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SIA SANTIFICATO
IL TUO NOME...
«Sia santificato il tuo nome »
(Matteo 6, 9)
Questa espressione ci mette in crisi
per la diversità di significati che
può avere. Ci si deve avvicinare ad essa
a piccoli passi e per approssimazioni
successive. Nessuno può dire con certezza che questa espressione vuol dire
una sola cosa e basta. La semplicità
delTespressione non sempre comporta
semplicità di interpretazione. Innanzitutto la cosa che sembra più semplice:
«il tuo nome» equivale alla persona che
lo porta. Conoscere il nome di una persona significa avere un qualche potere
su di essa. Dio ci conosce tutti per nome
e si fa conoscere comunicandoci il suo
nome. Quando al principio Dio permise ad Adamo di dare un nome alle cose
create, in effetti gli stava dando una
forma di sovranità su di esse. Dire il
nome di una persona o di una cosa significa evocarla, renderla presente, agire su di lei. Così capita quando diciamo il nome di Dio: significa evocare
Dio nella nostra vita, significa renderlo
ancor più presente, significa conoscerne la realtà profonda, significa poter
agire su di lui. Con la stessa parola, il
nome, possiamo onorare o utilizzare
una persona, rendergli gloria o disonorarla. Potenza della parola.
SANTIFICARE: parola ambigua. Come possiamo rendere santa una
persona o una cosa? Anche se siamo un
popolo di «santi, di poeti e di navigatori», un discorso sulla santità o sulla
santificazione non è facile. La santità è
una categoria che appartiene di diritto
alla realtà divina e che arriva fino a
noi di riflesso. La santità è altro dal suo
opposto che è la profanità: e questa è di
fatto la nostra realtà quotidiana. Talvolta parliamo della «sacralità», ma si
tratta di cosa diversa dalla santità.
Santificare potrebbe allora significare
il tentativo di tenere separata una
realtà altra e diversa dalla nostra profanità, non farla partecipe della nostra
situazione. Allora potremo parlare della santificazione come di una forma di
glorificazione: onorare, riconoscere e
mantenere la diversità di Dio rispetto
alla nostra realtà. Non imporgli quei
limiti che sono tipici della nostra umanità. Salvaguardare la realtà altra di
Dio, senza tentativi di prevaricazione.
Per non incappare nella trasgressione
del terzo comandamento (Non nominare il nome del tuo Dio invano), gli
ebrei evitavano in ogni caso di pronunciare anche il solo nome di Dio, perché
nessuno poteva sapere se lo stava facendo correttamente o vanamente.
Ma è poi vero che tocca a noi rendere santo il nome di Dio? Come
possiamo, noi, dare il carattere di santità a Dio? L'unico che può veramente
santificare Dio nella forma corretta è
Dio stesso. Noi possiamo riconoscere
Una realtà che già esiste e non «rovinarla». Oppure, noi possiamo onorare
¡a santità di Dio evitando che altri, nel
vedere noi, dissacrino il nome di Dio,
lo bestemmino, lo disonorino. SantifiOflre il nome di Dio è, allora, da una
parte il compito di Dio stesso, dall’altra
'a nostra vocazione, il nostro impegno
di vita. Esaltare la santità di Dio nella
Profanità della nostra realtà storica:
^n impegno enorme, una dialettica
continua, una vocazione che i credenti
sono chiamati a onorare. Ce lo ha ricordato con gli scritti e con l’azione
Dietrich Bonhoeffer, un testimone di
Dio nella scena profana della storia,
O’ti credente che rivendica per Dio un
posto nel mondo diventato maggiorenPìconoscere, onorare e glorificare
^'0 per quel che egli è: questo significa
Pontificare il nome di Dio.
Domenico Tomasetto
si:ni\iAN.\u: dki.u; ciiiksk i:van(;kuchk baitisik, mkiodi.stk, vai.dksi
Fiumi malati e città inquinate devono essere oggetto di attenzione da parte di tutti
Ambiente, bene primario per la società
Indagini e statistiche rivelano la correlazione tra il degrado ambientale e determinate patologie
Obiettivi precisi come la balneabilità dei fiumi indicano un orientamento per l'impegno civile
PIERA ECIDI
Ricordate quella fotografia di
Pavese giovane che rema in
barca sul Po? Siamo negli Anni 30 e
lo scrittore, ancora sconosciuto, sta
traducendo Moby Dick. E siccome
da bravo intellettuale è povero in
canna, le sue estati sono fatte di cose semplici, ed eccolo lì, nodoso e
scontroso seduto di sguincio in cima alla barca in uno slabbrato costume da bagno, con gli immancabili occhiali da miope e in testa un
fazzolettaccio annodato alla corsara, per ripararsi dal sole, che gli fa
fare un rarissimo ghigno che forse
è anche un sorriso. Sullo sfondo,
dolci sponde coperte di verzura, le
pendici di quella collina torinese
da lui tanto amata, e cantata.
Anche adesso le sponde malate
dei nostri fiumi e torrenti sono le
vacanze dei poveri. I pendolari della domenica, che arrostiscono salsicce su griglie improvvisate vicino
all’utilitaria parcheggiata lì appresso, mentre sciami di bambini giocano a palla, e qualche eroico pescatore che in realtà è solo un filosofo, perché la sua tanto faticata
preda la dovrà poi buttare per non
rischiare Tawelenamento, sta su
qualche sasso più lontano, immerso nelle sue meditazioni. E può essere anche che qualcuno più attrezzato abbia piazzato una tenda,
0 una scassata roulotte, o costruito
persino una tettoietta di frasche in
cui ritrovarsi tra vicini e socializzare, come sempre sa fare, nei mille
problemi dell’ogni-giorno, l’arte
dell’arrangiarsi di questo nostro
popolo dalle infinite risorse.
1 poveri non fanno vacanze. Nelle megalopoli estive le panchine si
popolano di anziani, e le recenti
statistiche al ’96 dell’Istat fotografano un dato di «povertà» per 2 milioni e 79.000 famiglie italiane, circa il 10,3% del totale: nel complesso ben 6 milioni e 552.000 persone,
ri 1,6% della popolazione, tra cui
quasi due milioni di giovani sotto i
18 anni e oltre uno di anziani. Per
non parlare delle situazioni più
estreme, dei senzatetto o degli im
I Murazzi sul Po, emblema dei problemi ambientali e sociaii di Torino
migrati che il caldo spinge a girovagare per le strade e che sempre
più spesso si vedono rovistare alla
ricerca di cibo nei bidoni dei rifiuti. La povertà ci interroga, alle soglie del 2000, evidente nelle nostre
megalopoli, e l’aria calda e inquinata dell’estate aumenta i rischi di
decesso per malattie cardiovascolari e respiratorie, che colpiscono
ancora una volta soprattutto i più
deboli, come i bambini e le persone fisicamente debilitate, come gli
anziani. Ne fa fede una ricerca
dell’Osservatorio epidemiologico del Lazio, che ha studiato il rapporto tra inquinamento dell’aria
e mortalità giornaliera tra il 1992
e il ’95 nel centro storico di Roma, pubblicata recentemente su
L’espresso: tra i giorni del minimo
livello di inquinamento da polveri
sottili e quelli in cui tale inquinamento è massimo c’è una differenza del 5,8% del numero dei morti.
mentre l’aumento delle concentrazioni di biossido d’azoto dovuto al
traffico provoca un aumento della
mortalità dell’1%. Che sarà mai
nelle metropoli continentali del
Nord, sotto quella gran cappa di
umido (nebbia d’inverno e afa
d’estate) sotto la quale ci dibattiamo tra i miasmi dell’industria?
Sarà anche per questo che il Wwf
ha recentemente «bocciato» la
maggior parte delle città italiane; si
salvano solo 4 città su 15, la cui popolazione è pari al 16,8% di quella
nazionale e, considerati gli abitanti
della provincia, ben 23 milioni di
persone vivono in condizioni di
«disagio ambientale».
Aria, acqua, laghi, mari, fiumi,
boschi: beni primari, che riguardano la salute, la vivibilità e anche
l’economia. 11 clima, l’insieme delle condizioni dell’ambiente diventano fondamentali per il nostro futuro, a tutela soprattutto dei sog
(foto Pietro Romeo)
getti più deboli; i bambini, gli anziani, i poveri, i malati. Questo il
significato profondo della sollecitudine con cui il Consiglio ecumenico delle chiese ha proposto nel
1996 la petizione sul clima.
Ben vengano dunque tutte le
iniziative politiche, sociali, culturali che si prendano carico di questo problema ormai arrivato alle
soglie del «non ritorno». Tale è la
campagna aperta domenica scorsa dai Verdi, dall’Associazione democratici di Torino, dalTArci e dai
vari gruppi ambientalisti. Obiettivo: salvare i Po e renderlo di nuovo balneabile entro il 2001. Una
grande piscina a cielo aperto, un
obiettivo europeo, perché analoghe iniziative stanno sorgendo a
Parigi per la Senna, così come ormai si pesca di nuovo a Londra nel
Tamigi. Contribuiamo a salvare la
natura, questo grande dono di
Dio, alla portata di tutti.
TAVOLA VALDESE
Sinodo delle
chiese
valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto
dall’art. 122/SI/96, è convocato per
DOMENICA 24 AGOST01997
I membri del Sinodo sono invitati a recarsi
nell’Aula sinodale della Casa valdese di Torre
Pellice, via C. Beckwith 2, alle ore 15.
II culto di apertura avrà inizio alle ore 15,30
nel tempio di Torre Pellice e sarà presieduto
dalla pastora Maria Bonafede.
Il moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
Assemblea a Hong-Kong
La Federazione luterana
compie cinquantanni
Si è svolta a HongKong, dall’8 al 16 luglio
la IX Assemblea della Eederazione luterana mondiale (Firn). Il 13 luglio è
stato celebrato il 50° anniversario della Firn.
5.000 cristiani di HongKong si sono aggiunti ai
mille delegati per celebrare il culto di anniversario. Il gran numero di
delegati asiatici e africani, di donne e di giovani,
indicava quanto la Firn
fosse cambiata dalla sua
fondazione a Lund (Svezia) dove nel 1947 erano
rappresentate 47 chiese
di 26 paesi. A HongKong vi erano 400 delegati venuti da 122 chie
se luterane in 68 paesi.
L’Assemblea ha eletto il
nuovo presidente della
Firn nella persona di Christian Krause, vescovo
della Chiesa evangelica
luterana del Brunswick,
nel Nord della Germania, che subentra a Gottfried Brakemeier, teologo brasiliano. Krause ha
spiegato chiaramente
che intendeva giocare un
ruolo forte in seno alla
Firn; la Firn, ha detto, deve dare la priorità alla
comunione eucaristica
con i cattolici romani.
Krause ha altresì posto
l’accento sul rafforzamento dei legami con le
chiese riformate.
CAPPELLANI DELLE CARCERI. Gli operatori delle chiese protestanti dell’Europa meridionale si sono incontrati a
Marsiglia per discutere delle strategie
della cappellania. Al centro dei lavori
l'idea die la vera finalità della giustizia consista nel perdono, (pag. 3)
METODISTI BRITANNICI. Si è svolta a
Londra, a cavallo tra giugno e luglio,
la Conferenza metodista britannica,
che ha discusso fra l'altro della cessazione del protettorato inglese su
Hong-Kong e del nuovo status della
rappresentanza di altre chiese metodiste nella Conferenza stessa, (pag. 3)
CONTRO LO SFRUTTAMENTO SESSUALE DEI MINORI. Due provvedimenti
di legge stanno concorrendo a garantire una maggiore tutela dei bambini:
da un lato si propongono misure per
migliorare complessivamente la qualità della vita dei minori, dall'altra sono state approvate in commissione le
nuove norme per la repressione degli
abusi sessuali. Un percorso il più possibile parallelo di questi strumenti dovrebbe garantire il superamento della
pura logica dell'emergenza, (pag. 6)
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 25 LUGLIO iq,, VEN^^
«Siate sottomessi,
per amor del
Signore, a ogniumana
istituzione: al re,
come al sovrano;
ai governatori,
come mandati
da lui per punire
i malfattori e per
dar lode a quelli
che fanno il bene.
Perché questa è
la volontà di Dio:
che, facendo
il bene, turiate
la bocca
all’ignoranza
degli uomini stolti.
Fate questo come
uomini liberi,
che non si servono
della libertà come
di un velo per
coprire la malizia,
ma come servi di
Dio. Onorate tutti.
Amate i fratelli.
Temete Dio.
Onorate il re»
(1 Pietro 2, 13-17)
«Ogni persona sia
sottomessa alle
autorità superiori;
perché non vi è
autorità se non da
Dio; e le autorità
che esistono, sono
stabilite da Dio.
Perciò chi resiste
all’autorità si
oppone all’ordine
di Dio; quelli che
vi si oppongono
si attireranno
addosso una
condanna; infatti
i magistrati non
sono da temere per
le opere buone, ma
per le cattive. Tu,
non vuoi temere
l’autorità? Fa’ il
bene e avrai la sua
approvazione,
perché il
magistrato è un
ministro di Dio
per il tuo bene; ma
se fai il male, temi,
perché egli non
porta la spada
invano; infatti è
un ministro di Dio
per infliggere una
giusta punizione
a chi fa il male.
Perciò è necessario
stare sottomessi,
non soltanto per
timore della
punizione, ma
anche per motivo
di coscienza»
(Romani 13, 1-5)
LA CHIESA E IL MONDO
Pietro ci invita a guardare alla funzione delle autorità, che è quella di garantire
un normale svolgimento della vita civile. Il contributo specifico dei credenti
GREGORIO PLESCAN
Ly ESTATE è quel periodo che
lascia spazio al relax, ma
nel quale si concentrano anche
occasioni di approfondimento
(campi estivi, conferenze, assemblee, Sinodo). Ne approfittiamo quindi per invitare i lettori a una serie di riflessioni sul
rapporto chiesa-mondo, anche
in vista dell’evangelizzazione,
perché no.
Il cristiano nel mondo
IL primo spunto si trova nella
1^“ lettera di Pietro; è comples
so e forse qualcuno lo troverà
addirittura «duro», al limite dell’accettabile. 11 cristiano deve
entrare nel mondo come cittadino consapevole, partecipe
di quello che succede, ma allo
stesso tempo libero da vincoli di
fanatismo. È probabile che molti, leggendo questo brano, rimangano un po’ perplessi, soprattutto perché si è portati a
diffidare del «re» o per lo meno
dei suoi satrapi, nell’esperienza
concreta. La nostra storia, colma di persecuzioni organizzate
da altri cristiani ma messe in
opera dai re che si sono succeduti, ci costringe a pensarla così.
Per contro, dobbiamo anche
ammettere che tra le nostre file
c’è stata la tendenza ad avere un
rapporto un po' romantico con
Io stato (pensiamo solo al Risorgimento, visto come l’occasione
di costituire un’Italia veramente
diversa, ma morto quasi sul nascere), perciò non sempre siamo
riusciti a fare nostro l’invito alla
sottomissione al «sovrano». Abbiamo forse idealizzato alcuni
Preghiamo
Signore, noi riconosciamo che sei il nostro Dio, ti
chiamiamo Padre, Signore delle nostre vite e della nostra storia.
Ti confessiamo di aver più volte lasciato da parte la
fede, quando si trattava di compiere i piccoli atti
dell’esistenza, quelli concreti, come la denuncia dei
redditi, il voto, il rapporto con chi ci governa.
Perdonaci quando abbiamo pensato che il mondo finisse e iniziasse oltre le porte del tempio.
Ti ringraziamo per la benedizione che abbiamo di vivere in un paese libero e democratico, dove i governanti si scelgono con il voto e i criminali si puniscono con
processi e prigione. La nostra abitudine alla libertà ci
ha fatto dimenticare le condizioni di vita dei nostri padri e delle nostre madri, così come i racconti di chi vive
in altre condizioni ci paiono incredibili.
Benedici chi ci governa e fa’ sì che anche noi possiamo cogliere nella libertà un’occasione di testimonianza
e di edificazione. Amen.
«sovrani» di una certa parte e ne
abbiamo demonizzato altri, di
parte avversa. Pensiamo solo al
fatto che nelle nostre chiese non
è ancora avvenuto un processo
di confronto critico con il volto
recente del nostro paese, quello
che si è evoluto in Tangentopoli.
Si può forse affermare che oggi,
ad un lustro di distanza dalla caduta della «prima Repubblica»,
siamo in condizioni analoghe a
quelle vissute da parte delle generazioni degli Anni 20-40. Queste hanno sì subito il fascismo,
sono state antifasciste nel cuore,
ma difficilmente lo sono state
nei loro atti ufficiali, in quanto
chiesa. Certo, fortunatamente la
storia e il sentimento popolare
hanno coperto questa macchia:
non è un caso che, per parte valdese, tutti ricordino «l’ordine
del giorno Subilia» del Sinodo
del ’43 (che non fu approvato), e
nessuno quella che, invece, fu la
posizione ufficiale che derivava
da quel Sinodo, molto più blanda. Allo stesso modo, fatte ovviamente le debite proporzioni,
possiamo ricordare che nel cuore abbiamo condannato il «malgoverno democristiano» (ma in
realtà per molti anni del pentapartito) ma non siamo ancora
stati capaci di guardare all’interno delle nostre case, in pratica
non abbiamo ancora fatto i conti con le nostre scelte concrete
di alleanze allacciate (o quantomeno non negate) con i medesimi «famigerati» governi.
Il rapporto con lo stato
La D lettera di Pietro ci offre
uno spunto di riflessione
molto interessante. Possiamo
immaginare il contesto in cui
Pietro scrive la sua lettera: i cristiani erano di fronte alla persecuzione, «militante» o strisciante. In una realtà siffatta c’erano
e ci sono due possibilità: o si
maledice chi ti perseguita, o si
tenta di avere un rapporto corretto con lui. O ci si ritaglia lo
spazio per un mondo tutto «nostro», al limite della setta, all’interno del quale i legami sono
ferrei e dal quale si parte per attaccare e per difendersi da ciò
che sta fuori, oppure si cerca di
mantenere comunque un contatto con il «mondo», sia a livello
di privati, sia con le sue istituzioni. Pietro segue questa linea,
e la propone.
Questa chiarificazione può essere un’utile chiave di lettura per
tutto il contenuto della nostra
lettera: l’invito alla santità perso
nale, il rapporto padroni-servi,
l’etica familiare... il rapporto con
lo stato. Lo stato ha un volto vicino e uno lontano: il re e dei governatori. Entrambi vanno inquadrati nel loro ruolo e a entrambi vanno riconosciuti degli
ambiti specifici, senza né divinizzarli, né demonizzarli. In effetti, Pietro ha ben presente un
fatto, sempre attuale: è più pericoloso che la chiesa demonizzi
lo stato, piuttosto che lo sacralizzi. A dir il vero tutti dovremmo
essere ampiamente vaccinati dal
sacralizzare lo stato (se crediamo in Dio e riconosciamo già
Gesù come Signore, automaticamente rifiutiamo chi usurpa il
suo ruolo); è il rischio della demonizzazione che corriamo veramente. Anzi, dell’anarchia che
nasce dalla scusa di sospettare
della legittimità del governo.
«Come uomini liberi»
«C!
lOMPORTATEVI come
I uomini lberi,non servendo-vi della libertà come di un
velo per coprire il male...». Chi è
senza peccato scagli la prima
pietra! Non è proprio un caso
che l’apostolo inserisca a questo
punto, nel rapporto con le autorità pubbliche, l’avviso che il
comportamento scorretto con lo
stato può nascere, spesso scaturisce, da una scusa. Lo stato mi
tartassa, e allora... è cattivo,
quindi io non pago le tasse (per
fare solo un esempio attuale).
Non riconosco la sua autorità
(per Pietro non di derivazione
divina, semplicemente di tutore
dell’ordine) e, casualmente, mi
tengo in tasca i sudati proventi
del mio lavoro.
La conclusione di questo ragionamento si riassume nel versetto finale: «Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Iddio,
onorate il re». Un impegno a
tutto campo: abbiate lo stesso
atteggiamento di rispetto formale e sostanziale verso il mondo che vi circonda («tutti» e «il
re»), un atteggiamento affettuoso verso quella parte di mondo
che vi è più vicina («i fratelli») e
rigoroso verso Dio («temetelo»,
termine classico della Bibbia nei
confronti del Signore). Questo
ventaglio di relazioni non squalifica nessun elemento; anche se
indubbiamente ne indica due
privilegiati («fratelli» e Dio), riconosce importanza ai due
estremi del panorama dei credenti minoritari (che difficilmente trovano dei correligionari
nel resto della società e nel suo
governo). Se colleghiamo queste
parole alla pista di riflessione
che stiamo seguendo possiamo
trovare delle interessanti indicazioni di comportamento.
Innanzitutto rispetto al rapporto con i governanti; non più
re, per noi, ma persone elette
con un sistema rispettoso del
volere comune. Spesso guardiamo ai governanti con un atteggiamento più simile ai rapporti
interpersonali che politici: ce ne
innamoriamo o li odiamo. Riponiamo in loro una fiducia illimitata o subiamo delle cocenti delusioni. Riconosciamo che sono
al timone dello stato per volontà
popolare quasi mistica, oppure
per usurpazione. Pietro ci invita
a guardare alla loro funzione,
non alla loro personalità: la funzione di mantenere l’ordine, di
permettere che la vita civile prosegua. Un baluardo del bene comune contro il disordine sempre possibile.
Il ruolo dei credenti
IN secondo luogo, ricordandoci il nostro ruolo di credenti nel rapporto con il potere e
nella sua gestione. Quali cristiani, ci è richiesto di essere corresponsabili con il potere tramite
il nostro contributo specifico: la
preghiera. Geremia, nella sua
lettera ai deportati (cap. 29) si
spingeva ancora oltre («pregate
per il benessere di Babilonia...»); Pietro, forse più prudente, si limita ad invitarci a
«onorare» i governanti.
In quante comunità, al momento della preghiera di intercessione, si invoca lo Spirito
Santo per i nostri governanti? Se
no, perché? Dobbiamo stare attenti perché, se non lo facciamo,
rischiamo di mostrare due nervi
scoperti: riguardo al ruolo della
preghiera nella vita delle nostre
chiese (argomento quanto mai
spinoso, di questi tempi), ma anche rispetto all’importanza che
noi riserviamo a Dio nella nostra
vita e nell’esistenza del nostro
paese. Vale a dire: se qualcuno si
rifiuta di pregare per un governante che non gli piace, non è
che, sotto sotto, è convinto che
neppure Dio potrà mai tirar fuori qualcosa di buono da lui? Per
metterla in un altro modo, la nostra titubanza a «onorare il re»
non nasconde forse la nostra
tentazione di «farci Dio», decidendo per lui chi va onorato e
chi va censurato?
