1
ÌAnuo LXXyiIl'- N.
TORRE PELIJCE.' 5 Marzo 194Ô
Spodizione in abbonamento postale - TGruppo
SETTIMANALE
“Egli non griderà...,,
fra i contrassegni di cui i profeti
-s erano votisi per dipingere in anticipo di secoli la figura del Messia,
inette conto di ricordare, oggigioirno
più che mai, quelli che si leggono
in Isaia, cap. 42: 2.
Il Servitore, l’Eletto dell’Eterno,
quando apparirà sarà indipiclhìabile
tmclie dal fatto che, sv&lgendp il suo
nnnisteria, ” non griderà, nè farà itrdlire la sua voce per le piazze”
Profezia che dòn Gesù s’è realizzar
tu tanto nel senso' figurato che nei
prcqnio. Come a.ieno da ogni piiElAicità, il Signo're, e dome volta e
noltre ¿’insistere della narrazione &
i angelica sui verbi insegnare e ammaestrare. farei ed\ insegnare sono
d'altronde i due due vocaboli di cui
Luca si serve ¡ter riassumere tutta
quanta fattività sua (Fatti 1: 1).
lidw e deicida: •—^ ccloi non ho trovai«' tuli la in lui che meriti la morie. Ma csi^i (lo túrbe e i sacerdoti)
.1!' stcvano con gran gridia', chieden
xit^iti buona fede,
irfJ^i^almi íkgjíi un
s<lusivamente ulta gloria di Dio ed
al bene per il bene f opera sua!
E(rH E’ COLUI che in vista di ve
nir identificato- quale Cristo, si isola coi discepoli, vietando lóro di
.. .dirlo ad alcuno (Matt. 16: 18-20).
I'A,LI E' COLUI che a tre soltanto
(li (A/stora --- i più intimi e perchè
candidati al martiri/o — schiudi dal
moni e della Trasfigurazione un lembo delta sua gtaria, ingiungendo anche qui che non ne parlino a nessuno, nernineno agli altri nove, ^’finche il higliuol di&ìl ìiK/mst m n Siio
risuscitato dai morti (Matt 17: 9)
GESÙ’ E’ COLUI che davanti alla
i. dine esaltata dalla moltipli
' enzTòne~cierpani, ” sufxndo ihi stiif
I (Ilio per venire a rapirlo per farlo
i(-, .si ritirò di nuoivo' .sul monte tutto solo’” (Giov. 6: 15).
Infine, GESUf E’ COLUI che,
sjA'sitcì guaréndo gf infermi, o non si
dà. nemmeno a conoscere, c^me nel
(asti del paralitico di Betesda e del
( ieio nato, o vieta severamente ai
sanati di palesarlo (Giov. 5: 13; 9:
11; Marc. 1: 44; 7: 36; 8: 26).
Ed è in una di queste circostanze
che, fevnngeli.sta, da una si
mile onnipotente umiltà, sì rammenta (hlla\ profezìa surriferita cT la
proiikima adémpiuta nel Manf.iietn
al cui seguito s’era posto (Matt. 12;
13- 19).
44(1, con Gesù, fa medesima ■—
già lo dicemmo — si attua pure
materialmente, vale w dire che ddvvem egli non grida nè fa udire la
sua voce per te piazze.
Si osservi, a tal riguardo, che
mentre gli evangeli accennano) a diversi luoghi dai quali il Signore
¡Mftava ai discepoli, o ai nemici, o
alle turbe, non si riferiscono, invece
e.ssi mai atte piazze che pure, anche
alMra, erano centri ai quali, per vari motivi, si conveniva da ogni parte. Il Tempio, M Sinagoga, Pinterno
di un’abitazione, una mensa, una
barca, un poggiai: tali i punti e i
pulpiti che .sceglie, anziché scegliere
il [josto che l’oratoria tribunizia preferisce; la piazza.
Ma altri dettagli, registrati con
cura, sono da rilevare: Gesù, anche
se si tratti di rivolgersi a migliaia
(M ¡lersone, lo fa di soMiìo stando
seduto;
—... postosi a sedere, li ammaeistrava (Matt. 5: 1, 2);
—' E standb egli gednto sul monte
degli Ulivi, disse loi-o... (id. 24: 4);,
— ...montato ini una barca, vi sedette; e tutta la moltitudine stava
stilla riva. Ed Egli insegnò loro molte, cose in parabole, dicendo... (id.
13: 2, 3).
Questo particolare che premesso
ai diiscòrsi più importanti, lascia intendefé come piano, pacate, famiUareMleve essere staSo il tono con cui
venì&lro fjronunziati. Da nottersì i
Or chi ammaestra nOn usa certo
gridare nè farlo dalle piazze. Sfimsuagihi pertanto se su questa linea
non si dovesse tenere Idi che maestro
lo fu per eccellenza, anzi che tale
si definisce in maniera unica edi esd-usiva (Maitt. 23: 8). Ma poiché la
’’vera eloquenza si beffa\ detj’elo^quenza ” ecco che malgrado la semplicità del dire, o, piuttosto, in virtù dii essa, ecco f Evangelista a racA
cnntarci di ” tutto il popolo che, ar
scollandolo, pende dtdle sue Mbhra” ; ecco le guardie affascinate che
■si giustificano di non averlo arrestato, esptamand<JV ’’nessun uomo parlò
mai cqnìe qUesf Uiomo” ; ecco i nemici stessi, costretti a riconoscerne
i€ ragioni e impotenti a confutarlo
(Li.ea 19:48; Giov. 7; 46; Luca 20:
39. 40). f (isserò
questi ulliini, ini
tìthi (.rueoli com’erano, fra ~i quali
qu( (lo (1(4 citato fsofqi, non che testini cn- (ni di quanto accadeva, ben
Hnrehhem (loviiVì,.ptrendersi anche
e.ssi nIFevidenza éteclamarto quafe
(■'atteso Mes.siu. 4.i
.41 cjiUiario, fa pcpafarità che
(indmvano perdeiu^ e che Gesù acquistava .senza gi idàre nè cercarla da
quelle ¡ ¡azza (fii’&ssi ; )felae£1ic|aitvwiio
f.(i- conservarla e moriopoKzzarseia,
li rese sempre più, gelosi e f/rrihondi
c ti detfo-minò a% écUtto.
..‘fi ■
Gose t isapnle. fpfrsé non^ sì
a nsideia widast^im-che fu precisamente il gridare' contro
C!„/h: (he non gridjg^'a far trabcciftro il vaso e .strU^ffiore finalmenteòhi titubante fìtdàt: ÌÌdveràetio omi
In lingua Valdese si jtotrebbe dire: passato il XVII iebbraio', arclùviata ogni decisione. Ma sarebbe uo
en-ore, perchè troppi motivi hanno
risuonalio, che non si possono dimenticare, e che vannoi analizzati,
nei limiti dbl passibile.
C’è atatoi per esempio- il siJeiiiz’o
accigliato della Curia ■ dii Pinerolo',
qualche simpatico messaggio
di
quaìdic parroco audace, qua c là la
partecipazione gradita di, laici cat
tolici.
E s’è udito susurrare: <(Ma perchè questi laici cattolici non sono
più ‘ decisi ? Qual’è la jioeizioiie e la
influenza di questi laici in seno alla
loro CliieBa? ».
E’ ovvio ohe noi prescindiamo qui
da ogni allusione pieiteonale, ma che
solo un problema ci interessa, come
laici Valdesi. Qual’è la posizione del
laicato nella Chiesa cattolica?
E’ un interrogativo cui vale la pena di dàne una: risposta, precisa, se
si vuole realmente impostare un dialogo tra i laici cattolici ed evangelici; se si vuole realmente cercar di
comprendere i limiti e le possibilità
dell’azione cattolica (tìhe è poi e
questo è già siguifieativo di per sè:
l’Azione Cattolica).
principio basilare* del Sacerdòzio uii ivergale. Ricordare le energiche paiole di Lutero a questo proposito- !
Ma ecco, abbiamo- l’impresàbne
che qui la materia sia molto logicamente foggiata, ma che di sacerdozio universale ne rimanga poooi.
Dal- principio della successione
:ippstojÌ€a, infatti, la Chiesa cattoliica deriva l’-afFermazione che solo- la
li gerarchia )), i vescovi, i preti-, sono
( apaci di un apostolato nel senso più
ampio della paiola : « Il Icdciato non
avendo ereditato nessun potere dagli
a(\^stoli, no>n è capace di un apostolato vero e proprio yi.
Vi è fiuindi un «apostolato gerarchico » perfetto, e un (c apostolato
aiisiliario»; quello dei laici, il quale è per natura dipendente da quello gerarchico.
«Per divina istituzicine nella
Chiesa vi sona i chierici distinti dai
laici... E Gesù steiso ha voluno, nella Sua Chiesa questa distinzione tra
chiericato e laicato ».
Ciò pioniesso, e' ci vogliamo asleneio dal domandare cosa s’a.bhia qui
ad inlendlero per divina istituzione,
il Codice di IWritto Canonico, dopo
aver diefinito meglio k figura del
oJiiterico e del laico, distingiio una
categoria speciale: i rdigiosi, ohe
poissono essere chierici o laici.
Chierici e laici separati sta .Itene, finché trattasi solo d’una distinzione puramente formale, come nel campo
evangelico ohe in nulla intacca il
Un dotto Monsignore ribadisce, a
quelato proposito eli,e i laici (cattolici) anche se rivestiti di alte cariche
civiili o sO'cdali, non hanno per sè
nessun potere nè di ordine nè dì
giurisdizione; essi cos-tituilscono :
l’ecclesia dìsccne et oboediens.
E’ ovvio che il laico cattolioo debba ogni giorno combattere il buon
combattimento della ledè; e siccome
ogni atto della nostra vita, in. senso
positivo o negativo è sempre, che lo
vogliamo o no,una presa di posizione di fronte ai principi criistiani, e
coinvolge quindi il nostro atteggianiento di. fronte alla Cbiesai, nè oon.segue che im fedele ed onesto laico
cattolico non- può mai. (xmsider-arsi
indipendente di fronte alla sua CbieSe egli non ne approvai certi atteggiamenti la Geraidiia non gli impone di approvare oonitdo sua volontà, (come sposso credono i prote.;ta.nti); cesa si limita ad imporre al laico di sottomettersi, di tacere, In ca*
so on-ntràriò interviene la (( scomuiiica ». '
Coiiiiwfcato F- U- V.
GRUPPO VALU
Portiamo lìn d*ora a conoscenza
delle Unioni la data dei prossimi'
Convegni stalnliti dal Comitato di
"Gruppo:
Lunedì 29 murzo: Gom'e^no
* nerale a. Torino, ^
Sabato 1 c Domenica 2 MagglO: Convegno di Prali^ in oc/
casione della rifjresa dei lavori
di Agàpe.
Sabato 8 e Domenica 9 Maggio: Convegno al Colle della
Vaccera.
