coucourde Giulio (Pinerolo) 5.000;
in mem. di Garro Beniamino, la moglie Ilmes
e figli Renata e Edoardo (Pinerolo) 30.000.
In mem. di Adelina Long, la famìglia (Pinerolo) 50.000; Rostagno Laura (Torino) 30.000;
Rovara Umberto 15.000; P.L., in mem. della
mamma e nonna S..000; Gustavo, in mem, di Olga Petrai 5.000;.Iefer,e Laura Lodi, in mem.,dri
Pastore Jahier 20.000; Ricca Bruno e fainijglia
20.000; famiglia Artus 5.000.
Mina e Ferruccio Signoretti 40.000; in mem.
di Giovanni Peyrot, la moglie e figli 5.000; coniugi Giangrasso (Torino) 30.000; uh gruppo'di
sorelle « per Cristo e per la Chiesa » ,con riconoscenza: Chiesa VàldèsB di Torino 5().0Ò0: Scuòla
DoiheAicàle dèi'Peyròt, per Natale ’7S'‘1S'.()Ò0T
Matilffe è‘,'Jeah' 'Roàtàgnòl, in mein. ‘ di ' Waìtei'
Bellioh lO.'ÒOt); Opérài'Dhta Vaciago; Ìli meik,
ing. Guido Vaciago 15.500;'RivòiW' M^'e*
mannq,jin, ipem. di,,(lesare .Malappt 5,,OO0j. ^.^(,
In tenia dhélézipm
'^iàstorali
■ Vi
Quest’anno alcune parrocchie ayrannq da eleggere il loro Pastore e forse 'intefésserà come-si j
procedeva secondo la « Disciplina ecclesiastica »
di 150 anni or sono.
• Quando una cìiiesa era senza Pastore, i capi famiglia erano convocati otti,^mi prima perì
l’elezione (non esisteva la categorìa dei membri
elettori né c’era il voto alle donne).
• La nomina fatta dai capi famiglia era definitiva : non poteva essere annullata né dalla Tavola né dallo stesso Sinodo.
• Se una chiesa non procedeva alla elezione
del Pastore nel termine di un mese, provvedeva
la Tavola. La chiesa era allora in obbligo di ricevere il Pastore nominato, pena la privazione
di qualsiasi sussidio, tranne quello per i poveri.
• I delegati al Sinodo erano di massima nominati fra i capi famiglia, ma potevano anche
essere scelti fra quelli di altre chiese.
• La stesura del mandato di deputazione al
Sinodo era una cosa seria. Il documento doveva
essere redatto seduta stante su carta bollata da
dodici denari nel 1700, e di trenta centesimi nel
1733. Doveva essere firmato dalla maggioranza
dei membri del Concistoro e dei membri protestanti del Consiglio comunalè, oppure da venti
capi famiglia.
• Nelle votazioni smodali ogni delegazione aveva diritto a un solo voto.
Queste notizie sono ricavate da vecchi documenti neU’archìvio della Tavola. Se i lettori lo
gradiranno potranno, ogni tanto, rievocare alcune curiosità della nostra vita ecclesiastica, lasciando ai lettori di giudicare se la nostra Chiesa
ha fatto dei progressi, o se anticamente fosse meglio.
La speranza di poter acquistare una fotocopiatrice potrà forse realizzarsi. Infatti abbiamo già
ricevuto alcune offerte per un totale n di Lire
270.000. Agli amici che ci hanno aiutato il nostro grazie cordiale. ’
L’archivista
Doni « Eco-Luce »
Orlandelli Mario, Cremona 2.000; Baldi Garrou Alba, Castelnuovo dei Sabbioni 500; Pàs^alini Anna Maria, Genova 2.000; Barus Giovanna,
Torino 1.000; Fofnerohe Valdo, Pinerolo 5.000;
Boimous Amelia, Genova 2.000; Soulier Bartolomeo, Torino 500; Marangoni Renzo, Ivrea
1.000; Tomasetta Elisa, Napoli 1.000; Bronza
Luigi, Pinerolo 500.