(Prima di una serie
di tre meditazioni)
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pubblico. Vivere la feilgeneraE
allora, significa si avef|’^iiii]
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sere stati salvati e giuì jicarce
ficati dal Signore, ma» ^et
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mondo, le autorità. Qi " “1 P>
sta è la situazione ini ™crota
operiamo, sennò rischi™',
mo di trasformare lai «volte a
de in una consolazioi tenute n
privata un po' da poca do
3) A questo punto4 siscend'
la riflessione c'è lo spai
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peccato e per i'annuni
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- Thomas Müntzi f
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Scritti politici, Claudia» j
1977.
- Ulrico Zwingli, presene
teologici e politici, ® nieto d^i
diana, 1985.
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nerai; possiamo legge* ;ui^
- Franco GiampW
Chiesa e tabù po''"'Sàeft
^'-"teriio^RostagjJUsuo
Teologia e società, ^
diana, 1989. ,
-Aa.V»,
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ria, Claudiana, 1990
Karl Barth, 1^110^ ^001
pastore della Ge' ninH'^^
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1964, dvan”F'
Circa il recente pai»*''ajobe
segnaliamo:
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diana, 1985. sì a,
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- Giorgio Tourn,
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Claudiana, 1997.
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ì 25 LUGLIO 1997
PAG. 3 RIFORMA
Incontro dei cappellani delle carceri dei paesi dell'Europa mediterranea
U vera finalità della giustizia è il perdono
Le tre giornate di lavoro, molto intense e interessanti, sono state centrate
sugli studi presentati dal prof. Eric Fuchs della Facoltà di teologia di Ginevra
li* TERESA lACHINI TALIENTO
Dal 3 al 5 giugno si è tenuto a Marsiglia l’anpuale incontro dei cappellani
iviildelle carceri dei paesi dell’Eu’jopa mediterranea, organizjjto dalla sezione francofona
jpca-Europa, col sostegno
della Conferenza delle chiese
protestanti dei paesi latini
d’Europa (Cepple). Per la prilla volta è stato invitato anche un rappresentante del
Servizio rifugiati e migranti
uò esspJ della Fcei, in quanto nel carmente I cere di Poggioreale e in quello
ire la sw diRebibbia penale alla sezioi altri ti ne giudiziaria è stato aperto
a e monliino «sportello» per fornire
una tefeormazioni e aiuto ai detenuti stranieri dei paesi non
' o menppartenenti alla Unione eu>nianzalIopea. Per l’Italia erano pre' la nosfati il pastore Lupi, incari'ale a di|cato dalla Tavola valdese per
I dalla «a ¡problemi delle carceri, monmpare|tr'gnnr Fabio Fabbri, ispettore
re la feil|generale dei cappellani delia si avefi’Amministrazione penitenanza diti e chi scrive, volontaria
iti e giui ^ earcere di Rebibbia a Ro>re, mai giornate sono state
molto intense e interessanti.
centrate sugli studi presenta
:he cosaj
>nte, siaf
o'r?tT'oÌ Fuchs della
ione ini E’^coltà di teologia di Ginenò rischi meno interessanti e
nare lai svolte animate le discussioni
isolaziM tenute nei diversi gruppi lorda poco, Diati dopo ogni studio, dove
punto É si scendeva veramente nel viè lo spai
isioneJ
vo degli argomenti, riportando i diversi concetti nella vita
di tutti i giorni a contatto con
i detenuti.
Quello che la dottrina cristiana ci ha insegnato è che la
vera finalità della giustizia è il
perdono. Dio manifesta la
sua giustizia allontanando
dal peccatore la morte che
avrebbe dovuto sancire le sue
scelte esistenziali. La giustizia deve quindi mirare alla vita, non solo della società che
protegge con le sue leggi, ma
anche di chi è colpevole davanti alla società. L’oratore
ha più volte ribadito il concetto che la giustizia deve
giudicare l’atto; se la persona
si trova in particolari condizioni mediche o psicologiche, devono essere il medico
o lo psicologo ad occuparsene durante la detenzione, ma
la giustizia non deve dare attenuanti per l’atto criminale.
Bisogna fare attenzione
che le attenuanti non divengano permissività: non è un
problema di bene o di male
ma è un problema di giustizia. Su quest’ultimo punto la
discussione nei gruppi è stata alquanto animata. Alcuni
si chiedevano se non sia il
caso, ad esempio, che i pedofili vengano seguiti dal
punto di vista psicologico e
non solo messi in carcere
con pene più o meno lunghe
senza essere seguiti in modo
specifico. Chi ha delle tare
psichiche familiari o è cresciuto in mezzo alla strada,
non va forse seguito in modo
particolare, in una struttura
al di fuori del carcere? Non
bisogna tener conto anche
della persona e della sua storia? La legislazione in materia si differenzia nei vari paesi. Durante l’ultimo giorno,
nel pomeriggio, hanno partecipato all’incontro tutti i
volontari visitatori delle carceri della Provenza.
Molto interessante è stato
lo scambio di idee con persone che visitano periodicamente i detenuti e ho potuto constatare che i problemi
dei detenuti e dei visitatori
sono fondamentalmente gli
stessi dappertutto! Un altro
pomeriggio è stato dedicato
al carcere di Marsiglia «Les
Baumettes». Dopo un ottimo
pranzo cucinato e servito dai
detenuti, ospiti del direttore
regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Mowat,
abbiamo visitato il carcere,
divisi in due gruppi e accompagnati da due agenti di custodia. Esternamente, come
ha commentato un partecipante, sembra un fortino della Legione straniera ma all’interno, pur avendo la struttura tipica del carcere, cioè
tetra, sembra ben organizzato. Abbiamo seguito tutto
l’iter del neorecluso dal
l’arrivo all’ufficio anagrafico
dove gli vengono prese le impronte digitali e fatte le foto,
alla visita medica, alla matricola, dove lascia gli effetti
personali e prende quel che
gli serve per lavarsi e per dormire, fornitogli dall’amministrazione penitenziaria; infine abbiamo visitato i posti di
guardia, alcuni locali di lavoro e alcune celle dove abbiamo avuto la possibilità di
parlare con i detenuti, tra cui
molti stranieri.
La struttura carceraria è costituita da numerosi edifici
dove vengono ospitati i detenuti, le detenute, i malati, i
colpevoli di crimini sessuali
(isolati dagli altri, come in
ogni altro carcere, per misura
di sicurezza), i malati di mente e i semiliberi. La maggior
parte dei detenuti ha un lavoro. Appena entrano in carcere
i detenuti riempiono un modulo in cui dichiarano il titolo
di studio, il lavoro svolto e le
eventuali attitudini o preferenze per i corsi di formazione professionale tenuti all’interno del carcere. I tre giorni
dell’incontro sono trascorsi
in un baleno, in un clima
molto simpatico e amichevole, grazie anche al pastore
Werner Burki che era l’organizzatore e l’anima dell’incontro. Il prossimo appuntamento si terrà tra due anni in
Italia, a Roma o a Pianosa.
Si è svolta dal 23 giugno al 4 luglio la Conferenza metodista britannica
Un dibattito concreto condotto con disciplina e «humour
GIULIO MAISANO
i'annuni
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no aliai)
tanti ei
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ir o cleil _________________
o al noil
le autoli QI è svolta in Inghilterra,
Igiamol ^dal 23 giugno al 4 luglio,
to cheiil’mnuale Conferenza metori rapp» dista britannica, ospitata
IO limpil quest’anno nella Westminipio spai ster Central Hall, grandioso e
tonfo Oli prestigioso Centro del metosiamoi disino mondiale situato nel
orla a w cuore di Londra, ideato alla
™ fine dell’800 per celebrare il
le tesi centenario della morte di
nente. JohnWesley e inaugurato nel
1912. La Conferenza ha tratiDto numerosi argomenti:
cornspon
; i;, nella «agenda»
OnOII'dente alla relazione al Sinoj do. erano previsti ben 58 ar^ ^fprt^“nnenti, per ognuno dei
iiiti iteteli erano stati preparati
no 0 non meno di quattro o cin.„,,j,|9ne ordini del giorno oltre a
I- h^fTio: raccomandazioni pro
''^nienti dai diversi distretti
1 dibattiti sono stati arricinqli, ‘^ngli interventi dei rapilitic'i, CljP^^^ndtanti delle varie chiese
metodiste provenienti da
ione °8di parte del mondo,
IO legg®* V ^^4 presenza e attiva parteiampid^^'P®^*drie è stata un tangibile
ù della reciproca solida
n. t M ^ ^^^Idrnità che ha trovaRostag*''' d DUO punto culminante in
cietà, [r® serata interamente dedij ® ®de chiese degli altri pae10 e iD' , ^ue si sono esibiti in canti,
1990. ®*^?e, recite e varie manife
F del proprio entusia
?//a Geli» *mo nella fede, ciascuno nei
PdId® ,.°di tipici del proprio paese
che coinvolgente pas** ben presto tutti.
„ gli argomenti sono
® croi' ^'"^dati con estrema con® cominciare dalla
brit ^'?de del protettorato
.hat '’«avvenni^“ Hong-Kong,
id nel 2 proprio il 30 giugno
Ln chiesto l’impe
D ng j ®lle chiese nei confronti
/iji
oura
oossii”'
97.
e evangeliche
agenzia stampa
degli immigrati di HongKong. Di particolare interesse
è stata la discussione sul problema comune della disoccupazione e del futuro del lavoro, sul quale sono intervenuti
rappresentanti di paesi di
svariate condizioni economiche e sociali, la cui diretta testimonianza ha dato particolare concretezza al dibattito.
Molti degli argomenti trattati sono stati di interesse generale (dall’educazione dei
fanciulli ai giovani, alla formazione al diaconato, dall’evangelizzazione all’impegno nella chiesa locale) tutti
svolti con approfondimento
e celerità nel rigido rispetto
delle norme procedurali, accoppiato a un diffuso senso
dell’ironia che ha reso sempre piacevole e spesso anche
allegra la trattazione di pur
gravi e seri problemi. Il rispetto per la disciplina, che è
rispetto per gli altri, unito alla
massima cordialità e allegria,
costituisce una garanzia di
autentica libertà e democrazia di cui gli inglesi si confermano maestri.
Una delibera della Conferenza britannica riguarda direttamente anche la Chiesa
metodista in Italia, il cui rappresentante ha partecipato
per l’ultima volta con voce
deliberativa. Sono state infatti approvate alcune modifiche regolamentari che prevedono, fra l’altro, la riduzione dei membri votanti da 576
»
a 384; la parità fra pastori e
laici sarà disciplinata in modo meno rigido e formale
con la più semplice previsione che almeno un terzo dei
membri della Conferenza
debba essere costituito da
pastori e almeno un terzo da
laici; molti membri, fra cui i
rappresentanti delle chiese
organizzate in Conferenze
autonome, come quella italiana, avranno diritto di parola ma non più di voto.
Resta per noi comunque la
continuità nella partecipazione della nostra rappresentanza, che non è solo formale,
ma confermata nella solidarietà concretamente manifestata da vari esponenti della
Chiesa metodista britannica.
Riunione del Consiglio della Cevaa ad Abigian
Alain Rey eletto nuovo segretario generale
Si sono riuniti ad Anyama,
dal 24 giugno al 3 luglio,
presso il pensionato femminile protestante di Abigian, i
delegati al Consiglio della Cevaa (Comunità evangelica di
azione apostolica), ospiti della Chiesa protestante metodista della Costa d’Avorio.
Le due prime giornate sono state dedicate all’elezione
di un nuovo segretario generale: è stato scelto Alain Rey,
che subentrerà a Marcel Piguet. Alain Rey è stato segretario generale del Servizio
protestante di missione Defap dal 1988 al 1994. Il primo
compito del nuovo segretario generale sarà di dedicarsi
all’attuazione dei nuovi orientamenti emersi dalle Assise di Torre Pellice: democratizzazione, trasparenza,
regionalizzazione della Comunità.
Sulla base del rapporto del
Comitato di continuazione
delle Assise, il Consiglio ha ,
deciso il principio della trasformazione del Consiglio in
Assemblea generale. La prima avrà luogo nel 1999. La
sua periodicità e tutti i cambiamenti connessi a tale ristrutturazione saranno studiati da una Commissione ad
hoc, nominata dal Comitato
esecutivo. Il Consiglio ha
inoltre deciso di riprendere il
dibattito sull’allargamento
della Comunità ad altre chiese, deciso dal Consiglio di
Maputo del 1989.
Il Consiglio ha preso atto
dell’evoluzione positiva della
situazione all’interno della
Chiesa protestante del Senegai e ha deciso di incoraggiare i suoi membri, il suo Comitato esecutivo e i due pastori che vi sono stati inviati.
Anche la Chiesa unita dello
Zambia ha ricevuto il sostegno del Consiglio che ha incoraggiato i suoi dirigenti a
fare di tutto per portare a
buon fine il processo di riconcilazione nel Presbiterio
dell’Ovest.
Infine, il Consiglio condivide insieme alla Chiesa evangelica del Gabon la preoccupazione per il processo di riconciliazione. Il Comitato
esecutivo ha ricevuto mandato di vedere come rispondere
all’invito fatto alla Cevaa di
assistere al Sinodo di riunificazione di luglio 1997.
L’Azione apostolica comune fra gli indios Toba in Argentina è stata accettata dal
Consiglio per un anno a partire dal prossimo settembre. Si
tratta di un progetto che aiuterà gli indios Toba ad assumere le proprie responsabilità
nelle loro riflessioni sul loro
impegno cristiano e sulla riabilitazione della loro cultura.
Il prossimo Consiglio avrà
luogo in Svizzera, a Crét-Bérard. (Information Cevaa)
AL Mondo Cristiano
I' America Latina: reazioni
alle accuse del card. Ratzinger
RIO DE JANEIRO — Ancora reazioni dall’America Latina dopo le dichiarazioni del cardinale Ratzinger che ha accusato il
Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) di aver sostenuto alcuni
movimenti di liberazione di tipo sovversivo presenti in Centro e
Sud America. «Dichiarazioni da guerra fredda che ostacolano il
progresso del dialogo tra cattolici e protestanti - ha commentato Felipe Adolf, segretario generale del Consiglio delle chiese
dell’America Latina (Clai) -, un clima che sembra piacere molto
al cardinale». Ancora più duro il commento del Consiglio delle
chiese cristiane del Brasile (Conic), di cui fa parte anche la Chiesa cattolica: «Una dichiarazione infelice e antiecumenica. L’illustre cardinale farebbe bene a ricordare che proprio dal suo paese, la Germania, giunge il più terribile esempio di mancato rispetto dei diritti dell’uomo: i campi di sterminio nazisti», (nev)
Uzbekistan: 25.000 Bibbie
confiscate dalle autorità doganali
TASKENT — 25.000 copie della Bibbia in lingua uzbeka
stampate a Mosca sono state confiscate dalle autorità doganali alla stazione di Taskent, capitale dell’Uzbekistan, secondo il
centro di ricerca britannico Keston Institute, che si occupa
della libertà religiosa nei paesi dell’ex Unione Sovietica. Queste copie del Nuovo Testamento, importate dalla Società biblica dell’Uzbekistan, sono state sequestrate con il pretesto
che la distribuzione di Bibbie in lingua uzbeka è considerata
come «attività missionaria», il che è vietato dalla legislazione
di quel paese la cui popolazione è a maggioranza musulmana
ma dove vive un’importante minoranza ortodossa. La Società
biblica è stata inoltre minacciata di scioglimento se. persisterà
a volere distribuire le Sacre Scritture nella lingua ufficiale del
paese. In un appello rivolto al presidente Islam Karimov, la
Società biblica ha ricordato che inviava Bibbie solo agli ambienti espressamente interessati e che non aveva affatto l’intenzione di convertire fedeli musulmani. Si tratta, ha precisato, di rendere accessibile un libro il cui carattere sacro viene
ripetutamente ricordato nel Corano stesso. La legislazione attuale sulla quale si basano le autorità di Taskent risale al 1992
e prende di mira sia i fondamentalisti musulmani sia alcuni
gruppi neoevangelici attivi nei territori dell’ex Urss. L’Uzbekistan ha una ricca storia cristiana che venne interrotta solo
dalla persecuzione del sultano musulmano mongolo Tameran
(Timour-Lang) alla fine del XIV secolo. (spp/apic)
« Germania: chiese libere o sette?
MAGDEBURGO —La Federazione delle chiese evangeliche
libere in Germania denuncia l’esistenza di una crescente discriminazione nei confronti delle chiese libere che vengono
sempre più considerate delle «sette». Questa tendenza sarebbe
oggi «molto più forte che in qualunque altro periodo del dopoguerra» ha dichiarato il vescovo della Chiesa evangelica metodista Walter Klaiber, in una presa di posizione avvenuta il 23
aprile a Magdeburgo. Klaiber si è riferito, fra l’altro, a diversi articoli di giornali in cui avventisti, battisti e metodisti vengono
nominati «in blocco insieme a Scientologia e ai satanisti». Della
Federazione fanno parte, oltre alle tre denominazioni citate, le
comunità mennonite, l’Unione delle comunità evangeliche libere, l’Unione delle comunità della Chiesa evangelica libera, e
la Chiesa del Nazareno. Secondo statistiche fornite dalla stessa
Federazione, essa raccoglie oltre 250.000 membri. (eptl)
Germania: i metodisti desiderano
più collaborazione con le altre chiese
OLDENBURG — La Chiesa evangelica metodista ha chiesto
di poter collaborare maggiormente con le grosse chiese del
paese in iniziative ecumeniche. Come è stato comunicato dopo la Conferenza annuale della Germania settentrionale, tenuta ad Oldenburg alla fine di aprile, 1 metodisti hanno chiesto
alla Chiesa evangelica luterana e alla Chiesa cattolica di essere
coinvolti in futuro come partner alla pari in progetti ecumenici
di tipo sociale. La Conferenza ha espresso la sua soddisfazione
per la dichiarazione comune delle due chiese maggioritarie
sulla situazione economica e sociale e l’ha raccomandata alle
proprie comunità per studio. Della Conferenza annuale della
Germania settentrionale fanno parte 121 comunità con 13.600
membri e aderenti, curati da 93 pastori e 244 laici. La Chiesa
evangelica metodista in Germania conta circa 65.000 membri
di chiesa e fa parte del Consiglio ecumenico delle chiese, (epd)
America Latina: aperte le candidature
ai posto di segretario generale del Clai
SAO LEOPOLDO — Il presidente del Consiglio delle chiese
dell’America Latina (Clai), Walter Altmann, ha inviato una lettera alle chiese e alle loro organizzazioni chiedendo loro di presentare candidature per il posto di segretario generale del Clai.
Il segretario generale attuale, Felipe Adolf, terminerà il suo
mandato il 31 dicembre 1998, dopo 14 anni di servizio. Il Clai
conta oltre 90 membri in 19 paesi dell’America Latina. Un comitato di selezione, composto di cinque membri, nominato nel
febbraio scorso, riceverà le candidature; si riunirà nel settembre 1997. I colloqui avranno luogo tra gennaio e marzo 1998.
Dopo l’esame, il comitato invierà le proprie raccomandazioni
al Comitato direttivo del Clai, prima della sua riunione nel
prossimo aprile, quando verrà presa la decisione finale. Secondo l’agenzia di notizie dell’America Latina e dei Caraibi, il nuovo segretario generale sarà nominato per un periodo di quattro
anni, a partire dal 1° gennaio 1999. Tuttavia la persona scelta
sarà probabilmente invitata ad entrare in funzione nel settembre o ottobre 1998 al fine di facilitare la transizione. (eni)
^ Usa: un indiano d'America arcivescovo
DENVER (Colorado) — Charles Chaput, di 52 anni, indiano
della tribù Potawatomi è stato ordinato arcivescovo di Denver,
in Colorado. Chaput è un frate cappuccino ed è il primo pellerossa nella storia diventato arcivescovo della Chiesa cattolica
romana. (Reformierte Presse)
4
PAG. 4 RIFORMA
r
VENERDÌ 25 LUGLIO
L'attività editoriale della Società biblica in Italia
Materiali per leggere e studiare la Bibbia
Dai volumi didattici che si rivolgono a bambini e animatori agli
strumenti che interpretano l'Evangelo come testo da leggere a voce alta
EUGENIO BERNARDINI
La Bibbia è l’unico e grande amore della Società biblica. Ma non si tratta di un
amore monotono, tutt’altro,
è un amore che si manifesta
in un numero crescente di
espressioni. È iniziato col
diffondere la Bibbia, o porzioni di essa, in varie edizioni
e traduzioni oltre che nelle
lingue originali, ebraico e
greco. Poi è continuato con
una serie di importanti sussidi per leggere la Bibbia in lingua originale come le guide e
i dizionari di ebraico e aramaico biblico e di greco biblico, e recentemente anche
l’edizione più aggiornata del
Nuovo Testamento in greco
con il testo italiano a fronte e
con una selezione delle famose note della Toh, la «Traduction Œcuménique de la
Bible». Infine, la Società biblica ha iniziato a pubblicare
una serie di strumenti per i
bambini, per coloro che si
occupano di studio e animazione biblica, per coloro che,
per necessità liturgiche o per
evangelizzazione, leggono la
Bibbia ad alta voce e, infine,
per coloro che si (ri)awicinano alle Scritture per conoscerle meglio e riceverne guida e conforto. Tutte queste
pubblicazioni hanno la caratteristica di essere ecumeniche sia nell’impostazione sia
nel fatto ci si è avvalsi della
collaborazione dei maggiori
specialisti italiani, protestanti
e cattolici, nei diversi campi.
I bambini, e i loro genitori
oggi possono trovare in libreria non solo i piccoli e agili
opuscoli illustrati della serie
La Bibbia racconta (cm
13x13, pp. 26, £ 2.500), ma
anche un nuovo volume di
grande ma agevole formato
(cm 22x24,3) che rivede e amplia quegli stessi racconti. Si
intitola Chicchi di grano dalla
Bibbia (pp. 347, £ 35.000) ed è
una traduzione di una fortunata opera olandese. È particolarmente adatto ai bambini
ai primi anni di scuola, ma
anche quelli che non sanno
ancora leggere possono seguire facilmente i racconti
guardando i grandi e coloratissimi disegni. Sempre per i
bambini, ma anche per gli
adulti (ci ho giocato anch’io),
c’è il gioco da tavolo o d’animazione Trova la storia (£
35.000). Ideato da Laura Lattughini, con 64 carte (32 per
l’Antico e 32 per il Nuovo Testamento), molto ben illustrate da Mauro Talarico, si
possono fare sei diversi giochi di logica e di animazione
(«conosci le carte», «memoy
classico», «scarta la coppia»,
«riconosciamoci», «indovina
la coppia», «mi disegno»). Un
opuscolo di istruzioni illustra
in modo semplice e chiaro i
giochi e contiene i testi biblici di riferimento.
Coloro che si occupano di
studio e animazione biblica
saranno particolarmente interessati a due manuali: il
primo, molto piccolo, è di
Hans-Ruedi Weber, Il libro
che mi legge, manuale per
animatori di studi biblici (pp.