Il programma dc1;t4,^Ìiato di tali
Convegni verrà comunicato prossimamente.
Il Capo/Gruppo
A. DEODATO
„.gabbato lo santo dice il proverbio
no, tutta la vita sua è impregnata
di dottrina, l’ultima parola su tulli
i problemi della vita politica, in
senso lato-: dèlia polis, delio stato,
il laico catt:oli(x> deve riceverla dalla
sua gerarchia: dal suo Arcivescovo
di Milano, per esempio.
Egli può non approvare questa ultima parola, questa pastorale, ma
deve sottoiiettersi.
L’arcivescovo dii Milano ha miiiac
ciato di scomunica quei laici (he adèrissero, »ia pure solo col volo, al
comuniSmo.
C’è stato scjandalo grosso, |ie-rchè,
è imprudente per la Chiesa (»rapro.mettersi così apertamente.
Ma il vero problema è stato taciuto, ed è stato taciuto perchè, ancora
e sempre, l’italiano è profon diamente
ignorante in materia religiosa, e
non ama esser disturbato nel '^:o
somio religioso. Il laico italiano, ride, brontola, ma si sente sempre e
profeindamente dipendente - dèlia
Gerlarcliiia.
Se questa poi dal campo religioso
dovesse passare^ a quello politicò, cgli brontolerà, sogghignerà, spremerà il suo (»rvello' per trarnfe- fuori
storielle velenose, ma l’animus dèlia
Chiesa diiiceUs et oboediens rimane.
Cominciando ci siamo astenuti dèi
chiederci cosa s’avessè ad intendeie
((Per divina istituzione nella Chìer
sa VI ^mo i chierici distìnti dai ledei (salvo errcire: canone 107 del
Codice dì Diritto C.aniònico). Eppure
tutto il problema è lì^ Biisogna litorna-re all’Evangelo: non ■vi può essere alcun dialogo irroficMo tra laici
dai due campi sò, in ultima analisi,
magari con un sorriso, vi si dire:
« Ma qbii ipse. dixit: k Chiesa, la
^èarohia, ex pàthedira il Papa harno detto l’ultitnij parola ».
Gl.
do ohe fosse crocifisso; e le loro^gri-'
da finiie»:o ccn avere il sopravvento. E Filato sentenziò che fèsse fatto
quello che doimaitiidWano- » ■ ■ (Luca
23: 22-24; vedi pure M-alt, 27: 20,
23. 24). .
Lè demagogia, dtmque,- non fi tra
i iniinori respmnsabiìi 'cM qnieif crir
mine sovra tutti nefando. E chi stat
bV'irà mai il conto esatto delle roÌDÌne .venute sugli uomini per dolpa di
questo flagello, prima e dopoM
Sota? ; s
luso-rùma l’ultima parok, in fatto
di dottrina, spetta sempre alk Ge..Barebla. ,E aicoome,^^che .Io, voglia a
Eppure, ad onta di ciò e ad anta
delle stesse recenti sciagure mondiar '
li, rese inevitabili ànch’esse dit una
/'rteWettcoi .grandiloquente propagc6n\
da, il gridar dalle piazze non. ha cesr
‘sato di imperversare, nè, ^aìrtrop*
po, di trovare moltitudini di ascoltar :
tori. Il ìnale anzi faveritoi dai ritrovati della tecnica —“ sembra persino in via di aggravarsi: ” ..) la foce umana t— sórive un vecchio’giornalistu. — irrobustita ed amplificata
dall’dftopfo-lmite, vince ògfii Éontee
nanza e sommergere fcffìle gatto ondate impetuose ali affermazinni roboanti... Linguaggio delirante che
dal dratere sonòro del- microfiono
p^cuole ed assorda le folle per determinare U sospirato urto-psicologi'co... Coh) forsennato la 'cui nocivi^
sta -nel clamore; orgia "di tèùtìrica ^
dissennata ed indecente... Dichiat
razioni tanto' più degne di venir riprodotte in quanto pubblicate da Un
foglio politico di sinistra.
E pensare che anche t'ra le file
dei credenti non iscarseggiiano i pror
pensi a porgere l’orecchio a siffatta
¡retorica, dimentichi così di. lui che,
si andò a sedere, dice ai discepoli:
«Guardate che nessuno vi seduca!
(Matt. 24: 4). Che nessuno ci seduca, ripeteremo, anche noi, soggiungendo che in luogo (M prestare ascolto a chi grida, nostro dovere, di
tc.siiifK ni di Cristo' è quello invece
di gridar noi, carne ne siamo incoiricali e dome fecero i pionieri, a
chi grida e a chi ascolta, che la pace, la Uhertà, la giustizia, il pane
anch’ess'o, che tutta il buono, ite
mmma, di che gU uomini abbisagnanct e che dalle piazze si promette
con tanta sicumera, è legato indissolubilmente al nome di Colui che
non gridava dalle piazze; e che in
nessun altro all’infuori di lui, risiede la salute del mpnda (Matteo 10:
27; Atti 4: 12, eco.).
Questo il compito che si impone
e che urge, adempiendo il qpafe ìioh
si riuscirà probabilmente odi im/j-eictire che te grida avverse abbianh il
mprmtento una volta ancora, ma si
si otterrà sicuramente di SALVARNE ALCUNI oltre che dK .seminare
i germi dS ravvedimento definitivo
net cuore, di quelle moltitudini che
della demag^ogìa furono sempre le
prime e pali vittime.
In fiari tèpipo si affretterà il già'rnb nel quale, éistolté le nioltitudim
dai falsi Cmti e rivolte al Crislo
vero, avrà compimentò fórno Faltra
pairte pure del vaticinio messianidoi
sopra considerato, siccome è .scritto:
« Egli non triterà k canna rotta e
non spegnerà il lucignolo fumante,
finché abbia fatto trionfar k giustizia. E le genti .spereranno nel suo
diurne» Ts. 42: 3, 4); Matt. 12: 19,
21).
D. Arge-Ntieri
2
' *. *'>^ r
Í ^ |M>
, -^"-n[;:gOd/DËlLg^^it.î VALDESI
«f « v
MARGHERITA lit FOli
‘ ....Il I ■■■! Il lililí jiiii^ÉipM—
JT'
I500*t5t4
3c.
E IJALDESI DI PAESANA
Preludio
' Nainréi la tradizione ohe i Valdesi di
'■.^, Fassmu sul principio del 1500, abusanido dell’induilgenza' dei catlolioi, uUsurpassero a poco .a poco i amigliori
pascoli e ,iei più fenliH terre delta Valle insediandosi n,ei vitaggi di Bioltetito,
Bietonettio, Qroesio, ' Pravigllielmlo,
Serro di Momiano ed altri miatiiori, e
ohe i calttolioj rispondeissero aile usurpaziond provocando una (grave mortalità 'fra i gréggi dei Valdesi, le oui
pecore venivano .puh,te sotto il ventre,
fra la lana, con uin¡ lungo spillone da
materassaio.
La tradizione, quajlomque sia il valore òhe ad essa si voglia dare, adombra uno dei freqiueniti conflitti che so/ gliono scoppiare in montagna fra popolazioni hnitinie ; ma è in. pari tempo andhe luna dimostraizione del continuo
progresso òhe la fede vaMese — nonostante le precedenti persecuzioni —
andava facendo nella parte più alta della Valle del Po.
iLe lagnanze dei cattolici furono portate dinanzi aita Coirte marchionale di
Saliuzzo, dalla quale dipendeva la Val
Paesana. Gravi necessità flnainziafie
premevaino in quei telmpi il vacillante
maròhesato di Saluzzo, Ne reggeva le
sortì, in nome del Aglio mmorleinitie, la
guascona Margherita di Foix, che ’urt
oronista coniemporaneo, dice « capricciosa c tiranna, tutta del papa » : amava sperperare in feste e donativi gran
parta delle (rendite dello Stato e circondai di gientiluomini guasconi, che venivaino d’oItr’Alpe quasi nudi, ma in
pfachi amni raggiungjEivhTio i più alti
onori e le più grandi .ricchezze « non
pensando che a riempirsi i fianchi di
danaro alle spese del Signore e del
paese».
'Nè meno ingordi erjano il Vicario
Manchiortale e gli atei funzionari « uomini tirannissimi, che non avevano rispetto a disfare il paese nè. le chiese nè
gli ospedali, ne usavano riguardo a vedove e iHipilU pur di far danaro'’.
allarmante diff-usi'one deM'a fede valdese nelle più alte botgaite della Valile.
Sottoposti ^ jMOcesso e tortura.'confessarono le dottrine della setta, ohe furono raocotlle, col nome di (( Errares »
in un lungo elenco dai segretari delrinquisitore.
to delle spòse e ésd,danni sofferti, la
;s. Stimma di 4400 ducati entro un termine prèstabilito. Lasdò impregiudicati i
diritti dei suoi vaisaÌli, ordinando ohe
essi potessero, ciaBSuno per la propria
parte, accordarsi coi Valdesi, e concesse ohe^ beni già passati nelle mani dell’inquièSzione potessero essere riscatt
fa-i dai Valdesi allo steisso prezzo ai
quale erano stati venduti.
11 rastrella mento
Le borgate sosipette furono assalite
dalle mflizie mairchionali : le case degli eretici furonio sacohieggiate po.i bruciate : gli abitanti dispersi e costretti a
rifugiarsi sui monti di Barge, fuori dei
coiniflni del Marchesato.. Altri infelici
furono tradotti nelle carceri inquisitoriali. Appartenevano ai casati dei Gienet, Lanifrè, Vigliermo, Bianchi, M'ai.nero, Sibilla, alcuni dei quali si ritrovano fra i Valdesi delle Valli del Pellice e del Chisioin©.
Il 24 marzo 1510 (giorno delle Palme) una schiera di prigioni sitava per
salire, i roghi innalzati in un - prato
presso la borgata di Groesio, quando si
sitano una cosi violllenta tempesta di
piiqggia, di neve e di vento che il’esecuZione dovette essere rimandata. Ma
nella notte gli infelici, da soli o con
1,aiuto di com(plici, riuscirono ad evadere trascinando con. sè i còppi e 'le
eaten© .fino nei più alti villaggi dove
.poterono fi.nalimente liberarsi dal loro
!nodiTiod.o bagaglio. Ma altri compagni
ai quali era stata promessa salva la
vita, pagarono con la morte la fortuTiata fuga dei primi!
MiOfti valdesi approfittarono deirindulto e rientrarono l ineila Vali? ■ ma
allo- scadere del termine fissato si accorseiro ohe i] provento delle terre devastate e dei greiggj depauperati non erano nemmieno sufficienti a pag.a,-; un
ferzo dello somma prescritta. Di qui le
riiuwe ire della Marohesia la qualfe' il
14 aprile 1514, cott'akro. editto, ribadì
¡0 sfratto ^'alde^i éntro il tern’.ine u'
tre giorni e si dispotse a farlo eseguire con somma violenza.