Avatàneo Giacomo, Villastellone SOD; Gio-^
vannini Gino, Roma 2.000; Larucci Bartolomeo
Onex-Ginevra 500; Mossel Ettore, Chiotti 1.000;
Campesé Genre Mary, ' PinerolO 1:000; Costabel Felice, Ferrerò 1.000; De ”Walderstein Giusto,
Cinisello 1.000; Janni -Elsa, Ivrea 2.500; Volpi
Elio, Diano Marina 5.000; Canobbio Entonio,
Leriei 1.000.
Mazzoli Elva, Gavardo 2.000; Beux Liline, Luserna S. Giovanni 500; Tagliaferro Giuseppe,
Torino 1.000; Pini Ernesto, Bergamo 1.000; Negretti Lidia, Como 2.000; Grand Pietro, Luserna
S. Giovanni 1.000; Cielo Geremia, Genova 2.000;
Girardet Alberto, Roma 5.000; fam. Socci-Girardet, Roma 1.000; Masino Luigi, Varese 5.000.
’Trogliotti Eulalia, Vercelli 5.000; Crespi Felice, Torino 1.000; Bouchard Samuele, Cornelianò' D’Alba 1.000; Giuliani Rosa, Roma 2.000;
Giaiero Valdo, Rivoli 1.000; Morella Giovanni
Svezia 500; Coucourde Giulio, Pinerolo 500;
Breuza Renalo, Pinerolo 1.000; Genre Bèrtin HUda, Pinerolo 5.000; Fornerone Dino, Abbadia Alpina 1.000.
Regoli Paolo, Roma 5.000; Bettoni Pietro, Bergamo 5.000; Tosi Giuseppe, Bergamo 3.000; Riboli Daniele, Berzo S. Fermo 1.000; Chambon Lina, Perosa Argentina 1.000; Artero Enrico, Pomaretto 1.000; Coucourde Vittoria, Inverso Pinasca 1.000; Castagna Giulio, Inverso Pinasca
1.000; Charrier Elvina Perosa Argentina 1.000;
Coucorde Maurino Simona, Perosa Argentina
1.000. .
Curcio Nina. Torino 1.000; Griffo Margherita,
Savona 5.000; Roncaglione Carlo, Pont Canavese 1.000; Lala Eros, Roma 1.000; Guldbransen
Ib, Milano 10.000; Rogo Paolo, CiniSello 5.000;
Ribet Sergio, Pomaretto 1.000; Campese Luigia
Domodossola 1.000; Bounous Maria, Pomaretto
1.000; Marchetti Luigi, Pomaretto 500.
Doni per il Collegio
ANNO 1975-76 - 1” ELENCO
Luse"na S. Giovanni: Cresto Giuseppe 50.000;
Monnel Claudia 20.000; Monnel Pontet Marisa
30 000.
Milano: Palmery Ada 24.000.
Ferrerò: Ghigo F. Henry 10.000.
Pinasca: Galliano Iva 10,000; Lanlelme Renata 30.000; Long Caterina 25.000.
Pinerolo: Aigotti Alfredo 19.350.
Pomaretto: Long Margherita 10.000; Long
Marco 10.000; Névache Gianni 2Ò.000; Peyrot
Claudio 15.000; Vinay Luisella 10.000.
San Germano Chisone: De Gregorio Paolo
10.000. ' ' : '
T’orino; Raima Artùr.o ÌO.000; Belfiore Giuseppe 20.000; Rostaih Aldo lOp.ÓOO,
Torre Pellice: Bèux'Maria 10.000; Détachetis
Sergio 30.000; fam. Romeo 50.000; Hugon Italo 25.000; IppOlito, Aya^l Eleha 5.000; Tourn
Flora 20400; Éyhard patirà 5Ò.000.
vaiar Pérosà; 'fÌ.K 5,0CÌp: 'NJÌ,; 10().00b,- 7
eiofr) ouì: làft
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1 Cóhsolalo (ieùorqiii^^ncià, ’Torinò 16?.4él;
Istituto Sap iPaoi^ '-,.Di|^iòhj^ Generale,
8
8
23 febbraio 1976
La violenza si è firmata
AGRIGENTO Protestatitesiiìio
portoghese
La Chiesa Valdese di Agrigento ha alle
spalle una storia breve, ma intensa, ove
non sono mancate persecuzioni, provocazioni, difficoltà: in ogni momento la comunità ha reagito interrogando in primo
luogo se stessa sulla propria vocazione e
leggendo quindi gli avvenimenti alla luce
di questa presa di coscienza.