62, £ 9.000). L’autore è un pastore della Chiesa riformata
svizzera, con trent’anni di
esperienza nel campo dell’
animazione biblica anche nei
paesi del cosiddetto Terzo
Mondo, conosciuto negli ambienti delle chiese evangeliche per i suoi corsi di animazione biblica e per un paio di
libri pubblicati dalla Claudiana, in particolare per Esperimenti di studio biblico (del
1989) di cui quello attuale è
diretto seguito. Memoria, testo, dramma, immagine, me
ditazione: sono i cinque diversi modi su cui Weber dà
dei brevi, semplici e chiari
suggerimenti per avvicinarsi,
e far avvicinare le persone,
alla Bibbia. Più «tecnico», e
recentissimo, è il secondo
manuale, di Gregorio Plescan. Vivere la Bibbia, simulazioni bibliche (pp. 150, £
40.000). In un raccoglitore ad
• A ,0.»
ŸtrH -iSS
anelli con schede mobili (formato cm 21x30), diverse per
l’animatore e per i vari gruppi di «attori», Plescan, che è
un pastore valdese e membro
del Servizio istruzione e educazione della Fcei, propone
10 episodi biblici da «rivivere» cercando di «indossare i
panni» dei protagonisti degli
episodi medesimi. Si tratta di
una particolare tecnica di
animazione applicata allo
studio biblico che può funzionare a condizione che i
partecipanti intendano veramente «entrare nel gioco» e ci
sia un luogo adatto e un tempo sufficiente per svolgerlo.
Per coloro che, per necessità
liturgiche o per evangelizza- |
zione leggono la Bibbia ad alta voce, è appena uscito un
secondo cofanetto (dopo il
primo con gli stessi attori-lettori professionisti. Dire la Parola, del 1996), Dire Marco,
come leggere il Vangelo (£
39.000), con tre audiocassette
con: la lettura completa
dell’Evangelo di Marco (nella
Traduzione interconfessionale in lingua corrente) eseguita
da Franco Giacobini, con
musiche originali di Roberto
Musto; la lettura di cinque
episodi eseguiti da tre «voci»
diverse; la lettura degli ultimi
tre capitoli (la Passione) eseguita da Angela Goodwin.
Completa il cofanetto un volume di 237 pagine in cui gli
autori spiegano il loro lavoro
ed esperienze (in sedici anni
Giacobini ha «proclamato integralmente, dalla prima
all’ultima parola» TEvangelo
di Marco 379 volte in 301
città di fronte a più di centomila ascoltatori) e in cui viene riprodotto il testo integrale di Marco in grandi caratteri per facilitarne la lettura.
Una pubblicazione come
questa è in grado non solo di
migliorare la qualità della lettura «liturgica» della Bibbia,
ma anche di valorizzarne il
contenuto e la voglia di
«ascoltarla» in tutti sensi.
Infine, per coloro che si
(ri)avvicinano alle Scritture
per conoscerla meglio e riceverne guida e conforto c’è ora
La Bibbia per te (formato cm
12x18,5, £ 26.000), cioè la Bibbia, nella Traduzione interconfessionale in lingua corrente, con inserite più sezioni
con illustrazioni a colori,
informazioni sulla Bibbia e
sul suo mondo, una guida per
la lettura, suggerimenti e proposte per mettere in pratica
quanto si è letto, e delle cartine geografiche. L’approccio
proposto e le immagini sono
particolarmente indicate per
un pubblico giovanile. È possibile acquistare separatamente queste sezioni, come
opuscolo intitolato Invito alla
Bibbia (£ 9.000), «allegandolo» quindi a una traduzione
diversa della Bibbia, per
esempio alla Nuova Riveduta,
e utilizzarla per il catechismo,
anche per adulti. Se questa
edizione andrà bene (ci sono
già diverse esperienze di questo genere all’estero) forse
potrebbe essere utile avere
un’edizione «integrata» anche con la Nuova Riveduta
per gli usi catechetici delle
chiese evangeliche.
Insomma, la Società biblica rimane fedele alla Bibbia,
il suo unico e grande amore,
ma con orizzonti nuovi e
ampi. Sapranno gli evangelici, conosciuti come il popolo
della Bibbia, apprezzarne lo
sforzo?
Il capolavoro di Puccini in scena alla Scala di Milano
Tosca e lo spirito della Controriforma
Puccini con Tosca ha voluto cantare riprendendo
con mica e Giacosa il testo
schiettamente romantico di
Victorien Sardou, la passione
viscerale, violenta, assoluta,
incontrollata, di una donna
per un uomo; l’eros prorompente che non ammette vie
di mezzo né alternative. 11
pittore Mario Cavaradossi da
questa passione è quasi inglobato, vi corrisponde, ma
sembra senza alternative, avvolto nel vortice dell’«amor
che a nullo amato amar perdona», pur conservando la
capacità di nutrire ideali.
Lo sfondo del dramma è la
«Roma della Controriforma»
al tempo delle campagne napoleoniche; una Roma decadente, timorosa del nuovo
come è nello spirito della
Controriforma, che per sua
scelta si nega al moderno, innovando in termini rinascimentali la tradizione medievale e dal moderno si difende
con gli strumenti noti; l’indice e la repressione. E il moderno si presenta qui con la
Rivoluzione francese che nega, con i suoi ideali di libertà
e uguaglianza, l’assolutismo
di uno stato teocratico come
quello papalino, suscitando
movimenti di rivolta, che non
partono da una critica alla religione controriformistica ma
si limitano a contrastarla o a
negarla con l’anticlericalismo. Ci aiuta a capire questa
temperie la lucida analisi di
Giorgio Tourn nel suo ultimo
libro Italiani e protestantesimo (ed. Claudiana).
La vicenda di Fioria Tosca,
con la sua religiosità superstiziosa (mette i fiori davanti
all’altare della madonna e la
prega prima di concedersi alle effusioni del suo innamorato) tipicamente italiana
(Tourn la fa derivare dalla religiosità latina), muovendosi
su questo sfondo vi entra in
contrasto, talché ne deriva
una raffigurazione in cui, come un quadro di Delacroix, i
personaggi si fondono intensamente con paesaggio che li
contiene. Scarpia, il nobile
gran gendarme, più che un
satiro è simbolo del potere
nella sua versione più estenuata, ovviamente priva di
sentimenti, devoto alla Chiesa romana ma non a Dio.
Il regista Luca Ronconi, nella rappresentazione eseguita
in prima il 4 luglio alla Scala,
collocando i fatti all’epoca
umbertina, in realtà non destoricizza la vicenda (costumi
a parte), semmai ne esalta
certi caratteri come il decadentismo di Roma, rappresentato molto efficacemente
dalla scenografia di Margherita Palli. Primo atto con una
serie di colonne, stucchi e
volte di chiese (da S. Andrea
della Valle a S. Ignazio alla
Missione di Mondovì) messe
a sghimbescio, metafora di
una visione distorta del reale,
ma perfettamente unitarie
nell’evidenziare la decadenza
di una città che si difende dal
nuovo. Secondo atto con Palazzo Farnese, le solite colonne e la sala da pranzo del barone Scarpia che conserva
l’aitar maggiore della precedente scena, a sottolineare la
giustizia ecclesiale incombente. Terzo atto: Castel Sant’
Angelo con una spaccatura
nel pavimento da cui emergo
no i gendarmi quasi rigurgitati da un singulto della storia,
mentre sullo sfondo campeggia un cielo azzurro a dare un
tocco di speranza. L’intenzione dichiarata del regista di
rappresentare un’eroina tormentata dal dilemma tra eros
e legge morale riesce, ma è
soverchiata dalla descrizione
voluta del contesto di una Roma bigotta e conservatrice,
che dà il tono prepotentemente all’insieme.
Significativo anche il contrasto nel Te Deum fra l’accozzaglia di mendicanti e popolani (che sostituisce l’usuale corte dei e delle borghesi) e
l’abbigliamento particolarmente sfarzoso del cardinale.
Del direttore Semyon Bychkov va rilevato il delicato
lirismo nell’accompagnamento delle romanze e la sonorità eccessiva di taluni passi drammatici, in cui l’orchestra ha finito per soverchiare
talvolta il canto, peraltro carente nella dizione un po’ in
tutti. Il tenore americano Neil
Sichoff (Cavaradossi) ha dato
probabilmente il meglio con
risultati apprezzabili trovandosi un po’ in difficoltà nel
competere con la potenza del
soprano Gaiina Gorciakova,
dotata di una voce di timbro
eccellente, ma non sufficientemente controllata. Lo Scarpia di Ruggero Raimondi è
collaudato da anni (esordio
nel 1978) e resta valido, anche
se l’interpretazione è troppo
prepotente per definire un
personaggio nobile e freddamente crudele come il barone
papalino. Molto calorosi gli
applausi del pubblico, pur
con qualche dissenso, (p.f)
In scena «L'asino d'oro» di Apuleio
La conoscenza, elemento
di riscatto dell'umanità
PAOLO FABBRI
Nel quadro delle manifestazioni estive organizzate dal Comune di Milano è
stata felicemente conclusa il
15 luglio nel parco Sempione
la rappresentazione in prima
nazionale de L’asino d’oro,
scritto da Apuleio nel II secolo d.C., in una libera interpretazione di Michela Marelli e
Mauricio Paroni de Castro,
che ne ha curato anche la regia. Il regista aveva proposto
lo scorso anno una stimolante rivisitazione onirica di Rabelais, così come onirica è
l’elaborazione del classico di
Apuleio, già di per sé ricchissimo di suggestioni.
I riferimenti sono parecchi,
ma emergono soprattutto le
atmosfere da incubo di Bufluel e la poetica ready-made
di Duchamp. Quest’ultima
pervade e intride lo spettacolo con la presenza del gruppo
multimediale «Preparazione
H» (un pittore, scenografi, un
artista multimediale, un architetto), che ha non soltanto
predisposto la scenografia,
ma ha partecipato allo spettacolo con l’esecuzione di pitture dal vivo e l’interpretazione
di Gordobtusus da parte di
Giampaolo Köhler. La scenografia, molto suggestiva, è
composta da manichini variamente vestiti, con la testa
staccata e separata dal busto,
metafora dell’uomo che ricerca la propria identità, dello
stato di dissociazione da se
stesso in cui si trova.
Uno stato che si evidenzia
con maggiore chiarezza nella
teleferica che collega il palcoscenico su un prato di Parco
Sempione con un balcone
del teatro dell’Arte, dove sono legati a pendere vari tipi
di arti umani, con una rosa
rossa in cima a simboleggiare
la speranza in un’identità ritrovata; infine un asino scheletrito costruito con i materiali più disparati, che sintetizza un po’ tutto lo spettacolo. Una scenografia affascinante, che presenta però il limite di richiedere un’elaborazione intellettuale, di raziocinio, per essere collegata allo spettacolo, non riuscendo
ancora una fusione unicamente emozionale come ci si
aspetta da un’opera che vuole essere di poesia.
Nella trama di Apuleio
quattro schiavi lavorano al
servizio di Metecus Cinerarios, che pretende da loro
qualcosa di più dei lavori manuali; vuole dei racconti che
lo aiutino a vincere la noia e
vuole giochi erotici da pa^
delle donne; vuole insomu
una vita piacevole conj
pizzico di stimolo alla propij
curiosità. Mentre Metecu]
preso intensamente dai tàt
conti e dai giochi, un suo tn
ce e bestiale guardiano (Ga,
dobtusus) approfitta della ¡j
tuazione per prendere il poj,
re, creando un’atmosfera J
incubo. L’intervento dell
magia trasforma Occitanici
in asino, e tutti gli altri]]
vengono man mano conti
giati regredendo nella aniim
lità più brutale.
È proprio nella animalli
senza parola che emergeÌ
sforzo inumano di farsi capi
re e si ritrova il linguaggi
primigenio che nello spetti
colo è rappresentato dati
coacervo di lingue, dall’yidd
sh al persiano al portoghes '
delle Azzorre. Sarà la volom
fortissima verso l’espressioii
che porterà i disgraziati alti
cupero della propria coni
zione umana attraverso uii
preghiera a Iside. Dalla ein
della teleferica, dove cam
peggia la rosa rossa, cadoiij
volando pezzi di carta; le pt
role ritrovate?
Nello spettacolo i persi
naggi di Lucio e della schiai
Fetide si sdoppiano e si»
vrappongono rendendo vi»
ce la rappresentazione, n
troppo confuso il filo dei rat
conti e della vicenda con
plessiva. La drammaturji
(Renata Molinari) si preseJ
troppo fragile, anche se Fi
sieme desta interesse peri
fantasiose intuizioni del rep
sta, che prende spunto di
curiosità del conoscere coi
categoria filosofica per ra|
presentare la volontà dia
noscenza e, in ultim.a ani
di redenzione, dei vinti, dej
oppressi, della massa di pc
sone condizionata daui
cultura mediática che li»
gabbia. L’asino che per tot®
re uomo deve mangiare leu
se è il simbolo di questa umi
nità. Poiché Finterpretazioi
dei simboli entro certi limiti
libera, noi, convinti che Gei
Cristo è il Figlio di Dio e cil
promesso una sua redenzii
ne in un Regno di amorei
misericordia, possiamo pei
sare che le rose da mangi®
siano le sue parole e la pn
ghiera vada innalzata ali
anziché a Iside per ritrovi
la propria identità.
Gli attori, Paola Baldi»
Giovanna De Toni, Giamp*
lo Köhler, Silvano Meli!
Alfonso Postiglione, Bnie
Scinto, hanno recitato bei
meritando i calorosi appla®
I
Ciclo di trasmissioni radiofoniche
«Uomini e profeti»: ciclo
a storia valdese
dedicato al
Tutti i sabati del mese di
agosto (2, 9, 16, 23, 30) verrà
trasmessa per radio (Terzo
programma, ore 12) la replica di una serie di trasmissioni della rubrica «Uomini e
profeti», curata da Gabriella
Caramore, sulla storia valdese, dalle origini ai giorni nostri, già andata in onda la prima volta nell’ottobre dello
scorso anno. Il titolo della®'
rie è Libere praedicare. Sto<*
della Chiesa valdese
que quadri. Presente in sjf
dio sarà lo storico del vaW
smo pastore Giorgio ToU
sia*
ma in ciascuna puntata
vicenderanno altri osp)
valdesi e no, per ricostra»
insieme la storia di qne
«popolo-chiesa».
Per chi va alle valli valdesi quest’estate
per stare insieme dopo il «15 agosto»
«Coi piedi e/o con le mani»
il 17-18-19 agosto
lezioni di: danze folk «eccitane»
e di «pizzo a fuselli» con rimborso spese
in una cascina di San Giovanni
Iscrizioni a numero chiuso: tei ore pasti n. 0121-90158^
spedi:
art.21
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spedizione in a.p. comma 26
art 2 leQQO 549/95 — nr. 29/97 — Torino
IP caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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Il Colle della Croce ha accolto domenica 20 luglio con un
cielo terso e un sole splendente come non si vedeva da anni,
più di 200 persone intervenute per il tradizionale incontro
fra protestanti del versante francese delle Alpi e valdesi della vai Pellice. Quest’anno è stata particolarmente cospicua la
partecipazione da parte italiana, forse proprio a motivo della
splendida giornata. Assente il pastore francese, la conduzione del culto è stata dei pastori Donato Mazzarella e Giorgio
Tourn. Quest’ultimo ha stimolato nel pomeriggio lo scambio
di opinioni e di esperienze su un tema che tocca da vicino i
due paesi e di conseguenza pone degli interrogativi pressanti
a entrambe le comunità consorelle: l’immigrazione.
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venerdì 25 LUGLIO 1997
ANNO 133 - N. 29
LIRE 2000
Fra giugno e luglio sono
state sei le aziende colpite
da incendi dolosi nella bassa
vai Pellice: come è noto, i piromani hanno scelto in prevalenza concessionarie auto e si
sono spostati da Bricherasio a
San Secondo e Pinerolo. Sono
bruciati sempre dei veicoli
(auto, camion, mezzi motorizzati vari) e i danneggiati sono
stati solo proprietari di aziende e non privati cittadini. Gli
elementi non sono molti, ma
sufficienti per evocare lo spettro del danneggiamento a scopo di estorsione e di un’organizzazione che i colpi li pensa
e li prepara con cura. Certo,
per parlare di racket bisognerebbe avere anche la contropartita al ricatto rappresentato
dai danneggiamenti, la richie
INCENDl DOLOSI IN VAL PLLLICL
MAFIE
FEDERICA TOURN
sta di denaro, il «pizzo»; ma
se è presto per affrettare conclusioni, non lo è per prendere
questi segnali sul serio.
Cominciamo pure a parlare
di mafia prima che questa si
manifesti: saremo almeno
preparati, vivremo senza l’illusione (questa sì senz’altro
ingannevole) che sia un fenomeno che non ci riguarda,
una piovra da sceneggiato televisivo o una tragedia del
Meridione cresciuta per difetto di democrazia, ma comunque una plaga inesportabile
nelle nostre valli. La mafia è
a Torino, in particolare quella
calabrese, si è vista sulla Riviera, ne è pieno il ricchissimo Veneto. Il «democratico»
Nord non è più un’isola felice
da tempo, non lo è mai stato:
anche per questo chi si occupa di antimafia preferisce parlare di «mafie», al plurale:
Regione Piemonte
Tassi
agevolati
per artigiani
È stata firmata, all’inizio
della scorsa settimana, una
nuova convenzione che regola i rapporti per le attività di
credito agevolato nel settore
artigiano, in particolare con
l’Artigiancassa del gruppo
Bnl. Già nel corso del 1996
l’Artigiancassa ha autorizzato
operazioni di finanziamento
agevolato a favore di 4.470
aziende piemontesi per un
importo di circa 316 miliardi:
con quegli investimenti si sono creati, sulla base delle indicazioni delle imprese, oltre
1.000 posti di lavoro; in Provincia di Torino sono state finanziate 1.983 aziende, in
quella di Cuneo 973.
«La convenzione - ha detto
l’assessore regionale all'Artigianato, Pichetto - è una delle prime conseguenze pratiche dell’approvazione del testo unico dell’artigianato;
s^à un rapporto stretto ed efficace in quanto l’ente assume la veste di braccio operativo, integrando risorse statali
e regionali». Così vengono
stabilite le modalità per l’assegnazione dei finanziamenti
che la Regione affida all’Artigiancassa. Tali fondi sono
abbinati a quelli resi disponibili dallo stato: fino a 240 miboni di lire di mutuo si attinge ai fondi statali, per la quota eccedente, fino a 360 miboni, a quelli della Regione.
La convenzione riguarda
etiche un aspetto relativo al
tasso di interesse a carico delle imprese: «Abbiamo concordato con r Artigiancassa spiegano Pichetto e il presidente della giunta regionale,
Ghigo - un abbattimento, a
carico della Regione, di due
punti del tasso applicato ai
Wutui artigiani, portandolo al
6,6%». Nel prossimo autungrazie ai fondi comunitari
per le aree a declino industnale è prevista infine l’asseSnazione di 45 miliardi al* Artigiancassa
Le prospettive per l'area pinerolese discusse in una recente riunione dei «Forum»
Un patto territoriale per lo sviluppo dell'area
SERGIO N. TURTULICI
hi è invitato all’ennexv simo convegno di politici, amministratori locali,
operatori economici e sociali
che parlano di sviluppo, progettualità, nuovi posti di lavoro può avvertire un moto di
fastidio, di rigetto - ha detto
il senatore Elvio Passone proponendo a Pinerolo la prima
bozza del patto territoriale
per il rilancio dell’area pinerolese -: eppure ora siamo in
un contesto in cui le cose si
sono messe in movimento.
C’è uno zoccolo di legislazione, ci sono flussi finanziari
che è possibile attivare, qualcosa che sostiene la consapevolezza che c’è un’occasione
e non va sprecata».
L’area pinerolese vive una
situazione di difficoltà se non
di declino. Aumento al 24%
dei disoccupati nell’ultimo
anno, 34% di giovani in attesa
di prima occupazione, forse la
percentuale più alta in Piemonte. Un patto di rilancio
deve considerare la peculiare
situazione e vocazione del territorio ancora in larga parte
agricolo e industriale, die riceve indicazioni specifiche
dall’essere contiguo a una
metropoli, un territorio sede
Il maneggio «Caprini» a Pinerolo
principale della confessione
valdese. Sono i soggetti sociali, l’iniziativa privata e la pubblica che sono messi in grado
di concertare, di attivare specifici strumenti di programmazione negoziata: patti territoriali, contratti di programma
e contratti d’area.
La legislazione statale, la
regionale, la normativa europea danno possibilità di alimentare i programmi, mettere
in circolo risorse finanziarie,
agevolazioni fiscali, prestiti
d’onore alle giovani imprese:
il Cnel, il Cipe, la Regione
istruiscono i programmi. Sono
quattro, ha riferito Passone, i
campi di attività economica
nei quali, in risposta alla vocazione e alle potenzialità
dell’area, il Patto propone di
rilanciare lo sviluppo di Pinerolo e valli: a) la produzione e
trasformazione agro-alimentare; b) la piccola e media industria; c) il turismo di qualità,
di cultura; d) i servizi alle persone, alle persone anziane soprattutto, settore quest’ultimo
verso il quale già ora il Pinerolese mostra propensione.
Torna prepotente in campo
il problema dell’autostrada
Torino-Pinerolo, di un migliore collegamento ferroviario,
deH’ampliamento della statale
23. Di rilievo sono stati gli interventi di Carlo Gottero, pre
sidente della Coldiretti, e di
Dario Debernardi, amministratore della Corcos industriale. Patto territoriale, ha
detto Gottero, non è il pubblico che ci dice che cosa si deve fare, è unione, progettualità costruita dal basso. L’agricoltura oggi deve darsi una
nuova missione, non più solo
produzione agro-alimentare,
ma anche cura amorevole
deH’ambiente: non l’ambientalismo che sta in cielo, ma
quello che si preoccupa della
manutenzione della pianura e
della montagna, delle borgate.
Debernardi ha sottolineato la
necessità di collegamento dei
Comuni nella pianificazione
urbanistica delle aree produttive. Ci sono troppe aree artigianal-industriali rispetto alla
domanda e razionalità vorrebbe invece che ci fosse più
contiguità tra le diverse aree e
infrastrutture.
Franca Coìsson, presidente
della Ciov, ha sollecitato, visto che si riconosce al mondo
valdese di essere uno specifico del Pinerolese, di tenere
conto della diaconia delle
chiese valdesi a riguardo dei
servizi alla persona, all’anziano e del Centro culturale
valdese nell’elaborazione
dell’offerta turistica.
L? inaugurazione della chiesa valdese a Genova, nell’ottobre 1858, ha
contribuito a dare a questa «stazione»
un nuovo impulso all’opera di evangelizzazione non soltanto in città ma anche nelle zone circonvicine. L’opera è
caratterizzata soprattutto dalla diffusione di Bibbie, che vengono lette clandestinamente e con passione, al di là dei
rigorosi divieti clericali. Molti si rivolgono agli evangelisti per sapere che cosa pensino i «protestanti» e si stupiscono grandemente di apprendere che anche essi «credono in Dio, in Cristo e
nella sua opera di redenzione».