Ma i signori delia VaJ.le, che nella
persecuzio.ne precedente ave vano visto
rcenitiire la popotazSone e il reddito
delle loro, terre, furono .pronti ad interpoirre un’a.ltra volta i loro buoni uffici presso la Marchesa per sveintare
la persecuzione. Si venne ad un accordo ; alta Marahesa i: Vialdesd pagjh©”
rEibbfiro per il 'loro "
ducati una volta tanto%
gni amo alla festa di .San Martinoi : ai
Signori della Vali© 10 \liucatì aU’anmo
in occasione della stessa ricorrenza '
prov.vederebbero la loro mensa di lepri, di pernici e di 'Sparviari e terrebbero in ordine il mulino d'i Paiesana.
L’accordo restituì i 'Valdesi alle .loro
esse e alle loro terre : ma certamente
f'U loro 'imposto di contenere il loro
proselitismo e di diseiimulare la loro eresia con -ta supina aóquiescenza alle
pratiche del culto cattalico, oomie dei
resto facevano anche molti dei toro
confratelli delle Valli del Pellice e del
Chiisone.
Ma rassopimento fu breve!
Una profezia
1 Valderi di Paesana nelle loro depoisliziioini fatte, idavaniti; ,alirinquisitore
avevano con ton.o profetico vaticinato
il prossimo avvento di un re di Boemia che avrebbe purificata !a Chiesa e
ristabilita la società su più eque basi
Verrà un re di Boemia della nostra
<,,con un grande esercito e sotton^.j/rà a sè tutte le provincie, tutte
le città e tutti i luoghi: distruggerà le
chiese, ucciderà gli ecclesiastici, abóle città e tutti i luoghi; distruggerà le.
angherie; istituirá il comunismo dei
beni e sottoporrà tutti gli uomini alle
sue leggi, contentandosi di riscuotere
come tributo un solo grosso per persona”.
.La profezia non si laittuò come essi
la ve vano auspicata : ma dalle ceneri
dei martiri della Boemia, dalla predi,;
cazio.n.e di Lutero e di Calvinio vennet
Un poten.te alito di vita sipirituale che
puiriflcò la fede e sparse i'germi di be-nefiche rif oírme soc talli.
Al suo soffio le oomiunità valdesi dì
Val Paesana ripresero nuova vita e per
oltre un secolo tennero alta ancora
rinsegna della loro fede, finché la
stretta coalizione de.l potere ecclesiiastico e civile, sotto il duca Carlo Emanuele I, non riuscì a piegare pesempre la loro tenacia e il toro ernismo. II. p.
Le : celebrazioni
Bobbio Pellice
La reazione
Oltre 200 Bobb':é®i' presero parte alle
manifestazioni un Tarr© PeliUce, la domenica 15 'febbra-.o riiportamdoin© ottime impressioni. .f.
La sera dell 16 decine da. falò, accesi su
tiufeiA li poggi, airseiK),.disili© 20. all© 23.
E razzi dei pi.ù svariati colori, lampioncini c to stemma valdese issato sul campa
L’inqiiisizione all’opera
Dato il imalgoverno delta Conte e la
stretta dipendeinza delta Marchesa dalla Sede pontificia — daHa quale essa
sperava benefizi e prowidenzie atte a
rinsaldare il vaciManite Marchelsalto —
era naiuirale ohe le lagnanze contno i
valdesi trovassero pronto ascolto © ispirassero, per motivi refllgiosi e materiali, violente misure di repressioni.
Decisa a trarre il miaggior pnofìtito
materiale dairimpresa, la Marchesa,
prirnia di iniziare ila persecuzione eblye
cura «ti farsi ceder© dal Vescovo e dalrinquisitore i diritti toro spettanti nella oonifisca dei beni ereticali, e prese
«cooricli coi siginori fèucteili delia Valle
prométte ndo loro un, terzo del provento
delle confische, netto da ogni spesa
comprese quelle per il « collare » dei
detenuti e .per la « legna » dei iroghi.
La persecuzione conuncìò verso il
novembre dell’anno 1509. Fu annunciata dalla predicazione e dalla inquisizione di firaite Angelo Rltociardiino del•rOrdine di San Domeniico, il quale,
poriiatosii nella Vallfe, comindò a predicaire aizzando i caititolipi alle denunzie ed i Valdesi alla confessione dei
loro errori. Ma nessamo degli eretici
si vece vivo.
Perplesso, l'inquisitore ristette', ritenendo false od almeno esagerate le denunzie di eresia e non potendo «fisceri
nere i caittolid dai VaMesi òhe in quel
tempo dissimulavano la loro fede col
partecipaine alle iwalicihe deteriori del
culto caliioHoo. Si tnteÓKnflcò il servizio
di spionaggio. Presto òadde nelle mani
dei birri uno degli abittftlfi più sospetti,
iPietro de’ Giuliani, il iftlttfei, messo
alila tortura, confessò ipM salva la
vita, òhe quelli di BioMiBf Èietonetto,
Prawiglielmo e Ondno etiàino tu-ltì valdesi, ^bbene dissimuflasseTo estertormente la toro fede con la pariedipazione alla Messa e alle altró cerimonie
cattoliche.
L’inquisizioinei fatta più ardita ed attiva da questa denunzia, potè in. poco
tenjpo sor^ndere altri erefid nell'atto
stesso in cui sentivano la Messa nelle
chiesB di Sant Front e di PraviiglidiiTK)
ed avere da essi nuova conferma detìa
.Coi roghi e coi saccheggi Tinquisizione s’illuse di aver soffocato per sem.pre ila fede valdese nella Valle e sopì
le su© vioilenze. N© approfittarono subito eretici per risoUevare il' capo,
riordinare le fil© © riprendere U loro
.proselitismo a tal segno che osarono'
t^ere pubbliche adunanze in una casa
di Bidetto, trasformata in tempio, la
quale avendo più ©riitrate e più uscite
era chiamata ((labirinto».
La baldainza dei vialdiesi .provocò un
nuovo e più vblento editto delta Marchesa in data 23 giugno 1510. Con
esso Margherite conferiva pieni poteri
al suo vassallo Giov. Andrea di Sakiz2», signore di Paesana e di Costellar,
ordinandogli di inquisire nella Valle a
lui soggetta in compagnia del fiscale
marchionale per cancellare ogni traccia
di eresia.
nife illuminato tuttavia nòti©, ©.. detona
zioni e canti di giovani e aoiimazione eccezionale nel paese, luci e suoni intesi
a sottoEineare l’impontanza.deH’evento che
abb aino commemorato il 17.
Alle 10 corteo dej^ baoibuii, inquadrati
dai toro inaagnaoti ; ^ scolaresca percorre
le vie dea paese, dal^ diiga d,i Gromwell al
ponte di' Soibiasco, ^itandio le bandiere e.iinneiggiaodo alla iibéità. Poi ned tempio
gremito svolgimento del programma, particolarmente curato, di canti e di recite
AH’uscita dal tempM la 'banda musicale.
diuetta dall’ottimo M.p Battaglino eseigue
vari ipezzi ; ]© note si diffondono nel vallone in festa e imbandlenato.
Part.tolanmetit© ^ ammirata la grande
baddifera ohe alcuni igiovaiu ardimentosi
lianno issato sul tetto del campanile
Intanito 120 commensali prendono posto
intorno alle tavole sistemate nella Scuola
Grande. L’Agape ottimamemite organizzata
Qall’Unione Giovanile del ‘Caipoluogo, alla
quale tributiam© il nostro elogio ed 'in particolare ai suo solerte presidente. Paolo
Chanbonnier, si svolg© in un aimb.ie.nte di
serena .letizia. Al posto d’O'iiore s edon(j- il
stnicüaiDO e Ila sua smgnora, 61 segretario
comunale, il .med.ico condotto dott. Fonilo,
il bdigadiere della Finainza, il Capo della
Forestale, una buona rappresentanza .del
Corpo insegaante. Pochi i discorsi, ma
molti i can'ti ed applaudUta la Banda Mus’Caie.
Terminata l’agape i commensali, a
cui s aggiungono molti altri si avviano In
corteo verso il Sibaud, Il monumento è
lmbainidilena.to. Altri canti fra oui il Giuro
e rintio del Centenairio, altra musica .poi.
il ritorno in .paese sempre in corteo preceduti dalla Banda.
L’ora è avanzata. I govanj devono dare
gii ultiimi ritocchi alla Sala Unionista per
la rappresentazione serale dei «Vaitdtesiii» di
Govean e di un quadro vivente. Recita
pienamente riuscita ooLla vai-ida collabolaz.one della Corale. Dopo la reciila, altro
pellegrinaggio al Sibaud. Siamo alle ore
piccole, ma i canti echeggiano ancora nel
silenzio delia notte.
Tutte le nostre maniifestazioni' si sono
svolt© in un ciclo di serenità, di gioia, di
fraternità. Ne siamo riconoscenti
della,.Commedia di Giorgio Spini, / Calvinisti, la oui esecuzione fu assai curata
ed applaudita. Furono cantati corii di c rcostanza ben diretti dalla si'gnorina Turk
della UCDG. In complesso tutto riuscito
splendidamente e con unità di affetto e di
cuore Che lasciano ben sp-erare per il nuovo centenario d; lavoro ohe si apr© dinnanzi alle cotmmità evangeliche delia nostra Clittà. ' S p.
Pramollo
R
L’esilio
La 'persecuziione riiprese .più viatonta
e spietafa i iil tempio di Bioleitfo fu raso
all suolo © J© case degli eretiòi bruciate. Gli abitanti, eh© mon vollero sottoslare alEabiiiura, fuirono mcarceirati e
proceteeati o oostretti a cercare un’altra
volta rifugìio tra i Valdesi delle Vaiti
del Paflice e del Chisone.
Ri.tionnò nella valle una .relativa tiran,quillrtà, durante la quale fa Marchesa
ed i Signori di Paesiaina atteisiero, «econdo il patto conveniuto, a spartirsi,
non senza spinose controversie, il provento delle confische fatte a danno dei
Valdesi.
iMa imenitne si apprestavano a godere
i frutti ¡iniqui della loro lusurpazione,
eooo un fatto nuovo e insospettato
sconvolgere la loro pace.
I Valdesi cacciati in ibaindo e riparati sulle terre di Barge e di Lusennai,
nel 1512, prese le armi e i5oirniate varie
sòhiere, si diedero a farei violente scorrerie nella vallò sotto la condotta di
un energumeino che reggeva un spadone
a due mani. Bruciarono molte case,
grange e fienili, upeisero cento capi di
bestiame e cinque uomini, quasi a vendetta delle propri© case e delle proprie
terre distrutte.
»
Un compromesso
L’effetto delle scorrerie fu tale ohe
i Signori stieissi della Valle supplicarono
la 'Oorte, penahè si venisse ad un. acoòrnodamento coi Valdesi banditi .