E’ quanto la comunità sta cercando di
fare dopo la provocazione di alcuni tristi
figuri fascisti che hanno imbrattato il portone del locale di culto ed il frontespizio
con due svastiche naziste ed un « Goti mit
uns » di sinistra memoria. Da tempo il fascismo locale, molto ben organizzato nel
resto della Sicilia, specie a Catania e Messina, meno appariscente ad Agrigento,
sviluppa la sua azione con l’ampio uso di
bonrbolette spray di vernice nera per imbrattare muri in città. Generalmente è un
po’ tutta la città (nei luoghi non troppo illuminati) ad essere imbrattata. Certo intorno alle sedi di organismi di sinistra,
sui muri delle scuole, alla fermata degli
autobus extraurbani le scritte abbondano.
L’ultima spedizione ha « colpito » il nostro locace di culto (unico locale di culto
preso di mira, vedi caso).
Le scritte tuttavia meritano attenzione,
passato il primo momento di disgusto e
rabbia, perché dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che non vi è soluzione di continuità fra il MSI-Destra Nazionale (e la
sua facciata perbenista e moralizzatrice)
e i grappi filonazisti strumento per attentati e provocazione. La stessa mano scrive « Cambia il sistema, vieni nel MSI »
accanto a un « Me ne frego » (con relativo
teschio) , un « Eiha Eiha ahlala », a una
svastica con « Gott mit uns » e « Sigjh
Heil ». Non manca un tocco internazionale con un misterioso accenno a fascisti
giapponesi e ovviamente spagnoli, sia pure nell’ottica nazionalista che piange sulla perdita della zona B ohe « non si
tocca ».
La scritta « Gott mit uns » sovraimpressa alla croce del prospetto tuttavia
per noi credenti è un invito a pensare al
cattivo uso che del nome di Dio è stato
fatto da sempre. Questa scritta « Gott mit
uns » non ricorda solo le atrocità naziste
perpetrate nella culla della ¡Riforma tra il
silenzio complice di molti protestanti e
cattolici, ma abbiamo coscienza che il
« Dio con noi » è stato da sempre usato
come strumento per opprimere e non per
annunciare agli uomini la libertà.Ed allora la stupidità dei fascisti locali ci aiuta
a comprendere la necessità di un impegno
sempre più diretto, più quotidiano.
AGAPE
Incontro per operai italiani e francesi.
Dal 19 al 21 marzo Agape e le Equipes
Ouvrières Protestantes organizzano un
incontro operaio a Parigi. Il tema di questo incontro sarà centrato maggiormente
sulla conoscenza della situazione francese, ma avrà dei momenti di scambio comune sulle principali forme di lotta operaia in Francia ed in Italia.
Quota: lire 30.000 (caparra: lire 20.000).
Lingue: italiano e francese. Direzione:
Guy Bottinelli ed Eugenio Rivoir.
Per chi è interessato iscriversi non oltre il 18 febbraio. Il programma prevede
viaggio in treno con cuccetta, visita a Parigi in Bus, incontro con comitati di quartiere, ima giimta comunale della banlieu
parigina, due relazioni, visita di una fabbrica, analisi in gruppo di testi biblici.
Pernottamento presso famiglie parigine.
Per maggiori informazioni scrivere o
telefonare a: Segreteria di Agape 10060
Prali (tei. 0121/8514).
Cernitalo di Radaiiena: Eruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelìs, Ermanno Ganre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
Amministrazione: Casa Valdese, 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094 Intestato a l'Eco
delle Valli - La Luce - Torre Pellice
Abbonamenti : Italia annuo l. 5.000
semestrale L. 2.500
estero annuo L. 7.500
Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100
Inserzioni : Prezzi per mm. di eltezza, larghezza una col. : commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Reg al Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
coop. Tipografica Subalpina - Torre Petlii-e
E certo una coincidenza, ma giusto giusto una settimana fa si è tenuto nei nostri locali l’unico incontro ecumenico della settimana di preghiera per l’unità, non
certo un incontro con il cattolicesimo ufficiale, ma con membri di comunità di
base.