Ma un episodio annotato dalla relazione della Tavola del 1859, che a sua volta
riporta quanto riferito da una evangelista, apre un inedito spiraglio ecumenico
nell’oscuro scenario fatto di minacce e
repressione. In una regione ligure, non
IL FILO DEI GIORNI
STAZIONE
DI GENOVA
ALBERTO TACCIA
specificamente nominata, «la Bibbia era
stata letta e ricevuta con avidità. Ma
quella gente semplice si chiedeva se per
caso non stesse commettendo un grave
peccato possedendo e leggendo le Sacre
Scritture nella traduzione di Giovanni
Diodati, stampate a Londra. Ma un monaco venuto nella zona per la predica.
ispirò sufficiente fiducia al punto che si
rivolsero a lui per consultarlo a questo
proposito. E il buon monaco sorprendentemente rispose: “Vorrei che tutti, uomini e donne, conoscessero a memoria
questo prezioso libro!’’».
E ancora, in un altro villaggio era stato
possibile annunciare l’Evangelo a un’assemblea di oltre 180 persone «che hanno
ascoltato in silenzioso raccoglimento.
Molti sono coloro che vogliono la Bibbia e chiedono di essere visitati con regolarità. Un maestro di scuola permette
al nostro evangelista di rivolgere ai suoi
60 allievi delle esortazioni evangeliche e
acquista un buon numero di Bibbie».
Sono piccoli segni di apertura che è
giusto segnalare perché anche questi,
uno sull’altro, hanno costituito una parte
non secondaria della storia dell’evangelizzazione del secolo scorso.
per levare a chi ancora ce l’ha
l’illusione di tirarsi fuori da
una faccenda violenta e sanguinaria, che ha una sola faccia e non cresce che nei quai'tieri degradati del Sud.
Che cosa si può fare? Educazione alla legalità, innanzitutto, che vuol dire parlare di
mafia e mafie, informarsi,
sentirsi parte in causa e anche
essere severi con se stessi: no
alla raccomandazione, che
non è un inevitabile strumento di lavoro ma mafia; no al
silenzio su fatti criminosi, che
non è prudenza ma mafia; no
alla delega a malintesi «professionisti» dell’antimafia,
perché non ci siano più estorsioni, ricatti, omertà, morti
ammazzati dai mafiosi e resi
martiri dalla retorica.
/n Qrifsro
Numero
Comunità montane
Mentre i Comuni lamentano le progressive restrizioni ai propri bilanci, le
Comunità montane si trovano a gestire fondi regionali e eventuali fondi europei per progetti di un certo
rilievo; ne parliamo con
Erminio Ribet, presidente
della Comunità montana
valli Chisone e Germanasca, che illustra anche le linee portanti del «progetto
miniere», che potrà essere
proposto al pubblico a partire dalla primavera.
Pagina II
Aree artigianali
La Comunità montana
Chisone e Germanasca ha
approvato in Consiglio il
sostegno alle iniziative dei
Comuni per la realizzazione di nuove aree artigianali
sul proprio territorio. Nella
stessa seduta è stato deciso
l’aumento della quota di
partecipazione all’Azienda
turistica locale.
Pagina li
Fauna e sviluppo
A partire dal progetto di
un’azienda faunistica a
Massello, è utile fare una
serie di riflessioni sulla
possibilità che, in questo o
in altri modi, la fauna possa diventare una risorsa
economica. Più in generale, questo ragionamento
può essere fatto per la natura nel suo insieme.
Pagina III
Sinodo diocesano
Si è conclusa la sessione
del Sinodo diocesano di
Pinerolo che, nell’arco di
quasi tre anni, ha affrontato i temi della famiglia,
della comunità cristiana,
dei sacramenti e ministeri.
Ne parlano le delegate delle chiese valdesi del I distretto.
Pagina III
6
PAG.
Il
RONACHE
LA VAL PELLICE HA UN BOLLETTINO — Atteso da
tempo ecco uscire il primo numero del bollettino di informazione della Comunità montana vai Pellice; le 16 pagine
offrono una panoramica dell’attività dell’ente attraverso gli
interventi dei singoli assessori e un elenco di manifestazioni previste per l’estate. Fra i luoghi sicuramente più affascinanti il giardino botanico alpino Peyronel al Barant, fra i
più suggestivi dell’arco alpino.
UNA MARCIA CONTRO SUPERPHENIX — Sabato 2
agosto alle ore 12 a Creys-Malville (Isère), in Francia, è
prevista una marcia commemorativa organizzata dagli
«Europei contro il Superphénix». Di fronte alle porte d’entrata del surgeneratore si terrà una manifestazione per ricordare che vent’anni fa, il 31 luglio 1977, il prof. Vital
Michalon fu ucciso negli scontri con la polizia durante una
manifestazione contro la costruzione di Superphénix. E
previsto un «digiuno per la vita» da giovedì 31 luglio a sabato 2 agosto; tutti i partecipanti alla marcia, che si concluderà sul luogo della manifestazione del 1977, sono comunque invitati a portare un bouquet di fiori gialli, rossi o viola
per completare il logo «Nucleare no grazie!».
CISS: SURROGA DI UN CONSIGLIERE — Sono stati
riaperti i termini per la presentazione di un curriculum da
parte degli interessati a ricoprire la carica di consigliere di
amministrazione del Consorzio pinerolese per i servizi sociali. Gli eventuali curricula devono essere inviati al Ciss,
piazza Vittorio Veneto 1, Pinerolo, entro le 12 dell’8 agosto. Gli avvisi sono comunque affissi negli albi pretori del
Ciss e dei Comuni aderenti.
MODELMANIA ’97 — L’ultimo fine settimana di luglio propone agli appassionati di modellismo un appuntamento assai significativo: la rassegna intemazionale di modellismo
statico e dinamico «Modelmania ’97». Per tre giorni Porosa
Argentina ospiterà espositori provenienti da Italia, Francia e
Gran Bretagna, che nel padiglione «Pian de la Tour» in
piazza Abegg propongono plastici ferroviari in scala
O-HO-N. Nell’area esterna si potrà vedere la ferrovia funzionante a vapore vivo; presso la scuola elementare di via
Duca d’Aosta in esposizione modelli statici di auto, moto,
aerei, navi, diorami storici, modelli e figurini militari, oltre
alla mostra «Il Gibuti, storia della tramvia Pinerolo-Perosa», realizzata dal Cesmap, Centro studi e Museo d’arte
preistorica di Pinerolo. La rassegna sarà aperta con il seguente orario: venerdì 25 inaugurazione alle 21, apertura al
pubblico dalle 21 alle 23, sabato 26 dalle 9 alle 12,30, dalle
14,30 alle 19,30 e dalle 20 alle 23,30, domenica 27 infine
dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19. Ingresso gratuito.
FESTA DI RADIO BECKWITH — Da venerdì 25 a domenica 27 luglio, a Torre Pellice, nel cortile del Collegio vai-,
dese, ecco di nuovo le Giornate di Radio Beckwith. Il programma prevede, venerdì sera, alle 21, concerto dei Blueberry. Triplo Malto e dei Disco Inferno, ingresso lire
5.000; sabato pomeriggio, alle 17, dibattito su «Occitania:
una storia, un mito, un progetto» in collaborazione con il
Centro culturale valdese: a confronto esponenti di associazioni introdotto dal prof. Gino Lusso. Alle 21 concerto dei
Garas Boys (musica Anni 60 e 70) domenica mattina, alle
10, culto evangelico con predicazione del pastore Luciano
Deodato; con l’occasione al culto si unirà la comunità di
Torre Pellice; dalle 16 pomeriggio musicale con un gruppo
di giovani evangelici dalla Germania. Alle 17,30, presentazione del libro «Gli anni che lasciano il segno» (l’infanzia
e l’adolescenza di un bambino ebreo durante il fascismo) di
Angelo Dina; intervengono Alberto Corsani e Franca Debenedetti Loewenthal. Alle 21 concerto del cantautore
Maurizio Volpe e del gruppo di musica occitana Estorio
Drólo. Durante le giornate sarà in funzione servizio bar ristorante, banco pesca, libri, stand delle associazioni di volontariato, giochi e tornei per tutti.
PRIORITÀ AI PROGETTI DELL’ATL — Per permettere
l’avvio delle Agenzie di accoglienza e promozione turistica
locale (Atl), i consiglieri del Pds Gian Pietro Bertoli, Marco Bellion e Lido Riba hanno presentato una propo.sta di
ordine del giorno al Consiglio regionale per impegnare la
giunta a garantire la priorità di sostegno economico ai progetti e programmi presentati dalle Atl, da finanziare con
una somma commisurabile agli stanziamenti regionali
1997 per il turismo, e a concedere un trasferimento, almeno
per i primi due anni, di uno stanziamento pari al 70% della
spesa .sostenuta dalla Regione nel 1996 per le spese fisse di
funzionamento delle Apt nel loro complesso.
SIlV^
arredamenti
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - ^ 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
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mLI mDESI
VENERDÌ 25 LUGLiq^^ ^0)
Erminio Ribet illustra il bilancio e il «progetto miniere)
Fondi alle Comunità montane
PIERVALDO ROSTAN
In tempi in cui quasi tutti i
Comuni lamentano difficoltà di bilancio e carenza di
entrate, le Comunità montane
vivono invece un momento
più felice, almeno sotto il profilo economico: fondi regionali della legge sulla montagna, possibilità di accesso ai
fondi europei dei programmi
Interreg prima e di altri regolamenti poi, consentono ai
consorzi di valle di proporre e
realizzare progetti di una certa
portata. Sotto questo profilo
anche la Comunità montana
Valli Chisone e Germanasca
ha messo in cantiere diversi
progetti; dunque davvero le
risorse non mancano. «Effettivamente - spiega il presidente, Erminio Ribet - ci sono
più fondi che in passato, anche se manca ancora la necessaria continuità, ad esempio
dal fondo nazionale per la
montagna. Dal fondo regionale si può attingere invece con
una certa regolarità per sostenere diverse iniziative. Dove
ci si è mossi, come Pinerolese
nel suo complesso, è sul fronte europeo: le Comunità montane della vai Pellice e delle
valli Chisone e Germanasca
hanno sfruttato meglio di altre
alcune opportunità sui progetti transfrontalieri. Da parte
nostra si sono realizzati investimenti di notevole entità;
penso in particolare al “progetto miniere”: si sono realizzati interventi di 2.300 milioni con una società che si sta
costituendo per la gestione
corretta ed economica del
progetto. Abbiamo poi un secondo progetto che riguarda il
forte di Eenestrelle (2 miliardi), poi un progetto di analogo
importo su fondi Cipe, dunque nazionale, con la prospettiva di dar vita a un museo
della meccanica e del cuscinetto a Villar Perosa accanto
a un Centro servizi a favore
della piccola e media impresa.
A sostegno di quest’ultimo
progetto ne abbiamo presentato un altro che riguarda ancora la formazione degli attori
dello sviluppo locale».
- Ne deriva ovviamente un
bilancio che rispetto a pochi
anni fa è passato da meno di
due miliardi e circa 10, il tutto gestito da personale numericamente ridotto (9 sono i dipendenti dell’ente). C’è anche
il settore sociale, gestito direttamente dall’ente di valle...
«Ci muoviamo nell’ottica
di gestire sempre più servizi
a vantaggio dei Comuni: da
anni abbiamo un piano regolatore intercomunale con
l’ufficio di piano; interveniamo a sostegno dei piccoli Comuni nella gestione economica del servizio di trasporto
alunni, ma con l’avvento di
nuove tecnologie potremmo
intervenire anche in altri settori. Per quanto riguarda i
servizi sociali spendiamo circa due miliardi; avevamo un
solo dipendente in pianta organica che faceva le funzioni
di responsabile. La delega ha
significato un ampliamento
della pianta organica con
T inserimento di due assistenti sociali, un responsabile,
due amministrativi, una persona per il centro socio-terapico; già oggi il servizio avviene con una ventina di persone di cooperative del settore e due obiettori di coscienza. Ci sarà continuità col passato ma dòvremo adeguarci
alle esigenze emerse nel tem
Valli Chisone e Germanasca
Aree artigianali
LILIANA VIGLIELMO
Con tre punti all’ordine
del giorno approvati e
uno rinviato nella seduta di
venerdì 18 luglio, il Consiglio
della Comunità montana valli
Chisone e Germanasca è entrato ufficialmente nel periodo delle ferie. E però prevista
alla ripresa autunnale una verifica delle posizioni dei
gruppi consiliari, chiesta a
nome della minoranza dal
consigliere Daviero, il quale
si è anche augurato che per
quella data si possa risolvere
in modo soddisfacente l’annosa questione della piscina
di Perosa Argentina.
La prima approvazione l’ha
ottenuta il progetto, già esposto nella seduta precedente, di
sostegno alle iniziative dei
Comuni che intendano favorire la realizzazione di nuove
aree artigianali sul loro territori, con la vendita di lotti dotati delle necessarie opere di
urbanizzazione (vedi zona industriale di Villar Perosa come modello). 11 contributo
viene erogato in base ai benefici che derivano all’occupazione, quindi il finanziamento
corrisponde a dieci milioni
per ogni posto di lavoro risultante; metà della somma dovrà essere restituita dal Comune beneficiario a partire
dal terzo anno.
Ha anche ottenuto un consenso unanime la proposta di
aumentare le quote di partecipazione della Comunità montana alFAtl (Agenzia turistica
locale) della vai Susa e del Pinerolese. L'ipotesi di raccor
dare due zone importanti per
il turismo ma molto disuguali
per il peso economico ha già
ottenuto di scatenare una rivalità tra l’alta vai di Susa e il
Pinerolese che non vuole rimanere indietro. Siccome chi
ha più quote, 1 milione l’una,
conta di più nelle decisioni, la
Comunità montana Chisone e
Germanasca ha deciso di aumentare l’impegno fino a 30
milioni, sperando che i Comuni turisticamente efficienti stiano al gioco, che consiste nel raggiungere la parità
con le Corhunità dell’alta e
della bassa vai Susa che, a
quanto pare, non vanno neppure d’accordo fra di loro.
Così se la sede operativa dell’Atl è fissata a Pinerolo, l'alta vai Susa ha chiesto una seconda sede a Oulx, e si prevede che il futuro non si dimostrerà meno conflittuale.
E stato invece rimandato il
progetto per la concessione di
contributi a favore di piccole
opere di manutenzione ambientale, in base a una legge
regionale del 1995. Una migliore formulazione dovrebbe
consentire di evitare alcune
incongruenze, come il dover
presentare una documentazione così macchinosa da scoraggiare chi vuole soltanto tirare
su un muro o ripristinare un
canaletto all'alpeggio.
In ultimo, il Consiglio si è
dichiarato favorevole alla
proposta di chiedere lo .scongelamento dei decreti legge
sulla tutela delle minoranze
linguistiche, approvati dalla
Camera dei deputati e mai
passati al .Senato.
po a favore delle categorie
più in difficoltà».
- Il progetto miniere è stato
il primo della serie e dunque
quello che si sta avviando alla concreta gestione; quali le
modalità e i tempi?
«I lavori termineranno nel
corso dell’estate e allora partirà l’installazione delle rotaie
per far passare un trenino che
è l’aspetto più singolare del
progetto. Anche la società di
gestione si sta costituendo anche se dobbiamo ancora definire il rapporto con alcuni
partner privati. Nella primavera dovremo essere in grado
di offrire tutto il pacchetto turistico comprese le visite in
trenino; in autunno forse ci
saranno già visite guidate. E
previsto che la società dia lavoro a sei persone il che è positivo se pensiamo alla realtà
dell’alta vai Germanasca; dietro le visite ci saranno le opportunità indotte nel settore
dei prodotti tipici, dell’accoglienza e della ristorazione su
cui gli imprenditori locali dovranno misurarsi».
- In alta vai Germanasca si
muove anche il progetto di rifacimento della seggiovia di
Frali in cui il Comune è attore di primo piano; quale può
essere il ruolo della Comunità montana?
«Il Comune di Frali ha fatto
una scelta di grande coraggio
che il Consiglio della Comunità montana ha voluto far
sua con una apposita delibera.
Ci sono norme di sicurezza
da rispettare e, accanto, necessita un miglioramento del
servizio. Bisogna far in modo
poi che i cittadini di Frali si
sentano più coinvolti nei progetti e nelle iniziative economiche in Frali».
Pinerolo
Artigianato
in rassegna
A coordinare la XXI Rassegna dell’artigianato del Finerolese, che si svolgerà dal 30
agosto al 7 settembre prossimi
a Finerolo, sarà la signora
Amalia Fagliaro, titolare del
Centro servizi commerciali di
via del Duomo 42 a Finerolo,
che si occupa prevalentemente di servizi alle aziende. La
nomina è stata definita il 17
luglio: in mancanza di un ente
fiera a cui affidare il delicato
incarico, la decisione è stata
presa dal Comune a seguito
delle inchieste in corso che
hanno coinvolto il precedente
coordinatore, Ezio Giai, rimosso daH’incarico. 11 lavoro
della signora Fagliaro, assicura il Comune di Finerolo, sarà
svolto con il massimo rispetto
delle regole che vigilano sulla
manifestazione, sempre tenendo presente come obiettivo il
successo della rassegna, che
coinvolgerà il pubblico con
innovazioni e cura dei particolari, grazie anche alla fiducia
degli espositori che mirano a
far conoscere sempre di più
l’artigianato locale e non.
Le domande per l’assegnazione degli spazi alla XXI
Rassegna vengono accolte sino al 4 agosto e saranno selezionate in base alla data della
loro presentazione da un'apposita ristretta commissione
tecnico-politica.
Fer tutte le informazioni, rivolgersi all’Ufficio commercio del Comune di Finerolo
(tei. 0121-361111) o direttamente al coordinatore Amalia
Fagliaro (tei. 0368-3055822
oppure 0121-374332).
Torre Pellice
Molti i prestiti
alla biblioteca
Continua l’ottimo andamen
to della biblioteca coniunaif
di Torre Fellice; malgrado |j
spazio stia diventando semprj
più esiguo e dunque si mani.
festi urgente poter dispon, torna
della nuova sede (il traslocfjpo de
nei locali ristrutturati nell’e, senti
Capetti in via D’Azeglio j ^0. Si f
previsto per la fine dell’estj j discute
te), i fruitori della biblioteq ¡jlutazion
sono in costante aumento.]davanti,
pochi dati sui prestiti dell, ¡eglio ar
prima parte dell’anno dinw jotori di
strano una crescita davvero si topongc
gnificativa: nel periodo feb (assello (
braio-giugno ’96 i prestiti ossibiliti
rono 1.699 mentre nello stes ini, un’a:
so periodo 1997 sono risultai ambio di
ben 2.328, con un attestamea abito si £
to negli ultimi tre mesi di pj [ussione
di 500 prestiti al mese. Impot aese. Ne
tantissimo, per il successi ale siede
della biblioteca, sta risultanj illa loro
il rapporto col mondo scola (fiinistr
stico; in primavera quattr®«estera
scolaresche hanno visitato fete da
biblioteca di Torre Pellice fonale:
proprio fra i giovani irovianiisolo poli
moltissimi lettori. Il buon rapfeese.
porto con la cittadinanza k Estremi
anche portato a individuatfenti. Vi
fra i rappresentanti dei lettolvoca il p
la presidente del Consiglio ino del (
biblioteca (la signora Riiiando sei
Sperone); sempre numerosidàtto sol
infine le donazioni da parte lor di più
lettori e amici: fra gii ultiiplacaccia
doni segnaliamo una parte cePsi, con il
spicua della collezione di voiondizione
lumi su viaggi e navigazio#t)nti dei
di Giancarlo Bernardini, rt^droni. A
centemente scomparso e grand Común
de appassionato di viaggi, diì™o, groi
nata dai suoi familiari alla bidoUe entr
blioteca comunale: i volu#^*h sol
sono in fase di catalogaziojfj™^ SP®
al Centro rete di Pinerolo e di tutt
ranno disponibili per la con^
sultazione con l’apertura del' P'"
nuova sede. ^ ^
-omune?.
■folontaric
:ione delb
Graziano di LuserrfE
In autunno
la decisione
ate li
'-omune
;rano asfa
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wrgate, ol
Nella (
®ergono
•orano pr
Sarà l’autunno a dire uiBuna ridi
parole decisiva per il futujconomica
della Graziano trasmissioWtura (i
stabilimento di Luserna Saiacqua) s<
Giovanni. La scorsa settimWse ecor
na è stata ufficializzata #ruire pi
parte della proprietà la richinontagna.
sta di chiusura della sedelmiMda
Luserna, motivando tale sceb e ridesti
ta con gli elevati costi di gt® per vac;
stione: il gruppo ha in Pit®loro che
monte tre unità lavorative, ta dimer
più vicina delle quali a Casc^ quella I
ne Vica. Non è chiaro che Niella ci
ne potrebbe fare la struttutacreto s
di Luserna qualora venisstao spon
completamente abbandonatasone, i
dalla Graziano. ‘^no già
Per gli oltre 100 lavoratoiiTa discu
in stato di agitazione da
versi giorni e cioè da Quani^ ’ 'va. L
si era affacciata l’ipotesi“®8"azii
chiusura ha poi presentai*’ "nato
due proposte alternative. Is-------
primo scenario possibile vf L'Eco C
drebbe la chiusura dello si* Via dei mìi
bilimento lusernese e il Nl.oigp
sferimento in toto di lavo" , 'ede
Case»
zioni e lavoratori a
Vica; la seconda ipotesi P'J
vederebbe il mantenitne* wnpuae
del settore «montaggi» u L"
sema (una cinquantina di '
voratori) e il trasferimento
una parte nello stabilimei
torinese ma tale ipotesi '■i’ —
porterebbe, a dire dell'a^'^ *'lTUgi
da, un certo numero di esu
Il sindacato si confronti ^^^famig
ri.
ora con le assemblee
jj 0 donnenic,
emeN'
brica sulle proposte - ^
la richiesta avanzata, e sU
ore 10
11
e trovato un accordo, ^2
vede un periodo di 14
coincidenza con le ferie
. culi 1C IGI*- p
ve. A metà settembre ü ^
fronto decisivo.