Gon 'l’approvazione del . papa 'Leone
X la Marchesa si dichiarò disposta a
riammettere i Valdesi neUe loro terre,
qualora questi le pagassero come «pena del sangue», cioè come risarcimen
F ¡ r e n
z e
Le chiese evangeltohe di Firenze, © pa.rt.colarmen'te le nostre du© comunità valdesi, hanno degnamente ricordato il Centetiariio detta nostra ©manciipazlon© senza sminume © senza ©sagerarn© i valorii.
1.1 14 febbraio, nella vasta C'hiesa Metodista di Via dei Benci, stiipata di pubblico evangelico ed anche cattolico, fra cui
vari© peirsonaiità di pairtiti di sinifetra specialmente. Sotto la presidenza del pastore
della chiesa Wesleiana', sig. Vergnano
che iha initrodotto e poi concluso la cerimonia, si sono avuti ben diretti © ben
cantaci cori .di circostanza. Ha parlato sul
tema «Esiste in Italia una libertà religiosa,» il pastore Valdese Colucci. L’oratore
iti una chiara e forte disamina dei fatti
storici ha ricordato come j Valdesi, perseguitati per ben settecento anni ('dal
colo XII al XVIII), .abbiano ben merifiato
di ottenere, per -loro © per ituitti gli ©vanigòlici d’Italia, quella parità di diritti che
fino al ’48 era staila lor© negata. Ma la
loro uguaglianza nei campo delta libertà
-religiosa, negata dalto Statuto Albertino, è
ora stata resa impossiibile dall ’inserimento
dei Patti I -atenanensi nella Costitution© Itajiana. i
Per convtnoercen© basti pensar© non solo
alla proqlamactioo© della, religione Cattolica come religione ddl© Stato, ma apedalment© all© .iniquità sancite dàil Codice
Penate negli articoli 403, 404, 405 ove sono commimaitig pene sia a òhi vilipende chi
professa fa religione deU© Stato, sia un
suo sacerdote, sia un oggetto del suo culto o ohe «e turbi le ceriimoni© religiose
retetìvie.
Per i culti acattolici ta pena è diminuita
non si’ dice di quante per cui essa può essonj ridotta a zero o quasi. Più grave an
cora è rarticoio 402 eh© coimmina la pena di un anno a chi viilipende la relrgiane
dello Stato. Nessuna pena per chi vilipend© ogni oltta redd-gione. Nè si dimentichino le restrizioni © l© sanzioni stabilite
nel Trattato Laterano e òh© hanno forza
di Legge, anzi di Costituzioue, -in Italia.
Basti! ricordare la gravissima sottomissone dello Stato («braccio di ferro» secondo
la terminologia classica delle più subdole
persecuzioni ed anche dell© altrei) il quale
Stato s’im,pegna (o si è impegnato sotto .il
passato regime, per questo mantenuto regime presente) a interdire dai pubblici uffici ogni sacerdote cattolico che, per qualsiasi 'legìttimissimo motivo di coscienza od
altro abbia creduto di gettar© la tonaca.
Fu per questo articolo 5 del Trattato che
se- i! (pìmptainito ed jiHustt© proif. Buonaiuci
delTUniversità di Roma, s’è visto privato
detta sua cattedra © costretto a viver© ramingo gli ultimi anni della sua vita. E’
ancora tale disparità di trattamento, o mancatiza di vera hbeità, poiché libertà o è
uguaglianza o non è libertà, eh© ancora
oggi sii ripetono inauditi atti du intolleranza religiioea.
Nel quadro delle oelebraziom florentine
sebbene più intima e consuetudinaria si
svolse la rammemorazione dèi XVII f«bbrato, fatta idal pastore Santini nella ch-esa di Via Manzoni. L’oratore ha ricordato
pariticotormente la necessità della liniearità
evangelica della nosra Chiesa per una sana testimonianza nella nostra Patria.
La sera del XVII si- ©bb© un’agape Ératenna, riuscitissima sebbenig quasi, improvvisata, in Via dei Serragli. Nel Salone di
Palazzo Salviati (bel salone che dovrebbe
ridifvenitsre sempre più utilizzato ed tttile.
Se foss© ipoesibite) si ebbe quindi la recita
La Comunità ha celebrato il Centenario
dell’Emancipazione in un’aitmosfera di
fraterna gioia e con’ sp.irito di gratitudine
al Signore.
La domenica 15 il culto fu di preparazione spirituale atta celebrazione delia festa
valdese.
Il giorno del" 17, dopoché alla vigilia
era stato acceso il traddziontile falò in ogn»
villaggio, un 'lungo corteo di bam-bim, di
g.iovani e di molti mem'brii .delia Comunità, si diresse dalle Scuole alla collina di
C-atel, ov© .furono oamtati alcuni inni e
quindi al tempio. Números© bandiere tricolori, nel corteo, sventolavano neirana
tersa e sotto .¡un bel sol© quasi prima verde; si nota-vano pure du© bandiere valdesi
co! candeliere aureo un campo ‘azzurro
li pubblico, molto numeroso, prese parte al culto comprendente una breve commemorazione storica del 'Centenario; la
Cora-l© diede il suo valido a-piporto eseguendo due bei cori intonati alla circostanza; poi
tutta l’assemblea m piedi s¡ uni nel canto
del «Giuro di Sibaud».
Alla fl'ne della cerimorila » bambini delle Scuole domenicali svolsero un bel programma di recito e di> cantii eh© tutto tl
pubblico dimostrò di gradire.
A mezzogioiino ebb© luogo l’agape che
riunì circa ottanta frataWi © sorelle II servizio era disimpegnato da ragazze ah© inquindi mandato un saluto sento a tutti
i Pramollmi assenti.
dossaivano il costume vai.dese. Al termine
del ipranzo si ebbero alcuni discorsi, e fu
Giunse presto la sera, e nella sala delle
attvità, gremita di -gente sì ebbe il trattenimento fam.iliar© offerto dalla gioventù
dell.a Chiesa. Un draimfnia di carattere valdese e qualche altro numiero ne componevano il programma; negli intervallili, la Corate .ripetè I cori Valdesi e cantò pur©
quattro beli.e canzoni di «Plenes Vtnx».
Questo programma è stato d-i poi ripetuto
. nel pomeriggio della domenica 22 febbraio
— La bella g ornata del 17 ha lasciato
nel cuore di tutti .lun doilce ricordo. Possa
quel ricordo essere d-uraturo e servire, di
sprone a seguire con maigg'or fedeltà e
consacrazione fi Signore, per riconoscenza
per i Suoi innumerevoli benefici e .liberazioni, non dimenticando mai oh© uno è il
fine iper cui ci ha conservati sino ad’ oggi :
^tenere alta la fiaccola della Sua Parola onde
la luce s© ne diffondà sempre maggiorment© lin mezzo alle tenebre.
A coronamento doli© colebnazioni del
Centenarilo, ha poi avuto luogo un culto
mólto sofenne presieduto dial pastore Oreste Poyironel di Napoli. Mentre tutta la
ffatellianza Io ringrazta vivamente per la
»uà gradita visilia,, ohiodiamo a Dio di
rendere duraturo fi suo efficace .mo^ggio.
3
J ‘ "FC í
A^'ECO pelle valu valdes
P ra I i
Le celebrazioni del Oentenario della nO'
atra Emamoipaziione si sono miziate la doiHienica 15 febbraio con la rappresentiaziione da parte deffla giovenità di uin dramma
’ valdese seguito da una farsa e da canti
i .di oiroostainza assai bene riuwiiti.
La vigilia del XVII quando già si dilspeI'' rava di poter aocendere i numerosi («falò»
^ a causa .del vento iimpetuoso che sembrava
.negarci tanta gioia, ecco affl’iimbruoire tornare la calma ohe oi permetteva di realiz,.zare i nostri desideri. Oigni poggio veniva
:,così iMumdnato da un falò e da numerosi
fuochi d’artiftzio.
Il 17 mattina due cortei con bandiere
' si avviavano .al tempio dove si svolgeva
ili culto di rendimento dii grazie al Signore
per Ife abbondanti benedizioni concesse
alla nostra Chìes0 in questi ultiimi cento
anni. La Corale contribuiva al‘redifica.zione del culto con il canto dell’limo del
Centenario e del Rimpatrio.
Seguiva quindi ili programma di recite
e canti dei bambini !
Alle 13 un’agape frate.rna riuniva' oltre
k "70 commensali. Alla fino discorsi dbl pae; store, del Maresciallo di Finanza, dei sigg
bro' soffTig anche tutte le altre membra
soffrono con lui». I bimbi ricevono la merendUinpi gentì'lmente addoioita dal loro
coetanei della Scuola Domenicale di F'iladelfla e ne sembrano contenti assai
AGAPE FRATERNA
CWtre 50 Rorenghi vi parteciparono. la
organizzazione offerta dai nostri giovaiài è
pentetta, i disoorsi non difettano,.^ particolarmente applaudito quello del Maestro
Bamidoa. Seguono i canti Valdesj fino a
tarda ora del pomeriiggio.
SERATA
L’.improvvi.sa - indisposizione d^ atouni
giovani ha mandato a monte la recita preparata, Si è rilmedlato con un programma
di fortuna imbastito all’ultimo momento ^
aipuni volonterosi. Tout est bien ce, qui finit
bien !
I pastori Oreste Peyron-el e L. Naso
hanno predicato nella scuola deite Fucine
e nel Tempio al centro recandoci fervidi
messaggi da quella meravigliosa Opera del
Signore che è flgiiia della nostra Rmancipazione.
'Resta il soniso d’aver yiissuto giorni solenni e l’ansietà di servire più fedelmente
il nostro Signore. , '
um-iliazione e nconsacrazione. Nel pomeiUggio .cufito con la vigorasài oonìferenza
de lipastore Pack) Ecsdo sul tema L'intolleranza vento di morte ! Ailcund quotidiani
hanno I annunziato la conferenza ed 'ti tempio SI è giremiito di pubUioo manilfestatamente simpatizzante. La Corale della
Chiesa ita eseguito con ai% un «Corale
del XVI secolo» armonizzaito da Badi e di
«Giuro di Sibaud» ascoltato in piedi dalla
'numerosa assemblea.
Martedì 17 febbraio te due comuntà ed a
loro amitì si sono riuniti nell’Auto, della
Facoltà di Teologia. Prcsdedeva al Moderatore ¡1 quale ha rivolto un breve messag' gilò prendendo a base i'I simbolo della querciia battuta dai venti © piantata fra Ip foccie. Hanno quindi parlato il professor Davide Bosio ricordando diversi liniteressanti
episodi della Emancipàzione ed il professor
Ernesto Comba Che ha messo lin luce molto bene il significato attuale della celebrazione. La Corale ha eseguito diversi fra d
più bei cori valdesi e la celebrazione si
è conclusa col canto 'del «Quro».