L’esame critico delle posizioni emerse
all’Assemblea di Nairobi e l’irrigidimento
delle gerarchie cattoliche su posizioni oltranziste ci convincono sul ruolo primario che oggi le comunità locali debbono
avere in una ricerca in comune che non
passa attraverso l’astrazione di « incontri
ecumenici », ma che si attua nella partecipazione diretta a iniziative volte al cambiare la società. Ed oggi esiste questo
sentimento di comunione e di impegno
comune fra la nostra comunità e questo
rinnovato « tipo » di cattolicesimo.
Non è casuale invece che il Salone della
Chiesa Valdese sia rimasto uno dei pochi
disponibili per attività culturali non « allineate » e non è casuale che la comimità
si sia sempre trovata, cosciente del suo
passato, partecipe a battaglie per la libertà. Le persecuzioni clericali e l’oppressione fascista sono cose che la chiesa ha
subito in prima persona. Sciascia, Fasulo
e altri animatori e fondatori della comunità hanno pagato di persona per la loro
fede.
La nastra coscienza di peccato per la
complicità ed il silenzio di una parte del
la Chiesa suH’oppressione dei minimi, diventa quindi per noi uno sprone a fare
di più e a fare meglio.
La Comunità Valdese denuncia l'episodio e si chiede quale sarà l’atteggiamento
degli organi chiamati ad applicare la legge che prevede il divieto di ricostruzione
del partito fascista. Non denunciamo l’accaduto per un senso di difesa del sacro e
della religione, ma per vedere e capire.
La polizia in occasione dell’omicidio di Alcamo Marina, ha perquisito le case di
compagni a Partanna, colpevoli solo di
volere la ricostruzione del Belice terremotato. Ma ad Alcamo di fascismo e di
mafia non si parla o se ne parla sottovoce. Da sempre in Sicilia si ha l’impressione che mafia e squadristi fascisti vadano
à braccetto, sotto rocchio benevolo di
grandi elettori e di capi corrente. Ad Agrigento i pochi sparuti fascistelli da strapazzo son 'ben conosciuti. Dobbiamo semplicemente sperare che non « crescano »
onde non si verifichino, come in altre città episodi di violenza, per non parlare di
attentati? Vi è quindi la necessità per noi,
anche come comunità di credenti, di fare
chiarezza in mezzo alla gente — non certo rispondendo ai fascisti con i loro metodi, ma partecipando alle lotte a fianco
del movimento operaio, ed in questo processo di liberazione predicare la riconciliazione e Tamore di Cristo.
Mario Berutti
la settimana internazionale
a cura di Tullio Viola
UN GROSSOLANO
FALSO STORICO
I sostenitori dell’implicazione metafisica « Sionista, dunque razzista », possono
ora tirare un sospiro di sollievo: la loro
compagnia si è onorevolmente, degnamente allargata con l’inaspettata ed improvvisa adesione dei cinque delegati vaticani firmatari, insieme col colonnello
Gheddafi, della dichiarazione finale del
convegno cosiddetto « islamo-cristiano »
di Tripoli: In tale dichiarazione infatti il
Sionismo è qualificato « una dottrina razzista ed estranea alla Palestina ».
Dal bel commento che, della dichiarazione, ha pubblicato R. Balbi su « La Repubblica » del 13 c., tagliamo quanto segue:
« Affermare che il sionismo è razzista
perché razzisti sono i “falchi” israeliani
(ma sioniste sono anche le "colombe”),
equivale ad affermare che il marxismo è
una dottrina liberticida perché l’URSS
(che si proclama marxista) ha messo fine, con i carri armati, alla "primavera di
Praga”.
Del resto, si farebbe torto ad uomini
di cultura (quali non possono non essere
i teologi firmatari del documento di Tripoli) se li si ritenesse sostenitori ignari
di quello che è un grossolano falso storico (...). La verità, come tutti sanno, è
un'altra. Di fronte alle persecuzioni e ai
massacri del secolo scorso, gli ebrei d’Europa videro due sole vie di salvezza. Una
Lo sapevate che
In un intervista che Alfonso Di Nola
(ordinario di Storia della Chiesa all’Università di Siena) ha rilasciato al quotidiano « La Repubblica » di venerdì 13.2 sul
tema del ruolo della donna nella Chiesa,
leggiamo, con un certo stupore la seguente affermazione : « Secondo S. Paolo nella
prima lettera a Timoteo; "Adamo non
fu sedotto, fu la donna a lasciarsi sedurre: e però cadde in trasgressione. Sarà
fatta salva dunque a mezzo della generazione di figli”. Una teoria che tra parentesi giustifica e addirittura costituisce il
pilastro ideologico di tutto il gallismo mediterraneo : l’uomo implora perché la donna gli ceda, e quando finalmente essa
acconsente, in quello stesso momento
essa diventa indegna e spregevole. Basandosi su affermazioni come queste, oggi una corrente di studiosi ritiene che S.