7
DÌ 25 LUGLIO 1997
DIBATTITO
filORCIO GARDIOL
istiti
teca
indamei).
omunaie
Igrado 1,
0 semprt
si rnanj.
disporti Ritorna a parlare di svilupIrasloci Ipo delle valli, e questa
:i nell’e, ¡ita sembra si voglia fare sul
meglio t do. Si parte dai progetti, li
dell’està, .j discute, ci si divide sulle
'iblioteci lalutazioni, ma si vuole anda
mento, le avanti. Arriva una ditta (o
liti dell) jeglio arrivano alcuni proto dima lotori di una società) che
‘vverosi ropongono al Comune di
odo feb (assello di concedere loro la
astiti fy, jssibilità di gestire, per 9
elio stes ini, un’azienda faunistica in
t risultai ambio di 40 milioni l’anno e
estamen abito si apre una grande di;si di pii cussione sullo sviluppo del
e. Impor aese. Nel Consiglio comu
mccessi ¡le siedono molti giovani
isultandMa loro prima esperienza
;lo scolafcnistrativa, e un gruppo
: quattrjpesterni» guidati politicaisitato Ipnte da un ex consigliere
Pellice tonale: la discussione non
trovianiisolo politica, ma riguarda il
ouon rapiaese.
aanza M Estremizzando i ragionali viduarf enti, l’azienda faunistica
lei letto|voca il pericolo che il terriisiglioério del Comune stia divenuta Riiiando selvaggio, un luogo
umerosàdatto solo più alla caccia e
parteierdi più alla caccia di élite,
?,ii ultimila caccia di cacciatori danaparte estesi, con il paese ridotto a una
ne di vlondizione «servile» nei conci gazioiitmti dei cacciatori, ospiti e
,'dini, rtfadroni. Ma i 40 milioni per
;o e grajiJ Comune sono essenziali:
aggi, difetto, grossomodo, un terzo
ri alla bflello ontrate ordinarie; con
1 volu#esti soldi si possono fare
ogazioipeune spese per migliorare la
rolo e di tutti. Tutti concordano
r la coft' questo, ma quaranta miliotura deli' P'“ basteranno per ga
antire l’autonomia vera del
imune? Finora con il lavoro
,tjfolontario, con l'autotassa:ione delle famiglie si erano
,(,p|.«Ìtegrate le scarse risorse del
Jbclllicomune e, ad esempio, si
lano asfaltate alcune strade
ter rendere più accessibili le
targate, obbiettàno alcuni.
Nella discussione però
mergono idee nuove, si elalorano progetti e sogni. La
dire uinauna ridiventa una risorsa
il futuiKonomica. Più in generale la
niissioniatura (i funghi, il bosco,
erna Saiacqua) sono viste come risettimWse economiche su cui cozzata toire progetti di vita in
la richiitóntagna. Anche il costruito,
a sede 4 mi^da e la casa, recuperatale sceb e ridestinato all’uso abitatisti di gw per vacanze o soggiorno di
a in Pitoloro che vogliono scoprire
irative, i®a dimensione di vita altra
i a Caso® quella frenetica e inquinato che {Ideila città, è un progetto
struttuifincreto su cui lavorare. Del
I veniss^^to spontaneamente alcune
andonaWone, residenti e non. Io
^no già facendo.
avoratoii I"® discussione, anche nelle
le da Í* ^^mizzazioni di parte, è
a quatii^^'dva. ^sciata da parte la
potesi {^^sgnazione che da decenni
esentali’ a torto, una delle carat
lative. 1-----------------------------
iibile LEco Delle Valli Valdesi
tf). 1 ■ 10064 Pinerolo
e 111 0121-323422; fax 323831
li lavori
Cascii*
Itesi pn
•nime»“
La fauna
lo sviluppo
[)
ie
non può
U ®9g.
redazione Torre Pellice
0121-933290; fax 932409
Sped. in abb. post./50
unitaria con Rilorma
^ftn venduto separatamente
R^^aledi Pinerolo n. 175/60
P- ai sensi di legge Piera Egidi
^Pa. La Ghisleriana Mondovì
bna copia L. 2.000
teristiche culturali del montanaro, si vuole reagire partendo con le proprie risorse: è il
progetto di uno sviluppo endogeno o autocentrato. Proprio di questo si è cominciato
a discutere anche tra le istituzioni del Pinerolese e delle
valli per costruire un «patto
territoriale», cioè un progetto
di sviluppo basato sulle risorse locali per contrastare la
tendenza alla globalizzazione
dell’economia. Un progetto
che vuol partire dalla risorse
locali per creare nuova ricchezza: piccola industria, artigianato, turismo culturale
con ail centro la «risorsa valdese», servizi agli anziani,
agricoltura dovrebbero essere
gli elementi centrali del patto.
Una volta approvato il patto
oltre delle risorse locali dovrebbe beneficiare di un sostegno pubblico fino a 100
miliardi; non è poco poiché a
questi potrebbero aggiungersi
fondi di sostegno europei.
La discussione sui progetti
per il futuro delle valli è dunque cominciata, speriamo che
si concretizzi. Negli anni passati i Comuni e le Comunità
montane hanno scritto una
montagna di documenti per
piani di sviluppo, di ecosviluppo, di sviluppo agricolo.
Documenti contenenti tutti
buone intenzioni, buone analisi: sono rimasti sogni nel
cassetto. La programmazione
economica e territoriale non
si è realizzata secondo le linee di quei progetti ma l’economia si è organizzata attorno a iniziative singole e sulla
base della solidarietà più o
meno interessata dei politici
locali. Tangentopoli ha fatto
piazza pulita dei politici potenti che si occupavano delle
nostre valli lasciando orfani
di idee e di finanziamenti gli
amministratori locali. Oggi
una nuova leva di sindaci e di
nuovi amministratori, di nuovi «imprenditori», una nuova
cultura dello sviluppo si sta
affacciando sulla scena politica ed economica. Ci sono
nuovi strumenti legislativi
che dovrebbero favorire la
crescita delle capacità progettuali della nostra gente.
Siamo ormai in Europa ed
esperienze di sviluppo autocentrato si stanno realizzando
in molti paesi che hanno vissuto la crisi della deindustrializzazione: nella protestante
Lorena piuttosto che nella
protestante Germania Est,
nella protestante Scozia piuttosto che nella protestante
Olanda. È possibile che oggi
l’internazionale valdese si
metta in contatto con alcune
di queste esperienze per studiarle ed esaminare quali cose possano essere «esportate». In fondo si tratta di riaprire il discorso su quello che
i tedeschi chiamano «beruf»
che allo stesso tempo significa vocazione e professione.
Non c’è molto tempo da perdere. Una rivitalizzazione
della commissione «lavoro ed
economia» della Commissione esecutiva distrettuale sarebbe uno strumento utile per
aiutare la nascita dei progetti
di sviluppo delle Valli.
zi» ^
ina di 11
mento'’
)ilinio'’'^ _______
tesi COI»----—____________________________________________________
Re Carlo Alberto Luserna San Giovanni
di of' .,
nfron^ del Rifugio invita alla Festa annuale che si svolgerà
,g di fa fenica 27 luglio con il seguente programma:
Culto
i,-do, pi ^ Assemblea degli Amici del Rifugio
pausa? Pranzo «Cucina Internazionale»
erie os®' ^ Apertura Bazar
re II ^ per il pranzo, telefonare al 0121-909070
Delle ¥^lli ìàldesi
Concluso a fine giugno il Sinodo diocesano a Pinerolo
Il ruolo dei delegati laici
PAG. Ili
ADA GARDIOL
MARCELLA GAY*
Il 29 giugno scorso si è
concluso il lungo cammino
di ricerca e di riflessione che
ha impegnato per quasi tre
anni (dal 20 ottobre 1994 al
29 giugno 1997) la diocesi
cattolica di Pinerolo nelle tre
tappe del suo VI Sinodo, e ha
portato all’approvazione finale in assemblea e alla promulgazione da parte del vescovo
di tre documenti su altrettanti
temi specifici: 1) comunità
cristiana e famiglia; 2) la comunità cristiana annuncia il
Vangelo; 3) sacramenti e ministeri nella chiesa.
Siamo riconoscenti ai cattolici che ci hanno invitate e alla commissione distrettuale
che ci ha delegate per aver
potuto seguire direttamente
questo lavoro come osservatrici fraterne; in nessun momento ci siamo sentite estranee o guardate con diffidenza. Siamo state realmente accolte come sorelle in fede.
Lasciamo a chi ha la preparazione teologica necessaria
il compito di commentare da
un punto di vista evangelico i
tre documenti conclusivi appena saranno pubblicati. Per
noi è stato istruttivo soprattutto seguire il loro farsi, in
un dibattito lungo e approfondito a vari livelli, nelle
singole chiese, in assemblee
parziali e nell’assemblea plenaria conclusiva. Accanto ai
sacerdoti, ai religiosi e alle
religiose, erano presenti a
pieno titolo (ci pare che sia la
prima volta che questo avviene) i delegati laici di tutte le
parrocchie, sia nella discussione delle bozze proposte,
sia nella votazione finale.
Trovare l’intesa su tutti i
Il duomo di Pinerolo
singoli argomenti non è stato
facile ma il dibattito, talvolta
serrato, è sempre stato rispettoso delle convinzioni altrui.
In alcuni momenti abbiamo
avuto l’impressione di trovarci a una delle nostre assemblee, assistendo allo scontro
fra chi ascoltava con perplessità o addirittura con timore
interventi che gli apparivano
eversivi di una tradizione
amata e rispettata, e chi invece con fervido entusiasmo
chiedeva di portare avanti
proposte innovative, rischiando gli uni e gli altri (come
succede anche fra noi) di non
riuscire a distinguere sempre
con chiarezza la voce dello
Spirito Santo da quella delle
loro convinzioni umane.
Personalmente noi dobbiamo confessare di aver provato una certa difficoltà (come
spesso ci capita nel dialogo
con i fratelli cattolici) a cogliere nei vari contesti il senso esatto del termine «Chiesa». Noi siamo abituate a una
netta distinzione fra le nostre
singole comunità e confessioni, che sono pur sempre
chiesa di Dio, e la chiesa universale che proclamiamo nel
Credo. Invece nei testi cattolici è difficile capire se il
discorso si riferisce alla
Chiesa cattolica apostolica
romana o all’Una Sanata del
Credo che, a quel che ci risulta, nemmeno per i cattolici si identifica totalmente
con gli elenchi dei registri
parrocchiali.
In ogni caso, i temi trattati
erano fondamentali nella vita
di tutte le chiese e la lettura
dei documenti finali potrà essere istruttiva per molti, e stimolare soprattutto i laici a
rendersi meglio conto della
responsabilità legata al sacerdozio universale dei credenti.
Il Sinodo si è concluso con
l’invito pressante del vescovo
a ricordare che «un Sinodo
comincia quando finisce»,
cioè che il compito più impegnativo e difficile è mettere
in pratica nella vita di tutti i
giorni gli impegni presi e le
direttive delineate nel momento assembleare. E questo
crediamo valga anche per le
nostre assemblee di chiesa.
Consigli di circuito. Conferenze distrettuali e Sinodi.
* delegate del I distretto
della Chiesa valdese
A colloquio con Alfred JanaveI, pastore in America da 50 anni
A New York con le Valli nel cuore
L’America per una vita e
nel cuore, le valli valdesi nel
cuore e nelle gambe da camminatore mai stanco: così si
può riassumere, nonostante
sia semplicistico, la vita di
Alfred Janavel, nativo di Torre Pellice, residente a New
York da cinquant’anni. Quando nella Torre Pellice dei lontani anni Venti il giovanissimo Alfred studiava alle scuole elementari di Villa e poi al
collegio valdese, New York
viveva a più ondate l’assalto
degli immigrati alla ricerca di
fortuna, che spesso arrivava
ma altre volte si tramutava in
sconfitte dolorose, in rinunce,
in rimpatri forzati.
Quando qualche tempo all’inizio degli anni Trenta Alfred Janavel andò a studiare a
Roma, alla Facoltà valde.se di
teologia, e approdò poi per la
prima volta nella metropoli
statunitense per svolgere il
suo periodo all’estero, New
York era già entrata nella sua
vita più di quanto forse egli
stesso immaginava. Negli anni successivi, quelli che precedettero la seconda guerra
mondiale, Janavel si prodigava come pastore dapprima a
Rorà, poi a Riclaretto e a Perrero. Ma New York lo aspettava, il suo richiamo paziente
era ormai troppo forte e nel
1947 Alfred Janavel varcò
l’Oceano verso quella che sarebbe diventata la sua seconda
patria. Lì si è sposato, ha avuto tre figli e ha lavorato con
entusiasmo per la Chiesa valdese locale e per la American
Waldensian Society.
Il pastore Janavel con il nipotino
Attraverso i suoi tanti ricordi, che è non difficile stare ad
ascoltare senza accorgersi che
il tempo passa, scorrono cinquant’anni della storia privata
di un uomo ma anche di due
mondi, quello americano e
quello delle valli valdesi, che
in lui convivono. Per oltre
dieci anni Alfred Janavel, nonostante una nostalgia molto
forte, non ha più rimesso piede nelle sue Valli. A New
York ha predicato, ha aiutato
gli italiani che alla sua piccola comunità facevano riferimento, ha conosciuto gli emarginati, regalando loro la
dignità di un saluto e di un
aiuto concreto al di là dei pregiudizi e delle paure. Poi le
gambe da camminatore, che
ancora oggi a ottantotto anni
lo portano alla Sea, al Forte,
alle piccole borgate intorno a
Torre Pellice e lo portano in
giro per Staten Island, il quartiere di New York dove vive
con il figlio maggiore, hanno
ripreso a ripercorrere le sue
amate Valli.
Negli ultimi tempi Alfred
Janavel è tornato in Italia
quasi tutti gli anni, lasciando
l’orto e il giardino della casa
di New York di cui si occupa
insieme al figlio, per ritrovare
gli amici e i parenti, per partecipare al Sinodo, per predicare la parola del Signore.
C’è forse un velo di tristezza
nelle parole del pastore Janavel quando racconta che il
tempio di New York è stato
recentemente venduto, anche
se è rincuorante sapere che i
proventi sono stati destinati alle chie.se italiane. C’è sicuramente tanto ottimismo
quando parla dei suoi progetti
per il futuro: continuare finché sarà possibile a fare la
spola tra New York e Torre
Pellice, predicare dove e
quando può, in Italia come in
America e, forse, quando sarà
più stanco, ritirarsi finalmente nelle sue Valli.
26 luglio a Salza
De Gregori
in concerto
Concerto d’eccezione sabato 26 luglio a Salza di Pinerolo: molti dei grandi nomi della canzone italiana sono saliti
a Salza nei 9 anni precedenti,
da Bertoli a Finardi, da Vecchioni a Ligabue, ma quest’
anno arriva il «principe»
Francesco De Gregori. Si inizia alle 21,30 nella consueta
cornice naturale ma si consiglia di arrivare un’ora prima
del concerto per poter parcheggiare l’auto secondo le
indicazioni degli organizzatori. Il costo del biglietto è di
28.000 lire, meno di quanto si
potrebbe spendere per un
analogo concerto nel capoluogo piemontese; le prevendite sono presso Rogirò dischi e Magic bus a Pinerolo,
Ristorante dei Fiori a Inverso
Rinasca, Al ritrovo e Gelateria Oasi di Villar Perosa, Britannia pub a Torre Pellice,
Agriturismo La miando a Salza, Daniela giocattoli a Pomaretto, Video Valli e People’s choice abbigliamento a
Perosa Argentina.
Il concerto di De Gregori
non è il solo dell’estate pinerolese: il 23 agosto, al palaghiaccio di Torre Pellice, è
previsto il gradito ritorno di
Pierangelo Bertoli che con la
sua band proporrà al pubblico
i migliori pezzi del suo repertorio. Il biglietto costerà
22.000 lire; inizio ore 21,15.
Un ricordo
Franco
Quattrini
Un grande numero di amici
e amiche ha voluto accompagnare al cimitero di Torre
Pellice la salma di Franco
Quattrini, stroncato da un infarto r 11 luglio, e stringersi
intorno alla vedova, Mimma.
Con Franco è un pezzo di storia locale che sparisce; una
storia «laica» e ecclesiastica.
Il padre Alfredo, medico chirurgo, aveva sposato una Teresa Cignoni. Due nonni importanti, Cignoni e Quattrini,
legati alle origini della chiesa
evangelica dell’isola d’Elba
quando, nella metà dell’Ottocento, la scelta di fede nelle
terre del Granduca di Toscana comportava processo e
prigione. Nato nel ’23, Franco aveva solo vent’anni quando avvenne «l’8 settembre» e,
come altri della sua generazione, scelse «la strada dei
monti». Per un certo tempo
fece il partigiano associato a
Roberto Malan. Sbandato dopo i rastrellamenti del ’44 riparò in Svizzera, da dove
tentò di ritornare attraverso la
vai d’Ossola, senza però riuscirvi perché in quel momento infierivano rastrellamenti
di repubblichini e tedeschi.
Al termine della gueira tentò
la fortuna in Sud America ma
non riuscì a inserirsi in quel
mondo. Tornò a Torre Pellice, dove trovò poi una sistemazione nel campo della chimica. Ma la sua grande passione era il tennis; poi c’era
lo .sci e l’hockey su ghiaccio.
Per molti anni fece parte della
squadra della vai Pellice, segnalandosi come discreto giocatore e partecipando a vari
tornei. Infine il circolo del
bridge, ricercato compagno di
squadra. Dotato di un carattere semplice e buono, aperto e
socievole, aveva di sé un concetto sobrio, non si vantava
delle sue vittorie e sapeva essere umano con ognuno, ricco
o povero che fosse.
8
PAG. IV
E Eco Delle \àlli mLOEsi
VENERDÌ 25 LUGLIO igq^
Nel «Vallone degli invincibili»
Le vie di arrampicata
Nel momento in cui, per
certi versi, sembra che le proposte turistiche della vai Penice si orientino soprattutto verso i musei (oltre a quelli che
documentano la storia valdese
si aggiungeranno quelli della
pietra e dell’Archeologia industriale) a qualcuno, soprattutto
fra i giovani, potrà far piacere
sapere che è stato attrezzato un
nuovo sito di arrampicata nel
famoso «Vallone degli invincibili».
Che cos’è un sito di arrampicata? In pratica un vero e
proprio impianto sportivo al
naturale, paragonabile al campo da tennis o a una piscina,
ma con costi di realizzazione e
di manutenzione infinitamente
modesti e ovviamente di bassissimo impatto ambientale.
Sulla Rubinella, il più basso
dei due imponenti torrioni di
roccia del vallone del Subiasco, ben visibili già dal fondovalle poco prima di entrare
nell’abitato di Bobbio Pellice,
sono state attrezzate con tasselli ad espansione ben 16 vie
di arrampicata di media difficoltà (per gli esperti, dal 3a al
Appuntamenti
La parete sud della Rubinella
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agosto 0121-808965 altri mesi
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6b) per complessivi 950 metri
di arrampicata. L’iniziativa,
che indubbiamente qualifica e
diversifica l’offerta turistica
della valle è stata realizzata,
con un contributo del Comune
di Villar Pellice, da Sandro
Paschetto, guida alpina del
gruppo «Valli valdesi»: oltre
all’attrezzatura delle vie, si è
ripulita la parete e sono stati
segnalati i sentieri. Si accede
da Villar, attraverso la strada
asfaltata fino a Boudeina, poi
fino al primo tornante della
strada di Pertusel. Qui si parcheggia e si prende sulla sinistra una mulattiera che valica
un colletto, scende in una bella
faggeta; superato un vallone; il
sentiero si dirige in piano alla
base della Rubinella (h 1,20,
segnavia giallo). La Rubinella
si raggiunge anche dal Bessé
seguendo la mulattiera per
Barma d’Aout (segnavia 128).
Per ulteriori informazioni rivolgersi a Sandro Paschetto,
via Gianavello 68, Lusema S.
Giovanni, tei. 0121-909338.
24 luglio, giovedì — PEROSA ARGENTINA: Alle 21 in
piazza 1° maggio spettacolo di
cabaret con «I due carabinieri»,
offerto dall'Avis. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà nel
padiglione «Pian de la Tour».
24 luglio, giovedì — PRAROSTINO: «Balliamo a Prarostino», serata di musiche e danze
eccitane.
24 luglio, giovedì — SAN
GERMANO CHISONE: Al parco
Widemann, alle 21,30, spettacolo con Lucia Poli in «In attesa
della catastrofe», ingresso lire
15.000.
2S-27 luglio — PRAROSTI
NO: «Tre giorni al Faro di Prarostino», corse ciclistiche in mountain bike sulle strade e sui sentieri di Prarostino, venerdì e sabato in orario preserale, domenica in orario mattutino.
25 luglio, venerdì — SAN
SECONDO: In piazza nuova cinema all'aperto con «Il santo»,
ingresso lire 5.000, ridotti lire
3.000.
25 luglio, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Alle 20 parata
della «Banda die cuse» di 5erravalle d'Asti per le vie del paese,
con partenza alle 20 in piazza
Marinai d'Italia per arrivare con
varie soste in piazza I maggio
alle 21.
25-26 luglio — RINASCA:
Venerdì e sabato serate teatrali
con la compagnia «R.CIot».
25-27 luglio — POMARET
TO: Tradizionale festa del paese
con gare sportive, mostre, cena
campagnole e serate danzanti.
25-29 luglio — VILLAR PEROSA: Al Parco pubblico della
Società operaia tradizionale festa del paese per cinque giorni.
Segnaliamo: venerdì 25 alle
20,30 inizio dei festeggiamenti
con il banco di beneficenza e
concerto con musiche dei Nomadi; sabato 26 alle 21 gara di
bailo internazionale, con la partecipazione di Austria, Belgio,
Rep. ceca, Francia, Svizzera, Italia; domenica 27 gara di scootercross, trofeo Comune di Villar Perosa e trofeo Team Lacroce, iscrizioni a partire dalle 8,30,
inizio gare alle 14,30; lunedì 28
luglio alle 15 grandiosa gara di
bocce alla baraonda; martedì 29
alle 15 intrattenimento per
bambini, gara bocciofila, gara a
carte konìcen, alle 21,30 grande
spettacolo pirotecnico.
26 luglio, sabato — MASSELLO: Alle 15,30, alla scuoletta
di Campolasalza, inaugurazione
della mostra su «I toponimi di
Massello»; seguirà un rinfresco.
26 luglio, sabato — ANGROGNA: A San Lorenzo, nella
biblioteca comunale, dalle 15
alle 18, «Meridiane, impariamo
a costruirle» con Gianni Mattarla; il corso proseguirà sabato 2
e 9 agosto.
26 luglio, sabato — TORRE
PELLICE: Per via Repubblica
esposizione quadri e buffet
freddo offerto dai ristorante
«Flipot».
26 luglio, sabato — PRALI:
Alle 21, nel tempio di Ghigo,
concerto di canti alpini, folk,
patriottici, popolari con il coro
alpino Val Pellice.
26 luglio, sabato — BRICHERASIO: Alle 21,30 in piazza
Giretti esibizione di Mountain
bike acrobatico con il vicecampione del mondo e campione di
Francia Thibaut Marriaux.
26 luglio, sabato — TORRE
PELLICE: Nella piazza del municipio concerto del coro «La
draia».
26 luglio, sabato — PEROSA ARGENTINA: In piazza III
Alpini, alle 14, raduno Ferrari;
alle 15 è prevista una gimkana
esibizione.