Lunedi e MerC'Oledi 16 e 18 febbraio .11
Salone attiguo al nostro Tempio si è affollato per la recita del dramma «I VaMesi»
del Govean, eseguito sotto 'la- guida di Alfredo Giocoli, in modo veramente i'rapec
del
Richard Luigi e Grill Edmondo dei Pomieri e numerosi canti.
11 oicte delle manifestazio'ni del Centenario si cihiude'va oil|n la gradita viisita
del pastore di Livorno dr. Alberto Ribet,
:il quale martedì 24 rivoilgeva nel tempio
un vibrante messaggio sull’opera -di evangelizzazione compiuta dal'lia nostra Qhlesa
■in questi ultimi anni'.
Il Signore benedica il ricordo di quelle
giomaite e conceda ad ognuno di essere un
fedele testì'mone della Sua Parola.
Roma
(Piazza Cavour)
Il 'Centenario della Emancipazione dei
Valdesi è stato ceiebrato degnam'ente anche in Roma ; anzitutto la domenica 15
febbriado, nel nostro empio. La ■ mattina
Culto solenn'6 con Sianta Cena culto di
San Germano Chisone
R o r à
L'ondata di entuslas'mo chg ha percorso
le Valli in occasion© del fausito anni'versario è sailita pure fin© a Rorà ed ha pori 'tato molta luce nella vita solitaria e monotona del nostro villaggio alpin©
.DOMENICA 15
Nel tempi© affollato come nelle solennità viene celebrato il centenario. La. libertà, è spesso il premi© della 'fotta, dC'lla
, forza e dell’eroismo, non così la nostra
emancipazione. Il fucile di GiainaveM© e
la spada di Arnaud non 'Ottennero altr© ohe
efflmer© treg'U© d’armi. Altre volte ia 'libertà è ili giuadagno 'del sangue dei martiri,
ma non quella religiosa ohe a.ltrifflenti, dalla eroe© del Golgota in poi, la pac© religiosa del mondo non sarebbe più stata turbata. La 'nostra pace non è iil dóno
di un Re cattolico © dei figli degli' antichi
persecutori. Essa è un 'don© meraviglibso
della Grazia divina. Nelle nostre Valli
questo dono non sembra a tutta prima aver portato molti frutti poiché siamo mcn© numerosi di allora, ma nel mondo essi
appaiono evidenti e belli : eravamo 21(i00,
siamo oggi 60000 organdSHatl In molte belle
e grandi' Chiese viventi.
Nel pomeriggio, numerosi; Rorenghi
scendono a Tonr© Pellice per assistere al
ricevimento dei, delegati Sviizzeri. Impressioni proFondfe, nobiìlj iressaggP'r fervido
d’iscorso del Moderatore deEa Chiesa Valdese.
LUNEDI!' SERA 16 FEBBRAIO
Rispondendo all’iinviito dtel Cbnetetoro,
numerosi Rorenghi si raccolgono attorno
al falò di Cadimafesa, Canti, Parofa di
D'©, preghiera, distnbuziiane dì indumenti
americani © dj una imodesta merenda. Eloquente discorso del sindaco db. Roberto
Meynet appositamente saluto da Torre e
allocuzioni dell’anziano Toum Aldo © del
pastore. Razzi, petardi, fiamme ì^ ''^oìb
santa allegna. Sullo sfondo iil tempib di
Rorà tutto ìllu'minato <HaL rtiflettonì. 'iTre
fiaccolate dalle Fucine, da Rumor © da
Piamprà.
MARTEDÌ’ 17 FEBBRAIO.
Corteo imbandierato delite sdlaresche
del Centro © delle Fucine, cmto in piazza,
tempi© gremito, ottima esibizioni© dei bimbi accuratamente preparati dagli inseganti, Che cosa resterà del Centenario, per
noi Rorenghìi? Resti di tre al ricordo dei
fatti commemorati, questo messaggio recato dai nostri fratelli] Svizzeri e dii© sembra apposta dettato per noi» ; «Se un mem
c(Le giornate trascorse a San Germano
per partecipare ai festeggiamenti commeimorafivd del Centenario dell’Emancipazione hann© impresso nel mio cuore quailcosa
d’ìnspiegabille. Sono ritornato a casa con
nuove esperienze © con più ardore per la
santa missione affidataci da Gesù Qristo.
Bella e commovente ogni manifestazione
tanto più per un valdés© ohe vive lontano
dalle Valli».
msiiiiJS
LE CELEBRAZIONI SVÌZZERE
Tra i Valdesi in soggiorno
nella Svizzera
L© celeibrazionii del Ctentenario a Giinevira mi hanno offerto la possibilità
di entrare in oontatto cori, molti giovanii
Valdesi nosidienti in Isvdzzera per motivi dii 'lavoro e di fortìfìcare i l'egami
che già., ci uniscono aie Ohieise sorelle di lingua; firanioeise.
Il 'primo iriicontro con, Ila nostra gioventù J’ho avuto aia stazione di Ginie^
vra, ila sera stessa del mio arrivo, aie
23 : lUin gruppo di ®i|gnorine © di giovanotti avevano voluto genitilm'ente darmi
il ■ttenVeinuiioi, iaclcoimpagSrtalti diali Sig,
Emile Pasquet.
Non 'parlerò più delila gionnata del
22 febbraio, il cui prograimma è stato
riassumilo per i lettori del giomalUe dal
nostro icaro amico Jacques Picot. E’
Stata uria giornata ricca d’emozioni, di
incontri, dii messaggi e di saluti. Il
tieirtpio di Saint-Gerviais era affolliato da
una assemblea compatta, unita nellla
stessa fede e nello stesso 'amore. E
mal grande salone, dove circa 200 persone ai sedevano per Eagaipfc fraterna,
com’era belilo V'Cdere i vari gruppi ,parriocahialì Valdesi, temiti giovani dielle
nostre Unioni, spanai in territorio svizzero ed óra uniti per una solenne e
cara comTmemorazione! ( 1“).
A LOSANNA, U 24 sera, ebbi una
prima riunione solitanto' con i Valdesi
risiiedentì in 'quella città e nei dintornii.
Erano cori, me oltre al pastore della
Ghiièsa italiana, i ipastari M. Gardiol e
A. ùiraréet. Dopo la lettura della Bibbia e Ila preghiera fatte dallla signorina
Fasanari Celli, ho rivolto ai nostri fratelli um meissàggio cristiano e quindi
abbiamo cantato a liungo. iFra i Valdesi
riuriiti quella aera a Losanna, ricordo :
Taccia Emina, Rostan Edel, Romatp
Albino, Long Florence, Long Mcly,
Cougn Renato e signora, Ricci (quello
cabile — Un gruppo dì giovinette in costume valdtese ha fatto udire atoune delle
più note oa'nzoni creando riMusion© 'di esser© veramente sulle montagne valdesi.
Queste manifestazioni honino ■valso a risvegil'are in tutti, con il stenso de'lla rioonosòenza a Dio, nuova volontà di servirlo
fedelmente. Vox
Così ci ha scritto di' diacono di una
chiesa ddla 'Riviera Che ha passato nella
nostra parrocchia le' giornate del Centenario; così dicono anche tutti i valdesi di
San Germano. E’ stato per noi veramente
un XVII eccezionale.
Le celebrazioni ©rane stat© preparate da
giovani che erano parsati in tutte 1© famiglie a distribuire :1 programma, dell© feste
del Centenario, d distintivi © alcun© pub
blicazioni storiche e polemiiohe di parrico'lajjp imteresse... ■. v /■ .■■■
,.r;r
DOMENICA 15 il tempio ©ra piteno di 1
fedeli per il culto solenne di rendimeoto
di grazie. Entrano per primi i vçssd'lli : una magniflca bandiera valdese, blu e orò
con di caindelier© dall© sette stelle e le
diu© dat© 1848-1948, offerta' alla parroocMa
dalla Società di Cucito, ' ed una grande ^
handiiera tricolore offerta affila 'parroodlÆa
daffia famiglia Vinçon dn memorià del figlilo Guido Medaglia d’oro; Prima di sa'hre in pulpito iiil past'ore .ringrazia 1 donatori © prende dn consegna le 'bandiere die
vengono affidate, la valdese al'jsegretario
del Concist'oro e la tricolore al segretario
deM’Union© Giova'nille.
Nei culto ^ la nota ideila riconoscenza
eh© anima sermone, canti e preghiere. Alte or© 11,15 preceduti diai vessffili escono
il Concistoro seguito .da tutta l’assemblea.
Il corteo ,si 'snoda fin sulla piazza piazza
dei paese. La Corale onta a 4 voci «Forte
Rocca è il nosro Dio». Indi ìj pastore da
un balcone di casa Meymier pronuncia il
discorso commemorativo del Centehariio.
La folla composta di valdesi e di numerosi
cattoli'Cii ascolta in sllenziio. Per la prima
volta in cento anni la voci© di un Pastore
valdese risuona sulla piazza dett’antiloo
borgo per ricordare 1© 'persecuzion'i e 'le
liberazioni della nostra storia, là 'tni’issione
della Chiesa Valdese in ItaUa e ii doveri
di tutti i cittadini italiarii, cattolici e vaidesi nell’ora presente. La cte'rimonÜa che
ha commosso iinolti cuori teririilna od canto delll’Inno «Iinnaizate il vessi! della
croce».
LA VIGILIA DEL 17. Chii poteva contare
tutti ,i fuochi accesi sul terrfitorLo della
parrocchia? E ohe fuochi ! Un falò è stato
fotografato prima eh© veniisse acceso. Era di un’dtezza fantastica I I ‘balconi sono
i'I'lumiiriati con la.mpìoncinii veueziiani © con
decorazioni luminose. Ammiirafissi'me le
scritte cubitali «Viva il XVII febbraio» e
gb stemmi valdesi Muminosi. Ali© or© 21
la flaccolàita che parte dai Ronolii, si snoda
■fetsaató fin© ai Savoia per scendere poi alla Eabbirica e sciOi^sersi dinanzi al tempi'O.
In tutta questa fioritura di fuochi e di 'luci
.spicca il campanili© êlumiinato da 'potenti
riflettori. Simbolo, richiamo © aippello dcMa
■ Chiesa a tutti 'Vialdesi.
LA MATTINA DE'L XVll iuaghissimo
corteo dtì fanciulli e culto nel tempio per
piccoli e grandi. Il messaggio non è tratto
■di Agape) e molti altri, oltre alla zelante Violetta Fasanari Celli, la quale
si occupa con amore di quella Unione.