Paolo fosse un omosessuale ». Giriamo
cosi, questa “segnalazione” ai lettori (ma
ne vale la pena?) attenti alle tematiche
bibliche, perché prendano atto di come
viene contrabbandato il Nuovo Testamento e se si vuole rispondere le nostre colonne sono a disposizione...
era quella di una società socialista, dove
tutti i cittadini avrebbero goduto di una
assoluta uguaglianza. L'altra era quella di
uno Stato nel quale finalmente gli ebrei
non sarebbero stati più minoranza: il
"loro” Stato, appunto. Lenin, che ovviamente sosteneva la prima soluzione, non
si sognò mai di accusare i fautori della
seconda (i sionisti) di essere non diciamo
razzisti, ma imperialisti e servi del capitalismo. Tra l’altro, sapeva troppo bene
quanto popolari, anzi quanto operaie, fossero le radici del movimento sionista in
Russia. E (lo diciamo per quanti hanno
più o meno acriticamente approvato, sulla base del voto sovietico, la condanna del
sionismo all'ONU), fino ai peggiori anni
della dittatura di Stalin, non si parlò, in
URSS, di "antisionismo”: nel 1925, quando Albert Einstein si recò da Cicerin, allora commissario del popolo agli affari
esteri, per perorare la causa sionista, gli
fu ampiamente assicurato che il sionismo
non era in alcun modo perseguitato dal
governo sovietico ».
I MISTERI
DI UNA SUCCESSIONE
Sono quelli che avvolgono la nomina
di Kua Kuo-peng alla carica di nuovo
primo ministro cinese, dopo la marte di
Ciu En-lai. Del braccio destro di Ciu, di
quel Teng Hsiao-ping che lo scomparso
tanto fortemente sosteneva, non si sente
più fiatare in tutta la Cina. Anzi, sui cosiddetti « tazebao » ( = manifesti a grandi
caratteri), comparsi giorni fa dapprima
sui muri dell’Università di Pechino, poi
dilagati in tutti gl’istituti superiori d’istruzione della Cina, si leggono delle allusioni
(non mai il nome!) all’ex-primo ministro
Teng, allusioni malevole dalle quali c’è poco di buono da attendersi.
Di Teng viene riferito {’«assioma revisionista », già rimproveratogli durante la
Rivoluzione Culturale: « Non importa che
un gatto sia nero o bianco, purché prenda i topi ». L’assioma significa: « Non è
importante l’ideologia; ciò che conta è
solo il progresso economico ». E un’affermazione di tipo qualunquista, ma a noi
sembra veramente che essa abbia caratterizzato, da molti anni, tutta la politica
estera cinese, tipicamente machiavellica,
oome si è visto nella guerra indo-pakistana, nei rapporti col Cile di Pinochet, nella
guerra civile angolana ecc.
Tuttavia è ancor troppo presto per escludere con certezza una possibile nomina di Teng a qualche altro posto importante, per es. a quello di vice presidente
del partito, posto che era occupato anch'esso da Ciu. Ma a chi allude il « Quotidiano del Popolo » del 6 c., ove scrive; « 1
rappresentanti borghesi che sollevano il
vento di destra per rovesciare i verdetti
del passato, sono oggi quei potenti all’interno del partito che furono criticati e
smascherati durante la rivoluzione culturale e che non si sono pentiti »?
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di prima generazione. Questa una caratteristica che rivela la fragilità del nostro
Protestantesimo causata dallo scarso consolidamento. La fede cristiana, secondo
la nostra tradizione, è accettata da un
uomo o da una donna grazie a una data
predicazione evangelica, ma quest’uomo
si mantiene in una religiosità di tipo individualistica, che non tocca neppure i
suoi familiari, oppure abbandona l’Evangelo prima di poter influenzare i suoi.