26 luglio, sabato — PERRE
RO: Cominicia il campionato di
«pinnacolo» che durerà fino al
26 agosto.
27 luglio, domenica — ANGROGNA: A San Lorenzo mostra
dei vecchi mestieri, mostra fotografica «Obiettivo sulla vai d'Angrogna» e mercatino naturale.
27 luglio, domenica — RINASCA: Replica della festa della montagna a Grandubbione e
«Cursa dei sensa fià».
27 luglio, domenica — VILLAR PELLICE: In piazza Jervis,
alle 21,30, «cinema in piazza»
con «Il professore matto».
29 luglio, martedì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle
21,30 a Luserna Alta nel giardino delle feste (in caso di piog
gia nella palestra) proiezione de
«Il gobbo di Notre Dame».
29 luglio-3 agosto — TORRE PELLICE: Nei giardini di p.za
Muston «Festa de l'Unità» a cominciare da martedì 29 alle
19,30 con «Cena per un amico»,
(prenotazione entro il 27 luglio
presso Alida Meynet 933049,
Paola Roggeri 91576, Lucilla
Borgarello 91521, costo lire
50.000) , a seguire alle 21 concerto bandistico; mercoledì 30
cena e musica alle 21 con il
gruppo «Sesto senso», musiche
e canzoni dei Nomadi; giovedì
31 cena e ballo liscio alle 21, ingresso lire 7.000; venerdì 1°
agosto cena e musica rock con il
gruppo «Loscki boski»; sabato 2
pranzo alle 12,30, pomeriggio
con i bambini (iscrizioni lire
4.000) , cena e ballo liscio alle 21
con «Marina e i Garas Boys», ingresso lire 7.000; infine domenica 3 alle 10 incontro con i pensionati, pranzo alle 12,30, alle
17 presentazione del libro di
Diego Novelli «La democrazia
umiliata», con la presenza dell'autore, e ancora cena e ballo
liscio. Tutti i giorni alle 17 lo
stand Arci-gola sarà presente
con vini e stuzzichini.
31 luglio, giovedì — BOBBIO PELLICE: Dalle 16,30 alle
19, nella sala polivalente di via
Sibaud, prelievo di sangue a cura della Fidas.
1“ agosto, venerdì — FENESTRELLE: Alle 21,30 nel cortile
della Fortezza Assemblea Teatro presenta «Il rossetto sull'ostia». Ingresso lire 15.000.
1° agosto, venerdì — BRICHERASIO: Alle 21,15 nel giardino di Villa Daneo (nella chiesa
parrocchiale in caso di cattivo
tempo) concerto del quartetto
Athenaeum, viola, violino, violoncello e pianoforte, musiche
di Mahler, Manzine, Bettinelli,
Brahms.
1-2 agosto — ROURE: Venerdì 1° agosto festa patronale della borgata elea, sabato
2 festa alle borgate Gleisolle e
Garnier al Roubinet, con commemorazione dell'incendio al
Bourcet.
2-3 agosto — PERRERO: Festa dell'Albarea a cura del gruppo Gs dell'Albarea.
CAMPO DONNE — 3;
svolge dal 27 luglio al 3 agosto il campo donne ad Agape sul tema «Il luogo della
verità».
CAMPI ESTIVI BAGNOÒU
— Da giovedì 31 luglio fino
al 14 agosto un gruppo di
monitori e circa 60 tra bambini e ragazzi sono impegnati, in turni diversi, nei campi
estivi organizzati dalla Chiesa di Angrogna presso la Ca
d'Ia pais, al Bagnoòu.
MASSELLO — Domenica
3 agosto «cena di mezza
estate» all'aperto a Porte,
preceduta alle 17,30 da una
riunione quartierale: chi intende partecipare è invitato
a portare cibo, o vino o bibite; se il tempo sarà brutto la
riunione si svolgerà ugualmente a Porte mentre la cena sarà al Reynaud; la collettaper i tetti di Agape.
POMARETTO — Domeni
ca 27 al Clot Boulard alle 15
riunione quartierale estiva.
PRALI — Domenica 27 luglio alle 21 presso la sala vai
dese il pastore Davite pre
senterà delle diapositive dui
la flora alpina di Prali. Ve
nerdì 1“ agosto, alle 21, nel
la sala, terzo e ultimo incon
tro serale sul tema «che cosa
credono i valdesi?».
PRAMOLLO — Dal 23 lu
glio al 4 agosto sono in visita
alcuni ragazzi provenienti
dalla Germania accompagnati dal loro pastore.
PRAROSTINO — Domenica 27 luglio alle 9 culto al
Roc, alle 10,30 culto a Roccapiatta. Giovedì 31 luglio alle
16 riunione estiva ai Gay.
RODORETTO — Domenica
27 alle 9 culto.
pai
bia
TORRE PELLICE — Dome
nica 3 agosto culto ai Coppieri con predicazione di Alfredo JanaveI, pastore a
New York.
VILLASECCA — Alle ore
15 riunione all'aperto a Seiletta di Faetto.
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------------*5? Vita Delle Chiese
Lattività delle scuole domenicali nelle chiese di Torino
Un anno di crescita comune nella fede
pa/Ì3 pittura alle recite sono molti i linguaggi attraverso i quali i bambini
possono essere coinvolti e accompagnati alla scoperta di Gesù Cristo
PAG. 5 RIFORMA.
Predicatori locali in Toscana
Seminario a Casa Cares
L
DANIELA RECCHIA________
A scuoia domenicale di
Torino è da 5 anni impelata in un progetto che si
(¿ama «Laboratorio di pittua», un’interessante iniziativa
'.he dà la possibilità ai bamjni di incontrarsi al di fuori
leda scuola domenicale, non
pio per socializzare ma an^he per divertirsi e imparare
Bteressanti tecniche di pittua su tela e legno. Le ore di laioratorio hanno sempre avu0 dei momenti di riflessione
libiica: quest’anno abbiamo
lato dei racconti di Gesù e
bambini e della donna caanea, prendendo spunto
lai libro «Al di là delle fronjre». In occasione poi della
giornata mondiale di pre'^ierai bambini, attenendosi
tema «Come un seme che
¡venta albero» hanno diseato dei significativi qua■etti su legno II progetto è
¡tato portato abilmente amti da Fernanda Pisani,
;on grande sostegno da parte
dei genitori, e vede la fremenza di 25-30 bambini,
j Molto attesa è sempre la
toa di Natale, così il 15 dicembre abbiamo drammatizracconto di Ezio Ponzo
iiCodmo e il paese degli uomini con la coda». Utilizzando le
Die di laboratorio i bambini
hanno preparato entusiasti
tore 3 tutte le scenografie necessarie
perle spettacolo; il racconto è
telo poi collegato con il bra10 di Marco al Gap. 10. La stola ha per protagonista un
cambino con la coda (Codilo) e il problema connesso alia sua «diversità». Gli argoenti emersi, quali l’eaiginazione e i pregiudizi, ci
0 dato la possibilità di
ariate ancora una volta ai
limbi della solidarietà e dell’acco^enza. Affrontare que' temi un po’ particolari non
cosa sempre facile, perché si
luò finire con l’annoiarli o di'entare ripetitivi. Invece il linaggio semplice usato nel
icconto non solo li ha coin'oM facendoli divertire tan'Sano, ma li ha immersi nel
pondo di Codino facendogli
Nere il problema della diNità «con gli occhi dei bamN». Lo spettacolo è piaciuto
pia comunità, e vogliamo ingaggiare le altre scuole dopenicali che vogliono cimenMin questo tipo di lavoro.
D19 e il 20 aprile siamo anpd in gita a Vallecrosia, alla
hasa valdese, con un buon
Accesso sia per il numero dei
^ecipanti che per la calopsa accoglienza ricevuta da
del direttore Nisbet, di
pa moglie e dei suoi collaboPori. Abbiamo intrattenuto i
f|®bi con una drammatizzaci® presa dal racconto di
^eone e la battaglia (Giudi¡’®cap, 6-7); dai passi bibli• emergeva il problema della
La scuola domenicale in gita a Vallecrosia
paura del protagonista. Così,
dopo il gioco di «simulazione
della battaglia», non è statodifficile far emergere i loro timori e trattare il testo in modo simpatico e divertente.
Abbiamo concluso la nostra
gita con la partecipazione al
culto di Bordighera con canti
e preghiere tenuto dalla pastora Dorothea Muller che ha
preparato un culto appositamente per i bambini. La
scuola domenicale si è conclusa il 25 maggio con la Festa di canto organizzata dalla
vai Pellice ( 1° circuito) e da
Torino, Aosta, Biella Chivasso
e Ivrea (4° circuito) e che ha
visto la partecipazione di circa 200 bambini nel tempio di
corso Vittorio. Divisi per
gruppi, hanno tenuto un culto animato sul tema «Al di là
delle Barriere», e il pastore
Platone ha poi concluso con
una riflessione. Abbiamo trascorso poi tutti insieme il pomeriggio con pranzo a sacco
presso il Centro battista «Filadelfia» di Rivoli. Per poterci
aggregare tutti insieme ab
Chiesa battista di Lentini
La storia della testimonianza
NUNZIATINA FORMICA
Era spesso un piacevole
passatempo sfogliare gli
album delle foto dell’archivio
della nostra chiesa mentre
aspettavamo i ritardatari per
iniziare lo studio biblico. Insieme le commentavamo e
dalTarchivio della memoria si
liberavano storie e vicende di
fratelli e sorelle che hanno
vissuto intensamente e coraggiosamente la fede. Che
dire della tenacia del fratello
Amenta che percorse 12 km a
piedi per raggiungere il resto
della comunità nel mare di
Vaccarizzo, per battezzarsi
insieme a tanti altri catecumeni? E del fratello Mugno
che, uscito di casa per ammazzare il sindaco, fu invece
bloccato su una sedia della
chiesa dove entrò, ammaliato
dai canti che la comunità
cantava con zelo? E delle madri della comunità silenziose,
vigilanti e operose che cucivano i costumi dei piccoli
triaggianti, che recitavano attorno all’albero di Natale alto
e pieno di candeline fino al
lontano soffitto del tempio. E
ancora, ancora... fino ai nostri giorni.
Questi album li abbiamo
voluti sfogliare insieme alla
gente della nostra città. Assieme a loro abbiamo ricor
TAVOLA VALDESE
Corpo pastorale
Per venerdì e sabato
22-23 AGOSTO 1997
^convocato il corpo pastorale, col seguente ordine del giorno:
22 ore 9-19: Commissione culto e liturgia. Commissione
^ manente per la formazione pastorale. Pastorale dei carcerati. Atto
lavativo di accettazione. Confessione di fede;
23 ore 9-17,30: esame di fede dei candidati Massimo Ma«oii, Eric Noffke, Massimiliano Pagliai, Winfrid Pfannkuche, Daniela
jjntoro. Varie ed eventuali.
sjorlM Pastori sono tenuti a partecipare alla riunione del corpo padg| ® 'Pi'snotarsi tempestivamente presso la Foresteria). Le sedute
Piernh Pastorale, salvo particolari momenti, sono aperte a tutti i
DP delle chiese valdesi e metodiste.
Il moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
dato un pezzo di storia di
Lentini. Molta gente è passata dalla chiesa battista di
Lentini, da quel lontano
1908, quando Salvatore Miceli, viaggiando in treno da
Noto fondò il primo nucleo
di battisti. Persone che non
frequentano più la comunità
si sono riconosciute nelle foto. Altre hanno riconosciuto i
loro parenti, il vecchio quartiere, le vecchie strade di
Lentini antica che vive solo
nei ricordi dei più anziani.
Abbiamo voluto aprire il nostro archivio alla città per
quattro sere consecutive, dal
12 al 16 giugno, in una mostra itinerante nei punti più
strategici della città. L’intento era quello di far scoprire ai
più giovani un pezzo importante di storia della nostra
città; di far fluire ancora la
testimonianza delTEvangelo
raccontando, attraverso le
immagini, storie di uomini,
di donne e bambini che con
semplicità e senza clamori
hanno dato il loro prezioso
contributo per la costruzione
della pace e della giustizia
sociale.
Ci siamo riusciti? La gente
era numerosa e sembrava interessata. Intanto Enzo Caruso, che cura l’archivio, ha inserito negli album altre foto e
compilato alcune schede sulla storia della comunità che
ha aggiunto al suo libro. Noi
continuiamo a sfogliare con
piacere e con entusiasmo gli
album mentre aspettiamo i
ritardatari per lo studio biblico. Continuiamo ad aprire
¡’«archivio» della nostra mente e del nostro cuore per ringraziare Dio che ci ha permesso di fare parte della sua
chiesa.
TRASLOCHI
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qualsiasi destinazione
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SALA GIULIO
via Belfiore 83 - Nichelino (TO)
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Cellulare 0336-210807
biamo organizzato tanti giochi di gruppo. Interessante è
stato il gruppo che ha lavorato con materiale da riciclare,
come bottiglie di plastica,
carta, lattine e così via. L’infinita fantasia li ha portati a costruire tanti oggetti simpatici
e nello stesso tempo abbiamo
creato un «piccolo gruppo
ecologico». Le nostre molteplici attività quest’anno si
chiudono grazie anche al prezioso aiuto di Daniela Santoro che ci ha seguito nella preparazione delle lezioni e fornito consigli per l’animazione, e grazie ai genitori che ci
sono stati accanto nelle nostre iniziative a costo di molti
sacrifici. Vorrei dire, a nome
di tutti i monitori e monitrici,
che il servizio nella chiesa
volto ai bambini ci gratifica
sempre più, perché con loro
ci sentiamo di far parte di una
piccola comunità che cresce
ogni giorno con la chiesa.
Che il Signore ci guidi sempre
verso un cammino di fede e
speranza, e che i nostri piccoli semi possano germogliare un giorno al suo servizio e
di tutti gli uomini, donne e
bambini per un mondo di
pace e giustizia.
Albisola
Il fratello
Aldo Isacco
______ERMINIO PODESTÀ____
SI è svolto lunedì 14 luglio
presso l’obitorio dell’ospedale di Valloria, in provincia di Savona, il funerale di Aldo Isacco, anziano e cassiere
della chiesa battista di Albisola. Aldo Isacco è sempre stato una colonna portante di
questa piccola comunità.
Raccontava sempre come era
avvenuta la sua conversione:
durante la seconda guerra
mondiale si trovava in Russia
e partecipò alla drammatica
ritirata dei soldati italiani. In
quel periodo era un cattolico
non praticante. Mentre le
granate esplodevano a pochi
metri e qualcuno veniva colpito e lasciato morto sul terreno, aH’improwiso Isacco
vide una gran luce, che nessun altro aveva notato: da
quel momento tutto filò liscio e lui potè ritornare a casa. Ma da quel giorno la sua
vita cambiò e quella luce lo
accompagnò sempre facendolo testimoniare con fede
l’Evangelo e svolgendo un’attività convinta nell’ambito
della Chiesa evangelica battista di Albisola.
Il pastore Michele Foligno,
alla presenza delle sorelle e
dei fratelli della comunità,
dei rappresentanti delle chiese battiste di Genova e Sampierdarena e metodista di Savona, dopo le preghiere e i
canti ha meditato sul brano
di Isaia 60, 19-20, sottolineando il fatto che per Isacco
come per noi al di sopra della
luce del sole e della luna c’è
una luce che non tramonterà
mai, l’Eterno. Isacco in questa vita ha creduto sempre in
questa luce. Allora, nonostante il dolore per la scomparsa di Aldo, per il figlio Aliseo e per la moglie Tina i
giorni del lutto sono finiti per
lasciare posto, ancora una
volta, a questa luce, mediante la quale Aldo attende la resurrezione finale.
Al termine di questa cerimonia sobria e toccante la
salma di Aldo è stata tumulata
nel cimitero di Celle Ligure.
Si svolgerà a Casa Cares il
13-14 settembre prossimi il
IV Seminario per i predicatori
locali della Toscana. Il corso,
con inizio alle 15 del sabato,
prevede lezioni su «Le epistole cattoliche» (Gino Conte),
«Il profetismo in Israele»
(Blasco Ramirez), «Il pensiero
di Dietrich Bonhoeffer», «La
chiesa nei primi secoli» (Pie
ro Bensi). L’analisi omiletica
si svolgerà a cura del pastore
Raffaele Volpe.
Il corso, che si conclude la
domenica intorno alle 17, costa £ 50.000. Per informazioni, telefonare al coordinatore
Piero Bensi (055-294902). La
prenotazione, indispensabile,
si effettua presso Casa Cares
(tei. 055-8652001; 8652305).
MOTTOLA — Il 27 maggio il past. Salvatore Rapisarda ha celebrato il matrimonio di Nunzia Amatulli e Nunzio Libraio e
il 7 giugno il past. Massimo Aprile quello di Antonio Acquaro e Paola Pavone. La comunità si rallegra con gli sposi e
invoca le benedizioni del Signore
• Domenica 8 giugno si è tenuto il culto conclusivo degli incontri Fgei sul tema della testimonianza, con iiturgia condotta dalle sorde Silvia Matarrese e Rosaria lacobino.
• Gioiosi momenti di condivisione hanno caratterizzato le
prime settimane di luglio della comunità battista; dopo ben
4 anni di vacanza pastorale durante i quali giovani e anziani
della chiesa stessa si sono alternati nella conduzione delle
attività comunitarie, domenica 6 luglio ha presieduto per la
prima volta il culto nella chiesa di Mottola il candidato al
pastorato in servizio di prova Nunzio Lo Indice, a cui è stata
affidata la guida della comunità. Una festosa agape tenutasi
la domenica successiva ha segnato il benvenuto della comunità al pastore e alla sua famiglia. Dopo lo studio biblico di
mercoledì 16 invece la comunità si è stretta intorno a Virginia Mariani per festeggiare la sua laurea in Lettere e Filosofia, conseguita con il massimo dei voti al l’Università di Bari.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Con l’arrivo dell’estate sono iniziate le riunioni alTaperto, che hanno riscosso un buon
successo di partecipazione. Domenica 6 luglio una quarantina di persone hanno partecipato alla riunione di Castluset, mentre domenica 13 più di cento hanno partecipato a
quella del Saret. Oltre ai culti domenicali (alle ore 9 agli Airali, alle ore 10 a San Giovanni), si tengono anche il culto
alla cappella dei falla (ogni prima domenica del mese) e al
tempio del Ciabas (l’ultima domenica del mese), entrambi
alle ore 18. Durante il culto di domenica 13 luglio nella
cappella degli Airali, abbiamo avuto la gioia di ricevere i
coniugi Molteni come nuovi membri di chiesa: ad essi, che
si avvicinano alla realtà evangelica dopo un lungo percorso
di ricerca spirituale, vadano gli auguri della comunità.
• La nostra chiesa ha anche avuto di recente altre occasioni
per rallegrarsi; sono stati presentati al battesimo la piccola
Andrea Alison Mauro e il piccolo Brian Gaydou. Si sono
uniti in matrimonio Eliana Feretri e Fabrizio Ferrarini,
Ivana Boaglio e Luciano Pons, Daniela Fenouil e Luca
Miola, Simona Gamba e Alex Tosello, Daniela Lapisa e
Luigi Ughetto-Monfrin, Denise Tenan e Orazio Zizzi, Davide Bera e Antonella Barrale. A tutti quelli che sono nella
gioia il Signore dia un cuore riconoscente per i suoi doni.
• Abbiamo purtroppo dovuto salutare alcuni fratelli e sorelle che hanno terminato la loro esistenza terrena: Aldo Malan, Enrico Gay, Costanza Pontet ved. Artus, Stefano Melli,
Giuseppe Daniele Plavan e Mario Meynet. Alle famiglie in
lutto vada, oltre alla nostra umana solidarietà, la certezza
della Resurrezione e della vita eterna che sono del Signore.
PRAMOLLO — La comunità ringrazia di cuore i predicatori locali Florence Jones Vinti, Franco Siciliano e Sergio Nunzio
Turtulici per gli apprezzati messaggi che ci hanno rivolto
nei culti da loro presieduti il 22 e 29 giugno e il 6 luglio.
COMMISSIONE PERMANENTE STUDI
DELLA CHIESA EVANGELICA VALDESE
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
SESSIONE D’ESAME
Domenica 24 agosto 1997, ore 9
Casa valdese - Torre Pellice
Radio e televisione
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie dal
mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di
Raidue a cura della Federazione delle chiese
evangeliche, trasmessa a domeniche alterne
alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle ore 9,50 circa. Domenica
27 luglio (replica il 4 agosto) andrà in onda:
«La croce e il calumet - storie degli indiani d’America».
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10
PAG. 6 RIFORMA
Riforma
Una nuova
forma di schiavitù
Marco Bouchard
Con buona e sintomatica scelta di tempo la Commissione giustizia della Camera dei deputati ha approvato
all’unanimità, il 3 luglio scorso, nuove norme contro lo
sfruttamento sessuale dei minori. Non sono ancora legge dello stato, ma quella unanimità è la sicura premessa
per una loro rapida entrata in vigore. Contestualmente
nell’aula parlamentare il governo, per voce del ministro
per la Solidarietà sociale, presentava il suo piano di
azione per l’infanzia e l’adolescenza, una sorta di quaderno degli obiettivi per un miglioramento della qualità
della vita dei minori espressamente concepito per uscire
definitivamente, anche in questo settore, dalla logica
delle emergenze e delle improvvisazioni.
Questa tontestualità, non casuale, fra i due atti politici vorrebbe dimostrare che la repressione del commercio sessuale dei bambini non può essere efficace senza
una più vasta azione di prevenzione sociale. La stessa
relatrice per la legge sullo sfruttamento sessuale, Anna
Serafini, ha ricordato come le severe sanzioni penali
previste dal disegno di legge, per quanto necessarie,
non possono di per sé fondare una nuova cultura
dell’infanzia e della sessualità. Perché di questo si tratta. Riforma ha già ricordato su queste colonne quanto
l’attuale tragedia dell’uso sessuale dell’infanzia non stia
tanto nelle forme patologiche riconducibili al generico
termine della «pedofilia» quanto nella diffusione di abitudini e mentalità che mercificano l’infanzia trasformandola in puro oggetti di piacere.
Proprio contro questa tendenza il legislatore italiano
ha fatto una duplice scelta di campo: ha punito il turismo sessuale (chi lo organizza e chi ne usufruisce) nonché il solo fatto di detenere materiale pornografico in cui
siano raffigurati minori di diciotto anni (con pene fino a
tre anni di reclusione). Si chiarisce così che la rappresentazione dei corpi dei bambini a uso pornografico non
comporta solo l’incriminazione dello sfruttatore, oggi
punito con pene elevatissime, ma anche del mero consumatore con un divieto tutt’altro che moralistico.
Qui non si tratta infatti di limitare l’autodeterminazione dell’individuo in attività socialmente non condivise o
addirittura nocive per l’autore (come nel caso del consumo di stupefacenti): si tratta di limitare delle attività che
presuppongono la distruzione di vite umane totalmente
indifese a causa della loro età.