A GINEVRA, il 26 sera, alira riunione con la gioventù Valdese, diretta
amorevolmente dalla Signorina Fiorella Comba e dal Sig. /. Picof. Una
sessanitina di giovani sono rauxolti neilla 'Sala di Rue Tabazan. Andhe qui,
dopo il mio messaggio, 'si canta. I giovani vogliono notizie deiUfe oeàetorazioni alle Valli. Fra i presenti, ricondio:
Ada Revet, Evetirht Giay, MtàÌ0 vM
vondet, Geneviève Mìahelin, Alberto
e Luigina BeWora, Mmuocia Rivoir,
Liliana Jahier, Giorgetta Bertalmio, lrene Gìraud, Bianca Pasquet, Dina
Jalla, Luciana Giazzi, Erminia FOrnewne. Costanza Durand Cantón, Anita Bounous, Irma Plavan, Pierina Malan, Ida e Corrado More!, Giulia FonneAon, Ada Forneron, Piero Del Pesco, Silvio Bounous, Renato Poet, Fiorino Tourn, Elena Michelin, Egtantine
Benech, Stefano Coisson, Lillìna Rostagno ed altri ancora.
A NEUGHATELy dom'cniica sera 29
febbra/i'o : nella cappella del 'téti^io della «iMaladièrè», oi sono dei gj'pvani
convenuti per 11 oUlto. E’ con m© il
paijtore PhUippe Cherix, il quàle' si
occupa con spirito veramente fraitemo
dei nostri canreHgi,onari e celebra ogini
tanto con loro il cullo in .lingua itel'ianà. Ribordo, fra b altre, 'le segueriiti
persone : Peyronel Giovanni, Besson
Arturo, Malan Renato, Selli Alberto,
Grassi Leonardo, ArmeUino Me, Musset Renato, Revel Walter, Benech Ido, Brurto Dante, Berger Filippo, Peyfoi Edwin, Massel Alma, Riva Elvira,
Ferrando Armida e, in un ospedale la
cara signorina Francesca Naso, già àé\
nostro Ospedale dì Tonino.
Potrei ricordare molte altre persone
notate a Ginewa il 22 febbraio; ma io
spazio non, lo ipermette. Basti dire ohe
quesfi iinoonitri sono stari ibenefìid ; essi
hanno anche 'fatto sentire ala niositra
nu m'erosa giovenitiù in Svizzera la vo.ce della Chiesa madre, voóe di affetto
e di consiglio. . ,
In fondo, ci siamo tutti senitiitì circondati di affetto' e di simpatia. Una parola di riconoscenza va detta da, quesfè
colonne a quei fratelli ì quali hanno
. molto operato ed operano oonninuar
'mente in. Svizzera per amore dei Valdesi e dalla Chiesta Valdese nel suo
insieme : specialmente a)l sig. - Emile
Pasquet, an,imatore ■kiatencabile del
gruppo Valdese a Ginevra e del Comitato per i so'ocorai alla 'Chiesa Valdese,
e al Signor Jacques Picot, u'mile e fedele amico dei Valdesi.
Non dubbiamo neppure diimenlticare
molti amiioi sviizzeri, pron'ti ad laprim
le iloroi Chiese ed i iloro giornali, e fra
i tanti : d ipastori E. Marion, idei iSenvioe de Presse Protestante, R. Wyler,
P. Mélraux, M. Dominicé, H. Berthoud, A. Bouvier, E. Ferrari, M.
Gardiol, A. Girardet e Ph. Cherix.
Un grazie 'particolare olla uCommission Synodale de VEglisg Natiorude
du Canton de Vaudv la quale, alla preziosa sdidarietà offertaci in vari modi,
ha 'Voluto accogliermi come ospite ad
un pra,nzo fraterno, in occastone di una seduta del Siitoido 'Canitonale.
I giovani Valdesi in Svizzera possono italiyolta sentirsi soli 'nel loro quotidiano lavoro. li sositen'ga, oltre alla
loro fede in Dio, il senso,deEa fraternità drisriatìa che inion h a Imi ri di spazio. riè di popolo.
Possano èssi essere degini della .fiducia dhe lalltri pongono in loro e dare,
nenia Homo attività, la kr© oristiària testimonianza. E. Rostan
(*) PubbliiGiheremo le croiiaohe estere
nel prossimo numero.
Zurìgo
ha commemorazione del Centenario
Valdese nella nostra Comunità si è svolta
in gaia atmosfera di religioso fervore do
questa volta -dalla Bibbia, ma da una frase
(»roiiiuncmta nel 1848 ai festeggiamienti di '
Torino ^d, Valdesi sono stati per troppo
tempo gli ultimi; siano, ora 4 primi». Si,
sempre i pntnj in tutti i oombattimienti' per
il triotifo della verità, della bontà, della
giustizia, del^ libertà. I 'fanciulli recitano
e cantano. Am'mirata 'la scena «Priiniavera
1690»; bello il c^to ,«Gilain ; ForttHia».
L’agape del Centenario rlunìscg più di
200 commensali all’Albergo deU’Orso. Dopo un breve saluto del pastore preradi© ilià
parola, applauditissimo, i Sindaco sig. E.
Bert. '
La sera, all© or© 20,k) 700 persone cirda greimiivan.o |i (tampito. Deii bandii e
dei© sedie erano stati collocati jn tutti i
ooiraiid'Ori. La vista di quella 'tolla era impressionante; e Impressionant© il sìlenrio
e il raccoglimento che non sono mai venuti men© durante tre ore, rotti soltanto
dali’applaiuso alla dWegaziono svizzera che
CI aveva fatto l’onore e data la gioia dì
essere con la sena de| XVII. Più di cento persone avevano lavorato da un mese
e mezzo senza badare a stanchezza e a
difficoltà per offrire alte parrocchia una. serata dh© non fosse il solito dramma valdese, ma una serata 'da Centenario. Infatti
là Rievocazione storica alla quälte abbiamo
assistito è stata per noi, per il nostro modesto ambiente, qualcosa dj igrandi'osó. E’
passata dinanzi all© centinaia <fi vaMesi la
storia dtel nosltro popolo © dtei®a mostra
Chiesa, dalla conversione di Pitetro. Valdo
alte magniiflca scena simbolica final© del
Centenario.
Nessun inervato, nessuna interruzione.
Tra upa BoeiriBi e l’altria la .Corate,, 'te
Cadette, ed anitìhe un cor© dii fanciulli esprimono 1 sentìmenti del popolo g 'gli appelli di Dio © io storìloo con 'brevi notizie
traccia ¡1 fll© oondùttote della storia valdese. In tre occasioni, a Chanforan, a
Siibaud e dopo la parola d’ondine di Beckwith «D’'0ra innanzi voi sarete missionari o non sarete nulla», tutö f fedeli in
piedi cantano l’iinno della Rlfonna, il Giuro di Sibaud © l’Inno deifevarigefizzaatiii».
L’opera improwisata in breve tempo,
non è state perfetta, ina ha pienamente
raggi'unto 'Io scopo : di raggruppare Ite sera del XVII .una gran .parte dei parrocchiani nella cone'mplazione dtefia nostra storia
tutta intessuta di fede, di eroismo, <fi. interventi diell’Onnipotente, e di dar loro una parola d’ordim© ohe colpisse non sete
la mente, ma te visto e iil cuore, nella
scena simibolitea finale in cui al canto so
menica 22 febbraio. Al Culto, presieduto
dal pastore E. Eynard di Torino, partecipò una numerossima assemblea di Hitliani e svizzeri evangelici che vollero Unirsi a noi nelle azioni di grazie al Signore.
La cappella "Bethaus”, adorna di fiori
e piante, era tutta in aspetto di festa, ed
ai suoi vivaci colorì s’inquadravano armoniosamente gruppi di signorina in costume valdese. Il pastore Eynard, parlando
sulla parola df. Gesù ”La verità vi farà
liveri”, rievocò con molta efficacia la storia delle sofferenze, dei trionfi degli antichi
eroi della fede, che "per l’incrollibile fedeltà alla verità cristiana sono e rimangono
per l’epoca nostra, per noi degni maestri
nella vera libertà dei figliuoli di Dio.
Dopo il culto una ventina di invitati si
riunivano per un fratèrno banchetto. Vi
pr^d^ano parte due dekgati del Kin-i
chenrat, del Consiglio ecclesiastico centrale del nostro Cantone, tutti i membri del
Beirut e del Consiglio della Chiesa di lingua italiana. Viva eco nei cuori trovarono
i discorsi dei pastori K. Fueter, A. Ruhoff,
del dr. A. Kessler, i quali accompagnarono
le loro espressioni d’augurio con cospicui
dóni per la Chiesa Valdese. Ad essi risposero, ringraziando, i pastori Eynard e
Fuhrmann, comunicando inoltre i saluti
augurali della Tavola e della Colonia
Valdese di Ginevra.
Nel pomeriggio si svolgerà nella bella
sala del ”Zwinglihaus”, davanti ad un
gran pubblico un interessante programma
di canti, recite e proiezioni. Ed ancora una
volta il pastore Eynard c! interessò vivamente parlandoci delle sue esperienze ovangelistiche e delle esigenze spirituali odierne del popolo italiano.
Le collette e i doni ricevuti per il centenario rc^giunserp circa duemila franchi.
Fu una giornata ricca di benefiche impressioni, preziosa sopratutto per quei legami profondi in cui Valdesi e Svizzeri
sì sentono ,uniti da secolari Iradizioni di
amicizia- •
Al pastore Eynard ed alla sua gentile signora che tanto contribuirono al successo
della nostra celebrazione, esprimiamo viva
gratitudine. (a. f.)
4
■'sd‘*€'________L
■m
t
M..,.^ Koiivl>«r:tniA ‘1^I*«.ltin «n^«. i_ r*------* *. 4-^. -iiipl Vpitlin’in ii^1i»Krio*'»i*^ ìMi^yaldesd, e W
■»tì wnqjfe ooltotQiwriöäivaL per
g. picco® e grandJ. Un nuscäio ed iiWcÉiato
l.'ECO DELL~E,V
' ' ■'y'
-«4îV'J -ri
b^erW. l’Italiia racev« la Parala di Dio
.-Ik ^ ■ da% Oxiesa Vialdeee. ^ »fía' ■•■
ötona '*e' loie u Dio e a Dìo solo pee
tacite rlttscitissimp celebrazioni del Cen
^___j_ > .* >> s. ' I' ■ --s ‘
I
/-ÍJ?
.femriof^^^' ''a
Ed ora •'¿iascutio serbando in sè tutte
le cose vedute, udite e fatte in„ questo eccezipn^e ,XVll le COBeghi insieme in cuor
fi: ne tragga le „'conclusioni logiche :
quando si ha l’onore di appartenere ad
una chiesa che ha un passato così grande
non ci si può abbassare a vegetare quaggiù
■ come qualunque altra creatura, ma si è
obbligati dalla propria coscienza, dalla voce
dei Secoli ad avere nella' propria vita degli
scopi grandi, degli ideaK grandi, una fede grande g una corrsacrazione grande'
— La Rievocazione storica è stata ripetuta Domenica 22 per i famciiuli, per gli
adulti che non lavevano .vista 'la sera del
17 e per i frateilli delle parroccihie > viiciinie,
intervenuti numerosi.
prograniiina, pieparato còn gran etura dalle
nostre insiegnanti e la ottìma esecuzione da
patite della Corale del Coroidei centenario
e un vibrante messaggio tetegiaiflod giunto
dalla parrocchia svizzera del -Sentìer, hanno lasciato iil tuttì i preseirti profondè be*
di Napoli sig. O. Pe^^nel ha portato
delle interessanti notile sull’opera ohe
la nostra Chiesa oon^e* nel gamipo
delll’Evang^zzaition©, WjLa colletta
ha^ dimoiatrato ohe lé* mostre vecchie'
chiese 'delle Valli non si dtsmteressano dell’opera di tes'toowamza cristiana. — N'6i esprimiiafeo al pastore O.