Perfino molti pastori ancora conosciuti,
poco tempo fa, nelle nostre comunità,
non hanno oggi discendenti legati al Protestantesimo.
Le persone alimentate esclusivamente
di sermoni risvegliati si sono ammalate
come chi, nutrito esclusivamente di cotolette succulente, si ammala per mancanza
di altre indispensabili principi nutritivi.
Ci son poi sermoni evangelici che non
hanno niente a che vedere con bistecche
succulente... Al più piccolo problema —
nella comunità o nella vita privata — il
credente sparisce. La sua fede non era
preparata per affrontare problemi seri.
Il 25 aprile fu, pensiamo, un test. Ci
furono persone che abituate alla routine
degli anni dello Estado Novo, in cui non
succedeva nulla in questo paese, che José
Gomes Perreira chiamava il paese del
« Piangi-che-poi-bevi », disertarono le chiese per dedicarsi esclusivamente, con entusiasmo da neofiti, all’azione politica. Altri sparirono per starsene in casa per assistere alla lotta attraverso la TV. Adesso che qualcosa, in Portogallo, succede,
e a volte succede perfìn troppo, molti sentono in maniera confusa che la Chiesa
«è sorpassata».
Una signora, turbat^-;ci diceva, accusandoci ; « Il 25 aprile' non è ancora giunto alla nostra comunità». E in seguito sì
allontanò dalla comunità. La gente è stata illusa per tanti anni che resta completamente disorientata quando la vita, la
vita reale, batte alla sua porta.
Un altro aspetto del problema riguardo al futuro del Protestantesimo è necessario tener presente; il nuovo volto con
il quale il Cattolicesimo si presenta.
Non perché il Protestantesimo sia una
specie di controluce del Cattolicesimo,
ma perché una funzione che riteniamo
importante, svolta dal nostro Protestantesimo fino a pochissimo tempo fa, comincia a perdere la sua importanza di fronte
al rinnovamento che si afferma di giorno
in giorno nel Cattolicesimo. L’attacco all’intolleranza cattolica e ai suoi sbagli,
non è cosa di cui ci si debba vergognare,
fu invece il nostro modesto contributo alla lotta per la libertà di coscienza, per la
verità e per la distruzione delle tenebre
medioevali. D’altra parte fu dalla lotta
del Protestantesimo che nacque il nuovo
volto della Chiesa Cattolica, e di questo
ci rallegriamo.
Ma nella Chiesa Cattolica è oggi in atto un profondo processo di rinovamento.
Alcuni settori mostrano oggi una visione
della fede più progressista e liberatoria
di quella di certi protestanti. Perciò, cercare oggi di vivere dell’attacco alla Chiesa
Cattolica, cosa anche prima errata se il
Protestantesimo si limitasse a questo,
non è solo deplorevole, ma anche ridicolo.
Dal suo interno stesso si alza il suono
più alto della contestazione! Nel suo seno si trovano gli uomini e le donne che
intendono rinnovarla ! Il Protestantesimo,
in Portogallo come altrove, dev’essere cosciente di questo grande rinnóvamento in
atto in questo ramo della Chiesa cristiana.
E un’ultima domanda: noi protestanti
portoghesi saremo J»reparati ad essere
cristiani in un paese socialista, se sarà
questo rassetto futuro della società portoghese? (Nella qual cosa, noi che scriviamo, non crediamo, visto che è risaputo che tutti i partiti cosiddetti responsabili in Portogallo si sono interessati
più di servire gli imperialismi che di servire il popolo portoghese). Saremo preparati ad accettare la sfida di una società marxista, atea militante?
Il fatto è che gli articoli del Reader’s
Digest non bastano...
Amin si è fatto musulmano
Nuove stranezze del dittatore Amin, presidente deirUganda. L’agenzia « Relazioni
Religiose» riferisce che il generale Amin,
per poter godere di un ampia libertà matrimoniale, ha abbracciato l’islamismo e
sta preparando un decreto che abolirà la
domenica come giorno festivo (verrà sostituita dal venerdì, musulmano).
Malgrado la recente visita che Amin
ha fatto a Paolo VI, Idi Amin favorisce
apertamente la penetrazione deU’Islam in
Uganda. Il 50% della popolazione è cristiana (cattolici e evangelici); i musulmani rappresentano solo il 5%.