Per questo deve essere condivisa la scelta di metodo,
indipendentemente dal giudizio che potrà essere dato
sugli atti governativi che seguiranno, di coniugare il momento della repressione con azioni che rafforzino la qualità della vita dei bambini e degli adolescenti. Sarebbe un
grave errore infatti credere che la piaga dello sfruttamento sessuale minorile si diffonda solo nelle aree della
povertà e dell’Ignoranza quale forma estrema e aberrante di sopravvivenza. Quella piaga è invece frutto di una
esasperazione, propria delle società moderne, del rapporto fra adulto e bambino nel quale il primo cerca di ricacciare il secondo in una posizione di asservimento in
un’epoca in cui, al contrario, l’infanzia cerca di guadagnarsi la dignità dei soggetti di pieno diritto. Non è una
caso che lo stesso disegno di legge identifichi nel suo sottotitolo lo sfruttamento sessuale dei minori con la forma
attuale della riduzione in schiavitù.
E-Mail (Torino): riforma@alpcom.it
E-Mail (Napoli): riforma.na@mbox.netway.it
Uri: http://www.aipcom.it/riforma
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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n. 176 del 1- gennaio 1951. Le modifiche sono state registrate il 5 marzo 1993.
Ili numero 28 del 18 luglio 1997 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Ufficio CMP
Nord, via Reiss Remoli 44/11 di Torino mercoledì 16 luglio 1997.
Riflessioni dopo Graz sul rapporto col cattolicesimo
Bibbia e dialogo ecumenico
La decisione di dar vita a una traduzione interconfessionale
ha aperto la strada a nuovi momenti di incontro e intesa
RENZO BERTALOT
E vero che daH’incontro di
Basilea (1989) e dalla caduta del muro di Berlino il
dialogo ha fatto molto progresso, anche se bisogna registrare qualche momento di
stallo nell’area ortodossa. Ma
le trasformazioni non accadono sempre aU’improwiso.
Se in Italia c’è stato un accordo sui matrimoni misti, esso
segue di molti anni quello
raggiunto (2 giugno 1968) per
la traduzione e l’aggiornamento del testo biblico che
ha dato al nostro paese la prima traduzione interconfessionale (il Nuovo Testamento
nel 1976 e l’intera Bibbia nel
1985). Ora traduzioni interconfessionali ve ne possono
essere di diversi tipi: da quello interlineare a quello letterale. In circa 500 lingue odierne si è scelto per quel periodo una traduzione in lingua corrente. Gli accordi prevedono circa 15 anni di lavoro e coinvolgono circa cento
persone tra traduttori, esperti
e consulenti.
Mentre facciamo i migliori
auguri per il tentativo di avere una traduzione di tipo «letterario» di Giovanni, rimane il
fatto che nessuna traduzione
interconfessionale italiana
dell’intera Bibbia sarà possibile nel resto del nostro secolo. La Tilc è il primo frutto
ecumenico italiano centrato
sulla carta costituzionale di
tutte le chiese e destinato a
una nuova evangelizzazione
tramite la Parola del Signore.
È il primo frutto che porta
l’approvazione dell’Abu alla
quale si aggiunge l’autorizzazione della Gei secondo le
esigenze specifiche dell’area
cattolica. L’interconfessionalità comporta il «par cum pari» sia nella gestione del progetto sua nelle firme definitive, come è accaduto anche di
recente per il documento sui
matrimoni misti.
Nel 1989 il 4% degli italiani
possedeva una copia del
Nuovo Testamento interconfessionale la Bibbia intera
superava le più ottimistiche
previsioni. La prima diffusione coinvolse subito le scuole
(per esempio Pinerolo e Li
Graz. Un momento del culto conclusivo
vorno) e in seguito le chiese
sia cattoliche sia protestanti,
impegnate insieme o separatamente nella missione comune. Lo stesso Paolo VI distribuì ai vescovi che venivano a visitarlo le nuove traduzioni interconfessionali allora disponibili, mentre la Libreria Vaticana ne ospitava le
copie man mano che venivano prodotte. Infine la Gei offriva alTAbu il servizio di
quattro sacerdoti per la diffusione del nuovo testo biblico
comune all’interno del mondo cattolico.
La lettura della Sacra Scrittura nelle chiese, nei teatri e
nelle scuole, fatta da Franco
Giacobini e dai suoi collaboratori, ha raggiunto a tutt’oggi
ben 350 città italiane con 534
repliche. Secondo le indicazioni dell’Assemblea del Cec
di Uppsala (1968), si può ora
vedere all’orizzonte il carattere profondamente innovativo
della nuova evangelizzazione
tramite la Parola di Dio. Collateralmente e di conseguenza si potevano registrare le
prime collaborazioni tra le case editrici cattoliche e protestanti (Ldc e Claudiana). La
metodologia ecumenica e la
scienza delle traduzioni andavano guadagnando spazio negli istituti teologici e negli incontri regionali. Da Vittorio
Veneto a Agrigento si susseguivano presenze nelle università, negli istituti superiori
di scienze religiose e nei centri culturali. Un’impresa immane da gestire al più presto
con quanti stavano transitan.do dall’era del monologo a
quella di dialogo.
Fu possibile sostenere insieme la distribuzione della
Bibbia nei paesi dell’Est (Cuba e Cina compresa), partendo dal rigoroso principio di
evitare il contrabbando. La
caratteristica di ogni spedizione avveniva sulla base delle richieste specifiche delle
chiese sempre a-wallate dalle
autorità governative comuniste. Il trasferimento dei testi
biblici era organizzato attraverso autotrasporti sotdetici o
simili. Non era possibile in
nessun modo offrire il fianco
al proselitismo. Altre organizzazioni hanno tentato vie traverse e sovente i loro invii finivano al macero.
Molte resistenze al dialogo
e all’evangelizzazione tramite
la Parola del Signore sono cadute prima di Basilea. In quel
quarto di secolo molte porte
si sono aperte. Chi ha faticato
ad aprirle non c’è più o passa
la mano alle nuove generazioni. A chi è entrato nelle loro fatiche sia consentito di risanare le memorie, partendo
da casa nostra, senza cedere
alla tentazione di rifare la
storia secondo schemi anacronistici. Infatti mentre i pochi seminavano, i futuri mietitori si attardavano sospettosi in un atavico integrismo
senza capire che con la Bibbia al centro del lavoro ecumenico non c’era nulla da
perdere se non le catene dei
propri pregiudizi.
proclami contro Bettin, prosindaco di Venezia
Uno scrittore interprete del disagio sociale
ALBERTO CORSAMI
Al rogo quel libro. E, potremmo apiungere, tutti
quelli come lui «disfattisti». È
difficile non leggere, dietro il
proclama che a firma del
«Tribunale del serenissimo
Veneto armato» condanna
Nemmeno il destino, l’accusa
che colpiva i testi non consoni al regime del ventennio. E
infatti il comunicato di fine
giugno condanna a morte «le
cose dette dallo scrittore sociologo assessore Gianfranco
Bettin» il quale, orrore, si è
macchiato del delitto di aver
scritto un libro che offendeI rebbe la lingua veneta. L’autore del libro, uscito da alcuni mesi e di cui di fatto è stato impedito il prosieguo delle
presentazioni pubbliche, in
quanto prosindaco di Venezia-Mestre, è già stato fatto
oggetto di minacce personali,
forse perché si occupa di individui marginali e devianti.
La storia della nostra letteratura è fitta di riferimenti alle parlate locali e alle lingue
regionali, tanto che si insegnava anni fa che volendo
trovare una lingua immune
dai regionalismi, bisognava
trovarla nelle traduzioni italiane di romanzi stranieri:
una sorta di lingua franca,
neutra, un po’ astratta (e per
alcuni nell’asettica lingua di
Moravia). In molti famosi romanzi troviamo inserimenti
e vere e proprie citazioni dialettali, dovute in buona parte
al radicamento dei valori della libertà affermati dalla Resistenza, quando un piemontesismo di Fenoglio ribadiva
la volontà di pensare al futuro incarnata nella lotta puntuale del tal partigiano, ben
caratterizzato nella sua origine. Poi questa abitudine è
passata, anche perché se ne
è abusato, e l’uso dei dialettismi in Insciallah di Oriana
Fallaci fa un effetto un po’
retorico.
Nel libro di Bettin, a parte
l’uso della lingua veneta in
alcune pagine, è probabilmente altro a dare fastidio: il
fatto che si attribuisca dignità
di protagonista a un ragazzo
disadattato, pieno di problemi familiari, sociali e psicologici, un ribelle che finisce in
una casa di rieducazione,
sensibile però al fascino della
natura (tra l’altro di quelle
Dolomiti, mica delle montagne tibetane o dell’Atlante).
Ma questo non è tollerabile
da chi prefigura la lotta di
una élite contro un supposto
invasore. Nella lotta non si
possono esibire i lati deboli,
le mele marce, i disfattisti.
Peccato. Il «Tribunale» non
si accorge che da diversi anni
è proprio il Triveneto a fornire all’Italia letteraria alcuni
dei nomi più accreditati:
dall’epica del friulano Sgorlon alle malinconie dell’istriano Tomizza, dal triestino
Claudio Magris a Rigoni
Stern, custode amorevole di
boschi e ritmi delle stagioni
dell’Altipiano; e Rizzoli ha
appena inaugurato una collana dedicata all’opera completa del vicentino Goffredo Parise, prematuramente scomparso. Dai loro libri, come è
ovvio, emergono i lati positivi
e quelli più problematici. A
loro, come a tutti gli scrittori,
siamo grati perché ci fanno
ragionare su questioni che
interessano tutti.
.cfcisai«
ili.Ä,. 41
PRl
Il protestante OrlandJ
Un’intervista al sindaci
Palermo (10 luglio) parte
rilievo che Leoluca Orlam
da molti anni primo cittì
(in realtà, precisa egli
è stato in carica tra il iggj
’90, e successivamente
1993). Ma, prima ancora,
le prime righe scritte da
simo Franco, fa spicco la
scrizione del personagi
«Ma lui è sempre lì, uguj
se stesso: frenetico, tori
ziale, furbo e narciso. Ti
la Bibbia valdese sul tati
del suo ufficio tutto legi
Villa Niscemi, fra i ritrai
olio dei re di Sicilia,
Oscar Luigi Scalfaro nel
re».. Più avanti Orlando n
sce ad alcune voci che pi
no di «bollette telefoni!
pagate in campagna eletti
le per avere voti»; «Sono
le, e anche chi le raccontil
è consapevole. La verità è
non si sa di che accusai
frego tutti perché sono]
protestante: un cattolico
testante. E sono riuscito ij
re di Palermo la prima e
rienza riformista dawero
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Bibbia e interpretazioi (J0I
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Fra i tanti commentii jjjjg 5
interviste apparse sulla stfenggj-e cl
pa italiana durante lo ^
gimento dell’Assemble|j0 ngj’jy
Graz, segnaliamo un’inteiegjjo di c
sta allo scrittore Vittorio^ sono Kb
sori che, interpellato stil|uestì refe
mero del 27 giugno da S%r svilire
Frigo, manifesta profondfjstituto i
serve verso l’assise: «Miscadérlo c
brano simpatiche scaiii|nzadegL
gnate, che promuovono j .Comune
tondi all’insegna del vofereche:
moci bene e discorsi po%diqualu
mente corretti, ma lasciaifidato a v
tempo che trovano». EaÉdatoprc
ra: «Le mozioni degli affel|ansabili
buonismo a oltranza, il%o forse
diamo tutti in un unico Ibn capivc
sono il contrario deU’ecutpiu resp
nismo, che comporta unift e votavi
fronto serrato di verità,fapatia 0
cercare di capire cosa vitpresenl
davvero Gesù Cristo dafennella
non basta leggere insieniittei dovu
Bibbia, il problema è Tinto di quel
prelazione, che spetta alti è parso
a vota
Infine ve
®n abito :
gistero della Chiesa».
TIAiibà
Uomini e profeti
Nel secondo fascicolo^
quotidiano, il 9 luglio
Scampai
Entrano a
Berto Vassallo intervista
briella Caramore, curati
della rubrica radiofonica
mini e profeti», che dal
propone serie di trasmii
su problematiche religj
non solo cristiane. L’ina
statore ricorda la serie
cala ai dieci comandanti
«Sì, con il pastore valf Continui
Paolo Ricca. Così straor« ,
. diano cb
ria che una casa editrici |j peos
•hlestf,
lei
Morcelliana, ci ha chies's pgj. |
aprire con questa serie' Losunge
collana, che uscirà in aij! gj
no, che raccolga i testi
trasmissione». L’attualCt
tendimento è di «accos| ggj
da un punto di vista •^'.''Iniettono
varie articolazioni dell\ Honigjg
mensione di fede. Masi^
anche, semplicemente,® della pg
opera di informazione.! |g
ché paradossalmente iL || ^
paese come il nostro, case evt
una così forte tradiziot'i
tolica, la cultura relig't
piuttosto approssima t
Una citazione di Paul R' ■
permette a Vassallo di a
re il religioso: «Il relig®|
riassume in una PaP’
mi precede e mi destina”
11
ìjQjlJ mfrDÌ 25 LUGLIO 1997
Pagina Dei Lettori
PAG. 7 RIFORMA
La settimana di studio del Sae alla Mendola
Le chiese cristiane
EMMANUELE PASCHETTO
)rlando
sindacol
>) parte
I Orlani
IO cittai
egli st(
ì il 1985i
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«Sono
acconti
verità èi
cusai
é sono)
ttolico
•bende quest’anno la settimana di
idio del Segretariato per le attività
jeniche (Sae). L’anno scorso la sessione
’Orinazione ecumenica che si era svolta
ilarmente per 33 anni ha subito una batd’arresto, un «anno sabbatico», dovuto
^necessità di revisionare gli ordinamenti
del Segretariato stesso, riorganizzarne le
■¿tture e le attività, soprattutto in seguito
illiawicendamento alla sua guida: Maria
nani, fondatrice del Sae, ha infatti lasciato'Jopo quasi 50 anni la presidenza dell’ortóBino, rimanendone presidente onoraria,
subentrata Elena Covini di Milano,
settimana di studio e formazione ecu^nica si svolgerà, come è ormai consuetu(6 da diversi anni, al Centro di cultura
’Università cattolica del Sacro Cuore, al
iso della Mendola, al confine tra le proice dì Trento e Bolzano. Anche la data è
lutata, a cavallo tra luglio e agosto, esatlente dal 26 luglio al 2 agosto.
'Dtema di quest’anno è «L’Ecumenismo di
late al dialogo interreligioso», sottotitolo
^ chiese cristiane e le altre religioni: quale
lego?». L’argomento non è del tutto nuo[to perché in più d’una delle sessioni precetti è stato toccato il problema del rapporto con le altre fedi, anche se non in maniera
)sì specifica. Proprio per l’argomento trattato ci si domanda come mai non ci sia la
t|tesenza fra i relatori di musulmani, induisti
e buddisti, come è avvenuto più volte nel recente passato. Si è pensato forse di confrontarci «inter nos» per poterci esprimere più liberamente? Certo è un po’ riduttivo trattare
un tema senza avere la partecipazione dei
diretti interessati: parleremo su di loro, non
ci saranno loro a parlare di se stessi.
La presenza degli ebrei, che del resto hanno un posto privilegiato nei Segretariato
(non ci si dimentichi infatti che il Sae si autodefinisce «Movimento interconfessionale di
laici, per 1’ecurnenismo e il dialogo a partire
dal dialogo ebraico-cristiano») è invece ampia e qualificata. Dal programma è possibile
fmsi un quadro dei vari incontri che punteggiano la settimana. Il lavoro particolare comprende 13 gruppi di studio che rifletteranno
sui vari aspetti che può assumere il dialogo
fra le religioni non solo per quel che concerne la fede ma anche sul piano culturale, rituale, etico, artistico e altro ancora.
Le relazioni saranno tenute da Gaetano
Favaro, Paolo Ricca, Giuseppe Laräs, Luigi
Sartori, Franco Sottocornola, Giovanni Cereti, Thomas Mathus, Katharina Hess Kindler,
Daniele Garrone, M. Louis Fitzgerald, Atenagora Fasiolo, Lidia Maggi, Renzo Bertaiot. Altri interventi a cura di Georghe Vasilescu,
Mario Polastro e chi scrive queste note; liturgie a cura di don Carlo Franco, della pastora
Elisabeth Löh e padre Atenagora Fasiolo.
Parteciperà ai lavori mons. Pietro Giachetti,
vescovo di Pinerolo giunto aH’ultimo anno
del suo ministero nella diocesi.
il significato
etazioi del non voto
mentili][ 5¡g SeUa^j è libero di
sulla SI
piare che qualunque refe
%dum, anche il più difficile
.ernble|ie nessuno capisce, sia un
un indegno di democrazia, come
ttorio Ho sono ¡ibero di pensare che
ato suliuesti referendum siano nati
0 da Se|er svilire l’importanza delirofondiiistituto referendario e per
-: «Mi%nderlo ostile alla maggioe scanijiBiza degli italiani.
3^0’^°STomunque voglio sottolidel vojfeare che non si può accusarsi politeli qualunquismo chi non è
1 lascia%dato a votare: io non sono
o». E addato proprio per questa reRÌi ^^jfonsabilità personale. Doiza, il ^vo forse andare anche se
unico Ion capivo i quesiti? Ero forleU’ecul più responsabile se andauta un»o e votavo, come molti, per
verità,tapatia o antipatia verso chi
cosa VII presentava? E, siccome
sto daifennella mi è antipatico,
insieiWiei dovuto votare il contraia è liuto di quello che diceva lui:
ietta alni è parso più serio non ana». a votare.
Infine voglio precisare che
®n abito in condominio ma
•'campagna, e sono pure
nntrario alla caccia; tuttavia
rofeti _
preferisco che a invadere la
mia proprietà siano i cacciatori piuttosto che i cinghiali;
non so se quelli che abitano
in condomini siano d'accordo
con me, ma gli agricoltori sicuramente sì.
Mauro Gardiol - S.Secondo
Un'immagine
senza teologia
Su segnalazione di un amico mi sono riproposto di seguire alcuni programmi televisivi mandati in onda dall’emittente Tbne su canale
36. Oltre a registrazioni (con
traduzione simultanea) di
predicazioni nelle cosiddette
«chiese elettroniche» degli
Stati Uniti, vi partecipano anche pastori, cantanti, predicatori di alcune chiese evangeliche in Italia.
A parte qualche rarissimo
momento, l’impressione generale che ne ho avuto è stata
pessima. Dette trasmissioni,
a parer mio, danno un’immagine trasfigurata e strumentale di Dio, della Bibbia,
della predicazione e della
preghiera, molto suggestiva e
affascinante ma priva di
qualsiasi fondamento teologico. Si mette sul mercato ciò
scicold
aglio,
ervista
curatj
fonicare dall]
rasmiss
e relig!
?. L’intff
serie fiC
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re val^!
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«accosit
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li dell^
Ma sii
ente,
zione.|
ente
tro,
lizion’i
isimai't
aulRf
lodid
religi'’*
Parola'
astina*
Nella collana «Meditazioni bibliche» è uscito
Un giorno una Parola
Letture bibliche quotidiane per il 1998
■ pp. 288, 4 tav. ili.ni a colori, L. 12.000
Prefazione di Paolo Ricca
^ontinua II grande successo di queste letture bibliche quoti®8be che ora vengono proposte per l’anno 1998. Questa è
ä 268» edizione, tradotta e adattata^
p II lettore italiano, delle famose
osungen, testi biblici e meditazioQiornaliere, preparate ogni anno
lìal 1731 dalla Chiesa ej !'|®lit'a dei Fratelli Moravi (Unità
„^’^ìelli di Herrnhut). Questi testi
il comunione spirituale mil’ann ®''®denti ogni giorno per tutto
®iÌ’ascolto e alla meditazione
la Signore com’è nel
II lih delle chiese riformate,
don può mancare nelle
evangeliche.
m mmeditrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http.//wv™.arpnet.it/-valdese/claudian.htm
che il consumatore richiede:
guarigione, risoluzione dei
problemi, protezione e soprattutto un Dio complice,
dalla parte del credente, alleato delle sue imprese, del
quale il presentatore (o predicatore) conosce la volontà
e se ne fa garante.
Se la malattia, la sventura,
la morte colpiscono? Semplice; chiedere (possibilmente
con l’invio di un’offerta in
denaro) l’intercessione «a distanza» di chi conduce la trasmissione. E se Dio non risponde? Ancora più semplice: si ha poca fede. Così al
danno del dolore si aggiunge
anche la beffa del senso di
colpa e della frustrazione.
Francesco Casanova - Torino
Un amore
«impreciso»
Tagli, modifiche e errori di
stampa sono comuni in un
giornale. Il n. 26 del 4 luglio
di Riforma pubblica con alcune lievi differenze un pezzo che mi venne commissionato su due aspetti del Kirchentag di Lipsia.
In particolare non mi spiego il motivo di tre cambiamenti; verso la conclusione.
Uno strumento a disposizione dei singoli cittadini
I referendum sono democrazia diretta
ARTURO CERICOLA
IN molti si sono iamentati
dell’uso eccessivo e spropositato dello strumento referendario da parte di Pannella, per la frequenza, le materie o i problemi sottoposti a
referendum, ritenendo che
siano troppi, spesso astrusi o
incomprensibili all’elettore e
al cittadino medio, e costosi
sul piano economico.
La realtà e l’esperienza
hanno invece dimostrato
che i cittadini-elettori capiscono benissimo i quesiti e i
problemi referendari e che
in passato, anche recente,
hanno votato compatti e numerosi i referendum sul divorzio, l’aborto, per una legge elettorale maggioritaria,
per la preferenza unica, per
l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti,
contro il nucleare, ecc. Il tutto a dimostrazione che i cittadini-elettori sono molto
più maturi e «europei» della
nostra classe politica, che ha
fatto di tutto per snaturare la
volontà del popolo sovrano,
espressasi attraverso i referendum, unico strumento di
democrazia diretta esistente
nel nostro paese, nel ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti, reintroducendo una quota proporzionale nella legge elettorale, e
via dicendo.
Ora, proprio perché i referendum hanno dimostrato
che in assenza di una classe
politica rispettosa della volontà popolare le indicazioni
referendarie non vengono in
Parlamento e dal Parlamento
tradotte in leggi chiare, coerenti e conseguenti, bisognerebbe da una parte rendere
obbligatorio il risultato elettorale referendario, in modo
che il Parlamento non lo possa stravolgere o annullare in
vari modi; dall’altra introdurre e rendere operante il referendum propositivo o legislativo, riconosciuto ai cittadini
e a Regioni, Province, Comu
ni. Infine, bisognerebbe eliminare o ridurre di molto il
quorum, e presentare ogni
quesito referendario uno alla
volta, in modo da evitare che
la coalizione di interessi di
lobby e categorie protette,
come quelie dei magistrati,
dei boiardi di Stato (sfavorevoli alle golden sitare), dei
cacciatori e quant’altri, insieme ai partiti, tutti sfavorevoli
ai referendum, decretino il
fallimento dello strumento
referendario.