Peyronel la no'Stra rkspttosoenza.
nieri a Borgosesia e Jahier Amalia
deie Gorge. 5'- t
AugurinniO' a queste due coppie di'
^>osi la vera felicita cristiana!
VILLAR PÈLLICE
neflche impresgîonî.
VW
Villar Péllice
Anche quassù i «cento anni» di iiibertà
civile, sono stati celebrati dalla comunità
e dalla oitladijnanza col più spontaneo ed
unanaiie entusiasmo. La domenica 15 'febbrio, dopo Un culto di riconoscenza a Dio
e dj. umiliazione, in innumerevoli svairiati
veicoli ed' in un .grande autocarro imbandierato e pavesato dii cuffie la comuniità
scendeva m larga rappresentanza verso la
nostra .piccola capitale per partecipairvi nel
tempJo al ricevimento dei generosi amici
svizzeri © per udire la parola dspiratrice
del Moderatore.
Allìatgape v tradUzionale, tenuta per la
prima voiliSa nella nuova grande sala delle
Attività, ttrtti i 175 posti erano occupati,
li Consiglio Comunale in gruppo ed al
completo aveva tenuto ad essere presente.
Vari messaggi de! .pastore e di amici e fratelli fontani oltre oceano e oltr’Alipe ed
il fraterno, elevato saluto inviato dail parroco locale, rev. Ugo Rol contribu tono
alla serena lietezza della mensa.
A ^lottej ancora la itsjacli^iongie serla'tia
valdese ottimaniiente preparata dalia nostra
Unione Gdovani'le e pienamente riuscita.
Tali — in breve le nostre giomait© del
Centenario. Non abbiamo scorto 'ji esse
nessuna nota stonata. Vogiia il Signore
che neanche ai suoi occhi siano appairse
note stonate, sotto l’entusiasmo e io splendore apparenti !
A ooronamenito di queste giornate ©d a
render© attenti al loro vero siignifiicato, tre
predicatori nostri, i pastori O. Peyronel
da Napoli, T. Balma da Venezia e Liborio
Naso dalla Sioiliia hanno fatto vibrare nella Comunità la nota della consacrazione evatfgelistica evocando vi'vacemente in tre
suocessiv© riunioni al Centro, e alla Piantà
gi'Omi 24, 25^ e 1 marzo l’opera di ©van
S. GERMANÓiDHlSONE
TÉ»“
BAxipI
Domenica 14 marico ore 13,30
Accorrano tutti i:pa^roccliiaui a
visitare il primo Bttieair^ der dopoguerra. Iroveranno ad acquistare
cose bellissime e utilissime. Molte
sono già pronte, allxie le aspettiamo da tiiUe le Ogni fami
glia porli ai presbiterio entro mercoledì 10 corr. il suo d'ano icfualuiique cosa die si po4aa vendere: attrezzi del .nostro artigianato casalingo rastrelli, canestri ecc., lavori
di cucito, oggetti per la pesca, oppure dolci, uovo, burro» o denaro
per chi non lia altro).
Il Bazar ci offre l’occasione di
far vedere gli uni agli altri ciò die
sappiamo fare, di consolidare le varie casse della nostra comunità e
di regalarci una simpaticissima festa della nostra grande famiglia
valdese, ■
gelizzazioue della nostra Chiesa.
/
A notte, e poi per tre sere consecutive
tutto il villaggio, imbandierato dàil mattno
si illtuninava <fi mdfc© luci multicolori, mentre il campanile ed il tempio, iWuiminati
da tre riflettora offrivano nella notte serena un suggesti vo spettacolo con contìnuo
allemarsB dei diversi calori jdetì’iridie.
£a niglioà notizia...
La- sera della grande vigi'lia, nella piazzetta del tempio, alle or© 20, aitra scena
suggestiva ; da .tutti i quartieri giungevano
ad un tempo colonne di fiaccole oh© tutte
insieme procedevano verso il Phloun dove
Si accendevano il. razzo ed il grand© falò
che dovevano dare il semiale ip>er i’accensioae di altri innumerevoli fuochi, di gioia
eh© in breve bmHarono su tutte le aitur©
dfcostanti. La ñaccolaita, ctí parfeoipavano pure in simpatico gesto solidale irateiiMi
cattolici -si ooiKsludeva 'sula piazza centra^
1© <tel villaggio con un breve cullo e col
canto di tana, eseguito dalla Cora!© e dalla massa dei presenti.
11 17 febraio atea radiosa sndimenticabile giornata ! La mattina lungo e pittoresco corteo precèduto dalla Banda citta
Chi non cìesidera di coscerla? Essa è per
-tulli gli uomini
e per tulli i
tempi. Leggete l'opuscolo :
" La migliore notizia
pubblicato
dalla Claudiana al prezzo di Lire 5,—
DIPFONDE¥ELO !
ËaSê cibile CwnmgciÉq
ANO ROGNA (Serre)
Sabatio 21 ifebbraio nèi tempiloi di
Pradeltorno si sono uniti in m'atrimo^
nio Chaviia WUli (Eissartet) e Rdvoira
Rinalda (Oiatn.pas). La benedizione del
Sign'ore circond'i ed accompagni questo nuovo focolare.
—' Giovedì 26 febbraio ebbero luogo i lunentdi della piiccola Costantin
Porunata alla quale non è stato dato
di aprire gli occhi laMa luce, di questo
mondo.
Il Signóre eoriisoli gli afiìi'ttì.
—' Giovedì e venerdì sera, 26 e 27
febbraio in due riunioni i pastori O.
Peyironel e T. Balma di hanno portato
notizae moilto int.eressanti dei loro rispettivi campi di lavoro. Iil Signore
faccia frattare nei cuori i messaggi dei
suoi servitori.
—I Ringraziamo vivapiente il .pastore sig. R, Hàrdmeyer fi quale ¡Ito sostituito i| pasÌora' durante la su» «sfòraa.^ dalia panropcbia,.
, . " ' ■ ■ e. a.
— Ringraziamo ancora i pastori R.
Nisbet, G. Bertinatti, O. Peyroriel per
i l'Oro apprezzati messaggi. R.
POMARETTO
BÒBBIO PELLICE
Decessi. ’ Giovanni Michelin Salotnon’ l^tóès), in età di 60 ànrfj. Oostanza Bónjour (Oaipoluogo) dècediuta
in seguito ad operazione, in età dì 73
anni. .M-aria Negrin. (Ptodio) speritstoi
dopo 'breve malattia in età di 25 anni,
pavide Baridon (Carbonieri) deceduto
in età di 76 anni. —^ Riifnoviamó i
sensi della nostra skn|totÌB ai cop^'unti. ‘
Alta tarda età di 84 anni il 5 gennaio, nella borgata Masselli di Pomaretto, dopo breve malattia s-'i è addormentata .nel Signore Clot Maria vedova
Grill. — Otto giorni più tardi, il 13
gennaio, dopo lunga malattia, lasciava
il icoirpio della sofferenza per salire al
Padre in età di 43 anni Giacomino Maria mata Grill, originaria di FVali e
residente a Pomaretto. Essa iasoia nel
dolore il m'arito ed un figliuoletto ancora in teneiia età. I siioi furierali sono
ótaifi unta |C0mim!Ov,ent© diiimioiatriaziioine
di stirna par l’Estinta e di simpatia per
la famiglia.
'II 28 riprendevamo ta via del cimitero per abcoimpagnairvi la spoglia
mortale di Micoll Emima nata Grill salita alla Casa del Padre dopo .lunga
e peniosa malattia sopportata con rassegnazione cristiana, ¡alfa Lausa di
Pimaretto in età di 78 anni. Essa lascia dietro a sè i! ricordo di una oref
dente devot.» e sincera, e l’esempio
dì una vita consacrata all’educazione
cristiana della famiglia, a.l .lavoro compiuto sotto allo i guardo di Dio ed alla
cultura della pietà personale.
A tutti coloro che queste separazioni
hanno colpito nei più cari affetti rin*
noviatito l-’esjiressitàte dellà nostra
simpatia cristiana.
— Tre operai del Signore, i pastori
si§S. L. Naso, A. Ribet e T. Balma
hanno iperorato in mezzo a noi cori
con.yinzi.one e con efficacia la causa
deH’opera di eyarigelizzazione.
Ben frequentata la riunione ai 'Chiabr£(nid!i, scarsi 'ìj ¡fedlaU !a®a riunione
dei quartieri riuniti della Sagna e dei
Gori,d'ini (ila sera del sabato è evidentemente ii momento meno -propizio
per le riunioni), compatte le adunanze
nel tempio domenica mattina e sera.
Queste viisii'te ci hanno fatto toccare
con mano Turgenza e l’importanza dell’opera di evang^zzazione che la nostra Chiesa compie nella sua debolezza,-con grande dispendli.o di uomini e
di energie. Opera che n.on impoverisce
ma arricchisce la JChdesa Madre, , di
nuiovi fi'gli, di nuovi operai, di 'Ouiovì
orizzonti.
Vengan,o spesso a visitaci i pastori
ca.s loitamo par rEvangelq. fuori delle,
Vaili}. La loro testimonianza non è vana neppure fra noi!
ìiatrimoni. Giovanni Eliseo* Negriri
e Anna Negri« ; Paolo Cairus e Eletto
Bertinat. Auguri nel Signore.
PRAROSTÍNO
^ La sera del XXVTI febbraio, dinanzi ad una buona assemblea, il pastore
La Direzione ed i ricoverdti dell'Asilo dei Vecchi ringraziario moltó
sentitamente tutti gli operai e gli impiagati delle Officine di Villar iPerosa
e dei Ootonificio Widemann ohe ban*
rio contribuito per bffririe il Boatanzioso ed ottimo prpzo del XVII. La '
collettà avendo raggiunto le L. 32 mi
la, siamo in .grado. di 'annunciare fin
da ora che il pranzo di Pasqua è di
già assiiourato. Un ririi^aziameniio speciale ai prom'Otori della 3ottosicrizio.ne
e ai dmiatori cattòlici.
—- stati'œlebrati il 7 e il 21
febbraio i seguenti matrimoni ; Ger- manet Edmondo dei Gond ini e Vinçon
Elena dei Savoia — Bertalot Alberto
di Rramollo, Brigadiere dei Carabi
Pbp le Scuole DomeniDali
Dipartenze. - 1:1.4 febbraio una
gran folla era riunita ai Chia'br.andi per
rendere restremo omaggio 'al Qi;v.
Bartolomeo, Monnet adidormentatôsi
n.ei-Signore nella beila età di anni 92.
Era una delle figur©;.più caratteristiche
della n,'Ostra Ipariroccíí^a. Ahzianio fedele ed attivo per più di 50 anni, e
per lungo tempo sindaco dell'ex Comune di Inverso iPorte, adcanto al suo
iijitvtoTÓ ài -agricoltore itKfeJligsnte, (aveva saputo dedicare tem,po e fatica
ad interessi .materiali e morali collettivi oh© 'Superano il -tornaconto personale.
Sulla tomiba l’avv. Pittavino, a nome dei Sindacii dèi pinerolese ha ricordato l’attività e 4© doti dello Scomparso.
Si è spenta all© Greissirie, il 22 febbraio Vinçon Albina dell’Amaretto, in
età di anni 64, dopo un lungo periodo
di sofferenze, sopportato con grande
pazienza ed umiltà.
La piccola Comba Ileana di Gino e
di Rubis Ada Margherita, dei Berts, è
tornata al cielo il 25 febbraio dopo 13
gi'Oimi di vita.
Ali© famigli© -provate da questi lutti
esprimiamo le nostre cristiane condoglianze.
Lezione del 14 Marzo 104H
Gesù nel Getsemani
Arresto di Gesù
Im
Lettura : S. Luca 22 ; .39-59.
parare 22 : .39-46.
Brevi o..e separano Gesù dal suo arresto e dalla condanna a morte. Egli
lo sa; © questi ultimi istanti egli li
adopera a fortificare i suoi discepoìli,
ad -istruirli nella via deH’umilità e dei
serviziio cristiano. «Poi essendo us.cito
andò, secondo il suo solito, al m.onte
degli Ulivi ; e anche i discepoli lo 'seguirono». L'ani-ma sua è oppressa da
tristezza mortale; più che mai egli
sente il bisogn.o irniperioso di essere
solo, in colloquio col iPadre suo. Ma
nella sua tristezza, egli non dimentica
un itiiinuto solo i suoii poveri discepoli,
e con saviézza piena-di amore, li conduce via via sul camimimo della croce :
((Peirgate, chiedendo di non entrare in
tentazione».
. L’AGONIA DEL GETSEMANI.
Non è ancora Tago-nia d.el suo corpo
■moirta.le; ma l’agonia deir-aniima eh© si
dibatte in una lotta -tremenda. Prende
con sè Pietro, Giovanni e Giacomo, i
suoi .più intimi, confida loro la sua angoscia, li prega di vegliare con lui. Ma
1 estrema lotta ch’egli deve affrontare
non comporta testimoni ; la deve' combattere da solo, davanti a Dio.
«E andato un poco innari,zi, si .gettò
co.n la faccia a terra, pregando e dicendo : Padre mio, se è possibile, passi oltre da me ques'to calice! A.bba, Pa-'
dre,, ogni cosa ti è .possi-biile». Non una vollita sola s’.innalza questo gemito
nella notte fonda. Pervaso da uni’iagitazicne indicibile, Gesù ritorna ai suoi
* d'ilsIcepoBi, Che ifc'nmono aggrwati, li
esorta a vegliare e pregar©; poi ri.toma
uria __secoinda ed una terza volta niella
solitudine a pregar© più intensamente
con ile stesse parole ; e lo assale una
tale agO'Oia cih© il suo sudore divenne
come grosse gocce di sangue che oadeano in terra.
Il calice di amarezza ohe e/gili domanda al Padre suo di risparmiargli,
era il supplizio terribile e inifamante delia croce. Non è, -no, ohe Gesù esiti
a donarsi -per la salvezza della umanità ;
domanda soilo se il repteillente supplì-'
zio della érooe .ne sàia il mezzo indiisp©ri,sabiie. Non ha egli detto, fin diai
primo istante: La tu a volontà sia fatta, © non la mia? Ma egli è Uiomo, dotato di queri’isti'nto naturale che rifugge dalla sofferenza e dalla m-oirtei orudele. E quanto ce Io rende più umarto,
più vicino a noi, più grande nella sofferenza, questo suo umano- sentire !
Moke altre cose, oltrè al timore del
supplizio, dovevano accrescere il suo
tormento : la perv-ersAtà dei suoi avversari, rincomipreiftsione e l’-ingraiitudine d-egli luominj, il prossimo abbandono dei suoi stessi diséepoli. Ma tutto
ciò .non" .spiega ancora il mistero del
suo turbamento profóndo ed angoscio*
®). Quqnti martiri de<Ma. fede sono andati ■ serefriamente alla morte, glorifi
Sabato 28 febbraio, n,e.l nostro tempio si sono uniti in matrimonio davanti
al Signore, due cari giovani e membri
attivi della comunità : Pietro Janavei
Frache del Ciarmis ai quali rinnoviamo
l’augurio di una carriera benedetta al
servizio^ di Dio e degli uomini. /.
Dipartenze. Il 5 febbraio è fiduciosamente .ritornato a. Dio, dopo ■ lun|ghi
mesi di sofferenze, in. età di anni 42
il nostro fratello 'Giovanni Gönnet di
P. Paolo, di S . Cristoforo, reduce'
dlHifa 'd)spor-tazii»i.e rifei Germania. .Le
esequie svoltesi il febbraio sono state
iian, commo-vent etesti-moniainza della
stima e tfell’-affe-tto di cui il no-stro' fratello era univers.alme.nite circondato.
— Il 12 u. s. abbiamo accompagnato
al loro uitimo riposo le sipoglie mortali
del nostro frate.llo Giovanni -Charbonilier della Ruà deceduto il giorno precedente in età di 81 anni.
Raccomandiamo queste care fami-iglie
a -Colui .òhe -.s-oilo ci consola in queste
nostre afflizioni.
..,.cando,e benedicendio Iddio. Ohi .può
leggere in sì -grande' mistero ? Ma la
‘ causa profonda della sua mcirtale a- •
gortia doveva esser© un’altra,: l’espiazi-one, il pes.c) schiacciante ed iorribile
del peccato dii tutti gli uomini dhe gravava s-opra di 'lui,'il giusto ed il gan,-’'
to, le gli dilaniava 1 anima. Come dice
S. Paolo (2-Cor. 5 ; 21) «Colui che
non ha conosciuto peccato. Db l’ha
fatto essere peccato per noi». E più
chiaramente ancora, rEpis,tola agli Ebrei (5 ; 7) «Il quale Gesù, nei gio-rni
della tua carne, ave-ndo con gran grida
offerto preghiere e supplicazioni a Colui che Io poteva salvare dalla morte,
imparò l’obbedienza dalle cose che
-e divenne per -tutti quelii che
ubbidiscono, autore di una salvezza etema».
^ La vittoria. E quando .nessunia voce
rispondeva dal oieb -alle sue suppJicazioni,, una volta eppoi una seocmda,
ed una terza ancora, e.gli si abbandonava alla voiloinità del Padre SiUO : «Ma
pure, .non come voglio io, ma come tu
vuoi)).
i(E -un, angelo gli apparve dal cielo
a confortarlo». E’ per lui come un isof’
fio vi-vifiSa-nte;, un refrigerio cih:e gli
penetra ranima, e lo riempie di una
calma p.nofonda. Rin.francato, egli torna -ai discepo-li, e dice toro. : Dormite
pure ormai, e riposatevi : Ecco i’-ora è
giunta, e il Figliuo-1 dell’uomo è dato-,
nelle manii dei peccatori. Levatevi, a-n-'
diamO;
INSEGNAMENTI.
Non basta oh© .ragoin-ia del Ge.i.semani ci ooimmuiov-a e ci turbi prc.fonda- ^
m-ente. Essa è tale che dobbiamo provare per il nostro peccato che l’ha cagionata, uri vero orrore, e sentire per
il -nostro Salvator© lun amore im-menso.”-e u.n,a sconfiniata gratitud ine. ’
La completa sottomiss-ionie e .Tan-teiro
abbandono di 'Cristo .alla volontà di Dioj.-^tj
in sì tragica siituazione, c’induda a se-'H^»'
guire il S.UO esempio in ogni -franigente :«
della vita, nella certezza ohe la volo'ntà
di Dio è buona 'accettevole e pertetta.
L’ARRESTO DI GESÙ’
«E mentire Gesù parlava ancora, ecco arrivare Giuda, e cori lui una g®n
turba, con spade e bastoni». E Gi'Uda
diede un bacio a Gesù. Era il segnale
■ Convenuto-; e gli sbirri dei sace.rdoti glr
mis'ro le mani addosso. E s-iocon-,e Simon, Pietro, per difeindere i-l M-aestro,
colpiva con la spada uno di c. stoio,
Gesù gli disse : Riponi la spada al s_o
posto, perchè tutti quelli che prendonola spada, periranno per la :.pada.
Nessuna reazione uè alcm a p ote*
sta -da parte di Gesù. Al traditcre, non,
dice altro che: «Amico, a far ohe sei
tu qui?)). Dissuade Pietro che vuole .
d'feuderio, guarisce ruomo da Im £er
rito, e oO'giie Poccas-ione p-er dire una i
parcia di pace che rimarrà in eterno;.,,
come severo -monito .ei cond-anna di o*
gni violenza. Alle turbe, la parola se* ,
rena di chi sa òhe, incon,sciamerte. .a>
demipiono la profe-zia ; ai capi ©acerd-oti^à.
i veri reisponsabili dell’iniquo .ari-estq.ì>
ramato e tagliente giudizio : Questa è
la vostra ora,, e la p.od.està dello tene-,
bre. «Allora tutti i di'scepoli .liascian'f,r
dolo, se .ne fuggirono)). E Gesù rimase,
solo e imperterrito dinanzi al suo de—•
stirò.
- -h«;ì..
G. BoNNEr.^.,
.Abl»«»naim«raCS sm
nm DElLf vini VIlDfSU
Italia .
Estero ,
Annuale Semest.
L. 500 280
L. 900 500'
Ogni cambiamento d’indirizzo conta'
lire DIECI
Dir, Resp. ERMANNO ROSTAIV,. q
Arti Grafiche ‘'L’ALPINA,. Torre P¿lRÍ<Tí'
'.pó!
La Paitiiglla Banach .
profondamente commossa per le dii^Sp^
straziami date in occasione delld''dipqr':
tema dei loro cari
QIANNI e MARCELLLA
ringrazia tutti coloro che si unirotiò,
anche con scritti^ al loro dolore ’if-^in
modo particolare i vicini di cada]
doti. Gardiòl, il pastore DeodafìO'^-Signora e la sig. Monti <
Lptserna &. Giovainri,i,, a|i B^t^,
23 febbraio e 3 miarzo ’l048,.>,
»,
1