Il popolo italiano, sfiduciato anche dai risultati modesti
ottenuti con gli aitri referendum, ha dimostrato di non
capire la vera posta in gioco,
che non era tanto quella espressa nei quesiti referendari, certamente importanti,
quanto la rivendicazione e
affermazione di un diritto alla libertà, all’autonomia, alla
democrazia diretta da parte
del popolo sovrano, contro
una partitocrazia invadente,
che ormai rappresenta solo
se stessa e i propri interessi di
parte, e non il popolo e gli interessi della collettività.
Sarebbe bene che anche al
nostro interno il dibattito e la
discussione su questi temi si
aprisse e fosse portata avanti
in modo serio, approfondito
e pluralista. Rousseau diceva;
«Il popolo inglese si crede libero, ma s’inganna di molto:
esso non lo è che durante reiezione dei membri del Parlamento; non appena quelli sono stati eletti, esso è schiavo,
è nulla» {Contratto sociale, libro III). II modello di democrazia indiretta oggi vigente
in Italia fa acqua da tutte le
parti, dall’ibrido sistema elettorale (parte maggioritario
parte proporzionale) al bicameralismo, al numero eccessivo di parlamentari, agli esecutivi deboli, ecc. E mentre
nella vicina Svizzera gli elettori, tramite referendum,
vengono consultati persino
sull’aumento o meno della
benzina, da noi si parla di eliminare o rendere quanto me
no molto difficile l’uso del referendum, per non disturbare i partiti nelle loro futili e
dannose manovre e manovrine a danno dei cittadini.
È auspicabile invece una
forma di democrazia diretta,
in cui siano i cittadini a decidere sui problemi più gravi e
importanti del paese. Partecipazione e decisioni dirette,
rese possibili dalla tecnologia
contemporanea, dal telefono
alla tv, dai computer al fax,
alle videoconferenze a Internet, ecc., che rendono possibile al cittadino di partecipare ed esprimere direttamente
le proprie opinioni e il proprio voto sui maggiori problemi e argomenti all’ordine
del giorno.
Prima infatti si diceva che
nelle società democratiche
occidentali di massa era difficile organizzare e mobilitare
vaste masse di cittadini sul
piano politico, come avveniva
a Atene o a Ginevra, per cui la
democrazia diretta non era
praticabile negli stati nazionali moderni, e quindi era necessario organizzarsi in partiti, che ne interpretassero le
istanze, i bisogni e le esigenze: donde una democrazia indiretta, basata sulla rappresentanza parlamentare. Oggi,
data anche la crescita complessiva culturale e politica
delle masse, tale rappresentanza non appare più necessaria, e grazie alle tecnologie
sopra menzionate il popolo
sovrano può esprimere direttamente la sua volontà, tramite referendum e altri meccanismi e strumenti che si
possono all’uopo studiare e
creare: come già avviene nelle
democrazie più avanzate.
E, per quanto riguarda noi,
non sarebbe male sottoporre
a referendum abrogativo
l’art. 7 della Costituzione,
chiaramente lesivo delle minoranze religiose, specialmente nell’uso e nell’interpretazione che se ne è fatto
da parte cattolica, democristiana e comunista.
la Casa Lipsia tristanzuola è
sostituita con grigia (due righe più sotto avevo già scritto
il verbo ingrigire); appena
dopo, il del di Lombardia diventa il cielo; soprattutto, alla
fine della seconda colonna
l’amore tra Margherita e
Ascanio è definito impreciso.
Accipicchia! Non so se esista
anche un amore impreciso,
magari sì, ma non avendolo
mai immaginato, se non sbaglio non credo di averlo detto, se non involontariamente.
Renzo Turinetto - Torino
onfiv
i
7/8
LUGLIO-AGOSTO 1997
Graz
Luci ed ombre della II Assemblea ecumenica
Somalia
Forze armate sotto accusa
Politica
L’Europa fa i conti con la questione sociale
Convegni
Le religioni tra integralismo e riconciliazione
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RTECIPAZIONI
«Sii fedele fino atta morte
e io ti darò
la corona della vita»
Apoc. 2, 10
Durante la sua vacanza in Sicilia, domenica 13 luglio 1997, è
stato chiamato al Signore II fedele
e operoso servitore
Liborio Naso
pastore evangelico vaidese
Ne danno partecipazione con
profondo dolore, nella certezza
della resurrezione nel Signore, la
moglie Olga Naso Scroppo, i figli
Dora e Christian Gysin Naso, Silvana Naso con Philipp e Maurice
Gysin, Renato Naso con Vivienne
e René Dick Naso e i parenti tutti
sparsi in Italia, Svizzera, Inghilterra e Canada.
Messina, 16 luglio 1997
RINGRAZIAMENTO
«lo alzo gli occhi ai monti,
donde mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dall'Etemo,
che ha fatto il cielo e la terra»
Salmo 121,1-2
I familiari della cara
Paolina Pons Fenouil
(Paulette)
di anni 70
commossi per la profonda dimostrazione di affetto tributata alla
loro cara, nell’imposibilità di farlo
singolarmente, ringraziano sentitamente tutti coloro che hanno
partecipato al loro grande dolore.
Un particolare ringraziamento ai
pastori Franco Taglierò e Mario
Berutti, ai responsabili e al personale tutto dell’Ospedale valdese di
Torre Pellice, alla famiglia Avondet, ai vigili del fuoco di Luserna
S. Giovanni e Torre Pellice e alla
ditta di onoranze funebri Val Pellice di Luserna San Giovanni.
Luserna San Giovanni
19 luglio 1997
RINGRAZIAMENTO
«Quelli che sperano nel Signore
acquistano nuove forze,
si alzano in volo come aquile,
corrono e non si stancano,
camminano e non si affaticano»
Isaia 40, 31
È mancata
Enrichetta Pons
ved. Fenouil
di anni 87
Loris e Ermes Fenouil, con
grande tristezza nel cuore, rivolgono l'ultimo addio alla loro cara,
dolce «Maman» che più di ogni
aitra cosa li ha sempre adorati, e
ora li ha lasciati riavvicinandosi al
caro sposo Enrico. Intendono ricordarla con il versetto da cui traeva forza e speranza, ravvivando
la sua fede.
Unitamente ai figli Loris e Ermes ne danno l’annuncio i nipoti
Christian e Gabriele Fenouil e la
nuora Delia Giacobbe. Il funerale
è stato celebrato dal pastore Luciano Deodato, nel tempio di San
Germano, il 17 luglio 1997,
Grazie a tutti coloro che con il
pensiero o la presenza sono stati
vicini alla famiglia.
San Germano, 25 iuglio 1997
RINGRAZIAMENTO
«Sii fedele fino alla morte
e io ti darò la corona della vita»
Apoc. 2, 10
Marito e familiari tutti della cara
Olga Malan Simond
commossi e riconoscenti, ringraziano tutti coloro che con scritti,
parole di conforto, presenza e offerte sono stati loro vicino in questa triste circostanza. Un ringraziamento particolare al personale
medico e paramedico dell’Ospedale valdese di Torre Pellice e al
pastore Massimo Marottoli.
Torre Pellice, 25 luglio 1997
12
PAG. 8 RIFORMA
i)ALl
Auspicata la creazione di un Consiglio cristiano
Il ruolo delle chiese nel nuovo Congo
«Pensiamo che la creazione
di un Consiglio cristiano del
Congo favorirà una migliore
cooperazione tra le comunità
cristiane del nostro paese,
anche se esse non hanno abbastanza risorse per sostenere un tale progetto». È in questi termini che il direttore del
gabinetto del capo spirituale
della Chiesa kimbanguista,
Benasilu, ha spiegato la posizione della sua chiesa alla delegazione ecumenica congiunta della Conferenza delle
chiese di tutta l’Africa (Ceta)
e del Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec), che è stata
ospite a Kinshasa, capitale
della Repubblica democratica del Congo (ex Zaire) dal 10
al 18 giugno scorso, per valutare sul posto l’impatto dei
cambiamenti attuali rispetto
alle aspirazioni dei popoli e
delle chiese locali.
La maggior parte dei dirigenti ecclesiastici che sono
favorevoli alla creazione di
una nuova istituzione ecumenica locale non hanno
però la stessa visione di questo processo. Per alcuni, occorrerebbe cominciare col risolvere i problemi di divisione all’interno delle chiese
protestanti. Per gli altri, sarebbe meglio riunire prima
tutte le chiese, compresa
quella cattolica romana.
Il vescovo Bokeleale, attuale presidente della Chiesa del
Cristo in Congo (Ecc), che
raggruppa una cinquantina
di denominazioni protestanti, non nasconde la sua volontà di «creare un Consiglio
cristiano del Congo che comprenda le chiese cattolica.
kimbanguista e quelle dell’Ecc al fine di correggere la
divisione che emargina i protestanti nella gestione degli
affari pubblici». Da parte sua,
il patriarca Kayuwa Tchibumbu wa Kapinga, capo spirituale della Comunità «luce»,
ritiene che i conflitti di leadership tra le chiese dell’Ecc
possano minare la visione comune della chièsa, soprattutto in questo periodo in cui la
chiesa è chiamata a giocare
un ruolo di primo piano nella
ricostruzione del paese: «Le
chiese locali, membri della
Ceta e del Cec, dovrebbero
creare il Consiglio cristiano
del Congo per sormontare la
crisi interna dell’Ecc, al fine
di facilitare la cooperazione
tra di loro e con il movimento
ecumenico in senso lato», ha
fatto notare.
Il pastore Daniel NtoniNzinga, consulente presso
l’Unità III del Cec, che era accompagnato a Kinshasa dal
pastore Ngoy Mulunda, segretario esecutivo agli affari
internazionali della Ceta, ritiene che queste prese di posizione rivelino profondi dissensi all’interno della famiglia protestante congolese.
Ha tuttavia apprezzato «gli
sforzi dei responsabili delle
varie chiese (cattolica, protestanti, kimbaguista, ortodossa) nonché dei musulmani,
per evitare un bagno di sangue a BQnshasa prima dell’entrata delle forze dell’Alleanza
delle forze democratiche per
la liberazione del Congo».
Il pastore Ntoni-Nzinga rileva d’altra parte «un immenso bisogno di trasformazione
all’interno delle chiese, in
particolare all’interno della
famiglia protestante». In questo senso, la delegazione ecumenica ha invitato i dirigenti
ecclesiastici alla confessione
di peccato, al pentimento in
vista dell’unità e al rinnovamento della chiesa. «Il Congo
- ha aggiunto Ntoni-Nzinga sta vivendo un momento opportuno che dovrebbe permettere al suo popolo e alle
sue chiese di affermare la vita
per tutti. Queste ultime nel
loro insieme dovrebbero riesaminare il loro passato, ridefmire il loro ruolo in quanto chiesa di Gesù Cristo e lavorare per la trasformazione
del paese». Le chiese membro della Chiesa del Cristo in
Congo hanno particolarmente bisogno di valutare il loro
cammino verso l’unità visibile prima di impegnarsi in una
nuova avventura.
La Conferenza nazionale
delle chiese cristiane del
Congo, convocata dal 22 al 26
luglio a Kinshasa, discuterà
sull’evoluzione futura del
movimento ecumenico congolese e definirà «il posto e il
ruolo delle chiese nella ricostruzione e lo sviluppo del
paese». In seguito il Comitato
esecutivo dell’Ecc si riunirà
per convocare il prossimo Sinodo che non ha potuto aver
luogo nel 1996.
Parlando della situazione
socio-politica, il pastore Ntoni-Nzinga ha rilevato alcuni
cambiamenti positivi nella
vita pubblica degli abitanti,
ma ha aggiunto che la situazione rimane ancora instabile sul piano politico. (eni)
Le chiese mobilitate per tentare di frenarne l'avanzata
Nello Zimbabwe, il paese africano più colpito
l'Aids uccide 500 persone la settimana
Le chiese dello Zimbabwe,
preoccupate dal forte tasso di
infezione provocato dal Vih
(virus dell’immuno-deficienza acquisita), hanno lanciato
una campagna per sensibilizzare i giovani e impedire la
propagazione dell’Aids. Lo
Zimbabwe è uno dei paesi
africani più colpiti dalla malattia. Alcune fette di età sono
portatrici del virus al 50%, e
le statistiche indicano che
ogni settimana si verificano
500 morti collegate all’Aids.
All’inizio dello scorso giugno, la Chiesa metodista unita ha organizzato una marcia
nelle vie della capitale, Harare, con striscioni rivolti alle
giovani generazioni. Diverse
di questi recavano l’avvertimento: «Niente rapporti sessuali prima del matrimonio,
voltatevi verso Gesù».
«Vogliamo mettere in guardia i giovani perché la propagazione della malattia è aggravata da coloro che hanno
rapporti sessuali prima del
matrimonio», ha dichiarato
all’agenzia ecumenica Eni il
portavoce della Chiesa metodista unita. Come altre chiese
dello Zimbabwe, la Chiesa
metodista unita ritiene che
l’uso dei preservativi non frenerà la propagazione della
malattia e che i giovani dovrebbero essere incoraggiati a
non avere rapporti sessuali
prima del matrimonio. «11 governo dovrebbe prendere iniziative e potenziare i programmi di sensibilizzazione
nelle scuole primarie e secondarie affinché i giovani siano
informati molto presto sulle
conseguenze mortali di questa malattia», ha sottolineato
il portavoce della chiesa.
Roger Droogue, direttore di
Family Aids Caring Trust
(Faci, Fondo di sostegno alle
famiglie colpite dall’Aids), ri
Una scuola rurale in Zimbabwe
corda che l’organizzazione
incoraggia l’astinenza fuori
del matrimonio e la fedeltà
nella coppia come mezzo per
ridurre i rischi di contrattare
il virus. Fact è un’organizzazione cristiana che coopera
con altri gruppi di accompagnamento delle persone colpite dal virus. L’epidemia
dell’Aids pesa fortemente
sulle istituzioni mediche del
paese, già seriamente colpite
dai tagli di bilancio imposti
dal governo, costretto ad accettare programmi di aggiustamento strutturale sul piano economico.
Le chiese non sono solo
preoccupate dagli effetti economici e sociali della malattia. Esse giocano anche un
ruolo importante ne campo
dell’accompagnamento delle
persone colpite dal Vih e
dall’Aids. Esse gestiscono la
maggior parte degli orfanotrofi e degli ospizi che accolgono le persone sieropositive
o con parenti colpite dalla
Le chiese denunciano la sua campagna antimmigrati
Con. Pauline Hanson, una Le Pen australiana
malattia. Mashambanzou, la
più grande istituzione di accoglienza per i malati di Aids,
è diretta dalla Chiesa cattoli
I responsabili delle chiese
australiane hanno denunciato la campagna lanciata dalla signora Pauline Hanson,
membro indipendente del
Parlamento federale, contro
la politica di immigrazione
nei confronti degli asiatici. In
questi ultimi mesi le idee della Hanson, ostili agli immigranti e agli aborigeni, hanno
suscitato vive reazioni in un
paese che ha una delle maggiori diversità razziali al mondo. Secondo un recente sondaggio, il populismo di estrema destra della Hanson ha
avuto il consenso di un australiano su quattro. Un libro,
propagandato dalla Hanson,
prevede che nel 2050 l’Australia farà parte degli Stati
Uniti d’Asia e sarà diretta da
una presidente lesbica.
T responsabili di alcune
grandi chiese australiane, tra
cui le chiese anglicane, cattolica romana, la Chiesa unita,
le chiese del Cristo, l’arcidiocesi greco-ortodossa, la Chiesa apostolica armena, ortodossa copta, ortodossa assira,
ortodossa d’Antiochia, l’Esercito della Salvezza e la Società
degli amici, hanno esortato i
cristiani a respingere le «voci
che istigano al razzismo e
all’odio». Gli undici dirigenti
ecclesiastici hanno pubblicato, tramite il Consiglio nazionale delle chiese d’Australia,
una lettera pastorale comune
(fatto senza precedenti) che
chiede ai credenti di protestare contro le menzogne: «Nel
clima attuale noi, che ci pretendiamo cristiani, abbiamo
la responsabilità di fare in
modo che i nostri atteggia
Canberra (Australia), 1991: gli aborigeni accoigono i deiegati alia VII
Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese
menti e i nostri impegni in
quanto cittadini siano ispirati
dalla fede che professiamo».
La lettera, distribuita nelle
parrocchie australiane, si sofferma sui sentimenti di incertezza e di paura che attraversano il paese: «Sono emerse
divisioni gravi all’interno della comunità - si legge -. Il disagio viene alimentato da un
certo numero di fattori: il ritmo del cambiamento, le disuguaglianze crescenti e il
sentimento diffuso che i decisori siano lontani dalle difficoltà della gente». Ed aggiunge che quando i posti di
lavoro e il denaro sembrano
diminuire, anche la generosità e il rispetto degli altri si
affievoliscono: «Le voci che
istigano al risentimento, al
razzismo e all’odio ricevono
un’attenzione che gli australiani non darebbero loro in
tempo normale. Facciamo
appello ai cristiani affinché
Il successore dell'arcivescovo Tutu
L'arcivescovo Ndungane
critica il governo sudafricano
ca romana.
Uno studio recente rivela
che nelle zone rurali dello
Zimbabwe circa il 50% delle
persone tra i 15 e i 50 anni sono infettate dal virus. Durante il prossimo decennio, il
tasso di speranza di vita nello
Zimbabwe dovrebbe calare
da 55,3 a 30,4 anni per gli uomini, e da 58,6 a 31,7 per le
donne. Altre cifre indicano
che una persona su 10 è sieropositiva. Le cifre predicono
che alla fine del secolo il numero di morti dovute all’Aids
sarà più elevato fra le donne
che fra gli uomini.
L’epidemia ha già effetti
devastanti sulla produzione
in molte regioni dello Zimbabwe, che conta 11,5 milioni di abitanti e dove oltre il
70% della popolazione rurale
vive in condizioni di estrema
povertà. (eni)
Per l’arcivescovo anglicano
di Città del Capo, Njongonkulu Ndungane, è finito il
tempo in cui si poteva mettere sul conto dell’apartheid i
problemi del paese. Durante
il sermone che ha pronunciato nella cattedrale anglicana
di Città del Capo il 29 giugno
scorso per commemorare il
150° anniversario della nomina del primo vescovo della
città, Robert Cray, l’arcivescovo Ndungane se l’è presa
con il governo del presidente
Mandela.
Pur riconoscendo che il governo era stato sottomesso a
varie costrizioni, Ndungane
ha lamentato che troppe poche iniziative sono state prese per migliorare il livello di
vita della popolazione dopo
la fine del governo dell’apartheid. Le prime elezioni
non razziali si sono svolte
nell’aprile 1994 e il presidente Mandela dirige il paese dal
10 maggio 1994. «Troppo è
troppo! Sono soltanto scuse
Inchiesta Onu
Gli «scomparsi»
nel mondo
Un gruppo di esperti delle
Nazioni Unite ha fatto un’accurata inchiesta sulla prassi
criminale di moiri governi di
far scomparire gli oppositori
politici. Nello studio sono
stati registrati 44.000 casi, in
63 paesi, di persone «scomparse» di cui non si hanno
più notizie. L’Iraq detiene il
triste primato di 16.329 casi
di persone di cui non si sa
più nulla.
(Reformierte Kirchenzeitung)
per non costruire alloggi», ha
detto il primate anglicano
della chiesa della provincia
dell’Africa australe. La chiesa,
ha aggiunto, non può disinteressarsi delle realtà politiche
e socio-economiche.
Secondo Ndungane «molti
vedono nell’Africa un continente che continuerà a ricevere l’aiuto allo sviluppo. Ci
sono buone ragioni perché
sia così, quando tale aiuto è
appropriato e correttamente
utilizzato». Tuttavia, ha detto, «è finito il tempo in cui i
paesi dell’Africa australe dovevano contare sull’assistenza straniera per il loro benessere. La regione dovrebbe diventare una zona economica
africana e dare al mondo un
po’ della ricchezza che ci viene non solo dalle nostre risorse abbondanti naturali,
ma anche dal nostro ricco
patrimonio africano».
Nella sua predicazione
Ndungane ha anche chiesto
al governo di affrontare il
problema della criminalità,
della corruzione e della violenza. I sudafricani sono
«sempre più portati alla disperazione e allo scoraggiamento». 11 paese è uscito dalla
«prova del fuoco», contrassegnata dalle violazioni dei diritti, ma oggi esistono gli strumenti per instaurare una democrazia durevole e il governo dovrebbe usarli per fare rispettare l’autorità della legge,
ha sottolineato l’arcivescovo,
che ha proseguito: «C’è un
sentimento crescente di frustrazione e di rabbia di fronte
all’impotenza delle autorità
nel frenare l’ondata di delitti,
di violenze e di corruzione. E
la chiesa dovrebbe cooperare
con il governo e aiutarlo ad
applicare le misure per sconfiggere i mali che rodono la
nostra società». (eni)
liVengi
apprezzino la ricca diversità,
delle identità etniche del nostro paese e respingano l’i.
dea che ogni gruppo migrante possa essere ritenuto responsabile dei problemi della nazione». La dichiarazione
esorta i cristiani a «sostenere:
gli aborigeni d’Australia,
senz’altro il gruppo piùemarginato del paese».
Nel settembre scorso, nel
suo primo discorso di fronte
al Parlamento, Pauline Hanson aveva chiesto che Femigrazione venisse frenatae
aveva avvertito che l’Australia rischia di essere sommersa dagli asiatici. Fra gli altri
argomenti toccati nel libro, il
scritto che il cannibalismo
era frequente nella società
tradizionale aborigena, affermazione fortemente smentita dagli storici. Il libro è stato)
pubblicato in vista di racco-ii
gliere fondi per il partitOj
«One Nation» fondato daEi
Hanson. ì
Il libro, scritto da un autore
anonimo, chiede inoltre la legalizzazione dell’arma da
fuoco Colt AR-15, usata dal’assassino Martin Bryantlo
scorso anno durante il massacro che fece 34 vittimea
Port Arthur, in Tasmania. Net
corso della sua campagna, la
Hanson ha sottolineato che,
in questi ultimi anni, la percentuale di asiatici è aumentata nella società australiamanche se i suoi detrattori sottolineano che essi rappresentano soltanto una piccola minoranza della popolazioni
australiana (18 milioni di abitanti).
Pauline Hanson ha risposto agli undici dirigenti ecclesiastici che essi dovrebbero
limitarsi al loro ruolo di uomini di chiesa e non ingerirsi
nelle questioni politiche. «Ù
chiese qui sono il pilastrii
della comunità, sul quale'
membri di quest’ultima poS;
sono appoggiarsi in caso di
bisogno e a cui possono rivolgersi - ha dichiaratoli
Hanson su un canale delti
radio australiana -. Sono sta
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